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Antropologia Molecolare 6 CFU (4+2) Prof.ssa Carla M. Calò Tel.: 070 6754154 E-mail: [email protected]

Antropologia Molecolare - people.unica.itpeople.unica.it/carlamariacalo/files/2018/03/1.variabilità.pdf · Tre modelli di mutazione Alleli infiniti: ogni evento mutazionale genera

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Antropologia Molecolare

6 CFU (4+2)

Prof.ssa Carla M. Calò

Tel.: 070 6754154

E-mail: [email protected]

Cos’è l’Antropologia Antropos: uomo

Logos: discorso

Antropologia

Paleontologia

Antropometria

Auxologia

Demografia

Antropologia

molecolare

Antropologia:

Lo studio dell’uomo in rapporto al suo contesto biologico, demografico e storico-culturale.

Antropologia molecolare:

L’introduzione di nuovi strumenti basati sulla variabilità del DNA ha permesso di affrontare queste problematiche da un ulteriore punto di vista e creando una nuova branca dell’antropologia “L’ Antropologia molecolare”.

Programma

Introduzione all’antropologia molecolare: nascita, sviluppi e finalità. Dall'analisi dei marcatori

classici alla NGS.

Variabilità inter e intra-popolazionistica: significato e come verificarla.

Le forze evolutive. I processi microevolutivi nelle popolazioni umane.

I marcatori molecolari nello studio delle popolazioni umane (marcatori biallelici, VNTRs,

STRs, SNPs): origine, tassi di mutazione e applicazioni. Vantaggi nell’utilizzo dei marcatori a

trasmissione uniparentale (mtDNA e porzione non ricombinante del cromosoma Y).

Richiami sulle teorie dell’evoluzione umana. Origine e diffusione dell’uomo anatomicamente

moderno: le diverse teorie analizzate da un punto di vista molecolare. La posizione

dell’uomo di Neanderthal. La posizione dei nuragici. Il popolamento dei vari continenti da

parte di Homo sapiens ricostruito attraverso i dati molecolari.

Caratteristiche del DNA antico. Le Metodologie di analisi. Il problema delle contaminazioni:

precauzioni e protocolli di lavoro. Marcatori utilizzati nello studio del DNA antico. Analisi

bioinformatiche per la ricostruzione e l’analisi delle sequenze di DNA.

Esempi di evoluzione recente: la persistenza della lattasi.

Variabilità genetica e suscettibilità individuale verso patologie complesse o fenotipi

multifattoriali.

La fallacità del concetto di “razza umana” secondo gli studi sul DNA.

Cenni su DNA e analisi forensi. I marcatori utilizzati nell’analisi forense e negli studi di

associazione.

Metodi di analisi della variabilità genetica: allineamento e confronto di sequenze, distanze

genetiche, alberi genetici, metodi per la ricostruzione degli alberi. L'orologio molecolare e la

datazione dell'ancestore comune.

Esercitazioni

Prelievo campione buccale per estrazione: confronto tra diverse

metodiche (spazzolino tradizionale, spazzolino in etanolo, raccolta di

saliva e sciacqui con colluttorio).

Estrazione DNA, quantificazione con fluorimetro e spettrofotometro.

PCR

Digestione enzimatica per il riconoscimento di polimorfismi SNPs

Vari tipi di elettroforesi (in agarosio e in poliacrilamide) per il

riconoscimento e l'identificazione di polimorfismi.

Esercitazioni al computer per l’utilizzo di banche dati e allineamento di

sequenze

Testi consigliati:

•Jobling, Hollox, Hurles, Kivisild, Tyler-Smith. Human Evolutionary

Genetics. Garland Science, 2014

Antropologia Molecolare – D. Caramelli Ed. Firenze University Press

•Genetica delle popolazioni umane . J.H. Relethford. Casa Ed.

Ambrosiana (no i primi 3 capitoli).

•Materiale e Articoli scientifici forniti dalla docente

Di cosa ci occupiamo oggi?

Introduzione all’antropologia molecolare: nascita,

sviluppi e finalità. Dall'analisi dei marcatori classici alla

NGS.

Variabilità inter e intra-popolazionistica: significato e

come verificarla.

Le forze evolutive. I processi microevolutivi nelle

popolazioni umane.

