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02 13 WWW.AGENDACOSCIONI.IT - SPECIALE EUTANASIA LEGALE SPECIALE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1 COMMA 2 DCB - BOLOGNA Direttore Marco Cappato Ammalarsi fa parte della vita, come guarire, morire, nascere, invecchiare, amare. Le buone leggi servono alla vita: per impedire che siano altri a decidere per noi, in nome di Stati o religioni; per garantire libertà e responsabilità alle nostre scelte, drammatiche e felici. Fino alla fine .

Ammalarsi fa parte della vita, come guarire, morire ... · te La Costituzione Art.32: “Nessuno può ... continuamente imparare che morire è anche un processo di apprendimento,

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WWW.AGENDACOSCIONI.IT - SPECIALE EUTANASIA LEGALESPECIALE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE

SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1 COMMA 2 DCB - BOLOGNA Direttore Marco Cappato

Ammalarsi fa parte della vita, come guarire,morire, nascere, invecchiare, amare. Le buoneleggi servono alla vita: per impedire che sianoaltri a decidere per noi, in nome di Stati o religioni;per garantire libertà e responsabilità alle nostrescelte, drammatiche e felici. Fino alla fine.

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SPECIALE EUTANASIA LEGALE

IN RICORDOPIEROWELBY

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Presidente, io amo la vitaLa lettera che nel settembre 2006Piergiorgio Welby scrisse al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Opinione pubblica favorevoleall'autodeterminazione

Nonostante l’indifferenza e la disattenzionedella politica e la disinformazione della stampae della tv sulle questioni di fine vita, i sondaggimostrano che la volontà dei cittadini italiani èorientata al rispetto dell’autodeterminazionedell’individuo in materia di accesso e rifiuto edelle cure. Il ‘Rapporto Italia 2013’ elaborato daEurispes evidenzia un aumento del numero diquanti si dichiarano favorevoli all’eutanasia: dal50,1% dello scorso anno all’attuale 64,6%.Al suicidio assistito è contrario il 63,8% degliitaliani (lo scorso anno era convinto di questo il

71,6%), ma ottiene comunque il favore del36,2% (contro il 25,3% del 2012). Il testamentobiologico registra un aumento di consensi dioltre dieci punti percentuali: dal 65,8% del 2012al 77,3% del 2013. Anche l'Osservatorio sulNord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, siè occupato della questione dell'eutanasia e haeffettuato un sondaggio alla fine del 2012: “ènel gennaio del 2007, poco dopo la mortedi Piergiorgio Welby, che l'accordo verso il dirittoall'eutanasia aumenta e sfiora il 67%. Trail 2008 e il 2011 si consolida e non scende maisotto il 62%, fino ad arrivare, oggi, a superareil 69%. Nel complesso, in dieci anni il consensointorno all'eutanasia è cresciuto di 14punti percentuali”. (V.S.)

Caro Presidente,scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgoanche a quei cittadini che avranno la

possibilità di ascoltare queste mie parole,questo mio grido, che non è di disperazione,ma carico di speranza umana e civile perquesto nostro Paese.Fino a due mesi e mezzo fa la mia vita era sìsegnata da difficoltà non indifferenti, maalmeno per qualche ora del giorno potevo,con l’ausilio del mio computer, scrivere,leggere, fare delle ricerche, incontrare gli amicisu internet. Ora sono come sprofondato in unbaratro da dove non trovo uscita.La giornata inizia con l’allarme del ventilatorepolmonare mentre viene cambiato il filtroumidificatore e il catheter mounth, trascorrecon il sottofondo della radio, tra frequentiaspirazioni delle secrezioni tracheali,monitoraggio dei parametri ossimetrici,pulizie personali, medicazioni, bevute dipulmocare. Una volta mi alzavo al più tardialle dieci e mi mettevo a scrivere sul pc. Ora lamia patologia, la distrofia muscolare, si ètalmente aggravata da non consentirmi dicompiere movimenti, il mio equilibrio fisicoè diventato molto precario. A mezzogiorno

con l’aiuto di mia moglie e di un assistentemi alzo, ma sempre più spesso riesco amalapena a star seduto senza aprire ilcomputer perchè sento una stanchezzamortale. Mi costringo sulla sedia perassumere almeno per un’ora una posizionedifferente di quella supina a letto. Tornato aletto, a volte, mi assopisco, ma mi risvegliospaventato, sudato e più stanco di prima.Allora faccio accendere la radio ma laascolto distrattamente. Non riesco aconcentrarmi perché penso sempre a comemettere fine a questa vita. Verso le sei faccioun altro sforzo a mettermi seduto, conl’aiuto di mia moglie Mina e mio nipoteSimone. Ogni giorno vado peggio, semprepiù debole e stanco. Dopo circa un’ora miaccompagnano a letto. Guardo la tv,aspettando che arrivi l’ora della compressadel Tavor per addormentarmi e non sentirepiù nulla e nella speranza di non svegliarmila mattina.Io amo la vita, Presidente. Vita è la donnache ti ama, il vento tra i capelli, il sole sulviso, la passeggiata notturna con un amico.Vita è anche la donna che ti lascia, unagiornata di pioggia, l’amico che ti delude.

Io non sono né un malinconico né unmaniaco depresso – morire mi faorrore, purtroppo ciò che mi è rimastonon è più vita – è solo un testardo einsensato accanimento nel mantenereattive delle funzioni biologiche. Il miocorpo non è più mio ... è lì,squadernato davanti a medici,assistenti, parenti. Montanelli micapirebbe. Se fossi svizzero, belga oolandese potrei sottrarmi a questooltraggio estremo ma sono italiano equi non c’è pietà.

Starà pensando, Presidente, che stoinvocando per me una “mortedignitosa”. No, non si tratta di questo.E non parlo solo della mia, di morte.

La morte non può essere “dignitosa”;dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbeessere la vita, in special modo quandosi va affievolendo a causa dellavecchiaia o delle malattie incurabili einguaribili. La morte è altro. Definire lamorte per eutanasia “dignitosa” è unmodo di negare la tragicità del morire.È un continuare a muoversi nel solcodell’occultamento o del travisamentodella morte che, scacciata dalle case,nascosta da un paravento negliospedali, negletta nella solitudine deigerontocomi, appare essere ciò chenon è. Cos’è la morte? La morte è unacondizione indispensabile per la vita.Ha scritto Eschilo: “Ostico, lottare.

http://c

alibano.ilcannocchiale.it/

In rete

La CostituzioneArt.32: “Nessuno puòessere obbligato ad undeterminato trattamentosanitario contro lapropria volontà”

Piergiorgio Welby

PiergiorgioWelby (Roma, 26dicembre 1945 – Roma, 20dicembre 2006) èstato co-presidentedell’Associazione LucaCoscioni.Attivista, politico, giornalista, poetae pittore italiano,impegnato per ilriconoscimento legaledel diritto al rifiutodell'accanimentoterapeutico in Italia eper il dirittoall'eutanasia

Chi è

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on line www.associazionelucacoscioni.it

alla vita e chiede di mettere fine ad unasopravvivenza crudelmente ‘biologica’ – iocredo che questa sua volontà debba essererispettata ed accolta con quella pietas cherappresenta la forza e la coerenza delpensiero laico.

Sono consapevole, Signor Presidente, diaverle parlato anche, attraverso il mio corpomalato, di politica, e di obiettivinecessariamente affidati al libero dibattitoparlamentare e non certo a un Suo interventoo pronunciamento nel merito. Quello cheperò mi permetto di raccomandarle è ladifesa del diritto di ciascuno e di tutti icittadini di conoscere le proposte, le ragioni,le storie, le volontà e le vite che, come la mia,sono investite da questo confronto.

Il sogno di Luca Coscioni era quello diliberare la ricerca e dar voce, in tutti i sensi, aimalati. Il suo sogno è stato interrotto e solodopo che è stato interrotto è statoconosciuto. Ora siamo noi a dover sognareanche per lui.

Il mio sogno, anche come co-Presidentedell’Associazione che porta il nome di Luca,la mia volontà, la mia richiesta, che voglioporre in ogni sede, a partire da quellepolitiche e giudiziarie è oggi nella mia mentepiù chiaro e preciso che mai: poter ottenerel’eutanasia. Vorrei che anche ai cittadiniitaliani sia data la stessa opportunità che èconcessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi.

Sfacelo m’assale, gonfia fiumana. Oceanocieco, pozzo nero di pena m’accerchia senzaspiragli. Non esiste approdo”.

L’approdo esiste, ma l’eutanasia non è“morte dignitosa”, ma morte opportuna,nelle parole dell’uomo di fede JacquesPohier. Opportuno è ciò che “spinge verso ilporto”; per Plutarco, la morte dei giovani èun naufragio, quella dei vecchi un approdareal porto e Leopardi la definisce il solo“luogo” dove è possibile un riposo, nonlieto, ma sicuro.In Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non vuoldire che non “esista”: vi sono richieste dieutanasia che non vengono accolte per iltimore dei medici di essere sottoposti agiudizio penale e viceversa, possono venirpraticati atti eutanasici senza il consensoinformato di pazienti coscienti. Per esaudirela richiesta di eutanasia, alcuni paesi europei,Olanda, Belgio, hanno introdotto delleprocedure che consentono al paziente“terminale” che ne faccia richiesta diprogrammare con il medico il percorso di“approdo” alla morte opportuna.Una legge sull’eutanasia non è più larichiesta incomprensibile di pochi eccentrici.Anche in Italia, i disegni di legge depositatinella scorsa legislatura erano già quattro ocinque. L’associazione degli anestesisti, purcon molta cautela, ha chiesto una legge piùchiara; il recente pronunciamento delloscaduto (e non ancora rinnovato) ComitatoNazionale per la bioetica sulle DirettiveAnticipate di Trattamento ha messo in luce

l’impossibilità di escludere ogni eventualitàeutanasica nel caso in cui il medico si attengaalle disposizioni anticipate redatte daipazienti. Anche nella diga opposta dallaChiesa si stanno aprendo alcune falle che,pur restando nell’alveo della tradizione,permettono di intervenire pesantemente conle cure palliative e di non intervenire conterapie sproporzionate che non portinobenefici concreti al paziente. L’opinionepubblica è sempre più cosciente dei rischiinsiti nel lasciare al medico ogni decisionesulle terapie da praticare. Molti hannoassistito un famigliare, un amico o uncongiunto durante una malattia incurabile ealtamente invalidante ed hanno maturato ladecisione di, se fosse capitato a loro, nonpercorrere fino in fondo la stessa strada. Altrihanno assistito alla tragedia di una personain stato vegetativo persistente.Quando affrontiamo le tematiche legate altermine della vita, non ci si trova in presenzadi uno scontro tra chi è a favore della vita echi è a favore della morte: tutti i malativogliono guarire, non morire. Chi condivide,con amore, il percorso obbligato che lamalattia impone alla persona amata,desidera la sua guarigione. I medici, resiimpotenti da patologie finora inguaribili,sperano nel miracolo laico della ricercascientifica. Tra desideri e speranze, il temposcorre inesorabile e, con il passare del tempo,le speranze si affievoliscono e il desiderio diguarigione diventa desiderio di abbreviare unpercorso di disperazione, prima che arrivi aquel termine naturale che le tecniche di

rianimazione e i macchinari che supportanoo simulano le funzioni vitali riescono aspostare sempre più in avanti nel tempo. Peril modo in cui le nostre possibilità tecniche cimantengono in vita, verrà un giorno che daicentri di rianimazione usciranno schiere dimorti-viventi che finiranno a vegetare peranni. Noi tutti probabilmente dobbiamocontinuamente imparare che morire è ancheun processo di apprendimento, e non è soloil cadere in uno stato di incoscienza.

