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pres
enta
zione La Calabria è custode di straordinari tesori na-
turalistici, rappresentante di antiche e nobili
civiltà e portavoce di affascinanti culture. Un
patrimonio prezioso e di inestimabile valore da tutelare e
valorizzare anche attraverso la promozione di un turismo re-
sponsabile, indirizzato a favorire la crescita delle comunità
locali nel rispetto del territorio e delle sue risorse naturali.
Sostenibilità e turismo risultano, oggi più che mai, legati in
maniera imprescindibile e la necessità della loro concilia-
zione richiede una forte presa di coscienza da parte di tutti:
istituzioni, associazioni e cittadini. In questo modo il turismo
può divenire un elemento propulsivo di sviluppo e soprattut-
to un formidabile volano di crescita economica.
Sulla base di tali presupposti è nata l’idea di realizzare que-
sta rivista. Un progetto nel quale ho fortemente creduto e
che ha incontrato il sostegno e l’approvazione della Regio-
ne Calabria.
ITACA è un itinerario che da nord a sud attraversa tutta la
regione. Una pubblicazione non esaustiva, ma che ha l'am-
bizione di voler trasmettere le giuste suggestioni ed emo-
zioni, in grado di invogliare i turisti a scoprire la Calabria e
le sue immense ricchezze. Un’iniziativa editoriale che vuole
rispondere ad un’esigenza sentita di far conoscere questo
magnifico territorio, le vocazioni di una regione che, proprio
nei suoi elementi naturali e nella sua biodiversità, esprime il
suo potenziale più autentico.
Attraverso le pagine di ITACA ci si propone di “accende-
re” l’attenzione sui punti di forza del patrimonio regionale:
il mare, la natura, la cultura, l’arte, l’enogastronomia, il be-
nessere, gli eventi.
Consegniamo ai lettori un ritratto di questa terra, affidando
alle immagini ed alle più intense suggestioni paesaggistiche
il nostro messaggio di speranza per un futuro sostenibile, che
proprio nella scoperta e nel rispetto dell’ambiente può tro-
vare la strada per la sua più completa realizzazione.
Klaus AlgieriPresidente
Confcommercio Cosenza
Con il contributo della Regione Calabria
Dipartimento politiche
Dell’ambiente
pubblicazione realizzata da
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Il patrimonio naturalistico ed ambientale, presente nel territorio regio-nale calabrese, costituisce una delle fondamentali risorse immobili da tenere in debita considerazione nelle strategie programmatiche
di sviluppo della Calabria. La superficie regionale occupata dalle aree protette istituite, il cui obiettivo prioritario è quello di garantire la conser-vazione della biodiversità del territorio regionale, è infatti ragguardevo-le. Con quasi 280.000 ettari tutelati, pari al 17,7% del suo territorio, la Ca-labria è la quarta regione in Italia per estensione di superficie territoriale protetta. Una realtà articolata in tre parchi nazionali, in un parco natu-rale regionale, in un’area marina protetta, in sedici riserve naturali dello Stato, in due riserve naturali regionali e in cinque parchi marini regionali.In tali aree, che rappresentano l’ossatura della Rete Ecologica Regio-nale (RER) - importante tassello che si inserisce all’interno dell’omologo progetto a livello nazionale ed europeo - è possibile ricercare la realiz-zazione di uno sviluppo durevole, attraverso la promozione dei principi del turismo sostenibile. Quest’ultimo può, infatti, contribuire al raggiungi-mento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, creando le condizioni af-finché si realizzi una vera salvaguardia del territorio nella consapevolezza del valore della biodiversità. Il turismo sostenibile è quello che si sviluppa in modo da mantenersi vitale in un’area turistica per un tempo illimitato, senza alterare l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) ed ostacolare o inibire lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche; cioè suscettibile di far coincidere, nel breve e nel lungo periodo, le aspettative dei resi-denti con quelle dei turisti, senza diminuire il livello qualitativo dell’espe-rienza turistica e, soprattutto, senza danneggiare i valori ambientali del territorio interessato dal fenomeno.Per il forte carico antropico e l’impatto che genera sul territorio, il turismo può però anche rappresentare un fattore di rischio per l’ambiente. Un eccesso di presenza di turisti può causare alti consumi di risorse natura-li, una forte produzione di rifiuti, un incremento dell’inquinamento e un aumento dei consumi energetici. A questi aspetti si aggiunge, talvolta, il depauperamento del patrimonio artistico e la perdita delle tradizioni locali.La presa di coscienza, a livello internazionale, dell’interconnessione tra turismo e ambiente ha favorito la riflessione sul tema nell’ambito di di-verse conferenze, le cui conclusioni sono successivamente confluite nell’emanazione di Carte e Dichiarazioni. Da questi documenti emerge un concetto di turismo che si rifà alla definizione più generale di svilup-po sostenibile data dalla WCED (World Commission on Environment and Development) nel 1987. Alla luce di ciò, risulta determinante promuovere, attraverso iniziative editoriali come questa, il turismo in Calabria senza tuttavia dimenticare che il valore della biodiversità è incommensurabile. Una delle risorse turi-stiche più importanti è, infatti, la diversità della vita sulla Terra.
Francesco PuglianoAssessore all'Ambiente
Regione Calabria
pres
enta
zione
ITACA - Itinerari Ambientali in Calabria
Realizzato da:Confcommercio CosenzaVia Alimena 14 - 87100 Cosenzacosenza@confcommercio.itwww.confcommercio.cs.it
Hanno collaboratoDott.ssa Maria CoccioloDott.ssa Annagrazia PistoiaDott.ssa Chiara Violentano
La gestione del progetto è stata affidata al C.A.T. - Centro Assistenza Tecnica Confcommercio Cosenza S.r.l.
