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PRESENTAZIONE Più che in altri tempi liturgici è in quaresima che il canto gregoriano si afferma soprat- tutto quale meditazione orante sui misteri di Cristo e della Chiesa. In parte ciò è dovuto a fatti musicali, come la concentrazione di stilemi identici, come avviene nel caso delle melodie del tratto, il canto interlezionale che lascia trasparire vistose tracce di un’arcai- ca prassi salmodica. In parte il carattere meditativo è amplificato dall’insistenza su testi affini, come avviene nell’indugiare sul testo del salmo 91 (90) che costituisce l’unica matrice di tutti i canti della Messa nella I domenica. Proprio i brani di questa domenica aiutano a scoprire e a riflettere sull’aderenza della musica gregoriana non soltanto ai testi, ma anche e, in particolar modo, ai diversi momenti dell’azione liturgica. Così i tre pezzi esemplificativi permettono di riconoscere la maestria del compositore che, pur utilizzando un’unica fonte letteraria, svela i partico- lari momenti celebrativi applicando al testo diversi e specifici stili melodici, nel nostro caso quelli che caratterizzano l’introito, il tratto e l’offertorio. Di fronte al tratto Qui habitat in adiutorio Altissimi - il brano più lungo dell’intero reper- torio gregoriano - crollano tutti i parametri di valutazione derivati dall’estetica e dal gusto moderno. Esso va semplicemente ascoltato nella preghiera senza nessun’altra pretesa che di immergersi nella Parola di Dio. Il ripetersi delle formule rischierebbe altrimenti di generare soltanto tedio e disgusto. Si tratta del caso in cui più che altrove è richiesto all’uditore il pieno abbandono alla dinamica del testo con tutte le sue capacità evocati- ve che rimbalzano dalla situazione storico-letteraria del salmista alla vita di Cristo (si pensi all’episodio delle tentazioni) e alle quotidiane peripezie del credente: tre situazio- ni personali che vedono la persona umana costretta sempre ad affrontare le provocazio- ni del Maligno, ma anche incessantemente protetta e sorretta dalla mano di Dio e dei suoi messaggeri. Nella selezione dei canti propri delle successive domeniche quaresimali meritano parti- colare attenzione il brano iniziale e l’antifona di comunione. L’introito già con le sole prime parole presenta plasticamente un preciso orientamento spirituale della Chiesa peregrina che si prepara con crescente intensità alle celebrazioni pasquali. Tibi dixit cor DOMINUS REDEMPTOR Tempo di Quaresima

05DominusRedemptor

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Cantos Gregorianos

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PRESENTAZIONE

Più che in altri tempi liturgici è in quaresima che il canto gregoriano si afferma soprat-

tutto quale meditazione orante sui misteri di Cristo e della Chiesa. In parte ciò è dovuto

a fatti musicali, come la concentrazione di stilemi identici, come avviene nel caso delle

melodie del tratto, il canto interlezionale che lascia trasparire vistose tracce di un’arcai-

ca prassi salmodica. In parte il carattere meditativo è amplificato dall’insistenza su testi

affini, come avviene nell’indugiare sul testo del salmo 91 (90) che costituisce l’unica

matrice di tutti i canti della Messa nella I domenica.

Proprio i brani di questa domenica aiutano a scoprire e a riflettere sull’aderenza della

musica gregoriana non soltanto ai testi, ma anche e, in particolar modo, ai diversi

momenti dell’azione liturgica. Così i tre pezzi esemplificativi permettono di riconoscere

la maestria del compositore che, pur utilizzando un’unica fonte letteraria, svela i partico-

lari momenti celebrativi applicando al testo diversi e specifici stili melodici, nel nostro

caso quelli che caratterizzano l’introito, il tratto e l’offertorio.

Di fronte al tratto Qui habitat in adiutorio Altissimi - il brano più lungo dell’intero reper-

torio gregoriano - crollano tutti i parametri di valutazione derivati dall’estetica e dal gusto

moderno. Esso va semplicemente ascoltato nella preghiera senza nessun’altra pretesa

che di immergersi nella Parola di Dio. Il ripetersi delle formule rischierebbe altrimenti di

generare soltanto tedio e disgusto. Si tratta del caso in cui più che altrove è richiesto

all’uditore il pieno abbandono alla dinamica del testo con tutte le sue capacità evocati-

ve che rimbalzano dalla situazione storico-letteraria del salmista alla vita di Cristo (si

pensi all’episodio delle tentazioni) e alle quotidiane peripezie del credente: tre situazio-

ni personali che vedono la persona umana costretta sempre ad affrontare le provocazio-

ni del Maligno, ma anche incessantemente protetta e sorretta dalla mano di Dio e dei

suoi messaggeri.

