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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 1 INDICE MEGResponsabili n° 5 – 16 dicembre 2016 Movimento Eucaristico Giovanile – via San Saba,17 – 00153 Roma – Tel. 06.64580149 e-mail [email protected] - indirizzo internet www.meg-italia.it NATALE NATALE 2016 2016 IL CORAGGIO DI IL CORAGGIO DI COINVOLGERSI COINVOLGERSI Gesù è “Dio-con noi”: da sempre e per sempre con noi nelle sofferenze e nei dolori della storia. Il Natale di Gesù è la manifestazione che Dio si è “schierato” una volta per tutte dalla parte dell’uomo Papa Francesco

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 1 INDICE

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NATALENATALE 2016 2016IL CORAGGIO DIIL CORAGGIO DI COINVOLGERSICOINVOLGERSI

Gesù è “Dio-con noi”: da sempre e per sempre con noi nelle sofferenze e nei dolori della storia. Il Natale di Gesù è la manifestazione che Dio si è “schierato” una volta per tutte dalla parte dell’uomo

Papa Francesco

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 3 INDICE

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PRESENTAZIONE pag. 3 A CURA DEL CENTRO NAZIONALE

EDITORIALE pag. 4 UNA DIO CHE ENTRA NELLA STORIA(Carlo Maria Martini)

PER RIFLETTERE E PREGARE pag. 6 IL MOSAICO DELLA NATIVITÀ DI P. MARKO RUPNIK

pag. 9 TESTI

VEGLIARE INSIEME pag. 12 IN CAMMINO VERSO BETLEMME

PER LE COMUNITÀ pag. 15 ATTIVITÀ DI NATALE,

Cammino 2016/2017 “Missione e Coraggio”

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 4 PRESENTAZIO0NE

O

Gesù, che ti sei fatto Bambinoper venire a cercare e chiamare per nome ciascuno di noi,tu che vieni ogni giorno e che vieni a noi in questa notte,

donaci di aprirti il nostro cuore.Noi vogliamo consegnarti la nostra vita, il racconto della nostra storia personale,

perché tu lo illumini, perché tu ci scopra il senso ultimodi ogni sofferenza, dolore, pianto, oscurità.

Fa' che la luce della tua notte illumini e riscaldi i nostri cuori,donaci di contemplarti con Maria e Giuseppe,

dona pace alle nostre case, alle nostre famiglie, alla nostra società!Fa' che essa ti accolga e gioisca di te e del tuo amore

Care e cari Responsabili,

arriva il Natale e con esso anche un sussidio che aiuta semplicemente a… riflettere e pregare. Come ogni anno, lasciamo alle comunità, che sono per la maggior parte presenti nelle parrocchie, un tempo per coinvolgersi pienamente nelle attività e nelle iniziative della chiesa locale.

Noi offriamo solo un dossier che si ripete molto simile ogni anno e che può servire da riferimento per chi lo desidera, ma che non prevede attività specifiche per le branche. Abbiamo tuttavia voluto, almeno nel titolo, stabilire una continuità ideale con il tema dell’Anno, Missione e Coraggio: “Natale, il coraggio di coinvolgersi”.

Coinvolgersi con l’uomo, quindi con noi e con le nostre contraddizioni, ferite, con i nostri limiti è stato il regalo più bello che Dio ha voluto farci. In nome di questa scelta, che ha cambiato, salvandole, per sempre le nostre vite, l’augurio più bello che possiamo farci a vicenda, dunque, è quello di sapere fare la stessa scelta con i fratelli che ci sono messi accanto.

Buon Natale!

IL CENTRO NAZIONALE

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 5 EDITORIALE

UN DIO CHE ENTRATO NELLA STORIA

Carlo Maria Martini

Forse, per comprendere meglio il mistero del Natale, dovremmo fare astrazione, almeno per un certo periodo, da quelle immagini con cui la fantasia ha ammobiliato la nostra mente e che ricorrono quasi necessariamente quando pronunciamo questo nome. Si tratta per lo più di immagini prese dal racconto del Vangelo secondo Luca. Esso ci lascia un'impressione di luminosità e di serenità: una grande luce compare sulla terra (Lc 2,9), si ode il cantico di pace di una moltitudine dell'esercito celeste (Lc 2, 13-14), mentre con i pastori andiamo ad adorare il bambino che è nato (Lc 2, 15) e incontriamo Maria e Giuseppe che contemplano il loro primogenito (Lc 2, 16).

Tutto questo è vero e fa parte del mistero del Natale. Ma è importante anche ricordare il contesto oscuro in cui tutto ciò avviene. Un viaggio faticoso da Nazaret a Gerusalemme per soddisfare la vanità di un imperatore, le pesanti ripulse ricevute da Giuseppe che cerca un posto dove possa nascere il bambino, il freddo della notte, il disinteresse con cui il mondo accoglie il figlio di Dio che nasce. E su tutto questo grava una pesante cappa di grigiore, di incredulità, di superficialità e di scetticismo, evidenziata nelle gravissime ingiustizie presenti allora nel mondo. Non si può dire che il contesto del primo Natale fosse un contesto di luce e di serenità, ma piuttosto di oscurità, di dolore e anche di disperazione.

