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Secondo la proposta che ho avanzato anni fa, in Mic 2 si identificano tre temi: a) condanna dei potenti ingiusti (vv. 1-5) b) contrapposizione Michea - falsi profeti (vv. 6-11) c) salvezza per Israele (vv. 12-13) 1 . La connessione dei primi due è chiara: Michea accusa i potenti dei loro so- prusi contro il popolo di Dio e annuncia la condanna futura. Michea “legge il futuro” sulla base delle esigenze etiche della fede di Israele; in questo si diffe- renzia dai falsi profeti che invece annunciano ai loro patroni prosperità, confi- dando nella bontà di Dio nonostante le ingiustizie che compiono. Invece non è chiaro il collegamento tra annuncio di condanna e annuncio di salvezza che si seguono bruscamente, senza alcun collegamento esplicito. Per risolvere questo problema, già allora, ho esaminato tutto il libro di Michea, te- nendo presenti i tre temi del c. 2. È risultato che essi si ritrovano nei cc. 3-5 nel modo seguente: a) detti contro i capi di Giacobbe/Israele: 3,1-4; 3,9-12 b) opposizione Michea - falsi profeti: 3,5-8 c) annuncio di salvezza: 4,6-7; 5,6-14. Alviero Niccacci Il libro del profeta Michea. Testo traduzione composizione senso 1 Cf. Un profeta tra oppressori e oppressi. Analisi esegetica del capitolo 2 di Michea nel pia- no generale del libro, Jerusalem 1989, 59-63 (nel seguito mi riferirò a questo volume indicando, per quanto possibile, solo le pagine, come nella nota 2). Dei commentari che ho discusso nel vo- lume appena citato, utilizzerò R.L. Smith, Micah - Malachi, Waco-Tex. 1984, ma soprattutto C.F. Keil, Minor Prophets, in C.F. Keil-F. Delitzsch, Commentary on the Old Testament in Ten Volu- mes, vol. IX, Grand Rapids repr. 1980, un autore quasi per niente citato dagli esegeti recenti ma che invece merita attenzione a motivo della sua competente analisi del testo. Tra i commentari re- centi mi riferirò soprattutto a W. McKane, The Book of Micah. Introduction and Commentary, Edinburgh 1998; R. Kessler, Micha, 2a ed., Freiburg - Basel - Wien 2000; F.I. Andersen - D. N. Freedman, Micah. A ew Translation with Introduction and Commentary, New York ecc. 2000; e il recente B.K. Waltke, A Commentary on Micah, Grand Rapids (MI) - Cambridge 2007 (in se- guito li citerò con il solo nome degli autori). Aggiornamenti bibliografici si trovano in M.R. Ja- cobs, “Bridging the Times: Trends in Micah Studies since 1985”, CBR 4 (2006) 293-329. Liber Annuus 57 (2007) 83-161

2007-Il libro del profeta Michea. Testo traduzione composizione senso

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Secondo la proposta che ho avanzato anni fa, in Mic 2 si identificano tre temi:

a) condanna dei potenti ingiusti (vv. 1-5)b) contrapposizione Michea - falsi profeti (vv. 6-11)c) salvezza per Israele (vv. 12-13)1.

La connessione dei primi due è chiara: Michea accusa i potenti dei loro so-prusi contro il popolo di Dio e annuncia la condanna futura. Michea “legge ilfuturo” sulla base delle esigenze etiche della fede di Israele; in questo si diffe-renzia dai falsi profeti che invece annunciano ai loro patroni prosperità, confi-dando nella bontà di Dio nonostante le ingiustizie che compiono.

Invece non è chiaro il collegamento tra annuncio di condanna e annuncio disalvezza che si seguono bruscamente, senza alcun collegamento esplicito. Perrisolvere questo problema, già allora, ho esaminato tutto il libro di Michea, te-nendo presenti i tre temi del c. 2. È risultato che essi si ritrovano nei cc. 3-5 nelmodo seguente:

a) detti contro i capi di Giacobbe/Israele: 3,1-4; 3,9-12b) opposizione Michea - falsi profeti: 3,5-8c) annuncio di salvezza: 4,6-7; 5,6-14.

Alviero Niccacci

Il libro del profeta Michea.

Testo traduzione composizione senso

1 Cf. Un profeta tra oppressori e oppressi. Analisi esegetica del capitolo 2 di Michea nel pia-no generale del libro, Jerusalem 1989, 59-63 (nel seguito mi riferirò a questo volume indicando,per quanto possibile, solo le pagine, come nella nota 2). Dei commentari che ho discusso nel vo-lume appena citato, utilizzerò R.L. Smith, Micah - Malachi, Waco-Tex. 1984, ma soprattutto C.F.Keil, Minor Prophets, in C.F. Keil-F. Delitzsch, Commentary on the Old Testament in Ten Volu-mes, vol. IX, Grand Rapids repr. 1980, un autore quasi per niente citato dagli esegeti recenti mache invece merita attenzione a motivo della sua competente analisi del testo. Tra i commentari re-centi mi riferirò soprattutto a W. McKane, The Book of Micah. Introduction and Commentary,Edinburgh 1998; R. Kessler, Micha, 2a ed., Freiburg - Basel - Wien 2000; F.I. Andersen - D. N.Freedman, Micah. A ew Translation with Introduction and Commentary, New York ecc. 2000;e il recente B.K. Waltke, A Commentary on Micah, Grand Rapids (MI) - Cambridge 2007 (in se-guito li citerò con il solo nome degli autori). Aggiornamenti bibliografici si trovano in M.R. Ja-cobs, “Bridging the Times: Trends in Micah Studies since 1985”, CBR 4 (2006) 293-329.

Liber Annuus 57 (2007) 83-161

84 Alviero Niccacci

Inoltre nei cc. 4-5 sono trattati altri due temi che sono solo accennati nel te-ma c (annuncio di salvezza): rapporto Israele - nazioni, e il re futuro, erede del-le glorie passate. Possiamo indicarli nel modo seguente:

d) popoli a Sion, convertiti nel futuro: 4,1-5; ma ora ostili: 4,9-14e) il re futuro che pascerà il gregge di Israele: 4,8; 5,1-5.

Nel presente articolo intendo offrire una lettura completa del testo dal pun-to di vista della grammatica e sintassi, della composizione e del senso globaleche ne deriva, allo scopo di comprendere la struttura complessiva, l’ambiente eil tempo della redazione finale.

Come indicazione preliminare, sulla base sia dello studio passato che diquello attuale, credo si possa affermare che l’inizio e la fine del libro di Micheasi corrispondono e che si identificano una cornice e una parte centrale.

La cornice comprende due brani paralleli (1,2-16 // 6,1-7,6), ambedue delgenere detto “processo di alleanza”, o anche “schema rîb”, “discorso diprotesta”, o “discorso giudiziario”2. Il genere comprende: 1) invito ad ascoltaree citazione dei testimoni (1,2-4 // 6,1-2); 2) rimprovero al popolo da parte di Dio(1,5 // 6,3-12); 3) annuncio della punizione per i peccati del popolo (1,6-7 //6,13-16); 4) lamento del profeta (1,8-16 // 7,1-6).

Come indicato sopra, nella parte centrale il c. 2 è parallelo ai cc. 3-5, nel sen-so che contiene i seguenti temi: a) detto di condanna, b) opposizione Michea-fal-si profeti, c) annuncio di salvezza. I primi due temi sono ripresi nel c. 3 nell’or-dine a1-b1-a2, sviluppando quindi in particolare la condanna3, mentre il terzo te-ma viene ripreso e sviluppato nei cc. 4-5 con l’aggiunta di altri due: d) i popoli aSion, e) il futuro re-pastore, nell’ordine d-c1-e // d1-e1-c2, sviluppando in parti-colare la promessa. Il libro si conclude con una “liturgia profetica” (7,7-20).

Sulla base di questa composizione, che cercherò di chiarire nel corso dell’a-nalisi che segue, dispongo tutto il testo di Michea accompagnato da una tradu-zione la più letterale possibile, che rispetti le dinamiche temporali e compositi-ve dell’insieme.

Un’analisi sincronica di questo genere è nient’altro che una lettura il più pos-sibile attenta del testo. Sono convinto che essa dovrebbe essere prioritaria rispet-to ad ogni altra analisi di tipo diacronico, perché altrimenti si rischia di giudicareil testo, considerarlo incoerente, composito o altro, prima di averlo compreso4.

2 Oltre alle indicazioni bibliografiche date nelle pp. 29.33.62, si veda infra, § 1.2, commentoa 1,2-4.

3 Le dinamiche dei cc. 2-3 sono ben delineati da Andersen - Freedman, 253-256. Direi peròche la prima unità, 2,1-5, che essi designano come “Social Injustice Denounced”, in realtà è un’ac-cusa ai “Rulers”, ai potenti della nazione, anche se le indicazioni sono generali (cf. il mio Un pro-feta tra oppressori e oppressi, § 4.4), esattamente come 3,1-4 e 3,9-12. Inoltre essi giudicano “asprobably postexilic” 2,12-13 (cf. però infra, § 1.9).

4 Si può vedere al riguardo il mio articolo “La separazione di Israele nello spazio e nel tem-

Il libro del profeta Michea 85

po: Gli spostamenti geografici con particolare riferimento ai motivi esodici”, Ricerche Storico Bi-bliche 17/1, Atti del XIII Congresso di Studi Veterotestamentari (Foligno, 8-10 Settembre 2003),ed. C. Termini, Bologna 2005, 113-134, spec. 113-114. Una scelta metodologica simile a quellaindicata sopra, rara tra gli esegeti, è sostenuta da Andersen - Freedman, 29. D’altra parte, Swee-ney, The Twelve Prophets. Volume Two: Micah, ahum, Habakkuk, Zephaniah, Haggai, Zecha-riah, Malachi, in D.W. Cotter - J.T. Walsh - C. Franke (edd.), Berit Olam. Studies in Hebrew ar-rative and Poetry, Collegeville, 2000, 345-347, è uno dei pochi esegeti che critica gli studiosi chebasano la loro struttura di Michea su “a combination of thematic and redaction-critical conside-rations” (p. 345), e invece basa la sua struttura su “generic, linguistic, and syntactic indicators”(p. 346; cf. infra, nota 164).

1.1. Cornice: Mic 1 // 6,1-7,6

—h∞Dwh◊y_rAb√;d

1,1 Parola del Signorey$I;tVvårâO;mAh ‹hDkyIm_lRa hGÎyDh r∞RvSa che venne a Michea il Morashtita

hó∂d…wh◊y y∞EkVlAm h™D¥yIq◊zIj◊y z¶DjDa M¢Dtwøy y¶EmyI;b nei giorni di Iotam, Ahaz, Ezechia,re di Giuda,

:MÊ`DlDv…wíryˆw NwëørVmOv_lAo h¶DzDj_rRvSa che egli vide riguardo a Samaria e Gerusalemme.

1) Invito, citazione dei testimoni: 1,2-4 // 6,1-2

M$D;lU;k My∞I;mAo ‹…woVmIv

1,2 Ascoltate, r¡EmOa h™Dwh◊y_rRvSa t¶Ea aÁÎn_…woVmIv

6,1

o popoli tutti, Ascoltate dunque quello che il Signore dice:

;h¡DaølVm…w X®r∞Ra yIby™IvVqAh presta attenzione, My$îrDhRh_tRa byâîr M…wq£ “Sorgi, fa’ causa o terra e ciò che è in essa! insieme ai montid$EoVl ‹MRkD;b h§Iwh◊y y∏ÎnOdSa ·yIhyˆw E il Signore :ÔK`Rlwøq twäøoDb◊…gAh hÎnVo¶AmVvIt◊w e le colline Dio sia testimone contro di voi, ascoltino la tua voce”.:wáøv√d∂q l¶AkyEhEm y™DnOdSa il Signore hYÎwh◊y byâîr_tRa ‹MyîrDh …wôoVmIv

6,2

dal suo Tempio santo! Ascoltate, o monti, la causa del Signore

wóømwøqV;mIm a∞ExOy h™Dwh◊y h¶E…nIh_y`I;k

1,3 Poiché X®r¡Da yédVsâOm My™InDtEaDh◊w e voi gli ecco il Signore sta per uscire immutabili, fondamenti della terra!dal suo luogo,JKäår∂d◊w dñårÎy◊w scenderà e camminerà w$ø;mAo_MIo ‹hÎwhy`Al byôîr y∞I;k Poiché il

Signore ha una causa con il suo popolo

:X®r`Da yEtwFm¶D;b_lAo sopra le alture :j`D;kÅwVtˆy l™Ea∂rVcy_MIo◊w e con Israele della terra. discuterà.wy$D;tVjA;t ‹MyîrDh`Rh …w;s§AmÎn◊w

1,4 E i monti si scioglieranno sotto di lui,…woó∂;qA;bVtˆy MyäîqDmSoDh◊w mentre le valli si spaccheranno

86 Alviero Niccacci

v$EaDh y∞EnVÚpIm ‹gÅnwø;dA;k come cera davanti al fuoco,:dá∂rwømV;b MyñîrÎ…gUm My™AmV;k come acqua versata in un pendio.

2) Rimprovero di Dio al popolo: 1,5 // 6,3-12

taYøz_lD;k ‹bOqSoAy oAv§RpV;b

1,5 Per la colpa • äÔKVl yIty¶IcDo_hRm y¢I;mAo

6,3 Popolo di Giacobbe tutto questo mio, cosa ti ho fatto?l¡Ea∂rVcy ty∞E;b twaäøÚfAjVb…w e per i peccati :y`Ib h¶EnSo ÔKy¡ItEaVlRh h∞Dm…w e in cosa della Casa di Israele. ti ho stancato? Rispondimi!b#OqSoÅy oAv∞Rp_y`Im Chi è la colpa My$årVxIm X®r∞RaEm ‹ÔKy‹ItIlToRh y§I;k

6,4

di Giacobbe? [Forse] perché ti ho fatto salire dalla terra di Egitto,

Nw$ørVmáOv ‹awølSh Non è forse Samaria? ÔKy¡ItyîdVÚp MyäîdDbSo ty¶E;bIm…w dalla casa di schiavi ti ho riscattato

h$∂d…wh◊y twâømD;b ‹yIm…w E chi sono gli alti ÔKyY‰nDpVl j∞AlVvRaÎw e ho mandato luoghi di Giuda? davanti a te:MÊ`DlDv…wr◊y awäølSh Non forse :MDy√rIm…w NõOrShAa h™RvOm_tRa Mosè, Gerusalemme? Aronne e Miriam?

X#AoÎ¥y_hAm ‹aÎn_rDk◊z y#I;mAo

6,5 Popolo mio, su, ricorda cosa suggerìb$Dawøm JKRl∞Rm ‹qDlD;b Balak re di MoabwäøtOa h¶DnDo_hRm…w e cosa gli risposerwóøoV;b_NR;b M∞DoVlI;b Balaam figlio di Beor,lYÎ…gVlˆ…gAh_dAo ‹MyIÚfIÚvAh_NIm da Sittim a Galgala,:h`Dwh◊y twõøq√dIx tAoäå;d NAo›AmVl affinché tu conosca le giustizie del Signore.

• hYÎwh◊y Mâé;dåqSa ‹hD;mA;b

6,6 Con che cosa mi presenterò al Signore,MwúørDm y∞EhølaEl P™A;kIa e mi prostrerò al Dio altissimo?tw$ølwøoVb …w…n∞Rm√;dåqSaAh Forse mi presenterò a lui con olocausti,:h`DnDv y¶EnV;b My™IlÎgSoA;b con vitelli di un anno?My$IlyEa y∞EpVlAaV;b ‹hÎwh◊y h§Rx√rˆySh

6,7 Forse il Signore gradirà migliaia di montoni,NRm¡Dv_yElSj`An twäøbVbáîrV;b miriadi di fiumi di olio?y$IoVvIÚp ‹yîrwøkV;b N§E;tRaAh Forse darò il mio primogenito per la mia colpa,

Il libro del profeta Michea 87

:y`IvVpÅn ta¶AÚfAj y™InVfIb yñîrVÚp il frutto del mio seno per il peccato dell’anima mia?bwóøÚf_hAm Mä∂dDa öÔKVl dy¶I…gIh

6,8 Ti hanno detto, o uomo, cosa è bene#ÔKV;mIm vâérwø;d hHÎwh◊y_h`Dm…w e cosa il Signore richiede da te:‹fDÚpVvIm twôøcSo_MIa y∞I;k nient’altro che fare il diritto,dRs$Rj tAbSh∞Aa◊w amare la misericordia

p :ÔKy`RhølTa_MIo tRk™Rl Ao¶EnVxAh◊w e umilmente camminare con il tuo Dio.

• a$∂rVqy ry∞IoDl ‹hÎwh◊y lwûøq

6,9 La voce del Signore alla città grideràÔK¡RmVv h∞Ra√rˆy h™D¥yIv…wt◊w e (vera) prudenza il tuo nome vedrà::;há∂dDo◊y y¶Im…w h™RÚfAm …wñoVmIv “Ascoltate il bastone e chi lo ha designato!”.o$Dv∂r ty∞E;b ‹vIaAh dw#øo

6,10 Ci sono ancora nella casa dell’iniquooAvó®r twëørVxOa i tesori di malvagità,:h`Dm…wo◊z Nwäøz∂r t¶ApyEa◊w la misura mancante (‘di deficienza’) maledetta?oAvó®r y´n◊zaâømV;b h™R;k◊zRaAh

6,11 Forse sarò puro con bilance di malvagità:h`Dm√rIm y¶EnVbAa sy™IkVb…w e con una borsa di pesi di inganno?s$DmDj …wâaVlDm ‹Dhy‹®ryIvSo r§RvSa

6,12 Dato che i suoi ricchi sono pieni di violenza,r®q¡Dv_…wrV;bî;d Dhy™RbVvOy◊w e i suoi abitanti hanno detto menzogna:MRhyIpV;b h¶D¥yIm√r M™DnwøvVl…w e la loro lingua è falsità nella loro bocca.

3) Annuncio di punizione del popolo: 1,6-7 // 6,13-16

hä®dDÚcAh y¶IoVl NwÿørVmOv y¶I;tVmAc◊w

1,6 Perciò ÔK¡Rtwø;kAh yIty∞ElTjRh y™InSa_MÅg◊w

6,13 E io, da renderò Samaria un mucchio di parte mia, in modo insanabile ti ho rovine della campagna, colpito,M®r¡Dk yEo∞DÚfAmVl come piantagioni :ÔK`RtaøÚfAj_lAo M™EmVvAh (ti) ho devastato di vigna; per i tuoi peccati.DhyY‰nDbSa ‹yÅ…gAl y§I;t√rÅ…gIh◊w getterò nella valle o$D;bVcIt aâøl◊w ‹ lAkaøt h§D;tAa

6,14 Tu

88 Alviero Niccacci

le sue pietre mangerai ma non ti sazierai,:h`R;lÅgSa Dhyä®dOsyˆw e le sue fondamenta ÔK¡R;b√rIqV;b äÔKSjVv‰y◊w e il tuo vuoto (?) resterà le scoprirò; dentro di te.…w;t#A;k¨y Dhy∞RlyIsVÚp_lDk◊w

1,7 tutti i suoi idoli fy$IlVpAt aâøl◊w ‹gE;sAt◊w Porta pure via, non saranno fatti a pezzi, salverai;v$EaDb …wâp√rDÚcy ‹Dhy‹‰…nÅnVtRa_lDk◊w tutti i suoi :NE;tRa b®r¶RjAl f™E;lApV;t r¶RvSaÅw e quello che regali saranno bruciati col fuoco, salverai,alla spada lo darò.h¡DmDmVv My∞IcDa Dhy™R;bAxSo_lDk◊w e tutti i suoi rwóøxVqIt aâøl◊w oäår◊zIt h¶D;tAa

6,15 Tu simulacri li renderò una desolazione, seminerai ma non raccoglierai.hDx$D;bIq ‹hÎnwøz N§AnVtRaEm yI;k poiché da regalo NRm$Rv JK…wâsDt_aøl◊w ‹tˆy‹Åz_JKíOr√dIt h§D;tAa Tu di prostituta li ha raccolti pigerai olive ma non ti ungerai di

olio,:…wb…wávÎy h™Dnwøz N¶AnVtRa_dAo◊w e a regalo :Ny`D¥y_hR;tVvIt añøl◊w vwëøryIt◊w e (pigerai) di prostituta ritorneranno. mosto ma non berrai vino.

y#îrVmDo twêø;qUj rHEmA;tVvˆy◊w

6,16 Si osservino pure le regole di Omrib$DaVjAa_tyEb h∞EcSoAm ‹ lOk◊w e ogni comportamento della Casa di Ahab;M¡DtwøxSoáOmV;b …wäkVlE;tÅw e infatti voi avete camminato secondo i loro consigli,h#D;mAvVl %ÔKVtOa y°I;tI;t ·NAoAmVl (ma solo) affinché io ti riducessi in desolazioneh$∂qérVvIl ‹Dhy‹RbVvOy◊w e gli abitanti di essa (= città) in un fischio;

p :…waDÚcI;t y™I;mAo t¶AÚp√rRj◊w e così la vergogna del mio popolo porterete.

4) Lamento del profeta: 1,8-16 // 7,1-6

• hDly$IlyEa◊w hâ∂dVÚpVsRa ‹taøz_lAo

1,8 Su y#Il yAlVl∞Aa

7,1 Guai a me,questo farò lamento e gemerò, Xˆy$åq_yEÚpVsDaV;k ‹yIty‹ˆyDh y§I;k poiché sono MwúørDo◊w l™Dlyøv h¶DkVlyEa camminerò scalzo diventato come raccolte di frutta e nudo; di estate,MyYˆ…nA;tA;k ‹dEÚpVsIm h§RcToRa farò lamento come ry¡IxD;b täølVlOoV;k come racimolature nella gli sciacalli vendemmia::h`DnSoÅy twñønVbI;k lRb™Ea◊w e lutto come lw$økTaRl lwâø;kVvRa_NyEa non c’è nessun le figlie di struzzo; grappolo da mangiare,Dhy¡Rtwø;kAm h™Dv…wnSa y¶I;k

1,9 poiché le sue :y`IvVpÅn h¶Dt◊…wIa hä∂r…w;kI;b nessun fico piaghe sono incurabili, primaticcio (che) la mia anima

ha desiderato.h$∂d…wh◊y_dAo ‹hDa‹Db_yI;k poiché (la piaga) X®r$DaDh_NIm ‹dyIsDj d§AbDa

7,2 Il pio è è giunta fino a Giuda, scomparso dalla terra

Il libro del profeta Michea 89

y™I;mAo rAo¶Av_dAo o¢AgÎn ha colpito fino Ny¡Da Mä∂dDaD;b r¶DvÎy◊w e un giusto tra alla porta del mio popolo, gli uomini non c’è.:MÊ`DlDv…wr◊y_dAo fino a Gerusalemme. …wb$ørTa‰y My∞Im∂dVl ‹MD;lU;k Tutti saranno

(sempre) in agguato per il sangue,(•) …wdyYˆ…gA;t_lAa ‹tÅgV;b

1,10 In Gat non :M®r`Ej …wd…wñxÎy …why™IjDa_tRa vy¶Ia ciascuno annunziate(lo), caccerà il suo fratello con la rete.…wó;kVbI;t_lAa wäøkD;b non piangete affatto. by$IfyEhVl ‹My‹AÚpA;k oôårDh_lAo

7,3 Sul male sono ambedue le mani per farlo bene;

h$∂rVpAoVl ty∞EbV;b In Bet-Leafra (1) l$Eaøv r∞AÚcAh il principe chiede,:ytVvD;lAÚpVtIh r™DpDo di polvere mi sono M…wó;lIÚvA;b f™EpOÚvAh◊w il giudice è a pagamentocosparso;ry™IpDv tRb¶Rvwøy M¢RkDl yñîrVbIo

1,11 Andatevene, wöøvVpÅn t¶A…wAh r°EbO;d lw#ødÎ…gAh◊w e il grande dice o popolazione di Shapir, (2) il desiderio della sua anima;tRvóOb_hÎy√rRo in nudità vergognosa. :Dh…wátV;bAo◊y`Aw a…wäh lui, ed essi lo hanno

tramato.NYÎnSaAx tRb∞Rvwøy ‹hDaVxDy aôøl Non è uscita q®d$EjV;k M∞Dbwøf

7,4 Il migliore di essi è la popolazione di Zaanan; (3) come un rovo,lRx$EaDh ty∞E;b ‹dAÚpVsIm il lamento h¡Dk…wsV;mIm r™DvÎy il più retto (tra di essi) è di Bet-Haezel (4) peggio di una siepe di spine.:wáøt∂;dVmRo M™R;kIm jñå;qy prenderà da voi hDa$Db ∞ÔKVt∂;düqVÚp ‹ÔKy‹RÚpAxVm Mwôøy Il giorno la sua posizione, delle tue sentinelle, la tua correzione

è arrivata.bwäøfVl h`Dl¶Dj_y`I;k

1,12 poiché è entrata :MDtDk…wbVm h™RyVhIt h¶D;tAo Ora verrà in travaglio per il bene la loro confusione.twúørDm tRb∞Rvwøy la popolazione Ao$érVb …wny∞ImSaA;t_lAa

7,5 Non credete di Marot, (5) nel compagno,hYÎwh◊y t∞EaEm ‹o∂r dår§Dy_y`I;k poiché il male P…wó;lAaV;b …wäjVfVbI;t_lAa non fidatevi è sceso dal Signore dell’amico;:MÊ`DlDv…wr◊y rAo™AvVl alla porta di ÔK$®qyEj tRb∞RkOÚvIm da quella che giace Gerusalemme. sul tuo petto

(•) vRkä®rDl h¢DbD;k√rR;mAh M¬Ot√r

1,13 Attacca :ÔKy`Ip_yEjVtIÚp räOmVv custodisci le porte il carro al cavallo, della tua bocca.vy¡IkDl tRb∞Rvwøy o popolazione b$Da l∞E;bÅnVm ‹NEb_y`I;k

7,6 Poiché il figlio di Lachish, [1] disprezza il padre,NwYø¥yIx_tAbVl ‹ayIh ta¶DÚfAj ty°Ivaér inizio è ;h$D;mIaVb h∞Dm∂q tA;b£ la figlia si leva contro essa del peccato per la Figlia di Sion, sua madre,…wäaVxVmn JK¶Db_yI;k poiché in te sono state ;h¡DtOmSjA;b h™D;lA;k la nuora contro la suocera:trovate:l`Ea∂rVcy y¶EoVvIÚp le colpe di Israele. :wáøtyEb y¶Ev◊nAa vy™Ia y¶Eb◊yOa i nemici di uno

sono le persone della sua casa.My$Ij…w;lIv y∞InV;tI;t ‹NEkDl

1,14 Perciò darai regali di separazione

90 Alviero Niccacci

t¡A…g tRvâ®rwøm l™Ao a Moreshet-Gat; [2]bYÎzVkAaVl ‹byˆzVkAa y§E;tD;b le case di Akzib diventeranno un inganno [3]:l`Ea∂rVcy y™EkVlAmVl per i re di Israele.JK$Dl yIb∞Da ‹vérO¥yAh d#Oo

1,15 Ancora l’erede porterò a te,h¡Dvér`Dm tRb™Rvwøy o popolazionedi Maresha; [4]awäøbÎy M¶D;lüdSo_dAo fino a Adullam [5]giungerà:l`Ea∂rVcy dwñøbV;k la gloria di Israele.

• yˆΩz$OgÎw y∞Ij√r∂q

1,16 Fatti calva e raditiJKˆy¡Dg…wnSoA;t y™EnV;b_lAo per i figli delle tue delizie;rRvY‰…nA;k ‹JKEtDj√r∂q yIb§Ij√rAh aumenta la tua calvizie come l’aquila,s :JK`E;mIm …wälÎg y¶I;k perché sono andati in esilio lontano da te.

1.2. Parte centrale: Mic 2-5

a) Detto di condanna: 2,1-5• N‰w¢Da_yEbVváOj yw¬øh

2,1 Guai a quelli che tramano l’ingiustiziaM¡DtwøbV;kVvIm_lAo oä∂r yElSoñOp…w ed elaborano il male sui loro giacigli;Dh…w$cSoÅy ‹r®q‚O;bAh rwôøaV;b sul far del giorno lo realizzeranno,:Má∂dÎy l™EaVl_v‰y y¶I;k poiché è nel potere della loro mano.…wlYÎzÎg◊w ‹twødDc …wûdVmDj◊w

2,2 Desidereranno campi e li defrauderanno, …wa¡DcÎn◊w My™I;tDb…w case e le prenderanno;w$øtyEb…w rRb∞R…g ‹…wqVv`Do◊w opprimeranno l’uomo e la sua casa,p:wáøtDlSjÅn◊w vy™Ia◊w il cittadino e la sua eredità.hYÎwh◊y r∞AmDa hO;k£ N#EkDl

2,3 Perciò, così ha detto il Signore:h¡Do∂r taäøΩzAh h¶DjDÚpVvI;mAh_lAo b¢EvOj y¶In◊nIh Ecco io sto per tramare contro questa fami-glia un maleM#RkyEtíOra◊…wAx M%DÚvIm …wvy°ImDt_aáøl rRvSa da cui non potrete sottrarre i vostri colli,h$Dmwør ‹…wkVl`Et aôøl◊w e non camminerete (più) con alterigia, :ay`Ih h™Do∂r t¶Eo y¢I;k poiché tempo di male sarà quello.

• l#DvDm M∞RkyElSo aªDÚcy a…w%hAh Mw∏ø¥yA;b

2,4 In quel giorno si leverà contro di voi un detto‹hÎyVh`In y§Ih◊n h°DhÎn◊w e si ripeterà (‘lamenterà’) un lamento passato.…wn$ü;dAv◊n dwêødDv ‹rAmDa Si disse: “Davvero siamo stati rovinati! ry¡ImÎy y™I;mAo qRl¶Ej (Come) la porzione del mio popolo si permuterà?y$Il vy∞ImÎy JKyEa£ Come la si sottrarrà a me,

Il libro del profeta Michea 91

:qE;lAj◊y …wnyäédDc b¶EbwøvVl a un rinnegato il nostro campo si assegnerà?”.$ÔKVl h∞RyVh`Iy_aáøl ‹NEkDl

2,5 Perciò non avrailó∂rwøgV;b lRb™Rj JKy¶IlVvAm nessuno che getterà la corda per la sorte:h`Dwh◊y l™AhVqI;b nell’assemblea del Signore.

.......b) Opposizione Michea-falsi profeti: 2,6-11• N…wópyIÚfÅy …wp™IÚfA;t_lAa

2,6 “Non predicate! – predicheranno –hR;l$EaDl …wp∞IÚfÅy_aáøl Non si predicherà di queste cose!:twáø;mIlV;k g™A;sˆy añøl Non (ci) raggiungerà la vergogna!”.b#OqSoÅy_ty`E;b r…wâmDaRh

2,7 O tu detta Casa di Giacobbe,hYÎwh◊y Aj…wêr ‹rAx∂qSh forse è diventato corto lo spirito del Signore,wy¡DlDlSoAm hR;l™Ea_MIa o sono queste le sue gesta?…wby$Ify´y y°årDb√d awôølSh Forse le mie parole non faranno il bene:JK`Elwøh r¶DvÎ¥yAh M™Io a chi nella rettitudine cammina?

• M$Emwøq◊y b∞EywøaVl ‹yI;mAo l…w#mVtRa◊w

2,8 Invece (solo) ieri si poneva il mio popolo come nemico;h$DmVlAc l…wâ;mIm di fronte al mantello, N…wófIvVpA;t r®d™Ra la gloria toglievatejAf$R;b MyâîrVbOoEm a quelli che circolavano con fiducia,:h`DmDjVlIm y™Eb…wv alieni dalla guerra.N…w$v√r∞DgV;t ‹yI;mAo y§Ev◊n

2,9 Le mogli del mio popolo cacciavateDhy¡Rg¨nSoA;t ty™E;bIm (ciascuna) dalla casa della sua delizia;Dhy$RlDláOo ‹ lAoEm da sopra i suoi figli :MDlwøoVl yäîr∂dSh …wñjVqI;t prendevate il mio onore in eterno.

• …w$kVl…w …wm…wêq

2,10 Alzatevi e partite,h¡Dj…wnV;mAh taäøz_aøl y¶I;k perché non è questo il (luogo del vostro) riposo!l™E;bAjV;t h¢DaVmDf r…wñbSoA;b A causa dell’impurità, esso causerà devastazione,:Xá∂rVmn lRb¶Rj◊w e una devastazione spietata.bY´ΩzI;k r®q∞RvÎw ‹Aj…w‹r JK¶ElOh vyHIa_…wl

2,11 Se un uomo che cammina in spirito e menzogna avesse ingannato (dicendo): r¡DkEÚvAl◊w Ny™A¥yAl $ÔKVl P∞IÚfAa “Predicherò per te riguardo a vino e a liquore”,:h`RΩzAh M¶DoDh Py™IÚfAm h¶DyDh◊w egli sarebbe un predicatore per questo popolo!

..................c) Annuncio di salvezza: 2,12-13• JK#D;lU;k bêOqSoÅy P%OsTaRa P°OsDa

2,12 Certo ti radunerò, Giacobbe, tutto inte-ro,l$Ea∂rVcy tyâîrEaVv ‹XE;båqSa X§E;båq certo raccoglierò il resto di Israele,hó∂rVxD;b NaâøxV;k …w…n™RmyIcSa dAj¶Ay insieme lo porrò come gregge di Bosra;w$ørVbá∂;dAh JKwâøtV;b ‹r®d‹EoV;k come mandria in mezzo al suo pascolo:Má∂dDaEm hÎn™RmyIhV;t ruggiranno per gli uomini.

• M$Rhy´nVpIl ‹XérOÚpAh h§DlDo

2,13 Salì colui che apre la breccia davanti a loro,…wr$øbSoÅ¥y`Aw ‹…wx√r`DÚp aprirono una breccia e passarono,

92 Alviero Niccacci

wóøb …waVx∞E¥yÅw rAo™Av la porta e uscirono per essa;M$Rhy´nVpIl ‹MD;kVlAm rôObSoÅ¥yÅw e passò il loro re davanti ad essip:MDvaørV;b h™DwhyÅw e il Signore alla loro testa.

a1) Detto di condanna: 3,1-4• r#AmOaÎw

3,1 E perciò io dissi:b$OqSoÅy y∞Eva∂r ‹aÎn_…woVmIv “Ascoltate dunque, o capi di Giacobbe,l¡Ea∂rVcy ty∞E;b y™EnyIxVq…w e principi della Casa si Israele!:f`DÚpVvI;mAh_tRa tAoäådDl M$RkDl awâølSh Non è vostro dovere conoscere il diritto?ho∂r yEbShâOa◊w bwäøf yEa◊nñOc

3,2 Voi che odiate il bene e amate il male,M$RhyElSoEm ‹M∂rwøo y§El◊zO…g che strappate la loro pelle da sopra di essi:MDtwømVxAo l¶AoEm Mä∂rEaVv…w e la loro carne dalle loro ossa;~yI;mAo r∞EaVv ¤…wlVkDa r∞RvSaÅw

3,3 essi che hanno mangiato la carne del mio popolo,…wfy$IvVpIh M∞RhyElSoEm ‹M∂rwøo◊w la loro pelle da sopra di essi l’hanno staccata…wj¡E…xIÚp M™RhyEtáOmVxAo_tRa◊w e le loro ossa le hanno spezzate,ry$I;sA;b r∞RvSaA;k ‹…wc√rDp…w tagliandole come ciò che è nel caldaio,:tAj`D;låq JKwñøtV;b r™DcDbVk…w e come carne dentro una pentola.hYÎwh◊y_lRa …wêqSo◊zˆy zDa£

3,4 Allora grideranno al SignoreM¡Dtwøa h™RnSoÅy añøl◊w ma non risponderà loro.ay$IhAh t∞EoD;b ‹MRhEm wy§DnDÚp r°E;tVsÅy◊w Anzi nasconda il suo volto da essi in quel tempo,p:MRhyElVlAoAm …woäérEh r¶RvSaA;k come essi hanno reso maligne le loro azioni!

.......b1) Opposizione Michea-falsi profeti: 3,5-8• hYÎwh◊y r∞AmDa hO;k£

3,5 Così ha detto il Signorey¡I;mAo_tRa My∞IoVtA;mAh My™IayIb◊…nAh_lAo riguardo ai profeti che sviano il mio popo-lo,Mw$ølDv …wâa√r∂q◊w ‹MRhy´…nIvV;b My§IkVvO…nAh che se morderanno con i loro denti, proclameranno pace,M$RhyIÚp_lAo N∞E;tˆy_aøl ‹rRvSaÅw mentre se uno non darà sulla loro bocca,:h`DmDjVlIm wy™DlDo …wñv√;dIq◊w santificheranno contro di lui la guerra: NwYøzDj`Em ‹MRkDl hDl◊y§Al NHEkDl

3,6 “Per questo, notte a voi a causa della visioneMóOsV;qIm M™RkDl h¶DkVvDj◊w e oscurità a voi a causa della divinazione”.My$IayIb◊…nAh_lAo ‹vRm‹RÚvAh hDa§Db…w E tramonterà il sole sui profeti:Mwáø¥yAh M™RhyElSo rñåd∂q◊w e il giorno diventerà scuro su di loro.MyGˆzOjAh …wvâøb…w

3,7 E i visionari saranno svergognati,My$ImVsêO;qAh ‹…wrVpDj◊w gli indovini arrossirannoM¡D;lU;k M™DpDc_lAo …wñfDo◊w e tutti si copriranno la barba:My`IhølTa h™EnSoAm Ny¶Ea y¢I;k poiché non ci sarà risposta di Dio.