Progetto grafico e impaginazioneL’Officina delle Idee s.c. - Cosenzainfo@officinedelleidee.itFoto: Antonio Blandi, Fausta ComiteLe foto aeree sono di Klaus Algieri
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somm
ario
Nel regno del Pino LoricatoPARCO DEL POLLinO
pag _ 08
Maestosi altipianiPARCO DELLA SiLA
pag _ 20
Un viaggio unico nella naturaPARCO DELL’ASPROMOnTE
pag _ 32
Terra e marenEL TiRREnO COSEnTinO
pag _ 40
Nei luoghi di Federico II e dei BizantininELLO JOniO COSEnTinO
pag _ 48
Tra due marinELLA PROvinCiA Di CATAnzARO
pag _ 56
Dallo Jonio al MarchesatonELLA PROvinCiA Di CROTOnE
pag _ 62
Tra natura e storianELLA PROvinCiA Di vibO vALEnTiA
pag _ 66
Nel cuore verde del MediterraneonELLA PROvinCiA Di REggiO CALAbRiA
pag _ 70
Tra borghi antichi e naturaAREA gRECAniCA REgginA
pag _ 78
regno del pino Loricato
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la tiMpa di San lorenzo
regno del pino Loricato
neL
pino loricato
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«Da Cozzo del Pellegrino a Serra Dolcedorme,
dai Piani di Campolongo, di Novacco e di Lanzo,
ai Piani del Pollino, dai fiumi Argentino
e Abatemarco, alle gole del Lao
e del Raganello, ai torrenti Peschiera e Frido.
Il territorio custodisce endemismi rari ed eccezionali,
come il Pino Loricato»
panoraMa
Il Parco Nazionale del Pollino rappresenta l’area protetta più estesa d’Italia. Il suo terri-torio è posto a cavallo tra due regioni, Basi-
licata e Calabria, e tra due mari, il Tirreno e lo Ionio. Il Parco custodisce endemismi rari e stra-ordinari, come il pino loricato, l’aquila reale e il capriolo ed è caratterizzato da una natura aspra e varia, montagne, boschi, torrenti, e da una flora e fauna veramente uniche. Il territo-rio del Parco comprende in tutto 56 comuni, 32 nella Calabria (provincia di Cosenza) e 24 nella Basilicata (22 nella provincia di Potenza e 2 nella provincia di Matera).I comuni in territorio calabro sono: Acqua-formosa, Aieta, Alessandria del Carretto, Bel-vedere Marittimo, Buonvicino, Castrovillari, Cerchiara di Calabria, Civita, Francavilla Ma-rittima, Frascineto, Grisolia, Laino Borgo, Laino Castello, Lungro, Maierà, Morano Calabro, Mormanno, Mottafollone, Orsomarso, Papasi-dero, Plataci, Praia a Mare, San Basile, San Do-nato di Ninea, Sangineto, San Lorenzo Bellizzi, San Sosti, Sant’Agata di Esaro, Santa Domeni-
«La natura incontaminata è la compagna di meravigliose escursioni»
cozzo del pelleGrino
ca Talao, Saracena, Torto-ra, Verbicaro.I comuni in territorio lucano sono: Calvera, Castelluc-cio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelsaraceno, Castronuovo di Sant’An-drea, Carbone, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia, Fardella, Francavilla in Sinni, Latronico, Lauria, Noepoli, Rotonda, San Costantino Albanese, San Giorgio Lu-cano, San Paolo Albane-se, San Severino Lucano, Senise, Teana, Terranova di Pollino, Valsinni, Viggianello. Il pino loricato (Pinus leuco-dermis Ant.) che costituisce il simbolo del Parco, vege-ta nelle aree di maggiore altitudine. Presenta una corteccia fessurata in sca-
glie lucenti e rami bianco grigiastri con aghi verdi e cupi, larghi fino a 2 mm e lunghi fino a 6 - 7 cm. Sul-le pendici delle montagne trovano il loro habitat ide-ale anche estesi boschi di faggio, di castagno e di cerro. L'acqua è presente in abbondanza dalle cime scende a valle solcando le rocce e dando vita a luoghi spettacolari come la Valle del Raganello che rappre-senta una delle più famose particolarità geologiche del Parco. In questa valle si può praticare il canyoning. Recarsi sul Raganello vuol dire anche visitare Civita, un piccolo ma suggestivo paese con le case aggrap-pate su uno sperone di roc-
cia a picco sul canyon. Ci-vita è raggiungibile da Ca-strovillari (uscita autostrada A3 Castrovillari-Frascineto) seguendo la statale 105 verso il mar Ionio. Dal pa-ese di Civita scendendo agevolmente lungo una stradina cementata è pos-sibile raggiungere lo spet-tacolare Ponte del Diavolo, ardita opera medievale ad un’unica arcata che una leggenda vuole essere sta-to costruito dal demonio. Da qui si gode di una bel-lissima visione del tratto ter-minale del canyon. Dopo il ponte continuando per un breve tratto su una mulat-tiera si può entrare nel greto del torrente. Entrati nel can-yon il primo tratto può esse-
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« Tra le cime sui costoni
e le balconate dove volteggia
imperiosa l’aquila reale »
cenGia del raGanello
«Lungo il fiume Lao si pratica il rafting per discendere il corso d'acqua
a bordo di gommoni»
raFtinG Sul FiuMe lao
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Sentiero delle ManFriane
re percorso con la dovuta cautela anche a piedi, ma è necessario fermarsi quan-do le difficoltà divengono di tipo alpinistico e si neces-sita pertanto di un'opportu-na attrezzatura. Un altro corso d’acqua da ricordare è il fiume Lao che partendo da Serra del Pre-te (2181 metri), attraversa tutta la vallata del Mércu-re per poi sfociare nel mar Tirreno in prossimità di Sca-lea. Il suo percorso si snoda lungo 51 Km e ha inizio in territorio lucano nei pressi di Viggianello. Poi entra in territorio calabro e qui as-
sume il nome di Lao. Scen-dendo verso valle il fiume bagna i comuni di Laino Borgo, Laino Castello, Pa-pasidero, Orsomarso, San-ta Domenica Talao, Santa Maria del Cedro e Scalea e dopo aver lambito il paese di Laino Borgo si immette in un grande canyon profon-do circa 200 metri. Lungo il fiume Lao si pratica raf-ting, uno degli sport fluviali più emozionanti che consi-ste nel discendere il corso d'acqua a bordo di speciali gommoni. Uno sport ideale soprattutto per gli amanti della natura e di paesaggi
spettacolari oppure per co-loro che sono alla ricerca di emozioni forti. Nella disce-sa ogni membro dell'equi-paggio partecipa attiva-mente ed è fondamentale attraverso l’uso della pa-gaia. Naturalmente è bene saper nuotare ed essere in buone condizioni di sa-lute. I club che forniscono la necessaria attrezzatura per praticare in sicurezza il rafting, prima della discesa offrono ai loro clienti anche una lezione teorico-pratica, dopo di che si raggiunge il punto di imbarco e comin-cia un’avventura indimenti-
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ciVita, ponte del diaVolo
«Quando si arriva nei centri storici ci si ritrovain luoghi unicidove nei vicoli caratteristici,tra botteghe artigianee vecchie osterie, il tempo sembra essersi fermato»
cercHiara, Santuario Madonna delle arMi
cabile. Un altro bellissimo scenario naturale caratterizza la Valle del Rosa dove si possono effettuare delle entusia-smanti escursioni in un ambiente ricchissimo di acqua in cui la natura cresce rigogliosa. Il paesaggio si addolcisce poi con la presenza di campi coltivati a grano o ancora si ricopre di peri selvatici, di agrifogli, di rovi, di biancospini, di ginestre, di cardi, di papaveri, di peonie, di orchidee. Le emozioni offerte dallo scenario naturale del Parco ai visitatori sono notevoli, ma altrettanto belle sono quelle che si possono vivere anche quando si scende a valle verso i centri storici e ci si immerge nelle loro viuzze, dove tra botteghe artigiane e vecchie osterie, il tempo sembra essersi fermato. Nella parte antropizzata del Parco esisto-no comunità che tramandano usi e tradizioni popolari, lingue, canti e danze di antichissima tradizione. L'attività prevalente è quella agropastorale a cui si aggiunge la trasformazione dei vegetali, del latte, delle carni suine in squisiti prodotti. Le produzioni tipiche dell’agroalimenta-re rappresentano una peculiarità di questo territorio ed offrono ai visitatori un'ulteriore testimonianza dell’armonia raggiunta tra uomo e natura.
