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Un consorzio e tante sfide Veneto più sicuro: c’è tanto da fare Pedemontana i cantieri avanzano Il contratto del Piave L’idrovora di Portesine PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL CONSORZIO PIAVE Anno 1 - numero 1

Acqua di valore

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Periodico del Consorzio Piave

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Un consorzioe tante sfide

Veneto più sicuro: c’è tanto da fare

Pedemontanai cantieri avanzano

Il contratto del Piave

L’idrovora di Portesine

PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL CONSORZIO PIAVE

Anno 1 - numero 1

Orario di apertura ufficidalle ore 8.30 alle ore 13.00escluso il sabato.Il pomeriggio su appuntamento.

Sede: Via Santa Maria in Colle, 2 Montebelluna

Unità periferica:Via Belluno,2 Oderzo

Unità periferica:Via S. Nicolò Treviso

Contatti: tel. 0423.2917

fax 0423.601446

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Acqua di valorePeriodico di informazione del Consorzio Piave

EditoreConsorzio di Bonifica Piave 31044 MontebellunaVia Santa Maria in Colle,2

Presidente Giuseppe RomanoDirettore ResponsabileDanilo Guerretta

Redazione:Tiziana Favero, Luigino Pretto, Paolo Battagion, Dametto Giuseppina, Antonio Zannin

Il Consiglio di AmministrazioneGiuseppe Romano PresidenteSilvio Barbon Vice PresidenteMario Merlo ComponenteLorenzo Bandiera ComponenteMauro Dal Zilio Rappresentante Assembleadei SindaciPietro Furlan Revisore dei Conti

Autorizzazione del Tribunale di Treviso n. 211/2013 reg.stampa del 2/10/2013

FotoProprietà Consorzio PiaveLa riproduzione delle immagini e dei testi è autorizzata solo citando la fonte

FSC® MISTO è una garanzia che la cellulosa contenuta nella carta impiegata, proviene da foreste correttamente gestite e certificate.

In copertinadisegno tratto da “Dissegno generaledi tutta la Brentella” di Angelo Prati, 1776

Il “dissegno”, commissionato dall’Ufficio alle Acque del Comune di Treviso al pubblico perito Angelo Prati, raccoglie un insieme di 57 mappe del territorio in-teressato al corso del canale Brentella delle sue diramazioni. Come scrive esattamente il Serena ( ), il rilievo doveva servire a rappresentare le 57 ville della Trevigiana alle quali il canale doveva dar acqua e che nelle condizioni pietose in cui si trovava non riusciva a dare.L’opera fu realizzata in-teramente dal Prati nel 1763. Alcuni aggiornamenti furono compilati dal figlio dell’autore, Antonio. Nel 1823 furono unite due carte sciolte ad opera del Pubblico Perito Andrea Zambon.Il registro, rilegato in pelle con borchie ed angoli in ottone ed incisioni in oro, è custodito dal Consorzio di bonifica Piave, e rappresenta l’opera più importante dell’archivio.

2 ACQUA DI VALORE COLOPHON

I report degli ultimi mesi raccontano di un territorio messo a dura prova da un’ondata eccezionale di maltempo. In sofferenza il sistema urbano, l’impresa, ma soprattutto l’agricoltura: come nel novembre di quattro anni fa, la nostra gente è stata chiamata ad un nuovo sforzo per fronteggiare l’emergenza. Una circostanza che ha visto impegnato in prima linea anche il personale del Consorzio, ventiquattr’ore su ventiquattro, nei punti chiave della provincia. E proprio dalle colonne del “Gior-nalino”, che torna nelle nostre case e uffici con una veste grafica e contenuti rinnovati, vi raccontiamo il nostro impegno nell’ar-

co di queste difficili giornate. Con le 28 idrovore consorziali in funzione a pieno regime nella zona sudorientale della Marca, da Roncade a Oderzo a Motta di Livenza, è stato possibile scongiu-rare la sommersione totale del suolo. In cinque giorni si sono concentrate circa un terzo delle precipitazioni che usualmente si registrano nell’arco di un intero anno. Nonostante l’eccezionalità del fenomeno si è evitato il peggio: gli allagamenti hanno riguardato aree per lo più agricole, conte-nuti o assenti i disagi in aree urbane in particolare nei centri più importanti come Motta di Livenza, Gorgo al Monticano, Oderzo,

IL PIAVE SI RACCONTA

3EDITORIALE

Roncade, Meolo, Monastier. Buona parte delle emergenze sono state causate dalla risalita dell’acqua dalle falde; l’assorbimento del terreno è diventato nullo e la conseguenza è stata l’allaga-mento delle zone più depresse. Nell’alta pianura, compresa tra Castelfranco, Montebelluna e Treviso, il riempimento controllato delle dieci casse d’espansione oggi attive ha impedito la traci-mazione dei corsi d’acqua più insidiosi come il Brenton e l’Ave-nale. La sola ex-cava di Riese, inaugurata nel 2012, per la prima volta è giunta quasi a completo riempimento; anche la cassa d’e-spansione di via Grotta a Castelfranco, ultimata da tre mesi, si è riempita quasi del tutto, contribuendo in modo determinante a contenere i disagi nell’area a sud di Castelfranco. La sorveglianza continua degli operatori consorziali ha permesso di effettuare il riempimento e lo svuotamento del riempimento delle casse in funzione dell’evolvere dell’intensità di precipitazione. I bacini di laminazione costituiscono l’unica via percorribile per controllare il territorio dell’alta e media pianura, fortemente impermeabiliz-zato e spesso privo di scoli sufficienti a garantire lo smaltimento degli apporti meteorici, specie nelle condizioni di terreni fradici e ripetuti episodi a breve distanza uno dall’altro. L’impegno del Consorzio pertanto continua in questa direzione. A breve prenderanno il via i lavori di costruzione di due ulte-riori casse di espansione lungo il Rio Dosson a Preganziol, dove si sono verificati gli allagamenti nelle zone già interessate dagli stessi fenomeni. Sono inoltre in corso i lavori di costruzione della cassa d’espansione di Sernaglia della Battaglia lungo il torrente Patean. In area a sollevamento meccanico tra Fontanelle e Lu-trano si procederà a breve all’affidamento dei lavori nel bacino Dolza-Trattor, che prevedono tra l’altro il potenziamento dell’i-drovora e il recupero di un invaso da destinarsi alla laminazione delle piene. Con il nostro ritrovato Giornalino, passo dopo passo, vi racconte-remo il nostro lavoro per migliorare il territorio.Perché il Consorzio è di tutti, non solo di quelli che ci lavorano o

di chi utilizza l’acqua in grandi quantità per irrigare i campi o ap-provvigionare gli allevamenti. Perché il Consorzio non si occupa solo di irrigazione. Bonifica significa infatti gestione e manutenzione delle reti idrauliche minori ma anche opere di difesa idraulica contro al-lagamenti ed alluvioni.Il nostro territorio ha conosciuto nei decenni scorsi una cemen-tificazione selvaggia. Poco o nulla si è fatto per affiancare lo svi-luppo urbanistico dei centri a corrette politiche di salvaguardia idraulica degli stessi. A volte basta un semplice acquazzone per far finire sott’acqua i nostri paesi. Altre volte i danni sono stati maggiori come l’allu-vione del novembre di quattro anni fa, o quella dei mesi scorsi. Crescita e sviluppo del territorio significa anche ripensare le po-litiche abitative e costruttive ed i consorzi sono uno degli attori di questa rinascita. “Acqua di valore” vuole essere uno strumen-to per raccontare questa rinascita i cui protagonisti sono tutti: amministratori, tecnici, associazioni e cittadini. Ecco perché è importante ridurre le distanze tra i vari soggetti. La legge che ha riformato i consorzi prevede una massiccia partecipazione dei sindaci alle attività consortili. L’Assemblea è composta dai consorziati eletti ma anche da tre primi cittadini (uno dei quali è presente in consiglio di amministrazione). Anche questo è stato fondamentale per instaurare un nuovo rapporto con i cittadini, di cui i sindaci sono rappresentanti. I sindaci hanno compreso il ruolo fondamentale che il Consorzio ha per progettare e gestire questo “nuovo” sviluppo del territo-rio, e sempre di più chiedono la collaborazione per interventi in situazioni critiche o perché sollecitati, come tramite, dai propri concittadini. Sono numerose le iniziative di coinvolgimento di scuole e as-sociazioni varie e molte le presentazioni pubbliche della nostra attività, anche questa rivista, realizzata con costi ridotti, vuole essere un contributo per ridurre la distanza dai cittadini, il tutto all’insegna della professionalità e della trasparenza.

Bonifica significa gestione e manutenzione delle reti idrauliche minori ma anche opere di difesa idraulica contro allagamenti ed alluvioni.

4 ACQUA DI VALORE EDITORIALE

INTERVISTA A GIUSEPPE ROMANO, PRESIDENTE DEL CONSORZIO PIAVE

UN CONSORZIOE TANTE SFIDE

Un comprensorio che comprende 93 comuni e che si estende dalla Pedemon-tana alla bassa pianura trevigiana. Dieci milioni di risorse proprie investiti in ma-nutenzione straordinaria (canalette, fra-ne e pulizia di fossi e canali) e la doppia sfida di rendere la Marca più sicura da fra-ne e allagamenti e razionalizzare l’acqua del Piave utilizzata per irrigare i campi. Giuseppe Romano guida dal 2010 il Pia-ve, uno dei più importanti consorzi del Veneto. Dal 2011 è anche a capo dell’U-nione Veneta Bonifiche, la realtà che rag-gruppa tutti i consorzi della Regione.

