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« I partiti politici . . . Sono essenziali per la democrazia »

e poi soprattutto:

. . . loro, sono democratici al loro interno?

Tutti lo dicono, e forse è vero, ma . . .

. . . loro, sono interessati alla democrazia?

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Come ogni organismo vivente anche i partiti politici hanno alcune esigenze fondamentali, che sono obbligati a rispettare

per poter restare in vita

Respirare avendo

accesso ai media

Nutrirsi

con finanziamenti

Riprodursi

mediante il potere di: « collocare in posti »

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Chi di loro si organizzerà meglio nel procurarsi:•Accesso ai media

•Finanziamenti•Potere di “collocare in posti”

Avrà maggiori possibilità di sopravvivere alla dura selezione

naturale (che caratterizza lo spietato mondo della politica).

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Dove trovare mezzi per ottenere:•Accesso ai media

•Finanziamenti•Potere di “collocare in posti”

? ? ? ?

Principalmente dalla ricchezza sociale e dal potere pubblico che sono chiamati a gestire, ma anche da « poteri forti » (economici,

finanziari o altro) interessati a prestare servigi ed offrire servizi ai partiti, in cambio di favori.

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Se un partito qualsiasi, A, viene e trovarsi al potere e gestisce la ricchezza sociale, gli enti pubblici, i canali di comunicazione, il potere delle banche e della finanza, i legami con i poteri economici (non politici, o non ancora tali) e persino influenza la giustizia, al fine di rafforzare il potere del partito stesso, allora un altro partito, B, dovra’ fare altrettanto se non intende trovarsi in serie difficolta’ nella competizione. (Vedi: Moisei Ostrogorsky [1] )

Partito

A

Partito

B

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In mancanza di regole precise, vincoli forti e freni etici si instaura una spirale perversa che induce i partiti politici a

“lottizzare” qualsiasi aspetto della società (*).

(* - vedi l’intervista a Berlinguer del 28-7-1981[3])

Ogni forma di potere la si vorrà ricondotta al potere politico.

Si selezionerà una classe di politici di professione (**) specializzati nell’aumentare il potere del partito stesso e non nell’elaborare strategie politiche utili alla società . (** - l’espressione è del sociologo Max Weber [2])

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I partiti politici nascono per dare

risposta ad esigenze sociali che emergono

dai problemi dalla società

ma evolvono in entità diverse, con un unico altro fine: ingigantire per

sopravvivere.

(diventano: autoreferenziali)

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Come spesso anche in altri casi, oltre a quello della politica, a situazioni di concorrenza pura subentra una situazione nella quale gli attori del gioco della concorrenza (pur mantenendo la competizione tra di loro) identificano alcuni elementi di interesse comune e cooperano nella difesa di tali interessi. Anche nel campo della politica alcuni interessi comuni ai politici di professione ed ai partiti politici si sono ormai chiaramente delineati:

A - Impedire la nascita di altri partiti (es.: « bipartitismo »)

B - Ridurre l’indipendenza di altri poteri (es: Magistratura)

C - Monopolizzare l’informazione (lottizzazione)

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Nello sforzo di: assicurare il potere, i politici di professione ed i loro partiti sono

indotti ad alleanze con « poteri forti ».

Questi hanno interessi non sempre coincidenti con gli interessi della

società.

I pericoli più gravi:

Le guerre sono decise da oligarchie, non mediante referendum democratici. Non vengono annunciate in liste di « grandi

opere » preparate a scopi elettorali.

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Occorre saper valutare ed apprezzare il fatto che tra i politici di professione spesso si trovano persone di grandissimo valore

culturale ed etico.

Eppure, sono le esigenze oggettive che influenzano la dinamica dei partiti e ne determinano l’evoluzione.

Inoltre tali condizioni oggettive influenzano la qualità media generale e tendenziale dei politici di professione, anche al di là

della volontà dei singoli individui.

GandhiUn solo esempio, tra i tanti:

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Che fare? Per:•Difendere la democrazia, •Impedire la (tendenziale) degenerazione oligarchica dei gestori del potere.•Preservare il benessere e la pace nel mondo.