Sua Santità, Benedetto XVI, ha detto che “difronte alla pretesa, che spesso affiora, dieliminare la sofferenza, ricorrendo perfinoall’eutanasia, occorre ribadire la dignitàinviolabile della vita umana, dalconcepimento al suo termine naturale”. Mache cosa c’è di “naturale” in una sala dirianimazione? Che cosa c’è di naturale in unbuco nella pancia e in una pompa che lariempie di grassi e proteine? Che cosa c’è dinaturale in uno squarcio nella trachea e inuna pompa che soffia l’aria nei polmoni?Che cosa c’è di naturale in un corpo tenutobiologicamente in funzione con l’ausilio direspiratori artificiali, alimentazioneartificiale, idratazione artificiale,svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che sipossa, per ragioni di fede o di potere, giocarecon le parole, ma non credo che per le stesseragioni si possa “giocare” con la vita e ildolore altrui.Quando un malato terminale decide dirinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie,

Se fossisvizzero, belgao olandesepotrei sottrarmia questooltraggioestremo masono italiano equi non c’èpietà.

Il funerale laico di Piergiorgio Welby, Roma, 24 Dicembre 2006

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SPECIALE EUTANASIA LEGALE

Il testo PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

Rifiuto di trattamenti sanitarie liceità dell’eutanasiaRelazione

Ben oltre la metà degli italiani,secondo ogni rilevazione statistica,è a favore dell'eutanasia legale, perpoter scegliere, in determinatecondizioni, una morte opportunainvece che imposta nella sofferenza.I vertici dei partiti e la stampanazionale, invece, preferiscono nonparlarne: niente dibattiti su come simuore in Italia, tranne quandoalcune storie personali siimpongono: Eluana e BeppinoEnglaro, Giovanni Nuvoli, i leaderradicali Luca Coscioni e PieroWelby.Oggi, chi aiuta un malato terminalea morire - magari un genitore o unfiglio che implora di porre fine allasofferenza del proprio caro - rischiamolti anni di carcere. Il dirittocostituzionale a non esseresottoposti a trattamenti sanitaricontro la propria volontà ècostantemente violato, anche soloper paura, o per ignoranza. Laconseguenza è il rafforzamentodella piaga tanto dell'eutanasiaclandestina che dell'accanimentoterapeutico.Per rimediare a questa situazione,proponiamo poche regole e chiare,che stabiliscano con precisionecome ciascuno possa esigerelegalmente il rispetto delle propriedecisioni in materia di trattamentisanitari, ivi incluso il ricorsoall'eutanasia.

“Rifiuto di trattamenti sanitari eliceità dell'eutanasia”

ARTICOLO 1Ogni cittadino può rifiutare l’inizioo la prosecuzione di trattamentisanitari, nonché ogni tipo ditrattamento di sostegno vitale e/oterapia nutrizionale. Il personalemedico e sanitario è tenuto arispettare la volontà del paziente oveessa:1) provenga da soggettomaggiorenne;2) provenga da un soggetto che

non si trova in condizioni,anche temporanee, diincapacità di intendere e divolere, salvo quanto previstodal successivo articolo 3;3) sia manifestatainequivocabilmentedall’interessato o, in caso diincapacità sopravvenuta, anchetemporanea dello stesso, dapersona precedentementenominata, con atto scritto confirma autenticata dall’ufficialedi anagrafe del comune diresidenza o domicilio,“fiduciario per lamanifestazione delle volontàdi cura”.

ARTICOLO 2Il personale medico e sanitarioche non rispetti la volontàmanifestata dai soggetti e neimodi indicati nell’articoloprecedente è tenuto, in aggiuntaad ogni altra conseguenza penaleo civile ravvisabile nei fatti, alrisarcimento del danno, morale emateriale, provocato dal suocomportamento.

ARTICOLO 3Le disposizioni degli articoli 575,579, 580 e 593 del codice penalenon si applicano al medico ed alpersonale sanitario che abbianopraticato trattamenti eutanasici,provocando la morte del paziente,qualora ricorrano le seguenticondizioni:1) la richiesta provenga dalpaziente, sia attuale e siainequivocabilmente accertata;2) il paziente sia maggiorenne;3) il paziente non si trovi in stato,neppure temporaneo, diincapacità di intendere e di volere,salvo quanto previsto dalsuccessivo articolo 4;4) i parenti entro il secondo gradoe il coniuge con il consenso delpaziente siano stati informatidella richiesta e, con il consensodel paziente, abbiano avutomodo di colloquiare con lo

stesso;5) la richiesta sia motivata dalfatto che il paziente è affetto dauna malattia produttiva di gravisofferenze, inguaribile o conprognosi infausta inferiore adiciotto mesi;6) il paziente sia statocongruamente ed adeguatamenteinformato delle sue condizioni edi tutte le possibili alternativeterapeutiche e prevedibili sviluppiclinici ed abbia discusso di ciòcon il medico;7) il trattamento eutanasicorispetti la dignità del paziente enon provochi allo stessosofferenze fisiche. Il rispetto dellecondizioni predette deve essereattestato dal medico per iscritto econfermato dal responsabile dellastruttura sanitaria ove sarà

praticato il trattamentoeutanasico .

ARTICOLO 4Ogni persona può stilare un attoscritto, con firma autenticatadall’ufficiale di anagrafe del comunedi residenza o domicilio, con ilquale chiede l’applicazionedell’eutanasia per il caso in cui eglisuccessivamente venga a trovarsinelle condizioni previste dall’art. 3,comma 5 e sia incapace di intenderee volere o manifestare la propriavolontà, nominandocontemporaneamente, nel modoindicato dall’art. 1, un fiduciario,perché confermi la richiesta,ricorrendone le condizioni.La richiesta di applicazionedell’eutanasia deve essere chiara edinequivoca e non può essere

soggetta a condizioni. Essa deveessere accompagnata, a pena diinammissibilità, daun’autodichiarazione, con la qualeil richiedente attesti di essersiadeguatamente documentato inordine ai profili sanitari, etici edumani ad essa relativi.Altrettanto chiara ed inequivoca,nonché espressa per iscritto, deveessere la conferma del fiduciario.Ove tali condizioni, unitamente aldisposto di cui al precedente art. 3,comma 7 siano rispettate, non siapplicano al medico ed al personalesanitario che abbiano attuatotecniche di eutanasia, provocando lamorte le paziente, le disposizionidegli articoli 575, 579, 580 e 593.

IL COMITATO PROMOTORE: CHI, PERCHÉ, COME"Eutanasialegale" è una campagna promossa dall' Associazione Luca Coscioni, con l'adesione di Radicaliitaliani UAAR, Exit Italia, Associazione radicale Certi Diritti e Amici di Eleonora Onlus. Lo scopo è racco-gliere 50.000 firme necessarie per depositare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolarevolta a regolare il testamento biologico e l’eutanasia. Per raccogliere 50.000 firme, basta che ci sia una per-sona in ciascuno degli 8.000 Comuni italiani che raccolga almeno 7 firme. Sul sito www.eutanasialegale.itsi può scaricare il modulo di raccolta firme (che trovi anche insieme al giornale); basta poi cercare unautenticatore e raccogliere le firme di amici e parenti. Segnalaci subito la tua disponibilità a raccoglierefirme. Puoi inviare i tuoi dati personali usando direttamente le tue informazioni inserite nel tuo accountFacebook, se non possiedi un account Facebook manda una email a: [email protected]

www.eutanasialegale.it4

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Durante il Medioevo, il suici-dio era considerato un crimi-ne ed era punito.

In prima fila, nel teorizzare, giustifica-re ed applicare la punizione era l’auto-rità religiosa.La condanna del suicidio fu prevista oribadita dai Concili di Orléans (533),Auxerre (578) e Toledo (693), talorasenza risparmiare neppure i malati dimente. Le pene consistevano nella scomunicadel suicida, nel rifiuto di cerimonie fu-nebri e di sepoltura in terra consacrata,nonché nella confisca del patrimonio.Singolare è che, in tempi ancora piùantichi (Concilium Arelatense II), sistabilì che per il suicidio dei servi nondovessero essere ritenuti responsabilii padroni, essendo il servo stesso “col-pevole del suo sangue” e restando a luiconfinata la riprovazione per tale ge-sto. Nessuna pietà, dunque, per chi si to-gliesse la vita: semmai comprensionee perdono per le persone o le istituzio-ni che lo avessero indotto a farlo.Le cose cambiarono con l’Illumini-smo, poiché tale movimento di pen-siero, pur mantenendo il rimproveromorale per il suicidio, proclamò l’in-sostenibilità razionale delle pene perchi si togliesse la vita. Per effetto di ciò, negli ordinamentimoderni, non vi è più traccia di peneper il suicida, essendo invece punitochi istiga o aiuta a compiere tale gesto. L’eutanasia, tuttavia, non è suicidio. Èqualcosa di diverso, come ancora di-verse da essa sono le decisioni che ri-fiutano l’accanimento terapeutico odeterminano la sospensione dei tratta-menti di sostegno e/o alimentazione.

