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Maura Mordini Biblioteca Comunale Chelliana di Grosseto Amministrazione degli Usi Civici di Montorsaio LA COMUNITÀ DI MONTORSAIO E I SUOI STATUTI Sviluppi storico-istituzionali dalla signoria rurale all’inserimento nello Stato di Siena

La comunità di Montorsaio e i suoi statuti. Sviluppi storico-istituzionali dalla signoria rurale all'inserimento nello Stato di Siena, Ed. Biblioteca Chelliana, Grosseto 2004, pp

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Maura Mordini

Biblioteca Comunale Chelliana di GrossetoAmministrazione degli Usi Civici di Montorsaio

LA COMUNITÀ DIMONTORSAIO

E I SUOI STATUTISviluppi storico-istituzionali dalla signoriarurale all’inserimento nello Stato di Siena

© 2004 Amministrazione degli Usi Civici di MontorsaioBiblioteca Comunale Chelliana di Grosseto

I.S.B.N.

Finito di stampare nell’Ottobre 2004dall’Azienda di Arti Grafiche EffeseiLargo Sacco, 6 - 58100 GrossetoTel. 0564 414271 - Fax 0564 415978www.effesei.it - [email protected]

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Questo volume costituisce il risultato della pubblicazione di uno studio commissionato nel luglio 2000 dall’Amministrazione Separata degli Usi Civici di Montorsaio (com. Campagnatico – GR) e concluso nel settembre 2002, sotto il titolo “La comunità di Montorsaio e i suoi statuti tra Medioevo ed Età moderna”.

In tale percorso sono insite le principali motivazioni che hanno condotto all’edizione degli statuti comunitativi di Montorsaio e alla predisposizione delle note critiche introduttive finalizzate a collocare questa normativa in un preciso contesto storico, vale a dire l’interesse di una collettività per la riscoperta e la valorizzazione delle forme organizzative di carattere istituzionale attestate dalla documentazione più risalente. L’interesse e l’intervento di questa Amministrazione quale motore dell’iniziativa costituiscono, del resto, un motivo stret-tamente collegato alla necessità del reperimento di risorse da investire nella ricerca storica, laddove le strutture istituzionalmente competenti in materia – in particolare le Università – si trovano costrette a fron-teggiare situazioni finanziarie sempre più critiche.

Una precisa origine, dunque, ha caratterizzato la scelta dell’oggetto di studio, il quale, tuttavia, si richiama anche ad un filone di ricerca promosso all’interno della facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Siena, cui si è ricollegata l’edizione dello statuto quattrocentesco del comune di Grosseto da noi curata, pubblicata all’interno di questa stessa collana della Biblioteca Comu-nale Chelliana nel 19951.

L’indagine sulla storia e sulla normativa statutaria di una comu-

nità di castello come Montorsaio si è rivelata assai fruttuosa, dal mo-mento che non si è esaurita in un contributo alla conoscenza delle strutture istituzionali caratterizzanti lo Stato senese tra il tardo Medioevo e l’Età moderna attraverso i loro riflessi sulla normativa lo- 1 M. MORDINI, Lo statuto del comune di Grosseto del 1421, Grosseto 1995. Sui contributi in materia promossi da un gruppo di studiosi dell’Università degli Studi di Siena e finalizzati all’approfondimento della conoscenza della strut-tura politica e aministrativa dell’antico Stato senese tra il tardo Medioevo e l’Età moderna cfr. le osservazioni di Paolo Nardi in M. MORDINI, Lo statuto, p. 10 e di Donatella Ciampoli in Lo statuto del comune di Chiusdino (1473), a cura di A. PICCHIANTI, Siena 1998, p. 5.

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cale, ma ha consentito altresì di esaminare in maniera innovativa il panorama dei poteri signorili nella Maremma grossetana nel corso del Duecento. Infatti, attraverso la ricostruzione delle vicende di Montor-saio nel corso del XIII secolo è stato possibile evidenziare le incongruenze di una visione - affermatasi nella storiografia erudita a carattere locale e recepita anche nella letteratura scientifica – che ha attribuito alla casata degli Aldobrandeschi una presenza pervasiva, tale da bloccare l’emergere di domini locali non collegati ai conti da vincoli di vassallaggio o di semplice fidelitas.