Prima della sua definizione formale (1962)

1901 Landsteiner scopre i gruppi sanguigni ABO, Vienna (Nobel nel 1930)

gli studi sulle reazioni tra diversi tipi di sangue sono i primi a mettere in luce l’esistenza di una variabilità molecolare tra individui

1919 primo studio di popolazione sul sitema ABO

successivamente Rh, MNS, etc... sempre con tecniche immunologiche

1949 introduzione della tecnica dell’elettroforesi per separare diverse varianti dell’emoglobina

questo permette di allargare il numero di varianti, si iniziano a descrivere le popolazioni in termini di frequenze alleliche (1954 primo libro ad opera di Mourant)

contemporaneamente nasce la genetica di popolazioni e si vanno delineando le linee guida della teoria sintetica dell’evoluzione (la selezione come elemento chiave nella distribuzione della variabilità – Fisher, Haldane, Wright)

Distribuzione geografica dell’allele 0

Distribuzione degli alleli A e B nei vari continenti

Gli anni ‘60

Cavalli-Sforza e Edwards sono i primi ad introdurre il concetto di distanza genetica (1964), sulla base delle frequenze alleliche, ripreso poi da Nei (1972)

1962 Zuckerkandl e Pauling / 1963 Margoliash introduzione del concetto di orologio molecolare (se il tempo trascorso è la variabile principale che determina il numero delle sostituzioni accumulate, dovrebbe essere possibile stimare approssimativamente in quale periodo due linee evolutive, che hanno portato a due specie qualsiasi, cominciarono a divergere)

rappresentazione delle relazioni fra le popolazioni tramite alberi

ABO, MN, RH, Diego e Duffy caratteri antropometrici

PIAZZA ET AL. 1988 34 VARIABILI

28 LOCALITÀ

Mappe sintetiche delle 3 prime componenti principali

Componente principale 1 (27% variabilità)

•Chiaro gradiente Nord-Sud (più evidente

per l’Italia meridionale)

Relazione con differenze morfologiche

tra Centro-Nord e Sud Italia

•Gradiente Est-Ovest in Sicilia

Popolamento preistorico

Dominazione Normanna

Gli anni ‘70

inizio ’70 scoperta degli enzimi di restrizione di E.coli – nel 1978 Nathans, Arber e Smith ricevono il Nobel per la Medicina

1974 Cohen e Boyer - tecnica del DNA ricombinante

1977 Maxam e Gilbert – sequenziamento del DNA tramite il metodo della degradazione chimica

1977 Sanger – sequenziamento del DNA tramite metodo della terminazione della catena (che si usa ancora oggi)

contemporaneamente Kimura propone la teoria neutrale dell’evoluzione molecolare (la deriva come elemento chiave nella distribuzione della variabilità)

quindi siamo passati da…

antigeni

proteine

DNA bassa risoluzione (enzimi di restrizione)

DNA alta risoluzione(sequenze)

Next generation sequences

aumenta la risoluzione molecolare, la precisione e l’informazione ottenuta

diminuiscono le costrizioni funzionali sul polimorfismo analizzato

tutte le cellule di un individuo recano il medesimo

patrimonio genetico (DNA nucleare, DNA mitocondriale

citoplasmatico)

il 99,9% della sequenza di DNA è identica in tutti gli esseri

umani

nel restante 0,1% sono possibili delle differenze inter-

individuali (polimorfismi)

Ricordiamo che:

Le popolazioni naturali possiedono unanotevole variabilità genetica

(fattore determinante per l’evoluzione della specie e l’adattamento all’ambiente)

Variabilità: il punto di partenza

per ogni analisi genetica o

evoluzionistica è l’osservazione

che un certo carattere, o

complesso di caratteri, è

variabile o polimorfico nei

diversi individui

Variabilità Discontinua: due o più forme (fenotipi distinti) il mutante e il wild type, es. albinismo.

Variabilità continua: gamma ininterrotta di fenotipi (es. altezza, colore della pelle). Forte influenza ambientale.