Nella selezione dei canti propri delle successive domeniche quaresimali meritano parti-

colare attenzione il brano iniziale e l’antifona di comunione. L’introito già con le sole

prime parole presenta plasticamente un preciso orientamento spirituale della Chiesa

peregrina che si prepara con crescente intensità alle celebrazioni pasquali. Tibi dixit cor

DOMINUS REDEMPTORTempo di Quaresima

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meum, Oculi mei semper ad Dominum, Lætare Ierusalem, Iudica me Deus: sono le varie

articolazioni di una professione di fede che con trepidazione il popolo cristiano esprime

nella liturgia e testimonia nel quotidiano scandito dalle opere di misericordia e di peni-

tenza purificatrice. Una penitenza, quella quaresimale, che non ha nulla di lugubre o di

morboso, ma si vuole affermare nella vita dei singoli e dell’intera comunità quale aper-

tura luminosa all’esperienza pasquale. È sullo sfondo della partecipazione alla passione

di Cristo e del passaggio alla vita nuova - dalle tenebre alla luce, dal peccato alla grazia,

dall’indifferenza all’impegno, dall’incredulità alla fede appassionata, dalla paura umana

al coraggio evangelico - che si comprende adeguatamente, infatti, il grido e l’invito gio-

ioso che risuona a metà dell’itinerario quaresimale con le parole consolatrici del profeta

Isaia del Rallegrati, Gerusalemme (Is 66,10-11).

Le antifone alla comunione sono tutte riprese dai testi evangelici delle rispettive dome-

niche. È questo un accorgimento pedagogico della santa madre Chiesa per inculcare nei

credenti il senso della multiforme presenza di Cristo nel tempo della storia umana. Il

Signore presente nelle specie eucaristiche è il medesimo Gesù che ci ha parlato qualche

minuto prima attraverso la proclamazione di una pagina dei vangeli. La venerazione e

adorazione dell’ostia consacrata e l’intensità emotiva nel momento della comunione

sacramentale sono la misura del rispetto, dell’attenzione e della venerazione verso lo

stesso Signore Gesù presente nella Parola. E quanto questa stessa Parola ha suscitato nel

profondo del cuore, durante l’ascolto liturgico e la lectio divina, trova una sua espressio-

ne sonora nelle brevi e significative antifone che si intrecciano con versetti salmici e altre

riflessioni ecclesiali per accompagnare il rito della comunione in tutto il suo svolgimento.

La scelta dei brani evangelici e delle corrispondenti antifone di comunione è fatta nel

contesto della preparazione immediata dei catecumeni, di quanti si accingono a riceve-

re il battesimo nella veglia pasquale. In questa prospettiva molto ampia si inseriscono

particolari sottolineature di altri aspetti quali la conversione, la contrizione e l’impegno

alla penitenza. Sono queste le dimensioni tradizionali, ma pur sempre attuali che con liri-

smo appropriato canta l’inno iniziale Audi benigne Conditor attribuito a papa S. Gregorio

Magno († 604).

