13
Roma, 12 novembre 2015 Focus magazine Il Piano Juncker, i fondi Ue e i PPP per la crescita www.FASI.biz SOMMARIO Con il patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione europea

éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

Roma, 12 novembre 2015

Focus magazine

Il Piano Juncker, i fondi Uee i PPP per la crescita

www.FASI.biz

SOMMARIO

FONDI UE, PIANO JUNCKER E QE DIDRAGHI, TANTI SOLDI CHE NONSAPPIAMO SPENDERE

PIANO JUNCKER - ENTI E IMPRESE ALAVORO SU PROBLEMI E SOLUZIONI

FONDI UE E PPP – SITUAZIONE ITALIANA,PROGETTI E BEST PRACTICES

PIANO JUNCKER - PIATTAFORMAITALIANA IN RAMPA DI LANCIO

PIANO JUNCKER - PIU' DI 60 PROGETTIPRONTI. COMITATO ESPERTI ATTIVO ANOVEMBRE

PIANO JUNCKER - NEL 2016 PER ITALIAUN MILIARDO DI INVESTIMENTI

PARTENARIATI PUBBLICO PRIVATO-PPP -OPPORTUNITA' DA FONDI UE 2014-2020

FONDI UE - BRUXELLES PUBBLICA LINEEGUIDA PER APPALTI PUBBLICI

02

03

04

06

07

08

09

11

PARTENARIATI PUBBLICO-PRIVATI-PPP,UNA IMPORTANTE OPPORTUNITA' DISVILUPPO PER ITALIA E EUROPA

CODICE APPALTI: PARERI E STUDI DIFATTIBILITA', COME CAMBIA IL PROJECTFINANCING

12

13

Con il patrocinio della Rappresentanza in Italia dellaCommissione europea

Page 2: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

www.FASI.biz

I piani europei per la crescita siscontrano con la burocrazia e scarsecompetenze che impediscono larealizzazione di investimenti.

I presidenti della Commissione europeae della BCE Jean Claude Juncker eMario Draghi hanno avviato piani perstimolare il rilancio degli investimenti edei consumi. Questi sforzi saranno peròvani se i Paesi membri nonsemplificheranno la vita ad enti eimprese.

Il piano Juncker presta il fianco agliscettici per l'entità del moltiplicatoredelle risorse finanziarie disponibili, 21miliardi di euro, che dovrebbero portarea circa 315 miliardi diinvestimenti. L'ambizione di questopiano, tuttavia, è sostenuta dai bassitassi di interesse e dalla liquiditàgenerati dall'azione sui mercati dellaBanca Centrale Europea, che neaumentano le probabilità di conseguirel'obiettivo. I 21 miliardi sono messi agaranzia di finanziamenti erogati dallaBEI, e faranno da traino a altri prestiti delmercato bancario e al capitale privato.

Il Quantitative Easing di Mario Draghidovrebbe poi sostenere anche la ripresadei consumi, primo motore di stimolodegli investimenti. Per i cittadini è oggipiù facile e meno costoso ottenere unprestito per cambiare la lavatrice.L'incremento della domanda dovrebbepoi stimolare investimenti delle impreseper aumentare la capacità produttiva epermettere loro di assumere personale. Ilcondizionale, però, è d'obbligo: se unimprenditore che voglia ampliare uncapannone continuerà a doverattendere diversi mesi prima di ottenerei necessari permessi, gli sforzi europeisaranno vani. Sugli investimenti delsettore pubblico non c'è bisogno distime del moltiplicatore dei problemiburocratici. L'evidenza è consolidata e lasemplificazione ormai quasi un'utopia.L'Europa ha poteri limitati, sono i governiche devono rapidamente migliorare lasituazione. Se non sono possibiliinterventi sul carico fiscale, chepotrebbero favorire una veloce ripresadei consumi, sarebbe necessarioalmeno mettere gli imprenditori incondizione di lavorare con gli enti locali,per realizzare investimenti:

Fondi UE, PianoJuncker e QE di Draghi,tanti soldi che nonsappiamo spendere

www.FASI.bizwww.FASI.biz

2

- che soddisfino reali esigenze di sviluppoterritoriale,- che garantiscano criteri di economicità eproduttività,- che consentano di rimborsare ifinanziamenti necessari ad attivarli.

I contratti di partenariato pubblico-privatocominciano ad avere un ruolo importante inItalia (dati Cresme) ma solo per investimentidi limitate dimensioni. Che siano stipulatiper opere o per servizi, vale comunque lapena di utilizzarli sempre di più. Il governo siadopera nello sfornare linee guida econtratti standard, che diventano peròinutili quando mancano le autorizzazioni ole opere sono complesse e di dimensionirilevanti. Entra quindi in gioco il fattore culturale, laradice del problema. Quelli diretti adaumentare le competenze tecniche eamministrative,

tanto nel pubblico che nel privato, sonoinvestimenti da realizzare subito, anchesfruttando i fondi strutturali a disposizione.

Il problema ormai non è la scarsità dirisorse finanziarie. Tra fondi Ue 2007-2013ancora non spesi, la nuovaprogrammazione 2014-2020, il Fondo didi Sviluppo e Coesione con circa 40miliardi di euro, largamente inutilizzato daanni senza che nessuno lo raccontinonostante la grave crisi economica dafronteggiare, i finanziamenti del pianoJuncker e la liquidità generata dallaBCE, non si dica più, per favore, che non cisono i soldi.

C'è solo tanta incapacità di spenderli,soprattutto di spenderli bene, cominciandoa semplificare e a creare le competenzeper aumentare la qualità e fattibilità deiprogetti.

www.FASI.bizwww.FASI.bizwww.FASI.bizwww.FASI.biz

Jean-Claude Juncker

Page 3: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

Ambiente ed energia, cultura eturismo, infrastrutture erigenerazione urbana sono i temidei tavoli di lavoro organizzatinell'ambito dell'evento NOI per losviluppo locale - NetworkingOperativo di Integrazione.

Dalla formazione nella PA allacreazione di reti, dal cambiamentoculturale negli stakeholder allosnellimento della burocrazia, fino alnodo risorse finanziarie, molte delleesigenze manifestate dagli attoriintervenuti ai tavoli dell'evento NOIper lo Sviluppo locale, dedicato aPiano Juncker, fondi Ue e PPP, sonocomuni a più settori, anche se nonmancano le specificità.

www.FASI.biz

Le ricadute sono visibili anche intermini economici: fare cultura eformazione all'interno della PApermette di sviluppare le competenzedel personale e di ridurre il ricorso aconsulenze esterne.

