Upload
york
View
1
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 281
Anna Bernardo
Sulle tracce della naine du Tyrol
Le nain est décidément un phénomène à la mode.
Si je n’étais pas un fort bel homme,
comme j’ai l’agréement de le croire, je voudrais être un nain
(Charivari, 7 febbraio 1846)
Introduzione
Quando mi venne detto che a Castel Roncolo la pubblicazione del
2016 avrebbe avuto come titolo “Nani e giganti” e mi fu chiesto di
scrivere un articolo sul tema, iniziai a pensare a cosa sarebbe stato
interessante trattare. Da specialista in Archeologia Medievale pen-
sai immediatamente alle Triadi di Castel Roncolo con i loro giganti
e nani; pensai però anche all’Edda Poetica, ai Nibelunghi e alle
moltissime leggende e racconti delle nostre zone. Ma ben presto
capii che avrei preferito parlare di una persona realmente vissuta:
mi piace raccontare di persone e farle rivivere nel loro tempo. Sono
dell’opinione che ricostruire l’identità di qualcuno ci dia modo di
approfondire anche la storia di un determinato luogo e la mentalità
di un determinato periodo. Come possibilità ne avevo molte: Tho-
mele e Bartlmä Bona, il nano e il gigante dell’arciduca Ferdinando
II a Castel Ambras in Austria; Perkeo, il nano nativo di Salorno, di-
venuto famoso a Heidelberg per le sue incredibili capacità di bevi-
tore; Maria Fassnauer, la gigantessa della Val Ridanna che a cavallo
tra XIX e XX secolo viaggiò per tutta Europa come “fenomeno da
baraccone”. Storie affascinanti, intriganti, ma sulle quali purtroppo
è già stato scritto molto.
Decisi comunque di mettermi al computer e di aspettare in
qualche modo l’ispirazione. Dopo tanti tentativi andati a vuoto
pensai di continuare la mia ricerca in francese, lingua che dopo
l’italiano conosco meglio e digitai queste due parole: “naine” e
“Tyrol”. Quello che comparve davanti ai miei occhi mi sorprese:
282 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
La marquise de Lilliput, surnommée la naine du Tyrol
oppure
Elsbeth Zimmermann, surnommée la naine du Tyrol
Si trattava di articoli che risalivano al 1846 e che si trovavano
all’interno di giornali parigini come Le Voleur 1 o Le Charivari.2 Ma
chi era questa donna? Era davvero tirolese? Decisi di approfondi-
re: consultai principalmente la Bibliothèque Nationale de France
e scrissi a diversi archivi europei. Man mano che i giornali riguar-
danti la nana si accumulavano sulla mia scrivania, iniziai a com-
prendere che quando si parla di “fenomeni da baraccone” è molto
difficile distinguere tra il vero e quello che viene inventato a scopo
pubblicitario. Pertanto risultò subito molto difficile redigere una
biografia. Mi sono quindi impegnata per cercare di capire cosa si-
gnificasse essere affetti da nanismo nel XIX secolo e che tipo di vita
e difficoltà avessero queste persone. Volevo inoltre scoprire se que-
sta donna fosse realmente tirolese o se l’epiteto le fosse stato dato
per una qualche ragione a me sconosciuta. E quindi eccola qui. Vi
presento Elsbeth Zimmermann.
Elsbeth Zimmermann
Elsbeth Zimmermann viene alla luce il 6 settembre 1829 a Schwändi
nel Canton Glarona (Svizzera), un piccolo paesino di circa 800 abi-
tanti che dall’inizio del XIX secolo, a causa delle poche risorse of-
ferte dal bosco, è costretto in una condizione di totale povertà.
Suo padre Thomas è un manovale sposato a sua cugina Sibil-
la, dalla quale ha avuto cinque figli: Elsbeth, Katherina, Samuel
e due purtroppo nati morti.3 Inizialmente Elsbeth è una bambi-
na normale e perfettamente in salute, in grado di camminare e
di parlare. Il suo sviluppo inizia a preoccupare i genitori all’età di
quattro anni, quando i due si accorgono che la crescita della figlia
1 Le Voleur: gazette des journaux français et étrangers è un giornale francese fondato nel 1828 da Charles Lautour-Mézeray. Tra gli autori che vi scrivono vi è ad esempio Honoré de Balzac.
2 Si tratta un giornale francese fondato nel 1832 dal giornalista repubblicano Charles Philipon. Fu presto un mezzo di comunicazione per l’opposizione in quanto ridicolizzava la monarchia di luglio e la borghesia.
