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MEYCO®
FIB SP 540
LE FIBRE STRUTTURALI SINTETICHE PER CALCESTRUZZO
Manuale d’uso per
PROGETTISTI,
DIREZIONE LAVORI,
COLLAUDATORI
ed IMPRESE
Adding Value to Concrete
MEYCO FIB SP 540LE FIBRE STRUTTURALI SINTETICHE
PER CALCESTRUZZO
Manuale d’uso per
PROGETTISTI, DIREZIONE LAVORI, COLLAUDATORI ed IMPRESE
INDICE
1. Introduzione alle fibre MEYCO® FIB SP 540 3
2. Il ruolo delle fibre e della rete elettrosaldata nelle pavimentazioni industriali 12
3. Confronto economico tra pavimentazioni in calcestruzzo ordinario 17
e rete elettrosaldata e pavimentazione in calcestruzzo fibrorinforzato
con fibre MEYCO® FIB SP 540
4. La progettazione delle pavimentazione in calcestruzzo fibrorinforzato 20
5. Tabelle per il dimensionamento delle pavimentazioni 24
in calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO® FIB SP 540
6. Pavimentazioni in calcestruzzo prive di giunti 49
in calcestruzzo espansivo fibrorinforzato
7. Giunti di isolamento 53
8. Solai in lamiera grecata e calcestruzzo 55
9. Il calcestruzzo fibrorinforzato per strutture resistenti al fuoco 57
10. Il calcestruzzo fibrorinforzato per manufatti prefabbricati 58
11. Prescrizioni di capitolato 59
®
Un particolare ringraziamento va al Prof. Luigi Coppola per la passione, la competenza e l'entusiasmo profusi nella realizzazione di questo progetto.
1. INTRODUZIONE ALLE FIBRE MEYCO®
FIB SP 540
Il calcestruzzo è notoriamente un materiale a comportamento fragile, caratterizzato da una ridotta
deformazione plastica (scarsa duttilità) cui corrisponde anche una modesta energia dissipata nella
fase che segue immediatamente la comparsa di una fessura nel conglomerato cementizio. Questa
caratteristica del materiale, unitamente alla modesta resistenza a trazione e all’innata tendenza a
contrarsi per effetto del ritiro idraulico - quando il calcestruzzo è esposto ad ambienti con umidità
relative inferiori al 95% (e questo avviene per la maggior parte delle strutture esposte all’aria) - ha come
conseguenza la comparsa di quadri fessurativi di ampiezza elevata, pregiudizievoli sia per la
statica che per la durabilità delle strutture. La fragilità spiccata del materiale cementizio, inoltre, è
responsabile della ridotta resistenza che il materiale offre nei confronti dei carichi impulsivi (urti, carichi
ripetuti, etc.) come avviene negli impalcati da ponte nella zona della soletta in corrispondenza dei giunti
strutturali che necessita di una costante ed onerosa manutenzione straordinaria. Al fine di sopperire a
questa carenza prestazionale intrinseca del conglomerato cementizio, nelle strutture in calcestruzzo si
fa ricorso all’utilizzo di armature di ripartizione – generalmente in forma di reti elettrosaldate o di tondini
di piccolo diametro e con passo molto ravvicinato – che permettono di contenere l’ampiezza del qua-
dro fessurativo connesso con i carichi impulsivi e con le distorsioni prodotte dai fenomeni di natura
termo-igrometrica. Occorre sottolineare, tuttavia, come questa pratica non risolve esaustivamente la
problematica connessa con la comparsa e l’attenuazione dell’ampiezza dei quadri fessurativi. Gli stati
tensionali indotti da questi fenomeni, infatti, non sempre agiscono in una sola direzione e, pertanto,
la disposizione delle tradizionali barre di acciaio lungo direttrici obbligate non sempre riesce a
prevenire e, soprattutto, a contenere l’ampiezza delle soluzioni di continuità. In particolari
situazioni, inoltre, la presenza di ferri anche se di piccolo diametro non sortisce alcun effetto benefico
nei confronti della fessurazione: è il caso, ad esempio, delle soluzioni di continuità che si manifestano
nel conglomerato nella fase immediatamente successiva alla posa in opera quando un’eccessiva
evaporazione dell’acqua dall’impasto ancora fresco determina la nascita di stati tensionali superiori alla
modesta resistenza a trazione del calcestruzzo a causa della sua giovane età.
3
FRAGILITÀ DEL CALCESTRUZZO
COMPARSA DI QUADRI FESSURATIVI DI AMPIEZZA ELEVATA
PREGIUDIZIEVOLI SIA PER LA STATICA CHE PER LA DURABILITÀ
DELLE STRUTTURE
ARMATURE DI RIPARTIZIONE
(reti elettrosaldate o di tondini di piccolo diametro e con passo molto ravvicinato)
per contenere l’ampiezza del quadro fessurativo
RIDOTTADEFORMAZIONE
PLASTICA(scarsa duttilità)
TENDENZAA CONTRARSI
per effettodel ritiro idraulico
modestaRESISTENZAA TRAZIONE
ridotta RESISTENZAAI CARICHI IMPULSIVI
(urti, carichi ripetuti)
Altre situazioni, ancora, possono essere causa della fessurazione del conglomerato cementizio.
Nei calcestruzzi ad alta resistenza meccanica a compressione, ad esempio, la ridotta porosità
capillare conseguente al basso rapporto acqua/legante [acqua/(cemento + aggiunte pozzolaniche)] è
responsabile di quadri fessurativi connessi con il fenomeno del ritiro autogeno del conglomerato
promosso dalla migrazione dell’acqua dai pori di maggiori dimensioni verso quelli di minore diametro.
Questi conglomerati, inoltre, mostrano una scadente resistenza nei confronti dell’incendio: essendo
caratterizzati da una ridotta porosità, infatti, essi ostacolano la migrazione del vapore acqueo, prodottosi
a seguito dell’innalzamento della temperatura, verso l’esterno con il risultato di promuovere indesiderati
effetti di delaminazione e scoppio superficiale del calcestruzzo (spalling). L’attenuazione dei
quadri fessurativi prodotti da questi ultimi due fenomeni può essere ottenuta mediante l’introduzione
nel copriferro di una rete elettrosaldata. Tuttavia, questo provvedimento, soprattutto nel caso
dell’incendio, pone il problema della protezione dal fuoco della stessa rete dovendo essere questo
rinforzo, per essere efficace, posto in prossimità della superficie esterna della struttura e per questo
motivo rapidamente interessato dall’aumento di temperatura conseguente all’azione delle lingue di
fuoco.
Per alcune tipologie strutturali è la scadente resistenza a trazione del calcestruzzo a costituire un
problema di non trascurabile entità. È il caso delle pavimentazioni industriali in calcestruzzo ove la
presenza di fessure non è ammessa in quanto, in servizio, l’azione dei carichi di tipo mobile (su ruota)
determinerebbe un rapido sbrecciamento dei cigli fessurativi con conseguente compromissione
della funzionalità del pavimento. La polvere prodotta, inoltre, potrebbe addirittura imporre una chiu-
sura dei locali in quegli ambienti ove si effettuano lavorazioni di prodotti alimentari o di componentistica
di alta precisione. In questi elementi strutturali, infine, la presenza delle fessure costituisce un problema
anche dal punto di vista estetico essendo la superficie del calcestruzzo a vista. Per le pavimentazioni,
quindi, la progettazione non può avvalersi del contributo delle armature tradizionali, le quali
svolgerebbero un ruolo attivo alla portanza flessionale della piastra solo dopo la fessurazione del
conglomerato che, per contro, in questa tipologia di strutture non è ammessa.
4
Porosità capillare
Rapporto acqua/legante
acqua/(cemento+aggiunte pozzolaniche
CALCESTRUZZI ALTA RESISTENZA
RITIRO AUTOGENO SCADENTE RESISTENZA ALL’INCENDIO
Introduzione nel copriferro
di una rete elettrosaldata
QUADRI FESSURATIVI
L’introduzione di reti elettrosaldate o di barre di acciaio non può, inoltre, impedire la comparsa
delle fessure connesse con il ritiro idraulico del calcestruzzo. È ben noto, infatti, che l’armatura se,
da una parte, determina la riduzione del ritiro igrometrico, dall’altra, è proprio la contrazione impedita
dalla presenza del ferro a generare gli sforzi di trazione responsabili della nascita dei quadri fessurativi.
Soltanto il ricorso a gabbie di armatura particolarmente complicate e, conseguentemente, onerose
potrebbe produrre uno stato di fessurazione stabilizzata alla stregua di quanto avviene nelle pavimen-
tazioni stradali in calcestruzzo prive di manto di usura in conglomerato bituminoso, ma il costo elevato
le rende improponibili per il settore dei pavimenti industriali. In definitiva, quindi, l’armatura tradizio-
nale in forma di reti elettrosaldate in un pavimento in calcestruzzo non contribuisce né alla
statica del manufatto, né alla prevenzione della comparsa del quadro fessurativo. Ne consegue
che il progetto delle pavimentazioni in calcestruzzo ordinario deve avvenire limitando il tasso di sforzo
nel conglomerato a valori inferiori alla resistenza a trazione del materiale (opportunamente ridotta
attraverso un coefficiente di sicurezza) al fine di evitare la comparsa delle indesiderate soluzioni di
continuità e realizzando una serie di giunti finalizzati al controllo del quadro fessurativo indotto dal
ritiro idraulico.
Da quanto sopra riportato si evince che esistono numerose situazioni in cui il calcestruzzo mostra
tutta la sua vulnerabilità in termini di eccessiva tendenza alla fessurazione e come il ricorso
all’utilizzo di armature tradizionali in forma di reti elettrosaldate o di tondini non rappresenti una
decisiva ed esaustiva soluzione per la prevenzione e per il controllo del quadro fessurativo nelle
strutture in conglomerato cementizio. Una valida ed efficace soluzione alle problematiche sopra
evidenziate è rappresentata dall’introduzione nel calcestruzzo di un rinforzo discreto costituito da
fibre di diversa natura la cui lunghezza è generalmente compresa fra 10 e 80 mm e il cui diametro
varia da una decina di μm a circa 1 mm. Rispetto alle tradizionali armature in forma di tondini,
le fibre disponendosi nella matrice cementizia a guisa di un rinforzo tridimensionale sono capaci di
assorbire gli sforzi di trazione agenti in qualsiasi direzione garantendo nei confronti delle lesioni
un’azione di cucitura puntuale che impedisce alle soluzioni di continuità di propagarsi rapidamente
5
PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI
SCADENTE RESISTENZA
A TRAZIONE DEL CALCESTRUZZO
PRESENZA DI FESSURE
Rapido sbrecciamento
dei cigli fessurativi per l’azione
dei carichi di tipo mobile (su ruota)
con conseguente compromissione
della funzionalità del pavimento
Problema estetico
essendo la superficie del calcestruzzo
a vista
Polvere prodotta
potrebbe imporre una chiusura
dei locali in ambienti ove si effettuano
lavorazioni di prodotti alimentari o
di componentistica di alta
precisione
LA PROGETTAZIONE DEVE AVVENIRE LIMITANDO IL TASSO DI SFORZO
NEL CALCESTRUZZO A VALORI INFERIORI ALLA RESISTENZA A TRAZIONE
DEL MATERIALE
e, conseguentemente, di attingere ampiezze elevate. Questa azione di cucitura consente, quindi,
di evitare che il materiale collassi fragilmente e, pertanto, un calcestruzzo fibrorinforzato possiede
anche una elevata capacità, rispetto ad un conglomerato tradizionale, di dissipare energia
resistendo ai carichi di tipo impulsivo (urti, scoppi, azioni cicliche, etc.).
L’idea di inserire in un conglomerato una porzione di materiale filamentoso, che potesse sopperire
ad alcune debolezze intrinseche dei materiali a comportamento sostanzialmente fragile (scarsa duttilità
e capacità di resistere dopo la fessurazione) quali le malte e i calcestruzzi, ma anche i mattoni di terra
cruda, i laterizi etc., risale a tempi remoti: così, già in epoca egizia e successivamente romana si
aggiungevano nelle paste fibre vegetali, di diversa grandezza a seconda degli scopi a cui il materiale
composito era destinato. In tempi più recenti, in alcuni insediamenti pre-ispanici in America Latina era
diffusa la tecnica di introdurre nelle malte, utilizzate per la copertura delle abitazioni, delle fibre ricavate
dai cactus per ridurre la fessurazione rilevante generata dall’estrema asciuttezza del clima.
Nei moderni materiali da costruzione e nel calcestruzzo, in particolare, le fibre di acciaio
appaiono per la prima volta alla fine degli anni ’40, negli Stati Uniti. All’inizio degli anni ’60 fanno
la loro comparsa le fibre di vetro e, successivamente, quelle organiche provenienti da trattamenti
di sintesi. Attualmente per il confezionamento dei calcestruzzi fibrorinforzati si fa ricorso principalmente
alle fibre di acciaio, di vetro, in polipropilene ed in poliacrilonitrile.
6
Utilizzo di
ARMATURE TRADIZIONALI
(reti elettrosaldate o barre)
Introduzione nella matrice cementizia
di un rinforzo discreto costituito da
FIBRE DI DIVERSA NATURA
la cui lunghezza è generalmente
compresa fra 10 e 80 mm e il cui diametro
varia da una decina di µm a circa 1 mm
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RIMEDI EFFICACIA
EFFETTO DI CUCITURA DELLE FESSURE ESERCITATO
DAL RINFORZO FIBROSO
Le fibre di acciaio, sono disponibili in forma di aghi di diversa conformazione geometrica: a sezione
circolare o rettangolare, ad estremità piegate, dentate, etc. con diametro equivalente1 compreso fra
0,4 e 1.2 mm e lunghezza variabile tra 25 e 80 mm. Esse, a seconda delle prestazioni da conseguire,
vengono aggiunte in misura variabile da 30 fino a 150 kg/m3 di calcestruzzo.
Le fibre di vetro e quelle di natura organica (prevalentemente poliacrilonitrile e polipropilene)
attualmente impiegate si distinguono in:
- fibre non metalliche strutturali di lunghezza variabile tra 20 e 60 mm e diametro equivalente di
0.7-1.3 mm aggiunte in quantità comprese fra 1.5 e 6.0 kg/m3;
- fibre non metalliche non strutturali di lunghezza variabile da 10 a 30 mm e diametro di 0.01-
0.02 mm aggiunte in misura di 0.5-1.2 kg/m3 per la realizzazione di calcestruzzi destinati
prevalentemente a solette e pavimenti di piccolo spessore per attenuare il rischio fessurativo
derivante dal ritiro plastico del conglomerato. In particolare, l’impiego di fibre non strutturali in
poliacrilonitrile (MASTERFIBER 100) o in polipropilene (RHEOFIBERS) congiuntamente
all’impiego di additivi stagionanti (MACKURE o MASTERKURE) applicato sulle superfici
non casserate del getto rappresenta una soluzione definitiva all’eliminazione delle
fessurazioni da ritiro plastico.
Le fibre non strutturali possono essere utilizzate in combinazione con quelle strutturali sia in acciaio
che in polipropilene.
Nell’ambito delle fibre strutturali, sebbene sulla carta rimane aperta la possibilità di impiegare sia quelle
d’acciaio che quelle sintetiche, sono numerose le motivazioni che inducono a preferire quelle
sintetiche strutturali ed, in particolare, quelle in polipropilene estruso (MEYCO FIB SP 540):
a. Le fibre in polipropilene MEYCO FIB SP 540 sono resistenti a tutti gli agenti aggressivi
naturali ed, in particolare, all’azione sia dell’anidride carbonica atmosferica che a quella dei
cloruri. Pertanto, le fibre MEYCO FIB SP 540 possono essere utilizzate senza alcun rischio per
la durabilità delle strutture anche per quelle strutture che operano in ambienti fortemente
aggressivi, quali quelle marine e quelle sottoposte a trattamenti con sali disgelanti a base di cloruro.
