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AL PAZIENTE NEOPLASTICO
Storia clinica ed esame obiettivo completoDimostrazione istologica della neoplasia (tipo e grading)Determinazione delle manifestazioni della neoplasia
secondarie all’invasione di organisecondarie all’attività metabolica della neoplasiasecondarie all attività metabolica della neoplasia
Determinazione di malattie pre / coesistenti alla neoplasiaDeterminazione dello stato immunologico del pazienteDeterminazione del “Performance Status”Determinazione dello stato psicologico del paziente
(i t i ll di i h ll t i )(in rapporto sia alla diagnosi che alla terapia)Pianificazione della terapia
primaria (terapia integrata)primaria (terapia integrata)specifica (multidisciplinare):
secondaria (recidive e/o metastasi)di supporto
DIAGNOSI ISTOLOGICA
poiché neoplasie possono simulare condizioni benigneod infiammatorie e vice versaod infiammatorie e vice versa,
LA PROVA ISTOLOGICA DI MALIGNITÀÈ LA PIETRA MILIARE DELLA DIAGNOSI E DELLA TERAPIA
ATTENZIONE
Fonti di errore della prova istologicaInterpretazione del campione
selezione
prelievo processazione
QUINDI….
QUINDIQUINDI….
Non considerare ultimativa la diagnosi istopatologica
Non basarsi su diagnosi di altri ospedali o su diagnosi riferiteverbalmente → revisione del preparato
Assicurarsi che il patologo abbia un campione sufficiente
Se il dato istopatologico non è coerente con il comportamentoSe il dato istopatologico non è coerente con il comportamentoclinico:
assicurarsi che il campione appartenga al pazienterivedere nuovamente i vetrini con il patologorivedere nuovamente i vetrini con il patologo
In caso di incertezza:rifare una nuova biopsia oppurerifare una nuova biopsia oppureriferire il caso ad un altro patologo
COME OTTENERE TESSUTO UTILE PER LA DIAGNOSI ( I )
i
PROMETODOLOGIA CONTRO
AGOASPIRATO
anestesianon necessaria od anestesia locale
tessuto non adeguatoper esame istologico
possibili errori anche da(FNAB - Fine Needle Aspiration Biopsy)
possibili errori anche da parte di citologi esperti
non distingue fra t. non ginvasivi ed invasivi
AGOBIOPSIA(Needle Core Biopsy)
anestesia locale solitamente sufficiente
possibili errori di campionamento
campione adeguato per lo studio istologicoistologico
COME OTTENERE TESSUTO UTILE PER LA DIAGNOSI ( II )
PROMETODOLOGIA CONTRO
BIOPSIA CHIRURGICA INCISIONALE
( t i di di
anestesia locale solitamente sufficiente
campione adeguato per lo
possibili errori di campionamento
rischio di diffusione(per tumori di grandi dimensioni e/o per i quali la terapia prevista non è chirurgica)
p g pstudio istologico ed immunoistochimico
rischio di diffusione del tumore(evidenze incerte)
chirurgica)
BIOPSIA CHIRURGICA ESCISSIONALE
campione adeguato per lo studio istologico ed immunoistochimico
anestesia generale talvolta necessaria
limitata a tumori piccoli
V A L U T A Z I O N E P A T O L O G I C A
DIAGNOSI ISTOLOGICAAgobiopsia transcutanea
Biopsia endoscopica (Broncoscopia, Mediastinoscopia, Pl i E f i G t i R tt i )Pleuroscopia, Esofascopia, Gastroscopia, Rettoscopia)
Biopsia incisionale
Biopsia escissionaleMalignitàIstogenesi
C i i h l ifi i O i i iCaratteristiche classificative Origine anatomicaGrado di differenziazione(Grading 1/2/3)
Diagnosi di naturaScopi dell'esame Controllo estensione della malattiabioptico Controllo radicalità chirurgica
Controllo evoluzione nel tempo
R I S C H I D I U N E S A M E B I O P T I C O
POSSIBILI COMPLICANZE
Emorragia
Perforazione di visceri cavi
Infezioni
Creazione di processi reattivi cicatriziali
R I S C H I D I U N E S A M E B I O P T I C O
RISCHI ONCOLOGICI
Possibilità di diffusione della neoplasia per via ematogena quale conseguenza del trauma e dell'apertura del letto sanguigno
Possibilità di diffusione locale qualora la via di accesso passi attra erso tess ti saniaccesso passi attraverso tessuti sani
Apertura di vie linfatiche con insemenzamentoApertura di vie linfatiche con insemenzamento (biopsie linfonodali)
S T A D I A Z I O N ES T A D I A Z I O N E
Programmare il trattamento
Formulare una prognosi
Valutare i risultati del trattamento
Confrontare i risultati e scambiare informazioni con altre istituzionicon altre istituzioni
Impostare studi clinici controllatip
Sistema T N MS ste aUnione Internazionale Contro il Cancro (U.I.C.C.)( )American Joint Committee on Cancer (A.J.C.C.)