3 Si ringrazia per questa informazione la Dott.ssa Erika Kamm dell’archivio di Glarona. Per informazioni su Schwändi si consulti inoltre http://www.glarus-sued.ch/xml_1/internet/de/application/d242/f249.cfm (consultato il 1 dicembre 2015)
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 283
procede in modo estremamente lento. Ed infatti, all’età di sei anni
lo sviluppo di Elsbeth subisce un arresto definitivo: la sua altezza
si ferma a 69 cm e il suo peso a soli nove chilogrammi. Curiosa-
mente le sue gambe, le sue braccia, la sua bocca, il suo naso e i suoi
occhi rimangono perfettamente proporzionati e regolari. Elsbeth
non soffre dunque della forma più comune di nanismo, il nani-
smo acondroplastico, caratterizzato da idrocefalia, naso schiacciato
e difficoltà nell’estendere gli arti. Il suo nanismo è detto ipofisa-
rio: in questo tipo di patologia l’ipofunzione dell’ipofisi anteriore
causa una crescita eccessivamente lenta, risultante in una statura
bassa e in una certa proporzione tra segmenti superiori e inferiori
del corpo. Essendo inoltre lo sviluppo puberale assente, la persona
colpita presenta sempre un aspetto piuttosto infantile.4 Crescendo
Elsbeth diventò comunque graziosa: i capelli lunghi e castani, la
bocca piccola, le ciglia lunghe e gli occhi incredibilmente espressi-
vi. E’ conosciuta soprattutto per la sua gentilezza, la sua sensibilità,
il suo giudizio, il suo bellissimo sorriso e il suo buon umore. Come
è comune tra le donne del suo tempo impara a cucire, ricamare, la-
vorare ai ferri. Le piace in particolare realizzare borse, calze e arazzi
standosene tranquilla sul divano. Ogni mattina si alza, si lava con
acqua fredda, si veste, dopodiché va con il padre a fare lunghe pas-
seggiate sul monte Glärnisch. Egli non perse mai la speranza di ve-
4 Per le informazioni relative al nanismo ipofisario si consulti Renato PigliacamPo, Nuovo dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione, Roma 2009, p. 249 e Malattie endocrine e metaboliche. Bassa statura da ipopituitarismo, accessibile a http://www.msd-italia.it/altre/manuale/sez19/2692546.html (conslutato il 4 dicembre 2015)
Fig. 120
Veduta su Schwändi,
paese natale di Elsbeth
Zimmermann
284 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
dere la figlia crescere ed era dell’opinione che questa attività fisica
potesse giovare alla giovane ragazza. Tuttavia, se questo non la fece
crescere, la rese sicuramente particolarmente agile.
Partenza e arrivo a Parigi
Siamo agli inizi del XIX secolo e se fino al secolo prima i nani erano
stati prerogativa delle corti, con il declino di quest’ultime, questi
soggetti iniziano ad essere esibiti nel corso di fiere, circhi e in priva-
to di fronte alla nobiltà.5 Siamo inoltre in piena epoca romantica e
l’interesse per il deforme e il grottesco come contrapposto al subli-
me è particolarmente vivo. La malformazione suscita meraviglia,
fascino e paura.6 Lo stesso Victor Hugo, padre del personaggio Qua-
simodo, ne parlerà nella sua Préface à Cromwell, affermando come
il deforme dia al sublime moderno qualcosa di più puro.7 Inoltre,
le nuove scoperte scientifiche e l’interesse per il corpo umano, ali-
mentano l’interesse per le stranezze, soprattutto da parte di quella
classe sociale che coinvolta nell’industrializzazione cerca lo svago
dopo il lavoro: i cosiddetti freaks diventano quindi un vero e pro-
prio business.8
Gli “agenti dello spettacolo”, richiamati dal vociare e dai rac-
conti di paese, non tardano quindi ad accorgersi di Elsbeth, che
con i suoi 69 cm è la donna più piccola al mondo, persino più pic-
cola del conte Jòzef Boruwlasky (1739–1837).9 Uno di questi agenti
è un tale Monsieur Pinte, un uomo del quale purtroppo non ci è
dato sapere il nome. Si tratta di un precettore, interprete e aspirante
showman parigino: nel 1845 ha avuto l’opportunità di conoscere a
5 Betty M. adelson, Dwarfs: The Changing Lives of Archetypal ‘Curiosities’—and Echoes of the Past, vol. 25, n. 3, 2005, accessibile a http://dsq-sds.org/article/view/576/753 (consultato il 7 dicembre 2015).
6 L’interesse per il grottesco esiste fin dall’Antichità (es. parche, sirene, satire e ciclopi). Lo stesso Medioevo è ricco di mostri, bestie, chimere e dipinti angoscianti come quelli di Bosch, Grunewald e Brughel. Cfr. Jacques Batti, Malformations et maladies génétiques dans l’art et les cultures in “Histoire des Sciences Médicales”, XXX(3), 1996, pp. 309-322; si veda inoltre Danielle Foucaut dinis, Le sublime et le grotesque dans l’étude comparée de trois oeuvres : O Bobo de Alexandre Herculáno et NotreDame de Paris et Le Roi s’amuse de Victor Hugo in “Máthesis”, XIV, 2005, pp. 205-220.
7 Nella sua Préface à Cromwell Victor Hugo afferma che nel mondo il bello coesiste con il brutto, il deforme con il grazioso, il grottesco con il sublime, il male con il bene, l’ombra con la luce. In Hugo il grottesco è inoltre spesso legato alla sofferenza. Il suo Quasimodo, un individuo ridicolizzato dalla società, è forse l’esempio più lampante di questo concetto. Cfr. Victor Hugo, Préface à Cromwell (1827).
8 Cfr. Laura grande, Strange and bizarre. The history of freak shows in “The History Magazine”, XII (1), 2010, p.19.
9 Il generale Borulawsky era alto 71 cm. Cfr. Priscilla grace, A Wax Miniature of Joseph Boruwlaski Metropolitan Museum of Art 1981 in “Metropolitan Museum Journal”, XV; (1981), p. 178.
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 285
Parigi il famosissimo Phineas Taylor Barnum e di essere ingaggiato
come interprete nel corso del viaggio tra Francia e Belgio fatto allo
scopo di esibire il Generale Tom Thumb,10 uno dei nani diventati
10 Tom Thumb, il cui vero nome era Charles Sherwood Stratton viene ingaggiato da Barnum all’età di quattro anni. Nel 1844 lascia l’America per recarsi in un tour in Europa. Visita Inghilerra, Francia, Belgio, Scozia e Irlanda. Da febbraio a giugno del 1845 si trova a Parigi, dopodiché parte con Barnum per esibirsi in diverse cittadine francesi e belga. Cfr. in proposito Love in Miniature: Mr. And Mrs. Tom Thumb. Disability Studies for Teachers. Center on Human Policy. Accessibile a http://www.barnummuseumexhibitions.org/documents/LOVE_INMINIATURE.pdf (consultato il 18 dicembre 2015); si veda inoltre grande, Strange and Bizarre, cit.; Phineas Taylor Barnum e James W. Cook, The Colossal P.T. Barnum Reader: Nothing Else Like it in the Universe, 2005, pp. 78-82; Phineas T. Barnum, The Life of P.T Barnum, 2004, p. 80-85 ; Neil Harris, Humbug: The Art of P.T Barnum, Chicago e Londra 1973, pp. 100-103.