Il mistero del peccatoAnche oggi, come allora, possiamo lamentarci di vivere in un periodo particolarmente oscuro e difficile. Basta pensare alla pesante crisi economica che mette tante famiglie in difficoltà, all'ingiustizia globale, alla crescente intolleranza verso gli stranieri e i poveri. Si aggiungano le tensioni religiose, gli smarrimenti delle giovani generazioni. Non sappiamo dire se il nostro contesto sia più oscuro e pesante di quello del primo Natale. D'altra parte è difficile che si possa trovare nella storia dell'umanità un contesto veramente favorevole all'uomo e alla sua dignità. Questo fa parte del mistero del

peccato, che è un mistero di assurdità e di irrazionalità.In tale quadro possiamo chiederci: come opera il mistero del Natale? Come affronta un contesto ostile o indifferente? Che cosa sa dire per il vero bene e la dignità dell'uomo?In primo luogo appare chiaro che il mistero del Natale è un mistero di modestia e di piccolezza. Non ha la pretesa di introdurre modifiche di grande livello, che mutino il contesto in tempi brevi. E tuttavia il mistero del Natale introduce nel cammino storico dell'uomo quegli atteggiamenti quasi impercettibili, ma che permettono di cogliere la verità dei rapporti e di modificarli nel senso di un rispetto dell'altro, di una riverenza e di un'accettazione tali da poter influire anche su contesti più ampi.

Tre segnali di speranzaAlcuni di questi atteggiamenti riguardano ogni tempo e situazione. Altri sono più specifici del nostro tempo e ad essi vorrei invitare a dare uno sguardo privilegiato. Ne segnalo tre.

1. Anzitutto un crescente amore e desiderio della Parola di Dio, specialmente di quella contenuta nella Bibbia. […] Soprattutto vorrei ricordare, in questo amore alla Parola di Dio, la crescente capacità dei laici di leggere le Scritture e di pregare a partire da esse. Se si giungerà così a compiere finalmente il voto del Concilio Vaticano II (cfr Dei Verbum, n. 26), avremo un segnale di speranza che non deluderà.

2.Vorrei ricordare, come secondo segnale, il crescente desiderio di apertura ecumenica e interreligiosa, che vuole contrastare efficacemente le chiusure etniche e confessionali.3. Ma soprattutto vorrei menzionare una serie di gesti che ho conosciuto in Israele che, non nascendo da un terreno propriamente biblico o cristiano, mi sono sembrati fiori purissimi germinati per opera dello Spirito Santo, che mostra la sua presenza anche nelle pieghe più difficili del mondo di oggi.

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 6 EDITORIALE

Si tratta di famiglie ebraiche e palestinesi, che hanno subito ciascuna un lutto grave a causa della violenza (per esempio una ragazza uccisa in un attentato terroristico o un giovane ucciso in operazioni di guerra). Ora, invece di crogiolarsi nel desiderio di vendetta, queste persone si sono chieste: ma se io soffro tanto a causa di questa violenza ingiusta, quale sarà la sofferenza dell'altra parte per una violenza analoga?

Così queste persone si sono cercate, hanno parlato e pianto insieme, e hanno elaborato insieme iniziative di pace e di riconciliazione coinvolgendo anche altri. Questo fiore del Vangelo nato in un terreno non religioso mi è sembrato un segnale importantissimo della presenza di Dio in ogni cuore e mi dà motivo di speranza anche in un contesto oscuro e difficile come il nostro.

(http://www.popoli.info - dicembre 2008)

E io, il mio Natale come lo vivo, come mi ci preparo, quali passi scandicono il mio tempo di Avvento?

Il “Dio con noi” cosa dice al mio cuore? Il bambino del presepe mi affascina, mi parla? Di che cosa Misuro il mio grado di coinvolgimento emotivo, affettivo e concreto con le situazioni di difficoltà e di

sofferenza che conosco e con le quali vengo in contatto. Può il Natale cambiare o migliorare la mia percentuale di “indifferenza”? Io lo desidero? Prego per questo?

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 7 PER RIFLETTERE E PREGARE…

È NATALE…Quella che segue è la presentazione di un mosaico del gesuita Marko Rupnik sulla natività. La proponiamo come aiuto alla riflessione personale, soprattutto dei Responsabili e dei pre-T.

Mosaico di Marko Rupnik s.j. - Cappella della Residenza S. Pietro Canisio - Roma

Il mosaico è stato ispirato dalle contemplazioni dell'Incarnazione e della Natività, secondo il racconto che ne fa Sant'Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali.

In alto a sinistra, i cerchi che si intrecciano rappresentano il mistero della Santissima Trinità, che decide di mandare la Seconda Persona per salvare il mondo che vive nel peccato.

Nel mosaico si usano i colori secondo l'uso simbolico degli artisti cristiani fino ai tempi di Duccio di Buoninsegna (XIV sec. circa): il rosso indica la divinità, il bianco lo Spirito Santo e il blu l'umanità.

Il raggio dorato rappresenta Gesù, la luce, che scende nell'umanità, indicata proprio dal colore blu.

La scena della Natività è raffigurata in una grotta buia , immersa nell'oscurità, che rimanda al mondo peccatore in cui Gesù è nato.

Giuseppe sta in piedi e tiene in mano la verga di Iesse, simbolo profetico degli antenati del Messia. Giuseppe guarda in alto, verso il vero padre di Gesù raffigurato nel mistero della Trinità.