Parole come fusione e spending re-view sono ora all’ordine del giorno. Voi avete anticipato tutti fondendo tre consorzi (Brentella, Destra e Si-nistra Piave) in uno. Sono stati mag-giori i benefici o i problemi?Non è stato semplice e non nascondo che abbiamo avuto diversi problemi a mettere assieme tre realtà così diverse, ma i benefici sono stati superiori alle cri-ticità. Il mio timore più grande era che un unico Consorzio provocasse una sorta di “centralizzazione” e così ci trovassimo nell’impossibilità di essere presenti in

modo efficace sul territorio: basti pen-sare che solo l’attività irrigua strutturata interessa 48 mila ettari in destra Piave e circa 8.500 in sinistra Piave, si aggiunga l’irrigazione di soccorso che interessa ol-tre 5.000 ettari in area bonifica e un mi-gliaio di ettari in area irrigua. Ma ce l’ab-biamo fatta, seppur con notevoli sforzi e impegno. Uno dei risultati più importanti è stato l’approvazione dei Regolamen-ti Irrigui, di bonifica e delle concessioni precarie: mettere insieme tre tipologie di regolamenti diversi è stato importan-te perché abbiamo garantito uniformità

“Le risorse per la sicurezza del

territorio ci sono, basta poterle usare.

Un euro investito oggi significa cinque

euro risparmiati domani”.

L’INTERVISTA 5

nelle prescrizioni tecniche a utenti e professionisti per gli inter-venti fatti da privato e pubblico sul territorio e sulle nostre opere: una chiarezza che era necessaria soprattutto al fine di garantire la sicurezza idraulica del territorio.

Come è stata riorganizzata l’attività del Piave?Abbiamo individuato due aree operative: quella irrigua, sopra la fascia delle risorgive in destra del fiume Piave e quella di boni-fica, interessante il territorio in sinistra Piave e quella tra il Pia-ve e Sile a sud della linea delle risorgive. La sede centrale è a Montebelluna, essendo anche la struttura più ampia in grado di accogliere i lavoratori, abbiamo mantenuto le due unità perife-riche di Oderzo e Treviso. Qui oltre al front office che garantisce ogni giorno l’apertura al pubblico, c’è il settore Manutenzione per l’area della bonifica e a Treviso il settore Catasto. In tutta la provincia, siamo poi coperti con i nostri cantieri dove operano gli operai della Squadra Lavori sempre presenti sul territorio. Abbiamo anche provveduto ad assumere guardiani di zona per l’area di bonifica che ne era sguarnita. Ho citato solo alcuni degli

aspetti che abbiamo realizzato garantendo maggiori risparmi, mettendo insieme sinergie importanti e proprio per questo mi auguro che altre realtà seguano questa strada.

Quali sono i compiti e le funzioni di un Consorzio?Sono molteplici e differenti tra loro. La bonifica e l’irrigazione innanzi tutto. Poi la difesa del suolo, Importante anche il ruolo in materia ambientale: tutela della qualità delle acque e gestione dei corpi idrici, promozione e realizzazione di corridoi ecologici legati alla rete idraulica superficiale. La partecipazione alla reda-zione dei piani di gestione della rete ecologica dei siti di interes-se comunitario ed infine il coordinamento dei propri consorziati per lo sviluppo e la realizzazione di iniziative agroambientali.

La provincia di Treviso è una terra sicura dal punto di vi-sta idrogeologico? Un territorio completamente sicuro è difficilmente immaginabi-le. Ma una maggiore sicurezza è un diritto di tutti i cittadini. Non si può parlare di sicurezza idraulica dimenticando gli interventi

6 ACQUA DI VALORE L’INTERVISTA

sulla rete idraulica minore, che costituisce ben l’85% dell’idrogra-fia di pianura e collina. Le grandi opere sono importanti ma da sole non bastano. Per questo è necessario fare molta prevenzio-ne. Per troppi anni abbiamo sviluppato la nostra provincia esclu-sivamente dal punto di vista economico e produttivo a discapito del territorio e della sua sicurezza. Ora è arrivato il momento di pensare a opere per la prevenzione del rischio idraulico e di an-teporle a strade e urbanizzazioni, sia civili che industriali. Ogni euro che oggi investiamo in prevenzione sono cinque euro ri-sparmiati nel futuro.

Le risorse che Stato e Regione assegnano alla messa in sicurezza del territorio bastano?Assolutamente no. Ma la cosa più importante sarebbe poter spendere quelle che ci sono. Molto si potrebbe fare se queste risorse fossero escluse dal patto di stabilità. Negli ultimi anni, per effetto di questo vincolo, i tempi di pagamento sulle opere re-alizzate in concessione dalla Regione hanno generato notevoli difficoltà finanziarie anche ai consorzi, che anticipano i paga-menti alle imprese. Inoltre si registra il quasi totale azzeramento dei capitoli di spesa il che comporta l’impossibilità di realizzare anche una minima parte dei tanti progetti realizzati per mettere in sicurezza il territorio.

Più volte lei ha lanciato un appello ai sindaci per la puli-zia di fossi e canali, per evitare che un semplice acquaz-zone possa causare allagamenti. Che risposte ha avuto?Anche su questo aspetto è importantissima la quotidiana colla-borazione con i comuni ma anche con gli stessi professionisti. Attraverso prescrizioni su pareri e autorizzazioni ma soprattutto attraverso il contributo che viene dato per la stesura, per esem-pio, dei Piani Comunali delle acque, attraverso anche gli innume-revoli incontri pubblici che abbiamo organizzato o dove siamo stati chiamati ad intervenire dai comuni stessi. Sicuramente, su ciò ha fatto chiarezza ed è stata importantissima l’approvazione dei Regolamenti consorziali.

L’acqua del Piave è diventata sempre più preziosa (so-prattutto nei periodi di siccità) ed è anche motivo di “con-tesa” tra comuni montani e rivieraschi. Chi ha piu’ ragio-ne o diritto di reclamarla?È giunto il tempo che tutti facciano un passo indietro per poter fare un grande passo in avanti ed avere una visione ampia e lun-gimirante, non rinchiusa in logiche localistiche o di interesse di pochi. Nel concreto dico che è arrivato il momento di confron-tarci con tutti e realizzare il “contratto di fiume”, si tratta di uno strumento di programmazione negoziata con processi di piani-ficazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali; un percorso di copianificazione in cui la metodologia e il percorso stesso sono condivisi in itinere con tutti gli attori. Ciò permetterebbe di realizzare degli scenari di sviluppo dure-vole dei bacini elaborati in modo partecipato, affinché siano am-

È giunto il tempo che tutti facciano un passo indietro per poter fare un grande passo in avanti ed avere una visione ampia e lungimirante, non rinchiusa in logiche localistiche o di interesse di pochi.

L’INTERVISTA 7

piamente condivisi e quindi dare risposte. Non dimentichiamo però che il Consorzio nel suo piccolo perse-gue tenacemente la politica del risparmio dell’acqua: attraverso la realizzazione di nuovi impianti pluvirrigui che riducono il con-sumo d’acqua anche della metà e attraverso il recupero delle cave di alta pianura (a Treviso ce ne sono tante) per riempirle d’acqua quando c’è n’è molta e così riutilizzarla quando manca.

Sfruttare il Piave e farlo diventare ancora di più una fonte di energia pulita e rinnovabile è possibile?In realtà dovremmo sfruttare maggiormente le opportunità of-ferte dai canali e dalle condotte che già abbiamo nel nostro ter-ritorio che sono parecchie, magari non di grandi dimensioni ma ugualmente utilizzabili. Ciò per noi è fondamentale, anche perché oltre a utilizzare ener-gia pulita e rinnovabile (tra l’altro priorità programmatica del mio mandato), il risparmio ottenuto dallo sfruttamento delle condotte esistenti potrebbe essere reinvestito in opere di sicu-rezza idraulica.

Quali sono le “sfide” che il Consorzio dovrà vincere in fu-turo?Sono tante e tutte importanti. Dalla sicurezza idraulica alla cer-tezza di avere l’acqua nelle nostre campagne e città. I mutamen-ti climatici, del resto, stanno dettando l’agenda a tutti. Altra sfida fondamentale rimane quella della chiarezza nel rapporto con gli utenti, in un patto che chiarisca le competenze. Spesso, tra enti, non c’è certezza o chiarezza su “chi” deve fare e “che cosa” deb-ba essere fatto. Questo si ripercuote con gravi disagi, disservizi e danni sicuramente nei confronti dei cittadini, ma soprattutto del territorio e ciò è sotto gli occhi di tutti.

