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Politica e società Introduzione alla sociologia politica Michael Rush Capitolo 1 La sociologia è lo studio dei comportamenti di un contesto sociale. Termine coniato da Comte fondatore della disciplina. La politica ha luogo all’interno di un contesto sociale. Per politica si intende: - la risoluzione tra i conflitti tra gli esseri umani; - il processo per mezzo del quale la società definisce l’allocazione di risorse e valori; - Il processo attraverso cui si prendono decisioni o si modificano i programmi politici e le strategie di azione; - È l’esercizio del potere e dell’influenza. Easton da grande importanza alle relazioni tra sistema politico ed ambiente e sviluppa un’analisi definita <<input-output>>. Secondo quest’analisi l’ambiente da degli input al sistema politico sotto forma di domanda che a sua volta il sistema politico produce output sotto forma di decisioni, azioni che producono altre domande e sostegno al sistema. La sociologia politica si preoccupa di esaminare i legami tra politica e società analizzando le relazioni tra strutture sociali e strutture politiche e tra comportamenti sociali e comportamenti politici. Marx sostiene che la natura di tutte le società è definita in modo di produzione dominante che determina relazioni tra gli individui e i gruppi, le idee e i valori dominanti. Quindi i cambiamenti fondamentali in una società dipendono dai cambiamenti che is verificano nei modi di produzione. Questa teoria si basa su 2 pilastri fondamentali la teoria economica e la teoria sociologica. 1

Politica e società Introduzione alla sociologia politica

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Politica e società Introduzione alla sociologia politica

Michael Rush

Capitolo 1

La sociologia è lo studio dei comportamenti di un contesto sociale. Termine coniato da Comte fondatore della disciplina.La politica ha luogo all’interno di un contesto sociale.

Per politica si intende: - la risoluzione tra i conflitti tra gli esseri umani;

- il processo per mezzo del quale la società definisce l’allocazione di risorse e valori;

- Il processo attraverso cui si prendono decisionio si modificano i programmi politici e le strategie di azione;

- È l’esercizio del potere e dell’influenza.

Easton da grande importanza alle relazioni tra sistema politico edambiente e sviluppa un’analisi definita <<input-output>>. Secondo quest’analisi l’ambiente da degli input al sistema politico sotto forma di domanda che a sua volta il sistema politico produce output sotto forma di decisioni, azioni che producono altre domande e sostegno al sistema.

La sociologia politica si preoccupa di esaminare i legami tra politica e società analizzando le relazioni tra strutture sociali e strutture politiche e tra comportamenti sociali e comportamenti politici.

Marx sostiene che la natura di tutte le società è definita in mododi produzione dominante che determina relazioni tra gli individui e i gruppi, le idee e i valori dominanti. Quindi i cambiamenti fondamentali in una società dipendono dai cambiamenti che is verificano nei modi di produzione. Questa teoria si basa su 2 pilastri fondamentali la teoria economica e la teoria sociologica.

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Weber ha cercato, invece, di dimostrare che i fattori non economici in special modo le idee, sono importanti fattori sociologici. Sostiene inoltre che le classi sociali possono basarsi anche sullo status o sulla posizione sociale quindi sui ruoli che l’individuo ha nella struttura di potere.il potere è visto come concetto politico e la legittimazione è l’esercizio autoritario del potere. Ci sono 3 tipi di legittimazione: tradizionale, carismatica e legale-razionale che rappresentano i suoi idealtipi cioè la costruzione dei fatti in un quadro di riferimento con cui si possono confrontare altri fenomeni simili.

Il compito della sociologia politica è dunque quello di analizzaree spiegare le relazioni esistenti tra politica e società.

Capitolo 2

Per Weber lo stato moderno si intende un’impresa istituzionale di carattere politico nella quale l’apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione fisica legittima in vista dell’attuazione degli ordinamenti. Weber associa il concetto di stato a quello di legittimità

Marx sostiene che lo stato rappresenta gli interessi della classe dominante di una società e di operare in senso conforme ad essi.

Per Engels lo stato è lo strumento della classe più potente, economicamente dominante che acquista potere e ha nuovi strumenti per sottomettere la classe oppressa.

Gli stati moderni sono caratterizzati da:

- Confini geografici ben definiti;- Apparato amministrativo e politico;- Forza fisica.

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Ci sono varie teorie sulle origini dello stato.

Teoria del conflitto: gli stati sorgono come conseguenza di scontri tra individui o tra società. Per Marx lo stato è il prodotto della lotta di classe per il controllo dei mezzi di produzione.Teoria dell’integrazione: lo stato è il prodotto del bisogno individuale di protezione dai conflitti che si verificano nella società.Teoria del darwinismo sociale: gli individui più forti nella società prevalgono sugli altri e formano uno stato per rafforzare e mantenere il proprio dominio.

Ci sono tre passaggi chiave per lo sviluppo dello stato moderno: nascita del capitalismo, rivoluzione industriale, sviluppo stato-nazione. Braudel sostiene che prima esisteva un’Economia di Mercato (scambio di beni) e un’Economia Monetaria (scambio tra beni e denaro); poi con l’accumulazione di ricchezze e capitali si e’ giunti al Capitalismo (anche se questo non è un processo necessario). Tre fattori che incrementano il capitalismo:

Dinastie che permettono l’accumulazione di ricchezze Società stratificata con mobilità Sviluppo del commercio mondiale per aumentare il profitto

La rivoluzione industriale si fondò sulla concomitanza di una serie di requisiti: capitale, le risorse, la manodopera, le materie prime. Il capitale da solo non sarebbe stato sufficiente ma fu l’elemento chiave. Il crollo del sistema feudale è avvenuto precocemente portandosi come conseguenza l’enclosures: forma di possesso delle terre : quindi crolla il feudalesimo, rotazione di colture, fertilizzazione; quindi aumenta la popolazione ma diminuisce il lavoro quindi si crea “popolazione per l’industria”.

Lo stato-nazione nasce in Europa. Il Nazionalismo come forza sociale e politica è diventato sempre più importante dalla fine del XVIII secolo. Il nazionalismo può essere letto come forza unificatrice dello stato. Simboli di identità nazionale sono: la bandiera l’inno nazionale la lingua la cultura la storia e l’ideologia.

Capitolo 3

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Non esiste una definizione riconosciuta. Il Potere è la realizzazione della propria volontà, la capacità di agire. Per Russel è la capacità di realizzare effetti desiderati. Lo considera in termini di capacità militari.

Weber sostiene che il potere designa qualsiasi possibilità di far valere entro una relazione sociale la propria volontà, quale che sia la base di questa possibilità.

Vi sono tre categorie di risposte alla questione chi detiene il potere:

- Elitista: gruppo coeso, facilmente identificabile che difende i propri interessi;

- Marxista: chi ha i mezzi di produzione;- Pluralista: gruppi in coesione tra loro, quindi varia da caso a

caso.

