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1\.0. MDtXII
Pubblicazioni del Centro di studi interdisciplinari sulle province romane dell'Università degli Studi di Sassari
UchiMaius3 a cura di Cinzia Vismara
AD.MDLXII
Centro di studi interdisciplinari sulle province romane
Università degli Studi di Sassari
UchiMaius3
Institut National du Patrimoine de Tunisie
collana diretta da Mustapha Khanoussi e Attilio Mastino
I frantoi Miscellanea
a cura di Cinzia Vismara
con la collaborazione di Caterina M. Coletti, Liliana Guspini
testi di Monica Baldassarri, Marco Biagini, Franco G.R. Campus, N adi a Canu,
Cecilia Cazzona, Caterina M. Coletti, Fabrizio Delussu, Giuseppe Fontanazza, Luigi Gambaro, Liliana Guspini, Paola Labombarda,
Andreina Magioncalda, Tiziano Mannoni, Patrizia Olia, Michela Scamosci, Alessandro Teatini, Esmeralda U ghi, Cinzia Vismara
EDITRICE DEMOCRATICA SARDA
SASSARI 2007
In copertina: Foto di Cinzia Vismara
Redazione: Centro di studi interdisciplinari sulle province romane
Viale Umberto, 52 - 1-07100 Sassari Te!. 0792065203 Fax 0792065241 email: [email protected]
© EDES EDITRICE
ISBN 88-6025-032-3
EDES - Editrice Democratica Sarda
071 00 Sassari
Stampa:
TAS Tipografi Associati Sassari
Zona Industriale Predda Niedda sud str.10
Te!. 079.262221- 079262236
07100 Sassari
Appendice A Le pietre impiegate nelle strutture dei frantoi FABRIZIO DELUSSU
Per chiarire che tipo di roccia sia stato utilizzato per realizzare le strutture dei torchi oleari messi in luce in vari settori di V chi Maius sono stati esaminati 7 campioni provenienti dall'Area 25 .000 prelevati durante la campagna di scavo del 1998. I campioni sono i seguenti: campione 1 (base di pressa grande), campione 2 (contrappeso), campione 3 (base di pressa piccola), campione 4 (contrappeso), campione 5 (contrappeso) , campione 6 ( contrappeso), campione 7 (iscrizione utilizzata come contrappeso1). Tutti i campioni sono stati sottoposti ad analisi petrografica in sezione sottile condotta al microscopio polarizzatore2 •
Sulla base delle indagini di laboratorio i campioni 1, 2, 3, 4, 5 risultano costituiti da arenaria composta quasi interamente da quarzo granulare e, in piccolissima percentuale, da minerali pesanti come la magneti te. È possibile osservare anche rari feldspati, lamelle di muscovite e piccoli frammenti di rocce metamorfiche. Sulla base di tali caratteristiche questi campioni sono stati classificati come areniti quarzose3. Si tratta di rocce clastiche terrigene costituite da sedimenti che presentano una granulometria compresa tra 1/16 di mm e 2 mm.
Tutti i campioni mostrano un alto indice di maturità mineralogica in quanto contengono più del 95 % di minerali stabili, rappresentati in questo caso dal quarzo. L'indice di maturità tessiturale è alto poiché il sedimento non contiene argilla e i granuli sono ben assortiti ma poco arrotondati4.
Il quarzo presenta in tutti i campioni un'estinzione Fig. A. 1. Campione 3 (base di pressa piccola). Microfoto-ondulata e talvolta un abito policristallino; la morfolo- grafia in sezione sottile a nicols incrociati; ingrandimenti x gia esterna, osservàbile solo su singoli cristalli (quarzo 50.
monocristallino) varia da subangolosa a subarrotonda-ta. Negli altri casi è difficile valutare l'arrotondamento dei granuli poiché gli effetti della compattizzazione e della cementazione hanno mascherato la forma originaria dei granuli. Inoltre i contatti tra i granuli sono irregolari
1 Vchi Maius 2,2006,207-209, n° 73 = e/L, VIII, 26272.
2 Le sezioni sottili e le microfotografie sono state eseguite presso il laboratorio petrografico PETROLAB ITALIA con sede a Roma. Si ringraziano i responsabili Dott. Marco Fiocco e Dott. Domenico Mannetta per la cordialissima collaborazione, gli utili consigli e la determinazione dei fossili.
3 FOLK 1974.
4 ADAMS et alii 1988.
494 Uchi Maius
Fig. A. 2. Campione 2 ( contrappeso). Microfotografia in sezione sottile a nicols incrociati; ingrandimenti x 50.
Fig. A. 3. Campione 7 (iscrizione cat. 73). Microfotografia in sezione sottile a nicols paralleli; ingrandimenti x 70.
per effetto del processo di dissoluzione sotto pressione che causa la distruzione della porosità e la saturazione degli spazi intergranulari.