8 ACQUA DI VALORE L’INTERVISTA

INTERVENTO DI LUCA ZAIA, PRESIDENTE DELLA REGIONE DEL VENETO

VENETO PIÙ SICURO: C’È TANTO DA FARE

Abbiamo fatto tanto, ma il lavoro da fare per mettere definitivamente in sicurez-za il nostro territorio daI punto di vista idrogeologico è ancora molto. Si tratta di una assoluta priorità per questa am-ministrazione regionale, un punto di ri-ferimento costante della nostra azione di governo. In questi tre anni abbiamo finanziato opere ed interventi per circa 392 milioni di euro. Per quel che riguarda la provincia di Tre-viso sono stati stanziati 11 milioni di euro. È una cifra importante, ma il tema è di primaria importanza per i cittadini. Per questo il nostro impegno non finisce qui, ma abbiamo trasferito anche circa 73 mi-lioni di euro ai Comuni della Marca per poter svolgere e finanziare lavori di pri-maria importanza. Dopo la grande alluvione del 2010 che ha lacerato il Veneto, l’arrivo della piog-gia crea preoccupazione ogni qualvolta le previsioni meteo annunciano possibili piogge intense. Quelli dei cittadini e de-gli amministratori sono timori legittimi perché la concentrazione delle precipita-zioni nel tempo e nei luoghi, verificatasi specialmente negli ultimi anni, eviden-zia l’insufficienza del sistema di difesa idraulica del territorio regionale di fronte a possibili eventi estremi. In soli 3 anni sono stati realizzati 925 interventi pun-

tuali da parte di 365 imprese in 233 co-muni del Veneto e 44 sono in provincia di Treviso. Siamo in procinto di realizzare bacini di laminazione capaci di contene-re 33 milioni di metri cubi d’acqua su 810 ettari per una spesa di 131 milioni di euro e ne sono in programma altri per 27 mi-lioni di metri cubi. Sono queste le cifre che delineano il qua-

In tre anni stanziati 11 milioni solo

nella Marca. Per avere un territorio

sicuro bisogna dire basta alla

cementificazione selvaggia.

dro delle cose fatte, ma anche di quelle, tante e costose, che ancora restano da fare per garantire al massimo livello la si-curezza del territorio. Oggi il Veneto è più sicuro di tre anni fa, quando gli allagamenti furono la con-seguenza di slittamenti o di cedimenti arginali, ma per essere sicuri al massimo grado occorrerebbe attuare il piano re-

Il Piave visto da Vidor

9L’INTERVENTO

datto in quella drammatica occasione dal prof. Luigi d’Alpaos, che individua tutti gli interventi che servono in una regione dove nei precedenti 80 anni non si era realizzata nessuna nuova opera di difesa. Il quadro di spesa complessiva ammonta a 2 miliardi 731 mila euro, meno gli interventi già realizzati; lo Stato deve intervenire: meno asfalto, più difesa del suolo. La sicurezza idraulica e idro-geologica deve essere una priorità nazionale. Per di più in un territorio come quello trevigiano, dove senza ombra di dubbio il Piave rappresenta un’emergenza e la sua fuoriuscita potrebbe provocare danni ingenti in tutte le zone circostanti. Per questo la messe in sicurezza delle zone adiacenti al letto del fiume è un assoluta priorità.In un contesto come quello descritto, il Consorzio di Bonifica Piave è il braccio operativo della Regione sul territorio e grazie al lavoro del presidente Giuseppe Romano e di tutti i tecnici sono stati raggiunti risultati straordinari. A loro va il mio grazie per l’impegno e per la professionalità che mettono nel loro operato quotidiano. E questo houseorgan oltre che a raccontare l’attività del Con-

La Regione continuerà il suo impegno su questa strada, consapevole come lo dimostrano i numeri e i fatti, che la sicurezza idrogeologica del territorio è un aspetto imprescindibile per i cittadini e per il futuro del Veneto e dei veneti, sapendo di poter contare su un ente virtuoso, competente ed efficiente come il Consorzio di Bonifica Piave.

sorzio di bonifica può rappresentare un ottimo strumento per aumentare la trasparenza dei nostri enti e spiegare il cittadino quello che facciamo in modo chiaro ed esaustivo. Sono certo che le pagine di questa pubblicazione potranno sensibilizzare ed informare al cittadino su un aspetto che lo riguarda da vicino come la sicurezza idraulica. Per mettere in sicurezza il territorio, però, non bastano bacini di laminazione, rafforzamento degli argini e interventi di supporto ma la sfida è quella di tutelare e proteggere il territorio e questo può avvenire mettendo fine alla cementificazione selvaggia. Ed infatti a breve faremo una legge su questo tema per dare un segnale importante e consegnare alle generazioni future un territorio non dominato dal cemento, ma dove ci siano spazi verdi. Oggi con molti capannoni abban-donati e molte case sfitte è fondamentale puntare sulla ristruttu-razione e sulle lavorazioni possibili sull’esistente. La Regione continuerà il suo impegno su questa strada consa-pevole, come lo dimostrano i numeri e i fatti, che la sicurezza idrogeologica del territorio è un aspetto imprescindibile per i cittadini e per il futuro del Veneto e dei veneti sapendo di poter contare su ente virtuoso, competente ed efficiente come il Con-sorzio di Bonifica Piave.

Fase di lavorazione per la centralina di Volpago

10 ACQUA DI VALORE L’INTERVENTO

PEDEMONTANA I CANTIERI AVANZANO

Pedemontana avanti tutta. Il Tar del Lazio ha respinto lo scorso 16 gennaio il doppio ricorso presentato dall’associazione “Parco Rurale delle Rogge” e da un gruppo for-mato da una quarantina di cittadini. Ora la più importante opera viaria della pro-vincia di Treviso può proseguire l’iter che prevede il taglio del nastro entro il 2017.La Superstrada congiungerà l’autostra-da A4 da Montecchio, poco a ovest di Vicenza, con l’autostrada A27, poco a sud di Spresiano. La lunghezza totale del tratto è di quasi novantacinque chilometri equamente divisi tra le province di Treviso e Vicenza. La maggior parte del tracciato (circa cinquanta chilometri) si sviluppa in trincea, la rimanenza in rilevato e per una parte minore in galleria. Oltre all’asse principale verranno realizzati ulteriori 53 chilometri di viabilità complementare e di adduzione ai caselli.La sezione tipo è costituita da una doppia carreggiata con due corsie da 3,75 metri oltre ad una banchina da 2,50 metri. Il sedime in cui troverà sede la superstrada ricade quasi totalmente in area agricola e verrà espropriato secondo le procedure di legge. L’impatto sull’agricoltura e sui proprie-tari interessati direttamente dall’opera è sicuramente molto pesante. A questo si aggiunge un impatto decisamente pe-sante anche sull’attività del Consorzio Pia-

ve, che comprende al suo interno l’intero tratto Superstrada in provincia di Treviso, più precisamente nei comuni di Altivole, Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Giavera del Montello, Loria, Montebelluna, Povegliano, Riese Pio X, San Zenone degli Ezzelini, Spresiano, Trevignano, Vedelago, Villorba, Volpago del Montello.Attraversando il territorio dell’alta pianura in senso trasversale, est-ovest, la Pedemo-natana interseca trasversalmente tutte le

reti irrigue e di scolo in gestione al Con-sorzio, che si sviluppano per loro natura nel senso nord-sud. Nel corso degli ultimi mesi sono infatti state analizzate e pro-gettate, congiuntamente ai tecnici della Superstrada, quasi quattrocento interse-zioni con reti a pelo libero o in pressione in gestione al Consorzio, come tubazioni a pressione (fino a diametri di 120 centi-metri), canali irrigui (dal canale Brentella, al canale di Ponente alle loro diramazioni), torrenti di scolo (Muson, Avenale, Brenton Giavera ed altri).Da quando i lavori interesseranno la pro-vincia di Treviso (secondo gli addetti a ottobre 2014) e fino all’ultimazione dell’o-pera, i cantieri interferiranno in modo pe-sante con l’esercizio della rete consorziale, con l’attività irrigua e con l’utenza stessa. Data l’importanza che l’opera avrà per il futuro sull’assetto territoriale e sull’attività del Consorzio, la struttura tecnica consor-ziale sarà chiamata a fare ogni possibile sforzo al fine di limitare i disagi conse-guenti ai lavori e a verificare la corretta esecuzione delle opere idrauliche e delle modifiche alle reti irrigue che si renderan-no via via necessarie.

Ing. Paolo Battagion

Quattro i ricorsi fin’ora vinti davanti

a Tar e Consiglio di Stato. A ottobre

cantieri in provincia di Treviso.

Importante l’impatto sulle reti

idriche e sulle opere del Consorzio.

11GRANDI OPERE

È stato un mandato ricco di interventi

con la realizzazione e la consegna dei

lavori di alcune casse di espansione.

Sul fronte irrigazione si è fatto un

passo in avanti per nuovi impianti

pluvirrigui.

BONIFICA E IRRIGAZIONE.GLI INTERVENTI DEL PIAVE

I NUMERI DEL CONSORZIO PIAVEDalle Prealpi alla Laguna. Dalle aree col-linari dell’Asolano al Quartier del Piave. Centonovanduemila ettari percorsi da Sile, Muson, Monticano e Livenza e di-visi in due dal Piave, per tutti più sem-plicemente “il fiume”. Eccoli i numeri del Consorzio Piave. Nato dalla fusione dei tre precedenti consorzi, si estende su 93 comuni (novanta in provincia di Treviso e tre in quella di Venezia).La morfologia del territorio comprende tutti i tratti tipici della pianura veneta: dalle aree più depresse a sud, apparte-nenti al classico paesaggio della bonifica, a quelle centrali e più prossime alla linea delle risorgive, ricche di acque superficia-li e di terreni di media tessitura, fino all’al-ta pianura, tipicamente contraddistinta da terreni ghiaiosi a media ed elevata pendenza, contornata a nord dalle colli-ne e dai primi rilievi delle prealpi.Ad ampie distese ancora prevalente-

mente agricole dell’area più meridio-nale, contornate da medi o grandi corsi d’acqua spesso arginati, si sostituiscono gradualmente verso nord territori via via più densamente urbanizzati, all’interno dei quali la rete idrica di dimensioni più ridotte è legata storicamente alla costru-zione delle grandi derivazioni dal fiume Piave.Il Consorzio svolge due grandi compi-ti istituzionali, delineati dalla normativa istitutiva che risale ancora al R.D. 211 del 1933 e ripresi dal recente riordino regio-nale in tema di bonifica di cui alla L.R. 12 del 2009: la bonifica e l’irrigazione.