Il potere viene esercitato con diverse forme: la coercizione l’uso della forza, la minaccia della forza fisica, l’estorsione, il ricatto; l’influenza corruzione rispetto deferenza; il controllo accettazione che coloro che hanno il potere, hanno i mezzi per esercitarlo. Hall sostiene che dove il potere ideologico, politico ed economicosi muovono nella stessa direzione, è probabile che si crei una grande energia sociale.L’esercizio del potere implica costi e benefici sia per coloro chelo esercitano che per coloro che ne vengono assoggettati. Gramsci utilizza il concetto di egemonia per descrivere la situazione in cui la classe dominante è capace di presentare i suoi interessi come gli interessi di tutta la società.

Molti filosofi hanno dedicato tempo al tentativo di spiegare il perché la gente obbedisce e perché deve obbedire.

Rousseau dice che per raggiungere il bene comune ci devono essere tante piccole città-stato con democrazia diretta con leggi attuateda un piccolo gruppo ma con il potere di tutti. La base della democrazia è liberale (uguaglianza, legge, consenso = volontà).

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Hobbes afferma invece che bisogna sottomettersi al Leviatano per evitare lo stato di cose anarchico e caotico e ribellarsi ad esso solo se non protegge piu’ i suoi sudditi. Potere assoluto (FEUDALESIMO)

Locke sostiene che Il governo da all’individuo ordine, protegge i diritti civili, la libertà e la proprietà ma la sua libertà di azione e’ limitata dal consenso. Base della democrazia: governo limitato e rappresentativo.

L’autorità è l’accettazione dell’esercizio del potere, sia da parte di coloro che lo esercitano che di coloro sui quali esso viene esercitato. Molti teorici moderni considerano l’autorità come concetto cruciale nella politica. Ci sono 2 tipi di autorità: l’autorità de facto che esiste quando un individuo o gruppo di individui accettano che un potere venga esercitato su di loro ed obbediscono ai comandi di coloro che detengono il potere; poi troviamo l’autorità de jure che si ha quando il potere viene accettato da coloro nei cui confronti viene esercitato.

L’autorità viene talvolta definita come potere legittimo e in termini di autorità e legittimità. Per weber ci sono tre tipi di legittimità:

- Di carattere tradizionale quando poggia sulla sacralità delle tradizioni e nella legittimità di chi ha l’autorità;

- Di carattere carismatico quando poggia sulla dedizione straordinaria alla sacralità di una persona;

- Di carattere legale-razionale quando poggia sulla legalità degli ordinamenti e sul potere legale.

I tre tipi di legittimità si intrecciano tra loro. Quindi su può definire legittimità come ambito in cui sono accettate le norme sociale e politiche in una data società. La legittimità è essenziale per il mantenimento di un sistema sociale e politico.La legittimità può essere considerata solo come una spiegazione del perché la gente obbedisce a coloro che sono al potere o che rivendicano a se l’autorità.

Held ha elaborato un curriculum dell’obbedienza:

1. Coercizione;2. Tradizione;3. Apatia;

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4. Acquiescenza pragmatica;5. Accettazione strumentale;6. Accordo normativo;7. Accordo ideal normativo.

Capitolo 4

La parola élite indica una classe superiore in termini di capacitàe privilegi.L’elemento centrale della dottrina elitista è che in qualsiasi sistema politico è una minoranza della popolazione a prendere le decisioni fondamentali. La maggior parte dei teorici elitisti sonoantimarxisti e fortemente antidemocratici (Mosca e Pareto). Per Mosca la minoranza è più forte perché è maggiormente organizzata. Esistono 2 tipi di élite: superiore che prendono le decisioni politiche e sono in minor numero; inferiore funzioni di leadership meno importanti, qui si reclutano le persone che poi entreranno nella classe superiore.

1) Approccio organizzativo:

Le relazioni tra élite e il resto della società si misurano in termini: di autorità e si basano o sul principio autocratico o su quello liberale; reclutamento dell’élite il movimento è all’interno delle élite con spostamenti dallo strato inferiore verso quello superiore e il contrario.

Per Mosca il governo rappresentativo è il sistema migliore per articolare gli interessi a cui l’élite deve rispondere e per controllare la burocrazia attraverso l’autorità liberale di un’assemblea rappresentativa.Michels afferma che in base alla legge ferrea dell’oligarchia dei partiti l’organizzazione e la conseguenza delle attività umane viene dominata da una leadership; quindi i partiti per conservare il loro potere devono moderare le ideologie per farle accettare anchealle masse. Perciò anche i partiti che affermano di essere controllati dalle masse non lo sono.

2) Approccio psicologico:

Al pari di Mosca, Pareto afferma che l’élite è composta da due distinte parti: le élite di governo che sono quelle che influenzano direttamente le decisioni politiche; le élite non governanti che sono

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quelle che detengono le posizioni di leadership nella società ma non influenzano decisioni politiche.

Per Pareto l’uomo agisce secondo ideologie o valori (deviazioni) che producono istinti (residui) che contribuiscono a formale le basi dell’attività umana. I residui si dividono in: istinti di combinazione che comprendono l’uso delle idee e immaginazione (VOLPI); persistenza degli aggregati si pone l’accento su continuità, stabilità e ordine (LEONI).

3) Approccio economico:

Per Burnham il potere è di chi ha i mezzi di produzione (prima i capitalisti ora i tecnici, l’elite manageriale. Società industriali centralizzate e soggette a controllo burocratico).

4) Approccio istituzionale:

Mills sostiene che negli USA l’élite è radicata nelle strutture della società e il potere è quindi istituzionalizzato. L’élite puòbasarsi su una cospirazione consapevole e il suo potere deriva dalla sua posizione, piuttosto che da attributi come status, ricchezza, classe sociale o capacità.

Dhal contesta gli elitisti. In “Chi detiene il potere” dopo aver fatto un’indagine si rende conto che c’è una pluralità di interessi e sicrea quindi un sistema di competizione tra notabili sociali, economici e detentori di cariche pubbliche quindi si può parlare di POLIARCHIA (consenso di base sulle strutture politiche così chenessuno vuole cambiare la situazione). Nessuno ha un interesse maggioritario ma esistono tanti gruppi con interessi minoritari. Si parla quindi della teoria dei GRUPPI d’INTERESSE: la società e’composta da una grande varietà di interessi, molti dei quali si organizzano per far sentire la propria presenza.

Il totalitarismo è un partecipazione politica di massa.Friedrich ha dato una definizione fenomenologica secondo cui uno stato totalitario deve avere 6 seguenti caratteristiche:

1. Ideologia totalizzante2. Unico partito votato a quell’ideologia, di solito guidato da un

solo uomo;3. Potere di polizia basato sul terrore;4. Monopolio della comunicazione;

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5. Monopolio degli armamenti;6. Economia centralizzata e controllo di tutte le organizzazioni.