Importanza delle retiD'altra parte, per cogliere opportunitànel campo della green economy, èemerso, è essenziale anche fare rete.Basti pensare al tema del riuso deiRAEE, i rifiuti da apparecchi elettrici edelettronici che possono essere alcentro di partenariati tra chi si occupadella loro raccolta e chi riutilizza a finiindustriali i materiali recuperati. La creazione di reti è un tema ancorapiù urgente alla luce di alcune novità

Piano Juncker - entie imprese a lavoro suproblemi e soluzioni

www.FASI.bizwww.FASI.biz

3

Progetti integratiIl tema dello sviluppo di reti porta con sèconseguenze rilevanti anche sulla natura deiprogetti. Nel caso del turismo e della cultura, adesempio, significa passare dal modello Pompei -un successo dal punto di vista del publicprocurement, un fallimento in termini dicoinvolgimento dei territori - a progetti integrati,che mettano insieme valorizzazione del patrimonioculturale, ospitalità turistica, filiera eno-gastronomica, mobilità. Questo richiede uncambiamento culturale negli stakeholder, lacapacità di innestare filiera all'interno e all'esternodei beni oggetto degli investimenti e di coinvolgereanche partner industriali. E' quanto si sta facendo,ad esempio, nelle Marche, dove grazie a unasinergia con il consorzio Verdicchio di Matelicaoggi il teatro del Comune riesce ad essere attivosette giorni su sette. La logica dei progetti integratidovrebbe essere applicata anche nell'ambito dellavalorizzazione dei beni pubblici dismessi, bastipensare al bando in corso sul riuso dei fari e allarete delle case cantoniere, che il ministro dei Beniculturali Dario Franceschini vorrebbe mettere aservizio degli itinerari religiosi, turistici e ciclo-pedonali.

Snellire la burocraziaQuanto ai problemi dell'eccessiva burocrazia e deiritardi nell'attuazione dei progetti, si tratta dicriticità comuni a tutti i settori, ma vissuti comeparticolarmente penalizzanti dagli attori dei tavolidedicati alle infrastrutture e alla rigenerazioneurbana. Nel caso delle infrastrutture, ad esempio, lalunghezza dei tempi per l'ottenimento delleautorizzazioni blocca progetti che possono giàcontare su un partenariato solido e che sarebberopronti a partire. In alcuni casi, i ritardi sono tali darendere i progetti di investimento incompatibili coni nuovi obiettivi strategici che le amministrazionihanno nel frattempo approvato in sostituzione deiprecedenti. Per superare queste problematiche,secondo gli stakeholder, è necessario non solosemplificare le procedure, ma anche ridurre ilnumero degli attori coinvolti nelle procedure diautorizzazione.

Risorse finanziarieUltimo nodo, le risorse. Gli enti pubblici, è emersodal tavolo sulla rigenerazione urbana, spessoincontrano difficoltà nel coinvolgimento di soggettiprivati a causa della mancanza di chiarezza sulleprospettive reali di profitto dei loro progetti.Affinché questi interventi abbiano successo e ipartenariati pubblico-privato prendanomaggiormente piede in Italia, hanno sottolineatodiversi intervenuti, è necessario avere una visionedi insieme sulle iniziative da realizzare, partendoproprio dalla struttura finanziaria di ciascunprogetto.

Competenze della PAIl tema della formazione nelleAmministrazioni pubbliche, adesempio, è emerso più volte,soprattutto durante i lavori del tavoloambiente ed energia. Essereinformati, saper riconoscere il ruolodegli strumenti di innovazionetecnologica, hanno sottolineato entie stakeholder, sono requisitifondamentali per passare da unagestione passiva a una gestioneattiva della rete energetica.

che caratterizzano la nuovaprogrammazione dei fondi europei, acominciare dal fatto che laCommissione si rivolge direttamenteai territori e incoraggia i soggetti localia lavorare insieme. Un approccio chesta stimolando nuove idee sui territori,come il progetto Visitor City, aNiscemi, in Sicilia, per lo sviluppo di unbrand digitale condiviso per lapromozione turistica dei piccoliComuni.

Page 4: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

Dati e riflessioni sui fondi strutturalie sull'importanza crescente deiPartenariati Pubblico-Privato

Una panoramica sulla spesa deifondi strutturali, i dati sul ruolo deiPartenariati Pubblico-Privato e gliesempi concreti di tre Best practices.Sono i temi affrontati nella secondaparte dell’evento sul piano Juncker, ifondi Ue e i partenariati pubblicoprivato che si è tenuto ieri (12novembre 2015, ndr) allo SpazioEuropa.

Porzio (Agenzia Coesione): PPP nelregolamento dei fondi Ue 2014-2020L'esperto nelle politiche di sviluppodell'Agenzia per la coesioneterritoriale Alessandro Porzio apre ilsuo intervento partendo dallequestioni rilevanti in fatto di spesadei fondi europei. In primis, laprogettazione, “una delle questioniche intervengono nell'efficiacia dellaspesa delle risorse. Punto su cuil'Agenzia interverrà direttamente,attraverso un'area dedicata”.A questa si aggiunge la “capacitàamministrativa”. Anche su questoversante, nota Porzio, “la nuovaprogrammazione porta una novitàrilevante: i piani di rafforzamentoamministrativo, piani pensati perdare adeguata certezza dellacapacità di quella amministrazionedi riuscire a gestire le risorsedisponibili”.C'è poi la questione dell'addizionalità,che Porzio indica come “uno deipilastri alla base della politica dicoesione, abbastanza trascurato neiprecedenti cicli di programmazione”.E cita a tal proposito alcunedichiarazioni di Mario Draghi diqualche anno fa, quando era ancoraGovernatore della Banca d'Italia:“affinché ci sia un effettivo impatto diqueste risorse sui territori, si devepoter contare su un adeguato livellodi spesa ordinaria da parte delloStato. Se lo Stato riduce la spesaordinaria, queste risorse non sono piùimpattanti sul territori, ma vannosemplicemente a coprire il bucocreato dalla sottrazione della spesaordinaria”. Fatte queste premesse,Porzio è passato ad analizzare ilruolo dei Partenariati Pubblico-Privato in Italia.

www.FASI.biz

In base ai dati della ragioneria generaledello Stato, il mercato del PPP in Italia siè sviluppato a partire dai primi anni2000, nel ciclo di programmazione2000-2006, quando cioè la finanza diprogetto inizia ad entrare nel mondodei fondi strutturali. Da allora il mercatoè cresciuto, fino a superare il 30-40%nel triennio 2010-2012. “Il PPP trovapiena cittadinanza nel nuovoregolamento generale dei fondi europei2014-2020 (regolamento n. 1303-20013)”,prosegue Porzio, citando alcunipassaggi del regolamento in questione.In particolare, l'articolo 62, che “dàlegittimatà normativa allo strumentodei Partenariati Pubblico-Privato”,indicato come “un mezzo efficace perrealizzare operazioni che garantisconoil conseguimento di obiettivi dipolitiche pubbliche riunendo formediverse di risorse pubbliche e private”.

