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COMUNE DI PRIOLO GARGALLO (SR)
Dott. For. Michele Giunti
STUDIO AGRICOLO FORESTALE A SUPPORTO DELLA REVISIONE GENERALE
DEL PIANO REGOLATORE COMUNALE E DELLE PRESCRIZIONI ESECUTIVE, AI SENSI DELL’ART. 3, COMMA 11, DELLA L.R. 30/04/91 N.15 E S.M.I
giugno 2011
COMUNE DI PRIOLO GARGALLO (SR)
Dott. For. Michele Giunti
STUDIO AGRICOLO FORESTALE A SUPPORTO DELLA REVISIONE GENERALE
DEL PIANO REGOLATORE COMUNALE E DELLE PRESCRIZIONI ESECUTIVE, AI SENSI DELL’ART. 3, COMMA 11, DELLA L.R. 30/04/91 N.15 E S.M.I
Studio eseguito dalla R.T.I.: NEMO Srl (capofila) Dott. For. Michele Giunti & Soc. coop. Agr.-For. Foreste e Territorio
Professionisti coinvolti: Dott. For. Giuseppe Clementi Dott. For. Linda Colligiani Dott. For. Michele Giunti Dott. Nat. Barbara Lastrucci Dott. Nat. Paolo Sposimo Dott. Nat. Salvatore Vinciguerra
Sommario
1. ANALISI DELL’USO DEL SUOLO E DEGLI ASPETTI AGRICOLI E FORESTALI ......................................... 4
1.1 Introduzione ................................................................................................................................ 4 1.2 Materiali e metodi ....................................................................................................................... 5 1.3 Macrocategorie e categorie di uso del suolo ............................................................................... 6 1.4 Descrizione delle classi di uso del suolo .................................................................................... 12 1.4.1 ZONE URBANIZZATE DI TIPO RESIDENZIALE .................................................................................. 14 1.4.2 ZONE INDUSTRIALI, COMMERCIALI E INFRASTRUTTURALI ............................................................ 17 1.4.3 ZONE ESTRATTIVE .......................................................................................................................... 26 1.4.4 ZONE VERDI ................................................................................................................................... 29 1.4.5 SITI DI INTERESSE CULTURALI ........................................................................................................ 32 1.4.6 1.4.6 SEMINATIVI ........................................................................................................................... 34 1.4.7 COLTURE PERMANENTI ................................................................................................................. 36 1.4.8 PRATI STABILI ................................................................................................................................. 43 1.4.9 ZONE AGRICOLE ETEROGENEE ....................................................................................................... 46 1.4.10 ZONE BOSCATE .......................................................................................................................... 49 1.4.11 ZONE CARATTERIZZATE DA VEGETAZIONE ARBUSTIVA ED ERBACEA ....................................... 56 1.4.12 ZONE APERTE CON VEGETAZIONE RADA .................................................................................. 62 1.4.13 ZONE UMIDE INTERNE .............................................................................................................. 65 1.4.14 ACQUE CONTINENTALI .............................................................................................................. 67 1.4.15 ACQUE MARITTIME ................................................................................................................... 70
2. ANALISI DELLA VEGETAZIONE ...................................................................................................... 72
2.1 La Carta della vegetazione ......................................................................................................... 72 2.2 Descrizione delle principali tipologie vegetazionali ................................................................... 83 2.2.1 Vegetazione delle coste sabbiose o rocciose ................................................................................. 83 2.2.2 Acque interne e ambienti di acqua dolce ...................................................................................... 87 2.2.3 Matorral, macchie a sclerofille e garighe ...................................................................................... 89 2.2.4 Phrygane costiere .......................................................................................................................... 92 2.2.5 Praterie e pascoli aridi su calcari ................................................................................................... 94 2.2.6 Boschi di sclerofille sempreverdi .................................................................................................... 97
3. PAESAGGIO ................................................................................................................................ 100
3.1 Rapporti tra Unità di Paesaggio e Piano Paesaggistico della Provincia di Sircacusa ................ 105
4. INFRASTRUTTURE E IMPIANTI A SERVIZIO DELL’AGRICOLTURA.................................................. 119
5. RAPPORTI TRA PREVISIONI URBANISTICHE E AGROECOSISTEMI ................................................ 121
5.1 Elementi di criticità con il P.E.A.R.S. ........................................................................................ 122
6. BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................ 125
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
4
1. ANALISI DELL’USO DEL SUOLO E DEGLI ASPETTI AGRICOLI E FORESTALI
1.1 INTRODUZIONE
Priolo Gargallo è diventato Comune autonomo il 12 luglio del 1979, distaccandosi da
Siracusa ed inglobando la maggior parte del territorio meridionale del Comune di Melilli,
compresa la frazione di S. Focà.
Il comune di Priolo Gargallo è collocato in un’area che viene identificata come il “Triangolo
Industriale Siracusano” o “Polo Petrolchimico Siracusano”, il quale comprende anche i
Comuni di Augusta e Melilli. La collocazione all’interno della area industriale più rilevante
della Sicilia, porta Priolo a condividere con Augusta e Melilli problematiche comuni di
carattere ambientale e territoriale, connesse al modello di sviluppo economico fondato sul
distretto industriale.
Il polo petrolchimico, sorto negli anni ’50 del secolo scorso grazie ad un piano di
industrializzazione che aveva l’obiettivo di risolvere lo storico problema della mancanza di
lavoro nella Provincia di Siracusa, ha profondamente trasformato il paesaggio, che
caratterizzava il tratto di costa compreso tra Augusta e Siracusa Nord, in cui si trova anche il
comune di Priolo Gargallo (Figura 1).
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
5
Figura 1 - Cambiamento dell’uso del suolo relativo alla fascia costiera di Priolo Gargallo tra il 1955 (foto a)
(fotogramma n. 7882 - Fonte I.G.M.I.) e il 2007 (foto b) (ortofoto Regione Siciliana)
Come specificato nel paragrafo 1.3, circa il 25% del territorio comunale di Priolo è occupato
da Superfici Artificiali; di queste il 70% circa è costituito da insediamenti industriali,
rappresentati da diverse raffinerie di petrolio e di impianti di produzione di derivati chimici
del petrolio e da altre industrie.
Nonostante la diffusione delle aree industriali, lo studio dell’uso del suolo, ha messo in luce,
tuttavia, un territorio che, come asseriscono ZIMMITTI et al., (2007) nell’introduzione allo
studio sui Monti Climiti, «suscita ancor oggi un vasto interesse naturalistico, storico-
archeologico ed etno-antropologico».
1.2 MATERIALI E METODI
La carta dell’Uso del Suolo del Comune di Priolo Gargallo è stata redatta in scala 1:10.000. La
metodologia adottata per la realizzazione di tale carta, ha previsto inizialmente l’analisi di
alcune fonti cartografiche e bibliografiche, che hanno rappresentato un valido strumento di
base, utile per una migliore comprensione del territorio in esame. Sono state consultate, in
particolare, le seguenti fonti cartografiche:
Carta Natura in scala 1:50.000 della Regione Sicilia, realizzata nel 2005 per conto
dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente);
Carta della vegetazione dei Monti Climiti, realizzata nel 2007 dall’Assessorato Regionale
Territorio e Ambiente, nell’ambito del Piano di Gestione del SIC ITA090020;
a b
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
6
Carta Forestale della Regione Siciliana, realizzata dall’Assessorato Regionale Territorio ed
Ambiente, nell’ambito del Sistema Informativo Forestale (CAMERANO et al., 2011).
Sono stati consultati, inoltre, i recenti lavori di ZIMMITTI et al., (2007) sulla vegetazione dei
Monti Climiti, di SPENA et al., (2009) sullo studio floristico-vegetazionale della Penisola
Magnisi e quello di CAMERANO et al., (2011) sui tipi forestali della Regione Siciliana.
Lo schema metodologico adottato, per la redazione della carta dell’uso del suolo, ha
previsto tre fasi:
1) definizione dell’uso del suolo mediante fotointerpretazione a video delle ortofoto digitali
del 2007;
2) validazione in campo delle classi individuate e aggiornamento dello strato informativo per
la definizione dell’uso attuale del suolo (2011);
3) realizzazione in ambiente GIS della banca dati dell’uso del suolo.
La legenda adottata è quella di CORINE Land Cover (III, IV e V livello) con relativa
corrispondenza con quella di CORINE Biotopes.
1.3 MACROCATEGORIE E CATEGORIE DI USO DEL SUOLO
L’attuale assetto paesaggistico che caratterizza il territorio di Priolo è il risultato dell’opera
di industrializzazione del secolo scorso, che ha prodotto una profonda differenziazione
dell’uso del suolo tra la fascia pianeggiante costiera e l’altopiano, la cui linea di confine è
costituita dalla barriera naturale dei Monti Climiti.
La fascia pianeggiante è costituita da una matrice paesaggistica in cui prevalgono le
Superfici artificiali che, complessivamente occupano il 25% circa (1426,63 ha) dell’intero
territorio comunale (Tabella 1 e Figura 2 e Figura 22). Negli anni ’50, tutta l’area, compresa
tra le Saline Magnisi e la Strada Statale n. 114, era caratterizzata da una fiorente agricoltura
(Figura 2), in cui insistevano soprattutto colture orticole, vigneti, agrumeti, ma anche oliveti
puri o consociati con mandorlo e carrubo.
All’interno della macrocategoria delle Superfici artificiali le Zone industriali, commerciali e
infrastrutturali (categoria 1.2) occupano una superficie di 1027,28 ha pari al 17,81 %
dell’intero territorio comunale, mentre le Zone urbane di tipo residenziale (1.1) e le Aree
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
7
estrattive (1.3) una superficie di 178,62 e 184,74 ha, pari rispettivamente a 3,10 e 3,20 %
(tab.1). Seguono, in minor misura le Zone verdi (1.4) e i Siti di interesse culturale (1.5) con
lo 0,51 e lo 0,11 %.
Figura 2- Particolare dell’area coltivata retrostante le Saline Magnisi nel 1955 (fotogramma n. 7882 - Fonte
I.G.M.I.)
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
8
Figura 3 - Ripartizione in percentuale delle principali macrocategorie di uso del suolo
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
9
Le Superfici agricole occupano circa il 42% della superficie totale, corrispondente a 2382,97
ha. Il dato è costituito dalla somma delle superfici coltivate (Seminativi, Colture Permanenti
e Prati-pascoli) che equivale a 1456,32 ha e gli Incolti o terreni a riposo (classe 249) che
ammontano a 926,65 ha.
Secondo l’ultimo Censimento dell’Agricoltura del 2000 la Superficie Agricola era di 2522,47
ha. Questo dato, comunque, dovrebbe essere analizzato alla luce dei dati dell’ultimo
Censimento dell’Agricoltura del 2010, i cui risultati ancora devono essere divulgati
dall’ISTAT, per una lettura più approfondita dei dati emersi nel presente studio.
Figura 4 - Carta delle Macrocategorie di uso del suolo
Secondo i dati del 2000 erano presenti 540 Aziende a prevalente conduzione diretta del
coltivatore e con manodopera familiare. Il 47% delle aziende possedevano una superficie
inferiore all’ettaro, il 18% tra 1 e 2 ha, il 20% tra 2 e 5 ha, mentre il 2% delle aziende (11)
possedevano una superficie oltre 50 ha. Le aziende zootecniche erano diffuse
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
10
prevalentemente nell’altopiano dei Monti Climiti. Il numero di aziende zootecniche con
allevamento di bovini si equivalevano con quelle ovi-caprini, mentre come numero di capi
prevalevano gli ovi-caprini con oltre 2000 capi contro gli 860 dei bovini.
Il settore agricolo occupa oggi, nel Priolese, un ruolo marginale rispetto al passato, avendo
lasciato il posto ad altri settori economici quali quello industriale e terziario. La maggiore
concentrazione di incolti, infatti, si ha soprattutto a ridosso delle aree industriali ed urbane
(Foto 1).
Foto 1 - Uliveto con agrumi in stato di semi-abbandono nei pressi della Basilica di S. Focà (a destra) e incolto con ulivo e carrubo, in Contrada Biggemi (a sinistra)
Le colture Arboree permanenti (2.2) rispetto ai Seminativi (2.1) e ai Prati stabili (2.3).
Tabella 1 - Ripartizione (in ettari e percentuale) delle macrocategorie e delle categorie di uso del suolo
MACROCATEGORIE E CATEGORIE SUPERFICIE
ha %
1 - SUPERFICI ARTIFICIALI 1426,63 24,70
1.1 Zone ubane di tipo residenziale 178,62 3,10
1.2 Zone industriali, commerciali ed infrastrutturali 1027,28 17,80
1.3 Zone estrattive 184,74 3,20
1.4 Zone verdi 29,42 0,51
1.5 Siti di interesse culturale 6,57 0,11
2 - SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2382,97 41,30
2.1 Seminativi 397,84 6,90
2.2 Colture permanenti 733,29 12,70
2.3 Prati stabili 264,46 4,59
2.4 Zone agricole eterogenee 987,38 17,10
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
11
MACROCATEGORIE E CATEGORIE SUPERFICIE
ha %
3 - TERRITORI BOSCATI E AMBIENTI SEMINATURALI 1781,12 30,80
3.1 Zone boscate 197,04 3,42
3.2 Zone caratterizzate da vegetazione arbustiva ed erbacea 1537,74 26,60
3.3 Zone aperte con vegetazione rada o assente 46,33 0,80
4 - ZONE UMIDE INTERNE 24,87 0,43
4.1 Zone umide interne 24,87 0,43
5 - CORPI IDRICI 151,49 2,63
5.1 Acque continentali 124,66 2,16
5.2 Acque marittime 26,83 0,47
I territori boscati e gli ambienti seminaturali occupano una superficie pari a 1781,12 ha
(30,80%). Essi sono concentrati prevalentemente lungo la catena rocciosa dei Monti Climiti
e sull’altopiano.
Le Zone caratterizzate da vegetazione arbustiva ed erbacea (3.2) coprono una superficie di
1537,74 ha, seguite dalle Zone boscate (3.1) con 197,04 ha e dalle Zone aperte con
vegetazione rada o assente (3.3) con 46,33 ha, rispettivamente con percentuali del 26,60,
3,42 e 0,80%.
I boschi, di elevato valore naturalistico e paesaggistico, sono diffusi esclusivamente
all’interno delle Cave calcaree tipiche dei Monti Iblei. Altrettanto interessanti sono le
formazioni a macchia, sia primaria (aree rupestri) che secondaria, le garighe e le praterie
aride calcaree.
Il progressivo abbandono delle colture arboree, quali l’uliveto puro o consociato con il
mandorlo ed il carrubo, tipiche dei paesaggi rurali degli Iblei, ha favorito l’insediamento
delle vegetazione naturale. Questo fenomeno è particolarmente diffuso in diversi coltivi
dell’altopiano, dove si riscontrano formazioni con specie tipiche della macchia (Rhamnus
alaternus, Pistacia lentiscus, Pistacia terebinthus ecc.), della gariga (Sarcopoterium
spinosum, Coridothymus capitatus ecc.) o della prateria (Hyparrhenia hirta), a seconda del
grado di abbandono e delle condizioni microstazionali (Barbera et al., 2010).
Di scarso rilievo, in termini di superficie, sono le Zone umide che occupano una superficie di
24,87 ha pari all’0,43% del totale.
I Corpi idrici occupano una superficie di 151,49 ha (2,63%); tra di essi le categoria prevalenti
sono le Acque continentali (5.1) con una estensione di 124,66 ha e quella delle Acque
marittime (26,83 ha).
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
12
I dati sopra riportati mostrano la notevole influenza antropica, che ha caratterizzato il
territorio di Priolo ed in particolare la fascia costiera pianeggiante.
1.4 DESCRIZIONE DELLE CLASSI DI USO DEL SUOLO
Il territorio del comune di Priolo si estende per una superficie complessiva di 6767,08 ha. In
totale, sono state individuate 53 classi di uso del suolo, di cui 23 rientranti nelle Superfici
Artificiali, 12 nelle Superfici agricole utilizzate, 11 nei Territori boscati e gli ambienti
seminaturali e 6 nei Corpi idrici ed 1 nelle Zone umide interne (Tabella 2). Di seguito viene
riportata la descrizione delle classi di uso del suolo individuate nel territorio in esame. La
classe degli “Eucalitteti” (2243) è stata considerata tra le Superfici agricole utilizzate. Per
ogni classe è riportata, inoltre, la corrispondenza con le classificazioni europee Corine
Biotopes e Habitat Natura 2000.
