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Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 281 Anna Bernardo Sulle tracce della naine du Tyrol Le nain est décidément un phénomène à la mode. Si je n’étais pas un fort bel homme, comme j’ai l’agréement de le croire, je voudrais être un nain (Charivari, 7 febbraio 1846) Introduzione Quando mi venne detto che a Castel Roncolo la pubblicazione del 2016 avrebbe avuto come titolo “Nani e giganti” e mi fu chiesto di scrivere un articolo sul tema, iniziai a pensare a cosa sarebbe stato interessante trattare. Da specialista in Archeologia Medievale pen- sai immediatamente alle Triadi di Castel Roncolo con i loro giganti e nani; pensai però anche all’Edda Poetica, ai Nibelunghi e alle moltissime leggende e racconti delle nostre zone. Ma ben presto capii che avrei preferito parlare di una persona realmente vissuta: mi piace raccontare di persone e farle rivivere nel loro tempo. Sono dell’opinione che ricostruire l’identità di qualcuno ci dia modo di approfondire anche la storia di un determinato luogo e la mentalità di un determinato periodo. Come possibilità ne avevo molte: Tho- mele e Bartlmä Bona, il nano e il gigante dell’arciduca Ferdinando II a Castel Ambras in Austria; Perkeo, il nano nativo di Salorno, di- venuto famoso a Heidelberg per le sue incredibili capacità di bevi- tore; Maria Fassnauer, la gigantessa della Val Ridanna che a cavallo tra XIX e XX secolo viaggiò per tutta Europa come “fenomeno da baraccone”. Storie affascinanti, intriganti, ma sulle quali purtroppo è già stato scritto molto. Decisi comunque di mettermi al computer e di aspettare in qualche modo l’ispirazione. Dopo tanti tentativi andati a vuoto pensai di continuare la mia ricerca in francese, lingua che dopo l’italiano conosco meglio e digitai queste due parole: “naine” e “Tyrol”. Quello che comparve davanti ai miei occhi mi sorprese:

Sulle tracce della naine du Tyrol

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Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 281

Anna Bernardo

Sulle tracce della naine du Tyrol

Le nain est décidément un phénomène à la mode.

Si je n’étais pas un fort bel homme,

comme j’ai l’agréement de le croire, je voudrais être un nain

(Charivari, 7 febbraio 1846)

Introduzione

Quando mi venne detto che a Castel Roncolo la pubblicazione del

2016 avrebbe avuto come titolo “Nani e giganti” e mi fu chiesto di

scrivere un articolo sul tema, iniziai a pensare a cosa sarebbe stato

interessante trattare. Da specialista in Archeologia Medievale pen-

sai immediatamente alle Triadi di Castel Roncolo con i loro giganti

e nani; pensai però anche all’Edda Poetica, ai Nibelunghi e alle

moltissime leggende e racconti delle nostre zone. Ma ben presto

capii che avrei preferito parlare di una persona realmente vissuta:

mi piace raccontare di persone e farle rivivere nel loro tempo. Sono

dell’opinione che ricostruire l’identità di qualcuno ci dia modo di

approfondire anche la storia di un determinato luogo e la mentalità

di un determinato periodo. Come possibilità ne avevo molte: Tho-

mele e Bartlmä Bona, il nano e il gigante dell’arciduca Ferdinando

II a Castel Ambras in Austria; Perkeo, il nano nativo di Salorno, di-

venuto famoso a Heidelberg per le sue incredibili capacità di bevi-

tore; Maria Fassnauer, la gigantessa della Val Ridanna che a cavallo

tra XIX e XX secolo viaggiò per tutta Europa come “fenomeno da

baraccone”. Storie affascinanti, intriganti, ma sulle quali purtroppo

è già stato scritto molto.

Decisi comunque di mettermi al computer e di aspettare in

qualche modo l’ispirazione. Dopo tanti tentativi andati a vuoto

pensai di continuare la mia ricerca in francese, lingua che dopo

l’italiano conosco meglio e digitai queste due parole: “naine” e

“Tyrol”. Quello che comparve davanti ai miei occhi mi sorprese:

282 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

La marquise de Lilliput, surnommée la naine du Tyrol

oppure

Elsbeth Zimmermann, surnommée la naine du Tyrol

Si trattava di articoli che risalivano al 1846 e che si trovavano

all’interno di giornali parigini come Le Voleur 1 o Le Charivari.2 Ma

chi era questa donna? Era davvero tirolese? Decisi di approfondi-

re: consultai principalmente la Bibliothèque Nationale de France

e scrissi a diversi archivi europei. Man mano che i giornali riguar-

danti la nana si accumulavano sulla mia scrivania, iniziai a com-

prendere che quando si parla di “fenomeni da baraccone” è molto

difficile distinguere tra il vero e quello che viene inventato a scopo

pubblicitario. Pertanto risultò subito molto difficile redigere una

biografia. Mi sono quindi impegnata per cercare di capire cosa si-

gnificasse essere affetti da nanismo nel XIX secolo e che tipo di vita

e difficoltà avessero queste persone. Volevo inoltre scoprire se que-

sta donna fosse realmente tirolese o se l’epiteto le fosse stato dato

per una qualche ragione a me sconosciuta. E quindi eccola qui. Vi

presento Elsbeth Zimmermann.

Elsbeth Zimmermann

Elsbeth Zimmermann viene alla luce il 6 settembre 1829 a Schwändi

nel Canton Glarona (Svizzera), un piccolo paesino di circa 800 abi-

tanti che dall’inizio del XIX secolo, a causa delle poche risorse of-

ferte dal bosco, è costretto in una condizione di totale povertà.

Suo padre Thomas è un manovale sposato a sua cugina Sibil-

la, dalla quale ha avuto cinque figli: Elsbeth, Katherina, Samuel

e due purtroppo nati morti.3 Inizialmente Elsbeth è una bambi-

na normale e perfettamente in salute, in grado di camminare e

di parlare. Il suo sviluppo inizia a preoccupare i genitori all’età di

quattro anni, quando i due si accorgono che la crescita della figlia

1 Le Voleur: gazette des journaux français et étrangers è un giornale francese fondato nel 1828 da Charles Lautour-Mézeray. Tra gli autori che vi scrivono vi è ad esempio Honoré de Balzac.