Bellicini (Cresme): PPP in Italia in cifreVeniamo ai numeri dei PartenariatoPubblico-Privato in Italia, snocciolatidal direttore del Cresme LorenzoBellicini, che nel corso dell'evento hapresentato i risultati di una ricercacondotta sul tema. “Non è vero che lecose vanno poi così male”, premetteBellicini, ma sottolinea la necessità di“distinguere i livelli, fra piccolo e medioPartenariato e grande PPP. Quandoentriamo nel piccolo e medio notiamoche la situazione è migliore rispetto algrande Partenariato”. La ricerca sifocalizza in particolare sui Partenariatirealizzati nel settore delle operepubbliche, che in Italia vale 32,5miliardi. “Le gare di PPP dal 2002 al 2015è fortemente cresciuto. Si tratta di unmercato che prima non c'era e cheoggi pesa in modo importante sulmercato”. Nello specifico, si registrauna crescita dei bandi di gara di questotipo per i Comuni, +42,8% in terminid'importo nel 2014 rispetto al 2013, e del13,6% nel 2015”. La ricerca ha analizzatonello specifico 6680 concessioni fino a50 milioni di euro e quelle superiori atale soglia. Iniziamo dalle prime, le garedi portata minore: il 59% è entrato ingestione, il 12% ha lavori in corsoultimati, il 7,8% ha contratti, il 14,5% è inaggiudicazione, il 6,3% sono statirescissi. Se invece si considerano legare al di sopra dei 50 milioni di euro,solo il 15% è entrato in gestione“Forse c'è da riflettere su cos'è ilPartenariato Pubblico-Privato nelnostro

Fondi Ue ePPP –

situazioneitaliana,

progetti ebest

practices

paese e individuare politiche in grado dicogliere la domanda che viene dalterritorio”. In base ai dati relativi al 2015, ilCresme registra una frenata dei grandilavori, e una dinamicità maggiore degliEnti locali, soprattutto dei Comuni. Ma c'èda “chiedersi quanto il PPP serva, inquesto caso, per evitare il patto distabilità, grazie alla trasformazione dellaspesa in conto capitale in spesacorrente”. Bellicini invita quindi rifletteresu un altro aspetto, ovvero se sia piùappropriato applicare il modello deiPartenariati al mondo delle costruzioni

www.FASI.bizwww.FASI.biz

4

o a quello dei servizi, che in Italia vale 44miliardi di euro (contro i 30 miliardi dellecostruzioni). Tirando le somme, secondo ildirettore del Cresme, i Partenariati in Italia cisono già, “ma non c'è la competenza tecnicae la formazione necessaria.

Pasquini (DIPE): intervenire sul capacitybuilding“Il PPP strumento su cui l'Uione europeapunta per risolvere problematiche relativealla gestione dei servizi pubblici”, notaGabriele Pasquini, dirigente del Dipartimentoper la programmazione e il coordinamentodella politica economica (DIPE) dellaPresidenza del Consiglio dei Ministri. Citandoi dati Cresme, Pasquini parla del mercatoitaliano come di un sistema che funzionasoprattutto per le opere sotto i 50 milioni dieuro. Ma ci sono degli ostacoli da superare:“Quasi il 70% di questo mercato giunge allafase di affidamento sulla base di pianiecononomico-finanziari che non presentanonessuno o pochi degli indici chenormalmente devono connotare un piano diquesto tipo: gli indici di bancabilità, disostenibilità economico-finanziaria, tuttiindici necessari per le Amministazionicomunali per verificare

Page 5: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

se l'opera è utile o meno, se èbancabile o meno. Si parte quindi da undato documentale moltolacunoso”. Pasquini invita a investiremolto di più sul capacity building, suquegli strumenti per rafforzare lePubbliche amministrazioni, soprattuttolocali: “bisogna dareall'amministrazione la cassetta degliattrezzi e formare il personale adatto autilizzare questi attrezzi”. La cassettadegli attrezzi indicata da Pasquinicomprende “convenzioni standard,modelli di piani economico-finanziari, eun modello per la concessione diservizi (se vediamo i dati Cresme è unpercorso operativo che le PA semprepiù utilizzano per l'affidamento di operein PPP)”. In tal senso cita una guida,realizzata dal DIPE in collaborazionecon il Ministero dell'Economia e delleFinanze e altri interlocutori istituzionali,rivolta alle Pubbliche amministrazioniper la redazione di un contratto diconcessione per le opere cosiddette acanone o opere fredde, per cui la PA ètenuta a un pagamento di un canoneper la concessione di servizi da parte diun concessionario privato. Guida chedovrebbe essere presentata a finenovembre. Ma gli attrezzi devonoessere utilizzati da persone capaci, edè qui che entrano in balle le politicheformativi: Pasquini invita quindi a“utilizzare la leva dei fondi Ue perpolitiche formative volte aimplementare quelle conoscenze cheancora a livello locale non sono cosìdiffuse, e che spesso causano ancheuna frustrazione nel dialogo con glioperatori privati”.

Progetti e best practicesTre progetti con caratteri e finalitàdiverse, che utilizzano, a vario titolo, ilmodello dei PPP. Il primo progettopresentato alla platea, è un Contratto diprestazione energetica per le scuolesuoperiore, presentato dal responsabiledel Settore edilizia della Provincia diTreviso Antonio Zonta. Un progetto cheriguarda l'efficientamento energetico diun patrimonio di edifici, in gran parteedifici scolastici”, 128 per la precisione,per una superficie di 415mila metriquadrati, “cui si aggiungono 18 edificiistituzionali, che coincidono la sededell'amministrazioneprovinciale”. Progetto realizzato con unprocesso, oltre che di efficientamentotecnologico, anche di coinvolgimentodegli utenti nell'operazione.

www.FASI.biz

“Siamo partiti da un consumocomplessivo di 37 GW ora all'anno dienergia termica e abbiamo adottato laformula EPC, il contratto di prestazioneenergetica: sul piano amministrativo,abbiamo cioè impostato il progettocome un contratto d'appalto di servizi,nel quale l'appaltatore doveva realizzareinvestimenti preliminarmente perrendere efficiente un patrimonio chenon sempre lo era”.Tecnicamente, non si tratta di un PPP,ma di un contratto d'appalto in cuicomunque il privato è chiamato arealizzare investimenti in fase inizialeper poi ridurre il prezzo per l'erogazionedel servizio. “Il ricorso a questi contrattiè dovuto alla difficoltà della PA direalizzare investimenti con risorseproprie, e quindi si è cercata una formacontrattuale che permettesse diesternalizzare gli investimenti,ripagando il soggetto privato con leeconomice di gestione che si realizzanonegli anni successivi” Ma il contrattoEPC pone anche una serie di questioni:“Non è facile per la PA conoscereprecisamente i consumi del periodoprecedente, che assumono il ruolo dielemento di riferimento per il calcolodella prestazione e le caratteristicheprestazionali del patrimonio”; c'è poi da“determinare un livello base dicompetenze da corrispondereall'assuntore del servizio (parisostanzialmente al costo precedente,poi ulteriormente diminuito per ilmiglioramento dovuto al ribasso d'asta)e un livello minimo di prestazioneattesa”. Infine, si tratta di “progettare unalgoritmo per determinare il compensoda corrispondere all'assuntore delservizio in funzione dei risultati ottenutiin termini di riduzione dei consumienergetici”. Ma il progetto ha avuto unriscontro evidente in termini economici,portando - dal 2010, quindi primadell'avvio del progetto, al 2014 - unariduzione dei costi di gestione del21,41%, oltre 1 milioni 240mila euro.