Non altrettanto affidabili risultano da questo punto di vista le fibre in acciaio che, invece,
possono soffrire di precoci fenomeni di corrosione. La corrosione interesserebbe proprio le
fibre di acciaio più superficiali che sono quelle cui si affida principalmente il compito di prevenire la
comparsa dei quadri fessurativi.
b. Le fibre in polipropilene MEYCO FIB SP 540 sono particolarmente resistenti anche all’am-
biente acido; pertanto, esse possono essere utilizzate anche per la realizzazione di strutture ed,
in particolare, di pavimentazioni di opifici industriali ove le lavorazioni prevedono l’impiego di
queste sostanze. Le fibre di acciaio, invece, presentano una scarsa resistenza agli ambienti
acidi e, conseguentemente, il contatto con queste sostanze aggressive pregiudicherebbe la fun-
zionalità del pavimento costringendo a ricorrere ad onerosi interventi di manutenzione straordinaria.
c. Le fibre in polipropilene MEYCO FIB SP 540 sono resistenti agli ambienti alcalini. Pertanto,
esse presentano un’elevata compatibilità con la matrice cementizia notoriamente basica.
Le fibre in polipropilene da questo punto di vista, quindi, presentano una maggiore durevolezza
rispetto alle fibre di vetro non stabili in presenza degli alcali apportati nel calcestruzzo dal cemento.
7
1 Il diametro equivalente rappresenta il diametro del cerchio di area uguale a quella della sezione della fibra.
d. Le fibre di acciaio più superficiali non perfettamente inglobate nel calcestruzzo possono
costituire un problema per l’azione di usura esercitata, ad esempio, sui pneumatici dei
veicoli che transitano sulla pavimentazione oltre a rappresentare un pericolo per la possibilità
di causare incidenti (abrasioni e tagli della pelle). Inoltre, le fibre di acciaio una volta completamente-
mente rimosse possono danneggiare motori o apparecchiature elettriche. Queste problematiche
non sussistono per i calcestruzzi rinforzati con fibre in polipropilene MEYCO FIB SP 540. Inoltre,
eventuali fibre non perfettamente inglobate, peraltro evenienza possibile nelle pavimentazioni solo
per dosaggi maggiori ai 4.5 kg/m3, possono essere rimosse facilmente mediante calore (“cannello”).
e. Le fibre di acciaio sono contraddistinte da una intrinseca incapacità di resistere all’azione del
fuoco e, pertanto, esse non producono alcun miglioramento del fenomeno di scoppio e
delaminazione tipico di strutture in calcestruzzo ad alta resistenza meccanica a compres-
sione. L’aggiunta di fibre MEYCO FIB SP 540 (anche in combinazione con quelle non struttu-
rali) riduce drasticamente il fenomeno di spalling grazie al fatto che a seguito dell’innalzamento
della temperatura prodotto dall’incendio le fibre fondono (a 150-170° C circa) lasciando all’interno
della matrice cementizia delle porosità aggiuntive in cui il vapore - prodotto dal riscaldamento del
materiale - può espandersi riducendone la pressione responsabile dei fenomeni di espulsione del
calcestruzzo. Per questo motivo le fibre non metalliche MEYCO FIB SP 540 e le RHEO-
FIBERS o MASTERFIBER sono particolarmente indicate per la realizzazione di strutture resistenti
al fuoco ed, in particolare, per i rivestimenti di gallerie (anche in conci prefabbricati) che sono
particolarmente esposti al rischio di incendio. L’aggiunta di fibre MEYCO FIB SP 540, inoltre,
consente anche di incrementare la capacità di assorbimento di energia di deformazione
(incremento della resistenza al punzonamento), requisito questo fondamentale per i rivestimenti
in calcestruzzo per gallerie.
f. Le fibre in polipropilene MEYCO FIB SP 540 grazie alla forma ondulata ottenuta mediante
un processo di estrusione presentano un elevato ancoraggio alla matrice cementizia.
Se si tiene conto che l’efficienza della fibra aumenta proprio con la resistenza della stessa allo
sfilamento si intuisce, quindi, come le fibre ondulate in polipropilene estruso MEYCO FIB SP 540
posseggano prestazioni superiori a quelle di fibre cilindriche lisce o con ancoraggi puntuali
concentrati all’estremità del rinforzo.
g. Tenendo presente che l’efficienza della fibra - a parità di rapporto lunghezza/diametro e di
forma - dipende dalla percentuale in volume di fibre aggiunte al calcestruzzo e che il rapporto
tra la massa volumica del polipropilene e quella dell’acciaio è all’incirca pari a 9 (8.92),
si intuisce come il dosaggio di fibre di acciaio in kg/m3 per ottenere prestazioni similari a
quelle di un calcestruzzo rinforzato con fibre di polipropilene deve essere almeno 9 volte
maggiore. Se a questo si aggiunge che a parità di lunghezza e di forma (ad esempio, ondulata)
l’efficienza di una fibra dipende fortemente dal suo diametro (minore il diametro, maggiori le
prestazioni del calcestruzzo fibrorinforzato in termini di resistenza a trazione dopo la fessurazione
e maggiore la sua tenacità) e tenendo presente che le fibre in polipropilene estruso posseg-
gono un diametro generalmente inferiore a quello delle fibre di acciaio, si intuisce come
occorra una minore percentuale in volume di fibre di polipropilene per conseguire le stesse
prestazioni di un calcestruzzo rinforzato con fibre di acciaio. Questo significa, in definitiva,
che le stesse prestazioni di un calcestruzzo con fibre di polipropilene estruso si possono
conseguire solo con un dosaggio di fibre di acciaio in kg/m3 da 10 a 15 volte maggiore.
8
I dosaggi più alti sono richiesti per le fibre di acciaio con minore rapporto lunghezza/diametro e
scarsa resistenza allo sfilamento dalla matrice.
h. Le fibre in polipropilene MEYCO FIB SP 540 presentano sia rispetto alle fibre d’acciaio,
a quelle in vetro o ad altre fibre sintetiche un decisivo vantaggio dal punto di vista reologico.
Esse, infatti, non incrementano - a pari lavorabilità - la richiesta d’acqua per il confeziona-
mento del calcestruzzo anche per dosaggi di fibre di 6 kg/m3. La conseguenza di questa
positiva caratteristica delle fibre MEYCO FIB SP 540 è rappresentata dal fatto che la
produzione del calcestruzzo fibrorinforzato non necessita di alcuna modifica in termini di
ingredienti rispetto al conglomerato senza fibre. Il produttore di calcestruzzo che utilizza fibre
MEYCO FIB SP 540, quindi, non deve aumentare - come avviene, invece, quando fa ricorso
alle fibre di acciaio o ad altre fibre sintetiche - la percentuale di additivo superfluidificante.
Pertanto, il costo unitario del calcestruzzo con fibre MEYCO FIB SP 540 risulta inferiore a
quello di produzione del conglomerato confezionato con altri tipi di fibre. È da sottolineare
che le fibre di acciaio, per contro, soprattutto quando vengono utilizzate in dosaggi superiori a
40 kg/m3 (per conseguire le stesse prestazioni di un calcestruzzo con fibre MEYCO FIB SP 540
aggiunte in misura di 3-4.5 kg/m3), determinano un incremento della richiesta d’acqua così
elevato da non poter essere compensato soltanto da un maggior dosaggio di additivo
superfluidificante, ma necessita anche di un aumento del quantitativo di cemento al fine
di evitare i tipici problemi di segregazione di impasti con tenori di legante medio-bassi e dosaggi
di additivo relativamente elevati. Questo significa che le fibre di acciaio - ma anche quelle
sintetiche non di polipropilene - impiegate ad alto dosaggio, aumentano il divario in termini
di maggior costo di produzione rispetto al conglomerato prodotto con fibre MEYCO FIB
SP 540. Infine, la variazione della ricetta del calcestruzzo - rispetto ad un conglomerato non
fibrorinforzato - impone, quando si utilizzano fibre di acciaio, anche di effettuare delle prove di
prequalifica dell’impasto con ulteriore dispendio di tempo oltre che di risorse economiche.
Queste prove di prequalifica non sono richieste nella produzione di calcestruzzo con fibre
MEYCO FIB SP 540.
i. L’aggiunta delle fibre MEYCO FIB SP 540 non produce variazioni nella perdita di lavorabilità
dell’impasto rispetto ad un calcestruzzo senza fibre. Pertanto, l’utilizzo combinato delle fibre
MEYCO FIB SP 540 e di un additivo superfluidificante della linea GLENIUM - scelto in base alla
tipologia di cemento, alla stagione in cui viene effettuato il getto e al tempo di trasporto del calce-
struzzo dalla centrale di betonaggio al cantiere - consente di confezionare calcestruzzi con la classe
di consistenza desiderata in relazione alla tipologia di struttura e alle modalità di realizzazione della
stessa. Per getti di elementi particolarmente sottili e/o con elevata percentuale di armatura
tradizionale le fibre MEYCO FIB SP 540 possono essere impiegate in combinazione con gli
additivi GLENIUM e con il RHEOMATRIX per la produzione di calcestruzzi High-Flow con
diametro di spandimento in classe F6.
j. Le fibre MEYCO FIB SP 540 sono compatibili anche con l’additivo aerante MICRO-AIR
per la produzione di calcestruzzi fibrorinforzati destinati a strutture che operano in clima rigido.
k. Le fibre MEYCO FIB SP 540 possono essere utilizzate nella realizzazione di pavimentazioni
senza giunti di controllo in combinazione con l’agente espansivo STABILMAC e l’additivo
riduttore del ritiro RHEOMAC 815.
9
l. La particolare forma delle fibre MEYCO FIB SP 540 consente, nella realizzazione delle pavimen-
tazioni in calcestruzzo con strato di usura a “spolvero” o a “pastina”, di evitare i fenomeni di
galleggiamento superficiale delle fibre tipici dei rinforzi fibrosi in acciaio o in fibre sintetiche di
forma e natura diversa dalle MEYCO FIB SP 540, consentendo di ottenere delle superfici prive
di difetti superficiali, di pregevole aspetto estetico e di elevata resistenza all’abrasione e
agli urti. La mancanza di affioramento superficiale delle fibre MEYCO FIB SP 540 durante le
operazioni di fratazzatura è stata rilevata anche per i dosaggi di fibra più elevati (fino a 6 kg/m3).
Si segnala, tuttavia, come la prevenzione dell’affioramento delle fibre necessiti che gli operatori
non aggiungano acqua al calcestruzzo in cantiere. Pertanto, è assolutamente importante che
il calcestruzzo venga progettato, confezionato e fornito con la classe di consistenza compatibile
con le modalità di posa in opera. Sebbene non strettamente necessario, un accorgimento finaliz-
zato ad impedire l’affioramento delle fibre, soprattutto per i dosaggi superiori a 4.5 kg/m3,
è rappresentato dalla diminuzione della pezzatura massima degli aggregati, e dall’utilizzo
dell’additivo RHEOMATRIX soprattutto quando le sabbie utilizzate per la produzione dell’impasto
sono carenti di fini.
Le principali applicazioni dei calcestruzzi rinforzati con fibre strutturali in polipropilene MEYCO FIB
SP 540 riguardano:
- la realizzazione di pavimentazioni industriali in calcestruzzo dove le fibre vengono convenien-
temente impiegate in sostituzione della tradizionale armatura in forma di rete elettrosaldata
per il controllo dei movimenti di natura termo-igrometrica. Come si dirà meglio nel seguito,
l’impiego del calcestruzzo fibrorinforzato comporta un vantaggio dal punto di vista econo-
mico rispetto alla soluzione tradizionale costituita dall’utilizzo del calcestruzzo ordinario e
dalla rete elettrosaldata. Il maggior costo del calcestruzzo fibrorinforzato, infatti, è ampiamente
compensato dal risparmio derivante dal mancato utilizzo della rete e dei tralicci distanziatori che
debbono essere utilizzati per il corretto posizionamento dell’armatura. Inoltre, le operazioni di
posa in opera del conglomerato fibrorinforzato sono più agevoli e rapide e vengono
effettuate in condizioni di maggior sicurezza per gli operai i quali non sono costretti, come
avviene quando si utilizza la soluzione con rete elettrosaldata, a operare in condizioni di
precario equilibrio dovendo camminare sulla rete d’armatura. La stessa efficacia della rete nel
controllo dei movimenti di natura termo-igrometrica si ottiene con dosaggi di fibre MEYCO FIB SP
540 variabili tra 1.5 e 2.0 kg/m3. Le fibre strutturali MEYCO FIB SP 540 inoltre, possono
essere computate nel calcolo strutturale delle pavimentazioni in calcestruzzo sfruttando la
resistenza a trazione per flessione residua dopo la fessurazione della matrice e l’incremento
di tenacità derivante dall’aggiunta di fibre in misura almeno pari a 2.5 kg/m3. Il dimensionamento
della piastra di pavimentazione - proprio al fine di sfruttare la resistenza a trazione nella fase post-
fessurata - viene effettuata con metodi agli elementi finiti basati sulla meccanica della frattura non
lineare. Rispetto alle armature tradizionali in forma di reti o di tondini, la progettazione di un pavimento
in calcestruzzo fibrorinforzato può essere effettuata presupponendo la fessurazione del calcestruzzo
in quanto l’azione puntuale di cucitura esercitata dalle fibre consente di limitare l’ampiezza delle
lesioni a valori inferiori a 0.1 mm che non costituisce un problema né dal punto di vista estetico
(in quanto non visibili) né per ciò che attiene alla funzionalità della pavimentazione;
- la realizzazione di pavimentazioni in calcestruzzo fibrorinforzato espansivo prive di giunti di
contrazione. In questo contesto le fibre svolgono il ruolo di armatura di contrasto all’aumento di
volume conseguente all’impiego dell’agente espansivo STABILMAC per la produzione del
10
conglomerato. Rispetto alla soluzione tradizionale rappresentata dall’impiego di calcestruzzo
espansivo e armature di contrasto in forma di reti elettrosaldate e tondini, l’impiego del calcestruzzo
fibrorinforzato presenta il vantaggio non trascurabile di compensare l’espansione in tutto il
volume del conglomerato. Per queste applicazioni, tuttavia, è necessario ricorrere ad un
dosaggio di fibre maggiore di quello richiesto per la sostituzione della rete elettrosaldata per il
controllo dei movimenti di natura termo-igrometrica. In linea di massima, salvo più precise
indicazioni circa dimensioni in pianta del pavimento, le condizioni di umidità relativa ambientale e
lo spessore del pavimento, il dosaggio di fibre MEYCO FIB SP 540 consigliato per questo
tipo di applicazioni deve risultare di almeno 2.5-3.0 kg/m3;
- la realizzazione di conci prefabbricati per i rivestimenti definitivi delle gallerie. Per questi
manufatti le fibre possono essere computate nel calcolo strutturale, sfruttando le capacità
resistenti a trazione per flessione dopo la fessurazione che contraddistingue un calcestruzzo fibro-
rinforzato con fibre MEYCO FIB SP 540. L’aggiunta delle fibre ha anche il vantaggio di migliorare
la resistenza al punzonamento del calcestruzzo oltre alla resistenza al fuoco dei manufatti.
I dosaggi di fibre per queste applicazioni sono da valutarsi caso per caso in base alle caratteristiche
geotecniche del terreno e da calcolarsi in base allo stato tensionale agente nella sezione in calce-
struzzo. In linea di massima il dosaggio dovrà essere almeno pari a 3 kg/m3;
- per i rivestimenti sia provvisori che definitivi realizzati con calcestruzzi spruzzati (shotcrete)
in sostituzione delle tradizionali reti elettrosaldate oltre che per migliorare la resistenza del
calcestruzzo nei confronti dell’incendio;
- per la realizzazione di manufatti prefabbricati, quali tombini, pozzetti, canalette di raccolta delle
acque, cordoli, cassoni galleggianti, etc.
- per sostituire, indipendentemente dal tipo di struttura, le armature di ripartizione.
FIBRE NON METALLICHE
Modifiche delle proprietà del calcestruzzo derivanti dall’aggiunta di fibre strutturali e non e principali campi
di impiego del calcestruzzo fibrorinforzato.
