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“AZZURRI VEDO ROSA” Il d.t. La Torre a cuore aperto tra passato, presente e futuro Un primo anno indimenticabile ora quello delle conferme BATTOCLETTI-CRIPPA ERBA DI CASA NOSTRA Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/203 conv. in L. 27/02/04 n. 46 art. 1 comma 1 Roma n. 4 /2019 novembredicembre

“AZZURRI VEDO ROSA”...38 L’agenda d’autunno SPECIALE 40 Do re mi fa sol L’Atletica di Guido Alessandrini 42 Il personaggio 43 I grandi del passato L’ATLETICA IN UN TWEET

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“AZZURRIVEDO ROSA”

Il d.t. La Torre a cuore aperto tra passato, presente e futuroUn primo anno indimenticabile

ora quello delle conferme

BATTOCLETTI-CRIPPAERBA DI CASA NOSTRA

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SOMMARIO

“AZZURRIVEDO ROSA”

Il d.t. La Torre a cuore aperto tra passato, presente e futuroUn primo anno indimenticabile

ora quello delle conferme

BATTOCLETTI-CRIPPAERBA DI CASA NOSTRA

Post

e Ital

iane

SpA

- Sp

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Magazine della Federazione Italiana di Atletica Leggera

Anno LXXXVI/Novembre/Dicembre 2019 . Autorizzazione Tribunale di Roma n. 1818 del 27/10/1950. Direttore Responsabile: Carlo Giordani.Vice Direttore: Marco Sicari. Segreteria: Marta Capitani. Hanno collaborato: Guido Alessandrini, Andrea Buongiovanni, Marco Buccellato,Luca Cassai, Giorgio Cimbrico, Alberto Dolfin, Franco Fava, Mario Nicoliello, Giorgio Reineri, Marco Tarozzi, Valerio Vecchiarelli. Fotografie di: Giancarlo Colombo, archivio FIDAL, IAAF, European Athletics, Ufficio Stampa Organizzatori. Redazione: Via Flaminia Nuova 830, 00191Roma: FIDAL, tel. (06) 33484713. Progetto grafico: Monica Macchiaioli. Impaginazione e stampa: DigitaliaLab srl - Roma

Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - Roma - n. 3/2011. Per ab-bonarsi è necessario effettuare un bonifico di 20 euro sul conto corrente ordinario BNL (IBAN IT29Z 01005 03309 000000010107) intestato aFederazione Italiana di Atletica Leggera, specificando nella causale “Abbonamento rivista Atletica”.

www.fidal.it

EDITORIALE

3 Dodici mesi pieni d'Italiaora il sogno a cinque cerchidi Alfio Giomi

I PROTAGONISTI16 Irene e le sue sorelle

il mondo in un quartettodi Nazareno Orlandi

IL CLUB20 Uno starter chiamato Mazzini

di Marco Tarozzi

22 Il personaggio25 La storia26 Le iniziative

28 Raphaela, la vita è un'opera d’artedi Marco Tarozzi

n.4 nov/dic 2019

PRIMO PIANO

4 La Torre cala il sette e mezzo“Il futuro è roseo”di Andrea Buongiovanni

EUROPEI IN PORTOGALLO8 Nadia e Yeman

il cross è una minieradi Mario Nicoliello

IL RACCONTO

10 Nella tana del Re robotdi Valerio Vecchiarelli

12 Il gruppo

IL VADEMECUM30 MatemAtletica, Il sudoku del ranking

di Nazareno Orlandi

MARATONA RECORD34 Kipchoge “Sono andato sulla Luna”

di Franco Fava

36 Il suo decalogo

LA SPECIALITÀ DELL’ANNO37 Pesi piuma

di Marco Buccellato

38 L’agenda d’autunno

SPECIALE40 Do re mi fa sol L’Atletica

di Guido Alessandrini

42 Il personaggio43 I grandi del passato

L’ATLETICA IN UN TWEET44 Salto con l’hashtag

di Nazareno Orlandi

ATLETICA PARALIMPICA46 Legnante, le zampate

della donna-tigredi Alberto Dolfin

MASTERS48 Euroshow, l’Italia che vince non ha età

di Luca Cassai

CORSA IN MONTAGNA50 Filotto Mattevi, Nazionale da record

di Luca Cassai

FILO DI LANA52 La meravigliosa sconfitta

di Giorgio Cimbrico

IL RICORDO56 Addio amico Elio, l’atletica eri tu

di Giorgio Reineri

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A libAniA Grenot il bronzo dibArcellonA 2010Libania Grenot aggiunge una perla allasua già lunga collana di medaglie. Il 12dicembre al Salone d'Onore del Coni, inoccasione della festa di fine anno delleFiamme Gialle, le è stata consegnata dalpresidente della Fidal, Alfio Giomi, lamedaglia di bronzo dei 400 degliEuropei di Barcellona 2010. Inquell'occasione l'azzurra terminò quartaalle spalle di un terzetto russo: Ushalova,Firova e Krivoshapka. Ma Tatyana Firovaè stata poi squalificata a seguito della

positività emersa dal riesame sulleprovette dei Giochi di Pechino 2008 eprivata di tutte le medaglie conquistateda allora all'Olimpiade di Londra 2012.“Una persona normale può assumeresostanze dopanti, perché un atleta nondovrebbe farlo? Come si possonoaltrimenti ottenere grandi risultati?” haavuto modo di dichiarare in seguito larussa a Sky News, rivelando una culturadel doping difficile da sradicare.Nessuno restituirà mai alla nostraLibania l'emozione del podio catalano,ma la medaglia adesso è nelle sue mani.

KipchoGe e lA MuhAMMAdAtleti dell'AnnoUn bis e due prime volte ai WorldAthletics (ex Iaaf) Awards di Montecarlo.Il bis è quello di Eliud Kipchoge, ilmaratoneta keniano capace di scendere,primo uomo al mondo, sotto le due oresulla distanza che rese immortaleFilippide. C'è riuscito in condizioni tali danon rendere omologabile la suaimpresa, ma questo non ha sconsigliatoi giurati dal votarlo “atleta dell'anno” perla seconda stagione consecutiva. Laprima volta, una delle due, è sempre diEliud Kipchoge che, forse temendo dinon essere il prescelto, ha disertato il

Gala monegasco. Mai un premiato eramancato all'appuntamento con gliAwards. L'altra prima volta è stata quelladi Dalilah Muhammad, statunitense emusulmana, che ha dominato ilpanorama dei 400 hs dall'alto di untitolo iridato e due record del mondo(52”20 e poi 52”16). Nella serata diMontecarlo assegnati anche i premi perle “rising stars”, gli astri nascenti. L'hannospuntata due medaglie d'argento deiMondiali assoluti di Doha: l'etiopeSelemon Barega, 19 anni, secondo sui5000, e l’ucraina Yaroslava Mahuchikh,18 anni, battuta solo da sua maestàMaria Kuchina-Lasitskene nell'alto. fo

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34/2019

editoriAle

DODICI MESI PIENI D’ITALIA

Re e la Giorgisimboli di unaatletica azzurrache ha spostatoi propri confini

C i lasciamo alle spalle un 2019 dicrescita azzurra e concrete sod-disfazioni, per entrare nel 2020

dell’anno olimpico di Tokyo e degli Europeidi Parigi. Può, e deve essere, la stagionedella conferma: la nostra atletica semprepiù in alto e un po’ meno lontana dallepotenze mondiali. Segnali, tanti, ne ab-biamo incassati anche negli ultimi mesidella stagione che salutiamo, a partiredai sette podi conquistati ai Mondiali dicorsa in montagna in Patagonia, migliorbottino di medaglie tra tutte le nazionipresenti e secondo posto nel medaglieredietro gli Stati Uniti, fino ad arrivare agliEuropei di cross di Lisbona, dove abbiamoassistito a quanto sia solido il ricambiogenerazionale in atto, con il terzo postonel medagliere, un bronzo tutto grintadi Yeman Crippa e un altro oro under 20che esalta il talento di Nadia Battocletti.Negli ultimi dodici mesi si è vista tantaItalia, in pista, in strada, sui prati, in mon-tagna e sulle tribune degli stadi chehanno ospitato gli eventi internazionali.Non smetterò mai di ringraziare le società,baricentro del sistema, instancabili ecompetenti promotrici dell’atletica suiterritori.Un sondaggio Fidal condotto sui socialnetwork e tra una giuria di 75 esperti ha

scelto gli atleti del 2019. I miei compli-menti vanno ai vincitori Davide Re edEleonora Giorgi per averci saputo emo-zionare al limite delle lacrime: Davidecon il muro dei 45 secondi abbattutonei 400 metri, Eleonora per la notte stu-penda vissuta a Doha nella 50 km dimarcia. Devo ammettere che era parti-colarmente difficile decidere l’uomo e ladonna “simbolo”, consapevole che in tantisi sono messi in luce, hanno spostato ipropri confini e hanno spinto a consultarele pagine dei vecchi annuari. Molto com-plicata era pure la scelta dei migliori “un-der” - protagonisti di una stagione da re-cord soprattutto agli Europei under 20di Boras - e dei master, categorie nellequali sono stati eletti rispettivamenteSottile-Battocletti e Lah-Raineri comeatleti copertina: complimenti vivissimi.Ancora pochi mesi e saremo a Tokyo (eSapporo) per i Giochi olimpici, la desti-nazione di un quadriennio, l’evento deglieventi, che sarà seguito dalla rassegnacontinentale a Parigi. Sono sicuro cheognuno dei nostri azzurri saprà renderemerito a tutti i sacrifici fatti e al sudoreversato per inseguire il sogno a cinquecerchi. La Federazione, come sempre, èin campo per creare le migliori condizionipossibili. Buon 2020!

Il presidente FIDAL, Alfio GiomiORA IL SOGNO

A CINQUE CERCHI

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Road to Tokyo: rivolgendo uno sguar-do al passato prossimo e prepa-rando tante importanti tappe in-

termedie. Il lavoro di Antonio La Torre,d.t. azzurro dal novembre 2018, è senza

soluzione di continuità.

Quale bilancio traccia del suo man-dato sino a questo punto?«Soddisfacente: sono passato dauna presa visione dell’ambiente,alla costruzione di una squadradi prim’ordine che poggia suuna serie di imprescindibili col-laboratori, Roberto Pericoli eTonino Andreozzi in primis».Qual è stato, rispetto alla ge-stione precedente, il cambia-mento che reputa decisivo?«Il passaggio dal vecchio alnuovo modello, senza piùdistinzioni di categoria dietà, si è rivelato vincente.Dalla mia supervisione re-stano esclusi gli juniores,ma poi ci sono atleti comeEdo Scotti, under 20 fon-damentale nelle 4x400 di

PRIMO piAno

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fotoservizio di Giancarlo Colombo

LA TORRE CALA IL SETTE E MEZZO“HO I NUOVI LEADER”

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PRIMO piAno

4/2019

Yokohama e a Doha, che dicono checerte divisioni sono solo sulla carta».

Chi ne ha giovato di più?«Tutti, in generale. Si pensi alla squadrafemminile che ha affrontato l’Europeo asquadre di Bydgoszcz: ne han fatto parteCoiro, Zenoni, Tommasi, Visca, Fantini.Come Sottile e Fabbri in quella maschile.Giusto per citare alcuni. È la nuova gene-razione che avanza. L’abbattimento di certirigidi steccati ha creato gruppo».

“Dall’io al noi”, come ama ripetere...«Esattamente: l’atletica, sport individualeper eccellenza, può essere vissuta inmodo nuovo, diverso. Come ha ricordatoDavide Re: a tavola, durante gare e raduni,non si è più divisi per specialità, ma ci siritrova casualmente mescolati».

Nel concreto cosa significa?«Significa che ognuno, azzerando gli alibi,è chiamato alle proprie responsabilità. Si-gnifica che proprio a Bydgoszcz, assenti

LA TORRE CALA IL SETTE E MEZZO“HO I NUOVI LEADER”

Il d.t. azzurro rivive un anno da ricordare e fa le carte al futuro: “Per il vertice punto su Tortu, Jacobs, Re,Crippa, Tamberi,Stecchi e Bogliolo E alla Folorunso chiedo un altro salto di qualità”di Andrea Buongiovanni

la torre si congratula con Stefano Sottile

OLIMPIADI(TOKYO, 31 LUGLIO-9 AGOSTO 2020)

uomini donneStandard iaaf gara Standard iaaf10.05 100 (56) 11.1520.24 200 (56) 22.8044.90 400 (48) 51.351:45.20 800 (48) 1:59.503:35.00 1500 (45) 4:04.2013:13.50 5000 (42) 15:10.0027:28.00 10.000 (27) 31:25.0013.32 110hs/100 hs (40) 12.8448.90 400hs (40) 55.408:22.00 3000 siepi (45) 9:30.002.33 Alto (32) 1.965.80 Asta (32) 4.708.22 Lungo (32) 6.8217.14 Triplo (32) 14.3221.10 Peso (32) 18.5066.00 Disco (32) 63.5077.50 Martello (32) 72.5085.00 Giavellotto (32) 64.008350 Prove multiple (24) 64201:21.00 Marcia 20 km (60) 1:31.003:50.00 Marcia 50 km (60) ---2h11:30 Maratona (80) 2h29:30

NB: tra parentesi il numero di atleti previsti dalla Iaafper ciascuna gara

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PRIMO PIANO

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leader della Nazionale come Tortu e Tamberi,nessuno ha potuto ripararsi sotto il loroombrello e quasi tutti han dato il meglio,fino ad arrivare a mezzo punto dal podio».

È così che il movimento azzurro ha tro-vato i “famosi” nuovi leader?«Esattamente: dallo stesso Re a YemanCrippa, da Claudio Stecchi a LuminosaBogliolo. Il futuro è roseo».

Merito suo?«Non scherziamo: ho solo contribuito afar emergere certe energie positive e acancellare quelle tante lagne che da ven-t’anni affossavano l’ambiente. Ma nessunaspavalderia, sia chiaro: il mondo corre,marcia, salta e lancia molto meglio di noi».

Su chi punta, al vertice?«Su Tortu, settimo velocista iridato a 21 anni,su Jacobs, che continuerà a disertare il lungo,su Re, su tutto il prossimo quadriennio diCrippa, su Tamberi, su Stecchi, sulla Bogliolo.Vorrei aggiungere la Folorunso, ma lei sache mi aspetto un ulteriore salto di qualità».

Giochi d’azzardo: chi sarà la sorpresadel 2020?«Filippo Randazzo: a detta di molti, nellungo, potrebbe costantemente saltareintorno a 8.30. E io ci credo».

E per dopodomani?«Facile: Larissa Iapichino. E attendo VittoriaFontana, anche se il recupero della mi-crofrattura le ha fatto perdere tempo».

Ci saranno aggiunte alle 47 presenzenell’Elite Club dopo l’aggiornamentodi fine ottobre?«Ci sono nove “X” da sostituire con nomi

specifici e sono relativi alle staffette, i cuigruppi vanno integrati, con riferimentoparticolare alle tre 4x400. Penso per esem-pio ai Corsa, ai Lopez. E poi spero che, inavvicinamento a Tokyo, qualcuno dimostridi meritare il posto in altre specialità.Un’altra scommessa oltre a Randazzo?La marciatrice Eleonora Dominici».

EUROPEI (PARIGI, 25-30 AGOSTO 2020)

UominiStandard Fidal Standard EA gara 10.23 10.28 10020.70 20.80 20046.00 46.40 4001:46.60 1:47.30 8003:38.00 3:39.50 150013:35.00 13:44.00 500028:30.00 28:50.00 10.0008:38.00 8:45.00 3000 siepi13.70 13.90 110 hs50.00 50.70 400 hs2.26 2.24 Alto5.60 5.60 Asta8.00 7.95 Lungo16.70 16.60 Triplo20.35 20.00 Peso64.00 63.50 Disco75.50 74.45 Martello81.50 80.50 Giavellotto7850 7850 Prove multiple

DonneStandard Fidal Standard EA gara 11.33 11.44 10023.25 23.35 20052.35 52.65 4002:02.00 2:02.50 8004:10.00 4:11.00 150015:35.00 15:50.00 500032:35.00 33:20.00 10.0009:53.00 9:55.00 3000 siepi13.15 13.30 100 hs56.80 57.95 400 hs1.92 1.90 Alto4.50 4.45 Asta6.65 6.60 Lungo14.00 13.90 Triplo17.30 17.00 Peso58.50 57.00 Disco70.00 69.00 Martello59.50 58.00 Giavellotto5850 5850 Prove multiple

NB: nessun “minimo” per la mezza maratona

“Abbattendo certi steccati, abbiamo creato il gruppo

Curioso di rivederela Giorgi sulla 20 km”

La Torre con il suo staff - da sinistra Claudio Mazzaufo, Roberto Pericoli, Tonino Andreozzi, Filippo Di Mulo e Gianni Tozzi

A proposito: come sta il settore deltacco e punta, a lei tanto caro?«Gode di buona salute. Sono curioso diverificare il ritorno di Eleonora Giorgi sulla20 km: se all’Olimpiade ci fosse stata la50 saremmo stati sicuri di una medaglia,così vedremo. Certo, rispetto al passato,ha acquisito nuove convinzioni e dovrebbeaver risolto certi problemi tecnici. AncheAntonella Palmisano, nonostante una ca-duta in bicicletta nel mezzo della prepa-razione invernale che le ha procuratoqualche fastidio, tornerà al vertice. E poiMassimo Stano: sarà l’anno della sua ri-vincita. Infine i cinquantisti: i migliori, Mi-chele Antonelli e Stefano Chiesa, sono aloro volta reduci da qualche acciacco».

Ci sono novità nel suo staff?«È confermato in toto, con l’aggiunta trai collaboratori tecnici di Giuliano Battoclettie Andrea Matarazzo».