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 8 PER RIFLETTERE E PREGARE…

Maria siede sulla cima di una montagna che, nell'Antico Testamento è il luogo tipico della rivelazione divina: la Natività è la nuova, grande rivelazione di Dio. Maria indossa un vestito blu, che indica la sua umanità, ed un velo rosso, come ad indicare che nel partorire Gesù è stata rivestita della divinità. Sulle spalle e sulla fronte di Maria ci sono tre stelle che, secondo la tradizione della Chiesa Orientale, indicano la sua verginità prima, durante e dopo il parto.

Gesù è la luce del mondo: per questo, la luce parte da lui e riempie la grotta in cui è nato; da qui, la sua luce comincia a riempire tutto il mondo. E perciò la stella brillante, che guidò i Magi fino a Betlemme, è appena visibile sopra la grotta, perché la sua luce è superata dalla luce di Cristo.

Egli stringe nella mano sinistra il rotolo della Bibbia, che è la parola di Dio e indica l'identità stessa di Gesù, il Verbo di Dio fatto carne. Ovviamente, un bambino non nasce con un rotolo in mano, ma viene così rappresentato per indicare che la parola di Dio è il primo dono che Giuseppe e Maria fanno a Gesù - la prima cosa che gli insegnano è di obbedire alla parola di Dio, che è la volontà di Dio. Inoltre la rappresentazione di Gesù con il rotolo in mano richiama il decimo capitolo della Lettera agli Ebrei, dove Cristo, entrando nel mondo, dice: "Nel rotolo del libro di me sta scritto: Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà". Quindi, alzando la mano destra, Gesù ci benedice.

Accanto a Gesù c'è una serva, l'ancella della contemplazione della Natività, che con la mano destra tesa verso di noi, ci sta chiamando. Con un cenno ci invita ad entrare nella scena. La rappresentazione dell'ancella ricorda le parole della contemplazione sulla Natività: "Il primo punto è vedere le persone, vedere cioè nostra Signora e Giuseppe e l'ancella e il bambino Gesù, dopo che è nato; facendomi io poverello e indegno servitorello, guardandoli, contemplandoli e servendoli nelle loro necessità come se fossi presente, con ogni possibile rispetto e riverenza".

La meditazione di questa scena ci invita a servire Gesù Cristo nel suo popolo.La scena è incorniciata da un arco a sinistra, un frammento dell'abside, che per la chiesa primitiva rappresentava il seno di Dio e dove, solitamente, era raffigurato qualche aspetto della storia della salvezza.

Sulla destra vi sono una serie di linee rette, che rappresentano il passare del tempo - anni, decenni, secoli - fino al nostro tempo nel quale l'Incarnazione si manifesta nel tabernacolo, che è collocato a destra, alla fine del mosaico.

E quando il celebrante si trova all’altare, durante la celebrazione eucaristica, subito sopra la sua testa si vede la figura di Gesù Bambino, che ci ricorda che l’incarnazione si realizza per noi nell’Eucaristia.

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 9 PER RIFLETTERE E PREGARE…

Tre testi per pensare al Natale che viene. Una canzone, una breve riflessione di don Tonino Bello e il racconto del grande scrittore russo Leone Tolstoj, in modo diverso ci raccontano di un evento che ha radicalmente cambiato il modo di intendere le relazionarsi fra gli uomini. Se Dio si china sulla sua creatura facendosi uomo – bambino! – la vita dell’uomo non potrà più essere quella di prima...

È quasi Natale e a Firenze che freddo che fa. Io parto da Bologna per passarlo con mamma e papà. Il mondo forse no, non è cambiato mai e pace in terra, no non c'è e non ci sarà perché noi non siamo uomini di buona volontà. Non so perché questo lusso di cartone, se razzismo guerra e fame ancora uccidon le persone. Lo sai cos'è, dovremmo stringerci le mani... O é Natale tutti i giorni, o non é Natale mai... E intanto i negozi brillano e brilla la TV e le offerte speciali e i nostri dischi si vendono di più. Il mondo forse no, non é cambiato mai e pace in terra forse un giorno ci sarà… Perché il mondo ha molto tempo, ha tempo molto più di noi. E intanto noi ci facciamo i regali il giorno che è nato Cristo, arricchiamo gl'industriali e intanto noi ci mangiamo i panettoni… Il giorno che è nato Cristo diventiamo più ciccioni. Lo sai cos'è, dovremmo stringerci le mani... O é Natale tutti i giorni o non é Natale maaaai... O é Natale tutti i giorni o non é Natale maaaai...

(Luca Carboni)Andiamo fino a Betlem, come i pastori. L'importante è muoversi. Per Gesù Cristo vale la pena lasciare tutto: ve lo assicuro. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso.Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi dell'onnipotenza di Dio. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l'amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita.Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale di quest'anno ci farà trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell'essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell'impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera.Allora, finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi, ma anche quello della nostra anima sarà libero di smog, privo di segni di morte, e illuminato di stelle.E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle delusioni, strariperà la speranza.

