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International Journal of Arts and Sciences 4(1): 206-218 (2011) CD-ROM. ISSN: 1944-6934 © InternationalJournal.org L'artista Boris Georgiev (Varna 1888-1962 Roma) – un bulgaro a Roma e nel mondo Angela Daneva, Nuova Universita Bulgara, Bulgaria Riassunto Oggi, il pubblico ricorda l’artista bulgaro Boris Georgiev come un semplice ritrattista che ha lavorato nella prima metà del XX secolo in Italia, Bulgaria, Germania, India, Brasile e altri paesi del mondo. Il testo proposto presenta Boris Georgiev non solo come ritrattista di personaggi famosi ed importanti del suo tempo, ma anche come un artista che desidera e cerca di raffigurare la bellezza spirituale di ogni essere umano. Un pittore cosmopolita che stava in disparte e non si lasciava tentare dalle tendenze artistiche moderne del suo tempo. Un vagabondo la cui esistenza era accentrata nel suo mestiere, che eseguiva con un proprio panteismo filosofico, riguardante il senso della vita e il significato della vera arte. Attraverso questo prisma saranno interpretate le opere più emblematiche di Boris Georgiev – Il vagabondo e sua sorella(1918), Strada eterna(1925), i ritratti di Albert Einstein, Rabindranath Tagore, Mahatma Gandhi, Petar Dunov, Teodor Trayanov, il ritratto dello scrittore Giovanni Papini, dello scultore Angelo Zanelli, e infine del cardinale Merry Del Val. Parole chiave: Arte Bulgara, Boris Georgiev, Simbolismo, Italia, Storia dell'Arte. Introduzione L'artista bulgaro Boris Georgiev nasce nel 1888 a Varna, in Bulgaria. Nel 1902 la sua famiglia si trasferisce a San Pietroburgo alla ricerca di sostenimento. Lì Boris Georgiev frequenta la Scuola del disegno dove direttore era Nikolai Rerikh. Probabilmente allora lui scopre la propria missione e vocazione per le arti. Nel periodo 1909-1910 B. Georgiev studia nella Accademia di Monaco (di Baviera). Nel 1912 visita l'Italia e si iscrive nella Accademia di Belle Arti di Firenze 1 . La storia di Boris Georgiev è "la storia di un solitario vagabondo, che gira da un paese all'altro per necessità interna di trovare un contatto spirituale con le anime fraterne e per esigenza di attingere direttamente al libro della vita e della natura." 2 1 Данева. Анжела, Из архивите на Академията за изящни изкуства във Флоренция (1878-1945), Изкуствоведски четения 2007, Сборник, ИИ, БАН, С., 2007, с. 287-291 Un fatto non molto noto è quello che all'inizio della sua carriera artistica l'artista percorre l'Europa e il Nord Africa a piedi, con uno zaino sulle spalle, come nomade. Per due anni lui e sua sorella Katya abitano in Agnedo, a Monte Lefre di Trentino. Nel silenzio e nell'eccezionalità della natura severa, lontano dalla vanità e dai capricci del tempo, Boris Georgiev afferma i suoi valori morali. Lui non si interessa dell'arte a sé stante, lui cerca di capire i problemi universali, espressi attraverso l'arte. Per l'artista, istigato dalla perfezione della natura, l'arte e una missione religiosa. 2 Димитрова-Рачева. Пламена, Борис Георгиев от Варна. Архиви, Зограф, Варна, 2002, с. 142

