Carissimo figliuolo, in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e
schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue
suo, con desiderio di vedervi bagnato e annegato nel sangue di
Cristo crocifisso, il quale sangue inebria l'anima s e per siffatto
modo, che al tutto perde s medesima.
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Di s non vuole che rimanga alcuna particella, fuori del sangue:
cio n tempo n luogo, n consolazione n tribolazione, n ingiurie n
scherni n infamie n villanie, n veruna altra cosa, da qualunque
altro lato ella viene; n per s n per altrui, non le vuole eleggere
a suo modo, n con veruno suo parere; ma al tutto si sottopone alla
volont di Dio, la quale trova nel sangue di Cristo.
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Perch il sangue manifesta la dolce sua volont, che non cerca n
vuole altro che la nostra santificazione; e ci che d e permette,
dato a noi per questo fine; per amore dato, acciocch siamo
santificati in lui. Cos s'adempie la sua verit.
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La sua verit questa: che ci cre per gloria e lode del nome suo,
e perch noi partecipassimo della sua beatitudine e la sua
inestimabile carit, la quale perfettamente si gusta e riceve nella
visione di Dio.
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Or questo ha conosciuto l'anima, e veduto con l'occhio
dell'intelletto la volont del Padre eterno nel sangue del
Figliuolo: e questa la ragione che l'anima annegata nel sangue,
illuminata della dolce volont di Dio, la quale ha trovata nel
sangue, non ha mai pena, e non va a suo modo, n s n altrui vuole
mandare secondo i suoi pareri.
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E per non ha pena di chi non viva... perch li ha al tutto
perduti. Ma a che attende di fare? Quel medesimo che trova nel
sangue. Che trova nel sangue? L'onore del Padre eterno e la salute
dell'anime. Perch questo Verbo non attese mai ad altro; Si pose in
su la mensa della Croce a mangiare il cibo dell'anime, non
schifando pene.
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Adunque noi, membri, gettiamo a terra noi: nutriamoci del
sangue dello svenato e consumato Agnello. Facendolo, abbiamo la
vita, e gustiamo l'arra di vita eterna: abbiamo lume, e perdiamo la
tenebra nel lume, perdiamo ogni scandalo e mormorazione; che non
giudichiamo n con colore di male n con colore di bene.
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Ma come noi siamo annegati e perduti nel sangue, cos anneghiamo
e perdiamo altrui, tenendo di fermo che lo Spirito Santo li guidi.
Il contrario di coloro che hanno provato alcuna cosa, e non sono al
tutto perduti; spesse volte stanno in grandi pene, facendosi
giudici dei costumi e dei modi dei servi di Dio, vengono a scandalo
e mormorazione; e fanno mormorare spesse volte, partecipando con
altrui le pene e pareri loro.
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I quali pareri si debbono smaltire nel sangue, o con la propria
persona di cui gli pare, senza mettere mezzo di diverse creature.
Se fosse illuminato e annegato nel sangue, lo farebbe: ma perch non
anco in quella grande perfezione della volont annegata, che si
richiede nel servo di Dio, poniamoch sia al tutto perduta nel
mondo, gli rimane dei pareri spirituali.
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E per non lo fa, si trova ignorante, e per lignoranza viene in
molti difetti e inconvenienti. Adunque corriamo, carissimo e
dolcissimo figliuolo; gettiamoci tutti nel glorioso e prezioso
sangue di Cristo: e non rimanga punto fuori di noi.
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E con debita riverenza e pazienza portate ogni fatica, ingiurie
e mormorazioni e ogni altra cosa; i servi di Dio con amore e
riverenza consigliando; e non mormorando n affermando verun nostro
parere di loro. E per questo modo saremo materia e strumento di
togliere le mormorazioni; e non di darle. Or cos facciamo; e non si
faccia altro che nel sangue.