Tabella 2 - Superficie delle classi di uso del suolo secondo la classificazione CORINE Land Cover
CLASSI DI USO DEL SUOLO
SUPERFICIE
Cod. Descrizione
ha %
11 ZONE URBANE DI TIPO RESIDENZIALE 178,62 3,10
1111 Piccoli centri urbani (Priolo Gargallo-Centro urbano) 65,02 1,13
1121 Case sparse 44,94 0,78
1122 Borghi e villagi 32,40 0,56
1123 Aziende agricole con annessi casali. cascine e masserie 36,25 0,63
12 ZONE INDUSTRIALI, COMMERCIALI ED INFRASTRUTTURALI 1027,28 17,80
121 Aree industriali - commerciali e dei servizi pubblici e privati 755,05 13,00
1221 Linee ferroviarie e spazi associati 16,27 0,28
12214 Stazioni ferroviarie (Priolo Gargallo) 7,82 0,14
12221 Autostrade - caselli e raccordi autostradali 19,86 0,34
12223 Altre strade asfaltate 113,73 1,95
12224 Altre strade a sfondo sterrato 76,93 1,33
12225 Stazioni di servizio - piazzole - imposti 4,64 0,08
12231 Ponti - viadotti 0,42 0,01
1224 Acquedotti - eletrodotti - oleodotti e metanodotti sopraelevati 1,14 0,02
1225 Dighe - chiuse e centrali 30,89 0,59
124 Aeroporti (Pista ultraleggeri o Elisoccorso) 0,50 0,01
13 ZONE ESTRATTIVE 184,74 3,20
131 Aree estrattive 139,65 2,42
132 Discariche 19,62 0,34
133 Cantieri 25,47 0,44
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
13
CLASSI DI USO DEL SUOLO
SUPERFICIE
Cod. Descrizione
ha %
14 ZONE VERDI 29,42 0,51
141 Aree verdi urbane 8,84 0,15
1412 Cimitero comunale 3,27 0,06
142 Aree ricreative e sportive 17,31 0,30
15 SITI DI INTERESSE CULTURALE 6,57 0,11
151 Siti archeologici 5,64 0,10
152 Monumenti e rovine 0,93 0,01
21 SEMINATIVI 397,84 6,90
21113 Colture orto-floro-vivaistiche 7,79 0,14
21121 Seminativi semplici 348,99 6,05
21122 Seminativi arborati 41,06 0,71
22 COLTURE PERMANENTI 733,29 12,70
2224 Mandorleti 157,01 2,72
2226 Agrumeti 206,10 3,57
2229 Carrubeti 4,36 0,08
223 Oliveti 362,43 6,28
2243 Eucalitteti 3,38 0,06
23 PRATI STABILI 264,46 4,59
231 Prati e prati-pascoli avvicendati 264,46 4,59
24 ZONE AGRICOLE ETEROGENEE 987,38 17,10
242 Sistemi colturali e particellari complessi 59,84 1,04
243 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti 0,89 0,02
249 Incolti o terreni a riposo 926,65 16,00
31 ZONE BOSCATE 197,04 3,42
3111 Boschi di leccio 143,56 2,49
3116 Boschi di specie igrofile 16,01 0,28
3117 Boschi di latifoglie esotiche 28,18 0,49
3121 Boschi di pini mediterranei e cipressi 9,29 0,16
32 ZONE CARATTERIZZATE DA VEGETAZIONE ARBUSTIVA ED ERBACEA 1537,74 26,60
3211 Praterie aride calcaree 879,84 15,20
3223 Arbusteti xerofili (Formazione e Spartium junceum e Ononis natrix) 4,22 0,07
3231 Macchia 421,05 7,30
3232 Gariga 232,63 4,03
33 ZONE APERTE CON VEGETAZIONE RADA O ASSENTE 46,33 0,80
331 Spiagge - sabbia - dune 13,46 0,23
332 Rocce nude - falesie - rupi e affioramenti 15,49 0,27
333 Aree con vegetazione rada 17,43 0,30
41 ZONE UMIDE INTERNE 24,87 0,43
4121 Canneti a fragmite 24,87 0,43
51 ACQUE CONTINENTALI 124,66 2,16
5111 Fiumi (Fiume Anapo) 11,18 0,19
5112 Torrenti 16,06 0,28
5113 Canali artificiali 13,57 0,24
512 Bacini d'acqua 1,19 0,02
5122 Laghi artificiali 82,66 1,43
52 ACQUE MARITTIME 26,83 0,47
521 Lagune costiere 26,83 0,47 Totale 5767,08 100,00
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
14
1.4.1 ZONE URBANIZZATE DI TIPO RESIDENZIALE
Le Zone urbane di tipo residenziale occupano una superficie di 178,62 ha (3,10%) (Figura 5).
Figura 5 - Localizzazione delle Zone urbane di tipo residenziale
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
15
Zone residenziali a tessuto continuo (111) e discontinuo e rado (112)
Nelle classi 111 e 112 rientrano le Zone residenziali a tessuto continuo, le Case sparse, i
Borghi e villagi e le Aziende agricole e annessi casali, cascine e masserie (Figura 5), che
coprono rispettivamente una superficie di 65,02, 44,94, 32,40 e 36,25 ha.
Il centro urbano di Priolo, compresa la borgata di S. Focà (classe 1111 e 1122), si sviluppa tra
la vecchia Strada Statale n. 114 e l’autostrada Catania-Siracusa (A18), lungo un perimetro di
8000 m2. Il centro abitato è completamente contornato da aree industriali, con la difficoltà
di individuare aree di espansioni contigue ad esso. Infatti, a Nord ed a Sud del centro abitato
si concentrano gli impianti petroliferi dell’ERG, ad Ovest scorre l’asse autostradale ed a Est
c’è il mare. Inoltre, l’area posta a Sud-ovest di S. Focà, tra il torrente Mostringiano ed il
Castellaccio, è quasi completamente occupata dalle cave di estrazione. Lo scenario
territoriale è caratterizzato quindi da una diffusa e disordinata presenza di Case sparse
(1121) ed in particolare nelle zone adiacenti l’autostrada, in Contrada Palombara ed in
Contrada Biggemi. Nel secolo scorso in queste aree insistevano soltanto masserie rurali.
Nel territorio comunale sono presenti, inoltre, diverse Aziende agricole con annesse
strutture e fabbricati (1123). Le vecchie masserie, ristrutturate o in abbandono, sono
numerose a testimonianza della prevalente attività rurale che caratterizzava questo
territorio nel passato. A riguardo sono state cartografate e identificate le seguenti masserie:
Masseria del Feudo e Masseria Scrivilleri (Foto 2), Masseria Cavallaro, Masseria Biggemi,
Masseria Cugno di Chiusa.
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
1111 86.1 Piccoli centri urbani (Priolo Gargallo)centro urbano)
1121 86. 2 Case sparse
1122 86.2 Borghi e villaggi (S. Focà)
1123 86.2 Aziende agricole e annessi casali, cascine e
masserie
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
16
Foto 2 - Veduta della Masseria Scrivilleri (oggi agriturismo) e della Masseria del Feudo (localizzata all’interno del centro abitato)
Le caratteristiche costruttive di molti fabbricati e manufatti in pietra suscitano particolare
interesse; essi costituiscono la componente principale del paesaggio morfologico e
percettivo tipico degli Iblei e cioè “il paesaggio costruito in pietra” (BARBERA et al., 2011).
L’estrema abbondanza di pietra resasi disponibile dalle operazioni di spietramento, al fine di
ottenere suolo coltivabile, ha favorito la realizzazione di manufatti di diverse tipologie e
dimensioni, dal più semplice muretto a secco a forme più complesse di ripari e abitazioni
(Foto 3).
Foto 3 - Piccolo fabbricato con annesso muretto in pietra di delimitazione della proprietà. A destra, pascoli delimitati da muretti a secco
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
17
1.4.2 ZONE INDUSTRIALI, COMMERCIALI E INFRASTRUTTURALI
Le Zone industriali, commerciali e infrastrutturali (Figura 6) occupano una superficie di
1027,28 ha (17,80%).
Figura 6 - Localizzazione delle Zone industriali, commerciali e infrastrutturali
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
18
Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati (121)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
121 86.3 Aree industriali, commerciali e dei servizi
pubblici e privati
Questa aree si distribuiscono prevalentemente lungo tutta la fascia costiera. In questa classe
rientrano gli impianti petrolchimici del Gruppo ERG (ERG nord e sud) (Foto 4), che da sole
costituiscono il 65% circa della classe. Inoltre, la classe comprende le aree ENIMED e la
struttura industriale dismessa della ESPESI, collocate all’interno della penisola Magnisi,
l’area del depuratore consortile IAS (Industria Siciliana Acque) la Base Militare NATO (Foto
4), gli impianti fotovoltaici, tra cui quello posto tra lo svincolo autostradale e il torrente
Canniolo con una estensione di circa 40 ha (Foto 5). In questa classe vi rientrano anche le
aree dei servizi pubblici quali il CUMI (Consorzio Universitario Megara Ibleo), il CIAPI (Centro
Interregionale di Addestramento Professionale Integrato), la Protezione Civile, il Municipio e
molte aree commerciali poste lungo la S.S. 114.
Foto 4 - Veduta della base Nato ai piedi dei Monti Climiti
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
19
Foto 5 - Vista dell’area industriale ERG nord e dell’impianto fotovoltaico di Contrada Canniolo
Nella classe 121 è stata inclusa anche l’area occupata dalle case dell’antica Salina di Magnisi
o Biggemi (Foto 6) che rappresenta un esempio di archeologia industriale. Quest’area era, in
passato, in collegamento con l’area dell’attuale Riserva Naturale Orientata “Saline di Priolo”
gestita dalla LIPU, ed era estesa, fino ai primi anni ’70 del secolo scorso, circa 80 ha. Molte
parti dell’antica salina, sono state, in larga parte, interrate per la costruzione del depuratore
consortile (IAS) e della centrale ENEL di Contrada Pantano-Pozzillo (Figura 7).
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
20
Foto 6 - Struttura dell’antica Salina di Magnisi; in evidenza le vasche di racolta del sale dopo l’evaporazione dell’acqua
Figura 7 - Particolare dell’area (in rosso) occupata dalle Saline Magnisi al 1955 (fotogramma n. 7882 - Fonte I.G.M.I.)
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
21
Reti stradali, ferroviarie, opere d’arti e infrastrutture tecniche (122)
Le Reti stradali, ferroviarie, opera d’arti e infrastrutture tecniche (Figura 8) occupano una
superficie di 274 ha (4,75%).
Figura 8 - Localizzazione delle Reti stradali, ferroviarie, opere d’arti e infrastrutture tecniche
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
22
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
1221 86.3 Linee ferroviarie e spazi associati
12214 86.3 Stazioni ferroviarie (Priolo Gargallo)
1222 86.3 Vabilità stradale e sue pertinenze
12221 86.43 Autostrade, caselli e raccordi autostradali
12223 86.43 Altre strade asfaltate
12224 86.43 Altre strade a sfondo sterrato
12225 86.43 Ponti e viadotti
1224 86.3 Acquedotti, elettrodotti, oleodotti e
metanodotti sopraelevati
1225 86.3 Dighe, chiuse e centrali
124 86.3 Aeroporti (Pista ultraleggeri o Elisoccorso)
Nella classe 122 rientra la Viabilità stradale e sue pertinenze (1222); essa è costituita
dall’autostrada (12221), dalle strade provinciali (12223) e dalle strade interpoderali a fondo
sterrato (12224). Complessivamente la viabilità occupa una superficie di 214,17 ha, circa
l’80% dell’intera classe. La classe comprende anche le Linee ferroviarie e gli spazi associati
(1221) (24,09 ha), gli Acquedotti, elettrodotti, oleodotti e metanodotti sopraelevati (1224)
(1,14 ha), le Dighe, chiuse e centrali (1225) (30,89 ha) e infine nella voce Aeroporti (124)
una pista di elisoccorso.
Il territorio di Priolo è tagliato in due parti, lungo la direttrice Nord-sud, da un tratto
dall’autostrada Catania-Siracusa (A18), che costituisce la rete viaria principale (Foto 7), alla
quale si aggiungono altre arterie di collegamento tra l’area costiera e l’interno: le strade
provinciali Priolo-Melilli (S.P. n. 95), Priolo-Floridia-Solarino (S.P.n. 25), la S.P. 76 che sale
verso l’altopiano in direzione di Sortino e Melilli e la S.P. 36. Lungo la fascia costiera scorre la
Statale n. 114 che collega Catania a Siracusa.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
23
Foto 7 - Viadotto dell’autostrada in prossimità del torrente Canniolo
Oltre alla rete primaria, esiste poi una fitta maglia di collegamenti minori costituita
principalmente da strade interpoderali a sfondo sterrato, che testimonia un’articolata
organizzazione del territorio, realizzata nel corso del tempo e legata al settore agricolo ed al
sistema di masserie ancora esistenti nel territorio.
Il territorio comunale è interessato anche dal passaggio della tratta ferroviaria Catania-
Siracusa lunga complessivamente 84 km. Lungo il percorso esiste ancora la stazione di
Priolo-Melilli (Foto 8). La stazione venne costruita, ed inaugurata nel 1871, in seguito della
realizzazione della strada ferrata di collegamento delle aree del siracusano con la città e con
il porto di Catania allo scopo di convogliarne, verso i mercati, i prodotti agricoli e gli agrumi
dell'agro di Lentini. Nel secondo dopoguerra, con la costruzione del polo industriale, il
traffico viaggiatori subì un aumento che determinò l'istituzione di treni pendolari e
collegamenti merci con importanti scali ferroviari nazionali.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
24
Foto 8 - Stazione ferroviaria di Priolo-Melilli
A partire dalla fine degli anni settanta del secolo scorso, la progressiva dismissione degli
impianti industriali e il crollo della produzione, la stazione di Priolo ha subito negli ultimi
anni una diminuzione consistente del traffico merci e viaggiatori.
La classe 1225 è rappresentata dalle tre centrali ENEL; quella idroelettrica (Foto 9) è
localizzate in Contrada Morghella, lungo il corso del fiume Anapo; quelle, Termoelettrica e
Solare-termodinamica (denominata Archimede e inaugurata nel 2010), è localizzata lungo la
fascia costiera, in Contrada Pantano-Pozzillo.
Nel territorio insistono, inoltre, numerosi elettrodotti dell’alta tensione che si dipartono
dalle centrali verso gli impianti industriali, in direzione di Augusta, Melilli e Catania, e in altre
stazioni periferiche o di smistamento. Tali impianti non sono stati cartografati a causa delle
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
25
modeste estensioni. Infine nel pianoro di Monte Cavallaro, a confinare con l’invaso
Superiore dell’Anapo, si trova una piccola pista di Elisoccorso (classe 124).
Foto 9 - Centrale idroelettrica dell’ENEL posta in prossimità del Bacino inferiore dell’Anapo
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
26
1.4.3 ZONE ESTRATTIVE
Le Zone estrattive (Figura 9) occupano una superficie di 184,74 ha (3,20%).
Figura 9 - Localizzazione delle Zone estrattive
Zone estrattive (131), Discariche (132) e Cantieri (133)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
131 86.41 Aree estrattive
132 86.42 Discariche
133 86.42 Cantieri
Le Aree estrattive, le Discariche e i Cantieri occupano rispettivamente una superficie di
139,65, 19,62 e 25, 47 ha (rispettivamente 2.42, 0,34 e 0,44%).
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
27
Nel territorio comunale di Priolo sono presenti diverse Cave di estrazione di ghiaia
concentrate due in Contrada Mostringiano, a ridosso della borgata di S. Focà, una in
Contrada Palombara (Foto 10) e tre in Contrada Grottone lungo la provinciale per Floridia.
Le cave hanno avuto un ruolo rilevante nell'attività di costruzione del polo industriale di
Priolo e dintorni; al momento l'attività di estrazione è ridotta, ed in Contrada Grottone due
cave risultano dismesse o inattive.
Foto 10 - Cave di estrazione in Contrada Palombara-Canniolo e Mostringiano
L’attività estrattiva nelle cave ha modificato irreparabilmente le caratteristiche originarie
provocando un forte impatto sul paesaggio circostante (Foto 11). Nonostante la cessazione
dell’attività estrattiva, le cave non sono state interessate da opere di ripristino. Tre di queste
cave, poste lungo il corso fluviale di altrettanti torrenti (il Canniolo, il Mostringiano e il
Castellaccio), hanno modificato in parte il corso del fiume.
Nel territorio comunale si trovano diverse Discariche di materiale di vario genere,
prevalentemente di natura industriale, ma anche accumuli di inerti. Si evidenzia, in
particolare, nei pressi della penisola Magnisi, un accumulo di ceneri di Pirite (residuo
industriale del processo di fabbricazione dell'acido solforico). Sparsi nella territorio ci sono,
inoltre, diversi Cantieri, soprattutto in Contrada Biggemi e Barricello.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
28
Foto 11 - Vegetazione di macchia residua all’interno della cava Palombara al confine con il territorio di Melilli
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
29
1.4.4 ZONE VERDI
Le Zone verdi (Figura 10) occupano una superficie di 29,42 ha (0,51%).
Figura 10 - Localizzazione delle Zone verdi
Aree verdi urbane (141), Aree sportive e ricreative (142)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
141 85.1 Aree verdi urbane
1412 85.3 Cimitero comunale
142 85.5 Aree sportive e ricreative
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
30
In queste classe rientrano le Aree verdi che occupano un superficie di 8,84 (0,15%), l’area
del Cimitero comunale che ha un’estensione di 3,27 ha (0,06%) e le Aree sportive e
ricreative con 17,31 ha (0,30%).
Le aree verdi dentro il centro urbano sono rappresentate dal parco comunale “La Pineta”
posto in via Annunziata e dall’area di via del Fante che hanno un’estensione rispettivamente
di 1,18 e 0,54 ha. Vi sono, inoltre, i viali alberati, lungo via Ariosto e via Pascoli, davanti il
cimitero comunale, in due piccoli parcheggi di fronte al municipio e nella zona del palazzetto
dello sport di San Focà. Tra le aree verdi extraurbane sono state cartografate quella in
prossimità del Circolo Nautico, delle case dell’ex Salina, costituite essenzialmente da palme,
e quella lungo la spiaggia di Marina di Priolo, realizzata dall’ENI e costituita da palme, ulivi e
specie arbustive a carattere ornamentale (Foto 12).
Foto 12 - Area verde lungo la spiaggia di Marina di Priolo
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
31
A Priolo esistono diverse infrastrutture per lo sport ed il tempo libero pubbliche ma anche
private. L’area del palazzetto dello Sport a San Focà comprende anche due piccoli campi di
calcio e calcetto ed uno di basket all’aperto. Inoltre, sono presenti una pista di cross di
fronte il palazzetto, un campo di calcio in Contrada Pezza Grande, alcuni campi da tennis e
di calcio lungo via Litoranea Priolese, un Circolo Nautico di fronte lo IAS (Foto 12), due campi
di calcio in stato di abbandono, uno dietro il Municipio e l’altro vicino la Masseria del Feudo.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
32
1.4.5 SITI DI INTERESSE CULTURALI
I Siti di Interesse culturale (Figura 11), occupano una superficie di 6,57 ha (0,11%).