Giacomo Baroffio

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CANTORI GREGORIANI. Sono un gruppo vocale a voci maschili che si dedica in modo esclu-sivo allo studio e alla diffusione del canto gregoriano. Costituito interamente da specialisti, l’en-semble fonda la propria proposta esecutiva sull’indagine semiologica, ossia sullo studio delleantiche fonti manoscritte risalenti ai secoli X-XI. La proposta interpretativa del gruppo intende por-re in evidenza, attraverso gli strumenti propri della semiologia, la forza espressiva del canto gre-goriano, ossia la corretta ripresentazione musicale dell’antica tradizione esegetica dei sacri testi.Fondatore e direttore del gruppo è Fulvio Rampi, dottore in canto gregoriano alla scuola di LuigiAgustoni, docente di Prepolifonia al Conservatorio di Torino e M° di Cappella della Cattedrale diCremona.L’attività dei Cantori Gregoriani è molto intensa. Essi vantano numerosissime presenze in Italiae all’estero (Spagna, Portogallo, Svizzera, Austria, Germania, Polonia, Belgio, Slovenia, Libano,Brasile) per conto di importanti associazioni musicali e culturali. Dal 1995 al 1998 il coro haeffettuato quattro tournées in Giappone, dove ha tenuto concerti nelle principali città (Tokyo,Kyoto, Osaka, Hiroshima, Kumamoto, Nagano, Yokohama). Nel 1996 ha partecipato, comeunico complesso di canto gregoriano, al Festival di musica ortodossa con un concerto nella SalaGrande del Conservatorio Ciaikovski di Mosca (Russia). Nel 2002 il gruppo è stato invitato atenere due concerti nell’ambito del prestigioso Festival dei due mondi di Spoleto e nel 2003 hapreso parte al Festival monteverdiano di Cremona e al Ravenna Festival con una esecuzionenella Basilica di S. Vitale.Vasta è anche la produzione discografica per conto di importanti case discografiche italiane edestere (Rusty Records, PDU-EMI, JVC Giappone, Paoline, Sarx Records, ARCANA-WDR). Il coroha inoltre effettuato registrazioni per la Radio svizzera Suisse Romande, per la Radio tedescaWDR, per la televisione austriaca ORF e per la televisione giapponese NHK.A testimonianza dell’attenzione e della partecipazione attiva alla vivace fase storica del recupe-ro del canto gregoriano l’associazione ha dato vita nel 1993 alla rivista specialistica “Note gre-g o r i a n e ” .Negli ultimi anni i Cantori Gregoriani hanno affiancato all’attività artistica e di ricerca la promo-zione di iniziative autogestite a carattere didattico. Dal 1996 viene organizzato, nel periodo esti-vo, il Corso di canto gregoriano “Il suono della Parola”, al quale sono intervenuti prestigiosi rela-tori quali il Card. Carlo M. Martini, Mons. Gianfranco Ravasi, il Priore della Comunità monasti-ca di Bose Enzo Bianchi. Il corso è frequentato da musicisti, animatori liturgici, direttori di coroe cantori provenienti da ogni parte d’Italia.

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DOMINUS REDEMPTOR

Tempo di Quaresima

1. AUDI BENIGNE CONDITOR - Hymnus

I DOMENICA DI QUARESIMA

2. INVOCABIT ME - Introitus (Ps 90,15.16 et 1)

(Versetto: Emmanuele Brambilla)

3. QUI HABITAT - Tractus (Ps 90,1-7 et 11-16)

(Versetti pari: Giorgio Merli)

4. SCAPULIS SUIS - Offertorium (Ps 90,4.5)

II DOMENICA DI QUARESIMA

5. TIBI DIXIT COR MEUM - Introitus (Ps 26,8.9 et 1)

(Versetto: Emmanuele Brambilla)

6. SCIANT GENTES - Graduale (Ps 82,19 et 14)

(Versetto: Giorgio Merli)

7. VISIONEM - Communio (Mt 17,19; Ps 96,6.9)

(Versetti: Emmanuele Brambilla)

SABATO II SETTIMANA DI QUARESIMA

8. OPORTET TE - Communio (Lc 15,32; Ps 31,1.2)

(Versetti: Giorgio Merli)

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III DOMENICA DI QUARESIMA

9. OCULI MEI - Introitus (Ps 24,15.16 et 1-2)

(Versetto: Emmanuele Brambilla)

10. QUI BIBERIT AQUAM - Communio (Io 4,13.14; Is 12,3.6)

(Versetti: Emmanuele Brambilla)

IV DOMENICA DI QUARESIMA

11. LÆTARE IERUSALEM - Introitus (Is 66,10.11; Ps 121,1)

(Versetto: Enrico De Capitani)

12. LÆTATUS SUM - Graduale (Ps 121,1 et 7)

(Versetto: Emmanuele Brambilla)

13. LUTUM FECIT - Communio (Io 9,6.11.38; Ps 26,4)

(Versetti: Alessandro Riganti)