T estensione del tumore primitivo (dimensioni, grado e/o sedi di infiltrazione)
N presenza o assenza di metastasi ai linfonodi pregionali e grado di interessamento
M presenza o assenza di metastasi a distanza e sedi di metastasidi metastasi
Indagini di stadiazioneIndagini di stadiazione
Biopsia
Rx-grafia Ecografia TAC RMRx-grafia, Ecografia, TAC, RM
Scintigrafia, PET
Endoscopia
LinfografiaLinfografia
Laparotomia
Marcatori tumorali
Grading istopatologicoGrading istopatologico
C L A S S I F I C A Z I O N E C L I N I C A D E L T N M
T T i i iT - Tumore primitivoTXTX Assenza dei requisiti minimi per definire
il tumore primitivo
T0 Mancata evidenza del tumore primitivo
Tis Carcinoma in situ
T1, T2, Gradi successivi delle dimensioni e/oT3, T4 dell'estensione locale del tumore
primitivo
C L A S S I F I C A Z I O N E C L I N I C A D E L T N M
N - Linfonodi regionali
NX Assenza dei requisiti minimi per definire ilinfonodi regionalilinfonodi regionali
N0 Assenza di metastasi nei linfonodi regionaliN0 Assenza di metastasi nei linfonodi regionali
N1 N2 G di i i di i t t d iN1, N2, Gradi successivi di interessamento dei
N3 linfonodi regionali
C L A S S I F I C A Z I O N E C L I N I C A D E L T N M
M - Metastasi a distanza
MX Metastasi a distanza non accertata
M0 Assenza di metastasi a distanza
M1 Presenza di metastasi a distanza (definiteM1 Presenza di metastasi a distanza (definite secondo le sedi metastatiche)
P O S S I B I L I T A' D I S U D D I V I S I O N E I N S T A D I D I U N A N E O P L A S I A
St di T N M E t i d ll l ttiStadio T N M Estensione della malattia
0 Ti NO MO i it0 Tis NO MO in situ
I° T1 NO MO l li tI° T1 NO MO localizzata
II° T2 N1 MO l l t li it tII° T2 N1 MO localmente limitata
III° T1 T3 NO N3 MO l l t tIII° T1-T3 NO-N3 MO localmente estesa
IV° T1 T4 NO N3 M1 di i tIV° T1-T4 NO-N3 M1 disseminata
STADIAZIONE DI UNA NEOPLASIASTADIO 0 Carcinoma in situ
STADIO I Malattia localizzataInvasione locale minima (T1) senza segni di metastasi linfonodali (NO) o a distanza (MO)
STADIO II Diffusione locoregionale limitataEstensione locale limitata (T2) e/o interessamento limitato dei linfonodi regionali (N1), senza segni di metastasi a distanza (MO)
STADIO III Diffusione locoregionale ampiaTumore localmente esteso (T3) e/o interessamento marcato dei linfonodi regionali (N2), senza segni di metastasi a distanza (MO)
STADIO IV Metastasi a distanzaTumore giudicato inoperabile in base a:- estensione locale (T4)( )- interessamento linfonodale (N3) - presenza di metastasi a distanza (M1)
STADIAZIONE DI UNA NEOPLASIASulla base del coinvolgimento di sedi anatomiche diverse
ADENOCARCINOMA COLON-RETTOADENOCARCINOMA COLON RETTO
CARCINOMA COLO-RETTALESOPRAVVIVENZA A 5 ANNI IN RELAZIONE ALLO STADIOSOPRAVVIVENZA A 5 ANNI IN RELAZIONE ALLO STADIO
90%
70-85%
55 70%55-70%
< 10%
STADIAZIONE DI UNA NEOPLASIAMODALITA' DI DEFINIZIONE DEL T1-T4
Sulla base di dimensioni ben definiteMelanoma
GRADING – G1
Carcinoma epidermoide ben differenziato
perchè:
1. produce evidente cheratina (corpi psammomatosi);
2 l i i i i t ll l i 2. le giunzioni intercellulari sono presenti (desmosomi e thight junctions);
3. l'aspetto delle cellule ricorda quello delle cellule dell'epitelio pi tt di i in (m t pl sic s l piatto di origine (metaplasico se la metaplasia piatta è insorta su un epitelio cilindrico).