LA BONIFICALa bonifica, termine spesso frainteso o mal recepito, comprende l’attività di ge-stione e manutenzione delle reti idrau-liche minori che, nel territorio del Con-sorzio Piave, coincidono con l’intera rete di scolo al di fuori dei fiumi Piave, Sile,

12 ACQUA DI VALORE I NUMERI

Muson, Monticano e Livenza. Nelle aree poste lungo il margine sud del compren-sorio l’attività di bonifica è molto eviden-te: il sollevamento delle acque raccolte dai canali durante gli eventi meteorici attraverso 30 impianti idrovori verso i ri-cettori naturali quali Piave, Monticano, Li-venza e Sile, è indispensabile a garantire la sicurezza idraulica dei luoghi. La quota dell’acqua nei ricettori risulta infatti, spe-cie durante gli eventi di piena, più eleva-ta rispetto a quella delle campagne che attraversano, pertanto le acque meteori-che in esse raccolte devono essere estro-messe con l’ausilio di pompe idrovore.Nel 2012 è entrato in funzione il nuovo

Lavori bonifica Comune Anno ultimazione Importo

Potenziamento idrovora Dolza da 1,5 a 3 mc/s

Fontanellein fase di

approvazione¤ 130.000,00

Ammodernamento impianti idrovori Saccon di Lia, Fossa dei Negadi, Campomolino e Masotti

Fontanelle, Gorgo al Monticano,

Gaiarine, Oderzolavori in corso ¤ 500.000,00

Elettrificazione impianto idrovoro Fossa delle Vizze

Mansuè lavori in corso ¤ 360.000,00

Potenziamento idrovora S. Giovanni da 6 a 9 mc/s

Motta di Livenza 2013 ¤ 700.000,00

Potenziamento idrovora Paludei di Fratta da 3 a 4,5 mc/s

Oderzo 2013 ¤ 1.420.000,00

Tab. 1 - Elenco dei principali interventi di bonifica.

Sistemazione di sponda Torrente Codolo in comune di San Fior

13I NUMERI

portamento torrentizio, amplificato di recente sia dall’aumento della concentrazione dei fenomeni meteorici brevi e intensi, sia dalla progressiva estensione delle aree urbanizzate e della con-seguente impermeabilizzazione dei suoli, fattore che ha com-portato un netto ed evidente aumento degli afflussi meteorici alle reti idrauliche di scolo. In queste aree la bonifica assume i caratteri di difesa idraulica dei territori dalle piene che transitano lungo la rete di scolo e che sempre più frequentemente danno luogo a fenomeni di esondazione, pur brevi e di estensione limi-

impianto idrovoro Dolza in comune di Fontanelle, dotato di una pompa sommersa da 1,5 mc/s con scarico nel canale Borniola e predisposto per l’installazione di una seconda pompa da 1,5 mc/s.Nel 2013 sono stati ultimati i lavori di spostamento e potenzia-mento da 3 a 4,5 mc/s dell’idrovora Paludei in località Fratta di Oderzo.L’idrovora S. Giovanni in comune di Motta di Livenza è stata po-tenziata da 6 a 9 mc/s.Sono ormai conclusi anche gli interventi di ammodernamento delle idrovore Fossa dei Negadi (comune di Gorgo al Monticano) Saccon di Lia (comune Fontanelle), Masotti (Oderzo), Campo-molino (Gaiarine), e gli interventi di elettrificazione dell’impianto idrovoro Fossa delle Vizze in comune di Mansuè, con contestua-le installazione di uno sgrigliatore automatico e un gruppo elet-trogeno fisso di emergenza.In tutto il comprensorio il Consorzio si occupa inoltre di mante-nere e regolare i corsi d’acqua di scolo, provvedendo a garantire la loro efficienza attraverso la pulizia delle sponde, svolta anche più volte l’anno e l’espurgo, normalmente con cadenza plurian-nuale. Sempre più necessari e frequenti stanno diventando gli interventi straordinari di ripresa frane lungo le strutture arginali o la realizzazione di difese di sponda in roccia o pali in legno affiancati, al fine di contenere l’azione erosiva della corrente.Oltre alle consuete manutenzioni ordinarie, per l’anno 2014 l’am-ministrazione consorziale ha stabilito di procedere con interven-ti di ripresa frane per l’importo di circa un milione di euro finan-ziati con fondi propri.Nella parte alta della pianura, i corsi d’acqua hanno un com-

La bonifica comprende l’attività di gestione e manutenzione delle reti idrauliche minori che, nel territorio del Consorzio Piave, coincidono con l’intera rete di scolo al di fuori dei fiumi Piave, Sile, Muson, Monticano e Livenza.

Impianto pluvirriguo

14 ACQUA DI VALORE I NUMERI

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NERVESA

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Fiume Piave

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NERVESASPRESIANO 2°

NERVESASPRESIANO

COMPLETAMENTO

ALBAREDOCOMPLETAMENTO

NAVISEGO SUMONTICANO

CALNOVABIDOGGIA

CALNOVAGRASSAGA

CRE'

S. GIOVANNIFOSSADA RE

FOSSABIUBA

FOSSA DEINEGADI

SGARDOLERI

PALUDEIDI GORGO

PALUDEIDI FRATTA

SACCONDI LIA

MANSUE'

S.BARTOLOMEO

PORTOBUFFOLE'

CAMPOMOLINO

ALBINA

SAMBILLINO

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PORTESINE

PALUDE -CASTELLO

S. ELENA

VECCHIAIDROVORA

PORTESINE

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OPERADI PRESADI FENER

OPERADI PRESANERVESAD.LA BATT.

OPERADI PRESA

CANALEEMANUELEFILIBERTO

TREVISO

Cisondi V.

Revine

Alano diPiave

Tombolo

RossanoVeneto

GallieraVeneta

CastelfrancoVeneto

Camposampietro

Loreggia

PiombinoDese

S.Martinodi Lupari

Vedelago

Resana

Castellodi Godego

Scorzè

MoglianoVeneto

Quinto diTreviso

Istrana

Martellago

Marcon

Morgano

Casier

Silea

Paese

Carbonera

Meolo

S.Dona'di Piave

S.Biagio diCallalta

Monastierdi Treviso

Noventadi Piave

Quartod'Altino

Roncade

Fossaltadi Piave

Zensondi Piave

Musiledi Piave

Rosa'

Cassola

Mussolente S.Zenone

Borso delGrappa

Crespanodel Grappa

Loria

Montebelluna

Fonte

Caerano diS.Marco

Cornuda

RiesePio X

Trevignano

Altivole

Asolo

Maser

Padernodel Grappa

CastelcuccoMonfumo

Crocetta delMontello

Possagno

Cavasodel Tomba

Pederobba

Vidor

Mosnigo

Conegliano

PonzanoVeneto

Villorba

Povegliano

Maseradasul Piave

Volpago delMontello Spresiano

Giavera delMontello

Arcade

Nervesa

S.Luciadi Piave

Susegana

Sernaglia

Oderzo

Bredadi Piave

Pontedi Piave

Salgareda

Cimadolmo S.Polodi Piave

Ormelle

Gorgo alMonticano

Mansue

MarenoVazzola

Fontanelle

Portobuffole

Codogne'

S.Stino diLivenza

Ceggia

Cessalto

Chiarano

Motta diLivenza

AnnoneVeneto

Meduna diLivenza

Valdobbiadene

QueroSegusino

Vas

Pieve delSoligo

VittorioVeneto

Farra diSoligo

Refrontolo

S.Pietrodi Feletto

Miane

Follina

Tarzo

S.Vendemiano

Gaiarine

S.Fiordi sopra

GodegaOrsago

ColleUmberto

Cordignano

CappellaMaggiore

Sarmede

Fregona

Trebaseleghe

Casalesil Sile

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LegendaPerimetro comprensorio

Comuni

Superstrada Pedemontana Veneta

Casse di espansione

!( progetto

!( in costruzione

!( realizzata

kj Centrali idroelettriche Consorziali

#0 Idrovore

"/ Stazioni di pompaggio

") Opere di presa

Condotte

Adduttrici

Settore

Canali

Enel

Emissario

Derivatore

Principale

Primario

Secondario

Aree soggette scolo meccanico

alternato

permanente

Aree irrigue

Strutturata reti in pressione

Strutturata reti pelo libero

Progetti di trasformazione irrigua

in corso

0 2 4 6 8 101Km

1 Lastego-Muson G. Civile2 Patean Consorzio3 Goppion Consorzio4 Case Zanatta Consorzio5 Salvatronda Consorzio6 Via Tuna Consorzio7 Monticano 1 G. Civile8 Monticano 2 G. Civile9 Monticano 3 G. Civile

10 Pra dei Gai Consorzio11 Monticano 4 G. Civile12 Monticano 5 G. Civile13 Monticano 6 G. Civile14 Serva Consorzio15 Valli Consorzio16 Ca' Mula Consorzio17 Poggiana Consorzio18 Borso G. Civile19 Viazza G. Civile20 Riese Consorzio21 Salvarosa Consorzio22 Liedolo Consorzio23 C. di Godego Consorzio24 Ru' Nero Consorzio25 Brenton Consorzio26 Perosina Consorzio27 Perosina Consorzio28 Capovilla Consorzio29 Crozzole Consorzio30 Merotto Consorzio31 Paludei 2 Consorzio32 Paludei 1 Consorzio33 Candellara Consorzio34 Giavera G. Civile35 Cervada G. Civile

DENOMINAZIONE CASSE ESPANSIONE

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Fiume Piave

MANDRE 1°

NERVESASPRESIANO 2°

NERVESASPRESIANO

COMPLETAMENTO

ALBAREDOCOMPLETAMENTO

NAVISEGO SUMONTICANO

CALNOVABIDOGGIA

CALNOVAGRASSAGA

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S. GIOVANNIFOSSADA RE

FOSSABIUBA

FOSSA DEINEGADI

SGARDOLERI

PALUDEIDI GORGO

PALUDEIDI FRATTA

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OPERADI PRESADI FENER

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Caerano diS.Marco

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Trevignano

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CastelcuccoMonfumo

Crocetta delMontello

Possagno

Cavasodel Tomba

Pederobba

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Villorba

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Volpago delMontello Spresiano

