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Mensile di economia, costume e società
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M E N S I L E D I E C O N O M I A , C O S T U M E E S O C I E T À - A N N O 2 - N ° 5 - F E B B R A I O 2 0 1 0
W W W . B E R G A M O U P . I T
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STORIA DI COPERTINA:
Caffè del VialeViale LocatelliLA CITTA’:
Dalmine
BENESSERE, COLORI & CALORE:
Elio FiorucciLove Therapy
APPUNTAMENTI CON L’ARTE:
106° Stagione Concertistica della Società del Quartetto
Teatro Donizetti5 biglietti omaggio per i nostri lettori.
EVENTI, CHI C’ERA:
NAG 2 Contemporary;Solidarietà Rotary International al Bobadilla;Sport Awards: Bergamo premia gli atleti;Medicallife: qualità, eleganza e convivialità;Il Berga-Maschio ideale;My name is Help onlus 100 “schiscette” per l’Africa;5 Terre;Everline Center;BAF;Vita Cafe Verdello;Biokitchen;Waikiki Cafè
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SA R I O
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BERGAMO2009giugno
www.bergamoup.it
“Un vincente trova sempre
una strada, un perdente
trova sempre una scusa.”
Lao-tzu
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02/2010
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UN NUOVO ANNO DA VIVERE INSIEME A BERGAMO UP PER VINCERE NUOVE SFIDE
Il nuovo anno sta dunque per entrare nel vivo del
suo cammino e “Bergamo Up” è pronto a condi-
videre con i suoi lettori e con tutti i bergamaschi
quelli che si prospettano come dodici mesi carichi
di sfide e di obiettivi da raggiungere. In effetti, solo
guardandoci intorno, possiamo comprendere che
in questo preciso momento non mancano le diffi-
coltà e nemmeno i problemi da risolvere. La crisi
economico-produttiva continua a far sentire la sua
voce e sono in molti a guardare avanti con motivate
preoccupazioni. Una situazione che non possiamo
certo negare, ma che, al tempo stesso, non deve
farci cadere in una sorta di inattiva depressione.
Al contrario, tutti noi possiamo e dobbiamo ricor-
dare le qualità e le virtù tradizionalmente legate
al sistema bergamasco, un modo di essere che da
sempre riesce ad andare al di là degli ostacoli più
impegnativi. Una felice tradizione che dev’essere
“rinverdita” nel corso di questo 2010 che ha già
messo in archivio le sue prime settimane. In effet-
ti la vasta provincia di Bergamo e tutte le realtà
che la rappresentano offrono esempi di indiscussa
qualità e se a tutto questo aggiungiamo la capar-
bietà e la determinazione tipiche della nostra gen-
te possiamo facilmente comprendere perché al
futuro si può e si deve guardare con fiducia. Uno
stato d’animo che non vuole certo dire chiudere gli
occhi e mettere la testa sotto la sabbia, ma, piut-
tosto, ci deve spingere a dare ogni giorno il massi-
mo delle nostre risorse, senza mai dimenticare che
proprio queste risorse ci possono aiutare ad uscire
una volta per tutte da questo maligno tunnel della
crisi. In questo viaggio anche il nostro mensile è più
pronto che mai a fare la sua parte, seguendo con
attenzione e coerenza costanti le vicende legate alla
nostra città ed al suo vasto territorio, segnalando
progetti ed iniziative e, soprattutto, cercando di vol-
ta in volta di evidenziare le cose positive che in ter-
ra bergamasca, per fortuna, non mancano davvero
mai. Questa è la filosofia con la quale la nostra te-
stata si è presentata ai suoi lettori ed è lo spirito che
cercheremo di confermare con tutto il nostro entu-
siasmo e tutta la professionalità possibili nel corso
di questo nuovo anno durante il quale anche noi, nel
nostro piccolo, speriamo di poter dare un contribu-
to positivo alla valorizzazione del made in Bergamo.
E’ quello in cui tutti noi crediamo ed è un obiettivo
che siamo sicuri di poter raggiungere proprio insie-
me a tutta la realtà bergamasca, anche perché noi,
quando guardiamo a Bergamo, sarà forse per l’af-
fetto che nutriamo verso la nostra terra o sarà per
un innato ottimismo, ma la vediamo davvero… Up!
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02 /2010
Sommario
fotografo collezionista e viaggiatore
Gianni Limonta16
nuove aperture
“Vita Café” di Verdello24
serate per numeri uno
Evolution Cafè28
sport e solidarietà
Serse Pedretti32
tra fiori, vini e piatti prelibati
L’Osteria di via Solata36
nuovo laboratorio intellimech
Kilometro Rosso38
musica
Bergamo Jazz 201042
bergamoup model
Modello per un giorno44
viaggi, sfilate ed eventi
Caffè del Viale10
stella michelin
Roof Garden Restaurant42
attualità
49° Riconoscimento del lavoro e del Progresso Economico
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bergamo
tra le sue vie58
curiosita’
Frinco80
bel pais
Dalmine72
economia
Saldi 2010: Un primo bilancio62
cinema
Orobie Film Festival84
una psicologa per amica
STALKING76
personaggi
Giambattista marchesi66
economia
Creare nuovi prodotti88
storia e tradizione
San Valentino70
rubrica benessere
Benessere colori & calore54
entra in farmacia
Medicallife56
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dans les coulisses...
di una violenza quotidiana100
test&the citY
Luca Viscardi94
cultura & societa’
Salottino Virtuale104
cultura & societa’
Parola alla Fotografia106
cultura & societa’
Parola alla Parità108
cultura & societa’
Parola al Verbo109
cultura & societa’
Parola alle Biblioteche110
critica gastronomica
Un tavolo per due118
un noir inedito
La governante Tilde - Capitolo 4112
event
NAG 2 Contemporary124
event
“Gocce di solidarietà”126
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8
I volti dei faceberghem156
oroscopo
Segno del mese: Acquario158
event
Medicallife132
event
Il Berga-Maschio ideale è…134
event
My name is Help138
event
5 Terre Una vetrina in città140
event
BAF144
event
Vita Café l’inaugurazione148
event
Biokitchen152
event
Everline Center142
event
Waikiki Café154
event
Sport Awards130
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Editore Pubblizeta DI EMANUELE ZARCONEVIA BRUNO BUOZZI, 5/A - 25125 BRESCIA [email protected]
Direttore Generale
Michele [email protected]
Direttore Responsabile
Luca [email protected]
Redazione
Laura GeneraliMaryline MilesiRaffaella RavasiAmministrazione
Claudia [email protected]
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Impaginazione
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Pubbliche Relazioni
Massimiliano De StefanoProgetto Grafico originale
Raineri DesignSegreteria
Claudia [email protected]
WebWWW.BERGAMOUP.IT
StampaTIPOLITOGRAFIA PAGANI S.R.L.