2 Si tratta un giornale francese fondato nel 1832 dal giornalista repubblicano Charles Philipon. Fu presto un mezzo di comunicazione per l’opposizione in quanto ridicolizzava la monarchia di luglio e la borghesia.

3 Si ringrazia per questa informazione la Dott.ssa Erika Kamm dell’archivio di Glarona. Per informazioni su Schwändi si consulti inoltre http://www.glarus-sued.ch/xml_1/internet/de/application/d242/f249.cfm (consultato il 1 dicembre 2015)

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 283

procede in modo estremamente lento. Ed infatti, all’età di sei anni

lo sviluppo di Elsbeth subisce un arresto definitivo: la sua altezza

si ferma a 69 cm e il suo peso a soli nove chilogrammi. Curiosa-

mente le sue gambe, le sue braccia, la sua bocca, il suo naso e i suoi

occhi rimangono perfettamente proporzionati e regolari. Elsbeth

non soffre dunque della forma più comune di nanismo, il nani-

smo acondroplastico, caratterizzato da idrocefalia, naso schiacciato

e difficoltà nell’estendere gli arti. Il suo nanismo è detto ipofisa-

rio: in questo tipo di patologia l’ipofunzione dell’ipofisi anteriore

causa una crescita eccessivamente lenta, risultante in una statura

bassa e in una certa proporzione tra segmenti superiori e inferiori

del corpo. Essendo inoltre lo sviluppo puberale assente, la persona

colpita presenta sempre un aspetto piuttosto infantile.4 Crescendo

Elsbeth diventò comunque graziosa: i capelli lunghi e castani, la

bocca piccola, le ciglia lunghe e gli occhi incredibilmente espressi-

vi. E’ conosciuta soprattutto per la sua gentilezza, la sua sensibilità,

il suo giudizio, il suo bellissimo sorriso e il suo buon umore. Come

è comune tra le donne del suo tempo impara a cucire, ricamare, la-

vorare ai ferri. Le piace in particolare realizzare borse, calze e arazzi

standosene tranquilla sul divano. Ogni mattina si alza, si lava con

acqua fredda, si veste, dopodiché va con il padre a fare lunghe pas-

seggiate sul monte Glärnisch. Egli non perse mai la speranza di ve-

4 Per le informazioni relative al nanismo ipofisario si consulti Renato PigliacamPo, Nuovo dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione, Roma 2009, p. 249 e Malattie endocrine e meta­boliche. Bassa statura da ipopituitarismo, accessibile a http://www.msd-italia.it/altre/manuale/sez19/2692546.html (conslutato il 4 dicembre 2015)

Fig. 120

Veduta su Schwändi,

paese natale di Elsbeth

Zimmermann

284 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

dere la figlia crescere ed era dell’opinione che questa attività fisica

potesse giovare alla giovane ragazza. Tuttavia, se questo non la fece

crescere, la rese sicuramente particolarmente agile.

Partenza e arrivo a Parigi

Siamo agli inizi del XIX secolo e se fino al secolo prima i nani erano

stati prerogativa delle corti, con il declino di quest’ultime, questi

soggetti iniziano ad essere esibiti nel corso di fiere, circhi e in priva-

to di fronte alla nobiltà.5 Siamo inoltre in piena epoca romantica e

l’interesse per il deforme e il grottesco come contrapposto al subli-

me è particolarmente vivo. La malformazione suscita meraviglia,

fascino e paura.6 Lo stesso Victor Hugo, padre del personaggio Qua-

simodo, ne parlerà nella sua Préface à Cromwell, affermando come

il deforme dia al sublime moderno qualcosa di più puro.7 Inoltre,

le nuove scoperte scientifiche e l’interesse per il corpo umano, ali-

mentano l’interesse per le stranezze, soprattutto da parte di quella

classe sociale che coinvolta nell’industrializzazione cerca lo svago

dopo il lavoro: i cosiddetti freaks diventano quindi un vero e pro-

prio business.8

Gli “agenti dello spettacolo”, richiamati dal vociare e dai rac-

conti di paese, non tardano quindi ad accorgersi di Elsbeth, che

con i suoi 69 cm è la donna più piccola al mondo, persino più pic-

cola del conte Jòzef Boruwlasky (1739–1837).9 Uno di questi agenti

è un tale Monsieur Pinte, un uomo del quale purtroppo non ci è

dato sapere il nome. Si tratta di un precettore, interprete e aspirante

showman parigino: nel 1845 ha avuto l’opportunità di conoscere a

5 Betty M. adelson, Dwarfs: The Changing Lives of Archetypal ‘Curiosities’—and Echoes of the Past, vol. 25, n. 3, 2005, accessibile a http://dsq-sds.org/article/view/576/753 (consultato il 7 dicembre 2015).

6 L’interesse per il grottesco esiste fin dall’Antichità (es. parche, sirene, satire e ciclopi). Lo stesso Medioevo è ricco di mostri, bestie, chimere e dipinti angoscianti come quelli di Bosch, Grunewald e Brughel. Cfr. Jacques Batti, Malformations et maladies génétiques dans l’art et les cultures in “Histoire des Sciences Médicales”, XXX(3), 1996, pp. 309-322; si veda inoltre Danielle Foucaut dinis, Le sublime et le grotesque dans l’étude comparée de trois oeuvres : O Bobo de Alexandre Herculáno et Notre­Dame de Paris et Le Roi s’amuse de Victor Hugo in “Máthesis”, XIV, 2005, pp. 205-220.

7 Nella sua Préface à Cromwell Victor Hugo afferma che nel mondo il bello coesiste con il brutto, il deforme con il grazioso, il grottesco con il sublime, il male con il bene, l’ombra con la luce. In Hugo il grottesco è inoltre spesso legato alla sofferenza. Il suo Quasimodo, un individuo ridicolizzato dalla società, è forse l’esempio più lampante di questo concetto. Cfr. Victor Hugo, Préface à Cromwell (1827).