• ‹Aj‚Ok yIta§ElDm yHIkOnDa M#Dl…wa◊w

3,8 Io invece sono pieno di forza,hYÎwh◊y Aj…wêr_tRa con lo spirito del Signore,hó∂r…wb◊g…w f™DÚpVvIm…w (spirito di) diritto e (di) potenza,

Il libro del profeta Michea 93

w$øoVvIÚp ‹bOqSoAyVl dy§I…gAhVl per annunciare a Giacobbe la sua colpas:wáøtaDÚfAj l™Ea∂rVcyVl…w e a Israele il suo peccato.

a2) Detto di condanna: 3,9-12b$OqSoÅy ty∞E;b ‹yEva∂r taGøz a∞Dn_…woVmIv

3,9 Ascoltate dunque questo, o capi della Casa di Giacobbel¡Ea∂rVcy ty∞E;b y™EnyIxVq…w e principi della Casa di Israele!f$DÚpVvIm My∞IbSoAtSmAh Essi che aborriscono il diritto:…wváé;qAo◊y hä∂rDv◊yAh_lD;k t¶Ea◊w e ogni rettitudine distorceranno;My¡Im∂dV;b Nwäø¥yIx h¶RnO;b

3,10 colui che costruisce Sion sul sangue:h`Dl◊wAoV;b MÊ™AlDv…wryˆw e Gerusalemme sulla iniquità;…wf#øÚpVvˆy dAjâOvV;b —Dhy∞Rva∂r

3,11 i cui capi per compenso giudicheranno,…w$rwøy ry∞IjVmI;b ‹Dhy‹‰nShOk◊w i cui sacerdoti a pagamento insegneranno,…wmóøsVqy PRs∞RkV;b Dhy™RayIb◊n…w i cui profeti per denaro faranno divinazione,r$OmaEl …wn∞EoDÚvˆy ‹hÎwh◊y_lAo◊w eppure sul Signore si appoggeranno dicendo:…wn$E;b√rIqV;b ‹hÎwh◊y awôølSh “Non è forse il Signore in mezzo a noi?:h`Do∂r …wny™ElDo awñøbDt_aáøl Non verrà su di noi alcun male!”.M$RkVlAl◊gI;b ‹NEkDl

3,12 Perciò per causa vostravóérDj`Et hâ®dDc Nwäø¥yIx Sion come un campo sarà arata,hY‰yVh`I;t Ny∞I¥yIo ‹MÊ‹AlDv…wryˆw Gerusalemme rovine diventeràp :rAoDy twñømDbVl ty™A;bAh r¶Ah◊w e il Monte del Tempio alture di foresta.

............................d) I popoli a Sion: 4,1-5My#ImÎ¥yAh tyâîrSjAaV;b —h∞DyDh◊w

4,1 Ma avverrà alla fine dei giornih§Dwh◊y_tyE;b r∞Ah h‰yVhˆy che il Monte del Tempio del SignoreMy$îrDhRh vaêørV;b ‹NwøkÎn sarà stabile sulla cima dei (= sopra tutti i)monti,twóøoDb◊…gIm a…wäh a¶DÚcn◊w sarà esaltato esso sulle colline:My`I;mAo wy™DlDo …wõrShÎn◊w e affluiranno ad esso i popoli.My#I;bår M∞Iywø…g …wHkVlDh`Vw

4,2 E molte nazioni andranno—…wâkVl ‹…wrVmDa◊w e diranno: “Venite, hGÎwh◊y_rAh_lRa h∞RlSoÅn◊w saliamo al Monte del Signoreb$OqSoÅy y∞EhølTa ‹tyE;b_lRa◊w e al Tempio del Dio di Giacobbe,wy$Dk∂r√;dIm ‹…wn‹érwøy◊w affinché egli ci insegni qualcosa delle sue viewy¡DtOj√ráOaV;b h™DkVl´n◊w e noi camminiamo sui suoi sentieri,h$∂rwøt a∞ExE;t ‹Nwø¥yI…xIm y§I;k poiché da Sion uscirà la Legge:MÊ`DlDv…wryIm h™Dwh◊y_rAb√d…w e la Parola del Signore da Gerusalem-me”.My$I;bår My∞I;mAo NyE;b£ f#ApDv◊w

4,3 Ed egli sarà giudice tra molti popoli,qwóøj∂r_dAo My™ImUxSo M¶IywøgVl Ajy¢Ikwøh◊w deciderà su nazioni potenti fi-no a lontano,

My#I;tIaVl M%RhyEtOb√rAj …w°tV;tIk◊w ed esse spezzeranno le loro spade in aratritw$ørEm◊zAmVl ‹MRhyEtáOtyˆnSjÅw e le loro lance in falci.b®r$Rj ‹ywø…g_lRa ywôø…g …wHaVcy_aáøl Non alzeranno (più) la spada popolo contro popolo:h`DmDjVlIm dwäøo N…wõdVmVlˆy_aøl◊w e non impareranno più la guerra.wöønVpÅ…g tAjªA;t vy∞Ia …w#bVvÎy◊w

4,4 E abiteranno ciascuno sotto la sua vitedyóîrSjAm Ny∞Ea◊w wäøtÎnEaV;t tAj¶At◊w e sotto il suo fico senza che alcuno li spaventi,:r`E;bî;d twäøaDbVx h¶Dwh◊y y¢Ip_yI;k poiché la bocca del Signore degli eserciti ha parlato.My$I;mAo∞Dh_lD;k yI;k£

4,5 Poiché tutti i popoliwy¡DhølTa M∞EvV;b vy™Ia …w›kVl´y camminino pure ciascuno nel nome dei suoi dèi,…wnVjGÅnSaÅw ma noi…wny™EhølTa h¶Dwh◊y_MEvV;b JK¢El´n cammineremo nel nome Signore nostro Diop:dRoÎw M¶DlwøoVl in eterno e per sempre!

..................c1) Annuncio di salvezza: 4,6-7hGÎwh◊y_MUa◊n a…w%hAh Mw∏ø¥yA;b

4,6 In quel giorno, oracolo del Signore,h$DoElâO…xAh ‹hDpVsáOa riunirò la slogatahDx¡E;båqSa h™Dj∂;d…nAh◊w e la scacciata la radunerò,:yItáOoérSh r™RvSaÅw e quella a cui ho fatto del male,ty$îrEaVvIl ‹hDoEláO…xAh_tRa y§I;tVmAc◊w

4,7 e renderò la slogata un resto M…wóxDo ywâøgVl h™DaDlShÅ…nAh◊w e quella allontanata una nazione potente.NwYø¥yIx r∞AhV;b ‹MRhyElSo h§Dwh◊y JK°AlDm…w E il Signore regnerà su di loro sul Mon-te Sion

p :MDlwøo_dAo◊w h™D;tAoEm da ora e in eterno.

......................................e) Il futuro re-pastore: 4,8r®d#Eo_lå;d◊gIm h∞D;tAa◊w

4,8 E tu, Torre del gregge,Nwäø¥yIx_tA;b lRpöOo Colle della Figlia di Sion,h¡RtaE;t ÔKyâ®dDo a te giungerà hYÎnOvaâîrDh ‹hDlDvVmR;mAh h#DaDb…w e verrà il primo governo,:MÊ`DlDv…wr◊y_t¶AbVl tRk™RlVmAm il regno sulla Figlia di Gerusalemme.

............................d1) I popoli a Sion: 4,9-14• oóér yIoyäîrDt hD;m¶Dl h›D;tAo

4,9 Ora, perché mai griderai forte?JK#D;b_Ny`Ea JKRl∞RmSh Forse non c’è un re in te,d$DbDa ‹JKExSowøy_MIa o il tuo consigliere è perito,

94 Alviero Niccacci

Il libro del profeta Michea 95

:há∂dElwø¥yA;k ly™Ij JKñéqyˆzTjRh_y`I;k che ti hanno preso le doglie come la partoriente?hó∂dElwáø¥yA;k Nwäø¥yIx_tA;b yIjöOgÎw yIl…w¬j

4,10 Gemi e butta fuori, o Figlia di Sion, come la partoriente,h˝Îy√rI;qIm y°IaVxEt ·hD;tAo_y`I;k poiché ora uscirai dalla Città,h#®dDÚcA;b V;t◊n∞AkDv◊w dimorerai nella campagna‹ lRbD;b_dAo ta§Db…w e andrai a Babilonia;yIl$ExÎ…nI;t M∞Dv là sarai salvata,hYÎwh◊y JK∞ElDa◊gˆy MDv£ là il Signore ti libererà:JKˆy`Db◊yOa P™A;kIm dalla mano dei tuoi nemici.

• My¡I;bår M∞Iywø…g JKˆy™AlDo …wñpVsRa‰n h¢D;tAo◊w

4,11 Ora però si sono radunate contro di te nazioni numerosePYÎnTjR;t MyâîrVmOaDh che dicono: “Sia profanata:…wny`EnyEo Nwäø¥yIxV;b zAj¶At◊w e i nostri occhi vedano (la rovina di) Sion!”.hYÎwh◊y twâøbVvVjAm ‹…wo√dDy aôøl hD;m#Eh◊w

4,12 Essi però non conoscono i pensieri del SignorewóøtDxSo …wny™IbEh añøl◊w e non capiscono il suo piano,:hÎn√ráO…g ry¶ImDoR;k M™DxV;bIq y¶I;k che cioè egli li ha radunati come covoni nell’aia.NwGø¥yIx_tAb yIvwêødÎw yIm…wµq

4,13 Alzati e trebbia, Figlia di Sion,‹ l‰z√rA;b My§IcDa JKH´n√råq_y`I;k poiché porrò il tuo corno come ferroh$Dv…wj◊n My∞IcDa ‹JKˆy‹AtOs√rAp…w e i tuoi zoccoli li porrò come bronzo,My¡I;bår My∞I;mAo twëø;qîdShÅw così triterai popoli numerosiM$DoVxI;b ‹hÎwhy`Al y§I;tVmårSjAh◊w e dedicherai al Signore il loro bottino:X®r`DaDh_lD;k NwõødSaAl M™DlyEj◊w e le loro ricchezze al Signore di tutta la terra.

• d…w$d◊…g_tAb yâîd√dO…gVtI;t ‹hD;tAo

4,14 Ora, sfregiati, Figlia di schiere!…wny¡ElDo M∞Dc rwäøxDm Hanno posto l’assedio contro di noi; y$IjV;lAh_lAo …wâ;kÅy ‹fRb‹EÚvA;b con la verga colpiranno sulla guancias:lEa∂rVcy f¶EpOv t™Ea il giudice di Israele.

......................................e1) Il futuro re-pastore: 5,1-5hDt#∂rVpRa MRj∞Rl_ty`E;b hHD;tAa◊w

5,1 E tu, Betlemme Efrata,h$∂d…wh◊y y∞EpVlAaV;b ‹twøyVh`Il ‹ryIoDx un giovane, per essere sulle tribù di Giuda,a$Exy y∞Il ‹ÔKV;mIm da te per me usciràl¡Ea∂rVcyV;b l™Evwøm twñøyVh`Il per essere governatore su Israe-le,M®dä®;qIm wy¶DtOaDxwøm…w le cui origini sono dai tempi antichi,:MDlwøo y¶EmyIm dai giorni dell’eternità.MY´nV;tˆy N∞EkDl

5,2 Perciò (il Signore) li consegnerà

96 Alviero Niccacci

h∂d¡DlÎy hä∂dElwøy t¶Eo_dAo fino al tempo in cui una parto-riente avrà partoritowy$DjRa rRt∞Ry◊w e il resto dei suoi fratelli:l`Ea∂rVcy y¶EnV;b_lAo N…wäb…wv◊y ritorneranno ai figli di Israele.d#AmDo◊w

5,3 Egli starà in piedihYÎwh◊y zâOoV;b ‹hDo∂r◊w e pascerà con la forza del Signore,wy¡DhølTa h∞Dwh◊y M™Ev Nw›øa◊gI;b con la maestà del nome del Signore suo Dio;…wb›DvÎy◊w ed essi siederanno,läå;d◊gˆy h¶D;tAo_y`I;k poiché ora egli sarà grande:X®r`Da_yEsVpAa_dAo sino ai confini della terra.MwóølDv h™Rz h¶DyDh◊w

5,4 E avverrà che, poiché lui sarà pace,…wn#Ex√rAaVb awâøbÎy_y`I;k —r…wâÚvAa quando Assur verrà nella no-stra terra…wny$EtOnVm√rAaV;b ‹JKOr√dy y§Ik◊w e quando calcherà i nostri palazzi,My$IoOr h∞DoVbIv ‹wyDlDo …wnôøméqShÅw susciteremo contro di lui set-te pastori:Má∂dDa y¶EkyIs◊n h™DnOmVv…w e otto principi di uomini;b®r$RjA;b ‹r…wÚvAa X®r§Ra_tRa …wHo∂r◊w

5,5 essi pasceranno la terra di Assur con la spadaDhy¡RjDtVpI;b dëOrVmn X®r¶Ra_tRa◊w e la terra di Nimrod nelle sue porte;r…w$ÚvAaEm ‹ lyI…xIh◊w e così egli salverà da Assur…wn$Ex√rAaVb awâøbÎy_y`I;k quando verrà nella nostra terras:…wn`El…wb◊gI;b JKëOr√dy y¶Ik◊w e quando calpesterà il nostro territorio.

..................c2) Annuncio di salvezza: 5,6-14• b#OqSoÅy tyâîrEaVv —h∞DyDh◊w

5,6 Allora il resto di Giacobbe sarà,My$I;bår My∞I;mAo ‹b®r‹®qV;b in mezzo a popoli numerosi,hYÎwh◊y t∞EaEm ‹ lAfV;k come rugiada da parte del Signore,bRc¡Eo_yElSo My™IbyIb√rI;k come gocce di pioggia sull’erba,vy$IaVl ‹h‰…wåq◊y_aáøl r§RvSa (rugiada) che non spererà in un uomo:Má∂dDa y¶EnVbIl l™EjÅy◊y añøl◊w e non attenderà i figli di Adamo.

• MGˆywø…gA;b b%OqSoÅy ty°îrEaVv ·hÎyDh◊w

5,7 Allora il resto di Giacobbe sarà,My$I;bår My∞I;mAo ‹b®r‹®qV;b in mezzo a popoli numerosi,rAoYÅy twâømShAbV;b ‹h´y√rAaV;k come un leone tra le bestie della foresta,Naóøx_yér√dRoV;b ry™IpVkI;k come un leoncello tra i greggi di pecore,r¢AbDo MIa rªRvSa che quando sarà entrato,PäårDf◊w s¶Am∂r◊w calpesterà e sbranerà:ly`I…xAm Ny¶Ea◊w e non ci sarà nessuno che liberi.ÔKyó®rDx_lAo äÔK√dÎy MõOrD;t

5,8 Sia alta la tua mano sui tuoi avversari

Il libro del profeta Michea 97

p :…wtáérD;kˆy ÔKy™Rb◊yOa_lDk◊w e tutti i tuoi nemici siano sterminati!• hYÎwh◊y_MUa◊n ‹a…whAh_Mwø¥yAb h§DyDh◊w

5,9 E avverrà che in quel giorno, oracolo del Signore,ÔK¡R;b√rI;qIm ÔKy™Rs…ws y¶I;tårVkIh◊w distruggerò i tuoi cavalli di mezzo a te,:ÔKy`RtObV;k√rAm y™I;t√dAbSaAh◊w annienterò i tuoi carri,ÔK¡Rx√rAa yâérDo y™I;tårVkIh◊w

5,10 eliminerò le città della tua terra,:ÔKyá®rDxVbIm_lD;k y™I;tVsårDh◊w abbatterò tutte le tue fortezze,ÔKó®dÎ¥yIm My™IpDvVk y¶I;tårVkIh◊w

5,11 eliminerò i sortilegi dalla tua mano:JK`Dl_…wyVh`Iy añøl My™In◊nwøoVmá…w e gli indovini non li avrai più,ÔKy¢RlyIsVp yªI;tårVkIh◊w

5,12 eliminerò i tuoi idoliÔK¡R;b√rI;qIm ÔKy™RtwøbE…xAm…w e le tue statue da mezzo di tedwäøo h¶RwSjA;tVvIt_aáøl◊w– e così non ti prostrerai più:ÔKyá®dÎy h¶EcSoAmVl all’opera delle tue mani.ÔK¡R;b√rI;qIm ÔKyä®ryEvSa y¶I;tVvAtÎn◊w

5,13 Estirperò i tuoi simulacri da in mezzo di te:ÔKyá®rDo y™I;t√dAmVvIh◊w e annienterò le tue città.Mä∂qÎn h¢DmEjVb…w PªAaV;b yIty%IcDo◊w

5,14 E farò con ira e con furore vendettas :…woEmDv añøl r™RvSa M¡Iywø…gAh_tRa sulle nazioni che non avranno ascoltato.

1.3. Conclusione: Mic 7,7-20

Liturgia profetica

h$RÚpAxSa h∞DwhyA;b ‹yˆnSaÅw

7,7 Ma io confiderò nel Signore, y¡IoVvˆy y∞EhølaEl hDly™Ijwøa spererò nel Dio della mia salvezza!

:y`DhølTa yˆn™EoDmVvˆy Mi ascolti il mio Dio! y$Il ‹yI;tVb‹ÅyOa y§IjVmVcI;t_lAa

7,8 • Non rallegrarti, o mia nemica, per causa mia! yI;tVmó∂q yI;tVl™ApÎn y¶I;k Quando sono caduta, mi sono rialzata; JKRv$OjA;b b∞EvEa_y`I;k quando sarò nelle tenebre, s :y`Il rwñøa h™Dwh◊y il Signore sarà luce per me. a$DÚcRa ‹hÎwh◊y PAo§Az

7,9 Lo sdegno del Signore sopporteròwóøl yIta™DfDj y¶I;k poiché ho peccato contro di lui,

‹yIbyîr byôîrÎy r°RvSa ·dAo fino a quando egli difenderà la mia causa y$IfDÚpVvIm h∞DcDo◊w e farà il mio diritto,rw$øaDl yˆn∞EayIxwøy (fino a quando) mi farà uscire alla luce,

:wáøt∂q√dIxV;b h™Ra√rRa (fino a quando) sperimenterò la sua giustizia.

‹yI;tVb‹ÅyOa aô®rEt◊w

7,10 Veda la mia nemica h$Dv…wb Dh∞R;sAkVt…w e la ricopra la vergogna, y$AlEa hâ∂rVmOaDh lei che mi diceva:

JKˆy¡DhølTa h∞Dwh◊y wäø¥yAa “Dov’è il Signore tuo Dio?”.;h$D;b hÎ…ny∞Ra√rI;t ‹yÅnyEo I miei occhi vedranno questo.

s™Dm√rImVl h¶RyVh`I;t h¢D;tAo Ora essa sarà calpestata

98 Alviero Niccacci

:twáøx…wj fy¶IfV;k come fango delle strade. JKˆyó∂réd◊…g twâønVbIl Mwäøy

7,11 Nel giorno in cui le tue mura saranno costruite,

:qáOj_qAj√rˆy a…wähAh Mwñøy in quel giorno la legge sarà lontana;aw$øbÎy ÔKyâ®dDo◊w ‹a…wh Mwñøy

7,12 in quel giorno, a te si verrà rwóøxDm yâérDo◊w r…wäÚvAa y¶I…nImVl da Assur e (dal)le città di Egitto,r$DhÎn_dAo◊w ‹rwøxDm y§I…nImVl…w dall’Egitto e fino al fiume,

:r`DhDh r¶Ah◊w M™D¥yIm M¶Dy◊w e (a) mare da mare e (da) monte (a)l monte.

h™DmDmVvIl X®r¢DaDh h¶Dt◊yDh◊w

7,13 Allora la terra diventerà un deserto Dhy¡RbVváOy_lAo a motivo dei suoi abitanti,

s :MRhyElVlAoAm yäîrVÚpIm per il frutto delle loro azioni. ÔK#RfVbIvVb ∞ÔKV;mAo hªEo√r

7,14 • Pasci il tuo popolo con il tuo bastone, ÔK$RtDlSj`An Naøx£ il gregge della tua eredità, d$∂dDbVl y∞InVkOv che dimora a parte,

l¡Rm√rA;k JKwâøtV;b rAo™Ay nel bosco in mezzo al Carmelo. d™DoVlˆg◊w N¢DvDb …wño√rˆy Pascolino in Bashan e in Galaad

:MDlwøo y¶EmyI;k come nei giorni antichi. Myó∂rVxIm X®r∞RaEm äÔKVtaEx y¶EmyI;k

7,15 “Come nei giorni in cui sei uscito dalla terra di Egitto,

:twáøaDlVpn …w…n™Ra√rAa gli farò vedere meraviglie”. …wv$øb´y◊w ‹Mywøg …wôa√rˆy

7,16 • Vedano i popoli e siano svergognatiM¡Dt∂r…wáb◊…g läO;kIm per tutta la loro potenza.

h$RÚp_lAo ‹dÎy …wmy§IcÎy Pongano la mano sulla bocca, :hÎnVváårTjR;t M™Rhy´n◊zDa mentre le loro orecchie diventino sorde. v$DjÎ…nA;k ‹rDpDo …wôkSjAl◊y

7,17 Lecchino la polvere come il serpente,X®r$Ra y∞ElSjOzV;k come i rettili della terra.

M¡RhyEtíOr◊…gVsI;mIm …wäz◊…g√rˆy Tremino fuori dalle loro fortezze, …wd$DjVpy ‹…wny‹EhølTa h§Dwh◊y_lRa verso il Signore nostro Dio siano

impauriti:D;K`R;mIm …wäa√r`Iy◊w e abbiano timore di te! ÔKw#ømD;k l∞Ea_yIm

7,18 • Chi è Dio come te?oAv$RÚp_lAo r∞EbOo◊w ‹NOwDo a§EcOn Un (Dio) che toglie il delitto

e passa sopra alla colpawóøtDlSjÅn tyäîrEaVvIl per il resto della sua eredità.

w$øÚpAa ‹dAoDl qy§IzTjRh_aøl Egli non ha ritenuto per sempre la sua ira,

:a…wáh dRs™Rj X¶EpDj_y`I;k poiché egli è uno che si compiace della misericordia.

…wn$EmSjáår◊y b…wâvÎy

7,19 Torni ad avere clemenza di noi,…wny¡EtOnáOwSo väO;bVkˆy schiacci i nostri delitti!

M™Dy twñølUxVmI;b JKy¢IlVvAt◊w E possa tu gettare negli abissi del mare

Il libro del profeta Michea 99

1.4. Commento filologico del c. 1

(1,2-4) L’inizio “Ascoltate, popoli tutti” richiama le parole del profeta omoni-mo, Michea figlio di Imla, nel suo contrasto con i falsi profeti che annunciava-no la vittoria ai re di Israele Ahab e di Giuda Giosafat nella guerra contro gliAramei per riprendere Ramot di Galaad (cf. 1 Re 22,28)5.

Il parallelismo delle due espressioni “o popoli tutti // o terra e ciò che è in es-sa” (v. 2) fa capire che l’appello è rivolto a tutti i popoli della terra, piuttosto chealla terra in quanto tale. Ora, un appello del genere si trova anche altrove comeintroduzione a un processo di giudizio (rîb) da parte di Dio. Si pone però la do-manda: i popoli della terra sono invitati ad ascoltare come destinatari del giudi-zio di Dio, o come testimoni di un giudizio contro “Giacobbe // Casa di Israe-le” (1,5)?; e quindi l’espressione “contro di voi” (1,2) si riferisce ai popoli stes-si, come sembrerebbe logico, oppure al popolo di Israele esplicitamente accu-sato dopo? Le opinioni al riguardo sono diverse; la risposta verrà dall’analisicompleta del libro (cf. § 1.7)6.

5 Cf. Keil, 425. La frase però manca nel testo di 1 Re della LXX; c’è invece nel parallelo 2Cr 18,27: aÓkou/sate laoi« pa¿nteß. Keil segnala che il nostro Michea si rifà all’antico profeta omo-nimo figlio di Imla dicendo che i falsi profeti camminano “in spirito/vento e menzogna” (Mic2,11: r®qRvÎw Aj…wr JKElOh; cf. 1 Re 22,22.23: r®qRv Aj…wr “spirito di menzogna” nella bocca dei falsi pro-feti); e anche per le espressioni “corno + ferro” (4,13; cf. il falso profeta Sedecia in 1 Re 22,11)e “percuotere sulla guancia” (4,14; cf. 1 Re 22,24). A prima vista, fa problema il fatto che Micheasi indirizzi a tutti i popoli del mondo e non a Israele e Giuda soltanto; ma se si considera l’insiemedel libro, specialmente i cc. 4-5, si capisce che i popoli della terra sono legati alla sorte di Israe-le nel suo insieme (cf. infra, § 1.7).

6 In modo simile alla mia proposta (giudizio divino su tutti i popoli, ma con Israele al centro)intendono Kessler, 82-83, Andersen-Freedman, 146-147, e anche Waltke, 56-57, mentre Keil,426, e McKane, 26-29, sostengono che i popoli sono chiamati ad ascoltare come testimoni, esat-tamente come avviene in 1 Re 22,28, in cui l’omonimo profeta Michea pronuncia lo stesso invi-to in una disputa che riguarda direttamente Israele. Ma questa interpretazione è contraddetta dalfatto che in Mic 1,2-5 i popoli della terra sono evocati in modo diretto, in seconda persona, men-tre Giacobbe/Israele è evocato in terza persona: “Ascoltate, o popoli tutti, / presta attenzione, oterra… / E il Signore sia testimone contro di voi… / Per colpa di Giacobbe tutto questo / e per ipeccati della Casa di Israele”. D’altra parte, confrontando i passi paralleli dove compaiono invi-ti ai popoli e/o alla terra in vista di un processo di Dio, si ottiene un quadro vario, che non mi pa-re suggerisca una soluzione precisa nel quadro del genere letterario della disputa divina (byr). Adesempio, in Ez 6,1-6 l’invito ad ascoltare è rivolto ai “monti // colline di Israele”, ai quali il pro-feta a nome di Dio annuncia la distruzione a motivo del culto idolatrico che si svolge su di essi;

:MDtwaøÚfAj_lD;k tutti i loro peccati!b$OqSoAyVl ‹tRmTa N§E;tI;t

7,20 Possa tu dare verità a Giacobbe, M¡Dh∂rVbAaVl dRs™Rj misericordia ad Abramo,

…wny™EtObSaAl D;tVo¶A;bVvˆn_rRvSa quella che hai giurato ai nostri Padri :M®dá®q yEmy¶Im fin dai tempi antichi!

Il Signore sta per venire come “testimone” accusatore (cf. Ml 3,5) “dal suoTempio santo” in cielo (cf. “nel suo Tempio santo // in cielo” in Sal 11,4).

È il profeta che invita i “popoli tutti” e la “terra e ciò che è in essa”, e quin-di tutti gli abitanti della terra, ad ascoltare (con una coppia di imperativi che concordano con gli indirizzati, …woVmIv e yIbyIvVqAh) e invoca il giudizio di Dio (con weyiqtol, yIhyw, forma verbale ugualmente volitiva, 1,2; cf. 6,1). L’invito è moti-vato dall’annuncio della prossima discesa di Dio dalla sua sede in cielo sulle al-ture della terra (1,3). La teofania provocherà uno sconvolgimento cosmico: mon-ti disfatti (cf. Gdc 5,5), valli spaccate con la stessa facilità con cui la cera di scio-glie davanti al fuoco (cf. Sal 68,3) e l’acqua si rovescia in un pendio (Mic 1,4).

(1,5-7) Il tema della venuta di Dio per il giudizio, con lo sconvolgimento co-smico che essa comporta, è: “per la colpa di Giacobbe // e per i peccati della Ca-sa di Israele”, il che è spiegato subito come “Samaria // gli alti luoghi di Giuda”(v. 5). Il riferimento riguarda tutta la nazione, indicata prima nel suo comples-so con i sinonimi “Giacobbe // Israele”, poi in modo distinto, come “Giacobbe”per indicare il regno del Nord e “Giuda” per indicare il regno del Sud. La cop-pia “colpa // peccati”, sia di Israele che di Giuda, riguarda il culto7.

Nel v. 5 non è esplicito che sia Dio a parlare, ma nel seguito la cosa diventachiara grazie ai verbi in prima persona (vv. 6-7; così anche nel brano parallelo6,13-16, cf. infra, § 1.7). Dio annuncia la punizione di Samaria (di Gerusalem-me si parla più avanti, vv. 9.12) mediante sei forme verbali del futuro, di cui leprime due sono weqatal e indicano il livello principale, mentre le quattro suc-cessive sono waw-x-yiqtol, di livello secondario. I costrutti waw-x-yiqtol indi-cano azioni di sfondo legate alle due precedenti e, almeno i tre del v. 7, pongo-no in rilievo i sintagmi nominali posti prima del verbo finito (come suggeriscela ripetizione di lDk◊w all’inizio di ognuno). Segue la motivazione introdotta da yI;kche collega la provenienza passata (“li ha raccolti”)8 con il destino finale (“ri-torneranno”) del “regalo di prostituta”.

similmente nel passo parallelo 36,1-12, che però annuncia, al contrario di 6,1-6, la ricostruzionee la ripresa della vita sugli stessi monti/colline a opera di Dio. D’altra parte, in Os 4 il Signorechiama in giudizio “i figli di Israele // gli abitanti della terra”, e qui “la terra” è la terra di Israele;similmente in Gl 1,2, in cui sono invitati ad ascoltare “gli anziani // tutti gli abitanti della terra”.Invece in Sal 49,2 la coppia “tutti i popoli // tutti gli abitanti dell’universo” sembra indicare gliuomini in generale, non semplicemente gli Israeliti. Infine in Is 3,13, con il verbo byr “fare cau-sa” (come in Mic 6,1) ma senza omv “ascoltare”, si dice che Dio “sta in piedi per giudicare i po-poli”, mentre poi l’accusa è rivolta ai capi che opprimono il popolo di Dio (“il mio popolo”). Tral’altro, Is 3 presenta somiglianze ulteriori con le accuse di Michea.

7 A suo tempo Geroboamo, per evitare il pellegrinaggio a Gerusalemme, eresse due vitellid’oro, uno a Betel e uno a Dan, e edificò templi sulle alture (1 Re 12,26-33). Deviazioni simili(altari illegali per il Signore), se non proprio idolatrici (dedicati a divinità straniere), si verifica-rono anche in Giuda (1 Re 14,22-24) e neppure re fedeli come Asa e Giosafat riuscirono a elimi-narli del tutto (1 Re 15,14; 22,44), cosa che fece poi Giosia (2 Re 23).

8 Sul problema di hDxD;bIq nella storia dell’esegesi, se cioè il verbo abbia come soggetto Sama-

100 Alviero Niccacci

Il libro del profeta Michea 101

Il castigo consiste nel fatto che Dio ridurrà Samaria a “un mucchio di rovi-ne della campagna // come piantagione di vigne // nella valle le sue pietre”, equindi come un terreno coltivabile, dopo che sarà stata distrutta fino alle fon-damenta (v. 6)9. Inoltre saranno distrutti gli idoli, mentre il “regalo di prostitu-ta”, cioè gli oggetti preziosi offerti nei templi idolatrici (“prostituzione” nel sen-so di idolatria), diventerà “desolazione”, cioè sparirà, sarà portato via e torneràad essere offerta agli idoli dei conquistatori10.

(1,8-9) Nel v. 8 (come nel brano parallelo 7,1-6) riprende la parola il profe-ta, il quale annuncia che intonerà un lamento sulla sorte della città e si compor-terà come i suoi abitanti che saranno costretti ad andare in esilio (“camminerò11

scalzo12 e nudo”); un lamento alto e lungo come quello di animali proverbiali,“gli sciacalli // le figlie di struzzo”, due termini in coppia anche in Is 34,13;43,20; e in Gb 30,29.

Il motivo del lamento è che “le sue piaghe sono incurabili”, e perciò Sama-ria è stata già colpita; e anche che “(la piaga) è giunta fino a Giuda // fino allaporta del mio popolo // fino a Gerusalemme” (v. 9)13.

ria o invece sia da leggere come passivo o come plurale, cf. D. Barthélemy, Critique textuelle del’Ancien Testament. Tome 3. Ézéchiel, Daniel et les 12 Prophètes, Fribourg Suisse - Göttingen1992, 713-716.

9 Le pietre venivano radunate prima di piantare le vigne (cf. Is 5,2). Il passo è da confrontarecon la distruzione di Sion in Mic 3,12 (cf. infra, § 1.5).

10 Cf. Keil, 428-429. Questo passo, insieme al parallelo 6,13-15, si può confrontare con la de-nuncia di altri profeti, ad esempio Os 2; cf. il mio articolo “Osea 1-3. Composizione e senso”, LA56 (2006) 71-104, spec. pp. 84-96. Sul rapporto di Michea con Osea e Amos si veda Kessler, 83.

11 Il v. 8 contiene quattro forme volitive, tre yiqtol di prima posizione e un weyiqtol coordi-nato, che indicano la volontà ferma del profeta di fare lamento.

12 Keil, 429-430, insiste che si deve leggere con il ketiv åêläl “spogliato”, non il qere åöläl“scalzo, a piedi nudi”; ma åêläl sarebbe hapax. Si vedano anche McKane, 38-39, Kessler, 93, An-dersen-Freedman, 193-194, e Waltke, 65.

13 Poiché ha l’accento prima sillaba, il verbo ‹hDa‹Db del v. 9 è qatal, “(la piaga) è giunta”. Que-sto si accorda con il fatto che segue un altro qatal, oÅgÎn, e perciò il riferimento è all’asse del pas-sato in entrambi i casi. Si nota però che ‹hDa‹Db è un qatal femminile singolare, come è femminilesingolare il precedente hDv…wnSa, mentre il soggetto è plurale, per cui lett.: “(ognuna del)le sue pia-ghe è incurabile… è giunta”. Inoltre oÅgÎn, pur essendo un qatal maschile, può riferirsi ancora alla“piaga” (per vari casi di non accordo tra predicato e soggetto, cf. A.E. Cowley - E. Kautzsch[edd.], Gesenius’ Hebrew Grammar. Second English Edition Revised in Accordance with theTwenty-Eighth German Edition [1909], Oxford repr. 1985, §§ 144-145). Ma si può anche inten-dere come una forma verbale impersonale (“si ha/hanno colpito”), implicitamente riferita a Dio(cf. v. 12; Kessler, 90-91), senza bisogno di cambiare il testo, come propongono alcuni (cf. McKa-ne, 39). Dai vv. 13-16 si vede che mentre un grave castigo si è già abbattuto su Samaria, “la pia-ga” non ha ancora colpito Gerusalemme ma è arrivata alle sue porte. Un’interpretazione molto di-versa è proposta da Andersen - Freedman, i quali traducono: “For she is incurable – her wounds,/ for she came unto Judah; / he [cioè il o∂r “male”, cf. 1,12] reached unto the gate of my people”(p. 186). E spiegano che il suffisso di DhyRtwø;kAm si riferisce cataforicamente a Giuda (p. 189), anchese più avanti affermano che “her wounds are the wounds of Samaria, that is, inflicted by Sama-ria” (p. 199). Per loro infatti è Samaria che è arrivata fino a Giuda, alle porte di Gerusalemme,

102 Alviero Niccacci

(1,10-16) “In Gat non annunziate(lo)” (v. 10) echeggia le parole di Davidquando ricevette la notizia della sconfitta e morte di Saul e Gionata: “Non an-nunziatelo in Gat (tÅgVb …wdyˆ…gA;t_lAa), / non divulgatelo nelle strade di Ashkelon, / af-finché non si rallegrino le figlie dei Filistei, / affinché non esultino le figlie de-gli incirconcisi” (2 Sam 1,20). In Michea la proibizione è completata da “nonpiangete affatto”: non annunciatelo né con le parole né con il pianto.

Il profeta ora elenca le città di Giuda legate al suo lamento. I vv. 10b-15 no-minano dieci città (numero simbolico di completezza), divise in due gruppi dauna specie di ritornello, “fino a Gerusalemme” (v. 9) // “fino alla porta di Ge-rusalemme” (v. 12)14. In questo elenco si verifica un raffinato e complesso gio-co di parole legato ai nomi delle città15.