L'artista Boris Georgiev (Varna 1888-1962 Roma) – un bulgaro a Roma e nel mondo

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L'artista Boris Georgiev (Varna 1888-1962 Roma) – un bulgaro a Roma e nel mondo Angela Daneva, Nuova Universita Bulgara, Bulgaria Riassunto Oggi, il pubblico ricorda l’artista bulgaro Boris Georgiev come un semplice ritrattista che ha lavorato nella prima metà del XX secolo in Italia, Bulgaria, Germania, India, Brasile e altri paesi del mondo. Il testo proposto presenta Boris Georgiev non solo come ritrattista di personaggi famosi ed importanti del suo tempo, ma anche come un artista che desidera e cerca di raffigurare la bellezza spirituale di ogni essere umano. Un pittore cosmopolita che stava in disparte e non si lasciava tentare dalle tendenze artistiche moderne del suo tempo. Un vagabondo la cui esistenza era accentrata nel suo mestiere, che eseguiva con un proprio panteismo filosofico, riguardante il senso della vita e il significato della vera arte. Attraverso questo prisma saranno interpretate le opere più emblematiche di Boris Georgiev – Il vagabondo e sua sorella(1918), Strada eterna(1925), i ritratti di Albert Einstein, Rabindranath Tagore, Mahatma Gandhi, Petar Dunov, Teodor Trayanov, il ritratto dello scrittore Giovanni Papini, dello scultore Angelo Zanelli, e infine del cardinale Merry Del Val. Parole chiave: Arte Bulgara, Boris Georgiev, Simbolismo, Italia, Storia dell'Arte.

Introduzione L'artista bulgaro Boris Georgiev nasce nel 1888 a Varna, in Bulgaria. Nel 1902 la sua famiglia si trasferisce a San Pietroburgo alla ricerca di sostenimento. Lì Boris Georgiev frequenta la Scuola del disegno dove direttore era Nikolai Rerikh. Probabilmente allora lui scopre la propria missione e vocazione per le arti. Nel periodo 1909-1910 B. Georgiev studia nella Accademia di Monaco (di Baviera). Nel 1912 visita l'Italia e si iscrive nella Accademia di Belle Arti di Firenze1

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La storia di Boris Georgiev è "la storia di un solitario vagabondo, che gira da un paese all'altro per necessità interna di trovare un contatto spirituale con le anime fraterne e per esigenza di attingere direttamente al libro della vita e della natura." 2

1Данева. Анжела, Из архивите на Академията за изящни изкуства във Флоренция (1878-1945), Изкуствоведски четения 2007, Сборник, ИИ, БАН, С., 2007, с. 287-291

Un fatto non molto noto è quello che all'inizio della sua carriera artistica l'artista percorre l'Europa e il Nord Africa a piedi, con uno zaino sulle spalle, come nomade. Per due anni lui e sua sorella Katya abitano in Agnedo, a Monte Lefre di Trentino. Nel silenzio e nell'eccezionalità della natura severa, lontano dalla vanità e dai capricci del tempo, Boris Georgiev afferma i suoi valori morali. Lui non si interessa dell'arte a sé stante, lui cerca di capire i problemi universali, espressi attraverso l'arte. Per l'artista, istigato dalla perfezione della natura, l'arte e una missione religiosa.

2 Димитрова-Рачева. Пламена, Борис Георгиев от Варна. Архиви, Зограф, Варна, 2002, с. 142

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La disgrazia di Boris Georgiev è che lui viene al mondo in un'epoca di gran materialismo esasperato. Il suo tempo è quello di Leonardo, l'epoca del Rinascimento. Per la prima volta in Italia lui riceve riconoscimento e apprezzamento per la sua arte dal pubblico italiano e dalla critica. Da allora comincia a credere che la sua arte è capace di parlare anche agli altri. L'Italia ospita nella loro vita eterna anche le persone più care a lui – sua madre, sepolta a Bergamo e sua sorella Katya, che more a Firenze nel 1917, dove nel 1962 è stato seppellito pure lui. In Italia vive la sua figlia adottiva – Virginia, che lo accompagna nei suoi viaggi. Ecco perchè non è strano che girando il mondo, conoscendo vita e cultura diversa, l'artista sempre ritorna in Italia, che diventa per lui una seconda patria.