8 Cfr. Laura grande, Strange and bizarre. The history of freak shows in “The History Magazine”, XII (1), 2010, p.19.

9 Il generale Borulawsky era alto 71 cm. Cfr. Priscilla grace, A Wax Miniature of Joseph Boruwlaski Metropolitan Museum of Art 1981 in “Metropolitan Museum Journal”, XV; (1981), p. 178.

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 285

Parigi il famosissimo Phineas Taylor Barnum e di essere ingaggiato

come interprete nel corso del viaggio tra Francia e Belgio fatto allo

scopo di esibire il Generale Tom Thumb,10 uno dei nani diventati

10 Tom Thumb, il cui vero nome era Charles Sherwood Stratton viene ingaggiato da Barnum all’età di quattro anni. Nel 1844 lascia l’America per recarsi in un tour in Europa. Visita Inghilerra, Francia, Belgio, Scozia e Irlanda. Da febbraio a giugno del 1845 si trova a Parigi, dopodiché parte con Barnum per esibirsi in diverse cittadine francesi e belga. Cfr. in proposito Love in Miniature: Mr. And Mrs. Tom Thumb. Disability Studies for Teachers. Center on Human Policy. Accessibile a http://www.barnummuseumexhibitions.org/documents/LOVE_INMINIATURE.pdf (consultato il 18 dicembre 2015); si veda inoltre grande, Strange and Bizarre, cit.; Phineas Taylor Barnum e James W. Cook, The Colossal P.T. Barnum Reader: Nothing Else Like it in the Universe, 2005, pp. 78-82; Phineas T. Barnum, The Life of P.T Barnum, 2004, p. 80-85 ; Neil Harris, Humbug: The Art of P.T Barnum, Chicago e Londra 1973, pp. 100-103.

Fig. 121

Jòzef Boruwlasky è un

famoso nano di corte po-

lacco, conosciuto anche

con il nome di “Joujou”

286 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

in seguito tra i più famosi al mondo. Nella Ville Lumière questo

nano aveva avuto un successo incredibile: la gente lo aveva ammi-

rato, aveva inventato mode e giochi in suo onore, realizzato sta-

tuette e addirittura litografie. Ora però egli era partito per Londra,

lasciando Parigi senza un fenomeno di cui parlare. Monsieur Pinte

aveva quindi percepito il momento come ideale per ottenere lo stes-

so successo di Barnum. Attraverso la recente strada che da pochi

mesi collegava Schwändi11 con i centri più grandi giunge dunque

11 Per informazioni su Schwändi si consulti http://www.glarus-sued.ch/xml_1/internet/de/application/d242/f249.cfm (consultato il 1 dicembre 2015)

Fig. 122

P.T Barnum in compagnia

del famoso nano Charles

Sherwood Stratton,

meglio conosciuto come

Tom Thumb

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 287

in paese e inizia a fare pressioni sulla famiglia offrendo per la nana

considerevoli somme di denaro.

Alla tenera età di 16 anni Elsbeth, con o senza l’autorizzazione

dei genitori, lascia dunque il suo paese, la sua famiglia e quella

scuola che da poco aveva aperto a Schwändi. Come molti di questi

freaks non sentiva la minaccia dello sfruttamento e del maltratta-

mento, anzi vedeva in Pinte la possibilità di vivere in una grande

metropoli e di diventare famosa.12

Come Pinte aveva imparato osservando attentamente Barnum,

vi erano molte cose da fare prima di esibire un fenomeno. Biso-

gnava rendere il fenomeno unico rispetto a quanto visto preceden-

temente, organizzare la pubblicità, affittare una sala adeguata, ed

esibire per prima cosa la nana davanti al re e alla regina e ad ad

alcuni membri di spicco della società. Si doveva, in altre parole,

far sapere al grande pubblico che la nana si trovava in città e che

solo i fortunati avrebbero avuto l’opportunità di vederla.13 Per fare

tutte queste cose vi era naturalmente bisogno di tempo, tempo nel

quale alla nana era severamente proibito mostrarsi in pubblico o

recarsi dal medico. Farsi vedere in un contesto normale e riceve-

re una diagnosi sulla malattia avrebbe infatti rovinato l’aurea di

mistero e straordinarietà che la circondava.14 Nei lunghi momenti

di assenza di Pinte precedenti all’esibizione, Elsbeth viene quindi

affidata tramite contratto alla dame Koenig, una straniera che si

impegna a rispettare le clausole sopracitate, ovvero a non esibire

la nana. Tuttavia la Koenig preferirà occuparsi di Elsbeth più come

una madre, rientrando dunque in quel gruppo di persone che già

all’epoca consideravano l’esibizione di individui diversi come im-

morale e deplorevole e provavano pena nei confronti di questi spet-

tacoli scadenti.15

Pinte contatta nel frattempo “precettori di alto livello” affinché

insegnino ad Elsbeth i rudimenti del francese, nonché a ballare e

a migliorare il suo orecchio musicale e la sua voce da contralto. Fa

quindi tutto ciò che Barnum aveva fatto con Tom Thumb. Quello

che lo distingue è il fatto che non ritiene necessario insegnarle

ad imitare determinate pose come sapeva invece fare il Genera-

12 grande, Strange and bizarre, cit.13 Cfr. Love in miniature, cit.; si veda inoltre Harris, Humbug: The Art of P.T Barnum, cit. Barnum e cook, The

Colossal P.T. Barnum, cit.14 grande, Strange and bizarre, cit.15 grande, Strange and bizarre, cit.