Studio della variabilità

• A livello morfologico

•A livello di proteine

– Elettroforesi su gel

•A livello di DNA

– polimorfismi

Fattori che influiscono sulla variazione della

struttura genetica di una popolazione

• Mutazione

• Migrazione (flusso genico)

• Dimensioni della popolazione e deriva genetica casuale

• Selezione

• Sistema di accoppiamento

la mutazioneUna differenza fra 2 sequenze umane può

essere considerata un

polimorfismo se l’allele a minore frequenza ha nella popolazione una frequenze >1%.

Mutazione se patogena

Variante

Cambia la costituzione genetica delle popolazioni con un tasso molto basso

Tasso di mutazione

La mutazione è un evento raro: 2.3x10-8

Ma varia a seconda della regione genomica

del tipo di mutazione.

Siamo tutti

portatori di alleli

mutanti, ogni

persona porta

circa 147

mutazioni

(22-529 miliardi di

nuove mutazioni

per generazione)

Tipi di mutazioni:

•Mutazioni puntiformi (sostituzioni singoli

nucleotidi)

•Inserzioni o delezioni

•Cambiamenti cromosomici

Mutazioni in cellule somaticheMutazioni in cellule germinali : ereditarie. Su di esse agisce la selezione

A seconda dell’effetto fenotipico:Silenti: la mutazione cambia il codone per un aa in un altro

codone per lo stesso aa (es CUA e UUA specificano entrambi per

Leucina)

Nonsenso: la mutazione cambia il codone per un aa in un

codone di stop

Missenso: la mutazione cambia il codone per un aa in un

codone per un altro aa

Possono essere classificate in sottogruppi:

- Sostituzione conservativa: l’aa sostituito ha caratteristiche

chimiche simili al residuo fisiologico, con conseguenze spesso

non gravi sulla funzione proteica.

- Sostituzione NON-conservativa: l’aa sostituito ha

caratteristiche chimiche diverse dal residuo fisiologico, con

conseguenze spesso gravi sulla funzione proteica.

- Sostituzione Read-through: un codone di stop viene sostituto

da un codone che specifica per un aa con conseguente

allungamento del prodotto proteico

Frameshift: Inserzioni o delezioni di 1, 2, 4, 5… nucleotidi provocano la lettura errata di tutto il tratto di DNA a valle.

Inserzioni o delezioni di 3, 6… nucleotidi hanno conseguenze più limitate sulla proteina

L’impatto evolutivo della mutazione

1) La mutazione è una causa di evoluzione

necessaria (non sufficiente)

2) La mutazione è un evento casuale

3) La mutazione deve manifestarsi nelle cellule

sessuali

Con le mutazioni si possono calcolare delle date

Più tempo passa, più mutazioni si accumulano

Il numero di mutazioni che separa due specie è proporzionale al tempo intercorso dall’antenato comune

Conoscendo (p.e.s., sulla base di dati fossili) il tempo di separazione fra la specie A e la specie B, possiamo calcolare un tasso di differenziazione molecolare, che poi ci permetterà di stimare i tempi di separazione fra A e C, D, E, ecc.

L’orologio molecolare

Uomo e scimpanzè si sono separati fra 8 e 6 milioni di anni fa (diciamo 6).Se per un certo tratto di DNA troviamo fra loro 15 differenzeTasso di divergenza = TD = 15/6milioni = 2,5 per milione di anni

Se fra uomo e gorilla ci sono 17 differenze, l’antenato comune fra uomo e gorilla sarà vissuto 17 / 2,5 7 milioni di anni fa

Tre modelli di mutazione

Alleli infiniti: ogni evento mutazionale genera un allele diverso

Siti infiniti: ogni evento mutazionale colpisce un sito diverso

Stepwise: ogni evento mutazionale allunga o accorcia di un repeat un locus STR o VNTR

Associare a ciascuna definizione il termine corrispondente.

1. Sostituzione nucleotidica che genera un codone di stop2. Perdita o acquisto di un tratto di DNA3. Sostituzione nucleotidica che provoca il cambio di un codone in un altro

codone per lo stesso amminoacido4. Sostituzione nucleotidica che provoca il cambio di un codone in un codone per

un altro amminoacido5. Perdita o acquisto di pochi nucleotidi, che alterano la lettura della sequenza in

tutto il tratto a valle6. Sostituzione, perdita o acquisto di un singolo nucleotide

a. Indel c. Puntiforme d. Silente

e. Nonsenso f. Missenso g. Frameshift

Vediamo se ci siamo capiti

La migrazione e flusso genico

Si ha quando individui si spostano da una

popolazione ad un’altra, con la quale si

accoppiano

Determina un cambiamento locale delle

frequenze alleliche

Dipende dal tasso della migrazione

migrazione

La migrazione tende a rendere omogenee le frequenze alleliche tra

diverse popolazioni e determina quindi una diminuzione della

variabilità interpopolazioni (FST tende a zero).