Fig. 121
Jòzef Boruwlasky è un
famoso nano di corte po-
lacco, conosciuto anche
con il nome di “Joujou”
286 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
in seguito tra i più famosi al mondo. Nella Ville Lumière questo
nano aveva avuto un successo incredibile: la gente lo aveva ammi-
rato, aveva inventato mode e giochi in suo onore, realizzato sta-
tuette e addirittura litografie. Ora però egli era partito per Londra,
lasciando Parigi senza un fenomeno di cui parlare. Monsieur Pinte
aveva quindi percepito il momento come ideale per ottenere lo stes-
so successo di Barnum. Attraverso la recente strada che da pochi
mesi collegava Schwändi11 con i centri più grandi giunge dunque
11 Per informazioni su Schwändi si consulti http://www.glarus-sued.ch/xml_1/internet/de/application/d242/f249.cfm (consultato il 1 dicembre 2015)
Fig. 122
P.T Barnum in compagnia
del famoso nano Charles
Sherwood Stratton,
meglio conosciuto come
Tom Thumb
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 287
in paese e inizia a fare pressioni sulla famiglia offrendo per la nana
considerevoli somme di denaro.
Alla tenera età di 16 anni Elsbeth, con o senza l’autorizzazione
dei genitori, lascia dunque il suo paese, la sua famiglia e quella
scuola che da poco aveva aperto a Schwändi. Come molti di questi
freaks non sentiva la minaccia dello sfruttamento e del maltratta-
mento, anzi vedeva in Pinte la possibilità di vivere in una grande
metropoli e di diventare famosa.12
Come Pinte aveva imparato osservando attentamente Barnum,
vi erano molte cose da fare prima di esibire un fenomeno. Biso-
gnava rendere il fenomeno unico rispetto a quanto visto preceden-
temente, organizzare la pubblicità, affittare una sala adeguata, ed
esibire per prima cosa la nana davanti al re e alla regina e ad ad
alcuni membri di spicco della società. Si doveva, in altre parole,
far sapere al grande pubblico che la nana si trovava in città e che
solo i fortunati avrebbero avuto l’opportunità di vederla.13 Per fare
tutte queste cose vi era naturalmente bisogno di tempo, tempo nel
quale alla nana era severamente proibito mostrarsi in pubblico o
recarsi dal medico. Farsi vedere in un contesto normale e riceve-
re una diagnosi sulla malattia avrebbe infatti rovinato l’aurea di
mistero e straordinarietà che la circondava.14 Nei lunghi momenti
di assenza di Pinte precedenti all’esibizione, Elsbeth viene quindi
affidata tramite contratto alla dame Koenig, una straniera che si
impegna a rispettare le clausole sopracitate, ovvero a non esibire
la nana. Tuttavia la Koenig preferirà occuparsi di Elsbeth più come
una madre, rientrando dunque in quel gruppo di persone che già
all’epoca consideravano l’esibizione di individui diversi come im-
morale e deplorevole e provavano pena nei confronti di questi spet-
tacoli scadenti.15
Pinte contatta nel frattempo “precettori di alto livello” affinché
insegnino ad Elsbeth i rudimenti del francese, nonché a ballare e
a migliorare il suo orecchio musicale e la sua voce da contralto. Fa
quindi tutto ciò che Barnum aveva fatto con Tom Thumb. Quello
che lo distingue è il fatto che non ritiene necessario insegnarle
ad imitare determinate pose come sapeva invece fare il Genera-
12 grande, Strange and bizarre, cit.13 Cfr. Love in miniature, cit.; si veda inoltre Harris, Humbug: The Art of P.T Barnum, cit. Barnum e cook, The
Colossal P.T. Barnum, cit.14 grande, Strange and bizarre, cit.15 grande, Strange and bizarre, cit.
288 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
le: egli era conosciuto infatti
soprattutto per la capacità di
imitare, con costumi sempre
appropriati, gli dei dell’Olim-
po come Cupido, il biblico
David, Napoleone, i soldati
della Rivoluzione Francese e
altri personaggi storici famo-
si.16
Come Barnum, Pinte af-
fitta la Salle Vivienne (vec-
chia Salle Musard) in rue Vi-
vienne: utilizzata in passato
da Philippe Musard17 e da
ballerine e musicisti di alto
livello, era stata abbandona-
ta per riaprire con la prima
esibizione di Tom Thumb.18
Pinte inizia poi a pubblicizza-
re la sua nana: ingaggia Jean
Alexix Rouchon19 affinché
realizzi dei bellissimi manife-
sti pubblicitari e acquista una
carrozza trainata da quattro cavalli del tutto simile a quella che
Barnum aveva comprato per Tom Thumb allo scopo di attirare l’at-
tenzione della città.20
Un bravo showman deve inoltre mentire sui suoi fenomeni al
fine di guadagnare più soldi.21 Pinte si inventa dunque una bio-
grafia: secondo questa, Elsbeth non sarebbe figlia di un semplice
manovale svizzero, ma pronipote del famosissimo medico e filoso-
16 grande, Strange and bizarre, cit.; cfr. inoltre Love in Miniature, cit.17 Philippe Musard è uno dei più famosi direttori d’orchestra del XIX secolo. E’ una persona ammirata, ma
anche derisa a causa del suo aspetto fisico.18 Barnum e cook, The Colossal P.T. Barnum, cit.19 Rouchon fu uno dei primi a realizzare manifesti a colori in un epoca in cui i muri di Parigi erano coperti
di piccoli manifesti ancora in bianco nero. Uno dei manifesti raffiguranti la nana è oggi conservato alla Salle Montesquieu di Parigi. Cfr. Jean-Alexis Rouchon – un pionnier de l’affiche illustrée, accessibile a http://www.rouchonparis.com/en/blog/image-de-la-semaine/jean-alexis-rouchon-un-pionnier-de-laffiche-illustree (consultato il 14 dicembre 2016).