V DOMENICA DI QUARESIMA

14. IUDICA ME DEUS - Introitus (Ps 42,1.2 et 3)

(Versetto: Giorgio Merli)

15. CONFITEBOR TIBI DOMINE - Offertorium (Ps 118,7.10.17.25)

16. VIDENS DOMINUS - Communio (Io 11,33.35.39.43.44; Ps 94,6.7)

(Versetto: Giorgio Merli)

17. NEMO TE CONDEMNAVIT - Communio (Io 8,10.11; Ps 31,1.2)

(Versetti: Angelo Corno)

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FONTI

ANTIPHONALE MONASTICUM, Solesmes 1934: 1

GRADUALE TRIPLEX, Solesmes 1979: 2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17

Codici

C cod. S. Gallo, Stiftsbibl. 359, sec. X, Cantatorium (Paléographie Musicale II/2 e

Monumenta Palæographica Gregoriana III, Münsterschwarzach 1987)

E cod. Einsiedeln, Stiftsbibl. 121, Graduale sec. X (Pal. Mus. I/4)

L cod. Laon, Bibl. Municipale 239, Graduale sec. X (Pal. Mus. I/10)

Ch cod. Chartres, Bibl. Municipale 47, Graduale sec. X (Pa l . Mus. I / 1 1 ) , originale distrutto

Bv 33 cod. Benevento, Bibl. Cap. 33, Graduale sec. X-XI (Pal. Mus. I/20 e Monumenta

Palæographica Gregoriana I, Münsterschwarzach 1986)

Bv 34 cod. Benevento, Bibl. Cap. 34, Graduale-Trop. sec. XI-XII (Pal. Mus. I/15)

Albi cod. Paris, Bibl. Nat. lat. 776, Graduale-Trop. di Albi (edizione privata a cura di G.

Joppich per i corsi di canto gregoriano di Essen e di Cremona)

S t . Y r i e i x cod. Paris, Bibl. Nat. lat. 903, Graduale-Trop. di St. Yrieix (Pal. Mus. I/13)

Graz cod. Graz, Universitätsbibl. 807, Graduale di Klosterneuburg sec. XII (Pa l . Mus. I / 1 9 )

M t p cod. Montpellier, Bibl. de la Faculté de Médecin H. 159, Graduale (Pal. Mus. I/8)

Kar cod. Karlsruhe, Badische Landes Bibl. Aug. LX, Antifonario di Reichenau, sec. XII

( C o-Vi s i o n e m )

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1. AUDI BENIGNE CONDITOR - Hymnus

Audi, benigne Conditor,

Nostras preces cum fletibus,

Sacrata in abstinentia

Fusas quadragenaria.

Scrutator alme cordium,

Infirma tu scis virium;

Ad te reversis exhibe

Remissionis gratiam.

Multum quidem peccavimus,

Sed parce confitentibus,

Tuique laude nominis

Confer medelam languidis.

Sic corpus extra conteri

Dona per abstinentiam,

Ieiunet ut mens sobria

A labe prorsus criminum.

Præsta, beata Trinitas,

Concede, simplex Unitas,

Ut fructuosa sint tuis

Hæc parcitatis munera. Amen.

I DOMENICA DI QUARESIMA

2. INVOCABIT ME - Introitus (Ps 90,15.16 et 1)

Invocabit me, et ego exaudiam eum:

eripiam eum, et glorificabo eum:

longitudine dierum adimplebo eum.

Qui habitat in adiutorio Altissimi,

in protectione Dei cæli commorabitur.

Ascolta, o Creatore benigno,

le nostre preghiere e il nostro pianto

in questo sacro digiuno

quaresimale.

Tu, puro scrutatore dei cuori,

conosci la debolezza delle nostre forze;

a colui che a te ritorna

mostra la grazia del perdono.

Molto invero abbiamo peccato,

ma assolvi chi si pente;

a lode del tuo nome

porta il farmaco ai deboli.

Così dona un corpo

integro per l’astinenza,

affinché la mente sobria

non precipiti nel peccato.

Beata Trinità, aiutaci,

concedi, o semplice Unità,

che ai tuoi fedeli porti frutto

il dono del digiuno.

M’invocherà e gli darò risposta,

lo salverò e lo renderò glorioso,

lo sazierò di lunghi giorni.

Colui che abita al riparo dell’Altissimo

dimorerà nella protezione del Dio del cielo.