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Gole del raGanello
maestosi altipiani
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parCo nazionaLe DeLLa
s iLa
laGo cecita
maestosi altipiani
neL
«Nel Parco Nazionale della Sila si può
ammirare un patrimonio naturale
unico e incontaminato dove l'uomo vive
con grande rispetto dell'ecosistema»
panoraMa laGo aMpollino
alberi inneVati
San GioVanni in Fiore, abazia FlorenSe
Il Parco Nazionale della Sila comprende un territo-rio caratterizzato da aree
selvagge e suggestive che si alternano a vaste ed in-cantevoli foreste, distese su dolci altopiani, con splendidi paesaggi protesi anche sul Pollino, sull’Aspromonte, sulle assolate distese dello Jonio e sul mar Tirreno. I comuni rica-denti in provincia di Catan-zaro sono: Albi, Magisano, Petronà, Sersale, Taverna, Zagarise. I comuni ricadenti in provincia di Cosenza sono: Acri, Aprigliano, Bocchiglie-ro, Celico, Corigliano Cala-bro, Longobucco, Pedace, San Giovanni in Fiore, Serra Pedace, Spezzano della Sila, Spezzano Piccolo. I comuni ricadenti in provincia di Cro-tone sono: Cotronei, Mesora-ca, Petilia Policastro, Savelli.Alle ricchezze del paesaggio naturale si aggiungono pre-gevoli beni artistici e cultu-rali. Inoltre i visitatori riman-gono incantati alla visione dei tanti piccoli caratteristici
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panoraMa Silano
VillaGGio MancuSo
villaggi rurali. I rilievi più alti sono il monte Botte Dona-to (mt. 1928), in Sila Gran-de ed il monte Gariglione (mt. 1764) in Sila Piccola. L'idrografia è caratterizza-ta dalla presenza di vari fiumi, a regime torrentizio, con acque limpide e fre-sche, e di laghi artificiali di vario utilizzo. La fauna, sia stanziale che migrato-ria, è numerosa e varia. Le origini dell’altipiano si-lano sono da ricondurre
ad un'epoca geologica piuttosto remota. Le rocce che compongono la sua ossatura centrale sono: graniti, scisti e gneiss bio-titici che nell'insieme pre-sentano forme caratteri-stiche dovute ai processi erosivi. Nel Parco della Sila si ha ancor oggi la possibi-lità di poter ammirare del-le realtà naturali di grande interesse. Infatti nonostan-te le modificazioni appor-tate dall’uomo, si possono
ancora osservare angoli selvaggi, grandiosi scena-ri naturali che assumono aspetti cangianti col va-riare delle stagioni crean-do dei meravigliosi con-trasti inseriti in una sinfonia di colori dalle differenti sfumature. Tra le partico-larità di questo Parco sono senz'altro da annoverare i “Giganti di Fallistro”, ubi-cati nell’omonima riserva naturale, che rappresen-tano un eccezionale lem-
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«Tra le varie produzioni agricole
dell’altipiano è famosa quella
della patata sia per le sue
peculiarità organolettiche
che per le quantità prodotte»
raccolta delle patate
bo di pineta ultracentenaria le cui piante raggiungono dimensioni no-tevoli, fornendo una testimonianza unica dell'antica selva silana.Il pino laricio calabrese, in gergo detto pino silano, trova nel territorio del Parco il suo optimum ecologico e vi domina incontrastato raggiun-gendo, nelle zone meno antropizza-te, dimensioni maestose come ac-cade nella Fossiata o su Cozzo del Principe (CS), a Roncino e Acqua delle Donne (CZ), a Pollitrea (KR).Il Parco presenta una diversità ve-getale che varia in rapporto all'al-titudine, a tal proposito si possono distinguere tre diverse fasce. Par-tendo dal basso troviamo la fascia dell'alta macchia mediterranea in cui sono presenti il corbezzolo, i ci-sti, la ginestra di Spagna, l'erica, la ginestra spinosa. Poi ci sono uliveti e vigneti, piante di ciliegio, fichi, gel-si, nonchè querceti (roverella, cerro,
« La bellezza dei boschi
è resa meravigliosa dalla presenza dei laghi
che creano luoghi incantati »
laGo aMpollino
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traMonto Sul laGo arVo
Sila inneVata
farnia, rovere) e vasti casta-gneti. A seguire troviamo la fascia del pino laricio ed alle altitudini superiori si trova la fascia del faggio che al li-mite inferiore confina con le pinete di laricio e spesso con l'ontano napoletano. Molto suggestive sono le fioriture principalmente primaverili ed estive. I primi fiori sono gli zafferani, i nontiscordardi-me, le primule, i ciclamini ed una moltitudine di viole. Poi si susseguono le fioriture del-le orchidee, dei ranuncoli, delle anemoni, dei gladioli, dei narcisi, dei gigli, del timo, delle campanule, dell'ori-gano e tante altre. Il sim-bolo faunistico del parco è sicuramente il lupo (Canis lu-pus). Da anni è in svolgimen-to uno studio per accertare il numero di esemplari di lupi, in particolare è stata valu-tata una presenza di alcu-ne decine di esemplari. Nel corso degli anni sono stati impostati anche dei piani di riqualificazione ambienta-le per ricostituire i vari anelli della catena alimentare e rendere stabile la presenza di questo animale. Riguardo alla fauna sono da ricordare anche i piccoli mammiferi: il gatto selvatico, il tasso, la volpe, la faina, la puzzola, la donnola e lo scoiattolo. Il Parco ospita nei suoi im-mensi boschi rapaci appar-tenenti sia a specie notturne che diurne oltre che ad una varietà di uccelli quali: il co-lombaccio, la ghiandaia, la
««Il simbolo del Parco è il lupo.