Ecco la prima cinquina di città (vv. 10b-12)16:- 1) Bet-Leafra = “Casa per la polvere”, e il profeta si è cosparso di polvere17;- 2) Shapir = “La Bella”, deve uscire in nudità vergognosa18;- 3) Zaanan, quale che sia il senso del nome, deve “uscire”, il che gioca sul

verbo axy

19;

sulla base di 2 Cr 28 (cf. infra, nota 164). Credo invece che nella prospettiva di Michea si trattadella la punizione da parte di Dio (cf. 1,12) tramite l’Assiria su Samaria, già avvenuta, e in pro-spettiva su Giuda (cf. infra, §§ 1.4.1; 1.7 su 6,13-16). Da parte sua, Waltke, 67, corregge DhyRtwø;kAm

seguendo K. Elliger, fa di Dio il soggetto di oÅgÎn (pp. 67-68) e dà una traduzione a dir poco sin-golare (p. 61).

14 Cf. Keil, 432. Invece Smith, 21, conta dodici città, includendo Gat e Gerusalemme, le qua-li però non sono coinvolte direttamente nel lamento, in quanto Gat, che non appartiene a Giuda,non deve venire a sapere del castigo che si è abbattuto sulle città, mentre Gerusalemme viene no-minata, già nel v. 9, come meta finale del castigo stesso. Da parte loro, Andersen - Freedman, 207,sospettano “that other cities were originally listed but their names have been lost”, un’ipotesi cheil testo ebraico, così ben costruito, non sembra affatto giustificare.

15 Cf. ad esempio Andersen - Freedman, 212-214.16 Per l’identificazione di queste città si possono consultare P.J. King, Amos, Hosea, Micah:

An Archaeological Commentary, Philadelphia 1988, 58-60; Kessler, 104; Andersen - Freedman,207-212.

17 Secondo il ketiv yI;tVvD;lAÚpVtIh, mentre il qere ha …wvlpth “cospargetevi”, oppure yIvlpth “co-spargiti”, imperativo femminile come nel verso seguente. Il verbo vlp hitpael significa forse, co-me sostiene Keil, 433, “cospargersi”, piuttosto che “rotolarsi”. Così suggerisce in particolare Ez27,30 (lamento sulla rovina di Tiro): rDpDo …wlSoÅy◊w …wvD;lAÚpVtˆy rRpEaD;b MRhyEva∂r_lAo “e pongano polvere sul-le loro teste / e con cenere si cospargano” (cf. Ger 6,26). Il ketiv “(di polvere) mi sono cosparso”significa che il profeta si identifica con gli abitanti della città e fa lamento per loro (come già an-nunciato nel v. 8), così come alla fine del brano (v. 16) invita la “Figlia di Sion” a fare lo stesso,anche se in forma diversa (cf. infra, § 1.4.1).

18 L’imperativo femminile singolare yîrVbIo “passa oltre, via” concorda con tRbRvwøy “popolazio-ne”, un nome femminile collettivo, ma è seguito da MRkDl “per voi”, pronome plurale maschile.Inoltre tRvOb_hÎy√rRo è un sintagma composto di due sostantivi giustapposti (endiadi), “nudità ver-gogna”, che specificano, come “accusativo avverbiale”, cioè come fossero preceduti da preposi-zione, l’andare via dei cittadini. Per una discussione di questi fenomeni cf. Barthélemy, Critiquetextuelle de l’Ancien Testament, 720-721.

19 Zaanan per alcuni è uguale a Zenan (Gs 15,37), ma per Keil, 433, l’identificazione non reg-

Il libro del profeta Michea 103

- 4) Bet-Haezel = “Casa di stare vicino”, “prenderà/toglierà via da voi la suaposizione”20;

- 5) Marot = “Amarezza”, “è entrata in travaglio/in ansia (radice lyj) per ilbene” che le è stato tolto21;

Ed ecco la seconda cinquina di città (vv. 13-16):- 1) Lachish deve attaccare “il carro al cavallo (vRk®r)”, termine che gioca con

il nome della città22;- 2) Moreshet-Gat dovrà essere lasciata dando “regali di separazione/addio”,

il che gioca sul legame tra Moreshet e hDc∂rOaVm “fidanzata” (cf. Dt 22,23)23;

ge perché Zenan era nella pianura mentre Zaanan, pur non identificata (cf. anche Andersen-Freed-man, 209, e Waltke, 89), doveva essere presso Gerusalemme. La città “non è uscita”, in che sen-so? In guerra contro gli Assiri?, o per consolare i fuggitivi (cf. nota 20)? Il senso dei vv. 10-16 èparticolarmente difficile e le opinioni degli interpreti sono diverse; si veda ad esempio l’ampiaesposizione di Andersen-Freedman, 201-252.

20 Per Keil, 434, Bet-Haezel è forse Azal, vicino Gerusalemme (Zc 14,5). Dato che lRxEa si-gnifica “vicino a”, il fatto che la città “prenderà/toglierà via da voi la sua posizione” potrebbe si-gnificare che non starà vicino ai fuggitivi. Infatti il senso soggiacente a tutti questi giochi di pa-role sembra che nessuna città è in grado di aiutare l’altra: sono tutte in rovina totale. Da parte sua,Keil, 434, prende wøt∂;dVmRo nel senso di “la sua cessazione/fine”, cioè la fine della “piaga” (cf.DhyRtwø;kAm, termine plurale femminile che in 1,9 riceve due predicati femminili singolari, hDv…wnSa ehDaD;b, poi uno maschile singolare, oÅgÎn; cf. nota 13). Il senso sarebbe allora: il fatto che anche Bet-Haezel è in difficoltà non permette di fermare lì il lamento, che è poi estensione del lamento de-gli abitanti di Samaria. Ma poiché il soggetto è “il lamento di Bet-Haezel”, nome che evoca l’ideadi vicinanza, la frase “prenderà da voi la sua posizione” potrebbe anche significare che quel la-mento si modellerà su di “voi”. Così sembra intendere la Vulgata: “planctum Domus Vicina ac-cipiet ex vobis quae stetit sibimet” (“il pianto della Casa Vicina prenderà da voi quella che stettecon se stessa”), mentre la LXX è molto diversa (cf. J. Taylor, The Massoretic Text and the An-cient Versions of the Book of Micah, Edinburgh 1891, 28-30). Resta da precisare il riferimento diquel “voi” (di Sion/Gerusalemme del v. 13?) e il senso della frase (cf. infra, § 1.4.1).

21 Così Keil, 434. Oppure l’espressione “è entrata in travaglio per il bene” è legata per con-trasto a ciò che segue: “poiché il male è sceso dal Signore / alla porta di Gerusalemme”. Così in-tende, ad esempio, Rashi, il quale afferma che perciò il secondo yI;k ha valore di “ma (il male è sce-so…)” (Mikraoth Gedoloth: The Twelve Prophets, Vol. 2. A ew English Translation. Transla-tion of Text, Rashi and Commentary by A. J. Rosenberg, New York 1991, 201). Marot sarebbedunque sotto Gerusalemme. Secondo alcuni potrebbe essere Maarat di Gs 15,59, mal’identificazione è discussa (cf. Andersen - Freedman, 209; Waltke, 89).

22 Si usa il termine vRk®r, più raro di s…ws, a motivo del nome della città. Lachish, città fortifi-cata della Shefela, deve uscire con i carri da guerra contro gli invasori in arrivo, o semplicemen-te per fuggire più in fretta (così Rashi e Kimhi, cf. McKane, 46), lei che è “l’inizio del peccatodella Figlia di Sion”, cioè la prima che ha introdotto gli idoli dal Regno del Nord, anche se nonc’è altrove notizia di questo (cf. Keil, 435). Commenta Ibn Ezra: “Questa Lachish apparteneva aGiuda, era vicina alle tribù [cioè al Regno del Nord] e adottò i loro comportamenti e da essa im-parò la Figlia di Sion”; così anche Redak (cf. Mikraoth Gedoloth, 202, ebraico). In modo simileintendono Andersen-Freedman, 228-230, che giustamente rimandano al v. 5, per cui il “peccato”è l’idolatria piuttosto che direttamente “il carro” da guerra nominato in connessione con Lachish,come propone Kessler, 108. Da parte sua McKane, 47, considera aggiunta la seconda parte del v.13.

23 La frase misteriosa, “perciò darai/dovrai dare regali di separazione/addio a Moreshet-Gat”

104 Alviero Niccacci

- 3) per Akzib si gioca con bÎzVkAa “ingannatore”24;- 4) per Maresha si gioca con “ancora l’erede (vérO¥yAh) porterò25 a te”, per dire

che cambierà il padrone della città: Israele la prese ai Cananei; ora il nemico laprenderà;

- 5) Adullam è nominata come punto finale (MD;lüdSo_dAo, con gioco tra prepo-sizione e nome) a cui arriverà “la gloria di Israele”, cioè là si rifugeranno le per-sone più nobili di Israele, con allusione alla grotta di Adullam dove si rifugiòDavid (1 Sam 22,1)26.

La prima cinquina riguarda città che sono state già conquistate (cf. lutto perBet-Leafra, esilio per Shapir, lamento di Bet-Haezel, castigo per Marot), men-tre la seconda nomina città a cui il nemico arriverà (cf. l’invito a Lachish a usci-re con i carri da guerra e le espressioni che annunciano rovina prossima per Mo-reshet-Gat, Akzib e Maresha).

Per l’esilio accennato nel v. 16d cf. § 1.4.1.

1.4.1. Composizione letteraria e collocazione storica di 1,8-16

Dal punto di vista letterario il brano è segnato, all’inizio e alla fine, da due in-viti al lamento (a) con motivazioni (b):

• (a) 1,8 Su questo farò lamento e gemerò…• (b) 1,9 Poiché le sue piaghe sono incurabili, / poiché (la piaga) è

giunta fino a Giuda… / ha colpito fino alla porta del mio popolo.[1,10c-12b: lista di cinque città già colpite]

(v. 14), per Keil, 435-436, significa che Sion dovrà rinunciare a Moreshet-Gat. Per lui infatti ilverbo si riferirebbe a Sion (cf. “la Figlia di Sion” del v. 13); ma personalmente direi che si riferi-sce a Lachish, essendo la frase collegata mediante NEkDl con ciò che precede. Il termine MyIj…w;lIv in-dica, oltre a “divorzio” di una donna, un “regalo, dote” che il padre dà alla figlia che si sposa, oun regalo di separazione temporanea (cf. ad esempio McKane, 48, e Andersen-Freedman, 232-233). Quest’ultimo sembra il senso qui; e il regalo che Sion (o Lachish) dovrà dare a Moreshet-Gat è la città stessa, nel senso che dovrà lasciarla al nemico (cf. Keil, 436). Moreshet-Gat è la cittànatale di Michea (cf. 1,1).

24 La città sarebbe da identificare con Kussabeh vicino a Bet-Jibrin. Secondo Keil, 436, le “ca-se di Akzib” indicherebbero la città in sé, che ingannerà come il Nahal-Akzib, ruscello che delu-de chi vi cerca acqua di estate. “Per i re di Israele” indicherebbe qui i re di Giuda soltanto. Perparte mia preferisco intendere che, qui come nel v. 15, “Israele” indica tutto il paese riunito inGiudea dopo la caduta di Samaria (cf. infra, § 1.4.1). L’inganno può consistere nel fatto che, con-trariamente alle attese, la città non opporrà resistenza al nemico.

25 Il verbo è scritto yIbDa, senza alef, come in 1 Re 21,29 (cf. Barthélemy, Critique textuelle del’Ancien Testament, 728-729). Andersen-Freedman, 235, intendono vérO¥yAh nel senso di “dispos-sessor”, un senso che compare anche in Ger 8,10 (anche se i due autori rimandano a dédOÚvAh di Ger6,26).

26 Sui problemi del v. 15b si può consultare McKane, 52-53. Da parte sua, Kessler, 109, ri-conosce il valore di Adullam, legato alla storia di David, come simbolo di sconfitta, mentre An-dersen-Freedman, 236, vi leggono “sarcasm or contempt”.

Il libro del profeta Michea 105

• (b1) 1,12c poiché il male è sceso dal Signore / alla porta di Gerusalemme.[1,13-15: lista di cinque città prossime ad essere colpite]

• (a1) 1,16 Fatti calva e raditi / per i figli delle tue delizie…• (b2) poiché sono andati in esilio lontano da te27.

In (a) è il profeta stesso che si dichiara pronto a fare lamento, e le due seriedi motivazioni (b-b1) introducono ciascuno una lista di cinque città già colpiteo prossime ad esserlo. Il brano termina con un altro invito al lamento (a1) rivol-to questa volta a Sion/Gerusalemme a causa dei suo figli andati in esilio (b2).Questo invito a Gerusalemme contrasta la proibizione di raccontare e di pian-gere in Gat dei Filistei (1,10).

Quanto alla situazione storica in cui collocare 1,8-16, notiamo che il branoinizia con il lamento del profeta per Samaria (v. 9), cioè probabilmente per lasua distruzione del 722 a.C. Tale distruzione è annunciata prima come futura(vv. 6-7), ma subito dopo come già avvenuta, poiché il lamento riguarda una Sa-maria già colpita (“poiché le sue piaghe sono incurabili”); e quella distruzioneè giunta “fino a Giuda”, anzi “fino alla porta del mio popolo, / fino a Gerusa-lemme” (v. 9). Il brano si riferisce dunque a un periodo posteriore al 722. In que-sto periodo Sargon e poi Sennacherib condussero tre campagne contro la Siria-Palestina. Sargon condusse la prima nel 720, ma non sembra che Giuda vi ab-bia partecipato in modo considerevole, e la seconda nel 713-711, in occasionedella rivolta di Ashdod (cf. Is 20,1); Sennacherib la terza nel 701. Durante que-ste campagne varie città della Shefela furono distrutte e la minaccia si avvicinòman mano a Gerusalemme28.

27 Sion/Gerusalemme è invitata a “a farsi calva / aumentare la sua calvizie come l’aquila(rRv‰…nA;k)”, il che è un segno di lutto tradizionale, “in spite of the prohibition in Deut. xiv. 1 (see atLev. xix. 28)” (Keil, 437); cf. Lv 21,5. Per Keil, ibid., rRv‰n non indica l’aquila ma piuttostol’avvoltoio carogna (“carrion vulture”), comune in Egitto e anche in Israele, che ha la fronte com-pletamente calva. Alcuni autori intendono …wlÎ…g traducono al futuro (cf. Waltke, 62). Andersen-Freedman, 200, traducono giustamente al passato e fanno riferimento alla politica, comune nel-l’VIII sec., di deportare la popolazione. Alla deportazione della popolazione accenna anche Kes-sler, 109-110, il quale fa anche riferimento a S. Stohlmann, 98 (cf. supra, nota 31), e tuttavia tra-duce …wlÎ…g come futuro. In questo modo però, oltre a non rispettare il testo (cf. infra, nota 116), siperde la distinzione tra le città già colpite e quelle prossime ad esserlo.

28 Cf. J.M. Miller - J.H. Hayes, A History of Ancient Israel and Judah, Philadelphia 1986, 347-353. La possibilità delle tre campagne elencate sopra (rispettivamente nel 720, nel 712 e nel 701)viene discussa da N. Na’aman, “«The House-of-No-Shade Shall Take away Its Tax from You»(Micah 1 11)”, VT 45 (1995) 516-527, dopo un’analisi e traduzione piuttosto audace di 1,9-16. Se-condo l’autore, la datazione preferibile di questo passo non è il 720, né il 712 (campagna controAshdod condotta non da Sargon direttamente ma dal suo Tartan), ma il 701 (pp. 525-526). Da par-te sua, J. Goldberg, “Two Assyrian Campaigns against Hezekiah and Later Eight Century BiblicalChronology”, Bib 80 (1999) 360-390, confrontando il testo biblico con i documenti assiri ha indi-viduato due campagne contro Ezechia, la prima al tempo di Sargon II nel 712, corrispondente al-l’anno 14 di Ezechia, a seguito della rivolta di Ashdod (cf. 2 Re 18,13a.14-16; c. 20; 2 Cr 32; Is

106 Alviero Niccacci

Inoltre, 1,8-16 termina con un invito rivolto a un elemento femminile a pian-gere per la deportazione dei suoi figli. Si tratta del Regno del Sud o di quello delNord? Per rispondere a questa domanda osserviamo che il rimprovero di Dio (v.5) riguarda inizialmente il Regno del Nord (Giacobbe/Casa di Israele/Samaria),poi quello del Sud (Giuda/Gerusalemme); segue l’annuncio della prossima di-struzione di Samaria (vv. 6-7), su cui fa lamento il profeta, il quale però subitoaggiunge che la distruzione che ha colpito Samaria è arrivata fino alla porta diGerusalemme (vv. 8-9). Il seguito (vv. 10-16) comprende due unità: vv. 10-12su cinque città di Giuda già distrutte, e vv. 13-16 su cinque città contro le qua-li verrà presto il nemico. Direi quindi che l’invito finale al lamento (v. 16) ri-guarda la nazione nel suo complesso: sia il Regno del Nord, già distrutto e de-portato, che quello del Sud, in parte già devastato e deportato nella zona dellaShefela, e con la minaccia che si è avvicinata a Gerusalemme.

Mettendo insieme tutti gli elementi, il passo sembra collocarsi in un periodoabbastanza preciso della storia, quando gli Assiri avevano già distrutto la She-fela ma non erano ancora arrivati a Gerusalemme29. Confrontando i passi bibli-ci paralleli interessati30, direi che nella seconda invasione il re assiro (Senna-cherib secondo il testo biblico; cf. nota 28) conquistò le città fortificate di Giu-da e Ezechia gli mandò regali di sottomissione a Lachish (2 Re 18,13-16) e co-sì l’incursione finì. Intanto Ezechia si accorse che gli Assiri non si contentava-no di attaccare le città fortificate della Shefela ma puntavano su Gerusalemme,e allora cominciò a prendere provvedimenti: chiuse le acque che scorrevano nel-la campagna, fuori della città, rialzò il muro e le torri, rafforzò il Millo nellaCittà di David e preparò armi e scudi (2 Cr 32 e in parte // 2 Re 18,17-25). Que-sto fa pensare a un periodo tra la seconda campagna assira contro la Siria-Pale-stina nel 713-711 e la terza del 701.

Ma allora di quale esilio si parla in 1,16? Come anni fa (pp. 136-141), sonoancora dell’opinione che occorre tener conto di un esilio giudaico dell’VIII sec.,avvenuto a seguito della campagna di Sennacherib nella Shefela al tempo di

22), la seconda di Sennacherib nel 701 (cf. 2 Re 18,13b; 18,17-19,37). Da questa analisi derive-rebbe la seguente cronologia per i tre re del tempo di Michea: Iotam 748-733, Ahaz 741/0-726/5,Ezechia 726/5-698. D’altra parte, sulla base degli stessi documenti biblici e assiri alcuni autori han-no identificato due successive campagne di Sennacherib, invece di una sola campagna. Su questocomplicato problema si vedano, ad esempio, F. Gonçalvez, L’expédition de Sennachérib en Pa-lestine dans la littérature hébraïque ancienne, Paris 1986, 100-134.270-287, e I.W. Provan - P.V.Long - T. Longman III, A Biblical History of Israel, Louisville - London 2003, 272-274.

29 Sulla situazione storica si veda la discussione di Keil, 438, il quale è contrario, ma in fon-do non esclude del tutto che il riferimento sia alla deportazione di Giuda da parte degli Assiri. Lasituazione è difficile da valutare, ma credo che bisogna tener conto di un esilio assiro del 701 (cf.infra, § 1.6 e note 31 e 149).

30 Cf., ad esempio, W.D. Crockett, Harmony of Samuel, Kings, and Chronicles. The Books ofthe Kings of Judah and Israel, Grand Rapids (MI) 1975, 322-329.

Il libro del profeta Michea 107

Ezechia e di Michea,, un esilio di solito non considerato dagli studiosi ma chemi pare sia stato ben identificato sulla base del confronto delle fonti assire coni testi biblici interessati e dei rilievi dell’assedio di Lachish31. Tra l’altro questoesilio dell’VIII sec. può avere conseguenze importanti per la storia della tradi-zione dei testi profetici, nel senso che non ogni annuncio di esilio in un testoprofetico si riferisce automaticamente a quello babilonese del VI sec32.

1.5. Commento filologico dei cc. 2-3

(2,1-5) “Quelli che tramano ingiustizia” sono i grandi e i potenti della nazione(vv. 1-2); ad essi si riferisce anche l’indicazione “questa famiglia” (v. 3) e “sileverà contro di voi un detto…” (v. 4a-b); invece il “detto” di lamento “davve-ro siamo rovinati…” (v. 4c) è pronunciato dai poveri oppressi, chiamati “il miopopolo”, a cui viene tolta la loro terra e data “a un rinnegato” (v. 4-d-f). Infineil soggetto di “non avrai nessuno che getterà la corda per la sorte…” (v. 5) èognuno dei potenti tiranni dei vv. 1-233.

31 Cf. S. Stohlmann, “The Judaean Exile after 701 B.C.E.”, in W.W. Hallo - J.C. Moyer - L.G.Perdue (edd.), Scripture in Context II. More Essays on the Comparative Method, Winona Lake1983, 147-175, su cui si veda la mia esposizione in Un profeta tra oppressori e oppressi, 136-141. Andersen-Freedman, 89, citano in bibliografia lo studio di Stohlmann ma poi lo ignorano.D’altra parte Sweeney, The Twelve Prophets, 354, propone un esilio giudaico del 701, al tempodi Sennacherib, sulla base delle fonti assire, senza però citare Stohlmann. La proposta di Stohl-mann è accolta Kessler (cf. supra, nota 27) e da P. Barmash, “At the Nexus of History and Me-mory: The Ten Lost Tribes”, AJS Rev 29 (2005) 207-236, p. 222, un articolo che cerca di situaredal punto di vista storico la novella delle 10 Tribù del Regno del Nord disperse in varie parti lon-tane del mondo, dove continuarono a vivere alla loro propria maniera.

32 L’accenno all’esilio di 1,16, e soprattutto quello di 4,10 che nomina Babilonia, vengono disolito considerati aggiunte redazionali post-esiliche; così, ad esempio McKane, 139-141, il qua-le pure nomina le opinioni contrarie di A. Weiser e di D.R. Hillers. Ma alla luce della proposta diStohlmann (nota 31) l’argomento non è decisivo (cf. infra, § 1.6; nota 149). Da parte loro, An-dersen-Freedman adottano una posizione abbastanza sconcertante. Infatti come ambiente storicodi 1,16 ipotizzano una distruzione addirittura anteriore a Ezechia, sotto Ahaz, proponendo 2 Cr28,5-8 come testo di riferimento (p. 252), ma poi relativizzano l’importanza della datazione af-fermando: “After all, it is a vision” (p. 252); e per 4,10, constatata la difficoltà di tenere insiemeAssiria e Babilonia, affermano che nel “Book of Vision” (cioè in Mic 4-5) la preminenza spettaalla coesione letteraria sulla concretezza e precisione degli eventi evocati (p. 496). Come se lacoerenza letteraria di un testo potesse far a meno della collocazione storica.

33 Non ripeto qui l’analisi che ho presentato anni fa nelle pp. 7-15 e nel § 4.4, anche se le dif-ficoltà del passo (cf. già Keil, 440-441, che ne dà un’interpretazione diversa) restano nei com-mentatori recenti: cf. McKane, 59-64, Andersen-Freedman, 258-294. Solo al v. 4 Barthélemy,Critique textuelle de l’Ancien Testament dedica quasi tre pagine (pp. 729-731), e alla fine propo-ne un’interpretazione molto diversa, che fa di Dio il soggetto dei verbi ryImÎy e vyImÎy e mi chiedo co-me possa inquadrarsi nel contesto.

108 Alviero Niccacci

Nel v. 2 il primo weqatal …wdVmDj◊w può avere valore di protasi e il secondo …wlÎzÎg◊wdi apodosi: “se desidereranno campi, li defrauderanno”, sempre “perché è nelpotere della loro mano” (v. 1). Si notano inoltre due fenomeni di “enjambe-ment”, nel senso che nel v. 2 il secondo stico si completa con il primo e il quar-to con il terzo per quanto riguarda la costruzione e il senso34.

Nel v. 4 il lamento è indicato come passato (v. 4a), ma le parole stesse ri-flettono la situazione contemporanea e quindi i tre yiqtol indicheranno il futu-ro, un futuro che si teme sarà sempre così. Inoltre la particella interrogativa JKyEamodifica anche lo stico precedente (fenomeno dell’esplicitazione ritardata). Siha quindi una serie di tre x-yiqtol paralleli tra loro (v. 4d-f), che hanno lo sco-po di presentare ogni proposizione con forza, sottolineando l’elemento ‘x’ (tracui appunto la particella interrogativa JKyEa) che è il predicato sintattico.

(2,6-11) Secondo la mia interpretazione, sono i falsi profeti che parlano neivv. 6-7a35. Essi negano la possibilità che si verifichi la minaccia del v. 5 basan-dosi su due principi teologici, che il profeta riporta36: primo, “forse è diventatocorto lo spirito del Signore?”, dato che lui è misericordioso e paziente; secon-do, “o sono queste le sue gesta?”, dopo che nel passato ha fatto grandi cose per

34 Gli accenti masoretici della frase ‹rAmDa ‹hÎyVh`In y§Ih◊n h°DhÎn◊w (2,4) sembrano separare yIh◊n da hÎyVhˆn. Seè così, hÎyVhˆn sarebbe da prendere nel senso di “è finita!” (così Keil, 440-441, che rimanda a Dn8,27). Sarebbe cioè l’inizio del lamento e il successivo rAmDa sarebbe parentetico (come N…wpyIÚfÅy nelv. 6): “e si ripeterà un lamento: / «È finita!», si disse. / «Davvero siamo stati rovinati!…»”. LaLXX ha: e˙n thvØ hJme÷ra e˙kei÷nhØ lhmfqh/setai e˙f∆ uJma◊ß parabolh/ kai« qrhnhqh/setai qrhvnoß enme÷lei le÷gwn talaipwri÷a etalaipwrh/samen “in quel giorno si innalzerà su di voi un detto e sifarà un lamento in canto/gemito che dice: Davvero siamo stati rovinati!”. Richiama l’attenzioneche la LXX traduce hÎyVhˆn come e˙n me÷lei. Risulta che me÷loß, oltre “membro” del corpo, significaanche “canto”, che qui dovrebbe essere un canto funebre, appunto un lamento. Ora questo sensodi me÷loß compare in Ez 2,10: kai« me÷loß kai« oujai÷ che traduce yIhÎw h‰gRhÎw “e lamento e ohimè”. For-se la LXX aveva un testo simile nel passo in esame. Rashi intende in modo ancora diverso: “e sifarà un lamento. Un lamento è avvenuto nel mondo. E quale è il lamento che è avvenuto?”; percui ciò che segue sarebbe la spiegazione: “Si disse: – Davvero siamo stati rovinati…”; cf. ancheIbn Ezra e Redak (cf. Mikraoth Gedoloth, 204-205).

35 Per la mia analisi cf. pp. 16.105-108. Sulle versioni e le interpretazioni antiche cf. ibid.,108, nota 4. La LXX ha: mh\ klai÷ete da¿krusin mhde« dakrue÷twsan epi« tou/toiß ouj ga»r aÓpw¿setaiojnei÷dh “non piangete con lacrime né lacrimino per queste cose; infatti egli non allontanerà le di-sgrazie”. Dunque la LXX intende il verbo Pfn hifil nel senso di versare lacrime, non parole. Einoltre intende il seguente aøl + yiqtol come equivalente a lAa + yiqtol che precede, mentre di re-gola lAa nega un ordine (iussivo), mentre aøl nega una semplice previsione riguardante il futuro(indicativo). Da parte sua Keil, 442, è d’accordo che sono i falsi profeti che chiedono di non pre-dicare. Egli però intende molto diversamente il v. 6: “if they drip not this, the shame will not de-part”, cioè: se essi (= i veri profeti) non profetizzano a questi (= i ricchi dei vv. 1-2), oppure ri-guardo a queste cose, la vergogna non partirà.

36 Nelle pp. 17.105, ho tradotto “Si può dire forse, o Casa di Giacobbe…?”, pur ammettendola possibilità di tradurre “O tu detta Casa di Giacobbe”, e ho messo tra virgolette le due opinionidei falsi profeti o della Casa regnante; ma si può anche intendere che le loro opinioni sono citatedal profeta (cf. ibid., 106, nota 1). Sulle varie interpretazioni lungo i secoli cf. Barthélemy, Cri-tique textuelle de l’Ancien Testament, 731-732.

Il libro del profeta Michea 109

il suo popolo. Per confutare i falsi profeti Michea cita un detto del Signore chelega i benefici a un comportamento corretto (v. 7d-e)37. Invece voi – egli accu-sa – calpestate la rettitudine verso “il mio popolo” (vv. 8-9). Le parole dei vv.8-11 sembrano dunque pronunciate dal profeta, il quale però parla a nome diDio; e Dio subentra esplicitamente nel v. 9 (“il mio onore”) e implicitamentenella condanna del v. 10, mentre il v. 11 è del profeta stesso.

Il senso transitivo di MEmwøq◊y (v. 8) è sostenuto solo da Ewald, ma credo che sigiustifichi nel quadro del senso che ho proposto anni fa (cf. pp. 19-23; 110-112),anche se il valore delle forme verbali ebraiche va rivisto (cf. infra). Si tratta co-munque di un passo difficile e controverso38. Per parte mia ritengo che il pro-feta denunci una situazione di oppressione delle categorie deboli (vedove, orfa-ni) da parte dei potenti all’interno della società israelitica39.

Per il riferimento passato dei costrutti (waw-) x-yiqtol dei vv. 8-9, che de-scrivono il comportamento dei potenti verso i deboli, si veda infra. Sono quat-tro costrutti (waw-) x-yiqtol, dato che in un caso (v. 9c) l’elemento ‘x’ che pre-cede lo yiqtol costituisce uno stico a parte dal punto di vista della struttura poe-tica: è il fenomeno dell’“enjambement” come nel v. 2 e nel v. 12 (cf. infra).

Il verbo lE;bAjV;t (v. 10) si può intendere bene all’attivo: “il (luogo del vostro)riposo”, cioè la terra data da Dio, è divenuto impuro e perciò “causerà devasta-zione”40.

37 Sul senso di JKElwøh rDvÎ¥yAh MIo “a chi nella rettitudine cammina” si veda Keil, 442.444, il mioUn profeta tra oppressori e oppressi, 18, Kessler, 126, Waltke, 109.116, e anche Barthélemy, Cri-tique textuelle de l’Ancien Testament, 733. Invece Andersen-Freedman, 294, traducono: “to himwho walks with the upright”.

38 Rashi (Mikraoth Gedoloth, 206) intende tRa + l…wm nel senso di “quello per cui”, e MEmwøq◊y co-me transitivo, con soggetto il popolo e oggetto Dio stesso che parla: “E il motivo per cui il miopopolo (mi) ha fatto ergere come nemico”; segue l’accusa che spiega il tutto. Ma non mi sembrail caso di seguirlo, anche perché la designazione “il mio popolo” avrebbe una connotazione ne-gativa, che mi pare non ha mai, almeno in Michea (cf. infra). Da parte loro, Andersen-Freedman,295-296, elencano una serie di correzioni del v. 8a proposte da vari autori e addirittura afferma-no che “the text [dei vv. 6-11] is incoherent to the point of unintelligibility” (p. 297). Sui proble-mi del v. 8 si veda anche Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 734-736.

39 Diversamente, Keil, 444, sostiene il senso intransitivo del verbo MEmwøq◊y e intende che il po-polo si ribella contro Dio; così anche Waltke, 109. Questa interpretazione però non si accorda conl’uso positivo che Michea fa dell’espressione “il mio popolo” (cf. pp. 102-104). Di conseguenza,Keil, 444-445, intende i vv. 8-9 nel senso di furti per le strade e di oppressione di vedove e orfa-ni, mentre Waltke, 116, afferma che “‘ammî is used here ironically of the wicked”. Ritengo peròche il quadro sia quello indicato sopra. Sulle difficoltà della frase “di fronte al mantello / la glo-ria toglievate” cf. Un profeta tra oppressori e oppressi, 20.110-111. Si vedano anche commenta-ri recenti, ad esempio Kessler, 131-132, e Andersen-Freedman, 316.

40 Anni fa ho letto il verbo come passivo (p. 23), cambiando la vocalizzazione masoretica, manon è necessario. Si vedano le interpretazioni in questo senso, sia di Keil che di interpreti giudeiantichi, che ho riportato, ibid., 23, nota 29, e anche segnalate da Barthélemy, Critique textuellede l’Ancien Testament, 737-738. Keil, 445, cita Lv 18,25.28 sulla terra che, divenuta impura peri peccati, vomita i suoi abitanti; così essa ha fatto con i Cananei e farà nel futuro anche con gli

110 Alviero Niccacci

Alla fine, accanto a “il mio popolo” dei deboli oppressi (vv. 8.9), il profetanomina “questo popolo” degli oppressori (v. 11)41, i quali accetterebbero unprofeta che “cammina in spirito e menzogna” (cioè ‘in spirito di menzogna’)42.

(2,12-13) L’espressione “insieme lo porrò43 come gregge di/in Bosra”, chespecifica il raduno di “Giacobbe // resto di Israele” (v. 12), fa difficoltà. Il TMinfatti nomina Bosra, città di Edom (Gen 36,33) o di Moab (Ger 48,24), mal’espressione è senza paralleli. La LXX ha: “come gregge in afflizione (e˙nqli÷yei)”, leggendo quindi la preposizione bet + h∂rDx, mentre altre versioni anti-che, e anche vari interpreti moderni, intendono “nell’ovile”, o comunque in unluogo chiuso44.

L’espressione “ruggiranno per gli uomini” dovrebbe significare: per il grannumero delle persone; ma si può tradurre anche: “più che uomini”, in modo piùche umano (cf. p. 26 e nota 36)45. Dal punto di vista grammaticale-sintattico ilv. 12 si compone di quattro costrutti x-yiqtol, tutti paralleli tra loro, non coor-dinati come sarebbe se comparisse un weqatal dopo x-yiqtol, i quali mettono inrilievo l’elemento x. Si noti che il quarto stico costituisce l’elemento ‘x’ delloyiqtol dello stico successivo (“enjambement”; cf. v. 9).

Il passaggio brusco da annuncio di condanna (2,10) a annuncio di salvezza(2,12) non è unico nei profeti46; va comunque spiegato, anche perché la mag-gior parte degli esegeti lo valuta come frutto di aggiunta posteriore47.

Israeliti. In modo simile intende Waltke, 121-122. Altre interpretazioni sono date da McKane, 82-84, Kessler, 128, e Andersen-Freedman, 325-326.

41 Sul senso di queste espressioni tecniche in Michea si veda ciò che ho scritto anni fa, § 4.4.6.42 Come ho proposto a p. 24, i due termini r®qRvÎw Aj…wr che specificano JKElOh sono endiadi (cf. Ger

32,14; 1 Re 22,22-23 = 2 Cr 18,21.22). Invece Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testa-ment, 738-741, dopo aver elencato le varie interpretazioni, propone: “Y aurait-il un homme allantselon le vent et forgeant le mensonge…”.

43 In una delle interpretazioni, diciamo così, peculiari del loro commentario, Andersen-Freed-man, sulla base dell’uso di dAjAy nei rotoli di Qumran illustrato da S. Talmon, intendono anche quiil termine come sostantivo, lo analizzano “as the second object or object complement” (pp. 338-339) e traducono: “a community I will make him” (p. 332). Ma questa analisi non sembra affi-dabile, soprattutto in base della sequenza del v. 12, Psa, Xbq e dAjAy + Myc, che si ritrova, in partealmeno, in Dt 33,5b, come ho mostrato anni fa (p. 25).

44 Cf. Keil, 447-448; Taylor, The Massoretic Text, 70-72; Un profeta tra oppressori e oppres-si, 25.126-127. Per altre opinioni cf. McKane, 87-89; Kessler, 136-137; Andersen-Freedman, 339.

45 Waltke, 131.135-136, preferisce invece intendere NIm come privativo: “with no man [to ca-re for them]”.

46 Keil, 446-447, rimanda a Os 2,2 (meglio sarebbe 2,1-2, salvezza/raduno, rispetto a 1,9, ri-fiuto del popolo da parte di Dio; cf. il mio articolo “Osea 1-3. Composizione e senso”, § 4), e al-tri testi, sempre di Osea: 6,1 e 11,9. Per l’autore, p. 447, il problema è, a meno di ritenere che ivv. 12-13 sono aggiunta, capire come si possa intendere il raduno, che suppone un esilio, e anchela moltiplicazione del resto di Giacobbe/Israele (cf. Ger 31,10: raduno come un pastore). Si vedaun’esposizione delle varie opinioni in Waltke, 138-143.

47 Tra i commentatori recenti, Andersen-Freedman, 341-343, rispettano il valore delle forme

Il libro del profeta Michea 111

I verbi del v. 13 sono forme di passato e vanno interpretate di conseguenza48.Ritengo poi che il terzo stico del v. 13 sia da leggere in parallelismo diretto coni due stichi precedenti: “colui che apre la breccia”, cioè Dio (cf. § 1.5.1), pre-cede il resto dei radunati, ma sono essi stessi che “aprirono una breccia e pas-sarono”; “la porta” è oggetto del verbo …wx√rDÚp e lo specifica, e “passarono” equi-vale a “uscirono per essa”.