20 Harris, Humbug: The Art of P.T Barnum, cit.21 grande, Strange and bizarre, cit.
Fig. 123
Uno dei primi manifesti
a colori realizzati da
Rouchon raffigura la
naine du Tyrol, Gallica,
Bibliothèque Nationale
de France
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 289
fo Jean George Zimmermann22 (1725–95)
e nipote di George Peter, un soldato che
aveva servito in Francia nel terzo reggi-
mento del Bourbon Dragon,23 partecipan-
do nel 1807 alla battaglia della Moskowa24
e morendo in seguito a fianco di Cauilain-
court25 (1773–1827). Suo padre era natural-
mente morto nel 1839 durante la lotta per
liberare il suo paese da un ferocissimo orso.
Sceglie infine un nuovo nome per la nana,
molto simile a quello utilizzato per Tom
Thumb: la marchesa di Lilliput. Elsbeth non
è infatti propriamente una nana, ma una
lillipuziana. Inoltre, la definisce la naine du
Tyrol, la nana del Tirolo, omettendo com-
pletamente la sua provenienza svizzera. E’
dunque lecito chiedersi come mai lui opti
proprio per il Tirolo.
Il XIX secolo è caratterizzato da un
grandissimo interesse per gli altri popoli,
per le altre culture e per gli altri modi di
vivere, in particolare quando con questi si
intendono persone provenienti dalla cam-
pagna, dalle montagne e ovviamente da altri continenti, e che
quindi, essendo ancora allo stato di natura, si avvicinano all’ide-
ale del bon sauvage e a quel paradiso perduto non corrotto dalla
civilizzazione.26 In molte narrazioni, diari e guide turistiche del
tempo le immagini del costume à la tyrolienne si trovano affiancate
22 Tra le molte opere da lui pubblicate, la più conosciuta è il Traité sur l’expérience en médecine (Parigi, 1774).
23 Fondato nel 1649, fu il reggimento di cavalleria del Regno di Francia, della Repubblica Francese e del Primo Impero.
24 Chiamata anche Battaglia di Borodino, fu combattuta durante la Campagna di Russia e rappresentò una delle più sanguinose battaglie delle guerre napoleoniche. Lo stesso Napoleone la definì “la più terribile delle mie battaglie”.
25 Armand Augustin Louis, marchese di Caulaincourt, è stato un generale e diplomatico francese del Primo Impero.
26 L’interesse per l’esotico e “l’altro” ha inizio con Montaigne (Essais, Des cannibales ) nel XVI secolo. Viene inoltre affrontato da Rousseau (Discours sur l’origine et les fondements de l’inégalité parmi les hommes, 1755) e Voltaire (Questions sur l’Encyclopédie, article “Homme”, 1770). Nel XIX secolo Delille, riferendosi in particolare alla campagna e alle montagne scrive: “L’accueil hospitalier d’un simple et bon sauvage (…)/L’air libre du vallon, l’abri de la montagne/M’offrirent vingt climats dans la même campagne”. Cfr. Jacques delille, Oeuvres, La Pitié, Poème en quatre chants, 1803. Per ulteriori informazioni sull’esotico si veda: Jean-François staszak, Qu’est ce que l’exotisme?, Le Globe, 148, 2008, pp. 7-30.
Fig. 124
Jean George Zimmer-
mann era un famoso
medico e filosofo.
La sua opera più nota è il
Traité sur l‘expérience en
médecine
290 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
a immagini di costumi indiani, messicani o berberi. Inoltre, Sviz-
zera e Tirolo, Tirolo e Baviera vengono spesso confusi e accorpati.
La maggior parte delle volte ciò che è legato alla montagna o a un
luogo dove la lingua non è facilmente comprensibile diventa Tiro-
lo. Il Tirolo si imprime in maniera indelebile nella mente del viag-
giatore: è pittoresco, romantico, selvaggio, esotico.27 E’ la terra che
ha visto nascere il coraggioso Andreas Hofer, un semplice oste in
grado di guidare un popolo contro l’invasore e ad opporsi ad una
27 Tra i libri dedicati al Tirolo abbiamo ad esempio Voyage pittoresque dans le Tyrol e Histoire et description de la Suisse et du Tyrol ; Nel Manuel du voyager en Suisse et en Tyrol vi è inoltre un’immagine di due persone in costume tradizionale accompagnata dalla scritta “Tyroliens dans le district de Tagernsée”. Vi è infine un libro dedicato all’origine della scatola di Camembert dove si afferma addirittura come questa sia stata inventata nella “Jura in Tirolo” (n.d.a: la Jura si trova in Svizzera).
Fig. 125
Nel corso del XIX secolo
sono moltissimi i libri e le
immagini che raccontano
del fascino suscitato dal
costume à la tyrolienne,
Gallica, Bibliothèque
Nationale de France
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 291
guerra ingiusta difendendo i propri valori e le proprie tradizioni. I
tirolesi si caratterizzano quindi per forza, passione, convinzione e
un patriottismo superiore al pericolo, alla seduzione e all’ingiusti-
zia. I tirolesi sono i vandeani dell’Austria, sono selvaggi, innocenti,
affascinanti e pericolosi allo stesso tempo.28 Il loro costume à la
tyrolienne diventa quindi un simbolo di forza e libertà. Nel XIX
secolo esistono più di 150 libri e opere teatrali in lingua francese
riguardanti la ribellione del 1809, a testimonianza del fascino che
essa suscitava negli animi del tempo. Non è quindi un caso che
Pinte, allo scopo di accrescere l’interesse nei confronti di Elsbeth,
la definisca proveniente da questo territorio. I francesi, al contrario
di questa aristocratica nana del Tirolo, sono stati invece corrotti
28 Nei Mélangés scientifique et littéraire ou Choix de ses principaux articles si legge: “Vaste citadelle militaire par sa position comme par le courage de ses habitants, le Tyrol est la Vandée de l’Autriche, le foyer d’un patriotisme supérieur aux dangers, aux séductions et même à l’injustice”. Alcuni libri dedicati ad Andreas Hofer comprendono André Hofer et l’insurrection du Tyrol en 1809 e il pezzo teatrale Les Français dans le Tyrol.