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Invocabit me, et ego exaudiam eum:

cum ipso sum in tribulatione.

Eripiam eum, et glorificabo eum:

longitudine dierum adimplebo eum,

et ostendam illi salutare meum.

4. SCAPULIS SUIS - Offertorium (Ps 90,4.5)

Scapulis suis obumbrabit tibi Dominus,

et sub pennis eius sperabis:

scuto circumdabit te veritas eius.

II DOMENICA DI QUARESIMA

5. TIBI DIXIT COR MEUM - Introitus (Ps 26,8.9 et 1)

Tibi dixit cor meum,

quæsivi vultum tuum,

vultum tuum Domine requiram:

ne avertas faciem tuam a me.

Dominus illuminatio mea,

et salus mea: quem timebo?

6. SCIANT GENTES - Graduale (Ps 82,19 et 14)

Sciant gentes quoniam nomen tibi Deus:

tu solus Altissimus super omnem terram.

Deus meus, pone illos ut rotam,

et sicut stipulam ante faciem venti.

M’invocherà e gli darò risposta;

presso di lui sarò nella sventura.

Lo salverò e lo renderò glorioso,

lo sazierò di lunghi giorni

e gli mostrerò la mia salvezza.

Il Signore ti coprirà con le sue ali,

sotto le sue penne troverai rifugio;

la sua verità ti circonderà come uno scudo.

A te ha detto il mio cuore:

“Ho cercato il tuo volto”.

Il tuo volto, Signore, io cerco,

non nascondermi il tuo volto.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:

di chi avrò paura?

Tutti sappiano che hai nome “Signore”:

tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra.

Mio Dio, rendili come ruota,

come pula dispersa dal vento.

Colui che abita al riparo dell’Altissimo

dimorerà nella protezione del Dio del cielo.

Dica al Signore:

“Mio rifugio e mia fortezza,

mia roccia in cui confido”.

Egli ti libererà

dal laccio del cacciatore,

dalla peste che distrugge.

Ti coprirà con le sue ali

e sotto le sue penne troverai rifugio.

La sua verità ti circonderà come uno scudo:

non temerai i terrori della notte.

Né la freccia che vola di giorno,

né la peste che vaga nelle tenebre,

né lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

Mille cadranno al tuo fianco

e diecimila alla tua destra:

ma nulla ti colpirà.

Egli darà ordine ai suoi angeli

di custodirti in tutti i tuoi passi.

Sulle loro mani ti porteranno

perché non inciampi nella pietra il tuo piede.

Camminerai su aspidi e vipere,

schiaccerai leoni e draghi.

Lo salverò perché a me si e affidato;

lo esalterò

perché ha conosciuto il mio nome.

3. QUI HABITAT - Tractus (Ps 90,1-7 et 11-16)

Qui habitat in adiutorio Altissimi,

in protectione Dei cæli commorabitur.

Dicet Domino: Susceptor meus es,

et refugium meum, Deus meus:

sperabo in eum.

Quoniam ipse liberavit me

de laqueo venantium,

et a verbo aspero.

Scapulis suis obumbrabit tibi,

et sub pennis eius sperabis.

Scuto circumdabit te veritas eius:

non timebis a timore nocturno.

A sagitta volante per diem,

a negotio perambulante in tenebris,

a ruina et dæmonio meridiano.

Cadent a latere tuo mille,

et decem millia a dextris tuis:

tibi autem non appropinquabit.

Quoniam Angelis suis mandavit de te,

ut custodiant te in omnibus viis tuis.

In manibus portabunt te,

ne unquam offendas ad lapidem pedem tuum.

Super aspidem et basiliscum ambulabis

et conculcabis leonem et draconem.

Quoniam in me speravit, liberabo eum:

protegam eum,

quoniam cognovit nomen meum.

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III DOMENICA DI QUARESIMA

9. OCULI MEI - Introitus (Ps 24,15.16 et 1-2)

Oculi mei semper ad Dominum,

quia ipse evellet de laqueo pedes meos:

respice in me, et miserere mei,

quoniam unicus et pauper sum ego.

Ad te Domine levavi anima meam:

Deus meus, in te confido, non erubescam.