(3,1-4) Il wayyiqtol rAmOaÎw è di per sé forma di continuazione: di che cosa qui?Precede il detto di condanna per i potenti oppressori (2,1-5), poi la contrappo-sizione Michea-falsi profeti riguardo al dire la verità, anche scomoda, al popo-lo (2,6-11). A questi due temi collegati segue, improvviso, un annuncio di sal-vezza in cui risuona prima la voce di Dio (che in 2,12 parla in prima persona),poi di Dio e/o del profeta (di Dio si parla in terza persona in 2,13). In questocontesto, la forma di continuazione “e perciò io dissi” significa che il profetasente il dovere di continuare il suo compito, che è spiegare più ampiamente i te-mi del c. 2 (a differenza dei falsi profeti che invece vengono smentiti dal Signorestesso; cf. infra, 3,6-7 falsi profeti vs. 3,8 “io invece…”). E infatti, come ho ac-cennato all’inizio, Michea approfondisce prima il tema della condanna e dellacontrapposizione con i falsi profeti (c. 3), poi quello della salvezza (cc. 4-5). Iltutto (cc. 2-5) si colloca all’interno di un “processo di alleanza” che include un“lamento del profeta” e una “liturgia profetica” alla fine (cc. 1 // 6-7).

I personaggi che segnano la dinamica del testo sono “io” (v. 1), “il Signore”(v. 5) e di nuovo “io” (v. 8).

Per il valore temporale dei participi yEa◊nOc + yEbShOa◊w // yEl◊zO…g (v. 2), che specifi-cano l’accusa contro i “capi di Giacobbe // principi della Casa di Israele”, e di …wlVkDa rRvSaÅw (v. 3), cf. infra, § 1.5.1.

Il costrutto waw-x-qatal (…wlVkDa rRvSaÅw) del v. 3 è continuato da due costruzio-ni che presentano informazioni non semplicemente coordinate alla prima (cosìsarebbe se fossero enunciate con wayyiqtol, come avviene nel terzo e quarto sti-co di 2,13) ma parallele, anch’esse di tipo waw-x-qatal, le quali pongono unacerta enfasi sull’elemento nominale ‘x’ che precede il verbo e si bilanciano tra

verbali, con il passaggio che ne segue dal futuro nel v. 12 al passato nel v. 13, e anche sostengo-no che i due versetti possano essere di Michea, ma non capisco come li intendano concretamen-te. Da parte sua, Sweeney, The Twelve Prophets, 365-366, sostiene che i vv. 12-13, generalmen-te ritenuti un annuncio positivo di ritorno, indicano invece la conduzione in esilio da parte di Sen-nacherib a seguito della campagna del 701 a.C. (cf. nota 31).

48 Non vanno tradotte al futuro, come feci anni fa (p. 26). Rashi intende i verbi del v. 13 alpassato e ritiene che “colui che apre la breccia” sia il loro salvatore che apre la strada verso la li-berazione, e questo salvatore sarebbe Elia (cf. Mal 3,23-34). Al contrario, per Redak il raduno ri-guarda i cittadini spaventati che si rifugiano nelle città fortificate; colui che apre la breccia è Se-decia che lasciò Gerusalemme per una fenditura nella porta (2 Re 25,4; cf. Ez 12,12) e passò da-vanti all’esercito; il Signore/la Shechinah li lasciò ed essi andarono in esilio. Questo però non siaccorda con l’interpretazione tradizionale giudaica (Mikraoth Gedoloth, 209).

112 Alviero Niccacci

loro. Ho reso questa sfumatura inserendo un pronome di ripresa: “la loro pelleda sopra di loro l’hanno staccata / e le loro ossa le hanno spezzate”.

Il weqatal che segue non è coordinato ai tre costrutti waw-x-qatal che prece-dono ma li specifica svolgendo funzione descrittiva: “le tagliavano…”, che po-trebbe anche essere reso come “tagliandole49 come ciò che è nel caldaio50”.

Nei vv. 2-3 si verifica il fenomeno detto “esplicitazione ritardata”, nel sen-so che il riferimento dei pronomi “la loro pelle da sopra di essi / e la loro carnedalle loro ossa” diventa esplicito nello stico successivo: “la carne del mio po-polo”51. Si denunciano dunque, con linguaggio antropofago, violenze contro lecategorie deboli di Israele, chiamate appunto “il mio popolo”.

Il v. 4 presenta un brusco cambio di forme verbali: da zDa + yiqtol nel primostico, a aøl◊w + yiqtol indicativo, che è il corrispondente negativo di weqatal e per-ciò costrutto coordinato al precedente; segue un weyiqtol, che è forma volitivae perciò non è coordinata ai costrutti indicativi che precedono ma esprime undesiderio del profeta, il quale sembra quasi voler rafforzare la reazione di Dio(“anzi nasconda il suo volto…)52. Troviamo infine una forma di passato che è

49 L’analisi di 3,2-3 che ho presentato nella mia recensione del commentario di Wolff (cf. LA32 [1982] 543-545) è valida per quanto riguarda la struttura poetica delle frasi, ma va rivista perquanto riguarda il valore delle forme verbali. Nel corso degli anni mi sono convinto che il cosid-detto waw di coordinazione davanti alle forme verbali finite non esiste nell’ebraico classico, e cre-do neanche nell’ebraico di Qumran, nonostante l’opinione comune delle grammatiche tradiziona-li. Si vedano le mie recensioni di W. Groß - H. Irsigler - Th. Seidl, Text, Methode und Grammatik.Wolfgang Richter zum 65. Geburtstag, St. Ottilien 1991, in LA 44 (1994) 667-693, spec. pp. 686-692, e di Z. Zevit, The Anterior Construction in Classical Hebrew, Atlanta, Georgia, 1998, in LA49 (1999) 507-525, spec. pp. 521-522. In effetti la forma di continuazione coordinata di (x-) qatalè wayyiqtol, non weqatal; weqatal è invece la forma di continuazione coordinata di (waw-) x-yiqtol indicativo, mentre la forma di continuazione coordinata di (x-) yiqtol iussivo è weyiqtol. Sipuò consultare la mia The Syntax of the Verb in Classical Hebrew Prose, Sheffield 1990, capp. 5-6.

50 I commentatori per lo più correggono rRvSaA;k in ravk “come la ciccia”, in parallelismo conrDcDbVk…w “come carne”, seguendo la LXX (cf. Taylor, The Massoretic Text, 78; Barthélemy, Cri-tique textuelle de l’Ancien Testament, 741-742; McKane, 98; Andersen-Freedman, 347; Waltke,150). Diversamente Kessler, 145, pur notando la possibilità della correzione, analizza ravk co-me una congiunzione e traduce: “wie im Topf”, come già Keil, 450: “as if in the pot”. In realtà,mi sembra evidente che il testo masoretico è comprensibile come sta: ryI;sA;b rRvSaA;k può ben signi-ficare “come ciò che è nel caldaio”, parallelo a tAjD;låq JKwøtV;b rDcDbVk…w “e come carne dentro un pento-la” che lo specifica. Ciò significa che la particella rRvSa funge da pronome, come molte volte ac-cade anche in Michea (cf. 3,5; 4,6; 5,6.7, ecc.), preceduto dalla congiunzione k, piuttosto che dasemplice congiunzione rRvSaA;k, come nel v. 4. Un caso simile è Is 24,2, in cui hRvO…nA;k “come coluiche dà un prestito” è unito e parallelo a wøb aRvOn rRvSaA;k “così colui che prende in prestito da lui”.

51 Così giustamente Kessler, 146, e anche Andersen-Freedman, 345, mentre McKane, 96-97,corregge il testo come fanno altri autori.

52 Benché sia la LXX che la Vulgata intendano il weyiqtol come coordinato al precedente yiqtol indicativo, giustamente Keil, 450-451, lo intende come volitivo e traduce: “and let Him hi-de His face”; poi commenta: “The prophet continues the announcement of the punishment in theform of a desire”. I commentatori moderni traducono chi al presente (McKane, 103), chi al futu-ro semplice (cf. Kessler, 145; Waltke, 144), chi al passato senza tener conto della vocalizzazione

Il libro del profeta Michea 113

collegata alla precedente forma volitiva e ne dà la motivazione (la malvagità deicapi).

Benché il costrutto zDa + yiqtol sia attestato nella narrazione in riferimento alpassato (cf. Es 15,1; Gs 8,30; 10,12, ecc.), qui è legato all’asse del futuro ed èspecificato da ayIhAh tEoD;b, un’espressione che per lo più riguarda appunto il futu-ro (cf. Is 18,7; 20,2; 39,1, ecc.). Quanto al senso, il grido al Signore sembra pre-supporre un castigo, che qui però non è nominato, mentre è già stato annuncia-to in 2,3.5.10 e diventa esplicito in 3,12, alla fine della unità parallela (a’).

(3,5-8) Il messaggio di Dio ai falsi profeti contiene accuse che legano insie-me l’asse del presente (participi) e quello del futuro (weqatal e waw-x-yiqtol;cf. § 1.5.1).

Le costruzioni parallele MRhy´…nIvV;b MyIkVvO…nAh e MRhyIÚp_lAo NE;tˆy_aøl rRvSaÅw sono due sin-tagmi nominali con funzione di casus pendens, o protasi, mentre i due weqatal…wa√r∂q◊w e …wv√;dIq◊w costituiscono la proposizione principale, o apodosi53. Insieme, idue sintagmi specificano il complemento preposizionale MyIayIb◊…nAh_lAo che prece-de; lett. “che quelli-che-morderanno… + proclameranno pace / mentre chi-non-porrà… + santificheranno contro di lui la guerra”, e quindi: “che se morderan-no… / mentre se uno non porrà sulla loro bocca”, oppure: “secondo la loro ri-chiesta” (v. 5). La frase “santificare la guerra” (cf. Ger 6,4; Gl 4,9) significa giu-stificare la violenza contro qualcuno, o invocarla dal Signore.

Nel v. 6, le due espressioni preposizionali NwøzDjEm e MOsV;qIm significano “a causadella visione” e “a causa della divinazione”, anche se potrebbero significare“senza visione / senza divinazione” (con min privativo). Infatti, con le loro vi-sioni e divinazioni, dice Dio, i falsi profeti “hanno sviato il mio popolo” (v. 5);perciò “i visionari (MyˆzOjAh) saranno svergognati, / gli indovini (MyImVsO;qAh) dovran-no arrossire / e tutti si copriranno la barba” in segno di lamento o di lutto (cf. Lv13,45; Ez 24,17.22), “perché non ci sarà risposta di Dio” (v. 7; cf. v. 4b), e quin-di sarà manifesto che sono falsi profeti.

Sono state segnalate somiglianze tra le auto-affermazioni del profeta che invi-ta ad ascoltare il suo messaggio (“io invece… / con… diritto e potenza”, v. 8) equelle della Sapienza personificata (Pro 8), la quale pure invita ad ascoltare (…woVmIv,8,6.32), insiste sulla eccellenza dell’“io” che parla (8,12.14.27) e delle sue qualitàeccellenti, tra cui la “potenza” (h∂r…wb◊…g, 8,13) e la “giustizia” (fDÚpVvIm, 8,20). Questo

masoretica (cf. Andersen-Freedman, 347.356). Al riguardo desidero sottolineare che, qualora sipreferisca cambiare la lettura del testo ebraico sulla base delle versioni antiche (le congetture disolito non hanno base solida e sono da evitare), bisogna comunque tener conto della vocalizza-zione dei Masoreti e cercare di capire il senso da loro inteso, dato che vediamo sempre meglioche il loro non fu un lavoro di incompetenti, al contrario, e fissò un tipo di lettura del testo cheera tradizionale.

53 Così anche Kessler, 152, Andersen-Freedman, 362, e Waltke, 159-160. Invece la traduzio-ne di McKane, 109, è una parafrasi.

114 Alviero Niccacci

suggerisce che Michea fosse familiare con l’ambiente sapienziale (cf. p. 121; e in-fra, 6,8-9 e 7,2). Tanto più che egli doveva essere uno degli “anziani di Moreshet”e quindi un rappresentante della sapienza tribale54. Infatti “alcuni degli anziani delpaese” citarono le sue parole che annunciarono la distruzione di Gerusalemme altempo di Ezechia, allo scopo di difendere Geremia dai “sacerdoti” e dai “profeti”che volevano metterlo a morte per un annuncio analogo (cf. infra, 3,12).

Anni fa ho proposto che l’espressione (hÎwh◊y) Aj…wr_tRa sia nomen regens dei duetermini che seguono: “lo spirito del Signore, / (spirito di) diritto e (di) potenza”,come è esplicito in Is 11,2 e 28,6 e come intende la LXX: e˙n pneu/mati kuri÷oukai« kri÷matoß kai« dunastei÷aß “nello spirito del Signore e (nello spirito) di di-ritto e di potenza” (cf. p. 122). È degna di nota anche la somiglianza del linguag-gio di Michea con quello di Isaia riguardo al futuro re ideale del popolo: Mic3,8a-c (spirito sul profeta) // Is 11,2 (spirito sul futuro Re Messia), e Mic 3,8d-e(spirito per rimproverare il popolo) // Is 28,5-6 (spirito per guidare il popolo).

(3,9-12) Questa unità (a2) è parallela a 3,1-4 (a1) e la completa. Enuncia lacondanna che nel v. 4 non è indicata ma è supposta dal fatto che “allora gride-ranno al Signore”. Inoltre specifica chi sono le persone a cui è rivolto l’invito“ascoltate” (v. 9). Infatti questo invito del profeta riprende quello iniziale (v. 1)quasi con le stesse parole e si rivolge alle medesime categorie, che qui vengo-no specificate. Esse sono:

• i “capi della Casa di Giacobbe // e principi della Casa di Israele”, cioè i ca-pi civili della nazione intera, almeno idealmente riunita dopo l’afflusso aGerusalemme dei rifugiati del Nord (cf. infra, § 1.7.1 e nota 121); invecedi “conoscere il diritto”, sia in teoria che in pratica, come dovrebbero (v.1), essi – accusa il profeta – “aborriscono il diritto // e ogni rettitudine(sempre) distorceranno” (v. 9; con merismo dal presente (participio) al fu-turo (waw-x-yiqtol; cf. § 1.5.1, per le dinamiche temporali del brano);

• “colui che costruisce Sion sul sangue / e Gerusalemme sulla iniquità” (v.10), con passaggio dal plurale (v. 9) al singolare (cf. infra);

• ritorna il plurale, “i suoi (‘i cui’) capi” (v. 11a; cf. v. 9), dei quali si dice poiche “per tangente giudicheranno” (v. 11a), e quindi si intendono i giudici;

• altra categoria di “capi”: “i suoi sacerdoti” che “a pagamento insegneran-no” (v. 11b) le prescrizioni della Legge, che invece dovrebbero insegnaregratuitamente (Lv 10,11; Dt 17,11; 33,10; cf. Keil, 454);

54 Pace Andersen-Freedman, 198.254, secondo i quali non ci sarebbe terminologia tecnica sa-pienziale in Michea e su questa base affermano che in 6,8, un versetto dove risuona il linguaggiodei saggi (cf. infra, § 1.7), il termine M∂dDa potrebbe indicare Adamo piuttosto che “uomo” in ge-nerale (cf. infra, nota 106). Non credo proprio che la terminologia rispecchi “the language of warand represents the prophet as brave, as capable of confronting redoubtable adversaries”, comepropone Waltke, 167, seguendo B. Renaud.

Il libro del profeta Michea 115

• altra categoria ancora: “i suoi profeti per denaro faranno divinazione” (v.11c).

Sono dunque le guide civili e religiose di Israele: capi/principi che fanno ilcontrario del diritto/rettitudine (v. 9); colui che costruisce Sion/Gerusalemmesul sangue/iniquità (v. 10); i giudici/sacerdoti/profeti che esercitano a paga-mento (v. 11), il che richiama quello che il v. 5 dice dei “profeti che sviano ilmio popolo, / che se morderanno con i loro denti, proclameranno pace, / men-tre se uno non darà sulla loro bocca, / santificheranno contro di lui la guerra”.Nonostante queste violenze, le varie categorie ostentano fiducia: “Non è forseil Signore in mezzo a noi? / Non verrà su di noi alcun male!” (v. 11d-f), appli-cando a un contesto di illegalità il teologumeno della grazia, invece che quellodella condanna (cf. pp. 116-118). Una frase simile si legge in Dt 31,17, doveperò Dio annuncia a Mosè che il popolo, di fronte al castigo, riconoscerà cor-rettamente: “Non è perché il mio Dio non è in mezzo a me (yI;b√rIqV;b yAhølTa NyEa_yI;k lAo)che mi hanno raggiunto questi mali?”.

Nell’accusa il profeta passa dall’appello diretto mediante un imperativo diseconda persona plurale (v. 9a), a un participio plurale con articolo (v. 9c) pa-rallelo a un costrutto waw-x-yiqtol di terza persona plurale (v. 9d), il che fa pen-sare che anche il participio sia da rendere alla terza persona: “essi che aborri-scono il diritto / e ogni rettitudine (sempre) distorceranno”. Il profeta passa poia un participio singolare (“colui che costruisce”, v. 10a), il che potrebbe ancheriferirsi alla medesima categoria dei “capi / principi”, passando cioè dal plura-le (tutti) al singolare (ciascuno), come in 2,9, in cui da “le mogli del mio popo-lo” si passa a “(ciascuna) dalla causa della sua delizia”. Qui però è probabile unriferimento implicito al re Ezechia e alla sua attività edilizia55.

Sarà tutta la città a subire le conseguenze della malvagità dei suoi capi (v.12a): poiché è costruita sul sangue e sull’iniquità (v. 10), “Sion come un cam-po sarà arata, / Gerusalemme rovine diventerà / e il Monte del Tempio alture diforesta” (v. 12b-d)56. La città diventerà perciò terra arabile, cosparsa di rovine,e il Monte Sion una foresta (cf. distruzione di Samaria in 1,6; § 1.4).

55 Cf. p. 47, nota 7. In modo simile interpretano McKane, 112-113, e Kessler, 163. InveceKeil, 454, intende il singolare come collettivo, in apposizione al plurale che precede e affermache i capi in realtà non lavorano per costruire ma per distruggere la città (e rimanda al v. 12); inmodo simile Waltke, 178-179. Andersen-Freedman, 382-383, riferiscono anch’essi l’accusa alcostruttore di Gerusalemme, non però ad Ezechia ma ad Ahaz, perché intendono costruire “sulsangue” in riferimento ai sacrifici umani di fondazione, benché questo di Ahaz non sia detto espli-citamente nella Bibbia.

56 Il termine “alture” è twømD;b, che può evocare gli “alti luoghi (twømD;b) di Giuda” (1,5; cf. An-dersen-Freedman, 385, e Waltke, 183-184), ma può anche indicare semplicemente “le alture(yEtwømD;b) della terra” su cui Dio camminerà” (1,3).

116 Alviero Niccacci

Come ho accennato sopra, l’annuncio della distruzione del Monte Sion e delTempio è riportato alla lettera, facendo anche il nome del profeta, in Ger 26.Questo testo illustra un momento critico della vita di Geremia, quando i sacer-doti e i profeti volevano metterlo a morte perché aveva predetto la distruzionedel Tempio a nome di Dio (26,8). Allora, prosegue il racconto, “i capi di Giu-da” (h∂d…wh◊y yérDc) salirono dalla reggia al Tempio e così si iniziò in pratica un giu-dizio pubblico, presente tutto il popolo. I sacerdoti e i profeti accusavano, maGeremia fu difeso da “alcuni degli anziani del paese” (X®rDaDh y´nVqΩzIm MyIvÎnSa) i qua-li affermarono:

h∂d…wh◊y_JKRlRm …whÎ¥yIq◊zIj yEmyI;b aD;bˆn hÎyDh yI;tVvårwø;mAh hyDkyIm

26,18 Michea il Morashtita fu profetaal tempo di Ezechia, re di Giuda.rOmaEl h∂d…wh◊y MAo_lD;k_lRa rRmaø¥yÅw Egli disse a tutto il popolo di Giuda:twøaDbVx hÎwh◊y rAmDa_hO;k “Così ha detto il Signore degli Eserciti:vérDjEt h®dDc Nwø¥yIx Sion come un campo sarà arata,h‰yVhI;t Myˆ¥yIo MyAlDv…wryˆw Gerusalemme rovine diventeràrAoÎy twømDbVl tyA;bAh rAh◊w e il Monte del Tempio alture di foresta”.h∂d…wh◊y_lDk◊w h∂d…wh◊y_JKRlRm …whÎ¥yIq◊zIj …whUtImTh tEmDhRh

26,19 Forse che lo uccisero Ezechia, re diGiuda, e tutto Giuda?hÎwh◊y y´nVÚp_tRa lAj◊yÅw hÎwh◊y_tRa aérÎy aølSh Forse che (il re) non temette il Signore e supplicòil volto del SignoreMRhyElSo rR;bî;d_rRvSa hDo∂rDh_lRa hÎwh◊y MRjÎ…nˆ¥yÅw ed Egli si pentì del male che aveva detto con-tro di loro?…wnyEtwøvVpÅn_lAo hDlwød◊g hDo∂r MyIcOo …wnVjÅnSaÅw Noi invece stiamo facendo un grande male allenostre anime!

1.5.1. Dinamiche temporali dei cc. 2-3

In sintesi, la teoria sintattica dell’ebraico da me proposta è la seguente57:

• La proposizione senza verbo finito, spesso con participio, ha come asseproprio quello del presente (livello principale), ma può anche essere lega-ta all’asse del passato e del futuro e allora indica contemporaneità all’as-se dominante (sfondo) e nella traduzione si rende, rispettivamente, conl’imperfetto e con il futuro;

• lo yiqtol, con la sua forma coordinata di continuazione il weqatal, ha comeasse temporale proprio è quello del futuro (livello principale), e allora in-dica una previsione, annuncia ciò che accadrà e si rende con il futuro sem-plice; ma può anche essere legato all’asse del passato e allora indica ripe-tizione o descrizione (sfondo) e si rende con l’imperfetto;

57 Qui riassumo e anche modifico in parte la teoria proposta in The Syntax of the Verb in Clas-sical Hebrew Prose, spec. la sintesi del cap. 9.

Il libro del profeta Michea 117

• va segnalato un uso particolare dello yiqtol per indicare un comporta-mento che ‘sempre sarà’ in un certo modo. In questa funzione lo yiqtol puòessere collegato a una proposizione nominale semplice indicante il pre-sente (‘così è’ e ‘così sempre sarà’) o anche a una forma di passato, qatalo wayyiqtol (‘così è stato’ nel passato e ‘così sarà’ nel futuro). Questo usoè comprensibile in base alla figura retorica del merismo, che è un modo diesprimere la totalità indicando gli estremi (es. cielo-terra, bene-male,ecc.); in questo caso, legando insieme assi temporali diversi, appunto pre-sente-futuro oppure passato-futuro;

• il qatal, con la sua forma coordinata di continuazione il wayyiqtol, si rife-risce all’asse del passato (livello principale); quanto all’aspetto indicaun’azione unica; solo in casi piuttosto rari si trova legato all’asse del futu-ro e allora indica futuro anteriore (sfondo).

Delineare le dinamiche temporali di un testo, in particolare poetico, è di fon-damentale importanza per individuare la prospettiva dell’autore e quindi arri-vare, per quanto possibile, al senso del testo58. Concretamente in Mic 2 le dina-miche temporali si possono delineare come segue59:

• Nei vv. 1-2 troviamo due participi, poi un costrutto x-yiqtol (v. 1) e tre we-

qatal (v. 2). Dato che non c’è nel testo nessun segnale che leghi l’accusaall’asse del passato (vedi infra), direi che ogni costrutto conserva il suo va-lore normale, cioè: participi = presente, yiqtol e weqatal = futuro. In que-sto modo si produce un merismo di tipo presente-futuro, come dire chequello che fanno ora faranno anche nel futuro. In questo modo si com-prendono anche i tre yiqtol del v. 4 (ryImÎy, vyImÎy, qE;lAj◊y), che citano un “la-mento passato” (cf. i qatal rAmDa e …wnü;dAv◊n) ma riflettono la situazione del tem-po; citano infatti le parole degli oppressi: ‘Come possono accadere fattidel genere?’ (cf. infra).

• Gli yiqtol e le corrispondenti forme negative aøl ( ◊w) + yiqtol dei vv. 3-4 so-no legati all’asse del futuro essendo parte dell’annuncio del profeta. Cosìanche i costrutti x-yiqtol del v. 12.

58 Nel mio articolo “The Biblical Hebrew Verbal System in Poetry”, in S.E. Fassberg - A.Hurvitz (edd.), Biblical Hebrew in Its orthwest Semitic Setting. Typological and Historical Per-spectives, Jerusalem - Winona Lake, Indiana 2006, 247-268, ho indicato la mia posizione più re-cente sul valore delle forme verbali e altre strutture grammaticali della poesia. In effetti, siccomenella poesia i parlanti, le sequenze locali e temporali per lo più non sono indicate, una corretta va-lutazione delle forme verbali e degli altri elementi linguistici è fondamentale allo scopo di com-prendere le dinamiche e la prospettiva precisa della comunicazione.

59 A questo riguardo sono necessarie alcune modifiche rispetto all’analisi che proposi anni fa,in particolare per quanto riguarda 2,8-9 (pp. 18.21) e 2,13 (p. 26). Riguardo al v. 13 avevo nota-to il passaggio brusco da yiqtol a qatal e wayyiqtol ma in pratica poi non ne tenni conto (cf. in-fra).

118 Alviero Niccacci

• Sono invece legati all’asse del passato e vanno tradotti con l’imperfetto gliyiqtol dei vv. 8-9, in cui il profeta lancia delle accuse che riguardano l…wmVtRa

“ieri” e denuncia quindi il comportamento passato abituale dei potenti neiconfronti dei deboli. Si riferisce al passato anche il weqatal di 3,3 (…wc√rDp…w,tradotto “tagliandole”; cf. § 1.5).

• Dal punto di vista dello sviluppo del pensiero, weqatal indica continua-zione mentre (waw-) x-yiqtol indica, come nella prosa, sfondo (precisa-zione, contrapposizione, o enfasi sull’elemento ‘x’). Ad esempio nel la-mento del v. 4 troviamo una serie di x-yiqtol, e quindi una serie di propo-sizioni parallele tra loro – non coordinate, una in continuazione dell’altra,come sarebbe con weqatal – ognuna delle quali pone in rilievo l’elemento‘x’ iniziale. Uno degli elementi ‘x’ è la particella interrogativa JKyEa “co-me?” che per sua natura è l’elemento importante/nuovo della frase e quin-di il predicato sintattico60.

• Come atteso, i qatal sono usati per evocare situazioni passate; ad esempionel v. 3: hÎwh◊y rAmDa hO;k “così ha detto il Signore”61, e nel v. 4: rAmDa “si disse”,…wnü;dAv◊n “siamo stati rovinati”.

• Il problema maggiore riguardante il qatal e la sua forma coordinata di con-tinuazione wayyiqtol si presenta nel v. 13, dove si passa bruscamente dal-l’asse del futuro – annuncio di salvezza con quattro x-yiqtol nel v. 12 (ilquarto costrutto comprende gli stichi d-e; cf. § 1.5) – all’asse del passato,con due qatal e tre wayyiqtol coordinati. A differenza di quanto pensavonel passato, credo che la collocazione temporale del v. 13 è chiaramente ilpassato; restano però validi i collegamenti che avevo individuato conl’ideologia della “guerra santa”, specificamente con il Signore che “apre labreccia” e Giosuè alla guida del popolo durante l’insediamento nella terra,e con la guerra di liberazione di David contro i Filistei62. Allora però il rap-porto tra promessa di raduno e azione militare va interpretato alla luce del-la dinamica futuro-passato. L’azione militare del passato sarà da intende-re, cioè, come la base che incoraggia a sperare nella salvezza futura e an-

60 Cf. il mo articolo “Types and Functions of the Nominal Sentence”, in C.L. Miller (ed.), TheVerbless Clause in Biblical Hebrew. Linguistics Approaches, Winona Lake, IN 1999, 215-248,spec. § 2.2.

61 Contrariamente alla tendenza normale, non c’è ragione di tradurre la “formula del messag-gero” al presente, “così dice il Signore”. Infatti il verbo riflette la situazione del profeta che tra-smette al popolo un messaggio che il Signore gli ha comunicato in un passato più o meno recen-te; cf. J. Krispenz, “Grammatik und Theologie in der Botenformel”, ZAH 11 (1998) 133-139. Delresto, quando l’autore vuole indicare un riferimento temporale diverso, usa forme verbali adatteper il presente (cf. Mic 6,1: rEmOa hÎwh◊y_rRvSa tEa aÎn_…woVmIv “ascoltate dunque quello che il Signore di-ce”) o per il futuro (cf. Is 1,11 hÎwh◊y rAmaøy “dirà il Signore”; cf. 1,18; 33,10; 40,1; 41,21; 66,9).

62 Cf. pp. 125-131. Rispetto a quello che scrissi anni fa, si deve correggere la traduzione delv. 13 al futuro (p. 26) e anche il modo di intendere la sequenza raduno e azione militare nel v. 12.

Il libro del profeta Michea 119

che come il modello della salvezza stessa. Mediante un’operazione analo-ga a quella del passato, Dio aprirà la breccia, sarà cioè l’artefice primo del-la liberazione, accanto al re guida umana del popolo salvato (cf. § 1.6.2).

Ed ecco come propongo di valutare le dinamiche temporali di Mic 3:

• Nei vv. 2-3 troviamo due participi, poi tre costrutti (waw-) x-qatal seguitida un weqatal, per cui si delinea il passaggio dall’asse temporale del pre-sente, rappresentato dai participi (livello principale), a quello del passato,rappresentato dai qatal; anche il weqatal è legato al passato ed è specifica-zione dello stesso fatto (sfondo).

• Nel v. 5 troviamo due participi, poi un waw-x-yiqtol continuato da un we-

qatal, senza alcun segnale che indichi un asse temporale diverso da quel-lo proprio dei due costrutti, per cui si delinea una situazione simile a quel-la di 2,1-2: ogni costrutto è legato al suo proprio asse temporale e quindisi verifica un merismo di tipo presente-futuro.

• Nei vv. 9-11 troviamo un participio seguito da due waw-x-yiqtol (v. 9),poi di nuovo un participio (v. 10) seguito da quattro (waw-) x-yiqtol (v. 11,lasciando da parte gli ultimi due stichi che contengono un discorso diret-to degli accusati). In assenza di segnali in senso diverso, direi che anchequi ogni costrutto è legato all’asse temporale suo proprio e quindi si veri-fica due volte un merismo di tipo presente-futuro (cf. 2,1-2 e 3,5).

• Sono legati all’asse del futuro e vanno tradotti di conseguenza anche gliyiqtol che annunciano una condanna (vv. 6-7 e v. 12). E anche le proposi-zioni senza verbo finito legate al medesimo asse temporale vanno tradot-te al futuro: “notte a voi… / e oscurità a voi”, significherà ‘avrete la not-te… / avrete l’oscurità’ (v. 6).

1.6. Commento filologico dei cc. 4-5

(4,1-5) È noto che questo passo compare quasi alla lettera in Is 2,2-463. Benchél’oracolo sia quasi identico, l’uso che i due profeti ne fanno è abbastanza diver-so. Lo si vede dalla conclusione (Mic 4,5 e Is 2,5). In Michea le parole dei po-poli venuti a Sion (e anche di Israele) sono continuazione di ciò che precede eindicano un proposito: “noi cammineremo nel nome del Signore”; in Isaia in-

63 Si veda, tra gli altri, G. Stansell, Micah and Isaiah. A Form and Tradition, Historical Com-parison, Atlanta 1988, il quale però limita la sua ricerca a Mic 1-3 e perciò giunge a conclusioniparziali; afferma ad esempio che Isaia proclama salvezza per il popolo mentre Michea proclamagiudizio. La venuta dei popoli a Dio in Sion è annunciata anche in Zc 2,15 (adesione a Dio, sen-za però l’andata a Sion); 8,20-23; Ger 16,19-21; 31,6 (con linguaggio simile).

120 Alviero Niccacci

vece si tratta di un invito del profeta alla Casa di Giacobbe: “venite/andate, cam-miniamo nella luce del Signore”, un invito non collegato a ciò che precede (co-me indica la chiusura della parashah alla fine v. 4) ma a ciò che segue. È quin-di un’esortazione a correggere il comportamento peccaminoso descritto nel se-guito del capitolo (e forse fino a 4,1).

Inoltre, rispetto a Isaia, Michea ha in più il v. 4: “e abiteranno (oppure ‘sie-deranno’, …wbVvÎy◊w) ciascuno sotto la sua vite / e sotto il suo fico senza che alcunoli spaventi”, una frase che delinea una situazione di pace e tranquillità64. Essaha un parallelo significativo in 5,3 dove, utilizzando la terminologia pastorale,si afferma che il futuro re ideale “starà in piedi (dAmDo◊w) e pascerà con la forza delSignore”, e quindi assumerà l’atteggiamento del pastore responsabile, che ve-glia sul gregge, mentre il popolo, chiamato “il resto dei suoi fratelli” (5,2), “abi-teranno/siederanno” (…wbDvÎy◊w). Credo che questo sia un elemento importante peraffermare che 4,1-5 si accorda bene con il pensiero e con il linguaggio di Mi-chea e perciò non sembra appropriato ritenerlo una composizione precedenteadottata sia da lui che da Isaia (cf. pp. 148-149)65.

Lo yiqtol …wkVl´y (4,5) può essere inteso come volitivo (“camminino pure”), op-pure come indicativo (“cammineranno”), in quanto, il sintagma MyI;mAoDh_lD;k cheprecede può essere analizzato come elemento extraposto (casus pendens), esat-tamente come il parallelo che segue, …wnVjÅnSaÅw + JKEl´n; cioè: “poiché (quanto a) tuttii popoli, / camminino pure (oppure: ‘cammineranno’), ciascuno nel nome deisuoi dèi, / ma (quanto a) noi, vogliamo camminare (oppure: ‘cammineremo’)nel nome del Signore nostro Dio”.

(4,6-7) Dal punto di vista della composizione, a…whAh Mwø¥yA;b riprendel’espressione iniziale MyImÎ¥yAh tyîrSjAaV;b hÎyDh◊w (v. 1) e continua l’annuncio del futuro.Inoltre le due unità (4,1-5 e 4,6-7) terminano in modo analogo: dRoÎw MDlwøoVl, rife-rito al proposito dei popoli di camminare nel nome del Signore, eMDlwøo_dAo◊w hD;tAoEm, detto del regno di Dio su Israele radunata, ambedue sul MonteSion. Si delinea dunque un profondo collegamento tra le due unità (cf. infra).

64 È noto che l’espressione “sotto la sua vite / fico” si ritrova in molti passi come simbolo dipace e di prosperità: cf. 1 Re 5,5; 2 Re 18,31 // Is 36,16; Ger 5,17; Zc 3,10. Vite e fico sono tra iprodotti della terra promessa (Dt 8,8), distrutti da Dio per punizione (Ger 8,13; Os 2,12; Ab 3,17;Sal 105,33) o dai nemici (Gl 1,7.12), resi di nuovo fruttuosi da Dio (Gl 2,22; Ag 2,19), segno dirinascita della vita stagionale e dell’amore (Ct 2,13).

65 Le opinioni al riguardo sono diverse. McKane, 124, ritiene che ambedue i passi, di Micheae di Isaia, siano post-esilici, il che è sostenuto anche da Kessler, 179-183. Da parte loro, Ander-sen-Freedman, 423-425, elencano sette possibilità e alla fine sembrano preferire quella che ritie-ne che il passo non sia né di Isaia né di Michea, ma piuttosto una composizione anonima, post-esilica, incorporata indipendentemente nelle due raccolte profetiche che erano aperte a revisione.In seguito poi (p. 435) affermano che i passi che annunciano salvezza non sono necessariamentepost-esilici, per cui la loro posizione mi pare, qui come altrove, non ben definita. Anche la di-scussione di Waltke, 213-220, non porta a una conclusione precisa.

Il libro del profeta Michea 121

Una fraseologia molto simile a 4,6-7 ricorre in Sof 3,19-20. Forse Sof 3,19riprende da Michea l’espressione “la (pecora) slogata / la scacciata radunerò”(hDoElO…xAh_tRa / XE;båqSa hDj∂;d…nAh◊w) e la sviluppa in senso parallelo, sottolineando l’onoreche la riconduzione procurerà agli esiliati davanti a tutti i popoli che la vedran-no. In più, Michea collega la riconduzione alla regalità di Dio (4,7) e poi a quel-la del futuro re-pastore (4,8).