Figura 11 - Localizzazione dei Siti di interesse culturale
Siti archeologici (151), Monumenti e rovine (152)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
151 86.6 Siti archeologici
152 86.6 Monumenti e rovine
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
33
Il territorio di Priolo è ricco di storia, come dimostrano i siti di interesse culturali diffusi in
tutto il territorio. Si trovano diversi siti archeologici risalenti a diverse epoche quali, le
necropoli di Puligia, Thapsos, Castelluccio, della Contrada Biggemi, le catacombe di
Monachella, risalenti al periodo romano e tante altre emergenze. Nel presente studio sono
state cartografate solo alcune di queste emergenze storiche, in particolare la “Guglia di
Marcello”, l’area archeologica di Thapsos e di Castelluccio, la Basilica Bizantina di San Focà
(Foto 14), e la Masseria del Feudo di Gargallo (Foto 13). Molte di queste emergenze versano
in uno stato di abbandono, come la Masseria del Feudo e di Contrada Biggemi (Foto 13), o
sono inaccessibili al pubblico, come la Guglia di Marcello.
Foto 13 - Masseria del Feudo di Gargallo e di Contrada Biggemi
Foto 14 - Chiesa bizantina di San Focà
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
34
1.4.6 1.4.6 SEMINATIVI
I Seminativi (Figura 12) occupano una superficie di 397,84 ha (6,90%).
Figura 12 - Localizzazione dei Seminativi
Seminativi in aree non irrigue (211)
CLC Corine
Biotopes
Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
2111 Colture intensive
21113 82.12 Colture orto-floro-vivaistiche
2112 Colture estensive
21121 82.3 Seminativi semplici
21112 82.3 Seminativi arborati
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
35
Rispetto al censimento dell’agricoltura del 2000 il dato di superficie dei seminativi
cartografati con questo studio è maggiore di 170 ha circa. Nell’ambito della classe dei
Seminativi in aree non irrigue prevalgono nettamente le Colture estensive (frumento e
cereali), che coprono una superficie di 390,05 ha (6,76 %) rispetto alle Colture intensive
(ortive in serra o in pieno campo) che costituiscono solo l’0,14% del totale. I Seminativi
semplici prevalgono sui Seminativi arborati ed occupano rispettivamente una superficie di
348,99 e 41,06 ha (6,05 e 0,71%). Questa tipologia è diffusa prevalentemente sull’altopiano
dei Monti Climiti, e formano un mosaico colturale con i prati-pascoli, gli uliveti, puri o
consociati con il mandorlo ed il carrubo, sistemi a basso impatto ambientale e di grande
valore paesaggistico (Foto 15).
Foto 15 - Seminativi semplici ed arborati in Contrada Monte
Seminativi semplici sono presenti anche lungo la valle dell’Anapo, in Contrada Corrugia,
Morghella e sotto Castelluccio (Foto 16).
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
36
Foto 16 - Seminativi semplici in Contrada Corrugia e Seminativo arborato con mandorlo e carrubo nei pressi della Masseria Puliga
1.4.7 COLTURE PERMANENTI
Le colture permanenti (Figura 13) occupano una superficie di 733,29 ha (12,70%).
Figura 13 - Localizzazione delle Colture permanenti
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
37
Frutteti (222)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
2224 83.14 Mandorleti
2226 83.16 Agrumeti
2229 45.12 Carrubeti
Nell’ambito della classe dei Frutteti gli Agrumeti (2226) occupano una superficie di 206,10
ha pari al 3,57%. Seguono i Mandorleti (2224), con 157,01 ha (2,72%) e i Carrubeti con 4,36
ha. La superficie dei Frutteti cartografata rispetto ai dati del censimento 2000 è maggiore di
125 ha, ed in particolare quella degli agrumeti è maggiore di 87 ha, quella dei Mandorleti di
40 ha circa. Gli agrumeti sono diffusi prevalentemente lungo il fiume Anapo (Foto 17), nelle
Contrade Malampo, Morghella, Piano Mangano e Puliga; in minor misura sono presenti
anche attorno al centro urbano di San Focà (Contrada Barricello) e della Masseria del
Feudo.
Foto 17 - Paesaggio ad agrumeti lungo la valle dell’Anapo
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
38
Gli agrumeti terrazzati, diffusi lungo la strada provinciale per Floridia, sono di notevole
pregio paesaggistico (Foto 18).
Foto 18 - Agrumeti terrazzati lungo la S.P. n. 25
I mandorleti sono diffusi prevalentemente in Contrada Biggemi, e lungo il versante destro
del fiume Anapo. La maggiore parte sono in stato di abbandono o di semi-abbandono (Foto
19). Sono puri o consociati con il carrubo o l’ulivo (Foto 20). Di modesta consistenza sono i
carrubeti puri di recente impianto.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
39
Foto 19 - Mandorleti in stato di semi-abbandono in Contrada Biggemi
Foto 20 - Mandorleti consociato con olivo in stato di semi-abbandono
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
40
Oliveti (223)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
223 83.11 Oliveti
Gli oliveti occupano una superficie di 362,43 ha pari al 6,28% della superficie totale. Anche
la superficie degli oliveti rispetto al dato Istat del 2000 è maggiore di circa 85 ha. L’olivo è
diffuso in tutto il territorio comunale, in impianti puri o misti con il mandorlo e il carrubo,
sotto forma di filari frangivento attorno agli agrumeti. Si trovano in consociazione con il
mandorlo ed il carrubo, all’interno e lungo i versanti terrazzati delle cave in stato di
abbandono (Foto 21).
Foto 21 - Oliveto consociato con mandorlo e carrubo all’interno di una cava in stato abbandono
Nell’altopiano si trovano all’interno di seminativi o pascoli arborati in evoluzione dinamica
verso le prateria ad Hyparrhenia hirta (Foto 22), la gariga a Sarcopoterium spinosum o la
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
41
macchia (Foto 23) a Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus, Pistacia lentiscus e Ceratonia
siliqua, in funzione del grado di abbandono, della presenza del pascolo e delle condizioni
stazionali.
Foto 22 - Seminativi arborati ad olivo in stato di abbandono e in fase di colonizzazione con le specie della prateria e della macchia
Foto 23 - Oliveto abbandonato in fase di colonizzazione con le specie della macchia (Euphorbia dendroides, Euphorbia Ceratocarpa, Quercus ilex)
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
42
Gli esemplari secolari isolati di olivo sono molto diffusi all’interno di mandorleti e agrumeti.
Altre colture permanenti (224)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
2243 83.322 Eucalitteti
All’interno di questa classe rientra un boschetto di eucalitto (Eucalyptus camaldulensis)
esteso poco più di 3 ha e localizzato in Contrada Pezza Grande (Foto 24).
Foto 24 - Boschetto di eucalitto in contrada Pezza Grande
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
43
1.4.8 PRATI STABILI
I prati stabili (Figura 14) occupano una superficie di 264,46 ha (4,59%)
Figura 14 - Localizzazione dei Prati stabili
Prati e prati pascoli avvicendati (231)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
231 34.36 Prati-pascoli
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
44
I Prati-pascoli avvicendati occupano una superficie complessiva di 264,46 ha. Rispetto al
censimento del 2000 la classe è risultata meno estesa di 361 ha. In molti di questi prati-
pascoli, non più sfalciati, si osserva una graduale evoluzione verso la prateria xerofila
caratterizzata da specie quali: Hyparrhenia hirta, Daucus carota, Galactites tomentosa,
Dactylis glomerata, Andropogon distachyus, Convolvulus althaeoides, Phagnalon saxatile,
Micromeria greca e Foeniculum piperitum (Foto 25). In alcuni casi, l’evoluzione, in funzione
del grado di abbandono, è orientata verso la gariga, caratterizzata da Sarcopoterium
spinosum o Coridothymus capitatus), o verso la macchia (Rhamnus alaternus, Pistacia
terebinthus, Pistacia lentiscus ed Euphorbia dendroides, Ceratonia siliqua, Prasium majus).
I Prati-pascoli sono distribuiti esclusivamente sull’altopiano dei Monti Climiti (Foto 26), dove
sono presenti diverse aziende zootecniche con allevamenti di bovini, ovini e caprini.
Foto 25 - Prato-pascolo non falciato nell’Altopiano dei Monti Climiti
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
45
Questi pascoli si inseriscono pienamente nel contesto agro-silvo-pastorale che caratterizza
l’area dei Monti Climiti. Costituiscono assieme ai seminativi ed agli uliveti, un mosaico
colturale di notevole interesse paesaggistico che va tutelato e conservato.
Foto 26 - Prato-pascolo falciato nei pressi della Masseria Cavallaro
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
46
1.4.9 ZONE AGRICOLE ETEROGENEE
Le Zone agricole eterogenee (Figura 15) occupano una superficie di 987,38 ha con una
incidenza percentuale del 17,10% sulla superficie totale.
Figura 15 - Localizzazione delle Zone Agricole Eterogenee
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
47
Sistemi colturali e particellari complessi (242), Aree prevalentemente occupate da colture
agrarie con presenza di spazi naturali (243), Incolti o terreni a riposo (24)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
242 82.3A Sistemi colturali e particellari complessi
243 82.3A Aree prevalentemente occupate da colture
agrarie con presenza di spazi naturali importanti
249 34.81 Incolti o terreni a riposo
La classe dei Sistemi colturali e particellari complessi occupa una superficie di 59,84 ha
(1,04%). Nella classe rientrano i piccoli appezzamenti di terreno caratterizzati da colture
miste a carattere erbaceo ed arboreo ad uso prevalentemente familiare. Essi si
distribuiscono prevalentemente attorno al centro urbano. La classe delle Aree agricole con
presenza di spazi naturali importanti è poco rappresentata ed è costituita da un piccolo
appezzamento in Contrada Palombara nei pressi della cava di estrazione.
Gli Incolti o terreni a riposo occupano una superficie di 926,65 ha (16%). Essi sono diffusi,
nella fascia pianeggiante del territorio comunale, attorno al centro urbano, alle aree
industriali e commerciali, alle cave di estrazione, alle centrali elettriche e ai bacini artificiali.
Queste aree sono seminativi, semplici o arborati a mandorlo ed ulivo in stato di abbandono.
Inizialmente la vegetazione post-colturale che si insedia è costituita da varie graminacee
perenni e annuali, che in relazione al tipo di suolo ed al grado di abbandono, evolve verso la
prateria a Hyparrhenia hirta o la gariga a Sarcopoterium spinosum (Foto 27).
In questa classe sono inclusi anche gli incolti presenti all’interno delle aree industriali, (ERG
Nord e Sud) che costituiscono il 25% del totale degli incolti.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
48
Foto 27 - Incolto in Contrada Mostringiano costituito da ex un seminativo arborato con presenza di specie della prateria xerofila, Hyparrhenia hirta, Daucus carota ed arbustive Sarcopoterium spinosum
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
49
1.4.10 ZONE BOSCATE
Le Zone Boscate (Figura 16) occupano una superficie di 197,04 ha (3,42%).
Figura 16 - Localizzazione delle Zone boscate
Boschi di latifoglie (311)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
3111 45.31A Boschi di leccio 9340 Foreste di Quercus ilex e
3116 44.813 Boschi di specie igrofile
3117 83.32 Boschi di latifoglie esotiche
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
50
I boschi di Leccio all'interno del territorio comunale hanno un'estensione di 143,56 ha
(2,49%) e rappresentano da sole la quasi totalità delle superfici boscate che
complessivamente raggiungono il 3,42%.
Questi boschi, in buona parte, ad esclusione di 10 ha circa, rientrano nel sito Rete Natura
denominato “Monti Climiti” (SIC ITA090020)
La distribuzione, all'interno del territorio comunale, segue in modo discontinuo, il ciglio
orientale dei Monti Climiti, assumendo rispetto a questo, solo in prossimità delle cave una
distribuzione più o meno perpendicolare. Altre formazioni a leccio sono distribuite lungo il
confine nord del territorio comunale.
Il corteggio floristico di questi boschi è ricco ed è legato principalmente al bilancio idrico.
Dal punto di vista fitosociologico rientrano nell'alleanza del QUERCION ILICIS Br. Bl. ex
Molinier 1934 em. Brullo, Di Martino & Marcenò 1977 e sono presenti le seguenti
associazioni:
Ostryo-Quercetum ilicis Lapraz 1975
Doronico-Quercetum ilicis Barbagallo, Brullo & Fagotto 1979
Pistacio-Quercetum ilicis Brullo & Marcenò 1985
L'associazione dell'Ostryo-Quercetum ilicis (Foto 28) si distribuisce esclusivamente lungo i
fondo-valle negli ambienti più freschi con bilancio idrico favorevole. Lo strato arboreo è
caratterizzato oltre che dalla presenza del leccio (Quercus ilex L.) anche dal carpino nero
(Ostrya carpinifolia Scop) e dall'orniello (Fraxinus ornus L.). Alcune specie dello strato
arbustivo di detta associazione sono: Asparagus acutifolius L., Rubia peregrina L., Tamus
communis L., Ruscus aculeatus L., Coronilla emerus Hayek, Rhamnus alaternus L., Rosa
sempervirens L., ecc. Sono presenti anche specie lianose come Hedera helix L., Clematis
cirrhosa L. ecc. Nello strato erbaceo sono presenti: Acanthus mollis L., Asplenium
trichomanes L., Arisarum vulgare Targ. Tozz., Cyclamen repandum Sibth. & Sim., ecc.
L'associazione Doronico-Quercetum ilicis (Foto 29) distribuita lungo i valloni con una
marcata umidità edafica è caratterizzata dalla presenza di Doronicum orientale Hoffm., il
quale insieme al leccio dà il nome all'associazione. Nello strato arboreo oltre al leccio è
presente la quercia amplifolia (Quercus amplifolia Guss). Alcune specie che caratterizzano lo
strato arbustivo sono: Phillyrea latifolia L., Rosa sempervirens L., Smilax aspera L.,
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
51
Asparagus acutifolius L., Rubus ulmifolius Schott.. Le principali specie dello strato erbaceo
sono: Cyclamen hederifolium Sibth & Sim., Silene italica (L.) Pers., Asplenium onopteris L..
Degna di nota è la presenza di Epipactis mycrophylla Ehnr., Orchidacea di ambiente
nemorale assai localizzata nel territorio ibleo per la progressiva distruzione e
frammentazione degli ambienti boschivi più mesici (cfr. ZIMMITTI 2007).
Foto 28 - Lecceta tipica dell'Ostryo-Quercetum ilicis (Cava Sorciaro)
L'associazione Pistacio-Quercetum ilicis (Foto 30) è distribuita principalmente lungo la
scarpata orientale dei Monti Climiti e nei fianchi scoscesi di alcune cave. Questa
associazione è caratterizzata dalla presenza abbondante di lentisco (Pistacia lentiscus L.) ed
altre specie tipiche della macchia mediterranea. Le specie di questa associazione
prediligono un ambiente più xerofilo tipico di creste, zone rocciose o con suolo superficiale.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
52
E' la classica lecceta termofila caratterizzata nello strato arboreo oltre dal leccio, dal
carrubbo (Ceratonia siliqua L.) dall'orniello (Fraxinus ornus L.) e dalla fillirea (Phillyrea
latifolia L.). Nello strato arbustivo oltre al lentisco (Pistacia lentiscus L) sono presenti:
Rhamnus alaternus L., Smilax aspera L, Pistacia terebinthus L., Rubia peregrina L., Osyris
alba L., Coronilla emerus Hayek., Prasium majus L., Clematis vitalba L., Hedera helix L..
Foto 29 - Lecceta tipica del Doronico-Quercetum ilicis all’interno di Cava Scala Rossa
I boschi di leccio, sopra descritti, sono governati a ceduo. In riferimento al turno, possono
definirsi più o meno invecchiati, pertanto sarebbe auspicabile per i primi, ossia per quei
popolamenti che hanno superato i due turni, interventi selvicolturali che mirano
all'avviamento a fustaia, con l'obbiettivo di accelerare la successione migliorando struttura
e funzione naturalistica. Per quelli meno invecchiati, sono auspicabili interventi
selvicolturali che mirano al mantenimento del governo a ceduo, ma nell'ottica di una
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
53
gestione naturalistica finalizzata all'aumento della biodiversità. In tale gestione può essere
eseguita la matricinatura a gruppi.
Foto 30 - Lecceta tipica del Pistacio-Quercetum ilicis nei pressi di Cava Scrivilleri
I Boschi di specie igrofile sono costituiti da formazioni distribuite principalmente intorno
alle saline di Priolo. L'estensione è di 16,01 ha pari allo 0,28% della copertura totale del
territorio comunale. Si tratta di fitocenosi particolarmente adattate ad ampie variazioni di
disponibilità idrica e che possono sopportare lunghi periodi di aridità estiva. Costituiscono
habitat tipici delle fiumare e di terrazze alluvionali inondati occasionalmente e asciutti per
gran parte dell’anno. La vegetazione è caratterizzata dalla dominanza di cespuglieti di
tamerici (Tamarix africana Poiret) (Foto 31).
La classe dei Boschi di latifoglie esotiche ha un'estensione di 28,18 ha pari allo 0,49% della
copertura totale del territorio. La distribuzione principale è intorno alle Saline di Priolo ed in
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
54
prossimità della costa. Queste formazioni di origine artificiali sono rappresentate
prevalentemente da acacia (Acacia sp.pl.) e mioporo (Mioporum insulare). Anche se le
specie in questione sono a rapido accrescimento e resistenti alla salsedine, sarebbe
auspicabile la loro sostituzione attraverso interventi di rinaturalizzazione delle aree
interessate con vegetazione tipica degli habitat di costa.
Foto 31 - Formazioni a tamerice all’interno della RNO “Salina di Priolo”
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
55
Boschi di Conifere (312)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
3121 83.31 Boschi di pini mediterranei e cipressi
I Boschi di pini mediterranei e cipressi segnalati in questa classe in realtà sono formazioni
artificiali ubicate all'interno del tessuto urbano, annesse come aree verdi a servizio di opifici.