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PRIMO piAno

4/2019

Chi prenderà il posto di Elio Locatellicome direttore scientifico federale?«Assumerò io la responsabilità ad interimdel ruolo, coadiuvato dalla giovane squa-dra dei miei valutatori, tutti ragazzi intornoai 30 anni: è anche un modo per onorarela memoria del mio “fratellone”. Gli devomolto, compreso l’inizio, anni fa, dellamia collaborazione con la Iaaf. Eravamoinsieme in occasione della sua ultimaapparizione pubblica ad Abano Termeper “Atleticamente”. Ha vissuto 76 anni almassimo, a tutta velocità, la stessa conla quale ci ha lasciati. È stato l’avvenimentopiù triste del mio 2019».

Personalmente che anno è stato?«Impegnativo e gratificante. Penso diaver viaggiato per circa 100.000 km, com-prese le trasferte a Glasgow, Yokohama,Alytus, due volte Londra, Bydgoszcz,Gävle, Doha, Tokyo e Lisbona. Mi sonorisparmiato solo Boras e Minsk. Più tantigiri d’Italia e tre-quattro giorni alla setti-mana di base a Roma».

Soddisfatto dei risultati di Lisbona?«Non solo per le medaglie individuali diCrippa e della Battocletti. Quella degli

under 23, con un solido Chiappinelli eun sorprendente De Marchi, come quelladelle juniores, hanno un bel peso specifico.E con Zenoni e Tommasi...».

Pronto a ripartire?«In verità non ci siamo mai fermati. E,dopo gli Europei di cross, tra tanti raduniall’estero e in Italia, i Mondiali indoorsono dietro l’angolo».

Quale squadra per Nanchino?«Punteremo in particolare sui saltatori: Sot-tile, al limite Tamberi, anche se al momentola rassegna non rientra nei suoi piani, Ran-dazzo stesso, Stecchi e attenzione a Troste Vallortigara. La prima, a Sesto San Giovanni,sta lavorando bene con Vanzillotta, la se-conda è in netta ripresa. Poi Fofana, Fabbrie Bogliolo. E vedremo se saremo invitaticon le 4x400, anche se l’unica che puntaalla trasferta è la Lukudo».

Che Olimpiade sarà quella di Tokyo?«Nonostante i timori per le condizionimeteo, esaltante. Peccato per il trasferi-mento di marcia e maratona a Sapporo.Il vero tema, dato il caldo e l’umido, sa-ranno i recuperi tra un turno e l’altro. So-prattutto per i velocisti. Noi puntiamoad avere tutte e cinque le staffette equindi, inevitabilmente, avremo una squa-dra numerosa, con una composizionenon lontana dai 65 atleti di Doha».

Senza dimenticare gli Europei di Parigidi fine agosto...«Per la maggioranza dovrà essere quellol’appuntamento clou della stagione».

Quanto inciderà l’introduzione dei ran-king come criterio di ammissione allegrandi manifestazioni?«Credo soprattutto nelle scelte di parte-cipazione ai meeting».

Ma lei si diverte?«La mia è un’esperienza assolutamente sti-molante, da provare però a vivere con uncerto distacco. Faccio tutto molto seria-mente, senza prendermi troppo sul serio».

ATHLETIC ELITE CLUB 2020

top 2020atleta nato/a specialitàYeman CRIPPA 15.10.96 5.000/10.000Eseosa DESALU 19.2.94 200/4x100Marcell JACOBS 26.9.94 100/4x100Daniele MEUCCI 7.10.85 maratonaYassine RACHIK 11.6.93 maratonaDavide RE 16.3.93 400/4x400Massimo STANO 27.2.92 marcia 20 kmClaudio STECCHI 23.11.91 astaGianmarco TAMBERI 1.6.92 altoFilippo TORTU 15.6.98 100/4x100Sara DOSSENA 21.11.84 maratonaEleonora GIORGI 14.9.89 marcia 20/50 kmAntonella PALMISANO 6.8.91 marcia 20 kmAlessia TROST 8.3.93 altoElena VALLORTIGARA 21.9.91 alto

Altri Aec 2020atleta nato/a specialitàVladimir ACETI 16.10.98 4x400Michele ANTONELLI* 23.5.94 marcia 50 kmSimone CAIROLI 13.1.90 decathlonFederico CATTANEO 14.7.93 4x100Yohanes CHIAPPINELLI 18.8.97 3000 siepiStefano CHIESA** 25.5.96 marcia 50 kmLeonardo FABBRI* 15.4.97 pesoEyob FANIEL 26.11.92 maratonaHassane FOFANA* 28.4.92 110 hsMatteo GALVAN 24.8.88 4x400Mario LAMBRUGHI 5.2.92 400 hsDavide MANENTI 16.4.89 4x100Edoardo SCOTTI 9.5.00 4x400Stefano SOTTILE* 26.1.98 altoLuminosa BOGLIOLO* 3.7.95 100 hsAnna BONGIORNI* 15.9.93 4x100Maria Benedicta CHIGBOLU 27.7.89 4x400Ayomide FOLORUNSO 17.10.96 400 hs/4x400Johanelis HERRERA* 11.8.95 4x100Gloria HOOPER* 3.3.92 4x100Raphaela LUKUDO 29.7.94 4x400Daisy OSAKUE 16.1.96 discoYadisleidy PEDROSO 28.1.87 400 hsIrene SIRAGUSA* 23.6.93 4x100Giancarla TREVISAN 17.2.93 4x400

NB: (*) = nuovi ingressi; (**) = da confermare. Ancora da scegliere nove staffettisti

la torre alla festa per il bronzo di eleonora Giorgi a doha

“La sorpresa del 2020può essere Randazzo

e occhio alla DominiciSe guardo oltre, dicoIapichino e Fontana”

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Yeman al bronzoseniores appena

sceso dagli altipiani“Al posto giusto

al momento giusto”

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Il 2019 dell’atletica tricolore si chiude in bellezza sul pratoverde di Lisbona. L’erba del Parque da Bela Vista esalta lapattuglia azzurra che nel giorno dell’Immacolata si regala il

più bell’Eurocross degli ultimi tredici anni. Nella capitalelusitana l’Italia sale quattro volte sul podio, chiude al terzo

posto nel medagliere e nella classifica a punti e si mostrapimpante in tutte le gare. Sugli scudi ovviamente i medagliati.A cominciare dal bronzo assoluto di Yeman Crippa, proseguendocon la conferma dorata di Nadia Battocletti in campo juniores,per finire con gli argenti a squadre degli Under 23 e delleUnder 20. Per trovare una campestre continentale più riccaper gli azzurri occorre risalire fino all’edizione casalinga di SanGiorgio su Legnano, datata 2006.

Kenya-Portogallo solo andataÈ stato un viaggio senza ritorno quello di Yeman Crippa, giuntoin riva all’Atlantico dopo aver svernato per quattro settimanesugli altipiani della Rift Valley. Si è attaccato il numero al pettosenza particolari aspettative, essendo la sua testa già proiettatasui Giochi di Tokyo, ma lungo i 10 arcigni chilometri il 23ennetrentino è stato battuto solo dallo svedese Fsiha e dal turco

EUROPEI in portoGAllo

NADIA E YEMANIL CROSS È UNA MINIERALa baby Battocletti replica il trionfo 2018 e prepara lo sbarcotra le grandi. Crippa (terzo) corona una stagione perfetta

di Mario Nicoliello

fotoservizio di Giancarlo Colombo

l'arrivo di Yeman crippa

il trionfo di nadia battocletti

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Kaya, mettendosi al collo la prima medaglia assoluta, dopoaver trionfato agli Europei due volte da junior e aver acciuffatodue bronzi da promessa. L’allievo di Massimo Pegoretti halottato come una belva, stringendo i denti e capitalizzando almeglio lo sforzo. Crippa diventa così il terzo azzurro sul podioseniores dopo Lalli e Meucci, rispettivamente oro e bronzo aBudapest 2012. Il tutto al termine di una stagione magica, chesu pista gli aveva regalato il primato nazionale dei 10.000 el’ottava piazza nella finale iridata di Doha: “Non sono un Crippastraordinario ma un Crippa che arriva nel posto giusto, al momento giusto. Nel 2020 mi auguro di migliorare ancora”.

Montagna e discesaChi invece aveva finalizzato la rassegna era Nadia Battocletti,che alla vigilia provando il percorso lo aveva definito un durotracciato da corsa in montagna. Invece i 4 chilometri e spicciolisi sono trasformati in una discesa trionfale per la figlia d’arte,che ha concesso il bis dodici mesi dopo Tilburg. “Vincere èdifficile, confermarsi ancora di più, quindi ho provato una bellaemozione, su un percorso dove non c’era un attimo di respiro”.Colpite e affondate la slovena Lukan e la padrona di casaMachado: le avversarie non hanno spaventato la 19enne dellaVal di Non, allenata da papà Giuliano, che ha così preparato almeglio il terreno per lo sbarco tra le grandi nel 2020, trascinandopure le colleghe Angela Mattevi, Ludovica Cavalli, Anna Arnaudo,Giada Licandro e Laura Pellicoro all’argento a squadre. Ha fattofesta anche il team delle promesse maschili, argento grazie allaquinta posizione di Yohanes Chiappinelli, alla settima di JacopoDe Marchi e alla 17esima di Sebastiano Parolini. A medagliapure Riccardo Mugnosso, Pasquale Selvarolo e Sergiy Polikarpenko.Citazione conclusiva per l’Under 23 Federica Zanne, capace diacchiappare un inaspettato quinto posto. Immagine perfettadi un’Italia che lotta, soffre, ma non si arrende.

EUROPEI in portoGAllo

4/2019

Nadia domina suun tracciato duro

e trascina all'argentole Under 20. “Che

emozione fare il bis!”

I RISULTATI

UOMINIAssoluti: 1. Fsiha (Sve) 29:59, 2. Kaya (Tur) 30:10, 3. Y. CRIPPA 30:21, 4. Wanders(Svi) 30:25, 5. Butchart (Gbr) 30:38, 6. Sibhatu (Ger) 30:39, 7. Bouchikhi (Bel)30:41, 8. Kimeli (Bel) 30:46, 9. Connor (Gbr) 30:47, 10. Raess (Svi) 30:53, 42. N.CRIPPA 32:00, 43. FONTANA 32:03, 46. GERRATANA 32:17, 49. EL OTMANI 32:26.A squadre: 1. Gran Bretagna 36, 2. Belgio 38, 3. Soagna 45, 10. ITALIA 88.Under 23: 1. Gressier (Fra) 24:17, 2. Bibic (Ser) 24:25, 3. Oukhelfen (Spa) 24:34, 4.Getahon (Isr) 24:50, 5. CHIAPPINELLI 24:51, 7. DE MARCHI 24:55, 17. PAROLINI25:11, 30. MUGNOSSO 25:36, 31: SELVAROLO 25:39, 61. POLIKARPENKO 26:37.A squadre: 1. Francia 17, 2. ITALIA 29, 3. Germania 45.Under 20: 1. J. Ingebrigtsen (Nor) 18:20, 2. Aslanhan (Tur) 18:58, 3. Gidey (Irl)19:01, 4. Barros (Por) 19:05, 5. Hicks (Gbr) 19:05, 19. ALFIERI 19:27, 34. ZOLDAN19:40, 38. FONTANA GRANOTTO 19:42, 51. VECCHI 20:00, 70. GUERRA 20:20, 87.CHOURY 20:46. A squadre: 1. Gran Bretagna 25, 2. Norvegia 38, 3. Irlanda 39, 8.ITALIA 91.

DONNEAssoluti: 1. Can (Tur) 26:52, 2. Grovdal (Nor) 27:07, 3. Mengsteab (Sve) 27:43, 4.McCormack (Irl) 27:45, 5. Westphal (Fra) 28:02, 6. Judd (Gbr) 28:05, 7. Arter (Gbr)28:07, 8. Felix (Por) 28:09, 9. Burkard (Ger) 28:10, 10. Rocha (Por) 28:13, 11. ROFFINO28:34, 12. SUGAMIELE 28:36, 33. LONEDO 29:36, 41. MERLO 30:17; rit. OGGIONI. Asquadre: 1. Gran Bretagna 26, 2. Irlanda 41, 3. Portogallo 43, 5. ITALIA 56.Under 23: 1. Moller (Dan) 20:30, 2. Lau (Ola) 21:09, 3. Cotter (Irl) 21:15, 4. Bakker(Ola) 21:21, 5. ZANNE 21:24, 37. COLLI 22:47, 43. MAJORI 23:10. A squadre: 1. Olanda 17, 2. Irlanda 29, 3. Gran Bretagna 40, 8. ITALIA 85.Under 20: 1. BATTOCLETTI 13:58, 2. Lukan (Slo) 14:01, 3. Machado (Por) 14:10, 4.Sclabas (Svi) 14:22, 5. Dudek (Pol) 14:22, 13. MATTEVI 14:42, 15. CAVALLI 14:51,32. ARNAUDO 15:12, 42. LICANDRO 15:20, 49. PELLICORO 15:30. A squadre: 1.Gran Bretagna 29, 2. ITALIA 29, 3. Francia 38.

STAFFETTA MISTA1. Gran Bretagna 17:55, 2. Bielorussia 18:01, 3. Francia 18:05, 4. Spagna 18:11, 5.Belgio 18:19, 10. ITALIA (Bortoli, Mattagliano, Zerrad, El Kabbouri) 18:54.

Gli under 23 secondi a squadre

le under 20 d’argento

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IL RACCONTO

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Il giorno da Re è un giorno di ordinariaorganizzazione, precisi tempi scanditi trapista, palestra e i libri universitari, la casa

nel centro storico, in via Pellicceria, da gestirein autonomia, pranzo e cena da cucinare,pochissime concessioni al relax, tutto pro-grammato, cinque cerchi alla testa e via.

«Non alleno un atleta, Davide è diventatouna macchina!». La confessione è di ChiaraMilardi mentre nel gelo di una normalemattina d'inverno, cronometro in mano eocchi fissi sulle corsie, è al campo “RaulGuidobaldi” a guidare la quotidiana sedutadi allenamento del suo gruppo. Non ne

perde di vista uno, allenamenti personalizzatie consigli mirati, il piede troppo alto, losquat troppo veloce, il recupero troppolungo. Davide Re è lì in mezzo, ha un pro-gramma da seguire e non deraglia daibinari della concentrazione, sa dove vuolearrivare e cosa deve fare per arrivarci.

fotoservizio Chiara Milardi e Instagram (@davide_re93)

NELLATANADEL REROBOTUna giornata a Rieti in compagnia dell'asso azzurro dei 400, che in testa ha solo la finale di Tokyo. La coach Chiara Milardi: “È diventato una macchina”di Valerio Vecchiarelli

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IL rAcconto

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Valore aggiuntoOramai a Rieti è di casa, a parte i radunicollegiali, gli impegni istituzionali con leFiamme Gialle e due giorni, due, concessial calore familiare a cavallo del Natale(quando, però, si è allenato nella suaTorino) è qui che vive la sua avventura da

atleta. Una scelta che rifarebbe mille voltee che oggi non cambierebbe per nulla almondo: «Prima di tutto Chiara, è il miovalore aggiunto, il suo saper adattare ogniprogramma di allenamento sul singoloatleta è davvero un valore inestimabile,non tutti lo fanno. O lo sanno fare».

E così aspettando Tokyo e l'emozione diuna finale olimpica sul giro di pista maivissuta da un atleta italiano, ogni minutotrascorso ai piedi del Terminillo diventaun passo di avvicinamento al grande tra-guardo. Giornate scandite dall'allenamento, co-

Vive nel centro storicoÈ sempre il primo

ad arrivare al campoPalestra al mattinopista il pomeriggio

Davide RE

“Dadda” per gli amici, è nato a Milano il 16 marzo 1993, ma è cresciuto a Imperia.Qui ha scoperto l'atletica alla U.S. Maurina, anche se fino all'età di 16 anni il suogrande amore è stato lo sci alpino, disciplina nella quale ha gareggiato a livelloagonistico e si è diplomato maestro. L'atletica è stata l'attività estiva finché nonha vinto il titolo italiano cadetti sui 300 e ha capito di poter fare sul serio. Nel2013 si è trasferito al Cus Torino e due anni dopo è entrato alle Fiamme Gialle.A fine 2016 s'è spostato a Rieti per allenarsi con Chiara Milardi. Semifinalista sui400 ai Mondiali di Londra 2017 e di Doha 2019, ha realizzato la doppietta 400-4x400 ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona 2018 e all'Europeo a squadra diBydgoszcz 2019. In Spagna è sceso a 45”26, trampolino per i record italiani(45”01 e 44”77), stabiliti in 15 giorni, nel 2019, tra Ginevra e La Chaux-de-Fonds.Ha una sorella gemella, Elena, e studia medicina come la fidanzata Francesca.Ama i libri fantasy, i fumetti manga e i cartoni anime.

con chiara Milardi

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IL rAcconto

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lazione a casa e via al campo per la sedutadi palestra, alle 8.20 il termometro èbrutale al campo disegnato nella panciadi un'ansa del fiume Velino, culla di nebbiae umidità: «Siamo divisi in turni da tre oquattro, altrimenti Chiara non ce la farebbea seguirci tutti contemporaneamente, iovado sempre al primo turno perché ri-spetto agli altri devo fare un po' piùcose...». Circuito di riscaldamento con po-stazioni a girare per 40 minuti, poi silavora sulla forza al bilanciere, sequenzedi strappi, slanci, squat o alzate libere,senza sosta perché è lì che Davide Re sadi dover costruire quell'inezia che gli èmancata a Doha. Poi corsetta in pista,qualche ostacolo, altrettanti allunghi ealle 11.30 è arrivato il momento del riposo.