10. QUI BIBERIT AQUAM - Communio (Io 4,13.14; Is 12,3.6)

Qui biberit aquam, quam ego do,

dicit Dominus Samaritanæ,

fiet in eo fons aquæ

salientis in vitam æternam.

Haurietis aquas in gaudio

de fontibus Salvatoris.

Fiet in eo fons aquæ

salientis in vitam æternam.

Exsulta et lauda, habitatio Sion,

quia magnus in medio tui

Sanctus Israel.

Qui biberit aquam, quam ego do,

dicit Dominus Samaritanæ,

fiet in eo fons aquæ

salientis in vitam æternam.

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7. VISIONEM - Communio (Mt 17,19; Ps 96,6.9)

Visionem quam vidistis, nemini dixeritis,

donec a mortuis resurgat

Filius hominis.

Annuntiaverunt cæli iustitiam eius;

et viderunt omnes populi gloriam eius.

Quoniam tu Dominus

altissimus super omnem terram,

nimis exaltatus es super omnes deos.

SABATO II SETTIMANA DI QUARESIMA

8. OPORTET TE - Communio (Lc 15,32; Ps 31,1.2)

Oportet te fili gaudere,

quia frater tuus mortuus fuerat,

et revixit;

perierat, et inventus est.

Beati quorum remissæ sunt iniquitates,

et quorum tecta sunt peccata.

Quia frater tuus mortuus fuerat,

et revixit;

perierat, et inventus est.

Beatus vir

cui non imputavit Dominus peccatum,

nec est in spiritu eius dolus.

Oportet te fili gaudere,

quia frater tuus mortuus fuerat,

et revixit;

perierat, et inventus est.

I miei occhi sempre verso il Signore

perché egli trarrà dal laccio i miei piedi.

Guarda su me e abbi di me misericordia

perché solo e povero sono io.

A te, Signore, elevo l’anima mia:

Dio mio, in te confido, non resti confuso.

L’acqua che io darò,

dice il Signore alla Samaritana,

diventerà per colui che ne berrà

sorgente di acqua

che zampilla per la vita eterna.

Attingerete acqua con gioia

alle sorgenti della salvezza.

Diventerà per colui che ne berrà

sorgente di acqua

che zampilla per la vita eterna.

Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion,

perché grande in mezzo a voi

è il Santo d’Israele.

L’acqua che io darò,

dice il Signore alla Samaritana,

diventerà per colui che ne berrà

sorgente di acqua

che zampilla per la vita eterna.

Non parlate a nessuno di questa visione

finché il Figlio dell’uomo

non sia risorto dai morti.

I cieli annunziano la sua giustizia

e tutti i popoli contemplano la sua gloria.

Perché tu sei, Signore,

l’Altissimo su tutta la terra,

tu sei eccelso sopra tutti gli dei.

Bisogna che tu gioisca, o figlio,

perché questo tuo fratello era morto

ed è tornato in vita,

era perduto ed è stato ritrovato.

Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa

e perdonato il peccato.

Perché questo tuo fratello era morto

ed è tornato in vita,

era perduto ed è stato ritrovato.

Beato l’uomo a cui Dio

non imputa alcun male

e nel cui spirito non è inganno.

Bisogna che tu gioisca, o figlio,

perché questo tuo fratello era morto

ed è tornato in vita,

era perduto ed è stato ritrovato.

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V DOMENICA DI QUARESIMA

14. IUDICA ME DEUS - Introitus (Ps 42,1.2 et 3)

Iudica me, Deus,

et discerne causam meam

de gente non sancta:

ab homine iniquo et doloso eripe me;

quia tu es Deus meus, et fortitudo mea.

Emitte lucem tuam, et veritatem tuam:

ipsa me deduxerunt,

et adduxerunt in montem sanctum tuum.

Fammi giustizia, o Dio,

difendi la mia causa contro gente spietata,

liberami dall’uomo iniquo e fallace

perché sei tu il Dio della mia difesa.

Manda la tua verità e la tua luce,

siano esse a guidarmi

e mi portino al tuo monte santo.

15. CONFITEBOR TIBI DOMINE - Offertorium (Ps 118,7.10.17.25)

Confitebor tibi, Domine, in toto corde meo:

retribue servo tuo:

vivam, et custodiam sermones tuos:

vivifica me secundum verbum tuum, Domine.