Eutanasia e rifiuto di ogni accanimen-to costituiscono, in particolar modo,forme di rispetto per la sofferenza del-l’uomo, quando essa superi i limitidella sopportabilità. Chi ritiene che la vita umana sia undono indisponibile e che un buon cre-dente non possa rinunciarvi in nessuncaso, neppure se ciò comporti soffe-renze indicibili, non ricorrerà all’euta-nasia e non accetterà di sospenderetrattamenti di sostegno vitale o terapianutrizionale, neppure quando essi sia-no palesemente inutili e forzati. Ciò costituisce il contenuto di una li-bertà religiosa che nessuno, all’inter-no della nostra cultura, intende met-tere in discussione.Come in altre simili occasioni si è det-to, il problema non è riconoscere que-sto diritto, quanto stabilire se ciò deb-ba essere una scelta del credente o deb-ba essere imposto a tutti dalla legge.Le motivazioni che inducono a rifiu-tare la libertà di scelta in tema di finevita sono sostanzialmente religiose. Èdifficile ipotizzarle quando si prescin-da da essa.Nella storia del pensiero sono state e-laborate teorie che affermavano che ilsingolo non è padrone della sua vita,perché ha doveri verso lo Stato e versogli altri: dovere di essere soldato, pa-dre, lavoratore, ma esse, da un lato ap-partengono a concezioni statalisticheautoritarie, fortunatamente superate,dall’altro risulterebbero inapplicabilia persone gravemente malate. Non è pertanto arbitrario affermareche il dibattito attiene al tema dellalaicità dello Stato e che le scelte di co-scienza devono essere ricondotte nel-l’ambito che ad esse appartiene, della

libertà individuale.Il problema, quindi, non è quello distabilire se il cittadino abbia diritto diassumere decisioni che riguardano lasua vita, ma di scrivere una legge chegli consenta di farlo senza possibilitàdi fraintendimenti ed abusi. Il proble-ma è riconoscere la libertà di scelta nelfine vita come diritto fondamentale epersonalissimo, al pari di altri già rico-nosciuti dall’ordinamento. Ove ciò non avvenga, la legge o il me-dico di turno saranno chiamati ad in-tegrare o sostituire la volontà del citta-dino, come se si trattasse di un sogget-to di minorata capacità. È pleonastico chiedersi se l’uomo mo-derno intenda decidere della sua vitaoppure preferisca evitare ogni respon-sabilità di coscienza riparandosi die-tro uno Stato “Grande Fratello” che as-suma le decisioni al suo posto. La libertà è un valore cui nessuno, sepuò, rinuncia, essendo profondamen-te connaturata alla natura ed ai deside-ri dell’uomo. L’aspirazione all’indi-pendenza ed all’autonomia si manife-sta sin dall’età della prima ragione enon è mai cedibile o barattabile.L’idea che la sofferenza sia necessariae salvifica può essere, per chi sponta-neamente la condivida, un momentodi sublimazione, ma diviene una con-danna ingiusta ed insopportabile perchi non la accetti e se la veda imposta. Il disegno di legge su trattamenti sani-tari ed eutanasia, presentato da forzeprogressiste, non determina imposi-zioni per i malati, ma impone allo Sta-to di costruire e tenere in vita un siste-ma che possa raccoglierne e documen-tarne la volontà ed impone ai medicil’obbligo di rispettarla.

Essa realizza il desiderio del cittadinodi manifestare la propria volontà, an-che in previsione di eventi futuri chepossano incidere sulla sua capacità diesprimerla, e di vederla rispettata, intal modo sentendosi egli stesso rispet-tato come persona. Essa realizza altresì il desiderio di es-sere informato delle vicende che ri-guardano la propria salute e di poteressere, non l’oggetto di decisioni me-diche, ma l’arbitro ultimo delle sceltedi fine vita.Per opporsi a queste argomentazioni,alcuni affermano che eutanasia e deci-sioni sui trattamenti non sono argo-menti tanto urgenti ed importanti inun’epoca in cui altri problemi, in par-ticolare legati alla crisi economica, me-ritano maggiore attenzione. Ciò non può essere in alcun modocondiviso.La tutela dei diritti fondamentali nonpuò mai essere accantonata. Non pos-sono esservi periodi storici nei qualiessa possa essere sospesa o differita.Anzi, la crescita economica e sociale,per essere completa, per avvenire in u-na società che resti democratica e vivi-bile, deve attuarsi di pari passo con lacrescita della sensibilità e dell’atten-zione verso i diritti primari del cittadi-no. Il cittadino non può essere chiamato ascegliere tra lavoro e salute o diritto edeconomia o valori morali e progressomateriale. Ha diritto di averli nellostesso tempo.La tutela dei diritti, determinando cre-scita civile, crea il contesto entro ilquale ogni altro tipo di problema puòessere più adeguatamente affrontato.

Bruno De Filippis

esperto di diritto di famiglia

Chi è

I precedenti LA CONDANNA DEL SUICIDIO FU PREVISTA O RIBADITA DAI CONCILI DI ORLÉANS, AUXERRE E TOLEDO

Perché sì alla proposta di leggeIl problema non è quello di stabilire se il cittadino abbia diritto di assumeredecisioni che riguardano la sua vita, ma di scrivere una legge che gli consenta di farlo senza possibilità di fraintendimenti ed abusi.

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SPECIALE EUTANASIA LEGALE

In 6 passi ecco come raccogliere le 50.000 firmenecessarie per il deposito della proposta di legge diiniziativa popolare per la legalizzazionedell’eutanasia.

Passo 1Contattaci e stampa i moduli

Prima di iniziare la raccolta firme contattaci all’[email protected] oal numero 06.6897.9286, ti potremo cosi informare di altre personedisponibili ad aiutarci nel tuo territorio e potremo iniziare a cercareautenticatori nel tuo comune. Per la raccolta delle firme possono essere

utilizzati esclusivamente gli appositi moduliscaricabili dawww.eutanasialegale.it/materiali. Stampa ilmodulo A3 fronte-retro e assicurati che sianovisibili e ben leggibili tutte le parti delmodulo.

ATTENZIONE: stampa sempre fronte-restroe non usare mai due fogli singoli da spillare!Oltre a cio� stampa i moduli sempre e solo inA3!

Passo 2Fai vidimare i moduli

I moduli per la raccolta delle firme che haistampato, per essere validi, deve esserepreventivamente vidimati dai seguentisoggetti che, per legge (articolo 7 dellalegge n. 352/70), dovranno eseguire lavidimazione gratuitamente entro 48 oredalla presentazione presso il loroufficio:1. Dirigenti della cancelleria della Corted’Appello un cancelliere presso la Sededella Corte d’Appello;2. Cancelliere capo del Tribunale ofunzionario delegato presso la Sede delTribunale;3. Segretario Comunale capo o un funzionario o appartenente allasegreteria comunale presso il Comune.Una volta vidimati, i moduli sono utilizzabili senza alcuna ulterioreformalita.

Passo 3Servono gli autenticatori

ATTENZIONE - NON SI POSSONORACCOGLIERE LE FIRME SE NON ALLAPRESENZA DI UN AUTENTICATORE!Comunicandoci la tua disponibilita a raccoglierefirme per la proposta di legge di iniziativa popolarecercheremo nel tuo Comune e nella tua Provinciaconsiglieri disponibili all’autentica delle firme. Se tugia conosci qualcuno tra le figure abilitate al ruolo diautenticatore ti preghiamo di comunicarceloall’indirizzo

[email protected] o al numero06.6897.9286.

Chi puo svolgere il ruolo di autenticatore? Gli autenticatori abilitati dallalegge sono:1. Notai, Dipendenti del Ministero della Giustizia2. Giudici di pace3. Segretari delle Procure della Repubblica4. Cancellieri e collaboratori delle cancellerie dei Tribunali o primodirigente o dirigente superiore della cancelleria dell'ufficio giudiziario -ossia Corte d'Appello, Tribunale o PreturaProvincia

5. Presidenti delle Province6. Assessori provinciali7. Presidenti di Consigli Provinciali8. Segretari provinciali9. Funzionari incaricati dal Presidente della Provincia10. Consiglieri Provinciali che comunichino la propria disponibilita alPresidente della Provincia

Comune11. Sindaci12. Assessori comunali13. Presidenti di Consigli Comunali14. Segretari comunali15. Funzionari incaricati dal Sindaco16. Consiglieri Comunali che comunichino lapropria disponibilita al SindacoConsiglio circoscrizionale17. Presidenti dei Consigli Circoscrizionali18. Vice Presidenti dei Consigli Circoscrizionali

In quale ambito territoriale possono operare gli autenticatori?

Ogni autenticatore ha competenza ad autenticare le firme di tutti icittadini italiani purche lo faccia all'interno del territorio di suacompetenza. Queste le competenze per ciascun livello territoriale:Su tutto il territorio nazionale

1. NotaiNella Provincia di competenza2. Presidenti delle Province3. Assessori provinciali4. Presidenti di Consigli Provinciali5. Segretari provinciali6. Funzionari incaricati dal Presidente della Provincia7. Consiglieri Provinciali che comunichino la propria disponibilita alPresidente della ProvinciaNel Comune di competenza8. Sindaci9. Assessori comunali10. Presidenti di Consigli Comunali11. Segretari comunali12. Funzionari incaricati dal Sindaco13. Consiglieri Comunali che comunichino la propria disponibilita alSindaco

Nel Consiglio circoscrizionale di competenza

14. Presidenti dei Consigli Circoscrizionali15. Vice Presidenti dei Consigli CircoscrizionaliDi seguito l’elenco delle figure abilitate all’autentica delle firme chedipendono dal Ministero della Giustizia e che possono autenticare solole firme dei residenti nel loro territorio di competenza:1. Giudici di pace2. Segretari delle Procure della Repubblica3. Cancellieri e collaboratori delle cancellerie dei Tribunali o primodirigente o dirigente superiore della cancelleria dell'ufficio giudiziario -ossia Corte d'Appello, Tribunale o Pretura

RICORDA! Gli autenticatori possonoautenticare le firme di tutti gli aventidiritto che firmano nel territorio disua competenza, indifferentementedalla residenza del firmatario.

Passo 4Raccogli le firme

Una volta stampati e vidimati i moduli,accompagnato da un autenticatorepotrai iniziare a raccogliere le firme.Possono firmare i tuoi moduli tutti icittadini italiani con diritto di voto,quindi con 18 anni compiuti al

Fai da te PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

VADEMECUMRACCOLTA FIRME

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Prima di raccogl

iere le firme

leggi attentamen

te questo

vademecum

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momento in cui firmano.Le firme possono essere raccolte in svariati modi (ma sempre allapresenza dell’autenticatore): porta a porta oppure con tavoli allestiti perstrada o in altri luoghi pubblici o aperti al pubblico (in un circolo, in un bar, inuna libreria, ecc.). Ogni volta che organizzerai un tavolo di raccolta firme nondimenticarti di comunicarcelo all'[email protected] o al numero 06.6897.9286.

L'elettore che si presenta a sottoscrivere deve essere identificato da parte delpubblico ufficiale presente (autenticatore). I documenti di identita e diriconoscimento validi sono: carta d'identita, passaporto, patente di guida,patente nautica, libretto di pensione, patentino di abilitazione allaconduzione di impianti termici, porto d'armi, tessere di riconoscimentopurchemunite di fotografia e di timbro o di altrasegnatura equivalente rilasciate da un'amministrazionedello Stato.Nel caso in cui si presenti un elettore senza documentodi riconoscimento valido ma della cui identita sia certo ilpubblico ufficiale addetto all'autenticazione della firma,epossibile procedere alla sottoscrizione e alla relativaautenticazione della firma inserendo alla voce"Documento di riconoscimento" la formula"conoscenza diretta".