Cinema, design e atletica: il mondo di coach Chiara“Ora ho pure una Re al femminile”

Il gruppo cresce, nuovi pezzi e nuove spe-ranze si aggiungono strada facendo eRieti insieme con Chiara Milardi torna aessere il centro di gravità dell'atleticaitaliana. Nel segno della continuità e diuna storia familiare dominata dall'atletica,la figlia di Andrea, il padre dell'atleticagiovanile locale e non solo, e Cecilia Moli-nari, sprinter ex pluriprimatista italiana, haprovato a cambiare strada, si è laureata aLondra in cinematografia e virtual design,lavora di notte come grafica per non per-dere quei clienti che continuano a darlefiducia, ma alla fine non ha resistito al ri-chiamo ancestrale e in poco tempo è di-ventata una delle più apprezzate allenatriciitaliane.A Rieti per seguire i suoi consigli sonoarrivati, oltre a Davide Re, Matteo Galvan,Daniele Corsa, Enrica Spacca, Maria Bene-dicta Chigbolu, Giorgio Trevisani, AndrewHowe e Giulia Latini, che lì sono di casa, equest'anno si è aggiunta la speranza ChiaraGherardi, «una Re al femminile», come ladefinisce la stessa allenatrice, dopo averlavista all'opera concentrata sull'obiettivo.

Andrew Howe dopo infiniti giri è tornatoa casa e adesso si sente al posto giusto:«Vederlo in allenamento - racconta Chiara- è un piacere per gli occhi, a 36 annicontinua a essere un atleta eccezionale,io uno così non lo avevo ancora incon-trato».Tutto il percorso formativo federale allespalle, istruttore, tecnico, tecnico spe-cialista, aggiornamenti continui, studiogiorno e notte per adattare le proprieteorie sull'allenamento a ogni singoloatleta, un confronto necessario con glialtri coach perché «è una mia necessità,mi metto completamente in discussione,altrimenti non andrei al campo, e imparotantissimo anche da chi credo che stiasbagliando, perché è comprendendogli errori che si cresce». Con un dispiacerepersonale: «Non pensavo di doverlo dire,ma essere donna in questo mondo èancora limitante: relazionarsi con un tec-nico donna sembra che a molti non diafiducia. Ma, purtroppo, accade in tuttigli ambiti della vita, lo sport non riescea essere un'eccezione».

v.v.

il gruppo Milardi al terminillo

Mangia perlopiù polloe insalate. “Ora peso

79 kg, a Doha ero 75,5, ma la massa

grassa è solo il 4,8%”

con la fidanzata Francesca al terminillo

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IL rAcconto

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AutogestioneChe per Davide è sinonimo di cucina, dovesi prepara il pranzo, mezzora sul divano eun'ora di qualità sui libri: «Sono attento al-l'alimentazione anche se purtroppo i mieipasti sono semplicissimi da cucinare: pettodi pollo, insalatone, ingredienti buoni maordinari. All'inizio mi sono affidato al dottorLuca Mondazzi del centro Mapei di Varese,che ha impostato il mio programma ali-mentare, adesso ci vado ogni tanto per leverifiche, ma complici i miei studi in me-dicina so gestirmi abbastanza bene, socosa e come mangiare, anche se spessomi devo limitare, perché sono goloso dipiatti saporiti, dei buoni condimenti dellatradizione gastronomica italiana, di unbuon bicchiere di vino. Adesso sono quasi

a 79 chili, a Doha ne pesavo 75,5, ma nel-l'ultimo controllo è venuto fuori che hosolo il 4,8% di massa grassa, il che vuoldire che ogni grammo perso sarebbe ungrammo di muscoli. Sto lavorando sullaforza per aumentare la velocità e il lavorosta pagando».Quella manciata di centesimi che a Dohagli ha negato la finale mondiale è uno sti-

molo a studiare, migliorare, guardare avanti.Sul tavolo in via Pellicceria c'è il libro di Fi-siologia 2, il prossimo scoglio all'Università,in testa il disegno del programma di avvi-cinamento alla stagione olimpica: «Se alMondiale si andava in finale con 44.7, al-l'Olimpiade servirà 44.5 perché ognunodà qualcosa in più. E per togliere 2 decimial mio standard so che dovrò passare più

con la fidanzata Francesca al terminillo con papa e mamma

davide impegnato sui libri

Unica trasgressione? Mezzora sul divano“E la sera mi rilasso con un film. Dovreiessere più social”

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IL RACCONTO

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veloce ai 200 metri e il resto mantenerlointatto. Ecco perché lavoro sulla forza esulla ricerca di una tecnica di corsa piùefficace, la chiusura va bene così, è laprima metà di gara che va migliorata: conla stessa fatica e la stessa gestione devoriuscire a passare in 21.3 (a Doha è passatoin 21.55; ndr), il che vuol dire che dovreiportare il mio personale sui 200 a 20.60.Se ci riesco sono convinto davvero dipoter centrare l'obiettivo».

Esempi e stimoliLa giornata va avanti, alle 14.30 si chiu-dono i libri, si imbocca via San Francescodirezione campo. Lì Chiara Milardi ognigiorno ha un programma specifico, du-rante le feste di Natale la tabella preve-deva 12 volte i 200 metri, un allenamentoaerobico, 4 km di lavoro in tutto e viasotto la doccia.La compagnia aiuta e allieta le giornate:«Chi fatica più di tutti è Chiara, noi siamofelici di stare in un gruppo numeroso, c'èsempre la possibilità di scambiare un'opi-nione, di cercare lo spirito di emulazione,di farsi trainare nei giorni storti. Io guardoMatteo Galvan e vorrei avere la sua capacitàdi andare oltre il dolore, è un agonista ec-cezionale e pur di non rimanere dietrofinisce ogni allenamento od ogni gara di-laniato. Andrew è sempre un riferimentoin allenamento, è un atleta pazzesco, fapiacere guardarlo muoversi, in palestra èdi un'esplosività ancora oggi che non hauguali. Peccato che in gara perda i riferimenti,ma ci sta lavorando e chissà che non si leviancora qualche bella soddisfazione. DanieleCorsa è più veloce di me e allora diventa ilmio stimolo per il lavoro sulla velocità, iomi rendo conto di essere diventato stradafacendo il leader del gruppo per risultati eallora spero di essere per tutti uno stimoloa capire che lavorando così si possono rac-cogliere frutti importanti».

Ecco il riepilogo del 2019 di Davide Re. L'azzurro ha stabilito due record italiani dei 400 edetiene i primi sei tempi nazionali stagionali, i primi tre europei (e 4 dei primi 5).

Tempo Piazzamento Sede Data400

45.51 1. Rieti 24.545.72 4. Hengelo 9.645.01 1. Ginevra 15.644.77 2. La Chaux-de-Fonds 30.646.21 5. Montecarlo 12.745.86 1. Bydgoszcz (CE) 9.845.35 1. Bydgoszcz (CE) 10.846.05 3. Minsk (CdM) 9.945.08 1b3 Doha (CM) 1.1044.85 3s1 Doha (CM) 2.10

4x4003:02.87 1f2 Yokohama (WR) 12.53:02.04 1. Bydgoszcz (CE) 11.83:01.60 3b1 Doha (CM) 5.103:02.78 6. Doha (CM) 6.10

4x400 mista3:16.12 3b3 Yokohama (WR) 11.5

(CM) = Mondiali; (CE) = Europeo a squadre; (WR) = World Relays

“Per entrare nella finale dei Giochi

vanno tolti 2 decimi nei primi 200 metri Devo farli in 20”60”

Selfie con la Chigbolu e Tricca

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IL rAcconto

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Star Wars e Star TrekA metà pomeriggio la seduta è archiviata,a casa ci sono due ore di studio di qualitàin attesa: «Quello è il momento più im-portante, prima abitavo con un atletadell'Aeronautica (Cappellin; ndr) ed erabello condividere la vita casalinga, maho dovuto prendere questa decisioneperché altrimenti non ce la facevo aconcentrarmi. Studio, poi cucino, poicena e finalmente relax sul divano. Unbel film, magari Star Wars, Star Trek, glianime giapponesi o il Signore degliAnelli. Sono la mia passione e il motivoper cui ultimamente non frequentomolto i social: sono usciti nuovi film enon voglio essere vittima di spoiler, inrete c'è sempre qualcuno che ti dà anti-cipazioni. Anche se so bene che i socialsono importanti per un atleta moderno,servono per gli sponsor, per la promo-zione della propria immagine e allorasto cercando di forzare un po' la mia na-tura e di diventare un po' più social. Vi-viamo questo tempo e non possiamolasciarci sfiorare dalle opportunità».Uno sguardo ai programmi della stagioneche sta per arrivare: «come miglior quat-trocentista europeo avrò spesso unacorsia in Diamond League e vorrei correrepiù meeting possibile. Lo scorso annoho corso dieci volte i 400, più le staffette.Non mi fa paura l'impegno, sono unoche non paga troppo le gare e poi devomettermi alla prova, perché quest'annovorrei essere stabile sui 45 secondi eandare spesso sotto quel muro. Solocosì so di poter diventare un atleta mi-gliore».La giornata è finita, domani alle 8.20 lanebbia di viale dello Sport nasconderàancora quel gruppo di forzati dell'atleticache va in palestra perché in testa si èmesso un'idea meravigliosa: vivereun'Olimpiade da Re.

CRONOLOGIA RECORD ITALIANO 400 MASCHILItempo Atleta Sede data45”49 Fiasconaro Helsinki 13.8.7145”34 Zuliani Torino 15.7.8145”26 Zuliani Roma 5.9.8145”19 Barbieri Rieti 27.8.0645”12 Galvan Rieti 25.6.1645”12 Galvan Amsterdam 7.7.1645”01 Re Ginevra 15.6.1944”77 Re La Chaux-de-Fonds 30.6.19

“Bello lavorare in un gruppo numerosoIo leader per risultati

ma Galvan e Howe esempi da seguire”

Al lavoro a rieti

con Andrew howe e daniele corsa a Yokohama

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I PROTAGONISTI

IRENE E LE SUE

SORELLEIL MONDO IN UN

QUARTETTOSiragusa, Hooper, Herrera e Bongiorni:

magnifiche settime a Doha con il record italiano,le “outsider” della 4x100 non si accontentano

di Nazareno Orlandi

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fotoservizio di Giancarlo Colombo e Instagram (@irenesiragusa, @annsbongi, @gloria_hooper e @johanelisherrera)

Le ragazze della 4x100 a Doha

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I protAGoniSti

Sulla chat di whatsapp è fortementeprobabile che riappaia l’emoticondel sushi: “L’avevamo usata come ti-

tolo del gruppo prima delle World Relaysdi Yokohama e siamo andate in finale, poilo abbiamo cambiato in Road To Doha eadesso dobbiamo pensare a qualcosa perTokyo”. Tra le ipotesi ci sarebbe anche“John”, che sulla carta è un nome di uomo,ma in realtà è il modo in cui il professor DiMulo “interpreta” il nome di Johanelis Her-rera, una delle quattro reginette azzurredella 4x100, splendide settime al mondo,straordinarie primatiste italiane. Diminutiviufficiali: “Ire”, “Annina”, oppure “Bong”, “Jo” e“Glory”. Quattro caratterini mica da ridere. “Il direttore tecnico La Torre (ex metalmec-canico sindacalista a Sesto San Giovanni;ndr) ci ha chiamato “operaie” nella confe-renza stampa finale dei Mondiali e lì per lì

non l’abbiamo presa benissimo, poi ab-biamo capito e chiarito”, racconta Irene Si-ragusa, la capitana, artefice insieme allecompagne di squadra di un risultato chea molti è sembrato sorprendente e a loro,tutto sommato, no: “Corriamo staffette in-sieme da una vita, abbiamo vinto medagliegiovanili a livello europeo. E soprattuttovenivamo tutte e quattro dal baratro,perché dopo Yokohama ci siamo tutte in-fortunate e la voglia di riscatto ha prevalso.Abbiamo mandato un messaggio: quandopensi che tutto sia nero, in realtà non ècosì. Ci ha aiutato il continuare a crederein noi stesse quando in pochi lo facevano”. Le quattro, per chi si fosse perso qualchepuntata, sono la veronese di origine do-minicana Herrera, l’altra veronese natada genitori del Ghana Gloria Hooper, lapisana figlia d’arte Anna Bongiorni e pro-prio Siragusa, leader di un gruppo cheora sogna in grande per Tokyo, ben gui-date dalla saggezza del professor FilippoDi Mulo e dal suo collaboratore GiorgioFrinolli, supportate dalle altre due azzurre,riserve a Doha, Zaynab Dosso e AlessiaPavese e stimolate da una concorrenzagiovanile sempre più agguerrita cheva da Dalia Kaddari e Chiara Gherardi(già convocate) all’altro grande ta-lento Vittoria Fontana, non ancora

174/2019

Due toscane, unaveneta-ghanese

e una dominicanaMa corrono assieme

da tutta la vita

nel giro ma pronta al salto tra le “girls”:“Un panorama interessante, e diciamolo,fa quasi paura a noi quattro che in questastaffetta vogliamo restarci!”.

La capitana Siragusa“Lavorando su di noi

e sui cambi, possiamofare ancora meglio

A Tokyo per la finale”

l'attesa per il tempo della semifinale

irene Siragusa

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I protAGoniSti

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potremmo migliorare ancora di moltoquesto record italiano. La verità è che tranoi siamo brave a gestirci: amiche, certo,e non facciamo fatica a tornare unite econdividere emozioni, dopo essere staterivali ai campionati italiani. Johanelis è lapiù simile a me - rivela Irene - esplosiva etosta, e la apprezzo perché preparareun’Olimpiade senza potersi dedicare atempo pieno all’atletica, ma anche lavo-rando, non è semplice. Gloria è quellache mette pace, che rilassa col suo ‘take iteasy’. Anna è la più buona delle quattro,cerca di aiutare le altre e spesso vive in unmondo tutto suo”.

Sushi ed escargotTokyo, Parigi e un 2020 che per la staffetteazzurre può rivelarsi spaziale come il2019. Due qualificate di diritto (4x100donne e 4x400 uomini), le altre tre a unpasso dai Giochi grazie ai risultati di Doha.

squadra di nuovo d’argento a Tallinn nel2015 (tra le under 23) si passavano il testi-mone Siragusa, Bongiorni ed Herrera. L’in-telaiatura era sempre la stessa, un esempiodi continuità e di crescita comune. Eccoperché la senese di Colle Val d’Elsa, laureatain mediazione linguistica alla triennale ein competenze testuali per la promozioneturistica alla magistrale, conosce tutti gliingranaggi di una macchina da 42.90 inbatteria ai Mondiali di Doha: “Non abbiamoimprovvisato nulla - spiega - Nel quader-nino del prof c’è una tabella dei nostriultimi cinque anni di lavoro. È impressio-nante, conserva i dati di ogni singolocambio provato nei raduni, e sono staticentinaia. Siamo tutte sullo stesso livello,nessuna primadonna, nessun personalismo.Venivamo da una stagione da 11.60/11.70a testa, non certo da 11.20, e questo mi fadire che se riusciremo a togliere ognunaun paio di decimi e a perfezionare i cambi

Cambi e appuntiLa prima volta che Siragusa ha fatto partedel quartetto insieme a Bongiorni avevasì e no 15 anni (“Criterium cadetti all’Olim-pico di Roma nel 2008, con la rappresen-tativa regionale della Toscana, io in primafrazione, Anna in terza”). Nel team che aTallinn 2011 strappò l’argento under 20viaggiavano già Siragusa, Bongiorni e Hoo-per, in quello di Tampere 2013 per il bronzounder 23 Siragusa più Hooper, e nella

Una chat di whatsappgli emoticon, quattro

caratterini moltodiversi e un quaderno

pieno zeppo di dati

Anna BONGIORNI

È nata il 15 settembre 1993 a Pisa. E'figlia d'arte: papà Giovanni è stato az-zurro della velocità (olimpico, primatistaitaliano della 4x400 e bronzo sui 200agli Euroindoor) e poi allenatore. At-tualmente è proprio lui a seguire lafiglia a Pisa, di concerto con RobertoBonomi, con cui Anna si è allenataper anni a Rieti. Ha cominciato con laginnastica artistica, salvo passare de-finitivamente all'atletica a 15 anni,quando ha ottenuto il “minimo” per iMondiali U.18 al primo serio tentativosui 100. Bronzo sui 200 alle Universiadi2017, vanta i migliori risultati con la4x100: argento agli Europei juniores(2011) ed U.23 (2015), il 5° posto alleWorld Relays di Yokohama e il 7° aiMondiali di Doha (2019) con contornodi record italiano (42”90). Vanta per-sonali di 7”24 sui 60, 11”39 sui 100 e23”35 sui 200. Gareggia per i Carabinieri.È laureata in medicina e vuole diventarepediatra. Adora le lasagne al ragù.

Johanelis HERRERA ABREU

È nata l'11 agosto 1995 a Santo Do-mingo, nella Repubblica Domenicana,ed è arrivata in Italia a 11 anni perraggiungere la mamma a Verona. Quiha scoperto l'atletica con Ernesto Paiola,praticando inizialmente anche baskete pallavolo, l'altra sua grande passione.A 15 anni ha scelto definitivamente lavelocità all’Atletica Verona Unione Spor-tiva Pindemonte. Oggi è tesserata conl'Atl. Brescia 1950, con cui ha vinto iSocietari 2019, ed è allenata da Um-berto Pegoraro. Argento con la 4x100agli Europei U.23 (2015) assieme aBongiorni e Siragusa, è stata compo-nente fondamentale del quartetto ches'è piazzato quinto alle World Relaysdi Yokohama e settimo ai Mondiali diDoha nel 2019, portando il record ita-liano a 42”90. Ha personali di 11”51 e23”66. Diplomata in relazioni interna-zionali e marketing, lavora come im-piegata nel settore commerciale. Amala musica pop e i film horror.