11
Strutturali MEYCO FIB SP 540
Q non modificano modulo elastico, ritiro e scorrimento viscoso
Q conferiscono al materiale capacità portante dopo la fessurazione
della matrice
Q trasformano il calcestruzzo da materiale fragile a duttile,
conferendogli la capacità di dissipare energia dopo la fessurazione
Q Pavimentazioni in calcestruzzo in sostituzione della rete
elettrosaldata
Q Solai in lamiera grecata e soletta in calcestruzzo
Q Pavimentazioni in calcestruzzo espansivo prive di giunti
di controllo
Q Realizzazione di conci prefabbricati per gallerie, in sostituzione
totale o parziale dell’armatura tradizionale
Q Shotcrete per gallerie
Q Manufatti prefabbricati: tombini, pozzetti, cordoli
Q Sostituzione dell’armatura di ripartizione
Non strutturali RHEOFIBERS/MASTERFIBER
Q non modificano la resistenza a trazione/compressione
né l’indice di duttilità
Q riducono la fessurazione da ritiro e l’assestamento plastico
Q migliorano la resistenza al fuoco
Q Solette e pavimentazioni di piccolo spessore
Q Strutture resistenti al fuoco (soprattutto in galleria)
2. IL RUOLO DELLE FIBRE E DELLA RETE ELETTROSALDATA NELLE PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI
Per effetto dell’elevato rapporto tra la superficie esposta all’aria e il volume di calcestruzzo, le
pavimentazioni in conglomerato cementizio sono fortemente esposte al ritiro derivante dall’evapo-
razione di acqua dal conglomerato verso l’ambiente esterno allorquando la struttura è esposta ad
atmosfere insature di vapore. La contrazione da ritiro si manifesta sin dalle prime ore successive alla
posa in opera del conglomerato interessando il calcestruzzo sia durante la fase plastica (nelle prime
4-12 ore dal getto) che nella successiva fase di indurimento. In una struttura di pavimentazione sia
il ritiro plastico che quello igrometrico non possono manifestarsi liberamente generando la nascita di
stati tensionali di trazione che possono promuovere la formazione di fessurazioni nella lastra in
calcestruzzo. Se, da una parte, è possibile evitare che il ritiro plastico si manifesti o prevenire il quadro
fessurativo ad esso connesso, non altrettanto si può impedire l’evolvere del ritiro igrometrico né,
tantomeno, eliminare la comparsa delle soluzioni di continuità conseguenti con questo fenomeno.
Relativamente al ritiro plastico, la sua eliminazione si ottiene procedendo ad una accurata maturazione
umida della superficie estradossale del pavimento da effettuarsi mediante copertura con teli in politene
oppure con fogli di geotessuto bagnati ad intervalli di 24-48 ore. La protezione della superficie del
pavimento può essere effettuata anche mediante un agente di curing (MACKURE o MASTER-
KURE) spruzzato sulla superficie del pavimento subito dopo l’ultimazione delle operazioni di frattaz-
zatura dello strato di usura. I metodi menzionati risolvono alla radice il problema delle fessurazioni da
ritiro plastico in quanto essi impediscono o limitano fortemente l’evaporazione di acqua - responsabile
del fenomeno - verso l’ambiente esterno. Un’ulteriore soluzione al problema del ritiro plastico è
rappresentata dall’aggiunta di fibre organiche non strutturali - in poliacrilonitrile (MASTERFIBER
100) o in polipropilene (RHEOFIBERS) - che, impiegate a seconda delle condizioni microclimatiche
ambientali e in relazione allo spessore della lastra di pavimentazione in misura di 0.5-1.2 kg/m3,
12
PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI
nascita di stati tensionali
di trazione
formazione di fessurazioni
nella lastra di calcestruzzo
durante la fase plastica
(nelle prime 4-12 ore dal getto)
durante la fase di indurimento
EVAPORAZIONE
consentono di incrementare la resistenza a trazione del conglomerato in modo che la stessa risulti su-
periore agli sforzi di trazione indotti dal ritiro in fase plastica.
Non altrettanto semplice risulta la prevenzione del quadro fessurativo connesso con il ritiro
igrometrico. Infatti, la contrazione di volume conseguente al ritiro idraulico si manifesta durante l’intera
vita del calcestruzzo e non come avviene per la contrazione in fase plastica limitata in un arco di tempo
di qualche ora al massimo. Pertanto, è di fatto impossibile attuare provvedimenti tesi all’eliminazione
dell’evaporazione di acqua per l’intera vita di servizio del pavimento. Ancorché il ritiro idraulico si
manifesti durante l’intera vita di una pavimentazione, la maggiore aliquota della contrazione si esplica
nei primi sei mesi di vita del manufatto. Dopo una settimana dal getto il ritiro idraulico di una pavimen-
tazione in calcestruzzo è pari all’incirca ad un quarto della contrazione dimensionale del manufatto a
sei mesi. Sebbene, la contrazione dimensionale nei primi giorni successivi al getto risulti di modesta
entità - se paragonata al ritiro igrometrico dopo sei mesi dalla realizzazione del getto - essa, tuttavia,
può dar luogo a stati tensionali di trazione superiori alla resistenza a trazione del materiale che - già di
per sé modesta - risulta molto bassa proprio nei primi giorni di vita del manufatto. Come già sottolineato
in precedenza, il ritiro idraulico in una pavimentazione industriale, alla luce dell’elevato rapporto
superficie esposta all’evaporazione/volume di calcestruzzo, è particolarmente elevato. Pertanto, pur
ricorrendo a calcestruzzi confezionati con aggregati di grossa pezzatura (32-40 mm) e con additivi
riduttori di acqua, la contrazione da ritiro, impedita dall’attrito che il pavimento stabilisce con il terreno
di sottofondo, genera comunque stati tensionali superiori alla resistenza a trazione del calcestruzzo.
In sostanza, una pavimentazione in calcestruzzo si deve necessariamente fessurare.
Attesa la pratica impossibilità di prevenire la comparsa delle lesioni nella lastra - a meno che non si
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RIDUZIONE RITIRO PLASTICO
MATURAZIONE UMIDA
Q copertura con teli in politene
Q copertura con fogli di geotessuto
bagnati ad intervalli di 24-48 ore
Q applicazione Masterkure o Mackure
IMPEDISCE O LIMITA
L’EVAPORAZIONE DELL’ACQUA
VERSO L’AMBIENTE ESTERNO
MICRO-FIBRE ORGANICHE
(non strutturali)
(0,5-1,2 kg/m3)
INCREMENTANO LA RESISTENZA
A TRAZIONE DEL CONGLOMERATO
in modo che risulti superiore
agli sforzi di trazione
ricorra all’impiego di calcestruzzi espansivi di cui si discuterà in dettaglio nei paragrafi che seguono -
nelle pavimentazioni in calcestruzzo vengono eseguiti dei tagli con l’intento di indebolire voluta-
mente alcune sezioni del pavimento in modo che le lesioni anziché manifestarsi caoticamente
sulla superficie si concentrino proprio al di sotto del taglio eseguito. Questi tagli vengono definiti
“giunti di contrazione” o “giunti di controllo” in quanto consentono di assecondare la contrazione da ri-
tiro e di controllare il quadro fessurativo nel pavimento. Per far si che la sezione di giunto sia realmente
quella più debole è necessario adottare due accorgimenti sostanziali:
1. preparazione del piano di posa del pavimento il quale non deve presentare variazioni di planarità
rispetto ad un piano ideale medio di più di 2 cm su una distanza di 4 m;
2. profondità del taglio che deve risultare almeno pari ad un quarto dello spessore della pavimen-
tazione
Ai due provvedimenti menzionati occorre associare una corretta tempistica nella realizzazione dei
tagli. In sostanza, i giunti di contrazione debbono essere realizzati prima che nella pavimentazione gli
sforzi di trazione indotti dal ritiro impedito superino la resistenza a trazione del materiale. In caso
contrario, infatti, un ritardo nella realizzazione dei tagli non sortirebbe alcun effetto positivo giacché le
soluzioni di continuità si sarebbero già formate: questo equivale a dire che il pavimento ha già realizzato
“naturalmente i suoi giunti”. Da un punto di vista pratico la corretta tempistica nella realizzazione dei tagli
prevede che gli stessi vengano effettuati entro le 18 ore dal getto nel periodo primaverile ed estivo
ed entro le 48 ore dalla posa nel periodo invernale. Le sezioni di giunto, ancorché fessurate sono
in grado inizialmente di trasmettere sia le sollecitazioni taglianti che quelle flettenti grazie
all’effetto “ingranamento” dei cigli fessurativi. Al trascorrere del tempo, tuttavia, per effetto della con-
trazione da ritiro, questi cigli fessurativi tendono ad allontanarsi con il risultato che, cessando
l’effetto ingranamento, nella sezione di giunto la piastra di pavimentazione non sarebbe più in
grado di trasmettere le sollecitazioni derivanti dai carichi agenti. Per evitare che questo accada
nelle pavimentazioni in calcestruzzo viene predisposta una rete elettrosaldata che impedisca
l’allontanamento delle sezioni di giunto e che nello stesso tempo assorba lo sforzo di trazione
derivante dall’aliquota di ritiro che è impedita dall’attrito pavimento/piano di posa. Atteso che la
contrazione da ritiro è massima verso la zona estradossale della pavimentazione, come conseguenza
della maggiore evaporazione di acqua rispetto agli strati di pavimento più interni, l’allontanamento
dei cigli fessurativi è massimo proprio a ridosso della superficie della lastra di pavimentazione.
14
GIUNTI DI CONTRAZIONE
Formazione corretta
del giunto di contrazione
Formazione errata del giunto di contazione
per sottofondo irregolare
Sottofondo
hh1
h2<h1
hg>h/4
h
Per queste ragioni la rete elettrosaldata deve essere posizionata in prossimità della superficie
del pavimento ad una distanza tale da evitare che la stessa venga recisa durante l’esecuzione
dei tagli per la formazione dei giunti di controllo. Tenendo presente che la profondità del taglio deve
interessare il pavimento per almeno un quarto del suo spessore, la rete deve essere correttamente
posizionata ad una distanza dalla superficie pari ad un terzo dello spessore della pavimenta-
zione.
Il corretto posizionamento della rete elettrosaldata,
pertanto, non può prescindere dall’utilizzo di op-
portuni distanziatori o dal ricorso all’impiego di
tralicci di armatura di altezza adeguata allo
spessore della pavimentazione. Ad esempio,
per una pavimentazione da 15 cm di spessore si
debbono impiegare tralicci di altezza pari a 90-95
mm in modo che appoggiando sugli stessi una
rete di diametro 8 oppure 6 mm la stessa si trovi ad
una distanza rispettivamente di 52 e 49 mm
dall’estradosso del pavimento.
15
CORRETTO POSIZIONAMENTO DELLA RETE ELETTROSALDATA
h/3
h
Sottofondo
Sono assolutamente da evitare pratiche diffuse, ma non per questo completamente erronee ed
inefficaci, quali quelle:
- di appoggiare la rete sul piano di posa e sollevarla puntualmente durante il getto del conglome-
rato mediante dei ferri uncinati. Questa modalità di operare consente solo momentaneamente di
sollevare l’armatura la quale cessata l’azione di sollevamento tende a riportarsi sul fondo della
pavimentazione o ad assumere una configurazione ondulata;
- di affondare la rete nel pavimento a getto del calcestruzzo appena terminato calpestandola
con le scarpe da lavoro. Questa modalità di inserimento della rete nel getto, ovviamente, non può
controllare la profondità ove la stessa va a posizionarsi con il rischio di avere una rete troppo
superficiale da essere recisa durante il taglio per la realizzazione dei giunti di contrazione o una rete
disposta ad un’eccessiva distanza dalla superficie e, quindi, in una zona ove il suo contributo alla
eliminazione dell’allontanamento dei cigli fessurativi è modesto o nullo;
- allo stesso modo, si intuisce come la pratica molto diffusa di posizionare la rete direttamente
sul piano di posa della pavimentazione, a contatto con la massicciata di sottofondo o con
la barriera a vapore, risulta del tutto erronea in quanto la rete si troverebbe in una zona laddove,
essendo il ritiro praticamente nullo, i cigli fessurativi della sezione di giunto di fatto non subiscono
alcun allontanamento.
Le difficoltà esecutive per il corretto posizionamento della rete elettrosaldata possono essere
facilmente superate ricorrendo all’impiego del calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO
FIB SP 540. L’azione di cucitura esercitata dalle fibre consente alla pavimentazione in calcestruzzo di
beneficiare, anche dopo molti anni dalla realizzazione, dell’effetto ingranamento dei cigli fessurativi
garantendo che le sezioni di giunto trasmettano sia gli sforzi taglianti che i momenti flettenti derivanti
dai carichi agenti sul pavimento. Nel paragrafo che segue vengono messe a confronto le due soluzioni
corrette possibili nella realizzazione di un pavimento sia dal punto di vista tecnico che economico.
16
NECESSITÀ DI INGRANAMENTO
Senza rete Rete non correttamente
posizionata
Rete correttamente
posizionata
Calcestruzzo fibrorinforzato
SCELTE ERRATE
SCELTE CORRETTE
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3. CONFRONTO ECONOMICO TRA PAVIMENTAZIONI
IN CALCESTRUZZO ORDINARIO E RETE ELETTROSALDATA
E PAVIMENTAZIONE IN CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATA
CON FIBRE MEYCO®
FIB SP 540
In base a quanto discusso al paragrafo precedente, in una pavimentazione industriale in calcestruzzo,
alla rete elettrosaldata si affida il compito di assorbire gli sforzi di trazione derivanti dall’impedimento al
ritiro nelle sezioni in cui sono presenti i giunti di controllo (tagli effettuati nel pavimento con sega a disco
diamantato), in modo che i cigli fessurativi rimangano nel tempo perfettamente combacianti, consen-
tendo alla sezione fessurata di assorbire sia gli sforzi di taglio che i momenti flettenti derivanti dai carichi
agenti sulla pavimentazione. Atteso che il ritiro non si manifesta allo stesso modo in tutta la sezione del
pavimento, ma risulta massimo in corrispondenza dell’estradosso della pavimentazione, il corretto
posizionamento della rete prevede che essa sia predisposta il più possibile in una zona prossima alla
superficie della pavimentazione ad una distanza tale da non essere comunque recisa durante il taglio
del calcestruzzo per la realizzazione dei giunti di controllo. Tenendo presente che la profondità dei tagli
è generalmente pari ad un quarto dello spessore del pavimento la rete deve essere posizionata ad
una distanza dall’estradosso pari ad un terzo dello spessore della pavimentazione. Pertanto, il
corretto posizionamento della rete elettrosaldata in una pavimentazione presuppone che
l’impresa faccia ricorso all’utilizzo di opportuni distanziatori oppure ricorra all’impiego di tralicci
di armatura di dimensioni commisurate allo spessore della piastra di calcestruzzo.
Conseguentemente, volendo effettuare un confronto in termini di costi tra la soluzione che
prevede l’impiego di un calcestruzzo ordinario e della rete elettrosaldata e quella che si basa
sull’impiego del calcestruzzo fibrorinforzato non ci si può limitare a confrontare il maggior onere
derivante dall’impiego delle fibre con il risparmio conseguente alla mera eliminazione della rete
elettrosaldata.
Il confronto, invece, deve prendere in esame il costo dei distanziatori o dei tralicci utilizzati per il corretto
posizionamento dell’armatura, il costo della rete elettrosaldata (kg di acciaio calcolati tenendo conto
anche della sovrapposizione dei fogli di rete) e il costo della manodopera per il posizionamento della
rete. Inoltre, si deve tener conto anche del fatto che, allorquando si ricorre all’impiego della rete elet-
trosaldata, la posa in opera deve avvenire necessariamente ricorrendo all’impiego della pompa. Per
contro, l’utilizzo del calcestruzzo fibrorinforzato consente che la posa in opera possa avvenire mediante
scarico diretto del calcestruzzo dalla “canala” dell’autobetoniera. Pertanto, nel confronto economico tra
le due soluzioni prospettate (calcestruzzo ordinario + rete versus calcestruzzo fibrorinforzato) occorre
anche conteggiare il maggior onere derivante dal costo della pompa e per i getti di pavimenti di grande
estensione anche il maggior onere derivante dai piazzamenti supplementari del sistema di pompaggio.