Per Arendt il totalitarismo in Germania si è sviluppato come conseguenza di 4 fattori:

1. Fratture nella comunità dovute alla sconfitta militare e allarapida industrializzazione;

2. Rapida concessione del diritto al voto alle masse senza una cultura politica liberale;

3. Creazione di un partito di massa come il PNS;4. Una società numerosa, gli ebrei, considerati come causa dei

mali della società.

Talmon da una spiegazione ideologica all’origine del totalitarismo. Fa risalire il totalitarismo alle credenze messianiche del XVIII secolo e alle idee che ci sia una sola ed esclusiva verità in politica.

Una terza spiegazione delle origini del totalitarismo ha tendenze psicologiche come aggressività intolleranza verso gruppi sociali diversi dal proprio e deferenza nei confronti della società.Adorno elabora una serie di scale e la più famosa è la scala di Fromm e sostiene che gli individui alienati dal mondo moderno cercano rifugio in società autoritarie. I sociologi studiano soprattutto il ruolo del leader e l’uso del potere una volta conseguito (eliminati gli oppositori, stretto controllo dei media e penetrazione ideologica della società). Regimi fascisti e nazisti sono strettamente dipendenti dai propri leader. Tutti i regimi totalitaristi hanno un’unica ideologia, un partito unico e di maggioranza, dipendono dal proprio leader, il potere della polizia era basato sul terrore, il sistema di informazione era controllato insieme all’indrottinamento. Il totalitarismo è il rapporto tra ideologia e società.

Non tutti i regimi non democratici appartengono alla categoria deltotalitarismo, ma ci possono essere anche che facciano parte dellacategoria dell’autoritarismo.Caratteristiche dell’autoritarismo sono:

Pluralismo politico limitato; Mentalità specifiche;

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Assenza di mobilitazione guidata; Leader o piccolo gruppo; Indeterminatezza dei limiti del potere.

Linz articola 6 differenti tipi di regime totalitario:

1. Regimi autoritari burocrati-militari;2. Regimi a statalismo organico;3. Regimi autoritari di mobilitazione nelle società post-democratiche;4. Regimi autoritari di mobilitazione dopo l’indipendenza;5. Regimi di dominio personale;6. Regimi autoritari.

La democrazia è uno dei termini più usati nel vocabolario politico.Lincoln definisce la democrazia come governo del popolo, dal popolo e per il popolo. storicamente la democrazia può essere ricondotta ai Greci, ma ne Platone ne Aristotele l’hanno considerata con grande favore. Anchei padri fondatori degli USA non credevano nella democrazia, loro temevano la folla, considerandola ignorante e quindi irresponsabile. Credevano inoltre che avessero dei diritti.Un immagine positiva della democrazia si ha solo recentemente. Locke era favorevole all’idea di un governo eletto ma con il controllo popolare. L’ideale di Rousseau era la città-stato greca dove tutti i cittadini possono prendere parte al processo decisionale, ma c’è in quel periodo era possibile solo in Corsica.Per far si che i cittadini avessero potere decisionale si doveva ricorrere alle elezioni. I meccanismi democratici possono essere diretti dove la gente partecipa direttamente nel decidere qualcosa(referendum, revoca, elezioni, iniziative); o indiretti, meccanismi usati per ottenere il consenso ed esercitare il controllo, attuati attraverso organizzatori (assemblea legislativa,sistema giudiziario). I padri fondatori degli USA proprio perché non erano democratici inserirono nella costituzioneopzioni anti-maggioritarie articolando la separazione dei poteri per farsi che qualsiasi individuo o gruppo non potesse controllare tutte e 3 le branche del governo (esecutivo, legislativo, giudiziario).Lipset afferma che c’è una relazione causale tra sviluppo economico e democrazia, sostenendo che i regimi democratici si sono sviluppati in quelle società che hanno soddisfatto i bisogni materiali dei propri membri.

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Capitolo 5

La socializzazione politica può essere definita come il processo per mezzodel quale gli individui familiarizzano con il sistema politico. Secondo alcuni studi condotti da H. Hyman ci sono 2 tipi di definizioni, una limitata che consiste nell’operazione tramite la quale agenti politici inculcano valori pratiche ed informazioni politiche(nelle società totalitarie dove inculcavano i valori attraverso il sistema scolastico); l’altra più ampia che consiste in tutto il sapere con caratteristiche politiche rilevanti.La socializzazione politica può essere sia deliberata o aperta che in inconscia o nascosta, quindi questo concetto è sinonimo di cultura politica definito da Almond e Verba. Questi hanno individuato 3 tipi di cultura politica:

1. Parrocchiale: caratterizzata da poca consapevolezza, poche aspettative e poca partecipazione;

2. Di sudditanza: caratterizzata da più consapevolezza e aspettative ma poca partecipazione;

3. D partecipazione: caratterizzata da consapevolezza aspettative e partecipazione.

La cultura politica deve considerarsi come prodotto della socializzazione politica, questo porta a definire la socializzazione politica come il mezzo attraverso il quale gli individui acquisiscono conoscenza o informazioni politiche, valorie credenze e atteggiamenti o opinioni su argomenti specifici.

Per valutare i processi di socializzazione c’è prima da definire un certo numero di agenzie di socializzazione e queste sono: la famiglia, i gruppi di pari e i mass media.

Easton e Dennis hanno individuato 4 stadi del processo di socializzazione:

1. Esiste un’autorità (genitori, maestra, polizia, preside);2. Distinzione tra autorità privata/interna (genitori, maestra) e autorità pubblica/esterna (polizia, preside);

3. Istituzioni politiche impersonali (Parlamenti, elezioni, corte suprema);4. Istituzioni e processi diversi dalle persone in cui vi operano.

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La socializzazione politica si verifica per tutta la vita, ma l’infanzia e l’adolescenza sono le fasi più importanti.Volgyes nei sui studi fa riferimento ad una socializzazione generazionale cioè la socializzazione cosciente o inconscia dei bambini da partedegli adulti, ed alla risocializzazione che si distingue in 2 fasi una rivoluzionaria e l’altra in forma di continuum. Volgyes sostiene che quando un regime con valori ed ideologie che differisce dal regime precedente conquista il potere, esso cercherà non solo di socializzare le giovani generazioni ma anche di risocializzare le vecchie e di convertire le vecchie ideologie in nuove.Si sostiene che la socializzazione dura tutta la vita e consente all’individuo di adattarsi a situazioni mutevoli; si parla di interazione tra individui cioè, interagendo con l’altro si aggiustano i comportamenti sia in anticipo sia come risultato di un’esperienza.