Giavera delMontello

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S.Luciadi Piave

Susegana

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Cimadolmo S.Polodi Piave

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Gorgo alMonticano

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Valdobbiadene

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Pieve delSoligo

VittorioVeneto

Farra diSoligo

Refrontolo

S.Pietrodi Feletto

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S.Vendemiano

Gaiarine

S.Fiordi sopra

GodegaOrsago

ColleUmberto

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CappellaMaggiore

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Trebaseleghe

Casalesil Sile

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35

LegendaPerimetro comprensorio

Comuni

Superstrada Pedemontana Veneta

Casse di espansione

!( progetto

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#0 Idrovore

"/ Stazioni di pompaggio

") Opere di presa

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Adduttrici

Settore

Canali

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Emissario

Derivatore

Principale

Primario

Secondario

Aree soggette scolo meccanico

alternato

permanente

Aree irrigue

Strutturata reti in pressione

Strutturata reti pelo libero

Progetti di trasformazione irrigua

in corso

0 2 4 6 8 101Km

1 Lastego-Muson G. Civile2 Patean Consorzio3 Goppion Consorzio4 Case Zanatta Consorzio5 Salvatronda Consorzio6 Via Tuna Consorzio7 Monticano 1 G. Civile8 Monticano 2 G. Civile9 Monticano 3 G. Civile

10 Pra dei Gai Consorzio11 Monticano 4 G. Civile12 Monticano 5 G. Civile13 Monticano 6 G. Civile14 Serva Consorzio15 Valli Consorzio16 Ca' Mula Consorzio17 Poggiana Consorzio18 Borso G. Civile19 Viazza G. Civile20 Riese Consorzio21 Salvarosa Consorzio22 Liedolo Consorzio23 C. di Godego Consorzio24 Ru' Nero Consorzio25 Brenton Consorzio26 Perosina Consorzio27 Perosina Consorzio28 Capovilla Consorzio29 Crozzole Consorzio30 Merotto Consorzio31 Paludei 2 Consorzio32 Paludei 1 Consorzio33 Candellara Consorzio34 Giavera G. Civile35 Cervada G. Civile

DENOMINAZIONE CASSE ESPANSIONE

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que casse di laminazione per un totale di oltre un milione di metri cubi dispo-nibili, l’ultima delle quali, per un invaso di mezzo milione di metri cubi, è stata inaugurata nel 2012 ed è stata ricavata dopo la bonifica e la sistemazione di una ex-cava/discarica in comune di Ri-ese Pio X.

LE CASSE DI ESPANSIONE.L’attività del settore progettazione nell’ambito delle casse di espansione è in continua evoluzione: • Nel 2012 è terminata la realizzazione

di un serbatoio da 1.000.000 mc utiliz-zando una cava di ghiaia dismessa in comune di Colle Umberto (cava Me-rotto).

• A novembre 2013 si è ultimata la cas-sa d’espansione di 50.000 metri cubi posta lungo un insidioso affluente del fiume Zero in località Salvarosa di Ca-stelfranco Veneto.

• Un’altra cassa d’espansione da 50.000 metri cubi, ora in fase di approvazione regionale, è prevista in località Salva-tronda di Castelfranco Veneto.

• Nello scorso dicembre 2013 sono stati consegnati i lavori per la realizzazio-ne di una nuova cassa di espansione da circa 60.000 metri cubi a Sernaglia della Battaglia, lungo il torrente Patean, ben noto per i disagi frequenti che ha causato.

• Entro i primi mesi del 2014 avranno ini-zio i lavori di sistemazione del Rio Dos-son in comune di Preganziol, Treviso, Zero Branco e Quinto, nell’ambito dei quali verranno realizzate alti due invasi di laminazione per un totale di 50.000 metri cubi.

• È in fase di screening regionale il pro-

Sopra:Cassa di espansione - Salvarosa

Tab. 2 - Elenco delle casse di espansione realizzate negli ultimi anni o in fase di approvazione/realizzazione.

Elenco casse laminazione

Comune Volume invaso Anno ultimazione Importo

Cava Riese Riese Pio X 500.000 mc 2012 ¤ 4.114.891,00

Cassa Salvarosa Castelfranco 50.000 mc 2013 ¤ 1.300.000,00

Cassa Salvatronda Castelfranco 50.000 mcin fase di

approvazione¤ 1.700.000,00

Cassa Sernaglia Sernaglia 60.000 mc lavori in corso ¤ 1.000.000,00

Cassa Dosson Preganziol 50.000 mc lavori in corso ¤ 2.100.000,00

Cassa CapovillaS. Zenone

degli Ezzellini12.000 mc 2014 ¤ 80.000,00

(in area comunale)

Cassa Trattor Fontanelle 15.000 mcin fase di

approvazione¤ 470.000,00

Cassa Prà dei GaiMansuè e

Portobuffolè16.000.000 mc

in fase di approvazione

¤ 39.000.000,00

tata, ma sempre dannosi per residenti e infrastrutture.Constatata l’insufficienza strutturale del-le reti esistenti, nate con dimensioni e scopi diversi e non adeguabili se non a costi proibitivi, il Consorzio ha studiato soluzioni più percorribili e meno costose: tra queste assumono particolare rilievo le casse di laminazione, ovvero volumi disponibili all’accumulo delle acque di piena, realizzati in fregio ai corsi d’acqua più significativi e in posizioni tali da as-sicurare una sorta di valvola di sfogo o vaso di espansione in caso di apporti meteorici consistenti, a difesa dei territori situati a valle. Nell’alta pianura trevigiana il Consorzio gestisce 10 casse di espansione, per una volume totale disponibile di quasi due milioni di metri cubi, realizzate e gestite dal Consorzio, con fondi proprie o trami-te finanziamento regionale. Ad esempio, la sicurezza idraulica della città di Castelfranco Veneto, attraversa-ta dagli alvei di minacciosi corsi d’acqua a carattere torrentizio come il Muson, l’Avenale e il Brenton, dipende da cin-

19I NUMERI

delle risorgive a nord di Treviso, non sarebbe possibile garantire un reddito da attività agricola ai territori compresi, ben noti per l’assoluta permeabilità dei suoli e la profondità della falda.Circa la metà del territorio irrigato con strutture fisse utilizza la pluvirrigazione, con alimentazione a gravità e tramite il solleva-mento meccanico presso 24 impianti di pompaggio esistenti. La rimanenza del territorio irriga con modalità a scorrimento.Da questo deriva la centralità del fiume Piave come fiume vitale per la campagna trevigiana. L’acqua svolge una funzione eco-nomica d’estate, consentendo coltivazioni di pregio e redditi-vità del settore primario, ma garantisce anche una funzionalità ambientale e paesaggistica, alimentando per tutto l’anno i cor-si d’acqua ben noti all’opinione pubblica e tali da rendere città come Castelfranco e Treviso note come “città d’acqua”.È ben noto comunque che il fiume Piave è molto sfruttato spe-cie sotto il profilo dell’utilizzo idroelettrico. In aggiunta, recenti e sempre più frequenti eventi siccitosi hanno messo in luce sem-pre a più chiare lettere che l’acqua, limitata nella disponibilità, è un bene comune e deve essere utilizzata contemperando le esigenze dei fabbisogni irrigui al rispetto dei vincoli ambienta-li: la sopravvivenza del fiume, un ecosistema da salvaguardare

getto per la realizzazione delle casse di espansione lungo il Livenza da 16 milioni di metri cubi di invaso in località Prà dei Gai, comuni di Mansuè e Portobuffolè.

L’IRRIGAZIONEAltro importante filone di attività istituzionale per il Consorzio è l’irrigazione. L’alta pianura trevigiana, corrispondente alla porzio-ne più settentrionale del comprensorio consorziale, è contraddi-stinta dalla presenza di un’antica rete di canali derivati dal fiume Piave, che da oltre cinque secoli hanno consentito di trasformare un territorio arido e privo di idrografia superficiale in una verde e fertile campagna irrigata. Il canale Derivatore Brentella di Pe-derobba dalla presa di Fener, il canale della Vittoria, con i deriva-ti Priula, Piavesella e Ponente, dalla presa di Nervesa e il canale Emanuele Filiberto dal sistema Meschio-Fadalto, sono testimoni nel tempo del grande bisogno d’acqua che affligge i territori dell’alta pianura. Se non esistessero grandi derivazioni e altrettanto imponenti strutture di distribuzione irrigua estese su quasi sessantamila ettari lungo la fascia che va dalle pendici collinari fino alla linea

Il Consorzio svolge due grandi compiti istituzionali: la bonifica e l’irrigazione.