Gloria HOOPER

È nata il 3 marzo 1992 a Villafranca(Verona), è cresciuta a Isola della Scala,ma dall'ottobre 2017 vive in Inghilterra,dove s'è trasferita la famiglia, allenatada June Plews. Seconda dei cinquefigli di una pastori protestanti ghanesi,ha giocato a lungo a pallavolo e haimboccato tardi la strada dell'atletica,a 17 anni compiuti, mettendo subitoin mostra doti di velocista. Bronzo sui200 agli Europei U.23 (2013), ha otte-nuto le migliori soddisfazioni con la4x100, assieme alle eterne compagneIrene Siragusa e Anna Bongiorni: ar-gento europeo juniores (2011), bronzoagli Europei U.23 (2013), 5° posto alleWorld Relays di Yokohama e 7° ai Mon-diali di Doha (2019), a suon di recorditaliano (42”90). Tesserata per i Carabi-nieri, ha preso parte alle Olimpiadi diLondra 2012 e Rio 2016, sempre eli-minata in batteria sui 200, e vanta per-sonali di 11”34 e 22”89. Ama cucinaree ascoltare musica gospel.

Irene SIRAGUSA

È nata il 23 giugno 1993 a Poggibonsi(Siena), ma vive a Colle Val d'Elsa. Puravendo una madre (Patrizia) ex quat-trocentista, ha “sposato” l'atletica solodopo aver vinto una gara di salto inlungo a livello studentesco e aver pra-ticato a lungo il pattinaggio artistico arotelle. Ha ottenuto i suoi successi piùsignificativi con la 4x100: l'argento eu-ropeo juniores (2011), un argento e unbronzo agli Europei U.23 (2015, 2013),il 5° posto alle World Relays di Yokohamae il 7° ai Mondiali di Doha (2019) con ilrecord italiano portato a 42”90. Vantapersonali di 11”21 sui 100 e 22”96 sui200, quest'ultimo stabilito in occasionedell'oro alle Universiadi di Taipei 2017.Celebre per l'abitudine di correre condei vistosi occhiali, è laureata in me-diazione linguistica in ambito turisticoimprenditoriale e vanta un master incompetenze testuali per la promozioneturistica. Anche la sorella minore, Ilaria,è una velocista. Gareggia per l'Esercito.

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I protAGoniSti

Dietro di loro giàspingono le nuove

leve: “Panorama checi fa quasi paura, manoi non abdichiamo”

La 4x100 femminile non si nasconde più:“La finale olimpica è il nostro obiettivo -annuncia Siragusa - certo, sarà ancorapiù dura e servirà qualche botta di c…(bip). Nell’anno olimpico si risveglianotutte, ma attenzione, il Mondiale ci hadetto che si può fare, che non è affattoimpossibile. Ci arriveremo dopo due o tregare di rodaggio, tra cui l’incontro inter-nazionale di Rieti del 2-3 maggio e qualchealtro meeting all’estero tra maggio egiugno, ma Di Mulo ci ha assicurato cheavremo spazio anche per le nostre stagioniindividuali, a cui teniamo. Vogliamo ilrecord italiano già in batteria a Tokyo pergiocarci tutte le nostre chance di finale. Etre settimane dopo c’è Parigi, l’Europeo.Vi immaginate noi sul podio in Francia?”.Con quattro ragazze di fuoco è tutto pos-sibile (e per la chat conviene iniziare acercare l’emoticon delle escargot).

Johanelis herrera e Gloria hooper

Anna bongiorni Gloria hooper irene SiragusaJohanelis

herrera Abreu

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UNO STARTER CHIAMATO MAZZINI

Dai fondatori seguaci del patriota all'ingresso delle donne:La Fratellanza 1874 ha compiuto 145 anni

di Marco Tarozzi

fotoservizio di Giancarlo Colombo e Instagram

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Raccontare società come La Fratel-lanza 1874 è un piacere. Perchédentro al racconto ci si può im-

mergere trovando proprio tutto: storia,blasone, personaggi eccellenti, vivacitàdel presente. E futuro, naturalmente. Per-ché questo club emiliano, nato a Modena,che vive splendidamente il nostro tempoma fa anche parte, con orgoglio, del-l’Unasci - l’Unione Nazionale AssociazioniSportive Centenarie d’Italia - gode di

perfetta salute, ha tanta carne al fuocoe progetti importanti che valorizzanol’atletica e ne diffondono il messaggio.Merito di dirigenti appassionati e com-petenti, capaci di mantenere un rapportocostruttivo anche con le istituzioni, e diun ”gruppo” che mette insieme un mi-gliaio di sportivi, tra atleti assoluti, ragazzidel settore giovanile, amatori e masterche affrontano l’atletica con una dedi-zione degna dei professionisti.

FusioneLa Fratellanza nasce, appunto, nel 1874.Fatte salve quelle di tiro a segno, primein tutta Italia per la loro matrice militare,è la sesta società sportiva in Emilia-Ro-magna: prima di lei soltanto l’Accademiadi scherma Bernardi di Ferrara, datata1854, la Ciclistica i Fiori di Faenza del1861, la Panaro Modena, dedita a schermae ginnastica (e succesivamente all’atletica),nata nel 1870, la Sef Virtus fondata un anno

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dopo, e la Canottieri Ravenna, del 1873.C’è molta idelogia, nel nuovo sodalizio,ed è un segno dei tempi: i giovani che lapensano e la fondano stravedono perMazzini, e appunto alla ”Fratellanza d’Italia”che unisce cento città ricordate in unalapide nella sede centrale dell’Universitàdi Modena. A virare la rotta su un concettodi sport, lasciando da una parte gli ideali,è all’inizio del Novecento un presidente-archeologo, Enrico Stefani. E a portare iprimi risultati di grande rilievo sono ilmarciatore Lorenzo Sola e il velocista Al-berto Savioli. Ma è sulle pedane che LaFratellanza costruisce negli anni Venti lasua reputazione: Alberto Poggioli, arrivatodalla Panaro per la fusione voluta dalpresidente del Coni, Augusto Turati, se-gretario generale del Partito fascista, chenel ventennio unisce nella Modena Spor-tiva tre grandi realtà dello sport cittadino:Fratellanza, Panaro e Modena FC. Poggioliparteciperà a ben tre edizioni delle Olim-

Gigliotti, da Bordin a Baldinii gioielli d'oro del Professor Fatica

Anche lui, uno dei più grandi maestridell’atletica italiana, il grande saggioche ha portato ben due azzurri all’oroolimpico di maratona, è partito da qui.Indossando, da ragazzo, i colori de LaFratellanza Modena.Era un giovane mezzofondista, LucianoGigliotti, prima di diventare il gurudella corsa. Nato ad Aurisina, in provinciadi Trieste, il 9 luglio 1934, una decinadi anni più tardi, orfano di guerra, sispostò a Modena con il resto della fa-miglia. Aveva undici anni e frequentavail Sacro Cuore quando incrociò la stradadi Fernando Ponzoni, il tecnico dellasocietà che organizzò la rinascita sullemacerie del conflitto. Fu lui a trasmet-tergli la passione per l’atletica e per ilrugby. Diplomatosi all’Isef nel 1955, ilgiovane Luciano fu un discreto mez-zofondista veloce, e dopo la canottadella Fratellanza indossò anche quelladell’As Roma, correndo 400 e 800.E sempre da La Fratellanza iniziò, a soli28 anni, la carriera da allenatore, curandoil settore giovanile, per poi passare con

alcuni dei suoi ”ragazzi” alla Panini Mo-dena e dedicarsi negli anni Settanta aitalenti dei Carabinieri Bologna. A Mo-dena, uno dei suoi primi discepoli fuRenzo Finelli, che ne avrebbe seguitole orme anche da tecnico, dopo avermesso in bacheca tre titoli italiani eaver corso i 1500 a Città del Messico1968, primo atleta di Gigliotti a con-quistare il pass per le Olimpiadi.Ne ha guidati tanti, dopo. Vittorio Fon-tanella, Pippo Cindolo, Alessandro Lam-bruschini, Maria Guida, per ricordarnesolo alcuni. Nel 1988, a Seul, GelindoBordin è diventato re della maratonaolimpica grazie alle sue indicazioni tec-niche. È stato il primo italiano a riuscirci.Il secondo, Stefano Baldini, è riuscitonella stessa impresa ad Atene 2004. Eil maestro, anche in quell’occasione, èstato Lucio Gigliotti, ribattezzato il ”Pro-fessor Fatica”. Che oggi, a 85 primavere,è sempre lì, pieno di passione, sullapista del Campo Scuola. Dove tuttoera iniziato, con i colori de La Fratellanza.

m.tar.

luciano Gigliotti

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piadi, tra il 1924 e il 1932, finendo addi-rittura quarto nel martello ad Amsterdam1928. Con lui, a Los Angeles 1932, ancheil martellista Fernando Vandelli, nono.Poi, arriva Ettore Tavernari. Mezzofondistaveloce, è il primo atleta del sodalizio aconquistare un primato mondiale, quellodei 500 metri. Lo fissa in 1’02”9 a Budapest,nel 1929, e aggiunge i limiti nazionali nei400 (48”6) e negli 800 (1’52”2). Non hafortuna ai Giochi olimpici, ma ne ha ancorameno Fulvio Setti, altro grande talentodell’epoca negli ostacoli alti, che non potrà

Un presidentearcheologo,

i trionfi anni Ventila fusione forzatasotto il Fascismo

renzo Finelli

lorenzo puliserti nel peso

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neppure essere in pista a Berlino, doveera stato convocato, per problemi familiari.Come l’astista Carlo Rinaldi (tricolore nel1948, quattro volte azzurro), sono tuttiallievi del ”Pirèin”, al secolo Pietro Baraldi,ex atleta e poi blasonato tecnico.

PanaroNel dopoguerra tocca a Fernando Ponzonicoltivare una nuova generazione di talenti.Nel gruppo ci sono Antonio Brandoli, tri-colore e campione mondiale militare del-l'alto nel 1962, Renzo Finelli, Mario Ro-mano, Alfredo Roma, Serafino e LucianoAnsaloni. E c’è Luciano Gigliotti, destinatoa un luminoso futuro di tecnico. RenzoFinelli, in particolare, diventa un faro delmezzofondo. Corre i 1500 olimpici a Cittàdel Messico nel ’68, è ai vertici in Europa,in Italia è primatista dei 3000 in 7’59”8,vince due titoli assoluti nei 5000 e unonei 1500, veste 25 volte l'azzurro, vincendol’oro ai Giochi del Mediterraneo, semprenei 1500. Anche lui diventerà un allenatoredella società, grande scopritore di talen-ti.

Negli anni Settanta emergono a livellonazionale figure come il martellista Or-lando Barbolini e l’ostacolista DanieleGiovanardi, specialista dei 400 ostacoli,che farà parte del quartetto azzurro nella4x400 ai Giochi di Monaco ’72. Si sciogliela gloriosa Panaro, e confluisce nella Fra-tellanza grazie al lavoro di Giorgio Ariani,tecnico del club già assessore allo sportdel Comune di Modena, e il sodalizio sirafforza. Gli anni Ottanta mettono in ve-trina Fabrizio Borellini, che nel salto inalto porta a 2.30 il primato italiano. Lo al-lena Giuliano Corradi, che dà vita a unavera e propria scuola della specialità, acui si abbeverano anche i gemelli riminesi

Giulio e Nicola Ciotti. Il velocista NicolaRabino, coltivato da Mario Romano, èdue volte tricolore dei 60 indoor e duevolte presente ai Mondiali, nel 2001 enel 2003. Negli anni recenti, brillano i ta-lenti di Matteo Rubbiani nell’asta, FilippoCampioli nell’alto, Massimiliano Ingraminella maratona, Matteo Villani nei 3000siepi, Amanfu Jens nei 400 e MohamedMoro negli 800.

DonneNel 2015 accade un fatto storico: la societàCittadella, da sempre dedita al settorefemminile, è guidata da Gianni Ferragutia confluire ne La Fratellanza, fin lì grupposolo maschile. Ne nasce un club tra i piùforti del panorama nazionale. Oggi laFratellanza del presidente Maurizio Borsariconta su un migliaio di tesserati, tra diri-genti, tecnici e atleti di tutte le categorie,comprese quelle amatoriali. Sono 85 gliatleti seniores. Nel 2018 la 4x100 junioresha vinto il titolo italiano, così come le ra-gazze della juniores di cross nella com-binata. La squadra femminile ha preso

Ponzoni, GigliottiFinelli: il dopoguerradei campioni-maestri

E nel 2015 sonoarrivate le atlete

la 4x100 maschile le atlete master

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parte alla Coppa Europa di specialità adAlbufeira, chiudendo al settimo posto.Nel 2019 sono arrivati i titoli italiani della4x100 promesse (Mark Emeka Obi Kalu,Matteo Ansaloni, Andrei Alexandru Zlatan,Freider Fornasari) e del cross juniores asquadre (Martina Cornia, Bernadette Pul-

Campione, eroe e dirigente: le mille vite di Setti, l'uomo che disse no ai Giochi

Se Ettore Tavernari è stato il primogrande atleta ”internazionale” de LaFratellanza, capace di fissare il mondialedei 500 metri a 1’02”9 nel 1929, unodei miti, non solo sportivi, dell’epocafu Fulvio Setti. Atleta eccelso, aviatore,eroe di guerra, campione di coraggio.Setti arrivò in società a 14 anni, e ”Pirèin”Baraldi lo prese sotto la sua ala protet-tiva. Era partito dal salto in alto, mapresto si specializzò negli ostacoli, 110e giro di pista, fino al titolo italianoPrima Serie dei 110 hs nel 1933. La Fe-derazione lo mise sotto osservazione,lo inviò a fare stage negli Usa, dovegareggiò a Boston e New York. Allafine fu selezionato per partecipare al-l'Olimpiade di Berlino 1936. Era il suogrande sogno, ma rinunciò, ufficial-mente per un infortunio a una gamba.Solo molto tempo dopo si seppe chequella rinuncia dolorosa nascondevaun segreto: il padre Alberto aveva bi-sogno di lui nella ferramenta di piazzaMazzini, l’azienda di famiglia, e lui avevavoluto fare la sua parte. Dopo Berlinocontinuò l’attività sportiva, segnandoun personale di 15”6 sulla distanza che

restò nell’albo d’oro della società pertantissime stagioni.Appassionato di volo, pilota abilissimo,durante la Seconda guerra mondialefu protagonista di imprese memorabilicon i SAS, i Servizi Aerei Speciali chetrasportavano armi, ma soprattutto vi-veri e feriti, tra l’Italia e i territori in cuile nostre truppe erano impegnate.Partecipò a 220 voli e fu insignito dellaMedaglia d’Oro al valor militare e dellaCroce di guerra. Finito il conflitto tornòall’azienda di famiglia, tuttora condottadai nipoti. Non dimenticò l’antica pas-sione, e divenne presidente de La Fra-tellanza e del Coni provinciale, ma an-che dell’Aeroclub locale e dell’Enteprovinciale per il Turismo. Nel 1996 glivenne intitolato il Deposito centraledell’Aeronautica, con l’inaugurazionedi un busto in bronzo a lui dedicato,mentre nel 2015 gli è stata co-intitolatala sezione dell’Associazione Arma Ae-ronautica di Modena. È scomparso il19 marzo 1991, a 77 anni. Nel tempo,quella rinuncia è diventata un orgoglio,come il resto della sua vita intensa.

m.tar.

le atlete master

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pito, Chiara Tognin, Chiara De Giovanni).Sette delle otto formazioni iscritte al set-tore agonistico della Fidal hanno disputatola Finale Oro, e gli Allievi in Finale Ahanno mancato di pochissimo la qualifi-cazione. Tra i Master sono arrivati duetitoli europei, con Sara Roberta Colombonel salto in lungo tra le SF45 e AlessandroBianchi negli 800 metri SM45.La Fratellanza continua la sua corsa. Fortedi una storia ultracentenaria, ricca di ideeper costruirsi il futuro.

La ”Corrida” ha quasi mezzo secoloE a dicembre si sfidano i piccoli Tortu

Il fiore all’occhiello è una corsa che haportato sulle strade di Modena gene-razioni di campioni. La ”Corrida di SanGeminiano”, nata da un’idea di RenzoFinelli, festeggerà nel 2020, come tradi-zione vuole il 31 gennaio, festa del pa-trono, l’edizione n.46. Quella dello scorsoanno ha portato al via 1000 atleti nellacompetitiva di 13,350 km, e circa 6.000nelle non competitive, la ”Corrisange-miniano” e la ”Minicorrida”. L’albo d’oroha messo in fila la storia del mezzofondoazzurro: Cindolo, Arese, Fava, Lauro, Ma-gnani, Ortis, Fontanella, Gerbi, Pimazzoni,Bordin, Mei, Miccoli, Antibo, Baldini. Epoi gli uomini degli altopiani: il primofu Joseph Kipsang nel 1988, l’ultimoJoash Kipruto Koech quest’anno. Tra ledonne, altre stelle: Guida, Munerotto,Viceconte, Sommaggio, Incerti. E non c’è solo la strada, a perpetrare latradizione de La Fratellanza. Anche ”Ilragazzo e la ragazza più veloci di Modena”,manifestazione nata in ambito Cittadella,ha festeggiato a fine anno la 33ª edizione.