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Non vedo che altro si possa fare; e per dissi ch'io desideravo
di vedervi inebriato del sangue di Cristo crocifisso, perch pare
che sia di bisogno e di necessit. Cos voglio che noi facciamo: e
specialmente vi prego e costringo che ne preghiate la prima Verit
per me (che n'ho bisogno), che mi vi anneghi e mi vi affoghi per
siffatto modo, ch'io riceva lume perfetto a conoscere e vedere le
pecorelle mie, le perdute e le acquistate; sicch io me le ponga in
su la spalla, e ritorni all'ovile con esse.
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Grande ignoranza della pecorella a non conoscere il pastore suo
alla voce. Tanto tempo avete udita la voce del pastore che quasi ne
dovreste essere maestri; e pare che facciate il contrario, andando
dietro alle voci vostre, belando, e non sapendo voi quello che vi
diciate.
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Andate dietro al giudizio e consigli umani: pare che tutti
abbiate perduto il lume della fede, come se il pastore che v'ha
data la voce, e vuole dare la vita per la salute vostra, vi
chiamasse con altra voce, cio con quella dell'uomo e non con la
divina, e dolce volont di Dio: dalla quale non si pu scordare
l'anima per verun detto di creature n per ignoranza delle
pecorelle, che non la compia in s e in altrui.
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Cos fece il dolcissimo Ges, che non lasci per lo scandalo e
mormorazione dei Giudei, n per ingratitudine nostra, che non
compisse l'onore del Padre e la salute nostra: cos deve fare chi
Dio ha posto, che sguiti questo Agnello; non volgere il capo
addietro per veruna cosa che sia.
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E se le inferme pecorelle, che devono essere sane, mormorano
come inferme; non deve per il pastore lasciare coloro che stanno a
fine di morte, vedendo di potere loro dare la vita, coloro che sono
tutti ciechi, per loro che hanno male negli occhi. Non dovete fare
cos; ma imparate dai discepoli santi; che chi andava e chi
rimaneva, secondo che vedevano pi l'onore di Dio.
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Dobbiamo credere che a chi rimaneva e a chi andava, si
suscitavano infinite mormorazioni; e chi andava, non lasciava per
d'adoperare l'onore di Dio; e chi rimaneva, non si scordava per
della pazienza e del lume della fede, e non perdeva la memoria del
ritenere e del ricordare della voce del suo pastore.
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Anco, si fortificavano con allegrezza; perch quanto maggiore lo
scandalo, tanto pi perfetta l'operazione che si fa. Adunque siate
pecorelle vere; e non temete dell'ombre vostre, n crediate ch'io
lasci le novantanove, per l'una.
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Io vi dico cotanto, che delle novantanove per ognuna delle
novantanove io n'ho novantanove; le quali ora non si vedono se non
dalla divina Bont, che lo sa, Carit increata, il quale per occulto
frutto fa portare la fatica dell'andare, la gravezza dell'infermit,
il peso degli scandali e mormorazioni. Di tutto sia gloria e lode
al nome di Dio. Sicch l'andare e lo stare non s' fatto, se non
secondo la sua volont, e non secondo quella degli uomini.
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La gravezza del corpo, che io ho avuta e ho, e principalmente
la volont di Dio, m'ha tenuta ch'io non sono tornata. Il pi tosto
che si potr, e lo Spirito Santo ce lo permette, torneremo. Godete
dello stare e dell'andare; e tutte le vostre cogitazioni si
riposino qui su, tenendo che ogni cosa fa e far la divina
Provvidenza.
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Se non ch'io sono colei che guasto ci che Egli fa e adopera,
per la moltitudine delle iniquit mie, e cos fo danno a voi e a
tutto quanto il mondo. Vi prego quanto io so e posso, che preghiate
Dio che mi dia lume perfetto, sicch io vada morta per la via della
verit. Altro non dico.
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Confortatevi in Cristo dolce Ges. E a tutti ci raccomandate,
singolarmente al Baccelliere, e a frate Antonio.... Permanete nella
santa e dolce dilezione di Dio.