Di per sé non è chiaro che si tratti di terminologia pastorale, che cioè gli ag-gettivi femminili ‘slogata/scacciata/punita’ da Dio siano da intendere come ri-feriti alle pecore, dato che il femminile si trova utilizzato altrove per la popola-zione (cf. ad esempio 1,13-16). Ora il riferimento al popolo è evidente, ma cre-do che esso passi attraverso la metafora pastorale; e questo a motivo del paral-lelismo con il raduno di 2,12, che evoca esplicitamente l’immagine del gregge,e anche per la somiglianza con Ez 34,4.16, che presenta una serie di attributifemminili chiaramente riferiti alle pecore, in particolare tAjå;d…nAh “la scacciata”(34,16b; cf. Mic 4,6c)66. Ez 34 merita attenzione anche perché denuncia lo sfrut-tamento, invece del servizio e cura, del popolo da parte dei capi utilizzando unlinguaggio pastorale che comunque richiama quello antropofago di Mic 3,2-3.

(4,8) Ambedue i termini paralleli “Torre del gregge / Colle della Figlia diSion” dovrebbero riferirsi al monte Sion e al palazzo del re67. Di conseguenzala designazione “Torre del gregge” non sarebbe il luogo presso Betlemme dovepassò Giacobbe (cf. Gen 35,21). Il testo comunque lo evoca, data la somiglian-za fra “e tu, Torre del gregge” (4,8) e “e tu, Betlemme” (5,1), due espressioniche introducono l’annuncio, rispettivamente, del “primo governo, / il regno del-la/sulla Figlia di Sion” e di “un giovane… governatore su Israele” (cf. infra).

Diversamente dalla divisione che proposi anni fa (pp. 54-55), il verbo h¡RtaE;t

è da separare dal verbo successivo poiché reca l’atnah. Si verifica comunque ilfenomeno della esplicitazione ritardata, in quanto il soggetto (“il primo gover-no”) viene nominato dopo il verbo parallelo hDaDb…w

68.

66 Li riferiscono al gregge anche Kessler, 194, Andersen-Freedman, 431-432, e Waltke, 221.Invece Keil, 459, intende i termini come collettivi, con riferimento diretto alla misera condizio-ne del popolo; così anche McKane, 127-130. Al riguardo si può aggiungere che sono stati con-dotti degli studi sul linguaggio femminile usato per il popolo vs. maschile per Dio: cf. Jacobs,“Bridging the Times: Trends in Micah Studies since 1985”, 303.

67 Keil, 462-463, rimanda a Ne 3,25, dove si nomina il restauro del palazzo del re; e la torredi David è nominata in Ct 4,4 come immagine per il collo di lei, forse in rapporto al fatto che latorre era ornata con scudi degli eroi (cf. 1 Cr 12,1). In modo simile intendono Kessler, 199-200,Andersen-Freedman, 439, e Waltke, 230-321, mentre McKane, 131-133, riporta varie opinioni,sia antiche che recenti, ma non sembra arrivare a una scelta precisa.

68 Cf. Waltke, 231-232. Rashi (Mikraoth Gedoloth, 216) ritiene invece che soggetto di h¡RtaE;t

sia “il resto della slogata e della scacciata”, mentre per Ibn Ezra e Redak (ibid.) i due verbi van-no insieme nonostante l’atnah (e rimandano a Sal 72,20). Curiosamente la LXX ha: e˙pi« se« h¢xeikai« ei˙seleu/setai hJ aÓrch\ hJ prw¿th basilei÷a ek Babulw◊noß thvØ qugatri« Ierousalhm “a te verràe entrerà il principato, il primo regno da Babilonia per la figlia di Gerusalemme” (cf. Taylor, The

122 Alviero Niccacci

(4,9-14) Per il v. 9 e per le dinamiche e il senso di questa unità in collega-mento al c. 5 si veda infra, § 1.6.2.

Il v. 10 pone un problema non semplice per l’interpretazione. Infatti è opi-nione comune che la menzione di Babilonia si riferisca all’esilio del 586 e quin-di sia impossibile attribuire il passo al profeta Michea. A parte la proposta di in-tendere qui Babilonia come simbolo del potere imperiale69, è un fatto che altempo di Michea Assiria e Babilonia erano le potenze dominanti, anche se la se-conda era una provincia della prima. Inoltre Michea preannuncia la distruzionedi Gerusalemme (3,12) e la deportazione del popolo (4,10), ma non le attribui-sce esplicitamente all’Assiria70.

Qualche luce può venire da un passo come 2 Cr 33,11, dove Assur e Babi-lonia vengono nominati insieme. Si legge infatti che “il Signore portò contro diloro (cioè contro ‘Manasse e il suo popolo’, v. 10) i capi dell’esercito del re diAssur ed essi presero Manasse con ganci e lo legarono con doppie catene di

Massoretic Text, 101); il che richiama: kai« h¢xeiß eºwß Babulw◊noß “e giungerai fino a Babilonia”(5,10). L’aggiunta e˙k Babulw◊noß, che si trova solo nella LXX, può significare che il regno anti-co verrà “da Babilonia” dopo che il popolo sarà andato “fino a Babilonia”; là Dio lo salverà e an-che restaurerà il regno antico.

69 Keil intende gli stichi b-d del v. 10 come domande: “For how wilt thou go out of the cityand dwell in the field, and come to Babel?”. Non ne spiega direttamente il motivo, ma sembra dicapire che il problema è che al momento in cui Michea parla il potere era in mano all’Assiria, nona Babilonia, anche se in un testo analogo Isaia preannuncia a Ezechia la deportazione a Babilo-nia (Is 39,6-7). Nella sua lunga trattazione (pp. 464-471), Keil conclude che Babele è nominatanon perché fosse, accanto a Ninive, la metropoli dell’impero mondiale del tempo, ma piuttosto amotivo della sua origine in Gen 10 come “type and symbol of the imperial power” (pp. 470-471).Il che non si può escludere a priori. In effetti, qui e in altri casi, potrebbe trattarsi di nomi tradi-zionali usati come simbolo di potere globale senza Dio (cf. infra, § 1.6.2). Si nota infatti che inMichea si trova varie volte un linguaggio simbolico che utilizza una terminologia antica, ad esem-pio quella di David e della guerra santa (cf. Un profeta tra oppressori e oppressi, pp. 127-128),per delineare situazioni presenti o future. Al riguardo, si può citare anche il linguaggio dell’usci-ta antica dall’Egitto in 7,14-15 (cf. infra, § 1,8); e anche, in parte almeno, il linguaggio della di-stribuzione della terra in 2,5 (cf. Un profeta tra oppressori e oppressi, p. 15). Interpreta il v. 10come una domanda anche C.S. Shaw, The Speeches of Micah. A Rhetorical-Historical Analysis,Sheffield 1993, 128.134-135, secondo il quale non si parla di esilio ma in caso di fuga fino a Ba-bilonia. Il profeta annuncerebbe che una fuga del genere non porterebbe la salvezza del Signore.Con questo e altri argomenti Shaw difende strenuamente la datazione pre-esilica del brano (pp.135-139). Le difficoltà del v. 10 sono visibili nei commenti di McKane, 137-140, e di Andersen-Freedman, 444. Questi ultimi pensano che l’ordine delle tappe del viaggio come sono indicate neltesto (uscire, abitare in campagna, andare a Babilonia) dovrebbero essere rovesciato, dato che, sichiedono, “How can Daughter-Zion go out from herself?”. Ma credo che “Figlia di Sion” indichila popolazione, distinta dalla “Città”. Infine Waltke, 248-249, difende la possibilità che questoannuncio dell’esilio a Babilonia possa essere autentico e pre-esilico sulla base dell’accoglienzafavorevole che Ezechia concesse all’ambasciata del re di Babilonia, cosa che Isaia condannò an-nunciando la rovina della casa regnante (2 Re 20,12-19 = Is 39,1-8).

70 Così nota giustamente Keil, 466. Il problema è che egli trae dalla sua interpretazione deinomi simbolici la conclusione che la profezia di Michea si realizza fino al periodo romano (cf.anche pp. 476-477 sullo schiaffo al giudice di Israele).

Il libro del profeta Michea 123

bronzo e lo portarono a Babilonia”. Secondo alcuni interpreti, Manasse fu de-portato dagli Assiri a Babilonia, che in quel momento faceva parte del loro im-pero, perché si era ribellato nello stesso tempo in cui Shamash-shum-ukin di Ba-bilonia si rivoltò contro il fratello Assurbanipal di Assiria, una ribellione che su-scitò reazioni analoghe in altre parti dell’impero assiro. Ora, anche Ezechia siribellò in quel periodo, per cui si potrebbe concludere che la frase “andrai a Ba-bilonia” (Mic 4,10) riflette il dato che la città in quel momento era il luogo didetenzione dei popoli ribelli contro l’Assiria71.

Nel v. 11 il verbo hzj che regge la preposizione bet dovrebbe significare ve-dere con piacere, godere la vista di Sion, naturalmente distrutta72.

Nel v. 12 la frase MDxV;bIq yI;k può essere intesa come proposizione esplicativa di“i pensieri del Signore / il suo piano”, come ho tradotto sopra, ma può anche in-tendersi come causale: “poiché egli li ha radunati”.

La forma yI;tVmårSjAh◊w (v. 13e) è di per sé un weqatal di prima persona singolare,per cui soggetto sarebbe Dio: “e dedicherò al Signore il loro bottino / e le lororicchezze al Signore di tutta la terra”. Ma allora Dio parlerebbe di sé in terzapersona; per cui è preferibile supporre che la finale -tî sia forma arcaica dellaseconda persona femminile, riferita alla Figlia di Sion. Così la LXX: kai« aÓna-qh/seiß “e dedicherai”73.

L’immagine della trebbiatura con i buoi è applicata a Gerusalemme, con lapromessa “porrò il tuo corno come ferro / e i tuoi zoccoli li porrò come bronzo”

71 Dopo aver esaminato tre diverse situazioni storiche che potrebbero illuminare 2 Cr 33,11,R.B. Dillard, 2 Chronicles, Waco-Tex. 1987, 265, commenta: “While the historical concerns aremost plausibly answered in option (1) above [cioè che Manasse si sia ribellato a seguito della ri-volta contro Babilonia di Shamash-shum-ukin], it is at least possible that the Chronicler is usingthe term «Babylon» more broadly as a generalized reference to Mesopotamia in his effort to pa-rallel Manasseh’s experience with that of Israel, so that any punitive deportation of Manasseh toeither Assyria or Babylon could meet the historical question”. Ma Miller - Hayes, A History of An-cient Israel and Judah, 374-376, dubitano che la notizia di Cronache sia attendibile. Il Cronistaavrebbe mandato Manasse prigioniero a Babilonia a seguito della tradizione tardiva circa la suaconversione (cf. 2 Cr 33,12-20 e l’apocrifa Preghiera di Manasse). Comunque il problema delladeportazione a Babilonia si pone necessariamente per Manasse che visse molto prima della di-struzione di Gerusalemme (697-642), mentre in genere non lo si pone per il testo di Michea, in cuigli studiosi semplicemente ipotizzano un’aggiunta o redazione post-esilica. Anche D.S. Van-derhooft, The eo-Babylonian Empire and Babylon in the Latter Prophets, Atlanta 1999, 117-122,giunge alla conclusione che Mic 4,10 allude probabilmente all’esilio del VI sec. L’autore presen-ta comunque una notevole ricostruzione storica del periodo e soprattutto, cosa rara tra gli studiosi,afferma che non basta identificare un’interpolazione, ma occorre spiegarne la logica all’interno deltesto (p. 120), dato che non si può presupporre che il redattore fosse un incapace.

72 Cf. p. 51, nota 9, dove cito Sal 118,7b.73 Cf. H. Ewald, Ausführliches Lehrbuch der Hebräischen Sprache des Alten Bundes, Göt-

tingen 1870, 503, che rimanda, tra l’altro, a Rt 3,3.4. Così anche McKane, 142, Kessler, 209, An-dersen-Freedman, 454, e Waltke, 256. Come prima persona intende invece Keil, 472.

124 Alviero Niccacci

(v. 13). Anche altrove il corno del bue è simbolo di potere distruttivo (Dt 33,17;1 Re 22,11; Am 6,13, ecc.)74.

Dato che in ebraico si distinguono due radici, ddg I hitpael “farsi incisioni”sul corpo, “sfregiarsi” (cf. Dt 14,1, ecc.), e ddg II “radunarsi”75, l’espressione diMichea d…wd◊…g_tAb yîd√dO…gVtI;t “sfregiati, Figlia di schiere” (v. 14) gioca sulle due pos-sibilità. Il senso “sfregiati”, secondo la prima radice del verbo e intendendoyîd√dO…gVtI;t come yiqtol iussivo, è suggerito dalla dinamica del passo (in parallelocon l’ordine di 4,10; cf. infra), e anche da ciò che segue nel v. 14, dove si par-la di un assedio della città. E il senso di d…wd◊…g_tA;b (v. 14), se è una designazionedi Gerusalemme e non dei nemici, come sembra chiaro, è “figlia di una schie-ra/banda”, forse nel senso di ‘esposta a una banda di assalitori’, anche se que-sto senso di “figlia di” non sembra attestato76.

(5,1-3) La traduzione data sopra di questo passo famoso e l’analisi che nedetti anni fa (cf. pp. 54-58) si basano anzitutto sul fatto che l’aggettivo ryIoDx sidice di giovani chiamati a una missione. Designa Gedeone, il fratello più gio-vane scelto da Dio (cf. Gdc 6,15), e anche la famiglia di Saul scelta sempre daDio tramite Samuele (1 Sam 9,21), mentre David è detto “il (più) piccolo(NDf∂;qAh)” dei fratelli (1 Sam 16,11; 17,14). Se però si preferisce, come nella tra-dizione antica, riferire ryIoDx a Betlemme (“troppo piccola per essere tra le tribùdi Giuda”; oppure “benché piccola per essere…”), allora il verbo aExy è imper-sonale: “da te per me uscirà uno…”. In fondo, le cose non cambiano molto, sal-vo che si pone il problema di twøyVhIl, nel senso che si aspetterebbe piuttosto twøyVhIm

per indicare “piccola per essere”77.Inoltre, con l’interpretazione data sopra, appare meglio il parallelismo espli-

cativo che lega le due espressioni: “un giovane… per essere sulle tribù di Giu-da… / per essere governatore su Israele”. Si evidenza anche un andamento pa-

74 Cf. Keil, 472, Kessler 213-214, Andersen-Freedman, 454, e Waltke, 255.75 Rashi intende nel secondo senso e riferisce la frase ai Caldei; altri interpreti invece la rife-

riscono agli Assiri o alle guerre escatologiche (Og e Magog; Redak cita Zc 14,2), mentre Isaia daTrani riferisce lo “schiaffo sulla guancia” al “giudice di Israele” a Sennacherib che mandò Rab-shakeh a insultare Ezechia (cf. Mikraoth Gedoloth, 431-432). Sul senso e i paralleli dell’espres-sione “colpire sulla guancia” come segno di grave insulto si veda N.M. Sarna “Legal Termino-logy in Psalm 3:8”, in M. Fishbane - E. Tov - W.W. Fields (edd.), “Sha‘arei Talmon”. Studies inthe Bible, Qumran, and the Ancient ear East Presented to Shemaryahu Talmon, Winona Lake1992, 175-181.

76 L’espressione d…wd◊…gAh y´nV;b “membri della schiera/esercito” compare in 2 Cr 25,13. Per le va-rie proposte, sia delle versioni antiche che degli interpreti moderni, cf. McKane, 144-146; Kes-sler, 221-222; Andersen-Freedman, 458-460; Waltke, 262-263; e anche Barthélemy, Critique tex-tuelle de l’Ancien Testament, 746-747, il quale riferisce il passo all’assedio assiro di 2 Re 18,17.

77 Cf. p. 55. Anche Keil, 478, segnala il problema ma traduce nel modo tradizionale, comeanche gli interpreti moderni. Tra questi, Waltke, 268-269, ritiene che twøyVhIl abbia valore finale,non comparativo.

Come già segnalato sopra, l’espressione “ed essi siederanno/abiteranno” (v.3) rimanda a 4,4: “e siederanno/abiteranno ciascuno sotto la sua vite / e sotto ilsuo fico”. Confrontando i due passi si nota anche il legame tra “egli starà in pie-di (dAmDo◊w) / e pascerà…”, con cui si indica la cura vigilante del pastore, e “essi(il resto dei suoi fratelli) siederanno/abiteranno (…wbDvÎy◊w)”, che designa la pace etranquillità del popolo.

(5,4-5) Rispetto all’analisi di questi due versetti che proposi anni fa80, fa pro-blema il fatto di analizzare il sintagma MwóølDv h™Rz (v. 4a) come stato costrutto,“quello della pace”, perché h™Rz reca un accento disgiuntivo di secondo grado(†if˙â). Forse perciò è meglio intenderlo come proposizione nominale: “e que-sto/lui sarà pace”, oppure come apposizione: “e lui, la pace” (cf. MwølDv_rAc “prin-cipe della pace”, Is 9,5). Ora, questa proposizione nominale (o sintagma nomi-

Il libro del profeta Michea 125

rallelo tra 4,8 e 5,1, con appello (a), annuncio della venuta/ritorno (b) del primoregno-governo, di un capo/governatore di antica origine (David redivivo, c)78:

78 Cf. A. Laato, Josiah and David redivivus. The Historical Josiah and the Messianic Expec-tations of Exilic and Postexilic Times, Stockholm 1992, il quale però tratta l’argomento dal tem-po di Giosia in poi e fa solo pochi accenni a Michea.

79 Il parallelismo tra 4,8 e 5,1 è segnalato anche da Andersen-Freedman, 439-440.468, e daWaltke, 296. La terminologia, con il riferimento a Betlemme e al “primo governo”, allude a Da-vid (cf. nota 78), mentre con “origini dai tempi antichi (M®d®;qIm) // dai giorni dell’eternità(MDlwøo yEmyIm)” può alludere ancora ai tempi di David (cf. Am 9,11), ma può anche indicare generi-camente i tempi della creazione (cf. Dt 33,15.27; Is 51,9; Pro 8,22-23). Tenuto conto del conte-sto, mi sembra chiaro che il re futuro è annunciato, da un lato come un nuovo David, dall’altrocome parte del piano eterno di Dio che comprende sia la creazione che la guida della storia. An-che se il NT ne dà poi, e giustamente, un’interpretazione cristologica diretta (cf. Mt 2,6), il con-testo di Michea non la richiede; né suggerisce l’idea di un Messia preesistente, come intende latradizione ebraica (cf. Mikraoth Gedoloth, 220) e anche cristiana (cf. Keil, 479-483), né di un “Ur-mensch”. Si vedano al riguardo M. Schumpp, Das Buch der zwölf Propheten, Freiburg im Breis-gau 1950, 210; R. Vuilleumier - C.A. Keller, Michée. ahoum, Habacuc, Sophonie, 2e éd., Ge-nève 1990, 60-61; e Waltke, 274-277.

80 Cf. pp. 54.58-59, seguendo la proposta di K.J. Cathcart e di M. Dahood; cf. Waltke, 286-287. Si veda anche infra, § 1.6.2.

a) appello b) ritorno c) regno/re antico4,8 E tu, Torre del Gregge… a te giungerà e verrà il primo governo, il regno

sulla Figlia di Gerusalemme.5,1 E tu, Betlemme… un giovane per essere sulle

tribù di Giudada te per me uscirà per essere governatore su

Israele, le cui origini sono dai tempi antichi dai giorni dell’eternità79.

nale, se si intende come apposizione), insieme alle due proposizioni circostan-ziali che seguono (v. 4b-c), si possono analizzare come casus pendens, nel sen-so che insieme fungono da protasi, mentre il weqatal del v. 4d è la proposizioneprincipale, o apodosi. Ne risulta una proposizione duplice (protasi-apodosi) ret-ta da hÎyDh◊w. Come sempre in questi casi, la proposizione duplice è il soggetto sin-tattico di hÎyDh◊w, che funge da predicato sintattico e la rende di livello principale81.

Dobbiamo anche considerare il cambio dei soggetti allo scopo di identifica-re i parlanti di 5,4-5. L’annuncio futuro nomina prima un “lui (pace)”, poi unaprima persona plurale con “nostra terra / nostri palazzi” (v. 4); passa quindi al-la terza persona plurale, con soggetto “i sette pastori / otto principi… essi pa-sceranno”; infine ritorna alla terza persona singolare con “egli salverà”, riferitoa “lui” (v. 5), che ritengo sia il re nominato all’inizio (ma per altri è Dio).

Questi passaggi si spiegano ammettendo che con i pronomi “noi” del v. 4 ilprofeta interviene direttamente nell’annuncio e parla a nome del re futuro e delpopolo; poi il re da solo diventa il soggetto, nel senso che a lui viene attribuitala liberazione da Assur, anche se essa avviene con la collaborazione dei set-te/otto capi che colpiranno Assur/Nimrod82.

Resta però il fatto che l’espressione “susciteremo contro di lui sette pastori/ e otto principi di uomini / essi pasceranno la terra di Assur” (vv. 4d-5a) nonpuò essere compresa senza un intervento diretto e determinante di Dio83. Per cuisi delinea, qui come altrove (cf. 2,13), un processo di liberazione che si realiz-za grazie ad agenti umani ma sotto la decisione e con la forza di Dio.

Inteso in questo modo, 5,4-5 risulta composto secondo una dinamica a in-clusione84. Infatti, se indichiamo con a) il verbo hÎyDh◊w, con b) le protasi e con c)le apodosi, abbiamo:

126 Alviero Niccacci

81 Cf. la mia The Syntax of the Verb in Classical Hebrew Prose, § 156, e infra, 5,6-9.82 Siccome l’espressione “nelle sue porte” nel v. 5 non sembra un buon parallelo di “(pasce-

ranno…) con la spada”, parecchi interpreti correggono DhyRjDtVpI;b in hDjyItÚVp;Ab “con la lancia”, comegià la Vulgata (al plurale: “lanceis eius”); cf. Taylor, The Massoretic Text, 120-122, e Barthéle-my, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 751-754, che propone la correzione. Tra i com-mentatori moderni McKane, 164, corregge il testo; così anche Waltke, 292. Invece Kessler, 231,lo rispetta, e Andersen-Freedman, pur affermando che si tratta di “an acceptable emendation” (p.480), traducono “in her entrances” (p. 472).

83 Forse per evitare fraintendimenti, la LXX traduce con verbo al passivo e intende diversa-mente anche “principi di uomini”: kai« e˙pegerqh/sontai… dh/gmata aÓnqrw¿pwn “e saranno susci-tati… attacchi di uomini”. Sulle versioni antiche di questo passo si veda Taylor, The MassoreticText, 120. Tra gli interpreti moderni, Kessler, 234, in base alla sua datazione della redazione fi-nale di Michea nel periodo persiano, intende il “noi” come “die Bürger-Tempel-Gemeinde derPerserzeit”. Invece, Andersen - Freedman, 477-478, analizzano …wnøméqShÅw come terza persona sin-golare, con soggetto Dio, più suffisso personale con funzione di complemento indiretto: “he willraise up for us”.

84 Cf. anche Waltke, 295.

Il libro del profeta Michea 127

a) “E avverrà cheb) poiché lui (sarà) pace

quando Assur verrà nella nostra terra…c) susciteremo contro di lui sette pastori…c1) e così egli salverà da Assurb1) quando verrà nella nostra terra…”.

Questa dinamica sintattica regge tutto il brano, conferma il legame tra “lui(sarà) pace” con ciò che segue e sostiene l’unità del brano e il senso.

(5,6-9) Le espressioni “che non spererà in un uomo / e non attenderà i figlidell’uomo” sono riferite alla rugiada e la presentano come qualcosa che non de-riva dagli uomini ma da Dio. Ne risulta un’immagine forte che qualifica comebenefica la presenza del resto di Israele tra i popoli. L’Israele liberato dalla mi-naccia assira (5,5), in pace nella sua terra e con il suo Dio, sarà una benedizio-ne per “molti popoli” (cioè per quelli che accoglieranno il Dio di Israele; cf. le“molte nazioni” che andranno in pellegrinaggio a Sion, 4,2), una benedizioneche supera quella della rugiada e della pioggia che pure assicurano la vita85.

Il v. 8 è una preghiera rivolta a Dio dal profeta, dato che MOrD;t “sia alta (la tuamano)!” è uno yiqtol iniziale con valore volitivo86. Continua la predizione delv. 7 che presenta il dominio del futuro Giacobbe/Israele con un’immagine pre-sa dal regno animale, in modo simile a Ml 3,20-21 (come vitelli che schiaccia-no i malvagi) e a Zc 10,3 (come cavalli di Dio in battaglia)87.

Rendo i primi due hÎyDh◊w con “allora” (vv. 6.7), mentre quello del v. 9 con “eavverrà che”. Il motivo è che il terzo, a differenza dei primi due che sono seguitida un nome con funzione di soggetto (“il resto di Giacobbe”), regge (come nelv. 4) una costruzione duplice, composta di una circostanza (“in quel giorno”) edi una proposizione principale (“distruggerò…”). La costruzione duplice fungeda soggetto sintattico di hÎyDh◊w; lett. “e avverrà [predicato] il fatto che in quel gior-no… + distruggerò… [soggetto]” (cf. supra, nota 81).

85 Andersen-Freedman prima traducono il v. 6 “And the remnant of Jacob, / in the midst ofmany peoples, will be like dew from Yahweh” (p. 482), poi però concludono che le affermazio-ni dei vv. 6-8 non si addicono al “remnant of Jacob”. Da un lato pensano, giustamente, che lEvwøm

del v. 1 è il soggetto di tutto e assicura la coesione dei vv. 1-8; dall’altro analizzano bOqSoÅy tyîrEaVv

come vocativo: “And he will be, O remnant of Jacob…” (p. 487). Questo però non mi sembra ac-cettabile, perché tyîrEaVv è trattato come maschile anche in 2,12 (…w…nRmyIcSa). Inoltre il termine “go-vernatore” funge da soggetto lungo i vv. 1-8 anche nell’analisi che ho proposto sopra.

86 Così anche Kessler, 239.242-244, Andersen-Freedman, 482, Waltke, 306.312-313, mentreMcKane, 169, riferisce la frase al “resto di Giacobbe” e legge il verbo come yiqtol indicativo *tä-rum “(your hand) will be lifted up”. È perciò da correggere anche la mia traduzione di anni fa,“sarà alta / saranno eliminati” (p. 129).

87 Su Zc 10,3-12 si può vedere il mio libro, p. 130, e per Ml 3,20-21 il mio articolo “PoeticSyntax and Interpretation of Malachi”, LA 51 (2001) 55-107, p. 100. Si veda anche Waltke, 318-319.

128 Alviero Niccacci

1.6.1. Collegamenti tra le unità 4,1-5 e 4,6-7

Ho già indicato che l’espressione “in quel giorno” (v. 6) riprende “e avverrà al-la fine dei giorni” (v. 1), per cui la seconda unità si presenta collegata alla pri-ma. Le due unità sono simili anche nella conclusione, rispettivamente: “in eter-no e per sempre” (v. 5), riferito alla venuta dei popoli, e “da ora e in eterno” (v.7), riferito al raduno/ritorno di Israele e al regno del Signore. In effetti questi so-no i temi principali delle due unità, diversi ma presentati come collegati e pa-ralleli.

Le due unità sono ambientate nel medesimo luogo, detto “Monte del Tem-pio del Signore” (v. 1), “Monte del Signore // Tempio del Dio di Giacobbe” e“Sion // Gerusalemme” (v. 2), “Monte Sion” (v. 7). Si indica così il Monte sucui Dio ha posto la sua residenza, la quale diventa luogo di raduno dei popoliche vengono da ogni parte (prima unità), e anche del popolo di Israele ricon-dotto dall’esilio (seconda unità). Chiaramente si tratta di una designazione idea-le, simbolica di accoglienza nella casa del Signore, dato che i popoli, o anchesolo Israele, non potevano abitare tutti sul Monte Sion né a Gerusalemme.

La gloria futura del Monte Sion attirerà “i popoli // molte nazioni” (vv. 1-2),i quali andranno in pellegrinaggio al sacro Monte allo scopo di essere istruiti dalSignore e vivere secondo i suoi insegnamenti, nella convinzione (loro e/o delprofeta) che “da Sion uscirà la Legge // e la Parola del Signore da Gerusalem-me” (v. 3).

Lo stesso parallelismo “Legge // Parola di Dio” si trova soprattutto in Is 1,10,oltre che naturalmente nel passo parallelo 2,3. Sulla venuta dei popoli a Sion siveda anche Mic 7,11-17 (cf. infra, § 1.8).

L’insegnamento che i popoli vengono a ricevere a Sion/Gerusalemme sem-bra indicato nei successivi versetti: “egli sarà giudice tra molti popoli, / decideràsu nazioni potenti fino a lontano” (v. 3a-b). Il che significa che Dio stesso, permezzo dell’insegnamento che la sua Legge/Parola comunica, governerà i popo-li quando saranno tornati nelle loro terre, appunto “fino a lontano”. E questo go-verno di Dio farà in modo che i problemi non siano più risolti con la guerra, chenon si commetta più violenza, ma tutti i popoli vivano in pace, ciascuno “sottola sua vite / e sotto il suo fico” (v. 4), godendo ognuno la proprietà familiare.

Nell’unità 4,1-5 troviamo tre yI;k “poiché”. Il primo enuncia la motivazionedella decisione dei popoli di salire al Monte del Signore per essere istruiti: “poi-ché da Sion uscirà la Legge…” (v. 2); il secondo, “poiché la bocca del Signoredegli eserciti ha parlato” (v. 4) riprende il primo e motiva il cambio dalla guerraalla pace, appunto in seguito al fatto che Dio stesso deciderà le cause dei popoli;e il terzo, che segue subito, riprende i due precedenti e riformula la decisione deipopoli che verranno a Sion e che insieme a Israele accoglieranno il governo diDio, a “camminare nel nome del Signore nostro Dio / in eterno e per sempre”, an-che se gli altri popoli continueranno ad adorare i loro propri dèi (v. 5).

Il libro del profeta Michea 129

La seconda unità del c. 4 annuncia il raduno dei dispersi di Israele utilizzan-do la metafora pastorale (vv. 6-7). A differenza della prima unità, qui il prota-gonista è Dio, mentre il popolo è indicato, in modo simile a 2,12, come un greg-ge disperso, ferito, che Dio stesso nella sua misericordia radunerà e anche ren-derà “un resto / una nazione potente” e “regnerà su di loro sul Monte Sion / daora e in eterno”.

A motivo delle somiglianze e dei collegamenti che presentano, le due unitàsono da interpretare insieme, nel senso che la venuta dei popoli e il raduno diIsraele disperso sono due eventi da coniugare insieme. Insieme i popoli stranie-ri e gli Israeliti adoreranno l’unico Signore Dio. Ne risulta una visione escato-logica di apertura universale sulla linea di Is 56,2-888. In questa prospettiva è daconsiderare anche Mic 7,7-20 (cf. infra, § 1.8.1).

1.6.2. Dinamiche e senso di 4,8 + 9-14 e del c. 5

Come le unità 4,1-5 (popoli a Sion come convertiti) e 4,6-7 (raduno di Israeleesiliato) sono collegate tra loro (cf. § 1.6.1), così lo sono 4,8 (futuro regno idea-le) + 9-14 (popoli a Sion come nemici) e 5,1-5 (futuro re ideale) + 6-14 (Israe-le e popoli sia convertiti che nemici). Lo dimostra il fatto che iniziano ambeduecon un analogo appello diretto: r®dEo_lå;d◊gIm hD;tAa◊w (4,8) e hDt∂rVpRa MRjRl_tyE;b hD;tAa◊w

(5,1). A ciò si aggiunge, dopo l’appello iniziale, una fraseologia simile: “a tegiungerà / e verrà il primo governo (hDlDvVmR;mAh)” (4,8) e “un giovane… da te perme uscirà / per essere governatore (lEvwøm) su Israele” (5,1).

L’analisi di 4,9-14 è difficile e le opinioni dei commentatori, sia antichi chemoderni, sono diverse. Dal punto di vista della composizione si individuano trepiccole unità, ognuna introdotta da una identica particella di collegamento: hD;tAo

(vv. 9-10), hD;tAo◊w (vv. 11-13), hD;tAo (v. 14; il hD;tAo_yI;k del v. 10b è legato a ciò cheprecede mediante una preposizione subordinante e rafforza il primo hD;tAo)89.

Ora le tre particelle identificano tre unità che hanno uno schema compositi-vo comune: a) hD;tAo, b) ordine, c) appello diretto, d) motivazione (asindetica nelv. 14):

88 Cf. A. Niccacci (ed.), Jerusalem House of Prayer for All Peoples in the Three Monothei-stic Religions, Proceedings of a Symposium Held in Jerusalem, February 17-18, 1997, Jerusalem2001, in particolare il contributo di M. Greenberg, “A House of Prayer for All Peoples”, pp. 31-37, dove vengono esaminati, oltre a Is 56,2-8, anche Zc 2,14-15 e Is 19,16 ss.

89 Andersen-Freedman, 392-393, notano bene la presenza di queste particelle che segnano ilprogresso della comunicazione. Essi però collegano le particelle di 4,9-14 con hD;tAo_yI;k di 5,3, unpasso che però appartiene a una diversa unità letteraria ben definita (5,1-5), parallela a 4,8; cf. su-pra. Questo vale anche per la struttura dei cc. 4-5 che essi presentano a p. 494, in parte diversa daquella di p. 395. Più simile alla composizione da me presentata è quella di Kessler, 174.

130 Alviero Niccacci

d) c) b) a)

- (vv. 9-10) hÎy√rI;qIm yIaVxEt hD;tAo_yI;k h∂dElwø¥yA;k Nwø¥yIx_tA;b yIjOgÎw yIl…wj … hD;tAo

- (vv. 11-13) l‰z√rA;b MyIcDa JK´n√råq_yI;k Nwø¥yIx_tAb yIvwødÎw yIm…wq … hD;tAo◊w

- (v. 14) …wnyElDo MDc rwøxDm < > d…wd◊…g_tAb yîd√dO…gVtI;t hD;tAo

Si nota che:

- la prima unità presenta prima un elemento negativo (esilio a “Babilonia”),poi uno positivo (liberazione, v. 10);

- anche la seconda unità ha prima un elemento negativo (nazioni radunatecontro Sion, v. 11), poi uno positivo (per decisione di Dio, Sion le stritolerà, vv.12-13);

- invece la terza unità ha solo l’elemento negativo (assedio e umiliazione delgiudice di Israele, v. 14); ma l’elemento positivo viene subito dopo (il futuro repastore: 5,1).

È qui che troviamo quella che mi sembra essere la chiave di lettura di 4,9-14, il motivo che permette di comprendere le sue contrapposizioni negativo-po-sitivo. Il collegamento tra i due passi è costituito essenzialmente dall’immagi-ne della partoriente (cf. 4,9-10): Dio “li darà/consegnerà”, cioè manderà in esi-lio Israele90, “fino al tempo in cui una partoriente avrà partorito (il futuro re) /e il resto dei suoi fratelli / ritorneranno ai figli di Israele” (5,2); allora il re natoa Betlemme (5,1) li “pascerà con la forza Signore, / con la maestà del nome delsuo Dio” (5,3)91. Quella nascita sarà dunque l’evento decisivo che segna il pas-saggio dalla situazione negativa a quella positiva enunciate a contrasto, una do-po l’altra, in 4,9-14.

Inoltre l’unità 4,9-14 è inquadrata dalla figura del re, nominato nel v. 9 co-me “re / consigliere” e nel v. 14 come “il giudice di Israele”. La frase un po’strana del v. 9 dovrebbe avere valore ironico92, cioè: Come mai tu gridi, Israe-le? non hai forse il re? Ciò che segue annuncia molto seriamente che il gridaredeve essere quello della partoriente, e quindi un dolore che porta nuova vita,simbolo dell’esilio “a Babilonia”, emblema della superpotenza del tempo (cf. §

90 Per “dare” in schiavitù si confronti 1 Re 14,16 (cf. Keil, 483). Così anche Kessler, 225, eWaltke, 278. Invece Andersen-Freedman pensano che l’oggetto del “dare” sia il “governatore” eintendono: “God will give the ruler to the sons of Israel” (p. 468), il che naturalmente non si ac-corda con l’alternarsi di elemento negativo ed elemento negativo, come indicato sopra. Da partesua, McKane, 161.-163, considera il v. 2 un’aggiunta posteriore.

91 In questo contesto la “partoriente” è la madre del re futuro (cf. Keil, 483; Andersen-Freed-man, 469), non Israele come intende, ad esempio, Kessler, 225-226, che rimanda a 4,9-10. Comeinterpreta anche Waltke, 279-280, il riferimento a 4,9-10 è chiaro, ma ciò non esclude che in 4,9-10 la partoriente sia Israele, mentre in 5,2 sia la madre del re futuro.

92 Cf. p. 53, nota 11, sulla base di Os 10,3. In modo simile intende Kessler, 205-206, mentreWaltke, 137-138, arriva a pensare che il “re / consigliere” si riferisca a Dio. Riguardo alla posi-zione di Michea nei confronti del re si veda infra, § 1.7.2, nota 134.

Il libro del profeta Michea 131

1.6), dove il Signore li libererà. E alla fine si annuncia come futura l’umiliazionedel giudice di Israele, mentre l’assedio di Gerusalemme è presentato come giàin corso (v. 14).