Boris Georgiev (Varna 1888–1962 Roma) Autoritratto, 1918

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Ave Natura, 1918 L'arte di Boris Georgiev rappresenta un'originale variante del simbolismo. Nelle sue opere in modo naturale si collegano disegno naturalistico con le visioni immaginarie. Il suo mezzo d'espressione di base è la linea, la quale in modo delicato e sicuro disegna il pensiero artistico. Il colore nelle sue opere è a pastello, leggero e trasparente come espressione della sua anima elevata e del suo diverso adattamento sensitivo. Perfino i mezzi espressivi, che Boris Georgiev sceglie bastano a rivelare la sua naturalità delicata. Quanto alla sua tecnica pittorica, l'artista lavora al fresco, usa tempera, acquarello, pastello e matite colorate sul materiale diverso – legno, carta, di compensato. A tale proposito il prof. Carta scrive: "Per quanto riguarda la sua tecnica, noi non abbiamo mai visto una cosa del genere. Padrone di un disegno magistrale Georgiev lavora al fresco e questo gli permette di ottenere gli effetti di uno splendore raro e squisito, di una trasparenza e soliditа."3

3 Carta, G. Boris Georgiev di Varna. O' Estado di S. Paolo, 1952

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Il dolore universale 1914 All'inizio della sua carriera artistica Boris Georgiev crea una serie di dipinti, simboli della sua filosofia artistica e saggezza attinta alla vita. Al centro di questi dipinti sono sofferenza, la giustizia e l'amore. Le sue opere l'artista le concepisce come un diario privato, il quale racconta i pensieri più intimi e le emozioni dell'anima. Per questo motivo Boris Georgiev non vendeva mai le sue opere. In uno dei suoi quadri precoci Il dolore universale (1914), l'artista esprime la sua sofferenza per la distrutta pace mondiale. Dal quadro trapelano tenerezza e compassione. Luce divina lo illumina, ma non scalda il paesaggio di montagna invernale, in cui silenzio il cervo è ferito a morte. La tragedia espressa nel quadro è l'immagine complessiva di tutto il dolore umano sulla terra, per il quale soffre l'artista. Nelle opere Il rifugio della felicità (1913), Аve Natura (1914) e la Sinfonia bianca (1929) per esempio, Boris Georgiev esprime la sua ammirazione per la natura eterna che purifica l'essere umano elevandolo spiritualmente. Un altro quadro che è sempre stato nel centro delle discussioni da parte del pubblico e degli specialisti è l'opera Il vagabondo e sua sorella(1918). Il quadro appare un anno dopo la morte della sorella dell'artista – Katya. E un autoritratto originale, nel quale per la prima volta Boris Georgiev ritrae se stesso. Il vagabondo con uno zaino sulle spalle e il bastone in mano è sempre accompagnato dall'ombra eterea della Katya. Infatti, l'opera rappresenta l'immagine di un asceta, ritiratosi dal mondo materiale, un uomo che trova il senso e il significato della sua esistenza nella comunione con la natura. Di questo dipinto l'artista dice, che rappresenta l'aspirazione alla fratellanza: " Volevo crearla nella struttura della famiglia. Ciò di cui l'umanità ha bisogno altro non è che la fratellanza"4

. Se il quadro Il vagabondo e sua sorella è un autoritratto originale dell' artista, allora il dipinto Strada eterna (1925) sarebbe senza dubbi una opera penetrante unica. In questo quadro Boris Georgiev intuisce il destino e l'importanza della sua vita. Un errante, che rinuncia al mondo materiale, povero in canna, cammina per terra, attraversa i fiumi e montagne, alla ricerca degli ideali umani. Solo al mondo in mezzo alla natura crudele, pieno di malinconia e un panteismo contemplativo. L'uomo è fuori del tempo reale, seduto sulla strada che porta verso l'eternità.

4Димитрова-Рачева. Пламена, Борис Георгиев от Варна. Архиви, Зограф, Варна, 2002, с.170

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Il vagabondo e sua sorella, 1918

Strada eterna, 1925 Tra queste opere allegoriche di Boris Georgiev, pieni dei profondi significati, possiamo aggiungere anche i Ritmi della natura (1923), Solo nel mondo (1920 ca.) e non in ultimo

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posto Il pastore errante (1922). Questo dipinto personifica l'unità dell'universo. L'uomo è disegnato tra gli animali e gli uccelli, in un'armonia con la natura, in cui regna l'amore e la gentilezza. Così l'artista capisce e vede il paradiso terrestre, al quale aspira e che desidera per tutta la sua vita.