Da anni sono in atto progetti di studio
su questo animale»
MuccHe al paScolo nell'altopiano Silano
cincia mora, la cinciarella e la cinciallegra, il cro-ciere, il cuculo, lo scricciolo, la capinera, il codi-rosso, il cardellino ed il fringuello che, insieme alla cornacchia grigia, è la specie in assoluto più diffu-sa nel parco. Il Parco della Sila è caratterizzato da una forte presenza dell'uomo, infatti la lavorazione della terra è da sempre fonte di sostentamento per la popolazione silana. Tra le colture spicca quella della patata che ha recentemente raggiunto un importante riconoscimento di tipicità. Il sottobo-sco silano è ricco di lamponi e fragoline di bosco che vengono sapientemente trasformati in gusto-se marmellate, confetture o canditi. Un'altra fonte di ricchezza è rappresentata dai funghi che trova-no un habitat ideale nel vasto bosco silano, impor-tante è l’apporto economico legato alla raccol-ta, all’utilizzo ed alla conservazione dei funghi che ispirano anche uno svariato numero di sagre nei
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boSco di pino laricio
laGo arVo
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«Il paesaggio si diversifica col
variare delle quote e delle stagioni
creando l'ambiente ideale per praticare
ogni tipo di sport sempre a contatto
con la natura»
parco aVVentura
comuni del comprensorio che richiamano nume-rosi visitatori. Altri prodotti importanti sia per l'indu-stria conserviera che per la gastronomia sono le melanzane, i pomodori essiccati, i peperoni ed i peperoncini che sono alla base di gustose ricette tipiche sempre più apprezzate dai turisti di diversa provenienza. Il Parco propone anche la presenza di tre Centri Visite: uno in località "Cupone", uno in località "Monaco", uno in località "Buturo-Casa Giulia". Inoltre i numerosi visitatori trovano un am-biente ideale per effettuare vari tipi di sport: dalle escursioni a piedi, in mountain-bike o a cavallo al birdwatching, dallo sci alpino allo sci di fondo, dal canottaggio allo sleddog.
Un viaggio unico nella natura
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aspromonteparCo nazionaLe DeLL’
eScurSioniSta
Un viaggio unico nella natura
neL
«Postoall'estrema
propaggine appenninical'Aspromonte
presenta contesti naturali
eterogenei»
caldaie del latte
eScurSioniSti
rocca del draGo
I l Parco Nazionale dell’Aspromonte si estende per 65.647,46 ettari e com-
prende il territorio di 37 comu-ni della provincia di Reggio Calabria: Africo, Antonimina, Bagaladi, Bova, Bruzzano Zef-firio, Canolo, Cardeto, Careri, Ciminà, Cinquefrondi, Citta-nova, Condofuri, Cosoleto, Delianuova, Gerace, Mam-mola, Molochio, Oppido Ma-mertina, Palizzi, Platì, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, Samo, San Giorgio Morgeto, San Loren-zo, San Luca, San Roberto, Santa Cristina d’Aspromon-te, Sant’Agata del Bianco, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Santo Stefano in Aspromon-te, Scido, Scilla, Sinopoli, Stai-ti, Varapodio. Estrema propaggine meridio-nale della catena appennini-ca l’Aspromonte costituisce un ambiente molto variegato per caratteristiche morfologi-che. Il massiccio è formato in prevalenza da un gruppo di
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«Il versante ionico si distingue per il
paesaggio varioche declina
verso il mare formando coste
per lo più sabbiose»
rocce metamorfiche, circondato da roccia di tipo sedi-mentario. Questo cambiamento litologico si può osserva-re passando dal versante tirrenico a quello ionico. Infatti il primo è costituito in prevalenza da rocce di tipo cristallino, ed è caratterizzato da un susseguirsi di scarpate ripide, e da terrazzi che degradano sul mare dando origine alla Costa Viola. Il versante ionico, invece, si distingue per il paesaggio eterogeneo, che finisce a mare formando co-ste per lo più sabbiose. Un’altra peculiarità del massiccio è data dalla presenza delle fiumare, corsi d’acqua che, a causa della brevità del loro percorso e della considere-vole pendenza, assumono carattere torrentizio ed hanno una notevole capacità di erosione. Alla foce sono carat-terizzate da un letto ampio costituito da sabbia, ghiaia e ciottoli, e ricoperto, d’estate da vegetazione spontanea. Nell'insieme, l’Aspromonte si presenta come una piramide
panoraMa coSta Jonica
caScata Mundu
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«Una caratteristica dell’Aspromonte è
rappresentata dalle fiumare, corsi
d’acqua nutriti da numerosi ruscelli
che incidono i fianchi del
massiccio a raggiera»
caScata GalaSia
rocciosa, al cui centro si trova il Montalto o Monte Cocuzzo (mt. 1956). Dalla sua cima si gode un pa-norama spettacolare che consente di estendere lo sguardo fino alla costa tir-rena, alle Isole Eolie, all’Et-na e alla costa ionica. Dal Montalto si diramano va-rie dorsali con altre vette come il Pietracappella (mt. 1823), la Bocca del Lupo (mt. 1755), il Punto-ne di Lappa (mt. 1588) o la Croce di Dio sia Lodato (mt. 1493). Il Parco presen-ta un ricco patrimonio flori-stico nell'ambito del quale trova posto anche la felce
caScata MaeSano
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«Per la brevità del loro percorso
e la forteinclinazione
delle montagne, le fiumare hanno una
considerevole capacità
di erosione e danno origine a veri e propri
canyons»
FiuMara aMendolea
tropicale (woodwardia radicans), una rarità vegetale le cui origini risalgono a ben 60 milioni di anni fa, quando il clima dei paesi mediterranei assomigliava a quello delle zone tropicali. La fascia costiera ospita piantagioni di uli-vi, aranci, limoni e mandarini. Caratteristico del solo ver-sante ionico è il bergamotto. A bassa quota, le zone non coltivate sono coperte da una variegata macchia medi-terranea. I due versanti tirrenico e ionico presentano due tipi di vegetazione molto diversi tra loro dovuti al clima differente. Infatti sul versante ionico si trovano numerose caducifoglie. Sul versante tirrenico, dove l’aria è più fre-sca e umida e le precipitazioni sono più frequenti e forti, le foreste delle quote medio-alte sono dominate dal faggio. La presenza faunistica è altrettanto articolata. Tra i mam-miferi presenti nel Parco si segnalano il lupo, il cinghiale, il gatto selvatico, la volpe, il ghiro, il driomio, lo scoiattolo nero. L'avifauna presenta numerose specie di uccelli ra-paci tra cui famosa l'aquila del Bonelli quasi estinta nel resto d'Italia e presente nel parco con due coppie, l'aqui-la reale e altre specie quali lo sparviero, l'astore, il falco pecchiaiolo, il falco pellegrino, la poiana e il biancone.