La superficie totale è di 9,29 ha pari allo 0,16% del territorio comunale.
Le specie interessate sono costituite principalmente da pini mediterranei quali il pino
d'Aleppo (Pinus halepensis Mill.) e il pino domestico (Pinus pinea L). Altre specie che
contribuiscono alla classe sono costituite da cipressi (Cupressus sp.pl.).
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
56
1.4.11 ZONE CARATTERIZZATE DA VEGETAZIONE ARBUSTIVA ED ERBACEA
Le Zone caratterizzate da vegetazione arbustiva ed erbacea (Figura 17) occupano una
superficie di 1537,74 ha (26,60%).
Figura 17 - Localizzazione delle Zone caratterizzate da vegetazione arbustiva ed erbacea
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
57
Prati-pascoli naturali e praterie (321)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
3211 34.5 o Praterie aride calcaree 6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
*Habitat prioritario
La superficie complessiva di questa classe si aggira intorno al 15,20% (879,84 ha). La
distribuzione all'interno del territorio comunale è a mosaico ed interessa l'altopiano dei
Monti Climiti, tutto il territorio peri urbano e la Penisola di Magnisi.
Queste praterie (Foto 32) sono caratterizzate dalla dominanza della graminacea Hyparrhenia
hirta (L.) Stpf. Altre specie molto diffuse sono: Asphodelus microcarpus Salzm & Viv., Daucus
carota L., Dactylis ispanica Roth., Andropogon distachyus L., Convolvulus althaeoides L.,
Phagnalon saxatile (L.) Cass., Micromeria greca (L.) Bentham., Foeniculum piperitum Ucria.,
Lathyrus articulatus L., Kundmannia sicula (L.) DC., ecc.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
58
Foto 32 - Prateria a Hyparrhenia hirta
Le praterie insistono su tutte le superfici agricole ritirate dalla produzione. Sull'altipiano dei
Monti Climiti è praticato lo sfalcio dei prati per ottenere foraggio per gli animali. Lo sfalcio è
comunque auspicabile per la prevenzione degli incendi e per preservare la fertilità del suolo.
Lo sfalcio comunque dovrebbe essere regolamentato durante l'anno per meglio tutelale
flora e fauna e non disturbare e alterare gli habitat.
Brughiere e cespuglieti (322)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
3223 32.A Arbusteti xerofili (formazione a Spartium junceum e Ononix natrix)
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
59
La classe è presente nel territorio solo in minima parte presso il torrente Castellaccio con
una estensione di 4,22 ha pari a 0,07% del territorio comunale. E caratterizzata dalla
diffusione di arbusti quali la ginestra odorosa (Spartium junceum L.) e ononide gialla (Ononix
natrix L.) (Foto 33). Queste formazioni rappresentano generalmente fasi di degradazione
della lecceta, ma possono anche caratterizzare, specie nelle stazioni costiere, formazioni
climaciche o para-climaciche.
Foto 33 - Formazione a Spartium junceum e Ononix natrix
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
60
Aree a vegetazione sclerofilla (323)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
3231
32.12 Macchia a olivastro e lentisco 9320 Foreste a Olea e Ceratonia
32.214 Macchia bassa a lentisco
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
32.215 Macchia bassa a Calicotome villosa
32.211 Macchia bassa a olivastro e lentisco
32.22 Macchia a Euphorbia dendroides
5331 Formazioni a dominanza di Euphorbia dendroides
8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
3232 33.6
33.36 Gariga 5420
Frigane a Sarcopoterium spinosum
La Macchia è presente con una superficie di 421,05 ha (7,30%) principalmente intorno ai
boschi di leccio, lungo il ciglio e sui versanti dei Monti Climiti e lungo i versanti dei torrenti
attraverso i quali si spinge fino al centro urbano.
Le varie associazioni fitosociologiche che la compongono rientrano nell'alleanza dell'Oleo-
Ceratonion.
Le principali specie che caratterizzano la macchia sono: l'euforbia arborea (Euphorbia
dendroides L.), l'oleastro (Olea europea L. var. sylvestris Brot.) il carrubbo (Ceratonia siliqua
L.), la fillirea (Phillyrea latifolia L.), l'alaterno (Rhamnus alaternus L.), la calicotome
(Calicotome infesta (Presl) Guss.) ecc.
Sono state censiti diversi tipi di macchia descritte nella relazione tecnica della Carta della
Vegetazione (Tavola 2). Le diverse formazioni di macchia costituiscono habitat d'interesse
comunitario e pertanto sarebbe auspicabile mirare ad interventi in grado di valorizzare la
funzione naturalistica, seguendo l'evoluzione naturale.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
61
Foto 34 - Aspetto tipico della macchia a prevalenza di Euphorbia dendroides lungo il costone roccioso dei Monti Climiti nei pressi di Cava Sorciaro
La Gariga propriamente detta è presente con un'estensione di 232,63 ha (4,03%). La
distribuzione è contigua a quella della macchia, tuttavia esiste una discreta estensione a
valle della parte settentrionale dei Monti Climiti.
La gariga è una formazione vegetale aperta, costituita da bassi arbusti a portamento
pulvinato, spesso distanziati da ampi tratti di suolo pietroso e nudo. Le garighe, in genere,
possono essere considerate come il risultato di un processo di degradazione della macchia.
In particolari situazioni edafiche che non consentono una evoluzione dei suoli, sono invece
delle formazioni primarie; Le principali specie che costituiscono queste formazioni sono:
Sarcopoterium spinosum (L.) Spach, Cistus monspeliensis L., Teucrium capitatum L. ssp.
capitatum, Thymus capitatus L. Calicotome infesta (C. Presl) Guss. ssp. infesta, Pistacia
lentiscus L.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
62
1.4.12 ZONE APERTE CON VEGETAZIONE RADA
Le Zone aperte con vegetazione rada (Figura 18) occupano una superficie di 46,33 ha (0,80%).
Figura 18 - Localizzazione delle Zone caratterizzate da vegetazione arbustiva ed erbacea
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
63
Spiagge, sabbie, dune (331), Rocce nude, falesie, rupi e affioramenti (332), Aree con
vegetazione rada (333)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
331 16.1 Spiagge, sabbie, dune 1210
Vegetazione annua delle linee di deposito marine
2110 Dune mobili embrionali
332 18.22 Rocce nude, falesie, rupi e
affioramenti 1240
Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici
333 86.42 Aree con vegetazione rada
Le spiagge che costituiscono questa classe hanno un'estensione di 13,46 ha pari allo 0,23%
del territorio comunale e si estendono per una lunghezza di circa 2 km. Nei tratti meno
disturbati dalle attività antropiche, calpestio e o alterazione della duna, si osserva una certa
seriazione dunale con specie tipiche degli ambienti psammofili.
Le specie principali edificatrici di questi ambienti sabbiosi sono: il giglio di mare (Pancratium
maritimum L.), la santolina delle spiagge (Diotis maritima Desf), la calcatreppola marina
(Eryngium maritimum L.), la carota di mare (Echinophora spinosa L.), la soldanella di mare
(Calystegia soldanella L.), e specie alo-nitrofile quali il ravastrello marittimo (Cakile maritima
Scop.) e la barba di frate (Salsola soda L.).
La classe delle Rocce nude, falesie, rupi e affioramenti è concentrata quasi interamente
attorno la penisola di Magnisi ed altri tratti a nord di essa. L'estensione è di 15,49 ha e si
estende per una lunghezza di 7,25 Km. La linea costiera della Penisola di Magnisi si presenta
lievemente frastagliata, alternando tratti scoscesi alti e meno alti. Questo tratto è
caratterizzato dalla presenza di vegetazione tipica delle scogliere mediterranee con
presenza di Limonium sp. Endemici, che costituisce habitat di interesse comunitario. La
costa orientale, in conseguenza dell'erosione marina si presenta con suggestive forme
puntellate di piante di cappero (Capparis spinosa L.).
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
64
Le Aree con vegetazione rada hanno un'estensione di 17,43 ha e sono distribuite
principalmente a forma di anello presso i due invasi artificiali. Altre aree sono distribuite in
modo puntiforme e sono costituite da modesti affioramenti o piste a servizio di opifici vari.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
65
1.4.13 ZONE UMIDE INTERNE
Le Zone umide interne con vegetazione rada (Figura 19) occupano una superficie di 24,87 ha
(0,430%).
Figura 19 - Inquadramento delle Zone umide interne
Paludi interne (412)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
4121 53.1 Canneti a fragmite
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
66
La classe, all'interno del territorio, ha un'estensione di 24,87 ha. Le aree interessate sono
ubicate principalmente lungo la costa, in prossimità di canali, ed intorno alle saline. Dette
aree sono caratterizzate da falde freatiche alte e da una vegetazione elofitica appartenente
alla classe fitosociologica dell'Phragmito-Magnocaricetea. La specie che più caratterizza
dette aree è la cannuccia di palude (Phragmites australis (Cav.) Trin.).
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
67
1.4.14 ACQUE CONTINENTALI
Le Acque continentali (Figura 20) occupano una superficie di 124,66 ha (2,16%).
Figura 20 - Localizzazione delle Acque continentali
Corsi d’acqua, canali, idrovie (511)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
5111 24.1 Fiumi (Anapo) 92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)
5112 24.1 Torrenti
5113 24.1 Canali artificiali
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
68
La classe 5111 è rappresenta da un tratto del Fiume Anapo. L'estensione è di 11,18 ha con
una incidenza percentuale dello 0,19%. Il tratto interessato si sviluppa per una lunghezza di
3,17 km. In alcuni tratti è presente una vegetazione a Tamarix africana.
La classe dei Torrenti ha un'estensione di 16,06 ha, pari allo 0,28% della copertura totale. I
torrenti principali sono il Canniolo, il Castelluccio e il Mostringiano.
La classe dei Canali artificiali è presente con un'estensione di 13,57 ha (0,24%). Queste
opere si inquadrano come canali di derivazione fluviali utilizzati per l’irrigazione e la
bonifica. Parte di queste opere rappresentano la naturale prosecuzione dei torrenti
principali.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
69
Bacini d’acqua (512)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
512 22.1 Bacini d’acqua
5122 24.1 Laghi artificiali
La classe dei Bacini d'acqua è rappresentata da piccole vasche di accumulo di reflui
industriali e da un piccolo invaso a servizio dell'agricoltura. La classe ha un'estensione di
1,19 ha (0,02%).
I Laghi artificiali sono estesi 82,66 ha pari all’1,44% dell’intero territorio del comune. Si
tratta principalmente da invasi artificiali a servizio in minima parte dell'agricoltura, mentre il
resto è costituito da due grossi invasi per la produzione di energia elettrica. Questi invasi,
denominati Bacino superiore e inferiore dell’Anapo, occupano una superficie complessiva di
80 ha e sono utilizzati dall’ENEL per la produzione di energia elettrica sfruttando il dislivello
tra i due bacini. Gli invasi sono posti rispettivamente nel pianoro di Monte Cavallaro e
l’altro, più in basso, lungo il corso del fiume Anapo.
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
70
1.4.15 ACQUE MARITTIME
Le Acque marittime (Figura 21) occupano una superficie di 124,66 ha (2,16%).
Figura 21 - Localizzazione delle Acque marittime
Lagune costiere (521)
CLC Corine
Biotopes Descrizione Habitat Dir. 92/43/CEE
521 21 Lagune costiere 1150* Lagune costiere
Uso del suolo e aspetti agricoli e forestali
71
Questa classe è interamente rappresentata da un’area ricadente nelle Saline di Priolo, oggi
Riserva Naturale Orientata. L'estensione è di 26,83 ha pari allo 0,47% dell’intero territorio
comunale. La Riserva Naturale Orientata “Saline di Priolo” è stata istituita dalla Regione
Siciliana con D.A. n 807/44 del 28/12/2000 dell'Assessorato Regionale al Territorio e
Ambiente ed affidata in gestione alla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli). L’area protetta
è estesa 54,5 ha di cui 34,5 ha in zona A (zona in cui ricade la classe in questione) e 20 in
zona B. La riserva è stata istituita al fine di “tutelare il sistema dei bacini di cui è costituita la
salina che ospita in prevalenza formazioni Phragmites australis ed a Tamarix africana che
unitamente alla zona umida propriamente detta rappresentano un luogo di ristoro e riparo
per la ricca avifauna migratoria e stanziale”..
Vegetazione
72
2. ANALISI DELLA VEGETAZIONE
2.1 LA CARTA DELLA VEGETAZIONE
Lo studio sulla vegetazione del territorio comunale di Priolo Gargallo è sintetizzata nella
Carta della Vegetazione, redatta in scala 1:10.000 e allegata alla presente relazione (Tavola
2).
La redazione della suddetta carta ha seguito una metodologia analoga a quella utilizzata per
la Carta dell’Uso del Suolo, ovvero ad una consultazione delle banche dati georeferenziate
disponibili in letteratura, ha seguito una fase di fotointerpretazione, a cui sono stati
associati dei sopralluoghi in campo per validare la fotointerpretazione e aggiornare il dato
alla situazione attuale.
Il materiale già disponibile utilizzato per la presente analisi consta di:
Carta della vegetazione dei Monti Climiti (in gran parte all’interno del territorio
comunale) in scala 1:10.000
Carta dell’uso del suolo del Sito di Importanza Comunitaria “Monti Climiti” in scala
1:10.000 realizzata nell’ambito del Piano di Gestione del sito
Carta degli habitat in scala 1:50.000 della Regione Siciliana
Riguardo alla vegetazione dei Monti Climiti e alla penisola di Magnisi , numerose sono le
pubblicazioni scientifiche disponibili in letteratura. Tra queste le più rilevanti, ai fini della
presente analisi sono:
Zimmitti A., Ronsisvalle F. B. F., & Ronsisvalle G. A., (2007) - Aree d'interesse
naturalistico per la rete ecologica dei M.ti Iblei (Sicilia sud-orientale): il territorio dei
Monti Climiti (Siracusa).
Pavone P, Salmeri C., Spampinato G., Fallico R., Ferrante M., (1996) – Effetti
dell’inquinamento atmosferico sulle leccete dei Monti Climiti (Sicilia sud-orientale).
Fichera G., Furnari F., Scelsi M., (1988) – Contributo alla conoscenza della vegetazione
dei Monti Climiti (Siracusa).
Vegetazione
73
Spena M.T., Cristaudo A., Dimartino M., Giunchi D., Pollonara E., Onofri A. & Rosario
Grasso, 2009 – L’occhione: siti di nidificazione e interremazioni con il contesto floro-
vegetazionale. In Brunelli M., Battisti C., Bulgarini F., Cecere J.G., Fraticelli F., Gustin
M., Sarrocco S. & Sorace A. (a cura di ) Atti del XV Convegno Italiano di Ornitologia.
Sabaudia, 14-18 ottobre 2009.
Spena M.T. & Grasso R., 2009 – Gli occhioni della penisola di Thapsos (Sicilia): dalla
gestione agropastorale allo sfruttamento industriale. In L’occhione (Burhinus
oedicnemus): Biologia e conservazione di una specie di interesse comunitario .
Indicazioni per la gestione del territorio e della aree protette. Conservazione e
gestione della natura. Quaderni di documentazione, Vol. 7:1-52. Parco Fluviale del
Taro.
La carta della vegetazione è stata realizzata sulla base della classificazione Corine Biotopes.
In Tabella 3 si riporta la legenda utilizzata.
Tabella 3 – Elenco delle categorie Corine Biotopes rilevate nel territorio comunale
HABITAT CORINE BIOTOPES
16.1 Spiagge sabbiose e delle dune sabbiose del litorale
16.11 Arenile privo di vegetazione
18.22 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee (con Limonium endemici)
21 Lagune
22.1 Acque ferme (laghi e piccoli invasi senza o povere di vegetazione)
24.1 Corsi fluviali (con acque correnti)
32.12 Matorral di Olivastro e Lentisco
32.214 Macchia bassa a Lentisco
32.215 Macchia bassa a Calicotome villosa
32.22 Formazioni a Euphorbia dendroides/32.211 Macchia bassa ad Olivastro e Lentisco
Vegetazione
74
HABITAT CORINE BIOTOPES
32.A Formazioni a Spartium junceum
33.36 Gariga a Thymus capitatus (zone costiere e isole)
33.6 Phrygana a Sarcopoterium spinosum
34.36 Pascoli termo-xerofili mediterranei e submediterranei
34.5 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea)
34.81 Prati aridi sub-nitrofili a vegetazione post-colturale (Brometalia rubenti-tectori)
44.813 Formazioni a Tamerici
45.12 Formazioni a Carrubo
45.31A Leccete sud-italiane e siciliane
53.1 Vegetazione dei canneti (Phragmition, Scirpion maritimi)
82.12 Orticoltura in pieno campo
82.3 Seminativi e colture erbacee estensive
82.3A Sistemi agricoli complessi
83.11 Oliveti
83.14 Mandorleti
83.16 Agrumeti
83.31 Rimboschimenti a conifere
83.32 Piantagioni di latifoglie
83.322 Piantagioni di Eucalipti
85.1 Grandi parchi
85.3 Giardini onamentali e aree verdi
85.5 Aree ricreative e sportive
86.1 Centri abitati di grande dimensioni (tessuto continuo)
86.2 Piccoli centri abitati
Vegetazione
75
HABITAT CORINE BIOTOPES
86.3 Aree industriali
86.41 Cave
86.42 Vegetazione delle aree ruderali e delle discariche
86.43 Principali arterie stradali
86.6 Siti archeologici
Oltre agli habitat sensu Corine Biotopes è stata eseguita un’analisi sulla presenza di habitat
di interesse comunitario (ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE), anche al di fuori dei siti
della rete Natura 2000 (Monti Climiti e Laguna di Priolo).
La Tabella 4 riporta l’elenco degli habitat individuati associati alle categorie Corine Biotopes.