292 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
dalle rivoluzioni, sono barbari,
non galanti e welsche.29
All’inizio di febbraio del
1846 Elsbeth riceve finalmen-
te l’invito del re e della regina
e si reca alle Tuileries dove stu-
pisce Luigi Filippo e consorte
ballando walzer, polka, redowa
e mazurka. Subito dopo appare
nei saloni dell’aristocrazia. Ad
ospitarla sono ad esempio la
marchesa di M***30 in rue Verte,
e persino Adolphe Thiers (1797–
1877)31, noto politico e storico
francese. Di statura particolar-
mente bassa e simile al nano
Nicolas Ferry (1741–1764)32 era
considerato un autore piuttosto
scadente dai giornali di satira. I
sui soprannomi erano “odioso
piccolo nano”, “vecchio infa-
me”, “nano grottesco”, “invalido di Versailles”. In alcuni articoli
di satira si ipotizza addirittura una relazione tra lui e la nana, af-
fermando persino il progetto di un folle matrimonio nel secondo
arrondissement. Nel corso di queste apparizioni, Elsbeth si sposta
con la sua carrozza, attirando l’attenzione e mettendo in subbu-
glio diverse vie di Parigi e in particolare la Rue Richelieu quando
scende davanti all’Hotel des Princes poco prima della sua esibizio-
ne alla Salle Vivienne.
29 Così ci si riferisce ai francesi in uno degli ultimi articoli pubblicati nel 1847 riguardanti la nana (Almanach de l’Illustration, anno IV, p.45). Con il termine walsche ci si riferiva inizialmente a popolazioni celtiche e solo successivamente a popolazioni di lingua latina. In Tirolo viene utilizzato dai tedeschi in riferimento alla popolazione di lingua italiana. Stessa etimologia ha la parola welsh, gallese. Cfr. Carlo Battisti e Giovanni alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950-57.
30 Non sappiamo purtroppo di chi si tratti.31 Thiers è stato il secondo presidente della Repubblica Francese. E’ autore dell’Histoire de la Révolution
Française (1834). 32 Nicolas Ferry, meglio conosciuto come “Bébé” era il nano di corte Stanislas Leszczynski (1677-1766), re
di Polonia dal 1704. Cfr. Jean granat e Evelyne Peyre , Première étude du squelette de Nicolas Ferry alias “Bébé”, le nain de Stanislas Leszczynski, rôle de Buffon dans la conservation de ses ossements, accessibile a http://www.academie-polonaise.org/pl/images/stories/pliki/PDF/Roczniki_spec/buffon/granat.pdf p. 59; p. 63-64 (consultato il 13 dicembre 2016).
Fig. 126
Adolphe Thiers è
stato un politico e storico
francese. E‘ stato inoltre
il primo presidente
della Terza Repubblica
francese
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 293
Le esibizioni alla Salla Vivienne
Tra febbraio e marzo si esibisce infatti in questa sala in Rue Vi-
vienne.33 La prima apparizione davanti al pubblico la fa sempre
Monsieur Pinte, che presenta la sua lillipuziana raccontando del
suo successo al Teatro Imperiale di Vienna e della sua fama, che
il 5 marzo la condurrà persino a Londra. In proposito ci tiene a
33 La ormai scomparsa Salle Vivienne (Rue Vivienne 49) si trova in una fiabesca galleria oggi costellata da negozi di antiquariato e libri antichi.
Fig. 127
Oggi, dove un tem-
po sorgeva la Salle
Vivienne, vi sono negozi
di antiquariato e libri
antichi
294 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
sottolineare che non vi è molto tempo per vederla e che bisogna
dunque cogliere l’occasione.
Prima di lasciare la scena a Elsbeth vuole però narrare qualche
particolare riguardante la sua vita: racconta di come un giorno
la nana si perse in montagna durante un temporale e fu portata
a casa da un contadino all’interno di una marmitta, rimanendo
quindi perfettamente asciutta; e racconta del suo incredibile co-
raggio, quando una notte tornando a casa riuscì a sfuggire ad un
lupo feroce infilandosi in un buco della stalla.
Elsbeth fa quindi il suo ingresso sulla scena in compagnia del gi-
gante delle Antille, un ragazzo di soli dieci anni. Se il grottesco
Fig. 128
La nana del Tirolo
durante un‘esibizione
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 295
nel XIX secolo piace, quello che interessa ancora di più è il con-
trasto tra due cose diversamente grottesche. Mentre i due fanno
il giro della sala catturando l’attenzione degli spettatori Monsieur
Pinte elargisce consigli su chi invitare a cena, affermando che sa-
rebbe naturalmente più opportuno invitare la nana in quanto si
accontenta di tutto e in particolare di uova di piccione. Il gigante
invece ha un incredibile appetito e si nutre di due libbre di pane
per pasto, facendo ben quattro pasti al giorno. Inoltre non si ac-
contenta di pane secco, ma esige antipasti di ogni genere, cosce
di pecora e vitelli interi. I suoi polpacci sono talmente grandi da
poter utilizzare come giarrettiera il cinturone di una guardia na-
zionale a cavallo. Il suo sogno naturalmente è quello di tornare in
Patagonia per poter vivere in pace assieme ai suoi simili.34
A questo punto il gigante abbandona la scena e la nana si esibisce
ballando “come un vero ratto dell’opera”. Canta in tedesco e in
francese, nonostante si percepisca ancora la sua insicurezza nell’e-
sprimersi in questa lingua.