nel tirreno Cosentinotra terra e mare
41
nel tirreno Cosentinotra terra e mare
Dove la natura si unisce al sacro
creando itinerariricchi di emozioni
e spiritualita`
la riViera dei cedri e Sullo SFondo l'iSola di dino
neLLa proVinCia Di Cosenza
ruderi di cirella, Sullo SFondo l'iSola
diaMante, MuraleS
IIl versante tirrenico cosenti-no è caratterizzato da una varietà orogenetica del
territorio che ne fa un'area importante per lo sviluppo di turismo ambientale.A partire dal versante occi-dentale del Parco del Pollino, passando per i paesi di Pa-pasidero, Orsomarso e Verbi-caro, attraversando la Valle del Torrente Argentino ricco di acqua e per questo adat-to a sport particolari come il canyoning, il rafting o l'escur-sionismo in genere.Spostandosi sulla costa tro-viamo due importanti centri come Scalea e Praia a Mare e qui, merita attenzione l'Iso-la di Dino, al centro del Golfo di Policastro, un vero gioiello naturalistico, dove cresce spontaneamente la pianta del mirto. I fondali poi offrono variopinte distese di gorgonie oltre ad importanti endemi-smi vegetali che denotano il valore naturalistico dell'area tale da istituire in quest'area un Parco Marino Regionale. Percorrendo la SS18 verso sud si arriva a Santa Maria del Cedro meta dei rabbini di Israele che qui ogni anno vengono ad acquistare i ce-dri che serviranno per le ce-rimonie sacre. Più a sud tro-viamo Diamante famosa per i suoi murales che adornano con i loro colorati sogget-ti i bellissimi vicoli del centro storico. Si arriva poi ad Ac-quappesa luogo conosciuto anche per la presenza delle sorgenti delle Terme Luigiane e quindi a Guardia Piemon-
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rabbino nella riViera dei cedri
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paola, Santuario di San FranceSco
aMantea, centro Storico
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coreca
belMonte calabro, centro Storico
tese, paese di origine occitana. Da qui, dopo aver attraversato il comu-ne di Fuscaldo, si giunge a Paola, for-se il luogo più famoso della Calabria per avere dato i natali a San France-sco di Paola, fondatore dell’ordine dei Frati Minimi e patrono della Ca-labria. Paola è ricca di edifici, tutti costru-iti con un fine religioso: conventi, cappelle, oratori, stazioni della Via Crucis, croci, statue di santi. A San Francesco, è dedicato il Santuario, un grandioso complesso che sor-ge poco distante dalla parte alta di Paola. Il Santuario, meta di migliaia di pellegrini, conserva al suo interno testimonianze della vita e dei mira-coli di San Francesco. Dalla città del Santo di Calabria si giunge a Fiume-freddo Bruzio uno dei borghi antichi più belli d’Italia, dove si possono am-mirare i resti del castello con gli affre-schi di Salvatore Fiume, quasi invisibili ormai per le intemperie subite. Da qui si giunge nel paese del pomo-doro: Belmonte Calabro. Il percorso termina quindi nel paese di Aman-tea, il più grosso centro turistico della costa tirrenica cosentina meridiona-le. Suggestivo l’agglomerato antico, di origine medioevale, a cui si arriva attraversando le strette viuzze che si abbarbicano fino alla cima della collina rocciosa. Il mare offre anche in questa zona una ricchezza di flora e fauna che racchiude la biodiver-sità caratteristica del Mediterraneo. Per difendere e valorizzare tutto que-sto è stato istituito il Parco Marino Re-gionale "Scogli di Isca". Amantea è famosa anche per la produzione dell'ottima "rosamarina" che seguendo antiche tradizioni vie-ne ancora oggi prodotta attraverso la sapiente trasformazione del novel-lame di sardina.