Compilazione del moduloOgni firma deve essere accompagnatadall’individuazione chiara e completa delle generalita della persona onde consentire la verifica della lorolegittimazione in relazione ai requisiti soggettivirichiesti.Sui moduli occorre quindi annotare per ciascun elettore,con la massima precisione ed in stampatello, i seguentidati ricavabili dal documento di identita:1. cognome e nome (attenzione a casi particolari, come ad esempio i nomidoppi, che vanno indicati entrambi, se sono indicati nel documento diidentita);2. luogo e data di nascita (in caso di elettori nati all’estero indicare solo lo Statodi nascita);3. indirizzo, cap e comune di iscrizione nelle liste elettorali (inserire l'indirizzodi residenza cosi come indicato nel documento – attenzione ai cambi diresidenza!);4. documento di identita (inserire numero e tipo di documento - pat. perpatente; C.I. Per carta d’identita; tess. per altre tessere di riconoscimento).5. NON COMPILARE LO SPAZIO “NR ISCRIZIONE NELLE LISTEELETTORALI” la cui compilazione e a cura dell'ufficio elettorale del tuoComune.La firma deve essere leggibile e per esteso.ATTENZIONE: ricordatevi sempre di chiedere la doppia (firma e firmaprivacy) e un'indirizzo email o cellulare!

La compilazione dei moduli con i dati dei sottoscrittori non e a curadell’autenticatore (che non vi e tenuto), ma del raccoglitore che ha dato lapropria disponibilita.L’autentica delle firmeUna volta raccolte le firme, anche a modulo non completamente riempito,l’autenticatore deve e indispensabile che indichi nello spazio a lui riservato:1. il numero di firme (sia in cifre che in lettere) apposte in sua presenza;2. la data e il luogo dell’operazione (verificare sempre la correttezza della data:deve, evidentemente, essere successiva alla data di vidimazione dei moduli);3. la firma (in modo leggibile e per esteso);4. la qualifica rivestita (se possibile utilizzando il proprio timbro personalecon cognome, nome e qualifica rivestita o altrimenti scrivendolo instampatello);5. nel caso l’autenticatore per svolgere questo compito abbia dovutorichiedere un autorizzazione o inviare una comunicazione, allegare al

modulo fotocopia dell’autorizzazione o richiesta.

Passo 5Il passaggio in ufficio elettorale

Ogni firma raccolta va certificata presso il comune di residenza delfirmatario.Moduli con firme di sottoscrittori residenti nello stesso ComuneSe in un modulo ci sono firme di persone residenti in un solo comune losi porta presso l’ufficio elettorale del Comune stesso. Esso provvede allacertificazione del modulo. Puo succedere che uno dei firmatari nonrisulti residente in quel comune. Nel caso non sia possibile certificareuna firma, viene annullata solo quella firma e non tutto il modulo.

All’atto del ritiro delle firme certificate bisogna, comesempre, controllare che lo spazio per la certificazione siacompilato in tutte le sue parti e ci siano tutti i timbri. Inoltrebisogna controllare che la data della certificazione, non siaantecedente alla data dell’autenticazione e dellavidimazione.Se la certificazione non viene fatta le firme non avrannovalidita.Non aspettare la fine del periodo di raccolta firme perprocedere alla certificazione dei moduli. Moduli con firme di sottoscrittori residenti in Comunidiversi

Nel caso in cui in un modulo vi sono firme di sottoscrittoriresidenti in comuni diversi e necessario procedere allacertificazione singola. I dati dei sottoscrittori vanno trascrittisu appositi moduli (su un modulo i sottoscrittori di unsingolo comune) da inviare ai rispettivi comuni di residenza

che provvederanno ad inviare al recapito indicato i singoli certificatielettorali richiesti. I singoli certificati vanno poi allegati allo specificomodulo su cui il relativo sottoscrittore ha firmato.RICORDA! Durante la raccolta firme utilizza due moduli distinti. Unoriservato ai sottoscrittori residenti nel comune dove si sta effettuando laraccolta ed uno per gli altri.

Passo 6Fai pervenire le firme raccolte

Una volta certificate le firme contattaci all’[email protected] o al numero06.6897.9286 per il ritiro dei relativi moduli.

Modalità� semplificata per raccogliere le firme presso il Comune

Dopo aver eseguito il passo 1 e 2 (ossia dopoaver stampato i moduli e dopo averli fatti vidimare) e possibiledepositare i moduli presso gli uffici comunali. Il cittadino sottoscrittore,in questo modo, dovra essere da te e da noi invitato a recarsi a firmarepresso l’ufficio comunale dove sono depositati i moduli - in genere sitratta della Segreteria Generale, dell'Ufficio Elettorale o l'U.R.P. (UfficioRelazione con il Pubblico).Se sceglierai questa modalita semplificata per raccogliere le firme il tuoimpegno dovra esserequello di portare amici, parenti e conoscenti in Comune per farglifirmare i moduli oppure dedicare qualche ora ogni settimana a fare delvolantinaggio al di fuori degli uffici in modo da invitare le persone afirmare.Ogni volta che depositi dei moduli in un Comune ricordati di informarciall'indirizzo [email protected] o al numero06.6897.9286.

Umberto Veronesi a Torinofirma la proposta di legge perla legalizzazione dell'eutanasia

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Indro Montanelli: Unamorte dignitosa è un diritto dilibertà. Io ho detto varie volteche sono assolutamente per ildiritto dell'uomo di scegliere ilcome e il quando della propriamorte e non vedo come si possacontestare all'uomo questo dirit-to. Per quanto mi riguarda per-sonalmente io sono vicino algrande passo e io farò questo.Se noi abbiamo un diritto allavita, abbiamo anche un dirittoalla morte. Sta a noi, deve essere

riconosciuto a noi il diritto discegliere il quando e il comedella nostra morte.

Bernardo Bertolucci sumorte Monicelli : “Il suo gesto èuna denuncia. Con il suo suici-dio ha voluto dirci che in Italial’eutanasia è proibita anche perchi, a 95 anni, scheletrico, conun tumore terminale, senza piùforze si è stufato e vuole chiude-re. Così lui si è buttato dal quin-

to piano per dimostrare spettaco-larmente a tutti noi la sua deci-sione di un’eutanasia laica”.

Seneca: non è un bene ilvivere, ma il vivere bene

Umberto Veronesi: Morireè un diritto fondamentaleCompiere l’eutanasia significaraccogliere un appello allapietà L’eutanasia è un dirittoassoluto della propria autode-terminazione, in quanto ognu-no ha diritto a un proprio pro-getto di vita e anche di morte.

J.Modot, L.Pauling, G.Thompson: La sofferenzainutile è un male che dovrebbeessere evitato nelle società civi-lizzate. Poiché ogni individuoha diritto a vivere con dignità,ha anche il diritto di morirecon dignità (Manifesto a favo-re dell'Eutanasia, 1974)

Margherita Hack:l’eutanasia è un dirit-to. E’ preferibile aduna sopravvivenzasenza speranza.Sentirsi alla mercèdegli altri è inaccetta-bile.

SPECIALE EUTANASIA LEGALE

Rita Levi Montalcini:Quando non sarò più in gradodi intendere e volere chiedo chemi sia praticata una mortedignitosa.

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on line www.associazionelucacoscioni.it

Friedrich Nietzsche: Nelvostro morire deve ardereancora il vostro spirito e lavostra virtù, come un vesperosulla terra: altrimenti il morirevi è riuscito male.

Guido Ceronetti: Sono par-ticolarmente temibili le grandiorganizzazioni sanitarie, gliospedali dove, per latitanzadella pietà e della legge, non èconcesso di morire

John Stuart Mill: Su se stes-so, sul proprio corpo e sulla pro-pria mente, l’individuo è sovra-no.

Karol Wojtyla: Ora lasciate-mi andare alla Casa del Padre

John Keats: Ora più chemai parmi ricco il morire,finire ne l'ora della mezzanot-te senza duolo.

Ernst Bloch: Nessuno viveperché lo vuole. Ma una voltache vive lo deve volere.

Luca Coscioni: L’incubonon è nella morte, ma nelmorire cui ci condannano.L’eutanasia è una dura realtà

e come tale va regolamentatasenza ipocrisie.

Milan Kundera: Bisogna averealmeno una certezza: quella dirimanere padrone della propriamorte e di essere in grado di sce-gliere l'ora e i mezzi.

Adriano Sofri: La peggioredelle tirannidi non è quella cheuccide i suoi sudditi: è quellache arriva a impedire loro perfi-no di uccidersi.

Pio XII ad un gruppo dimedici che gli avevano postola seguente domanda: “La sop-pressione del dolore e dellacoscienza per mezzo dei narco-tici... è permessa dalla religio-ne e dalla morale al medico eal paziente (anche all’avvici-narsi della morte e se si preve-de che l’uso dei narcoticiabbrevierà la vita)?”, rispose:“Se non esistono altri mezzi ese, nelle date circostanze, ciònon impedisce l’adempimentodi altri doveri religiosi e mora-li: Sì”.

Vasco Rossi: Non ne hoancora abbastanza per spegne-re l'interruttore. Se lo faròsarà per difendere la miadignità di uomo, ho diritto discegliere io quando porre finea questa straordinaria espe-rienza.

Emma Bonino: Chi sceglie come posso evoglio morire? Il medico, il giudice , il par-lamentare? Non deve decidere né EmmaBonino, né Giovanardi, né Roccella, néSacconi. Deve decidere, se lo vuole, il sin-golo cittadino. Oppure, se capita di nonessere più in grado di intendere e volere,delega qualcuno a decidere per lui.

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SPECIALE EUTANASIA LEGALE

IN RICORDODI ROSMASCUTERI

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Non possiamo più nasconderciIntevento di Rosma Scuteri a pochi mesi dallamorte di Luca Coscioni che, da malato di Sla,rifiutò di essere tracheotomizzato e morìsoffocato

Luca Coscioni:diritto alla riduzione della sofferenza

"La malattia che mi ha colpito sta facendo diminuireil livello di ossigeno nel sangue e aumentare quellodella anidride carbonica, poiché non c'è unadeguato scambio di aria ed è compromessa lafunzione dei muscoli respiratori. E' chiaro a tuttiquanto l'ossigeno sia indispensabile alla vita equanto venga utilizzato da ogni cellula del nostrocorpo. Senza di esso le cellule, e quindi il corpo,morirebbero.Non posso che vivere il tempo dando più fiatopossibile, che è anelito d'amore e di speranza, a

questa storia di libertà, di civiltà, di democrazia, dichi malato, ha il diritto civile di avvalersi delprogresso della ricerca scientifica affinché il dirittoalla salute, alla guarigione o comunque allariduzione della sofferenza, vengano rispettati e nonviolati da una legge-dogma di Stato che in nomedella fede blocca, sbarra la libertà di fare ricerca, discoprire il mondo della vita e della natura.Dunque una battaglia che non può che darcimaggiore consapevolezza degli sforzi che sononecessari - i cui risultati non sono almeno per ora,scontati e prevedibili - per far conoscere il valoredella libertà, della ricerca scientifica, di una sorta direligione della libertà che è imprescindibile per ilprogresso storico - politico, della democrazia nelnostro Paese."