(Tonino Bello, Andiamo fino a Betlem)

In una certa città viveva un ciabattino, di nome Martin Avdeic. Lavorava in una stanzetta in un seminterrato, con una finestra che guardava sulla strada. Da questa poteva vedere soltanto i piedi delle persone che passavano, ma ne riconosceva molte dalle scarpe, che aveva riparato lui stesso. Aveva sempre molto da fare, perché lavorava bene, usava materiali di buona qualità e per di più non si faceva pagare troppo.Anni prima, gli erano morti la moglie e i figli e Martin si era disperato al punto di rimproverare Dio. Poi un giorno, un vecchio del suo villaggio natale, che era diventato un pellegrino e aveva fama di santo, andò a trovarlo. E Martin gli aprì il suo cuore.- Non ho più desiderio di vivere - gli confessò. - Non ho più speranza. Il vegliardo rispose: « La tua disperazione è dovuta al fatto che vuoi vivere solo per la tua felicità. Leggi il Vangelo e saprai come il Signore vorrebbe che tu vivessi.Martin si comprò una Bibbia. In un primo tempo aveva deciso di leggerla soltanto nei giorni di festa ma, una volta cominciata la lettura, se ne sentì talmente rincuorato che la lesse ogni giorno.E cosi accadde che una sera, nel Vangelo di Luca, Martin arrivò al brano in cui un ricco fariseo invitò il Signore in casa sua. Una donna, che pure era una peccatrice, venne a ungere i piedi del Signore e a lavarli con le sue lacrime. Il Signore disse al fariseo: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e non mi hai dato acqua per i piedi. Questa invece con le lacrime ha lavato i miei piedi e con i suoi capelli li ha asciugati... Non hai unto con olio il mio capo, questa invece, con unguento profumato ha unto i miei piedi».

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 10 PER RIFLETTERE E PREGARE…

Martin rifletté. - Doveva essere come me quel fariseo. Se il Signore venisse da me, dovrei comportarmi cosi? - Poi posò il capo sulle braccia e si addormentò.All'improvviso udì una voce e si svegliò di soprassalto. Non c'era nessuno. Ma senti distintamente queste parole: - Martin! Guarda fuori in strada domani, perché io verrò.L'indomani mattina Martin si alzò prima dell'alba, accese il fuoco e preparò la zuppa di cavoli e la farinata di avena. Poi si mise il grembiule e si sedette a lavorare accanto alla finestra. Ma ripensava alla voce udita la notte precedente e così, più che lavorare, continuava a guardare in strada. Ogni volta che vedeva passare qualcuno con scarpe che non conosceva, sollevava lo sguardo per vedergli il viso. Passò un facchino, poi un acquaiolo. E poi un vecchio di nome Stepanic, che lavorava per un commerciante del quartiere, cominciò a spalare la neve davanti alla finestra di Martin che lo vide e continuò il suo lavoro.Dopo aver dato una dozzina di punti, guardò fuori di nuovo. Stepanic aveva appoggiato la pala al muro e stava o riposando o tentando di riscaldarsi. Martin usci sulla soglia e gli fece un cenno. - Entra· disse - vieni a scaldarti. Devi avere un gran freddo.- Che Dio ti benedica!- rispose Stepanic. Entrò, scuotendosi di dosso la neve e si strofinò ben bene le scarpe al punto che barcollò e per poco non cadde.- Non è niente - gli disse Martin. - Siediti e prendi un po' di tè.Riempi due boccali e ne porse uno all'ospite. Stepanic bevve d'un fiato. Era chiaro che ne avrebbe gradito un altro po'. Martin gli riempi di nuovo il bicchiere. Mentre bevevano, Martin continuava a guardar fuori della finestra.- Stai aspettando qualcuno? - gli chiese il visitatore.- Ieri sera- rispose Martin - stavo leggendo di quando Cristo andò in casa di un fariseo che non lo accolse coi dovuti onori. Supponi che mi succeda qualcosa di simile. Cosa non farei per accoglierlo! Poi, mentre sonnecchiavo, ho udito qualcuno mormorare: "Guarda in strada domani, perché io verrò".Mentre Stepanic ascoltava, le lacrime gli rigavano le guance. - Grazie, Martin Avdeic. Mi hai dato conforto per l'anima e per il corpo.Stepanic se ne andò e Martin si sedette a cucire uno stivale. Mentre guardava fuori della finestra, una donna con scarpe da contadina passò di lì e si fermò accanto al muro. Martin vide che era vestita miseramente e aveva un bambino fra le braccia. Volgendo la schiena al vento, tentava di riparare il piccolo coi propri indumenti, pur avendo indosso solo una logora veste estiva. Martin uscì e la invitò a entrare. Una volta in casa, le offrì un po' di pane e della zuppa. - Mangia, mia cara, e riscaldati - le disse.Mangiando, la donna gli disse chi era: - Sono la moglie di un soldato. Hanno mandato mio marito lontano otto mesi fa e non ne ho saputo più nulla. Non sono riuscita a trovare lavoro e ho dovuto vendere tutto quel che avevo per mangiare. Ieri ho portato al monte dei pegni il mio ultimo scialle.Martin andò a prendere un vecchio mantello. - Ecco - disse. È un po' liso ma basterà per avvolgere il piccolo.La donna, prendendolo, scoppiò in lacrime. - Che il Signore ti benedica.- Prendi - disse Martin porgendole del denaro per disimpegnare lo scialle. Poi l’accompagnò alla porta.Martin tornò a sedersi e a lavorare. Ogni volta che un'ombra cadeva sulla finestra, sollevava lo sguardo per vedere chi passava. Dopo un po', vide una donna che vendeva mete da un paniere. Sulla schiena portava un sacco pesante che voleva spostare da una spalla all'altra. Mentre posava il paniere su un paracarro, un ragazzo con un berretto sdrucito passò di corsa, prese una mela e cercò di svignarsela. Ma la vecchia lo afferrò per i capelli. Il ragazzo si mise a strillare e la donna a sgridarlo aspramente.Martin corse fuori. La donna minacciava di portare il ragazzo alla polizia. - Lascialo andare, nonnina - disse Martin. - Perdonalo, per amor di Cristo.La vecchia lasciò il ragazzo. - Chiedi perdono alla nonnina - gli ingiunse allora Martin.Il ragazzo si mise a piangere e a scusarsi. Martin prese una mela dal paniere e la diede al ragazzo dicendo: - Te la pagherò io, nonnina.- Questo mascalzoncello meriterebbe di essere frustato - disse la vecchia.