288 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

le: egli era conosciuto infatti

soprattutto per la capacità di

imitare, con costumi sempre

appropriati, gli dei dell’Olim-

po come Cupido, il biblico

David, Napoleone, i soldati

della Rivoluzione Francese e

altri personaggi storici famo-

si.16

Come Barnum, Pinte af-

fitta la Salle Vivienne (vec-

chia Salle Musard) in rue Vi-

vienne: utilizzata in passato

da Philippe Musard17 e da

ballerine e musicisti di alto

livello, era stata abbandona-

ta per riaprire con la prima

esibizione di Tom Thumb.18

Pinte inizia poi a pubblicizza-

re la sua nana: ingaggia Jean

Alexix Rouchon19 affinché

realizzi dei bellissimi manife-

sti pubblicitari e acquista una

carrozza trainata da quattro cavalli del tutto simile a quella che

Barnum aveva comprato per Tom Thumb allo scopo di attirare l’at-

tenzione della città.20

Un bravo showman deve inoltre mentire sui suoi fenomeni al

fine di guadagnare più soldi.21 Pinte si inventa dunque una bio-

grafia: secondo questa, Elsbeth non sarebbe figlia di un semplice

manovale svizzero, ma pronipote del famosissimo medico e filoso-

16 grande, Strange and bizarre, cit.; cfr. inoltre Love in Miniature, cit.17 Philippe Musard è uno dei più famosi direttori d’orchestra del XIX secolo. E’ una persona ammirata, ma

anche derisa a causa del suo aspetto fisico.18 Barnum e cook, The Colossal P.T. Barnum, cit.19 Rouchon fu uno dei primi a realizzare manifesti a colori in un epoca in cui i muri di Parigi erano coperti

di piccoli manifesti ancora in bianco nero. Uno dei manifesti raffiguranti la nana è oggi conservato alla Salle Montesquieu di Parigi. Cfr. Jean-Alexis Rouchon – un pionnier de l’affiche illustrée, accessibile a http://www.rouchonparis.com/en/blog/image-de-la-semaine/jean-alexis-rouchon-un-pionnier-de-laffiche-illustree (consultato il 14 dicembre 2016).

20 Harris, Humbug: The Art of P.T Barnum, cit.21 grande, Strange and bizarre, cit.

Fig. 123

Uno dei primi manifesti

a colori realizzati da

Rouchon raffigura la

naine du Tyrol, Gallica,

Bibliothèque Nationale

de France

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 289

fo Jean George Zimmermann22 (1725–95)

e nipote di George Peter, un soldato che

aveva servito in Francia nel terzo reggi-

mento del Bourbon Dragon,23 partecipan-

do nel 1807 alla battaglia della Moskowa24

e morendo in seguito a fianco di Cauilain-

court25 (1773–1827). Suo padre era natural-

mente morto nel 1839 durante la lotta per

liberare il suo paese da un ferocissimo orso.

Sceglie infine un nuovo nome per la nana,

molto simile a quello utilizzato per Tom

Thumb: la marchesa di Lilliput. Elsbeth non

è infatti propriamente una nana, ma una

lillipuziana. Inoltre, la definisce la naine du

Tyrol, la nana del Tirolo, omettendo com-

pletamente la sua provenienza svizzera. E’

dunque lecito chiedersi come mai lui opti

proprio per il Tirolo.

Il XIX secolo è caratterizzato da un

grandissimo interesse per gli altri popoli,

per le altre culture e per gli altri modi di

vivere, in particolare quando con questi si

intendono persone provenienti dalla cam-

pagna, dalle montagne e ovviamente da altri continenti, e che

quindi, essendo ancora allo stato di natura, si avvicinano all’ide-

ale del bon sauvage e a quel paradiso perduto non corrotto dalla

civilizzazione.26 In molte narrazioni, diari e guide turistiche del

tempo le immagini del costume à la tyrolienne si trovano affiancate

22 Tra le molte opere da lui pubblicate, la più conosciuta è il Traité sur l’expérience en médecine (Parigi, 1774).

23 Fondato nel 1649, fu il reggimento di cavalleria del Regno di Francia, della Repubblica Francese e del Primo Impero.

24 Chiamata anche Battaglia di Borodino, fu combattuta durante la Campagna di Russia e rappresentò una delle più sanguinose battaglie delle guerre napoleoniche. Lo stesso Napoleone la definì “la più terribile delle mie battaglie”.

25 Armand Augustin Louis, marchese di Caulaincourt, è stato un generale e diplomatico francese del Primo Impero.

26 L’interesse per l’esotico e “l’altro” ha inizio con Montaigne (Essais, Des cannibales ) nel XVI secolo. Viene inoltre affrontato da Rousseau (Discours sur l’origine et les fondements de l’inégalité parmi les hommes, 1755) e Voltaire (Questions sur l’Encyclopédie, article “Homme”, 1770). Nel XIX secolo Delille, riferendosi in particolare alla campagna e alle montagne scrive: “L’accueil hospitalier d’un simple et bon sauvage (…)/L’air libre du vallon, l’abri de la montagne/M’offrirent vingt climats dans la même campagne”. Cfr. Jacques delille, Oeuvres, La Pitié, Poème en quatre chants, 1803. Per ulteriori informazioni sull’esotico si veda: Jean-François staszak, Qu’est ce que l’exotisme?, Le Globe, 148, 2008, pp. 7-30.

Fig. 124

Jean George Zimmer-

mann era un famoso

medico e filosofo.

La sua opera più nota è il

Traité sur l‘expérience en

médecine

290 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

a immagini di costumi indiani, messicani o berberi. Inoltre, Sviz-

zera e Tirolo, Tirolo e Baviera vengono spesso confusi e accorpati.

La maggior parte delle volte ciò che è legato alla montagna o a un

luogo dove la lingua non è facilmente comprensibile diventa Tiro-

lo. Il Tirolo si imprime in maniera indelebile nella mente del viag-

giatore: è pittoresco, romantico, selvaggio, esotico.27 E’ la terra che

ha visto nascere il coraggioso Andreas Hofer, un semplice oste in

grado di guidare un popolo contro l’invasore e ad opporsi ad una

27 Tra i libri dedicati al Tirolo abbiamo ad esempio Voyage pittoresque dans le Tyrol e Histoire et description de la Suisse et du Tyrol ; Nel Manuel du voyager en Suisse et en Tyrol vi è inoltre un’immagine di due persone in costume tradizionale accompagnata dalla scritta “Tyroliens dans le district de Tagernsée”. Vi è infine un libro dedicato all’origine della scatola di Camembert dove si afferma addirittura come questa sia stata inventata nella “Jura in Tirolo” (n.d.a: la Jura si trova in Svizzera).

