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Page 1:  · 2019. 8. 20. · rallegrano con la loro ironia il tempo trascorso nelle sale d’attesa, aspettando l’esito di un esame che preoccupa particolarmente. Insieme alla squadra si

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“Sono stata operata nel settembre 2003 per una neoformazione mammaria, dopo che mi fu diagnosticato un carcino-ma maligno. L’operazione riuscì. Mi sottoposi a radio e chemio terapia, per sicurezza. Mi dissero che ero guarita. Bene. Quando chiesi ai medici perché mi ero ammalata, la risposta fu vaga. In sostanza, mi dissero di cercarla nel mio modo di vivere: una vita sana e senza stress mi avrebbero aiutato a non ammalarmi più. Semplice e vero. Difficile, quasi impossibile a realizzarsi. Le cattive abitudini e le circostanze della vita che portano le persone ad ammalarsi di cancro, seppur con tutta la buona volontà, sono difficili da cambiare. Da soli non ce la si fa, neanche con il supporto e l’amore dei propri cari. Almeno, così è stato per me. Fino a quando non sono stata coinvolta nel Progetto Dragonette. Da allora la mia vita è cambiata, veramente, e nella giusta direzione.“ Valeria

Siamo una squadra sportiva nata a Torino nel 2010 da donne operate di tumore al seno e poi costituita in associazione no profit nel 2012. L’oggetto sociale è l’accoglienza della donna operata. In particolare l’as-sociazione intende aiutare le donne che hanno avuto un carcinoma mammario a ritrovare la gioia di vivere e non solo di sopravvivere alla malattia. La nostra opera si concretizza principalmente attraverso la pratica del dragon boating, ma anche nell’organizzare e gestire momenti di incontro e di confronto, nonché di appro-fondimento medico scientifico, sui temi inerenti il can-cro al seno e alle sue conseguenze. Nel 2013 alla squadra torinese si è affiancato l’equi-paggio di Avigliana, che si allena presso il Lago Grande e che condivide con noi progetti e attività.Ad oggi sono circa 70 le iscritte di cui l’80% pagaianti e di queste la maggior parte sono donne in rosa, ovvero operate di tumore al seno. Con le Dragonette, infat-ti, si allenano donne non operate che sostengono le “diversamente fortunate” (come si autodefiniscono le Dragonette) e che sono diventate parte integrante del-la squadra. L’obiettivo di formare due equipaggi – uno in rosa e uno in blu – è quasi raggiunto.

Il Dragon Boat è un mezzo di locomozione in uso in Cina almeno dal 500 a.C , le cui sembianze ricordano un dra-go: a prua trova posto la coloratissima testa, postazione del tamburino, che con un grosso tamburo segna il ritmo della pagaiata, a poppa la coda, dove trova posto il timoniere che da’ la direzione con un lungo timone di oltre 3 metri. L’equipaggio è composto da 20 rematori disposti su apposite panchette, dieci per lato, muniti di una pagaia monopala. Esistono anche imbarcazioni leggermente più piccole, dove trovano posto 10 rematori, disposti in 5 file. L’utilizzo del dragone nella pratica sportiva per le donne operate di tumore al seno risale al 1996 e si deve ad un medico canadese, il dr. Don Mckenzie. Egli voleva dimostrare che le donne operate di cancro al seno potevano praticare attività sportive ripetitive che impegnassero la parte superiore del corpo. La comunità scientifica all’epoca era convinta che il linfedema potesse peggiorare con l’attività. Fu così che il progetto “Abreast in a boat” (ABREAST: abbraccio - A BREAST: seno) SIAMO SULLA STESSA BARCA, prese il via nel gennaio 1996 presso il Centro di Medicina Sportiva UBC (Università Britannica della Columbia) per prevenire il tanto temuto linfedema. Un programma di allenamento, della durata di sei settimane, preparò 24 donne con l’obiettivo di farle partecipare all’International Dragon Boat Festival del giugno 1996 a Vancouver. La squadra partecipò e nessuna delle donne presentò in seguito problemi di linfedema.

Programma di Allenamento suggerito dall’I-BCPC (International Breast Cancer Paddler’s Commission)Nei primi 3 mesi si lavora “a terra” (palestra) per po-tenziare la forza muscolare che sarà necessaria per pagaiare e prevenire gli incidenti, con l’obiettivo di mi-gliorare la flessibilità del corpo (stretching), la forza e il controllo della parte superiore del corpo, fondamenta-le per l’allenamento in barca, migliorare la funzionalità polmonare e cardiovascolare (walking o jogging, bici, nuoto, ski, aerobica).Indicazioni generali per l’attività di Dragon Bo-ating:Ogni attività (dragon boating e aerobica) dovrebbe es-sere svolta per almeno 30’-40’ per 3 volte la settimana preceduta sempre dal riscaldamento e seguita dallo stretching.A scopo curativo o preventivo del linfedema durante l’attività sportiva sarebbe opportuno indossare sempre una guaina elastocompressiva all’arto superiore omo-laterale all’intervento, se l’atleta ha subito la dissezione del cavo ascellare.

1. CHI SIAMO

2. IL DRAGON BOAT E IL CANCRO AL SENO

3. LA PRATICA SPORTIVA

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Presso il Circolo gli “Amici del Fiume” si svolge l’attività di Dragon Boating della squadra di Torino.Per perseguire le finalità dettate dalle linee guida del IBCPC gli allenatori seguono in modo continuativo la squadra e organizzano 3 uscite settimanali in dragone, ciascuna preceduta dal riscaldamento iniziale e seguita dallo stretching finale .Il martedì e giovedì dalle 20,00 alle 22,00 sono dedica-ti all’attività del dragon boating, sostituita da attività in palestra, se le condizioni del fiume non consentono la navigabilità.