Il secondo progetto riguarda lo Sviluppodell'area portuale di Civitavecchia, e inquesto caso le cifre levitano: ilPartenariato in questione, infatti,prevede investimenti pari a circa 500milioni di euro per la sola area portuale.“Stiamo cercando di giocare un ruolo dicerniera tra pubblico e privato, e cistiamo focalizzando su quello che pernoi rappresenta Civitavecchia comequadrante: un territorio strategico non

solo per la Regione Lazio ma per tuttaItalia”, spiega Stefano Cenci, presidente diUnindustria Civitavecchia, sottolineando ilforte impatto del progetto sul frontecommerciale e turistico.E gli investimenti sono destinati acrescere, espandendosi dal solo portoall'area di retroporto: “Partiamodall'assunto che non c'è un porto capacesenza un retroporto pronto a gestire lemerci che arrivano”.A chiudere il panel delle Best practices,Giovanni Pietro Vargiu, consigliere dellasezione edili di ANCE Cagliari. “Il PPP percome lo intendiamo noi deve affrontareuna finalità sociale, per sviluppare a pienola forza che l'Ue gli attribuisce”, premetteVargiu. “Dal momento in cui la Sardegnaha un gap formativo molto forte, ci siamoconcentrati sugli edifici scolastici. Liabbiamo censiti per capire leproblematiche che pongono e metterle inrelazione con i dati demografici: abbiamo960mila metri quadri di edifici scolastici,che potremmo ridurre di 200mila". Aquesto punto, "abbiamo pensato didedicare gli edifici dismessi all'abitaresociale, con un progetto di 666 milioni,coperto solo per un terzo dalla partepubblica e per due terzi da parte privata.Progetto che è stato presentato allaplatea imprenditoriale e alle istituzioni,ottenendo risocontri positivi. Adesso, dopoaver definito ogni aspetto del progetto,siamo nella fase di riflessione con laRegione, che sta valutando per verificarecome far partire il progetto”.

www.FASI.bizwww.FASI.biz

5

Page 6: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

Il quadro dei nuovi progetti è statoillustrato durante un evento alloSpazio Europa.

L’Italia ha già pronta una piattaformadi progetti, che saranno sottoposti alfondo Efsi per entrare nel perimetrodello schema di garanzie dellaCommissione: si concentreranno suinfrastrutture, banda larga, energia,piccole e medie imprese. E’ quantoemerso nel corso dell’evento sulpiano Juncker, i fondi Ue e ipartenariati pubblico privato diquesta mattina allo Spazio Europa. Illavoro sul nuovo plafond procede emetterà al centro i progetti che,altrimenti, avrebbero difficoltà atrovare finanziamenti, perché sono aldi sotto dell’investment grade.

Scalera (Mef): il piano avanzaveloceA fare il punto sul lavoro che stafacendo l’Italia è stato StefanoScalera, consigliere del Ministerodell’Economia. “Il piano avanzaveloce, non è fermo come dicequalcuno. I paesi, compresa l’Italia,stanno presentando i loro progetti,mentre la Bei prepara il terreno allastruttura dell’Efsi, che è in fase dicompletamento. Sarà importantearrivare per primi”. Per questo ilGoverno ha già pronti alcuni progettidi grandi dimensioni, da far accedereallo schema di garanzie. “Stiamolavorando prevalentemente suenergia, infrastrutture, trasporti,digitale e Pmi”. Anche se, come hasottolineato Alessandro Porziodell’Agenzia per la Coesioneterritoriale, “le risorse dovranno

www.FASI.biz

essere addizionali rispetto alla spesaordinaria dello stato e non sostitutive,altrimenti si minimizza il loro effetto”.

Pettenati (Bei): profili di rischiosotto investment gradeIl decollo dell’Efsi è legato anche allavoro che sta facendo la Bancaeuropea per gli investimenti, comeha spiegato Francesco Pettenati,consigliere del vicepresidente dellaBei: “La Bei ha cominciato acostituire un portafoglio di progetti eha già approvato finanziamenti percirca 3,5 miliardi con unaconcentrazione, per ora, su progettienergetici”. Al di là dei settori, però, iprogetti dovranno rispettare profili dirischio particolarmente elevati, chegiustifichino l’intervento dellegaranzie pubbliche. “L’obiettivo èpoter attivare la Bei su profili dirischio sotto l’investment grade -prosegue Pettenati -. Ci possonoessere progetti e finanziamenti benal di sotto, come anche progetti alivello di investment grade”.

Bini Smaghi (Cdp): accordo con Beiper il supporto tecnico alle impreseDal punto di vista operativo, saràstrategico il ruolo della Bei, comedice Bernardo Bini Smaghi,responsabile business developmentdella Cdp e presidente F2I:“Attiveremo delle piattaforme adisposizione delle imprese, chesaranno fondamentali per spingere esupportare a livello tecnico le loroattività. In questo senso, firmeremocon la Bei un accordo per sostenere iprogetti sotto il profilo tecnico”.

PianoJuncker -

piattaformaitaliana inrampa dilancio

Cdp metterà sul piatto otto miliardi dirisorse che, sottolinea Bini Smaghi, “nonsaranno debito pubblico”.

Gaggi (Abi): banche complementaririspetto a Cdp e BeiResta, comunque, importante il ruolo dellebanche e la fattibilità degli interventi,come dice Pierfrancesco Gaggi,responsabile del servizio relazioniinternazionali dell’Abi. “Guardiamo aisettori che presenteranno progetti conmigliori criteri di fattibilità.Fortunatamente, il piano Juncker andrà aimpattare su una situazione di ripresaeconomica. Negli ultimi anni il credito èspesso stato di rinegoziazione di debitiprecedenti, adesso assistiamo anche anuove iniziative. Senza dimenticare i tassidi interesse ai minimi storici”. Le banchesaranno “complementari rispetto ai fondiBei e a quelli della Cdp. Abbiamo già unaprassi operativa che ci permette diguardare con tranquillità a quello chesuccederà”.

Rughetti: in arrivo i decreti attuatividella delegaMa non ci sono solo le risorse. Sul frontedelle procedure, il Governo “ha cercato disemplificare il percorso che portaall’attivazione degli investimenti”, comeha spiegato il sottosegretario al ministerodella Pubblica amministrazione, AngeloRughetti. “Alcune innovazioni inattuazione della delega Pa, come lanuova conferenza di servizi e il codicestandardizzato delle procedure ciconsentiranno di ottenere una riduzionedei tempi pari a circa il 60 per cento”.Interventi che arriveranno a breve. “Entrofebbraio il CdM approverà i decretiattuativi della delega”.

www.FASI.bizwww.FASI.biz

6

Page 7: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

Le regole per l'accesso all'Efsiprevederanno limiti per chi ha gia'a disposizione altri fondi europeiOltre 60 progetti, considerando sia ilcapitolo dedicato a infrastrutture einnovazione che quello riservatoalle piccole e medie imprese. Sono inumeri dai quali parte il pianoJuncker in queste settimane,secondo quanto ha spiegato ilcommissario europeo agli Affarieconomici, Jyrki Katainen.Sarà possibile, grazie a questiinterventi, mobilitare risorse perpoco meno di 30 miliardi in tuttaEuropa.Intanto, il lavoro per la costituzionedel piano va avanti. Entro novembresarà attivata la commissione diesperti che dovrà selezionare iprogetti e stimolare l’intervento deiprivati. Con un’avvertenza: sarà dataun’attenzione particolare a progettiche non sono in grado di riceveresostegno attraverso altre forme difinanziamento.