Sotto:Sistemazione torrente Albinella in comune di Godega S. Urbano

Sopra:Condotta adduttrice di Loria

20 ACQUA DI VALORE I NUMERI

ricco di fauna e diversità biologiche ed ambientali riconosciute a livello europeo è un valore comune da non mettere in discussione.Su questo fronte il Consorzio si è fatto parte attiva facendosi garante dell’utiliz-zo più attento e ottimizzato della deriva-zione ed in particolare del rispetto del Deflusso Minimo Vitale a valle delle pro-prie derivazioni, ovvero di quella portata di rispetto che deve essere sempre pre-sente nel fiume anche in corrispondenza al massimo prelievo. Ma non v’è dubbio che il minimo deflusso vitale si aggiunge agli usi, come un nuovo rilevante utiliz-zatore, mettendo ancora più in luce la limitata disponibilità d’acqua nei periodi più critici.Per questo non si può prescindere da iniziative di tipo strutturale per contri-buire a ridurre i consumi ed ottimizzare l’uso della risorsa: l’utilizzo dell’irrigazio-ne a scorrimento comporta un consumo d’acqua circa doppio rispetto a tecnolo-gie più recenti come la pluvirrigazione o addirittura quadruplo rispetto alla som-ministrazione irrigua a goccia. L’impegno del Consorzio nell’ultimo decennio è ri-volto a reperire ogni possibile risorsa per conseguire la trasformazione del meto-do irriguo nelle reti strutturate dallo scor-rimento alla pluvirrigazione, perseguen-do un risparmio d’acqua di oltre il 50 per cento. Ma per far questo serve gradualità e finanziamenti consistenti.Dal 2000 ad oggi sono stati trasformati oltre diecimila ettari di terreni irrigui da

Interventi di riconversione irrigua da scorrimento a pluvirrigazione

Superficie Anno ultimazione Importo

Montebelluna e Trevignano 2° Stralcio 820 ha 2010 ¤ 2.800.000,00

Montebelluna (località Busta) e Altivole (località Caselle)

570 ha 2013 ¤ 2.600.000,00

Bolda (Mareno di Piave, Vazzola e Santa Lucia di Piave)

1370 ha 2013 ¤ 10.250.000,00

Nervesa (loc. Sovilla e Bavaria)

180 ha 2014 ¤ 1.000.000,00

Spresiano (loc. Lovadina) e Villorba

400 ha 2014 ¤ 3.500.000,00

Vedelago (loc. Albaredo) 250 ha 2014 ¤ 800.000,00

Mareno, Cimadolmo e S. Lucia di Piave (loc. Mandre)

970 ha 2015 ¤ 7.667.000,00

Tab. 3 - Elenco degli interventi di riconversione irrigua più recenti

scorrimento a pluvirrigazione. All’inizio del 2013 sono stati completati i lavori di conversione del sistema irriguo a Monte-belluna (località Busta) e Altivole (località Caselle) per un totale di 570 ettari. Si sono conclusi anche i lavori di conver-sione del sistema irriguo “Bolda” median-te la realizzazione di un impianto pluvir-riguo di circa 1370 ettari nei comuni di Mareno di Piave, Vazzola e Santa Lucia di Piave.In questo momento sono in corso ben quattro appalti di trasformazione per un totale di circa 1800 ettari. A novembre 2013 sono iniziate infatti le riconversioni irrigue nei comuni di Nervesa (loc. Sovil-

la e Bavaria), Spresiano (loc. Lovadina), Villorba, Vedelago (loc. Albaredo), Ma-reno, Cimadolmo e S. Lucia di Piave (loc. Mandre). I lavori avranno termine entro la prossima stagione irrigua ad eccezione dell’impianto di Mandre, disponibile per il 2015.Un altro importante intervento, che sarà ultimato prima dell’inizio della stagione irrigua 2014, riguarda la manutenzione straordinaria e l’adeguamento struttu-rale della condotta adduttrice di Loria diametro 700 mm per una lunghezza di 6 km.

Ing. Luigino Pretto

Circa la metà del territorio irrigato con strutture fisse utilizza la pluvirrigazione, con alimentazione a gravità e tramite il sollevamento meccanico presso 24 impianti di pompaggio esistenti. La rimanenza del territorio irriga con modalità a scorrimento.

21I NUMERI

Sopra:Cassa di espansione - Riese - In fase di ultimazione

Sotto:Cassa di espansione - Riese - In funzione

Un accordo che individui tutte le attività operative utili alla salvaguardia ed alla corretta gestione dei fiumi e delle attività (economiche e sociali) ad essi connesse.

Il Consorzio si fa promotore del

“Contratto di fiume”. Un accordo tra

enti di governo e categorie per una

corretta gestione del Piave. La regia

ed il coordinamento potrebbero

essere affidati alla Regione.

IL CONTRATTO DEL PIAVE

Un accordo che individui tutte le atti-vità operative utili alla salvaguardia ed alla corretta gestione dei fiumi e delle attività (economiche e sociali) ad essi connesse. Attorno allo stesso tavolo i rappresentanti degli enti locali e le ca-tegorie che hanno interessi legati al territorio fluviale (agricoltori, industriali, associazioni ambientaliste, pescatori, turismo...). È questo il “Contratto di fiume”. Si trat-ta di un moderno approccio che vede il coinvolgimento e la responsabilizzazio-ne di tutti i portatori di interesse nella definizione delle politiche in materia di acque, modello che deve anche essere promosso mediante la diffusione della sua conoscenza. Il Consorzio Piave, in quanto grande uti-lizzatore di acque a servizio del territorio trevigiano e delle molteplici attività su-gli stessi, conscio delle molteplici pro-blematiche che tale utilizzo comporta ed altresì della scarsa conoscenza di tale realtà plurisecolare da parte degli stessi beneficiari, ritiene che per l’attuazione dei Piani di bacino, dei Piani di gestione e dei Piani di risanamento delle acque sia indispensabile attivare un Contratto di fiume per il Piave. Dovrebbe essere la regione ad assumere l’iniziativa ed il co-

ordinamento di tale contratto. In questo senso l’Amministrazione con-sorziale, anche come UVB (Unione Vene-ta Bonifiche) si sta muovendo da tempo all’interno del “Tavolo regionale di coor-dinamento per i contratti di fiume” re-centemente istituito dalla Regione. I Contratti di fiume si iscrivono nel qua-dro dei cambiamenti introdotti dal rece-pimento e dall’attuazione della Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) e rap-presentano l’evoluzione di un quadro normativo nazionale ed europeo con-solidatosi attraverso alcune importanti codifiche comunitarie tra cui la Diretti-va 2003/35/CE sulla partecipazione del pubblico nell’elaborazione di taluni pia-ni e programmi in materia ambientale. Ma non c’è solo il Piave: il Consorzio è interessato a tutte le iniziative che ven-gono attivate per i corsi d’acqua che in-teressano il comprensorio. Tra i contratti promossi (assieme ai co-muni di Roncade, Breda, Monastier e ad alcune associazioni ambientaliste) an-che quelli per i fiumi Meolo, Vallio e Mu-sestre; inoltre il Consorzio ha già dato il proprio sostegno a un’analoga iniziativa per i fiumi Melma e Nerbon.

Ing. Antonio Zannin

23L’ATTUALITÀ

L’attività di quello che oggi si chiama Consorzio Piave ha origini molto antiche. Risalgono infatti al quindicesimo secolo le prime derivazioni dal fiume Piave. Più a sud, nella parte della provincia di Treviso che si affaccia sulla Laguna, il tema della bonifica idraulica era diventato pressan-te dopo le grandi opere idrauliche come il Taglio del Sile del 1681 ad opera della Repubblica di Venezia. Nel 2013 l’Ammi-nistrazione consortile ha voluto iniziare una collaborazione attiva con il GAL Terre di Marca, un organismo territoriale com-prendente una pluralità di comuni, il cui scopo è quello di promuovere iniziative economiche e favorire la valorizzazione del territorio attraverso la collaborazio-ne tra enti e realtà imprenditoriali locali. Obiettivo finale quello di mettere in atto iniziative volte alla salvaguardia ed alla valorizzazione delle opere storiche gesti-te dal Consorzio. Da queste sinergie locali, utilizzando fondi europei si è reso disponibile l’avvio dei lavori denominati “Sollevar le acque: Portesine, l’idrovora del Sile”. Gli interven-ti riguardano la riqualificazione del pae-saggio rurale in ambito di archeologia in-dustriale presso l’idrovora di Portesine a Roncade. Manufatto gestito direttamen-te dal Consorzio, situato all’interno del Parco Naturale Regionale del fiume Sile ed ancora perfettamente funzionante e indispensabile per la sicurezza idraulica di quel territorio. Grazie alla collaborazione con il GAL Ter-re di Marca si potrà procedere alla ma-nutenzione straordinaria del manufatto e delle sue pertinenze al fine di renderlo fruibile a chiunque fosse interessato a

IDROVORA DI PORTESINE: QUATTRO SECOLI DI STORIA

conoscere da vicino un esempio di ar-cheologia industriale legato alla bonifica idraulica delle terre. Il percorso di visita all’idrovora di Porte-sine e al parco annesso è orientato a far conoscere e divulgare le pagine di sto-ria che ruotano attorno a questo luogo: le bonifiche che lo hanno trasformato da “palù” improduttivo e malsano, a

campagna “fertile, vivibile e coltivabile”, la costruzione e la gestione della “mac-china idrovora” che richiedeva l’impie-go di molte persone e l’efficienza degli impianti, il Sile come via d’acqua, di tra-sporto e soprattutto fiume “amico” dei territori attraversati.

Ing. Paolo Battagion

Nel 2013 è partito un progetto che

mira a valorizzare il manufatto.

Esempio unico di archeologia

industriale.

24 ACQUA DI VALORE L’ATTUALITÀ

Produrre energia sfruttando l’acqua che scorre nei canali. Ecco un’altra attività del Consorzio. Non solo irrigazione e bonifi-ca, quindi, ma anche costruzione e ge-stioni di impianti idroelettrici in grado di contenere i costi dell’irrigazione. Il futuro è infatti un graduale passaggio dal sistema a scorrimento a quello plu-virriguo. L’acqua prima di finire sui campi deve però essere sollevata e questo signifi-ca un aumento dei costi energetici per il sollevamento. Con la produzione di energia è possibile ridurre tali costi. At-tualmente il Consorzio ha in funzione nove impianti propri, altri sono in fase di progettazione (Nervesa, Palazzon e San Vito). La produzione energetica annua con questi impianti a regime, sarà dell’or-dine di sedici milioni di kWh. Molto di più dell’energia consumata. La voce positiva in bilancio potrà essere incrementata realizzando impianti plu-virrigui a basso consumo di energia (ove possibile impianti a gravità) e utilizzando nuove condotte adduttrici.Nell’ambito della redazione del P.G.B.T.T. è prevista la completa verifica delle po-tenzialità energetiche delle reti in parti-

colare di quella irrigua, ma la verifica inte-resserà anche le acque di bonifica. Per rendere maggiormente utili tali ini-ziative, il Consorzio intende anche consi-derare con oculatezza l’uso e la destina-zione del patrimonio consortile per il suo reimpiego in iniziative che ne conservino o, se possibile, incrementino il valore, ma

che al contempo rendano utilità tangibili nella gestione delle opere, come appun-to la produzione energetica. Particolarmente rilevante sarà il concre-to avvio della costruzione della centrale idroelettrica di Nervesa alla presa del Ca-nale della Vittoria previsto per il 2014.