Tabella 4 – Elenco degli Habitat Natura 2000 rilevati nel territorio comunale
HABITAT CORINE
BIOTOPES
COD. HABITAT
NAT. 2000
(* prioritario)
NOME HABITAT NAT. 2000
16.1 1210/2110
Vegetazione annua delle linee di
deposito marine / Dune embrionali
mobili
18.22 1240 (in parte)
Scogliere con vegetazione delle coste
mediterranee con Limonium spp.
endemici
21 1150*/ 1310:
Lagune costiere / Vegetazione annua
pioniera a Salicornia e altre specie delle
zone fangose e sabbiose
32.12 5330/9320 Arbusteti termo-mediterranei e pre-
desertici / Foreste di Olea e Ceratonia
32.214 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-
desertici
Vegetazione
76
HABITAT CORINE
BIOTOPES
COD. HABITAT
NAT. 2000
(* prioritario)
NOME HABITAT NAT. 2000
32.215 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-
desertici
32.22/32.211 5330/5331/ 8210
Arbusteti termo-mediterranei e pre-
desertici / Formazioni ad Euphorbia
dendroides / Pareti rocciose calcaree con
vegetazione casmofitica
33.36 5420 Frigane a Sarcopoterium spinosum
33.6 5420 Frigane a Sarcopoterium spinosum
34.5 6220* Percorsi substeppici di graminacee e
piante annue dei Thero-Brachypodietea
44.813 92D0 (in parte)
Gallerie e forteti ripari meridionali
(Nerio-Tamaricetea e Securinegion
tinctoriae)
45.31A 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus
rotundifolia
La Tabella 5 e la Figura 22 riportano l’estensione in ettari e in percentuale delle diverse
tipologie individuate. Da questa semplice analisi si evidenzia l’elevata copertura delle
formazioni prative aride o termo-xerofile, buona parte delle quali di grande valore
vegetazionale (Prati aridi mediterranei [Thero-Brachypodietea]), che da soli coprono circa 1/3
dell’intera superficie comunale.
Estensioni significative (circa 11%) riguardano anche i diversi stadi di degradazione della vegetazione
arborea/arbustiva della macchia mediterranea, dalle leccete alle garighe.
Tabella 5 – Estensione delle superfici delle diverse tipologie vegetazionali, in ettari e in percentuale
su l’intero territorio comunale
HABITAT CORINE BIOTOPES SUP
(Ha) SUP (%)
Vegetazione
77
16.1 Spiagge sabbiose e delle dune sabbiose del litorale 5,6 0,10%
16.11 Arenile privo di vegetazione 7,8 0,14%
18.22 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee
(con Limonium endemici) 12,1 0,21%
21 Lagune 26,8 0,47%
22.1 Acque ferme (laghi e piccoli invasi senza o povere di
vegetazione) 83,8 1,45%
24.1 Corsi fluviali (con acque correnti) 40,8 0,71%
32.12 Matorral di Olivastro e Lentisco 93,5 1,62%
32.214 Macchia bassa a Lentisco 2,9 0,05%
32.215 Macchia bassa a Calicotome villosa 19,9 0,34%
32.22 Formazioni a Euphorbia dendroides/32.211 Macchia
bassa ad Olivastro e Lentisco 122,5 2,12%
32.A Formazioni a Spartium junceum 4,2 0,07%
33.36 Gariga a Thymus capitatus (zone costiere e isole) 4,0 0,07%
33.6 Phrygana a Sarcopoterium spinosum 228,7 3,97%
34.36 Pascoli termo-xerofili mediterranei e submediterranei 264,5 4,59%
34.5 Prati aridi mediterranei (Thero-Brachypodietea) 879,8 15,26%
34.81 Prati aridi sub-nitrofili a vegetazione post-colturale
(Brometalia rubenti-tectori) 926,6 16,07%
44.813 Formazioni a Tamerici 2,2 0,04%
45.12 Formazioni a Carrubo 4,4 0,08%
45.31A Leccete sud-italiane e siciliane 143,6 2,49%
53.1 Vegetazione dei canneti (Phragmition, Scirpion
maritimi) 24,9 0,43%
82.12 Orticoltura in pieno campo 7,8 0,14%
82.3 Seminativi e colture erbacee estensive 390,0 6,76%
82.3A Sistemi agricoli complessi 60,7 1,05%
Vegetazione
78
83.11 Oliveti 362,4 6,29%
83.14 Mandorleti 157,0 2,72%
83.16 Agrumeti 206,1 3,57%
83.31 Rimboschimenti a conifere 9,3 0,16%
83.32 Piantagioni di latifoglie 28,2 0,49%
83.322 Piantagioni di Eucalipti 3,4 0,06%
85.1 Grandi parchi 8,8 0,15%
85.3 Giardini onamentali e aree verdi 3,3 0,06%
85.5 Aree ricreative e sportive 17,3 0,30%
86.1 Centri abitati di grande dimensioni (tessuto continuo) 65,4 1,13%
86.2 Piccoli centri abitati 113,4 1,97%
86.3 Aree industriali 813,6 14,11%
86.41 Cave 139,6 2,42%
86.42 Vegetazione delle aree ruderali e delle discariche 61,7 1,07%
86.43 Principali arterie stradali 213,7 3,71%
86.6 Siti archeologici 6,4 0,11%
Totale complessivo 5766,2 100,00%
Vegetazione
79
Figura 22 – Copertura superficiale (ha) delle categorie Corine Biotopes nel territorio comunale
Vegetazione
80
La copertura vegetale del territorio comunale ha subito nei decenni trascorsi pesanti stravolgimenti
a seguito della trasformazione di gran parte delle aree poste tra i Monti Climiti e la costa. Le aree
fortemente antropizzate, che nel territorio coprano la significativa quota del 24% della superficie, si
concentrano soprattutto in questo settore, determinando così una forte frammentazione degli
habitat costieri con quelli dell’entroterra.
Nonostante questo sono molte le aree che conservano ancora elementi di grande pregio floristico e
vegetazionale, e meritevoli perciò di particolare attenzione nelle scelte pianificatorie. Alcune di
queste aree si localizzano anche al di fuori dei confini di aree protette o siti della Rete Natura 2000,
come ad esempio la Penisola di Magnisi o le estese praterie aride su suoli calcarei presenti sulla
fascia pedemontana dei Climiti (si veda anche la Carta delle Unità di Paesaggio allegata alla presente
relazione).
Grande interesse conservazionistico è rivestito dalle formazioni boschive si alternano ad aspetti di
degradazione (macchie, garighe, praterie steppiche) che racchiudono habitat idonei ad ospitare
entità floristiche e faunistiche di notevole rilevanza. I relitti della copertura forestale originaria,
circoscritta per lo più all’interno delle cave, risultano tuttavia sottoposti a forte pressioni e minacce
di origine antropica.
Talune delle più diffuse pratiche agropastorali (incendio delle ristoppie, dissodamento e
spietramento, eccessivo carico di bestiame per ettaro, ecc.) si individuano tra le cause preminenti di
degrado del patrimonio naturalistico e del complesso bene ambientale.
Nel corso degli ultimi decenni parte del territorio è stato sottoposto ad un’intensa attività estrattiva
che ha drasticamente accresciuto le condizioni di frammentazione degli ambienti naturali (praterie
aride e arbusteti).
Relativamente agli aspetti floristici dei Monti Climiti, l’indagine di Fichera et al. (1988) e quella
successiva di ZIMMITTI et al. (2007) riportano un elenco di 381 taxa presenti, di cui 21 endemici. Tra
questi ZIMMITTI et al. (2007) evidenziano:
Urtica rupestris, specie endemica degli Ibeli nord-orientali e localizzata sui Monti Climiti
all’interno delle cave in zone fresche ed ombrose dei versanti settentrionali,
Helichrysum scadens, presente solo nel Siracusano e legata agli ambienti di gariga
Vegetazione
81
Ferulago nodosa, Sarcopoterium spinosum, Salvia fruticosa, Phlomis fruticosa e Putoria
calabrica, tutte specie ad areale est-mediterraneo la cui distribuzione in Sicilia è per lo più
limitata al settore Ibleo.
Da punto di vista vegetazionale gli autori citati evidenziano le formazioni forestali rientranti nella
classe Quercetea ilicis Br.-Bl. 1947 quali aspetti tra i più significativi dei Monti Climiti. Tali formazioni
ricoprono con una certa continuità il fondo e le pendici delle profonde incisioni (cave) dei corsi
d’acqua che solcano le pendici orientali dei Climiti. Particolarmente interessanti risultano anche
alcuni tipi vegetazonali caratteristici degli ambienti rupestri fortemente acclivi che circondano
l’altopiano calcareo.
Nella Penisola di Magnisi (Thapsos) la vegetazione è composta da un mosaico di flora alo-rupicola,
psammofila, terofitica praterie steppiche perenni, garighe, nitrofila e sub-nitrofila (Spena et al.,
2009). Lungo la costa rocciosa si rinviene la vegetazione alo-rupicola a Limonium syracusanum Brullo
e Crithmum maritimum L. ascrivibile ai Crithmo-Limonietea. Nei tratti pianeggianti, è presente una
vegetazione a graminacee annuali, talora sostituita dal Thero-Sedum caerulei (Stipo-Trachynietea
distachyae) nelle aree con suoli ancora più sottili. Laddove vi sono affiormanti rocciosi più estesi è
presente una vegetazione a graminacee cespitose con Dactylis glomerata L. ssp. hyspanica (Roth)
Nyman e Hyparrhenia hirta (L.) Stapf, ascrivibile ai Lygeo-Stipetea. Gli affiormenti calcarei più vicini
alla costa ospitano lembi di gariga a Corydothymus capitatus (L.) Rchb., mentre i siti a maggior grado
di antropizzazione sonon caratterizzati da cenosi steppiche dell’Hordeio leporini (Stellarietea
mediae) (Spena et al., 2009).
Vegetazione
82
Foto 35 - Praterie aride calcaree della Penisola di Magnisi
Foto 36 - Sedum caeruleum
Vegetazione
83
Preme evidenziare che nella Penisola di Magnisi fino ai primi anni ’50 del secolo scorso si praticava
agricoltura, con grano e orzo, e l’allevamento bovino e caprino. L’attività di pascolo è ancora
sopravvissuta e nell’area ora insistono circa 400 tra ovini e bovini. Dagli anni ’60 l’area è interessata
da un forte sfruttamento industriale per la presenza del polo di Priolo-Augusta, tanto che oggi sono
presenti sulla penisola un pontile dell’ENI, una discarica di cenere di pirite e una colmata, sempre di
cenere di pirite, recentemente realizzata a fianco del tombolo sul lato settentrionale adiacente alla
penisola.
2.2 DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI TIPOLOGIE VEGETAZIONALI
In questo paragrafo si descrivono le tipologie vegetazionali più rapppresentative riscontrate nel
territorio comunale. Preme evidenziare che nell’ambito del lavoro non sono stati rilievi
fitosociologici standardizzati. Pertanto, per la descrizione delle unità si farà riferimento ai lavori citati
e al Manuale Italiano di Interpretazione degli Habitat della Direttiva 92/43/CEE. I sopralluoghi
effettuati hanno comunque permesso di rilevare tutte le unità vegetazionali descritte e di valutare
l’attribuzione o meno delle stesse ai corrispondenti habitat Natura 2000.
2.2.1 Vegetazione delle coste sabbiose o rocciose
Questi ambienti, che interessano nel complesso appena 25 ettari, sono caratterizzati da una
vegetazione solitamente povera di specie e a copertura estremamente rada che annovera tuttavia
taxa di grande valore conservazionistico.
Per quanto riguarda le coste rocciose (CB: 18.22 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee
[con Limonium endemici]), nel territorio comunale queste si concentrano quasi esclusivamente sulla
penisola di Magnisi e sono caratterizzate da formazioni basse calcaree. Su queste aree è presente la
vegetazione alo-rupicola a Limonium syracusanum Brullo e Crithmum maritimum L. ascrivibile ai
Crithmo-Limonietea
Vegetazione
84
Relativamente agli ambienti costieri sabbiosi, questi si sviluppano lungo i due cordoni che si
congiungono alla penisola e che anticamente costituivano un tombolo con le aree dunali e le
depressioni retrodunali, poi diventate saline e messe in collegamento con il mare (Figura 23).
Figura 23 – immagini aeree del 1955 in cui è ben riconoscibile l’area delle Saline di Priolo e dei due
cordoni sabbiosi che la delimitano fino a ricongiungersi con la penisola.
A questi ambienti fanno riferimento i due habitat Corine Biotopes: 16.1 Spiagge sabbiose e delle
dune sabbiose del litorale e 16.11 Arenile privo di vegetazione Nel primo di questi, presente su circa
6 ettari, rimangono presenze di alofite della Ammophiletalia, tra cui Pancratium maritimum, Diotis
maritima, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Calystegia soldanella, e specie alo-nitrofile
quali Cakile maritima e Salsola soda. La flora, quindi, per quanto impoverita, è caratteristica dei due
habitat di interesse comunitario (ai densi della Direttiva 92/43/CEE): 1210 “Vegetazione annua delle
linee di deposito marine” e 2110 “Dune embrionali mobili”.
Vegetazione
85
Foto 37 - Vegetazione psammofila riconducibile agli habitat in rapporto catenale 1210 “Vegetazione annua delle linee di deposito marine” e 2110 “Dune embrionali mobili”
L’habitat 1210 è costituito da formazioni erbacee, annuali (vegetazione terofitica-alonitrofila) che
colonizzano le spiagge sabbiose e con ciottoli sottili, in prossimità della battigia dove il materiale
organico portato dalle onde si accumula e si decompone creando un substrato ricco di sali marini e
di sostanza organica in decomposizione. L’habitat è diffuso lungo tutti i litorali sedimentari italiani e
del Mediterraneo dove si sviluppa in contatto con la zona afitoica, in quanto periodicamente
raggiunta dalle onde, e, verso l’entroterra, con le formazioni psammofile perenni. Le formazioni
erbacee terofitiche colonizzanti le spiagge sabbiose ricche di detriti organici sono spesso riconducibili
all’associazione Salsolo kali–Cakiletum maritimae Costa e Manzanet 1981 nom. mut. propos. in
Rivas-Martínez et al. 2002, essendo la più diffusa in Italia e nel resto del Mediterraneo, oltre che ad
altre associazioni dell’alleanza Euphorbion peplis Tx 1950. Questo habitat è inoltre caratterizzato da
cenosi appartenenti all’alleanza Thero-Atriplicion Pignatti 1953. Entrambe queste alleanze sono
annoverate nell’ordine Euphorbietalia peplis Tx 1950, classe: Cakiletea maritimae Tüxen & Preising
ex Br.-Bl. & Tüxen 1952. E’ un habitat pioniero che rappresenta la prima fase di colonizzazione da
parte della vegetazione superiore fanerogamica nella dinamica di costruzione delle dune costiere.
Prende quindi contatto da un lato, con le comunità dunali delle formazioni embrionali riconducibili
Vegetazione
86
all’habitat 2110 "Dune embrionali mobili" e dall'altro lato con la zona afitoica, periodicamente
raggiunta dalle onde (fonte: Ministero dell’Ambiente, Manuale italiano di interpretazione degli
habitat della Direttiva 92/43/CEE).
Foto 38 - Calystegia soldanella, specie tipica delle dune sabbiose e di interesse conservazionistico, minacciata dalle frequenti “pulizie” delle spiagge
L’habitat 2110 L’habitat in Italia si trova lungo le coste basse, sabbiose e risulta spesso sporadico e
frammentario, a causa dell’antropizzazione sia legata alla gestione del sistema dunale a scopi
balneari che per la realizzazione di infrastrutture portuali e urbane. L’habitat è determinato dalle
piante psammofile perenni, di tipo geofitico ed emicriptofitico che danno origine alla costituzione
dei primi cumuli sabbiosi: “dune embrionali”. La specie maggiormente edificatrice è Agropyron
junceum ssp. mediterraneum (= Elymus farctus ssp. farctus; = Elytrigia juncea), graminacea
rizomatosa che riesce ad accrescere il proprio rizoma sia in direzione orizzontale che verticale
costituendo così, insieme alle radici, un fitto reticolo che ingloba le particelle sabbiose. La
vegetazione costituente le dune embrionali è riconducibile alle associazioni Sporoboletum arenarii
Vegetazione
87
(Arénes 1924) Géhu & Biondi 1994, Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei (Br.-Bl. 1933) Géhu,
Rivas-Martinez et R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984, Echinophoro spinosae-Elymetum farcti Géhu 1987,
Sileno corsicae-Elytrigetum junceae Bartolo et al. 1992, Pancratietum angustifolii Brullo & Siracusa
1996 dell’alleanza Ammophilion australis Br.-Bl. 1921 corr. Rivas-Martínez, Costa & Izco in Rivas-
Martínez, Lousã, T.E. Díaz, Fernández-González & J.C. Costa 1990 (ordine Ammophiletalia australis
Br.-Bl. 1933, classe Ammophiletea Br.-Bl. & Tüxen ex Westhoff, Dijk & Passchier 1946). L’habitat è
determinato dalle comunità pioniere di copertura più o meno elevata. I venti forti e le burrasche
determinano instabilità della vegetazione che viene sostituita parzialmente da terofite provenienti
dalla vegetazione che colonizza la prima parte della spiaggia (classe Cakiletea maritimae) dell’habitat
1210 “Vegetazione annua delle linee di deposito marine”.
2.2.2 Acque interne e ambienti di acqua dolce
La vegetazione caratteristica degli ambienti acquatici interni presenti nel comune coprono circa 150
ettari. In realtà la gran parte di questi si riferisce ai due grossi invasi artificiali a scopo energetico che
non possiedono caratteristiche vegetazionali di alcun interesse sebbene ricadenti nella tipologia
Corine Biotopes “22.1 Acque ferme (laghi e piccoli invasi senza o povere di vegetazione)”.
Molto più interessante, per la presente analisi, è la vegetazione relativa agli ambiti lagunari delle
Saline di Priolo, oggi Riserva Naturale Orientata Saline di Priolo istituita dalla Regione Siciliana con
D.A. n 807/44 del 28/12/2000 dell'Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente e affidata in
gestione alla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli).
