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Assistenza infermieristicapost-operatoria inChirurgia Generale
Fase successiva all’immediato post-operatorio
Docente Francesco Cervasio
Obiettivo: assistere l’operato fino alla dimissione chirurgicaprevenendo l’insorgenza di complicanze o gestendole seimprevedibili.Nelle prime 12/24 ore:
• Assistenza infermieristica di base• Controllo dei parametri vitali• Bilancio idro-elettrolitico• Eventuali controlli ematochimici• Prevenzione/Gestione complicanze• Controllo del dolore
Assistenza di base• Assistenza psicologica• Somministrazione terapia prescritta• Cura dell’igiene personale• Cambio biancheria• Altro
L’assistenza infermieristica all’operato è caratterizzatadalla condizione di decubito obbligato a letto.
Controllo dei parametri vitali
Va effettuato a cadenze regolari e a richiesta (in caso diinsorgenza di segni e/o sintomi).Un lieve rialzo termico (febbre da riassorbimento) e unlieve calo pressorio sono fisiologici nella fase post-operatoria e non devono allarmare.Anche tachicardia e tachipnea di lieve entità possonoessere fisiologici ma vanno seguiti con maggioreattenzione.
Altri segni parafisiologici frequenti nell’immediato post-operatorio sono:• Nausea ingravescente fino al vomito (anestetici, antidolorifici oppioidi)• Tremore ( ipotermia da inibizione farmacologica della termoregolazione,
esposizione all’ambiente della sala operatoria, immobilità.
Bilancio idro-elettrolitico• H2O• Cationi: Na+ K+ Ca++ Mg++• Anioni: Cl- HCO3- HPO4-
E’ indispensabile la precisione e la correttezza sia nelle tecniche di rilevazione edannotazione delle perdite e parametri vitali che nella somministrazione dellaterapia infusionale.
Controlli ematochimici (secondo protocollo o su prescrizione)
• Esame emocromocitometrico (sanguinamento/emorragia)• Glicemia, Azotemia, Creatininemia, Natriemia, Kaliemia
(stato metabolico ed elettrolitico di base)
Negli operati alla tiroide e paratiroidi va dosata la calcemia.L’ipocalcemia aumenta l’eccitabilità muscolare provocando tetania finoal laringospasmo. Terapia= calcio gluconato per via endovenosa.
Prevenzione/gestione complicanze
Prevede la conoscenza di quelle più comuni. Possono essere localio sistemiche.
Le complicanze locali possono interessare:
• Sito chirurgico• Ago cannula/accesso venoso C.V.C• Catetere vescicale• Flebotrombosi arti inferiori
Prevenzione/gestione complicanze localiSito chirurgico
• Sanguinamento esterno (medicazione compressiva)• Raccolta ematica sottocutanea (drenaggio)• Infezione (antibioticoterapia topica e sistemica meglio se
previo esame colturale con antibiogramma)???• Deiscenza (utilizzo di fascia a corpo elastica)
E’ chiaro che la prevenzione è determinata innanzitutto dallaesecuzione corretta di tutte le procedure e manovre chirurgicheed infermieristiche.
Prevenzione/gestione complicanze localiAgocannula/accesso venoso C.V.C
Sono presidi che vanno gestiti con cura ed attenzione.
• Manovre asettiche (eventuali tappi monouso)• Sostituire ai primi segni di malfunzionamento/flebite• Preferire le medicazioni trasparenti• In vena periferica non somministrare soluzioni ipertoniche• Per terapia a lungo termine preferire l’introduzione
dell’agocannula sull’arto superiore in senso distale-prossimale• In caso di rimozione del C.V.C. per malfunzionamento va eseguito
esame colturale sull’estremità distale.
Prevenzione/gestione complicanze localiCatetere vescicale
Talvolta all’operato non viene posizionato il cateterevescicale perché ritenuto non necessario. Se dopo 6/12ore non urina spontaneamente oppure presenta globovescicale o urina «per rigurgito» si procede allacateterizzazione.
Prevenzione/gestione complicanze localiCatetere vescicale
• Posizionamento con manovra asettica• Il catetere vescicale non rende superfluo il lavaggio intimo• Evitare trazioni e sollevamento della busta di raccolta al di
sopra della proiezione della vescica• Eseguire lavaggio vescicale solo in caso di ostruzione• Sostituire periodicamente se a lungo termine• Rimuovere appena non più necessario
Ogni giorno di permanenza del catetere vescicale aumenta laprobabilità del 3-6% di I.V.U.
Prevenzione/gestione complicanze localiFlebotrombosi arti inferiori
• Calze elastiche a compressione graduale (in alcunicasi è indicata la compressione pneumaticaintermittente della gamba o del piede)
• Profilassi con farmaci anticoagulanti s.c.• Mobilizzazione precoce• Conoscenza esordio sintomatologia (tumor, rubor,
dolor, calor)
Più del danno locale la flebotrombosi degliarti inferiori va prevenuta per la possibilitàdel verificarsi di una embolia polmonare