È un dolore singolare, quello per la morte diuna persona che casualmente ha soffertodella stessa malattia, la malattia di cui

ancora stai soffrendo. Non è lo stesso dolore, piùconosciuto e più familiare, di una madre per ilproprio figlio o di una moglie per il propriomarito.E’ un dolore chiuso e rappreso, non comunicabile,un lutto che non si riesce a elaborare. Si èinchiodati nel proprio silenzio e nella propriasolitudine, non si può partire per un viaggio, nonsi riesce a parlare con una persona cara ed èdifficile pensare che la vita possa continuare.Si dice sempre così! Si pensa di essere sopravvissutiper caso e di continuare a vivere, ancora per caso.Una volta c’era stata la paura della morte, o lasensazione di non essere ancora pronti, per lamorte. Non si riesce a capire se la determinazioneper vivere abbia un senso, se l’attaccamento allavita abbia ancora un desiderio di comunicazione,un sapore di cose irrisolte e incompiute. Forse, sivuole credere che sia così. Non riesco ad accettareche una morte così assurda sia capitata a Luca, cheLuca non abbia accettato di rimanere attaccato aun tubo, che Luca abbia deciso di andarsene così,nell’oblio della mancanza del respiro. Forse tutto èstato tremendamente dolce e io non lo so. Io, che

sono arrivata in ospedale con il respiroschiacciato e ho avuto paura di morire. Io, cheho ancora paura della mancanza del respiro, enon riesco a immaginare il piacere dell’obliodella mancanza di dolore, del morire senzaavere paura.In una condizione precisa e ritagliata comequella della malattia, la consapevolezza di sé edella propria urgenza espressiva diventa unaforma costante di concentrazione sulle ultime,possibili, differenti, formule di comunicazione.Forse la vita di Luca ha avuto la possibilità diconsumarsi serenamente, perché la sicurezzadell’amore lo avvolgeva costantemente. Si pensacosì di diventare immortali, pensando che cisarà sempre qualcuno che continuerà ad amarti.E Luca, un frammento di immortalità lo haconquistato. Tanti, molti, altri ancora, hannodeciso di continuare a lottare, per vivere, persopravvivere, per conoscere, perché Luca non c’èpiù e il vuoto lasciato dalla perdita della suapresenza, così forte, così rassicurante, diventaforse, più sostenibile.Era stato facile nascondersi dietro l’immagine diLuca, ora non è più possibile farlo. Ci sinascondeva dall’orrore della propria malattia edalla percezione di una sgradevolezza che

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inevitabilmente sarebbe arrivata. Lasgradevolezza in opposizione alla gentilezzaantica e al vecchio piacere dello sguardo. Non siriesce più a parlare con dolcezza, perché la vocenon c’è più e si teme lo sguardo spaventato deglialtri. Gli altri, quelli normali, che non riesconopiù ad amare un ammalato. E preferisconodimenticare la malattia e la morte.L’immagine di Luca, troppo violenta eimmediata, nella politica ufficiale non l’avevanovoluta.Parliamo anche della semplice immaginefotografica, sufficiente forse ad evocare l’altra, piùfastidiosa e sinistra. Luca non aveva il diritto diesistere pubblicamente!Si pensava una volta alla politica e all’espressionedei suoi contenuti come a qualcosa di ampio,di facilmente comprensibile, di universalmentericonosciuto perché appartenente al quotidianodi tutti. La malattia e la morte sono le condizionidi vita che accomunano i “tanti”, i “molti”differenti e variegati che si chiamano “tutti”. Perparadosso, quella parte della politica ufficialeaveva esorcizzato Luca, ”mostro” degli incidentidel vivere.Ora, non è più possibile nascondersi. Io nonposso più nascondermi. Ho bisogno di tutelare lamemoria di Luca. Ho bisogno di continuare alottare. Sono nelle liste della ROSA NEL PUGNO,è stato, questo, il primo atto di un legame conquella che è diventata la sua storia, il suoimpegno dichiarato e pubblico. I contenuti dellamalattia e della morte, della dignità del vivere edel morire sono stati sempre messi da parte intutti gli argomenti che riguardavano i fatti dellapolitica. In un certo momento, può succedereanche questo, sono saltati fuori quei pazzi deiradicali a ricordarci che anche la politica puòoccuparsi dei grandi fatti della vita. Che anche gliammalati possono seguire i desideri,continuando a conservare i loro diritti, comepersone. Si pensa sempre che la malattia porti consé anche la perdita di ogni diritto umano, e perl’ammalato, il rischio di “disumanizzarsi” èsempre incombente. Ma non deve essereconsiderato inevitabile. La qualità della vita ditutti, compresi gli ammalati, deve esserecostantemente difesa. Il diritto alla speranza, allapossibilità di potere ancora credere, alle emozionilontane e ai sentimenti, deve continuare a esistere.Questa speranza può essere il tentativo di definireDio dentro ognuno di noi. Ci piace definirci laiciperché il dio dei vescovi e dei cardinali non ciinteressa. Non ci interessa la Chiesa separata ecrudele, che ci toglie speranza e desideri, cheingabbia la scienza e la ricerca, che costruisce ilconsenso con la paura. Questa paura l’abbiamodimenticata da tempo, perché abbiamo scelto dicreare, di sperimentare, di rischiare. E Luca ce l’hainsegnato.Per la Rosa nel pugno mi sarebbe piaciutoesprimere un impegno totale, attivo, aggressivo.Il mondo esterno, quello che non posso piùpraticare, mi viene offerto dai media e qualchevolta dai giornali. E ascolto, e guardo, e osservo.Riconosco personaggi e vecchi amici, ritagli dimemoria e avventure antiche. Mi riesce facilefiltrare e selezionare, in passato mi aveva sempreaccompagnato la curiosità e il desiderio di fare“tutto”. Ora riesco ancora a pensare. Ma nonposso urlare come vorrei e cerco di capire qualipossono essere le forme più immediate dicomunicazione. Che cosa posso fare, io, perquesta campagna elettorale? Gli ammalati inpolitica non hanno grande carisma. Si potrebbeforse scrivere, denunciare, ma anche l’azzardodella scrittura, quando diventa “cosa pubblica”,non riesce a cancellare il pudore dei sentimenti.Sembrano sentimenti troppo facili quelli cheriguardano la sofferenza e le storie degliammalati.Quasi tutti cercano di rispettare il coraggio e ladeterminazione; ci si incupisce con moltoimpegno e partecipazione al pensiero del dolorefisico e psicologico, quello degli altri. Si spera così,di venire protetti dagli dei benevoli delquotidiano. Solo Luca aveva avuto il coraggio difarsi vedere in televisione, ma hanno cercato dinon invitarlo troppo spesso. Forse il modo piùimmediato di fare politica, per un ammalato, èproprio quello di esporsi. Senza lacrime néallarmismi. Solo la Rosa nel pugno ha accettato di“esporre” i “suoi” ammalati, candidandoli nellesue liste.L’adesione al progetto politico della Rosa nelpugno, per tutti noi, “diversi”, diventacoinvolgente, e addirittura, rassicurante. Si puòimmaginare di sentirsi ancora persone,conservando i propri diritti.Si lotta per la libertà di ricerca scientifica.L’Associazione Luca Coscioni, per la libertà diricerca scientifica, è stata già creata, grazie a Luca. Equesto ambito ci fa sentire protetti e combattivi.Ci piace pensare di potere decidere le modalitàdi gestione della nostra malattia e il momentoin cui scegliere di morire, momento che devenecessariamente essere estremamente intimo esereno. (intervento del 3 aprile 2006)

Rosma Scuteri

ConsigliereGeneraledell’Associazione LucaCoscioni dal 2006 adoggi, malata di Sla,decedutail 17 aprile2013

Chi è

TeologiaLA CHIESAASCOLTI IL SENSUS FIDELIUM

Nel 1999 i cattolici praticanti regolari inFrancia che si dichiaravano partigiani delladepenalizzazione dell'eutanasia erano il 71o 74 % in due sondaggi diversi a favoredella depenalizzazione dell'eutanasiaL'86% della popolazione francese era afavore della depenalizzazionedell'eutanasia.Queste sono le cifre che risalgono al '99.Quando si dice “la Chiesa dice che”,ebbene tutti sappiamo qual è il ritornelloquasi ossessivo di Giovanni Paolo II control' eutanasia.E se si considera che il Papa incarna laChiesa allora la Chiesa è control'eutanasia. Ma allora che ne facciamo diquesto 74% di cattolici praticanti regolari,quelli che vanno a messa, che non è chemancano di fede o di fedeltà alla Chiesa,ma che cosa ne facciamo di questo 74 % dicattolici praticanti che vanno regolarmentein Chiesa?Sapete che in Germania c'è un movimentoche si chiama “Anche noi facciamo partedella Chiesa”?Ebbene io penso che questo 74%costituisca anche la Chiesa, allora quandosi dice “la Chiesa dice che”, qual èl'argomento della frase, qual è il soggetto?Ebbene il soggetto è la Chiesa, la Chiesa sidefinisce come collegata al Vaticano alPapa oppure la Chiesa che si definisce conil 74% della popolazione francese oppure èuna Chiesa che non voglio dire che sarebbeun cocktail ma forse un'unione di questedue identità?[…] La teologia è la fede alla ricerca delladiligenza, di questi luoghi , le scritturesante, i concili, i grandi maestri dellaChiesa, dottori della Chiesa e poi c'eraanche un elemento che veniva consideratomolto importante. Era il sensus fidelium,molto difficile da tradurre questaespressione in un'altra lingua.Sensus cosa significa? Sensazione,sentimento, buon senso. E' una nozionemolto articolata, ricca, complessa, ma èl'esperienza che i fedeli, i credenti fannodella propria fede. Questo è il sensus equesti erano dei valori teologici chedovevano essere presi in considerazioneallo stesso titolo di tutti gli altri e cioè lescritture sante, i concili. I papi non facevanoteologia prima del diciottesimo secolo.Prima avevano altre gatte da pelare, altrecose da fare, forse si divertivano di più, mainsomma questo era uno dei temi teologici,uno dei luoghi teologici. Adesso io non sodove siamo giunti ad oggi perché non sonopiù in contatto con la teologia che vive. Ioho l'impressione che questo sensusfidelium non faccia più così tanto parte deiluoghi teologici e ogni volta che io discuto diquesto argomento con i cattolici, o con iteologi, io dico loro che cosa state facendodel sensus fidelium. 74 % delle persone siesprimono in questo modo, ma nonsoltanto per l'eutanasia perché vent' annifa nello stato di New York non c'era unadifferenza statisticamente significativa frala pratica dell'aborto seguita dalle donnecattoliche e la pratica dell'aborto da partedelle non cattoliche. Stiamo parlandodell'aborto 20 anni fa negli Stati Uniti. Nonsto parlando di tutti gli Sati Uniti, ma dellostato di New York. Forse i dati sonocambiati perché l'opinione pubblica ècambiata negli ultimi 4 o 5 anni sullacontraccezione. Ho vari amici ginecologiche mi dicono che in Francia non c'èdifferenza nella pratica della contraccezionetramite i metodi artificiali che vieneapplicata dalle donne cattoliche o noncattoliche. Dunque c'è un sensus fidelium.Queste donne sanno che quando ahimèbisogna far ricorso all'aborto, e non è certoqualcosa di piacevole, ebbene loro nonprovano più il bisogno di confessarlo. Lorosono profondamente infelici perchél'aborto è un evento tragico. Allora il sensusfidelium, una teologia, un magistero, e voisapete che un magistero è una parola cherisale all'inizio del diciannovesimo secolo,un magistero che non prende inconsiderazione il sensus fidelium, io inquanto cattolico eretico, ma nonscismatico, ebbene io dico non èammissibile. (Jacques Pohier, autore di “Morteopportuna”, già decano di teologia morale allafacoltà domenicana di Le Saulchoir, in un interventoorganizzato dai Radicali al Parlamento Europeo neldicembre 2004)