Fotografi
Matteo MottariSergio AgazziLaura Marinoni
bergamoup, PERIODICO MENSILE DI INFORMAZIONELOCALE ISCRIZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO N° 16/2009 DEL 18 MAGGIO 2009.
concessionaria pubblicità e abbonamenti: T: 035 23 66 61 - F: 035 23 66 61WWW.BMADV.IT
redazione:[email protected] BERGAMO, VIA CASALINO, 5H
BERGAMOUP MAGAZINE TESTI E IMMAGINI DELLA PRESENTE PUB-BLICAZIONE NON POSSONO ESSERE RIPRODOTTI SENZA AUTORIZ-ZAZIONE FIRMATA DA PUBBLIZETA PRODUCTION
Hanno collaborato:Luca Marinoni, Glenda Manzi, Sara Gusmini, Isabella Rovaris, Emanuele Lumini, Simone Montanari, Filippo Fumoso, Claudio Maria De Stefano, G. Battista Gherardi, Vip International S.r.l., Prime s.r.l.
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È un 2010 ricco di eventi quello che è appe-
na iniziato al Caffè del Viale di Dalmine, in via
Locatelli. Aperto 7 giorni su 7, per un totale
di 365 giorni all’anno, il Caffè del Viale è uno
dei pochi locali della bergamasca che offre un
orario continuato dalle 5 della mattina alle 2
della notte. Locale tranquillo, con posti a se-
dere al chiuso oppure all’aperto, sotto un am-
pio tendone, il Caffè del Viale, grazie alla sua
accoglienza, attira clienti di ogni fascia d’età
e categoria. E proprio per far divertire i clienti
abituali e invogliarne dei nuovi a fermarsi an-
che solo per un caffè o per un aperitivo, il Caffè
del Viale ha deciso di mettere in palio per l’in-
tero anno, 12 viaggi – uno al mese – da rega-
lare ai più fortunati. L’idea è nata da Roberto
Marchesi che, insieme al papà Giampiero è
titolare del locale dal 2001. “Abbiamo pensa-
to di regalare un bel momento ai nostri clien-
ti – ci spiega Roberto Marchesi – mettendo in
palio un premio quanto mai gradito come un
viaggio. Le mete sono diverse e vengono deci-
se di volta in volta: si va dall’Egitto, alla Tunisia
a Tenerife. Per il momento abbiamo estratto il
viaggio di gennaio che è andato a una ragazza,
cliente abituale del Caffè del Viale”. E, infatti,
mentre noi stiamo facendo la nostra intervista,
Caffè del Viale,viaggi in regalo, sfilate di moda e
tanti altri eventidi Laura Generali
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lei si sta godendo il caldo sole dell’Egitto. “Era
felicissima, non riusciva a crederci”, aggiunge
Roberto. Beh, in effetti, come darle torto.
Ma i viaggi non sono l’unica novità introdotta
da Marchesi nel suo locale: a marzo il bar di
Dalmine si trasformerà per due serate in un
set di moda dove sulla passerella sfileranno
aspiranti miss Caffè del Viale. “Durante la pri-
ma serata, prevista per il 23 marzo, faremo
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Caffè del VialeViaggi, sfilate ed eventi
sfilare le ragazze solo con jeans e maglietta
del nostro locale”, ci spiega Roberto. “Le mo-
delle saranno divise in tre categorie: under 20,
under 30 e under 40. Per ogni categoria ver-
ranno scelte 5 ragazze che due sere più tardi,
giovedì 25 marzo, si cimenteranno in una vera
e propria sfilata di moda, con tanto di abiti da
sposa, sportivi, casual e costumi da bagno. Il
tutto sotto la cura di un’estetista e del parruc-
chiere Ronny”.
Viaggi, moda, ma anche tanto divertimento al
Caffè del Viale dove il programma 2010 pre-
vede serate Single party e a tema. “A gennaio
abbiamo già fatto una festa per single e la gen-
te si è divertita. Replichiamo il 18 febbraio con
una seconda serata e, se anche questa volta
la risposta dovesse essere buona, potremmo
pensare di dedicare a questo appuntamento
una serata fissa al mese”, ci spiega Marchesi.
“Poi avremo anche serate a tema come quel-
la organizzata per il carnevale, il 16 febbra-
io, martedì grasso; aspettiamo tutti i nostri
clienti rigorosamente in costume! Per finire, il
14 aprile, avremo anche una serata dai ritmi
caraibici durante la quale un gruppo di bal-
lerini, i “Sentimiento Latino” si esibiranno
e coinvolgeranno i clienti nel ballo”. Eventi e
divertimento non mancano nel locale di Dal-
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mine: “per questo devo ringraziare anche altre
persone – ci spiega Roberto – come il Boba-
dilla, altro storico punto di ritrovo di Dalmine,
con cui abbiamo un’ottima collaborazione e
molti dei loro clienti si fermano da noi per un
drink prima della serata da loro. Ringrazio poi
anche Paolo Locatelli, il mio commercialista,
che mi sopporta e supporta da anni”. E se la
crisi sembra non si sia fatta sentire nel locale
di Dalmine, qualche piccolo problema c’è co-
munque stato: “la precedente Amministrazio-
ne comunale ci ha privato di parcheggi utili.
Due anni fa infatti il viale è stato chiuso per
lavori ed è stato allargato, dedicando ampio
spazio alle vie pedonali e ciclabili che però non
vengono utilizzate a discapito dei posti auto.
Un po’ di crisi, con queste decisioni, l’hanno
creata”, sottolinea dispiaciuto Roberto. Ma
malgrado le piccole difficoltà il Caffè del Via-
le si conferma un posto amato dai clienti per
le sue crêpes, per gli aperitivi o anche per un
pranzo veloce. A marzo il bar sarà poi dotato
di un apparecchio Sisal per il Superenalotto e
Win for Life. n
Caffè del VialeViaggi, sfilate ed eventi
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Gianni Limonta: fotografo collezionista e viaggiatore.