GRADING – G2
Carcinoma epidermoide Carcinoma epidermoide moderatamente differenziato
perchè:perchè:
1. produce ancora cheratina (non corpi psammomatosi);
2. non si vedono bene le giunzioni intercellulari;
3. l'aspetto delle cellule ricorda solo vagamente quello delle cellule dell'epitelio piatto di originedell epitelio piatto di origine.
GRADING – G3
Carcinoma epidermoide d ffscarsamente differenziato
perchè:p
1. la cheratina prodotta deve essere evidenziata con metodi immunocitochimici;
2 sono assenti le giunzioni 2. sono assenti le giunzioni intercellulari;
3 l'aspetto delle cellule non 3. l aspetto delle cellule non ricorda quello delle cellule dell'epitelio piatto di origine.p p g
SEGNI E SINTOMI GENERALI
AsteniaAnoressiaCalo PonderaleCalo PonderaleCachessiaFebbreS dora ioni Nott rneSudorazioni NotturneAnemiaPrurito
SEGNI E SINTOMI LOCALISEGNI E SINTOMI LOCALI(riferibili alla neoplasia primitiva e/o a metastasi;variabili in rapporto alla sede ed all’estensione)
C i /i filt i / tit iCompressione/infiltrazione/sostituzioneOstruzioneVersamentiEmoftoe / melena - enterorragiaDolore
MARCATORI TUMORALIDEFINIZIONE
I marcatori tumorali (o marcatori di malattia) sono sostanze che possono
essere misurate quantitativamente nei tessuti o nei fluidi corporei atteq p
1. ad individuare un tumore e, se possibile, anche l’organo nel quale sia
localizzato
2. a misurare l’estensione del tumore prima della terapia
3. monitorare la risposta alla terapiap p
NON sarebbero da considerare marcatori procedure meramente qualitative:p q
citometria a flusso , PAP test, sangue occulto fecale
MARCATORI TUMORALIUSO CLINICO
I marcatori possono essere utili:
nello screening (popolazione generale e/o popolazione ad alto rischio)
come supporto alla diagnosi istopatologica
f tt i ti i (i di tt t )come fattori prognostici (indirettamente)
nel monitoraggio della malattia e della eventuale recidivagg
B I O M A R C A T O R I C I R C O L A N T I
CARATTERISTICHE DEL MARCATORE IDEALE
Estrema sensibilità per svelare un numero minimo di cellule tumorali
I livelli sierici dovrebbero correlare con il numero di cellule tumorali presenti
Specificità per una determinata neoplasia
La tecnica deve essere semplice ed economica
B I O M A R C A T O R I C I R C O L A N T I
ASPETTATIVE DEL CLINICO NELL'USO DEI BIOMARCATORI
che sia utile per la diagnosi precoce di neoplasia, cioè prima della sua diffusione
che abbia un valore prognostico, cioè che sia in grado di prevedere una recidiva in fase preclinica
che sia utile nel monitorare le varie fasi del t tt ttrattamento
CLASSIFICAZIONE DI ALCUNI MARCATORI TUMORALIMARCATORI TUMORALI
ANTIGENI TUMORE ASSOCIATI CA 125CA19.9CA50CEA: Antigene Carcino-EmbrionarioPSA A ti P t ti S ifiPSA: Antigene Prostatico SpecificoTPA: Antigene Polipeptidico Tissutale
ORMONI HCG: Gonadotropina Corionica UmanaORMONI HCG: Gonadotropina Corionica Umana CatecolamineCT: Calcitonina
ENZIMIENZIMI PAP: Fosfatasi Acida ProstaticaNSE: Enolasi Neurone SpecificaFosfatasi Alcalina (Leucinaminopeptidasi)Latticodeidrogenasi (isoenzimi)Latticodeidrogenasi (isoenzimi)Lisozima