ELEMENTI DI COSTO NELLA REALIZZAZIONE DELLE PAVIMENTAZIONI
CALCESTRUZZO +
RETE ELETTROSALDATA
CALCESTRUZZO
FIBRORINFORZATO
1. Distanziatori oppure tralicci di armatura
per il corretto posizionamento della rete metallica
2. Rete elettrosaldata
3. Manodopera per il posizionamento della rete
4. Pompa per il getto del calcestruzzo
5. Posizionamenti della pompa durante il getto
6. Calcestruzzo
1. Fibre MEYCO FIB SP 540
2. Calcestruzzo
Al di là dell’aspetto economico, il cui dettaglio potrà essere puntualmente determinato in funzione delle
singole situazioni operative, è opportuno comunque evidenziare come l’impiego delle fibre MEYCO
FIB SP 540 comporti una serie di vantaggi dal punto di vista esecutivo oltre che dal lato della
sicurezza degli operatori sia nella fase che precede la preparazione del cantiere, che durante la
fase di esecuzione del getto della pavimentazione. Infatti:
- Il vantaggio per l’impresa esecutrice è rappresentato dalla maggiore speditezza di esecuzione
dei lavori e, conseguentemente, nel risparmio di manodopera in quanto non è necessario
posizionare i distanziatori o le tralicciature in metallo per il corretto posizionamento della rete;
- Il vantaggio dal punto di vista tecnico è rappresentato anche dal fatto che il posizionamento della
rete deve avvenire correttamente garantendo che ci sia una corretta sovrapposizione dei fogli per
la trasmissione degli sforzi acciaio-calcestruzzo. Tuttavia, la sovrapposizione pone un problema
dal punto di vista tecnico in quanto, laddove si sovrappongono tre o più fogli (ad esempio
di diametro 6 o 8 mm), la rete si trova ad una distanza dalla superficie inferiore a quella della
profondità del taglio da effettuarsi con la sega a disco diamantato e, quindi, rimane alto il
rischio che la stessa possa essere recisa proprio dall’azione del disco compromettendone
la funzionalità. Anche nella eventualità che la sovrapposizione non coincida con la sezione di
giunto, per effetto del ridotto spessore di ricoprimento di calcestruzzo si possono innescare
quadri fessurativi indesiderati per la pavimentazione.
- Un ulteriore vantaggio derivante dall’impiego del calcestruzzo fibrorinforzato è rappresentato dal
fatto di poter procedere al getto del conglomerato senza necessariamente ricorrere all’impiego
della pompa. Pertanto, il mancato piazzamento della pompa determina un consistente risparmio
sia dal punto di vista economico accelerando i tempi di esecuzione della pavimentazione. Questo
vantaggio risulta particolarmente evidente in quei contesti laddove per l’elevata estensione
della pavimentazione si debba procedere con la tecnica tradizionale a continui riposizionamenti del
sistema pompante.
- Da ultimo, ma non meno importante, è opportuno evidenziare che l’impiego del calcestruzzo
fibrorinforzato, e la conseguente eliminazione della rete elettrosaldata, consente alle maestranze
una maggiore libertà di movimento non essendo queste costrette a lavorare in condizioni di precario
equilibrio tra le maglie della rete. L’impiego del calcestruzzo fibrorinforzato, quindi, è coerente con
i principi e le norme in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Il calcestruzzo fibrorinfor-
zato, infatti, rende il piano di lavoro più sicuro e stabile, riducendo notevolmente il rischio di
infortunio diretto e/o l’assunzione di posture errate che potrebbero con il tempo favorire l’insorgere
di malattie professionali legate alle difficoltà di posa del calcestruzzo ordinario e di realizzazione
delle tradizionali pavimentazioni con rete elettrosaldata.
In conclusione, quindi, si può affermare che l’utilizzo del calcestruzzo fibrorinforzato comporta, rispetto
alla soluzione basata sull’impiego di calcestruzzo ordinario e rete elettrosaldata, un risparmio in termini
economici riducendo il costo complessivo per l’esecuzione della pavimentazione, ancorché il costo
unitario del conglomerato cementizio con fibre risulti maggiore del costo del calcestruzzo ordinario.
Inoltre, l’impiego di calcestruzzo fibrorinforzato presenta anche degli innegabili vantaggi tecnici che
consentono di superare i problemi nelle sezioni in cui occorre procedere alla sovrapposizione dei fogli
di rete elettrosaldata. Infine, l’impiego del calcestruzzo fibrorinforzato si presenta anche dal punto di vista
della sicurezza per gli addetti alla realizzazione dei pavimenti migliore rispetto alla soluzione
tradizionale basata sull’utilizzo del calcestruzzo ordinario e rete elettrosaldata.
18
19
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO
VANTAGGI DEI CALCESTRUZZI FIBRORINFORZATI (MEYCO FIB SP 540)
CALCESTRUZZO +
RETE ELETTROSALDATA
CALCESTRUZZO
FIBRORINFORZATO
Costo
del calcestruzzo
fibrorinforzato
Costo
del calcestruzzoCOSTO TOTALE
DELL’OPERA
COSTO TOTALE
DELL’OPERA
PROGETTISTI
Q evitare la realizzazione di particolari
costruttivi in merito alla corretta
sovrapposizione di tre o più fogli di rete
onde evitare recisioni durante il taglio
dei giunti di taglio
IMPRESA
Q maggiore speditezza di esecuzione dei lavori
Q risparmio di manodopera (non si deve
posizionare né rete né distanziatori)
Q maggiore sicurezza e libertà di movimento
Q procedere al getto del conglomerato
senza necessariamente ricorrere all’impiego
della pompa con un risparmio sia economico
che tempistico
4. LA PROGETTAZIONE DELLE PAVIMENTAZIONI
IN CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO
È convinzione diffusa che la rete elettrosaldata svolga all’interno del pavimento una funzione
strutturale e che la stessa venga utilizzata per assorbire gli sforzi di trazione indotti dai carichi agenti
sulla piastra di pavimentazione. Questa convinzione molto diffusa, ma non per questo completamente
errata, si basa su di un’altra convinzione erronea che in una pavimentazione in calcestruzzo le fibre sot-
toposte a trazione per effetto dei momenti flettenti generati dai carichi agenti siano quelle intradossali
a contatto con il terreno di posa. Questa erronea convinzione ha come conseguenza, altrettanto sba-
gliata, che la rete deve essere posizionata in prossimità del piano di posa del pavimento. Nella realtà,
invece, lo sforzo di trazione in una piastra di pavimentazione è massimo:
- all’intradosso se il carico concentrato è applicato al centro di una campitura;
- all’estradosso se il carico concentrato agisce lungo uno dei bordi o al vertice di una campitura.
Pertanto, in una pavimentazione, per esempio soggetta a carichi mobili (carichi su ruota) ove gli
stessi agiscono in diversi punti della campitura, ammesso che la rete debba assorbire gli sforzi di
trazione indotti, la stessa dovrebbe essere posizionata sia all’intradosso che all’estradosso della
piastra di pavimentazione. Pertanto, la convinzione che i carichi determinino trazione solo all’intra-
dosso e, conseguentemente, la diffusa pratica di sistemare la rete a contatto del piano di posa, sono
del tutto erronee.
20
SFORZO DI TRAZIONE DI UNA PIASTRA DI PAVIMENTAZIONE
carico concentrato al centro
di una campitura
max all’intradosso max all’estradosso
carico concentrato lungo i bordi
di una campitura
SFORZO DI TRAZIONE
Nella realtà, al di là di questa precisazione circa le sezioni soggette alla massima sollecitazione flettente,
occorre anche ricordare come il contributo di un’armatura tradizionale in forma di rete o di tondini
alla portanza flessionale della pavimentazione, come ben noto, si ha solo dopo la fessurazione del
calcestruzzo. Purtroppo, però nelle pavimentazioni industriali in conglomerato cementizio la
presenza di fessure non è ammessa in quanto, in servizio, l’azione dei carichi di tipo mobile (su ruota)
determinerebbe un rapido sbrecciamento dei cigli fessurativi con conseguente compromissione
della funzionalità del pavimento. Per le pavimentazioni, quindi, la progettazione non può avvalersi
del contributo delle armature tradizionali. Ne consegue che il progetto delle pavimentazioni in
calcestruzzo ordinario deve avvenire limitando il tasso di sforzo nel conglomerato a valori inferiori
alla resistenza a trazione del materiale (opportunamente ridotta attraverso un coefficiente di
sicurezza) al fine di evitare la comparsa delle indesiderate soluzioni di continuità. A questo problema
dello scarso contributo alla portanza flessionale del manufatto da parte delle armature tradizionali,
si può ovviare ricorrendo all’impiego delle fibre MEYCO FIB SP 540. Infatti, sebbene il contributo
delle fibre, al pari delle armature tradizionali, si esplichi dopo la fessurazione del calcestruzzo,
la diffusione del rinforzo fibroso in tutto il volume del conglomerato cementizio e l’azione di cucitura
puntuale esercitata a cavallo delle soluzioni di continuità consente alle fibre di limitare l’ampiezza
delle fessure formatesi a valori così esigui da ritenerle accettabili sia dal punto di vista estetico,
che da quello funzionale. Inoltre, la presenza delle fibre in tutto lo spessore della pavimentazione
consente alle stesse di assorbire gli sforzi di trazione generati sia all’intradosso che sulla
superficie del pavimento. Ovviamente il contributo delle fibre MEYCO FIB SP 540, come meglio
verrà specificato nel seguito, alla portanza flessionale del pavimento aumenta con il dosaggio delle
fibre. È intuibile come per dosaggi troppo bassi questa azione di cucitura finalizzata alla limitazione
dell’ampiezza delle fessure potrebbe risultare non sufficiente. Per questo motivo quando l’obiettivo che
si vuole raggiungere con l’introduzione delle fibre è di tipo strutturale il loro dosaggio non deve risultare
inferiore a 2.5 kg/m3. Con questi quantitativi di fibre in una pavimentazione in calcestruzzo si conse-
guono i due obiettivi primari quali:
1. l’incremento della portanza flessionale della piastra;
2. il controllo dei movimenti di natura termo-igrometrica.
21
ASSORBIMENTO SFORZI DI TRAZIONE
CARICHI MOBILI
SFORZI DI TRAZIONE DIFFUSI
La rete per poter assorbire gli sforzi di trazione
dovrebbe essere posizionata sia all’intradosso che
all’estradosso della piastra di pavimentazione
La progettazione dei pavimenti in calcestruzzo fibrorinforzato si basa sulle proprietà del
calcestruzzo con fibre valutate sottoponendo il conglomerato ad una prova di trazione impiegando un
provino intagliato in modo da favorire la fessurazione nella sezione più debole. Oppure le prove possono
essere condotte su travetti sottoposti a flessione mediante una prova a tre punti rilevando i carichi
applicati e la corrispondente apertura dell’intaglio praticato nella mezzeria della trave in accordo
alla metodologia descritta dalla norma UNI EN 14651.
Il calcestruzzo fibrorinforzato viene classificato sulla base di valori puntuali della tensione nominale fR,j
corrispondenti a prefissati valori di CMOD e derivati dal carico Fj:
dove:
- fR,j è la resistenza residua a trazione valutata per CMOD = CMODj (j = 1,2,3,4) [N/mm2];
- Fj è il carico corrispondente a CMOD = CMODj o δ = δj (j = 1,2,3,4) [N];
- l è la luce del provino [mm];
- b è la larghezza del provino [150 mm];
- hsp è la distanza tra l’apice dell’intaglio e la superficie superiore del provino [125 mm].
22
Schema della prova di flessione a tre punti su travetto con intaglio per forzare la fessura nella mezzeria della trave
(rilievo dell’apertura di fessura alla bocca dell’intaglio - CMOD)
0 CMOD1 = 0,5 CMOD1 = 0,5 CMOD1 = 0,5 CMOD1 = 0,5
CMOD (mm)
Fj
F1
F2
F3
F4
15
25 25
50
55
15
Il comportamento del calcestruzzo fibrorinforzato, quale che sia la natura e la forma delle fibre, relati-
vamente al ramo ascendente che precede la fessurazione del conglomerato è sostanzialmente iden-
tico a quello del calcestruzzo tal quale senza fibre. Si può concludere che l’aggiunta delle fibre non
modifica le proprietà del calcestruzzo prima della fessurazione. L’andamento della curva, invece, nella
fase post-fessurativa dei calcestruzzi fibrorinforzati dipende, invece:
- dalla natura della fibra;
- dalla sua conformazione geometrica;
- dal rapporto di forma o di aspetto (rapporto tra la lunghezza della fibra e il suo diametro
equivalente);
- dal dosaggio di fibre nell’impasto.
In particolare, rispetto al calcestruzzo tal quale che evidenzia un comportamento spiccatamente fragile
in quanto dopo la comparsa della fessurazione volge immediatamente al collasso, il calcestruzzo
fibrorinforzato è capace, grazie all’azione di cucitura dei cigli fessurativi esercitata proprio dalla presenza
delle fibre, di sopportare ancora livelli di carico più o meno elevati a seconda del tipo, del dosaggio della
conformazione della fibra. In sostanza, l’aggiunta di fibre alla matrice consente di incrementare la
duttilità del calcestruzzo e di far si che essa abbia capacità resistenti anche dopo la fessurazione.
Sebbene, il reale andamento della curva nella fase post-fessurativa dipenda, come sopra evidenziato,
da una serie di fattori a volte tra loro strettamente collegati da non poterlo generalizzare, tuttavia, si
possono riportare alcune considerazioni derivanti dall’introduzione delle fibre nell’impasto sul legame
costitutivo del materiale:
- a parità di natura della fibra e di dosaggio la capacità di sopportare livelli di sforzo nella
fase post-fessurativa aumenta con il rapporto di forma. Per contro, bisogna ricordare che fibre
caratterizzate da elevati rapporti di forma possono determinare drastiche perdite di lavorabilità che
costringono a ridurre il dosaggio di rinforzo nella matrice. Questo è il motivo, al di là di aspetti
legati al costo, per il quale le fibre non strutturali non metalliche, caratterizzate da un rapporto di
forma superiore a quello delle fibre di acciaio o a quello delle stesse fibre strutturali non metalliche,
vengono impiegate in misura di 0.5-1.2 kg/m3. A questi dosaggi le fibre non metalliche non
strutturali non modificano il comportamento del calcestruzzo nella fase post-fessurativa, il quale
rimane sostanzialmente di tipo fragile senza alcuna capacità del materiale di sopportare sforzi.
Pertanto, l’aggiunta di fibre non metalliche non strutturali è finalizzato esclusivamente all’elimina-
zione dei quadri fessurativi dovuti alla precoce perdita di acqua durante la fase plastica soprattutto
nelle strutture, quali pavimentazioni e solette, ad elevato sviluppo superficiale. Inoltre, queste fibre
possono migliorare il fenomeno dell’assestamento plastico prevenendo la perdita di planarità nelle
strutture a grande sviluppo orizzontale sottoposte ad evaporazione precoce soprattutto in
presenza di calcestruzzi confezionati in assenza di additivo superfluidificante e, quindi, caratteriz-
zati da eccessi di acqua di impasto;
- a parità di dosaggio e di rapporto di forma della fibra, l’efficienza del rinforzo fibroso
dipende dalla conformazione geometrica della fibra stessa ed, in particolare, dalla sua capacità
di sfilarsi per valori elevati dello sforzo applicato. Da questo punto di vista le fibre ondulate si
comportano meglio delle fibre dritte.
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Per applicazioni di tipo strutturale - non semplicemente destinate alla sostituzione della rete elettro-
saldata per il controllo dei movimenti di natura termo-igrometrica - è necessario garantire per il calce-
struzzo fibrorinforzato delle prestazioni minime. Poiché i pavimenti sono governati prevalentemente
dalle condizioni di esercizio, la resistenza che influenza maggiormente il dimensionamento del
pavimento è quella relativa alle piccole aperture di fessura rappresentata dalla resistenza a trazione fR,1
valutata per CMOD = 0.5 mm. Più precisamente, il requisito minimo per impieghi strutturali del
calcestruzzo fibrorinforzato è rappresentato dal rapporto tra fR,1 e la resistenza a trazione di
prima fessurazione:
dove fL rappresenta la resistenza a flessione di picco (resistenza di prima fessurazione).
Nelle applicazioni strutturali generiche questo rapporto è riferito ai valori caratteristici delle grandezze
in gioco. Nel caso specifico delle pavimentazioni industriali, cioè di strutture dotate di grandi possibilità
di redistribuzione degli sforzi, tale rapporto può essere riferito ai valori medi. Resta inteso che le
prestazioni minime sopra menzionate non riguardano il calcestruzzo fibrorinforzato impiegato esclusi-
vamente per il controllo della fessurazione da ritiro, allorquando, cioè, le fibre vengono impiegate in
sostituzione della rete elettrosaldata. Le prestazioni minime sopramenzionate vengono conseguite
ricorrendo a dosaggi di fibre MEYCO FIB SP 540 almeno pari a 2.5 kg/m3.
Pertanto, si può concludere che:
- l’impiego di fibre MEYCO FIB SP 540 in sostituzione della sola rete di armatura finalizzata al
controllo delle fessurazioni indotte da movimenti di natura termo-igrometrica prevede l’utilizzo delle
fibre in dosaggi variabili tra 1.5 e 2.0 kg/m3;
- l’utilizzo di fibre finalizzato a scopi strutturali nella realizzazione di pavimenti industriali impone che
il dosaggio delle stesse risulti almeno pari a 2.5 kg/m3.