Gianni Limonta, collezionista e fotografo gira-
mondo: classe 1944, primo scatto a 14 anni,
all’attivo milioni di scatti in 45 anni di pro-
fessione. Più di 3000 macchine fotografiche
fanno parte della sua collezione, una delle più
importanti al mondo fra le private: spiccano
50 pezzi unici, autentici gioielli raccolti nel
corso degli anni in tutto il mondo. Collezione
custodita e curata con passione, «la macchi-
na meccanica deve essere sempre in funzione,
il non uso la blocca», mero documento della
storia della fotografia. Tutto ha inizio con una
Folding degli anni Trenta regalatagli dal cogna-
to quando era un ragazzo, - come una folgo-
razione -, Gianni Limonta oggi ha una vera e
propria “storia della macchina fotografica” dal
dagherrotipo del 1839 in poi. Fra i pezzi unici
non si può non ricordare la Zeiss di Vittorio
Emanuele III. Professionista, collezionista e fo-
tografo viaggiatore. 40 anni di viaggi e 40 anni
di collezione: gli occhi cerulei ancora gli si ac-
cendono mentre spiega cos’è una fotografia,
«la registrazione visiva di quell’attimo non più
ripetibile», perché - prosegue - «se nel 1839
non fosse nata la fotografia, come avremmo
potuto sapere com’era il mondo? Solo con il
disegno? Non sarebbe stato reale». È così che
nasce il fotografo viaggiatore, per documenta-
re e raccontare il mondo. Oggi scatta con Lei-
ca o Nikon, in analogico o digitale, preferisce
il bianco e nero in analogico, - bianco e nero
che non morirà mai, - «perché le foto hanno
un altro sapore nelle tonalità di grigio, sono
più emozionanti, mentre una foto in bianco
e nero digitale non è croccante. Digitale che
però ha superato l’analogico nel colore». Poi
le foto bisogna saperle guardare, saperle leg-
gere, percepire l’emozione, cercare di sentire
di Raffaella Ravasi Ph. Gianni Limonta
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lo scatto. Una foto può essere molto più che
bella. Splendidi libri, la maggior parte pubbli-
cati da Mondadori, raccontano reportage foto-
grafici in Birmania, Cina, Siria, Libia, in Nepal
il primo libro fotografico dedicato alla Valle del
Mustang, in Amazzonia, “Verde Amazzonia”
del 2003 «il mio preferito, un vero reportage
di viaggio. Ho trascorso due mesi a contatto
con le tribù indigene. Molto emozionante, ve-
ramente pochi si possono avvicinare», per ar-
rivare all’Egitto, all’ultima pubblicazione “Ma
che libro d’Egitto” del 2008. Tutte fotografie in
analogico a colore, «sento quando lo scatto è
quello giusto, non ho bisogno di rivederlo. Hai
mai visto una foto degli anni Trenta? Allora si
avevano solo 6 scatti, 6 lastre, prima di scat-
tare una foto si pensava delle ore. Fino a dieci
anni fa, con le 36 pose, si sceglieva la miglio-
re, ma prima dello scatto si pensava ancora.
Oggi con il digitale, si scatta senza nemmeno
guardare, tanto con Photoshop le foto si siste-
mano a casa». Professionista eclettico e poli-
valente, Gianni Limonta “bergamasco D.O.C.”,
diversifica il suo lavoro nel campo della moda,
pubblicità, industriale, still-life, calendari d’ar-
te, campagne fotografiche per i Beni Cultura-
li. «Mi piace tutto» - dice sorridendo -, taglio,
inquadratura, equilibrio fra pieni e vuoti, luce
e scatto. Prossimo viaggio? Zaino di 25 chi-
logrammi sulle spalle, 7 o 8 obiettivi e caval-
letto, in giro per la Mongolia, il Cile e l’India
per raccontarci un altro pezzo di mondo. Fra
un viaggio e l’altro lo si può trovare nel suo
studio, Foto Studio Gianni, in via Statuto 16/g
Bergamo, dove tutti lo conoscono. n
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Manzanilla sweet,il lato dolce della vita
la sua direzione. Rientrato nel Belpaese, De-
vis ha l’intuizione di rilevare la vecchia storica
pasticerria di Colognola, dove l’ex proprietario
– attivo ormai da 30 anni – stava per andare
in pensione. Dalle parole ai fatti e Devis ha
fatto suo il locale. “Ho dato un tocco diverso
a questo posto aggiungendo anche una caffet-
teria – continua – e devo dire che il riscontro
è stato positivo. La pasticceria rimane clas-
sica, ma ogni dolce è fatto con la massima
cura e con ingredienti freschissimi: dò molta
importanza alla qualità. Poi mi piace anche
sperimentare e creare dolci sempre nuovi,
anche seguendo le richieste e indicazioni dei
miei clienti. Recentemente ho iniziato a crea-
re torte moderne e particolari, soprattutto per
cerimonie o eventi speciali”. E per il Natale
ormai alle porte, Devis ha in serbo anche dei
dolci unici, come i panettoni al the verde ma-
cha e fragole. Novità poi rispetto alla vecchia
pasticceria è senz’altro il servizio caffetteria
che attira clienti di ogni età: “Oltre a fare que-
sto servizio, vendiamo anche the in foglia di
alta qualità. Serviamo poi infusi, cioccolata
biscotti artigianali, praline e cioccolatini”. E
al Manzanilla c’è spazio anche per una piccola
cantina, specializzata ovviamente in vini dolci
da accompagnare al dessert come passiti o
moscati, ma anche in champagne e grappe
pregiate. “La nostra specialità resta soprat-
tutto la pasticceria – conclude Devis –: siamo
famosi per le nostre brioches e per i nostri
dolci. Tutto viene prodotto nel nostro labora-
torio, dietro il negozio, dove oltre a me lavora-
no i miei collaboratori: Zuyen, Maria Grazia e
Fabio”. n
Dubai Arredamento da realizzare al Luciano PavarottiTower Fanano
Arredamento da realizzareal Pavarotti Ski Resort
AppenninoModenese
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Arredamento da realizzareal Dolce Vita
Arredamento realizzato al Mag 218
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Mont
ecar
lo
Lago di Garda
Arredamento realizzato al Hotel Restaurant Amethyst Residence Garda Resort
Arredamento realizzato in SardegnaVillaggio
Arredamento realizzatoa Lignano
Arredamento realizzato alHotel Le Globe
Liguria Arredamento realizzatoin Liguria
Sardegna
Lignano
Venezia
Arredamento da realizzare a Murano
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Moda Mobil e Moda d’Interni, con le sedi di Torre dè
Roveri e Nembro sono leader da 40 anni nell’arreda-
mento casa come nelle forniture di contract, affiancan-
do grandi marchi dell’arredamento ad una falegname-
ria professionale. Realizzano arredamenti “chiavi in
mano” per la prima e seconda casa con una completa
e vasta possibilità di proposte.
Il fine minimalismo o il luxury più sfrontato, il caldo
provenzale o il neoclassico più raffinato, trovare il tuo
stile con loro sarà facile e divertente per sentirti dav-
vero a casa.
Torre de’ Roveri (BG) Via Casale 19/ATel. 035 581638 - www.modamobil.it
Nembro (BG) Via Roma, 33/HTel. 035 470773 - 035 470776 - www.modadinterni.it
Arredamento realizzato a Parma
Val SerianaValle d’AostaLago di Garda
Arredamento realizzato a Carpi
Arredamento realizzato in Val Seriana e a Gressoney - Monterosa
Arredamento realizzato a Pisa
4.000 mq. 2.000 mq.