Sotto il primo profilo, all’edizione critica del testo statutario trat-ta dall’esemplare più antico si accompagnano alcune note archivisti-che e codicologiche, finalizzate al chiarimento della tradizione manoscritta della fonte normativa, nonché un’appendice contenente la trascrizione delle riforme o “aggiunte” presenti esclusivamente nell’esemplare più recente. La descrizione del contenuto dello statuto, infatti, è stata condotta tenendo sempre presente l’evoluzione politica e istituzionale dello Stato senese e i suoi riflessi in ambito locale, in parti-colare tra il 1432 (anno al quale risale la prima stesura dello statuto) e il 1772 (anno dell’ultima approvazione apposta al testo normativo).

Si è anticipato che l’altro profilo dello studio, concernente l’approfondimento delle vicende nel periodo precedente all’anno 1432 e finalizzato all'inquadramento istituzionale e socio-economico dello statuto, ha aperto nuove prospettive di ricerca sull’assetto dei poteri in epoca medievale nella Maritima, un’area pressoché corri-spondente all’attuale Provincia di Grosseto, anche in considerazione dei risultati delle ricerche da noi recentemente condotte sulla città di Grosseto durante il Duecento2. Si è potuto individuare nel caso di Montorsaio un esempio paradigmatico e straordinariamente ben documentato del manifestarsi di una signoria di castello in area ma-remmana nel corso del XIII secolo, secondo uno svolgimento che esclude ogni diretto rapporto con gli Aldobrandeschi, stirpe comitale cui certa storiografia ha inteso ricondurre la generalità delle esperien-ze signorili locali, ipotizzando l’esistenza di un “principato territoria-le” al quale, in un modo o nell’altro, avrebbero afferito le città e i castelli della Maritima3.

La signoria di Montorsaio, infatti, era esercitata da una consorte-ria locale articolata in due stirpi delle quali sono state ricostruite le genealogie a partire dal secondo decennio del XIII secolo e che perseguirono strategie matrimoniali divergenti, corrispondenti a orientamenti politici contrapposti. Il discendente di Ranuccio “conte” 2 M. MORDINI, Il comune di Grosseto: storia istituzionale e dimensione archivistica (secoli XII-XIV), Tesi di dottorato di ricerca in Istituzioni e Archivi – XVI ciclo, anni accade-mici 2000-2003, coordinatore prof. G. CATONI, tutor prof. P. NARDI. 3 Cfr. da ultimo, S.M. COLLAVINI, “Honorabilis domus et spetiosissimus comitatus”: gli Aldobrandeschi da conti a “principi territoriali” (secoli IX-XIII), Pisa 1998, pp. 570-579.

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sposò un’esponente del ramo degli Ardengheschi dei conti di Civitella e i suoi figli, dopo aver acquisito la cittadinanza senese anteriormente al gennaio 1255, accondiscesero di buon grado all’espansione politi-co-territoriale del comune di Siena in Maremma. Al contrario, gli esponenti dei due lignaggi originati da Galgano instaurarono legami matrimoniali con elementi dell’aristocrazia rurale maremmana (i signori di Montorgiali e i signori di Stertignano) o di quella cittadina grossetana (dominus Amadore), mantenendo un atteggiamento radi-calmente avverso al comune di Siena e, dopo l’inurbamento a Grosse-to, entrando anche a far parte del ceto dirigente grossetano tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento.

All’interno di Grosseto, del resto, vantavano dei possedimenti e delle residenze gli esponenti di diversi gruppi aristocratici maremmani caratterizzati – come i signori di Montorsaio - dall’esercizio di poteri signorili su un distretto castrense, quali ad esempio i domini di Caldana e quelli di Roccatederighi4. La città si configura dunque come un pun-to di attrazione economico e politico a vasto raggio per i membri di diverse consorterie che non gravitavano attorno agli Aldobrandeschi o al gruppo dirigente senese, sebbene la vicenda dei signori di Mon-torsaio emerga tra le altre per ricchezza di documentazione e successo degli esiti5.

Le fonti esaminate, appaiono eterogenee e discontinue, giacché che in alcuni casi si presentano talmente abbondanti da permettere di seguire persino gli sviluppi quotidiani di una vicenda, mentre in altri dobbiamo registrare lacune anche di decenni.