Fig. 125

Nel corso del XIX secolo

sono moltissimi i libri e le

immagini che raccontano

del fascino suscitato dal

costume à la tyrolienne,

Gallica, Bibliothèque

Nationale de France

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 291

guerra ingiusta difendendo i propri valori e le proprie tradizioni. I

tirolesi si caratterizzano quindi per forza, passione, convinzione e

un patriottismo superiore al pericolo, alla seduzione e all’ingiusti-

zia. I tirolesi sono i vandeani dell’Austria, sono selvaggi, innocenti,

affascinanti e pericolosi allo stesso tempo.28 Il loro costume à la

tyrolienne diventa quindi un simbolo di forza e libertà. Nel XIX

secolo esistono più di 150 libri e opere teatrali in lingua francese

riguardanti la ribellione del 1809, a testimonianza del fascino che

essa suscitava negli animi del tempo. Non è quindi un caso che

Pinte, allo scopo di accrescere l’interesse nei confronti di Elsbeth,

la definisca proveniente da questo territorio. I francesi, al contrario

di questa aristocratica nana del Tirolo, sono stati invece corrotti

28 Nei Mélangés scientifique et littéraire ou Choix de ses principaux articles si legge: “Vaste citadelle militaire par sa position comme par le courage de ses habitants, le Tyrol est la Vandée de l’Autriche, le foyer d’un patriotisme supérieur aux dangers, aux séductions et même à l’injustice”. Alcuni libri dedicati ad Andreas Hofer comprendono André Hofer et l’insurrection du Tyrol en 1809 e il pezzo teatrale Les Français dans le Tyrol.

292 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

dalle rivoluzioni, sono barbari,

non galanti e welsche.29

All’inizio di febbraio del

1846 Elsbeth riceve finalmen-

te l’invito del re e della regina

e si reca alle Tuileries dove stu-

pisce Luigi Filippo e consorte

ballando walzer, polka, redowa

e mazurka. Subito dopo appare

nei saloni dell’aristocrazia. Ad

ospitarla sono ad esempio la

marchesa di M***30 in rue Verte,

e persino Adolphe Thiers (1797–

1877)31, noto politico e storico

francese. Di statura particolar-

mente bassa e simile al nano

Nicolas Ferry (1741–1764)32 era

considerato un autore piuttosto

scadente dai giornali di satira. I

sui soprannomi erano “odioso

piccolo nano”, “vecchio infa-

me”, “nano grottesco”, “invalido di Versailles”. In alcuni articoli

di satira si ipotizza addirittura una relazione tra lui e la nana, af-

fermando persino il progetto di un folle matrimonio nel secondo

arrondissement. Nel corso di queste apparizioni, Elsbeth si sposta

con la sua carrozza, attirando l’attenzione e mettendo in subbu-

glio diverse vie di Parigi e in particolare la Rue Richelieu quando

scende davanti all’Hotel des Princes poco prima della sua esibizio-

ne alla Salle Vivienne.

29 Così ci si riferisce ai francesi in uno degli ultimi articoli pubblicati nel 1847 riguardanti la nana (Alma­nach de l’Illustration, anno IV, p.45). Con il termine walsche ci si riferiva inizialmente a popolazioni celtiche e solo successivamente a popolazioni di lingua latina. In Tirolo viene utilizzato dai tedeschi in riferimento alla popolazione di lingua italiana. Stessa etimologia ha la parola welsh, gallese. Cfr. Carlo Battisti e Giovanni alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950-57.

30 Non sappiamo purtroppo di chi si tratti.31 Thiers è stato il secondo presidente della Repubblica Francese. E’ autore dell’Histoire de la Révolution

Française (1834). 32 Nicolas Ferry, meglio conosciuto come “Bébé” era il nano di corte Stanislas Leszczynski (1677-1766), re

di Polonia dal 1704. Cfr. Jean granat e Evelyne Peyre , Première étude du squelette de Nicolas Ferry alias “Bébé”, le nain de Stanislas Leszczynski, rôle de Buffon dans la conservation de ses ossements, accessibile a http://www.academie-polonaise.org/pl/images/stories/pliki/PDF/Roczniki_spec/buffon/granat.pdf p. 59; p. 63-64 (consultato il 13 dicembre 2016).

Fig. 126

Adolphe Thiers è

stato un politico e storico

francese. E‘ stato inoltre

il primo presidente

della Terza Repubblica

francese

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 293

Le esibizioni alla Salla Vivienne

Tra febbraio e marzo si esibisce infatti in questa sala in Rue Vi-

vienne.33 La prima apparizione davanti al pubblico la fa sempre

Monsieur Pinte, che presenta la sua lillipuziana raccontando del

suo successo al Teatro Imperiale di Vienna e della sua fama, che

il 5 marzo la condurrà persino a Londra. In proposito ci tiene a

33 La ormai scomparsa Salle Vivienne (Rue Vivienne 49) si trova in una fiabesca galleria oggi costellata da negozi di antiquariato e libri antichi.

Fig. 127

Oggi, dove un tem-

po sorgeva la Salle

Vivienne, vi sono negozi

di antiquariato e libri

antichi

294 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

sottolineare che non vi è molto tempo per vederla e che bisogna

dunque cogliere l’occasione.

Prima di lasciare la scena a Elsbeth vuole però narrare qualche

particolare riguardante la sua vita: racconta di come un giorno

la nana si perse in montagna durante un temporale e fu portata

a casa da un contadino all’interno di una marmitta, rimanendo

quindi perfettamente asciutta; e racconta del suo incredibile co-

raggio, quando una notte tornando a casa riuscì a sfuggire ad un

lupo feroce infilandosi in un buco della stalla.