Tutto questo suggerisce che il re attuale, incapace di salvare, anzi addirittu-ra al vertice di un potere iniquo che porta la rovina sulla nazione (cf. 2,1-3; 3,1-4.9-12), verrà sostituito da un re, pastore come Dio, che pascerà i ritornati conla forza e la maestà stessa del Signore.

Si precisa così il ruolo del futuro re, già annunciato in 2,13. Per parte mia siconferma anche l’interpretazione di 5,4-5 data sopra, che fa del re messianico ilsoggetto agente della salvezza da Assur, anche se naturalmente “con la forza delSignore, / con la maestà del nome del Signore suo Dio” (5,3).

Dal punto di vista storico resta il problema della sorprendente affermazioneche Israele susciterà contro Assur sette/otto93 capi di città, o simile (5,4). Ri-tengo che questo potrebbe comprendersi nel quadro euforico che si riflette in al-cuni passi di Isaia databili intorno al 720 a.C., e quindi forse di qualche anno piùantichi delle profezie di Michea94. Ricordiamo in particolare Is 19,11-25, in cuiGiuda compare come un intermediario importante tra le superpotenze, Egitto eAssiria, che in quel momento si contendevano la supremazia sul Canaan. InIsaia Giuda, alleato dell’Assiria sotto Sargon, è detto capace sia di ispirare ter-rore all’Egitto (19,17), sia di essere un punto di collegamento tra Assiria e Egit-to riconciliati (19,23-25)95. La situazione cambiò sotto Sennacherib, che con-quistò la Shefela e puntava su Gerusalemme (cf. Mic 1). Ma comunque la co-scienza da parte di Giuda della propria importanza come nazione ponte tra ledue superpotenze del tempo, insieme alla speranza di poter stabilire alleanzecon i regni vicini (Pentapoli filistea, Ammon, Moab, Edom)96, può essere stato

93 Come notano Smith, 45, e Andersen-Freedman, 479, l’indicazione numerica a scala set-te/otto, tipica della letteratura vicino-orientale antica, non è da prendere alla lettera, ma indica unaquantità adatta alla situazione. Gli esegeti normalmente non si chiedono chi siano i “sette pasto-ri / otto principi” (5,4) che Dio, insieme al suo re e al suo popolo, susciterà contro Assur. Ma latradizione giudaica li enumera combinando insieme i padri dell’umanità e del popolo, Samuele ealcuni re di Israele, il profeta Elia e il Messia (cf. Mikraoth Gedoloth, 221).

94 Una possibilità simile, pur senza dare indicazioni precise di situazione ma comunque in uncontesto pre-esilico, è ipotizzata da Andersen-Freedman, 481. In seguito però essi negano che sipossa giungere a una determinazione precisa del contesto storico dei cc. 4-5. Affermano infatti:“The more we emphasize the formal literary unity of the text in terms of cohesive structural fea-tures, as sketched above, the less immediately and firmly can the Book of Visions be attached toconcrete events and specific dates” (p. 496).

95 Si può vedere al riguardo il mio articolo “Isaiah XVIII-XX from an Egyptological Per-spective”, VT 48 (1998) 214-238, su un testo che è comunemente ritenuto post-esilico, mentre misembra che può ben essere letto in un preciso contesto pre-esilico, come indicato sopra.

96 Cf. pp. 77-81. Però Gat, una città della Pentapoli filistea, sembra essere nominata come ne-mica in 1,10 (cf. supra, § 1.4).

132 Alviero Niccacci

l’ambiente vitale della profezia di Michea circa la possibilità di resistere a unprossimo attacco dell’Assiria97.

Ciò che segue specifica lo stadio finale del processo di castigo-salvezza cheattende Israele/Giacobbe, delineando tre situazioni, ognuna introdotta da hÎyDh◊w:Giacobbe benefico in mezzo alle nazioni (5,6), Giacobbe forte tra le nazioni(5,7-8), Giacobbe purificato dalle false sicurezze (cavalli, carri, città fortifica-te), dai “simulacri” e dalle “città”98 e infine vendetta di Dio sulle nazioni (5,9-14).

Si noti che i tre hÎyDh◊w di 5,6-14 richiamano i tre hD;tAo di 4,9-16 e li completa-no, nel senso che spiegano il passaggio dalla situazione negativa di 4,9-16 aquella positiva del c. 5.

Sulla base di queste corrispondenze si può ritenere, credo, che la vendetta diDio contro le nazioni che non avranno ascoltato (5,14) ha qualche rapporto conil Giacobbe forte come un leone in mezzo alle nazioni (5,7-8) e con l’ordine aGerusalemme di trebbiare i molti popoli che Dio ha radunato come covoni nel-l’aia, popoli che vogliono distruggere Sion perché non conoscono i pensieri delSignore (4,11-13). Probabilmente, come avviene per il re (cf. supra), Dio ope-ra insieme a Israele, con la sua collaborazione. In questa prospettiva è da ana-lizzare anche 2,13, che evoca un’operazione militare del passato come base emodello di un’operazione futura che preparerà il raduno del resto (2,12), l’uscitadal luogo dell’esilio e il ritorno sotto la guida del re e di Dio (2,13).

Come ho segnalato anni fa (p. 53), si nota una contrapposizione tral’annuncio che i popoli romperanno le spade, non faranno più guerra tra loroperché Dio stesso sarà loro giudice e quindi eviterà i conflitti e tutti vivranno inpace (4,3-4), da un lato, e l’ordine a Gerusalemme di trebbiare i nemici (4,13;cf. 5,7-8), dall’altro. È chiaro però che nel primo caso si tratta di popoli che van-no a Sion per sottomettersi a Dio, mentre nel secondo caso di popoli che vo-gliono distruggere la città.

97 King, 35, afferma che “Hezekiah headed a coalition, composed of Phoenicia (the East Me-diterranean coastal strip, including modern Syria and Lebanon) and the Philistine cities of Ashke-lon and Ekron, against Sennacherib (704-681 B.C.E.)”, ma non vi sono documenti biblici esplici-ti al riguardo. Qualcosa si può dedurre da 2 Re 18,8 in cui di Ezechia si afferma che “fu lui checolpì i Filistei fino a Gaza e tutto il suo territorio, dalla torre delle guardie alla città fortificata”.Questa campagna poté avvenire durante il periodo di incertezza che seguì la morte di Sargon II(705 a.C.) prima che Sennacherib consolidasse il suo potere (cf. T.R. Hobbs, 2 Kings, Waco-Tex.1985, 253). Sono comunque dei fatti che possono aiutare a comprendere l’affermazione di Mic5,4 e a collocarla in un tempo abbastanza preciso.

98 I due termini “simulacri / città” sono nominati in parallelismo e sono quindi da collegare(idolatria nelle città), senza dimenticare l’accusa di 3,10 a colui che “costruisce Sion sul sangue/ e Gerusalemme sulla iniquità” (cf. supra, § 1.5) In questo modo credo che si risolva il proble-ma che la coppia parallela ÔKy®ryEvSa “i tuoi simulacri” // ÔKy®rDo “le tue città” pone a vari studiosi. Inmodo simile intendono Kessler, 253, il quale rimanda al parallelo 5,10, Andersen-Freedman, 492,e Waltke, 321-322.327-328, mentre McKane, 171-172.176, corregge il testo.

Il libro del profeta Michea 133

1.7. Commento filologico di 6,1-7,6

(6,1-5) L’invito iniziale aÎn_…woVmIv, senza indicazione del destinatario, dovrebbeessere rivolto alle “nazioni” di cui si parla nel versetto precedente (5,14), men-tre “i monti // le colline” sono evocati come testimoni del processo99. Questa de-stinazione si conferma anche in base all’invito parallelo di 1,2 che è esplicita-mente indirizzato a “popoli tutti // terra e ciò che è in essa” (cf. supra, § 1.4). Ineffetti, considerando l’insieme del libro di Michea, si comprende che il proces-so di Dio all’inizio si indirizza a tutti i popoli della terra, ma riguarda in modoparticolare Israele (cc. 1-3); in seguito il collegamento popoli-Israele viene spe-cificato, nel senso che si mostra che la sorte delle nazioni è legata al rapportocon il popolo eletto (cc. 4-5); il processo riprende poi direttamente contro Israe-le (6,1-7,6); e il libro termina specificando il rapporto di legame tra Israele e ipopoli nemici (7,7-20).

Così il giudizio di Dio, che inquadra l’intero libro (cc. 1 // 6-7), riguarda tut-ti i popoli della terra ma si concentra su Israele; Gerusalemme risulta davvero ilcentro del mondo, il luogo di raduno dei popoli, sia per diventare discepoli delSignore (4,1-5) che per distruggere Sion (4,9-14); Israele segna i destini dellenazioni, sia nel castigo (4,11-13; 5,7) che nella benedizione (5,6).

Emerge comunque un problema: come conciliare l’annuncio della distru-zione di Sion/Gerusalemme (3,12) con l’annuncio che i popoli che vengono perdistruggere Sion “non conoscono i pensieri del Signore… / che cioè egli li haradunati come covoni nell’aia” e Israele è invitato a trebbiarli (4,12-13)? Mol-to probabilmente i due annunci sono legati a situazioni diverse della storia cheDio sta delineando, due annunci che possono essere entrambi veri, ciascuno asuo tempo, e di cui bisognerà cercare di comprendere la logica.

Riguardo poi all’annuncio che Israele sarà determinante per il castigo e in-sieme anche per la benedizione dei popoli, il contrasto si può capire con il fat-to che il popolo diventerà strumento fedele del governo di Dio sulle nazioni,strumento di castigo per le nazioni ribelli (cf. 5,7 per Israele, in parallelo con5,8.14 per Dio), strumento di benedizione per le nazioni che lo sceglieranno co-me loro Signore e Dio (cf. 4,1-5; 5,6).

Il testo comunica (mediante imperativi e poi un weyiqtol coordinato hÎnVoAmVvIt◊w

(cf. yIhyˆw in 1,2) l’ordine di fare un processo insieme ai monti e alle colline (6,1).L’ordine viene man mano precisato: il processo è del Signore, per cui è lui cheincarica il profeta di essere il suo rappresentante, mentre i monti e le colline, in

99 Pace Kessler, 257-259, credo infatti che il ruolo dei monti nel v. 1, nonostante il senso nor-male di tRa_byîr “fare causa a” un colpevole, sia da intendere in base al parallelo v. 2, e che quin-di i monti siano indirizzati come testimoni, non come accusati. Così sostengono anche Keil, 426,McKane, 178-179, e Waltke, 345.374-377.

134 Alviero Niccacci

quanto sono “immutabili, fondamenti della terra”, vengono invitati ad ascolta-re come testimoni affidabili (v. 2a-b; cf. Dt 32,1; Is 1,2); e il processo del Si-gnore riguarda il suo popolo (v. 2c) e per causa sua tutti i popoli (1,2; cf. supra).

Il processo inizia con una domanda e un invito a rispondere, ma è Dio stes-so che dà la risposta (6,3-4); e dall’insieme si capisce che la domanda equivalea un rimprovero, un’accusa di infedeltà. Il yI;k del v. 4 si comprende in rapportoalla seconda domanda che precede: “cosa ti ho fatto? / e in che cosa ti ho stan-cato?”, e cioè: “[Forse ti ho stancato] perché ti ho fatto salire dalla terrad’Egitto…?”100.

Il rimprovero procede mediante un’esortazione rivolta a yI;mAo “popolo mio”,come la domanda nel v. 3, il che produce una forte carica emotiva nel discorso. Èun’esortazione a ricordare come Dio guidò l’indovino Balaam a emettere non unamaledizione su Israele, ma al contrario una benedizione (Nm 22-24)101, cosa chesi realizza nel tragitto “da Sittim”, il luogo legato al ricordo del tentativo fallitodei Madianiti di indurre Israele all’idolatria (Nm 25), “a Galgala”, il luogo in cuiavvenne l’ingresso nella Terra (Gs 4,19) e anche la circoncisione della genera-zione cresciuta nel deserto (Gs 5)102. Da queste memorie Israele deve ora cono-scere “le giustizie del Signore” (cf. Mic 7,9), cioè le grandi opere che Dio ha fat-to e fa per il suo popolo, opere che comprendono sia il castigo che la salvezza103.

100 Ho tradotto il v. 4 come domanda ironica (cf. caso simile in 4,9; supra, nota 92), analiz-zando il yI;k del v. 4 in connessione con il pronome interrogativo hDm del v. 3, come in altri passi si-mili (cf. Gen 20,9-10; 31,36; Es 14,5; 16,7, ecc.). Si confronti anche il collegamento di MIa_yI;k nelv. 8 con ciò che precede (cf. infra). Devo dire però che la traduzione usuale intende la frase co-me affermativa : “poiché/infatti ti ho fatto salire dalla terra d’Egitto…”. Keil però sembra avver-tire un problema di collegamento e afferma: “The kî (for) may be explained from the unexpres-sed answer to the question in ver. 3: «Nothing that could cause dissatisfaction with me;» for I ha-ve done nothing but confer benefits upon thee” (p. 494). E Taylor, The Massoretic Text, 133, af-ferma che la Vulgata “makes this [il v. 4] an ironical question in continuation of the foregoing”,mentre la Peshitta “makes it a question, but not ironical”. L’unico tra i moderni che propone diintendere tutto il v. 4 come interrogativo è Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament,757.

101 Per Balak si usa Xoy “consultare, chiedere”, in riferimento alla richiesta di maledire “unpopolo uscito dall’Egitto” (Nm 22,5-6), un verbo legato a hno “rispondere” usato per Balaam (cf.Keil, 494). Contrariamente a questa presentazione positiva, Balaam viene visto sotto luce nega-tiva nel NT (cf. 2 Pt 2,15; Gd 11; Ap 2,14), seguendo l’esegesi tradizionale giudaica (cf. R.Bauckham, Jude, 2 Peter, Waco 1983, 267).

102 Sulle difficoltà di intendere nel contesto l’espressione “da Sittim a Galgala” si vedano leesposizioni di Taylor, The Massoretic Text, 134-135, di Barthélemy, Critique textuelle del’Ancien Testament, 756-757, e di Waltke, 355-356.

103 Sul tema “giustizia/e del Signore” rimando al mio contributo “Giustizia e giustificazionenell’Antico Testamento”, Dizionario di spiritualità biblico-patristica 28 (2001) 19-106, pp. 21-25. A p. 24, nota 9, ho citato l’interpretazione di Rashi del passo di Michea: “Da Sittim, in cuiavete peccato contro di me, sappiate le mie giustizie, poiché non vi rifiutai la mia bontà e il mioaiuto, finché vi condussi a Galgala e là conquistai la terra davanti a voi”.

Il libro del profeta Michea 135

Il richiamo dei benefici passati comprende: la liberazione dall’Egitto, la con-duzione sotto Mosè guida, Aronne sacerdote e Miriam profetessa e leader delcoro femminile nel canto al passaggio del mare e lungo il cammino verso la ter-ra promessa. L’indicazione riguardante Miriam richiama, naturalmente, Es15,20; è comunque unico e significativo il fatto che la donna venga nominataaccanto ai fratelli Mosè e Aronne come guida del popolo.

Nel suo insieme, Mic 6,3-5 risulta essere un mezzo retorico molto efficaceper proclamare che non solo non c’è motivo per la infedeltà, ma anzi c’è ognimotivo per la fedeltà.

(6,6-8) Al rimprovero-invito di Dio (vv. 3-5) segue una serie di domande diuno che parla in prima persona singolare, ma che dovrebbe rappresentare Israe-le (cf. “la città” nel v. 9), domande rivolte al profeta e/o tramite lui a Dio. Le do-mande riguardano cosa sia bene, cosa richieda il Signore (vv. 6-7). La risposta,in terza persona singolare impersonale (“ti ha/hanno detto”), è data dal profeta,il quale richiama un insegnamento che era tradizionale nella comunità religio-sa di Israele (v. 8).

Le domande rivelano una buona dose di incertezza circa l’atteggiamento cor-retto da tenere verso Dio104: varranno sacrifici e offerte in abbondanza per “pre-sentarsi a” Dio, per far parte della sua “comunità” (cf. Dt 23,4-5)?; potrò sacri-ficare il mio figlio primogenito per ottenere il perdono dei peccati?

La risposta – introdotta da ÔKVl dyI…gIh “ti si è/ti hanno detto”, un qatal imperso-nale e perciò generico, nel senso che può indicare la voce di Dio e/o del profe-ta o anche l’educazione familiare105 – è indirizzata all’“uomo” (M∂dDa, v. 8), ter-mine che definisce l’essere umano in generale nella sua origine da Dio (cf. Gen2,7), prima di ogni specificazione di appartenenza a questo o quel popolo. Lenorme indicate hanno perciò valore universale, il che è tipico dell’insegnamen-to dei saggi di Israele106.

104 Non credo però che il parlante sia presentato in modo caricaturale, come intende Kessler,267, né direi, con Waltke, 387, che “Israel’s blindness is incredible”.

105 Senza bisogno di leggere il verbo al passivo; cf. Kessler, 269, Waltke, 361-362, e la di-scussione di Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 757-758, il quale propone diintendere Dio come soggetto.

106 Lo sfondo sapienziale del passo è giustamente riconosciuto da Kessler, 270, mentreWaltke, 362-363, interpreta M∂dDa nel senso di “covenant people”, seguendo B. Renaud. SecondoAndersen-Freedman, 526-527, M∂dDa si riferirebbe invece a Adamo, non all’uomo in generale, per-ché questo sarebbe un unico e “unusual mode of address”. Ma questo motivo non sembra valido,dato che in Pro 8,4 troviamo un appello, anch’esso unico, della Sapienza personificata rivolto aMyIvyIa “uomini”. Stranamente, nella pagina seguente (p. 528), Andersen-Freedman affermano chela domanda, “«What is good?» even when raised by prophets (Isa 1:17; Jer 22:15-16) is a wisdomquestion” (p. 528). Questo cambio sembra motivato dalla convinzione, purtroppo diffusa, che so-lo i cc. 1-3 furono scritti da Michea, anche se i due autori si mostrano sempre reticenti quando di-scutono il problema della composizione e datazione del libro (cf. ad esempio pp. 24-29).

136 Alviero Niccacci

Le particelle MIa_yI;k (v. 8c) compaiono normalmente dopo una negazione acui si contrappongono come alternativa: “non così… ma (MIa_yI;k) così” (cf. Gen15,4; 32,29; 35,10, ecc.). Nel caso presente non precede una negazione, ma lafrase si lega in modo ellittico all’affermazione precedente: “(Nient’altro Dio ri-chiede da te) se non/che…”. Il passo più simile è Dt 10,12: “E ora, Israele, co-sa il Signore tuo Dio domanda da te (JKD;mIoEm lEaøv ÔKyRhølTa hÎwh◊y hDm), se non temereil Signore tuo Dio (ÔKyRhølTa hÎwh◊y_tRa hDa√rˆyVl_MIa yI;k), camminare in tutte le sue vie,amarlo e servire il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua ani-ma?”.

L’espressione “fare il diritto / amare la misericordia” è esattamente l’oppostodi quello che fanno i potenti verso i deboli secondo l’accusa del profeta (cf. spe-cialmente 2,1; 3,2.9)107. A questo si aggiunge “umilmente camminare con il tuoDio”, con l’infinito AonVxAh◊w “e agendo in modo umile”, termine unico come ver-bo ma attestato nella letteratura sapienziale come nome: Ao…wnDx “umile”; cf. Pro11,2; Sir 34,22; 42,8: ownx Cyaw yj lk ynpl “(e sarai attento…) e un uomo umiledavanti a ogni vivente”.

La corretta valutazione dei sacrifici in rapporto al comportamento dell’offe-rente è espressa nel Sal 51,16-21: Dio non gradisce il sacrificio per se stesso,ma solo se è offerto da persone rette, liberate “dal sangue”, che lodano il Signorecome a lui conviene, pregano che sia lui ad aprire le loro labbra alla lode, si umi-liano davanti a lui, chiedono il bene di Sion; a queste condizioni Dio gradirà isacrifici e le offerte.

I sacrifici umani – addirittura offrire la cosa più cara, il figlio primogenito,per espiare il peccato – erano cosa che i popoli cananei facevano normalmentema che il Dio di Israele condannava (Dt 12,29-31); e tuttavia i re di Israele liimitarono (2 Re 17,17), come anche quelli di Giuda (2 Re 16,3; 17,19; 21,6; Ger7,31). Si legge in 2 Re 17,19: “E anche Giuda (come Israele, v. 18) non osservòle leggi del Signore loro Dio (MRhyEhølTa hÎwh◊y tOwVxIm_tRa) ma camminarono nelle pre-scrizioni di Israele (lEa∂rVcy twø;qUjV;b) che essi (= Israele) avevano fatto”. Si eviden-zia così un collegamento con “le regole di Omri (yîrVmDo twø;qUj) / e tutto l’operato(hEcSoAm) della Casa di Ahab / … secondo i loro consigli” di Mic 6,16. Si confrontiOs 6,6: “Poiché (dice il Signore) misericordia ho desiderato e non sacrificio, /conoscenza di Dio piuttosto che offerte”108.

107 Cf. Keil, 497; Kessler, 270-271. Sulla difficoltà di intendere questa terminologia si vedal’esposizione di Waltke, 392-394.

108 Alla fine del loro excursus “Human sacrifice in the Hebrew Bible”, Andersen-Freedman,532-539, ribadiscono la loro convinzione che M∂dDa non abbia senso collettivo ma individuale (cf. su-pra, nota 106), e affermano che i sacrifici ipotizzati nei vv. 6-7, in particolare del primogenito, co-me anche i doveri di “fare il diritto, / amare la misericordia / e umilmente camminare con il tuo Dio”(v. 8), riguardano in modo speciale il re. Il che è accettabile, ma credo che questo riferimento spe-ciale non contraddice, anzi include perfettamente, il riferimento all’uomo in generale (cf. supra).

Il libro del profeta Michea 137

(6,9-12) Il v. 9a è difficile da analizzare e viene inteso e/o corretto in modimolto diversi109. Secondo la regola, il fatto che il costrutto iniziale x-yiqtol(a∂rVqy ryIoDl hÎwh◊y lwøq) sia seguito da un altro costrutto analogo waw-x-yiqtol(ÔKRmVv hRa√rˆy hÎ¥yIv…wt◊w) e non da un weqatal fa capire che il secondo non è coordina-to al primo ma o circostanziale o enfatico (che cioè pone enfasi sull’elementox). La seconda possibilità sembra da preferire; per cui si può tradurre: “e dav-vero prudenza il tuo nome vedrà”.

Il senso di questa frase non è semplice da decifrare. In primo luogo,l’espressione “il tuo nome”, parallela a “la voce del Signore”, dovrebbe riferir-si a Dio, per cui si verifica il passaggio dalla terza persona (“la voce del Signo-re… griderà”) all’appello diretto. Evidentemente è il profeta che opera questopassaggio e poi cita le parole di Dio. In secondo luogo, “la città” indica Geru-salemme, la capitale di Israele. In terzo luogo, il termine hÎ¥yIv…w;t compare soprat-tutto nella letteratura sapienziale nel senso di “capacità”, oppure “successo”, es-sendo attestata in collegamento con MyIm…wrSo twøbVvVjAm “pensieri astuti” (Gb 5,12),hDmVkDj twømUlSoA;t “i segreti della sapienza” (11,6), h∂r◊zRo “aiuto” (6,13), zOo “forza”(12,16), hDxEo “consiglio”, e simili (Pro 8,14). In quarto luogo il verbo har, oltreche il semplice “vedere”, può significare “provvedere” (come in Gen 22,14).

Il senso sarà dunque: la voce del Signore che si rivolge a Gerusalemme, pro-prio perché è di Dio, è realmente capace di “vedere” (o di “provvedere”) la ve-ra “prudenza”, quella che porta al “successo”, e di rispondere alle domande cheil cittadino si pone nella situazione difficile che sta vivendo (cf. vv. 6-7, e poivv. 10-11).

Cosa dice Dio? “Ascoltate il bastone e chi lo ha designato!” (v. 9c) è un in-vito ad accogliere il senso della punizione che viene da Dio110. È quindi un in-vito ad accogliere il castigo con gli occhi rivolti Colui che lo ha mandato; un in-vito alla conversione.

109 Cf. LXX: fwnh\ kuri÷ou thvØ po/lei e˙piklhqh/setai kai« sw¿sei foboume÷nouß to\ o¡noma auj-touv “la voce del Signore sarà proclamata alla città e salverà quelli che temono il suo nome”; Vul-gata: vox Domini ad civitatem clamat et salus erit timentibus nomen tuum “la voce del Signoregrida alla città e sarà salvezza per quelli che temono il tuo nome” (cf. Taylor, The Massoretic Text,141); “La voce del Signore chiamerà la città / e la prudenza (chiamerà colui che) vede il tuo no-me” (Rashi); “e un uomo di sapienza vedrà/temerà il tuo nome” (Redak; cf. Mikraoth Gedoloth,227). Gli autori moderni correggono il testo in vario modo; cf. Smith, 52-53; McKane, 193.205;Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 758-761; Kessler, 273-274; Andersen-Freedman, 539.546; Waltke, 395-397.

110 Il termine “bastone”, fRbEv o hRÚfAm, indica l’Assiria in Is 10,5.24, e il verbo doy “designare,stabilire” si usa per un oggetto (Ger 47,7), oppure per un tempo (2 Sam 20,5), o per una donna inmoglie (Es 21,8.9) Il suffisso femminile che accompagna il verbo ;h∂dDo◊y può riferirsi a hRÚfAm tratta-to come femminile (cf. Keil, 498), oppure può avere valore neutro: “ha designato ciò”. In modosimile traduce e intende Kessler, 273-274. Traducono invece hRÚfAm come “tribù”, come fanno leversioni antiche (cf. Taylor, The Massoretic Text, 142-143), sia McKane, 193-194, che Ander-sen-Freedman, 545-546, e anche Waltke, 394, benché in modo diverso.

138 Alviero Niccacci

Nei vv. 10-11 parla un cittadino, rappresentante di Gerusalemme, la città acui Dio si rivolge (v. 9) e di cui poi si dice che è piena di violenza (v. 12)111.

Cercando di far luce su un passo davvero complicato, direi che come nei vv.6-7 un cittadino di Gerusalemme si pone delle domande in seguito al rimprove-ro-invito di Dio nei vv. 3-5, comunicato dal profeta, il quale dà poi la rispostanel v. 8, così nei vv. 10-11 il cittadino si pone altre domande in risposta alle pa-role di Dio112 tramite il profeta nel v. 9. Nel secondo caso, come nel primo, so-no domande che denotano incertezza: sono stabili (“ci sono ancora nella casadell’iniquo…”) le ricchezze disoneste, frutto di ingiustizia? (v. 10); potrò sen-tirmi puro, tranquillo con bilance truccate? (v. 11).

La risposta a queste domande viene nel v. 12. Infatti l’espressioneDhy®ryIvSo rRvSa, con pronome femminile, richiama la “città” che il profeta ha no-minato nel v. 9113, e il pronome relativo rRvSa può avere funzione di congiunzio-ne: “quanto al fatto che, dato che, poiché”114. Direi perciò che nel v. 12 il pro-feta riprende la parola, si collega al v. 9 e così conclude l’unità poetica (vv. 9-12). Il senso che ne deriva è che la città è invitata ad accettare la punizione co-me proveniente da Dio (v. 9), dato che i suoi abitanti sono corrotti (v. 12); equindi, in risposta alle domande del cittadino (vv. 10-11), si capisce che le ric-chezze acquistate in modo ingiusto non sono durature.

(6,13-16) L’espressione yˆnSa_MÅg◊w del v. 13 introduce la reazione di Dio all’i-niquità della città. Si tratta di una reazione passata, espressa con un qatal(yItyElTjRh) che regge un infinito con pronome suffisso e uno assoluto (MEmVvAh), am-bedue oggetti del verbo; lett. “ho reso malato il colpire te (ÔKRtwø;kAh; cf. DhyRtwø;kAm “lesue piaghe” nel parallelo 1,9), / il devastare (te) per i tuoi peccati”; e quindi: “inmodo insanabile ti ho colpito, / ti ho devastato per i tuoi peccati”115. La reazio-

111 Nel v. 10 vIaAh sta per v´ySh “forse c’è?” (così già Rashi, Mikraoth Gedoloth, 228; cf. 2 Sam14,19), mentre LXX e Vulgata leggono *’ëå “fuoco”, invece di ’iå; cf. anche Taylor, The Mas-soretic Text, 143-144, e Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 761-764. Ha ra-gione Keil, 499, a dire che in 6,11 non parla più Dio, dato che il verbo hR;k◊zRaAh, al qal, significa“forse sarò puro?”. La Vulgata invece ha letto una forma hifil riferita a Dio: numquid iustificabostateram impiam “forse giustificherò la bilancia iniqua?”. La LXX però riferisce la frase all’em-pio: ei˙ dikaiwqh/setai e˙n zugw◊ˆ a‡nomoß “forse sarà giustificato l’empio per la/dalla bilancia em-pia (// … ‘da pesi di inganno’)?”. Da parte sua, Waltke, sulla base di congetture di altri autori (pp.397-398), traduce “Should I forgive…?” (p. 394) e intende Dio come soggetto (cf. Rashi, nota112, il quale però non modifica il testo).

112 Rashi invece sembra intendere che nel v. 10 continua a parlare Dio ai cittadini, sulla basedel Targum Jonathan; diversamente Redak (cf. Mikraoth Gedoloth, 228).

113 Cf. Keil, 500, Kessler, 279-280, Andersen-Freedman, 548, e Waltke, 400.114 Così intende anche Keil, il quale però preferisce intendere rRvSa con valore propriamente

relativo: “We must rather take rRvSa as a relative… and understand the verse as an exclamation,which the Lord utters in anger over the city: «She, whose rich men are full,» etc.” (p. 500). Direiche le scelte si equivalgono, dato che ambedue segnalano il collegamento del v. 12 con il v. 9.Non c’è comunque bisogno di modificare il testo, come fa invece McKane, 205.

115 È però anche possibile che l’infinito MEmVvAh sia usato con funzione avverbiale per modifi-

Il libro del profeta Michea 139

ne di Dio è collocata nell’asse del passato in corrispondenza al fatto chel’iniquità della città è presentata come passata (“i suoi abitanti hanno detto men-zogna”, v. 12b; cf. v. 16c) anche se continuata nel presente (“sono pieni di vio-lenza… / è falsità”, v. 12a.c)116.

Per i vv. 14-16 si veda il seguente § 1.7.1.

1.7.1. Dinamiche e senso di 6,13-16

Il castigo, già iniziato (v. 13), avrà conseguenze nel futuro prossimo, come spe-cificano i vv. 14-16. Vale la pena osservare la struttura grammaticale-sintatticadi questa unità. Troviamo costruzioni di tipo diverso (a, b, c):

- a) tre costruzioni parallele con il pronome personale hD;tAa + yiqtol seguitidal costrutto negato aøl◊w + yiqtol (vv. 14a.15a-b), e una quarta con la me-desima costruzione, ellittica però nella prima parte, in quanto condividehD;tAa + yiqtol con lo stico precedente, seguita da un altro costrutto negatoaøl◊w + yiqtol (v. 15c);

- b) una forma weyiqtol, pure seguita dal costrutto negato con aøl◊w + yiqtol (v.14c);

- c) una costruzione con rRvSaÅw + yiqtol, seguita da un’altra simile di tipo x-yiqtol (v. 14d).

Per comprendere la funzione del weyiqtol del v. 14c (come anche di quellodel v. 16a, cf. infra), notiamo che le due costruzioni del tipo a e del tipo b si al-ternano e sono tra loro equivalenti, e cioè:

care il verbo principale; lett. “ho reso malato il colpire/piagare te, / devastando(ti) per i tuoi pec-cati”. In modo simile intendono Keil, 501, Kessler, 280, Andersen-Freedman, 543, e Waltke, 401.

116 Si confrontino le dinamiche temporali dei cc. 2-3 (cf. supra, § 1.5.1). Di per sé nel v. 12…waVlDm, un qatal di solito stativo, potrebbe anche indicare il passato (“si sono riempiti”) e la frasehÎ¥yIm√r MÎnwøvVl…w potrebbe condividere il verbo passato dello stico precedente, cioè: “e la loro lingua(ha detto) falsità nella loro bocca”. Invece Keil afferma del verbo yItyElTjRh: “The perfect expressesthe certainty of the future” (p. 501), il che fa pensare che lo consideri un “perfetto profetico”, unacategoria sintattica che però io non credo sia accettabile. Credo piuttosto che, per mezzo del pro-feta, Dio condanna una situazione di illegalità che è passata e annuncia un castigo che è già incorso, anche se si completerà nel futuro. Si ricordi che il lamento di 1,8-16 enumera cinque cittàgià colpite e altre cinque verso cui il nemico avanza, fino alle porte di Gerusalemme (cf. supra,§ 1.4). La difficoltà di comprendere le dinamiche temporali di questo passo, in particolare dei vv.13a e 16a, emerge chiaramente se si confrontano le traduzioni sia antiche che moderne. Il qataldel v. 13a è tradotto al futuro dalla LXX, la quale traduce al passato il weyiqtol del v. 16a, leg-gendo quindi un wayyiqtol; la Vulgata traduce al passato sia il v. 13a che il v. 16a, e così fannoanche Andersen-Freedman, 540; McKane, 205-206, traduce al futuro il v. 13a, al presente il v.16a; Kessler, 273, al presente sia il v. 13a che il v. 16a; Waltke, 395, al futuro prossimo il v. 13a,al passato il v. 16a (cf. infra, nota 120).

140 Alviero Niccacci

- a) la frase del v. 14a, “tu mangerai + ma non ti sazierai”, può essere ana-lizzata come composta di protasi + apodosi: “anche se mangerai + non tisazierai”; così pure le altre simili del v. 15a-c;

- b) il weyiqtol del v. 14c è spiegabile come forma di protasi: “porta pure via”,nel senso di “qualora portassi via”, “anche se porterai via”, o simile117;

- c) in modo analogo si può analizzare il costrutto del v. 14d: “e (quanto a)quello che salverai118 + alla spada lo darò”.

Messe in parallelo, le costruzioni dei vv. 14-15 presentano dunque la se-guente struttura:

apodosi (2) protasi (1) (1) protasi (2) apodosiv. 14a (…) oD;bVcIt aøl◊w lAkaøt hD;tAa Tu mangerai ma non ti sazierai…119

v. 14cfyIlVpAt aøl◊w gE;sAt◊w Porta pure via, non salverai;

v. 14dNE;tRa b®rRjAl fE;lApV;t rRvSaÅw e quello che salverai, alla spada lo darò.

v. 15arwøxVqIt aøl◊w oår◊zIt hD;tAa Tu seminerai ma non raccoglierai.

v. 15bNRmRv K…wsDt_aøl◊w tyÅz_JKOr√dIt hD;tAa Tu pigerai olive ma non ti ungerai di olio,

v. 15cNyÎ¥y_hR;tVvIt aøl◊w vwøryIt◊w e (pigerai) mosto ma non berrai vino.

Un altro weyiqtol con funzione di protasi, parallelo a quello del v. 14c, com-pare in 6,16, un versetto che ha una struttura sintattica simile, ma con differen-ze:

apodosi (2) protasi (1)v. 16

yîrVmDo twø;qUj rE;mA;tVvˆy◊w Si osservino pure120 le regole di OmribDaVjAa_tyEb hEcSoAm lOk◊w e ogni comportamento della Casa di Ahab;

MDtwøxSoOmV;b …wkVlE;tÅw e infatti voi avete camminato …

117 Sulla funzione di protasi dello yiqtol e weyiqtol volitivi rimando al mio articolo “The Bi-blical Hebrew Verbal System in Poetry”, 264-265.

118 La frase fE;lApV;t rRvSaÅw può essere intesa cioè come casus pendens, equivalente a una circo-stanza con funzione di protasi, posta prima della principale, o apodosi (cf. mia The Syntax of theVerb in Classical Hebrew Prose, §§ 119-125).

119 Il v. 14b è una proposizione nominale senza verbo finito, che indica contemporaneità al-l’asse del futuro evocato nei vv. 14-15. Il termine jAv‰y è però hapax legomenon e quindi il sensoè incerto. Keil, 501, lo intende come “il vuoto”, mentre i dizionari, rifacendosi all’arabo e al si-riaco, lo intendono come “sporcizia”. Così la Peshitta, mentre la Vulgata ha et humiliatio tua “ela tua umiliazione”, forse dalla radice jjv “essere basso, abbassare”, e LXX ha kai« skota¿sei “esarà buio”, invertendo le lettere e leggendo la radice Kvj (cf. Taylor, The Massoretic Text, 148-149). Naturalmente l’incertezza rimane anche negli interpreti moderni; si veda ad esempio unelenco delle diverse opinioni in McKane, 197-198, e Waltke, 402.

120rE;mA;tVvˆy◊w è una forma intensiva impersonale del piel della radice rmv (cf. Keil, 501). Le ver-

sioni antiche in genere la intendono come forma di passato, di seconda o terza persona; cf. Tay-lor, The Massoretic Text, 151-152, e Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 768-769. Tra i commentatori moderni (cf. supra, nota 116), McKane, 200, propone di leggere wrmvtw,in base al Targum, ma poi traduce al presente (“you observe”, p. 206).