Allo stesso tempo introduce nuova variazione nelle popolazioni,

determinando un aumento medio della variabilità intrapopolazioni (H

aumenta)

1. Migrazione unidirezionale

2. Modello a isole

3. Modello a stepping-stone

4. Modello a isolamento per distanza

Modello: migrazione unidirezionale

Popolazione 1

N grande

Freq. A = p

Popolazione 2

N piccolomigrazione

Xtrascurabile

Freq. A = r

Dopo una generazione di migrazione:

r1 = r (1-m) + p (m)

Dopo t generazioni di migrazione:

rt= p + (r – p) (1-m)t

m = tasso di migrazione (proporzione di migranti

da pop1 in pop2 ad ogni generazione)

da cui, per t= ∞ r = p

Variazione delle frequenze alleliche nella popolazione 2 in seguito a migrazione dalla popolazione 1

Popolazione 1 p = 0,9

Popolazione 2 r iniziale = 0,1

m = 0.0001

m = 0.1

m = 0.01

m = 0.001

150/200 = 0.7550/200 = 0.25

3/12 = 0.25

9/12 = 0.75

MODELLO DELL’ISOLA

150/200 = 0.7550/200 = 0.25

3/12 = 0.25

9/12 = 0.75

m = 0.334 alleli escono4 alleli entranocon stesse freqdella popolazione

di partenza

(150-3+1)/200 = 148/200 0.75(50-1+3)/200 = 52/200 0.25

m = 0.33

(3-1+3)/12 = 5/12 0.42(9-3+1)/12 = 7/12 0.58

m = 0.33

… dopo molte generazioni

~ 150/200 = 0.75~ 50/200 = 0.25

9/12 = 0.75

3/12 = 0.25

Esempio:

l’aplotipo R0 del sistema Rh ha una frequenza molto bassa negli europei (3%), del 63% negli africani e del 45% negli afroamericani degli USAIsola: africani che migrano verso il continente (USA)

MIGRAZIONE: modello dell’isola

Dopo n generazioni quale è stato l’effetto nella popolazione europea degli USA (continente) della migrazione dei geni africani?E l’effetto negli africani dei geni europei?

Qual è il tasso di migrazione genica (allelica) media dagli europei (E) agli africani (A) nell’attuale popolazione afroamericana (AA) degli USA?

rAA - pE = (1 m)t (pA - pE)

0,45 - 0,03 = (1 m)t (0,63 - 0,03)

0,42----- = (1 m)t

0,60

pA= 0.63 (frequenza di R0 negli africani occidentali attuali, cioè freq. allelica iniziale nell’isola)

pE = 0.03 (frequenza di R0 negli europei attuali, cioèfreq. allelica nel continente)

rAA = 0.45 (frequenza di R0 negli afroamericani attuali, cioè freq. allelica dopo n generazioni)

rt= p + (r – p) (1-m)t

E’ il tasso di migrazione genica dagli europei agli africani

nella popolazione afroamericana degli USA, cioè a ogni

generazione il 3,5% di geni europei è entrato a far parte

del pool di geni della popolazione degli afroamericani degli

USA.

n = 10 (n. generazioni di immigrazione di africani negli USA a partire da circa 250-300 anni fa con la schiavitù)

0,42----- = (1 m)10

0,60

-0,3567 = 10 ln (1-m)

ln (1-m) = -0,03567

m = 0.035

Stima dell’admixture

Sistema sanguigno Duffy negli Afroamericani

Fya nei bianchi: 0.43 (px)

Fya negli Africani: 0 (py)

Nella popolazione nera dell’Oklaoma Fya: 0.0941 (ry)

M= (ry-py)/(px-py)= (0.0941-0)/(0.43-0)=0.21

Il contributo dei geni bianchi al pool genico della popolazione nera

dell’Oklaoma (dovuto agli schiavi) risulta circa il 21%.