Il punto di vista marxista è molto diverso, si sostiene che la socializzazione è un processo continuo dal momento che la classe dominante deve assicurarsi che le proprie idee prevalgano nella società. Con la socializzazione la società si autoperpetua ed è freno al cambiamento sociale.

Viceversa, secondo gli interazionisti, con la socializzazione gli individui si adattano, cambiano comportamento secondo la situazione; quindi la società può cambiare.

Molte ricerche sulla socializzazione sono state dedicate al periodo di infanzia, sottolineando com’è ovvio il ruolo della famiglia e della scuola come agenti di socializzazione, ma esistono anche altri agenti come i gruppi di pari, i gruppi di lavoro e del tempo libero, i gruppi religiosi e i media. I meccanismi in cui la socializzazione ha luogo si possono suddividere in tre parti:

1. Imitazione: consiste nel copiare il comportamento di altri individui (infanzia);

2. Istruzione: consiste nell’apprendimento intenzionale attraverso il sistema scolastico o l’apprendistato professionale;

3. Motivazione: consiste nell’apprendimento di un comportamento attraverso l’esperienza, mediante un processo di prove ed errori.

Il rapporto tra socializzazione e comportamento è di gran lunga l’aspetto della teoria della socializzazione più difficile da

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indagare. Le ricerche si basano su elementi inferenziali, si confrontano dati socio-economici e comportamenti.

Pulzer afferma che l’appartenenza di classe è alla base delle politiche dei partiti della GB.Bulter e Stokes hanno individuato che ci sono correlazioni tra il primo voto di un individuo e le preferenze partitiche dei suoi genitori.Altri studi hanno riscontrato che c’è un calo del voto di classe. Questo calo è dovuto ai cambiamenti sociali dell’elettorato, cioè l’elettorato non basa più il suo voto sui partiti, ma basa le proprie scelte sui problemi politici.

Se un sistema sociale sopravvive e riesce a mantenere la legittimità attraverso valori da una generazione all’altra, si parla di persistenza sociale.Esiste tuttavia il pericolo di considerare il legame tra socializzazione politica e legittimità senza spiegare il mutamentosociale; questo considerando i cambiamenti di una società come il risultato di una crisi della socializzazione politica, ritenendo che la socializzazione rifletta conflitti esistenti, ritenendo chela socializzazione potrebbe avere una ruolo importante sia per il cambiamento che per la conservazione.

Capitolo 6

Si definisce partecipazione politica il coinvolgimento dell’individuo nel sistema politico dal disinteresse totale alla titolarità di una carica politica.Secondo la teoria dell’élite la partecipazione politica è limitataa l’élite, e le masse sono in larga misura inattive o manipolate dall’élite.I pluralisti la partecipazione politica è la chiave del comportamento politico in quanto spiega la distribuzione del potere e i processi decisionali.Per i marxisti la partecipazione politica è fondamentale in quantospinge all’azione e alla partecipazione fino ad arrivare alla rivoluzione.I neo-marxisti spiegano la sopravvivenza del capitalismo con la sua capacità di controllare la partecipazione tramite l’egemonia.

Parry sostiene che ci sono 3 aspetti della partecipazione politicada esaminare:

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1. il modo di partecipazione: si intende l’aspetto sia formale che informale;

2. l’intensità: si cerca di misurare quanti individui partecipano all’attività politica;

3. la qualità: si intende l’impatto di coloro che detengono il potere e sulla formulazione delle politiche.

Milbrath propone una gerarchia di partecipazione: i gladiatori coloroche sono spesso attivi in politica, gli spettatori coloro che sono impegnati in politica a livello minimo, gli apatici che si disinteressano di politica.Verba e Nie propongono un quadro più complesso e dividono la società in 6 gruppi:

1) I totalmente passivi;2) Coloro che votano solamente;3) Localisti, la cui unica politica è volta ai problemi e alla

politica locale;4) I parrocchiali, l’unico interesse è rivolto solo a ciò che li

riguarda personalmente;5) I contendenti, si occupano di politica solo in relazioni a

problemi particolari;6) Gli attivisti globali, coloro che sono coinvolti nell’intera

gamma di questioni politiche.

Dal punto di vista politico i partiti politici e i gruppi di pressione possono essere definiti come agenti di mobilitazione politica. La differenza tra partiti politici e gruppi di oppressione consiste che i secondi sono organizzazioni che cercanodi promuovere, difendere o rappresentare posizioni limitate o specifiche, mentre i primi cercano di promuovere o difendere un ampio spettro di attività.La politica è fondamentalmente l’attività di una minoranza; la maggioranza partecipa a livelli più bassi (voto). Affluenza alle urne elevata solo per elezioni nazionali. I tipi di partecipazioneavaria a seconda degli status, l’istruzione, ecc…; quindi ci sono due livelli di partecipazione ognuno con diverse caratteristiche che però non si escludono a vicenda. Cautela nell’associare partecipazione/carattere socio-economico perché ci sono eccezioni e nel tempo si possono verificare dei cambiamenti Per Parry e Moiser la

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percentuale di partecipazione tra uomini e donne a favore degli uomini.

Milbrath e Goel sostengono che la partecipazione politica varia inrelazione a 4 fattori fondamentali: stimoli politici, posizione sociale, caratteristiche personali e ambiente politico; a questi vanno aggiunte capacità risorse e impegno. Più l’individuo è esposto a stimoli politici e anche in relazione alle caratteristiche personali dell’individuo più ha probabilità di essere politicamente attivo. È importante tener conto delle capacità e delle risorse possedute dall’individuo.

Offe identifica 4 criteri per distinguere i nuovi movimenti sociali dai gruppi tradizionali di pressione:

1) Istanze: corpo, salute, identità sessuale, città, ambiente fisico, tradizioni, le condizioni fisiche di vita e di sopravvivenza del genere umano in generale.

2) Valori: universalistici e autonomi più che socio-economici;3) Modi d’azione: organizzazione informale con scarsa distinzione

tra membri e leader;4) Attori: individui provenienti dalle professioni del servizio

umano.

Secondo Inglehart i nuovi movimenti sociali solo l’espressione piùtipica della nuova politica non più basata su conflitti tra stato e chiesa.Parry distingue 2 tipi di spiegazione della partecipazione politica: quella strumentale e quella politica. La prima considerala partecipazione come un mezzo per conseguire un fine. Secondo leteorie evolutive il cittadino ideale è colui che partecipa e la partecipazione viene considerata come esercizio di responsabilità sociale.Downs ipotizza che gli individui sono esseri razionali e calcolatori che cercano di minimizzare i costi e massimizzare i benefici.