In particolare i campioni 1,3,4 sono costituiti da un'arenaria composta da quarzo a granulometria fine (fig. A. 1), mentre nei campioni 2 e 5 il quarzo si presenta in macrogranuli (fig. A. 2). Il campione 4 si distingue ulteriormente5 per essere costituito da quarzo prevalentemente subarrotondato, per una maggiore presenza di microclino e, in misura minore, di plagioclasio.
I campioni 6 e 7 sono stati classificati come biomicriti (rocce carbonatiche). Il campione 7 (I 166) rappresenta una biomicrite addensata (fig. A. 3), sulla base della classificazione di Folk6, e una "packstone" (calcarenite lutitica), in base alla classificazione di Dunham7. È costituito per la maggior parte da bioclasti e frammenti di echinodermi, tra i quali si riconoscono Nummulites e frammenti di Discocyclina e Assilina. Sono presenti anche piccoli granuli di quarzo e ossidi di ferro.
Il campione 6 (fig. A. 4) è simile al precedente (biomicrite addensata; "packstone") ma Nummulites e Assilina sono più grandi e abbondanti. Entrambi i campioni sono di età eocenica.
5 Questo campione si caratterizza macroscopicamente per una tessitura saccaroide facilmente sfaldabile.
6 FOLK 1959,1962.
7 D UNHAM 1962.
Le pietre 495
Fig. A. 4. Campione 6 (contrappeso). Microfotografia in sezione sottile a nicols paralleli; ingrandimenti x 70.
Fig. A. 5. Cava di arenaria di Henchir Khima: fronte antico di estrazione.
Fig. A. 6. Cava di arenaria di Henchir Khima: fronte antico di estrazione.
Le analisi hanno dimostrato che per la costruzione dei torchi dell' Area 25.000 è stato preferito l'uso delle areniti quarzose (5 campioni su 7): in arenaria sono realizzati la base di pressa (ara) grande, la base di pressa piccola e 3 contrappesi. In particolare si può notare che le due arae sono fabbricate utilizzando il medesimo tipo, sotto il profilo granulometrico, di arenite quarzosa. Solamente per altri due contrappesi è stato preferito il calcare organogeno. Tra l'altro, uno di questi è costituito da una base di statua riutilizzata, fenomeno che ha suggerito per queste strutture una datazione piuttosto tarda, probabilmente posteriore al IV sec. d.C.8
Gli altri torchi oleari di Vchi Maius sono costruiti con lo stesso tipo di rocce descritte in questa sede. La preferenza accordata alle areni ti quarzose, segnatamente per modellare le arae, se non è un fatto casuale, potrebbe dipendere dalla relativa facilità di lavorazione che offrono e dalla buona disponibilità nelle immediate circostanze della città. Le biomicriti sono anch'esse disponibili nelle formazioni eoceniche affioranti nella regione9.
Cave di pietra, ancora oggi riconoscibili, sono note nei dintorni di V chi Maius , come ad Henchir Khima (figg. A. 4-5).
I numerosi impianti di spremitura attestati nei contesti dell ' Africa romana sono solitamente realizzati con l'uso della pietra disponibile sul postolO• Nella maggior parte dei lavori pubblicati non viene specificata la quali-
8 Vchi Maius 2 2006, 207-209, n° 73 cfr. nt.L
9 LACROIX et alii 1948.
10 FRANKEL 1999, 94-98.
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tà della roccia utilizzata per fabbricare i torchi; tuttavia questo dato può essere ricavato, con opportune cautele, dallo studio della cartografia e della bibliografia geologica locale disponibile. In ogni caso le rocce più comuni e diffuse in gran parte dei centri sono il calcare e l'arenariall .
Si possono citare i ritrovamenti nei dintorni di Dougga12, di Vthina13 (Oudhna), di Madauros (Mdaourouch) e Thuburbo Maius (Henchir-Kasbat)14, del territorio di Cillium (Kasserine) e Sufetula (Sbeltla)15 e della regione dell' Aurès16. L'utilizzo della pietra nei torchi oleari non è comunque esclusivo. Negli impianti di spremitura italici, infatti, le arae sono in genere realizzate in laterizio oppure ricavate nei pavimenti in opus spicatum17•
Il ROMANELLI 1970,53.
12 Rus Africum 2000, 22-29; tra la documentazione fotografica relativa agli oleifici censiti, nei quali rientrano anche quelli di Vchi Maius, le figure 63 e 64 mostrano basi di torchio in arenaria rosa. Basi di pressa e contrappesi in arenaria sono stati segnalati durante ricognizioni nel nord della Tunisia, cfr. GERNER HANSEN 1995,215,228.
13 BARRAVD et alii 1998, 18l.
14 CAMPS-FABRER 1953,44-63.
15 MATIINGLY, HITCHNER 1993.
16 MORIZOT 1993.
17 MEDRI 1985,248.