Tenendo conto che dall’arrivo dei neri negli USA sono passati circa

300 anni, cioè 10 generazioni, il flusso genico è di circa il 2% (21/10)

Modello ad isole

mm

m

m

N costante, migrazione simmetrica e indipendentedalla posizione nello spazio

Un gruppo di popolazioni, ben delimitate nello spazio, che si scambiano migranti a ogni generazione

Meglio parlare per le popolazioni umane di modello ad arcipelago

1

43

2

m

mm

m

m

mm

mn

qq̂ i

MIGRAZIONE tra popolazioni

Le 4 popolazioni inizialmente differenziate convergono a p medio chesi avvicinerà alla media ponderata delle frequenze

Modello a stepping-stone

N costante, migrazione simmetrica da e verso le sottopopolazioniadiacenti

•Decremento esponenziale della somiglianza genetica in funzione del numero di passi che separano due popolazioni

•Decremento più rapido in una che in due dimensioni, in due chein tre

Motoo Kimura

Modello a isolamento per distanza

N costante, migrazione simmetrica in funzione della distanza geografica frapopolazioni, deriva

Decremento esponenziale della somiglianza genetica (kinship) in funzionedella distanza geografica

Kinship = φij = (pi-pmed) (pj-pmed)

φ(d) = a + e-bd + L (Malécot-Morton)

d

ln φ

Diffusion of Neolithic artifacts in Europe

(Balaresque et al. 2010; interpolated from data by Pinhasi et al. 2005)

Spiegazione per la diffusione demica del Neolitico (e non culturale)

La diversità genetica europea è distribuita secondo un gradiente est-ovest . Solo il flusso genico può generare un simile pattern su scala continentale.

Le tecnologie neolitiche si devono essere diffuse per contatto tra le popolazioni o per migrazione

Il parallelismo tra il gradiente genico e la diffusione delle culture non può essere il risultato della sola espansione culturale

There can be sex-specific differences.

Marital residence patternes are critical to

investigating local migration patterns in

migration.

Patrilocality

Matrilocality

La deriva genetica

La deriva genetica agisce nelle popolazioni naturali (di dimensione finita) e consiste nella fluttuazione casuale delle frequenze alleliche di generazione in generazione

La variazione delle frequenze alleliche è tanto maggiore quanto più piccola è la popolazione

Con il passare del tempo, un allele ha due sole possibilità: estinguersi o fissarsi (si estingue l’altro allele)

La probabilità che ha un allele di andare incontro a fissazione è pari alla sua frequenza iniziale

Il tempo medio di fissazione di un allele è proporzionale alla dimensione della popolazione

N = 1000

N = 1000

N = 10000

p = 0.2

N = 100

Simulazione di deriva genetica in popolazioni diploidi di10000 e 4 individui

La deriva riduce la variabilità entro popolazioni e aumenta quella fra popolazioni

La deriva genetica - SimulazioneiNiqp

iNi

NNipP

2

)!2(!

)!2()2/(

Le conseguenze della deriva genetica sul grado di

variabilità intra- ed interpopolazioni (1)

La deriva genetica determina una diminuzione MEDIA del grado di var.

intrapopolazione (diminuzione della eterozigosità), ad esempio

determinando la fissazione di alleli (loci monomorfici).

Può anche determinare un aumento della variabilità stessa (es. una

freq. allelica passa da 0.6 a 0.5 per effetto della deriva maggiore

eterozigosità)

agisce in modo casuale, quindi determinerà un aumento MEDIO del

grado di diversità interpopolazioni (FST), portando le popolazioni a

divergere in relazione alle frequenze alleliche di un determinato locus.