Occorre imporre ai partiti politicicondizioni « ambientali » che ne garantiscano uno sviluppo sano e

democratico.

Soprattuto: mai dimenticare che i partiti che si alternano al potere non hanno

(oggettivamente) necessità di PIU’ DEMOCRAZIA,

ma di PIU’ POTERE, e: PIU’ SICURO.

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Occorre esigere :

1) regole democratiche di vita internaai partiti e nei loro rapporti con la società ed i cittadini (Es. primarie aperte e per legge)

2) Referendum per tutte le leggi che modifichino il potere dei partiti politici e i loro rapporti con altri poteri (es: Magistratura),

impedendo la (tendenziale) autoreferenzialità. (esempi: leggi elettorali, . . . impunità,. . . . ecc.)

3) Informazione libera ed indipendente, mediante:a) Leggi contro il monopolio nel campo della informazione.

b) Elezione, da parte dei cittadini, dei direttori delle testate dei canali televisivi pubblici e della stampa finanziata dallo Stato

(quindi con i soldi dei contribuenti)

4) Limitazione temporale per tutte le cariche che implichino il diretto esercizio del potere politico.

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Montesquieu (1689 – 1755)

« Separazione dei poteri:legislativo, esecutivo, giudiziario . . . . . »

1748 - l'Esprit des Lois -

« . . . ma se scrivessi nel 2000 l'Esprit des Lois, certamente aggiungerei, tra i poteri da

tener separati, anche il potere dei media. Perche’ mai eleggere il sindaco di una città

e non anche il direttore della televisione pubblica? . . . I direttori dei giornali

finanziati dallo Stato, li designino i lettori!”

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Ricordiamo che: 1) Dobbiamo attenerci, noi, ed esigere da altri, un’etica di vita ed un’azione politica che miri al: MASSIMO BENE COLLETTIVO (*).

(* Stuart Mill)

2) I partiti politici non sono, non possono e non devono essere l’unico strumento per l’attività politica. Essi stessi necessitano di essere sottoposti ad un continuo controllo, politico, da parte di organizzazioni indipendenti di cittadini che ne impediscano la tendenziale degenerazione oligarchica.

(esempi: « Bürger Iniziative » -D-; «Democrazia diretta » -CH- )

3) Oltre a garantire la possibilità della nascita di nuovi partiti, è soprattutto fondamentale dare vita a « sindacati dei cittadini » o « comitati di difesa degli elettori », per informare, difendere e organizzare i cittadini nei loro contrasti con i loro rappresentanti e con i partiti politici. Importante è ottenere strumenti efficaci per esercitare questo controllo sui partiti.

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Semplice regola-guida fondamentale:

Non è tanto importante che al potere

ci sia questo o quello.

Importante è che il potere stesso

sia diminuito.(Carl Ludwig

Börne)

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16FINE

[1]- Questa realtà e la sua descrizione non sono affatto nuove, tantomeno sono specificità italiane. Il sociologo Moisei Ostrogorsky, dopo avere studiato con attenzione e per decenni il funzionamento di alcune grandi democrazie occidentali (USA ed Inghilterra) tra la fine dell’800 ed i primi anni del ‘900 ha spiegato in dettaglio questo meccanismo . Nel suo libro “La democrazia e i partiti politici », pubblicato nel 1902, si possono trovare 700 pagine di esempi concreti ed oggi ancora di grande attualità.

M. Ostrogorsky – “La democrazia e i partiti politici” – Ed. Rusconi, Milano 1991.

Riferimenti e bibliografia essenziale:

[2] – Il siociologo tedesco Max Weber ha introdotto la nozione di “Politico di professione” nel corso di alcune conferenze da lui tenute nel 1919 tra qui quella dal titolo: “Politik als Beruf”.

M. Weber – La politica come professione – Ed. Comunità, Torino 2001

– Per illustrare il caso italiano, è anche interessante rimandare alla lettura della intervista rilasciata da Berlinguer il 28 Luglio 1981. In cui tra l’altro si dice: “ I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. . . . Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire”.

Vuoi approfondire ? Scrivi a: leozaquini(at)bluewin.chOggetto: « Per la democrazia »