Elsbeth fa quindi il suo ingresso sulla scena in compagnia del gi-

gante delle Antille, un ragazzo di soli dieci anni. Se il grottesco

Fig. 128

La nana del Tirolo

durante un‘esibizione

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 295

nel XIX secolo piace, quello che interessa ancora di più è il con-

trasto tra due cose diversamente grottesche. Mentre i due fanno

il giro della sala catturando l’attenzione degli spettatori Monsieur

Pinte elargisce consigli su chi invitare a cena, affermando che sa-

rebbe naturalmente più opportuno invitare la nana in quanto si

accontenta di tutto e in particolare di uova di piccione. Il gigante

invece ha un incredibile appetito e si nutre di due libbre di pane

per pasto, facendo ben quattro pasti al giorno. Inoltre non si ac-

contenta di pane secco, ma esige antipasti di ogni genere, cosce

di pecora e vitelli interi. I suoi polpacci sono talmente grandi da

poter utilizzare come giarrettiera il cinturone di una guardia na-

zionale a cavallo. Il suo sogno naturalmente è quello di tornare in

Patagonia per poter vivere in pace assieme ai suoi simili.34

A questo punto il gigante abbandona la scena e la nana si esibisce

ballando “come un vero ratto dell’opera”. Canta in tedesco e in

francese, nonostante si percepisca ancora la sua insicurezza nell’e-

sprimersi in questa lingua.

Dopo l’intervallo rientra poi sulla scena indossando con eleganza

un costume tradizionale: un corsetto di velluto stretto in vita,

un’ampia gonna rossa con bordo di velluto nero e un grazioso

cappellino posizionato sull’orecchio. Pinte lo definisce ovviamen-

te “il pittoresco costume du Tyrol”.35 Come precedentemente det-

to, la gente non faceva differenza tra i diversi costumi, purché

evocassero loro la montagna e un ambiente remoto e selvaggio

lontano dai rumori della città. Ad accompagnarla musicalmente

non possono che esservi les quatre chanteurs du Tyrol con il loro pit-

toresco costume tradizionale: François, Joseph, Alois e Catherine

34 Il mito dei giganti della Patagonia catturò l’immaginario europeo per moltissimo tempo. La prima citazione di questa “razza” risale al 1520 e ai primi viaggi di Magellano. Nel 1600 anche il nipote di Francis Drake cita questi giganti. Nel 1700 il mito affascinava ancora gli Europei.

35 Nelle poche raffigurazioni rimasteci della nana, il costume sembra assomigliare molto a quello indossato dalle giovani ragazze di Berna. Tuttavia, come suggerisce Siegfried de Rachewiltz, potrebbe trattarsi di una combinazione di fantasia e realtà, come accadeva spesso in diverse raffigurazioni “alpineggianti” dell’epoca.

296 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

Oettl.36 Questi sono originari di Landeck nell’Oberinntal e sono

dunque realmente tirolesi. Dopo essersi esibiti con successo da-

vanti alla duchessa di Galliera, la contessa di Osmond e la princi-

pessa di Trémoille37 sono diventati famosi a Parigi grazie a quello

jodeln che tanto ricorda il canto degli uccelli di montagna e che è

presente nei ritornelli di molte canzoni tirolesi. Inoltre essi avevano

reso note le musiche di Joseph Gungl (1810–1889), un eccellente

compositore particolarmente famoso in Germania. Lo spettacolo

che ne risulta è dunque incredibilmente esotico e sembra soddi-

sfare le esigenze della scoperta dell’”altro” tipiche del XIX secolo:

danze, costumi e addirittura musiche tirolesi affiancate ad un gi-

gante delle Antille. Ad esibirsi poi sono “veri tirolesi” e non fran-

cesi che fanno finta di essere contadini, cacciatori e paesani del

Tirolo come nelle opere teatrali contemporanee “La Tyrolienne” o

“L’Aveugle du Tyrol”.

L’insuccesso parigino

Questi spettacoli non ottengono però il successo che Pinte aveva

sperato. Nel tentativo di trovare una ragione egli accusa quindi la

dame Koenig di non aver rispettato il contratto secondo il quale la

nana non doveva essere esposta al pubblico prima dell’esibizione.

Egli richiede quindi al tribunale del commercio che la nana ritor-

ni sotto il suo totale controllo e che la dame Koenig lo risarcisca di

10.000 franchi per i danni subiti, tra i quali i soldi spesi per istru-

ire la nana nelle diverse discipline e che non gli sono rientrati con

i profitti degli spettacoli alla Salle Vivienne. La Koenig si rifiuta

però di pagare affermando di non aver agito a scopo di lucro, ma

di aver invece rispettato la dignità della persona, fatto piuttosto

raro all’epoca. Replica inoltre che quello che lui esige come risarci-

36 Si veda in proposito l‘articolo presente nel Frankfurter Journal, Beilage Didaskalia, Blätter für Geist, Gemüth und Publizität, anno 9, n.28, giovedì 1 febbraio 1849: “Frankfurt a. M. – Nächsten Freitag den 2. Febr., wird die Familie Oettl aus Landeck in Tyrol eine musikalische Abendunterhaltung im Saale des Hauses Mozart geben. Diese beliebte Sängerfamilie, Katharina, Joseph, Franz und Aloys fand auf ihrer Kunstreise durch Deutschland und Frankreich überall die freundlichste Aufnahme und ist im Besitz eines Albums, das sowohl durch die lobenden Zeugnisse, welche die Künstler allenthalben ernteten, wie durch die Autographen berühmter und hochgestellter Personen, welche es enthält, von besonderem Interesse ist.“. Si ringrazia Mag. Armin Torggler per la gentile informazione.

37 Si tratta rispettivamente della filantropa genovese Maria Brignole Sale de Ferrari (1811–1888); di Adèle d’Osmond (1781–1866), la quale teneva un salotto culturale con il marito a Parigi; e di Charlotte (o Eléonore) de la Trémoille.

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 297

mento è da considerarsi nullo in quanto immorale. Il tribunale la

giudicherà tuttavia colpevole, incarcerandola in quanto straniera

e obbligandola a risarcire Pinte, ma di soli 2300 franchi.

