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LA STAMPA GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2017 . Società . 25 Scottature Cotto divide le canzoni in «creme solari» e «abbronzanti». Le prime per chi non ama troppo stare in spiaggia. Se si ha il giusto stato d’animo però allora via con una Maria dei Blondie o I get around dei Beach Boys (foto). Ma nella seconda categoria c’è anche Jersey Girls di Tom Waits: quanto di più lontano ci sia dallo stereotipo dell’estate Depressione e mal di gola? Curatele con il rock La musica è una medicina contro il dolore, soprattutto dell’anima Ecco qualche ricetta di Massimo Cotto, storico dj di Virgin Radio LAURA AGUZZI il caso N ella loro martellante e psichedelica Take Up Thy Stethoscope and Walk (Prendi il tuo steteosco- pio e cammina) nel 1967 i Pink Floyd cantavano «La musica sembra alleviare il dolore, sembra stimolare il cervello». Può farlo davvero? A giudica- re dal moltiplicarsi degli studi e dal fiorire della musicotera- pia, parrebbe proprio di sì. Una raccolta di casi emblema- tici delle straordinarie intera- zioni tra musica e cervello è stata pubblicata nel 2007 dal neurologo statunitense Oliver Sacks nel suo Musicofilia. Tutto ciò accade perché l’uomo è un animale musicale e il ritmo occupa nel cervello più spazio del linguaggio. Ma se la cura è la musica, allora i medici sono i musicisti, o per meglio dire gli sciamani di questa strana liturgia. «Ci cu- rano ma spesso non sono in grado di curare se stessi, qua- si dovessero spingersi al limi- te per esplorare le corde più profonde del nostro animo». A parlare è Massimo Cotto, astigiano, storica voce di Vir- gin Radio, e grande appassio- nato di rock, che per Marsilio ha appena pubblicato Rock Therapy (come una canzone degli Stray Cats di qualche anno fa): ben 333 canzoni per ogni malanno o situazione, «una sorta di talismano da ti- rare fuori all’occorrenza». Per assonanza o per con- trasto, per sottrazione o mol- tiplicazione: come tutte le me- dicine ci sono vari dosaggi, at- titudini e perfino reazioni al- lergiche. «Ogni volta che ascolti una canzone è come se il vento portasse con sé tutti momenti in cui l’hai ascoltata. E allora succede che ciò fa be- ne a 99 persone, a una su cen- to provochi una reazione al- lergica. Io per esempio non ho nessun ricordo particolare le- gato a Song to the Syren di Tim Buckley ma ogni volta che la ascolto sto male: la musica può fare anche questo. Ma è una catarsi». Così si può scegliere di cu- rarsi con l’omeopatia e ascol- tare la disarmante There is a light that never goes down degli Smiths per uscire dalla malin- conia, cullandocisi dolcemen- te ancora un poco. O si può gridare aiuto: «Come ha fatto John Lennon con la sua Help, canzone nata in un momento di grande depressione dell’au- tore, quando attorno a lui nes- suno credeva stesse male dav- vero». O si può scegliere l’aro- materapia «Perché le canzoni oltre ad ascoltarle, si vedono, si toccano, si annusano. Magari alla sera, con degli oli essenziali nell’aria. Dance me to the end of love di Leonard Cohen, ad esempio, è un valzer che avvol- ge a lungo, come un profumo». Tra le note lente si può perfi- no trovare rimedio a quella che gli studiosi hanno preso a indi- care come la Fomo, Fear of Mis- sing Out, il terrore di perdersi qualcosa nel costante, inesora- bile flusso dei social media. Per uscire da questo perenne stato di ansia può aiutare ascoltare canzoni che non si sono mai preoccupate di stare nei canoni imposti dallo show business ep- pure sono diventate classici. Uno su tutti? Starway to heaven, Led Zeppelin, dove c’è una don- na convinta «che tutto quello che luccica sia oro». «È un invi- to a prendersi del tempo. Oggi sembra di dover comprimere tutto in tre minuti, basti pensa- re a Sanremo: dopo venti, tren- ta secondi al massimo le canzo- ni devono arrivare al ritornello. Un incubo». E se qualcuno è appena tor- nato da Oltralpe e soffre già il «mal di Francia», non manca un capitolo sulla canzone francese, quasi un peccato originale per un amante del rock. «La chanson è un po’ la lingua perduta delle gru: non esiste più quel modo di canta- re, quei cantanti che, da Brel a Juliette Greco, cantavano con le mani. Mi piace l’idea che esista una sorta di stanza dei giochi con giocattoli che non si usano più». Ma le canzoni non solo pos- sono risollevarci dai malanni dell’animo. Per Cotto hanno addirittura un potere abbron- zante o afrodisiaco. «In realtà abbiamo due categorie “creme solari” e “abbronzanti”. Le pri- me per chi come me non ama stare in spiaggia. O non si ri- trova nell’idea pacchetto va- canze: tutti felici, tutti a canta- re, tutti abbronzati. Se invece si ha il giusto stato d’animo al- lora via con una Maria dei Blondie o I get around dei Bea- ch Boys. Ma la mia preferita è sempre Jersey Girls di Tom Waits: quanto di più lontano ci sia dallo stereotipo dell’esta- te». E l’afrodisiaco? «Sex on fire dei Kings of Leon. Loro sono viagra totale: l’immediatezza del pop, un senso epico e sotto sotto l’incedere del rock». Oltre «A far cantare li li li la la la» una musica insomma «può salvarti sull’orlo del precipizio», lo diceva Max Gazzè. Unica re- gola, che sia Vera musica, non l’ultimo tormentone dell’estate. Solo la vera musica «sa far ride- re e all’improvviso ti aiuta a piangere». Parola di un altro astigiano doc, Paolo Conte. c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Mal di gola Per il mal di gola suggerisce Rock and roll all nite dei Kiss (foto) e The weeping song di Nick Cave and the Bad Seeds, perché costituiscono «una terapia d’urto», essendo brani «nati per essere cantati a squarciagola» Anti rughe Come canzoni «antirughe» perfetta My generation degli Who (foto) e We gotta get out of this place: ci ricordano che la giovinezza non è un fattore anagrafico DIGITAL VISION Stress Per vincerlo bisogna prendersi del tempo. Ascoltate canzoni lunghe e distese, come Starway to heaven dei Led Zeppelin Depressione Se si è davvero in crisi Help dei Beatles è perfetta. È una canzone nata in un momento di crisi esistenziale per John Lennon quando attorno a lui nessuno poteva immaginare stesse male davvero Il libro «Rock Therapy» (Marsilio) di Massimo Cotto, storica voce di Virgin Radio e grande appassionato di rock. Ben 333 canzoni per ogni malanno o situazione «una sorta di talismano da tenere in tasca e tirare fuori all’occorrenza» ISTOCKPHOTO