5. TABELLE PER IL DIMENSIONAMENTO DELLE
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO
CON FIBRE MEYCO®
FIB SP 540
Di seguito vengono riportati una serie di tabelle per il corretto dimensionamento di pavimentazioni
in calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO FIB SP 540 prive della tradizionale armatura in
forma di rete elettrosaldata. Le tabelle consentono di determinare lo spessore della pavimenta-
zione, la resistenza caratteristica a compressione del calcestruzzo, il corretto dosaggio di fibre
MEYCO FIB SP 540 nonché la tipologia dello strato di usura e la distanza massima tra i giunti di
contrazione per il controllo della fessurazione da ritiro igrometrico.
Le tabelle sono suddivise in base alla tipologia di carico cui il pavimento è assoggettato. Sono stati
presi in esame:
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- carichi mobili di veicoli su pneumatici quali autovetture e autocarri leggeri, autotreni e autoarti-
colati, autobus, mezzi di cantiere.
- carrelli elevatori che montano sia pneumatici con camere d’aria, gomme piene e quelli con ruote
rigide in teflon.
- scaffalature fisse.
Le tabelle consentono di dimensionare la pavimentazione tenendo conto delle caratteristiche
geo-meccaniche del terreno sul quale poggia la pavimentazione. In relazione a quest’aspetto sono
stati presi in esame tre diverse tipologie di sottofondo:
- cedevole in materiale argilloso con costante di reazione del sottofondo compresa tra 0.03 e 0.06
N/mm3;
- in materiale argillo-sabbioso con costante di reazione del sottofondo compresa tra 0.06 e 0.1
N/mm3;
- costituito da terreni incoerenti quali ghiaie, pietrischi e sabbia ben compattati con costante di
reazione del sottofondo maggiore di 0.1 N/mm3.
Al di là della descrizione del terreno in base alla natura, si consiglia, prima di ricorrere all’utilizzo delle
tabelle, di determinare la portanza della massicciata mediante delle prove di carico su piastra (da
effettuarsi con piastra di diametro maggiore di 76 cm) al fine di individuare con esattezza in quale
intervallo tra quelli sopramenzionati ricade il terreno. In linea di massima, si consiglia di effettuare almeno
due prove di carico per superfici di posa inferiori a 500 m2 e almeno tre prove per ogni 1000 m2 di
pavimento. È anche consigliabile che queste prove vengano effettuate in prossimità di pilastri, di tombini
e pozzetti tecnici e in prossimità di murature perimetrali ove ci si attende, per la maggiore difficoltà di
compattare e rullare la massicciata, una maggiore cedevolezza (K minore). Sempre rimanendo nell’am-
bito delle raccomandazioni si consiglia comunque di valutare l’opportunità, soprattutto per pavimenti
sottoposti a rilevanti carichi concentrati quali, ad esempio, quelli derivanti da scaffalature di notevole
altezza e portata, di procedere al consolidamento di terreni di elevata cedevolezza mediante l’impiego
di misti granulari oppure cementati.
Nelle tabelle che seguono, per il calcestruzzo da destinare alla realizzazione del pavimento vengono
prese in esame soltanto tre classi di resistenza caratteristica a compressione (Rck): 25, 30 e 35 N/mm2.
Si ritiene, infatti, che calcestruzzi di resistenza caratteristica inferiore a 25 N/mm2 non siano idonei per
la realizzazione di una pavimentazione in conglomerato fibrorinforzato a causa della debolezza intrinseca
della matrice e, quindi, della scarsa aderenza con la fibra che finirebbe per penalizzarne le prestazioni.
Allo stesso modo, fatto salvo contesti eccezionali, si ritiene sconsigliabile per la realizzazione di
pavimenti industriali il ricorso a calcestruzzi di resistenza caratteristica maggiore di 35 N/mm2.
Per questi conglomerati, infatti, dovendo ricorrere all’utilizzo di bassi rapporti acqua/cemento e,
conseguentemente, all’impiego di dosaggi di legante elevati, si accentua il rischio di fessurazione per
effetto del ritiro igrometrico che potrebbe contraddistinguere questi calcestruzzi con un elevato volume
di pasta di cemento responsabile del fenomeno della contrazione dimensionale. Per quanto riguarda
le pavimentazioni esterne che operano in clima rigido le resistenze caratteristiche a compressione
sopramenzionate debbono essere garantite in presenza di un’adeguata percentuale di aria inglobata
mediante l’additivo aerante MICRO-AIR. Per i dosaggi di additivo si consiglia di consultare la scheda
tecnica relativa al prodotto.
Infine, si segnala come le tabelle nel seguito riportate non compendino la realizzazione di pavimentazioni
di spessore inferiore a 12 cm. Per queste tipologie di pavimento, infatti, l’esiguo spessore potrebbe
determinare eccessivi imbarcamenti della lastra con conseguenti fessurazioni del calcestruzzo.
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI AUTOCARRI LEGGERI
SU PNEUMATICI DI MASSA TOTALE l 5 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI AUTOCARRI
SU PNEUMATICI DI MASSA TOTALE TRA 5V20 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 5,5 2,5V3150 2 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 4 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 3,1 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 5 2,5V3150 1,8 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,7 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,8 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,4 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI AUTOCARRI
SU PNEUMATICI DI MASSA TOTALE TRA 20V30 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 5 2,5V3150 2 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,8 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 3 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,5 2,5V3150 1,6 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,3 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,2 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI AUTOCARRI
SU PNEUMATICI DI MASSA TOTALE TRA 30V45 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,8 2,5V3150 1,8 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,6 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,7 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,2 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,3 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 3,9 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 2,8 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 3 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6, oppure applicazione di strato di usura a bassospessore, di almeno 6 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati metallici.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI MEZZI D’OPERA
SU PNEUMATICI DI MASSA TOTALE l 56 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 3,7 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 6 3V3,5150 2,7 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 4,9 3V3,5150 2 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 3,1 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 5,4 3V3,5150 2,2 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 4,3 3V3,5150 1,6 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 2,7 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 4,9 3V3,5150 1,9 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 3,8 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 3 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6, oppure applicazione di strato di usura a bassospessore, di almeno 6 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati metallici.
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI AUTOBUS
SU PNEUMATICI DI MASSA TOTALE l 16 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,6 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,4 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,6 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,1 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,3 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 3,8 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 2,8 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA l 1 ton SU PNEUMATICI PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
32
33
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA TRA 1V2 ton SU PNEUMATICI PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA TRA 2V3 ton SU PNEUMATICI PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 2,6 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,8 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 2,4 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,6 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 2,3 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA TRA 3V4 ton SU PNEUMATICI PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,8 2,5V3150 1,6 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,7 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,3 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 4,3 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 3,1 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 2,3 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA TRA 4V6 ton SU PNEUMATICI PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 3,5 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 6 3V3,5150 2,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 4,9 3V3,5150 1,8 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 3,3 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 6 3V3,5150 2,3 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 4,7 3V3,5150 1,6 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 3 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 5,6 3V3,5150 2,1 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 4,4 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA TRA 6V9 ton SU PNEUMATICI PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 4,2 4V4,525 200 2,5 4,5V5
250 1,5 5,5V6
150 6 3,5V430 180 3 4,5V5
200 1,7 5V5,5250 1,5 6,5V7
150 5 4V4,535 180 2,3 4,5V5
200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 4 4V4,525 200 2,4 4,5V5
250 1,5 5,5V6
150 5,9 3,5V430 180 2,8 4,5V5
200 1,6 5V5,5250 1,5 6,5V7
150 4,7 4V4,535 180 2,1 4,5V5
200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 3,7 4V4,525 200 2,2 4,5V5
250 1,5 5,5V6
150 5,6 3,5V430 180 2,7 4,5V5
200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
150 4,4 4V4,535 180 2 4,5V5
200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA l 1 ton SU RUOTE RIGIDE (tipo teflon) PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 3 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6, oppure applicazione di strato di usura a bassospessore, di almeno 6 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati metallici.
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA TRA 1V2 ton SU RUOTE RIGIDE (tipo teflon) PER DIVERSI TERRENI
DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 3 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6, oppure applicazione di strato di usura a bassospessore, di almeno 6 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati metallici.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA 2V3 ton SU RUOTE RIGIDE (tipo teflon) PER DIVERSI TERRENI
DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 3,3 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 2,3 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,6 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 3,2 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 2,2 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,6 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 3 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 2 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 3 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6, oppure applicazione di strato di usura a bassospessore, di almeno 6 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati metallici.
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41
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA TRA 3V4 ton SU RUOTE RIGIDE (tipo teflon) PER DIVERSI TERRENI
DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 5,8 2,5V3150 2 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 4,3 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 3,3 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 5,6 2,5V3150 2 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 4,2 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 3,2 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 5,4 2,5V3150 1,9 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 4 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 3 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 3 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6, oppure applicazione di strato di usura a bassospessore, di almeno 6 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati metallici.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA 4V6 ton SU RUOTE RIGIDE (tipo teflon) PER DIVERSI TERRENI
DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 5,2 3V3,525 180 1,6 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
150 3 3,5V430 180 1,5 4,5V5
200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 6 3V3,5150 2,3 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 4 3V3,525 180 1,6 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
150 3 3,5V430 180 1,5 4,5V5
200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 5,7 3V3,5150 2,2 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 4 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
150 2,8 3,5V430 180 1,5 4,5V5
200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 5,5 3V3,5150 2 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura ad alto spessore, di almeno 15 kg/m2 con metodo “a pastina” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6.
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO SOTTOPOSTE A TRAFFICO DI CARRELLI ELEVATORI
CON PORTATA TRA 6V9 ton SU RUOTE RIGIDE (tipo teflon) PER DIVERSI TERRENI
DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 5 4V4,525 200 3,3 4,5V5
250 1,5 5,5V6
180 3,8 4,5V530 200 2,3 5V5,5
250 1,5 6,5V7
150 6 4V4,535 180 2,9 4,5V5
200 1,6 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 5 4V4,525 200 3,1 4,5V5
250 1,5 5,5V6
180 3,6 4,5V530 200 2,2 5V5,5
250 1,5 6,5V7
150 5,8 4V4,535 180 2,8 4,5V5
200 1,6 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 4,7 4V4,525 200 3 4,5V5
250 1,5 5,5V6
180 3,5 4,5V530 200 2,1 5V5,5
250 1,5 6,5V7
150 5,6 4V4,535 180 2,6 4,5V5
200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura ad alto spessore, di almeno 15 kg/m2 con metodo “a pastina” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO CON SCAFFALATURE FISSE AVENTI
CARICO MASSIMO PER APPOGGIO l 1 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,5 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
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45
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO CON SCAFFALATURE FISSE AVENTI
CARICO MASSIMO PER APPOGGIO TRA 1V3 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 2 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,9 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 1,7 2,5V3150 1,5 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 1,5 3V3,5150 1,5 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 1,5 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO CON SCAFFALATURE FISSE AVENTI
CARICO MASSIMO PER APPOGGIO TRA 3V5 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 2,6 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 5 3V3,5150 1,7 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 4 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 2,5 3V3,525 180 1,5 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 4,9 3V3,5150 1,6 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 3,8 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
120 6 2,5V3150 2,3 3V3,5
25 180 1,5 4V4,5200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
120 4,7 3V3,5150 1,6 3,5V4
30 180 1,5 4,5V5200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
120 3,6 3V3,5150 1,5 4V4,5
35 180 1,5 4,5V5200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
46
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PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO CON SCAFFALATURE FISSE AVENTI
CARICO MASSIMO PER APPOGGIO TRA 5V7,5 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 3 4V4,525 200 1,6 4,5V5
250 1,5 5,5V6
150 4,8 3,5V430 180 2 4,5V5
200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
150 3,8 4V4,535 180 1,5 4,5V5
200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 6 3V3,525 180 2,9 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
150 4,7 3,5V430 180 2 4,5V5
200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
150 3,6 4V4,535 180 1,5 4,5V5
200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
150 6 3V3,525 180 2,8 4V4,5
200 1,5 4,5V5250 1,5 5,5V6
150 4,5 3,5V430 180 1,9 4,5V5
200 1,5 5V5,5250 1,5 6,5V7
150 3,5 4V4,535 180 1,5 4,5V5
200 1,5 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO CON SCAFFALATURE FISSE AVENTI
CARICO MASSIMO PER APPOGGIO TRA 7,5V10 ton PER DIVERSI TERRENI DI SOTTOFONDO
1) Sottofondo cedevole in materiale argilloso k = 0.03 w 0.06 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 5,7 4V4,525 200 3,7 4,5V5
250 1,5 5,5V6
180 4,2 4,5V530 200 2,6 5V5,5
250 1,5 6,5V7
180 3,2 4,5V535 200 1,9 5,5V6
250 1,5 7V7,5
2) Sottofondo in materiale argillo-sabbioso k = 0.06 w 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 5,5 4V4,525 200 3,5 4,5V5
250 1,5 5,5V6
180 4 4,5V530 200 2,5 5V5,5
250 1,5 6,5V7
180 3,1 4,5V535 200 1,8 5,5V6
250 1,5 7V7,5
3) Terreni incoerenti (ghiaia frantumata, pietrisco, sabbia) k L 0.1 N/mm3
Rck Spessore pavimentazione Dosaggio fibre Distanza tra i giunti*(mm) (kg/m3) (m)
180 5,3 4V4,525 200 3,4 4,5V5
250 1,5 5,5V6
180 4 4,5V530 200 2,4 5V5,5
250 1,5 6,5V7
150 6 4V4,535 180 3 4,5V5
200 1,7 5,5V6250 1,5 7V7,5
* Il primo valore è per pavimentazioni con barriera a vapore realizzata con fogli in politene, il secondo per pavimentazioni
direttamente poggianti sulla massicciata di sottofondo
FINITURA Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo “a spolvero” di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5.
48
49
6. PAVIMENTAZIONI PRIVE DI GIUNTI
IN CALCESTRUZZO ESPANSIVO FIBRORINFORZATO
Nei paragrafi precedenti è stato sottolineato della pratica impossibilità di eliminare il fenomeno del
ritiro igrometrico nel calcestruzzo e di come si debba convivere con questa caratteristica del con-
glomerato predisponendo nelle pavimentazioni dei giunti di contrazione in cui possa manifestarsi la
fessurazione del conglomerato controllandola ed evitando che la stessa si possa presentare in forma
caotica nel pavimento. In realtà, esiste un’ulteriore possibilità, che sebbene non elimini la contrazione
dimensionale del calcestruzzo, consente di evitare la comparsa del quadro fessurativo connesso
con il ritiro idraulico del conglomerato e che consiste nel ricorrere, per la realizzazione delle pavi-
mentazioni, all’impiego del calcestruzzo a ritiro compensato. I calcestruzzi espansivi, quindi, consen-
tono di realizzare di pavimentazioni industriali di estensione variabile tra 600 e 900 m2 prive di giunti di
contrazione o di controllo.
I calcestruzzi a ritiro compensato o anche espansivi sono conglomerati prodotti ricorrendo all’im-
piego di materie prime in grado, a contatto con l’acqua, di aumentare di volume. L’agente espansivo
STABILMAC correntemente impiegato nel settore delle pavimentazioni in calcestruzzo è a base di
ossido di calcio (CaO). Questa sostanza a contatto con l’acqua di impasto, reagisce chimicamente
dando luogo al corrispondente idrossido il quale è caratterizzato da un volume maggiore rispetto a
quello dell’ossido di calcio di partenza. La peculiarità di questo agente espansivo, che ne rende possibile
l’utilizzo nel conglomerato per prevenire il quadro fessurativo derivante dal ritiro idraulico, è rappre-
sentata dal fatto che solo una modesta aliquota dell’espansione si manifesta durante le prime ore dal
confezionamento dell’impasto (nella fase in cui il conglomerato è ancora plastico), mentre la maggior
parte di essa si esplica ad indurimento avvenuto del calcestruzzo in un arco di tempo che varia da 1 a
3 giorni circa. Infatti, se l’espansione avvenisse completamente durante la fase plastica del conglome-
rato essa produrrebbe un aumento di volume del calcestruzzo che non avrebbe alcun effetto benefico
sulla compensazione del ritiro. Per chiarire meglio il significato di questa affermazione è opportuno
premettere che l’utilizzo di agenti espansivi non modifica il ritiro idraulico del calcestruzzo: in sostanza,
il ritiro a tempo infinito, ma anche quello a stagionature più brevi (ad esempio, dopo 3 o 6 mesi), di un
calcestruzzo a ritiro compensato è identico a quello dello stesso conglomerato privo di agente
espansivo. Per questo motivo, la terminologia spesso adottata per questi conglomerati di calcestruzzi
a ritiro nullo è assolutamente impropria.