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 11 PER RIFLETTERE E PREGARE…

- Oh, nonnina - fece Martin - se lui dovesse essere frustato per aver rubato una mela, cosa si dovrebbe fare a noi per tutti i nostri peccati? Dio ci comanda di perdonare, altrimenti non saremo perdonati. E dobbiamo perdonare soprattutto a un giovane sconsiderato.- Sarà anche vero - disse la vecchia - ma stanno diventando terribilmente viziati.Mentre stava per rimettersi il sacco sulla schiena, il ragazzo sì fece avanti. - Lascia che te lo porti io, nonna. Faccio la tua stessa strada.La donna allora mise il sacco sulle spalle del ragazzo e si allontanarono insieme. Martin tornò a lavorare. Ma si era fatto buio e non riusciva più a infilare l'ago nei buchi del cuoio. Raccolse i suoi arnesi, spazzò via i ritagli di pelle dal pavimento e posò una lampada sul tavolo. Poi prese la Bibbia dallo scaffale. Voleva aprire il libro alla pagina che aveva segnato, ma si apri invece in un altro punto. Poi, udendo dei passi, Martin si voltò. Una voce gli sussurrò all'orecchio: - Martin, non mi riconosci? - Chi sei? - chiese Martin. - Sono io - disse la voce. E da un angolo buio della stanza uscì Stepanic, che sorrise e poi svanì come una nuvola. - Sono io - disse di nuovo la voce. E apparve la donna col bambino in braccio. Sorrise. Anche il piccolo rise. Poi scomparvero.- Sono io - ancora una volta la voce. La vecchia e il ragazzo con la mela apparvero a loro volta, sorrisero e poi svanirono.Martin si sentiva leggero e felice. Prese a leggere il Vangelo là dove si era aperto il libro. In cima alla pagina lesse: Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste. In fondo alla pagina lesse: Quanto avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me. Così Martin comprese che il Salvatore era davvero venuto da lui quel giorno e che lui aveva saputo accoglierlo.

(Leone Tolstoj, Il Natale di Martin)

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 12 VEGLIARE INSIEME

IN CAMMINO VERSO BETLEMME

Uomo, immerso nel gelo, nel gelo della notte, ascolta: vieni, cammina anche tu verso Betlemme, verso il bambino e sua madre, lasciati avvolgere dalla luce del Signore! (S. Agostino)

Carissimi, vi proponiamo lo schema di una veglia di Natale da fare in comunità o da utilizzare individualmente per la preghiera personale. Con il giorno di Natale comincia il miracolo della divinizzazione dell'uomo. Da questo giorno in poi vediamo l'uomo con altri occhi, e bisogna chiedersi come sia possibile prestare fede al messaggio di un angelo, per riuscire a scorgere in una stalla la nascita divina del nostro redentore. In mezzo alla miseria, là dove non ce lo si aspetterebbe, lontano dallo splendore dorato dei palazzi, fuori delle sale del trono dei potenti, nel più piccolo dei capoluoghi della Giudea, così come aveva promesso il profeta, viene al mondo il nostro redentore. Il racconto dell’evangelista Luca contiene tutti gli elementi essenziali, e dice il vero.Come gesto iniziale viene messa sulla fronte di ciascun partecipante una stella adesiva per indicare il percorso che ciascuno di noi è disposto a fare per raggiungere Betlemme.

Indicazioni per la lettura: leggere sottolineando le cose importanti annotare le “parole chiave”, le parole che ci riportano ad altri brani biblici, le parole che non

capiamo prova re ad entrare nel ruolo di uno dei personaggi descritti e concentrarsi sulle azioni che svolge, i

personaggi con i quali si relaziona, i modi e gli atteggiamenti, chi agisce, chi riceve etc.

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c`era posto per loro nell`albergo.C`erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l`angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l`angelo una moltitudine dell`esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 13 VEGLIARE INSIEME

I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com`era stato detto loro.

(Lc 2, 1 – 20)

Confronto della Parola con la mia situazione ed esperienza personale…Seguendo la stella che è in noi, ci incamminiamo: Nella notte e nel buio Nel freddo e nel gelo Con l’asino e con il bue Assieme ai pastori Cercando in una mangiatoia

Ci siamo prefissati la meta di raggiungere il bambino. Ma di che bambino si tratta ? Chi è ? Chi ce lo mostrerà?