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Al “Vita Café” di Verdello.di Raffaella Ravasi
A gennaio è iniziata la nuova avventura del
Vita Café di Verdello: Gigi Coppolino e Maria
Arrigoni hanno aperto il nuovo bar fronte stra-
da, lungo la strada Francesca, all’altezza della
nuova zona industriale di Verdello, in via Fanto-
ni, 5. Una manciata di chilometri da Bergamo
e il marchio Vita Café ritorna in questa nuova
attività, dal ristorante di via Borgo Palazzo in
città al bar di Verdello. «Un nuovo punto di par-
tenza - spiega Gigi -, una nuova avventura lavo-
rativa che condivido appunto con Maria, la mia
socia, mio fratello Riccardo e Alessandra che
si occupano del banco e della sala». Per Ma-
ria si tratta invece della prima entusiasmante
esperienza nel settore: «il nostro Vita Café di
Verdello è per me una vera sfida, avevo voglia
di cambiare lavoro, amo molto stare in mez-
zo alla gente, chiacchierare». Un centinaio di
metri, arredamento moderno e luminoso per
un ambiente gradevole e giovanile. Peculiari-
tà della caffetteria sono le ricche colazioni del
mattino servite a partire dalle 5,30 per i clienti
più mattinieri che spaziano da quella “all’in-
glese” con la spremuta, ad una vasta scelta al
buffet, fra brioches di pasticceria e torte ca-
serecce fatte anche da Gigi. La sua specialità
è la buonissima torta di mele, candidata a di-
ventare “la torta Vita”! Il pranzo di lavoro offre
poi una vasta scelta fra panini e toast, insalate
varie, primi e secondi di gastronomia. Il tutto
servito con un sorriso a prezzi modici e con-
correnziali, perché la filosofia di Gigi e Maria è
quella «sì di un bar, ma di un bar di nuova con-
cezione». Arrivata l’ora “dell’aperitivo steso”,
dal lunedì al sabato, ci si può sbizzarrire fra le
varie golosità e stuzzichini che imbandiscono
il banco, degustando oltre agli innumerevoli
cocktails, un buon bicchiere di vino, offerto
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anche al calice, fra vini locali e non, perché,
come sottolinea Gigi, «sbicchieriamo qualsiasi
vino». Dal mese di febbraio, prenderà il via la
sempre amata Happy Hour il venerdì sera dalle
20,00 alle 23,00 prorogando quindi l’orario di
chiusura serale del locale. Appuntamento da
sempre molto gradito ed atteso dai più giovani
e non solo.
Facile raggiungerli:
Vita Café
Via Fantoni, 5
Verdello
Dal lunedì al sabato dalle 5,30 alle 20,00
Domenica chiuso
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Evolution Cafè,serate per numeri unodi Laura Generali
Una serata speciale con un aperitivo “per nu-
meri uno”. Questo l’appuntamento da non per-
dere all’Evolution Cafè di Paladina, locale che
da 6 anni riempie le serate dei bergamaschi,
dal giovedì alla domenica. Ed è proprio di do-
menica che il locale offre una serata originale
e divertente, dove i colpi di scena non si fan-
no desiderare. Il principale si chiama Braga
ed è una drag queen che arriva direttamente
da “Chiambretti Night”. “Braga è l’ospite fis-
sa dell’Evolution Cafè – ci spiega Andrea Togni
che, insieme alla fidanzata Monia Capelli è ti-
tolare del locale –. Braga canta e balla insie-
me ad amiche che la accompagnano nel suo
show durante la serata karaoke, coinvolgendo
i clienti del locale”. Ma la domenica dell’Evo-
lution non è solo musica: a partire dalle 17,00
parte l’happy hour che va al di là del sem-
plice aperitivo fatto di stuzzichini e salatini.
“All’Evolution Cafè si parte con l’aperitivo per
poi passare alle diverse portate: antipasti, as-
sortimento di primi, svariati dolci e frutta. Una
vera e propria cena che, unita allo spettacolo
a partire dalle 21,00, richiama ogni domenica
sera centinaia di persone da tutta la provin-
cia”, continua il titolare. E il divertimento non
manca nemmeno le altre sere: la prima delle
quattro serate del locale di Paladina propone
l’animazione latina ad opera della scuola Dan-
ce Project che tiene nel locale due corsi di bal-
lo da un’ora ciascuno (dalle 20,30 alle 22,30)
per poi iniziare una vera e propria animazione
che coinvolge i clienti, esperti ballerini e non. Il
venerdì sera è invece dedicato alla musica dal
vivo. Nel locale si esibiscono, infatti, le miglio-
ri cover band italiane: non solo gruppi locali,
quindi, ma anche musicisti che arrivano da
tutta Italia per suonare all’Evolution. Dall’1,00
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Evolution Cafè,serate per numeri uno
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e fino alle 3,00 – orario di chiusura del locale
–, inizia la serata disco, con musica commer-
ciale e revival anni Settanta e Ottanta. La sera
successiva, il sabato, è invece il momento clou
per i nottambuli. “La serata inizia con il lounge
bar per offrire al pubblico un momento di re-
lax dopo cena e creare l’atmosfera giusta del
pre-serata – ci spiega ancora Andrea Togni –.
Da mezzanotte in poi si apre invece la vera e
propria discoteca in compagnia di due dj: Gigi
Leni e Massimo Alberti da Rtl 102.5. Questo è
il momento adatto per chi vuole prenotare un
tavolo e passare una serata divertente in com-
pagnia di amici. Compleanni, feste, occasioni
speciali: richiedendo un tavolo all’Evolution si
potrà festeggiare grazie anche alla particolare
cura che dedichiamo ai clienti per farli sentire
davvero a proprio agio”. Chi prenota all’Evo-
lution, oltre al tavolo, può gustare nel corso
della serata cascate di frutta, dolci e stuzzi-
chini salati, oltre a divertirsi grazie alla bella
musica. “la nostra è una cura maniacale del
cliente – conclude Andrea Togni –. Ci teniamo
davvero tanto a far sentire bene le persone
che vengono nel nostro locale, soprattutto i
clienti abituali”. L’Evolution Cafè è a Paladina,
sulla strada statale Villa d’Almé/Dalmine, in
via Roma. È aperto dal giovedì al sabato dalle
20,00 alle 3,00 e la domenica dalle 17,00 alle
3,00. L’ingresso è gratuito. n
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Quando l’impegno nel mondo sportivo incon-
tra la solidarietà e la voglia di fare squadra
anche nella vita, i risultati non si fanno at-
tendere. È stato così anche per la ‘Berghem
Soccer Team’, squadra nata dalla passione
di alcuni amici che da tre anni si ritrovano a
giocare a calcetto. “Da tre anni a questa par-
te quello del martedì sera era per noi un ap-
puntamento fisso – ci spiega Serse Pedretti
che insieme a Gigi Foppa è il fondatore della
squadra –. L’idea è nata proprio da lì: perché
non creare una squadra che oltre a giocare a
Serse Pedretti,sport e solidarietàdi Laura Generali
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calcio si metta a disposizione per fare qual-
cosa di buono per gli altri?” Così, insieme a
giocatori ed ex giocatori dell’Atalanta è nata
una squadra che conta attualmente quaranta
persone circa. Lo scopo è proprio quello di in-
tervenire in aiuto alle Onlus o alle associazioni
che hanno bisogno di organizzare un evento
per raccogliere fondi. “Non chiediamo nulla
all’associazione che ci chiama, ovviamente,
anzi: contribuiamo con le nostre partite alla
raccolta fondi per i più diversi scopi umanita-
ri”, continua Pedretti. I personaggi che fanno
parte della Soccer Team sono, infatti, noti al
grande pubblico, trattandosi di giocatori an-
cora attivi o di ex stelle del calcio. “L’idea è di
portare almeno sei o sette personaggi famosi
a partita, in modo da attirare il pubblico. L’ab-
biamo fatto per la marcia di Telethon, per i di-
sabili della Valle Seriana e per molte altre ini-
ziative di volontariato”. Ogni partita, oltre ad
incassare i proventi delle vendite, prevede che
i partecipanti stessi si autotassino, in modo
da raccogliere anch’essi fondi da donare alle
associazioni. “I progetti che abbiamo per il
futuro sono tanti – continua Pedretti – ma, in
particolare, vorremmo organizzare un match
con Coppola e Floccari”.