Il pastore erante, 1922 Durante gli anni alla ricerca di consapevolezza Boris Georgiev ha avuto la fortuna di disegnare le immagini delle persone più significative del nostro tempo e come dice "di fare amicizia con loro, perchè cercavo di capire il loro intelletto, esprimendo nella forma artistica la loro anima. I ritratti per me sono un esame dell’animo umano, che superano i temi puramente artistici con il desiderio di trovare in ognuno di loro la qualità piu sublime della bontà e della spiritualità."5

5 пак там, с.187

Nel 1922 in Bulgaria Boris Georgiev disegna un ritratto del poeta-simbolista Teodor Trayanov, del quale lo scrittore Liudmil Stoyanov scriverà nella rivista Hiperion, che questo ritratto raccoglie tutta la fisionomia intellettuale del poeta, dove la vittoria contro il materiale è realizzata con il potere "mistico della linea". Il ritratto di Petar Dunov è stato dipinto nel 1923. E noto alla comunità mondiale per la sua dottrina esoterica. Lui è il creatore della "Fratellanza Bianca", le idee della quale sono vicine all'etica e alla filosofia di Boris Georgiev. Il suo ritratto è stato disegnato con matite colorate su carta. E come sempre nelle opere dell'artista anche qui la linea esegue il suo ruolo mistico di visualizzare il mondo spirituale della persona ritratta. Durante i suoi soggiorni in Bulgaria Boris Georgiev ha disegnato i ritratti dell'attrice Rosa Popova, del critico dell'arte Stefan Mitov, della poetessa Mara Belcheva, dell'artista Vladimir Dimitrov – Il Maestro e di altre figure importanti nella vita culturale bulgara di questo tempo.

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Teodor Trayanov, 1922 Petar Dunov, 1923

Mara Belcheva, 1928 Rosa Popova, 1928 Nel 1926 Boris Georgiev disegna un ritratto con matita e tempera su cartone del cardinale Merry Del Val. Probabilmente si tratta di un'opera preparatoria che nel 1927 l'artista ha usato per il ritratto ufficiale del cardinale, eseguito al fresco su legno. Il cardinale è rappresentato in benedizione con gli occhi girati verso il cielo in preghiera sullo sfondo della cattedrale San Pietro. L'opera ha una cornice di legno disegnata in latino e cosi l'opera sembra una delle

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antiche miniature. Il ritratto del cardinale è stato esposto nel 1928 insieme ai ritratti di Rabindranath Tagore e Albert Einshtain alla mostra dell'artista a Berlino.

Cardinal Merry Del Val, 1926 Cardinal Merry Del Val, 1927 Il ritratto pittorico del laureato di Nobel, poeta e artista, Rabindranath Tagore è stato dipinto al fresco su legno nel 1926. Boris Georgiev conobbe Tagore nella sua mostra personale a Roma. Artista e modello sono legati da una loro etica comune e dai valori dell'arte. Per questo fatto Boris Georgiev con una leggerezza particolare riesce a rappresentare la forza e l'immagine spirituale del poeta.

Rabindranath Tagore, 1926 Albert Einstain, 1929

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Come accennato, nel 1928 Boris Georgiev incontra Albert Einstain a Berlino. Einstain era molto impressionato dell'arte dell'artista e organizza per lui una mostra personale nella galleria Shculte. Per questo appoggio che riceve dall'Einstain B. Georgiev disegna e invia al grande studioso un ritratto a pastello, per il quale Einstain scrive: "Ho contemplato il ritratto a lungo e ho sentito il bisogno di ringraziarla di cuore. Spero che con il Suo processo creativo Lei potrà anche in futuro realizzare cosi tanto (...), quanto potrebbe essere possibile per noi i comuni mortali." Un uomo dalla grande capacità intellettuale di Einstain aveva capito, che per sentire l'arte di Boris Georgiev, devi contemplarla. Per l'artista il ritratto di Einstain "è l'espressione della sua intima essenza spirituale, della sua umanità, in contrapposizione della sua biografia e dei libri che spiegano solamente la sua teoria della relatività."6