Nella notte e nel buio: L’ l’avvenimento è inserito da Luca in un quadro grandioso: Cesare Augusto, imperatore, stabilisce

un censimento di tutta la terra,… questa zoomata (dall’Impero a Betlemme) arriva a cogliere un momento notturno (angeli in cielo, luci,

la stella etc) la tradizione del presepio è nella notte. Questo ha anche un significato teologico ed esistenziale.Nel mezzo della notte nell'oscurità illuminata solo dalle stelle il Signore viene nel nostro mondo. Così dev'essere. Perché altrimenti egli non potrebbe mai comprendere ciò che più tardi lascerà trasparire da tutto il suo messaggio, ossia quanto la notte, le tenebre e la mancanza di prospettive possano rendere triste la nostra vita. Più tardi egli chiederà perdono al Padre Suo per tutto ciò che noi facciamo nella sonnolenza del nostro spirito, inconsapevolmente e sempre come disperati, speso desiderando il meglio eppure incapaci di vedere chiaramente. Egli avrà compassione per tutti i momenti in cui non abbiamo alcuna prospettiva e non vediamo via d'uscita, per tutte le volte che non conosciamo più noi stessi e non ci orientiamo più nel nostro stesso cuore. Proprio quando non sentiamo e non comprendiamo più nulla di umano, egli dice che nel mezzo della notte, nell'incomprensibile, Dio prende forma umana e che nella sua miseria non vi è nulla da rinnegare, nulla da disprezzare e nulla da respingere.Viene data a tutti una piccola candela, che una volta accesa, viene messa al centro del cerchio da ognuno, a formare una stella)

Il freddo e il gelo Faceva freddo, dice il racconto classico del Natale. Altrimenti il nostro redentore non avrebbe verso il gelo del nostro cuore la comprensione di cui abbiamo bisogno per contrapporre alla solitudine, al vento pungente, alla privazione della bontà che riscalda, al raggelarsi di ogni parola di dolcezza… la fiducia, la delicatezza e la bontà.

VIENE DATO A TUTTI UN FILO DI LANA, DA UTILIZZARE IN SEGUITO.

L’asino e il bueNel brano non vengono nemmeno citati. È una tradizione tardiva, del quarto secolo, che fa riferimento a Isaia 1,3. Gli animali, dice la leggenda richiamando alcune parole dei profeti, riscaldando con il fiato la mangiatoia in cui giace il nostro redentore avrebbero dato un primo segno di compassione e misericordia. Chissà che non spetti in primo luogo alla nostra “buaggine e asinaggine” un posto accanto

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 14 VEGLIARE INSIEME alla mangiatoia, per dirci che siamo e possiamo essere uomini, incluso tutto ciò che la superbia umana vorrebbe spesso respingere e calpestare in quanto animale?

VENGONO POSTE IN MEZZO AL GRUPPO LE STATUINE DI UN ASINO E DI UN BUE.

I pastori Allontaniamoci per un attimo dalla immagine oleografica che conosciamo. I pastori sono uomini biasimati per la loro ignoranza della legge, allontanati per il loro stato permanente di impurità dovuta al fatto di vivere perennemente assieme ad animali.A questo punto gli scettici chiederanno se il sogno dei pastori in questa notte non sia sospetto. Forse per loro il messaggio della notte di Natale è troppo consolatorio. Gli scettici trovano nella realtà esteriore infinite prove, difficilmente confutabili, di quanto sia meschina, brutta, misera e vana la vita dell'uomo. Hanno ragione, se non fosse che riescono a vedere correttamente soltanto alla luce del giorno, come fanno gli adulti, convinti della loro ragione. Gli occhi avvolti nel buio vedono in modo più reale, il cuore sognante vede in modo più vero la realtà di un Dio che si rivela in un bambino.

VIENE POSTA IN MEZZO LA STATUINA DI UN PASTORE.

La mangiatoiaÈ il segno con cui riconoscere il Salvatore è centrale come segno esplicito di identificazione dato dall’angelo ai pastori. Nel vangelo si dice che i pastori seppero scorgere il divino in una mangiatoia. Dio si fa riconoscere dall’uomo quanto più egli è piccolo, povero e umile.

VIENE POSTA IN MEZZO LA MANGIATOIA.

Un bambino

Il racconto dice che per Dio non vi era altro modo di entrare nella nostra vita che nelle sembianze di un bambino, per darci il coraggio di cogliere proprio in ciò che è incompiuto, non è ancora interamente formato e non è ancora adulto, la più bella metafora di Dio. Il Signore nasce bambino anche per celebrare l’assoluta fiducia nel Padre.

AQUESTO PUNTO OGNUNO DEPONE IL SUO FILO DI LANA E IL SUO FAZZOLETTO NELLA MANGIATOIA. SIAMO BAMBINI CHE ASPETTANO IL BAMBINO

Si stabilisce un tempo per una breve meditazione personale, durante la quale ciascuno scriverà una preghiera immedesimandosi in una delle cinque situazioni – personaggi presi in considerazione.

(liberamente adattato da www.qumran2.net)

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 15 PER LE COMUNITÀ

ATTIVITÀ DI NATALE

Come ogni anno, nel tempo di Avvento-Natale non proponiamo nessuna nuova attività per le branche, sostenendo fortemente l’idea che ogni comunità si debba mettere a disposizione del proprio parroco e coinvolgersi attivamente nelle iniziative delle propria parrocchia.