Premesso questo, è opportuno ricordare come in un qualsiasi elemento in calcestruzzo armato, se
non vi è impedimento all’espansione o alla contrazione di volume, l’effetto risultante è rappresentato
da una mera variazione di geometria dell’elemento strutturale senza la nascita di alcuno stato di coa-
zione interna. Pertanto, ritornando all’affermazione precedente, se l’agente espansivo aumentasse di
volume, ad esempio, dopo 1-3 ore dalla posa in opera del calcestruzzo, non avendo sufficiente rigidità,
né aderenza alle barre di armatura, non produrrebbe che un modesto stato di compressione (σc) all’in-
terno dell’elemento in calcestruzzo ingegneristicamente trascurabile anche in presenza di un’espansione
rilevante. Quando, successivamente all’esposizione all’aria, il calcestruzzo è interessato dal fenomeno
del ritiro, essendo la contrazione ostacolata sia dalla presenza delle armature che dai vincoli esterni
(si pensi all’attrito del pavimento con la massicciata di sottofondo), si genera uno stato tensionale di
trazione (σt) superiore alla modesta compressione iniziale anche se l’entità del ritiro (εcs), in valore
assoluto, è inferiore all’espansione indotta inizialmente. Nel momento in cui la tensione di trazione dopo
aver rilassato il modesto sforzo di compressione supera la resistenza del materiale il calcestruzzo si
fessura. Se, invece, la reazione espansiva avviene quasi esclusivamente dopo che il conglomerato ha
terminato la presa (dopo 6-8 ore), l’aumento di volume è impedito, grazie alla rigidità del calcestruzzo
e all’aderenza che lo stesso ha stabilito con la barra d’armatura, dai vincoli interni ed esterni all’elemento
strutturale e genera uno stato di compressione (σc) maggiore di quello determinato da un espansivo in
fase plastica. Pertanto, quando per effetto dell’esposizione all’aria della struttura il conglomerato sarà
assoggettato al ritiro, l’impedimento alla contrazione genererà uno stato di trazione (sostanzialmente
identico a quello che si genera con un espansivo in fase plastica in quanto la contrazione idraulica è
indipendente dalla natura dell’agente espansivo ed è governata esclusivamente dai parametri compo-
sizionali del calcestruzzo: a/c e i/c) che, però, risulterà inferiore a quello di compressione e alla resistenza
a trazione del materiale e, quindi, non sufficiente a promuovere la fessurazione del conglomerato.
Quindi, in definitiva modulando opportunamente il dosaggio di agente espansivo, anche in relazione
alla contrazione dimensionale attesa per il calcestruzzo, e impiegando prodotti in grado di espandere
quasi esclusivamente dopo che il calcestruzzo ha terminato la presa è possibile indurre uno stato di
precompressione iniziale capace di fronteggiare il rilassamento dello sforzo dovuto al ritiro in modo da
prevenire la fessurazione.
Andamento dell’espansione/contrazione e corrispondente
stato di sforzo nel conglomerato confezionato
con un agente espansivo non idoneo (che esplica
l’aumento di volume in fase plastica).
Andamento dell’espansione/contrazione e corrispondente
stato di sforzo nel conglomerato confezionato
con un agente espansivo idoneo (che esplica l’aumento
di volume dopo che il calcestruzzo ha terminato la presa).
50
TEMPO
TEMPO
TEMPO
TEMPO
FESSURAZIONERESISTENZA
A TRAZIONE
4-5 hEsposizione all’aria
della struttura
(es. dopo 7 gg)
4-5 hEsposizione all’aria
della struttura
(es. dopo 7 gg)
εls
εls
εcs
εcs
σt
σt
σc
RESISTENZA
A TRAZIONE
σc
CO
NTR
AZIO
NE
ES
PAN
SIO
NE
CO
MP
RES
SIO
NE
TR
AZIO
NE
ES
PAN
SIO
NE
CO
NTR
AZIO
NE
CO
MP
RES
SIO
NE
TR
AZIO
NE
51
I dosaggi di agente espansivo nel calcestruzzo variano generalmente tra 15 e 35 kg/m3 e sono
sufficienti per contrastare gli effetti del ritiro purché si provveda a:
- confezionare calcestruzzi con una resistenza caratteristica a compressione minima di 30 N/mm2.
Infatti, a pari dosaggio e natura dell’agente espansivo, lo sforzo di compressione indotto dall’im-
pedimento all’espansione sarà tanto maggiore (e, quindi, benefico) quanto più rigido è il conglo-
merato e maggiore l’aderenza all’acciaio. Queste due proprietà aumentano con la resistenza a
compressione del calcestruzzo;
- garantire una stagionatura umida del conglomerato per almeno 7 giorni. Infatti, esponendo il
calcestruzzo ad atmosfere asciutte, parte dell’acqua evapora verso l’esterno riducendo l’espan-
sione potenziale e, quindi, lo stato benefico di compressione indotto dal contrasto all’espansione.
La mancata stagionatura umida, inoltre, determina anche una riduzione della resistenza a trazione
del conglomerato che oltretutto è assoggettato ad una più giovane età al ritiro e, quindi, allo sforzo
di trazione esaltando il rischio di fessurazione degli elementi strutturali. Sebbene, la maturazione
umida, rappresenti per i calcestruzzi a ritiro compensato la condizione ottimale di stagionatura del
getto, in alternativa è possibile utilizzare un agente riduttore del ritiro (Shrinkage Reducing
Admixture: SRA) RHEOMAC 815 che consente all’agente espansivo di esplicare il proprio effetto
anche in assenza di maturazione;
- si predisponga una opportuna armatura di contrasto all’espansione in forma di ferri di piccolo
diametro distribuiti omogeneamente nella sezione dell’elemento strutturale, avendo cura, soprat-
tutto in presenza di copriferro di spessore superiore a 40 mm di disporre una opportuna armatura
di pelle in forma di rete elettrosaldata (ad esempio, diametro 6 mm e maglia 10x10 o 20x20 cm).
Come nel caso della rete elettrosaldata finalizzata al controllo dei movimenti di natura termo-
igrometrica, anche per l’armatura di contrasto all’espansione occorre seguire alcune regole ben
precise. Innanzitutto, atteso che l’aumento di volume interessa tutto il getto di calcestruzzo,
l’armatura deve necessariamente essere distribuita nell’intero spessore della pavimentazione.
Inoltre, la sezione deve essere armata con una percentuale minima di acciaio al fine di impedire
che l’espansione si manifesti in modo da indurre nella pavimentazione il benefico stato di precom-
pressione che possa poi fronteggiare la trazione indotta dal ritiro. Dal punto di vista pratico,
questo impone che nella realizzazione di un pavimento industriale si debba ricorrere almeno
all’impiego di una doppia rete di armatura. Conseguentemente, la realizzazione di un pavimento in
calcestruzzo espansivo e rete elettrosaldata pone gli stessi problemi di realizzazione che si
incontrano per le pavimentazioni in calcestruzzo ordinario con rete. La realizzazione di questi
pavimenti non può prescindere dall’utilizzo di distanziatori o tralicci per corretta disposizione delle
armature e dall’utilizzo della pompa per la posa in opera del calcestruzzo. Una valida alternativa
all’impiego delle armature convenzionali per il contrasto all’espansione dei calcestruzzi a
ritiro compensato consiste nell’impiego delle fibre non metalliche strutturali (MEYCO FIB
SP 540). Ovviamente, un efficace contrasto all’azione dell’agente espansivo si ottiene con un
dosaggio di fibre equivalente, dal punto di vista prestazionale, alla doppia rete elettrosaldata.
Pertanto, per questa applicazione il dosaggio di fibre MEYCO FIB SP 540 deve risultare almeno
pari a 2.5 kg/m3. In linea di massima il dosaggio di fibre deve essere incrementato all’aumentare
del dosaggio di agente espansivo in accordo alla Tabella che segue:
Agente espansivo STABILMAC (kg/m3) 15-18 19-23 23-25
Fibre MEYCO FIB SP 540 (kg/m3) 2.5-3.0 3.0-4.5 4.5-6.0
Influenza della durata della maturazione umida sull’espansione e sullo stato di sforzo
di un conglomerato a ritiro compensato.
52
CO
NTR
AZIO
NE
ES
PAN
SIO
NE
εcs
εesC
OM
PR
ES
SIO
NE
TR
AZIO
NE
CO
NTR
AZIO
NE
ES
PAN
SIO
NE
CO
MP
RES
SIO
NE
TR
AZIO
NE
TEMPO
TEMPO
TEMPO
TEMPO
σc1
σc2
σc1
σc2
RESISTENZA
A TRAZIONE
RESISTENZA
A TRAZIONE
RCK = 35 N/mm2
RCK = 20 N/mm2
FESSURAZIONE
FESSURAZIONE
RCK = 35 N/mm2
esposizione all’aria dopo:
7 gg
7 gg
7 gg1 g
1 g
1 g
Influenza della resistenza caratteristica a compressione e sullo stato di sforzo
indotto dall’impedimento all’espansione (pari natura e dosaggio di agente espansivo)
53
7. GIUNTI DI ISOLAMENTO
Oltre ai giunti di controllo, la corretta esecuzione di una pavimentazione in calcestruzzo deve prevedere
la realizzazione dei giunti di isolamento, i quali hanno la funzione di svincolare la lastra in calcestruzzo
dagli altri elementi strutturali e non con cui la stessa viene in contatto. Questi giunti servono ad asse-
condare i movimenti della lastra di calcestruzzo derivanti dalle variazioni di temperatura e vengono
realizzati predisponendo prima del getto della pavimentazione delle strisce di materiale deformabile
lungo il perimetro del pavimento laddove lo stesso viene in contatto con le pareti perimetrali, oppure
con tramezzi di zone ufficio o di locali tecnici, o con le cordolature di recinzione. Le strisce di materiale
deformabile debbono avere un’altezza pari allo spessore del pavimento incrementata di 5 cm. Questa
porzione eccedente del materiale deformabile verrà asportata mediante un cutter ad indurimento
avvenuto del calcestruzzo. Per quanto riguarda lo spessore del materassino deformabile esso può
essere determinato tenendo presente che il gradiente di temperatura (ΔT) risulta pari a:
- 10°C per le pavimentazioni interne
- 20°C per quelle esterne.
Il coefficiente di dilatazione termica del calcestruzzo viene assunto pari a 10x10-6 °C-1.
Pertanto, la dilatazione assoluta (ΔL) subita da una lastra di calcestruzzo di dimensioni in pianta AxB
(con A > B) risulterà pari a:
Lo spessore del materassino deformabile (smd) sarà quindi pari a:
A titolo di esempio, per un pavimento interno di dimensioni 30 x 100 m lo spessore del materassino
sarà pari a:
Pertanto, occorrerà predisporre lungo le pareti perimetrali un materassino deformabile di spessore
pari a 6 mm.
GIUNTO DI ISOLAMENTO
Sottofondo
Pavimento
Strutture
preesistenti
6 mm
Il materassino deformabile
deve essere predisposto
anche intorno ai pilastri, ai
tombini, ai pozzetti tecnici.
Tuttavia, in prossimità di questi
elementi strutturali, ma anche
laddove il pavimento subisce
una variazione di geometria de-
terminata dalla presenza di spi-
goli, la predisposizione del
materassino deformabile non è
sufficiente a prevenire la com-
parsa di soluzioni di continuità
che, partendo proprio dallo spigolo della pavimentazione, si diramano nel pavimento con un’inclinazione
di circa 45°C rispetto alle direzioni principali dell’interruzione. Questi effetti sono particolarmente evidenti
in corrispondenza di pilastri, tombini e pozzetti di forma quadrata o rettangolare e sono determinati
dalla contrazione dimensionale del manufatto dovuta sia al ritiro idraulico che a diminuzioni della
temperatura. Per risolvere la problematica della comparsa delle lesioni in queste zone sono state
proposte svariate soluzioni. Ad esempio, in corrispondenza dei pilastri è stato suggerito di realizzare un
giunto a diamante consistente nell’eseguire il getto della pavimentazione in due stadi distinti:
mediante l’ausilio di casseri disposti intorno all’elemento verticale a formare un giunto di forma
romboidale si procede alla realizzazione della pavimentazione con l’esclusione della zona intorno al
pilastro (vedi figura). Nei giorni successivi si procede a realizzare il getto dell’elemento romboidale
intorno al pilastro e si realizzano i tagli nella pavimentazione facendoli coincidere con gli spigoli del
rombo. Questa metodologia
pone, tuttavia, non pochi pro-
blemi dal punto di vista pratico:
innanzitutto, per pavimenti di
modesta estensione si è co-
stretti ad effettuare il getto in un
giorno diverso da quello in cui è
stato realizzato il pavimento con
l’impiego di modesti quantitativi
di calcestruzzo sostenendo,
quindi, anche l’onere di una for-
nitura con carico ridotto. Inoltre,
questo tipo di giunto a diamante
generalmente determina un disallineamento delle due porzioni di pavimentazione sulla verticale con il
rischio di sbrecciamento della zona di giunto. Per evitare questo inconveniente si è costretti a ricorrere
all’impiego di barrotti metallici inguainati da inserire nelle due porzioni di pavimento, i quali impongono
non poche difficoltà dal punto di vista realizzativo dovendo impiegare casseri speciali (forati) per poter
inserire i barrotti metallici, la complicazione stessa nel dover inserire i barrotti nella sezione di mezzeria
del pavimento e sui quattro lati del rombo incrementando in maniera consistente il costo dell’opera. In
alternativa a questa tecnica onerosa e di difficile realizzazione si può ricorrere a predisporre nell’intorno
del pilastro, ma anche di tombini e pozzetti un’apposita armatura, costituita da tondini di piccolo
diametro (ad esempio 10 o 12 mm) con passo molto ravvicinato (4-5 cm), disposti con inclinazione di 45°
nella direzione dello sforzo di trazione atteso. Anche questo tipo di soluzione, ancorché più semplice
Realizzazione
di un giunto
a diamante
(prima fase)
Fessure in una
pavimentazione
in calcestruzzo in
prossimità degli
spigoli di un
pozzetto
54
55
di quella che prevede l’esecuzione del giunto a diamante, presenta non pochi problemi dal punto di vista
pratico. L’inserimento di queste armature, infatti, impone che in prossimità di pilastri e tondini si utilizzi
un traliccio (o distanziatori) di altezza diversa rispetto al resto della pavimentazione per evitare che
le armature vengano recise durante l’esecuzione dei tagli per la realizzazione dei giunti di contrazione.
L’impiego del calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO FIB SP 540 presenta, in relazione
a questa problematica, non pochi vantaggi. La realizzazione della pavimentazione diventa sem-
plice e agevole giacché è il ruolo di cucitura esercitato dalle fibre a garantire che le lesioni rimangano
confinate in termini di ampiezza a valori tali da non rappresentare un problema nemmeno dal punto di
vista estetico. Pertanto, con l’impiego delle fibre MEYCO FIB SP la realizzazione del pavimento diventa
spedita, meno onerosa e soprattutto meno complicata non dovendo procedere ad alcuna opera-
zione preliminare all’esecuzione del getto se non quella di predisporre le strisce di materiale
deformabile intorno ai pilastri e ai tombini. Se si ha anche l’accortezza di far coincidere i giunti di
controllo con due lati del pilastro, l’impiego del calcestruzzo fibrorinforzato permette di ottenere
pavimentazioni sostanzialmente prive di fessurazioni in corrispondenza degli spigoli. Ovviamente,
il potere di ridurre l’ampiezza e
l’estensione della lesione au-
menta con il dosaggio di fibre e
si può ritenere che le soluzioni di
continuità vengano totalmente
eliminate se, congiuntamente ad
un dosaggio di fibre MEYCO
FIB SP 540 di 2.5 kg/m3, si as-
soci anche l’utilizzo di un agente
espansivo STABILMAC in do-
saggi variabili tra 15 e 20 kg/m3.
