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I GIOVANI E L’AMBIENTE: 1983-2001 Supplemento a Laboratorio IARD n. 3 del Settembre 2001 Rapporto a cura di Enzo Loner Università di Trento Trimestrale a carattere scientifico di ricerca sociale Direttore responsabile: Annalisa Bianchi Stampato in proprio nel mese di Settembre 2001

I giovani e l'ambiente

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I GIOVANI E L’AMBIENTE: 1983-2001 Supplemento a Laboratorio IARD n. 3 del Settembre 2001

Rapporto a cura di

Enzo Loner

Università di Trento

Trimestrale a carattere scientifico di ricerca sociale

Direttore responsabile: Annalisa Bianchi

Stampato in proprio nel mese di Settembre 2001

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

2

Indice

Premessa 3

1 Giovani 1983-2000: partecipazione alle associazioni e alle

manifestazioni per la difesa della natura 4

2 Giovani 1992-2000: i quattro modi di rapportarsi all’ambiente

8

2.1 Il “chi è” dei quattro gruppi 9

2.2 Che cosa fanno 11

2.3 La cultura 12

2.4 I valori 14

3 Considerazioni finali 19

Bibliografia 21

Nota metodologica 22

Fondazione IARD 24

Quaderni IARD 26

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

3

Premessa

Negli ultimi decenni, gli studi volti a rilevare la sensibilità verso i

problemi ambientali si sono susseguiti, anche in seguito al crescente

allarme suscitato nell’opinione pubblica dalle notizie di catastrofi

ecologiche di portata planetaria, come l’incidente al reattore nucleare di

Chernobyl, i cambiamenti climatici, il buco nell’ozono, ecc. Nonostante il

numero consistente di analisi, mancano però (almeno a livello nazionale)

ricerche in grado di individuare l’esistenza di possibili trends evolutivi.

I dati raccolti dallo IARD nel periodo che va dal 1983 al 2000, seppure

non miranti in modo specifico allo studio di queste tematiche,

permettono comunque di tracciare un primo bilancio di come il rapporto

con la natura sia stato vissuto dai giovani italiani negli ultimi anni. Da

questa analisi emerge, come si vedrà in seguito, un quadro in

chiaroscuro: la difesa del pianeta è una questione delegata ad un gruppo

esiguo, anche se molto battagliero, di militanti. Al contrario, la maggior

parte dei giovani non esprime una posizione chiara, mostrando una

sostanziale inconsapevolezza di fronte a questi problemi.

Per comprendere meglio la variegata realtà del mondo giovanile, abbiamo

diviso questo studio in due fasi distinte, con livelli crescenti di

approfondimento. Nella parte introduttiva del rapporto, infatti,

presteremo attenzione alla sola partecipazione alle manifestazioni ed alle

organizzazioni ambientaliste. Tale analisi servirà ad una prima

individuazione delle possibili determinanti sociografiche (età, sesso,

classe sociale, livello culturale della famiglia di origine, ecc.) della

sensibilità ecologica. Nella seconda parte, considerando un periodo più

breve di tempo (l’intervallo compreso fra il 1992 ed il 2000),

classificheremo i giovani in quattro gruppi secondo il modo in cui si

rapportano all’ambiente. Tali gruppi verranno esaminati con attenzione,

dando ampio risalto alle dimensioni valoriali, culturali e comportamentali,

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

4

allo scopo di delinearne meglio la fisionomia e le caratteristiche

principali.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

5

1. Giovani 1983-2000: partecipazione alle

associazioni e alle manifestazioni per la

difesa della natura

Il 4,2% dei giovani italiani di età compresa fra 15 e 24 anni ha partecipato

almeno una volta all’anno, nell’arco di tempo che va dal 1983 al 2000, a

qualche forma di attività promossa dalle associazioni ecologiste. Nello

stesso periodo, l’8,7% ha preso parte a qualche manifestazione per la

difesa della natura.1 Questi risultati confermano, grosso modo, quelli di

altre precedenti ricerche.2

Possiamo quindi affermare che la salvaguardia dell’ambiente è relegata

ad un ruolo secondario rispetto ad altri grandi valori ed impegni fra cui

ricordiamo, ad esempio, le associazioni di sportivi praticanti, che

coinvolgono quasi un giovane su tre (il 32,3%), quelle di tipo religioso, cui

ha partecipato circa un giovane su cinque (il 21,3%), quelle culturali (il

12,3%) e quelle di tifosi (il 12,5%).

Considerando le differenti caratteristiche sociografiche (tabella 1), non

emergono differenze sostanziali, salvo che per la classe sociale ed il

livello culturale: la quota di giovani che partecipano alle attività per la

1 I valori riportati (4,2% e 8,7%) rappresentano la media dei giovani coinvolti nel

periodo 1983-2000. Nell’arco delle cinque serie di interviste IARD, le domande

relative alla partecipazione a manifestazioni o organizzazioni per la difesa della

natura sono state poste in maniera differente per cui, per rendere possibile il

confronto fra i diversi anni, è stato necessario raggruppare le varie modalità di

risposta, accorpandole in due sole: “Ha partecipato” e “Non ha partecipato”.

Inoltre, sempre per rendere comparabili ed omogenei i risultati, in questa prima

fase dell’analisi sono state prese in considerazione le sole interviste, in totale

11265, relative ai giovani di età compresa fra 15 e 24 anni. Le variabili sono

state opportunamente pesate, in modo da tenere conto della diversa numerosità

dei campioni nelle cinque serie di dati. 2 Fra le altre, ricordiamo Loner (2000), che aveva stimato nel 5,3% i giovani

trentini membri di qualche associazione ambientalista e Buzzi che, nel 1996,

aveva rilevato un’incidenza del 5,1% a livello nazionale. L’Istat riportava, nel

1997, una quota del 5,6% anche se, in questo caso, si trattava di un’indagine

allargata a tutti gli italiani e non ai soli giovani. Bisogna infine osservare che nelle

ricerche IARD parliamo di partecipazione ad attività di gruppi ambientalisti anche

senza essere necessariamente membri di queste organizzazioni.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

6

difesa del pianeta e provengono da famiglie del ceto superiore o

impiegatizio o di livello culturale medio-alto è infatti circa doppia,

rispetto ai loro coetanei della classe autonoma, operaia o delle famiglie

con livello culturale più basso. Analoghi risultati erano stati interpretati,

in passato, come indicatori di un possibile «elitismo ecologico», secondo

cui (ad esempio all’inizio del XX secolo) la cura per l’ambiente sarebbe

stata riservata a poche classi e persone più illuminate. La tesi che

cercheremo invece di dimostrare in questo rapporto è che le radici

dell’ambientalismo vadano ricercate soprattutto nell’universo valoriale e

culturale che si sviluppa e cresce nell’ambito familiare (ma non

esclusivamente), il quale può offrire agli ideali linfa e supporto vitale

oppure, in altre occasioni, frenarne la diffusione.

L’ecologismo è inoltre presente in misura leggermente superiore fra i

giovani che studiano, rispetto a quelli che lavorano. Questo depone senza

dubbio a favore della nostra ipotesi sulle origini socio-culturali della

sensibilità ambientale, anche se si tratta di relazioni che andrebbero

analizzate in modo più approfondito.