L’attività di Pedretti non ha a che fare però sol-
tanto con il volontariato. Lo sport, in questo
caso, è il minimo comune denominatore della
sua carriera e il punto focale di Onis Italia,
il negozio che Pedretti ha aperto a Spirano.
Onis si occupa di fornire alle squadre sporti-
ve, specialmente di basket, calcio e pallavolo,
tutta l’attrezzatura utile per la pratica sporti-
va: dall’abbigliamento, ai prodotti farmaceu-
tici, alle strutture utilizzate sui campi. Onis
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rifornisce con questi prodotti il 60% società
sportive, puntando, in particolare, sulle pic-
cole squadre. Da quattro anni, il negozio ha
poi aperto i battenti anche ai singoli sportivi
che hanno voglia di rifarsi il guardaroba: “Onis
presenta oltre 600 modelli diversi di scarpe da
calcio – commenta il titolare – ed è sicuramen-
te il posto con la maggior possibilità di scelta
in campo sportivo”. Onis è anche Atalanta: il
negozio è infatti licenziatario del merchandi-
sing della squadra orobica, caratteristica che
gli garantisce la possibilità di creare prodotti
nuovi legati al marchio Atalanta, come le fel-
pe dei giocatori, oppure prodotti particolari,
come la recente linea di abbigliamento per
bambini a partire da un anno di età. n
ONIS SPORTSWEAR
Via Campo Romano, 30/32 Spirano (Bg)
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Ezio Gritti, 51 anni, chef e sommelier autodi-
datta, è dal 1998 il padrone di casa del risto-
rante L’Osteria di via Solata, a due passi dalla
Rocca in Città Alta, dove il tempo sembra es-
sersi fermato.
Nato a Gavarno di Nembro dove i genitori han-
no da sempre una salumeria panificio, Ezio,
ragioniere, inizia a 28 anni la sua avventura
ai fornelli: «ho cominciato di punto in bianco,
non ambivo a fare il cuoco perché la divisa è
mitica da indossare come quella del pilota e
non vengo da una famiglia di ristoratori, ma da
sempre m’interessava ritagliarmi il tempo per
andare al ristorante». Appassionato e ottimo
conversatore, Ezio Gritti spiega la sua filosofia,
«“il ben vivere”. Non si tratta solo di una que-
stione di cucina, del “mangiare bene”, bensì di
un mero momento di godimento. Sono “schia-
vo per passione” del mio lavoro, mi diverto
lavorando e lavoro divertendomi per i com-
mensali che vengono a trovarmi, sempre con
l’aiuto dei miei collaboratori, 4 in cucina e 2 in
sala: Nadia in sala e Antonio in cucina sono i
miei scudieri». Un angolo elegante e romantico
fra tavoli di legno d’inizio secolo apparecchia-
ti con tovaglie all’americana perché il legno
“vissuto” si veda, tavoli di ferro moderni con
tovaglie di fiandra e sedie diverse. 27 vasi di
fiori per 11 tavoli perché non solo ogni tavolo,
ma anche ogni angolo della sala abbia il suo
L’Osteria di via Solata:fra fiori, vini e piatti prelibati.di Raffaella Ravasi
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mazzo profumato. 1 stella Michelin dal 2004,
una cantina con circa 1100 etichette per scel-
ta di soli vini italiani, “una cucina geniale ma
nello stesso tempo semplice”, ecco Ezio Gritti
e L’Osteria di via Solata. «La semplicità - spie-
ga Ezio -, è il massimo dell’eleganza in cucina,
vuol dire trovare la quadratura del cerchio che
in cucina vuol dire la perfezione, l’equilibrio fra
gli elementi. È, infatti, più facile fare un mine-
strone rispetto ad uno spaghetto pomodoro e
basilico». Così Ezio ci spiega che la perfezione
nell’equilibrio fra gli elementi, sta ad esempio,
nella sua “Crema di patate con gamberi e pan-
cetta croccante”, dove «la base neutra è la cre-
ma di patate, i gamberi spadellati da soli sono
la parte aromatica e masticabile ed il trito di
pancetta è la sferzata di gusto verso l’alto. I tre
elementi che compongono il piatto sono come
tre pugili che vanno a braccetto». Elementi, in-
gredienti tipici della cucina italiana, elaborati
per personalizzare il piatto. Noi, molto golosi,
abbiamo il privilegio di assaggiare “Il morbi-
do e freddo ai marron glacé con crema di ca-
chi”, un’autentica delizia. «La vera cucina deve
emozionare, mentre mangio chiudo gli occhi e
capisco cosa sto mangiando. Se dalla carta il
dolce può sembrare “troppo dolce”, in realtà
assaggiandolo, si ha un senso di freschezza al
palato. L’acidità della crema di cachi, - conti-
nua Ezio -, brucia i marron glacé rendendoli
meno stucchevoli. Il piatto non deve essere ba-
rocco per apparire, ma dal piatto deve emerge-
re il colore e la materia prima». Ezio Gritti, da
settembre 2009, è anche chef a “La Prova del
Cuoco” di RaiUno, dove in diretta, in 20 minuti
prepara due piatti.
Ristorante L’Osteria di via Solata, elegan-
te e raffinato, in via Solata 8, Bergamo Alta,
tel. 035/271993 chiuso domenica sera
e martedì. n
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Al Kilometro Rosso il nuovo laboratorio Intellimech
Al Parco scientifico e tecnologico del Kilome-
tro Rosso è stato inaugurato, giovedì 21 gen-
naio, il nuovo laboratorio del Consorzio per la
meccatronica Intellimech, alla presenza dei
vertici di Confindustria, Camera di Commer-
cio, Agenzia nazionale dell’Innovazione e del
Sottosegretario alla Presidenza della Regione
Lombardia Marcello Raimondi.