Infrastrutture, 13 progetti pronti.“Il piano - ha spiegato Katainen - èperfettamente allineato allescadenze che abbiamo stabilito.Anzi, devo dire che ci siamomuovendo con velocità”. Almomento l’Efsi ha direttamentesotto il suo ombrello 13 progetti,sostenuti attraverso le suegaranzie.

www.FASI.biz

A questi ci sono da aggiungerequelli che la Banca europea pergli investimenti (BEI) haprefinanziato usando il suo capitale,e che rientreranno anch’essi nelcalderone del Fondo relativo alpiano Juncker, quando questodiventerà completamente operativo.

Dieci miliardi di investimentiQuesti 13 progetti sono tutti relativial capitolo dedicato dal pianoJuncker al tema dell’innovazione edelle infrastrutture. L’altro grandetassello sono i finanziamentidedicati alle piccole e medieimprese. Complessivamente, ilvolume di investimenti mobilitati èstato pari a 9,4 miliardi di euro,coinvolgendo anche il contributo disoggetti privati per massimizzarel’impatto.

Pmi, altri 17 miliardiEsplorando, invece, il capitolo cheriguarda le Pmi, al momento il temaè gestito dal Fondo europeo per gliinvestimenti (FEI) che sta“raggiungendo risultati significativiper le imprese più piccole, comeparte del piano di investimentieuropeo”. Il Fondo ha già firmato piùdi 50 accordi per altrettanteoperazioni da inserire nel perimetrodell’Efsi, per un ammontare totaleche supera gli 1,2 miliardi di euro digaranzie, in grado di attivare unaleva di circa 17 miliardi.

Jyrki Katainen

PianoJuncker,piu' di 60progettipronti.Comitatoesperti anovembre

“Ci aspettiamo che ne beneficino65mila piccole e medie imprese, traBelgio Bulgaria, Repubblica ceca,Francia, Germania, Italia,Lussemburgo, Olanda, Polonia,Portogallo e Gran Bretagna”.

Commissione di esperti pronta anovembreNel processo di selezione dei nuoviprogetti sarà decisiva laCommissione di esperti ininvestimenti. “Sarà pronta anovembre", ha spiegato ilcommissario. "Il prossimo passosarà rendere operativo il fondo alivello micro per ogni settore,dall’innovazione all’energia aitrasporti, per indirizzare i bisognifinanziari del piano in modo damobilitare gli investimenti privati”.

Le interferenze con gli altrifinanziamenti UeLo scopo, nello specifico, è agire inmaniera complementare aicontributi diretti di Bruxelles. “Peressere chiari, il modo in cui iprogetti di ricerca e innovazionebeneficiano dell’Efsi è differente daquello in cui ricevono fondi pubblici.Allo stesso tempo, l’Efsi è pensatospecificamente per supportare queiprogetti che non possono averefinanziamenti per altre strade.Vogliamo che il valore aggiunto diricerca e innovazione cominci apesare di nuovo in futuro”.

www.FASI.bizwww.FASI.biz

7

Page 8: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

Le risorse saranno impiegate per treautostrade e per gli investimentisulla banda largaPoco più di un miliardo di euro nel2016. Che saranno spesi in parte(650 milioni) per le infrastrutture ditrasporto e in parte (400 milioni) perl’agenda digitale. Guardando letabelle dell’ultimo documento dieconomia e finanza, è questo ildenaro che l’Italia conta direcuperare nel corso del prossimoanno nel quadro del piano Juncker.Dal fondo Efsi arriverà, allora, un

www.FASI.biz

PianoJuncker, nel2016 perItalia unmiliardo diinvestimenti

www.FASI.bizwww.FASI.biz

8

andranno aggiunti i fondi in arrivodirettamente da Bruxelles. Così, ègià possibile sapere quanto ilnostro paese conta di incameraredal fondo Efsi, il pacchetto da 21miliardi di garanzie che saràgestito da BEI e Commissioneeuropea per i prossimi tre anni,allo scopo di mobilitareinvestimenti privati e pubblici.

La ripartizione delle risorseIl nostro Governo, in sostanza,conta di incamerare risorse, oltreal suo finanziamento base, per1.050 milioni, poco più di unmiliardo di euro dall’Efsi, daspendere in nuovi investimenti.Saranno impiegate per duepriorità. L’agenda digitale, con unimpiego di 450 milioni di euro, e lereti infrastrutturali e di trasporto,per altri 650 milioni di euro.

La destinazione degliinvestimentiSul fronte dell’agenda digitale ildenaro sarà utilizzato perconnettere il paese attraverso labanda larga, attuando così ilpiano di infrastrutturazione alquale stanno lavorando PalazzoChigi e il Ministero dello Sviluppoeconomico. Sul fronte delleinfrastrutture di trasporto, invece,il piano è sbloccare tre autostradein project financing:Pedemontana veneta,Pedemontana lombarda e terzacorsia della A4.

Gli altri fondiA questo denaro siaggiungeranno molte altre risorse,per comporre il perimetro dellederoghe. Ai 5,1 miliardi difinanziamento nazionale vaaggiunto il miliardo dell’Efsi, gli 1,4miliardi del Fesr, i 600 milioni delFondo sociale europeo, 200milioni della Youth employmentinitiative, un miliardo delConnecting Europe Facility, 800milioni del Feasr e 50 milioni delFeamp. Il totale, allora, porta agli11,3 miliardi di euro di investimentiin deroga alle regole del patto distabilità che l’Europa ciconcederà nel corso del 2016.

pezzo fondamentale degliinvestimenti che il Governo haintenzione di sbloccare graziealla flessibilità europea e alcofinanziamento nazionale, pari apoco più di undici miliardi, con circa5,1 miliardi di risorse nazionali.

Clausola di flessibilitàI calcoli del Def si collocano nelquadro della flessibilità consentitain base alle norme del patto distabilità europeo. L’Italia, come noto,ha chiesto di attivare la clausola pergli investimenti per una serie diprogetti cofinanziati dall’Ue, con unimpatto “diretto e verificabile” dilungo periodo sul bilancio.

Si tratta di interventi relativi al ConnectingEurope facility, il programma dedicato alleinfrastrutture, ai fondi strutturali, alla Youthemployment initiative e all’Efsi, il plafond delpiano Juncker.

Spesa nazionale per 5,1 miliardiComplessivamente, la spesa nazionale perquesti progetti sarà pari a 5,1 miliardi di euro,divisi tra tutte le priorità individuate dalGoverno, che spaziano dall’efficienzaenergetica ai trasporti, passando perl’agenda digitale, la competitività delle Pmi,l’istruzione e il turismo. A queste risorse

Page 9: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

www.FASI.biz

PartenariatiPubblico Privato-PPP e fondi Ue2014-2020

www.FASI.bizwww.FASI.biz

9

Dalla necessità di migliorare lecompetenze della PA alle opportunitàofferte dalla politica di coesione 2014-2020. Sono i temi centrali dello studio 'IlPartenariato Pubblico-Privato' condottodal Dipartimento per gli Affari regionali,in collaborazione con il Dipartimentoper la programmazione e ilcoordinamento della politicaeconomica.Il rilancio del Partenariato Pubblico-Privato e dei suoi strumenti attuativirappresenta un’occasione imperdibileper gli Enti locali, eppure il mercatoitaliano del PPP è caratterizzato dapesanti criticità che ne riduconodrasticamente la fattibilità.Parte da queste premesse lo studio 'IlPartenariato Pubblico-Privato:normativa, implementazionemetodologica e buone prassi nelmercato italiano', realizzato nell’ambitodelle attività previste nel progettoE.P.A.S. – Empowerment delle PubblicheAmministrazioni regionali e locali dellearee Obiettivo Convergenza nellagestione e nell’utilizzo di strumentiinnovativi e d’ingegneria finanziaria perlo sviluppo economico locale.