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Il testamento biologico, dettoanche dichiarazione anticipata ditrattamento (DAT), è unaespressione che indica lemanifestazioni di volontà(generalmente formulate in undocumento scritto) con le qualiogni individuo, in condizioni dilucidità mentale, decide qualitrattamenti sanitari(somministrazione di farmaci,sostentamento vitale,rianimazione, etc.) intende o nonintende accettare nel momento incui questi trattamenti sianonecessari e il soggetto non sia piùcapace di intendere e di volereovvero non sia più autonomo.Al momento il nostro sistemagiuridico non prevede unanormativa che disciplina la praticadel testamento biologico. Tuttaviagli articoli 13 e 32 della CartaCostituzionale conferiscono ad ogniindividuo piena e libera facoltà didecidere a quali trattamenti sanitarisottoporsi, il che dimostrerebbel’esistenza di un vero e propriodiritto di morire con dignità, qualespecificazione del più ampio dirittoalla dignità umana. Contemporaneamente al caso diEluana Englaro, il Governo mise apunto un disegno di legge il cuinodo saliente era l'impossibilità dipoter rinunciare a idratazione ealimentazione da parte del malato,anche se cosciente e sebbene egliavesse precedentemente dispostola sua volontà a interrompere lecure. Seccamente respinto dalPresidente della Repubblica econtestato da un'ampia fettadell'opinione pubblica, ad esso èpoi seguito un disegno di legge, aprima firma Renato CalabròProprio per limitare i danni diquest'operazione politica lesiva deidiritti fondamentali del cittadino, èutile compilare un testamentobiologico. E’ necessario rispettare ildiritto all’autodeterminazione.L’Associazione Luca Coscioni hapredisposto un modello per iltestamento biologico e forniscetutte le informazioni per l’autentica,nella pagina di Soccorso civile. E’possibile anche compilarlo online(http://testamentobiologicoonline.it/). Già più di 8000 persone lohanno fatto. Inoltre l’Associazione si batte perl’istituzione di un Registrocomunale dei Testamenti biologiciche è al momento l’unicostrumento a disposizione deicittadini per testimoniare unascelta della persona e per tutelareil diritto all’autodeterminazione inmateria sanitaria sancito in primoluogo dalla nostra CartaCostituzionale.

che comunque non era vita quellalì. Tra l’altro mio figlio e la suafidanzata ci hanno accompagnatiin Svizzera. E se non avevo loronon so cosa avrei fatto. Gli hodetto “Vittorio mi dicono chebisogna essere lì lunedì” e lui hadetto “digli di sì”. Ma io gli hodetto “non ce la facciamo con itempi oggi è giovedì. Dobbiamoprendere i biglietti per gli aerei, farfirmare le carte”, ha continuato“digli di sì”. L’unica cosa che glifunzionava era la testa quindi eralui che decideva. Io ero il braccio,ma lui era la mente. Era lui che miindirizzava per tutto. Infatti mimanca tantissimo. Senza di lui ionon sono niente.Io posso dire che è stato travirgolette il viaggio più bello chelui ha potuto fare perché l’ha fattocon serenità. Era tranquillo, stavarelativamente bene, e lui quando èmorto è morto col sorriso sullelabbra. Lui quando è morto mi hadetto mettete su una canzone nonvorrete mica stare qui in silenzio.Lì sono stati fantastici, tutto erapreparato. Non abbiamo trovatonessun problema. Mi hannomesso nelle condizioni il piùpossibile affinché lui si sentissecome a casa. Ci hanno spiegato, cihanno chiesto cento volte, hannoprincipalmente parlato con miomarito, noi eravamo presentinaturalmente, volevano sapere selui era convinto e al momento chegli hanno dato la medicina gliavranno chiesto quaranta volte seera sicuro di quello che voleva fare. L’ammalato deve dimostrare chequesto farmaco lo prende da solo,che non viene aiutato. Il momentodell’assunzione del farmaco vienefilmato. Se era al livello di Welbynon sarebbe stato possibile, conDignitas non avresti potutochiudere perché non era possibile.Doveva lui riuscire a fare questacosa. E il suo terrore più grande eraquello di non riuscire. Lui mi aveva

L’iter parlamentare30 anni trascorsi dalla proposta di Loris Fortuna Era il 1985 quando il socialista Loris Fortuna portò per la prima volta al-l'attenzione del Parlamento italiano la questione eutanasia. Al padredel referendum sul divorzio sembrava arrivato il momento di avviare“un processo dialettico e culturale nel Parlamento e nel Paese sulla que-stione della dignità della vita nel suo momento terminale”. Quella pro-posta cadde nel vuoto e bisognerà aspettare quindici anni perchè qual-cuno provi a riprendere l’argomento: a riprovarci è Giuliano Pisapia,deputato di rifondazione comunista, primo firmatario di un testo a-vente come oggetto “interruzione volontaria della sopravvivenza”. […]nel 2006, sulla scia del “caso Welby” ben otto proposte di legge sono sta-te depositate. Tra i firmatari ci sono radicali, verdi, pd, comunisti. Nes-suna di queste è arrivata alla discussione in Aula: quasi tutte sono rima-ste bloccate in esame nelle commissioni cui erano state affidate, ovve-ro Giustizia e Affari Sociali. In discussione in Parlamento e in temporecord è arrivato invece nel 2009 il cosiddetto decreto salva-Eluana. Do-po che la Corte d’Appello di Milano riconosce a Beppino Englaro il di-

ritto di sospendere i trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale, ilConsiglio dei Ministri si attiva per far approvare un provvedimento cheimpedisca la sospensione dei trattamenti, prima con un decreto cheviene rigettato dal Presidente della Repubblica a causa di vizi di incosti-tuzionalità, quindi con un disegno di legge immediatamente trasmes-so al Senato. Tre righe per impedire che idratazione e nutrizione artifi-ciali non possano essere sospese. Il 9 febbraio, mentre il “decreto salva-Eluana” è in discussione in sessione straordinaria, a palazzo Madamagiunge la notizia della morte della Englaro. La disperata lotta contro iltempo e le reazioni scomposte del Senato resteranno una delle paginepiù nere della storia del Parlamento italiano. Il Governo ritira, quindi,il disegno di legge con l’obiettivo di discutere un testo più articolato re-lativo al testamento biologico e alla disciplina dei casi di fine vita. Na-sce così il Ddl Calabrò, depositato il 26 marzo 2009, che prevede, tra lealtre cose, che alimentazione e idratazione artificiale siano “forme disostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze fi-no alla fine della vita” e pertanto “non possono formare oggetto di di-chiarazione anticipata di trattamento”. Il testo è stato oggetto di un ser-rato dibattito in aula fino a luglio del 2011, oggi è decaduto con la finedella legislatura. (Antonella Soldo)

Intervista alla moglie di Vittorio Bisso, malato diSla e morto in Svizzera nel giugno 2012 dove unmedico della Dignitas, un'associazione diaccompagnamento al suicidio assistito, gli hafornito un farmaco che Bisso ha assunto da solo eche ne ha provocato la morte

Vittorio è nato come unsemplice operaio, lavorava infabbrica a Marghera ed eraandato in cassa integrazionequindi ha dovuto mettersi ingioco. Gli hanno proposto difare politica. Lui era unmotociclista. Quindi la suapaura era di rimanereparalizzato per la moto, maiavrebbe pensato per unamalattia. Noi sempre neparlavamo della morte e midiceva che non volevaassolutamente stare come unvegetale. “Se mi succedequalcosa ricordati che io nonvoglio stare in quellecondizioni”. Il sapere dellamalattia è stata una cosatremenda anche perché gli èstata comunicata in piedi, dasolo, quando mi ha chiamata altelefono avevo paura che sibuttasse in canale. Era disperatoe non c’è stato proprio alcunmodo per dirglielo. A giugnodell’anno prima che lui morissesi era iscritto all’associazionedella Svizzera. Io ho un figlioche si chiama Davide di 26 annie lui ha detto “diglielo a Davidedi questa mia decisione”. Iogliel’ho detto e mio figlio hadetto “no per me no”.Ovviamente è il suo papà e gliho detto “se tu lo contraddicisarebbe la cosa più brutta che glipuoi fare” (…). Diceva” io possoquando voglio, quando non cela faccio più tagliare” e invece selui restava qui in Italia nonaveva questa possibilità quindigli ho detto se tu gli dici che seicontrario gli togli l’ultimapossibilità che ha di speranzaanche se è una speranza dimorte, ma di morire in mododignitoso. E allora un po’ alla volta hadovuto cedere mio figlio, dopoha ragionato più avanti che lamalattia andava si è reso conto

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COSA E’ UNTESTAMENTOBIOLOGICO

SPECIALE EUTANASIA LEGALE

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anche detto che “se nonsono più capace direspirare tu non chiaminessuno e mi lascimorire”. E gli ho detto“ma scusa ma comepuoi pensare che se io tivedo che non riesci arespirare e ti lasciosoffocare”. Io credo chesia impossibile, è bruttoanche dirlo, ma io l’hovisto proprio come se sifosse tolto un macigno.Chi ha i soldi puòpermettersi tutto, chinon ha i soldi non puòpermettersi neanche dimorire in mododignitoso. Circa 10000euro perché tra aereo,tra l’albergo e i soldi daquando abbiamocominciato perché c’èuna tassa che mandi su

per l’iscrizione. Poi c’èun’altra tassa. Circaquei soldi là. Luiassolutamente nonvoleva dirlo allepersone - diciamo nonproprio strette - perchéaveva paura che sivenisse a sapere e che almomento cheprendevamo l’aereo cifermassero e lui aveva ilterrore di questo. Iocredo che gli amici veritutti gli amici vicinitutti hanno capito ehanno accettato la suascelta e hanno anchedetto che era la cosamigliore. In un giornaleun prete ha dichiaratoche mio marito eramatto e per quello hafatto una cosa delgenere. Adesso io non