TAB. 1 PARTECIPAZIONE AD ATTIVITÀ PER LA DIFESA DELLA NATURA (1983-2000 -

% SUL TOTALE DEI GIOVANI ITALIANI DI 15-24 ANNI)3

ASSOCIAZIONI

ECOLOGISTE

MANIFESTAZIONI PER

L’AMBIENTE

Genere

- M 4,4 9,4

- F 3,9 8,8

Età

- 15-17 4,3 9,0

- 18-20 4,3 9,9

- 21-24 3,9 7,7

Provenienza

- Nord Ovest 3,8 9,1

- Nord Est 4,0 8,7

- Centro 4,4 8,9

- Sud 4,8 9,0

- Isole 3,4 6,7

Classe sociale

- Ceto superiore 6,6 12,5

3 I casi di questa e delle tabelle seguenti sono stati ponderati in modo da tenere

conto dell’effetto dovuto alla diversa composizione dei campioni nei vari anni.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

7

- Ceto medio

impiegatizio

5,3 12,2

- Classe autonoma 4,0 8,1

- Classe operaia 3,4 7,0

Livello culturale familiare

- Alto 7,9 13,8

- Medio 6,0 14,1

- Basso 3,4 7,1

Condizione attuale

- Non studia né lavora 3,1 5,4

- Studia 6,0 14,8

- Lavoro occasionale 5,1 12,4

- Lavoro dipendente 3,3 6,2

- Lavoro autonomo 3,9 6,8

A questo punto, per rilevare l’esistenza di possibili trends, è interessante

verificare come è cambiato l’impegno per la salvaguardia del pianeta nel

corso degli anni: se di qualche tendenza si può parlare, dobbiamo però

subito osservare che questa è nella direzione di una diminuzione della

sensibilità ambientale. L’attività per la difesa della natura ha avuto, infatti,

il suo apice fra il 1992 ed il 1996: nel 1996 per quel che riguarda la

presenza nelle organizzazioni ambientaliste (con il 7,1% dei giovani

coinvolti almeno una volta all’anno) e nel 1992 per la partecipazione alle

manifestazioni (con il 15,4%). Nel 2000 tutto sembra cambiare e

registriamo una notevole riduzione con, rispettivamente, il solo 3,8% e

8,5% dei giovani interessati (figura 1).

FIGURA 1. CONFRONTO FRA GLI INDICI GENERALI DI PARTECIPAZIONE E DI

ASSOCIAZIONISMO E LA SENSIBILITÀ AMBIENTALE (1983-2000 – 15-29

ANNI)4

4 Per la creazione degli indici sono stati utilizzati 8 items per le associazioni e 7

per le manifestazioni. Questo può aver portato a sottostimare la partecipazione

(soprattutto per l’ultimo anno) rispetto ad altri studi. Per arrivare a degli indici

confrontabili per tutti e cinque gli anni, è stato infatti necessario limitare l’analisi

alle sole associazioni e manifestazioni presenti in tutte le serie di interviste.

Anche considerando altre elaborazioni (ad esempio il Quinto rapporto IARD sulla

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

8

Per comprendere meglio le ragioni di un tale “tracollo”, come è giusto

definire una diminuzione di quasi la metà della partecipazione alle attività

per la difesa del pianeta in così poco tempo, possiamo confrontare queste

variazioni nel corso degli anni con l’adesione ad iniziative in altri ambiti,

come i problemi locali, quelli della scuola, la pace, i diritti umani, la

religione, lo sport, ecc. È possibile osservare (figura 1) che, per le

manifestazioni ambientaliste, l’andamento del livello di coinvolgimento

rispecchia fedelmente la partecipazione alle altre attività o cortei in

genere. Anche per quel che riguarda l’associazionismo, escludendo il solo

1987 che sembra un caso particolare (ma ricordiamo che da poco, nel

maggio 1986, si era verificato l’incidente al reattore nucleare di

Chernobyl e questo può avere in qualche modo favorito la militanza

ambientalista), l’impegno nelle organizzazioni ecologiste riflette

esattamente l’andamento che si registra, più in generale, per l’adesione

alle associazioni di altro tipo.5 Nel 1992 e nel 1996, infatti, oltre 6 giovani

condizione giovanile), emerge comunque una chiara riduzione (di circa 5 punti

percentuali) del livello di associazione passando dal 1996 al 2000.

5 Il livello di associazionismo è stato ottenuto considerando in maniera congiunta

la partecipazione alle attività di diverse associazioni: culturali, politiche,

religiose, sindacali, sportive, di tifosi, di volontariato ed ambientaliste. Il livello di

partecipazione alle manifestazioni è stato invece calcolato considerando

48,2%

60,1%61,5%

50,0% 49,1%

38,5%

10,0%

15,4%13,5%

8,5%

41,9%

56,7%

42,4%

35,1%

4,9%

3,3% 3,8%7,1%6,3%

3,5%0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

% g

iova

ni im

peg

nati

Indice generale di

associazionismo

Indice generale di

partecipazione alle

manifestazioniPartecipa manifestaz.

per l'ambiente

Partecipa

ass.ambientaliste

1983 1987 1992 1996 2000

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

9

su 10 avevano seguito le iniziative di una qualsiasi associazione e circa 5

su 10 avevano preso parte a qualche manifestazione. Nel 2000 vi è stata,

invece, una drastica riduzione: osserviamo una quota vicina a 4 giovani

su 10, ossia il 41,9% ed il 38,5% rispettivamente.

È quindi possibile affermare che, oltre ad essere legato all’effetto emotivo

delle notizie dei disastri ambientali, l’ecologismo è, in qualche modo,

pure collegato al livello di coinvolgimento nelle manifestazioni ed

associazioni di altro tipo. In termini «forti» potremmo sostenere che

quanti sono portati a partecipare alle lotte ed alle campagne di

sensibilizzazione su vari temi lo saranno probabilmente anche a quelle

per proteggere la natura, così come chi è spinto ad associarsi con gli altri

per qualsiasi motivo, lo sarà più facilmente anche nei gruppi

ambientalisti. Se, infatti, fra il 1992 ed il 1996 si può pensare ad un

effetto positivo sulla mobilitazione dovuto alla grande risonanza di

avvenimenti come la conferenza di Rio del 1992, non si può certo

affermare, per spiegare il venir meno dell’impegno ecologista, che le

notizie e gli allarmi sullo stato del pianeta siano cessati tra il 1996 ed il

2000.