E’ molto probabile che l’esposizione illegittima della nana di cui

la dame Koenig viene accusata abbia però poco a che fare con

l’insuccesso. Il compito di uno showman era quello di reclutare

una persona affetta da una particolare deformità e di trasformarla

in una attrazione,38 All’epoca Pinte doveva però confrontarsi con

la crescente presenza di nani sul mercato, fatto che rendeva na-

turalmente meno curiosa la sua nana, e l’incredibile successo di

Barnum, il quale, oltre a rinnovare completamente il mondo del

circo, era riuscito a portare Tom Thumb a fama mondiale.39 Inge-

nuamente Pinte aveva pensato che la sola assenza del nano a Pari-

gi avrebbe dato spazio al suo fenomeno. Ma purtroppo, l’entusia-

smo iniziale dei “capricciosi” parigini era stato di breve durata. Un

nano simile vi era già stato e i suoi spettacoli erano di gran lunga

migliori perchè ad allestirli vi era una persona competente come

Barnum. In questo contesto Elsbeth viene addirittura definita

“la rivale di Tom Thumb”. Inoltre, nel 1846, la crisi economica

causata dalla monarchia di luglio, i crescenti problemi del settore

agricolo e le frequenti alluvioni dell’autunno40 avevano spostato

l’attenzione del pubblico su questioni più gravi ed urgenti.

Una meteora tra Londra e Lione

Alla ricerca di nuovi successi Pinte ed Elsbeth lasciano quindi Pa-

rigi per recarsi inizialmente a Londra, dove la fama di Tom Thumb

oscura ancora una volta le esibizioni della nana, per tornare poi in

Francia nell’autunno del 1846. A novembre la nana si trova a Lione

quando una grave alluvione colpisce la zona della Loira. Il fiume

si alza di quattro metri distruggendo gli argini e i ponti di molti

paesi. E’ l’inondazione più grave del secolo.41 Pinte coglie dunque

38 grande, Strange and Bizarre, cit.39 Barnum e cook, The Colossal P.T. Barnum, cit; Barnum, The Life of P.T Barnum, cit; Harris, Humbug: The Art

of P.T Barnum, cit. 40 William Fortescue, France and 1848: the end of monarchy, Londra e New York 2005, p.4341 Historique des grandes crues de la Loire. Etude EGRAIN diagnostique, Minéa settembre 2008, p. 7.

Accessibile a http://www.etude-egrian.fr/IMG/pdf/EGR_400_PRE_014_HistoireGdeCrue.pdf (con-sul tato il 14 dicembre 2015)

298 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

l’occasione per far esibire la nana

in favore degli alluvionati. Alla

Rotonde un palco viene innalzato

apposta per lei al centro della sala.

La serata dura dalla cinque a mez-

zanotte ed è indimenticabile: tut-

ta la Rotonde è illuminata in modo

straordinario da candele a gas e

400 vetri colorati. Elsbeth compa-

re più volte nel corso dello spetta-

colo: una volta ballando walzer,

polka, mazurka e le quadriglie più

moderne;42 un’altra indossando il

costume tirolese ed esibendosi in

canti e danze della sua terra natia.

I 35 musicisti che la accompagna-

no sono diretti da M. Cherblanc,43

mentre la cornetta è suonata da

Adolphe Appian (1818–1898).44 Il

1° gennaio 1847 Elsbeth è ancora a

Lione e si esibisce da mezzogiorno

fino a sera in quai Bon Rencontre,

indossando questa volta il suo co-

stume tirolese e addirittura quello

che aveva indossato quando l’an-

no prima era stata accolta da Luigi

Filippo.45

42 Una di queste quadriglie è stata scritta per lei da Mariano Bolognesi (1825–1899), militare, pedagogo e compositore peruviano. Tale quadriglia prende proprio il nome di “La marchesa di Lilliput”.

43 Si tratta molto probabilmente del violinista Jean Louis Cherblanc.44 Si tratta di un pittore francese nato a Lione. Fino al 1852 si divide però tra musica e pittura, dedicandosi

successivamente solo alla seconda arte. 45 Ne Le Censeur di Lione si legge: “A dater du 1er janvier, Mlle Zimmermann, la célèbre naine du Tyrol,

surnommée la marquise de Lilliput, la fiancée du général Tom Pouce, âgée de 18 ans, taille de 69 centimètres, pesant 9 kg, recommencera ses séances depuis midi jusqu’au soir, quai Bon Rencontre, 60. Mlle la marquise paraitra en costume de ville, en Tyrolienne, et dans son costume de cour qu’elle portait à Paris lorsqu’elle fut présentée aux Tuileries. Les pensionnats et les personnes qui désireraient voir la petite marquise dans leur domicile peuvent s’adresser directement à Mlle Zimmermann, quai Bon Rencontre, 60.”

Fig. 129

Illustrazione da “L‘Aveugle du Tyrol”, Gallica, Bibliothèque

Nationale de France

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 299

Fig. 131

Quadriglia per mani

piccole composta da Ma-

riano Bolognesi nel 1846,

Gallica, Bibliothèque

Nationale de France

Fig. 130

Adolphe Rouargue, Veduta su Lione, circa 1860

300 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

Fine di un fenomeno

Questa sarà una delle sue ultime apparizioni. La crisi economica

si fa sempre più aspra e le condizioni della classe operaia sempre

più precarie: nel 1848 scoppiano le rivolte popolari e Parigi viene

travolta dalle barricate. Il re fugge e dopo il colpo di stato del 1851

la Francia passa sotto il governo conservatore di Luigi Napoleone

Bonaparte.46 In questi anni Elsbeth si esibisce al Carré Marigny su-

gli Champs Elysées, la cosiddetta “città dei mostri”.47 Qui Elsbeth

condivide la sua “baracca” con un gigante spagnolo di 23 anni alto

2 metri e 30. Accanto a lei vi sono le gemelle siamesi le quali sono

46 Jonathan sPerBer, The European Revolutions, 1848-1851, Cambridge 2005, pp. 8-20.47 Non sappiamo purtroppo le date esatte di queste sue apparizioni. E’ però possibile che si tratti del 1848,

quando un ambulante di nome Lacaze inaugura al Carré Marigny una baracca chiamata “Le Chateau d’enfer”, nel quale si svolgono spettacoli dal titolo “physique amusant, fantasmagorie et curiosité”. Possiamo ipotizzare che abbandonata da Pinte, la nana non sia stata in grado di trovare un lavoro, come spesso accadeva a persone affette dalla sua patologia. Decise quindi di ripiegare sul circo. Questo circo verrà soppresso negli anni 60 del 1800 da Napoleone III; Miranda gill, Eccentricity and the cultural imagination in Nineteenth­Century Paris, New York 2009, pp. 141-145.