Ciò non toglie che (come sopra) possa verificarsi una diminuzione di

FST, con popolazioni inizialmente differenti che vengono, per caso (per

effetto della deriva), ad avere le stesse frequenze alleliche

Considerando tuttavia più loci contemporaneamente

avremo sempre:

Diminuzione della eterozigosità (var. intra)

Aumento di FST (var. inter)

Le conseguenze della deriva genetica sul grado di

variabilità intra- ed interpopolazioni (2)

Entrambi gli effetti si accentuano con il passare delle generazioni

conseguenze

Gli effetti della deriva genetica sulla variabilità

interpopolazioni

+

+++

++++

Il flusso genico introduce nuovi alleli nelle sottopopolazioni e riduce le differenze fra loro

Flusso genico

deriva

Flusso genico e deriva hanno effetti opposti

Vediamo se ci siamo capiti

Nei tre grafici abbiamo la variazione di frequenze alleliche nel tempo per effetto della deriva, in tre serie di esperimenti, ciascuno effettuato su popolazioni di dimensioni uguali. In quale serie le popolazioni erano più grandi, e in quale più piccole?

Perché è importante la derivagenetica?

Importanza evolutiva: cambiamento non adattativo, specie in piccole popolazioni

Importanza per la conservazione: perdita di diversitàgenetica, specie in piccole popolazioni

Importanza biomedica: alleli patologici altrove raripossono essere comuni in piccole popolazioni

Deriva genetica: due casi particolari (e comuni)

Collo di bottiglia

Effetto del fondatore

Colori diversi indicano alleli diversi ad un ipotetico locus multiallelico

L'effetto del fondatore è un'altra variante

della deriva genetica

Un effetto fondatore si verifica quando un piccolo numero di individui

lasciano una popolazione per creare una nuova popolazione isolata della

popolazione originaria.

The Founder Effect is Another Variation of Genetic Drift

L’isola di Tristan da Cunha in

Atlantico del sud, è stata

colonizzata da 15 britannici nel

1814, uno di loro ha portato un

allele per pigmentosum retinite.

Tra i loro 240 discendenti che

vivono sull'isola oggi, quattro

sono ciechi dalla malattia e 9

altri sono portatori.

The Founder Effect

Popolazione Amish derivano da qualche decina coloni sfuggiti delle

persecuzione religiose in Germania nel 1719, per stabilirsi in

Pennsylvania.

La comunità è chiusa.

Le frequenze alleliche delle malattie genetiche in Amish sono

significativamente diversi dal ancestrale populazione tedesca e dalle

popolazioni locali nei dintorni.

Donna Amish con il figlioportatore della sindromeEllis–van Creveld: arti corti, dita sopranumerarie e difetticardiaci. L’ effetto fondatorespiega la prevalenza dellasindrome tra gli Amish residenti di Lancaster County, Pennsylvania.

Negli ultimi 40 anni del 20° secolo, 61

bambini con microcefalia sono nati in 23

famiglie Amish (tutte discendenti di una

singola coppia datata 9 generazioni

indietro).

Esempio delle populazione di Charlevoix e di Saguenay-Lac-Saint-JeanUna piccola popolazione di colonizzazione ha lasciato la Vandea e la Charente-Maritime, in Francia per stabilirsi in Quebec. Uno o più di essi aveva un gene per la distrofia miotonica. Alcuni dei loro discendenti in seguito fondò Charlevoix, alcuni dei quali andò al Saguenay.

Attualmente, cinque malattie genetiche recessive sono molto comuni nel Saguenay Lac St-Jean:Thyrosinémie, atassia di Charlevoix-Saguenay, fibrosi cistica, acidosi lattica e neuropatia motoria e sensoriale.

Effetto fondatorela malattia di Tay-Sachs negli Askenaziti è

100 volte più frequente che in altri gruppi etnici

Effetto fondatore

Nel Maracaibo (Venezuela): alta frequenza della Corea di

Huntington's.

L’origne della malattia si fa risalire ai primi del 19° secolo, quando

una donna, Maria Concepción Soto, si trasferì nella zona. Lei

(affetta da tale patologie) ha avuto numerosi figli ("founder“).

“Collo di bottiglia” (Bottleneck)

Si ha quando una popolazione si trova in condizioni sfavorevoli che riducono drasticamente il numero di individuiDetermina variazioni casuali nelle frequenze alleliche simili a quelle dovute all’effetto del fondatore

La selezione naturale

E’ il solo fattore evolutivo che permette alle popolazioni di adattarsi al loro ambiente

Può mantenere inalterate le frequenze alleliche o causare il loro cambiamento nel tempo

La selezione naturale

Insieme dei fattori che tendono a favorire, o a sfavorire, la tendenza a riprodursi di un dato genotipo.L'effetto della selezione è l'adattamento; in termini evolutivi indica una variazione delle caratteristiche di un organismo in relazione all'ambiente.In senso darwiniano la selezione naturale può essere definita come la riproduzione differenziale di varianti genetiche alternative.

