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Elearning + Web 2.0 = Elearning 2.0?? Paolo Ferri La creazione di Social Network verticali può essere una leva per l'apprendimento? Come questo fenomeno è applicabile ai diversi contesti formativi? Come il management dovrebbe interpretare e come invece interpreta le dinamiche di socializzazione via internet?

Conferenza al Forum formazione Elearning 2.0

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Come la creatività cambia le nostra economia

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Elearning + Web 2.0 = Elearning 2.0??

Paolo Ferri

La creazione di Social Network verticali può essere una leva per l'apprendimento? Come questo fenomeno è applicabile ai diversi contesti formativi? Come il management dovrebbe interpretare e come invece interpreta le dinamiche di socializzazione via internet?

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La formazione nella galassia Gutemberg

FormatoriUno

Fruitori

Formandi

DiscentiCentro

Molti

Periferia

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Indirizzi IP attivi

La quantità è qualità: l’esponenziale crescita degli scambi informazionali Siti web nel mondo – 1995-2005

numeri in migliaia

                                                                      

                                       (La linea rossa indica i siti che risultano “attivi”)

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Cosa significa questo oggi nell’epoca della società informazionale: nuova dieta mediale

A cura di: Paolo Ferri

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BlogosferaApr 20th 2006From The Economist print editionBlogging is just another word for having conversations

                                       

I Blogs e i loro link incrociati costituiscono una rete sociale di conoscenze condivise e diffuse a livello personale e non più di massa. Le notizie viaggiano oggi non dai media alle persone ma dalle persone ai media.

Le reti sociali interattive tendono perciò a vincere la loro battaglia contro i vecchi media.

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Il Web 2.0 trasforma la posizione del docente: condividere e gestire la conoscenza- regista del lavoro autonomo dei corsisiti

- moltiplicatore di contatti con l’esterno

- mediatore del diluvio di informazioni del Web2.0

Wikipedia You tube, delicious e oltre

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A cura di: Paolo Ferri

•Second Life offre alle imprese una possibilità d’incontro con i “cultural tastemakers”, schiera relativamente piccola ma tecnologicamente all’avanguardia di early adopters, gente in grado di influenzare gli altri (i next adopters).

• Le imprese si rendono conto che SL da ai consumatori l’opportunità di un coinvolgimento con il brand. Come già succedeva con i corporate blog, ma con in più tutta una serie di nuove possibilità: 3d, chat, video, presentazioni, meetings.

•Costruire il proprio brand, magari come estensione delle campagne nella Real Life.

°Estendere i servizi dell’azienda: forme di integrazione, come sta facendo l’IBM.

Nuovi strumenti di condivisione e KM

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Wikinomics Tapscott, D., Williams, A. D., 2006, Wikinomics. How Mass

Collaboration Changes Everything; trad. it. 2007, Wikinomics. La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo, Milano,

Etas.

 

Affiliations: appartenenza, formale e informale, a comunity online centrate intorno a varie tipologie di media (come Friendster, Facebook, bacheche on line, metagaming, gruppi di gioco, o MySpace);

  Expressions: produzione di nuove forme creative (come il campionamento digitale,

lo skinning e il modding, le produzioni testuali e multimediali degli appassionati, pubblicazioni underground e mash-up);

  Collaborative Problem-solving: lavoro di gruppo, formale e informale, al fine di

svolgere compiti e sviluppare nuovo sapere (come Wikipedia, giochi di immaginazione e sabotaggi creativi);

  Circulations: formazione del flusso mediatico (come podcasting e blogging). Traduzione a cura dell’Autore.

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Quattro principi della Wikinomics

L’apertura “Oggi le imprese che fanno in modo di avere confini 'porosi', aperti alle idee e al capitale umano esterno, battono quelle che fanno affidamento

soltanto sulle proprie risorse e capacità interne (p.18)”. Apertura implica dunque lo sdoganamento di informazioni aziendali precedentemente tenute nascoste e la conseguente comunicazione di queste a partner, dipendenti, clienti o azionisti. Il concetto di apertura è strettamente legato, nella trattazione dei due autori, all'altrettanto fondamentale concetto di “trasparenza”, intesa qui come la divulgazione di informazioni pertinenti, che rappresenta un trend sempre più consolidato all'interno della networked economy.

Il peering “Benché sia improbabile che le gerarchie spariscano nel prossimo futuro, sta emergendo una nuova forma di organizzazione orizzontale

che fa concorrenza all’azienda gerarchica rispetto alla capacità di creare prodotti e servizi basati sulle tecnologie informatiche e in alcuni casi anche oggetti materiali” (p. 21).