Si tratta di una serie di prove di velocitàriservate a studenti degli ultimi due annidelle Medie e primi due delle Superiori,a cui aderiscono molti istituti della città.C’è poi il ”Trofeo Cittadella”, campestredi chiusura del campionato provinciale,una tradizione che si ripete ogni 8 di-cembre da 48 anni.Ha origini più recenti il progetto ”Runwith Us”, che coinvolge le maggiori societàpodistiche di Modena nella creazione digruppi di runner di diverse tipologie,pronti ad affrontare la preparazione perla Corrida o altri appuntamenti , con LaFratellanza che mette a disposizione tec-nici e strutture, da settembre a giugno.Infine, ecco il ”Progetto Agon”: allenatoridella Fratellanza con la supervisione diAlessandro Guazzaloca, preparatore atle-tico della Trentino Volley, si mettono adisposizione per singoli e squadre di di-verse discipline sportive che voglionomigliorare la preparazione per raggiungereil loro risultato sportivo.

m.tar.

corrida

elena pradelli e Anna cavalieri

92ATLETI07 Olimpici20 Azzurri assoluti55 Azzurri giovanili10 Campioni d’Italia

07 SCUDETTICROSS

1 Juniores femminile3 Juniores maschile1 Combinata femminile2 Allievi

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Maria Chiara Cascavilla, classe 1995, ha iniziato per caso conl’atletica. Aveva diciannove anni e un passato da discretagiocatrice di tennis. Andando a correre col padre per diverti-mento, è stata notata da chi se ne intendeva e quasi ”obbligata”a fare sul serio. Alla prima gara vera, nella sua San GiovanniRotondo, nel Foggiano, è salita sul podio, e di lì a poco avevagià in tasca il minimo per correre i 5000 ai campionati italiani.Da un anno si è trasferita a Modena, anche se continua glistudi di Medicina e Chirurgia all’Università di Foggia. Lo hafatto per coltivare la sua passione per l’atletica, scegliendo laFratellanza 1874 e un tecnico esperto come Renzo Finelli.Atleta polivalente, nell’ultimo anno ha migliorato tutti ipersonali, in pista e su strada. La prima maglia azzurra èarrivata con l’Under 23, e quest’anno ha collezionato duepresenze in Nazionale assoluta, correndo nell’arco di unasettimana i 10.000 in Coppa Europa e alle Universiadi.

Simone Colombini è un gioiello nato e cresciuto in Appennino.A Pavullo nel Frignano, come Alessandro Giacobazzi e Fran-cesca Bertoni, come lui fioriti atleticamente all’AtleticaFrignano, sbocciati definitivamente in Fratellanza, approdatipoi nel gruppo sportivo dell'Aeronautica. Simone però, dopoun anno nella società militare, è tornato a casa, e La Fratellanza1874 si gode il suo rientro. Nato il 27 giugno 1996, il ragazzosi è specializzato presto nel cross e nelle siepi, raccogliendosoddisfazioni importanti: due volte finalista europeo a livellogiovanile (e quarto tra gli Juniores nel 2015), campioneitaliano Under 23, nel dicembre dello scorso anno si è clas-sificato 12°, e primo azzurro, agli Europei di cross Under 23 aTilburg, in Olanda. Dopo la maturità scientifica, ha studiatoscienze informatiche per un anno alla Kennesaw State Uni-versity, ad Atlanta. Oggi frequenta il corso di laurea in lingueall’ateneo di Parma. Con i compagni della Fratellanza havinto tre titoli nazionali consecutivi di club nel cross: allievinel 2013, juniores nel 2014 e 2015.

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Simone colombini

Maria chiara cascavilla e Marta zenoni

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RAPHAELA, LA VITAÈ UN'OPERA D’ARTE

Papà e mamma sono arrivati dal Su-dan per dare solidità alla loro famiglia.E qui, in Italia, è nata Raphaela Lu-

kudo, che dal 2017 è nel giro della Nazio-nale e porta con orgoglio quel colore az-zurro e la sua passione sui campi diatletica. Era il 29 luglio 1994 e i suoigenitori vivevano ormai da tempo adAversa, nel Casertano, dopo aver fattotappa in Francia e in Svizzera. Papà operaio,mamma impiegata in un’azienda di pulizie,gente che sgobbava dalla mattina allasera. Quando la bambina aveva appenadue anni, il trasferimento a Modena. Ed èqui che è emersa la passione per la corsa,

dalla società Cittadella, oggi ereditato daLa Fratellanza 1874. E proprio in Cittadella,subito dopo, finì per tesserarsi, dedicandosiinizialmente alle prove multiple, trovandopresto spazio in rappresentative regionalidi categoria, fin da cadetta. Dopo averconquistato un posto ai Mondiali allievidi cross, ecco la scelta definitiva: dedicarsial giro di pista, con e senza ostacoli.

Nonna acquisitaLa fusione tra Cittadella e La Fratellanza1874 ha portato Raphaela a indossare icolori della società ultracentenaria, sottola guida di Mario Romano. Quando la sua

Appassionata di disegno e fotografia, la Lukudo è cresciuta alla Cittadella e sbocciata con La Fratellanza

di Marco Tarozzi

in verità nemmeno troppo presto. Ra-phaela aveva quasi tredici anni e il suoprof di educazione fisica la convinse a ci-mentarsi ne ”La ragazza più veloce diModena”, evento storico organizzato allora

fotoservizio di Giancarlo Colombo e Instagram (@raffalabionda)

Raphaela Lukudo esulta per il bronzo alle World Relays

Aversa, l'EmiliaRoma. Poi cross

multiple, 400 metriMa sempre con

Modena nel cuore

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famiglia ha scelto di trasferirsi a Londra,l’ha seguita per poi rientrare a diciotto annia Modena, ancora più decisa a trovare lasua strada (“Sentivo che il mio futuro era lacorsa…”) e sostenuta dalla signora ”Mari”,la nonna acquisita che la accoglie ognivolta che torna in città da Roma. Sì, perchégrazie al suo talento la Lukudo si è assicuratanel 2015 la chiamata del Gruppo SportivoEsercito, e da giugno di quell’anno è allenatada Marta Oliva al centro sportivo della Cec-chignola. È diventata una delle più fortispecialiste della velocità prolungata del

nostro movimento. Un’atleta con le stellette che non ha di-menticato la società che l’ha lanciata inorbita. Ogni anno, infatti, continua a scen-dere in pista con i colori de La Fratellanzaai campionati di società.Nel 2018 si è migliorata sui 400 metri di-verse volte, fino a correrli in 52.48 al co-perto e in 52.38 all'aperto. Ha stabilito ilprimato nazionale della 4x400 ai Mondialiindoor, insieme a Folorunso, Bazzoni eSpacca. Agli ultimi Europei indoor di Gla-sgow ha ottenuto il quinto posto nei

400 con il personale di 52.48 e il bronzocon la 4x400, con Marta Milani nel quar-tetto al posto della Spacca. Con il quartettoha conquistato in questa stagione unaltro bronzo alle World Relays di Yokoha-ma, e un anno fa l’oro ai Giochi del Me-diterraneo, a Tarragona. Nella sua bachecabrillano nove titoli italiani assoluti, oltrea quelli conquistati nelle categorie gio-vanili: tre individuali (400 nel 2018, 400indoor nel 2018 e 2019) e sei nelle staffette.

CreativaSta portando avanti gli studi in ScienzeMotorie, ma il diploma conseguito al-l’Istituto d’Arte gli ha lasciato addossouna grande creatività, che si esprimenella fotografia e nel disegno.Sul problema del razzismo ha idee precisee prive di ipocrisia: ”In Italia l’integrazioneesiste, anche non sempre funziona così.Io ho avuto fortuna, a Modena ho trovatoun ambiente molto accogliente. La storiadei miei genitori spiega tante cose, lorohanno girato l’Europa, oggi sono a Londra,dove mamma si è iscritta al college, perdiventare infermiera professionale. Nes-suno lascia la propria casa se non ha lanecessità di farlo, cercare di migliorare lapropria esistenza è un diritto di tutti”.

I genitori sudanesivivono a Londra“È un diritto di

tutti migliorare lapropria esistenza”

RAPHAELA LUKUDO

è nata ad Aversa (CE) il 29 luglio 1994, ma è cresciuta a Modena dall'età di due anni.Figlia di genitori sudanesi, ha scoperto l'atletica a 12 anni con la Cittadella per poientrare a La Fratellanza 1874 e infine nell'Esercito nel 2015. Scoperta da Mario Ro-mano e allenata da Marta Oliva, è esplosa nel 2018, scendendo a 52”38 all'aperto.Nel 2018, con la 4x400, è stata quinta ai Mondiali indoor e agli Europei all'aperto,centrando l'oro ai Mediterranei con l'ormai celebre quartetto delle All Blacks. AgliEuropei indoor di Glasgow 2019 si è migliorata due volte sui 400, fino a 52”48(quinta), per poi lanciare la 4x400 al bronzo. Medaglie bissata pochi mesi dopo alleWorld Relays di Yokohama. Studia scienze motorie, ama la fotografia e il disegno.

raphaela fuori dal campo

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IL VADEMECUM

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Okay, sì, può sembrare un esercizioda nerd dell’atletica, ma proviamoci.Posa un attimo questo numero del

magazine, prendi lo smartphone e corrisul sito World Athletics (per comodità vabenissimo digitare il buon vecchio indirizzoiaaf.org), quindi clicca sulla sezione “Athletes”e poi su “World Ranking”, infine seleziona“Event Ranking” e il gioco è fatto: benvenutonel meccanismo che rivoluziona il mondodell’atletica, o quantomeno le modalità diqualificazione per gli eventi globali. Il viaggioche porta ai Giochi olimpici di Tokyo passaanche da questa paginetta web che si ag-giorna ogni martedì. Esiste una classifica

totale con tutti gli atleti di tutte le discipline,ma quella, tutto sommato, potete anchetralasciarla: è davvero un gioco per capirechi è l’atleta più forte del momento (il 2019l’ha chiuso in testa Noah Lyles 1505 punti,

davanti a Karsten Warholm 1503 e ChristianColeman 1477). Ciò che invece conta eche è destinato a cambiare le strategie ditantissimi atleti, azzurri compresi, è laclassifica delle singole discipline.

ContinuitàIl vice direttore tecnico delle squadre na-zionali, Roberto Pericoli, che sta studiandoda mesi i cavilli del regolamento e leoscillazioni degli azzurri, ci guida perorientarci al meglio. Partiamo dalle Olim-piadi: “La World Athletics ha individuatocome in passato i target number, cioè iposti a disposizione per ogni singola

MATEMATLETICAIL SUDOKU DEL RANKINGPrestazioni, numero e qualità delle gare, piazzamenti: per assicurarsi l'Olimpiade, un exploit può non bastare piùdi Nazareno Orlandi

Il vice d.t. Pericoli“Così cambia tutta

la programmazioneTra maggio e giugno

il periodo chiave”

fotoservizio di Giancarlo Colombo e World Athletics

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IL VADEMECUM

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gara - ricorda Pericoli - Si va dai 56 dellosprint puro fino ai 32 dei concorsi per ar-rivare ai 24 delle prove multiple. Ma indiscontinuità rispetto al passato c’è statoun inasprimento degli standard d’iscri-zione, quelli che spesso vengono chiamati‘minimi’, che continuano a esistere maipoteticamente non dovrebbero coprirepiù del 50% dei target number. Cosacambia quindi con il ranking? Facile: iposti rimanenti non si andranno a com-pletare sulla base della singola prestazione,bensì sulla base del ranking”. L’intento èchiaro: privilegiare la continuità di pre-stazioni di un atleta, invece che l’exploit.

CalcoliDelle due, l’una: o fai il ‘minimo’, o hai unpunteggio tale che ti consenta di entrarenei target number. “Questo significa unariscrittura del piano programmatico diogni singolo atleta dal punto di vista ago-nistico - osserva Pericoli - Chi è abituatoa gareggiare in modo abbastanza diluito,per non dire raramente, dovrà capire seè in grado di centrare una prestazioneapicale, oppure dovrà necessariamentegareggiare più del solito, e quando pos-sibile in contesti più qualificati”.Il risultato si basa su due numeri: il classicopunteggio di tabella che quantifica il valoredella prestazione, più il “placing score”, cioèil bonus che deriva dal piazzamento. Ma ilbonus è più ghiotto a seconda del prestigio

della manifestazione: per velocità, salti elanci, la vittoria in un campionato nazionale(100 punti) vale come un ottavo posto inuna tappa di Diamond League o un dodi-cesimo posto ai Mondiali. Quindi riuscirea gareggiare in gare di sempre maggiorprestigio è un valore aggiunto. “Inoltre -prosegue Pericoli - per essere classificatiall’interno del ranking bisogna fare il numerodi prove previste per la singola disciplina:se non corri almeno cinque volte i 100metri in 12 mesi, o almeno due di questenei 60 indoor, non vieni neanche classificatoe a quel punto solamente lo standard tipotrebbe garantire l’ingresso ai Giochi. Econ il passare del tempo c’è anche un de-prezzamento dei risultati di più vecchiadata, quanto più sono distanti rispetto alperiodo di acquisizione”. Tradotto: non cisi può cullare sugli allori.

StaffetteNon rispondono a questa logica le staffette,è bene ricordarlo: in quel caso la qualifi-cazione olimpica è in parte già stata de-cretata dai Mondiali di Doha, e per laparte restante valgono le liste mondiali al29 giugno 2020. Per tutti gli altri, al ranking

Inaspriti i “minimi”World Athletics

si affiderà al rankingper raggiungerei target number

Karsten Warholm, 1503 punti nei 400 ostacoli Eleonora Giorgi, regina della 50 km Yeman Crippa, nella Top 20 in due specialità

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IL VADEMECUM

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non si scappa: “La massima attenzioneandrà fatta nel periodo caldo maggio-giugno 2020, quando l’acquisizione di ri-sultati sarà più diffusa e potrebbero essercimolti movimenti verso l’alto o verso ilbasso - avverte Pericoli -. È chiaro che inalcune discipline come per esempio i 200metri, che non hanno un’attività indoordedicata, ricercare cinque gare che sianoanche qualificate dal punto di vista delbonus è un meccanismo impegnativo”.Se vi siete appassionati così tanto, e voleteentrare nei minimi dettagli, ci si può anchedivertire a scoprire quanto si “paga” in ter-mini di punteggio per il troppo vento afavore nello sprint e nei salti, o in checosa fanno eccezione le gare di mezzo-fondo prolungato, marcia e maratona, op-pure perché i punteggi acquisiti ai cam-pionati di area all’aperto (per esempio gliEuropei di Berlino 2018) vengono con-servati oltre i dodici mesi, o quanti puntiaggiuntivi sono in palio in caso di recorddel mondo, o magari cosa si intende per“best legal jump”. Ma in realtà potrebbeanche bastare quello che vi abbiamo rac-contato. E allora tanto vale posare lo smar-tphone e ricominciare a leggere Atletica.

CINQUE AZZURRI TRA I TOP 10: LA GIORGI È PRIMA!UOMINI

Specialità Leader punti Top azzurro punti100 Coleman (Usa) 1477 10. Tortu 1308200 Lyles (Usa) 1501 19. Desalu 1235400 Kerley (Usa) 1417 17. Re 1258800 Brazier (Usa) 1436 82. Barontini 11461500 T. Cheruyot (Ken) 1465 98. Abdikadar 11165000 Barega (Eti) 1423 20. Crippa 123310.000 Cheptegei (Uga) 1407 10. Crippa 1271110 hs Ortega (Spa) 1435 20. Fofana 1258400 hs Warholm (Nor) 1503 84. Bencosme 11453000 siepi El Bakkali (Mar) 1432 34. Chiappinelli 1174Alto Nedasekau (Bie) 1354 10. Tamberi 1305Asta Kendricks (Usa) 1474 12. Stecchi 1287Lungo Echevarria (Cub) 1451 21. Randazzo 1208Triplo Taylor (Usa) 1465 53. Bocchi 1147

53. Cerro 1147Peso Walsh (Nzl) 1470 21. Fabbri 1217Disco Stahl (Sve) 1464 36. Faloci 1137Giavellotto Kirt (Est) 1419 53. Fraresso 1112Martello Fajdek (Pol) 1392 39. Lingua 1141Decathlon Warner (Can) 1385 55. Cairoli 1128Maratona Kipchoge (Ken) 1466 148. Rachik 1217Marcia 20 km Yamanishi (Jap) 1345 4. Stano 1256Marcia 50 km Suzuki (Jap) 1311 31. Antonelli 1163

31. Chiesa 1163

DONNESpecialità Leader punti Top azzurro punti100 Fraser-Pryce (Jam) 1465 103. Herrera 1140200 Asher-Smith (Gbr) 1457 73. Hooper 1144400 Naser (Brn) 1460 49. Chigbolu 1167800 Wilson (Usa) 1389 66. Vandi 11531500 Hassan (Ola) 1463 107. Zenoni 11055000 Obiri (Ken) 1447 87. Tommasi 110910.000 Hassan (Ola) 1400 77. Mattuzzi 1133100 hs D. Williams (Jam) 1446 19. Bogliolo 1255400 hs Muhammad (Usa) 1478 17. Folorunso 12453000 siepi Chepkoech (Ken) 1475 55. Mattuzzi 1154Alto Lasitskene (Ana/Rus) 1477 14. Trost 1230Asta Sidorova (Ana/Rus) 1435 25. Malavisi 1160Lungo Mihambo (Ger) 1465 42. Strati 1154

42. Vicenzino 1154Triplo Rojas (Ven) 1447 32. Cestonaro 1154Peso Lijiao Gong (Cin) 1421 89. Rosa 1007Disco Perez (Cub) 1435 25. Osakue 1134Giavellotto Huihui Lyu (Cin) 1413 46. Bani 1070

46. Jemai 107046. Visca 1070

Martello Price (Usa) 1375 28. Fantini 1127Eptathlon: Johnson-Thompson (Gbr) 1442 81. Gerevini 1060Maratona B. Kosgei (Ken) 1432 109. Dossena 1218Marcia 20 km Hong Liu (Cin) 1297 38. Trapletti 1111Marcia 50 km* Giorgi (Ita) 1312 1. Giorgi (Ita) 1312