Weber elabora 4 idealtipi per spiegare i comportamenti sociali:

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2 di tipo razionale, razionale rispetto allo scopo (l’individuo valuta un’azione in termini di costi e benefici dei mezzi e dei fini) e razionale rispetto al valore (mette in discussione i fini ma valuta i costie i benefici dei mezzi); altri 2 di tipo non razionale, l’azione effettiva (i comportamenti sono governati dalle emozioni) e l’azione tradizionale (comportamenti governati dagli usi e dai costumi).

Capitolo 7

Il reclutamento politico è il processo attraverso il quale gli individuivengono arruolati come titolari di cariche proprie del sistema politico, sia incarichi politici che in uffici di altro tipo come magistratura polizia esercito.Il ruolo della burocrazia consiste nel fornire pareri e consulenzecirca le politiche e nel rendere possibile la loro attuazione.L’ambito del reclutamento passa sia ad incarichi del sistema giudiziario fino ad arrivare a ricomprendere le forze di polizia el’esercito.

Studi sul reclutamento hanno individuato un certo numero di variabili chiave: coloro che aspirano ad un incarico devono essereeleggibili agli uffici ai quali aspirano cioè possedere sia requisiti formali che informali, devono possedere adeguate risorse. Anche il meccanismo del reclutamento è un fattore importante e assume una varietà di forme e combinazioni. Metodi direclutamento sono:

-L’ereditarietà in uno stato monarchico;-Il sorteggio in caso di parità;-La rotazione;-Il patronage ovvero la distribuzione di cariche tramite coloro

che occupano già incarichi importanti.

Il processo di reclutamento più comune sono le elezioni (dirette o indirette), scelta tra 2 o più candidati per mezzo del voto.Altro metodo di reclutamento è quello della selezione, un modo regolare per scegliere i candidati all’interno di un partito.

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È possibile mettere a punto un modello di reclutamento più generalizzato usando 2 concetti: “eleggibilità” (coloro che hanno tutti i requisiti fondamentali); e “aspirazione” (coloro che sono eleggibili e aspirano ad una carica). Coloro che sono eleggibili devono avere requisiti socio-economici e requisiti formali. La maggior parte della popolazione adulta non ha ne desideri ne ambizioni ne motivazioni e quindi gli eleggibili si riducono ad ungruppo relativamente piccolo. Per passare quindi da eleggibili ad aspiranti devono entrare in una struttura secondaria delle opportunità e trarne vantaggio, devono quindi possedere motivazioni ed ambizioni. Tanto più i criteri di reclutamento diventano specificipiù cresce la rilevanza del controllo rispetto ai primi livelli direclutamento. Tuttavia il controllo diventa cruciale e si esprime il suo apice allo stadio della struttura terziaria delle opportunità nel quale da aspiranti si diventa titolari di cariche.

I due tipi di cariche politiche sono appartenenti all’esecutivo e al legislativo. Il metodo più comune di reclutamento alle cariche politiche sono le elezioni. Negli USA tutti i candidati sono scelti attraverso elezioni primarie.In Italia il processo delle candidature all’interno di partiti ha subito alcune modifiche a seguito della trasformazione del sistemapartitico. In passato la selezione veniva con un coinvolgimento locale con controllo centrale. Ora la selezione avviene tramite unreclutamento manageriale.

A determinare i risultati del processo di reclutamento ci sono criteri formali come la cittadinanza e l’età, e criteri informali che determinano i risultati di questo processo.

Il reclutamento per la copertura dei posti nell’amministrazione è regolato da strumenti predisposti a scopi di reclutamento: concorsi pubblici, esami, test pratici, test psicologici e colloqui. In Francia esiste un’agenzia di reclutamento per amministratori (ENA).

Sistemi politici differenti hanno modelli di reclutamento differenti.

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i sistemi liber-democratici sono più aperti mentre gli altri, soprattutto quelli totalitari, sono più chiusi, le società in via di sviluppo hanno sistemi di reclutamento che comprendono un miscuglio di tradizione e modernità.

Capitolo 8

La comunicazione politica consiste nella trasmissione di informazioni politicamente rilevanti da un sistema politico all’altro o tra i sistemi politico e sociale.La comunicazione politica non è strutturalmente parte del sistema politico ma parte integrante del sistema di comunicazione nella società. Senza comunicazione non c’è ne politica ne società, è l’elemento dinamico della politica.

Lasswell identifica 4 dei 5 elementi che si trovano in ogni modello di comunicazione: la fonte di un messaggio, il messaggio stesso, il canale con cui il messaggio è trasmesso e coloro che ricevono il messaggio. Un quinto elemento è quello del feedback cioè la relazione o la risposta di coloro che hanno ricevuto il messaggio.

Fiske divide i media in 3 categorie: i media presentazionali il cui comunicatore è il medium, i media rappresentazionali ricomprendono i testi scritti fotografie quadri che hanno una loro esistenza indipendentemente dal comunicatore, i media meccanici comprendono telefono radio tv film fax.

Shannon e Weaver sottolineano che il processo di comunicazione è soggetto a rumore cioè un’interferenza nel processo di comunicazione che influenza o distorce il messaggio. Il rumore meccanico ha un’origine fisica e non è intenzionale; il rumore semantico si riferisce a problemi di lingua e differenze socio-culturali.La possibilità che un messaggio venga frainteso richiama l’attenzione su 2 altre variabili la codifica/decodifica e la percezione. Tutti i messaggi devono essere messi in un codice adattabile al canale o al medium usato. La forma di codice più comune è il linguaggio, ma ce ne sono molte altre come i gesti ecc.. .

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Katz e Lazarsfeld hanno introdotto la teoria del flusso a due fasi che sostiene che i messaggi inviati dai media non hanno un impatto diretto ma mediato attraverso degli opinions leaders al cui giudizio gli individui si affidano.

McNelly ha elaborato una definizione della funzione dei gatekeepers,che sono i corrispondenti che decidono autonomamente se trasmettere una notizia, la possibilità di censurarla e decisioni editoriali.

La comunicazione politica opera attraverso un sistema di comunicazione sociale. La comunicazione politica utilizza 3 canali: mass media, gruppi di pressione e partiti politici.I mass media sono importanti per la diffusione capillare dell’informazione politica.I gruppi di pressione e i partiti politici rivestono particolare importanza nei mutui rapporti tra politici e burocrati, tra politici e opinione pubblica.

La comunicazione politica viene influenzata da una serie di fattori:

a) FISICI (Geografia- nei paesi con fusi orari non c’e’ mai un quotidiano razionale perché non c’e’ una trasmissione simultanea. Questi problemi sono stati risolti dalla tecnologia – Villaggio Globale)

b) TECNOLOGICI (satellite; ma più difficile da controllare)

c) ECONOMICI ( sviluppo economico, sviluppo dei media più attenzione dei politici e più uniformità)

d) SOCIO-CULTURALI (alfabetizzazione, lingua comune e appartenenza ad etnie)

e) POLITICI (controllo governativo, censure –quasi ovunque)

Capitolo 9

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L’opinione, per Pollock, consiste nei contenuti di coscienza di una persona indipendentemente dal giudizio sulla sua verità o falsità.