26 aziende operanti in diversi settori (mec-
canica, tessile, elettronica, informatica, ener-
gia, metallurgia, simulazione…) aderiscono al
Consorzio: la meccatronica è la scienza che fa
interagire meccanica, elettronica e informati-
ca. Da più di 40 anni guida lo sviluppo d’inte-
ri settori produttivi con beni e tecnologie che
migliorano le prestazioni dei prodotti tecnici
e industriali, aumentando quindi, la qualità
della vita. Intellimech rappresenta, per le sue
di Raffaella Ravasi
dimensioni, la più importante iniziativa pri-
vata del settore, oltre ad essere un’iniziativa
utile al superamento della crisi e al rilancio
dell’economia del territorio e della competiti-
vità tecnologica delle imprese, ma non solo di
quelle consorziate, grazie al ruolo strategico
ed alla stretta collaborazione con le istituzioni
bergamasche come la Camera di Commercio,
Confindustria e l’Università di Bergamo. L’Uni-
versità svilupperà, infatti, un Centro di Ricerca
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sulla meccatronica nelle strutture adiacenti.
Il Consorzio gestisce progetti di R&S e spe-
rimentazione interdisciplinare di piattaforme
tecnologiche precompetitive e la realizzazione
di prototipi e dimostratori per applicazioni in-
novative infrasettoriali d’interesse dei consor-
ziati.
Innovazione e tecnologia per guardare avanti,
una grande risorsa per il nostro territorio: in
Italia settentrionale e in Lombardia in partico-
lare, è presente la più alta concentrazione di
aziende manifatturiere che fanno della mecca-
tronica uno dei fattori competitivi più impor-
tanti e strategici. n
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Quando si parla di musica nella nostra città, il
primo nome che viene naturalmente in mente
è Gaetano Donizetti, con tutti i capolavori ope-
ristici che ci ha lasciato in eredità. Da anni,
però, un’altra tradizione musicale, nata molto
lontano da noi, è entrata a far parte di diritto
del nostro tessuto culturale: il jazz. Il merito
va a un festival la cui prima edizione risale al
1969 e che col tempo è diventato punto di ri-
ferimento di numerosissimi appassionati, non
solamente bergamaschi. La presenza costan-
te di artisti di assoluto valore internazionale
– anche il programma allestito quest’anno da
Paolo Fresu lo conferma – ha anche favorito la
crescita e l’affermazione di più generazioni di
musicisti che hanno trovato nel jazz un campo
espressivo fecondo. E in tempi in cui le trasfor-
mazioni sono all’ordine del giorno, la conviven-
za tra Donizetti e il jazz a Bergamo è segno
tangibile di un’apertura culturale che non può
che essere fonte di nuovi stimoli.
Claudia Sartirani
Assessore alla Cultura e Spettacolo
del Comune di Bergamo
Bergamo Jazz 2010
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44
BergamoUp ModelLa rubrica di BergamoUp che permette a tutti i giovani bergamaschi,
aspiranti modelli/e di usufruire di un servizio fotografico che verrà,
successivamente, pubblicato sulle pagine della nostra rivista.
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Questo Mese presentiamo, per
“modella/o per un giorno”:
Manuel Poloni 33 anni,
di Bergamo, Operaio
Foto:
Matteo Mottari
www.matteomottari.it
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La 49° edizione del “Riconoscimento del La-
voro e del Progresso Economico”, premio isti-
tuito dalla Camera di Commercio di Bergamo
nel 1952, (Fiera di Bergamo – 20 dicembre
2009) ha premiato 80 lavoratori suddivisi in 5
categorie: Lavoratrici e Lavoratori dipendenti
o autonomi - curriculum particolare, Dirigenti
d’azienda, Imprese industriali, commerciali,
agricole, artigiane, Coltivatori diretti, Lavora-
trici e Lavoratori dipendenti - anzianità e fedel-
tà e Personalità Benemerite. Apre la cerimo-
nia l’Ensemble del Bergamo Musica Festival
“Gaetano Donizetti”, seguono i saluti del dott.
Maurizio Laini (Presidente della Commissione
di valutazione del concorso”: «dal 1952 sono
stati decine di migliaia i premiati, la cultura
del lavoro nella provincia di Bergamo merita
particolare attenzione, è il motore del nostro
benessere, la macchina che ci consente di vi-
vere bene nel nostro territorio» e del dott. Ro-
berto Sestini, Presidente della Camera di Com-
mercio di Bergamo. Il dott. Sestini, alla sua
18° edizione del riconoscimento ai lavoratori,
sottolinea «l’importanza di questa giornata in
quest’anno particolare per l’economia: per la
prima volta abbiamo vissuto una crisi profon-
da, ma dobbiamo sempre guardare avanti. Im-
port ed export iniziano a dare segni di ripresa,
49° Riconoscimento del lavoro e del Progresso Economicodi Raffaella Ravasi
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ma non dobbiamo temere di modificarci, di
studiare i processi di cambiamento, di confron-
tarci con l’esterno». Particolarmente attesa ed
applaudita la premiazione alle tre benemeren-
ze per lo Sviluppo Economico Provinciale: Ing.
Andrea Moltrasio, Cav. Alberto Somaschini e
Roby Facchinetti, persone di grande successo
fortemente radicate nel territorio che li ha visti
“crescere”. L’Ing. Moltrasio, classe 1956, “un
ingegnere dalle mille risorse” (Amministratore
Delegato di Icro Coatings spa, Vice Presidente
di Confidustria per l’Europa, Presidente e Am-
ministratore Delegato di Clinica Castelli spa,
Presidente e Amministratore delegato di Icro
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qualcosa di nuovo». Per il Cavalier Somaschini,
classe 1921, - da 20 anni produce organi di
trasmissione per Mercedes, Bmw, Siemens ed
altre aziende tedesche, a Detroit ha costituito
una Joint Venture con una società americana
per la produzione di ingranaggi per Mercedes
in America -, “il re degli ingranaggi”: «ho visto
5 papi, speriamo di vederne ancora qualcuno!
Didone’ spa, Consigliere d’Amministrazione
di Rcs MediaGroup spa, Membro del Consi-
glio di Sorveglianza di Ubi Banca, Presidente
dell’Associazione BergamoScienza) ha ritirato
il premio dalle mani di Roberto Sestini, Mario
Mazzoleni, Carlo Mazzoleni e Alberto Barcella:
«i premi sono importanti in base a chi li conse-
gna e questo premio è uno stimolo per iniziare
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Sono onorato dell’enorme riconoscimento, bi-
sogna tenere alto il nome di Bergamo all’este-
ro» ha ritirato il premio il figlio Gianfranco.
Conclude la cerimonia il più emozionato, Roby
Facchinetti, classe 1944. Facchinetti, “la co-
lonna sonora di una vita”, dedica la beneme-
renza alla moglie Giovanna che, «nel modo più
bello è riuscita a starmi accanto. Sono molto
legato alla mia città, alle mie radici. Anche se
ho girato il mondo mi sento sempre ospite,
solo quando torno a Bergamo mi sento a casa.