Una ragione di questa minore sensibilità può essere individuata, in prima

battuta, forse proprio nella flessione complessiva del livello generale di

partecipazione, anche se sarebbe necessaria un’ulteriore analisi (che

andrebbe oltre gli scopi di questo breve rapporto) per cercare le ragioni

per cui i giovani del 2000 sono meno disposti a partecipare e ad

associarsi.

globalmente la partecipazione, oltre che alle manifestazioni per l’ambiente,

anche a quelle per la pace, per i diritti/problemi femminili, per il lavoro e

l’occupazione, per i problemi locali, per la scuola e lo studio ed alle attività

politiche/campagne elettorali.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

10

2. Giovani 1992-2000: i quattro modi di

rapportarsi all’ambiente

Nella seconda parte di questo lavoro focalizzeremo la nostra attenzione

sull’intervallo di tempo che va dal 1992 al 2000. Considerando il modo in

cui vivono il rapporto con la natura, abbiamo provato a classificare i

giovani italiani di età compresa fra 15 e 29 anni in quattro gruppi:

FIGURA 2. I QUATTRO MODI DI RAPPORTARSI ALL’AMBIENTE:

L’immagine che appare conferma quanto è stato già rilevato nella prima

parte dell’analisi, ossia che l’impegno ambientalista è una questione

riservata a pochi: meno di un giovane su dieci. Gli altri 9/10 si possono

dividere, invece, in due grandi gruppi: i modernisti, ossia chi preferirebbe

favorire lo sviluppo anche a discapito della protezione della natura e gli

inconsapevoli, vale a dire i giovani che non mostrano di prendere una

posizione chiara sulla questione ecologica. Rimane, infine, un gruppo di

natura residuale che raccoglie quanti, pur condividendo in parte le

opinioni degli ecologisti, non si impegnano poi più di tanto per difendere

la natura, forse perché nutrono poca fiducia nelle proprie possibilità di

cambiare la situazione: per questo li abbiamo chiamati eco-pessimisti.

38,1%

45,0%

8,1%

8,8%

Ecologisti radicali Eco-pessimisti Inconsapevoli Modernisti

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

11

Nella parte rimanente di questo rapporto cercheremo proprio di

approfondire le particolarità che distinguono i giovani in base al loro

livello di sensibilità ambientale.

2.1. IL “CHI È” DEI QUATTRO GRUPPI

Da una prima analisi delle qualità specifiche di ciascun gruppo emergono

tratti distintivi ben definiti (tabella 2). Provando a tracciare un breve

identikit, possiamo dire che:

gli ecologisti radicali: sono coloro che si impegnano per la difesa della

natura; si caratterizzano soprattutto per la provenienza, in misura

superiore agli altri gruppi, da famiglie del ceto impiegatizio e di livello

culturale medio-alto; molti sono studenti e risiedono prevalentemente

nel centro-sud (ma non nelle isole) e nei comuni di dimensioni più

grandi; il gruppo è costituito in parti uguali da maschi e da femmine;

gli eco-pessimisti: sono quanti credono poco nelle proprie capacità di

migliorare la situazione dell’ambiente; sono per oltre 2/3 ragazze e

giovani di età compresa fra 15 e 17 anni, provenienti per lo più dalle

isole e da famiglie con livello culturale elevato;

gli inconsapevoli: sono in prevalenza ragazze del centro-sud o delle

isole a collocarsi in quantità leggermente superiore fra chi non mostra

di preoccuparsi molto per la salute del pianeta; in maggior parte non

lavorano o non studiano ed il loro numero cresce con l’aumentare

dell’età;

i modernisti: sono i giovani che nutrono grande fiducia negli

industriali e nel progresso in generale; in maggioranza sono maschi,

lavorano e provengono soprattutto da famiglie di livello culturale

medio e del ceto superiore o autonomo; abitano più al nord (e nel

nord-est in particolare).

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

12

Questi risultati sono confortati da altre ricerche.6 Nello specifico, viene

confermata la maggior tendenza dei maschi a collocarsi fra i modernisti e

delle ragazze fra gli eco-pessimisti e gli inconsapevoli. Anche la famiglia

di origine, come avevamo già rilevato nella prima parte di questo

rapporto, gioca un ruolo determinante. I giovani provenienti da famiglie

di livello culturale più elevato e del ceto impiegatizio sono, infatti,

mediamente più impegnati per difendere la natura.

Queste brevi considerazioni ci spingono a proseguire nella ricerca di

ulteriori possibili nessi fra le dimensioni socio-culturali e l’interesse per

la salvaguardia del pianeta.

TAB. 2 LE PRINCIPALI VARIABILI SOCIOGRAFICHE SECONDO I QUATTRO LIVELLI DI SENSIBILITÀ

ECOLOGICA (VALORI % SUL TOTALE DEI GIOVANI ITALIANI, 15-29 ANNI, 1992-

2000)

ECO-PESSIMISTI ECOLOGISTI

RADICALI

INCONSAPEVOLI MODERNISTI

Genere

- M 5,4 9,1 37,0 48,5

- F 10,8 8,5 39,3 41,5

Età

- 15-17 anni 11,9 10,0 31,9 46,2

- 18-20 anni 7,8 9,1 38,0 45,1

- 21-24 anni 7,0 7,3 38,3 47,4

- 25-29 anni 7,2 9,3 41,4 42,1

Ampiezza

comune

- Meno 10.000

ab.

8,3 8,7 38,0 45,0

- 10-50.000 ab. 8,0 7,6 36,7 47,7

- 50-250.000

ab.

7,9 8,9 39,3 43,9

- Oltre 250.000

ab.

8,1 10,6 39,5 41,8

Provenienza

- Nord Ovest 8,2 9,4 34,5 47,9

- Nord Est 8,1 6,7 34,3 50,9

6 Loner (2000) e Buzzi (1994 e 1997).

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

13

- Centro 7,5 9,9 40,4 42,2

- Sud 7,3 10,2 39,8 42,7

- Isole 10,2 5,7 42,5 41,6

Classe sociale

- Ceto superiore 8,0 9,8 30,9 51,3

- Ceto medio

impieg.

8,0 12,3 39,6 40,1

- Classe

autonoma

7,9 6,6 39,4 46,1

- Classe operaia 8,3 7,3 40,7 43,7

Livello culturale

famiglia di

origine

- Alto 10,3 12,1 37,7 39,9

- Medio 7,2 11,5 33,5 47,8

- Basso 7,9 7,4 39,5 45,2

Condizione

attuale

- Non studia né

lav.

8,5 7,7 44,3 39,5

- Studia 9,7 10,7 34,0 45,5

- Lavoro

occasionale

8,6 9,9 41,4 40,1

- Lavoro

dipendente

6,1 7,1 38,9 47,9

- Lavoro

autonomo

5,3 7,6 42,2 44,9

2.2. CHE COSA FANNO

I livelli di partecipazione e di associazionismo possono esserci di grande

aiuto per comprendere meglio la fisionomia dei gruppi: ciò che distingue

gli ecologisti radicali dai loro coetanei è, infatti, proprio il coinvolgimento

in manifestazioni ed attività di organizzazioni di vario tipo.

Nel primo paragrafo avevamo accennato al fatto che chi è impegnato in

generale, lo sarà molto più probabilmente anche per la salvaguardia del

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

14

pianeta. Il modo più intuitivo per controllare questa affermazione

consiste proprio nel considerare solo coloro che partecipano a più

associazioni (che chiameremo «pluriassociati») e quanti prendono parte a

manifestazioni su vari argomenti (che chiameremo «pluripartecipativi»).

Per rendere possibile il confronto, abbiamo preso in esame le sole

organizzazioni e manifestazioni presenti in tutti e tre gli anni considerati.