Fig. 132

Con la rivoluzione del

1848 i parigini presero il

controllo della città e il re

fu costretto ad abdicare

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 301

unite negli organi principali e separate per cervello, cuore e intel-

ligenza. Oltre a loro vi sono persone con sei piedi, quattro gam-

be, due teste, individui con due stomaci, persone provenienti da

Lapponia e Antille e con usi e costumi completamente diversi dal

normale; individui che camminano sulle mani e che si nutrono di

sassi, torce infuocate e spade; cavadenti, acrobati e animali prove-

nienti dalle zone più remote del mondo. Questa “città” mostruosa,

orribile, affascinante, cosmopolita e gioiosa allo stesso tempo cat-

tura lo spettatore per il rumore, il suono di tamburi e clarinetti, gli

odori di cibo e di fritto e i colori di luoghi lontani. Un ambiente

molto diverso da quello in cui si era trovata Elsbeth prima della

guerra, un ambiente più difficile e in cui si era più soggetti ad ogni

tipo di sopruso.

Il ritorno a casa

Stanca di essere sola ed isolata come molti fenomeni da baraccone,

esausta, amareggiata e senza un soldo, Elsbeth decide quindi di tor-

nare nella sua lontana Schwändi. I genitori e i fratelli la accolgono

nuovamente fra le mura della loro casa. Gli anni nel frattempo pas-

sano: negli anni 60 del 1800 il dibattito sull’immoralità e il degra-

do di questi shows si fa più acceso. Con l’avvento del treno, e quin-

Fig. 133

Nel XIX secolo il Carré

Marigny veniva definito

la “città dei mostri”,

Gallica, Bibliothèque

Nationale de France

302 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol

di di viaggi più frequenti, e con l’introduzione di nuove tecniche

e diagnosi in ambito medico si avvicina la fine dei freakshows.48

Con la morte dei genitori e il matrimonio dei fratelli minori

non vi sarà più spazio per Elsbeth. Morirà infatti da sola il 2 febbra-

io 1895, senza essersi mai sposata, in una casa per i poveri a Gla-

rona.49 Nel corso della sua vita si dice che non si ammalò mai. Nel

suo cuore tenne sempre vivo il ricordo della marchesa di Lilliput e

della nana del Tirolo. Ogni tanto pensava anche a tutti i nomi che

le erano stati dati: “bottiglia di champagne”, “grazia microscopica”,

“abbozzo della natura umana”, “giocattolo animato”. Viene sponta-

neo chiedersi se sia riuscita a conservare fino alla fine della sua vita

quel sorriso gioioso che la caratterizzava sulla scena.

Conclusione

Nel corso della storia il nanismo ha sempre destato nell’immagina-

rio collettivo una curiosità generata dal lusus naturae, l’elemento di

disarmonia nella creazione:50 la deformità dei nani colpisce, colpi-

sce il loro modo comico di camminare e il loro corpo attrattivo e re-

pellente allo stesso tempo.51 Giullari nelle corti europee, meraviglie

della natura da esibire per prestigio o per denaro, offerti in regalo,

venduti, collezionati come oggetti, parte integrante dell’entoura-

ge di re, imperatori, nobili e persino papi.52 Ma allo stesso tempo

emarginati, anomali, espressione vivente dell’inconsueto, esseri

privi di valore sociale, immaturi, inferiori, lascivi, alcolizzati e va-

nitosi.53 A loro si aprivano le porte delle corti europee e dei saloni.

La loro paga era più elevata di qualsiasi normale persona che an-

dasse a vederli. Ma il prezzo da pagare erano i soprusi, l’obbligo di

indossare abiti ridicoli, la perdita della libertà e l’impossibilità di

condurre una vita normale. Come scrivono giustamente Cetorelli e

48 Henry Meyhew sarà il primo a parlarne nel suo London Labour and the London Poor (1861). Cfr. grande, Strange and Bizarre, cit.

49 Si ringrazia per la gentile informazione la Dott.ssa Klamm dell’archivio di Glarona.50 Gabriella cetorelli scHivo, Nani nel mondo antico Aspetti storici, archeologici e sociali dell’acondroplasia

nell’Antichità. Accessibile a http://www.auditorium.info/wp-content/uploads/I%20nani%20dal%20mondo%20antico.pdf (consultato il 13 dicembre 2015).

51 Tito saFFioti, Gli occhi della follia. Giullari e buffoni di corte nella storia e nell’arte, Milano 2013, p.58.52 cetorelli scHivo, Nani nel mondo antico, cit.; cfr inoltre saFFioti, Gli occhi della follia, cit.; Betty M.

adelson, Dwarfs: The Changing Lives, cit.; grace, A Wax Miniature of Joseph Boruwlaski, cit.53 cetorelli scHivo, Nani nel mondo antico, cit.; Walter mercer/Robert B. dutHee/George Bentley, Mercer’s

Orthopaedic Surgery, Londra 1983.

Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 303

Schivo: riche ou pauvre, noble ou routier, nain de foire ou nain de cour,

toute l’historie témoigne, depuis l’Antiquité, de l’impossible insertion so-

ciale des nains.54

La tragica storia di Elsbeth Zimmermann è solo una delle tante

storie di nani purtroppo rimasti anonimi nel tempo. Facendo ri-

vivere questa donna ho quindi tentato di restituire voce e dignità

a tutti coloro che, dopo averci regalato tanta ilarità, sono troppo

rapidamente caduti nell’oblio.

54 cetorelli scHivo, Nani nel mondo antico, cit.