Dopo l’intervallo rientra poi sulla scena indossando con eleganza
un costume tradizionale: un corsetto di velluto stretto in vita,
un’ampia gonna rossa con bordo di velluto nero e un grazioso
cappellino posizionato sull’orecchio. Pinte lo definisce ovviamen-
te “il pittoresco costume du Tyrol”.35 Come precedentemente det-
to, la gente non faceva differenza tra i diversi costumi, purché
evocassero loro la montagna e un ambiente remoto e selvaggio
lontano dai rumori della città. Ad accompagnarla musicalmente
non possono che esservi les quatre chanteurs du Tyrol con il loro pit-
toresco costume tradizionale: François, Joseph, Alois e Catherine
34 Il mito dei giganti della Patagonia catturò l’immaginario europeo per moltissimo tempo. La prima citazione di questa “razza” risale al 1520 e ai primi viaggi di Magellano. Nel 1600 anche il nipote di Francis Drake cita questi giganti. Nel 1700 il mito affascinava ancora gli Europei.
35 Nelle poche raffigurazioni rimasteci della nana, il costume sembra assomigliare molto a quello indossato dalle giovani ragazze di Berna. Tuttavia, come suggerisce Siegfried de Rachewiltz, potrebbe trattarsi di una combinazione di fantasia e realtà, come accadeva spesso in diverse raffigurazioni “alpineggianti” dell’epoca.
296 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
Oettl.36 Questi sono originari di Landeck nell’Oberinntal e sono
dunque realmente tirolesi. Dopo essersi esibiti con successo da-
vanti alla duchessa di Galliera, la contessa di Osmond e la princi-
pessa di Trémoille37 sono diventati famosi a Parigi grazie a quello
jodeln che tanto ricorda il canto degli uccelli di montagna e che è
presente nei ritornelli di molte canzoni tirolesi. Inoltre essi avevano
reso note le musiche di Joseph Gungl (1810–1889), un eccellente
compositore particolarmente famoso in Germania. Lo spettacolo
che ne risulta è dunque incredibilmente esotico e sembra soddi-
sfare le esigenze della scoperta dell’”altro” tipiche del XIX secolo:
danze, costumi e addirittura musiche tirolesi affiancate ad un gi-
gante delle Antille. Ad esibirsi poi sono “veri tirolesi” e non fran-
cesi che fanno finta di essere contadini, cacciatori e paesani del
Tirolo come nelle opere teatrali contemporanee “La Tyrolienne” o
“L’Aveugle du Tyrol”.
L’insuccesso parigino
Questi spettacoli non ottengono però il successo che Pinte aveva
sperato. Nel tentativo di trovare una ragione egli accusa quindi la
dame Koenig di non aver rispettato il contratto secondo il quale la
nana non doveva essere esposta al pubblico prima dell’esibizione.
Egli richiede quindi al tribunale del commercio che la nana ritor-
ni sotto il suo totale controllo e che la dame Koenig lo risarcisca di
10.000 franchi per i danni subiti, tra i quali i soldi spesi per istru-
ire la nana nelle diverse discipline e che non gli sono rientrati con
i profitti degli spettacoli alla Salle Vivienne. La Koenig si rifiuta
però di pagare affermando di non aver agito a scopo di lucro, ma
di aver invece rispettato la dignità della persona, fatto piuttosto
raro all’epoca. Replica inoltre che quello che lui esige come risarci-
36 Si veda in proposito l‘articolo presente nel Frankfurter Journal, Beilage Didaskalia, Blätter für Geist, Gemüth und Publizität, anno 9, n.28, giovedì 1 febbraio 1849: “Frankfurt a. M. – Nächsten Freitag den 2. Febr., wird die Familie Oettl aus Landeck in Tyrol eine musikalische Abendunterhaltung im Saale des Hauses Mozart geben. Diese beliebte Sängerfamilie, Katharina, Joseph, Franz und Aloys fand auf ihrer Kunstreise durch Deutschland und Frankreich überall die freundlichste Aufnahme und ist im Besitz eines Albums, das sowohl durch die lobenden Zeugnisse, welche die Künstler allenthalben ernteten, wie durch die Autographen berühmter und hochgestellter Personen, welche es enthält, von besonderem Interesse ist.“. Si ringrazia Mag. Armin Torggler per la gentile informazione.
37 Si tratta rispettivamente della filantropa genovese Maria Brignole Sale de Ferrari (1811–1888); di Adèle d’Osmond (1781–1866), la quale teneva un salotto culturale con il marito a Parigi; e di Charlotte (o Eléonore) de la Trémoille.
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 297
mento è da considerarsi nullo in quanto immorale. Il tribunale la
giudicherà tuttavia colpevole, incarcerandola in quanto straniera
e obbligandola a risarcire Pinte, ma di soli 2300 franchi.
E’ molto probabile che l’esposizione illegittima della nana di cui
la dame Koenig viene accusata abbia però poco a che fare con
l’insuccesso. Il compito di uno showman era quello di reclutare
una persona affetta da una particolare deformità e di trasformarla
in una attrazione,38 All’epoca Pinte doveva però confrontarsi con
la crescente presenza di nani sul mercato, fatto che rendeva na-
turalmente meno curiosa la sua nana, e l’incredibile successo di
Barnum, il quale, oltre a rinnovare completamente il mondo del
circo, era riuscito a portare Tom Thumb a fama mondiale.39 Inge-
nuamente Pinte aveva pensato che la sola assenza del nano a Pari-
gi avrebbe dato spazio al suo fenomeno. Ma purtroppo, l’entusia-
smo iniziale dei “capricciosi” parigini era stato di breve durata. Un
nano simile vi era già stato e i suoi spettacoli erano di gran lunga
migliori perchè ad allestirli vi era una persona competente come
Barnum. In questo contesto Elsbeth viene addirittura definita
“la rivale di Tom Thumb”. Inoltre, nel 1846, la crisi economica
causata dalla monarchia di luglio, i crescenti problemi del settore
agricolo e le frequenti alluvioni dell’autunno40 avevano spostato
l’attenzione del pubblico su questioni più gravi ed urgenti.