L’opinione pubblica può essere divisa in 4 categorie:

1. Opinione specializzata: di coloro che cono considerati come specialisti nella materia cui l’opinione si riferisce;

2. Opinione informata: di coloro che hanno sufficiente conoscenza con la materia a cui l’opinione si riferisce;

3. Opinione influenzata: di coloro che sono direttamente influenzati dall’argomento cui si riferisce l’opinione;

4. Opinione pubblica in senso lato: di tutti coloro che non rientrano nelle categorie precedenti.

Lane e Sears sostengono che l’opinione pubblica ha 4 caratteristiche fondamentali:

1. La direzione: l’opinione pubblica è normalmente divisa secondo due o più punti di vista;

2. L’intensità: alcuni individui fanno valere più di altri la propriaopinione;

3. La rilevanza: è simile all’intensità, in quanto anch’essa misura la forza con cui viene portata avanti una opinione.

4. La coerenza: si riferisce ai rapporti tra opinioni, ma riguarda la corrispondenza tra un’opinione e un’altra.

L’opinione pubblica è il prodotto dell’interazione tra gli individui eil loro ambiente. Entrano in gioco tre variabili:

1. Conoscenza: l’informazione è data da dati di fatto, su una seriedi fenomeni;

2. I valori: vengono definiti come le credenze di base, punti di vista dell’individuo su argomenti come la libertà il libero mercato socialismo e sono connessi all’ideologia;

3. Gli atteggiamenti: possono essere definiti come opinioni su specifici argomenti.

Queste stesse variabili vengono messe in relazione con altri 2 fattori: la personalità e l’esperienza individuali.

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I messaggi possono essere negativi (rifiutato dall’audience), positivo (rafforza le opinioni).

Socializzazione, personalità ed esperienza creano un ambiente che fa sì che l’individuo sia in grado di formarsi delle opinioni. La reazione dipende da 3 fattori: il primo di questi fattori è il problema della definizione di agenda politica se la questione viene portata all’interno di un individuo.Il secondo di questi fattori è il grado di interessamento dell’individuo nei confronti di un determinato problema. Terzo di questi fattori è quanta informazione ha l’individuo.

I mass media hann un ruolo fondamentale nella formazione dell’opinione pubblica. McQuail traccia una definizione fondamentale tra effetti a breve e a lungo termine e tra effetti intenzionali e non intenzionali.

A BREVE TERMINE intenzionale (risposta individuale; campagna dei media)

non intenzionale (reazione collettiva o individuale)

A LUNGO TERMINE intenzionale (diffusione sviluppo e distribuzione della

conoscenza)non intenzionale (controllo sociale, socializzazione, esito di 1 evento, definizione realtà e sua

trasformazione)

Capitolo 10

Il termine ideologia è stato coniato con il significato di scienzadelle idee.Per Marx ed Engels l’ideologia è una “falsa coscienza” cioè una deformazione della realtà, e poiché la realtà è la lotta di classe, la deformazione è nelle idee della classe dominante.Per Mannheim le ideologie sono “stili di pensiero” con qui si interpretano i fenomeni sociali e quindi anche il Marxismo è una

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ideologia.Parson considera l’ideologia come “un sistema di credenze condiviso dai membri della collettività”.Si contrappongono due visioni una marxista e una non marxista; secondo la prima si tratta di idee prevalenti della classe dominante, per la seconda di una gamma di concezione del mondo. Quindi l’ideologia non deve considerarsi filosofia.

Si può affermare che l’ideologia ha 4 importanti caratteristiche:

1. Avere particolari idee e credenze che sono legate ad altre;2. Tali credenze hanno armonia, chiarezza e credenza (chi +, chi -); 3. Tali credenze riflettono le valutazioni sul genere umano;4. Tali credenze sono associate ad una situazione o ad un

ordinamento da raggiungere o da mantenere.

Ci sono 2 scuole di pensiero a proposito delle funzioni dell’ideologia nella società. Secondo la prima l’ideologia è considerata come un riflesso della personalità, come una risposta ai bisogni individuali; per la seconda si tratta di una risposta di gruppo, del modo in cui un gruppo da ragione della propria situazione nella società. L’ideologia serve a realizzare una seriedi funzioni tra loro collegate:

- Da all’individuo una visione del mondo;- Fornisce all’individuo la sua visione perfetta;- Costituisce uno strumento di identità per l’individuo nei

confronti del mondo;- Fornisce all’individuo una guida all’azione.

L’IDEOLOGIA è uno strumento attraverso cui gli individui possono adattarsi al mondo e trovare in esso un posto adatto per se stessio per cambiarlo.

Per Marx ed Engels sostengono che le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti. Per Marx il modo di produzione condiziona il processo sociale, quindi non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere sociale, ma illoro essere sociale che determina la loro coscienza. Questa concezione dell’ideologia è sostanzialmente negativa.Lenin ha dato al concetto di ideologia una connotazione positiva. Egli sostiene che inizialmente l’ideologia ha origine dagli

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interessi della classe dominante ma ogni critica dell’ideologia proviene dagli interessi della classe dominata, quindi si può parlare di un’ideologia borghese ed una proletaria.Gramsci definisce l’ideologia come una concezione del mondo che è espressa nell’arte nel diritto, nell’economia, in tutte le manifestazioni della vita individuale. Questa ideologia costituisce il terreno su cui gli uomini si muovono e acquistano consapevolezza della propria posizione.Althusser sostiene che l’ideologia è il cemento indistinguibile della coesione sociale.Larrain afferma che l’ideologia può essere considerata sotto moltiaspetti: come deformazione della realtà, come visione del mondo diuna determinata classe sociale, come insieme delle idee di individui. Per Larrain l’ideologia può assumere diverse forme.Parkin sostiene che esistono tre ideologie correnti: un sistema divalori dominanti e un sistema di valori subordinati, che stanno alla base dei comportamenti delle classi subalterne; ed un sistemadi valori radicati che stimola l’opposizione alla classe dominante.

La cultura politica è un comportamento politico, un insieme di idee prevalenti. Questa concezione di cultura politica è condivisasia per i teorici della cultura politica sia per i marxisti, però divergono in quanto i primi sostengono che qualsiasi idea può essere disponibile o possibile, mentre per i secondi queste idee sono possibili solo alla classe dominante.

La cultura politica non può essere considerata un sinonimo di ideologia per 2 aspetti fondamentali: in primo luogo la cultura politica è più ampia è può comprendere anche più di una ideologia;in secondo luogo la cultura politica può avere al proprio interno elementi contraddittori e conflittuali.