ALTRI TG: TireoglobulinaFerritinaBeta2-Microglobulina
M A R C A T O R I S I E R I C I D I I M P I E G O C L I N I C O C O R R E N T EI M P I E G O C L I N I C O C O R R E N T E
N E L L E N E O P L A S I E
Tumori della tiroide CT*, TG*, CEA, TPA, (NSE)
Cancro dello stomaco CA 19.9, CEA, (CA 195)( )
Cancro del colon-retto CEA, CA 19.9, TPA (CA 50)
Pancreas CA 19.9, CA 50, CEA
Carcinomi delle vie biliari CA 50, CA 19.9, CEA
Epatocarcinoma AFP*, (Ferritina)
i it i NSE* (b b i )microcitomi NSE*, (bombesina)Cr polmone
non-microcitomi CYFRA 21-1, (CEA, TPA)
Cr mammella CA 15.3, TPA, CEA, MCA
M A R C A T O R I S I E R I C I D I I M P I E G O C L I N I C O C O R R E N T ED I I M P I E G O C L I N I C O C O R R E N T E
N E L L E N E O P L A S I E
epiteliali CEA, (CA 125)Cr utero
mola vescicolare HCG
Ovaio AFP*, HCG*, CA 125
Tumori germinali del testicolo AFP* HCG* LDHTumori germinali del testicolo AFP , HCG , LDH
Cr prostata PSA*, PAP
Cr renale (CA 50, MCA)
Cr vescica TPA, CA 50
Neuroblastoma NSE*
Carcinoidi catecolamine (urinarie)
Feocromocitomi VMA (urinario)
Aumenti della CT nelle seguenti neoplasie:Carcinoma midollare della tiroide
Non sono note condizioni con aumento aspecifico della CTp
Aumenti di NSE nelle seguenti neoplasie:g pNeuroblastomi
Neoplasie del sistema APUD
Carcinomi polmonari a piccole cellule
Non sono note condizioni con aumento aspecifico di NSENon sono note condizioni con aumento aspecifico di NSE
Aumenti del PSA nelle seguenti neoplasie:Aumenti del PSA nelle seguenti neoplasie:Carcinomi della prostata
Aumento aspecifico del PSA: Ipertrofia prostatica, prostatiti
Aumenti dell'AFP nelle seguenti neoplasie:Tumori epatici primitivi (80%)
Tumori germinali del testicolo e dell'ovaio (70%)
In modo erratico su: Tumori gastrici, pancreatici e polmonari
Monitoraggio dei trattamentiMonitoraggio dei trattamenti
Condizioni con aumento aspecifico dell'AFP: Gravidanza
Aumenti dell'HCG nelle seguenti neoplasie:Ovaio (Corioncarcinoma)
Tumori germinali del testicolo
Condizioni con aumento aspecifico dell' HCG:
L'HCG è normalmente secreta dal sincizio trofoblastico placentare durante la gravidanza.
Aumenti del CEA nelle seguenti neoplasie:Stomaco (61%)Colonretto (78%)Pancreas (76)Pancreas (76)Ovaio (65%)Mammella (40%)Polmone (72%)Prostata (35%)Vescica (38%)( %)Tiroide, Vie biliari, Utero
Impiego nella diagnostica delle recidive (precede di 2-18 mesi)p g g (p )
Condizioni con aumento aspecifico del CEA:FumoAlcoolItteroNefropatie ed epatopatie cronicheNefropatie ed epatopatie cronicheStati infiammatori
AFP: AlfaFetoproteinaCA: Cancer antigen XXCEA: Antigene Carcino-EmbrionarioC CCT: CalcitoninaCYFRA: CitocheratinaHCG G d t i C i i UHCG: Gonadotropina Corionica Umana HVA: Acido OmovanilicoMCA: Antigene MucinosimileMCA: Antigene MucinosimileNSE: Enolasi Neurone SpecificaPAP: Fosfatasi Acida ProstaticaPAP: Fosfatasi Acida ProstaticaPSA: Antigene Prostatico SpecificoTG: TireoglobulinaTG: TireoglobulinaTPA: Antigene Polipeptidico TissutaleVIP: Peptide Intestinale VasoattivopVMA: Acido Vanilmandelico