La laguna è ciò che rimane dell’antica salina di Magnisi ed estesa fino ai primi anni ’70 circa 80 ettari,
poi in larga parte interrati per la costruzione del depuratore consortile e della centrale ENEL. La
laguna è costituita da gran parte dei pantani di primo accumulo dove era convogliata direttamente
l’acqua marina per una prima grossolana evaporazione. Questi pantani sono caratterizzati dalle
grandi dimensioni e dalla divisione interna con argini di fango di cui restano evidenti tracce. L’area di
pre-riserva è costituita interamente da terreni facenti parte in origine della salina e colmati con
materiale di risulta di varia natura fra il 1971 ed i primi anni ’80, quando la zona ha raggiunto il suo
attuale assetto. In una di queste aree ricadeva il canale di collegamento tra la salina ed il mare, oggi
coperto anche dalla strada costiera. Unico collegamento diretto tra il bacino ed il mare è oggi un
canale sottostante la stessa strada. All’estremità sud-ovest della riserva penetra nella stessa un
Vegetazione
88
canale artificiale che drena nella salina le acque piovane di un’ampia zona tra la centrale Enel, il
depuratore consortile e la ex SS 114.
Con la fine di ogni apporto di acqua marina la vegetazione della salina ha mostrato una evidente
evoluzione con la comparsa di estesi tratti coperti da Tamarix sp., specie praticamente assente fino a
trent’anni addietro e che ha colonizzato molti degli argini interni formando caratteristici boschetti.
Ugualmente è cresciuta la superficie coperta dal fragmiteto a scapito delle aree occupate da
salicornieto. I fragmiteti non sono molto fitti, e alla Phragmites australis si associa anche Aster
tripolium, Juncus subulatus, Suaeda maritima, Polygonum hydropiper, Calystegia sepium, Plantago
major, Limonium serotinum. Su substrato più alofilo si trovano lembi di scirpeto a Scirpus maritimus.
Va ricordata una associazione più periferica, in zone più rialzate ed asciutte che non permettono un
ristagno di acqua, l’Agropyro-Inuletum crithmoidis in cui dominano Inula crithmoides e Agropyrum
elongatum, aspetto di transizione tra la vegetazione alofila e la macchia costiera, sono presenti, e in
fase di recupero, esemplari di Mirtus communis e Pistacia lentiscus. Nel settore delle saline si
incontrano piante spiccatamente alofile dell’Arthrocnemetum quali Archtrocnemum glaucum,
Suaeda vera, Salicornia patula in popolamenti spesso monofitici, Salicornia emerici su suoli più
argillosi e compatti, Salicornia fruticosa sugli argini artificiali periferici, ed un’altra Chenopodiacea
Halimione portulacoides nella parte più alta. Il fondo dei pantani è caratterizzato da vegetazione a
Ruppia maritima e a Lamprothamnion papulosum (fonte: LIPU, Siracusa). Queste formazioni, per
quanto assai limitate come estensione e in facie degradate sono afferibili all’habitat di interesse
comunitario 1330 “Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e
sabbiose”
Vegetazione
89
Foto 39 - Laguna di Priolo. Capanno per l’osservazione degli uccelli acquatici
Per quanto riguarda i corsi fluviali (24.1 Corsi fluviali [con acque correnti]), le superfici cartografate
occupate risultano circa 40 ettari e comprendono i greti sassosi dell’alveo e delle sponde interessate
da vegetazione spontanea effimera, soggetta a notevoli rimaneggiamenti dovuti all’azione delle
piene.
2.2.3 Matorral, macchie a sclerofille e garighe
In queste formazioni rientrano le facies di degradazione della foresta mediterranea.
Complessivamente queste formazioni occupano quasi 250 ettari pari a oltre il 4% del territorio. Sono
localizzate nelle aree interne, per lo più a ridosso del versante orientale dei Monti Climiti o sulla
sommità, ma parti significative si ritrovano anche ai margini dell’abitato di Priolo o a frammiste alle
aree ancora coltivate della pianura.
Le unità individuate risultano molto spesso mosaicate tra loro e in contatto catenale, per cui una
loro separazione non risulta sempre agevole (Figura 29)..
Vegetazione
90
Figura x –.
a
b
c
d
Figura 24 - Mosaico di habitat arbustivi e forestali: a) Macchia a oleastro, alaterno, terebinto, lentisco e carrubo con presenza di leccio; b) Matorral a oleastro ed alaterno; c) Macchia a euforbia arborescente ed oleastro; d) Lecceta dell’Ostryo-Quercetum ilicis
Vegetazione
91
Ad ogni modo le due formazioni nettamente più frequenti sono risultate quelle che vedono una
compenetrazione delle Formazioni a Euphorbia dendroides (CB: 32.22) con quelle Macchia bassa ad
Olivastro e Lentisco (CB: 32.211) e quelle più dense riferibili al Matorral di Olivastro e Lentisco (CB:
32.12). Queste formazioni vegetali rientrano nell’Oleo-Euphorbietum dendroidis, associazione ad
ampia distribuzione tirrenico-adriatica presente in gran parte della Sicilia e in alcune isole
circumsiciliane indifferentemente dal tipo di substrato (Zimmitti et al., 2007). Dal punto di vista
dinamico l’Oleo-Euphorbietum dendroidis riveste essenzialmente un ruolo edafico in ambienti
semirupestri, mentre si presenta come aspetto secondario di sostituzione laddove si è verificata la
scomparsa della vegetazione arborea (leccete termofile) e la conseguente diminuzione del suolo
oppure all’interno di vecchi coltivi da tempo abbandonati (Pignatti, 1998). Le specie dell’Oleo-
Ceratonion e dei Pistacio-Rhamnetalia alaterni reperite sono Olea europea var. sylvestris, Ceratonia
siliqua, Prasium majus, Teucrium flavum. Più abbondanti sono le specie della classe Quercetea ilicis,
ossia Smilax aspera, Asparagus acutifolius, Osyris alba, Calicotome infesta, Pirus amygdaliformis,
Phillyrea latifolia, Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus (Zimmitti et al., 2007).
Foto 40 - Macchia a Euphorbia dendroides ed olivastro con presenza di leccio Oleo -Euphorbietum dendroidis
Vegetazione
92
Euphorbia dendroides è una specie mediterranea con baricentro di diffusione negli arcipelaghi
atlantici prossimi alle coste europee e nord-africane (Macaronesia), la cui penetrazione nel bacino
del Mediterraneo risale all’epoca tardo terziaria. Si tratta di una specie termofila che predilige
stazioni soleggiate e risulta altamente competitiva su falesie e versanti acclivi e rocciosi
indipendentemente dalla natura del substrato, è infatti adattata a condizioni di spiccata aridità,
essendo una specie estivante, ossia che perde le foglie nella stagione estiva, caratterizzata dalla
maggior aridità in ambito mediterraneo (fonte: Ministero dell’Ambiente, Manuale italiano di
interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE).
Gli arbusteti a Euphorbia dendroides possono avere carattere primario laddove le condizioni
stazionali non permettano l’evoluzione della vegetazione verso forme più complesse; tuttavia spesso
queste cenosi rappresentano stadi di sostituzione di comunità di macchia alta a Olea europaea
(habitat 9320 - Foreste di Olea e Ceratonia) o a mirto e lentisco. Invece se disturbate possono essere
sostituite da garighe a cisti o a elicrisi (fonte: Ministero dell’Ambiente, Manuale italiano di
interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE).
2.2.4 Phrygane costiere
Si tratta formazioni arbustive primarie e secondarie, termo-mesomediterranee con ombrotipo da
secco a subumido, caratterizzate da arbusti nani a portamento pulvinato con Sarcopoterium
spinosum quale elemento dominante, assai frequenti nel settore orientale del bacino del
Mediterraneo in siti con substrati poco evoluti e scarsa disponibilità idrica, dove rappresentano il
risultato dell’estrema degradazione della copertura vegetale o stadi successionali stabili sotto la
pressione del pascolo e degli incendi. Nell’area indagata sono stati cartografati su circa 230 ettari.
Sono riferibili all’habitat di interesse comunitario 5420 “Frigane a Sarcopoterium spinosum”.
Vegetazione
93
Foto 41 - Lembo di gariga a Sarcopoterium spinosum
Foto 42 - Prateria xerofila_Ass. Hyparrhenietum hirto-pubescentis (hab. 6220) con lembo a Sarcopoterium spinosum (hab. 5420)
Vegetazione
94
Le associazioni di questo tipo di habitat sono incluse nella classe Cisto-Micromerietea Oberdorfer
1954, il cui ordine Sarcopoterietalia spinosi Zohary 1973 include alleanze rappresentative di tutte le
formazioni tipo frigana estese lungo le coste greche e turche, nelle isole dell’Egeo e nelle aree
medio-orientali lambite dal Mediterraneo. Le formazioni siciliane subcostiere e collinari sono
afferenti alla sottoassociazione Coridothymo-Pinetum halepensis sarcopoteriosum Bartolo & al. 1986
ed all’associazione Chamaeropo humilis-Sarcopoterietum spinosi Barbagallo & al. 1979. Entrambe le
tipologie afferiscono all’alleanza Oleo-Ceratonion, ordine Pistacio-Rhamnetalia alaterni Rivas
Martinez 1974, classe Quercetea ilicis. Benché in condizioni edafiche particolarmente estreme,
caratterizzate da suoli poveri, rocciosi e marcata aridità ambientale le frigane a Sarcopoterium
spinosum possono assumere valore primario, alla loro ampia diffusione nell’area mediterranea ha
sensibilmente contribuito l’azione antropica. Sovente, infatti, queste formazioni possono essere
considerate vegetazione di sostituzione di macchie termofile in larga parte afferenti all’Oleo-
Ceratonion siliquae Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944 em. Rivas-Martìnez 1975. La stabilità
delle comunità a Sarcopoterium spinosum è spesso legata al livello di degradazione raggiunto
conseguentemente all’interazione tra durata/intensità del disturbo e bioclima/substrato dei siti. Per
tale ragione in aree soggette a sfruttamento intenso e di lunga durata, diventa problematico definire
il confine tra sarcopoterieti primari e secondari, anche in virtù delle profonde similitudini
fisionomico-struttrali e floristiche (fonte: Ministero dell’Ambiente, Manuale italiano di
interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE).
2.2.5 Praterie e pascoli aridi su calcari
Le praterie aride su calcare costituiscono le formazioni vegetali nettamente più diffuse in tutto il
territorio comunale, comprendo circa oltre 2000 ettari pari al 35% della superficie complessiva. Gran
parte dei queste praterie sono il risultato di un abbandono colturale, in aree precendemente
pascolate o coltivate sia a seminativo che, secondariamente, a coltivazione arborea.
Si tratta di una vegetazione quasi mai omogenea proprio perché fortemente condizionata dalla
variabilità di spessore dei suoli e anche dall’intensità dell’attività agro-pastorale che vi vien svolta o
che è stata condotta in passato. Laddove le condizioni di scarsa fertilità sono maggiori si sviluppano
le praterie xerofile ad Hyparrhenia hirta, graminacea cespitosa perenne a cui si associano numerose
specie erbacee e piccoli arbusti, quali Andropogon distachyus, Convolvulus althaeoides, Phagnalon
Vegetazione
95
saxatile, Micromeria greca, Foeniculum piperitum, Lathyrus articulatus, Kundmannia sicula, ecc.
(Zimmitti et al., 2007).
Foto 43 – Prati-pascoli aridi dei Monti Climiti riferibili all’habitat Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
Foto 44 – Ophrys ciliata
Vegetazione
96
Una parte estremamente significativa di queste praterie è afferibile ai “Prati aridi mediterranei
(Thero-Brachypodietea)” corrispondenti all’habitat di interesse comunitario (prioritario) 6220*
“Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”.
Nel complesso si tratta di circa 880 ettari distribuiti sia sulla sommità dell’altopiano dei Monti Climiti
e soggetti a pascolo brado di tipo bovino, che in aree limitrofe alle zone intensamente urbanizzate
del comune come quelle poste in loc. Biggemi, Casa di Carlo e sulla penisola di Magnisi.
L’habitat 6220* è rappresentato da praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di
graminacee, su substrati spesso calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti
perenni che ospitano al loro interno aspetti annuali (Helianthemetea guttati), dei Piani Bioclimatici
Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo, con distribuzione prevalente nei settori costieri e
subcostieri dell’Italia peninsulare e delle isole. Per quanto riguarda gli aspetti perenni, possono
svolgere il ruolo di dominanti specie quali Lygeum spartum, Brachypodium retusum, Hyparrenia
hirta, accompagnate da Bituminaria bituminosa, Avenula bromoides, Convolvulus althaeoides, Ruta
angustifolia, Stipa offneri, Dactylis hispanica, Asphodelus ramosus. In presenza di calpestio legato alla
presenza del bestiame si sviluppano le comunità a dominanza di Poa bulbosa, ove si rinvengono con
frequenza Trisetaria aurea, Trifolium subterraneum, Astragalus sesameus, Arenaria leptoclados,
Morisia monanthos. Gli aspetti annuali possono essere dominati da Brachypodium distachyum (=
Trachynia distachya), Hypochaeris achyrophorus, Stipa capensis, Tuberaria guttata, Briza maxima,
Trifolium scabrum, Trifolium cherleri, Saxifraga trydactylites; sono inoltre specie frequenti Ammoides
pusilla, Cerastium semidecandrum, Linum strictum, Galium parisiense, Ononis ornithopodioides,
Coronilla scorpioides, Euphorbia exigua, Lotus ornithopodioides, Ornithopus compressus, Trifolium
striatum, T. arvense, T. glomeratum, T. lucanicum, Hippocrepis biflora, Polygala monspeliaca (fonte:
Ministero dell’Ambiente, Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE).
La vegetazione delle praterie xerofile mediterranee si insedia di frequente in corrispondenza di aree
di erosione o comunque dove la continuità dei suoli sia interrotta, tipicamente all’interno delle
radure della vegetazione perenne. Può rappresentare stadi iniziali (pionieri) di colonizzazione di
neosuperfici costituite ad esempio da affioramenti rocciosi di varia natura litologica, così come
aspetti di degradazione più o meno avanzata al termine di processi regressivi legati al
sovrapascolamento o a ripetuti fenomeni di incendio. Quando le condizioni ambientali favoriscono i
Vegetazione
97
processi di sviluppo sia del suolo che della vegetazione, in assenza di perturbazioni, le comunità
riferibili all’Habitat 6220* possono essere invase da specie perenni arbustive legnose che tendono a
soppiantare la vegetazione erbacea, dando luogo a successioni verso cenosi perenni più evolute. Può
verificarsi in questi casi il passaggio ad altre tipologie di Habitat, quali gli ‘Arbusteti submediterranei
e temperati’, i ‘Matorral arborescenti mediterranei’ e le ‘Boscaglie termo-mediterranee e pre-
steppiche’.
2.2.6 Boschi di sclerofille sempreverdi
La vegetazione più propriamente forestale si concentra essenzialmente alla base delle ripide pendici
nord-orientali dei Climiti e all’interno delle profonde incisioni (cave) dei corsi d’acqua che da queste
scendono.
Tale vegetazione, identificato nella legenda Corine Biotopes come “Leccete sud-italiane e siciliane” è
riconducibile all’habitat Natura 2000 Cod. 9340 “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia”.
Si tratta di formazioni boschive a dominanza di leccio (Quercus ilex), talora accompagnato da
Fraxinus ornus; con presenza anche di altre specie caducifoglie come Cercis siliquastrum e Ostrya
carpinifolia (rilevato un esemplare da Zimmitti et al., 2007). Tra gli arbusti sono generalmente
frequenti Phillyrea latifolia, Rhamnus alaternus, Tamus communis, Ruscus aculeatus Pistacia
terebinthus, tra le liane Hedera helix, Rubia peregrina e Smilax aspera. Lo strato erbaceo è
generalmente molto povero; tra le specie caratterizzanti si possono ricordare Cyclamen repandum,
Festuca exaltata, Arisarum vulgare, Limodorum abortivum, Aristolochia sempervirens.
Vegetazione
98
Foto 45 - Pistacio-Quercetum ilicis
Le cenosi a dominanza di leccio afferiscono alla suballeanza Fraxino orni-Quercenion ilicis Biondi,
Casavecchia & Gigante 2003 L’Ostryo-Quercetum ilicis si sostituisce a queste laddove si conserva una
maggiore disponibilità idrica nel suolo ed un maggiore ombreggiamento.
Sul fondo di alcuni valloni dell’altopiano, caratterizzati da marcata umidità edafica e
ombreggiamento, sono presenti dense leccete ascrivibili al Doronico-Quercetum ilicis. Tale
associazione è localizzata sui calcari miocenici delle cave degli Iblei orientali. Specie caratteristiche
dell’associazione sono Doronicum orientale, Scutellaria rubicunda ssp. linneana e Aristolochia clusii,
entità oramai poco comuni nell’area iblea (Zimmitti et al., 2007). Nello strato arboreo, dominato da
Quercus ilex, si rinviene anche Quercus pubescens s.l.. Sparuti lembi di querceto caducifoglio,
intervallati da coltivi, sono ancora presenti nel settore centrosettentrionale dell’altopiano, relegati
presso i cigli dei valloni.
Lo strato arbustivo è composto da Pistacia terebinthus, Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Rosa
sempervirens, Smilax aspera, Crataegus monogyna, Asparagus acutifolius, Rubus ulmifolius, Rubia
peregrina, a cui si accompagnano Clematis cirrhosa, Hedera helix, ecc. Lo strato erbaceo è
caratterizzato da Carex dystachia, Cyclamen hederifolium, Silene italica, Asplenium onopteris
Vegetazione
99
(Zimmitti et al., 2007). Degna di nota è la presenza di Epipactis mycrophylla, Orchidacea di ambiente
nemorale assai localizzata nel territorio ibleo per la progressiva distruzione e frammentazione degli
ambienti boschivi più mesici (cfr Zimmitti, 2007).