8. SOLAI IN LAMIERA GRECATA E CALCESTRUZZO
FIBRORINFORZATO
I solai in lamiera grecata di acciaio e soletta di completamento in calcestruzzo sono particolarmente dif-
fusi soprattutto nell’ambito dell’edilizia civile industriale e del settore terziario grazie alla semplicità di
esecuzione e alla maggiore leggerezza che li contraddistingue rispetto ai solai in calcestruzzo sia a
soletta piena che in latero-cemento. La soletta in calcestruzzo del solaio in lamiera grecata è
caratterizzata da spessori molto bassi variabili, generalmente tra 3.5 e 4.0 cm, ed è armata con una
rete elettrosaldata di diametro compreso tra 5 e 6 mm con maglia 20x20 cm. Stante il modesto
spessore della soletta di calcestruzzo, la stessa evidenzia sempre, soprattutto in corrispondenza della
variazione di sezione, evidenti fessurazioni. Inoltre, la rete elettrosaldata nei punti in cui si sovrappon-
gono i fogli si trova ad essere ricoperta da spessori di calcestruzzo che in alcuni casi sono inferiori a 1
cm e, pertanto, è alto il rischio di fessurazione con andamento a seguire proprio la geometria dei ferri
di armatura. Questa fessurazione del solaio viene spesso trascurata in quanto sulla soletta in calce-
struzzo vengono poi realizzati i massetti per la posa delle pavimentazioni che, quindi, celano questi
difetti. In questo modo si risolve il problema estetico, ma ovviamente il solaio dal punto di vista strutturale
presenta un deficit di portanza e di rigidezza conseguente proprio alla fessurazione del calcestruzzo.
In altre situazioni, soprattutto quando il solaio viene realizzato nell’ambito di opifici artigianali o industriali,
dove sovente per recuperare superfici utili si ricorre alla realizzazione di soppalchi con carpenterie me-
talliche, si è costretti a realizzare i pavimenti per coprire le lesioni del calcestruzzo incidendo sul costo
complessivo dell’opera o si accetta l’inestetismo derivante dalla presenza delle fessurazioni. L’impiego
delle fibre MEYCO FIB SP 540 consente di ovviare ad entrambi i problemi. Infatti:
- Per i solai in lamiera grecata per i quali è già prevista la successiva realizzazione di massetti per
la posa di pavimenti in ceramica, in legno o in materiali resilienti, si può ovviare al problema della
fessurazione, contribuendo a migliorare la portanza del manufatto, sostituendo efficacemente
la rete elettrosaldata con le fibre in misura variabile in relazione alle esigenze di resistenza a
trazione del calcestruzzo tra 2.5 e 3.0 kg/m3. Il rinforzo tridimensionale garantito dall’aggiunta
delle fibre consente di limitare l’ampiezza della lesione a valori così contenuti da ritenerle pratica-
mente trascurabili. Inoltre, l’utilizzo delle fibre eliminando completamente la rete di armatura risolve
anche il problema della sovrapposizione dei fogli e delle fessure connesse con il bassissimo
spessore di ricoprimento responsabile dei quadri fessurativi con andamento a seguire la geometria
della rete elettrosaldata.
- Per i solai in lamiera grecata che debbono essere lasciati a vista e dove, quindi, è prevista la
realizzazione dello strato di usura a spolvero di quarzo e cemento si suggerisce di non eliminare
la rete elettrosaldata. L’utilizzo delle fibre MEYCO FIB SP 540 però, consente di non effettuare
la sovrapposizione dei fogli di rete elettrosaldata. Inoltre, combinando l’utilizzo delle fibre
MEYCO FIB SP 540 (2.5-3.0 kg/m3) con l’agente espansivo STABILMAC (in misura di 16-18
kg/m3) è possibile realizzare solai in lamiera grecata con strato di usura in spolvero di quarzo e
cemento privi di fessurazione. In questi contesti, il maggior costo unitario del calcestruzzo
espansivo fibrorinforzato è compensato dalla minore armatura conseguente alla mancata
sovrapposizione dei fogli, ma
soprattutto dall’eliminazione
dei costi derivanti dalla ne-
cessità di realizzare massetti
di posa e incollaggio della
pavimentazione necessarie
per mascherare gli inevitabili
quadri fessurativi conse-
guenti all’utilizzo di calce-
struzzo ordinario non fibro-
rinforzato
Solaio in lamiera grecata in calcestruzzo con agente espansivo
(STABILMAC 18 kg/m3) fibrorinforzato con fibre MEYCO FIB SP 540
(2.5 kg/m3). Si noti il semplice accoppiamento della rete elettrosaldata
senza sovrapposizione dei fogli di armatura
56
9. IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO
PER STRUTTURE RESISTENTI AL FUOCO
Un’interessante applicazione delle fibre non metalliche strutturali e non riguarda il miglioramento della
resistenza al fuoco delle strutture in calcestruzzo e la riduzione del fenomeno di scoppio ed
espulsione delle zone di conglomerato esposte direttamente all’incendio. Questo fenomeno è da
ascrivere al fatto che, per effetto dell’aumento di temperatura, la fase acquosa presente nei pori capillari
in parte evapora verso l’ambiente esterno e in parte verso l’interno del conglomerato dove può
condensare formando uno strato di acqua che impedisce l’ulteriore migrazione di vapore. Questo
impedimento genera la nascita di pressioni nella zona corticale di calcestruzzo che, superata la
resistenza a trazione del materiale, si rende responsabile del fenomeno di espulsione del conglomerato
negli strati corticali.
L’aggiunta di fibre MEYCO FIB SP 540 (anche in combinazione con quelle non strutturali in polipropi-
lene) può ridurre drasticamente il fenomeno di spalling grazie al fatto che a seguito dell’innalzamento
della temperatura prodotto dall’incendio le fibre fondono (a 150-170 °C circa) lasciando all’interno della
matrice cementizia delle porosità aggiuntive in cui il vapore - prodotto dal riscaldamento del materiale -
può espandersi riducendone la pressione responsabile dei fenomeni di espulsione del calcestruzzo.
Per questo motivo le fibre non metalliche MEYCO FIB SP 540 e RHEOFIBERS sono particolarmente
indicate per la realizzazione di strutture resistenti al fuoco ed in particolare per i rivestimenti di gallerie
(anche in conci prefabbricati) che sono particolarmente esposti al rischio di incendio.
57
MIGRAZIONE
DEL VAPORE
VERSO L’INTERNO
(zona a bassa pressione)
Migrazione del vapore
nell’atmosfera
Flusso di calore
verso l’interno del cls
Espulsione
del calcestruzzo
Il vapore non può
attraversare lo strato
di acqua
Nascita di pressioni
all’interno della
matrice
Strato superficiale
di cls asciutto
Fase acquosa dei pori capillari
Barriera dovuta
alla condensazione
del vapore acqueo
Struttura Ambiente
a
b c
10. IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO
PER MANUFATTI PREFABBRICATI
Un ulteriore applicazione delle fibre non metalliche strutturali è nel campo della prefabbricazione.
Nella realizzazione di conci prefabbricati per i rivestimenti definitivi delle gallerie, le fibre possono
essere computate nel calcolo strutturale, sfruttando le capacità resistenti a trazione per flessione
dopo la fessurazione che contraddistingue un calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO FIB SP
540. Inoltre, l’impiego di fibre all’interno della miscela migliora notevolmente la resistenza al
punzonamento del calcestruzzo oltre che alla resistenza al fuoco degli elementi, come spiegato
nel paragrafo precedente. I dosaggi di fibre per queste applicazioni sono da valutarsi caso per caso in
base alle caratteristiche geotecniche del terreno e da calcolarsi in base allo stato tensionale agente nella
sezione in calcestruzzo. In linea di massima il dosaggio dovrà essere almeno pari a 3 kg/m3.
Altro impiego nella prefabbricazione riguarda la realizzazione di manufatti prefabbricati, quali
tombini, pozzetti, canalette di raccolta delle acque, cordoli, cassoni galleggianti, etc. In particolare, per
quanto concerne elementi prefabbricati strutturali, le fibre possono sostituire l’armatura secondaria,
offrendo la possibilità di ridurre gli spessori in modo da poter realizzare elementi più leggeri. Il minor peso
riduce ovviamente il carico dato dal peso proprio da applicare in fase di progettazione, nonché
agevola trasporto e movimentazione dei manufatti in cantiere.
Per quanto concerne i manufatti dove l’armatura non riveste un ruolo strutturale, ma semplicemente
di ripartizione, possono essere realizzati con calcestruzzo fibrorinforzato consentendo una maggior
rapidità di produzione nonché garantire durabilità per la vita di servizio richiesta senza necessariamente
dover innalzare il copriferro né la classe di resistenza del conglomerato.
11. PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO
Si riportano di seguito le voci di capitolato suddivise per A) ingredienti; B) calcestruzzo; C) struttura,
nonché cartiglio da inserire negli elaborati grafici e voce di elenco prezzi da riportare nel computo per
le pavimentazioni in calcestruzzo in funzione del grado di aggressione ambientale.
In particolare si considerano pavimentazioni interne (in qualsiasi clima )/esterne in clima continentale e/o
marino e pavimentazioni esterne in clima rigido.
58
59
VOCE ELENCO PREZZI
Fornitura e posa in opera di calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO FIB SP 540 a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN
206-1, per pavimentazioni in calcestruzzo, che operano all’interno di edifici oppure all’esterno esposte direttamente all’azione della
pioggia in zone a clima temperato (o marino) in classe di esposizione X0 (UNI EN 206-1 e UNI 11104), Rck 30 N/mm2, Dmax 32 mm, Cl 0.4,
cemento di classe non inferiore alla 42.5 R, dosaggio di cemento minimo 300 kg/m3, contenuto massimo di particelle leggere negli
aggregati inferiore a 0.25 e 0.05% rispettivamente per aggregati fini e grossi, classi di consistenza al getto per stesa manuale S5/F6
(S3 per stesa con vibrofinitrice).
PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO PER PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI INTERNE O ESTERNE IN CLIMA TEMPERATO O MARINO IN CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO CON MEYCO FIB SP 540
PRESCRIZIONI INGREDIENTI DEL CALCESTRUZZO
CODICE INGREDIENTI REQUISITI QUANDO
A1) ACQUA DI IMPASTO A.1) Acqua d’impasto: acqua potabile (è escluso l’acqua di riciclo) conforme alla UNI-EN 1008 SEMPRE
A2) ADDITIVI A.2.1) Additivi acceleranti di presa (tipo GLENIUM PAV della BASF) per la produzione di calcestruzzo SEMPRE
per pavimentazioni provvisto di marcatura CE conformi al prospetto 6 della UNI EN 934-2
A.2.2) Agente modificatore di viscosità ad alte prestazioni (tipo RHEOMATRIX della BASF) CLS
dosato in misura di 0,5-1,5 lt/mc. per confezionare conglomerati high flow, HIGH- FLOW
privi di segregazione e dotati di robustezza (limitate oscillazioni prestazionali al variare
della distribuzione granulometrica degli aggregati)
A3) AGGREGATI A.3.1) Aggregati provvisti di marcatura CE, conformi alla UNI-EN 12620 e UNI 8520-2 SEMPRE
con massa volumica media ≥ 2600 Kg/m3
A.3.2) Aggregati con contenuto di particelle leggere di natura organica SEMPRE
inferiore allo 0.25% e allo 0.05% rispettivamente per aggregati fini e grossi
A4) CEMENTO A.4.1) CEM II/A-LL 42.5R o CEM II/A-S 42.5R provvisto di marcatura CE conforme alla norma UNI-EN 197-1 SEMPRE
A5) AGGIUNTE A.5.1) Ceneri volanti conformi alla UNI EN 450 DI TIPO I e II Filler calcarei conformi alla UNI EN 12620 e UNI 8520/2 SEMPRE
B.1 In accordo alle Norme Tecniche sulle Costruzioni (D.M. 14/01/1008) il calcestruzzo dovrà essere prodotto in impianto dotato di un sistema di
controllo della produzione effettuata in accordo a quanto contenuto nelle Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato (2003) certificato da un
organismo terzo. Non è sufficiente la certificazione del sistema di qualità aziendale in accordo alle norme ISO 9001/2000, ma è richiesto
specificatamente che la certificazione riguardi il processo produttivo in accordo ai requisiti fissati dalle Linee Guida sopramenzionate
B.2 Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1)
B.3 Classi di esposizione ambientale: X0 (per pavimentazioniintene ed esterne)
B.4 Rapporto a/cmax: 0.60
B.5 Classe di resistenza a compressione minima: 30 N/mm2
B.6 Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo di stessa classe di resistenza superiori a 1500 m3)
B.7 Dosaggio minimo di cemento: 300 Kg/m3
B.8 Aria intrappolata: 1.5 ± 0.5%
B.9 Diametro massimo dell’aggregato: 32 mm
B.10 Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.4
B.11 Classi di consistenza al getto per stesa manuale: S5/F6 (S3 per stesa con vibrofinitrice)
B.12 Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): m 0.1% rispetto al volume di acqua d’impasto (oppure 0.5 l/m2/h)
B.13 Fibre in polipropilene strutturali MEYCO FIB SP 540 della BASF in dosaggio 1,5 kg/m3
C.1 Disposizione di materassini deformabili per la realizzazione di giunti di isolamento in adiacenza a tutte le strutture
presenti al perimetro della pavimentazione
C.2 Giunti di costruzione con barrotti di acciaio liscio (L=100 cm) disposti ad interasse 33 cm perpendicolarmente alla superficie della ripresa di getto
C.3 Controllo esecuzione dell’opera: Rck-opera M 0,85 Rck, progetto N/mm2
C.4 Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo a spolvero di prodotto premiscelato a base di cemento
e di aggregati, aventi durezza non minore di 5
C.5 Durata minima della maturazione umida mediante ricoprimento della superficie con geotessile bagnato ogni 24 ore o con teli di plastica
(o con applicazione di stagionante conforme alla UNI 8656+FA 219 tipo MACKURE o MASTERKURE della BASF): 7 giorni.
(La maturazione umida dovrà essere momentaneamente interrotta durante la realizzazione dei giunti di controllo).
C.6 Taglio mediante sega a disco diamantato per la realizzazione dei giunti di controllo entro 24 ore (48 ore nel periodo invernale) dal getto.
La profondità dei tagli dovrà risultare pari a ¼ dello spessore del pavimento e gli stessi dovranno essere realizzati a formare campiture
quadrate di lato 5,5 m per piastra solidarizzata a pavimento esistente o a solaio.
N.B. Nel caso in cui fosse stato effettuato il calcolo dettagliato della distanza massima tra i giunti di contrazione ed il risultato ottenuto è un valore
inferiore a quello riportato al punto C.6, correggere il valore riportato con quello, inferiore, ottenuto dal calcolo dettagliato.
PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO PER CALCESTRUZZO, FIBRE MEYCO FIB SP 540 E PAVIMENTAZIONE
60
VOCE ELENCO PREZZI
Fornitura e posa in opera di calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO FIB SP 540 a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN
206-1, per pavimentazioni in calcestruzzo, che operano all’esterno esposte direttamente all’azione della pioggia in zone a clima rigido,
in classe di esposizione XF4 (UNI EN 206-1 e UNI 11104), Rck 35 N/mm2, Dmax 32 mm, Cl 0.2, cemento di classe non inferiore alla 42.5 R,
dosaggio di cemento minimo 360 kg/m3, aria inglobata 6 ± 0.5%, spacing 200 ÷ 250 μm, aggregati non gelivi F1 o MS18, contenuto
massimo di particelle leggere negli aggregati inferiore a 0.25 e 0.05% rispettivamente per aggregati fini e grossi, classi di consistenza al
getto per stesa manuale: S5/F6 (S3 per stesa con vibrofinitrice).
PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO PER PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI ESTERNE IN CLIMA RIGIDO
IN CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO CON MEYCO FIB SP 540
PRESCRIZIONI INGREDIENTI DEL CALCESTRUZZO
CODICE INGREDIENTI REQUISITI QUANDO
A1) ACQUA DI IMPASTO A.1) Acqua d’impasto: acqua potabile (è escluso l’acqua di riciclo) conforme alla UNI-EN 1008 SEMPRE
A2) ADDITIVI A.2.1) Additivi acceleranti di presa (tipo GLENIUM PAV della BASF) per la produzione di calcestruzzo SEMPRE
per pavimentazioni provvisto di marcatura CE conformi al prospetto 6 della UNI EN 934-2
A.2.2) Agente modificatore di viscosità ad alte prestazioni (tipo RHEOMATRIX della BASF) CLS
dosato in misura di 0,5-1,5 lt/mc. per confezionare conglomerati high flow, HIGH- FLOW
privi di segregazione e dotati di robustezza (limitate oscillazioni prestazionali al variare
della distribuzione granulometrica degli aggregati)
A.2.3) Additivo aerante (tipo MICRO-AIR della BASF) provvisto di marcatura CE e conforme SEMPRE
al prospetto 5 della UNI EN 934-2
A3) AGGREGATI A.3.1) Aggregati provvisti di marcatura CE, conformi alla UNI-EN 12620 e UNI 8520-2 SEMPRE
con massa volumica media ≥ 2600 Kg/m3
A.3.2) Aggregati non gelivi con assorbimento di acqua < 1% oppure di classe F1 o MS18 SEMPRE
A.3.3) Aggregati con contenuto di particelle leggere di natura organica SEMPRE
inferiore allo 0.25% e allo 0.05% rispettivamente per aggregati fini e grossi
A4) CEMENTO A.4.1) CEM II/A-LL 42.5R o CEM II/A-S 42.5R provvisto di marcatura CE conforme alla norma UNI-EN 197-1 SEMPRE
A5) AGGIUNTE A.5.1) Ceneri volanti conformi alla UNI EN 450
DI TIPO I e II Filler calcarei conformi alla UNI EN 12620 e UNI 8520/2 SEMPRE
B.1 In accordo alle Norme Tecniche sulle Costruzioni (D.M. 14/01/1008) il calcestruzzo dovrà essere prodotto in impianto dotato di un sistema di
controllo della produzione effettuata in accordo a quanto contenuto nelle Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato (2003) certificato da un
organismo terzo. Non è sufficiente la certificazione del sistema di qualità aziendale in accordo alle norme ISO 9001/2000, ma è richiesto
specificatamente che la certificazione riguardi il processo produttivo in accordo ai requisiti fissati dalle Linee Guida sopramenzionate
B.2 Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1)
B.3 Classi di esposizione ambientale: XF4
B.4 Rapporto a/cmax: 0.45
B.5 Classe di resistenza a compressione minima: 35 N/mm2
B.6 Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo di stessa classe di resistenza superiori a 1500 m3)
B.7 Dosaggio minimo di cemento: 360 Kg/m3
B.8 Aria inglobata mediante additivo aerante provvisto di marcatura CE conforme al prospetto 5 della UNI EN 934-2 per calcestruzzi destinati
a strutture in classe di esposizione XF4: 6.0 ± 0.5%
B.9 Spacing < 250 μm
B.10 Diametro massimo dell’aggregato: 32 mm
B.11 Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.2
B.12 Classi di consistenza al getto per stesa manuale: S5/F6 (S3 per stesa con vibrofinitrice)
B.13 Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): m 0.1% rispetto al volume di acqua d’impasto (oppure 0.5 l/m2/h)
B.14 Fibre in polipropilene strutturali MEYCO FIB SP 540 della BASF in dosaggio 1,5 kg/m3
C.1 Disposizione di materassini deformabili per la realizzazione di giunti di isolamento in adiacenza a tutte le strutture
presenti al perimetro della pavimentazione
C.2 Giunti di costruzione con barrotti di acciaio liscio (L=100 cm) disposti ad interasse 33 cm perpendicolarmente alla superficie della ripresa di getto
C.3 Controllo esecuzione dell’opera: Rck-opera M 0,85 Rck, progetto N/mm2
C.4 Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo a spolvero di prodotto premiscelato a base di cemento
e di aggregati, aventi durezza non minore di 5
C.5 Durata minima della maturazione umida mediante ricoprimento della superficie con geotessile bagnato ogni 24 ore o con teli di plastica
(o con applicazione di stagionante conforme alla UNI 8656+FA 219 tipo MACKURE o MASTERKURE della BASF): 7 giorni.
(La maturazione umida dovrà essere momentaneamente interrotta durante la realizzazione dei giunti di controllo).
C.6 Taglio mediante sega a disco diamantato per la realizzazione dei giunti di controllo entro 24 ore (48 ore nel periodo invernale) dal getto.
La profondità dei tagli dovrà risultare pari a ¼ dello spessore del pavimento e gli stessi dovranno essere realizzati a formare campiture
quadrate di lato 4,5 m per piastra solidarizzata a pavimento esistente o a solaio.
N.B. Nel caso in cui fosse stato effettuato il calcolo dettagliato della distanza massima tra i giunti di contrazione ed il risultato ottenuto è un valore
inferiore a quello riportato al punto C.6, correggere il valore riportato con quello, inferiore, ottenuto dal calcolo dettagliato.
PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO PER CALCESTRUZZO, FIBRE MEYCO FIB SP 540 E PAVIMENTAZIONE
61
VOCE ELENCO PREZZI
Fornitura e posa in opera di calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO FIB SP 540 a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN
206-1, per pavimentazioni in calcestruzzo, che operano all’interno di edifici oppure all’esterno esposte direttamente all’azione della
pioggia in zone a clima temperato (o marino), in classe di esposizione X0 (UNI EN 206-1 e UNI 11104), Rck 35 N/mm2, Dmax 32 mm,
Cl 0.4, cemento di classe non inferiore alla 42.5 R, dosaggio di cemento minimo 300 kg/m3, contenuto massimo di particelle leggere negli
aggregati inferiore a 0.25 e 0.05% rispettivamente per aggregati fini e grossi, classi di consistenza al getto per stesa manuale: S5/F6
(S3 per stesa con vibrofinitrice).
PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO PER PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI INTERNE O ESTERNE
IN CLIMA TEMPERATO O MARINO IN CALCESTRUZZO ESPANSIVO SENZA GIUNTI DI CONTROLLO
FIBRORINFORZATO CON MEYCO FIB SP 540
PRESCRIZIONI INGREDIENTI DEL CALCESTRUZZO
CODICE INGREDIENTI REQUISITI QUANDO
A1) ACQUA DI IMPASTO A.1) Acqua d’impasto: acqua potabile (è escluso l’acqua di riciclo) conforme alla UNI-EN 1008 SEMPRE
A2) ADDITIVI A.2.1) Additivi acceleranti di presa (tipo GLENIUM PAV della BASF) per la produzione di calcestruzzo SEMPRE
per pavimentazioni provvisto di marcatura CE conformi al prospetto 6 della UNI EN 934-2
A.2.2) Agente modificatore di viscosità ad alte prestazioni (tipo RHEOMATRIX della BASF) CLS
dosato in misura di 0,5-1,5 lt/mc. per confezionare conglomerati high flow, HIGH- FLOW
privi di segregazione e dotati di robustezza (limitate oscillazioni prestazionali al variare
della distribuzione granulometrica degli aggregati)
A.2.3) Additivo per la riduzione del ritiro idraulico (tipo RHEOMAC 815 della BASF) SEMPRE
per confezionare conglomerati fibrorinforzati
A.2.4) Agente espansivo per compensare il ritiro del calcestruzzo conforme alla norma UNI 8148 SEMPRE
(tipo STABILMAC della BASF) per confezionare conglomerati fibrorinforzati
A3) AGGREGATI A.3.1) Aggregati provvisti di marcatura CE, conformi alla UNI-EN 12620 e UNI 8520-2 SEMPRE
con massa volumica media ≥ 2600 Kg/m3
A.3.3) Aggregati con contenuto di particelle leggere di natura organica SEMPRE
inferiore allo 0.25% e allo 0.05% rispettivamente per aggregati fini e grossi
A4) CEMENTO A.4.1) CEM II/A-LL 42.5R o CEM II/A-S 42.5R provvisto di marcatura CE conforme alla norma UNI-EN 197-1 SEMPRE
A5) AGGIUNTE A.5.1 Ceneri volanti conformi alla UNI EN 450
DI TIPO I e II Filler calcarei conformi alla UNI EN 12620 e UNI 8520/2 SEMPRE
B.1 In accordo alle Norme Tecniche sulle Costruzioni (D.M. 14/01/1008) il calcestruzzo dovrà essere prodotto in impianto dotato di un sistema di
controllo della produzione effettuata in accordo a quanto contenuto nelle Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato (2003) certificato da un
organismo terzo. Non è sufficiente la certificazione del sistema di qualità aziendale in accordo alle norme ISO 9001/2000, ma è richiesto
specificatamente che la certificazione riguardi il processo produttivo in accordo ai requisiti fissati dalle Linee Guida sopramenzionate
B.2 Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1)
B.3 Classi di esposizione ambientale: X0 (pavimentazioni interne ed esterne)
B.4 Rapporto a/cmax: 0.55
B.5 Classe di resistenza a compressione minima: 35 N/mm2
B.6 Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo di stessa classe di resistenza superiori a 1500 m3)
B.7 Dosaggio minimo di cemento: 300 Kg/m3
B.8 Aria intrappolata: 1.5 ± 0.5%
B.9 Diametro massimo dell’aggregato: 32 mm
B.10 Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.4
B.11 Classi di consistenza al getto per stesa manuale: S5/F6 (S3 per stesa con vibrofinitrice)
B.12 Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): m 0.1% rispetto al volume di acqua d’impasto (oppure 0.5 l/m2/h)
B.13 Fibre in polipropilene strutturali MEYCO FIB SP 540 della BASF in dosaggio 2,5 kg/m3
B.14 Agente espansivo STABILMAC 18 ÷ 25 kg/m3
C.1 Disposizione di materassini deformabili per la realizzazione di giunti di isolamento in adiacenza a tutte le strutture
presenti al perimetro della pavimentazione
C.2 Giunti di costruzione con barrotti di acciaio liscio (L=100 cm) disposti ad interasse 33 cm perpendicolarmente alla superficie della ripresa di getto
C.3 Controllo esecuzione dell’opera: Rck-opera M 0,85 Rck, progetto N/mm2
C.4 Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo a spolvero di prodotto premiscelato a base di cemento
e di aggregati, aventi durezza non minore di 5
C.5 Durata minima della maturazione umida mediante ricoprimento della superficie con geotessile bagnato ogni 24 ore o con teli di plastica
(o con applicazione di stagionante conforme alla UNI 8656+FA 219 tipo MACKURE o MASTERKURE della BASF): 7 giorni
PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO PER CALCESTRUZZO, FIBRE MEYCO FIB SP 540 E PAVIMENTAZIONE
62
VOCE ELENCO PREZZI
Fornitura e posa in opera di calcestruzzo fibrorinforzato con fibre MEYCO FIB SP 540 a prestazione garantita, in accordo alla UNI EN
206-1, per pavimentazioni in calcestruzzo, che operano all’esterno esposte direttamente all’azione della pioggia in zone a clima rigido,
in classe di esposizione XF4 (UNI EN 206-1 e UNI 11104), Rck 35 N/mm2, Dmax 32 mm, Cl 0.2, cemento di classe non inferiore alla 42.5R,
dosaggio di cemento minimo 360 kg/m3, aria inglobata 6 ± 0.5%, spacing 200 ÷ 250 μm, aggregati non gelivi F1 o MS18, contenuto
massimo di particelle leggere negli aggregati inferiore a 0.25 e 0.05% rispettivamente per aggregati fini e grossi, classi di consistenza al
getto per stesa manuale: S5/F6 (S3 per stesa con vibrofinitrice).
PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO PER PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI ESTERNE
IN CLIMA RIGIDO IN CALCESTRUZZO ESPANSIVO SENZA GIUNTI DI CONTROLLO
FIBRORINFORZATO CON MEYCO FIB SP 540
PRESCRIZIONI INGREDIENTI DEL CALCESTRUZZO
CODICE INGREDIENTI REQUISITI QUANDO
A1) ACQUA DI IMPASTO A.1) Acqua d’impasto: acqua potabile (è escluso l’acqua di riciclo) conforme alla UNI-EN 1008 SEMPRE
A2) ADDITIVI A.2.1) Additivi acceleranti di presa (tipo GLENIUM PAV della BASF) per la produzione di calcestruzzo SEMPRE
per pavimentazioni provvisto di marcatura CE conformi al prospetto 6 della UNI EN 934-2
A.2.2) Agente modificatore di viscosità ad alte prestazioni (tipo RHEOMATRIX della BASF) CLS
dosato in misura di 0,5-1,5 lt/mc. per confezionare conglomerati high flow, HIGH- FLOW
privi di segregazione e dotati di robustezza (limitate oscillazioni prestazionali al variare
della distribuzione granulometrica degli aggregati)
A.2.3) Additivo aerante (tipo MICRO-AIR della BASF) provvisto di marcatura CE e conforme SEMPRE
al prospetto 5 della UNI EN 934-2
A.2.4) Additivo per la riduzione del ritiro idraulico (tipo RHEOMAC 815 della BASF) SEMPRE
per confezionare conglomerati fibrorinforzati
A.2.4) Agente espansivo per compensare il ritiro del calcestruzzo conforme alla norma UNI 8148 SEMPRE
(tipo STABILMAC della BASF) per confezionare conglomerati fibrorinforzati
A3) AGGREGATI A.3.1) Aggregati provvisti di marcatura CE, conformi alla UNI-EN 12620 e UNI 8520-2 SEMPRE
con massa volumica media ≥ 2600 Kg/m3
A.3.2) Aggregati non gelivi con assorbimento di acqua < 1% oppure di classe F1 o MS18 SEMPRE
A.3.3) Aggregati con contenuto di particelle leggere di natura organica SEMPRE
inferiore allo 0.25% e allo 0.05% rispettivamente per aggregati fini e grossi
A4) CEMENTO A.4.1) CEM II/A-LL 42.5R o CEM II/A-S 42.5R provvisto di marcatura CE conforme alla norma UNI-EN 197-1 SEMPRE
A5) AGGIUNTE A.5.1) Ceneri volanti conformi alla UNI EN 450
DI TIPO I e II Filler calcarei conformi alla UNI EN 12620 e UNI 8520/2 SEMPRE
B.1 In accordo alle Norme Tecniche sulle Costruzioni (D.M. 14/01/1008) il calcestruzzo dovrà essere prodotto in impianto dotato di un sistema di
controllo della produzione effettuata in accordo a quanto contenuto nelle Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato (2003) certificato da un
organismo terzo. Non è sufficiente la certificazione del sistema di qualità aziendale in accordo alle norme ISO 9001/2000, ma è richiesto
specificatamente che la certificazione riguardi il processo produttivo in accordo ai requisiti fissati dalle Linee Guida sopramenzionate
B.2 Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1)
B.3 Classi di esposizione ambientale: XF4
B.4 Rapporto a/cmax: 0.45
B.5 Classe di resistenza a compressione minima: 35 N/mm2
B.6 Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo di stessa classe di resistenza superiori a 1500 m3)
B.7 Dosaggio minimo di cemento: 360 Kg/m3
B.8 Aria inglobata mediante additivo aerante provvisto di marcatura CE conforme al prospetto 5 della UNI EN 934-2 per calcestruzzi destinati
a strutture in classe di esposizione XF4: 6.0 ± 0.5%
B.9 Spacing < 250 μm
B.10 Diametro massimo dell’aggregato: 32 mm
B.11 Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.2
B.12 Classi di consistenza al getto per stesa manuale: S5/F6 (S3 per stesa con vibrofinitrice)
B.13 Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): m 0.1% rispetto al volume di acqua d’impasto (oppure 0.5 l/m2/h)
B.14 Fibre in polipropilene strutturali MEYCO FIB SP 540 della BASF in dosaggio 2,5 kg/m3
B.15 Agente espansivo STABILMAC 18 ÷ 25 kg/m3
C.1 Disposizione di materassini deformabili per la realizzazione di giunti di isolamento in adiacenza a tutte le strutture
presenti al perimetro della pavimentazione
C.2 Giunti di costruzione con barrotti di acciaio liscio (L=100 cm) disposti ad interasse 33 cm perpendicolarmente alla superficie della ripresa di getto
C.3 Controllo esecuzione dell’opera: Rck-opera M 0,85 Rck, progetto N/mm2
C.4 Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo a spolvero di prodotto premiscelato a base di cemento
e di aggregati, aventi durezza non minore di 5
C.5 Durata minima della maturazione umida mediante ricoprimento della superficie con geotessile bagnato ogni 24 ore o con teli di plastica
(o con applicazione di stagionante conforme alla UNI 8656+FA 219 tipo MACKURE o MASTERKURE della BASF): 7 giorni
PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO PER CALCESTRUZZO, FIBRE MEYCO FIB SP 540 E PAVIMENTAZIONE
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Il volume è stato chiuso in redazione nel mese di Ottobre 2009
ISBN 978-88-89555-10-1© 2009 Editore Studium Bergomense S.C. BergamoSede legale amministrazione: Via Salvecchio, 19 - 24129 BergamoPer informazioni. Tel. 035 2052555
Prima edizione: Ottobre 2009
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