Gli individui sono incapaci di evolvere "geneticamente parlando".

Si limitano passare i loro geni quando possono.

Di generazione in generazione, i tratti determinati da questi geni aumento della popolazione che "evolve".

La selezione naturale agisce sugli individui, ma solo le popolazioni evolvono

SELEZIONE NATURALE

Teoria di Lamarck : Lamarckismo 1809

Motore dell’ evoluzione : ambiente

Teoria di Darwin : Darwinismo 1859

Motore dell’ evoluzione : selezione naturale

FITNESS (w)

Misura l’efficienza riproduttiva di un dato genotipoComponenti della fitness:sopravvivenzatasso di svilupposuccesso nell’accoppiamentofertilità (n. gameti)

Coefficiente di selezione (s)

La fitness viene espressa anche in termini di coefficiente di selezione: s = 1-wMisura la riduzione di fitness di un datogenotipo rispetto a quello migliore.Ad es. s = 0,01 indica che un dato genotipo ha una probabilità di sopravvivere inferiore dell’1% rispetto al genotipo migliore.

Effetto della selezione naturale

• Selezione contro l’allele recessivo

• Selezione contro l’allele dominante

• Selezione in favore dell’eterozigote

• Selezione contro l’eterozigote

La selezione naturale

Stabilizzante

Divergente

Direzionale

frequenza dipendente

sessuale

Selezione

stabilizzante:

eliminazione di individui

che possiedono

caratteri estremi,

favorendo il genotipo

medio. Si oppone ai

cambiamenti

(polimorfismo bilanciato,

es. vantaggio

dell’eterozigote)

Selezione in favore dell’eterozigote

Detta anche sovradominanza

Porta ad un equilibrio polimorfico stabile

(polimorfismo bilanciato)

Es. l’anemia falciforme

Anemia falciforme e malaria

Distribuzione della malaria Distribuzione dell’allele HbS

Un esempio di vantaggio dell’eterozigote è quello che ha causato

l’espansione dell’anemia falciforme nelle zone in cui la malaria è

endemica

Il sistema sanguigno Duffy e la malaria

Selezione divergente:

eliminazione caratteri

intermedi, incremento degli

estremi, formazione di due

pop. Divergenti. Si crea in un

ambiente non uniforme.

Promuove la speciazione.

Selezione contro l’eterozigoteSi ha quando l’eterozigote ha una fitness minore di entrambi gli omozigoti

Selezione direzionale: aumento

individui con una caratteristica

estrema, che determina un

aumento di fitness.

Selezione verso l’allele recessivoL’eterozigote ha fenotipo e fitness uguale all’omozigote dominanteGli omozigoti recessivi hanno fitness molto ridottaEffetto: diminuzione della frequenza dell’allele recessivo

La selezione verso il recessivo

richiede un grande numero di

generazioni

La selezione verso il dominante

è più efficiente

Selezione frequenza-dipendente: riduzione

frequenza fenotipi più diffusi, aumento di quelli meno

frequenti, poiché la competizione tra i fenotipi più

frequenti ridurrà le possibilità di sopravvivenza di quei

fenotipi aumentando quella dei fenotipi rari, soggetti a

minore competizione.

Un esempio analogo è il mancinismo negli umani:

dato che la maggioranza delle persone è destrimane, i

mancini godono di notevoli vantaggi nella lotta e negli

sport come il tennis. Questo vantaggio diminuisce con

la maggiore diffusione del mancinismo; di

conseguenza, la percentuale di mancini nella

popolazione umana si è attestata ad un livello ottimale

pari a circa il 5%

Selezione sessuale: (è una selezione direzionale)

opera sulle caratteristiche che hanno come

conseguenza la conquista del partner: la frequenza

di alcuni fenotipi può aumentare o diminuire in base

all’attrattiva esercitata dall’individuo che possiede

una determinata caratteristica. Avviene in due forme:

intersessuale (es. combattimento maschio contro

maschio) e intersessuale (es. scelta preferenziale

del partner)

Distribuzione del colore della pelle nelle Americhe verso il 1492 d.C.