Condivisione “Le imprese illuminate stanno trattando la proprietà intellettuale come un fondo comune e gestiscono un portafoglio equilibrato di asset

legati a essa, in parte protetti e in parte condivisi” (p. 24). Quella che si sta delineando è una “nuova economia della proprietà intellettuale” in cui autori e consumatori sono posti al centro di una vasta rete dedita alla creazione di valore.

Azione globale “Per mantenere la propria competitività globale, bisogna monitorare gli sviluppi del business sul piano internazionale e attingere a un

bacino globale di talenti molto più ampio” (p. 27). Innovare e produrre all'interno di un mercato globale significa per un'azienda “gestire le risorse umane e intellettuali superando i confini culturali, disciplinari e organizzativi” (ib.). Per agire globalmente, non limitandosi dunque al solo pensare globalmente, sono necessari alleanze globali, mercati del capitale umano e comunità dedite alla peer production, al fine di accedere a scenari più ampi di mercato, idee e tecnologie.

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L’esempio della ricerca scientifica Science 2.0

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Il megacambiamento nella gestione della formazione in azienda

A cura di: Paolo Ferri

Single-user tools

Multi-user VirtualLearning Environment

Online CompoundLearning Systems

1980 20202000

Time

Computer BasedTraining

Substitution Transformation

On-line Learning

Learning on-demand

2040

Distributed ElectronicVirtual Knowledge Centers

Learning Mall

Creative destruction

ICT uses

quote Veen, W. & Vrakking, B. (2006). Homo Zappiens, Growing up in a Digital Age. London, Network Continuum Ed

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L’ambiente di apprendimento è il luogo, lo spazio reale e/o virtuale (rete) ricco di mezzi, strumenti, sostegni, per l’apprendimento, in cui chi apprende è protagonista della costruzione del proprio sapere (comportamenti, atteggiamenti, abilità, contenuti …); in cui si collabora, si coopera, si scambiano, si condividono le conoscenze.

Comunità di apprendimento

Comunità di pratica

Il concetto di ambiente di apprendimentoAZIENDE (LEARNING ORGANIZATION) COME COMUNITÀ DI PRATICHE E DI APPRENDIMENTO

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A cura di: Paolo Ferri

Ambiente di apprendimentombiente di apprendimento

Le comunità di pratiche hanno soprattutto l'obiettivo di trovare soluzione a problemi attraverso lo scambio delle esperienze.

Nelle comunità di apprendimento prevale l'obiettivo di acquisire conoscenze, abilità, competenze.

Comunità di apprendimento

Comunità di pratica

La Comunità di apprendimento è anche, in vario grado Comunità di pratica

Wenger, 1998, Brown, Campione 1994

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La rimediazione digitale della formazione: nuovi oggetti culturali per la didattica

• La sfida attuale riguarda - parafrasando Bolter e Grusin (Bolter, Grusin 2001)- la “ri-mediazione” , ovvero lo sviluppo di un rapporto di collaborazione e di competizione fra i media tradizionali dentro e fuori dall’aula e quelli digitali

• A una parallela crescita delle azioni mirate “on demand”, che spesso coinvolgono più persone disperse sul territorio, in questo caso la metodologia più efficace consiste nel combinare in maniera sinergica metodi con differenti punti di forza e di debolezza come:

– attività d’aula “tradizionale” e con metodi attivi– Comunicazione/formazione in servizione– Moduli di e-learning che integrano modalità differenti di erogare conoscenze

• Learning Object• Comunicazione sincrona• Materiali• Forum• Social networking

– Strumenti di knowledge management ecc

A cura di: Paolo Ferri

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Le infrastrutture per abilitare le comunità virtuali di creazione e diffusione della conoscenza

– “corporate portal”

– data base amministrativi

– aule virtuali

– “work station digitale a banda larga” a domicilio per i dipendenti

– cablaggio a banda larga

– l’utilizzo massiccio di strumenti di video-conferenze digitali interattive in occasione di eventi di particolare rilievo

– logica dell’”any time any where” per organizzazione e formazione formatori

A cura di: Paolo Ferri

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Ora, in questo contesto si evidenziano tre aree di presidio, relativamente alla cultura delle persone e dell’azienda, che emergono come strategiche : l’identità, l’apprendimento e la comunità

IL RUOLO DELLA FORMAZIONE IN AZIENDA

Una visione dinamica

Apprendimento Comunicazione/ communità

Identità

Finalizzazione

Rafforzamento

Integrazione

Innovazione

Creazione di conoscenza

Visibilità riconoscimento

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Le relazione tra comunità apprendimento e identità.