Un semplice grafico (figura 3) può essere utile per verificare come gli

ecologisti rappresentino un mondo a parte: il mondo della

partecipazione. Ciò che distingue fortemente questi giovani dai loro

coetanei è proprio il fatto che essi sono molto impegnati in campo

sociale: il loro livello di “pluriassociazionismo” è il doppio della media

degli altri gruppi e quello di “pluripartecipazione” è addirittura quasi

quattro volte superiore. L’analisi separata dei vari item che compongono

questa dimensione (relativi a religione, sport, volontariato, scuola, pace,

diritti umani, cultura, ecc.) ci dice, infatti, che gli ambientalisti sono

sempre i più presenti in qualunque tipo di associazione e manifestazione,

anche considerata singolarmente. Fra gli altri giovani, invece, l’impegno

sociale è molto ridotto e, se esiste, è in prevalenza limitato alla

partecipazione alle attività di una sola organizzazione.

Un’interpretazione molto forte potrebbe persino portarci a descrivere chi

si impegna quasi come un “professionista della partecipazione”, ossia

come una persona che trova nell’impegno costante in molte associazioni

una ragione di realizzazione e crescita individuale. Sebbene sia fuorviante

lasciarsi andare ad affermazioni troppo affrettate, si potrebbe addirittura

evincere che l’adesione all’ambientalismo altro non è che una

manifestazione particolare del più ampio ed universale bisogno di

partecipazione.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

15

FIGURA 3 I QUATTRO MODI DI RAPPORTARSI ALL’AMBIENTE E LA PARTECIPAZIONE :

2.3. LA CULTURA

Chi partecipa con maggior fervore alle battaglie per la difesa della natura

evidenzia, in generale, di prediligere un uso più selettivo e culturalmente

impegnato dei mezzi di comunicazione. Questo è rilevabile sia

considerando i libri ed i quotidiani di informazione letti, sia l’esposizione

giornaliera alla televisione (tabella 3). Gli ecologisti radicali si

differenziano dai loro coetanei soprattutto per la lettura, che preferiscono

al mezzo televisivo anche come fonte per tenersi informati su quanto

succede ogni giorno nel mondo. Meno di un ambientalista su cinque non

ha letto alcun libro (o, al massimo, solo uno) durante gli ultimi 12 mesi

mentre, fra gli altri giovani, il numero è ben oltre uno su tre. Anche la

lettura di quotidiani di informazione è più elevata: oltre otto su dieci

sfogliano un giornale almeno una volta alla settimana (e quasi uno su

cinque tutti i giorni) ma, negli altri gruppi, la quota si riduce a poco più di

sei su dieci. Solo i modernisti arrivano a sette su dieci. Gli eco-pessimisti

si caratterizzano soprattutto per essere i più assidui fruitori della

televisione. Fra di loro, infatti, uno su quattro la guarda oltre tre ore al

giorno, mentre la quota scende ad uno su cinque fra gli inconsapevoli ed

0,85 0,860,97

1,92

0,95

0,650,77

3,73

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

Ecopessimisti Inconsapevoli Modernisti Ecologisti radicali

Pluriassociati Pluripartecipativi

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

16

i modernisti ed a solo uno su sei fra gli ambientalisti. Sarebbe

interessante, a tal proposito, studiare a fondo questa relazione per vedere

in che misura l’alto grado di passività e rassegnazione che manifestano

gli eco-pessimisti è dovuto al maggior livello di esposizione al mezzo

televisivo, ma ciò andrebbe ben oltre gli scopi di questo lavoro.

L’analisi differenziata del consumo dei media mostra che le divergenze

fra i quattro gruppi sono notevoli non solo per la quantità, ma anche e

soprattutto per la qualità: gli ecologisti radicali prediligono in misura

nettamente superiore agli altri giovani l’informazione e le notizie culturali

e scientifiche. Gli eco-pessimisti, invece, non solo rivelano un alto grado

di teledipendenza, ma seguono pure trasmissioni meno impegnate come,

ad esempio, le telenovelas.7 Anche gli inconsapevoli prediligono

programmi di basso livello culturale e di intrattenimento. Solo i

modernisti si distinguono, in qualche modo, evidenziando un certo

interesse per le notizie di tipo scientifico, ma sappiamo che questo

gruppo è caratterizzato proprio da una grande fiducia nel progresso e

nella scienza.

TAB. 3 IL CONSUMO CULTURALE NEI QUATTRO GRUPPI (% DI COMPOSIZIONE)

ECO-

PESSIMISTI

ECOLOGISTI

RADICALI

INCONSAPEVOLI MODERNISTI

Libri letti negli

ultimi 6 mesi

- Da 0 a 1 34,9 19,6 36,7 39,4

- Da 2 a 6 45,1 56,8 45,7 45,4

- Oltre 6 20,0 23,8 17,6 15,2

Televisione

- Meno 1 ora al

giorno

15,2 15,9 13,5 12,6

- 1-3 ore al

giorno

59,2 68,1 64,6 65,7

- Oltre 3 ore al 25,6 16,0 21,9 21,7

7 I dati relativi al consumo culturale per notizie e trasmissioni scientifiche,

culturali, telenovelas, ecc. non sono stati inseriti nella tabella, poiché non erano

presenti per tutti e tre gli anni considerati. Le relazioni riportate sono tutte

statisticamente significative.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

17

g.

Radio

- Meno 1 ora al

giorno

41,2 44,9 43,6 39,5

- 1-3 ore al

giorno

34,8 30,4 31,9 33,9

- Oltre 3 ore al

g.

24,0 24,7 24,5 26,6

Legge

quotidiani di

informazione

- Mai 36,6 16,7 31,8 25,7

- 1-5 volte

settimana

51,6 64,7 54,0 57,6

- Ogni giorno 11,8 18,6 14,2 16,7

Passando al mezzo radiofonico, dobbiamo dire che la radio non sembra,

come è stato peraltro accertato da molti studi, influenzare in modo

negativo l’impegno sociale e culturale. Anzi, si può osservare che, almeno

per quel che riguarda il numero elevato di ore di fruizione (oltre tre al

giorno), gli ecologisti si pongono sullo stesso livello di ascolto degli altri

giovani, secondi solo ai modernisti.

In conclusione, possiamo dunque considerare il consumo culturale un

ottimo indicatore della sensibilità ambientale, come era stato comunque

fatto presente da molte altre ricerche.8

2.4. I VALORI

Possiamo immaginare il mondo degli ideali come un quadro globale di

riferimento entro cui si alimenta e prende forma anche l’interesse per la

natura. Utilizzando un artificio, riducendo cioè l’universo in cui vengono

rappresentati i valori dei giovani italiani, è possibile tracciare uno spazio

bidimensionale con due assi di riferimento: il primo per rappresentare

l’ordine sociale, il secondo l’impegno personale. Su di questa superficie

8 Loner (2000), Szagun e Pavlov (1995), Lyons e Breakwell (1994).

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

18

possiamo provare a collocare i quattro gruppi che rappresentano la

sensibilità ecologica (figura 4).