Alcune idee che hanno contribuito allo sviluppo della teoria dellacultura politica hanno anche sviluppato una tesi: “la fine dell’ideologia”che si inserisce bene nel concepire la politica come un processo che si sviluppa per stadi.Bell definisce l’ideologia come falsa coscienza. I movimenti sociali che mobilitano le persone per realizzare false credenze mettendo loro a disposizione false certezze morali e quindi con mezzi immorali. Ciò porta ad una disillusione degli individui e quindi ad una dissipazione dell’ideologia; o se si arriva al potere può portare ad avere un atteggiamento coercitivo per

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mantenere il conformismo. Le ideologie sussistono nei nuovi stati e quindi sopravvivono alla ragione per le quali sono state istituite. Lipset afferma che le ideologie sono presenti in una società dove vengono negati i diritti politici, sociali ed economici a nuove classi. Perciò nelle società occidentali non ci sono perché sono stati risolti tali problemi. Bell, di opinione contraria, prevede la fine dell’ideologia ma non la fine delle idee e degli ideali.Himmelstrad sostiene che il vero contenuto della tesi sulla fine dell’ideologia non è in realtà la sua morte ma che essa non costituisce più la base dell’azione politica. Lui parla di depoliticizzazione della politica cioè che il conflitto politico verte su questioni come tasse, pensioni prezzi, e non più sulla natura della società.

Studi sulla partecipazione politica hanno messo in rilievo 2 puntidi vista sul ruolo dell’ideologia: minimalista, secondo cui gli individui sono caratterizzati da bassi livelli di conoscenza politica, non capiscono idee politiche e hanno idee politiche incoerenti; massimalista, secondo cui gli individui hanno insiemi coerenti di opinioni e uno o più di questi insiemi formano un’ideologia.

Sniderman e Tetlock affermano che i valori e le credenze della gente vengono espressi secondo le loro preferenze che non sono articolate in termini ideologici.

Capitolo 11

La rivoluzione è caratterizzata da 6 punti:

1. L’alterazione di valori o miti della società;2. L’alterazione della struttura sociale;3. L’alterazione delle istituzioni;4. Cambiamenti nella formazione della leadership;5. Passaggio dei poteri non legale o illegale;6. Presenza o predominanza di comportamenti violenti.

Una rivoluzione deve portare dei cambiamenti anche nell’ideologia,nel regime politico nelle strutture socio-economiche della società. Una rivoluzione può essere definita tale solo quando è chiaro il cambiamento descritto e avvenuto.

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Marx ed Engels sostengono che la rivoluzione è l’inevitabile conseguenza del conflitto tra modi di produzione e le classi sottomesse. Secondo Marx il modo di produzione determina la struttura dei rapporti tra le classi. L’alienazione fa si che la sfruttata prenda coscienza del proprio sfruttamento e il che portaalla rivoluzione contro la classe sfruttatrice. Marx afferma che ci sarà una rivoluzione comunista solo quando la massa del proletariato sarà pronta per affrontarla.

Il concetto non marxista di rivoluzione è più variegato. Molti studiosi hanno cercato di delineare gli stadi della rivoluzione.

1. Avvio: periodo prolungato di scelte innovative e riformiste all’interno dell’élite culturale della società:

2. Istituzionalizzazione: approvazione di alcune delle strutture sociali e politiche esistenti per avere la base x poter realizzare le riforme;

3. Compressione: il regime cerca di fermare i tentativi di riforme,comporta la trasformazione delle vie riformiste in un processo rivoluzionario;

4. Esplosione: la compressione porta ad una sollevazione violenta accompagnata da una rivoluzione (esplosione);

una volta avvenuta l’esplosione si ha la caduta del regime e inizia una nuova fase di oscillazione, dove diversi gruppi ideologici danno vita ad un’ulteriore lotta per il potere. Nel caso in cui uno dei gruppi prenda il potere si ha:

5. Interruzione;6. Rafforzamento: consente un’ulteriore stretta, di solito

attraverso una dittatura rivoluzionaria;7. Espansione: vengono eliminati i nemici del regime rivoluzionario

e può così espandere il dominio rivoluzionario all’estero;8. Inversione: quando ci si allontana dagli ideali rivoluzionari;9. Compromesso di restaurazione: a causa dell’inversione si assiste ad

una parziale restaurazione del regime pre-rivoluzionario;10. Consolidamento: il culmine del processo rivoluzionario,

dove i cambiamenti portati avanti dalla rivoluzione vengono confermati.

Kreicì sostiene che non tutte le rivoluzioni seguono esattamente questo processo. All’inizio del suo lavoro lo studioso traccia unadistinzione tra “rivoluzioni verticali” e “rivoluzioni orizzontali”. Le prime si

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verificano come risultato di forze interne ad una determinata società, le seconde sono rivoluzioni che si verificano a causa di forze esterne alla società.

Skocpol afferma che rivoluzioni come quella francese russa e cinese sono avvenute per la presenza di tre particolari condizioni: in primo luogo il collasso dei meccanismi amministrativi centrali e militari; in secondo luogo una diffusa ribellione contadina; infine fattori come movimenti politici di élite marginali.Le cause della rivoluzioni sono sociali più che politiche, in quanto le fondamenta di una società sono minacciate su più fronti,tipo quello economico e socio-culturale. L’ideologia o i valori dominanti che sono i pilastri della società vengono messi alla prova in quanto cercano di costituire il principale supporto sociale. Tutto ciò tende a minacciare la stabilità di un regime o dell’élite dominante.

Secondo la teoria marxista la rivoluzione si verifica quando le strutture sociali si indeboliscono.I funzionalisti considerano la rivoluzione come l’eccezione alla regola generale secondo la quale il mutamento sociale è determinato da meccanismi di auto-aggiustamento della società.Per Johnson la Rivoluzione è il risultato di una discordanza tra ivalori di una società e il suo ambiente. Si parla quindi di DISFUNZIONE MULTIPLA (spinta da fattori esterni o interni che comunque minacciano l’elite).Huntington parla di privazione relativa cioè che gli individui o igruppi misurano la prorpia situazione con quella di altri individui o gruppi. La teoria della privazione relativa è usata per spiegare la violenza politica in generale.

Capitolo 12

Dopo la seconda guerra mondiale si sono sviluppate importanti teorie del mutamento sociale. Gli studi politici erano per lo più dedicati alle liberal-democrazie, ai regimi totalitari e poco interessati ai paesi in via di sviluppo. L’approccio era di tipo tradizionale e gli studi si concentravano sulle 3 branche tradizionali di governo (esecutivo, legislativo e giudiziario),

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prestava attenzione ai partiti politici e al comportamento elettorale. Le teorie che si sono sviluppate possono essere divisein: quella dello sviluppo politico, quella della costruzione nazionale, quella della modernizzazione, quella dello sviluppo e della dipendenza.