Paesaggio
100
3. PAESAGGIO
Dalla lettura semiologica del paesaggio, in cui il paesaggio stesso è rappresentato da un sistema
organizzato di segni, è possibile mettere in evidenza le forme disegnate nel corso dei secoli
dall’uomo e dalla Natura ma che sono tutt’oggi ancora presenti e attuali.
In virtù di questo processo di sedimentazione degli avvenimenti possono essere selezionati e messi a
sistema alcuni dei segni individuati al fine di riconoscere la struttura paesistica portante, ovvero quel
sistema di regole che ha una corrispondenza fisica e che regola il funzionamento del paesaggio.
La carta delle unità di paesaggio (Tavole 4 e 5) si presenta quindi come una carta di sintesi che
permette di mettere in evidenza, tramite la valutazione dei segni di origine sia naturale che
antropica, la compagine entro cui o secondo la quale si vanno a collocare le varie tessere del
mosaico: in pratica un approccio analitico utile a determinare quegli elementi utili che possono
fungere da guida ai vari processi di trasformazione futuri.
Abbiamo detto che i segni rappresentati hanno matrice naturale e antropica. In questo contesto nel
primo gruppo si individuano principalmente i caratteri morfologici, i crinali, i corsi d’acqua, nonché
quelli vegetazionali come le aree boscate, mentre nella seconda è messo in evidenza il disegno del
sistema insediativo dato dall’abitato, sia accentrato che sparso, che dalla viabilità sia essa principale
che minore.
L’individuazione delle differenti tipologie di paesaggio è stata effettuata utilizzando alcuni principi
dell’Ecologia del Paesaggio. In particolare, tali unità sono frutto di un processo di successive
elaborazioni di informazioni relative ai fattori fisici e biologici del territorio, quali la geologia, la
geomorfologia, l’uso del suolo e la vegetazione, che hanno portato ad individuare 25 aree omogenee
per fattori ambientali (ecotopi). Dall’esame della successione spaziale degli ecotopi sono state
definite, delimitate e descritte le unità di paesaggio e i relativi sistemi di paesaggio (land system)
presenti nel territorio in esame.
Il prodotto di questo processo di analisi ha portato alla redazione della Carta delle Unità di Paesaggio
in scala 1:25.000 e Carta delle Unità di Paesaggio in scala 1:10.000.
Paesaggio
101
Ai fini del presente lavoro sono state individuate le seguenti unità geomorfologiche principali:
Formazioni dei calcareniti e dei depositi terrazzati marini della Penisola di Magnisi
Spiagge, depositi costieri e pantani retrodunali costituiti da sabbie medie grossolane, ben classate,
di natura calcarea
Depositi alluvionali recenti della fascia costiera, costituiti da ciottoli e ghiaie di natura calcarea
Sabbie e calcareniti organogene grossolane della fascia sub-pianeggiante retrostante ai depositi
alluvionali recenti
Fascia pedecollinare dei calcareniti e dei calcari
Massiccio dei Monti Climiti, con versanti acclivi ed area ad altopiano sovrastante costituito da
calcareniti da fini a grossolane
Depositi alluvionali terrazzati della Valle dell’Anapo
Gli ecosistemi elementari, o ecotopi, sono aree omogenee, alla scala geografica scelta, per i fattori
biotici e abiotici. In base al confronto tra le unità di uso del suolo e la delimitazione delle unità
geomorfologiche sopra indicate, e a seguito di sopralluoghi in campo, nel territorio comunale sono
stati individuati 25 ecotopi:
1. Ambito delle praterie aride della Penisola di Magnisi, caratterizzata da praterie in parte
pascolate
2. Fascia costiera sabbiosa caratterizzata da vegetazione spontanea tipica degli ambienti dunali
e da aree prive di vegetazione a frequentazione turistica stagionale
3. Ambiti palustri lagunari retrodunali ed ex saline della Riserva Naturale Orientata “Saline di
Priolo”
4. Fascia costiera degli insediamenti industriali
5. Fascia interna degli insediamenti residenziali (Priolo), del mosaico agricolo (orti familiari e
piccole colture arboree ) e degli incolti
Paesaggio
102
6. Ambito estrattivo pedecollinare di Mostringiano con presenza significativa di cave, superfici
agricole utilizzate e incolti
7. Ambito estrattivo pedecollinare di Polidoro con presenza significativa di cave, superfici
agricole utilizzate e incolti
8. Ambito delle praterie aride di Biggemi con presenza significativa di agroecosistemi di
interesse paesaggistico, naturalistico e zootecnico
9. Ambito delle praterie aride di Casa di Carlo con presenza significativa di agroecosistemi di
interesse paesaggistico, naturalistico e zootecnico
10. Fascia dei versanti acclivi nord-orientali dei Monti Climiti caratterizzata da affioramenti
rocciosi e vegetazione casmofitica
11. Cava Sorciaro con presenza significativa di vegetazione arborea o alto-arbustiva a macchia
mediterranea
12. Cava Mostrignano con presenza significativa di vegetazione arborea o alto-arbustiva a
macchia mediterranea
13. Cava Cugno Sciurata con presenza significativa di vegetazione arborea o alto-arbustiva a
macchia mediterranea
14. Ambito degli agroecosistemi di Casa Gozzo, Casino Grande e Case Nuove sull’altopiano dei
Monti Climiti, caratterizzato da elevata concentrazione di seminativi
15. Ambito degli agroecosistemi di Casa Cugno Sciurata sull’altopiano dei Monti Climiti,
caratterizzato da elevata concentrazione di praterie aride calcaree
16. Ambito degli agroecosistemi di Monte Cavallaro sull’altopiano dei Monti Climiti,
caratterizzato da mosaici di prati-pascoli, praterie aride calcaree e seminativi di grande
valore paesaggistico e naturalistico
17. Ambito degli agroecosistemi di Monte San Nicola e Cisterna Nuova sull’altopiano dei Monti
Climiti, caratterizzato da mosaici di prati-pascoli, praterie aride calcaree e seminativi di
grande valore paesaggistico e naturalistico
Paesaggio
103
18. Fascia dei versanti acclivi meridionali dei Monti Climiti caratterizzata da affioramenti rocciosi
e vegetazione casmofitica
19. Bacino Superiore dell’Anapo
20. Bacino Inferiore dell’Anapo
21. Fascia delle colture arboree a prevalenza di mandorleti ed oliveti sui detriti di falda del
versante meridionale dei Monti Climiti
22. Fascia degli agrumeti sui depositi alluvionali terrazzati della Valle dell’Anapo
23. Corso d’acqua dell’Anapo
24. Versante settentrionale dell’Altopiano di Corruggia caratterizzato da vegetazione post-
colturale e da macchia mediterranea
25. Altopiano di Corruggia caratterizzato da seminativi e agrumeti.
Le unità di Paesaggio sono aree omogenee costituite da una sequenza caratteristica di ecotopi
contigui, in grado di ospitare determinate cenosi vegetali e animali. Alla scala 1:25.000 sono stati
individuati 8 unità di paesaggio:
Penisola di Magnisi
Fascia degli ambienti costieri e delle aree umide retrodunali
Fascia degli ambiti insediativi e industriali
Fascia degli ambienti agricoli estensivi e degli ambiti estrattivi
Versanti acclivi dei Monti Climiti
Cave
Valle dell’Anapo
Paesaggio
104
Alla scala di dettaglio 1:10.000 le Unità di Paesaggio sono risultate 17 e sono state articolate nel
modo seguente:
Penisola di Magnisi
Fascia delle aree costiere e delle aree umide retrodunali
Fascia dei terreni alluvionali costieri
Ambito insediativo di Priolo
Piana di S. Francesco
Praterie aride “Biggemi”
Praterie aride “Casa di Carlo”
Comprensorio estrattivo “Mostrignano”
Comprensorio estrattivo “Polidoro”
Versanti acclivi dei Monti Climiti
Cava Sorciaro
Cava Mostrignano
Cava Cugno Sciurata
Altopiano dei Monti Climiti
Fascia delle colture arboree su detriti di falda
Fascia dei terrazzi fluviali dell’Anapo
Altopiano di Corruggia
Paesaggio
105
3.1 RAPPORTI TRA UNITÀ DI PAESAGGIO E PIANO PAESAGGISTICO DELLA PROVINCIA DI
SIRCACUSA
Il Comune di Priolo è interessato dal Piano Paesaggistico degli Ambiti 14 e 17 ricadenti nella
provincia di Siracusa
Il Piano Paesaggistico degli Ambiti 14 e 17 ricadenti nella provincia di Siracusa è redatto in
adempimento alle disposizioni del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, così come modificate dai D.lgs. 24
marzo 2006, n.157 e D. lgs. 26 marzo 2008, n. 63
Il Piano Paesaggistico è redatto al fine di assicurare specifica considerazione ai valori paesaggistici e
ambientali del territorio attraverso:
1. l’analisi e l’individuazione delle risorse storiche, naturali, estetiche e delle loro interrelazioni
secondo ambiti definiti in relazione alla tipologia, rilevanza e integrità dei valori
paesaggistici;
2. prescrizioni ed indirizzi per la tutela, il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione dei
medesimi valori paesaggistici;
3. l’individuazione di linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di
valore riconosciuti.
Il Piano Paesaggistico, in attuazione delle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale,
articola i propri indirizzi nei seguenti sistemi, sottosistemi e relative componenti:
1. sistema naturale
1.1. sottosistema abiotico: concerne i fattori geologici, idrologici e geomorfologici ed i relativi
processi che concorrono a determinare la genesi e la conformazione fisica del territorio.
1.2. sottosistema biotico: interessa la vegetazione e le zoocenosi ad essa connesse e i biotopi di
rilevante interesse floristico, vegetazionale e faunistico.
2. sistema antropico
Paesaggio
106
2.1. sottosistema agricolo forestale. Paesaggio agrario: concerne i fattori di natura biotica e abiotica
che si relazionano nel sostenere la produzione agraria, zootecnica e forestale.
2.2. sottosistema insediativo: comprende i sistemi urbano-territoriali, socioeconomici, istituzionali,
culturali, le loro relazioni funzionali e gerarchiche e processi sociali di produzione e fruizione del
paesaggio.
Elemento portante del Piano è la definizione dei Paesaggi Locali, porzioni di territorio caratterizzati
da specifici sistemi di relazioni ecologiche, percettive, storiche, culturali e funzionali, tra componenti
eterogenee che le conferiscono immagine di identità distinte e riconoscibili.
I Paesaggi Locali costituiscono, quindi, ambiti paesaggisticamente identitari nei quali fattori ecologici
e culturali interagiscono per la definizione di specificità, valori, emergenze.
Il Piano Paesaggistico suddivide il territorio degli Ambiti 14 e 17 ricadenti nella provincia di Siracusa
in Paesaggi Locali, individuati, così come previsto dal comma 2 dell’art. 135 del Codice, sulla base
delle caratteristiche naturali e culturali del paesaggio. I Paesaggi Locali costituiscono il riferimento
per gli indirizzi programmatici e le direttive la cui efficacia è disciplinata dall’art. 6 delle presenti
Norme di Attuazione.
I Paesaggi Locali individuati che ricadono all’interno del Comune di Priolo sono:
PL 07 - “Pianura costiera megarese e Aree Industriali”
PL 08 - “Monti Climiti”
PL 09 - “Bassa valle dell’Anapo”
Più in dettaglio si riportano gli elementi salienti del Piano all’interno di ognuno dei Paesaggi Locali in
rapporto alle Unità di Paesaggio definite nell’ambito del presente studio.
Paesaggio
107
PAESAGGIO LOCALE 07 “PIANURA COSTIERA MEGARESE E AREE INDUSTRIALI”
Obiettivi di qualità paesaggistica
salvaguardia degli ecosistemi naturali e dell’agroecosistema;
conservazione delle specie agricole storico-tradizionali;
tutela delle aree a macchia mediterranea ed a gariga;
consolidamento dei versanti e la mitigazione dell’azione erosiva dei fiumi basate su principi
di ingegneria naturalistica;
potenziamento della rete ecologica;
tutela degli scenari e dei panorami;
conservazione del patrimonio storico e culturale (architetture, percorsi storici ed aree
archeologiche);
Indirizzi
A. Paesaggio delle aree agricole della pianura megarese
B. tutela dei residui ambienti naturali palustri costieri;
C. tutela e messe in rete delle aree archeologiche di pregio;
D. recupero delle aree tutelate per legge, oggi occupate da insediamenti, da attuare in caso di
dismissioni o trasformazioni delle attività industriali;
E. recupero e riqualificazione degli insediamenti esistenti.
Prescrizioni relative alle aree individuate ai sensi dell’art. 134 del D.lgs. 42/04
Paesaggio
108
Paesaggi costieri urbanizzati
UNITA’ DI PAESAGGIO CORRISPONDENTI
Fascia dei terreni alluvionali costieri; Ambito insediativo di Priolo; Piana di S. Francesco
Livello di tutela1
recupero paesaggistico ambientale ed eliminazione dei detrattori.
Paesaggi fluviali e aree archeologiche dei Torrenti Marcellino, “Cave” Canniolo e Cavalli, versante
sud dei Monti Climiti, Cava Mostringiano in parte, Grotta Palombara, località Targia
UNITA’ DI PAESAGGIO CORRISPONDENTI
Cava Sorciaro; Cava Mostrignano; Versanti acclivi dei Monti Climiti
Livello di tutela 2
protezione e valorizzazione dell’agricoltura in quanto presidio dell’ecosistema e
riconoscimento del suo ruolo di tutela ambientale;
tutela del paesaggio agricolo da fattori di inquinamento antropico concentrato (vedi
depositi, cave d’inerti, discariche ecc.);
conservazione dei manufatti dell’agricoltura tradizionale, quali saie, masserie, viabilità e
sentieri;
le eventuali nuove costruzioni, dovranno essere a bassa densità, articolate secondo tipologia
rurale tradizionale, tali da non incidere e alterare il paesaggio e i caratteri specifici del sito, e
tali da mantenere i caratteri dell'insediamento sparso agricolo;
Paesaggio
109
per i nuovi impianti arborei e/o la loro riconversione si dovrà mantenere la distanza minima
idonea dalle sponde dei corsi d’acqua, al fine di consentirne , sia la corretta percezione
visiva, che la loro rinaturazione.
In queste aree non è consentito.
1. realizzare tralicci, antenne per telecomunicazioni ad esclusione di quelle a servizio delle
aziende, impianti per la produzione di energia anche da fonti rinnovabili escluso quelli
destinati all’autoconsumo e/o allo scambio sul posto architettonicamente integrati negli
edifici esistenti;
2. realizzare nuove serre;
3. realizzare attività che comportino eventuali varianti agli strumenti urbanistici previste dagli
artt. 35 L.R. 30/97 e 89 L.R. 06/01 e s.m.;
4. realizzare opere di regimentazione delle acque (sponde, stramazzi, traverse, ecc.) in
calcestruzzo armato o altre tecnologie non riconducibili a tecniche di ingegneria
naturalistica;
5. realizzare discariche e qualsiasi altro impianto di raccolta, trattamento e smaltimento di
rifiuti solidi e liquidi (depuratori);
6. eseguire movimenti di terra che alterino i caratteri morfologici e paesaggistici;
7. realizzare cave e l’asporto di rocce, minerali, fossili e reperti di qualsiasi natura;
8. collocare segnaletica pubblicitaria di qualunque tipo e dimensione.
Paesaggio
110
Saline di Augusta e foce del torrente Mulinello, tratto del fiume Belluza, Megara Hyblaea e aree
limitrofe, Penisola Magnisi, Tapshos e saline di Priolo, Stentinello, e sistema archeologico del
Castello Eurialo e c.da Sinerchia
UNITA’ DI PAESAGGIO CORRISPONDENTI
Penisola di Magnisi; Fascia delle aree costiere e delle aree umide retrodunali;
Livello di tutela 3
In queste aree non è consentito:
nelle aree di interesse archeologico indicate nelle tavole la esecuzione di scavi, ad eccezione
di quelli a fini archeologici da eseguire sotto il diretto controllo della Soprintendenza BBCCAA
di Siracusa;
attuare le disposizioni di cui all'art. 22 L.R. 71/78 e le varianti agli strumenti urbanistici
comunali ivi compresa la realizzazione di insediamenti produttivi previste dagli artt.35 l.r.
30/97 e 89 l.r. 06/01 e s.m.i.;
realizzare nuove costruzioni;
realizzare infrastrutture e reti;
realizzare tralicci, antenne per telecomunicazioni, impianti per la produzione di energia
anche da fonti rinnovabili escluso quelli destinati all’autoconsumo e/o allo scambio sul posto
architettonicamente integrati negli edifici esistenti;
aprire nuove cave;
realizzare nuove serre;
Per le aree archeologiche, valgono inoltre le seguenti prescrizioni:
Paesaggio
111
miglioramento della fruizione pubblica delle aree archeologiche;
tutela secondo quanto previsto dalla normativa specificata dalle Norme per la componente
“Archeologica” e delle prescrizioni e limitazioni di cui ai rispettivi decreti e dichiarazioni di
vincolo.
Aree a carattere urbanistico; grandi infrastrutture territoriali costiere e aree industriali
Aree di recupero
tali aree sono soggette alla disciplina del recupero previsto dall'art. 20 delle Norme;
le aree industriali, una volta dismesse, dovranno prevedere progetti di recupero
paesaggistico ed ambientale.
PAESAGGIO LOCALE 08 “MONTI CLIMITI”
Obiettivi di qualità paesaggistica
salvaguardia degli ecosistemi naturali e dell’agroecosistema;
conservazione e diffusione delle specie agricole storico-tradizionali;
tutela delle aree a macchia mediterranea ed a gariga;
salvaguardia della morfologia dei luoghi e la conservazione del sistema paesaggistico delle
“cave iblee” e della loro biodiversità;
consolidamento dei versanti e mitigazione dell’azione erosiva dei fiumi basati su principi di
ingegneria naturalistica;
potenziamento della rete ecologica;
fruizione visiva degli scenari e dei panorami.