Il libro del profeta Michea 141

hD;mAvVl ÔKVtOa yI;tI;t NAoAmVl affinché io ti riducessi in desolazioneh∂qérVvIl DhyRbVvOy◊w e gli abitanti di essa in un fischio,

…waDÚcI;t yI;mAo tAÚp√rRj◊w e così la vergogna… porterete.

Il contesto precedente aiuta a comprendere la brusca sequenza di un weyiqtol (rE;mA;tVvˆy◊w) e poi di un wayyiqtol (…wkVlE;tÅw) nel v. 16. Il weyiqtol ha la fun-zione di protasi, come nel v. 14: “si osservino pure le regole Omri…”; il wayyiqtol è parte di una proposizione parentetica che afferma che la cosa è ef-fettivamente avvenuta: “e infatti voi avete camminato secondo i loro consigli”;e il seguente costrutto con valore finale enuncia l’esito inevitabile a cui quel com-portamento iniquo porta: “(ma solo) affinché io ti riducessi in desolazione…”.Benché quest’ultimo sia un costrutto sintatticamente dipendente (yI;tI;t NAoAmVl), dalpunto di vista semantico corrisponde all’apodosi delle costruzioni dei vv. 14-15;e cioè: qualora si segua il comportamento di Omri… – come infatti avete fatto –il risultato sarà anche per voi (come per la Casa di Ahab) la rovina.

Insomma, dice Dio tramite il profeta, le vostre fatiche non porteranno frutto(vv. 14-15); anzi attireranno la punizione sulla città (v. 16).

È da notare una piccola differenza che può essere importante: nel v. 14l’apodosi/conseguenza riguarda semplicemente il futuro (“non salverai…”),mentre nel v. 16 la conseguenza/apodosi è sì annunciata come futura, ma è mo-dellata su un’esperienza passata; cioè: fate pure, voi di Giuda, come Omri eAhab, ma sappiate che vi accadrà come a loro, “e così la vergogna del mio po-polo porterete”. Il che suppone che la distruzione di Samaria era già avvenutama da poco, dato che poteva essere evocata come modello. Inoltre la secondapersona plurale (“avete camminato”) può suggerire che gli indirizzati sono vi-sti come un’unità insieme con il Regno del Nord devastato. Questo potrebbe in-quadrarsi bene nel periodo di Ezechia, quando i rifugiati del Regno del Nord sistabilirono in massa a Gerusalemme121.

In conclusione, la dinamica e i parlanti di tutto il brano 6,3-16 possono es-sere indicati come segue122: domande di Dio al popolo (vv. 3-4) e invito al po-polo da parte di Dio (o del profeta, dato che di Dio si parla in terza persona nel-l’ultimo stico, v. 5), collegati tra loro; domande del popolo, senza un destinata-

121 Cf. pp. 81-82. Recentemente però N. Na’aman, “When and How Did Jerusalem Becomea Great City? The Rise of Jerusalem as Judah’s Premier City in the eight-Seventh CenturiesB.C.E.”, BASOR 347 (2007) 21-56, ha criticato la convinzione comune che Gerusalemme sia cre-sciuta per l’afflusso dei rifugiati dal Regno del Nord, e quindi circa il 720 a.C., proponendo in-vece che la crescita cominciò già nel IX sec. e giunse al culmine nel tardo VIII-inizio VII sec. perla venuta dei rifugiati dalle città della Giudea distrutte dagli Assiri, molti dei quali però già nelcorso del VII sec. ritornarono ai loro paesi.

122 Su questi problemi si confronti l’ampia analisi di Andersen-Freedman, 551-560, e quelladi Waltke, 406-407. Da parte sua, Kessler, 275-277, ritiene che i vv. 9-16 non siano una unità ori-ginale ma consistano di “zwei Grundtexte”.

142 Alviero Niccacci

rio esplicito, che indicano una profonda incertezza (vv. 6-7), e risposta del pro-feta (v. 8) che trasmette un invito diretto di Dio (v. 9); altre domande del popo-lo, di nuovo senza destinatario esplicito (vv. 10-11), e risposta del profeta (v.12). Nel seguito (vv. 13-16) parla Dio per bocca del profeta, specificando i ca-stighi minacciati.

Quali sono i castighi? Michea ha in mente le minacce di Lv 26,14 ss. e Dt28,15 ss. per chi non osserva la Legge123. Una somiglianza si vede già nella for-mula introduttiva yˆnSa_MÅg◊w “e io, da parte mia” (v. 13), che presenta il castigo co-me reazione di Dio alle infedeltà del popolo, come si legge più volte in Lv 26,ad esempio al v. 16 (yˆnSa_PAa) e al v. 24 (yˆnDa_MÅ…g …yˆnSa_PAa).

In Michea il primo castigo riguarda la fame (v. 14a), il mangiare che non sa-zia, esattamente come in Lv 26,26 (…woD;bVcIt aøl◊w MR;tVlAkSaÅw), a causa della devasta-zione della terra da parte dei nemici come punizione “per i vostri peccati” (26,24MRkyEtaøÚfAj_lAo; cf. Mic 6,13), cosa che effettivamente poi avvenne (cf. Ger 52,6;2 Re 6,25).

Il secondo castigo (v. 14b) riguarda l’impossibilità di salvare i propri beni:anche quelli tratti in salvo alla fine Dio li farà distruggere dai nemici (cf. la con-danna di Babilonia in Ger 50,37).

Il terzo castigo (v. 15) consiste nella devastazione della campagna, olivi e vi-gne, i due elementi fondamentali della vita, che non daranno il raccolto spera-to; cf. Am 5,11: MÎny´y_tRa …w;tVvIt aøl◊w MR;tVoAf◊n dRmRj_yEm√rA;k “vigne deliziose avete pian-tato ma non berrete il loro vino”. Si tratta in fondo di aspetti diversi del castigoche Dio manderà per mano dei nemici.

Il v. 16 riprende e completa il v. 13: “i peccati” denunciati all’inizio dell’u-nità vengono specificati alla fine, dopo aver annunciato il castigo (vv. 14-15).Consistono nell’aver osservato esattamente (rE;mA;tVvˆy◊w) “le regole di Omri / e ognicomportamento della casa di Ahab”, essenzialmente il culto del dio cananeoBaal, sacrifici umani (cf. 6,7), oltre che la persecuzione dei profeti del Signore(1 Re 18,4; 22,26-27) e l’appropriazione illecita della proprietà famigliare e an-che l’omicidio, come nel caso di Nabot (1 Re 21)124. Nel passo parallelo 1,6-7il peccato di Samaria consiste esplicitamente nel culto degli idoli visto comeprostituzione (cf. supra, § 1.4).

Poiché dunque i capi di Giuda stanno seguendo esattamente il comporta-mento dei re del Nord, Dio non potrà non mandare un castigo analogo (v. 16b),indicato come hD;mAv // h∂qérVv “desolazione // fischio” di scherno, una coppia fre-quente per esprimere devastazione e scherno da parte dei nemici (cf. Ger 19,8;

123 Cf. Keil, 501. Andersen-Freedman parlano di “Covenant Curses (6:13-16)” (pp. 540.548-549.560), e Waltke, 411, parla di “judicial sentence”.

124 Cf. Keil, 502. In modo simile anche McKane, 203, Kessler, 282, Andersen-Freedman, 550,e Waltke, 414.

Il libro del profeta Michea 143

25,9.18; 29,18, ecc.). Il castigo ha una valenza, diremmo, dolorosa anche perDio in quanto è detto yI;mAo tAÚp√rRj “la vergogna del mio popolo” (cf. Dn 9,16), chetutti gli abitanti dovranno “portare”, anche se causata essenzialmente dalla col-pa dei capi della nazione (cf. Mic 2,1-5; supra, § 1.5).

1.7.2. Commento filologico di 7,1-6

(7,1-4) La particella di lamento yAlVlAa, che compare solo in Gb 10,15, richiama,almeno dal punto di vista sonoro, il verbo hDlyIlyEa◊w, dalla radice simile lly, delparallelo 1,8. Diversamente da ywøh (cf. 2,1), yAlVlAa esprime un lamento su se stes-si, non su altri. Come nel parallelo 1,8-16, in tutto il brano (7,1-6) è il profetache fa lamento a nome del popolo di Israele, esattamente dei deboli che nel ver-setto precedente e altrove in Michea sono chiamati, con affettuosa partecipa-zione, “il mio popolo” (6,16; cf. 1,9; 2,4.8.9; 3,3.5; 6,3.5).

La particella yI;k “poiché” introduce il tema del lamento e praticamente reggetutti i vv. 1-4, almeno sino alla frase finale, che con hD;tAo annuncia la conse-guenza della situazione descritta in precedenza.

Nel v. 1 il profeta comincia a delineare una situazione di degrado sociale (cf.vv. 2-4) mediante l’immagine del raccolto della frutta e dell’uva. Il problema èperò in quale senso viene utilizzata l’immagine del raccolto. Direi che il sensoè il seguente: il profeta, che sembra essere voce dei cittadini semplici, si sentecome quando si raccoglie la frutta di estate (a), o come quando si raccolgono iresti dell’uva (b); nel secondo caso non si trovano più grappoli da mangiare (b’);nel primo caso non si trovano più fichi primaticci (a’)125. La situazione è perciòcome quando, finito il raccolto, restano solo rimasugli insufficienti a soddisfa-re la fame e il gusto.

Due passi di Isaia usano in modo analogo l’immagine del raccolto. Per illu-strare il fatto che “in quel giorno sarà sminuita la gloria di Giacobbe” il profetaafferma: “sarà come quando il mietitore raccoglie (POsTaR;k) gli steli di grano… /e rimarranno in essa (nella Valle di Refaim) racimolature (tølElwøo)…” (Is 17,5-6); e per descrivere una terribile situazione di giudizio annuncia: “poiché cosìavverrà nel mezzo della terra, / in mezzo ai popoli, / come quando si scuotel’ulivo / e come racimolature (tølElwøoV;k) quando sarà finita la vendemmia (ryIxD;b)”(24,13).

Risulta quindi che la situazione di desolazione espressa in Mic 7,1 richiamaquella di 6,14-15126, con la differenza che 7,1 descrive la situazione socio-reli-giosa (cf. infra), mentre 6,14-15 lo stato di fame e di rovina del territorio a cau-sa della guerra.

125 Cf. in parte Keil, 503. La composizione chiastica del v. 1 è ben descritta da Kessler, 287.126 Cf. Andersen-Freedman, 567.

144 Alviero Niccacci

La situazione, inizialmente paragonata al raccolto tardivo quando non si tro-va più nulla di buono, è specificata progressivamente nei vv. 2-4. Prima in for-ma generale si afferma che “il pio è scomparso dalla terra / e un giusto tra gliuomini non c’è”; poi che “tutti saranno (sempre) in agguato per il sangue, / cia-scuno caccerà il suo fratello con la rete”; quindi si nominano “il principe / il giu-dice / e il grande” come coloro che sono ai vertici della corruzione (“sul malesono ambedue le mani per farlo”)127, la quale poi viene descritta come genera-le (vv. 5-6). Sembra di capire che la corruzione generale ha la sua origine dal-l’alto. Ma dobbiamo cercare di comprendere meglio la situazione.

Consideriamo anzitutto il lessico, che è abbastanza raro e trova paralleli so-prattutto nella letteratura sapienziale. I termini dyIsDj e rDvÎy compaiono solo quiin coppia, ma designano ambedue una categoria di persone pie e rette (cf. adesempio Pro 2,7.8.13.21), cioè l’opposto di quelle descritte in seguito.L’espressione che comprende il verbo bra + M∂dVl “essere in agguato + per il san-gue” ricorre solo in Pro 1,11.18 e 12,6; significa tendere tranelli ai deboli conuna violenza che può portare anche a uccidere la vittima. Da quello che segue(Mic 7,3) risulta che si tratta di violazioni del diritto delle persone più deboli (cf.altrove: 2,1-5; c. 3; supra, § 1.5).

Il verbo d…wx “cacciare”, riferito a persone (v. 2), non ad animali, compare an-che in Ez 13,1; Lam 3,52; cf. 4,18. Al verbo si unisce, solo qui, il termine M®rEj“rete” con valore avverbiale: “con la rete”. Il senso dell’espressione è paralleloa quello dello stico precedente (“essere in agguato per il sangue”), conl’aggravante che l’insidia è tesa al proprio “fratello”.

I personaggi nominati nel v. 3 sono rAÚcAh “il principe” e fEpOÚvAh “il giudice”,ambedue con articolo, una coppia che compare in senso negativo, come qui, inaltri profeti (Os 13,10; Am 2,3; Sof 3,3). Ad essi si aggiunge, ancora con arti-colo, lwødÎ…gAh “il grande”, un aggettivo usato come sostantivo, cosa che non sem-bra usuale (salvo i casi di tOwlOd…◊g “cose grandi / grandi opere”, soprattutto di Dio:Dt 10,21; 2 Re 8,4; Ger 33,3; 45,5; Sal 71,19; 131,1).

Il v. 3 presenta anche un’espressione un po’ ambigua, wøvVpÅn tA…wAh, in quanto ilprimo termine può essere inteso nel senso di “malvagità, distruzione” oppurecome “desiderio (cattivo)”128. Il secondo senso mi sembra preferibile sulla ba-se di due paralleli di Proverbi: “Il Signore non lascerà soffrire la fame all’ani-ma del giusto, / mentre il desiderio dei malvagi (MyIoDv√r tÅ…wAh◊w) respingerà” (10,3);“La rettitudine dei giusti li salverà, / invece nel (loro stesso) desiderio i disone-sti saranno presi (…wdEkD;lˆy Myîd◊gO;b tÅ…wAhVb…w)129” (11,6).

127 Cf. Kessler, 289-290, e Andersen-Freedman, 570.128 Cf. anche Andersen-Freedman, 570-571.129 Lett. “e nel desiderio dei disonesti <i disonesti> saranno presi”, per cui Myîd◊gO;b è insieme

nomen rectum e soggetto del verbo che segue.

Il libro del profeta Michea 145

Un termine unico del v. 3 è il verbo Dh…wt;VbAo◊yÅw, dalla radice tbo “tessere, tra-mare” (cf. tObSo “filo, corda”). Il suffisso femminile che accompagna il verbo siriferisce a wøvVpÅn tA…wAh: “e hanno tramato esso”, cioè il desiderio del grande. Si de-linea quindi un’operazione malvagia a cui concorrono almeno due persone: “ilprincipe” chiede un favore, “il giudice” lo concede emettendo una sentenza apagamento; poi viene “il grande”, che potrebbe essere equivalente di “il princi-pe”; se è così, il senso di “chiede” sarebbe specificato da “dice il desiderio del-la sua anima”. Notiamo che il termine vRp‰n “anima” non ha il senso spirituale cheè abituale per noi, ma, soprattutto in contesti del genere, indica la “persona” ingenerale e anche la sua “brama, avidità”130.

Il v. 4 contiene due termini paralleli unici, q®dEj “rovo” // hDk…wsVm “siepe di spi-ne”, che si ritrovano in stato costrutto in Pro 15,19, con la differenza che qui ilsecondo termine è scritto con ¬in invece che con samekh: “La strada del pigro èuna siepe di spine (q®dDj tAkUcVmI;k), / mentre la via dei giusti è pavimentata”. Il col-legamento con questi due termini chiaramente negativi rende negativi anche idue sostantivi bwøf e rDvÎy, di per sé positivi e ben attestati in coppia (cf. Dt 6,18;12,28; Sal 125,4, ecc.), e chiarisce il senso del confronto, lett.: “il buono di es-si (= il migliore) è come un rovo / e il retto è più (= peggio) di una siepe di spi-ne”131.

Nel v. 3 si legge un’espressione curiosa che contrappone male e bene: “sulmale sono ambedue le mani per farlo bene”. Non si dice subito di chi siano lemani, ma poi si nomina “il principe / il giudice / e il grande”. L’espressione si-gnificherà dunque che le autorità della nazione si impegnano con tutte le forzeper “fare bene il male”, cioè forse per farlo in modo che appaia come un dirit-to. Si ricordino le trame di Ahab per impossessarsi della vigna di Nabot (1 Re21).

Ma quale è la logica del v. 3? Se si ritiene che l’accento tebir sotto wöøvVpÅn se-para il nome dal pronome a…wh che segue, allora questo pronome non rafforza ilsuffisso del nome che precede (nel senso di “la sua stessa anima”) ma riprendeil termine a cui si ferisce, cioè “il grande”132. Se è così, il rapporto tra gli stichipuò essere inteso come segue:

130 Cf. Kessler, 289.131 Nonostante le difficoltà che segnalano i commentari (cf. McKane, 212.217; Kessler, 285;

Andersen-Freedman, 571), il passo mi sembra in perfetto stato. A questa conclusione giunge an-che Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 775-776.

132 Keil, 504, sostiene, contro la tendenza normale anche della tradizione giudaica, che il pro-nome a…wh non va collegato con l’antecedente sostantivo wøvVpÅn, ma poi traduce: “and the great man,he speaks the evil of his soul: and they twist it” (corsivo mio). Così considera il tutto come ununico stico, che però sarebbe troppo lungo rispetto al normale. Preferisco perciò separare, anchedal punto di vista della scansione poetica, il pronome dal sostantivo e farne uno stico a parte in-sieme al wayyiqtol che segue. Tra l’altro questo collegamento favorisce il passaggio dal singola-re (“il grande / lui”) al plurale (“essi”) nella denuncia della violenza, apparentemente giusta, a

146 Alviero Niccacci

a) Sul male sono ambedue le mani per farlo bene;b) il principe chiede,

c) il giudice è a pagamentob’) e il grande dice il desiderio della sua anima;

a’) lui, ed essi lo hanno tramato.

Per comprendere la funzione di quest’ultima forma di passato (“lo hanno tra-mato”)133 è necessario analizzare le dinamiche dell’intera unità (vv. 2-4), in par-ticolare gli assi temporali via via utilizzati, che sono: a) passato, b) presente, c)futuro. Ecco il risultato:

a) 2 Il pio è scomparso dalla terrab) e un giusto tra gli uomini non c’è.

c) Tutti saranno (sempre) in agguato per il sangue,ciascuno caccerà il suo fratello con la rete.

b) 3 Sul male sono ambedue le mani per farlo bene;il principe chiede,il giudice è a pagamentoe il grande dice il desiderio della sua anima,

a) lui, ed essi lo hanno tramato.b) 4 Il migliore di essi è come un rovo,

il più retto (tra di essi) è peggio di una siepe di spine.a) Il giorno delle tue sentinelle, la tua correzione è arrivata.

c) Ora verrà la loro confusione.

Passaggi temporali di questo genere sono piuttosto frequenti nella poesia bi-blica. Lo scopo è qui affermare che la corruzione è cominciata da tempo, è inatto e continuerà. E il profeta annuncia il castigo prima come già arrivato, in for-ma diretta per ciascuno dei responsabili (“il giorno delle tue sentinelle, la tuacorrezione è arrivata”, v. 4c), poi annuncia per tutti in forma indiretta la suaprossima attuazione (“ora verrà la loro confusione”, v. 4d). Il castigo è già inatto ma non è ancora compiuto, come altrove si dice della distruzione diSion/Gerusalemme e del suo apparato di governo134.

danno dei cittadini. Anche gli autori moderni uniscono a…wh a ciò che precede. Si vedano ad esem-pio le discussioni di Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 774-775, di Andersen-Freedman, 561.570, e di Waltke, 420.

133 Tra gli autori consultati solo Andersen-Freedman, 561, traducono il verbo al passato, manon ne spiegano il senso.

134 Qui come altrove, Michea non nomina il re del suo tempo in modo specifico, né utilizza iltermine JKRlRm per indicarlo, a parte 1,1 dove si fa il nome di tre re di Giuda, compreso Ezechia. Ilprofeta parla solo di: “i re di Israele” al plurale (1,14); “il loro re”, riferito a un re del passato(2,13); e “Balak re di Moab” (6,5). L’unico riferimento al re di Israele del suo tempo è “forse nonc’è un re in te?” (4,9), un’espressione che però sembra essere un detto popolare utilizzato per di-re che, almeno dal punto di vista dell’organizzazione sociale, non c’è motivo di lamentarsi (cf.

Il libro del profeta Michea 147

Nel v. 4 “il giorno delle tue sentinelle” è parallelo ed equivalente a “la tuacorrezione”, che segue in apposizione135.

(7,5-6) La struttura sintattica dei due versetti è la seguente: doppio invito ne-gativo e uno positivo (v. 5), poi motivazione (v. 6). Alla coppia Aoér “compagno”// P…w;lAa “amico” si aggiunge in parallelismo “colei che giace sul tuo petto”, cioèla moglie (così esplicitamente la LXX che usa il termine unico hJ su/gkoitoß “co-lei che dorme insieme”). Ora mentre la coppia Aoér // P…w;lAa è attestata solo qui,l’espressione “giacere sul petto” di qualcuno, a indicare somma intimità, è atte-stata tre volte nell’AT: per la pecorella del povero (2 Sam 12,3), per la badantedi David (1 Re 1,2), e per un bambino piccolo (3,20), e altrettante nel NT: peril povero con Abramo (Lc 16,22-23), del discepolo amato con Gesù (Gv 13,23)e di Gesù stesso con il Padre (1,18)136.

Nel v. 5 si nominano dunque, in parallelismo, tre tipi di persone che simbo-leggiano amicizia, familiarità. E le tre indicazioni collegate ad esse sono: “noncredete // non fidatevi // custodisci le porte della tua bocca”, con passaggio dalplurale al singolare. In parallelo con le due precedenti, il senso della terza è nonconfidarsi, fare attenzione a quello che si dice, poiché neppure la moglie è or-mai affidabile.

La motivazione del v. 6 rincara la dose, diciamo così, affermando che sonodiventati inaffidabili, anzi aggressivi, persino i membri della famiglia: il figliocontro il padre, la figlia contro la madre e la nuora contro la suocera, e quindi“le persone della casa”137. Le azioni parallele corrispondenti sono: lbn piel “ri-tenere pazzo, disprezzare” // Mwq + bet “levarsi + contro” qualcuno (per figliacontro madre e nuora contro suocera) // bya “essere nemico”. Sono tre verbi chenon compaiono insieme altrove ma che comunque richiamano i tre usati nel v.5 per gli amici e per la moglie. Si denuncia così un forte degrado sociale: ami-ci, moglie, membri della famiglia.

supra, § 1.6.2). Piuttosto che il JKRlRm in persona Michea denuncia genericamente l’apparato di go-verno, qui come altrove (cf. 3,5-7.9-11, supra, § 1.5; 7,3).

135 Così anche Keil, 506, Kessler, 290, e Andersen-Freedman, 572, mentre Waltke, 421, in-tende ÔKVt∂;düqVÚp come secondo nomen rectum (“The day of your watchmen — of your punishment”,p. 415). Da parte sua, McKane, 212-213.217, segue gli autori che cambiano il suffisso ÔKVt∂;düqVÚp dal-la seconda singolare alla terza plurale (“their judgement”) ed eliminano ÔKyRÚpAxVm; ma così si elimi-na il contrasto tra popolo in genere (“tu”), detto anche “mio popolo”, e i capi (“essi”) che percorrei vv. 1-4 (cf. supra) e il libro nel suo complesso, in particolare i cc. 2-3 (cf. supra, § 1.5).

136 Sui vari tipi di relazioni familiari si vedano in particolare Kessler, 291-292, e Andersen-Freedman, 572-574.

137 Come notano i commentatori, il v. 6 è citato da Gesù, anche se in forma modificata e conuno scopo ben diverso. Egli infatti dichiara di essere venuto “a porre non la pace sulla terra ma laspada… a dividere un uomo da suo padre e una figlia da sua madre e una nuora dalla suocera, enemici dell’uomo saranno i membri della sua famiglia” (Mt 10,35-36). E lo scopo è affermare conforza che la scelta di seguire lui deve prevalere sugli stessi legami familiari, per cui potrà com-portare anche forti divisioni (10,37; cf. Lc 12,53).

148 Alviero Niccacci

1.8. Commento filologico di 7,7-20

(7,7) Con yˆnSaÅw “ma io…” si realizza il passaggio dal lamento per il castigo cheverrà su Gerusalemme (vv. 1-6) a una dichiarazione del profeta che, nonostan-te tutto, professa fiducia nel Signore e indica così l’atteggiamento corretto daassumere nella situazione difficile che sta delineando. Un passaggio simile, conterminologia altrettanto simile, si verifica in Ab 3,18, che fa parte di una chiu-sura liturgica della profezia (3,1-9) simile a questa che conclude il libro di Mi-chea. Dopo aver annunciato il castigo che si abbatterà sui Caldei che opprimo-no Israele, con la devastazione del raccolto e degli animali, Abacuc afferma:

hÎzwølVoRa hDwhyA;b yInSaÅw ma io nel Signore esulterò,yIoVvˆy yEhølaE;b hDlyIgDa mi rallegrerò nel Dio della mia salvezza.

Il che richiama da vicino il testo di Michea: yIoVvy yEhølaEl hDlyIjwøa / hRÚpAxSa hDwhyA;b ynSaÅw

138.La dichiarazione di Michea prosegue con una preghiera: “mi ascolti (yˆnEoDmVvˆy,

yiqtol iussivo) il mio Signore!”.(7,8-10) Nel v. 8 parla Sion/Gerusalemme, a cui il profeta suggerisce le pa-

role da dire e l’atteggiamento da assumere nella situazione presente. Leggiamoanzitutto un invito alla “nemica” (l’Assiria) a non rallegrarsi; e il motivo è chela situazione presente di castigo (cf. “lo sdegno del Signore”, v. 9) non durerà.Infatti, dice la città, nel passato “quando sono caduta, mi sono rialzata”, e que-sto costituisce la base della fiducia per il futuro: “quando sarò nelle tenebre, / ilSignore sarà luce per me”139.

Perciò, spiega il v. 9, la città accoglierà il castigo di Dio (“lo sdegno del Si-gnore sopporterò”; cf. 6,9: “ascoltate il bastone e chi lo ha designato!”), venu-to a causa del suo peccato, ma è sicura che questo avrà un termine. A un certopunto, dice, Dio “difenderà la mia causa / e farà il mio diritto” (con byr, verboe sostantivo, e fÚDpVvIm, come in 1 Sam 24,16; Sal 43,1); “mi farà uscire alla luce,/ sperimenterò la sua giustizia”. Dio, cioè, la restaurerà dopo il castigo che ha

138 Invece Kessler, 292-293, sottolinea le somiglianze con i Salmi. Egli inoltre unisce il v. 7all’unità precedente, il che però non sembra in linea con la composizione del passo (cf. infra, §1.8.1). Così pensano anche Andersen-Freedman, 576-577, nonostante la divisione masoretica.

139 La “vergine Israele” M…wq PyIswøt_aøl hDlVpDn “è caduta e non si rialzerà più”, ;hDmyIqVm NyEa “nonc’è nessuno che la fa rialzare”, lamenta il profeta Amos (5,2). Analogamente la terra peccatri-ce M…wq √PyIsOt_aøl◊w hDlVpÎn◊w “cadrà e non si rialzerà più” (Is 24,20; cf. 25,27; 50,32); così pure i mal-vagi (Sal 36,13; Ger 50,32), a differenza dei giusti che invece si rialzeranno (Pro 24,16). Sulproblema del modo di rendere le forme verbali del v. 8 si vedano Andersen-Freedman, 578-580,i quali però concludono che “the verbs have aspect rather than tense: näpaltî (past punctual),qämtî (future punctual), ’ëåëb (durative)” (p. 582), una conclusione per me inaccettabile, in quan-to annulla le dinamiche temporali che dànno senso alla frase. Lo stesso vale per Waltke, 433-434.

Il libro del profeta Michea 149

meritato per i suoi peccati, le farà di nuovo godere la gioia dell’elezione (“la suagiustizia”)140.

Nel v. 10, come nel v. 4 e altrove in Michea (4,10.11.14; 5,3), hD;tAo “ora” in-troduce una conseguenza che sta per accadere. L’oggetto di “veda la mia nemi-ca” è la futura ricostruzione di Sion/Gerusalemme (v. 11), come conseguenzadella professione di fiducia che precede (vv. 8-9), e questa vista – continua lapreghiera – “ricopra la vergogna”, lei che negava l’esistenza del Dio di Israelea motivo della temporanea vittoria; anzi “ora essa sarà calpestata (lett. ‘diven-terà pestatura’) / come fango delle strade” (v. 10; cf. un’espressione quasi iden-tica in Is 10,6: twøx…wj rRmOjV;k sDm√rIm).

(7,11-13) Al contrario della nemica che sarà distrutta, Sion/Gerusalemmesarà ricostruita (v. 11). I tre Mwøy sembrano avere valore avverbiale, “nel giorno /in quel giorno / in quel giorno”141. Dal punto di vista sintattico l’espressioneJKˆy∂réd◊…g twønVbIl Mwøy (lett. “nel giorno di costruire le tue mura”) è ripresa, in apposi-zione, dalla successiva a…whAh Mwøy; ambedue sono casus pendens o protasi, colle-gati a qOj_qAj√rˆy, che è la proposizione principale o apodosi. Questa analisi è sug-gerita dalla frase seguente (v. 12), in cui l’espressione a…wh Mwøy è chiaramente se-parata dalla seguente awøbÎy ÔKy®dDo◊w e le due fungono, rispettivamente, da protasi eapodosi142.

Dato che il termine réd…Îg (v. 11) si dice per lo più del muro di una vigna (cf.Is 5,5; Sal 80,13), è probabile che sia evocata l’immagine di Israele come vignadel Signore (cf. Is 5,1-7; 27,2-3)143.

Si pone un problema: cosa significa l’espressione qOj_qAj√rˆy che segue la noti-zia della ricostruzione delle mura di Gerusalemme? Al riguardo le opinioni de-gli interpreti sono molto diverse144; per lo più si intende nel senso di estendere il

140 Per il senso di h∂q∂dVx in genere e in questo passo si può consultare il mio articolo “Giusti-zia e giustificazione nell’Antico Testamento”, 24-25 (con una traduzione un po’ diversa); cf. Kes-sler, 302, e Andersen-Freedman, 579-580.

141 Keil, 509, intende invece che il primo Mwøy sia soggetto di una frase ellittica del verbo: “Aday to build thy walls (cometh)”. In modo simile Andersen-Freedman: “the day… / that day… /that day” (pp. 575.585-586); cf. Waltke, 437-438. Invece Smith, 56-57, afferma che i due primiMwøy non possono svolgere funzione avverbiale (“in that day”), e traduce: “A day for the buildingof your walls! / That day to extend your border!”. Traduce però il terzo “in that day”, e giunge adaffermare: “None of them fit the rules of grammar”!

142 Cf. costruzioni analoghe in 3,5 (§ 1.5); 4,5 e 5.4 (§ 1.6). Questa costruzione non è ricono-sciuta da Kessler, 294.303-304, né da McKane, 223.228-229, né da Andersen-Freedman, 585-586. Da parte sua, Waltke, 438, intende awøbÎy ÔKy®dDo◊w come frase circostanziale e traduce: “It is a ti-me when they will come to you” (p. 432), il che è possibile, ma credo sia preferibile intendere leespressioni Mwøy / a…whAh Mwøy / a…wh Mwøy come parallele, tutte e tre con valore avverbiale.

143 Cf. Keil, 509, Kessler, 303 e Waltke, 456. Da parte loro, Andersen-Freedman, 585, affer-mano dei vv. 11-12: “Like 1:10-16, this is either very raw, but authentic stuff, or it is corruptbeyond repair”.

144 Rashi intese il v. 11 come parole della nemica del v. 10: il tempo di costruire le mura si al-

150 Alviero Niccacci

confine della città allo scopo di accogliere le moltitudini in arrivo (v. 12)145. MaKeil fa notare giustamente che qOj non è attestato nel senso di confine di una na-zione, né il verbo qjr nel senso di allargare, estendere. Egli suggerisce che qOjdesigni piuttosto “the ordinance or limit which God has appointed to separateIsrael from the nations; not a land-boundary, but the law of Israel’s separationfrom the nations. This law will be far away, i.e., will be removed or set asi-de…”146.

Se questo è il senso, l’espressione “la legge sarà lontana” richiama il v. 14che parla di Israele come un popolo che vive separato dagli altri (cf. infra). Inquel giorno, dice Michea, la “legge” di separazione finirà. Attirati dalla rico-struzione delle mura di Sion/Gerusalemme (v. 11) e anche perché “la terra di-venterà un deserto” (v. 13), i popoli verranno alla città di Dio. Inoltre, questavenuta richiama e specifica quella annunciata in 4,1-5. Il fatto che “il Monte delTempio del Signore / sarà stabile sulla cima dei monti, / sarà esaltato esso sullecolline” (4,1) corrisponde dunque al “giorno in cui le tue mura saranno costrui-te” (7,11).

In effetti 4,1-2 annuncia che “affluiranno ad esso (al Monte Sion) i popoli /e molte nazioni andranno”, ma non dice da dove verranno. Questo viene speci-ficato in 7,12 con una fraseologia complessa, non semplice da decifrare. Si no-minano l’Assiria e l’Egitto (rwøxDm, forma poetica del nome più comune MyårVxIm),poi di nuovo l’Egitto147 e il fiume (l’Eufrate), e infine il mare e il monte, questinominati due volte (cf. infra, § 1.8.1).

Ora, Assiria e Egitto sono i nomi delle due superpotenze del tempo, la se-conda delle quali tentava di sottrarre alla prima il predominio sul Canaan; mamare e monte restano due entità imprecisate. Non è chiaro inoltre il rapporto traquesti nomi, poiché alcune delle preposizioni che li collegano non compaionoesplicitamente. Si legge: “da Assur e le città di Egitto, / dall’Egitto e fino al Fiu-me”, il che può intendersi: “da Assur e (dal)le città di Egitto”, se il secondo ter-mine condivide la preposizione del primo, oppure: “da Assur e (fino al)le cittàdi Egitto”, se condivide la seconda preposizione della coppia successiva (“dal-

lontanerà e non verrà mai. Invece Redak intese più o meno nel senso del Targum Jonathan: “Atthat time, the people of Israel shall be built up; at that time, the decrees of the nations shall be nul-lified” (cf. Mikraoth Gedoloth, 234).

145 Così anche McKane, 223-224.228, Kessler, 294.303, Andersen-Freedman, 575.586, eWaltke, 432. 437-438.

146 Keil, 510; cf. l’opinione di I. Willi-Plein riportata da Waltke, 438.147 Le versioni antiche intendono l’espressione rwøxDm yérDo come “città fortificate” (cf. Taylor,

The Massoretic Text, 178; Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 778-779, il qua-le però ritiene possibile anche “villes d’Égypte”). Anche Kessler, 304, intende rwøxDm yérDo nel sen-so di “Festungsstädten”, ma ipotizza che si trovassero in Edom (cf. Sal 60,11) e intende il secon-do rwøxDm come designazione di Tiro (cf. Zc 9,3). Da parte sua, Waltke, 439, traduce rwøxDm yérDo “Af-fliction Place”, designazione dell’Egitto.

Il libro del profeta Michea 151

l’Egitto e fino al Fiume”). Le altre due coppie, poi, sono ancora più ambigue, inquanto compare una sola preposizione e l’ultimo termine, a differenza degli al-tri, ha l’articolo; lett. “e mare da mare e monte il monte”. Il che potrebbe inten-dersi: “e (a) mare da mare e (a) monte (da)l monte”; oppure anche “and (to) seafrom sea, and (from) mountain to mountain”148.

Mentre dunque le prime due coppie sono precise (Assiria, Egitto, fiume Eu-frate), le altre due sono generiche (mare, fiume). Il senso sembra comunquechiaro: i popoli verranno sia dalle grandi nazioni del tempo che da mari e mon-ti in generale, e quindi da ogni parte della terra. Inoltre Assiria/Eufrate e Egit-to, essendo nomi ben noti, potevano servire anche da poli simbolici dello spa-zio, come per indicare nord e sud; in questo caso mare e monte indicherebberoovest e est149.

Notiamo ancora che l’espressione “la terra150 diventerà un deserto” (v. 13)richiama vari passi della parte centrale di Michea, come la minaccia di Dio:“farò con ira e con furore vendetta / sulle nazioni che non avranno ascoltato”(5,14); la preghiera del profeta a Dio: “Sia alta la tua mano sui tuoi avversari /e tutti i tuoi nemici siano sterminati!” (5,8); e il ruolo punitivo di Sion, in con-nessione con Dio, contro le nazioni ribelli (cf. 4,13; 5,7).

(7,14-15) Il profeta rivolge ora la sua preghiera direttamente a Dio, in se-conda persona: “Pasci il tuo popolo con il tuo bastone, / il gregge della tua ere-dità” (v. 14a-b; cf. v. 7, in terza persona). Il termine fRbEv non ha la valenza pu-nitiva di hRÚfAm in 6,9, ma indica il bastone con cui il pastore guida le pecore, letiene insieme, come in Sal 23,4151, dove il salmista loda la presenza rassicuran-te del Pastore divino che si manifesta proprio attraverso questo bastone, insie-me a un altro, detto t‰nRoVvIm, che serve da appoggio nel cammino.