Una meteora tra Londra e Lione
Alla ricerca di nuovi successi Pinte ed Elsbeth lasciano quindi Pa-
rigi per recarsi inizialmente a Londra, dove la fama di Tom Thumb
oscura ancora una volta le esibizioni della nana, per tornare poi in
Francia nell’autunno del 1846. A novembre la nana si trova a Lione
quando una grave alluvione colpisce la zona della Loira. Il fiume
si alza di quattro metri distruggendo gli argini e i ponti di molti
paesi. E’ l’inondazione più grave del secolo.41 Pinte coglie dunque
38 grande, Strange and Bizarre, cit.39 Barnum e cook, The Colossal P.T. Barnum, cit; Barnum, The Life of P.T Barnum, cit; Harris, Humbug: The Art
of P.T Barnum, cit. 40 William Fortescue, France and 1848: the end of monarchy, Londra e New York 2005, p.4341 Historique des grandes crues de la Loire. Etude EGRAIN diagnostique, Minéa settembre 2008, p. 7.
Accessibile a http://www.etude-egrian.fr/IMG/pdf/EGR_400_PRE_014_HistoireGdeCrue.pdf (con-sul tato il 14 dicembre 2015)
298 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
l’occasione per far esibire la nana
in favore degli alluvionati. Alla
Rotonde un palco viene innalzato
apposta per lei al centro della sala.
La serata dura dalla cinque a mez-
zanotte ed è indimenticabile: tut-
ta la Rotonde è illuminata in modo
straordinario da candele a gas e
400 vetri colorati. Elsbeth compa-
re più volte nel corso dello spetta-
colo: una volta ballando walzer,
polka, mazurka e le quadriglie più
moderne;42 un’altra indossando il
costume tirolese ed esibendosi in
canti e danze della sua terra natia.
I 35 musicisti che la accompagna-
no sono diretti da M. Cherblanc,43
mentre la cornetta è suonata da
Adolphe Appian (1818–1898).44 Il
1° gennaio 1847 Elsbeth è ancora a
Lione e si esibisce da mezzogiorno
fino a sera in quai Bon Rencontre,
indossando questa volta il suo co-
stume tirolese e addirittura quello
che aveva indossato quando l’an-
no prima era stata accolta da Luigi
Filippo.45
42 Una di queste quadriglie è stata scritta per lei da Mariano Bolognesi (1825–1899), militare, pedagogo e compositore peruviano. Tale quadriglia prende proprio il nome di “La marchesa di Lilliput”.
43 Si tratta molto probabilmente del violinista Jean Louis Cherblanc.44 Si tratta di un pittore francese nato a Lione. Fino al 1852 si divide però tra musica e pittura, dedicandosi
successivamente solo alla seconda arte. 45 Ne Le Censeur di Lione si legge: “A dater du 1er janvier, Mlle Zimmermann, la célèbre naine du Tyrol,
surnommée la marquise de Lilliput, la fiancée du général Tom Pouce, âgée de 18 ans, taille de 69 centimètres, pesant 9 kg, recommencera ses séances depuis midi jusqu’au soir, quai Bon Rencontre, 60. Mlle la marquise paraitra en costume de ville, en Tyrolienne, et dans son costume de cour qu’elle portait à Paris lorsqu’elle fut présentée aux Tuileries. Les pensionnats et les personnes qui désireraient voir la petite marquise dans leur domicile peuvent s’adresser directement à Mlle Zimmermann, quai Bon Rencontre, 60.”
Fig. 129
Illustrazione da “L‘Aveugle du Tyrol”, Gallica, Bibliothèque
Nationale de France
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 299
Fig. 131
Quadriglia per mani
piccole composta da Ma-
riano Bolognesi nel 1846,
Gallica, Bibliothèque
Nationale de France
Fig. 130
Adolphe Rouargue, Veduta su Lione, circa 1860
300 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
Fine di un fenomeno
Questa sarà una delle sue ultime apparizioni. La crisi economica
si fa sempre più aspra e le condizioni della classe operaia sempre
più precarie: nel 1848 scoppiano le rivolte popolari e Parigi viene
travolta dalle barricate. Il re fugge e dopo il colpo di stato del 1851
la Francia passa sotto il governo conservatore di Luigi Napoleone
Bonaparte.46 In questi anni Elsbeth si esibisce al Carré Marigny su-
gli Champs Elysées, la cosiddetta “città dei mostri”.47 Qui Elsbeth
condivide la sua “baracca” con un gigante spagnolo di 23 anni alto
2 metri e 30. Accanto a lei vi sono le gemelle siamesi le quali sono
46 Jonathan sPerBer, The European Revolutions, 1848-1851, Cambridge 2005, pp. 8-20.47 Non sappiamo purtroppo le date esatte di queste sue apparizioni. E’ però possibile che si tratti del 1848,
quando un ambulante di nome Lacaze inaugura al Carré Marigny una baracca chiamata “Le Chateau d’enfer”, nel quale si svolgono spettacoli dal titolo “physique amusant, fantasmagorie et curiosité”. Possiamo ipotizzare che abbandonata da Pinte, la nana non sia stata in grado di trovare un lavoro, come spesso accadeva a persone affette dalla sua patologia. Decise quindi di ripiegare sul circo. Questo circo verrà soppresso negli anni 60 del 1800 da Napoleone III; Miranda gill, Eccentricity and the cultural imagination in NineteenthCentury Paris, New York 2009, pp. 141-145.