anche Jersey Depressione e mal di gola? Curatele con il rock · 2021. 1. 25. · gridare aiuto: «Come ha fatto John Lennon con la sua Help, canzone nata in un momento di grande depressione

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Page 1: anche Jersey Depressione e mal di gola? Curatele con il rock · 2021. 1. 25. · gridare aiuto: «Come ha fatto John Lennon con la sua Help, canzone nata in un momento di grande depressione

LA STAMPAGIOVEDÌ 24 AGOSTO 2017 .Società .25

ScottatureCotto divide le canzoni in «creme solari» e «abbronzanti». Le prime per chi non ama troppo stare in spiaggia. Se si ha il giusto stato d’animo però allora via con una Maria dei Blondie o I get around dei Beach Boys (foto). Ma nella seconda categoria c’è anche Jersey Girls di Tom Waits: quanto di più lontano ci sia dallo stereotipo dell’estate

Depressione e mal di gola?Curatele con il rock

La musica è una medicina contro il dolore, soprattutto dell’animaEcco qualche ricetta di Massimo Cotto, storico dj di Virgin Radio

LAURA AGUZZI

il caso

Nella loro martellante epsichedelica Take UpThy Stethoscope and

Walk (Prendi il tuo steteosco-pio e cammina) nel 1967 i PinkFloyd cantavano «La musicasembra alleviare il dolore,sembra stimolare il cervello».Può farlo davvero? A giudica-re dal moltiplicarsi degli studie dal fiorire della musicotera-pia, parrebbe proprio di sì.Una raccolta di casi emblema-tici delle straordinarie intera-zioni tra musica e cervello èstata pubblicata nel 2007 dalneurologo statunitense OliverSacks nel suo Musicofilia.

Tutto ciò accade perchél’uomo è un animale musicalee il ritmo occupa nel cervellopiù spazio del linguaggio. Mase la cura è la musica, allora imedici sono i musicisti, o permeglio dire gli sciamani diquesta strana liturgia. «Ci cu-rano ma spesso non sono ingrado di curare se stessi, qua-si dovessero spingersi al limi-te per esplorare le corde piùprofonde del nostro animo».A parlare è Massimo Cotto,astigiano, storica voce di Vir-gin Radio, e grande appassio-nato di rock, che per Marsilioha appena pubblicato RockTherapy (come una canzonedegli Stray Cats di qualcheanno fa): ben 333 canzoni perogni malanno o situazione,«una sorta di talismano da ti-rare fuori all’occorrenza».