Paesaggio
112
1. Indirizzi
a. Paesaggio delle aree agricole connesse al centro urbano di Melilli
B. mantenimento dell’attività agricola e d’allevamento;
C. risanamento e consolidamento dei suoli e dei versanti con tecniche di bio-ingegneria;
D. riequilibrio naturalistico ed eco sistemico;
E. riuso e rifunzionalizzazione del patrimonio architettonico rurale.
Prescrizioni relative alle aree individuate ai sensi dell’art. 134 del D.lgs. 42/04
Paesaggio agricolo connesso alla Cava dell’Acqua, Cava Canniolo ed aree di modesti rilievi a sud di
Melilli.
UNITA’ DI PAESAGGIO CORRISPONDENTI
Praterie aride “Casa di Carlo”; Praterie aride “Biggemi”; Comprensorio estrattivo “Mostrignano”;
Comprensorio estrattivo “Polidoro”
Livello di tutela 2:
protezione e valorizzazione dell’agricoltura in quanto presidio dell’ecosistema e
riconoscimento del suo ruolo di tutela ambientale;
tutela del paesaggio agricolo da fattori di inquinamento antropico concentrato (vedi
depositi, cave d’inerti, discariche ecc.);
conservazione dei manufatti dell’agricoltura tradizionale, quali saie, masserie, viabilità e
sentieri;
Paesaggio
113
le eventuali nuove costruzioni, dovranno essere a bassa densità, articolate secondo tipologia
rurale tradizionale, tali da non incidere e alterare il paesaggio e i caratteri specifici del sito, e
tali da mantenere i caratteri dell'insediamento sparso agricolo;
per i nuovi impianti arborei e/o la loro riconversione si dovrà mantenere una distanza
adeguata dalle sponde dei corsi d’acqua, al fine di consentirne, sia la corretta percezione
visiva, che la loro rinaturazione.
In queste aree non è consentito:
realizzare tralicci, antenne per telecomunicazioni ad esclusione di quelle a servizio delle
aziende, impianti per la produzione di energia anche da fonti rinnovabili escluso quelli
destinati all’autoconsumo e/o allo scambio sul posto architettonicamente integrati negli
edifici esistenti;
aprire nuove cave;
realizzare nuove serre;
realizzare attività che comportino eventuali varianti agli strumenti urbanistici previste dagli
artt. 35 L.R. 30/97 e 89 L.R. 06/01 e s.m..
Altopiano dei Monti Climiti
UNITA’ DI PAESAGGIO CORRISPONDENTI
Altopiano dei Monti Climiti
Livello di tutela 3
riconversione graduale a latifoglie autoctone la tutela delle formazioni vegetali ripariali ed il
potenziamento della rete ecologica;
Paesaggio
114
tutela ai fini della conservazione della loro biodiversità vegetale per gli habitat naturali.
In queste aree non è consentito:
esercitare qualsiasi attività industriale;
realizzare nuove costruzioni e aprire strade e piste, ad eccezione di quelle necessarie al
Corpo Forestale per la migliore gestione dei complessi boscati e per le proprie attività
istituzionali;
attuare le disposizioni di cui all'art. 22 L.R. 71/78 e le varianti agli strumenti urbanistici
comunali ivi compresa la realizzazione di insediamenti produttivi previste dagli artt.35 l.r.
30/97 e 89 l.r. 06/01 e s.m.i.;
realizzare elettrodotti, acquedotti, linee telefoniche e altri impianti tecnologici a rete aerei o
sotto traccia, ad eccezione di quelli interrati che insisterebbero sull’area di sedime delle
strade preesistenti;
realizzare opere di regimentazione delle acque (sponde, stramazzi, traverse, ecc.) in
calcestruzzo armato o altre tecnologie non riconducibili a tecniche di ingegneria
naturalistica;
attuare interventi che modifichino il regime, il corso o la composizione delle acque, fatte
salve le esigenze di attività agricole esistenti;
costruire serre;
eseguire movimenti di terra;
realizzare cave, l’asporto di rocce, minerali, fossili e reperti di qualsiasi natura, salvo che per
motivi di ricerca scientifica a favore di soggetti espressamente autorizzati;
realizzare tralicci, antenne per telecomunicazioni, impianti per la produzione di energia
anche da fonti rinnovabili escluso quelli destinati all’autoconsumo e/o allo scambio sul posto
architettonicamente integrati negli edifici esistenti;
Paesaggio
115
collocare segnaletica pubblicitaria di qualunque tipo e dimensione;
realizzare discariche e qualsiasi altro impianto di raccolta, trattamento e smaltimento di
rifiuti solidi e liquidi (depuratori).
Alle aree di rispetto dei boschi di cui alla L.R. 16/96 e s.m.i. si applicano le disposizioni di cui al Livello
di tutela 2, ad eccezione delle aree ricadenti nelle zone “B” dei vigenti PRG, per le quali si applicano
le disposizioni del Livello di tutela 1.
Per le aree archeologiche valgono inoltre le seguenti prescrizioni:
miglioramento della fruizione pubblica delle aree archeologiche;
tutela secondo quanto previsto dalla normativa specificata dalle norme per la componente
“Archeologia” e dalle prescrizioni e limitazioni di cui ai rispettivi decreti e dichiarazioni di
vincolo.
PAESAGGIO LOCALE 09 “BASSA VALLE DELL’ANAPO”
Obiettivi di qualità paesaggistica
conservazione e recupero dei valori paesistici ambientali, morfologici e percettivi del
paesaggio agrario;
potenziamento della forestazione;
riassetto dei versanti e salvaguardia idrogeologica del territorio di pianura;
riqualificazione delle spiagge costiere;
salvaguardia dei valori naturali e paesaggistici;
valorizzazione delle aree archeologiche;
riqualificazione ambientale paesaggistica dell'insediamento.
Paesaggio
116
Indirizzi
A. Paesaggio agricolo del fiume Ciane, del Cavadonna e Anapo
B. mantenimento dell’attività e dei caratteri del paesaggio agrumicolo;
C. riuso e rifunzionalizzazione del patrimonio architettonico rurale, anche ai fini dello sviluppo
del turismo rurale e dell’agricoltura;
D. le nuove costruzioni dovranno essere a bassa densità, di dimensioni contenute in rapporto
alle superfici dei fondi, tali da non incidere e alterare il contesto generale del paesaggio agro-
pastorale e i caratteri specifici del sito e tali da mantenere i caratteri dell'insediamento
sparso agricolo e della tipologia edilizia tradizionale.
Prescrizioni relative alle aree individuate ai sensi dell’art. 134 del D.lgs. 42/04
Paesaggio fluviale della Valle del Fiume Anapo, compresi i suoi affluenti destri, i Valloni
Moscasanti e Cavadonna e la Cava Mortillaro; aree archeologiche comprese.
UNITA’ DI PAESAGGIO CORRISPONDENTI
Fascia delle colture arboree su detriti di falda; Fascia dei terrazzi fluviali dell’Anapo; Altopiano di
Corruggia
Livello di tutela 2
tutela delle formazioni ripariali;
tutela, riqualificazione, ricostruzione degli elementi di importanza naturalistica ed
ecosistemica, al fine della costituzione dei corridoi ecologici fluviali, elementi fondamentali
delle reti ecologiche;
Paesaggio
117
protezione e valorizzazione dell’agricoltura in quanto presidio dell’ecosistema e
riconoscimento del suo ruolo di tutela ambientale;
tutela del paesaggio agricolo da fattori di inquinamento antropico concentrato (vedi
depositi, cave d’inerti, discariche ecc.);
conservazione dei manufatti dell’agricoltura tradizionale, quali saie, masserie, viabilità e
sentieri;
le eventuali nuove costruzioni, dovranno essere a bassa densità, articolate secondo tipologia
rurale tradizionale, tali da non incidere e alterare il paesaggio e i caratteri specifici del sito, e
tali da mantenere i caratteri dell'insediamento sparso agricolo;
per i nuovi impianti arborei e/o la loro riconversione si dovrà mantenere la distanza minima
idonea dalle sponde dei corsi d’acqua, al fine di consentirne , sia la corretta percezione
visiva, che la loro rinaturazione.
In queste aree non è consentito:
realizzare tralicci, antenne per telecomunicazioni ad esclusione di quelle a servizio delle
aziende, impianti per la produzione di energia anche da fonti rinnovabili escluso quelli
destinati all’autoconsumo e/o allo scambio sul posto architettonicamente integrati negli
edifici esistenti;
aprire nuove cave;
realizzare nuove serre;
realizzare opere di regimentazione delle acque (sponde, stramazzi, traverse, ecc.) in
calcestruzzo armato o altre tecnologie non riconducibili a tecniche di ingegneria
naturalistica;
attuare interventi che modifichino il regime, il corso o la composizione delle acque, fatte
salve le esigenze di attività agricole esistenti;
Paesaggio
118
realizzare attività che comportino eventuali varianti agli strumenti urbanistici previste dagli
artt. 35 L.R. 30/97 e 89 L.R. 06/01 e s.m..
Per le aree archeologiche, valgono inoltre le seguenti prescrizioni:
miglioramento della fruizione pubblica delle aree archeologiche;
tutela secondo quanto previsto dalla normativa specificata dalle Norme per la componente
“Archeologica” e delle prescrizioni e limitazioni di cui ai rispettivi decreti e dichiarazioni di
vincolo.
Infrastrutture e impianti a servizio dell’agricoltura
119
4. INFRASTRUTTURE E IMPIANTI A SERVIZIO DELL’AGRICOLTURA
La Carta del reticolo idrografico e delle infrastrutture e degli impianti a servizio dell’agricoltura (in
scala 1:10.000) riporta i seguenti tematismi:
Pozzi
Fiumi
Torrenti
Canali artificiali
Bacini d’acqua
Laghi artificiali
Fascia di rispetto di Fiumi e Torrenti
Aziende agricole con annessi e masserie
Autostrade
Strade asfaltate
Altre strade a fondo sterrato
Confine comunale
Confine dei Siti di Importanza Comunitaria
Confine Base Nato
l territorio comunale di Priolo presenta un reticolo idrografico caratterizzato da profondi valloni
(denominate cave) che incidono i versanti acclivi dei complesso montuoso calcareo dei Climiti.
Questi corsi d’acqua possiedono un regime idrico estremamente variabile nel corso delle stagioni sia
Infrastrutture e impianti a servizio dell’agricoltura
120
per la natura calcarea del substrato che per il carattere pluviometrico della zona che vede
concentrare le precipitazioni nel periodo autunnale e invernale.
Il corso del Fiume Anapo, che interessa il territorio comunale sono in minima parte, presenta un
regime di portate più costante e consente, oltre all’approvvigionamento a scopo irriguo (agrumeti e
colture ortive, anche di alimentare i due grandi bacini idroelettrici di proprietà ENEL.
Il regime torrentizio degli altri corsi d’acqua invece non consente l’approvvigionamento idrico a
scopo irriguo. Si è reso necessario, perciò, effettuare nel tempo la perforazione di numerosi pozzi
che consentissero lo sviluppo di una agricoltura specializzata, che tuttavia ormai non risulta più
particolarmente sviluppata nel territorio comunale.
I pozzi noti sono circa una novantina in tutto il territorio comunale, ma sono concentrati soprattutto
tra il Torrente Canniolo e l’abitato di Priolo. Le aziende che praticano l’irrigazione sono concentrate
principalmente nella Valle dell’Anapo, dove sono localizzati gli agrumeti.
Relativamente alle infrastrutture, la carta riporta il reticolo viario suddiviso in autostrade, strade
asfaltate e strade a fondo sterrato. L’asse autostradale consente un collegamento agevole del
territorio comunale con Catania e Siracusa. Un altro importante asse viario è rappresentato dalla
Strada Statale ex 114 che assieme alla Strada Provinciale n. 55 Siracusa-Priolo mette in collegamento
il capoluogo con l’ampio tessuto industriale localizzato nella fascia costiera. Nelle aree interne, il
tessuto viario è assai più frammentato e problematico, se si eccettua la Strada Provinciale 76
Sortino/Melilli-Floridia e che attraversa l’Altopiano dei Monti Climiti sul settore più occidentale.
Anche sull’altopiano la viabilità interna risulta assai poco sviluppata essendo quasi esclusivamente di
tipo poderale e a fondo sterrato.
Rapporti tra previsioni urbanistiche e agroecosistemi
121
5. RAPPORTI TRA PREVISIONI URBANISTICHE E AGROECOSISTEMI
La Carta delle aree di espansione interessate da sistemi agro-silvo-pastorali (scala 1:10.000)
rappresenta la sintesi del processo di analisi del rapporto tra le previsioni urbanistiche del nuovo
piano regolatore e le risorse agricole e ambientali del territorio comunale.
In questa carta sono riportati i seguenti tematismi:
Zone C normate con piani di lottizzazione convenzionata
Uso del suolo interno alle Zone C
Colture di pregio presenti sul territorio comunale
Habitat di interesse comunitario (ai sensi della Direttiva 92/43/CEE)
Le perimetrazione delle Zone C normate con piani di lottizzazione convenzionata deriva dalla Tavola
P2 “Schema di Piano” in scala 1:5.000 e comprende tre aree distinte su cui sono previsti interventi di
edificazione residenziale.
All’interno di queste aree 3 aree, tutte poste ai margini dell’abitato di Priolo e della dimensione
complessiva di circa 50 ettari, sono riscontrabili le seguenti tipologie di uso del suolo.
Cod. CLC LEGENDA Sup. (Ha)
1111 Zone residenziali a tessuto continuo (Priolo Gargallo - Centro urbano) 3,80
1121 Case sparse 5,81
1122 Borghi e villagi 0,16
12223 Altre strade asfaltate 0,49
12224 Altre strade a sfondo sterrato 1,81
12225 Stazioni di servizio - piazzole - imposti 0,04
142 Aree ricreative e sportive 0,00
21122 Seminativi arborati 0,64
2226 Agrumeti 0,38
Rapporti tra previsioni urbanistiche e agroecosistemi
122
223 Oliveti 14,64
242 Sistemi colturali e particellari complessi 3,69
249 Incolti o terreni a riposo 18,04
3121 Boschi di pini mediterranei e cipressi 0,21
3211 Praterie aride calcaree 0,74
Totale
50,45
Le due tipologie prevalenti risultano gli incolti e gli oliveti, rispettivamente con circa 15 e 18 ettari.
Relativamente agli oliveti, che rappresentano l’unica coltura presente in modo significativo
all’interno le Zone C, le superfici interessate dalla previsione di trasformazione rappresentano circa il
4% del totale degli oliveti presenti sul territorio comunale.
La Zona C di via Pindemonte è interessata, per una piccola parte (circa 0,74 ettari), dalla presenza di
praterie aride calcaree, riferibili potenzialmente all’habitat 6220* Percorsi substeppici di graminacee
e piante annue dei Thero-Brachypodietea.
5.1 ELEMENTI DI CRITICITÀ CON IL P.E.A.R.S.
Il Piano Energetico Ambientale Regionale Siciliano (P.E.A.R.S), approvato con Del. della Giunta
Regionale n. 1 del 3 febbraio 2009, è finalizzato aI promuovere una diversificazione delle fonti
energetiche, in particolare nel comparto elettrico attraverso la produzione decentrata e la
"decarboninazione"; intende inoltre promuovere l'innovazione tecnologica con l'introduzione di
tecnologie più pulite (B.A.T. - Best Avaliable Tecnologies) nelle industrie ad elevata intensità
energetica, supportandone la diffusione nelle P.M.I.
L'autorizzazione per la realizzazione di impianti di energia da fonte rinnovabile su terreni agricoli non
può essere rilasciata ove essi non siano dichiarati dalla Amministrazione compatibili con la
valorizzazione delle produzioni agroalimentari locali e la tutela della biodiversità e del patrimonio
culturale e del paesaggio turale. La realizzazione in zona agricola di impianti di produzione di energia
da fonte rinnovabile solare, fotovoltaica e termodinamica è consentita a condizione che venga
realizzata, al loro confine, una fascia arborea di protezione e separazione, della larghezza di almeno
Rapporti tra previsioni urbanistiche e agroecosistemi
123
metri 10, costituita da vegetazione autoctona e/o storicizzata, compatibile con la piena funzionalità
degli impianti.
Nell’ambito di presente studio, al fine di fornire un strumento utile in fase di rilascio delle
autorizzazioni per la realizzazione di impianti di energia da fonte rinnovabile su terreni agricoli, si
riporta all’interno della Carta delle aree di espansione interessate da sistemi agro-silvo-pastorali
(scala 1:10.000) sia il confini delle colture agricole considerate di pregio, che gli habitat di interesse
comunitario ai sensi della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE.
Per quanto attiene alle colture, sono considerare di pregio1:
Colture orto-floro-vivaistiche
Mandorleti
Agrumeti
Carrubeti
Oliveti
Prati-pascoli
Sistemi colturali e particellari complessi
Per quanto riguarda gli habitat di interesse comunitario, ai fini del rilascio delle autorizzazioni di
particolare importanza risultano i seguenti habitat relativi ad ambiti aperti:
5420 - Frigane a Sarcopoterium spinosum
6220*- Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
1 Si veda Cap. 1 per una descrizione dettagliata delle tipologie
Rapporti tra previsioni urbanistiche e agroecosistemi
124
In particolare l’habitat 6220* è considerato prioritario e risulta particolarmente diffuso all’interno
delle praterie aride mediterranee localizzate sia all’interno del SIC “Monte Climiti” che su ampi
settori della fascia pedecollinare che dai Monti Climiti degrada verso il mare.
Questi ambienti risultano importantissimi a livello floristico e faunistico perché estremamente ricchi
di specie, molte delle quali minacciate a scala continentale.
Bibliografia
125
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