Alla fine degli anni venti Boris Georgiev ha già costruito il suo credo filosofico, il quale in straordinario modo poetico influisce sulle sue opere enigmatiche. L'artista viaggiò continuamente e realizzò moltissime esposizioni in Italia, Bulgaria, Germania dove la sua arte, insubordinata ai nuovi e moderni "-ismi" è stata accolta con interesse e ammirazione. E quando lui si sentiva stanco e frustrato dal mondo moderno in cui vive, l'artista trovava pace e solitudine nelle Alpi italiane oppure nell'arte della filosofia orientale.

Famiglia Sella di San Gerolamo, 1924 Non si potrebbe dire con certezza, quando comincia l'interesse di Boris Georgiev verso l'Oriente e la sua saggezza. Già negli anni venti, però, esiste in lui il desiderio di scoprire quel lontano paese. Quando nel 1924 è ospite della famiglia Sella in San Gerolamo e dipinge il loro omonimo ritratto, l'artista incontra il famoso fotografo e alpinista Vittorio Sella. Vittorio Sella diventa notevole per le sue fotografie scattate delle spedizioni in Alascа (1897), Uganda (1906), K2 (1909), delle Alpi e delle Himalaуа (1899). Dalla corrispondenza che Boris 6 Димитрова-Рачева. Пламена, Борис Георгиев от Варна, Албум, Кибеа, С., 2006, с. 124

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Georgiev aveva con lui dal 1925 al 19417, di cui abbiamo traccia, si potrebbe capire che loro sono diventati amici. Dalla stessa corrispondenza risulta anche che su raccomandazione di Vittorio Sella nel 1926 Boris Georgiev si associò al The National Geographic Society e cominciò a ricevere l’omonima rivista National Geographic. Ritengo che i due artisti avessero esaminato i temi della umanità, il senso della vita e il significato della vera arte. Sicuramente hanno analizzato anche i problemi della fotografia, come un'arte abbastanza nuova, come modo di interpretare e visualizzare il mondo. "Gentilissimo sig. Vittorio, - scrive Boris Georgiev a Vittorio Sella – Grazie alla Sua bontà io ho cominciato già a ricevere la rivista The National Geografic Magazine e questo mi fa un grande piacere perché per mezzo delle belle e numerose fotografie si è a contatto con tutte le regioni del mondo. Così pure le sarò sempre riconoscente ed un suo sincero ammiratore per la meravigliosa sua opera di poesia e profonda spiritualità esplicata nell'illustrare le regioni piu sublimi ed inaccessibili della terra alla maggioranza degli uomini. Lei non può immaginarsi con quale commozione di sentimento religioso panteistico io sfoglio sovente il meraviglioso libro che lei così generosamente ha voluto regalarmi!"8 Che si trattasse di una relazione d'amicizia e simpatia reciproca s’intuisce dal saluto "Fraternamente Boris Georgiev", con il quale Boris Georgiev, usava spesso terminare le sue lettere. L'aspirazione dell'artista verso "la fratellanza" spiega un fatto curioso che riguarda il ritratto Famiglia Sella di San Gerolamo (1924). Nell'opera è incorporato discretamente un frammento della famosa opera "Il vagabondo e sua sorella"9

. In questo modo Boris Georgiev rivela alla famiglia Sella i suoi sentimenti fraterni e sinceri. Così un ritratto familiare comincia ad avere un senso allegorico: rappresenta la bellezza dei legami di famiglia.