nello Jonio Cosentinonei luoghi di Federico ii
e dei Bizantini
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Dalla secca di amendolara alla capitale
bizantina rossanoattraverso
castelli federiciani e centri storici
aMendolara, torre Spaccata
nello Jonio Cosentinonei luoghi di Federico ii
e dei Bizantini
neLLa proVinCia Di Cosenza
caStello di roSeto capo Spulico
Una terra ricca di ri-chiami lo Jonio co-sentino in grado di
conquistare i visitatori, dalle acque cristalline del mar Jonio alla natura selvag-gia ed incontaminata delle montagne del Pollino. Que-sta in sintesi potrebbe esse-re una descrizione dei ca-ratteri salienti del territorio e dei paesi che costituiscono l’Alto Jonio. Visitare questo territorio è come compiere un viaggio attraverso secoli di storia, ai siti archeologi-
ci che sfidano l’inesorabile passare del tempo si affian-cano esempi mirabili di ar-chitettura medievale. L'ide-ale percorso ha inizio con Rocca Imperiale, "il paese dei limoni”, dove è possibile visitare il maestoso castello che domina il paese. All'inter-no si trova Oriolo il cui centro storico è appollaiato sulla collina dove imponente si erge il castello. Spostando-ci sulla costa ecco Roseto Capo Spulico, dove in uno dei luoghi più suggestivi
della costa jonica, è ubi-cato l’omonimo castello: il “Castrum Petrae Roseti”, costruito tra il 1220 e il 1269, che sotto il regno di Federi-co II di Svevia ebbe grande importanza perché rappre-sentava il confine tra le due capitanerie in cui Federico II aveva diviso il Regno delle Due Sicilie. Da Roseto si ar-riva quindi ad Amendolara, un paese che sta attuando una serie di iniziative tese al recupero della memoria e al rapporto con l’emigrazio-
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raccolta dei liMoni a rocca iMperiale
caStello di rocca iMperiale
«Dopo aver visitato Corigliano
proseguendo verso sud si arriva a Rossano
“la capitale Bizantina” che conserva preziose testimonianze storico-
architettoniche»
Veduta aerea di coriGliano calabro
ne e la storia dei luoghi, valorizzando le manifestazio-ni antropologiche tradizionali. Al largo di Amendolara, a circa 10 miglia dalla costa, vi è una larga secca nota come “Banco di Amendolara” con fondali meravigliosi che la leggenda vuole prodotto dall’ammasso dei relitti delle navi inviate da Dionisio il Vecchio. Da Amendolara dopo avere assaporato piselli e fave dal gusto unico, si prosegue verso Villapiana rinomata per le sue spiagge che, nel centro storico, conserva tracce della sua storia come i resti della cinta muraria e dei palazzi nobiliari e si giunge quindi a Francavilla Marittima, porta d’ingresso del Parco del Pollino, dove si trova uno dei più importanti parchi archeologici del-la regione. Da qui ci si inerpica, attraverso una strada
53roSSano, cHieSa di San Marco
peScatori nel Mare Jonio
porto di coriGliano calabro
interna, verso il Santuario della Madonna delle Armi nel comune di Cerchiara di Calabria, la porta spiri-tuale della Sibaritide, pa-ese conosciuto anche per l'ottimo pane. Nel suo ter-ritorio si trova il Santuario della Madonna delle Armi posto a circa mille metri di altitudine, sulle pendici del Monte Sellaro, a qualche chilometro dall’abitato. Da segnalare la presenza della Grotta delle Ninfe nei cui pressi si trova una piscina termale aperta al pubbli-co. L’itinerario continua fino a Trebisacce, il centro più
grande dell’alto Ionio co-sentino e luogo dove viene coltivato “il biondo tardivo di Trebisacce” un’arancia rinomata per la qualità ed il gusto dolce ed intenso. Da Trebisacce si scende verso la Piana di Sibari sede degli omonimi scavi archeologici. Nelle vicinanze è stato co-struito un museo archeolo-gico che custodisce i reperti archeologici delle tre colo-nie: Sibari, Thurii e Copia ol-tre ad una serie di manufatti rinvenuti durante le campa-gne di scavo effettuate nel territorio circostante. Pro-seguendo si giunge a Cori-
gliano Calabro dove svetta imperioso e maestoso il Ca-stello Ducale, fortificazione edificata nel 1073, recente-mente restaurato e riportato agli antichi splendori. Dopo aver visitato Corigliano pro-seguendo verso sud si arri-va a Rossano “la capitale Bizantina” che conserva diverse chiese ed affa-scinanti palazzi nobiliari, testimonianze di notevo-le interesse storico ed ar-chitettonico. La Chiesa di San Marco, in partico-lare, costituisce uno degli esempi più importanti di architettura bizantina.
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Veduta aerea deGli ScaVi di Sibari
tra due mari
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neLLa proVinCia Di Catanzaro
Dalle spiagge jonichealla costa tirrenica
tra scorci naturalistici mozzafiato
Staletti', torrazzo
tra due mari
La provincia di Catan-zaro posta tra i due mari Jonio e Tirreno è
ricca di una varietà di pa-esaggi che spaziano dal mare alla montagna. Dalle lunghe spiagge tirreniche alle sabbie chiarissime di Soverato o alle scogliere
di Copanello si passa ai colli dell'entroterra oppure alle cime delle montagne silane. A pochi chilometri dal mare sorge Catanzaro posta su tre colli. La città vanta origini antichissime, ne rimangono oggi poche testimonianze nei quartieri
storici caratterizzati da piaz-zette e vicoli, da antichi palazzi nobiliari. Di grande interesse culturale sono le varie chiese che custodi-scono preziose opere d'ar-te. Molto bella Villa Trieste, ma anche il più recente Parco della Biodiversità.
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SoVerato
A pochi chilometri si trova poi Catanzaro Lido posta sul mare da qui si prose-gue verso nord per scopri-re l'alto Jonio catanzarese. Ricordiamo Cropani, con un centro storico interes-sante, Sellia, Simeri Crichi, Botricello. Dirigendosi verso
l'interno si prosegue per Za-garise e poi per Sersale, im-portante centro che deve la sua nascita alle vicende di un’antica e nobile fami-glia napoletana, i Sersale di Sorrento. La natura nei dintorni offre scenari incan-tevoli quali ad esempio le
Gole del Crocchio o il can-yon delle Valli Cupe, luoghi dove è possibile effettuare delle suggestive escursioni. Siamo alle propaggini della Sila Piccola con la sua ve-getazione rigogliosa, i suoi laghi, torrenti che fanno da habitat ideale per diver-
Staletti', VaScHe di caSSiodoro
se specie di animali. Tra le località: Villaggio Mancu-so con caratteristiche co-struzioni in legno, Villaggio Racise, Albi, Zagarise ma fra tutte non può mancare una visita a Taverna, famo-sa per aver dato i natali a Mattia Preti, celebre pitto-re calabrese del Seicen-to. All'interno della chiesa di San Domenico si può ammirare una serie di sue opere pittoriche di notevo-le pregio. Un altro itinerario possibile è quello che parte sempre da Catanzaro Lido, ma in direzione sud. A pochi chilometri di distanza si tro-va Borgia dove è ubicata la Roccelletta famosa per i resti della Basilica di Santa
Maria della Roccella e per il Parco Archeologico che insiste sui resti dell'antica Scolacium romana. Sono visibili le strutture del Foro, delle terme, degli edifici re-ligiosi e del teatro che negli ultimi anni ospita tra l'altro un interessante mostra di arte contemporanea. Poco all'interno troviamo Squilla-ce, nota per la produzione di ceramica ingobbiata e graffita, tecnica arcaica di probabile origine bizantina.Tra i monumenti che carat-terizzano la cittadina, af-facciata sull'omonimo gol-fo, c'è il castello e ancora il Duomo che custodisce no-tevoli opere artistiche. Ritor-nati sulla costa si continua il
percorso lungo la litoranea per ammirare un bellissimo susseguirsi di calette, picco-le spiagge, speroni rocciosi a picco sul mare. Si passa così per Copanello dove sono ancora visibili le trac-ce di Cassiodoro, e si arriva alla baia di Caminia: una spiaggia racchiusa tra due scogliere, uno degli scorci più belli del litorale. Da qui in poi i faraglioni lasciano il posto a lunghe e dorate spiagge e si giunge così a Soverato, rinomato centro turistico. Per concludere la conoscenza del territorio catanzarese resta da ricor-dare il versante tirrenico dove spicca tra tutte la cit-tà di Lamezia Terme.