• L’idea che proponiamo è quella che nella progettazione organizzativa delle imprese contemporanee, sempre più orientate al modello della Learning organization il ruolo della comunicazione e della formazione mediato dalle tecnologie digitali si ampli e si estenda, assumendo nel contempo un nuovo e problematico significato.

• Un significato sempre più connesso con la costruzione e la definizione di un universo condiviso, di un paesaggio condiviso di conoscenze pratiche e valori all’interno del quale operare.

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Comunità apprendimento e identità e produzione del valore

• L’HR, abilitato dalle tecnologie può, cioè contribuire in maniera rilevante a costruire l’orizzonte o meglio il “paesaggio di senso (Weick, 1993, 1997) nel quale si collocano le relazioni comunicative e pragmatiche che si svolgono all’interno di una realtà organizzativa.

• Si tratta di azioni di formazione e comunicazione, che integrano le comunità virtuali con modalità di blended learning e, possono, cioè, essere rivolte:

– alla costruzione ed al rafforzamento di una cultura di riferimento dell’organizzazione– alla costruzione di un senso di “employee citinzenship” e di una responsabilità sociale

(corporate social responsability).

• Da questo punto di vista, il sistema nervoso digitale di un’impresa, le azioni formative, comunicative e identitarie messe in campo, attraverso gli interventi diretti della funzione del personale, sul corporate portal del gruppo, divengono l’ambiente privilegiato e a volte, nel caso di imprese altamente delocalizzate, l’unico ambiente nel quale sviluppare un’azione di gestione, formazione e organizzazione delle persone.

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FORMAZIONE E COMUNICAZIONE: GRADI DI BLENDING

Strumenti

Messaggi

TECNOLOGIA Interazione diffusa a bassa intensità

EVENTI “LIVE” Interazione concentrata ad alta intensità

ADDESTRAMENTO Identità commerciale,Messaggi standardizzati

APPARTENENZA Messaggi valorialiIdentità culturale

E-Learning

Virtual CommunitiesCorporate

Portals

Comunicazione

Formazione

Formazione d’aula modello di servizio - ruolo manageriale - identità aziendale

- Conventions- Road Shows

House Organ

Narrazionedi storie

Case HisorYyCase Study

- Bacheche- Circolari- news letter

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Formazione Comunicazione

Tecnologie della

comunicazione

E-Learning

Aule virtuali

Corporate Portals/Intranet

Videoconferenza interattiva

Molecolari

Virtual Communities/Forum tematici

Piattaforme di Knowledge Management

Molari Case studies

Case Histories

Bacheche

House Organ

Visual identity aziendale

New Letter on-line

In presenza Formazione d’aula

Seminari

Percorsi formativi

Corporate storytelling

Conventions

Road Shows

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Bibliografia• Riferimenti bibliografici

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• Anderson, C., 2006, The Long Tail. Why the Future of Business Is Selling Less of More; trad. it. 2007, La coda lunga. Da un mercato di massa a una massa di mercati, Torino, Codice edizioni.

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• Benkler, Y., 2006, The Wealth of Networks: How Social Production Transforms Markets and Freedom ; trad. it. 2007, La ricchezza della Rete. La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà, Milano, Università Bocconi Editore.

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• Berners-Lee, T., 1999, Weaving the Web. The Original Design and Ultimate Destiny of the World Wide Web by Its Inventor ; trad. it. 2001, L’architettura del nuovo web. Dall’inventore della rete il progetto di una comunicazione democratica, interattiva e intercreativa , Milano, Feltrinelli.

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• Castells, M., 2001, The Internet Galaxy. Reflections on the Internet, Business and Society ; trad. it. 2002, Galassia Internet, Milano, Feltrinelli.

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• Ferri, P., 2004, Fine dei mass media. Le nuove tecnologie della comunicazione e le trasformazioni dell’industria culturale , Milano, Guerini e Associati.

• Ferri, P., 2005, E-learning. Didattica, comunicazione e tecnologie digitali, Le Monnier, Milano

• Jenkins, H., 2006, Convergence culture; trad. it. 2007, Cultura convergente, Milano, Apogeo.

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• Lessig, L., 2001, The future of ideas; trad. it. 2006, Il futuro delle idee, Milano, Feltrinelli.

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• Lévy, P., 1994, L’intelligence collective. Pour une antropologie du cyberspace ; trad. it. 2002, L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio , Milano, Feltrinelli.

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• Maeda, J., 2006, The Laws of Simplicity; trad. it. 2006, Le leggi della semplicità, Milano, Bruno Mondadori.

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• Tapscott, D., Williams, A. D., 2006, Wikinomics. How Mass Collaboration Changes Everything; trad. it. 2007, Wikinomics. La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo, Milano, Etas.

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