Mahatma Gandhi, 1935 Jawaharlal Nehru, 1936

7 Archivio della Fondazione Sella tiene alcune lettere di Boris Georgiev a Vittorio Sella. 8 Dalla lettera di Boris Georgiev dal 28 gennaio 1926, Roma. Archivio della Fondazione Sella. 9 Данева. Анжела, "Фамилия Села от сан Джероламо и още някои непознати произведения на Борис Георгиев (1888-1962)", Проблеми на изкуството, 3, 2010, С., 2010, с.15-19

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Nel dicembre 1931 Boris Georgiev parte con una nave da Trieste per India. Sulla nave incontra Mahatma Gandhi e sua moglie Kasturba. L'anno prossimo è già in India dove visita le città e i paesi più significativi per la storia e la cultura del paese. Per qualche tempo rimane a Simla. Incontra anche Rabindranath Tagore nella sua Università. Conobbe molte persone importanti come Jawaharlal Nehru, Pandit Malaviya e altri. In cinque anni che viaggia in India, attraversa Himalayas e Kashmir. Visita Nikolai Rerikh nel suo Istituto a Nager. In questo periodo crea una serie dei paesaggi e ritratti. Nel 1933 ritornò per un po' in Bulgaria e anche in Italia dove realizzò una mostra con le opere dedicate a India. Nel 1934 ritorna in India e rimane lì fino al 1936. In questo periodo effettua i ritratti delle persone indiane piu notevoli, dei leader spirituali, delle principesse Durru Shevar e Nulfur. Uno dei quadri piu frequentemente citati del suo periodo indiano è la composizione "L'incontro con le pàrie in India". Il quadro è stato realizzato nel 1935, quando Boris Georgiev visita Mahatma Gandhi nella sua città dove arrivavano moltissime povere pàrie, in cerca di conforto. Per questo dipinto l'artista prepara tanti schizzi alla gente che in seguito gli serviranno nella realizzazione del quadro che praticamente raffigura l'incontro dell'artista con il popolo indiano, condannato alla povertà e alla illegalità.

L’incontro con le pàrie in India, 1935 Negli anni '40 Boris Georgiev si stabilisce più a lungo in Italia. Nel 1944 vive a Bergamo. Continua a presentare la sua arte nelle gallerie di Roma, Bergamo, partecipa anche alla Biennale di Venezia. Nel 1951 addotta la figlia Virginia. Nel periodo 1951-1955 abita in Brasile dove dipinge incessantemente e mostra le sue opere a San Paolo. Ovunque la sua arte sorprende la critica e viene ammirata dalla gente.

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Nel 1956 Boris Georgiev ritorna dal Brasile in Italia, dove continua a dipingere. I ritratti che Boris Georgiev esegue in Italia sono veramente tanti. Io mi sono concentrata su alcuni più importanti, i prototipi dei quali sono legati all'artista da rapporti stretti di amicizia. Il ritratto dello scrittore Giovanni Papini è realizzato al fresco su compensato. E tipico per Boris Georgiev ricreare e trasportare le immagini delle persone ritrattate in altre epoche. In questo caso l'iconografia dell'immagine dello scrittore Papini ricorda i ritratti degli evangelisti. Lo scrittore appare seduto, concentrato-pensierosamente con un libro davanti e con la penna in mano. Questo ritratto è stato esposto alla mostra personale dell'artista a Rio De Janeiro, a proposito della quale la critica sottolinea che le opere dimostrano i valori etici delle persone ritratte e l'artista evidenzia l'aspirazione spirituale dell'individuo. Nel 1956 come un segno della loro lunga amicizia Boris Georgiev esegue il ritratto dello scultore Angelo Zanelli. Da una parte il ritratto ricorda la tradizione pittoresca rinascimentale e d'altra parte rivela la capacità artistica dello scultore Zanelli. Lo scultore è stato rappresentato nell'atto di scolpire una delle sue opere più importanti a Roma – l'Altare della Patria o il Monumento di Vittorio Emanuelle II.

Giovanni Papini, 1950 Angelo Zanelli, 1956 L'artista Boris Georgiev ha creato per colui che può capire il suo ideale di bellezza dell’anima eletta. Per i suoi meriti artistici nel 1937 lui riceve il segno del Commendatore dell'Ordine della Corona Italiana. Purtroppo il documento che conferiva il titolo di commendatore non c'è più. "Mi ricordo molto bene che mio padre lo ha distrutto alla fine degli anni 40. Ha fatto questo perchè l'onorificenza gli era stata data durante il periodo fascista e dopo la guerra si criticava tutto quello che era stato fatto prima" – si ricorda sua figlia sig.ra Virginia Georgiev Giacometti.