Il sabato mattina dalle 9,00 alle 11,00 è dedicato all’ac-coglienza delle “nuove arrivate”, con l’intento di presen-tare la squadra e l’attività in barca e dimostrazione della tecnica di pagaiata. L’allenamento è proporzionato alla presenza delle new entry che potranno usufruire di tre uscite in barca prima di decidere se praticare questo sport.Presso il lago di Avigliana è presente un’altra squadra di Dragonette, che prevede due allenamenti la settimana, il martedì dalle 15,00 alle 16,00 e il giovedì dalle 17,00 alle 18,00.

Le donne che si iscrivono alla associazione Dragonet-te, cercano un luogo in cui trovare il sostegno morale ed emotivo per ritrovare se stesse e non “perdersi” nella malattia: io non sono la mia malattia! Alcune arrivano con l’obiettivo concreto di prevenire il linfedema, altre con quello di controllare il peso e la forma fisica, altre semplicemente perché è stato consigliato per prevenire

il linfedema. Per le supporter l’arrivo alla associazione è spesso dovuto alla necessità di stare vicina alla compa-gna di vita, che sta affrontando la malattia, o alla amica o collega che le ha chiesto di farle compagnia, oppure alla solidarietà con donne che stanno precedendo altre su un sentiero che forse domani dovranno percorrere anche loro .

Una squadra di Dragonette è molto di più che una sem-plice squadra sportiva: è luogo di condivisione di paure ed emozioni, di solidarietà e aiuto reciproco. Si scambia-no informazioni per affrontare i cambiamenti fisici che la malattia ha portato con sé: l’indirizzo del negozio di parrucche o di turbanti variopinti , la marca del costume da bagno o di biancheria intima, si partecipa insieme all’incontro di make-up oppure si concorda una cena, un cinema. Le compagne di squadra sono anche coloro che accompagnano in occasioni di esami, ricovero o cicli di chemioterapia quando non ci sono familiari; sono anche

quelle che con il loro messaggi mantengono il contatto e rallegrano con la loro ironia il tempo trascorso nelle sale d’attesa, aspettando l’esito di un esame che preoccupa particolarmente. Insieme alla squadra si festeggia la fine del ciclo di chemioterapia o radioterapia.La capitana e gli allenatori, hanno un ruolo fondamen-tale nelle costruzione della squadra, nella gestione del clima in barca, nella ricerca e mantenimento della con-centrazione e, insieme alla tamburina, nella ricerca e mantenimento della sincronia e nella motivazione della squadra

In tutto il mondo ha sempre maggiore sviluppo l’utiliz-zo del Dragon Boat per attività formative di team buil-ding. Alla base di questo successo c’è l’idea di imparare a “stare tutti sulla stessa barca” per raggiungere un unico obiettivo. Nel mondo del lavoro, come in quello sportivo, per raggiungere il successo è necessaria una squadra affiatata che sappia lavorare assieme. Questa disciplina, applicata in ambito formativo, permette di intervenire in modo efficace su aspetti legati alla leadership, ai ruoli di coordinamento, alla comunicazione ed al lavoro di

gruppo. Pagaiare assieme al ritmo del tamburo, misura-re le fatiche per raggiungere un obiettivo comune, sono elementi che caratterizzano questa attività e richiedono sforzi comunicativi e di team work essenziali nel mondo del lavoro.Tale opportunità è stata utilizzata a Torino nel settembre 2015 dal Centro ITCILO nell’ambito della formazione di Funzionari di organismi internazionali con la partecipa-zione di oltre 70 persone.

4. L’ATTIVITÀ SUL TERRITORIO TORINESE

5. LA SQUADRA

6. NON SOLO SPORT

7. TEAM BUILDING

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1. Il Progetto Dragonette è realizzato da donne per le donne in tutto il mondo con successo. Il recupero di un corretto stile di vita avviene insieme ad altre donne che sanno cosa significa essere o essere state malate oncologiche.

2. Il Progetto Dragonette aiuta a guarire e fa prevenzione perché promuove la salute e il benesserepsicofisico. Nella letteratura scientifica si riferisce che l’attività fisica riduce del 35-40% la possibilità di recidive di tumore nelle donne che praticano dragon boat.

3. Il Progetto Dragonette può costituire un risparmio economico per tutti. lI linfedema, sofferenza fisica e psicologica, è un costo per la sanità pubblica e la collettività come “assenze dal lavoro”. Sarebbe auspicabile il suo inserimento nel percorso di guarigione “dopo l’ospedale” per tutte le donne operate.

4. Il Progetto Dragonette offre una visibilità valida e positiva a tutti gli Sponsor. Da anni l’attività promossa dal Progetto Dragonette compare sui media: rotocalchi, riviste sportive, RAI-3 Regione e RAI-3 Leonardo.

5. Il Progetto Dragonette non si ferma mai! La squadra partecipa al maggior numero di manifestazioni sportive organizzate in gran numero, in tutta Italia e all’estero, dalle altre squadre di “donne in rosa”.

I 5 BUONI MOTIVI PER FINANZIARE IL PROGETTO DRAGONETTE

DRAGONETTE TORINO ONLUSc/o Circolo Amici del Fiume - Corso Moncalieri, 18 - Torino

Cell. 389 5249585 - E-mail: [email protected] - www.dragonette.org