FIGURA 4 I QUATTRO MODI DI RAPPORTARSI ALL’AMBIENTE E L’UNIVERSO

VALORIALE:

Le rappresentazioni di questo tipo semplificano molto e quindi, per forza

di cose, impoveriscono la realtà, ma hanno il grande merito di renderla

più comprensibile. Leggendo il grafico come se si trattasse di una cartina

geografica, infatti, è possibile ricavare molte informazioni interessanti.

Per prima cosa, osserviamo che sono solo i modernisti a collocarsi

decisamente nella parte alta della “cartina”: ciò significa che si pongono

molto più dei loro coetanei nell’area che rappresenta l’ordine sociale. Gli

altri giovani, al contrario, non sentono l’ordine come un valore e, infatti,

si trovano tutti nella metà inferiore del grafico. Per gli eco-pessimisti si

può addirittura sostenere che l’ordine rappresenta quasi un “non-valore”,

dato che si situano in una posizione praticamente agli antipodi, rispetto a

chi vorrebbe favorire lo sviluppo a discapito della protezione

dell’ambiente. Gli ecologisti, invece, a differenza dei loro coetanei si

-0,4

-0,2

0

0,2

0,4

-0,4 -0,2 0 0,2 0,4

IMPEGNO PERSONALE

ORD

INE S

OC

IALE

Ecologisti radicali

Eco-pessimisti

Modernisti

Inconsapevoli

- +

-

+

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

19

riconoscono con decisione nel polo dell'impegno personale. Gli

inconsapevoli, infine, non sono attratti da nessuno dei due ideali che

abbiamo indicato: ciò si evince dal fatto che si collocano più vicino al

centro del grafico.

Passando all’analisi dei singoli valori (tabella 4),9 osserviamo che la

famiglia è di gran lunga l’ideale più importante per ciascun gruppo, però

la “forbice”, ossia il divario fra la famiglia e l’amicizia è di soli 5 punti

percentuali fra gli ecologisti, mentre è più di tre volte superiore (circa 17

punti) per gli altri gruppi. Fra chi si impegna per la difesa della natura,

infatti, gli amici vengono messi quasi al pari dell’ambiente familiare e ciò

può significare che la realizzazione personale viene perseguita anche al di

fuori delle mura domestiche. A conferma di questo, l’impegno sociale è

sentito dagli ecologisti come importante in misura doppia rispetto agli

altri giovani.

Collegandoci a quanto osservato da de Lillo (2001), potremmo affermare

che, se per molti giovani la società viene relegata nel retroscena ed

aumenta il richiudersi nella cerchia del privato, per gli ambientalisti

permane invece una certa apertura verso l’esterno: la maggior importanza

data alle amicizie, alla cultura, all’impegno sociale, alla religione ed alla

politica ne sono la prova.

Alcuni valori: il lavoro, il tempo libero e lo sport vedono più coinvolti i

modernisti. Anche se non disponiamo di elementi per affermarlo con

certezza, si potrebbe pensare che i fautori del progresso cerchino la

realizzazione personale in ambiti più “materialisti” e ristretti, legati

all’achievement personale come appunto è il lavoro, mentre chi vorrebbe

difendere la natura è più portato all’idealismo e all’impegno sociale. Se

questi ultimi sono protesi verso l’esterno e vogliono “cambiare il mondo”,

i materialisti cercano soprattutto di migliorare la propria posizione nel

mondo.

9 Per l’analisi completa dei valori, si rinvia ai rapporti IARD. In particolare si veda

de Lillo (1997 e 2001).

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

20

TAB. 4 I VALORI NEI QUATTRO GRUPPI (% DI MOLTO IMPORTANTE, GIOVANI 1992-

2000 – 15-29 ANNI)

ECO-

PESSIMISTI

ECOLOGISTI

RADICALI

INCONSAPEVOLI MODERNISTI

Famiglia 86,9 82,4 85,4 88,5

Amicizia 69,8 77,3 67,9 71,8

Lavoro 60,8 57,1 61,2 66,9

Tempo libero 48,8 49,3 47,7 53,7

Interessi

culturali

33,7 51,3 33,7 36,3

Sport 28,1 31,3 28,9 37,1

Impegno

sociale

20,3 38,1 21,0 21,1

Religione 12,5 15,8 13,3 13,1

Politica 1,3 9,7 4,3 3,7

Una nota particolare merita l’atteggiamento nei confronti della religione.

Una veloce lettura della tabella 4 avrebbe potuto spingerci ad ipotizzare

l’esistenza di una relazione positiva anche tra la fede e la sensibilità

ambientale, poiché gli ecologisti considerano la religione molto

importante in misura maggiore agli altri giovani. In realtà non è così: fra

gli ambientalisti vi è, infatti, pure una parte consistente che considera il

trascendentale “per nulla importante”. Per questo è possibile affermare

che coloro che nutrono interesse per la natura non sono (in positivo o in

negativo) indifferenti nei confronti della fede ma, rispetto alla

salvaguardia del pianeta, la religione è comunque trasversale. Gli

ambientalisti, insomma, si trovano in ugual misura sia fra chi crede in

qualche divinità, sia fra chi non crede in alcun ente supremo.

A questo punto, verifichiamo con interesse anche il livello di intolleranza

dei giovani italiani nei confronti degli immigrati stranieri (figura 5).10

Coerentemente con le attese, gli ecologisti si mostrano molto meno ostili,

10 L’intolleranza è stata rilevata costruendo un indice che considera

contemporaneamente il grado di accordo su tre affermazioni riguardanti gli

immigrati stranieri. L’indice è stato diviso in tre livelli e, per questa analisi,

consideriamo solo coloro che si sono collocati nel livello più alto, ossia i più

intolleranti.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

21

mentre gli inconsapevoli e i modernisti sono decisamente più diffidenti

(in misura più che doppia).11

Per quel che riguarda, infine, la fede politica ricordiamo che, fra tutti i

valori, viene vista sempre più come estranea alla propria vita e molti

giovani non hanno nemmeno risposto a questa domanda. Pur cercando di

evitare di trarre delle conclusioni troppo affrettate, fra coloro che hanno

manifestato la propria opinione risulta molto chiaramente che l’ecologista

si colloca nell’area della sinistra, mentre i modernisti sono decisamente

più protesi verso l’area della destra.12

FIGURA 5 L’INTOLLERANZA NEI CONFRONTI DEGLI STRANIERI (% DI MOLTO

INTOLLERANTI).

In conclusione, considereremo la fiducia nelle istituzioni, la soddisfazione

per vari aspetti della propria vita, la progettualità per il futuro e il grado

di localismo/cosmopolitismo (tabella 5).

La fiducia nelle istituzioni contraddistingue nettamente i modernisti: in

loro è più sentita ed il numero di quanti sono molto fiduciosi è addirittura

11 Analoghi risultati erano stati riscontrati anche in altre ricerche. Si veda a

questo proposito in Loner (2000) e Buzzi (1994).

12 Ricordiamo le percentuali di composizione: ecologisti radicali: 26,3% sinistra,

50,2% centro-sinistra, 1,3% centro, 18,1% centro-destra e 4,1% destra,

modernisti: 7,0% sinistra, 45,0% centro-sinistra, 3,7% centro, 34,2% centro-

destra e 10,1% destra. L’alto numero di non-risposte obbliga tuttavia ad una

certa prudenza nel commentare questi risultati.