(*) = specialità non olimpica

Bonus, record, puntiscaduti. Una vittoria

agli Assoluti valecome un ottavo posto

in Diamond League

Dalilah Muhammad, 1478 punti nei 400 ostacoli

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NOME rubricA

1-2/2017

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MARATONA RECORD

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Eliud Kipchoge, il maratoneta piùveloce al mondo, come Usain Bolt,l'uomo più veloce del pianeta. Un

po' a sorpresa il keniano è stato elettoper la seconda volta consecutiva “Atletadell'anno” dalla Iaaf (pardon, World Athle-tics) a spese dei big dello sprint, chedopo l'uscita di scena del Fenomenofanno fatica a ritrovare la loro stellapolare. La conferma di Kipchoge, chesegna la prima volta di un maratonetain oltre trent'anni degli Awards mone-gaschi, ha rari precedenti. Un riconosci-mento al quale probabilmente nemmenolo stesso Eliud faceva molto affidamento,nonostante avesse corso il 12 ottobre aVienna, primo uomo della storia, la ma-ratona in meno di due ore: 1h59'40” perla precisione. Poco importa che il cronoda fantascienza non potrà mai essere

omologato per via soprattutto delle tantelepri illustri che si sono alternate lungo iviali di Vienna. Tanto che il 34enne pri-matista mondiale nemmeno si è sco-modato per raggiungere Montecarlo.L'allievo di Patrick Sang ha disertato latradizionale cerimonia al Grimaldi Forum,ma non ha lesinato video messaggi coni quali ha dispensato a piene mani pensieri

e parole su quello che è stato e quelloche sarà. Soprattutto nella maratona. Sulpalco del Principato c'era, e con meritoinvece, la statunitense Dalilah Muham-mad, reginetta del 2019 in virtù dei duerecord mondiali sui 400 ostacoli, con re-lativo titolo iridato centrato a Doha. Sono stati soprattutto i social a pesarenella scelta dell'atleta dell'anno. Fino al-l'ultimo è stato un testa a testa tra Kip-choge e il norvegese Karsten Warholm,mattatore sugli ostacoli bassi, sceso aZurigo a 46”92. Ma l'impresa della mara-tona ha evidentemente catturato l'im-maginario collettivo, premiando il kenianoche ben 16 anni fa conquistò il primo ti-tolo iridato in pista sui 5000 a Parigi aspese di El Guerrouj, quando il maroc-chino rincorreva una storica doppiettacon i 1500.

fotoservizio di Giancarlo Colombo, Ineos Challenge, NN Running Team, Instagram (@kipchogeeliud)

“Quattro mesi nelleforeste di Kaptagata 2400-2800 metriLì ho capito che

avrei vinto la sfida”

KIPCHOGE “SONO ANDATOSULLA LUNA”

Il keniano racconta la discussa impresa di Vienna, quell'1h59'40” non omologabile: “Correre sotto le due ore

è stato come viaggiare nello spazio”di Franco Fava

L’arrivo di Kipchoge

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MARATONA record

4/2019

Possibile“Ho capito che avrei vinto la sfida sui sentieriintorno a Kaptagat, nelle foreste che si tro-vano tra i 2.400 e 2.800 metri d'altezza, altermine di quattro lunghi e intensi mesi:intorno a me ho sempre avuto uno staff diveri professionisti. Con tutto quel lavoro equell'impegno non potevo fallire”. La sintesidi Kipchoge che così riavvolge il film.Il significato dell'impresa: “È stato comeandare sulla Luna e tornare indietro. Nonè stata una passeggiata, anche se davol'impressione negli ultimi chilometri diessere ancora freschissimo”.

“Le scarpe prototipo?Non si può fermare l'evoluzione della

tecnologia. Prevedoaltri sotto il muro”

il trionfo del keniano ai Giochi di rio

un allenamento in Kenya

in posa a rio

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MARATONA record

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Sul record che vale solo per le statistiche:“Io il record ufficiale ce l'ho già: è quellostabilito a Berlino nel 2018 con 2h01'39”.Diciamo che la galoppata di Vienna èstata una bella sfida che ho vinto. Anzi,che abbiamo vinto tutti insieme: dallelepri allo sponsor Ineos, alle scarpe Nike”.Sulle scarpe prototipo AlphaFly, modellotecnologicamente evoluto delle Nike Va-porfly, sui cui vantaggi già tanto si parla:“Per me non sono una novità, ho contri-buito anch'io alla loro realizzazione. Leavevo già usate in occasione del recordufficiale a Berlino. Le aveva ai piedi ancheAbraham Kiptum quando a Valencia nel2018 ha fatto il record sulla mezza mara-tona”.Sul rischio che le innovative scarpe (ilcui prezzo su Internet varia da 277 a 597euro) possano essere messe al bando:“Sono alla portata di tutti. Possono usarletutti i runner e sono il frutto di una logica

evoluzione della tecnologia che non puòessere fermata”. Sul futuro della maratona: “Mi aspetto chealtri riescano a percorrere la distanza sottole due ore: io ho dimostrato che è possibile”.

Sui prossimi traguardi: “Fare il bis olimpicoin Giappone dopo l'oro conquistato aRio 2016. Mi dispiace che non si correràa Tokyo, ma a Sapporo. Lì però farà piùfresco, si spera, e si andrà più veloci”.

“Gli europei nonsono inferiori a noima vivono controppe comodità”

Ecco le dieci massime di Eliud Kipchoge,l'uomo più veloce sui 42 chilometri e195 metri01. “Correre tutti i giorni non meno di 25

km. Sveglia tutte le mattine alle 5 epoi almeno 10 km di corsa prima dicolazione”

02. “Amare la corsa più di se stessi: ionon potrei vivere senza correre”

03. “È importante allenare la mente quan-to il fisico: il 50% della prestazione èdovuta alle capacità mentali. A paritàdi condizione fisica vince chi è piùforte di testa in quel momento. Unvantaggio che consente anche diallenarti meglio e più a lungo”.

04. “Noi keniani della Rift Valley non siamopoi così speciali: anche i corridori eu-ropei possono arrivare a fare certitempi in maratona. Purtroppo sonoabituati a troppe comodità. Dovreb-bero trasferirsi da noi, allenarsi inaltura per lunghi periodi e viverecome viviamo noi, una vita frugale,senza fronzoli”.

05. “La fame, fisica e sociale, è la mollache ancora mi spinge a fare meglio,ad andare oltre i limiti dopo tanti annial vertice. Ho investito tutti i guadagniin case e terreni, ma non vivo nel lussoe non mi serve una piscina. Ho trefigli e con noi vivono anche due nipoti,voglio che studino al meglio: tutti pos-sono vincere una gara importante ofare un record, ma solo chi è istruitopuò arrivare ad essere un grande cam-pione e restarci a lungo”.

06. “Vorrei tanto che tutto il mondo simettesse a correre: avremmo unasocietà migliore in tutti i sensi eanche più in salute”

07. “Leggo tantissimo: uno degli ultimilibri che ho apprezzato è un saggiosulla concentrazione di Steve Peters.Corsa e lettura stanno bene insieme.Vado matto per la Ferrari, ma noncomprerò mai un'auto veloce”.

08. Cerco sempre di ricordare i momentipiù belli in atletica. Ne ho tanti, manon posso fare a meno di pensare alprimo titolo iridato sui 5000 a Parigi2013, all'oro olimpico in maratona aRio 2016 e al record di Berlino. Daqualche giorno c'è anche il crono diVienna”.

09. “Come sono riuscito a correre sottoil muro delle 2 ore? Allenandomicon costanza e mangiando semprele stesse cose: cereali, pane, riso,pasta e pollo, bevendo thé e noncaffè. E poi perché gli esseri umaninon hanno limiti”.

10. “Smetterò solo quando non avrò piùsfide da affrontare”..

f.fa.

Accanto alla Mercedes di lewis hamilton ad Abu dhabi

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LA SPECIALITÀ dell’Anno

PESI PIUMAStagione straordinaria per i colossi del pesocon otto atleti oltre i 22 metri e ottanta oltre i 20!

Ma alla fine ha vinto Calimerodi Marco Buccellato

Èsuccesso, e resterà indimenticabile. La finale iridata delpeso maschile al Mondiale di Doha, pur se largamenteattesa come il super-evento del settore lanci, è andata

oltre le previsioni. Una gara mai vista e un ultimo round di lanciche ha lasciato senza fiato. Oro Kovacs a 22,91, argento Crousere bronzo Walsh a 22,90, quarto con 22,56 e l’oscar della sfortunaa Romani. Tutto l’anno, sia all’aperto che nelle indoor, è statolargamente sopra le righe: oltre i 22 metri hanno lanciato inotto, oltre i 21 metri in ventotto, oltre i 20 metri in ottanta (!). Trai numeri-record, sbalordiscono le prestazioni totali: 35 prestazioni

oltre i 22 metri, 182 oltre i 21 metri. Mai visti prima anche alcuniruolini individuali: il migliore resta lo statunitense Ryan Crouser,una sola finale sotto i 22 metri (nel maltempo delle DrakeRelays, e pur sempre 21,11) e una media delle migliori dieciprestazioni di 22,473 (!), che sale al fantascientifico score di22,589 (!!) contando anche i lanci ancillari non vincenti.Il trend è ovviamente in ulteriore crescita complessiva anchenella media profondità: solo all’aperto, il decimo vanta 21,80,il ventesimo 21,18, il trentesimo 20,96, il cinquantesimo 20,59e il centesimo 19,59. Un dato, quest’ultimo, che illustra come

fotoservizio World Athletics

Joe Kovacs in pedana

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LA SPECIALITÀ dell’Anno

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ben cinquanta pesisti non di primo piano (tra il 51° e il 100°delle liste stagionali) si siano inseriti in un solo metro,accorciando i gap tra élite e retroguardie. La salita al topsenza precedenti è riferita anche all’età, e da qualsiasi angolola si guardi: la media degli over-22 è di appena 27 anni.

Kovacs in svantaggionegli scontri diretticon tutti i big, maha vinto la super

finale di Doha

il neozelandese tomas Walsh

Beffa RomaniExploits individuali e scontri diretti: stagione segnata dal cla-moroso jolly che Joe Kovacs ha pescato a Doha, vincendo iltitolo iridato con l’unico successo in otto confronti diretticontro Crouser, e in sei contro il neozelandese Walsh. Anche ilruolino stagionale di Kovacs, invero faticoso per tornare aivertici, stupisce: diciassette gare, soltanto quattro vittorie,nessuna di grande prestigio, a parte la finale mondiale. Al con-trario, Crouser ha perso solo tre volte in tredici uscite stagionaliin cui ha vinto la gara, Walsh è stato battuto cinque volte susedici (vincendo perciò undici competizioni), mentre il brasiliano

Cestonaro argentoai Mondiali militariNew York, Kamworor e Jepkosgei padroni

Rono-tris. A Toronto tris di Philemon Rono (2h05:00) suBerhanu (2h05:09) e Chemonges (2h05:12, record ugandese).Tre donne sotto le 2h23: Masai (2h22:16), Eshetu (2h22:40) eSaina (2h22:43).Amsterdam velocissima. Nella 42km olandese (20 ottobre)2h05:09 di Vincent Kipchumba con l’ottavo a 2h06:31 e quattrosotto le 2h05:30! Tra le donne secondo esordio più veloce disempre per l’etiope Azmeraw (2h19:26) che trascina la Girmaa un favoloso (2h19:52).

Giochi Mondiali Militari. A Wuhan, in Cina (22-27 ottobre)argento di Ottavia Cestonaro nel triplo (13,78/1.0), battuta dal-l’olimpionica 2012 Rypakova (14,19). Quinto Aceti sui 400 (47.05),sesti posti di Bongiorni sui 100 (11.66), Siragusa sui 200 (23.76) e4x100 donne (44.95). Ottimi risultati da Mariya Lasitskene (2,01),Darlan Romani (22,36!), e Salwa Eid Naser (50.15). Il medagliereè vinto dalla Cina (8-5-2) su Bahrain (8-1-6) e Polonia (7-4-5). Meucci 2h10:52. A Francoforte (27 ottobre) il pisano è ottavoa 7” dal personale, riscattando il ritiro di Doha: parte veloce,rallenta e cresce in progressione nell’ultimo terzo di gara.Vittorie all'etiope Tefera in 2h07:08 e alla keniana Aiyabei, alrecord della corsa di 2h19:10.Epis 1h11:44. Nella mezza di Valencia (27 ottobre), personaleper l’azzurra Giovanna Epis, decima dopo la sfortunataesperienza iridata. Doppietta etiope con Kejelcha (59:05) eTeferi (1h05:32, record nazionale), che batte la Hassan urtatada alcuni runner in fase di rimonta.Maraoui a Lubiana. Dopo 30km l’azzurra si ritira per dolori al-l’anca nella 42km slovena (27 ottobre). Ottimi crono perChepkirui (Ken, 2h21:26), l’etiope Beriso (2h21:33) e Chemtai(Ken, 2h22:07).

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LA SPECIALITÀ dell’Anno

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l'urlo di ryan crouser

LA TOP 10 DELL’ANNO22.91 Kovacs (Usa) Doha 5.1022.90 Crouser (Usa) Doha 5.1022.90 Walsh (Nzl) Doha 5.1022.61 Romani (Bra) Palo Alto 30.622.35 Hill (Usa) Minsk 9.922.32 Haratyk (Pol) Varsavia 28.722.25 Bukowiecki (Pol) Chorzow 14.922.22 Bertemes (Lus) Lussemburgo 4.821.84 Mihaljevic (Cro) Slovenska Bistrica, 25.521.80 Enekwechi (Nig) Schifflange 18.8

Gran 50. Record giapponese nei 50km di marcia a Takahata(27 ottobre) a firma del 21enne Kawano (3h36:45 alla terza50km della carriera e miglior crono 2019). Maruo (3h37:39)completa la festa. New York, il bello delle debuttanti. La maratona dei sogni (3novembre) è dei primatisti della “mezza”: Geoffrey Kamwororrivince (2h08:13), Joyciline Jepkosgei esordisce sulla distanzain 2h22:38, precedendo la Keitany che cercava il quintosucesso. Ritirato Desisa, iridato a Doha, che in seguito a Atenericeverà (con Ruth Chepngetich) il premio AIMS come migliormaratoneta del 2019.Irreality show. La classica 15km di Nijmegen (17-11) regala ilfavoloso 44:20 della regale etiope Letesembet Gidey, chetoglie 1:17 al precedente world best.Straneo a Valencia. L’azzurra rientra nella 42km spagnola (1dicembre), sedicesima in 2h30:44, ritirate Bertone e Incerti.Risultati da capogiro: quattro donne sotto le 2h19 (Derejeprima in 2h18:30), una quinta sotto 2h20. Tra gli uomini esor-dio-choc dell’etiope Atanaw (2h03:51) e record europeo delturco ex-keniano Kaan Kigen Ozbilen in 2h04:16.

m.b.

Darlan Romani ha il merito della straordinaria gara del Prefontainedi Palo Alto, con una serie di quattro lanci consecutivi di 22,46,22,55, 22,61 (record della Diamond League e sudamericano) e22,37 finale. Duellando tra loro, i magnifici quattro della finaledi Doha lasciano ai posteri il magnifico 2019 con un bilanciotutto da gustare: Crouser batte Kovacs 7-1, batte Walsh 3-1 e,strano ma vero, fa pari 2-2 con Romani: Walsh batte Kovacs 5-1 e Romani 4-1, ma il brasiliano si è rifatto con Kovacs 4-2.Magra consolazione per il sudamericano, il quarto classificatoche, con la misura ottenuta in finale a Doha (22,53) avrebbevinto qualsiasi edizione delle Olimpiadi e dei campionati delmondo disputata in precedenza.

ottavia cestonaro

Foto di Giancarlo colombo

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Partiamo dalla conclusione: tuttequelle cuffie che si vedono in testaai nostri atleti - in allenamento,

prima delle gare, certe volte anche perstrada - hanno più senso di quel chesembra. Non è soltanto la necessità dieliminare il rumore di fondo (il rumoredel mondo?) ma proprio il gusto di “sentire”,e non semplicemente ascoltare, la musica.E forse ha ragione Giorgio Dellarole (vediriquadro) che è un vero artista delle note,quando sostiene che chi fa atletica è in

realtà un musicista prestato allo sport.Il sospetto è venuto ripensando ad An-drew Howe, batterista da sempre, oltreche fuoriclasse del lungo e dello sprint,e ha cominciato ad allargarsi scoprendodai social il versante pianistico di EnricoBrazzale, campione italiano 2018 degli800, sceso a 1’46”93. Enrico ha una basesolida costruita in otto anni di conserva-torio (di cui sua nonna è stata direttrice)e fa parte di una famiglia attiva al puntoda organizzare ogni anno l’Asiago Festival,

un appuntamento importante per la“classica” che ha ospitato anche MarioBrunello, uno dei più grandi violoncellistial mondo, avviato alla 51ª edizione. Lui,il giovane Brazzale, ha postato un ventagliodi registrazioni brevi ma ambiziose: c’èla rapsodia ungherese numero 2 di Liszt,due preludi di Bach, un Mendelsson suo-nato insieme al fratello Alberto al vio-loncello, frammenti di Chopin. “Ma nonmi sono diplomato - dice lui - perchéconciliare gli studi musicali, quelli uni-

fotoservizio di ……………

SpeciAle

DO RE MI FA SOL L’ATLETICA

fotoservizio di Carlo Giuliani e Giancarlo Colombo

Sempre più campioni scoprono una vocazione musicaleDa coltivare anche per aiutarsi in pista e in pedanadi Guido Alessandrini

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versitari a Giurisprudenza e l’atletica nonè possibile. Ma anni di pianoforte sonoutili anche in campo, dove ho trasferitotre concetti fondamentali: la disciplina,la fluidità intesa come decontrazione, el’approccio alla prestazione, che da unaparte è il concerto e dall’altra è la gara”.Pare quindi che la musica sia utile allosport, anche se non è questo il punto.Piace soprattutto un dettaglio: che moltidell’atletica abbiano avviato una sortadi vita parallela che è appunto sviluppata

intorno alla musica. E che la coltivino, lacurino, la frequentino con curiosità eanche con creatività e in generi moltodifferenti fra loro. Lo stesso Brazzale am-mette: “D’inverno, quando devo affrontareun “lungo” di qualche chilometro, trovoil passo giusto con Rachmaninov ma sec’è la gara preferisco alzare l’adrenalinacon un po’ di elettronica. La scelta è tal-mente vasta che si trova sempre lamusica giusta. È come un’arma, e puòfare la differenza”.