Per assonanza o per con-trasto, per sottrazione o mol-tiplicazione: come tutte le me-dicine ci sono vari dosaggi, at-titudini e perfino reazioni al-lergiche. «Ogni volta cheascolti una canzone è come seil vento portasse con sé tuttimomenti in cui l’hai ascoltata.E allora succede che ciò fa be-ne a 99 persone, a una su cen-to provochi una reazione al-lergica. Io per esempio non honessun ricordo particolare le-gato a Song to the Syren di TimBuckley ma ogni volta che laascolto sto male: la musicapuò fare anche questo. Ma èuna catarsi».

Così si può scegliere di cu-rarsi con l’omeopatia e ascol-tare la disarmante There is alight that never goes down degliSmiths per uscire dalla malin-conia, cullandocisi dolcemen-te ancora un poco. O si puògridare aiuto: «Come ha fattoJohn Lennon con la sua Help,canzone nata in un momentodi grande depressione dell’au-tore, quando attorno a lui nes-suno credeva stesse male dav-

vero». O si può scegliere l’aro-materapia «Perché le canzonioltre ad ascoltarle, si vedono, sitoccano, si annusano. Magarialla sera, con degli oli essenzialinell’aria. Dance me to the end oflove di Leonard Cohen, adesempio, è un valzer che avvol-ge a lungo, come un profumo».

Tra le note lente si può perfi-no trovare rimedio a quella chegli studiosi hanno preso a indi-care come la Fomo, Fear of Mis-sing Out, il terrore di perdersiqualcosa nel costante, inesora-bile flusso dei social media. Peruscire da questo perenne statodi ansia può aiutare ascoltarecanzoni che non si sono maipreoccupate di stare nei canoniimposti dallo show business ep-pure sono diventate classici.Uno su tutti? Starway to heaven,Led Zeppelin, dove c’è una don-na convinta «che tutto quelloche luccica sia oro». «È un invi-to a prendersi del tempo. Oggisembra di dover comprimere tutto in tre minuti, basti pensa-re a Sanremo: dopo venti, tren-ta secondi al massimo le canzo-ni devono arrivare al ritornello.Un incubo».

E se qualcuno è appena tor-nato da Oltralpe e soffre già il«mal di Francia», non manca

un capitolo sulla canzonefrancese, quasi un peccatooriginale per un amante delrock. «La chanson è un po’ lalingua perduta delle gru: nonesiste più quel modo di canta-re, quei cantanti che, da Brel aJuliette Greco, cantavano conle mani. Mi piace l’idea cheesista una sorta di stanza deigiochi con giocattoli che nonsi usano più».

Ma le canzoni non solo pos-sono risollevarci dai malannidell’animo. Per Cotto hannoaddirittura un potere abbron-zante o afrodisiaco. «In realtàabbiamo due categorie “cremesolari” e “abbronzanti”. Le pri-me per chi come me non amastare in spiaggia. O non si ri-trova nell’idea pacchetto va-canze: tutti felici, tutti a canta-re, tutti abbronzati. Se invecesi ha il giusto stato d’animo al-lora via con una Maria deiBlondie o I get around dei Bea-ch Boys. Ma la mia preferita èsempre Jersey Girls di TomWaits: quanto di più lontano cisia dallo stereotipo dell’esta-te». E l’afrodisiaco? «Sex on firedei Kings of Leon. Loro sonoviagra totale: l’immediatezzadel pop, un senso epico e sottosotto l’incedere del rock».

Oltre «A far cantare li li li la lala» una musica insomma «puòsalvarti sull’orlo del precipizio»,lo diceva Max Gazzè. Unica re-gola, che sia Vera musica, nonl’ultimo tormentone dell’estate.Solo la vera musica «sa far ride-re e all’improvviso ti aiuta apiangere». Parola di un altro astigiano doc, Paolo Conte.

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Mal di golaPer il mal di gola

suggerisce Rock and roll all nite dei Kiss

(foto) e The weeping song di Nick Cave and

the Bad Seeds, perché costituiscono «una terapia

d’urto», essendo brani «nati per essere cantati a squarciagola»

Anti rugheCome canzoni «antirughe» perfetta My generation degli Who (foto) e We gotta get out of this place: ci ricordano che la giovinezza non è un fattore anagrafico

DIGITAL VISION

StressPer vincerlo bisogna prendersi del tempo. Ascoltate canzoni lunghe e distese, come Starway to heaven dei Led Zeppelin

DepressioneSe si è davvero in crisi

Help dei Beatles è perfetta. È una canzone nata in un

momento di crisi esistenziale per John

Lennon quando attorno a lui nessuno poteva

immaginare stesse male davvero

Il libro«Rock

Therapy»(Marsilio)

di MassimoCotto, storica

vocedi Virgin

Radioe grande

appassionatodi rock.

Ben 333canzoni per

ogni malannoo situazione

«una sorta ditalismano da

tenere in tascae tirare fuori

all’occorrenza»

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