14,7%

13,0%

10,4%

6,5%

0% 5% 10% 15% 20%

Inconsapevoli

Modernisti

Ecopessimisti

Ecologisti radicali

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

22

quattro volte superiore rispetto agli altri giovani. I fautori del progresso

risultano pure, nel complesso, più soddisfatti per la propria vita e più

ottimisti per come sarà il loro domani che, sono convinti, dipende

soprattutto dal lavoro duro. I più “sfiduciati” appaiono, al contrario, gli

eco-pessimisti, i quali credono poco, inoltre, che per avere successo basti

impegnarsi e lavorare sodo.

Gli ecologisti, da grandi idealisti, come abbiamo visto essere, ritengono in

misura superiore ai loro coetanei che sia importante fare progetti ed

avere mete precise nella vita. Inoltre, chi si impegna per difendere la

natura si sente molto più “cittadino del mondo”, mentre gli altri giovani si

sentono decisamente più legati al paese dove abitano.

Vi sarebbero, a nostro avviso, molte altre dimensioni da investigare:

soprattutto la fiducia nella scienza e nel progresso ma la mancanza di

informazioni per ciascuno degli anni considerati, non ci consente di

approfondire ulteriormente questi aspetti. Dai dati a nostra disposizione

risulta comunque evidente, come era prevedibile, che i modernisti

nutrono molta più fiducia in alcuni simboli del progresso, come i telefoni

cellulari, internet, il personal computer ed i fertilizzanti chimici; al limite,

sarebbero pure favorevoli agli esperimenti sugli animali.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

23

TAB. 5 SODDISFAZIONE, FIDUCIA, FUTURO ED APPARTENENZA (1992-2000, 15-29

ANNI, % DI COMPOSIZIONE)

ECO-

PESSIMISTI

ECOLOGISTI

RADICALI

INCONSAPEVOLI MODERNISTI

Ha molta fiducia

nelle istituzioni13 9,2 11,9 10,5 39,0

È molto

soddisfatto per

vari aspetti della

propria vita14

57,0 54,7 51,6 64,6

Crede che il

successo dipende

dal lavoro sodo

54,3 60,8 55,6 61,5

Ritiene

importante avere

obiettivi e mete

precise nella vita

77,4 84,1 75,3 78,9

Vede il futuro

pieno di

possibilità e

sorprese

53,2 56,3 50,4 56,7

Sente di

appartenere a:

- Luogo dove

vive

42,0 27,6 38,7 39,4

- Regione 10,4 13,0 10,4 12,0

- Italia 32,9 29,4 32,9 34,4

- Europa 2,5 6,4 3,4 3,7

- Mondo 12,2 23,6 14,6 10,5

13 L’indice di fiducia nelle istituzioni è stato realizzato considerando

contemporaneamente la fiducia in funzionari dello stato, magistrati, polizia,

carabinieri, militari di carriera, governo, sacerdoti, scienziati, sindacati,

insegnanti e politici. Per ragioni di spazio, nella tabella riportiamo solo la quota

di coloro che si collocano nel livello alto di fiducia.

14 L’indice di soddisfazione per vari aspetti della propria vita è stato realizzato

considerando contemporaneamente la soddisfazione per le proprie amicizie, i

rapporti in famiglia, la propria casa, come si vive in Italia, il proprio tenore di

vita, il proprio tempo libero. Per motivi di spazio, nella tabella riportiamo solo la

quota di coloro che si collocano nel livello alto di soddisfazione.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

24

3. Considerazioni finali

Possiamo pensare i quattro livelli di sensibilità ecologica appena descritti,

anche come altrettanti tipi ideali che rappresentano, sommariamente,

alcuni aspetti più generali del comportamento umano:

i modernisti incarnano l’ottimismo e la fede nel progresso;

gli ecologisti radicali simboleggiano l’idealismo e l’impegno

personale;

gli eco-pessimisti raffigurano la sfiducia nelle proprie possibilità di

cambiare il mondo;

gli inconsapevoli rappresentano il disimpegno e il qualunquismo.

Questi aspetti sono, naturalmente, solo la parte più evidente di un

processo in continua evoluzione. Noi li abbiamo utilizzati come etichette

da applicare alla complessità del mondo giovanile per renderlo più

comprensibile. Paragonando questo tipo di analisi alle radiografie,

possiamo dire che abbiamo descritto delle “ombre” e non la realtà. Però,

se aver semplificato tanto ha fatto perdere molte sfumature e particolari

interessanti, in compenso ha consentito una buona lettura del pianeta

giovani nel suo insieme.

Alla luce di questa grande riduzione della complessità operata nel

capitolo precedente, proveremo ad osservare anche le modifiche nella

consistenza dei gruppi nel corso degli anni, per verificare l’esistenza di

qualche possibile trend evolutivo. Dall’analisi (tabella 6), è facile rilevare

la presenza di alcune tendenze consolidate. Ciò che appare in modo più

evidente è soprattutto la costante e netta diminuzione degli ecologisti:

nel corso degli otto anni considerati sono praticamente dimezzati,

passando dal 10% al 5% dei giovani. Gli eco-pessimisti, invece, nel 2000

hanno visto crescere il loro numero sino a diventare circa il doppio degli

ambientalisti. Gli inconsapevoli, infine, e questo è senza dubbio un altro

risultato che merita molta attenzione, negli ultimi quattro anni sono

aumentati molto di più degli altri gruppi (oltre il 6%), superando i

modernisti e diventando il gruppo più consistente.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

25

TAB. 6 EVOLUZIONE DEL LIVELLO DI SENSIBILITÀ AMBIENTALE DAL 1992 AL 2000 (%

SUL TOTALE DEI GIOVANI ITALIANI DI 15-29 ANNI)

ECO-PESSIMISTI ECOLOGISTI RADICALI INCONSAPEVOLI MODERNISTI

1992 8,0 10,0 38,9 43,1

1996 7,6 8,3 36,4 47,7

2000 10,7 5,2 42,8 41,3

Crediamo sia sbagliato trarre deduzioni troppo affrettate da una breve

analisi come questa. Riteniamo però opportuno riepilogare quelli che, a

nostro avviso, emergono come i risultati più significativi.

a. Per comprendere il mondo variegato dei giovani d’oggi, diventa

sempre più necessario adottare un approccio a largo raggio, che dia il

giusto peso alle dimensioni sociali, culturali e valoriali,

considerandole, se possibile, come fattori che intervengono ed

interagiscono sugli atteggiamenti e sui comportamenti nel loro

insieme e non separatamente.

b. Gli ecologisti vivono con maggiore intensità la dimensione ideale e

dell’impegno sociale. Sono mediamente più informati su quello che

succede nel mondo e questo li spinge ad agire, perché sentono di non

poter rimanere indifferenti di fronte ai grandi problemi del pianeta,

siano essi quelli legati alla condizione dell’ambiente, oppure quelli

della pace, del lavoro o dei diritti umani.