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Boris Georgiev non cessa di dipingere e di mostrare la sua arte fino alla sua morte nel 1962. La sua ultima mostra è stata nel 1961 a Roma, a Palazzo Berberini. Della sua arte con entusiasmo hanno scritto alcuni critici di primo piano in Bulgaria, Italia, India, Brasile ecc. Ma la valutazione migliore e più completa che Boris Georgiev ha mai ricevuto nella sua vita artistica è quella di un semplice facchino di quadri. Quando l'artista gli chiede perchè gli piacciono queste immagini, il facchino risponde: "Perchè mi obbligano a sentirmi buono." L'arte di Boris Georgiev è solamente un mezzo espressivo per raggiungere le sue aspirazioni spirituali e artistiche. Ecco perchè nella storia dell’arte europea lui rimane un solitario – incompreso e sottovalutato, ma come dice Boris Georgiev: "Sono da solo, perchè mi sento appartenere alla famiglia dell’arte."10

Bibliografia: Italia, Biella, Fondazione Sella, Archivio, Fondo Vittorio Sella. Italia, Venezia, La Biennale di Venezia, Archivio. Bulgaria, Sofia, Galleria Nazionale di Arte, Archivio di Stefan Mitov. XV Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, Catalogo della mostra, Premiate Officine Carlo Ferrari, Venezia, 1926 Acima dos tempose dos Estilos. Diario Esperitual do Pintor Boris Georgiev. Artese Artista, Estado de S. Paolo. Domingo, 6 abril de 1952 Augustini, Edmondo Garducci. Boris Georgiev, La critica nuova, Roma, 1924, I. Beltramelli, Antonio. Boris Georgiev. La critica Nuova, Il Giornale d'Italia, Roma, 1937. Carta, G. Boris Georgiev di Varna. O' Estado di S. Paolo, 1952 De Logu, Giuseppe. B. Georgiev. La voce repubblicana, 1923 Enciclopedia Universale SEDA dell'Arte Moderna: Boris Georgiev, Vol.IV, p. 1238 /g L'Antologia periodica di cultura: Numero dedicato al pittore Boris Georgiev. – Milano, Arti grafiche. Marazzi, 1956 Magugliani, Ludovico. Mostra personale del pittore Boris Georgiev, Milano, Arti grafiche E. Marazzi, 1956 Marinska, Ruja. Sofia – Europe. Bulgarian Painting (1900-1950) in the context of European Art, National Art Gallery, Sofia, 1999 Nurigiani, Giorgio. Boris Georgiev e la sua arte. Roma, La tipografica "Via Alezzo" 16, 1963 Scarpa, Pietro. Boris Georgiev. Emporium, 1923, №339 Божков, Атанас. Български приноси в европейската цивилизация, Булвест 2000, София Данева, Анжела. "Фамилия Села от сан Джероламо" и още някои непознати произведения на Борис Георгиев (1888-1962), Проблеми на изкуството, 3, 2010, ИИ, БАН, С., 2010 Данева, Анжела. Из архивите на Академията за изящни изкуства във Флоренция (1878-1945), Изкуствоведски четения 2007, Сборник, ИИ, БАН, С., 2007 Димитрова-Рачева, Пламена. Борис Георгиев от Варна (1888-1962). Архиви, Зограф, Варна, 2002 Димитрова-Рачева, Пламена. Борис Георгиев от Варна, Кибеа, С., 2006 Маринска, Ружа.20-те години в Българското изобразително изкуство, Отворено общество, С., 1996 Михалчева, Ирина. Борис Георгиев, БХ, С., 1987

10 Димитрова-Рачева. Пламена, Борис Георгиев от Варна. Архиви, Зограф, Варна, 2002, с. 143