ProfessioneAndrew Howe sta meditando di fare dellamusica il secondo grande capitolo dellasua carriera professionale. Sciolti i Craving,ora suona con i Lags, una band che fre-quenta il post hardcore, e ha già pubblicatoil secondo album (Soon). Una delle tracceè sua e non a caso s’intitola “Il podista”. Ilgruppo ha già tenuto concerti in giro perl’Italia ma il progetto importante è untour europeo, proiettato verso Inghilterra,Francia, Germania e Svizzera. “All’estero c’è

SpeciAle

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più spazio, siamo compresi meglio. Ve-diamo che risposta avremo. Certo, mi pia-cerebbe diventare un musicista a tempopieno ma per riuscirci bisogna che un in-sieme di situazioni vadano in porto, com-preso un manager molto forte”.

Tutt’altro genere è quello frequentato daDaniele Secci, pesista da 19.56, due voltecampione italiano all’aperto, argento agliEuropei juniores di Tallinn 2011. Lui canta.Romano del quartiere Tiburtino, scrivecanzoni con cui trascina la tradizionedella Capitale verso la contemporaneità.Detta così, può anche sembrare un giocoma non c’è alcuna improvvisazione: anchenel suo caso c’è una base ovvero gli studiin percussioni classiche (che comprendonoanche vibrafono, marimba e xilofono, percapirci) e quindi una vera conoscenzadella musica. L’hanno notato anche quellidi The Voice, che l’hanno chiamato nel2018: “Ma mi sono fermato alle blind. Erol’ultimo a salire sul palco e Renga, J-Ax eAl Bano avevano già fatto le loro scelte.Ma vado avanti. Fra poco esce un mioinedito e poi proseguirò a raccontarestorie in cui la gente possa identificarsi”.Giovanni Galbieri invece è più avanti. Ilsuo primo album - in voce e chitarra - èdel 2018 (Pensa Poetico: bella copertinacon Giovanni fotografato nel cuore del-l’archeologia industriale torinese) con ci-tazioni di Rimbaud. Ritroviamo il campioneeuropeo 2015 dei 100 Promesse, frenatopoi da una serie di acciacchi, in versionecantautore raffinato ma anche riferimentoper altri azzurri che potrebbero prima opoi unirsi a lui in una possibile collabo-razione artistica. Simone Forte, triplistama anche pianista, lo cita con rispetto:“Abbiamo gusti simili e tutti e due siamolegati a Fabrizio De André. Potremmosuonare insieme”. De André ma anche

SpeciAle

La fisarmonicasenza tempodel masterDellarole

Anche lui è un atleta (categoria Master),però la musica la insegna al conservatoriodi Parma. E soprattutto la suona, anzi lainterpreta. È un innovatore, quasi un ri-voluzionario laddove, nei secoli, la “classica”dovrebbe avere esaurito i margini diricerca e di sperimentazione. Lui è GiorgioDellarole, valdostano, 48 anni, attrezzopreferito: fisarmonica. Cioè il più giovanetra gli strumenti musicali, però utilizzatoper revisionare il barocco e più indietroverso la musica antica, che vuol dire ilSeicento. Da Corelli, Frescobaldi e Scarlatti

scendendo verso Bach (Suites Francesie Variazioni Goldberg i prossimi pro-getti) e oltre. Ecco perché è un in-novatore. Fa quelle cose lì con unaScandalli che pesa quasi quindicichili, e già s’intuisce che per gover-narla fra canoni e contrappunti civuole il fisico.“Ho iniziato alle medie con il volley,sono passato da calcio e calcetto eda qualche anno sono approdato,grazie a qualche amico e a uno zioda 11” netti sui 100, all’atletica, anzi asprint e lungo. Purtroppo ho pocotempo per gli allenamenti e le gare,ma disciplina e attenzione ai dettaglisono elementi in comune tra il miolavoro alle tastiere e il mio hobby inpista. So che molti ragazzi suonanoe anche nel loro caso dico che siamotutti musicisti prestati allo sport”.

g.al.

Dalla vocazioneclassica di Brazzale

al post hardcoredi Howe, che è giàal secondo album

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Ludovico Einaudi e la tentazione di spin-gersi fino a Debussy (“Nei ritagli di temposto lavorando sul Claire de Lune”) per unappassionato di musica che aiuta unaltro azzurro, Yassin Bouih, a crescere inun territorio molto particolare, il BeatBox. “Sono suoni e percussioni prodotticon la bocca e poi trasformati in unasorta di rap melodico. Simone, mio com-pagno in caserma, mi ha aiutato a impa-rare la musica e dopo tre anni sono mi-gliorato al punto che ho composto testie musiche per cantare le piccole cosedella mia vita. Ma per ora tutto questorimane un hobby. Ho ancora tanto daraccontare nel mezzofondo”.

SpeciAle

Kaufmann il tenoree la beffa diRoma '60

Peccato che il tentativo del più grande,Carl Lewis, sia finito con un doppio fiasco.Nessuno dei due album pubblicati tral’84 e l’89, cioè nel momento del massimosplendore, è stato notato dal grandepubblico e quindi l’operazione va archi-viata nel silenzio generale. Molto meglioaltri campioni del passato: Madeline Man-ning, oro olimpico degli 800 a Mexico’68 (a vent’anni) era così raffinata vocalistdi gospel da meritare un posto – insieme

Ella Fitzgerald, Duke Ellington e ChetBaker, fra gli altri - nella Oklahoma JazzHall of Fame. Risalendo la storia, la piùbrillante fra le carriere musicali di ex atletiè quella di Carl Kaufmann, argento - aparità di record del mondo: 44”9, conOtis Davis - nei 400 di Roma ’60 e poi ot-timo tenore, compreso un Tamino nelFlauto Magico, e quindi fondatore e di-rettore del teatro Die Kauze (i Gufi) diKarlsruhe. Era invece diplomata pianistaal conservatorio di Parigi Micheline Oster-mayer, donna poliedrica e ricca di interessi,pronipote di Victor Hugo, che dopo l’im-presa di Londra 1948 (oro nel peso e neldisco e bronzo nel salto in alto) eseguìuna sonata di Beethoven nel villaggiodegli atleti e poi un programma classicoalla Royal Albert Hall. Lasciata l’atletica,si dedicò all’attività concertistica. g.al.

Secci dal pesoa “The Voice”,

Galbieri raffinatocantautore, Forte

suona il piano

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L’ATLETICA in un tWeet

SALTO CON L’HASHTAG CR7 salta più di Tamberi? La Lasitskene può giocare in portacon la Russia? E soprattutto: che supereroe è Davide Re?

Tutto il meglio (e il peggio) dei socialdi Nazareno Orlandi

#8points Il tenerissimo bacio tra i fidanzati Nadia Battocletti eJacopo De Marchi agli Europei di cross di Lisbona. Lei campio-nessa tra le under 20, lui argento a squadre negli under 23: “8points” è la somma dei loro punteggi e sembra il titolo di unfilm romantico. Ma il mezzofondista Silli mette in guardia il col-lega dall’assalto di Nadia: “Esempio di fan di Jacopo De Marchiche si fa prendere dall’emozione per l’assurda prestazionedell’atleta friulano e invade i suoi spazi cercando il contatto fi-sico. Jacopo, è ora di trovarti una guardia del corpo”.

#Magikarp De Marchi fa il bis nella nostra rubrica grazie alla ci-tazione dei Pinguini Tattici Nucleari (presto a Sanremo, ne sen-tirete parlare) che citano i Pokemon. “La consapevolezza che

con l'aiuto del tempo anche un Magikarp è in grado di diven-tare Gyarados”. Da 69esimo (Tilburg 2018) a settimo (Lisbona2019), l’evoluzione del pesciolino che diventa serpente marino.

#PulpFiction Cesare Maestri steso a terra, sfinito, ma in estasiper l’argento in Patagonia, si lascia ispirare da Tarantino: “Inquei 65 minuti di gara non ricordo a cosa ho pensato, ma misono sentito come John Travolta mentre balla in quella famosascena di Pulp Fiction (anche se dopo il traguardo la condizioneera simile a quella di Mia Wallace stesa sul pavimento)”.

#Flash Che fosse un supereroe, sì, lo avevamo intuito. Finalmentene abbiamo conferma: nei panni di Flash c’è Davide Re, insieme

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L’ATLETICA in un tWeet

a Batman, Spiderman, Thor e Captain America, pronto a regalareun sorriso ai bambini dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova.

#RevengeHistory Foto con il piede ingessato (e qualcunofraintende). Tranquilli, non è un nuovo infortunio per Gian-marco Tamberi, è soltanto il modo per augurarsi un buon2020, ricordando i giorni difficili, quando pensava già all'Olim-piade di Tokyo: “Quattro anni ad aspettarti (dopo la notte diMontecarlo 2016; ndr) e ora sei qua. Sarà un anno pazzesco,me lo sento dentro. Grazie di cuore per essermi stati al fiancoin questi anni”.

#CR7 Meme del profilo Instagram “Atleti pigri”. Tamberi triste:“Quando ti dicono che Cristiano Ronaldo ha battuto il recorddel mondo saltando 2.56”. Tamberi felice insieme a Barshim:“Ma poi tu e il tuo amico scoprite che ha staccato 70 cm, arri-vando a 2.56 solo con la testa”.

#TeamRussia Vi serve un portiere? Clip in bianco e nero sullaspiaggia: campo da beach soccer, tra i pali va Mariya Lasit-skene: “Se Igor Akinfeev non torna (si è ritirato dalla Nazionale;ndr), agli Europei 2020 posso giocare io”.

#Crazylongjumper Dal lungo allo sprint passando per… il peso.Su Instagram un Marcell Jacobs in versione lanciatore.

#Atlantis La riccissima e morissima Sydney McLaughlin in ver-sione biondo platino (“Mi sento come la principessa Kida diAtlantis”), stessa trasformazione di una sempre più eccentricaSalwa Eid Naser, regina dei 400.

#MMbridesquad Matrimonio tra la neve delle Dolomiti (Col-fosco, Alta Badia), addio al nubilato al mare. Marta Milani hauna squadra fortissima con sé: le compagne storiche dellastaffetta 4x400. Dal testimone alle testimoni.

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ATLETICA pArAliMpicA

LEGNANTE, LE ZAMPATEDELLA DONNA-TIGRE

Priva della Caironi (sospesa), la Nazionale s'è aggrappataalla lanciatrice campana, d'oro nel peso e nel disco

diAlberto Dolfin

Dopo una falsa partenza, l’Italia dell’atletica paralimpicaha sfrecciato da Dubai dritta verso la Paralimpiade diTokyo. Non è stato un Mondiale facile quello dello

scorso novembre, con la spedizione azzurra impegnata negliEmirati Arabi Uniti che ha dovuto far fronte alla notizia dellapositività a un controllo antidoping di Martina Caironi (adetta dell’atleta a causa di una pomata utilizzata per curare lafastidiosa e ricorrente ferita al moncone della gamba amputata)arrivata proprio all’immediata vigilia della rassegna iridata.Senza la portabandiera di Rio 2016, l’Italia non si è però sco-raggiata e ha collezionato 6 medaglie (2 ori, 3 argenti e 1bronzo), trascinata dalla capitana Assunta Legnante. Oltre afirmare il poker iridato consecutivo nell’amato getto del pesocon una misura ragguardevole (15,83 metri), la scatenata

quarantunenne partenopea ha trionfato per la prima volta aun Mondiale anche nel disco, ritoccando il suo record europeoe portandolo a 37,89 metri. Con indosso la mascherina su cui sono disegnati gli occhidell’Uomo Tigre (omaggio al cartone nipponico pensato perla Paralimpiade della prossima estate) ha esclamato raggiantedopo il primo sigillo: «Ho ritrovato l’Assunta donna grazie auno psicoterapeuta di Napoli, e sono convinta che ogni atletadev'essere seguito dal punto di vista fisico e mentale. Amo erispetto quello che faccio». E l’ha mostrato in pedana, colle-zionando la seconda gemma: «Due è sempre meglio di uno,volevo tanto questo podio e non mi interessava il metallo.Ora penso a Tokyo». E in Giappone può davvero provare a ri-petere il colpo doppio: l’Italia si frega le mani.

fotoservizio Fispes/Mantovani

Assunta legnante

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ATLETICA pArAliMpicA

VelocisteDue conferme azzurre, entrambe d’argento, sono arrivategrazie a Monica Contrafatto e Oney Tapia. Nei 100 metri T63,la trentottenne dell’Esercito si è piazzata seconda in 15”56,dedicando la medaglia alla compagna (e iridata uscente)sospesa cautelarmente da Nado Italia, mentre il quarantatreennedi origine cubane ha conquistato nel disco F11 (con 42,50) laprima perla iridata della sua carriera. Entrambi non erano altop della forma e chissà che l’anno venturo non riescano ascalare quell’ultimo gradino mancante per l’apoteosi.

Con la mascherina ispirata al cartone

giapponese, Assuntaha trascinato l'Italia

a sei medaglie

Il grande ritorno è stato, invece, quello di Oxana Corso. Laventiquattrenne sprinter originaria di San Pietroburgo ha ri-cominciato a graffiare sul tartan di Dubai, infilandosi al colloprima un argento nei 100 (15”42) e poi un bronzo nei 200 T35(33”25). «Sono due medaglie che pesano quanto un oro. Mihanno permesso di tornare a gioire e, finalmente, per la primavolta ho battuto un’avversaria per un centesimo, invece diessere battuta per pochi centesimi - ha raccontato la portacoloridelle Fiamme Gialle - Ho chiuso il Mondiale alla grande condue stagionali e un primato italiano di staffetta, proprio nelgiorno dell’anniversario del mio matrimonio con Domenico.Ora guardo a Tokyo con un altro spirito, penserò a migliorarmipiù che alle medaglie». E oltre ai Fantastici 4, il quinto passnon nominale per la Paralimpiade l’ha assicurato GiuseppeCampoccio, quarto nel peso F33 con 10,66 metri. Da quiriparte l’Italia, che nei prossimi mesi punta a infoltire la suapattuglia per il Giappone.

LE MEDAGLIE AZZURRE A DUBAIoroAssunta LEGNANTE Peso F11 15,83Assunta LEGNANTE Disco F11 37,89 (RE)

ArGentoOney TAPIA Disco F11 42,50Monica CONTRAFATTO 100 T63 15”56Oxana CORSO 100 T35 15”42

bronzoOxana CORSO 200 T35 33”25

Assunta legnante oxana corso

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MASterS

EUROSHOW, L’ITALIACHE VINCE NON HA ETÀGli azzurri dominano con 127 ori e 338 medaglieRado fa poker e stabilisce il mondiale del disco M85

di Luca Cassai

L’edizione più azzurra di sempre agli Europei Master, di-sputati tra Jesolo, Caorle ed Eraclea. Un bilancio senzaprecedenti sul piano agonistico: 127 ori, 106 argenti e

105 bronzi, che portano a un totale di 338 piazzamenti sulpodio. Per la prima volta l’Italia comanda nel medagliere su-perando la Germania, arrivata a 120 ori, e la Gran Bretagna, aquota 103. Numeri imponenti anche di partecipazione com-plessiva, con 4496 atleti di 43 Paesi e 12.293 presenze-garanelle tre diverse sedi. In tutto si contano 10 primati delmondo, 12 continentali e 27 migliori prestazioni italiane.Tanti i protagonisti della rassegna, a cominciare da CarmeloRado. L’inossidabile atleta classe 1933, settimo ai Giochi diRoma ’60, non ha mai lasciato l’attività agonistica e mette asegno un poker d’oro. A chiudere la serie di successi, l’exploitnel pentathlon lanci, migliorando il suo record mondiale M85del disco con 35.92, per un progresso di quasi un metro sul

limite di 35.09 realizzato nella scorsa stagione. Applausi perBruno Baggia che nella stessa categoria firma due primati eu-ropei: 1500 in 7’06”03 e poi 5000 in 24’50”08. Tra le donneinvece, nella mezza maratona, Silvia Bolognesi diventa lamigliore 65enne della storia con 1h32’51”.Nel triplo Barbara Lah domina la gara W45 atterrando a 11,64 peruna vittoria mai in discussione. Quest’anno l’ex azzurra, che perdue volte ha raggiunto la finale iridata assoluta (ottava nel 1995e sesta nel 2003), ha debuttato nel movimento master con 12,30per il nuovo record mondiale di categoria. Il “meno giovane” del-l’intera manifestazione, a 103 anni, è Giuseppe Ottaviani, in garaper dimostrare che “l’atletica è gioia”: questo il suo motto,sottolineato dall’entusiasmo degli spettatori che lo seguono conaffetto, tra strette di mano e richieste di selfie. Mai come stavoltail risultato passa in secondo piano (0,65 nel lungo): “Ogni giornova vissuto in pieno, con la curiosità che spinge ad andare avanti”.