Ti loderò, Signore, con cuore sincero:

ricompensa il tuo servo;

vivrò e custodirò le tue parole;

dammi vita secondo la tua parola, o Signore.

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IV DOMENICA DI QUARESIMA

11. LÆTARE IERUSALEM - Introitus (Is 66,10.11; Ps 121,1)

Lætare Ierusalem:

et conventum facite omnes qui diligitis eam:

gaudete cum lætitia,

qui in tristitia fuistis:

ut exsultetis, et satiemini

ab uberibus consolationis vestræ.

Lætatus sum in his quæ dicta sunt mihi:

in domum Domini ibimus.

12. LÆTATUS SUM - Graduale (Ps 121,1 et 7)

Lætatus sum in his quae dicta sunt mihi:

in domum Domini ibimus.

Fiat pax in virtute tua:

et abundantia in turribus tuis.

13. LUTUM FECIT - Communio (Io 9,6.11.38; Ps 26,4)

Lutum fecit ex sputo Dominus,

et linivit oculos meos:

et abii, et lavi,

et vidi, et credidi Deo.

Unam petii a Domino,

hanc requiram,

ut inhabitem in domo Domini

omnibus diebus vitæ meæ.

Ut videam voluptatem Domini,

et visitem templum eius.

Rallegratevi con Gerusalemme:

esultate per essa quanti l’amate,

sfavillate di gioia con essa

voi tutti che avete partecipato al suo lutto.

Così esulterete

e vi sazierete delle sue consolazioni.

Ho gioito quando mi dissero:

“Andremo alla casa del Signore”.

Ho gioito quando mi dissero:

“Andremo alla casa del Signore”.

Venga la pace nelle tue schiere

e la prosperità nei tuoi baluardi.

Il Signore fece del fango con la saliva

e lo spalmò sui miei occhi;

sono andato, mi sono lavato,

ho riacquistato la vista

e ho creduto nel Signore.

Una cosa ho chiesto al Signore,

questa sola io cerco:

abitare nella casa del Signore

tutti i giorni della mia vita.

Per gustare la dolcezza del Signore

ed ammirare il suo santuario.

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Beatus vir cui non imputavit Dominus peccatum,

nec est in spiritu eius dolus.

Nemo te condemnavit, mulier?

Nemo, Domine.

Nec ego te condemnabo: iam amplius noli peccare.

Nessuno ti ha condannata, donna?

Nessuno, Signore.

Neanch’io ti condannerò: d’ora in poi non peccare più.

Beati coloro ai quali sono rimesse le colpe

e perdonati i peccati.

D’ora in poi non peccare più.

Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male

e nel cui spirito non è inganno.

Nessuno ti ha condannata, donna?

Nessuno, Signore.

Neanch’io ti condannerò: d’ora in poi non peccare più.

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16. VIDENS DOMINUS - Communio (Io 11,33.35.39.43.44; Ps 94,6.7)

Videns Dominus flentes sorores Lazari ad monumentum,

lacrimatus est coram Iudæis, et clamabat:

Lazare, veni foras:

et prodiit ligatis manibus et pedibus,

qui fuerat quatriduanus mortuus.

Venite adoremus, et procidamus ante Deum;

ploremus ante eum qui fecit nos:

quia ipse est Dominus Deus noster.

Et prodiit ligatis manibus et pedibus,

qui fuerat quatriduanus mortuus.

Gesù, vedendo le sorelle di Lazzaro che piangevano davanti al sepolcro,

scoppiò in lacrime davanti ai Giudei e gridò a gran voce:

Lazzaro, vieni fuori.

Il morto uscì con le mani e i piedi avvolti in bende:

era morto già da quattro giorni.

Venite, prostrati adoriamo, in ginocchio

davanti al Signore che ci ha creati,

poiché egli è il Signore nostro Dio.

Il morto uscì con le mani e i piedi avvolti in bende:

era morto già da quattro giorni.

17. NEMO TE CONDEMNAVIT - Communio (Io 8,10.11; Ps 31,1.2)

Nemo te condemnavit, mulier?

Nemo, Domine.

Nec ego te condemnabo: iam amplius noli peccare.

Beati quorum remissæ sunt iniquitates,

et quorum tecta sunt peccata.

Iam amplius noli peccare.