148 Così intende Keil, 509.511. Sui problemi del v. 12 cf. McKane, 226-227.229, e Andersen-Freedman, 575.586. Waltke, 439, intende rDhDh come “to the Mountain”, cioè al Sion, per il fattoche il nome reca l’articolo; ma questo mi sembra improbabile in una designazione geografica ge-nerale (cf. infra). Del resto la destinazione della venuta dei popoli è indicata all’inizio del verset-to (“a te si verrà”).

149 Assiria ed Egitto compaiono insieme in alcune liste dei paesi da cui Dio farà tornare il suopopolo o dove lo disperderà (cf. Is 11,11; 19,23-25; 27,12-13; Os 9,3; 11,5; 12,1). Su questi testiprofetici si può consultare il mio articolo “Isaiah XVIII-XX from an Egyptological Perspective”,spec. 226-227. Sono testi che presentano caratteristiche comuni che rimandano a un esilio che nonè quello assiro del Regno del Nord né quello babilonese del Regno del Sud, ma un esilio giudai-co intermedio, dell’VIII sec., generalmente non considerato dagli studiosi, realizzato da Senna-cherib al tempo di Ezechia e di Michea, come ho ipotizzato anni fa (pp. 136-141) seguendo Stohl-mann, “The Judaean Exile after 701 B.C.E.”, 147-175. Ho ipotizzato questo esilio dell’VIII sec.anche per Os 2,2; cf. “Osea 1-3. Composizione e senso”, 97-98. Non credo perciò che i vv. 11-13 siano “certainly post-exilic”, come afferma McKane, 228.

150 Il termine non indica Israele ma il mondo; così anche Kessler, 304-305, Andersen-Freed-man, 592, e Waltke, 439-440.

151 Cf. Kessler, 305.

152 Alviero Niccacci

L’immagine del popolo/gregge è specificata nel resto del v. 14 medianteespressioni che si riferiscono alle due realtà. Una prima espressione(d∂dDbVl yInVkOv)152 richiama le parole di Balaam che descrive Israele come bDÚvAjVtˆy aøl MIywø…gAb…w NO;kVvˆy d∂dDbVl MDo “popolo che a parte (sempre) dimorerà / e tra i po-poli non sarà (mai) contato” (Nm 23,9). Un’altra espressione chiede che il Si-gnore lo pasca “nel bosco in mezzo al Carmelo” e, in parallelo, che le pecore“pascolino in Bashan e in Galaad / come nei tempi antichi”. Il Carmelo, il Ba-shan e il Galaad sono luoghi ricchi di pascoli al di qua e al di là dal Giordano esimboleggiano l’insieme della Terra Promessa153.

L’espressione “come nei tempi antichi” (alla fine del v. 14) richiama le vi-cende della storia di Israele al momento dell’ingresso nella Terra Promessa sot-to Mosè e Giosuè. È uno dei numerosi riferimenti a episodi della storia anticadel popolo nel libro di Michea (cf. il riferimento all’uscita dall’Egitto subito do-po, nel v. 15). Sono esempi di cura divina evocati come base della fede perl’oggi e come modello per il futuro154.

Nel v. 15 Dio risponde alla preghiera riprendendo in parte e modificando lafrase alla fine del v. 14: “come nei giorni in cui sei uscito dalla terra di Egitto, /gli farò vedere meraviglie”. Si nota un passaggio dalla seconda (“sei uscito”) al-la terza persona (“gli farò vedere”), riferita al popolo. L’espressione “gli farò

152 Il participio è in stato costrutto con yod, yInVkOv, benché segua una frase preposizionale conlamed + d∂d;Db “in solitudine”, “da solitario” (cf. Joüon-Muraoka § 93n; Waltke, 440-441), una co-struzione che fa problemi ad alcuni interpreti (cf. Kessler, 305-306; Andersen-Freedman, 592).

153 Cf. Kessler, 306, Andersen-Freedman, 592, e Waltke, 458-459.154 Questo tema meriterebbe di essere esaminato nel suo complesso, raccogliendo e valu-

tando i vari riferimenti del testo: “in Gat non annunziate(lo)!” (1,10); “fino a Adullam giungerà/ la gloria di Israele” (1,15); “non avrai chi getti la corda per la sorte / nell’assemblea del Si-gnore” (2,5; cf. il mio libro Un profeta tra oppressori e oppressi, 98-99); “salì colui che aprela breccia…” (2,13; cf. pp. 127-133); il futuro re-pastore, David redivivo che nascerà a Be-tlemme (4,8; 5,1-5; cf. pp. 54-59); il ricordo di Balak e Balaam, Sittim e Galgala (6,5); l’uscitadall’Egitto con Mosè, Aronne e Miriam (6,14; 7,15); il cattivo influsso di Omri e Ahab (6,16);i pascoli del Carmelo, di Bashan e di Galaad (7,14); e infine la memoria di Giacobbe, Abramoe dei Padri del popolo (7,20). In questo contesto è fondamentale tener conto della dinamica pas-sato-futuro, per cui la preghiera di Israele evoca gesta passate di Dio come base della preghie-ra, della fiducia e anche come modello di realizzazione nel futuro (cf. 7,18-20, infra). Da que-ste considerazioni emerge l’importanza di un’attenta valutazione delle forme verbali che sonoil veicolo delle informazioni e la base dell’interpretazione; cf. il mio articolo “The Biblical He-brew Verbal System in Poetry”, § 2 (1), pp. 253-255. Di conseguenza, l’escatologia dei profe-ti si fonda sul principio che le gesta di Dio nel passato sono la base della speranza nella situa-zione critica presente e servono da modello per l’annuncio della restaurazione futura. Oltre al-la bibliografia che accompagna l’esposizione che presentai anni fa, pp. 141-153, si può aggiun-gere almeno T. Renz, “Proclaiming the Future: History and Theology in Prophecies against Ty-re”, TynBull 51 (2000) 17-58, e R.R. Marrs, “«Back to the Future»; Zion in the Book of Mi-cah”, in: B.F. Batto - K.L. Roberts (edd.), David and Zion. Biblical Studies in Honor of J.J.M.Roberts, Winona Lake 2004, 77-96.

Il libro del profeta Michea 153

vedere meraviglie”155 (cf. Sal 107,24) indica, in forma sintetica, che Dio esau-dirà le richieste del v. 14.

(7,16-17) Il verbo …wa√rˆy (v. 16), che regge una frase di senso negativo, è le-gato per contrasto al precedente …w…nRa√rAa, che ha un senso positivo. Il verbo è ius-sivo, non indicativo come intendono spesso gli interpreti, per il fatto che è ini-ziale e anche perché è continuato da un weyiqtol, …wvøb´y◊w, forma esplicitamente vo-litiva coordinata156. Il profeta prega che i popoli stranieri “vedano”, da un latola loro propria punizione (v. 10), dall’altro la ricostruzione (v. 11) e la prospe-rità di Israele (vv. 14-15), una volta passato il castigo che Israele stesso ricono-sce di aver meritato per i suoi peccati (vv. 8-9). Perciò i popoli “vedano… e sia-no svergognati / per tutta la loro potenza”, al constatare cioè che la loro forzanon sarà in grado di salvarli dalla punizione che Dio manderà loro.

L’idea dell’umiliazione viene sviluppata nel seguito del v. 16 con frasi pa-rallele che significano restare senza parola (“porre la mano sulla bocca”, cf. Gdc18,19; Gb 21,5; 40,4) e sordi. E la descrizione continua nel v. 17: “lecchino lapolvere”, in segno di prostrazione, “come il serpente, come i rettili della terra”(cf. rDpDo yElSjOz in Dt 32,24). Simile è anche lo stico successivo: “tremino fuori (=escano tremanti) dalle loro fortezze”, vista l’impossibilità di resistere. Si con-fronti il cantico di David:

MDtwør◊…gVsI;mIm …wr◊…gVjÅy◊w …wlø;bˆy rDk´n yEnV;b Figli di stranieri siano sgominati / ed escano frementidalle loro fortezze (‘fremano fuori dalle loro fortezze’) (2 Sam 22,46 = Sal 18,46).

Nonostante il duro linguaggio utilizzato, la conclusione del v. 17 è positiva:“verso il Signore nostro Dio siano impauriti157 / e abbiano timore di te” (con

155 Così anche Kessler, 307, e Waltke, 442, ma il verbo …w…nRa√rAa fa difficoltà a molti interpreti amotivo dei cambi di parlanti rapidi e non espliciti che il testo presenta. Già la LXX intende comefuturo semplice di seconda persona plurale: o¡yesqe “vedrete” (cf. Barthélemy, Critique textuel-le de l’Ancien Testament, 779-781). Tra i moderni, McKane, 230.232.233, corregge il verbo co-me imperativo: “wnarh ‘Show us’”, mentre Andersen-Freedman, 592, lo intendono come “an ar-chaic preterit” (cosa che non credo sia accettabile nell’ebraico biblico: cf. “The Biblical HebrewVerbal System in Poetry”, 268) e traducono: “I showed him”. Ambedue i commentari elencanodiverse interpretazioni sia antiche che moderne.

156 Nei vv. 16-17, come nel v. 10a, le forme sono esplicitamente volitive; non è solo che “theform could be jussive”, come afferma Waltke, 442. Si tratta perciò di una preghiera, non di un“report of salvation” come afferma l’autore (ibid.). Sui criteri per distinguere yiqtol iussivo da yiqtol indicativo si può consultare il mio articolo “A Neglected Point of Hebrew Syntax: Yiqtoland Position in the Sentence”, LA 37 (1987) 7-19. Traducono con futuro semplice sia la LXX chela Vulgata, come anche varie versioni moderne.

157 Ad alcuni interpreti fa problema la preposizione lRa in collegamento con il verbo djp; percui ad esempio McKane, 232, seguendo altri prima di lui, elimina l’espressione …wnyEhølTa hDwh◊y_lRa

come aggiunta posteriore, cosa a cui Waltke, 443-444, giustamente si oppone. Infatti già la LXXtraduce senza problemi: e˙pi« tw◊ˆ kuri÷wˆ qew◊ˆ hJmw◊n eksth/sontai “per il Signore Dio nostro saran-no confusi”. Del resto questa costruzione si trova in Ger 36,16 e soprattutto in Os 3,5:

154 Alviero Niccacci

passaggio dalla terza alla seconda persona). Siano cioè presi da una “paura / ti-more” del Signore che non è un sentimento che li blocca, ma al contrario li po-ne in cammino di conversione, evidentemente verso Sion/Gerusalemme (cf. an-cora 4,1-5).

(7,18-20) Il passaggio dalla terza alla seconda persona nei confronti di Dio,che abbiamo trovato negli ultimi due stichi del v. 17, continua nei vv. 18-20 concui termina la profezia di Michea. Più esattamente, si verifica un passaggio dal-la seconda alla terza persona e di nuovo alla seconda, per quanto riguarda Dio,e dalla terza persona alla prima e di nuovo alla terza, per quanto riguarda il po-polo158:

- (2a pers.) 18 Chi è Dio come te?- (3a pers.) Un (Dio) che toglie il delitto e passa sopra alla colpa

per il resto della tua eredità. (3ª pers.)Egli non ha ritenuto per sempre la sua ira…19 Torni ad avere clemenza di noi… (1ª pers.)

- (2a pers.) E possa tu gettare negli abissi del mare / tutti i loro peccati… (3ª pers.)

La profezia termina dunque con una solenne professione di fede nella in-comparabilità di Dio e nella sua misericordia verso Israele basata sul ricordodelle opere di salvezza che egli ha fatto per il suo popolo. In effetti la domanda“chi è Dio come te?” richiama il canto degli Israeliti dopo il passaggio del ma-re, e quindi la prima delle grandi opere del Signore nella storia: hDkOmD;k yIm / hÎwhEy

“chi è come te tra gli dèi, Signore? / chi è come te...?” (Es 15,11; cf. anche Sal35,10; 71,19; 89,9). Inoltre l’appellativo “un (Dio) che toglie il delitto e passasopra alla colpa” echeggia Es 34,7 (oAvRpÎw NOwDo aEcOn), ricorda cioè il perdono dopol’infedeltà del vitello d’oro. In realtà il passo di Michea echeggia vari elementidi Es 34,6-7, come la coppia dRsRj / tRmTa (Mic 7,18e / 7,20a-b)159. Inoltre il can-to del mare è richiamato, in certo senso, anche dall’espressione “e getti negli

hDwh◊y_lRa …wdSjDp…w “e (i figli di Israele) avranno timore del Signore”. Pur citando Os 3,5, Andersen-Freedman, 593, affermano che la preposizione non va bene con il verbo e la leggono come nomedivino, che risulta dunque composto: “El Yahweh”. Inoltre, a parte il fatto che il verbo djp è at-testato con la preposizione lRa, si può vedere in Mic 7,17 un collegamento tra le preposizioni NIme lRa, come ho inteso sopra: hDwh◊y_lRa MRhyEtOr◊…gVsI;mIm “fuori dalle loro fortezze / verso il Signore”.

158 Le difficoltà poste dai passaggi di persona sono elencate, tra gli altri, da McKane, 234-235.Si vedano anche Barthélemy, Critique textuelle de l’Ancien Testament, 782-783. Andersen-Freedman, 595-596, oltre ai cambi di persona, accennano anche ai cambi di forme verbali e quin-di ai riferimenti temporali al passato, alle grandi opere di Dio a favore dei Padri. Come afferma-to più volte (cf. supra, note 58, 116 e 139), una corretta valutazione delle forme verbali è fonda-mentale per una corretta interpretazione. Ad esempio, Waltke, 433, traduce wøÚpAa dAoDl qyIzTjRh_aøl “Hewill not retain his anger forever”, affermando che si tratta di un “qal stative verb”, che “the per-fective is gnomic” (p. 446); ma così si perde la dinamica temporale che evoca le gesta del passa-to come base della preghiera e della speranza futura (cf. infra).

159 Cf. Kessler, 309-311; Andersen-Freedman, 595-599; Waltke, 465-466.

Il libro del profeta Michea 155

abissi (twølUxVmI;b) del mare / tutti i loro peccati” (7,19), gli “abissi (tølwøxVmIb)” in cuiDio sprofondò gli Egiziani (Es 15,5).

E la professione di fede (v. 18) diventa preghiera (vv. 19-20). È importantenotare che le richieste di questa preghiera (“torni ad avere clemenza… / schiac-ci… / E possa tu gettare… / Possa tu dare…) sono basate sul fatto che “egli nonha ritenuto per sempre la sua ira” (v. 18d). Questo significa che base della spe-ranza futura, per cui il profeta prega, è la memoria del perdono e della miseri-cordia di cui il Signore ha dato prova nel passato. E la memoria del passato arri-va al punto che il profeta, mentre prega che Dio conceda “verità / misericordia”,designa il popolo con i nomi dei Patriarchi: “verità a Giacobbe, / misericordia adAbramo, / quella che hai giurato ai nostri Padri / fin dai tempi antichi” (v. 20).

1.8.1. Dinamiche compositive di 7,7-20

In base ai personaggi a cui fa riferimento, il brano presenta la seguente dinami-ca complessiva160:

- a) io e Dio (v. 7)- b) la mia nemica + io e Dio (vv. 8-10)

tu (= Sion/Gerusalemme) + la terra/i suoi abitanti (vv. 11-13)- a1) il tuo popolo e Dio (vv. 14-15)

b1) i popoli e Dio (vv. 16-17)- a2) Dio e la sua eredità/noi/Giacobbe-Abramo-i nostri Padri (vv. 18-20).

Richiama l’attenzione, da un lato, la varia terminologia che si riferisce al pro-feta e al popolo di Dio: “io”, “tu”, “il tuo popolo”, “la sua eredità”, “noi”, “i no-stri padri”; dall’altro, la terminologia che riguarda gli altri popoli: “la mia ne-mica”, “la terra / i suoi abitanti”, “i popoli”.

a) 7,7Il v. 7 presenta prima due costrutti waw-x-yiqtol, il primo esplicito, il se-

condo implicito, in quanto il secondo stico condivide il sintagma yˆnSaÅw del primo.Ambedue esprimono l’intenzione del profeta di confidare nel Signore nono-stante la situazione di degrado sociale in cui vive e per cui ha fatto lamento (vv.1-6). Invece lo yiqtol del terzo stico è iniziale, iussivo, dato che è un verbo diterza persona e quindi non condivide il pronome di prima persona.

160 Che questa sezione sia vera conclusione dell’intero libro, con legami con le varie parti, èsostenuto anche da Kessler, 311-312, e da Andersen-Freedman, 600-601.

156 Alviero Niccacci

b) 7,8-10 + 11-13Nel v. 8 l’invito alla “nemica” Assiria a non rallegrarsi per la situazione at-

tuale di Sion/Gerusalemme è motivata da tre proposizioni a due membri, le pri-me due costruite con a) circostanza + b) principale, la terza al rovescio con b)principale + a) circostanza. Il v. 9 continua allo stesso modo, con b) principale+ a) circostanza:

a) 8 Quando sono caduta b) mi sono rialzata (passato-passato)a) quando sarò nelle tenebre b) il Signore è/sarà luce per me161 (futuro-presente)

b) 9 Lo sdegno del Signore sopporterò (futuro-a) poiché ho peccato contro di lui. -passato)

Il passaggio da un asse temporale all’altro (passato, futuro, presente) indica,da un lato che il passato è la base della fiducia presente nel futuro, dall’altro chela fedeltà di Dio verso il suo popolo, sia nel castigo che nella liberazione, è co-stante: è stata, è e sarà sempre così.

L’affermazione del v. 9 sulla disposizione ad accogliere il castigo è precisa-ta da quattro proposizioni, tre delle quali sono rette dal sintagma rRvSa dAo + yiqtol “fino a quando” + yiqtol, mentre la seconda ha un weqatal coordinato:

yIfDÚpVvIm hDcDo◊w yIbyîr byîrÎy rRvSa dAo fino a quando egli difenderà la mia causa / e farà il mio diritto,

rwøaDl yˆnEayIxwøy < " > < " > mi farà uscire alla luce,wøt∂q√dIxV;b hRa√rRa < " > < " > sperimenterò la sua giustizia.

Ciò significa che i due ultimi yiqtol del v. 9 non sono iussivi, perché in realtànon sono iniziali ma condividono il sintagma rRvSa dAo del primo stico (fenome-no poetico della doppia reggenza, o “double-duty element”)162.

I vv. 11-13 annunciano la restaurazione di Sion/Gerusalemme e la venuta deipopoli. Dal punto di vista grammaticale-sintattico, presentano due yiqtol prece-duti e seguiti da una serie di complementi circostanziali. I complementi che pre-cedono annunciano un certo “giorno” (ripetuto tre volte, Mwøy / a…whAh Mwøy / a…wh Mwøy)in cui popoli verranno a Sion/Gerusalemme; invece i complementi che seguo-no specificano il luogo da cui i popoli verranno, utilizzando preposizioni “da…a” (due volte con NImVl… dAo◊w + nomi, poi senza le due preposizioni, con solo i no-mi; cf. supra, § 1.8). I popoli verranno praticamente da tutta la terra, come sicomprende anche da ciò che segue: “allora la terra diventerà un deserto”, una

161 La proposizione senza verbo finito (yIl rwøa) indica di per sé il presente, ma qui comparenell’asse del futuro e allora indica contemporaneità nel futuro (cf. supra, § 1.5.1).

162 Su questo fenomeno poetico si veda W.G.E. Watson, Classical Hebrew Poetry. A Guideto Its Techniques, Sheffield 1984, 304.

Il libro del profeta Michea 157

notizia che viene presentata con una forma di collegamento nell’asse del futu-ro, il weqatal. Ecco il testo disposto secondo questa analisi:

JKˆy∂réd◊…g twønVbIl Mwøy

11 Nel giorno in cui le tue mura saranno costruite,qOj_qAj√rˆy a…whAh Mwøy in quel giorno la legge sarà lontana;awøbÎy ÔKy®dDo◊w a…wh Mwøy

12 in quel giorno, a te si verràrwøxDm yérDo◊w r…wÚvAa yI…nImVl da Assur e dalle città di Egitto,

e fino al fiume rDhÎn_dAo◊w ← ← rwøxDm yI…nImVl…w dall’Egitto,(a) mare MDy◊w → → MD¥yIm da mare

(a)l monte rDhDh ← ← rAh◊w e (da) monte.hDmDmVvIl X®rDaDh hDt◊yDh◊w

13 Allora la terrà diventerà un desertoMRhyElVlAoAm yîrVÚpIm DhyRbVvOy_lAo a causa dei suoi abitanti, / per il frutto delle loro azioni.

a) …ÔKRfVbIvVb ÔKV;mAo hEo√r

14 (preghiera del profeta)dDoVlˆg◊w NDvDb …wo√rˆy

b) :MDlwøo yEmyI;k (circostanza)b1) My∂rVxIm X®rRaEm ÔKVtaEx yEmyI;k

15 (circostanza)a1) twøaDlVpn …w…nRa√rAa (risposta di Dio)

I vv. 8-10 e 11-13, oltre ad essere compatti in se stessi, sono tra loro colle-gati e formano una unità. Il motivo è che i pronomi “io” (vv. 8b-9) e “tu” (vv.11-12) si riferiscono allo stesso personaggio, cioè al popolo diSion/Gerusalemme, che prima parla in prima persona, poi viene apostrofato di-rettamente dal profeta; inoltre la “nemica” del popolo (vv. 8a.10) si identificain pratica con la “terra” dove abitano gli altri popoli, i quali rifiutano il Dio diIsraele, per cui appunto la terra viene ridotta a un deserto, ma dopo il castigo ipopoli in parte si convertono e vanno a Sion/Gerusalemme.

Si ripropone così una situazione duplice, già evocata nel corpo del libro: daun lato, popoli convertiti che vanno a Sion per essere istruiti da Dio (4,2-5); dal-l’altro, popoli castigati perché rifiutano di ascoltarlo. Ancora una voltaSion/Gerusalemme è il centro della terra; è presenza benefica tra i popoli cheaccolgono Dio (5,6), è mano punitrice dello stesso Dio contro quelli che lo ri-fiutano (5,7; cf. supra, § 1.6).

a1) 7,14-15I vv. 14-15 presentano una preghiera del profeta con due richieste, ambedue

con il verbo hor “pascere”, a cui Dio risponde subito con la promessa di “farvedere (har) meraviglie”. Sia le preghiere che la risposta contengono un riferi-mento esplicito alla storia passata. Nella risposta di Dio si nota un passaggiobrusco dal “tu” al “lui”, entrambi maschili, riferiti al “popolo / gregge” di Dio.Ecco la composizione di questa unità, che nonostante i problemi che pone (cf.supra, § 1.8), è perfettamente composta:

158 Alviero Niccacci

b1) 7,16-17I vv. 16-17 contengono una nuova preghiera del profeta espressa con una se-

rie di forme volitive (a) di livello principale (con yiqtol iniziale e weyiqtol coor-dinato) e (b) di sfondo (con x-yiqtol):

a) ……wvøb´y◊w Mywøg …wa√rˆy

16 (yiqtol)hRÚp_lAo dÎy …wmyIcÎy (yiqtol)

b) hÎnVvårTjR;t MRhy´n◊zDa (x-yiqtol)a) X®rRa yElSjOzV;k vDjÎ…nA;k rDpDo …wkSjAl◊y

17 (yiqtol)MRhyEtOr◊…gVsI;mIm …wz◊…g√rˆy (yiqtol)

b) …wdDjVpy …wnyEhølTa hDwh◊y_lRa (x-yiqtol)a) D;KR;mIm …wa√rIy◊w (weyiqtol)

a2) 7,18-20Come notato sopra (§ 1.8), nell’ultimo stico del v. 17 il profeta si rivolge di-

rettamente a Dio, passando dalla terza alla seconda persona. Il v. 18a continuain seconda persona, ma poi torna alla terza (vv. 18b-19b) e di nuovo alla secondasino alla fine della sua preghiera (vv. 19c-20):

a) ÔKwømD;k lEa_yIm

18 (seconda persona, presente)b) wøtDlSjÅn tyîrEaVvIl / oAvRÚp_lAo rEbOo◊w / NOwDo aEcOn (terza persona, presente)

a…wh dRsRj XEpDj_yI;k / wøÚpAa dAoDl qyIzTjRh_aøl (terza persona. passato / presente)…wnyEtOnOwSo vO;bVkˆy / …wnEmSjår◊y b…wvÎy

19 (terza persona, futuro volitivo)a) MDtwaøÚfAj_lD;k / MDy twølUxVmI;b JKyIlVvAt◊w (seconda persona, futuro volitivo)

MDh∂rVbAaVl dRsRj / bOqSoAyVl tRmTa NE;tI;t

20 (seconda persona, futuro volitivo)M®d®q yEmyIm / …wnyEtObSaAl D;tVoA;bVvˆn_rRvSa (seconda persona, passato).

1.9. Composizione generale del libro e legami interni

La collocazione storica della profezia di Michea, dal regno dei tre re di Giudanominati all’inizio (Iotam, Ahaz e Ezechia; cf. supra, nota 28) rende possibileil fatto che il profeta parli sia della fine di Samaria che della successiva situa-zione difficile di Giuda.

Controllando gli indirizzati del c. 1, risulta che il primo appello ad ascoltareè rivolto ai “popoli tutti” (vv. 1-4); poi inizia un “processo di alleanza” che no-mina Samaria, quindi Gerusalemme (v. 5) e segnala la punizione di Samaria (vv.6-7); infine nel lamento del profeta (vv. 8-16) si annuncia che la distruzionegiungerà fino a Gerusalemme e si nominano dieci città della pianura di Giuda,cinque già colpite dagli Assiri (vv. 10-12), cinque prossime ad esserlo (vv. 13-15).

Gli indirizzati – popoli tutti, Samaria e Giuda/Gerusalemme – ritornano nelresto del libro. Prima Giuda. In effetti nei cc. 2 e 3 si nominano costantemente

Il libro del profeta Michea 159

in coppia Giacobbe e Israele, il che dovrebbe riflettere l’epoca di Ezechia, in cuisi verificò un afflusso consistente di rifugiati del Nord a Gerusalemme, la co-struzione di un nuovo quartiere della città, la celebrazione di una pasqua insie-me, eventi che furono sentiti come una riunificazione del paese. Naturalmentela cosa suscitò entusiasmo nazionale e promosse anche la visione escatologicadei profeti dell’VIII sec.163.

Alla fine del c. 3, la prospettiva si concentra su Gerusalemme/Monte delTempio: molti popoli a Sion (4,1-5) + oracolo di salvezza per Sion/Gerusalem-me (4,6-7 + 4,8); di nuovo popoli a Sion (4,9-14); quindi il re pastore per Giu-da/Israele, dopo l’esilio e il ritorno (5,1-5); poi un nuovo annuncio di salvezzaper Giacobbe (5,6-14).

Il c. 6 è parallelo al c. 1, nel senso che presenta un nuovo appello ad ascol-tare rivolto ai popoli di cui si parla alla fine del c. 5, mentre i “monti”, fonda-mento della terra, sono evocati come testimoni in una nuova fase del “processodi alleanza” che riguarda Israele (6,1-2); segue un rimprovero/lamento di Dio alsuo popolo basato sul ricordo dei benefici passati (6,3-12); poi un annuncio dipunizione (6,13-16), rivolto ancora al “mio popolo” nominato in 6,3, e quindi atutto Israele, parallelo a quello di 1,6-7 che è rivolto a Samaria; segue un altrolamento del profeta (7,1-6), parallelo a 1,8-16, con accuse simili a quelle che in2,1-5 sono rivolte ai capi di Giuda.

Il libro si chiude con una liturgia profetica (7,7-20), in cui la città di Geru-salemme per bocca del profeta rinnova la sua fiducia nel Signore, si rivolge aquella che chiama “la mia nemica”, l’Assiria, e mette a contrasto, come annun-cio, la punizione di lei e la glorificazione propria, insieme alla venuta dei popolida tutto il mondo per sottomettersi al Signore, e termina con una preghiera a Dioche torni ad essere clemente con il suo popolo come ha giurato ai Padri.

Dopo aver delimitato le 21 unità che compongono il libro di Michea e le lo-ro corrispondenze (cornice e parte centrale), cerchiamo di delineare in breve lalogica che collega insieme le sezioni maggiori identificate. Esse sono:

c. 1 // 6,1-7,6c. 2 // cc. 3-5

7,7-20

Il c. 1 inizia con un invito ad ascoltare, …woVmIv, il “processo di alleanza” da par-te di Dio contro Israele e Giuda, parallelo a quello do 6,1-7,6, e finisce con unlamento del profeta che invita Gerusalemme/Giuda a fare lutto perché i suoi fi-gli sono andati in esilio (1,16).

Il c. 2 si apre con un detto di condanna pronunziato dal profeta, il quale de-nuncia le ingiustizie delle autorità civili di Gerusalemme/Giuda contro i citta-

163 Mi limito a rimandare alla mia esposizione in Un profeta tra oppressori e oppressi, § 6.

160 Alviero Niccacci

dini più deboli, grazie anche alla connivenza dei falsi profeti, ma termina a sor-presa con un annuncio di liberazione.

Il c. 3 inizia con la forma verbale di collegamento, rAmOaÎw “e perciò io dissi”,che presenta il capitolo stesso come continuazione del messaggio di condannae di quello di salvezza che il profeta ha pronunciato nel c. 2, evidentemente di-retti a persone diverse, rispettivamente alle autorità ingiuste e ai membri op-pressi del popolo del Signore, comunque dopo che il castigo avrà colpito en-trambi. Il c. 3 si sviluppa mediante due appelli diretti ad ascoltare, aÎn_…woVmIv (vv.1 e 9) che inquadrano un messaggio di condanna per i falsi profeti (vv. 5-8).

Segue una forma verbale di continuazione coordinata nell’asse del futuro,hDyDh◊w, la quale indica collegamento, ma ciò che segue è in totale contrapposizio-ne con ciò che immediatamente precede (rovina di Sion, 3,12 ≠ esaltazione delMonte del Tempio del Signore, 4,1), per cui ho tradotto hDyDh◊w con “ma avverrà”.Una simile brusca contrapposizione tra annuncio di condanna e annuncio di sal-vezza si trova già alla fine del c. 2 (2,10-11 condanna ≠ 2,12-13 salvezza). Eproprio questa contrapposizione condanna-salvezza è il grande tema che vienesviluppato e via via spiegato nei cc. 3-5.

All’interno dei cc. 4-5 si notano alcuni legami significativi: a…whAh Mwø¥yA;b (4,6)riprende l’indicazione iniziale MyImÎ¥yAh tyîrSjAaV;b hDyDh◊w (4,1) e così collega il tema del-la venuta dei popoli a Sion (4,1-5) con l’annuncio di salvezza (4,6-7); inoltrer®dEo_lå;d◊gIm hD;tAa◊w (4,8) richiama hDt∂rVpRa MRjRl_tyE;b hD;tAa◊w (5,1) e così congiunge i duepassi sul futuro re pastore; a 4,8 poi si collega 4,9-14 sulla venuta dei popoli aSion, scandito da tre hD;tAo( ◊w), e a 5,1-5 si collega, mediante hDyDh◊w, il terzo e ultimoannuncio di salvezza (5,6-14).

Il c. 6 si apre con un imperativo, aÎn_…woVmIv, che richiama quello iniziale del c.1 e apre una nuova fase del “processo di alleanza” (6,1-7,6), parallela a quellainiziale. Come ho indicato all’inizio, ambedue comprendono quattro elementiparalleli: 1) invito a tutti i popoli (1,2-4; implicito in 6,1) e ai monti/colline adascoltare come testimoni (6,1-2), 2) nel processo che Dio sta per fare controIsraele/Giuda a causa del peccato di idolatria (1,5), richiamando i benefici con-cessi fin dall’uscita dall’Egitto e per contrasto lamentando forte confusione nelcomportamento morale del popolo e iniquità da parte dei capi (6,3-12); 3) an-nuncio della punizione, che consisterà nella distruzione del Regno del Nord(1,6-7) e nella devastazione del territorio e del popolo (6,13-16); 4) lamento delprofeta per cinque città di Giuda già distrutte e altre cinque in pericolo prossi-mo, fino alle porte di Gerusalemme (1,8-16), e infine per il degrado della so-cietà in tutte le sue componenti, fino all’interno della famiglia (7,1-6).

La “liturgia profetica” (7,7-20) che conclude il libro inizia con hRÚpAxSa hDwhyA;b yˆnSaÅw, una forte espressione di fiducia nel Signore da parte del profeta,che si fa voce del popolo, nonostante la situazione di degrado sociale denuncia-ta prima (7,1-6).

Il libro del profeta Michea 161

In questo modo il libro rivela le dinamiche che lo percorrono e lo rendonocompatto nonostante i passaggi improvvisi da annuncio di condanna a annunciodi salvezza164. Infatti le dinamiche – lessicali, grammaticali e semantiche – lega-no insieme, precisano e via via chiariscono i temi principali della predicazionedel profeta nella situazione concreta della nazione, con lo sguardo rivolto al pas-sato su cui si basa la fiducia in Dio, la quale è capace di sostenere il presente dif-ficile e anche di aprire una visione di speranza escatologica, non illusoria, di sal-vezza sia per il popolo di Dio che per tutte le nazioni che si raduneranno a Sion165.

In conclusione, se il libro di Michea presenta una così forte unità letteraria ese la realtà di un esilio giudaico dell’VIII sec. consente di datare tutte le situa-zioni storiche evocate nel libro in un arco di tempo abbastanza preciso (tra il 713e il 701; cf. § 1.4.1), possiamo chiederci: cosa impedisce di considerare il librointero opera di un unico autore e che l’autore sia il profeta Michea?

Alviero NiccacciStudium Biblicum Franciscanum, Jerusalem

164 Dall’esposizione che ho presentato anni fa, pp. 64-66, aggiornata sulla base della rassegnadegli studi dal 1985 in poi presentata da Jacobs, “Bridging the Times: Trends in Micah Studiessince 1985”, risulta che gli esegeti per lo più riconoscono che il libro di Michea nella sua formafinale presenta una composizione logica e coerente; ammettono però che la composizione av-venne in fasi diverse, fino al post-esilio, al periodo persiano e persino ellenistico antico. Ad esem-pio, prendendo come base la ricerca storico-critica di H.W. Wolff (su cui si veda la mia discus-sione in Un profeta tra oppressori e oppressi, 69-73), McKane, 7-19, attribuisce i cc. 1-3 al pro-feta dell’VIII sec., mentre i cc. 4-7 sarebbero opera di vari profeti esilici e post-esilici (designati“a school of traditionists”). Inoltre 7,8-20, alla fine del libro, non sarebbe una “liturgia”, comenormalmente si afferma, ma piuttosto conterrebbe tre salmi separati e discontinui che costitui-scono la risposta dell’assemblea, segno questo dell’uso liturgico del libro. Gli unici autori a menoti che ammettano una composizione finale in epoca pre-esilica sono C.S. Shaw, The Speechesof Micah. A Rhetorical-Historical Analysis, Sheffield 1993, il quale anzi ipotizza date più anti-che di quelle da me proposte (tra il 747 e il 722-721 a.C.), e Waltke, il quale data tutto intorno al701 a.C. Da parte loro, Andersen-Freedman, da un lato propendono per una datazione pre-esili-ca antecedente al 701 (si rifanno a 2 Cr 28,18 e/o 28,5-8; cf. pp. 196.251-252); dall’altro sonoscettici riguardo a una datazione precisa per il fatto che il testo non specifica la situazione stori-ca in cui gli oracoli si collocano (cf. ad esempio pp. 24-27). Una datazione pre-esilica degli ora-coli di Michea, legati fondamentalmente alla campagna di Sennacherib contro Giuda nel 701 a.C.,è sostenuta anche da Sweeney, The Twelve Prophets, 340-343, il quale tuttavia ipotizza una re-dazione post-esilica dei cc. 4-5 a causa della menzione di Babilonia in 4,10 (cf. però supra, § 1.6).Comunque Sweeney presenta una struttura letteraria di Michea basata su un’attenta lettura lin-guistica del testo (pp. 345-347; cf. supra, nota 4), che mi pare la più vicina a quella da me pro-posta, e cioè: c. 1; 2,1-5,14, c. 6; c. 7.

165 L’unico commentario a me noto che abbia tenuto conto del mio libro, Un profeta tra op-pressori e oppressi, è Kessler, mentre Andersen-Freedman, 78, lo nominano nella bibliografia(con nel titolo “capitola” invece di “capitolo”!) ma poi non ne tengono conto. Da parte sua, H.P.Nasuti, “The Once and Future Lament: Micah 2.1-5 and the Prophetic Persona”, in J. Kaltner - L.Stulman (edd.), Inspired Speech. Prophecy in the Ancient ear East. Essays in Honor of HerbertB. Huffmon, London 2004, pp. 144-160, discute a lungo e in genere in modo positivo la mia in-terpretazione di Mic 2 accanto a quelle di Kessler e di Andersen-Freedman.