Alcuni tra gli studiosi dello sviluppo politico hanno elaborato una sindrome di sviluppo basata su 3 variabili,

Differenzazione: progressiva separazione dei ruoli, sfere istituzionali e associazioni;

Uguaglianza: sviluppo di una cittadinanza nazionale; Capacità: sistema politico capace di stimolare le

trasformazioni e di gestire le conseguenti tensioni.

i cui reciproci cambiamenti danno luogo a 5 tipi di crisi dello sviluppo:

Identità: conflitti tra sentimenti nazionalisti; Legittimità: rivendicazioni contrastanti di potere; Partecipazione: conflitto tra le richieste di partecipazione

delle masse e dell’élite; Penetrazione: pressione sull’élite perché operi cambiamenti

politici di tipo istituzionale; Distribuzione: conflitti che vertono sulle risorse,

sull’ideologia o sulle trasformazioni dell’ambiente.

Queste variabili si riferiscono ad un certo numero che nascono quando le società vanno incontro a cambiamenti rilevanti.

Le teorie sulla costruzione della nazione sono importanti in quanto prendono in considerazione i valori all’interno dell’analisi dello sviluppo politico con un’attenzione particolareal terzo mondo. Il XIX secolo è stato importante per lo sviluppo degli stati europei (Italia – CAVOUR; Germania – BISMARK; Russia; Impero Austro-Ungarico).E’ stato molto importante il concetto di STATO-NAZIONE cioè il fondamento base per la società e dunque per lo stato. Ma in molti stati è stata imposta questa nazionalità anche se non c’erano confini certi (COSTRUZIONE della NAZIONE).NAZIONALISMO è il motore di trasformazione sociale del terzo mondocon simboli (bandiera, inno, tradizione comune, nome), nazionalizzazione delle industrie, di partiti, di strutture sociali.

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Le teorie della modernizzazione sono basate sul principio che il mutamento sociale sia un processo lineare che implica la trasformazione delle società tradizionali agrarie in moderne società industriali. Rostow e Organski sostengono che lo sviluppo o modernizzazione costituiscono una serie di stadi. Il primo propone un modello capitalistico che è valido per qualsiasi società. Sostiene che la crescita economica è semplicemente un processo automatico se si assume che la società èin grado di rispondere attivamente ed efficacemente ai potenziali di sviluppo. Per fari si che la crescita economica avvenga deve per forza esserci un periodo di cambiamento, nei valori, nelle istituzioni economiche, nello sfruttamento delle materie prime, nello sviluppo di infrastrutture e di un’autorità politica efficiente e centralizzata. Solo allora si raggiunge il take off cioèun percorso verso la maturità, dove l’economia diventa più efficiente adattandosi rapidamente alle innovazioni tecnologiche ecc..Organski definisce lo sviluppo politico come un costante aumento della capacità dello stato di utilizzare le risorse umane e materiale del paese al servizio degli obiettivi nazionali.Propone 4 stadi di modernizzazione:

Unificazione primitiva: costituzione e mantenimento di un governo politico centrale;

Industrializzazione: trasforma l’economia, conduce ad una rapida urbanizzazione e consolida un’identità nazionale;

Welfare: Abbondanza: enorme concentrazione di potere economico e

politico che minaccia l’esistenza dello stato-nazione.

Huntington definisce lo sviluppo come capacità di un paese di far fronte alle trasformazioni causate dalla modernizzazione; quindi ènecessario creare delle istituzioni che sappiano controllare la modernizzazione.

Apter ha adottato un approccio struttural-funzionalista. Sostiene che la modernizzazione richiede 3 condizioni:

1. sistema sociale in grado di adattarsi ai cambiamenti2. struttura sociale flessibile ( ÷ lavoro, differenziazione

strutturale)3. contesto sociale capace di dare specializzazioni e competenze

necessarie per far fronte al progresso

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Su queste basi ha elaborato 2 modelli di modernizzazione:

1. SISTEMA LIBERTARIO SECOLARE o RICONCILIAZIONE: distribuzione pluralistica e diversificata del potere; partiti pragmatici; compromesso

2. SISTEMA della COLLETTIVITA’ SACRA o della MOBILITAZIONE: religiosità politica, leadership carismatica e partito di massa.

Il principio fondamentale su cui si basa la teoria del sottosviluppo è che non si tratta di uno stadio nel processo in direzione di una società, ma di una condizione di dominio capitalistico. Le società industriali sono responsabili del sottosviluppo economico e politico del terzo mondo.

Wallerstein sostiene che il mondo intero costituisce un’economia capitalistica che si svilupperà secondo quanto previsto dalle teorie marxiste. Per l’autore il mondo è diviso in 3 parti: società industrializzate; società periferiche; società parzialmente industrializzate semi-periferiche che sono sia sfruttatrici che sfruttate.

Frank sostiene che prima del processo di sviluppo le società non sviluppate non erano sottosviluppate. Per l’autore le società sottosviluppate sono satelliti delle società capitalistiche avanzate o metropoli.

Amin sostiene che il sistema capitalistico mondiale ha una divisione del lavoro: al centro si trova la borghesia e in periferia il proletariato, e il surplus mondiale viene estratto inperiferia da parte del centro. Inoltre afferma che i sistemi comunisti sono dipendenti dal sistema capitalistico mondiale. Questa è definita teoria dell’indipendenza.

Dos Santos definisce l’indipendenza come una situazione in cui le economie di alcuni paesi sono condizionate dallo sviluppo e dall’espansione di altre aree alle quali le prime sono soggette. Ci sono 3 livelli di dipendenza:

1. Dipendenza coloniale: consiste nel monopolio commerciale della terra e della forza lavoro da parte del potere coloniale;

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2. Dipendenza finanziario-industriale: le società capitalistiche investono in materie prime e agricoltura nelle società sottosviluppate per sostenere il proprio sviluppo industriale;

3. Nuova dipendenza: le società sottosviluppate diventano mercati per le società capitalistiche.

Per i Furtado l’unica possibilità di riscatto nel terzo mondo sta nel seguire una politica di sostituzione delle importazioni come strumento dello sviluppo capitalistico autonomo.

I marxisti sostengono che l’unico modo per rompere il cerchio del sottosviluppo è la rivoluzione.

MODELLI ALTERNATIVI DI INDUSTRIALIZZAZIONE DEL TERZO MONDO:

1. GOVERNO FORTE: e quindi stabilità2. INVESTIMENTI MASSICCI provenienti dall’estero

Ma è importante anche : Specializzazione produttiva (capacità di imporre beni e

offrire servizi); Produzione e costi competitivi

Sono importanti anche i valori culturali (V. Cina) e una buona partenza

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