Ing. Paolo Battagion

Sfruttare l’acqua che scorre nei

canali per produrre energia significa

abbattere i costi. Nel 2014 l’avvio della

costruzione della centrale di Nervesa.

ENERGIA IDROELETTRICA: LA SCOMMESSA DEL FUTURO

Tab. 4 - Produzione Idroelettrica Consorziale

Nome centralePotenza

nominale media Producibilità media annua

Entrata in esercizio

Piavesella II salto 200 kW 1.300.000 kWh 1999

Piavesella III salto 250 kW 1.800.000 kWh 1995

Venegazzu’ 90 kW 400.000 kWh 31 maggio 2008

Fener 785 kW 5.500.000 kWh 8 aprile 2011

Campigo 400 kW 2.000.000 kWh 20 luglio 2011

4 nuove centraline in condotta 280 kW 1.500.000 kWh 19 dicembre 2012

Nervesa 500 kW 3.540.000 kWh Inizio 2016

Palazzon 260 kW 1.840.000 kWh in progetto

S.Vito di Altivole 100 kW 410.000 kWh in progetto

Sopra:Centrale idroelettrica di Fener

25L’ATTUALITÀ

Assicurare la disponibilità di acqua ai ter-reni privi di impianti irrigui. “L’irrigazione di soccorso” è una necessità ma anche una pratica che ha bisogno di organizza-zione e controllo. Dove esistono gli impianti la disponibi-lità d’acqua alle aziende è normalmente garantita con turni di 7-10 giorni e dota-zioni idriche di 0,6-0,7 litri al secondo per ettaro con il pluvirriguo, il doppio con lo scorrimento. Diversamente, nelle aree senza impianti irrigui i terreni sono difficilmente servi-bili (per scarsità d’acqua e di strutture) o caratterizzati da buona capacità idrica o falda elevata, dove il bisogno di acqua è in relazione a prolungati periodi di as-senza di pioggia (attorno al mese) e tem-perature elevate.In tali casi l’azienda attinge acqua dai ca-nali di scolo o dai corsi d’acqua naturali locali, se l’acqua è sufficiente, ma le situa-zioni di carenza d’acqua sono diventate sempre più frequenti negli ultimi anni. Da qui la richiesta sempre più pressante di acqua per assicurare raccolti e redditi.È una situazione presente in molte delle aree caratterizzate dalla bonifica idrauli-ca, dove il problema principale è stato in passato quello di allontanare le acque in eccesso. Per rispondere a tale domanda il Consorzio da diversi anni interviene rea-lizzando sostegni che nel periodo estivo trattengono l’acqua nei canali e realiz-zando collegamenti con i canali irrigui a monte. Ma gli anni più siccitosi hanno messo in evidenza l’insufficienza delle misure adottate perché i prelievi si concentrano in tempi ridotti ed in tali situazioni l’ac-qua disponibile non basta. La risposta allora va cercata nell’ulteriore aumento del volume invasato ma anche nella re-golamentazione degli usi con turni irri-gui e portate di prelievo limitate, come avviene nelle aree strutturate. È la stra-tegia adottata dal Consorzio Piave: re-golamentazione degli usi, costruzione di nuovi sostegni, consolidamento delle derivazioni, connessione tra reti di mon-te e di valle. Ad oggi l’irrigazione di soc-corso avviene in modo organizzato su

oltre duemila ettari, ma si potranno rag-giungere risultati molto più consistenti se agli sforzi del Consorzio si affianche-ranno un piano irriguo regionale e aiuti alle aziende che investono in apparati irrigui moderni.Un ulteriore e importante passo avanti si otterrà inoltre quando la Regione affiderà

l’intera gestione dei corsi d’acqua mino-ri, di interesse della bonifica, ai consorzi, cioè se al Consorzio sarà affidato anche il rilascio delle concessioni di prelievo occasionale, che vanno regolamentate e seguite per poter soddisfare i bisogni.

Ing. Antonio Zannin

L’irrigazione di soccorso interessa

duemila ettari. Per implementarli

serve una programmazione regionale.

IRRIGAZIONE: IL CONSORZIO VIENE IN SOCCORSO

26 ACQUA DI VALORE L’ATTUALTÀ

CONSORZIO PIAVECAMBIO AL VERTICE

Cambio ai vertici del Consorzio Piave. Paolo Battagion, ingegnere di 50 anni è il nuovo direttore. Dallo scorso 1 febbra-io è subentrato all'ing. Antonio Zannin che ha lasciato la carica per sopraggiun-ti limiti di età. Zannin ha diretto il Piave dall'inizio del 2012, precedentemente era stato direttore del Consorzio Brentella ed era subentrato nella direzione del neo-nato Consorzio al geom. Massimo Patella anche lui andato in pensione. Il Consiglio di Amministrazione ha volu-to ringraziare gli ex direttori per il lavoro svolto con passione e competenza. In particolare l'impegno perchè i regola-menti venissero applicati e per il funzio-namento della nuova struttura, omolo-gando procedure e applicando i Piani di

organizzazione variabile voluti dall'Am-ministrazione. Entrambi hanno rappresentato un im-portante punto di riferimento negli ex consorzi di appartenenza e hanno con-sentito la loro fusione in un'unica realtà attraverso un'applicazione puntuale di nuove procedure e regolamenti, uni-formando modalità di lavoro, elaboran-do una riorganizzazione del personale in grado di affrontare sfide e impegni quotidiani. Il testimone ora passa all'ing. Paolo Battagion, un direttore giovane ma esperto del territorio e di questioni idrauliche. È a lui che va l'augurio di un proficuo la-voro e un “in bocca al lupo” da parte del Consiglio di Amministrazione. Sopra:

Ing. Paolo Battagion - Nuovo Direttore

A lato:Ing. Antonio Zannin

A lato:Geom. Massimo Patella

27L’ATTUALITÀ

Gli avvisi di pagamento

saranno recapitati da

Poste Italiane Spa.

SERVIZIO DI RISCOSSIONE VOLONTARIA

Da quest’anno il Consorzio di Bonifica Piave gestisce il servizio di riscossione volontaria in proprio e non più tramite Equitalia. Gli avvisi di pagamento sono, pertanto, recapitati da Poste Italiane Spa. Tale scel-ta permette un risparmio economico per il contribuente perché solo in caso di mancato pagamento la riscossione sarà effettuata tramite Equitalia. È quindi conveniente provvedere al pa-gamento entro la scadenza indicata nell’avviso di pagamento. Per il Consorzio i risparmi economici derivanti da questa operazione consen-tono di contenere i contributi richiesti e di investire sul territorio maggiori risorse; contemporaneamente, l’introduzione del logo consortile, permette l’identifica-zione immediata del mittente.

Cos’è e chi paga il contributo con-sorziale?Il contributo al Consorzio di Bonifica pa-gato dai consorziati proprietari d’immobili (terreni e fabbricati) è finalizzato al finan-ziamento delle attività di manutenzione ordinaria e gestione delle opere e degli im-pianti di bonifica in tutta la rete dei canali di scolo e d’irrigazione e di tutela del ter-ritorio della provincia di Treviso e di parte dei comuni veneziani di Meolo, Fossalta di Piave e Noventa di Piave.

Si tratta di attività, che il Consorzio svol-ge quotidianamente con i propri mezzi (escavatori, trattrici, decespugliatrici ecc.) e con proprio personale specializzato nonché mediante appalti, indispensabi-le per tutelare l’ambiente e contenere il rischio allagamenti. Non gravano sul contributo le ulteriori attività effettuate dal Consorzio per con-to di altri enti e regolate da convenzioni, concessioni, accordi di programma, pro-tocolli d’intesa e altro. Il contributo di bonifica trova la sua fonte normativa nell’art. 860 del Codice Civile, negli artt. 10, 17 e 59 del R.D. 13.2.1933 n. 215 e nella Legge 12/2009 della Regione Veneto; è imposto annualmente a ogni consorziato in rapporto al “beneficio” che il suo immobile (terreno o fabbrica-to) riceve dall’attività del Consorzio, così come prevede la legge. In sintesi, per individuare il beneficio e quindi il contributo da applicare si pro-cede come segue:

A) Il Consorzio elabora il Piano di Classi-fica che definisce gli indici idraulici di beneficio per ogni bacino idraulico e per ciascun tipo di attività all’interno del Perimetro di Contribuenza.

B) Ogni anno il Consorzio redige il bi-lancio di previsione delle spese da sostenersi nel corso dell’anno suc-

cessivo e individua quindi, in funzio-ne delle necessità tecnico program-matiche, le entrate per fare fronte a tali spese, ovvero la quota comples-siva dei contributi consortili a carico dei consorziati per bacino idraulico e tipo di attività.

C) Si procede al piano di riparto annua-le delle spese sostenute dal Consor-zio per la suddivisione dei costi fra tutti i proprietari di immobili e ter-reni, secondo il beneficio calcolato sulla base del valore e degli indici individuati nel Piano di Classifica.