c. Il livello di associazionismo e di partecipazione complessiva di chi si

impegna per l’ambiente ci fa pensare che, più che esistere un popolo

degli ecologisti, vi sia un grande gruppo di coloro che partecipano e

tendono fortemente all’impegno sociale. Gli ambientalisti, pur con i

loro caratteri peculiari, non sono che una parte di questo gruppo più

grande.

d. Il livello di informazione varia fra i diversi gruppi ed è molto più

elevato fra coloro che si impegnano per la salvaguardia del pianeta. Lo

stesso si può dire per la qualità e la quantità in generale del consumo

culturale.

e. L’ambiente familiare può creare maggiori opportunità o, al contrario,

frenare l’ecologismo ma, da solo, non è sufficiente a spiegare perché i

giovani decidano di darsi da fare. Negli ultimi decenni, inoltre, si è

andato modificando il concetto di famiglia tradizionale, portando a

nuove forme alternative di convivenza. Questo sta facendo aumentare

pure il ruolo e il peso del gruppo dei pari. Anche il genere, da solo,

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

26

non dice molto sulle differenze nella sensibilità ambientale: possiamo

solo osservare che i maschi appaiono più modernisti e le ragazze più

eco-pessimiste.

f. Negli ultimi quattro anni, il numero di quanti vorrebbero “cambiare il

mondo” è diminuito costantemente, mentre sono aumentati i giovani

che non ritengono di impegnarsi. Sarebbe facile collegare questo

andamento con la diffusione della televisione e del consumismo

sfrenato che, aumentando il benessere, fanno venire meno la voglia di

lottare, ma riteniamo che il problema non sia così semplice ed

andrebbe studiato più approfonditamente. Allo stesso modo, se

l’impegno sociale e quello per la difesa della natura sono diminuiti

negli ultimi anni, non si può certo dire che continueranno a farlo in

futuro.

Bibliografia

Buzzi, C.

I giovani e l'ecologia.

In: Quaderni Iard - N. 4/94 - 1994

Buzzi, C., Cavalli, A., de Lillo, A. (a cura di)

Giovani verso il Duemila.

Il Mulino - Bologna - 1997

Buzzi, C., Cavalli, A., de Lillo, A. (a cura di).

Essere giovani, oggi. Quinto rapporto IARD sulla condizione giovanile in

Italia

IARD - Milano - 2001

Loner, E.

«Il posto dell’ambiente». Una ricerca sulla sensibilità ecologica dei giovani

trentini. Tesi di laurea - Università di Trento - Facoltà di sociologia -

2000.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

27

Lyons, E., Breakwell, G.M.

Factors Predicting Environmental Concern and Indifference in 13 to 16

Year Olds. In: Environment and Behavior - Volume 26, No. 2 - Pagg. 223-

238 - Sage Periodical Press - Thousand Oaks - London - New Delhi -

1994

Szagun, G., Pavlov, V.I.

Environmental Awareness. A Comparative Study of German and Russian

Adolescents. In: Youth and Society - Volume 27, No. 1- Pagg. 93-112 -

Sage Publications - Beverly Hills, California - 1995

Nota metodologica

20 ANNI DI RILEVAZIONI

IARD ha promosso e realizzato nel 1983, 1987, 1992, 1996 e 2000

cinque grandi inchieste campionarie sulla condizione giovanile in Italia.

La periodicità quadriennale della rilevazione configura le Indagini IARD

come un vero e proprio osservatorio permanente sulle dinamiche della

popolazione giovanile del nostro Paese.

IL CAMPIONE

Il campione preso in considerazione nelle indagini del 1983 e del 1987

riguardava la fascia di età dai 15 ai 24 anni.

Nelle indagini del 1992 e 1996 il campione è stato esteso fino ai 29 anni,

poiché ormai assodato che per un gran numero di giovani l’inserimento

nella vita attiva avviene proprio tra i 25 ed i 29 anni.

Nell’edizione del 2000 la fascia di età del campione è stata ulteriormente

ampliata fino ai 34 anni, per poter studiare meglio i fenomeni legati ai

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

28

processi di transizione all’età adulta e alla costituzione delle nuove

famiglie.

MODALITÀ DI COSTRUZIONE DEL CAMPIONE

La scelta delle persone da intervistare è avvenuta tramite un’estrazione

casuale dei nominativi dalle liste elettorali. I nominativi dei minorenni,

non compresi nelle sezioni elettorali, sono stati individuati su indicazione

degli intervistati maggiorenni, secondo il criterio della “vicinanza

d’abitazione”.

LE VARIABILI DI STRATIFICAZIONE CONSIDERATE SONO STATE:

sesso

età

regione geografica di appartenenza

classe di ampiezza del comune di residenza

NUMERO INTERVISTATI:

1983: 4000 giovani

1987: 2.000 giovani

1992: 2.500 giovani

1996: 2.500 giovani

2000: 3.000 giovani

COMITATO SCIENTIFICO DELL’INDAGINE

Carlo Buzzi Università di Trento

Alessandro Cavalli Università di Pavia

Antonio de Lillo Università di Milano-Bicocca

PUBBLICAZIONI

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

29

I risultati delle 5 indagini sono stati raccolti in altrettanti volumi:

A. Cavalli, V. Cesareo, A. de Lillo, L. Ricolfi, G. Romagnoli, Giovani

oggi, Bologna, Il Mulino, 1984

A. Cavalli, A. de Lillo, Giovani anni 80, Bologna, Il Mulino, 1988

A. Cavalli, A. de Lillo, Giovani anni 90, Bologna, Il Mulino, 1993

C. Buzzi, A. Cavalli, A. de Lillo, Giovani verso il Duemila, Bologna, Il

Mulino, 1997

C. Buzzi, A. Cavalli, A. de Lillo, Quinto rapporto IARD sulla

condizione giovanile in Italia, Bologna, Il Mulino, in corso di stampa

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

30

Fondazione IARD

IARD è un istituto specializzato attivo dal 1961 nel campo della ricerca

sui processi culturali, educativi e formativi con approcci che integrano le

prospettive delle diverse scienze sociali.

La Fondazione IARD, eretta in ente morale nel 2000, nasce e si sviluppa

nel solco della quarantennale esperienza dello IARD, di cui raccoglie e

intende valorizzare il vasto patrimonio di conoscenze e competenze.

IARD opera su tutto il territorio nazionale avvalendosi della sua struttura

interna e di un nutrito gruppo di collaboratori esterni, scelti fra i più noti

esperti dei vari settori disciplinari. Dispone di una propria, qualificata e

collaudata rete di intervistatori estesa capillarmente in tutte le province

italiane, e di un autonomo centro di calcolo per la trattazione dei dati.

Svolge per conto dei Ministeri degli Affari Esteri e della Pubblica

Istruzione attività di formazione e aggiornamento a favore del personale

direttivo e docente della scuola in Italia e nel mondo.

IARD è inoltre inserito in reti e consorzi internazionali in grado di fornire

consulenza e supporto tecnico alla realizzazione di ricerche-intervento

per conto dell’Unione Europea.