61coSta tirrenica catanzareSe
Valli cupe, caScata
Dai fondali di isola Capo rizzuto,attraverso un patrimonio
monumentale ricco di storia,alle colline del marchesato
tra uliveti e pascoli lussureggianti
Dallo Jonio al marchesato
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Dai fondali di isola Capo rizzuto,attraverso un patrimonio
monumentale ricco di storia,alle colline del marchesato
tra uliveti e pascoli lussureggianti
la Fortezza di le caStella
neLLa proVinCia Di Crotone
Dallo Jonio al marchesato
capocolonna
caStello di Santa SeVerina
reGata in barca a Vela
Questo itinerario nella provin-cia di Crotone parte da Cutro dove ogni anno ad agosto
si organizza la manifestazione degli scacchi viventi. Ma Cutro è soprattutto il paese del pane. Da qui ci avviamo verso Isola Capo Rizzuto, centro turisti-co molto conosciuto. Nell'incantevole scenario della costa ionica si erge l’an-tico castello aragonese di Le Castella (frazione di Isola Capo Rizzuto), situato su un isolotto collegato alla spiaggia da uno stretto lembo di terra. Da Le Castella si arriva alla città di Crotone. Erede dell’antica Kroton, famosa città della Magna Grecia, colonia achea fondata verso il 710 a.C.. I reperti dell’antica Crotone sono conservati nel Museo Archeologico Nazionale. La-sciata Crotone ci avviamo verso nord ed incontriamo Melissa tipico esem-pio di borgo feudale arroccato su un colle con una poderosa cinta muraria di cui rimangono i resti. Poi si giunge a Cirò, borgo medievale caratterizzato da strette vie che si aprono sulla piazza principale dove si trova la Chiesa Ma-dre. L'antico centro storico è dominato dal castello che presenta un’imponen-te struttura, a base trapezoidale. Sulla costa è ubicata Cirò Marina apprezza-ta località balneare, ma conosciuta so-prattutto per la produzione dell’ottimo vino Cirò DOC. Nel suo territorio sono presenti reperti di notevole importanza quali i resti del Santuario dedicato ad Apollo Aleo, a Punta Alice, i mercati saraceni, una torre cinquecentesca e molte altre testimonianze custodite nel Museo Civico Archeologico. Lasciata Cirò Marina arriviamo a Crucoli, un pic-colo comune avvolto dai monti della Sila, famoso per la tipica gastronomia ed in particolare per la sua “sardella”. Da visitare anche il Santuario di Mani-puglia, risalente probabilmente al XIV
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caStello di caccuri
sec., completamente im-merso nel bosco di Crucoli. L’itinerario riprende andan-do verso l’interno, prima a Umbriatico un paese molto suggestivo, grazie alla sua collocazione, infatti è ad-dossato ad una collina alla quale si accede solo attra-verso un piccolo ponte. Il
suo centro storico ha man-tenuto l’originario impianto e la Cattredrale costituisce uno dei più antichi e notevo-li monumenti della Calabria. Da Umbriatico, spostandosi lungo la valle interna del fiu-me Neto, si giunge a Santa Severina dove troviamo il famoso castello omonimo.
Opera militare tra le più complesse e meglio con-servate, composta da un mastio quadrato, quattro-centesco, con quattro torri angolari cilindriche angioi-ne. La grandiosa costruzione risale all’epoca di Roberto il Guiscardo e fu eretta sul “kastron” bizantino.
tra natura e storia
67Dove il parco
regionale delle serresi incontra con
le acque cristallinedel mar tirreno
tropea, Santa Maria dell'iSola
neLLa proVinCia Di
ViBo VaLentia
tra natura e storia
torre di briatico
laGo dell'anGitola
La provincia di Vibo Valentia è uno degli ambiti turistici più importanti della regio-ne, sia per il numero delle presenze sia
per la presenza di scenari naturalistici vera-mente ammirevoli. Il percorso ha inizio dalla riserva naturale dell’Angitola, e poi prosegue nel centro storico di Pizzo Calabro, una citta-dina arroccata sopra una rupe a picco sul mare. Il primo luogo da visitare è sicuramen-te la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta sca-vata nella roccia. La visita prosegue quindi al Castello Aragonese costruito da Ferdinando d’Aragona nel 1486, nelle cui celle venne rinchiuso Gioacchino Murat prima della fu-cilazione. I suoi resti sono stati seppelliti nel-la chiesa di San Giorgio. Da Pizzo si arriva a Vibo Valentia, una città con un centro storico molto interessante, ricco di palazzi nobiliari e dominata dal castello normanno - svevo eretto da Ruggiero il Normanno, che ospita un importante museo archeologico. Vibo Valentia, anticamente chiamata Hipponion, è stata una colonia tra le più importanti del-la Magna Grecia. Bello e maestoso è Il Duo-mo, consacrato a San Leoluca, posto nella piazza che fronteggia la villa comunale. Esso presenta una facciata in stile barocco con vaghi accenti rinascimentali. Da Vibo si ri-parte per Tropea, la “perla del Tirreno”, che sorge su una roccia che sovrasta il mare e prospiciente vi è un isolotto, sul quale è ubi-cato lo stupendo Santuario di Santa Maria dell’Isola, santuario benedettino di origine tardomedievale, trasformato in basilica a tre navate in epoca rinascimentale, con la fac-ciata ricostruita dopo il terremoto del 1905. Spostandoci nell'interno si può visitare Soria-no Calabro con un suggestivo centro storico di cui si ricordano: la Chiesa dei Domenicani e la biblioteca (l’unica in Calabria che ospita volumi, di tutti i tempi, scritti da calabresi o editi in Calabria e che parlano di cose cala-bresi). Da Soriano ci inerpichiamo nelle Ser-re Vibonesi per giungere a Serra San Bruno, sorta all’inizio del XII secolo in prossimità della famosa Certosa, alla quale appartenne fino al 1765.