Per il Medioevo questa documentazione è custodita interamente nell'Archivio di Stato di Siena, ove è confluita la maggior parte degli atti prodotti o conservati dal comune di questa città a partire dal XII secolo, in attuazione del moto espansionistico verso la Maremma che coinvolse precocemente anche il castello di Montorsaio. Da queste pergamene e da quei registri abbiamo tratto informazioni che descri-vono con eccezionale dettaglio i caratteri della signoria.

Per l'Età moderna abbiamo consultato la cosiddetta “Visita Gherardini” risalente al 1676, nell’esemplare conservato dalla Biblio-teca Comunale Chelliana di Grosseto, e la storia dei centri dello Stato senese compilata da Giovanni Antonio Pecci nel secolo successivo. In tal modo è stato realizzato un quadro degno di fede, seppure sintetico, delle condizioni demografiche ed economiche e dell'assetto istituzionale 4 Cfr. M. MORDINI, Il comune di Grosseto: storia istituzionale e dimensione archivisti-ca, regesti n. 224 (Caldana) e n. 173 (Roccatederighi). 5 La presenza patrimoniale in Grosseto di altri gruppi aristocratici rurali, tal-volta esplicitamente riconducibile a legami matrimoniali con famiglie cittadi-ne, è attestata per i secoli XIII e XIV anche in relazione ai domini di Montor-giali (cfr. ibidem, n. 57 e n. 272), ai lambardi di Monticiano (cfr. ibidem, n. 120 e n. 122), ai domini di Pereta (cfr. ibidem, n. 169).

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della comunità di Montorsaio fino agli anni in cui furono apposte dagli uffici competenti le ultime “approvazioni” allo statuto.

Se la ricerca è approdata a un risultato positivo il primo merito

deve essere attribuito all’Amministrazione separata degli Usi civici di Montorsaio, il cui Consiglio nel luglio del 2000 ha promosso il bando da cui è derivato l’incarico menzionato all’inizio di questa introduzio-ne: in particolare al presidente, ingegnere Paolo Migliorini, e a tutti i consiglieri va il nostro personale ringraziamento, soprattutto per l’attenzione dimostrata verso i risultati dello studio e l’entusiasmo manifestato per la sua pubblicazione.

L’impegno della Biblioteca Comunale Chelliana di Grosseto e, in particolare, del suo direttore Valerio Fusi per la valorizzazione del patrimonio librario e manoscritto qui custodito rappresenta l’altro motivo che ha reso possibile la presente edizione, all’interno di una collana che costituisce un punto di riferimento importante nel pano-rama culturale non solo locale.

La nostra riconoscenza, infine, è dovuta alle persone che più da vicino seguono il nostro lavoro: a Roberto e a Domenico per l’infinita pazienza, a nostro padre e al professor Paolo Nardi che con il loro esempio, più che con le parole, hanno fatto scaturire questa passione per la ricerca e la cura per il suo svolgimento.

INDICE

Presentazione p. 3Presentazione p. 5Introduzione p. 7

IL MEDIOEVO p. 11Il castello di Montorsaio p. 11I dòmini di Montorsaio e il comune rurale p. 13I caratteri della signoria rurale p. 25L’espansione senese p. 30I Salimbeni p. 47

L’ETÀ MODERNA p. 56Il Quattrocento e il Cinquecento: economia e demografia p. 56Le riforme medicee p. 59Le visite del XVII secolo p. 63La ‘storia’ di Giovanni Antonio Pecci p. 68Le riforme lorenesi p. 71

LO STATUTO DELLA COMUNITÀ DI MONTORSAIO p. 75La redazione statutaria del 1432 e le aggiunte successive p. 75La prima distinzione dello statuto e l’organizzazioneistituzionale della comunità p. 77La seconda distinzione p. 90La terza distinzione p. 96I danni dati p. 103I bene del comune e gli usi civici p. 107La visita Gherardini del 1676 p. 112

NOTE ARCHIVISTICHE E CODICOLOGICHE p. 115La copia dell’Archivio di Stato di Siena p. 115La copia della Biblioteca Comunale Chelliana di Grosseto p. 119Criteri di trascrizione p. 122

LO STATUTO DEL COMUNE DI MONTORSAIO p. 125ABBREVIAZIONI p. 203ELENCO DELLE FONTI INEDITE CITATE p. 204ELENCO DELLE OPERE CITATE p. 205INDICE DEGLI ANTROPONIMI p. 210INDICE DEI TOPONIMI p. 219