Ho trasformato la mia passione per la musica
in un mestiere: mi diverto, mi emoziono e mi
pagano pure!». n
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54
Benessere colori & caloreBenessere per ben-essere. Dall’alba dell’homo
sapiens ci si interroga su cosa e come fare per
“stare bene”, cercando di fornire una risposta
universalmente valida su questa irrefrenabile
“voglia” e che non sia solo un “semplice” stato
emotivo della psiche.
D’altra parte, da che mondo e mondo, questa
domanda la vive l’uomo antico e l’uomo mo-
derno!
Infatti, nello scorrere la pellicola del quotidia-
no, tutti noi ci domandiamo e chiediamo agli
altri (è oramai regola…): come sto?, come mi
sento?, come stai?, come ti senti? e le risposte
sono quasi sempre positive, dando per sconta-
to che sia effettivamente così.
Ma stiamo veramente bene? E soprattutto,
cos’è che ci fa rispondere, a noi stessi e agli al-
tri, che va bene o che c’è qualcosa che non va?
Cos’è che ci fornisce un sentimento di sereni-
tà, un senso di equilibrio, un’emozione di gioia
o di allegria? Quasi sempre, il parametro che
utilizziamo per pensare di noi stessi, o delle
persone, che si sta bene, è la conformazione,
più o meno riuscita, ai canoni della vita quoti-
diana normale: “vivere” una vita affettiva grati-
ficante con un partner, dei figli, un lavoro più o
meno gratificante con un guadagno adeguato,
un conto in banca, una casa, il gatto o il cane
e così via. Ma, ahimè!, la normalità della vita
non coincide il più delle volte con il benessere
“dentro”, mentale, nell’anima o nello spirito.
Infatti, stare bene con se stessi e con gli altri
non è garantito dall’adeguarsi agli standard di
normalità o dall’essere normali! Nel benessere
soggettivo molta importanza assumono i pro-
cessi mentali di valutazione di noi stessi e del
mondo circostante; tutti noi valutiamo ciò che
accade nella nostra vita quotidiana in termini
di benessere/malessere e proviamo emozioni
piacevoli o spiacevoli, a seconda del significa-
to che diamo in quel momento alla nostra vita,
alle circostanze contingenti e/o temporali.
L’importanza, quindi, dei processi psicologici
di interpretazione ed elaborazione delle con-
dizioni di vita oggettive e soggettive secondo
i valori, le credenze e gli atteggiamenti perso-
nali e le aspettative che possediamo fanno sì
che sentiamo e nutriamo sentimenti piacevoli
o spiacevoli, positivi o negativi.
Quindi possiamo riflettere su tre concetti pun-
tuali dello stare bene dentro e fuori di noi:
l’ essere in pace con il passato (non avere rim-
pianti e rimorsi);
l’ apprezzare il presente (non essere lacerati
da conflitti attuali);
il non temere il futuro (essere capaci di proget-
tare obiettivi reali e realizzabili).
Una vera e propria armonia nella costante ri-
flessione che la mente compie nell’analizzare
presente (sono), passato (sono stato) e futuro
(vorrò essere) è la chiarezza che ciascuno ha
su questi tre elementi concettuali.
Ed ancora, possiamo parlare dello stare bene
non negando il suo contrario, cioè la sofferen-
za che viviamo per situazioni personali o che
riguardano la nostra sfera affettiva.
E’ importante, diremmo quasi vitale ricono-
scere la sofferenza perché essa ha sempre un
senso per far riscoprire ed apprezzare ai sensi
l’arcano opposto della gioia e del piacere, la
consapevolezza anche di poter cogliere negli
altri parti di noi che non amiamo. Nasce così
la consapevolezza di intendere (perché lo è!)
l’uomo come essere unico, sacro ed irripetibile
cosciente che il suo stato di benessere dipen-
de fortemente dalla sua capacità di amarsi ed
amare per trovare la gioia e il piacere di stare
al mondo.
Basterebbe riconoscere dentro e fuori di noi
quell’ “essere una buona madre di se stessi”.
Non essere, quindi, egoisti, presuntuosi, arro-
ganti, piuttosto essere e vivere a proprio agio
nel mondo e con l’immagine di sé; ovvero, sa-
pere che non esiste un modo giusto o sbaglia-
to di essere ma che ognuno di noi vale per il
solo fatto di esistere, consapevole dei punti di
forza e di debolezza; non corrispondere ad un
modello ideale ma cogliere l’autentico nostro
modo di essere non somigliante a nessuno,
utilizzando interamente le proprie potenziali-
54
di Claudio Maria De Stefano
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tà, energie e risorse positive.
Quando si ha una bassa stima e fiducia in
sé, è inevitabile mettere in atto una serie di
comportamenti autodistruttivi quali trascura-
re l’aspetto fisico, accettare se “lui” o “lei” mi
trascura (l’amore non può colmare la mancan-
za di “amore” per noi stessi), non curarsi nella
salute e così ci si costruisce una vita priva di
gioia in uno stato di depressione latente. Per
questo, è importante sentirsi sempre degni di
vivere accettando che la vita è una costante
lotta, che è contemporaneamente un arren-
dersi mai e, anche e soprattutto!, un’estrema
necessità di benessere per….ben-essere e per
ben-stare.
Il pensiero “Benessere” di Elio Fiorucci
Educare fin da piccoli alla felicità e alla bel-
lezza, trasmettendo energia positiva. È questa
la mission di Love Therapy Kids, una linea di
abbigliamento pensata per veri bambini (e non
adulti in miniatura) da 0 a 16 anni. Proprio
quelli che si sporcano, non stanno mai fermi,
giocano e si sbucciano spesso le ginocchia.
Love Therapy Kids utilizza un linguaggio te-
nero ed evocativo, un alfabeto minimo che si
esprime in capi semplici, essenziali e resisten-
ti, piccoli pezzi facilmente abbinabili e carat-
terizzati da una particolare cura dei dettagli.
Realizzati prevalentemente in fibre naturali e
morbide, hanno tagli ergonomici e confortevoli
e una spiccata vocazione alla praticità e alla
funzionalità, lasciando però sempre un margi-
ne al sogno.
Un mondo a misura di bambino, rassicuran-
te e delicato, fantasioso e onirico, inserito nel
contesto di negozi creati appositamente per
stimolare tutti i sensi con luci, profumi e colo-
ri e dove, accanto alla linea di abbigliamento,
vengono proposti accessori e oggetti, natural-
mente coerenti con questa visione positiva del-
la vita. Un mondo però anche con i piedi per
terra. Giusto il tempo per spiccare il volo…
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Dimenticate lo sfarzo, l’esagerazione e l’esibi-
zione. Il più attuale concetto di lusso si tra-
duce in un’eleganza discreta, nell’eccellenza
sussurrata di prodotti dalla qualità ineccepi-
bile e dall’evidente efficacia: questa la filosofia
alla base dei cosmetici Medicallife. Distribuiti
soltanto nelle migliori Farmacie d’Italia, sono
il risultato di certificate ricerche scientifiche,
a garanzia della serietà aziendale: solo così la
casa cosmetica bergamasca si è guadagnata
la fiducia di una clientela esigente, ma soddi-
sfatta e fedele.