Distribuzione del colore della pelle nel Vecchio Mondo ed Australia verso il 1492 d.C.

La non perfetta corrispondenza tra latitudine e pigmentazione

ha fatto ipotizzare che la variazione geografica del colore della

pelle nelle popolazioni umane sia frutto di un compromesso

selettivo tra due forze controbilanciantesi:

•selezione naturale, che ha favorito gli individui meno

suscettibili al cancro della pelle, alle scottature solari, al deficit

di vitamina D, ed al surriscaldamento. Riguardo a quest’ultimo

punto ricordiamo che i melanodermi assorbono circa un 30% in

più di irradiazione solare rispetto ai leucodermi, e corrono

pertanto soprattutto nei tropici dei rischi di surriscaldamento.

•selezione sessuale, che avrebbe favorito nelle latitudine

elevate una selezione sessuale in favore delle femmine più

chiare, mentre nell’Africa sub-Sahariana la selezione sessuale

sarebbe stata positiva per i maschi più scuri.

La teoria della selezione sessuale si basa sull’ipotesi:

•che nelle zone artiche ci sia stato un surplus di femmine in

seguito ad un’elevata mortalità maschile attribuita ai rischi

conseguenti alle modalità dell’attività di caccia (Frost, 1994).

Inoltre, date le particolari condizioni climatiche, ci sarebbe stato

uno scarso contributo alla sussistenza da parte della raccolta

effettuata dalla componente femminile della comunità, il che

avrebbe scoraggiato la poligamia;

•che nell’Africa sub-Sahariana in un regime matrimoniale di tipo

poligamico ci sia stato un surplus di maschi, per una ridotta

mortalità maschile, pertanto i maschi con aspetto maggiormente

maschile sarebbero stati favoriti nella scelta sessuale. Ciò

giustificherebbe il fatto che le popolazioni africane sub-Sahariani

siano più scure delle altre popolazioni umane situate nei tropici

(Frost, 1994).

Accoppiamento assortativo

Individui con un dato genotipo hanno più probabilità diaccoppiarsi con individui di un altro genotipo di quanto atteso inbase alle loro frequenze

L’accoppiamento assortativo cambia le frequenze genotipiche

• Se la probabilità di accoppiamento fra genotipi simili è maggiorerispetto a quanto atteso in base al caso, la frequenza degliomozigoti tenderà ad aumentare

• Se tale probabilità è minore, la frequenza degli omozigotitenderà a diminuire

Selezione e mutazione

• Il risultato finale della selezione è

l’eliminazione dell’allele

• La mutazione fa sì che questi alleli

rimangano nella popolazione

• Selezione e mutazione hanno effetti

opposti

Effetti della selezione sul genoma

L’azione della selezione naturale si manifesta solo in

regioni limitate del genoma. L’azione esercitata su un sito

genomico ha degli effetti anche sui siti adiacenti (in

relazione al tasso di ricombinazione). Possiamo avere un

aumento di frequenza di una mutazione e quindi anche

delle mutazioni neutrali legate a quel sito (genetic hitch-

hiking). Al contrario le varianti non associate all’allele

vantaggioso saranno perse, determinando una diminuzione

della variabilità (selective sweep).

Invece si parla di background selection in caso di

pressione selettiva negativa: viene eliminato l’allele

svantaggioso e tutta la variabilità ad esso associata.

Esempi nell’uomo

Persistenza della lattasi. A selective sweep occurred for the Europeans

and the ability to get nutrition from milk and milk products was highly

positively selected. Therefore, the majority of Europeans possessed the

ability to make lactase. Other genes hitchhiked along with this selection. In

fact, researchers estimate that about a million base pairs of DNA

hitchhiked along with the sequence that coded for the lactase enzyme.

Colore della pelle. As human ancestors moved from Africa (where dark

skin is a necessary protection against the direct ultraviolet rays of the sun),

to Europe and Asia, gradually lost the dark pigmentation in favor of a

lighter coloring for the skin. Nearby alleles that controlled the rate of

metabolism hitchhiked along. It is proposed that the skin pigmentation

gene and the metabolic rate gene were involved in the same selective

sweep in the early human ancestors.