Qui di seguito, però, un breve dossier di esperienze degli anni passati per chi avesse necessità di attingere qualche idea…

Quelli che proponiamo di seguito sono giochi a squadre. Ogni partecipante dovrà avere a disposizione un Vangelo per la lettura che dovrà poi essere ritirato dal Responsabile. I primi due giochi sono a tempo. Al termine si controllano le risposte e si assegnano i punti.Il terzo gioco si fa tutti insieme, prenotando la risposta. Parla solo il caposquadra.Come ultimo gioco ogni squadra dovrà cantare a turno una o più canzoni di natale. La migliore interpretazione riceverà un premio.Sarebbe bello che in questa occasione le branche si mescolassero e grandi e piccoli gareggiassero assieme.

Il Natale nei VangeliIn dieci minuti, ciascuno dovrà leggere con attenzione i brani del Vangelo che parlano del Natale: capitoli 1 e 2 di Matteo e Luca capitolo 2, versetti 1-20.Le tradizionali figure presenti nel nostro presepio sono realmente menzionate nei vangeli? Le squadre si consultano ad ogni personaggio presentato

1: asino e il bue2: i tre re Magi3: gli angeli4: i pastori5: la grotta6: Giuseppe e Maria7: l’albergatore che non li accetta8: la cometa9: le pecore10: la mangiatoia

L’alfabeto del Natale

A: cosa fecero i Magi alla vista di Gesù? (adorarono)

B: in quale città nasce Gesù? (Betlemme)

C: Cosa decreta Cesare Augusto? (censimento)

D: di quale re Gesù è discendente? (Davide)

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 16 PER LE COMUNITÀ E: Come si chiamava il re al tempo di Gesù?

(Erode)

F: Gesù, Giuseppe e Maria sono la Santa…. (famiglia)

G: La regione in cui si trova Betlemme: (Giudea)

H: Casella Jolly. Scrivi la parola Natale in una lingua straniera:

I: un dono dei Magi (incenso)

L: secondo Giovanni, Gesù viene nel mondo per portare che cosa? (luce)

M: l’evangelista che parla dei Magi: (Matteo)

N: La città dove Gesù passa l’infanzia(Nazareth)

O: un dono dei Magi: (oro)

P: Gloria a Dio e…. in terra dicono gli angeli (pace)

Q: il governatore della Siria in quell’anno(Quirinio)

R: titolo attribuito ai Magi: (re)

S: Dio parla a Giuseppe attraverso i … (sogni)

T: come restò Erode?(turbato)

U: a chi pace in terra dicono gli angeli? (uomini)

V: il libro che narra il Natale (Vangelo)

Z: l’anno di nascita di Gesù:(zero)

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Quiz a gara (ogni squadra sceglie un suono per prenotare la risposta)

1. il nome dell’arcangelo che portò l’annuncio a maria2. il nome della cugina di maria3. il nome del figlio di elisabetta4. la città dove viveva maria5. la città di erode6. il lavoro di giuseppe7. chi andò alla grotta8. chi non andò alla grotta9. chi cantava nei cieli10. cosa fa maria nel suo cuore

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 17 PER LE COMUNITÀ Uno schema semplice aiuta a portare l’attenzione su due figure importanti nel quadro della natività: i pastori e i Magi. Mettiamoci di fronte a queste figure o, meglio ancora, proviamo ad identificarci con esse… In che cosa assomigliamo loro? In che cosa ci sentiamo lontani da essi?

pastori magi sottolineatura noiC’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge.

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?

Dei “vicini”, ma non interessati e dei “lontani” alla ricerca, del nuovo re dei giudei, disposti a mettersi in giocoI vicini preoccupati di altro (il gregge da vegliare) ma subito disponibili

Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.

Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.

Il messaggero è un angelo, nella tradizione biblica; e manifesta la gloria di Dio (una stella nella cultura non ebraica); la relazione è con i potenti del tempoIl timore è comune: nei pastori e in Erode, e in GerusalemmeAl timore si contrappone l’annuncio di una grande gioia, da condividere: è nato il Salvatore

Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».

Un segno umanissimo, normale, comune a qualsiasi altro figlio di gente modestaLa parola di Dio - scrittura riletta dalla comunità - mette assieme il puzzle che la stella aveva fornito agli studiosi venuti da oriente

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

L’annuncio si allarga: la gloria di Dio è cantata dall’“esercito celeste” e la notizia contenuta nella Scrittura è messa in luce e collegata al segno apparso in cielo: si conosceva, ma adesso è evidente a chi è disponibile ad ascoltarla; lo Spirito rende viva la Parola

Appena gli angeli si Udito il re, essi partirono. Si muovono gli uni e gli

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Natale 2016 – Il coraggio di coinvolgersi 18 PER LE COMUNITÀ furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio,

Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.

altri: vanno verso BetlemmePer attuare la prima “epifania”: ai vicini, il popolo eletto, anche se a partire dai “lontani”: i pastori; poi la seconda epifania: ai non ebrei: i magi

e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.

Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

La ricerca porta al bambino (con Maria e Giuseppe per i pastori; solo con sua madre per i Magi) La tradizione parla dei doni dei pastori che invece sono chiaramente presentati dai magi

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Il ritorno è pieno di gioia e di lode a Dio: ciò che hanno visto, ma soprattutto quanto hanno udito (anche da testi sacri per i Magi) diventa motivo di una nuova scoperta: porta alla fede?Nel senso simbolico gli uni e gli altri sono segno della fede del popolo eletto e di tutti i popoli

Strade diverse, per persone diverse, con possibilità, interessi, preoccupazioni diverse… ma si può arrivare alla stessa meta se non si è chiusi e interessati a ben altro (come, per esempio, Erode)

Magi: luoghi di origine – colore della pelle - diversi, età diverse (tutta l’umanità)

Noi giovani: alla ricerca/che diamo tutto per scontato; Interessati/distratti; coinvolti /assuefatti; persone di gioia/noia; annunciatori/chiusi in noi stessi; quali doni portiamo/aspettiamo per questo Natale?

Nell’anno della fede, il Natale quale speciale significato assume per noi?

Soprattutto per in questo tempo di avvento (e poi nel tempo libero e festoso del Natale) invitiamo i ragazzi a trovare un impegno che dica, a livello comunitario, il loro stile “incarnato” come stile evangelico. Certamente la parrocchia starà organizzando un’azione di solidarietà in questo Avvento – magari per tutto l’anno. Nessuno può dire “sono troppo piccolo”; certo serve innanzitutto il volto e il cuore della disponibilità. Troviamo insieme il modo di collaborare per dare anche noi il nostro apporto alla realizzazione di qualcosa che faccia star bene chi è in difficoltà.

1. Una comunione specialeI parroci, i diaconi, i ministri straordinari dell’Eucaristia vanno spesso a far visita ai malati della parrocchia nelle loro case e portano loro l’Eucaristia che, viste le loro condizioni, non potrebbero ricevere nelle celebrazioni in chiesa. Soprattutto vicino alle grandi feste. Perché non andare con loro, partecipare al momento di visita e preghiera? Pensate alla gioia di queste persone se, con Gesù, ricevono la vostra amicizia e vicinanza…

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2.. “Regali” che diventano “vita”Ogni anno varie comunità religiose o enti di solidarietà organizzano la raccolta di giocattoli e di materiale scolastico (quaderni, penne, matite…) da inviare ai bambini che non possono permetterseli. Possiamo partecipare all’iniziativa o organizzare in parrocchia qualcosa di simile, invitando in particolare i bambini a portare giocattoli in buono stato, considerando gli altri bambini come vorremmo essere considerati noi, o materiale utile per la crescita di chi è in condizioni meno fortunate.

3. Il canto della stella e il presepe (vivente?)Molte parrocchie organizzano la settimana prima del Natale un gioioso modo di fare gli auguri. Di solito alla sera, magari con vari strumenti musicali, abbigliati quasi come un presepe vivente, vanno a fare gli auguri natalizi per le vie e le contrade della parrocchia. Si porta anche un segno (una candela, un biglietto augurale …) e spesso è l’occasione per suscitare un gesto di carità per uno scopo ben preciso.Naturalmente c’è anche la tradizione del presepe. Tutte iniziative nelle quali … basta inserirsi!

4. Recite e celebrazioni docMolto lodevoli sono gli allestimenti e le realizzazioni di veri e propri eventi speciali quali recital, musical o concerti che in occasione del Natale si abbinano quasi sempre ad una promozione di disponibilità e solidarietà. Anche le celebrazioni natalizie curate e animate sono grandi possibilità: veglia di Natale, festa della famiglia, giornata della pace, Epifania: c’è l’imbarazzo della scelta!

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Contemplando il presepio, Gesù nasce nella nostra vita

Uno dei simboli del Natale più amati è il presepio. Ce ne sono di tutti i tipi: piccoli e grandi, con statue di gesso, di plastica, di legno, presepi viventi, presepi fatti con materiale di riciclo, o plasmati a immagine di personaggi famosi (avete presente San Gregorio Armeno a Napoli?). Se fatto con amore per il Signore, il presepio in questa varietà di forme esprime sempre la nostra meraviglia di fronte al Dio che ha scelto di diventare uno di noi. Il primo presepio fu costruito da San Francesco d’Assisi e nasceva forse dal desiderio di trasmettere ad altri il succo della sua esperienza spirituale: mettere Gesù al centro della propria vita come unico Signore, senza troppi fronzoli!Questo impegno a mettere Gesù al centro è stato trasmesso dalla storia francescana anche a Sant’Ignazio e alla spiritualità che nasce da lui (anche il MEG è espressione di questa spiritualità!). Ignazio, in particolare, lo insegna attraverso gli Esercizi Spirituali. Una delle meditazioni che propone a chi desidera fare gli Esercizi è di stare a contemplare nella propria immaginazione la nascita di Gesù a Betlemme. “Contemplare” vuol dire “sognare ad occhi aperti”, come quando pensiamo all’appuntamento che abbiamo con la nostra ragazza o il nostro ragazzo, o alle vacanze che abbiamo programmato con i nostri amici, o alla partita che andremo a vedere allo stadio. Prima che uno di questi incontri diventi realtà, stiamo lì ad immaginare e a gustarci tutto nei particolari: dove andremo, che diremo, che faremo o che vedremo.

Allo stesso modo Ignazio propone di fare con i testi relativi alla nascita di Gesù:1. vedere i luoghi e le persone come se fossero davanti a noi,2. ascoltare le parole che vengono pronunciate,

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