carmelo rado

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NOME rubricA

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MASterS

FILOTTO MATTEVINAZIONALE DA RECORD

In Patagonia, la junior azzurra abbina l'oro mondiale a quello degli Europei 2018. E trascina al titolo la squadra

di Luca Cassai

Italia ancora vincente sui sentieri della corsa in montagna.Ai Mondiali di Villa La Angostura, in Argentina, nessun’altranazione conquista più medaglie: sette volte sul podio la

bandiera tricolore, con due ori under 20 al femminile. L’impresadi Angela Mattevi, nei saliscendi della Patagonia, trascinaverso uno storico titolo anche la squadra. Pioggia e freddo sulpercorso, anche una deviazione per evitare un fiume in piena,ma niente può fermare la grinta dell’azzurrina che domina lagara e riesce a balzare sul tetto del mondo, dopo il titoloeuropeo di un anno fa. Arriva così la vendetta sulla cecaBarbora Havlickova, campionessa continentale in questa sta-gione davanti alla giovane trentina, ma nettamente battuta.“Ci ho creduto fino alla fine - sorride la ragazza di Segonzano- anche se in discesa si scivolava. E in alcuni tratti di salita miaggrappavo, letteralmente, con le unghie. Però il maltemponon mi spaventa: in qualsiasi condizione, anche a casa per gli

allenamenti, prendo le scarpe e vado a correre”. Talento atutto tondo, ha già indossato la maglia della Nazionale suogni terreno: pista, cross e strada, oltre alla montagna. “Infuturo, puntando sulle mie caratteristiche di resistenza, sperodi poter diventare una maratoneta”.Una medaglia azzurra in questa categoria mancava dal lontano1992 quando trionfò Rosita Rota Gelpi. E si festeggia il successoper team, grazie al settimo posto di Giovanna Selva e al nonodi Anna Arnaudo, determinanti per l’oro collettivo che premiaanche Elisa Pastorelli.Nel Mondiale delle prime volte, finora mai in Sudamerica emai così avanti nella stagione, introdotta la novità di dueeventi nello stesso weekend con il doppio argento azzurrotra gli uomini: quelli di Cesare Maestri nel formato classico eFrancesco Puppi sulle lunghe distanze, oltre ai tre bronzi delleformazioni maschili.

carmelo rado

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La Tokyo lontana è a Cardiff. Sala deimemorabilia, sotto la tribuna d’onoredi quello che fu l’Arms Park, che è

stato il Millennium e che ora è il PrincipalityStadium: nelle vetrine molto e inevitabilerugby, i guantoni di Joe Calzaghe, sardoadottato dal Galles, e un telegramma,quello che i minatori di Nantymoel, conteadi Bridgend, mandarono al loro com-paesano Lynn Davies, tassandosi per seipence a testa.La data è il 18 ottobre 1964: quattro anni

spaccati prima della rivoluzione di BobBeamon, di quell’atterraggio da ptero-dattilo. A Tokyo Bob non c’è, ha 18 annie forse guarda in tv. Tre personaggi e in-terpreti faranno parte del cast messicano:Igor Ter Ovanesian armeno, dalla prodi-giosa somiglianza con Walter Matthau,Ralph Boston del Mississippi, Lynn Daviesdi Cymru, vero nome del Galles. La pedanadi Tokyo, di terra rossa, è umida - l’autunnogiapponese è grigio e piovoso - e il ventotira contrario. Ralph e Igor vanno dalla

giuria, chiedono di invertire il senso disalto. I giapponesi, noti per la loro mal-leabilità, rispondono che si salterà comeprevisto.“Credo che gli dei del Galles abbiano datoun’occhiata in basso quel giorno, e decisodi inviare quel tempaccio. In una giornatacalda, di sole, non avrei avuto una chance”,racconta da più di mezzo secolo Lynn,nativo di uno di quei paesi che hannonomi dolci, fiabeschi, da Signore degliAnelli. Nel suo caso, la regione del Gla-

FILO di lAnA

LA MERAVIGLIO SA SCONFITTACarl Lewis al Mondiale del 1991 saltò una media di 8,82,

eppure finì battuto dal connazionale Powelldi Giorgio Cimbrico

Da Tokyo a Tokyo, quasi sessant'anni

di grandissima atleticacon un comune denominatore: il salto in lungo

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fotoservizio Archivio Fidal e collezione personale Billy Mills

Mike powell vola nel lungo ai Mondiali di tokyo 1991 il tabellone che indica il record del mondo ai Mondiali di tokyo 1991

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FILO di lAnA

morganshire, più terra di rugby che diatletica. Ma quando si trattò di votare ilpiù alto momento nella storia dello sportgallese, gli abitanti del Principato - lapietosa contea, la chiamava il poeta ubria-cone Dylan Thomas - scelsero quel mo-mento. Neppure la meta più bella dellastoria, quella di Gareth Edwards agli AllBlacks, il 27 gennaio 1973, tenne il passocon quel volo sotto le nuvole di Tokyo.

BandiereQuel momento, il momento del Dragone,venne al quinto turno. E a entrare inscena è Boston, simpatico e cavalleresco,“Qualche mese prima - racconta Davies- Ralph mi aveva detto: conosco quellapedana, sono andato per la preolimpica:se vedi che le bandiere che stanno in

alto, si afflosciano, bene, salta, quello è ilmomento”. Lynn dà un’occhiata, vede lebandiere non più tese dal vento contrario,salta, atterra dove non si era mai spinto,a 8,07: era terzo, ora è primo. Tocca aOvanesian, 7,99; tocca a Boston. “Misiuna mano sugli occhi e quando la tolsi,Ralph era atterrato: il segno che avevalasciato mi tolse la speranza”. Si sbagliava:8,03. In quel momento diventa LynnLeap, Lynn del salto, in un tentativo ditraduzione che non riesce a rendere la“gallesità” del soprannome: là i cognomisono pochi - Jones, Williams, Evans,Davies a migliaia - e distinguerli affib-biando una caratteristica è frequente.Perlomeno, lo era.Fotogrammi in bianco e nero: Bob Hayesche massacra la pista, Henry Carr che

riesce ad accarezzarla, i tre moschettieriazzurri dei 110hs (Ottoz, Cornacchia eMazza), i due dei 200 (Berruti e Ottolina),Tito Morale che dietro a Rex Cawleylotta sino all’ultimo metro per cederel’argento di un nulla a John Cooper,atteso da un destino tragico, Bikila nonpiù scalzo ma con scarpe Puma, Abdon

LA MERAVIGLIO SA SCONFITTA

il tabellone che indica il record del mondo ai Mondiali di tokyo 1991

A Powell, nel suogiorno dei giornibastò un volo per

andare oltre Beamone “il figlio del vento”

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nobile, altero, a ginocchia alte, prima ditranciar l’aria. Alle 19,07 il vento umidocade, Mike cerca e trova la grazia, scovaun decollo formidabile e mette a segnoil più bel tiro da tre punti della suacarriera di giocatore mancato: il suo8,95 con una brezza pressoché inesi-stente è la cometa attesa da quasi unquarto di secolo. Powell la saluta spa-lancando la sua grande bocca in unsorriso estatico, non beffardo, e salta,questa volta in alto, avviticchiandosinell’aria spessa, scosso da una scaricaelettrica, senza esser colto da collassocome era capitato a Beamon.Carl non offre nessun sorriso, neppurequello immobile della sfinge, non si sentederubato e risponde con un record per-sonale portato a 8,87, che lo collocatuttora nella terza posizione di sempre,ed è capace di tener ancora la testafredda e sgombra per l’ultima rincorsa,lanciata in condizioni ideali, con un ventobenigno appena sotto i 2 metri: 8,84. In

pretata da invitto. Per rivivere il 30 agosto1991 allo Stadio Nazionale di Tokyo, finaledel lungo ai Mondiali numero 3, non è ilcaso di ricorrere a ricostruzioni barocche,troppo ricche di parole, né sono necessarietroppe note per tentar di riassaporare ilclima della vigilia, quando, a quasi 23anni di distanza, la demolizione del recorddi Bob Beamon sembrava scontata quantoil nome del demolitore: lui.È già tutto scritto nel foglio gara, turnodopo turno: Carl passa in testa dopo ilprimo salto atterrando a 8,68. Al terzo,con vento leggermente oltre la norma(2,3 a favore) allunga a 8,83 e al quartoforza le colonne d’Ercole messicane re-galando il più lungo salto della storia,8,91 con 2,9 alle spalle. Sarà anche irre-golare ma lo stadio bramisce come uncervo in amore. A quel punto MikePowell è distante 37 centimetri e la garasembra sopravvivere solo in forza diogni rincorsa di Carl, purosangue volanteche all’asse si avvicina con quell’assetto

Pamich che marcia su strade lucide dipioggia e strappa il filo di lana in ungesto di liberazione, Iolanda Balas chelascia il resto del mondo a 10 centimetri,Betty Cuthbert che apre l’albo d’oro dei400 e completa una mano di assi cheaveva iniziato a casa, a Melbourne, ottoanni prima.

Colonne d'ErcoleLa Tokyo più vicina è Il momento più altodi Carl Lewis: una sconfitta. Per rispolverareun gran racconto di Hemingway, inter-

IL MEDAGLIERE DI TOKYO 1964Nazione O A B tot.1. USA 14 7 3 242. URSS 5 2 11 183. Gran Bretagna 4 7 1 124. Germania 2 5 3 105. Polonia 2 4 2 86. Nuova Zelanda 2 0 2 47. Romania 2 0 1 38. Australia 1 1 4 69. Italia 1 0 1 210. Belgio 1 0 0 110. Etiopia 1 0 0 110. Finlandia 1 0 0 1

IL MEDAGLIERE DI TOKYO 1991Nazione O A B tot.1. USA 10 8 8 262. URSS 9 9 11 293. Germania 5 4 8 174. Kenya 4 3 1 85. Gran Bretagna 2 2 3 76. Cina 2 1 1 47. Algeria 2 0 1 38. Giamaica 1 1 3 59. Finlandia 1 1 1 310. Francia 1 1 0 210. Giappone 1 1 0 212. Italia 1 0 0 1

tokyo 1964billy Mills vince i 10.000

Lynn Davies ai Giochi del 1964

stregò il Galles, battendo anche... gli amati rugbisti

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554/2019

un grafico impazzito, la media dei quattrovalidi di Powell dà 8,40; in un graficopiatto, la media dei cinque salti validi diLewis è 8,82. Carl cede in un solo turno aPowell ed è sufficiente per la sconfitta aipunti. Ebbe anche la meglio per velocitàespressa in fase di entrata sull’asse dibattuta, oltre 11 metri al secondo. Powellli sfiorò soltanto in occasione del recordche una misurazione virtuale dal puntodello stacco alla prima traccia sulla sabbiaaccreditò come 8,98. Dove risiede allora il segreto del suosuccesso? L’ipotesi più salda sta nel de-collo e nella capacità di spingersi più inalto nell’aria. Meno di un anno dopo, incondizioni favorevoli e illegali (2050metri sul livello del mare, a Sestriere, e4,4 di vento a favore) Powell avrebbetoccato 8,99, a meno di mezzo pollicedalla barriera che nessuno ha saputoinfrangere. Nei quindici testa a testacon Carl, Mike aveva collezionato quindicisconfitte e a cedere sarebbe tornato dilì a un anno sulla pedana di Barcellona,provando a rifilare un secondo direttoal mento all’ultimo round. Lewis, 8,67 alprimo turno, rimase in piedi per tre cen-timetri e per il terzo oro filato, In attesadel quarto.

ThoeniLa Tokyo del futuro vicino è uno scenariodi caldo asfissiante e di umidità che stron-ca. Le prime medaglie vanno all’Associa-

tokyo 1964 un salto di lynn davies

FILO di lAnA

IL LUNGO A TOKYO 19641. Davies (Gbr) 8.072. Boston (Usa) 8.033. Ter-Ovanesyan (Urs) 7.994. West (Nig) 7.605. Cochard (Fra) 7.446. Areta (Spa) 7.347. Ahey (Gha) 7.308. Stalmach (Pol) 7.26

IL LUNGO A TOKYO 19911. Powell (Usa) 8.95*2. C. Lewis (Usa) 8.91v3. Myricks (Usa) 8.424. Haaf (Ger) 8.22v5. Tudor (Rom) 8.066. Culbert (Aus) 8.027. Evangelisti (Ita) 8.018. Ochkan (Urs) 7.99v

(*) = record del mondo; (v) = ventoso

Abebe bikila vince la maratona a tokyo 1964

zione Medica Giapponese, che dall’annoscorso segnala condizioni proibitive epericolose che, nelle due ultime estati,hanno portato a centinaia di decessi, amigliaia di ricoveri. Hanno chiesto unanticipo secco e netto delle prove dilunga durata e per una volta il Cio haascoltato, fatto verifiche, dato poco contoall’ultima proposta del comitato orga-nizzatore: partenza di marcia e maratonaalle 3,30. Così, tutto spostato un migliaiodi chilometri più a nord, a Sapporo, doveGustavo Thoeni nel ’72 diventò campioneolimpico in gigante e vice in slalom.Chissà, magari porta bene.

Ora i Giochi 2020con l'incubo clima

e le polemicheper maratona

e marcia a Sapporo

tokyo 1964bob hayes vince i 100 metri

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IL ricordo

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minciava presto, a differenza di noi, suoi amici - era un com-battimento. Pareva aver ereditato quel gusto dal padre, Luigi,ma per tutti “Dante, il partisa”, Dante il partigiano, già vice-co-mandante della brigata “Canale”, affiliata ai “fazzoletti azzurri”del celebre Martini “Mauri”. Ed attorno a quella voglia dibattersi, anche a parole, Elio costruì, tra gli anni 60 e 70, la suacarriera di allenatore in atletica. Alla Libertas Torino, con quel fenomeno di lunghista che fuMaria Vittoria Trio; e poi fondando - presidente Alfredo Berra -la Snia Libertas, nel 1969. La Snia era club femminile al qualeLocatelli associò, sul versante maschile, il Cus Torino, convelocisti del calibro di Vittorio Roscio, Franco Ossola e FrancoZandano. E' costume (non solo giornalistico) elogiare chi nonc’è più. Ma nel caso di Elio risponde a veritò che, in vita, nullagli sia stato regalato, e tutto si sia conquistato: i tre titoli dicampione d’Italia con la Sisport Iveco (1978-79-80), due titolieuropei di club (Lisbona ’79, Madrid ’80), con, tra gli altri, atletidel valore di Oscar Raise (2,27 nell'alto). Ed inevitabile divenneche Primo Nebiolo e Carlo Vittori lo chiamassero a lavorare perla Nazionale di cui fu poi, a due riprese, commissario tecnico.Ma il suo orizzonte era il mondo, Per questo divenne fluentein inglese e francese; per questo Nebiolo lo volle alla Iaaf, perdirigere il dipartimento dello sviluppo; per questo Frank Dick,il celebre coach britannico, nel tesserne l’elogio funebre, hadetto “Elio era in Africa, in Asia, nei Caraibi, nell’est e nell’ovestEuropa, la faccia dell’atletica”. Per noi, Elio, era soltanto l’amicod’una vita. Al quale perdonavamo i difetti - non minori dellevirtù - perché mai conoscemmo gesto, mai vedemmo atto,che non fosse figlio della passione: per il suo lavoro.

ADDIO AMICO ELIOL’ATLETICA ERI TUCi ha lasciati all'improvviso l'ex c.t. azzurro Locatelli:

figlio di partigiano, olimpico di pattinaggio, allenatore, dirigente,innovatore. Da Torino al mondo

di Giorgio Reineri

Rapido come aveva vissuto, Elio Locatelli se n’è andato loscorso 27 novembre chiudendo gli occhi ancor primache il sole, sorgente dal mare di Montecarlo, inondasse

la Rocca e il minuscolo principato. Elio s’era arrampicato lassù,su quella parete scoscesa dove l’Ospedale monegasco staaggrappato come un’edera alla parete, per uno di quei controlliche, alla giovane età di 76 anni, non si negano ai primilamenti delle viscere. Ma ai medici, quei lamenti, eran subitoapparsi come un ultimo grido, più d’addio che di aiuto.Neppure quarantott’ore, e la vicenda umana di Elio eraconclusa. A questo suo antico amico, conosciuto in occasionedegli Studenteschi nella Torino di fine anni 50, è stato chiestodi tracciare, in morte, il ricordo di Elio in vita. E' un compito alquale, purtroppo, i giornalisti sono avvezzi: scrivono “coccodrilli”non solo per quanti trapassano d’improvviso, ma più spessoper l’archivio: dell’esistenza, difatti, non c’è certezza. E tuttaviacapita d’incocciare, talvolta, in uomini e donne la cui voglia divita scaccia ogni ombra, travalica ogni limite: Elio era uno diquesti. Così lo scrivere di lui, adesso, è una pena che pesa. Equasi sembra, sfiorando i tasti e scavando nella memoria, dicompiere un lavoro inutile: perché Elio, dopo tutto, non puòesser morto, non essendo mai invecchiato. Da giovanotto aveva la faccia di un uomo già maturo. E, so-prattutto, l’esperienza. Acquisita viaggiando in Nord Europa -Svezia, Norvegia, Finlandia, Olanda - dove la sua velocità dipattinatore era apprezzata: innovatore anche in quello sport,era stato ad allenarsi d’estate sui prati di Valadalen, doveaveva avuto modo di sbirciare le tecniche progressive deglieredi di Andersson ed Hagg, raccolti attorno a Gosta Olander.Ma Elio era uomo di scatto - primatista italiano dei 500 metrisu ghiaccio, due volte partecipò ai Giochi invernali (Innsbruck’64 e Grenoble ’68) - e di vasti interessi sportivi: conosceva eallenava il pallone elastico, gioco di ogni langarolo; divagavanel calcio per soffermarsi, infine, sull’atletica. Intanto studiava:diploma all’Isef di Torino, insegnamento - e poi laurea inscienze motorie all’Università di Lione - corsi di tecnico siaper gli sport invernali che per l’atletica e primi impegni nel-l’attività di club e federale. Ogni giornata - che per Elio co-

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