Fig. 132
Con la rivoluzione del
1848 i parigini presero il
controllo della città e il re
fu costretto ad abdicare
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 301
unite negli organi principali e separate per cervello, cuore e intel-
ligenza. Oltre a loro vi sono persone con sei piedi, quattro gam-
be, due teste, individui con due stomaci, persone provenienti da
Lapponia e Antille e con usi e costumi completamente diversi dal
normale; individui che camminano sulle mani e che si nutrono di
sassi, torce infuocate e spade; cavadenti, acrobati e animali prove-
nienti dalle zone più remote del mondo. Questa “città” mostruosa,
orribile, affascinante, cosmopolita e gioiosa allo stesso tempo cat-
tura lo spettatore per il rumore, il suono di tamburi e clarinetti, gli
odori di cibo e di fritto e i colori di luoghi lontani. Un ambiente
molto diverso da quello in cui si era trovata Elsbeth prima della
guerra, un ambiente più difficile e in cui si era più soggetti ad ogni
tipo di sopruso.
Il ritorno a casa
Stanca di essere sola ed isolata come molti fenomeni da baraccone,
esausta, amareggiata e senza un soldo, Elsbeth decide quindi di tor-
nare nella sua lontana Schwändi. I genitori e i fratelli la accolgono
nuovamente fra le mura della loro casa. Gli anni nel frattempo pas-
sano: negli anni 60 del 1800 il dibattito sull’immoralità e il degra-
do di questi shows si fa più acceso. Con l’avvento del treno, e quin-
Fig. 133
Nel XIX secolo il Carré
Marigny veniva definito
la “città dei mostri”,
Gallica, Bibliothèque
Nationale de France
302 Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol
di di viaggi più frequenti, e con l’introduzione di nuove tecniche
e diagnosi in ambito medico si avvicina la fine dei freakshows.48
Con la morte dei genitori e il matrimonio dei fratelli minori
non vi sarà più spazio per Elsbeth. Morirà infatti da sola il 2 febbra-
io 1895, senza essersi mai sposata, in una casa per i poveri a Gla-
rona.49 Nel corso della sua vita si dice che non si ammalò mai. Nel
suo cuore tenne sempre vivo il ricordo della marchesa di Lilliput e
della nana del Tirolo. Ogni tanto pensava anche a tutti i nomi che
le erano stati dati: “bottiglia di champagne”, “grazia microscopica”,
“abbozzo della natura umana”, “giocattolo animato”. Viene sponta-
neo chiedersi se sia riuscita a conservare fino alla fine della sua vita
quel sorriso gioioso che la caratterizzava sulla scena.
Conclusione
Nel corso della storia il nanismo ha sempre destato nell’immagina-
rio collettivo una curiosità generata dal lusus naturae, l’elemento di
disarmonia nella creazione:50 la deformità dei nani colpisce, colpi-
sce il loro modo comico di camminare e il loro corpo attrattivo e re-
pellente allo stesso tempo.51 Giullari nelle corti europee, meraviglie
della natura da esibire per prestigio o per denaro, offerti in regalo,
venduti, collezionati come oggetti, parte integrante dell’entoura-
ge di re, imperatori, nobili e persino papi.52 Ma allo stesso tempo
emarginati, anomali, espressione vivente dell’inconsueto, esseri
privi di valore sociale, immaturi, inferiori, lascivi, alcolizzati e va-
nitosi.53 A loro si aprivano le porte delle corti europee e dei saloni.
La loro paga era più elevata di qualsiasi normale persona che an-
dasse a vederli. Ma il prezzo da pagare erano i soprusi, l’obbligo di
indossare abiti ridicoli, la perdita della libertà e l’impossibilità di
condurre una vita normale. Come scrivono giustamente Cetorelli e
48 Henry Meyhew sarà il primo a parlarne nel suo London Labour and the London Poor (1861). Cfr. grande, Strange and Bizarre, cit.
49 Si ringrazia per la gentile informazione la Dott.ssa Klamm dell’archivio di Glarona.50 Gabriella cetorelli scHivo, Nani nel mondo antico Aspetti storici, archeologici e sociali dell’acondroplasia
nell’Antichità. Accessibile a http://www.auditorium.info/wp-content/uploads/I%20nani%20dal%20mondo%20antico.pdf (consultato il 13 dicembre 2015).
51 Tito saFFioti, Gli occhi della follia. Giullari e buffoni di corte nella storia e nell’arte, Milano 2013, p.58.52 cetorelli scHivo, Nani nel mondo antico, cit.; cfr inoltre saFFioti, Gli occhi della follia, cit.; Betty M.
adelson, Dwarfs: The Changing Lives, cit.; grace, A Wax Miniature of Joseph Boruwlaski, cit.53 cetorelli scHivo, Nani nel mondo antico, cit.; Walter mercer/Robert B. dutHee/George Bentley, Mercer’s
Orthopaedic Surgery, Londra 1983.
Anna Bernardo | Sulle tracce della naine du Tyrol 303
Schivo: riche ou pauvre, noble ou routier, nain de foire ou nain de cour,
toute l’historie témoigne, depuis l’Antiquité, de l’impossible insertion so-
ciale des nains.54
La tragica storia di Elsbeth Zimmermann è solo una delle tante
storie di nani purtroppo rimasti anonimi nel tempo. Facendo ri-
vivere questa donna ho quindi tentato di restituire voce e dignità
a tutti coloro che, dopo averci regalato tanta ilarità, sono troppo
rapidamente caduti nell’oblio.
54 cetorelli scHivo, Nani nel mondo antico, cit.