Criticità del mercato italianoIl documento descrive la metodologia egli strumenti utilizzabili perimplementare tali progetti, mostrando idifetti del sistema Italia e proponendoun percorso operativo ottimizzato.Partiamo dai difetti. Il mercato italianodel PPP è caratterizzato da criticità chene riducono drasticamente la fattibilità,in particolare:

- tempi eccessivi per affidamento deicontratti e financial closing,- elevata cancellazione delle operazionidi PPP,- quadri finanziari e studi di fattibilitàinadeguati,- incerta bancabilità delle operazioni,complessità del quadro normativo.

Allo stesso tempo, lo studio mostracome alcuni di questi punti deboliabbiano suscitato interesse in ambitoistituzionale, cui sono succedutirilevanti provvedimenti normativi.Un esempio in tal senso è dato daiproject bond, obbligazioni destinate allarealizzazione di specificheinfrastrutture, introdotte con il DecretoSviluppo (Decreto Legge m. 83 del 22giugno 2012), poi superato dal dl 133-2014, meglio noto come Sblocca Italia,che precisa la nozione di 'investitoriqualificati' cui è riservata la detenzionee la circolazione dei project bond erende strutturale l’aliquota agevolata al12,5% sugli interessi di tali strumentiemessi per finanziare gli investimenti ininfrastrutture o nei servizi di pubblicautilità.

Il problema delle competenze e laLegge DelrioFra le criticità maggiori del mercatoitaliano individuate dalle studio rientra ilfatto che i piani strategici territorialisiano stati spesso ridotti allaprogrammazione di opere non aderentia una logica di sistema localedi sviluppo e che non siano supportatida un’analisi finanziaria seria edefficace.

Tale condizione rende necessario unprocesso di rinnovamento istituzionale, ingrado di declinare funzioni, competenze eprogrammi, e che vada di pari passo con ilrilancio sistematico di un PartenariatoPubblico-Privato capace di intercettareun’efficace pianificazione dello sviluppoterritoriale.Perché ciò sia possibile, lo studio parlachiaro: è necessario affrontare con serietàe determinazione il complesso tema dellecompetenze. In tal senso, andrebbecompiuto ogni sforzo per varare programmidi implementazione di competenze il cuibudget non sia assorbito prevalentementedai costi di project management, lasciandosolo risorse residuali per l’azione formativa,ma che ponga l'accento sulle competenze.Ciò riguarda, in particolare, la PubblicaAmministrazione: non a caso, il supporto adazioni di capacity building costituiscel’oggetto dell’obiettivo tematico 11 dellanuova politica di coesione 2014-2020, cheriguarda appunto il rafforzamento dellacapacità istituzionale e la promozione diuna PA efficiente.Ma le competenze qualificate da sole nonbastano a far cambiare direzione a sceltepolitiche locali sbagliate, che finiscono permuoversi spesso in direzione opposta allacorretta implementazione dei PartenariatiPubblico-Privato.In base allo studio, uno stimolo a migliorarela situazione esistente viene dalla legge n.56 del 7 aprile 2014, “Disposizioni sulle cittàmetropolitane, sulle province, sulle unioni efusioni di Comuni”, la cosiddetta LeggeDelrio, orientata a favorire un cambiamentoradicale di visione dello sviluppo territorialeattraverso l’utilizzo delle migliori energie erisorse presenti nei territori.

Page 10: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

www.FASI.biz

www.FASI.bizwww.FASI.biz

10

In particolare alcuni punti focali dellalegge si rivelano di particolare rilevanza:le città metropolitane sono una realtàistituzionalmente definita,la revisione delle Province, superate dauna nuova visione degli assettiterritoriali che introduce il concetto di“enti territoriali di area vasta”, in unaformulazione di funzioni delegatebottom-up (dai comuni) e top-down(dalle regioni). La conseguenza è unrinnovato rapporto tra Comuni e Regioni,in cui l’area vasta si pone come unadimensione interessante perl’implementazione di una seriemolteplice di funzioni,il ruolo prioritario assunto dalle Unioni edalle Fusioni di Comuni.Si tratta di una profonda revisione dellageografia amministrativa territoriale, incui gli interessi di area vasta sonorivitalizzati laddove sia presente unaforte connessione tra Comuni e sianoben definiti gli obiettivi di sviluppoprioritari dell’area stessa.

Il ruolo della PAUn freno al pieno sviluppo di questonuovo approccio alla costruzione egestione di opere pubbliche emergono èrappresentato dalle vischiosità propriedi tutto il comparto dei lavori pubblici edalla scarsa attività propulsiva delleamministrazioni, che spesso nonpercepiscono appieno la complessitàinsita in un’operazione di finanza diprogetto.

Le amministrazioni, si legge nello studio,devono quindi assumere in pieno leproprie responsabilità, senza timidezzee senza confusione di ruoli. Le grandistazioni appaltanti non devonorinunciare ad avvalersi della propriacapacità progettuale e diprogrammazione del territorio peraffidarsi passivamente alla promozioneprivata. Del resto, la promozione privatapuò e deve essere usata in modointelligente, senza anticipare le scelteprogrammatiche e proceduralidelle amministrazioni aggiudicatici, cuideve rimanere la regiadell’iniziativa. Parola d'ordine: chiarezza.È importante che eventuali conflitti osovrapposizioni di competenze traamministrazioni siano identificati erisolti prima della pubblicazione di unagara, in modo che i promotorisappiano senza alcuna ambiguità qualeamministrazione assumerà il ruolo di

stazione appaltante. E' attraverso l’azioneconsapevole dell’amministrazione,conclude lo studio, che passa il salto diqualità del mercato.

Le opportunità della politica di coesione2014-2020Una forte motivazione al rilancio delPartenariato Pubblico-Privato provienedalla politica di coesione 2014-2020, cheattraverso la nuova regolamentazione deifondi europei propone uno sviluppo localedi tipo partecipativo con il coinvolgimentodegli stakeholder che rappresentano degliinteressi socio-economici del territorio.La Commissione europea ha lanciatomessaggi molto chiari che individuano neiPPP la strategia vincente per lo sviluppo.Del resto, anche i programmi a gestionediretta della stessa Commissione, comeHorizon 2020, prevedono linee specifichedi aiuto a forme di Partenariato Pubblico-Privato nell’ambito del pilastro “Industrialleadership”. Nella sinergia traCommissione europea, Stati membri esettore privato sta il segreto perl’ottimizzazione di risultati altrimentidifficili da raggiungere.