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caStello di Vibo Valentia
nel cuore del mediterraneo
71tra capolavori ambientali,
e meravigliosi tesoristorici e culturali
reGGio calabria, Villa zerbi
neLLa proVinCia Di
reGGio CaLaBria
nel cuore del mediterraneo
coSta di baGnara
SeMinara, conVento ortodoSSo
S i parte da Reggio Calabria, città dello stretto, sede del Museo Na-zionale della Magna Grecia che
ospita i famosi "Bronzi di Riace". Nume-rose le testimonianze storico-architet-toniche tra cui ricordiamo il Duomo, il Castello Aragonese. Una visita in questa città deve comprendere una passeg-giata sul bellissimo lungomare da cui si gode una vista mozzafiato sullo Stretto. Da Reggio, risalendo verso nord si arri-va nell'incantevole scenario della Co-sta Viola. Tra i luoghi più suggestivi del-la regione, troviamo Scilla, disposta ad anfiteatro sul mare e sormontata dalla rupe su cui sorge il castello appartenuto ai Ruffo. I suoi vicoli si schiudono sull’in-cantevole panorama dello Stretto. Ca-ratteristico il borgo “Chianalea”, con le sue case lambite dalle acque del mare, annoverato tra i più belli d’Italia. Subito a nord è sita Bagnara, affacciata sulla costa siciliana, rinomata per i torroni e la pesca del pesce spada. Proseguendo s'incontra Palmi considerata da molti “la capitale culturale della Piana”. Questa città ha dato i natali a Leonida Repaci, a cui è dedicato il museo di etnografia e folclore ospitato nella Casa delle Cul-ture. Nell'interno si trova Seminara che tra il Cinquecento e il Seicento contava ben trentatré chiese e otto monasteri. Poi, i terremoti del 1783 e del 1908 di-strussero la cittadina, cancellando gran parte della sua ricca storia. Seminara è il paese della ceramica, come testimo-niano le numerose botteghe artigiane che producono pregevoli oggetti che si distinguono per i soggetti antropomor-fi e per la scelta dei colori molto vividi. Dal versante tirrenico ci si sposta poi su quello ionico. Il paesaggio cambia of-frendo al visitatore lunghe spiagge sab-biose che contraddistinguono la Riviera dei Gelsomini. Importanti centri sono: Lo-cri, Siderno, Gerace. Locri è legata alla
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Scorcio di Scilla
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coSta Viola, il Sentiero del tracciolino
MaMMola, MuSeo MuSaba
storia della colonia greca di Locri Epizephirii fondata alla fine dell'VIII sec.. Famosi i suoi scavi che compren-dono una vasta area i cui reperti sono conservati nel Museo Nazionale che sorge nei pressi. Dirigendosi verso l'interno si incontra Gerace con il suo bellissimo bor-go antico, una delle mete culturali più conosciute della Calabria. Famosa è la sua Cattedrale, dedica-ta all’Assunta, situata nella parte alta del paese, con il suo apparato absidale do-mina piazza Tribuna. L’im-ponente edificio rappresen-ta una chiara testimonianza dell’architettura romanico-normanna dell’XI secolo. La Cattedrale poggia in parte
sulla roccia ed in parte su una cripta greco-bizantina, costruita probabilmente su un antico oratorio, con co-lonne di diversa natura che sorreggono volte a vela del IX-X secolo. Ritornando sulla costa, ma dirigendosi verso nord altro centro tu-ristico importante è Marina di Gioiosa Jonica. Prose-guendo lungo la litoranea si incontra poi Roccella Jonica. Abitato fin dall'età protostorica, il paese è do-minato dall'imponente ca-stello edificato nel periodo normanno e trasformato in residenza signorile dei Ca-rafa. La fama di Roccella è legata soprattutto al Festi-val musicale che ogni anno in agosto ospita artisti di ca-
libro internazionale. Il paese successivo è Riace Marina divenuto molto famoso per il ritrovamento nelle acque marine antistanti dei ce-lebri Bronzi. Si arriva quindi a Caulonia, centro ricco di arte e cultura. Fondato probabilmente dai profughi dell'antica Kaulon magno-greca e successivamente feudo della famiglia Ca-rafa. Da visitare nelle vici-nanze il sito archeologico affacciato sul mare. Per-correndo poi la SS 110 ci si dirige verso Stilo, paese posto alle falde del mon-te Consolino che lega la sua notorietà in particolare per la presenza dell'omoni-ma Cattolica, capolavoro dell'architettura bizantina.
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Gerace, abSidi della cattedrale
neLL'area
GreCaniCatra borghi antichi e natura
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neLL'area
GreCaniCasulle tracce di norman Douglas
viaggiatore del Grand tourtra fiumare e luoghi
naturalistici incontaminati
antico borGo di pentedattilo
tra borghi antichi e natura
Staiti, Santa Maria di tridetti
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antico borGo di brancaleone
L’area grecanica, culla della minoranza lingui-stica ellenofona della
Calabria, si estende lungo la vallata dell’Amendolea dominata dal versante sud dell’Aspromonte e solca-ta da contrafforti e burro-ni. I paesi grecanici sono posti più o meno ad una decina di chilometri dalla costa, e sorgono general-mente su monti una volta inaccessibili. Tra i paesi ri-cordiamo: Bagaladi, Bova, Brancaleone, Condofuri, Palizzi, Roccaforte del Gre-co, Roghudi, Staiti. Alcuni sono stati abbandonati ed i nuovi centri sono sorti sulla
costa. È il caso ad esempio di Brancaleone il cui nucleo antico, oramai diroccato, è posto su un crinale roc-cioso, da cui si gode uno stupendo panorama sullo Jonio. La cittadina è cono-sciuta come la prima città italiana delle tartarughe: infatti le sue spiagge sono scelte dalle tartarughe marine della specie Caret-ta caretta per deporre le uova. Procedendo verso sud troviamo Palizzi paese suggestivo che si presenta come un pittoresco borgo medievale dominato da un'imponente rocca su cui si erge il castello feudale
dichiarato monumento na-zionale. Ancora più a sud troviamo Bova, il centro più importante tra i paesi che costituiscono l'area greca-nica posta all’estremo sud della provincia di Reggio Calabria. Sul mare si è svi-luppata Bova Marina ap-prezzata stazione balneare, nell'interno su di un'altura isolata sorge, invece, Bova, paese ricco di storia e di arte. Essa fu sede vescovi-le di rito greco ed ancora oggi qui viene parlata la lingua grecanica, divenuta oggetto di studio nell'am-bito di progetti tesi alla sua valorizzazione.
Dipartimento politiche
Dell’ambiente
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Itinerari Ambientali in Calabria
Con il contributo della Regione Calabria
Dipartimento politiche
Dell’ambiente
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