La testimonianza L’ESILIO DELLA LIBERA SCELTA

Avrebbe preferitocasa alla Svizzera

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IN PARLAMENTO MANCATO AGGIORNAMENTO DILEA E NOMENCLATORE

E utanasia clandestina. Più che ne-gli ospedali io penso agli am-bienti sanitari, ma non proprio

ospedalizzati: tipo case di riposo, istitu-ti di ricovero. Atti eutanasici in ambien-te rianimatorio, altamente tecnologico,lo ritengo molto difficile nel senso cheil paziente in rianimazione è talmentemonitorizzato con elettrocardiogram-ma, elettroencefalogramma rilievo dellapressione arteriotica, quegli ambientisono ambienti in cui sono presenti incontemporanea in guardia molti sog-getti sanitari, molto personale sanitario,per cui pensare che in una terapia inten-siva in cui ci sono in un turno di servizioalmeno due medici presenti, quattro in-fermieri, due ausiliari, il tecnico, il fisio-terapista, e che tutti insieme si mettanod’accordo in otto persone per praticarel’atto eutanasico che però poi prevedreb-be anche che tu debba andare a cancel-lare le tracce della pressione etc questo èmolto difficile, poi in Italia. Mentre nelle terapie intensive italiane c’èuno studio dell’Istituto Mario Negri Mi-lano del 2006 che dice che 30.000 pa-zienti che muoiono in terapia intensivadei 150.000 ricoverati all’anno in tera-pia intensiva 30.000 muoiono, è unapercentuale bassissima rispetto al restodel mondo, pochissimi muoiono. Diquesti 30.000 16.000, cioè più dellametà 62 % muoiono in seguito a deci-sione clinica di non iniziare, sospendereo limitare la terapia. Quindi ci sono in I-talia se vogliamo vederla in manieraprovocatoria 16.000 casi Welby o Engla-ro all’anno. Il non iniziare, interrompere o limitarele terapie che vengono praticate in que-sti ambienti altamente tecnologici e cri-tici sono terapie che soltanto modificare

parzialmente la posologia già corrispondein pratica alla morte del paziente perchéquesti pazienti sono mantenuti in vitaperché hanno il ventilatore meccanicoche gli fa entrare l’ossigeno, hanno il far-maco che sostiene l’attività cardiaca, han-no la terapia nutrizionale, hanno l’anti-

biotico giusto, esatto, nel dosaggio e-satto, e soltanto cambiare il tipo diantibiotico o somministrare un anti-biotico che non sia quello adatto altipo di infezione corrisponde allamorte del paziente. Quindi le terapie nel nostro paese,come in tutti i paesi occidentali, si so-spendono, non si iniziano, cosa cheperaltro giuridicamente è la stessa co-sa, ecco mentre l’atto eutanasico cioèla somministrazione di una sostan-za atta ad interrompere in manierapuntuale e rapida l’attività cardiacao respiratoria con conseguente mor-te in pochi minuti e questo in am-biente ospedaliero è già più difficile. Allora la sedazione o palliativo ter-minale è una cosa che si fa comune-mente sui pazienti in particolare ne-gli hospice il paziente chiede di veni-re sedato in maniera continuativaperché ha uno stato di sofferenza chenon riesce a gestire con la normalesedazione quindi è disponibile evuole essere sedato in maniera co-stante, ovviamente le terapie vengo-no sospese anche la terapia nutrizio-nale, e il paziente muore.La sedazione palliativa dura tra iquattro e i cinque giorni: a Piergior-gio Welby, un palliativista di areaconfessionale chiamiamolo così, a-veva proposto questo. Lui aveva rifiu-tato perché gli sembrava poco digni-toso che chi gli stava intorno, Minain particolare, lo vedesse spegnersi inquesto tempo. Oggi stiamo assisten-do ad un’aggressione verso questa se-dazione palliativa che è sempre stataun patrimonio culturale e tecnico diquesto ambiente. (Trascrizione di Fai-Notizia non rivista dall’autore)

MarioRiccio

anestesistarianimatorepressol’ospedale diCremona,dirigentedellaConsulta diBioeticaOnlus edell'Associazione LucaCoscioni

Chi è

La sedazione del cardinal Martini“Poi le difficoltà fisiche sono aumentate, deglutivi con fatica e quindimangiavi sempre meno e spesso catarro e muchi, che non riuscivi più aespellere per la tua malattia, ti rendevano impegnativa la respirazione. A-vevi paura, non della morte in sé, ma dell'atto del morire, del trapasso edi tutto ciò che lo precede.Ne avevamo parlato insieme a marzo e io, che come avvocato mi occupoanche della protezione dei soggetti deboli, ti avevo invitato a esprimere inmodo chiaro ed esplicito i tuoi desideri sulle cure che avresti voluto rice-vere. E così è stato. Avevi paura, paura soprattutto di perdere il controllodel tuo corpo, di morire soffocato. Se tu potessi usare oggi parole umane,credo ci diresti di parlare con il malato della sua morte, di condividere isuoi timori, di ascoltare i suoi desideri senza paura o ipocrisia.Con la consapevolezza condivisa che il momento si avvicinava, quandonon ce l'hai fatta più, hai chiesto di essere addormentato. Così una dot-toressa con due occhi chiari e limpidi, una esperta di cure che accompa-gnano alla morte, ti ha sedato”. (estratto della lettera al Cardinal Martini del-la nipote Giulia)

L’OPINIONEMarioRiccio

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IL MEDICO SOSPENSIONE DEI TRATTAMENTI: UNA PRASSI ALL'ORDINE DEL GIORNO IN ITALIA

Casi Welby ed Englaro:sedicimila ogni annoUno studio dell’Istituto Mario Negri sostiene che su 30milapazienti che muoiono ogni anno nei reparti di terapiaintensiva, 16.000 muoiono in seguito a una decisionemedica di non iniziare, sospendere o limitare la terapia

on line www.associazionelucacoscioni.it

La storiaSENTENZA STORICASU RIFIUTO TERAPIE

Mario Riccio è il medicoanestesista di Cremona cheaiutò Piergiorgio Welby amorire. La sera del 20dicembre del 2006, dopoaverlo sedato gli staccò ilrespiratore che lo teneva invita. Indagato per omicidio delconsenziente, Riccio vienedefinitivamente prosciolto il23 luglio del 2007, quando ilGUP di Roma, Zaira Secchiordina il non luogo aprocedere perché il fatto noncostituisce reato. Unasentenza storica chericonosce il diritto del malatodi rifiutare la terapia o laprosecuzione di terapie nonvolute. Egli racconta la suavicenda in un libro scritto conla giornalista scientificaGianna Milano, “ Storia di unamorta opportuna. Il diario delmedico che ha fatto la volontàdi Welby” (Sironi Editore).

mi ricordo chi fosse peròuna disgrazia del genereuno se non conosce lapersona poteva ancherisparmiarsi di fare certicommenti. Adesso iocapisco che la Chiesasicuramente non puòcondividere una sceltadel genere però in questocaso stai zitto. Tuttosommato sapere che seuno vuole c’è lapossibilità credo che ilvivere sia diverso chenon vivere sapendo chese io sto tanto male devotenermelo e non possorisolvere in nessunmodo. Mica tuttidecidono che è giustotogliersi la vita però queipochi che decidono, iospero che siano pochi,che vogliono farla finita

che abbiano lapossibilità di farlo e nonche devono soffrire oandare se hanno lapossibilità di farlo. Noinon saremmo andati inSvizzera se ci fosse statala possibilità. Avrebbepotuto morire a casa suainsieme a più amici chenon solo con Davide, ioed Elisa. Sarebbe statauna morte come quellache lui ha avuto peròcomunque con tutte lepersone che lui volevavicine invece là è stato inesilio. (Trascrizione nonrivista dall’autoredell’intervista di DanielaSala per FaiNotizia)

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Angiolo Bandinelli

L a guerra alla droga è uno degliaspetti, sicuramente il piùspettacolare, della cultura

proibizionista dominante. E' unacultura che vuole incuteresoggezione e timore, utilizzandosenza scrupoli lo spettro della"liberalizzazione" indicata comecausa di infiniti malanni sociali."Liberalizzare la droga", per questacultura, significa voler far dilagare ilsuo uso indiscriminatamente,qualcosa cui bisogna opporsi, costiquel che costi. Purtroppo, non ècome ci viene raccontato. Bastaanalizzare seriamente il fenomeno eci si accorgerà che la culturaproibizionista vive e si potenziaproprio sul fatto che la droga è oggi,nei fatti, un commerciocompletamente "libero". Liberoperché non controllato: ilproibizionismo impedisce che losmercio venga sottoposto ad unminimo di vigilanza pubblica. E'quanto a lungo e tenacementesostenne, inascoltato, un grandeeconomista come Milton Friedman,il quale invocava la"regolamentazione" del commerciodi questi prodotti. Solo una effettivaregolamentazione - ammoniva -potrà portare beneficheconseguenze, di ordine economicoma anche sociale, in un settorecomplesso e sotterraneo. Friedmannon fu ascoltato, ma non era solo.Quanto meno, al suo fianco sonosempre stati i radicali, avversari diogni proibizionismo e fautori invecedi una regolamentazione equilibratae consapevole dei fenomeni sociali.Erano per la "regolamentazione"anche quando combattevanol'aborto clandestino, praticato"liberamente" da mammane e daimedici "cucchiai d'oro", speculatoridella sofferenza della donna. Controi radicali, all'epoca, venne aperta

una campagna diffamatoria,venivano indicati come cultori diun fenomeno immorale eantisociale. Anche allora, laquestione era esattamente neitermini opposti. Un sistemalegislativo, giudiziario ed ancheetico impotente a frenare se non asradicare l'aborto clandestino nonvoleva assumersi la responsabilitàdi gestire il problema nell'unicamaniera efficace: un controllopubblico che assicurasse la donnache non sarebbe statacolpevolizzata o punita, magarantita almeno nella sicurezzasanitaria. Sebbene inadeguata eperfino disattesa (grazie alla praticadell'obiezione di coscienza avallatae artatamente suggerita da autoritàdi ogni genere...) l'attualelegislazione sull'aborto hconsentito di salvare innumerevolivite ed anche di ridurre ilfenomeno. I radicali sanno beneche ovunque c'èresponsabilizzazione, i fenomeninegativi tendono a regredire se nona scomparire. Lo stesso effettopositivo sicuramente siprodurrebbe se si addivenisse, in unnumero adeguato di paesi, ad unaregolamentazione del commerciodelle sostanze stupefacenti,sistematicamente e scientificamentedefinite e classificate da un sistemanon punitivo ma sanitario.