LE ATTIVITÀ DI RICERCA

Le attività IARD sono riconducibili a tre filoni principali di studio:

1. La condizione giovanile

2. Le politiche sociali

3. Gli interventi didattico-pedagogici

All’interno di ciascuna tematica, IARD conduce ricerche in ambiti

diversificati e attraverso molteplici metodologie: dalle indagini

campionarie su popolazioni estese di soggetti, alle indagini qualitative di

tipo motivazionale su target specifici, ai case-studies finalizzati all’analisi

delle dinamiche organizzative e di mercato, agli studi su dati secondari,

alle ricerche valutative.

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

31

IARD ha inoltre messo a punto una metodologia finalizzata alla verifica

dei risultati, in termini di efficienza ed efficacia, di progetti e

sperimentazioni su target diversificati.

I SERVIZI

IARD ha acquisito una notevole esperienza in alcuni campi specifici che

non si collegano, se non indirettamente, con la ricerca o con la

produzione di strumenti. IARD è pertanto in grado di:

effettuare corsi di formazione e di aggiornamento di docenti e di

operatori

organizzare convegni e seminari di studio

organizzare e programmare itinerari didattici in mostre e fiere

predisporre strumenti di rilevazione

condurre interviste sul territorio nazionale

elaborare dati

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

32

Quaderni IARD

QUADERNI DI APPROFONDIMENTO GIÀ DIVULGATI:

ANNO 1993

n. 1 Gli orientamenti religiosi (M. Rostan)

n. 2 La religiosità di fronte all’etica e alla politica (M. Rostan)

n. 3 I giovani e la cultura (A. Cavalli)

n. 4 Giovani Nord/Sud: vecchie differenze, nuove vicinanze (M.

T. Torti)

n. 5 La fiducia dei giovani nelle istituzioni. Diffusione e

allocazione di una risorsa scarsa (G. Gobo)

n. 6 L’abbandono degli studi nella facoltà di Ingegneria. Il caso

del Politecnico di Milano (F. Denti)

n. 7 L’abbandono degli studi nella facoltà di Architettura. Il caso

del Politecnico di Milano (F. Denti)

n. 8 I Giovani e la voglia di cambiare. Il mutamento negli

atteggiamenti politici delle nuove generazioni. Febbraio

1992 – Settembre 1993 (C. Buzzi e A. de Lillo)

ANNO 1994

n. 1 Giovani donne di fronte al lavoro (F. Sartori)

n. 2 I giovani italiani e l’unione europea (A. Cavalli)

n. 3 Gli orientamenti politici dei giovani: un’analisi longitudinale

(A. de Lillo)

n. 4 I giovani e l’ecologia (C. Buzzi)

n. 5 Comunicazione sociale: una lezione dalla droga (A. Terzi)

ANNO 1995

n. 1 La famiglia “lunga”: il permanere dei giovani nella famiglia

dei genitori (R. Santoro)

n. 2 Insegnanti e valutazione: la scuola superiore di fronte

all’abolizione degli esami di riparazione (IARD)

n. 3 I giovani e il pregiudizio etnico (A. Alietti)

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

33

n. 4 Fabbisogni formativi e inserimento lavorativo dei giovani

usciti dal circuito penale (O. de Leonardis)

n. 5 La valutazione dell’efficacia dei percorsi terapeutici nelle

comunità residenziali per ex tossicodipendenti (P.

Bortolussi)

n. 6 I nuovi poveri in Lombardia. Sistemi di welfare a traiettorie

di esclusione sociale (D. Benassi)

n. 7 Scelte cruciali. I giovani e i loro genitori di fronte alle scelte

di studio e di lavoro (A. Cavalli)

ANNO 1996

n. 1 Giovani donne a confronto (N. Schmitz)

n. 2 Sport da bambini (F. Sartori)

n. 3 La diffusione della lingua italiana all’estero. Il metodo

IARD. Connubio tra tradizione e innovazione (IARD)

n. 4 I giovani e l’impresa (M. Bucchi)

n. 5 Non più macaroni? L’alimentazione dei giovani (S. La

Mendola)

n. 6 Quarto rapporto IARD sulla condizione giovanile in Italia

(IARD)

ANNO 1997

n. 1 Scienza, industria e ambiente. I giovani lombardi di fronte

al futuro (M. Bucchi)

n. 2 L’affettività nella prima adolescenza (S. Gilardi)

n. 3 I giovani e la voglia di lavorare (M. Bucchi)

n. 4 L’orologio della neo-mamma (F. Sartori)

n. 5 Il rapporto tra le giovani donne e il ginecologo (F. Sartori)

n. 6 Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (G.

Carraro e A. Devizzi)

n. 7 I giovani reggiani e le nuove tecnologie dell’informazione e

della comunicazione (R. Fasol)

ANNO 1998

n. 1 I giovani e la musica. Echi sonori dalla Quarta Indagine

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

34

IARD (M.T. Torti)

n. 2 I giovani e le forze armate (R. Grassi)

n. 3 Giovani e insegnanti a confronto (C. Margheri)

n. 4 Informatica scuola e società (A. Devizzi)

n. 5 Idealisti, ma non troppo. Giovani e giustizia sociale verso il

duemila (G. Nevola)

n. 6 Una società neo-romantica? Valori e partecipazione tra i

giovani nelle ricerche IARD (D. La Valle)

ANNO 1999

n. 1 Dalla scuola materna alla scuola elementare: prospettive

del quinto anno (M. Saviotti)

n. 2 I giovani tra formazione professionale e lavoro:

l’apprendistato in Italia (M. Vinante)

n. 3 I bambini e l’uso del denaro (F. Sartori e B. Ongari)

n. 4 Internet e scuola (A. Devizzi)

n. 5 Gli insegnanti di fronte al cambiamento (G. Gasperoni)

n. 6 Un confronto tra giovani toscani e giovani lombardi (A.

Vitalini)

ANNO 2000

n. 1 Lettura e non lettura: insegnanti e studenti a confronto (F.

Biolcati-Rinaldi)

n. 2 Immagine del sociale degli insegnanti (C. Margheri)

n. 3 Nuove tecnologie e scuola (G. Argentin)

n. 4 Informatica e didattica. Internet, un ambiente di lavoro (A.

Devizzi)

n. 5 Quinto rapporto IARD sulla condizione giovanile in Italia

(AA.VV.)

n. 6 Gli adolescenti e l’uso del denaro (C. Dosso e E. Rosci)

n. 7 TRYP: Formazione professionale per i giovani adulti in

I giovani e l’ambiente: 1983-2000

35

carcere (A. Giasanti)

ANNO 2001

n. 1 Leggere l’economia (P. Paliaga e E. Provenzano)

n. 2 Ai protagonisti del 2000. I valori dei giovani lombardi (S.

Abbruzzese)

n. 3 Giovani e famiglie di fronte alle scelte alla fine della scuola

secondaria (A. Cavalli)

n. 4 e-LEARNING a SCUOLA tra didattica tradizionale e didattica

nuova (A. Devizzi)

n. 5 I giovani e l’ambiente: 1983-2000 (E. Loner)

Sono ora in corso di approfondimento e costituiranno argomento

dei prossimi quaderni le seguenti tematiche:

Il rapporto tra i giovani e la politica dagli anni Ottanta ai giorni nostri

Temi e problemi dalla Quinta indagine IARD sulla condizione giovanile in

Italia (serie di quaderni)