Il Partenariato Pubblico-Privato e i suoistrumenti costituiscono la vera sfida dellanuova programmazione europea 2014-2020. In tale ambito si muove la Projectbond iniziative, lanciata nel 2012 daCommissione europea e BEI per attrarre,attraverso il mercato dei capitali,finanziamenti privati addizionali per grandiprogetti infrastrutturali.Il rilancio del Partenariato Pubblico-Privatoassociato alla tecnica del Projectfinancing può costituire un’efficacestrategia per uscire dalla crisi socio-economica che da anni imperversanell’eurozona.Le risorse europee 2014-2020 sono stateallocate, e il quadro finanziario dell’Accordo di partenariato per l’Italiaprevede una dotazione complessiva dellerisorse disponibili a valere sui fondistrutturali e di investimento europei FESR,FSE e FEASR, al netto del FEAMP, pari a42.085.700.000 euro.

A queste vanno aggiunte altrettanterisorse nazionali. I segnali che provengonodagli investitori, si legge nello studio, sonoincoraggianti e chiari: non c’èindisponibilità al Partenariato Pubblico-Privato, c’è semmai un deficit di fiduciaistituzionale e una scarsità di buoniprogetti.

Il corretto utilizzo del contributopubblicoNel caso in cui, in un'operazione di PPP, lagestione economica dell’infrastruttura nonriesca a perseguire l’equilibrioeconomico-finanziario dell’investimento,l’attuale quadro legislativo prevede lapossibilità di utilizzo di un contributopubblico.La funzione principale dei contributipubblici è anche quella di migliorare laredditività complessiva di un investimentoinfrastrutturale: nell’ipotesi in cui le attivitàdi gestione di un’infrastruttura nonpermettano di remunerare i capitali privatiinvestiti in un progetto, si renderànecessario l'interventodell'amministrazione pubblica.Si procede dunque con la Valutazione dicongruità del contributo pubblico (VCC),un processo valutativo che può essereutilizzato per determinare la quantitàottimale di contribuzione pubblica tale dagarantire in un progetto infrastrutturalel’equilibrio economico finanziario degliinvestimenti e della connessa gestione inun’operazione di PPP.Tale contributo pubblico potrà essereerogato in fase di costruzione, in fase digestione sotto forma di canone didisponibilità, contributo in conto gestione,integrazione tariffaria e tariffe ombra e altermine della concessione.Diversi interventi della PA inducono effettidiversi, ma il risultato ultimo sarà ilmedesimo. Mentre il contributo pubblicoiniziale riduce il fabbisogno da finanziareattraverso capitali privati, l’erogazione diun contributo pubblico nella fase digestione non riduce tale fabbisogno maaumenta il flusso di cassa annuale,incrementando la capacità di debito e iflussi di cassa disponibili per gli azionisti,consentendo dunque una maggiorecopertura del fabbisogno finanziariocomplessivo del progetto sotto forma didebito o di capitale di rischio.

ConclusioniAl fine di migliorare l’utilizzo delPartenariato Pubblico-Privato nellepubbliche amministrazioni, potrebbeessere opportuno:- definire piani generali di settoreall’interno dei quali ricondurre laprogrammazione delle singole iniziative,- dare priorità agli investimentiimmediatamente realizzabili,- rendere obbligatoria la predisposizione,per i programmi infrastrutturali sianazionali sia locali, del PPP test, un

Page 11: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

www.FASI.biz

www.FASI.bizwww.FASI.biz

11

passaggio, da inserire nello studio difattibilità, che includa una serie dianalisi volte ad individuare la possibilitàe il vantaggio per la PA di realizzareun’infrastruttura pubblica con schemi diPartenariato Pubblico-Privato,- definire modelli operativi standard dadiffondere presso le amministrazioniaggiudicatrici,- standardizzare il cosiddetto Eurostattest, strumento da inserire all'internodello studio di fattibilità che permetteuna corretta analisi ed allocazionepreliminare dei rischi,- predisporre modelli contrattualistandard,- intervenire e porre chiarezza nell’iter diapprovazione delle leggi di spesa.

Fondi Ue -Bruxellespubblicalinee guidaper appaltipubbliciIl nuovo vademecum dellaCommissione Ue, redatto incollaborazione con la BEI, contieneistruzioni utili su come evitare gli errorispesso riscontrati negli appalti pubblicirelativi a progetti cofinanziati dai fondistrutturali e d'investimento europei.

L'obiettivo del manuale è agevolarel'attuazione dei Programmi operativi eincoraggiare l'adozione di buone prassiper assicurare che il denaro deicontribuenti sia speso correttamente.Gli errori di applicazione delle normesugli appalti pubblici costituiscono lamaggior fonte di irregolarità rilevate dairevisori contabili nazionali e dell'Unioneeuropea al momento della verifica dellemodalità di impiego dei fondi erogatidall'Unione.

A seconda della gravità dell'errore, ciòpuò comportare rettifiche finanziariefino al 100% della sovvenzione,causando potenzialmente seri problemidi bilancio pubblico.

Il target di riferimentoQuesti orientamenti sono destinati inprimis ai funzionari responsabilidegli appalti pubblici operanti all'internodi amministrazioni aggiudicatrici eincaricati di pianificare ed effettuarel'approvvigionamento di lavori, fornitureo servizi pubblici in modo conforme allenorme, efficiente ed economicamentevantaggioso.Il documento può essere utile anchealle autorità di gestione dei Programmicofinanziati dall'Ue.

I contenuti del manualeIl documento è composto da due parti:la prima è dedicata agli orientamenti,suddivisi nelle sei fasi della procedura diappalto pubblico, dalla pianificazioneall'esecuzione, che evidenziano lequestioni a cui prestare attenzione e aipotenziali errori da evitare, con rimandia strumenti più dettagliati;la seconda è uno strumentario condocumenti di riferimento che affrontanoargomenti specifici in modo piùapprofondito e illustrano esempi dibuone prassi su cosa fare e cosa nonfare nel ciclo dell'appalto.

A commentare la pubblicazione sono ledue commissarie responsabili per ilsettore. Così Corina Creţu, titolare dellePolitiche regionali: "Una delle miepriorità è aiutare gli Stati membri amigliorare il modo in cui gestiscono einvestono i fondi. Queste linee guidasono uno strumento utile a questoobiettivo. Commettere meno errori nelpublic procurement significaraggiungere gli obiettivi di occupazionee di crescita più velocemente esalvaguardare il bilancio europeo".

"Gran parte dei fondi regionali europeipassano per il public procurement",afferma Elżbieta Bieńkowska,responsabile per il Mercato interno,l'industria e le imprese, che aggiunge:"La trasparenza degli appalti èessenziale per assicurare un usocorretto del denaro dei contribuenti.Oggi pubblichiamo questa guida perassicurare che le regole e le possibilitàsiano comprese e applicate, affinchè ifondi Ue possano promuovere crescitae coesione".

Page 12: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

www.FASI.biz

www.FASI.bizwww.FASI.biz

12

Partenariatipubblico-privati

PPP, un'importanteopportunità di

sviluppo per Italia eEuropa

Andrea Gallo, Direttore FASI.biz

Dai cimiteri comunali ai grandi progetti diricerca e innovazione europei da miliardi dieuro, passando per il restauro del Colosseofinanziato da Tod's, i partenariati pubblico-privati possono diventare un importantestrumento di crescita, per diversi motivi enon solo in Italia.