Tutti gli atti sopraindicati sono sottoposti al controllo degli uffici competenti della Regione.Nella redazione del Piano di Classifica si è tenuto conto del rapporto di benefi-cio, derivato dall’attività del Consorzio, tra i vari immobili ubicati nel territorio di competenza, è stato studiato il diver-so comportamento idraulico, l’intensità delle opere e dell’attività di manutenzio-ne, la diversa entità del rischio cui sono soggetti gli immobili a seconda delle caratteristiche idrauliche intrinseche del territorio e dei suoli e la diversa entità del valore fondiario o del reddito che, a pari-tà di rischio idraulico e di comportamen-to dei suoli, viene tutelato e valorizzato dall’attività della bonifica.

28 ACQUA DI VALORE COMUNICAZIONE

L’ARCHIVIO STORICOAggregare, riordinare e divulgare l’ar-chivio storico del Consorzio. È questo l’obiettivo di un progetto triennale nato nel 2011 ed affidato agli archivisti Sandra Lazzari e Francesco Antoniol. Un immenso patrimonio di documenti, testimonianze, cartografie che vanno in-dietro nei secoli. Il progetto ha già visto l’intervento sui fondi storici e di deposito Brentella e Destra Piave e si concluderà quest’anno con il riordino della docu-mentazione relativa all’ex Consorzio Sini-stra Piave. Contemporaneamente alle operazio-ni relative ai fondi storici e di deposito, compatibilmente con le esigenze am-ministrative e logistiche dell’ente, si sta intervenendo su alcuni aspetti della ge-stione corrente del flusso documentario per far si che l’operatività all’interno del Consorzio e il servizio all’utente rispon-dano a criteri di qualità ed efficienza. Ad oggi la documentazione ammonta a 1800 metri lineari per gli archivi Brentella e Destra Piave a cui vanno ad aggiunger-si circa 700 metri lineari relativi al Consor-zio Sinistra Piave sulla quale l’intervento di riordino inizierà nella seconda parte del 2014.

I QUADERNI DI FRA’ GIOCONDOLa collana storica realizzata dal Consor-

zio si è arricchita di due nuovi volumi.Il primo dal titolo “Le opere di pre-sa del Consorzio Piave. Sei secoli di derivazioni di Piave e Meschio” è una rassegna sulle opere di deriva-zioni dal fiume Piave. Un viaggio indietro nel tempo che inizia nel Quattrocento. Il volume affronta poi il declino settecentesco e la ripresa avvenuta nell’Otto-cento della scienza idraulica, la revisione degli antichi studi e la progettazione di nuove e grandi opere a fine irriguo e idroelettrico. Alcuni di questi progetti sono diventati di im-portanza nazionale. Sono l’opera di presa del Consorzio Ca-nale della Vittoria di Nervesa, inaugurata nel 1925 e la presa del Consorzio Bren-tella a Pederobba progettata a fine Ot-tocento e inaugurata nel 1929. Il volume si conclude con le considerazioni dell’ex direttore del Consorzio Piave ing. Anto-nio Zannin che affronta le norme ammi-

Dal 2011 c’è un progetto

per il riordino dell’archivio storico.

Prosegue l’attività editoriale con la

pubblicazione di due nuovi volumi

dei Quaderni di Fra’ Giocondo.

VIAGGIO NELLA STORIA

Un immenso patrimonio di documenti, testimonianze, cartografie che vanno indietro nei secoli.

29COMUNICAZIONE

nistrative e tecniche che attualmente regolano la disciplina delle derivazioni dal Piave. Il secondo volume, sesto della collana dei Quaderni affronta il tema della bonifica nella porzione di territorio a sud della Marca, quasi a contatto con la Laguna veneta. “Sollevar le Acque. L’im-pianto idrovoro di Portesine alla Fossetta” il titolo del libro. Nella prima parte sono illustrate le vicende legate alla fase più remota dell’intervento dell’uomo sulla regimentazione delle ac-que nella zona: i progetti di diversione delle acque dalla Laguna, le origini del canale navigabile della Fossetta e i delicati equilibri della Laguna stessa. Le opere di regimentazione e bonifica progettate ed eseguite nel corso della storia non hanno però portato sempre gli effet-ti desiderati. Soprattutto l’escavo del Taglio del Sile (1681) che costituiva un vero e proprio argine verso la Laguna, fu la causa

principale del progressivo impaludimento delle terre poste alla sua sinistra. Per risolvere questa emergenza nacque il progetto di uno stabilimento idrovoro di Portesine alla Fossetta per il pro-sciugamento meccanico dei terreni più bassi. Dopo una breve descrizione dell’impianto (si trova in prossimità dello sbocco dell’antico canale navigabile della Fossetta in Sile dove sono presenti tutt’ora le restaurate porte, il dazio e la tariffa scolpita in pietra per il passaggio dei natanti), il volume prose-gue con la descrizione del progetto di recupero paesaggistico e culturale, sviluppato dal Consorzio Piave con il GAL Terre di Mar-ca in vista di una fruizione anche turistica dell’idrovia. La chiu-sura illustra le caratteristiche della bonifica odierna ed i compiti che attualmente spettano a un moderno Consorzio.

Dott. Francesco Antoniol

Sotto:Presa di Nervesa

30 ACQUA DI VALORE COMUNICAZIONE

ZONA 1CONTE GIOACCHINOM. 335 7255071PossagnoCavaso del TombaPederobbaVidorValdobbiadeneMoriago della BattagliaSernaglia della BattagliaSuseganaFarra di SoligoPieve di Soligo

ZONA 2LAVEDER ENRICOM. 335 7255074 BiadeneCianoCornudaCovoloCrocetta del MontelloImpianti MbOnigoPederiva

ZONA 3SCHIAVON PAOLOM. 335 7255079CaonadaGiaveraGuardaSignoressaTrevignano ImpiantoVolpago

ZONA 4GUERRA NICOLAM. 335 7255075ConteaFossalungaMontebellunaSan GaetanoSant’AndreaTrevignano

ZONA 5PORCELLATO ROBERTOM. 335 7255073AsoloFonteMaserPedemontanaSan VitoSan Zenone

ZONA 6BARUFFA ROBERTOM. 335 7255076BustaCaeranoCaselle Di AltivoleFanzoloSan Floriano (Castelfranco)Vallà (Riese)

ZONA 7BARICHELLO PAOLOM. 335 7255077AltivoleBella Venezia (Castelfranco)CastelfrancoCastello di GodegoLoriaRieseVillarazzo (Castelfranco)

ZONA 8PASTRO CRISTIANM. 335 7255078VedelagoBarcon (Vedelago)Salvatronda (Castelfranco)ResanaSalvarosa (Castelfranco)Campigo (Castelfranco)

ZONA 9 MARCONATO DANILOM. 348 3431201BadoereIstranaMorganoOspedalettoPadernelloPaesePezzanPorcellengoQuinto di TrevisoSalaS. VitaleS. TrovasoVillanovaTrevignano

ZONA 10CAMPION LUCAM. 348 3431202CastagnoleMerlengoMonigoMusanoPadernoPocellengoPostiomaPonzano VenetoSignoressaS. BonaS. PelajoVolpago Sud

ZONA 11POZZATELLO GIANCARLOM. 348 3431203ArcadeBidasioCamalòCusignanaFontane EstGiaveraNervesaPoveglianoSovillaVillorbaVisnadello

ZONA 12MAGATON MICHELEM. 348 3431204CaritàCatenaFontane OvestLancenigoLovadinaMaserada sul PiaveSpresianoPezzanSalettoVacilVascon

ZONA 13ZAN DORISM. 348 4410588CordignanoOrsagoGaiarineCodognè NordSan VendemianoVazzola ParteMareno ParteConegliano Sud EstGodegaSan FiorColle UmbertoVittorio Veneto

ZONA 14MODOLO CLAUDIOM. 348 4410592Santa Lucia di PiaveSusegana SudMarenoVazzolaSan Polo di Piave NordCimadolmo NordFontanelle Ovest

ZONA 15TERZARIOL GUIDOM. 348 4410583Codognè SudVazzola Nord EstFontanelle EstPortobuffolèMansuèMeduna di LivenzaMotta di LivenzaGorgo al MonticanoOderzoOrmellePonte di PiaveChiaranoSalgareda

ZONA 16ARDIT DAVIDEM. 348 3431205Treviso SudCarbonera SudBreda di PiaveSan Biagio di CallaltaSileaRoncadeMonastierZenson di PiaveMeoloPreganziolQuinto SudMorgano SudFossalta di PiaveZero BranoCasale sul Sile

GUARDIANI DI SOSTITUZIONE:

MICHIELIN MAURIZIOM. 335 7255080

FRASSETTO FABRIZIOM. 335 7255081

VINCENZI ANDREAM. 335 1656543

PERUZZA VALTERM. 348 4410586

M. 335 69 06 178AREA IRRIGUA: DERIVAZIONE FENER,

CANALE BRENTELLA

M. 348 39 07 878AREA IRRIGUA: DERIVAZIONE NERVESA,

CANALE DELLA VITTORIA

M. 345 22 75 335AREA BONIFICA: IN DESTRA

E SINISTRA PIAVE

SERVIZIO EMERGENZA ATTIVO 24H

SEDE MONTEBELLUNA:Via Santa Maria in Colle, 2 - 31044 Montebelluna (TV)

Tel. 0423 29 17 - Fax. 0423 60 14 46C.F.: 04355020266

UNITÀ PERIFERICA DI ODERZO:Via Belluno, 2 - 31046 Oderzo (TV)Tel. 0423 29 17 - Fax. 0422 81 41 44

UNITÀ PERIFERICA DI TREVISO:Via San Nicolò, 33 - 31100 Treviso

Tel. 0423 29 17 - Fax. 0422 54 18 66

Gra

fiche

Ant

iga

spa

www.consorziopiave.it | [email protected] | PEC: [email protected]