Se è soprattutto sul tema delladroga che si esercital'antiproibizionismo, analoghepolitiche restrittive vengono un po'dovunque mese in atto quando siparla dei cosiddetti “temi etici”,quelli che riguardano i diritti dellapersona. Oggi in Italia è di urgenteattualità il tema dell'eutanasia.Nonostante l'indifferenza e ladisattenzione della politica e ladisinformazione della stampa edella tv, diversi sondaggi mostrano

che, in materia di accesso e rifiuto edelle cure, la volontà degli italiani èsempre più favorevole al rispettodell'autodeterminazione.Ricordiamo ancora una volta lecifre. Il “Rapporto Italia 2013”,elaborato da Eurispes, evidenzia unaumento del numero di quanti sidichiarano favorevoli all'eutanasia:dal 50,1% dello scorso annoall'attuale 64,6%. Al suicidioassistito è contrario il 63,8% degliitaliani (lo scorso anno eraconvinto di questo il 71,6%), maottiene comunque il favore del36,2% (contro il 25,3% del 2012).Il testamento biologico registra unaumento di consensi di oltre diecipunti percentuali: dal 65,8% del2012 al 77,3% del 2013. Anche

l'Osservatorio sul Nord Est,curato da Demos per “IlGazzettino”, si è occupato deltema dell'eutanasia e, alla finedel 2012, ha compiuto unsondaggio. nel gennaio del2007, poco dopo la morte diPiergiorgio Welby, il consensoper il diritto all'eutanasia cresce,sfiorandoil 67%. Tra il 2008 e il 2011 iltrend si consolida e il consensonon scende mai sotto il 62%.Oggi, è arrivato a superare il69%. Sono cifre importanti. E'sulla loro base che laAssociazione Luca Coscioni haavviato la raccolta firme per unapetizione perché il Parlamento

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ANGIOLOBANDINELLI

radicalestorico,scrittore epoliticoitaliano, giàdeputatodellaRepubblica

I radicali sanno bene che ovunque c'èresponsabilizzazione, i fenomeni negativitendono a regredire se non a scomparire

Rodotà: Englaro ha creduto nello Stato di diritto

"La cultura della morte sarebbe interpretata dalpadre di Eluana Englaro? Lui con le sue richieste hacondannato a morte la figlia? O non c'è, invece, inquesto sforzo durato diciassette anni, l'amore di unpadre che deve vedere la figlia in un modo dramma-tico? Se non vi fossero state queste tecnologie avanza-te, che qualcuno in modo irresponsabile descrivecome ‘dare pane e acqua’, Eluana sarebbe morta

diciassette anni fa. Non facciamo più i conti conla naturalità, ma con una artificialità che dellevolte prolunga la vita oltre la dignità. Morire condignità non è forse uno dei diritti fondamentalidella persona? […] Noi dobbiamo sempre staresotto il controllo della Costituzione. Non possia-mo abbandonarla perché si aprirebbe un varcoche farebbe passare le cattive intenzioni. Possoanche fare il guardiano del giardino del dirittoche serve a tutti noi. Se passiamo dal Governodella legge al Governo degli uomini e questo non

Storia radicale CONTRO TUTTI I PROIBIZIONISMI

Legalizzare risposta liberale all’illegalità

SPECIALE EUTANASIA LEGALE

Roma, 5 novembre te la celebrazione d tro la posizione e le contro i diritti fond ne, di sessualità e d

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Francesco Marzo

L o sviluppo delle biotecnologie,oggigiorno, ha purtroppo raffor-zato in molti l’idea di una surrea-

le stagione dell'immortalità, in cui vi èun predominio della scienza sulla mor-te. Tale evoluzione tecnologica, tuttavia,sta privando gli uomini della possibilitàdi vivere serenamente la fine della pro-pria esistenza. Negli ultimi giorni della propria vita, in-fatti, donne e uomini devono mantene-re il rispetto dei valori ai quali la propriaesistenza si è ispirata; essere autonominelle decisioni di fine vita, ossia rifiutareinutili sofferenze fisiche e psicologiche,sono fondamentali scelte individualiche lo Stato deve garantire e rispettare.In una società civile, dunque, questo ri-spetto è massima espressione di libertà. Per tale ragione, tutti gli Ordinamenti ci-vili sono tenute a sviluppare ed incorag-giare i trattamenti di fine vita tra cui lecure palliative ed il rifiuto dell'accani-mento terapeutico. Rimane intatto - og-gi come ieri - il diritto dell'essere uma-no, come suprema affermazione di li-bertà ed autonomia, di rifiutare il prose-guimento della vita e di chiedere di anti-cipare il momento della propria morte.Con riferimento agli Stati europei chegià da anni hanno legiferato in merito aitrattamenti di fine vita, i dati statisticinon segnalano affatto un "turismo del-la dolce morte", considerando che le leg-gi di alcuni Paesi come Olanda, Belgio,Svizzera, Scandinavia e Spagna consen-tono anche ai cittadini di altre nazionidi far ricorso alle differenti pratiche euta-nasiche legalizzate nei loro paesi. Del resto, come affermò diversi anni fa ilpresidente belga della Commissione na-zionale di controllo e valutazione del-l'eutanasia, Wim Distelmans, il princi-pio della china scivolosa (Slippery Slo-pe) era e resta ancora oggi una paura

infondata, posto il fatto che: «Normal-mente i pazienti che possono essere pre-si in considerazione per l'eutanasia nonsono in condizioni di essere trasporta-ti». Ben lontano quindi il principio secon-do cui il termine “slippery slope” desi-gna un processo per cui, una volta am-messo un determinato comportamen-to, diventa più facile la progressione ver-so un altro comportamento situato sul-la stessa linea del primo, posto il princi-

pio assoluto che la violazione del di-ritto a vivere contro la propria vo-lontà è ben più grave della violazio-ne del diritto di morire !Infatti, una volta riconosciuto il prin-cipio di autonomia assoluta, come e-lemento centrale delle decisioni bioe-tiche sui trattamenti di fine vita, entrain scena soltanto il principio di giu-stizia, inteso come libertà di scelta, ri-conosciuta e garantita a tutti.Non solo, ma in aggiunta a quantodetto finora, va rammentato che adun anno dall'entrata in vigore dellalegge che ha legalizzato l'eutanasiaprima in Olanda e poi in Belgio, u-na delle più autorevoli riviste medi-che dei Paesi Bassi, il settimanaleArtsenkrant ha dichiarato che le sti-me ufficiali indicano che dal 23 set-tembre 2002 (anno della legalizza-zione dell’eutanasia in Belgio) sonostate praticate solo 170 eutanasie…tutto questo a dimostrazione del fat-to che la legalizzazione dei tratta-menti di fine vita non ha creato mi-nimamente alcun abuso di tali pra-tiche da parte delle persone ad essefavorevoli.Il livello di rispetto e considerazionedella dignità umana nelle leggi de-gli Stati europei che hanno legaliz-zato buona parte delle pratiche euta-nasiche, e che sicuramente costitui-sce un tratto distintivo interessantedella legge stessa, è la disposizionesecondo cui la persona defunta a se-guito di eutanasia si ritiene decedu-ta per causa naturale.Un simile prescrizione evidenzia co-me la normativa in questione si siainserita in una realtà sociale e sani-taria particolarmente attenta ai biso-gni del morente e certamente lonta-na dai quei falsi moralismi che im-pediscono ad altri Stati di legiferareal riguardo.

italiano avvii un'indagine conoscitivasull'eutanasia clandestina e gli altriaspetti della morte all'italiana, e discutaproposte di legge per la legalizzazioneo depenalizzazione dell'eutanasia e delsuicidio assistito. Come è noto,l'Associazione sta anche raccogliendoadesioni per una petizione alParlamento europeo, volta a chiedereche gli Stati membri rispettinol’autonomia del paziente. Mentre laclasse politica sprofonda nelle suecontraddizioni e nelle sue incapacità, èurgente mettere in campo iniziative cheraccolgano ed evidenzino quanto ilpaese sia moderno, vivace eresponsabile.

IL PUNTOFrancescoMarzo

Estero IN OLANDA BELGIO SVIZZERA LA STRADA DELLA LEGALITA’

La regolamentazione non ha creato abusi

FrancescoMarzo

avvocato, hacondottostudi di EticaApplicata presso il CIRSFIDdi Bologna eall'esteropresso ilKarolinskaInstitute diStoccolma edil BIG-BioethicsInstituteGhent inBelgio, conapprofondimenti legislativiin merito allaSedazioneTerminale delpaziente ealle differentipraticheeutanasiche.

Chi è

AgendaIl numero 59 di “AgendaCoscioni” e stato chiuso il 18aprile 2013.

direttoreMarco Cappato

graficaMihai Romanciuc

in redazioneValentina Stella

trascrizioniElena Paola Rampello

progetto graficoRoberto Pavan

illustrazioniPaolo Cardoni

Scongiurato il pendio scivoloso: permettere l’eutanasia nonsignifica aumentare le morti

era Stalin , era Platone - noi distruggiamo il fonda-mento della democrazia: la Corte Costituzionale hadetto più volte che non si può intervenire su un provve-dimento giurisdizionale. […] La situazione era dram-matica ma ho letto con fastidio frasi come ‘PerchéBeppino non l'ha portata a casa e l’ha fatta morire acasa, come si fa ordinariamente?’ Perché credeva nelloStato e quando ha commentato la vicenda ha detto:'Viviamo in uno stato di Diritto'". (StefanoRodotà risponde ad Angelino Alfano sulla vicendadi Eluana Englaro, Ballarò 2009)

15 2000 - Due gruppi di radicali manifestano, duran- del Giubileo dei politici, in Piazza San Pietro, con- e iniziative del Pontefice e della Chiesa Cattolica

amentali della persona, in tema di contraccezio- di aborti.

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In Italia, chi aiuta un malato terminale a morire -come un genitore o un figlio che vuole smettere disoffrire - rischia fino a 12 anni di carcere. Il dirittocostituzionale a non essere sottoposti a trattamentisanitari contro la nostra volontà è costantementeviolato. Se vogliamo che le cose cambino,dobbiamo darci da fare. È partita la campagnasulla proposta di legge popolare che regolal'eutanasia e il testamento biologico. Per obbligare il Parlamento a discuterla, serve una grandecampagna di mobilitazione. Servono personecome te, disposte a dare una mano.

Mina Welby, Filomena Gallo, Marco Cappato

www.eutanasialegale.it9 7 2 8 3 8 9 0 5 8 6