Cosa sono i PPPInnanzitutto non sono una novità, in Italia giàsono utilizzati, ma in misura molto inferiorequella auspicabile. In Gran Bretagna se ne fainvece grande uso ed è l'unico grande paeseUe ad avere un PIL con valori superiori all'1%,forse grazie appunto alla realizzazione dinumerosi investimenti con i PPP. (cfr. studioBanca d'Italia)I PPP sono un contratto traun'amministrazione pubblica e un'impresa acui viene concesso di realizzare un'opera oun servizio a fronte del pagamento di uncanone o dell'incasso di tariffe, ad esempioun pedaggio autostradale, un bigliettomuseale...Le principali tipologie sono:- concessione di costruzione e gestione;- concessione di servizi;- sponsorizzazione;- locazione finanziaria.

Esistono poi forme di PPP destinate allarealizzazione di opere di urbanizzazione einsediamenti turistici, nonché allaconcessione di beni immobili per la lorovalorizzazione a fini economici.In sostanza, il pubblico ci mette unaautorizzazione o un bene, il privato i fondiper realizzare l'investimento o gestire unservizio, ma li recupera con i proventi che nederivano.

Perchè i PPP per realizzare investimenti ofornire serviziPerchè le amministrazioni statali, regionali ecomunali non hanno più fondi, non possonoindebitarsi, ma c'è un'esigenza diinfrastrutture e di servizi sempre più urgente.Per le aziende i PPP significano tanteopportunità di business, purchè sianoassistiti da seri studi di fattibilità e dalcredito bancario. Gli interventi attuabili -pensando solo allo sfruttamento delpatrimonio artistico, culturale e turistico delnostro paese, alla sua centralità logistica(Europa e Mediterraneo) e alle carenzeinfrastrutturali - sono innumerevoli.

Lo strumento ha il vantaggio quindidi essere assolutamentetrasversale ed utilizzabile in moltisettori: costruzioni, energia,trasporti, cultura, turismo, sanità,sport...In Italia, tra il 1990 e il 2009, solo il2% dei progetti di opere pubblicheviene realizzato in PPP, mentre inEuropa il dato sale al 6% in Francia,al 10% in Spagna e al 67% nelRegno Unito (cfr Banca d'Italia).Raggiungere i livelli dei britanniciin poco tempo sarà difficile, maspiegare ad imprese edamministratori pubblici comeutilizzare questo strumentosembra ormai una priorità di cui ilnostro governo dovrebbe farsicarico, oltre a rimuovere il piùpossibile tutti gli ostacoliburocratici e amministrativi.Qualche cosa si sta facendo, adesempio con gli incentivi fiscali suiPPP per opere da almeno 50milioni di euro e la tassazioneagevolata dei project bond,provvedimenti previsti nel decreto-legge Sblocca Italia. Ma senzasemplificazione delle procedure estandardizzazione di gare econtratti i PPP non diventerannomai uno strumento in grado diarrestare il declino

del nostro paese e rilanciarlo.Insomma, ora è quanto mai fondamentaleche una importante opportunità disviluppo non venga sprecata solo per farecimiteri.

Page 13: éñ I&9? /Z9 0 L 9 2 êèéî I L &U2& éð 8&2&L ? ?8&UU? & PI ...i necessari permessi, gli sforzi europei ... sta stimolando nuove idee sui territori, come il progetto Visitor City,

www.FASI.biz

www.FASI.bizwww.FASI.biz

13

Codice appalti:pareri e studidi fattibilità,come cambia ilprojectfinancingLa riforma degli appalti arriva allebattute decisive in Senato. E si prepara acambiare radicalmente le regoleitaliane in materia di project financing.Autorizzazioni prima della firma deicontratti e piani economico finanziariblindati. Sono queste le due novità piùimportanti che la riforma degli appalti siprepara a portare nel nostro paese inmateria di project financing. Lacommissione Lavori pubblici del Senato,dopo mesi di approfondimenti, èfinalmente arrivata alle battute decisiveper il recepimento delle nuove direttiveeuropee in materia. E, tra i passaggicruciali delle nuove regole, spicca unripensamento totale del sistema chedisciplina il partenariato pubblicoprivato. Con una sola frenata rispettoalle attese: non nascerà la nuovaAgenzia per il PPP.

Norma di principioSul tema del project financing la leggedelega si apre con una norma diprincipio, che punta alla“razionalizzazione ed estensione delleforme di partenariato pubblico privato,con particolare riguardo alla finanza diprogetto e alla locazione finanziaria diopere pubbliche”. L’obiettivo delParlamento è incentivare l’utilizzo deglistrumenti che consentono l’accesso dicapitale privato alle opere pubbliche. Siparla di veicoli normativi “innovativi”, di“trasparenza e pubblicità degli atti” e di“supporto tecnico alle stazioniappaltanti”.

Studi di fattibilità al centroSono tutti obiettivi che andrannodeclinati in concreto in fase di decretodi attuazione e, successivamente, diregolamento. Il disegno di legge che ilSenato si prepara ad approvare, però,non resta solo sulle linee generali. Maindica subito dopo un problemaspecifico da risolvere e la relativasoluzione. “Al fine di agevolare e ridurre itempi delle procedure di partenariatopubblico privato”, bisogna predisporre“specifici studi di fattibilità checonsentano di porre a gara progetti conaccertata copertura finanziariaderivante dalla verifica dei livelli dibancabilità dell'opera”. In altre parole,l’equilibrio finanziario delle operazioni èl’elemento da mettere al centro per ilfuturo. Un’analisi accorta in sede dipianificazione consentirà di evitarefaticose trattative successive tra privatie Pa, con gravosi e frequenti esborsi didenaro pubblico.

Autorizzazioni prima delle firme deicontrattiMa non è tutto. La riforma chiede anchedi garantire “l'acquisizione di tutte lenecessarie autorizzazioni, pareri e atti diassenso comunque denominati entro lafase di aggiudicazione”. In questo casonel mirino ci sono i pareri previsti dallalegge che, spesso, portano a congelarele aggiudicazioni dei contratti dopo lafase di gara. Per assicurare un correttosvolgimento dell’azione amministrativae non portare rallentamenti, va spezzatoquesto circolo vizioso.

La fase di autorizzazione va completataprima della firma dei contratti. Così, unavolta completata l’aggiudicazione, icantieri potranno marciare.

Stop all'AgenziaChiudiamo l’analisi con quello chemanca. La prima versione della riformaaveva riportato a galla l’idea di costituireun’Agenzia per il partenariato pubblicoprivato, che peraltro era già stataipotizzata dal Documento di economiae finanza dello scorso anno. La strutturaavrebbe dovuto prendere l’ereditàdell’Unità tecnica di Palazzo Chigi,gestendo i bandi in materia in manieracentralizzata. La commissione Bilancio,però, l’ha giudicata troppo costosa per lecasse dello Stato: non ci sono copertureper pagare i suoi servizi. E, così, l’hacancellata.

www.FASI.biz

L'informazione di riferimentosui finanziamenti europei e

internazionaliprevisti dalle politiche di

sviluppo.