Caratterizzate da un’estetica raffinata e rico-
noscibile, le linee firmate Medicallife Cosme-
tics rappresentano la sintesi della bellezza: al
primo sguardo restiamo colpiti dall’eleganza
con cui i prodotti vengono presentati – un pia-
cere per gli occhi; incuriositi dall’estetica ci
azzardiamo a provarli e scopriamo texture flui-
de e delicate – un piacere per i sensi; ma è so-
prattutto dopo alcuni giorni di utilizzo che sco-
priamo la vera bellezza, la nostra, quella della
nostra pelle che, coccolata da nuovi piacevoli
gesti quotidiani, si riscopre fresca e tonica.
Il nuovo lusso a cui ogni donna non vuole ri-
nunciare è la protezione del proprio fascino.
In occasione del Natale Medicallife Cosmetics
offre, a chiunque voglia regalare il lusso della
bellezza, la possibilità di acquistare due co-
fanetti in edizione limitata: la cappelliera Ar-
gentovivo, per dedicare una sublime carezza
a viso e corpo delle donne che più amiamo; la
cappelliera Jeunex HT, per donare le elevate
prestazioni delle cellule staminali vegetali at-
tive, ultima frontiera della medicina estetica.
L’eccellenza di Medicallife Cosmetics si tra-
duce infine anche nella professionalità che
troviamo entrando in Farmacia dove, oltre alla
consulenza di chi per mestiere non vende solo
bellezza, ma anche sicurezza e affidabilità,
un’esperta ci accompagne-
rà alla scoperta di
tutti i gesti e i
segreti per
ottenere i
migliori ri-
sultati da
questi pro-
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Entra in Farmacia e lasciati conquistare dalla bellezza
Dalmine:Viale Locatelli, 105 Tel. 035/564002
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Vie piccole e grandi che si snodano dal centro
dell’antica città – città alta, cuore di Bergamo
– ci portano a scoprire i segreti della bellezza
di questo borgo. Prendendo la funicolare dalla
città bassa abbiamo l’opportunità di godere
del paesaggio e della vista su Bergamo man
mano che ci alziamo e percorriamo il dislivello
che ci separa da Città alta. Arriviamo in piazza
Mercato delle Scarpe, antico punto di ritrovo
La storia di Bergamonascosta tra le sue vie
per la vita sociale dei bergamaschi che abita-
vano questo borgo storico. Salendo a destra
possiamo percorrere via alla Rocca, percorso
che mantiene ancora il ciottolato tipico del-
le vie antiche e che ci porta direttamente alla
fortezza della città: la Rocca, il nucleo difen-
sivo più estremo di Bergamo, dove si possono
visitare la Chiesa di Sant’Eufemia, fondata nel
1006, il Parco delle Rimembranze, dal quale
di Laura Generali
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si gode una vista impareggiabile
su città bassa, e il Museo Stori-
co che conserva documenti sul
patriottismo orobico durante le
guerre di indipendenza, la spe-
dizione dei Mille e le due guerre
mondiali. Ritornando sui nostri
passi e abbandonando via alla
Rocca, a destra, dopo la nostra
discesa, possiamo imboccare
via Gombito, un anfratto sempre
animato e ricco di negozi, con
abitanti che passeggiano o turisti
che ne approfittano per fare una
sosta alla caffetteria e pasticceria
Cavour, uno dei migliori e più bei
locali della zona, con arredamen-
to d’epoca e dolci di ottima quali-
tà. Da questa via giungiamo nella
piazzetta di San Pancrazio, un
angolo di Bergamo caratterizzato
dall’omonima chiesa che risale al
Cinquecento, palazzi di origine
medievale, la caratteristica fon-
tana e la Torre del Gombito, la
più alta costruzione in pietra che
svetta nella città orobica. Poco di-
stante da questa zona, troviamo
via Donizetti, una strada che uni-
sce palazzi di epoche diverse, ma
tutti di una bellezza unica, come
il cinquecentesco Palazzo Pac-
chiani o, poco distante, il Palazzo
dell’Arciprete, nato da un proget-
to dall’Isabello che lo ideò nel
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La storia di Bergamonascosta tra le sue vie
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1520, una costruzione che rappresenta forse
il migliore esempio di abitazione rinascimen-
tale di tutta Bergamo. Ma queste sono anche
le vie che portano verso Piazza Vecchia, la più
bella piazza bergamasca e non solo. La piazza
fa da cornice ad edifici di grande valore, come
la Biblioteca Civica, il Palazzo della Ragione, il
Palazzo del Podestà – una struttura che risale
al 1340 per opera dei veneziani e il Campano-
ne, la torre civica che suona ancora, ogni sera
alle 22, cento colpi per ricordare l’usanza del
passato di chiudere le porte della città. Al cen-
tro della piazza, invece, dimora indisturbata
la Fontana del Contarini, monumento Sette-
centesco. n
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SaLdi 2010:Un primo bilancio.
La corsa ai saldi è scattata il 2 gennaio, a
Bergamo come nelle grandi città. Via XX Set-
tembre affollatissima il primo giorno (sabato
2/1/2010 ndr) con code fuori dai negozi, qua-
si a voler dare alla nostra via dello shopping
un’aria più metropolitana.
Le previsioni di Confesercenti e Federconsu-
matori non si allineano però nel primo anno
di ribassi dopo la crisi finanziaria che il paese
ha attraversato. Confesercenti stima, infatti,
che gli italiani spenderanno oltre 8 miliardi
di euro, circa 340 euro a famiglia, l’80% dei
quali in abbigliamento e calzature. Meno otti-
misti a Federconsumatori dove si prevede che
solo il 45% delle famiglie spenderà in saldi,
con una riduzione della spesa del 5% rispetto
all’anno scorso. Il giro d’affari per i negozianti
si aggirerà intorno a 3 miliardi e 257 milioni
di euro, circa un terzo di quanto appunto sti-
mato da Confesercenti.
Secondo Paolo Malvestiti, presidente Ascom
Bergamo, «Le vendite nel primo week-end ave-
vano registrato una perdita del 10% rispetto
al 2009; un calo che è stato recuperato egre-
giamente nei giorni di lunedì, martedì e mer-
coledì, tanto da far registrare un primo bilan-
cio pari a quello della prima settimana di saldi
invernali dello scorso anno. Speriamo che
questo andamento positivo prosegua anche
nelle prossime settimane, dopo il rientro dei
bergamaschi dai ponti natalizi. I commercian-
ti hanno bisogno di un buon recupero dopo
un 2009 difficile e un periodo natalizio sotto
tono». Saldi che dureranno sessanta giorni e
che sono partiti con interessanti ribassi fino
al 40%, ma per molti, troppo a ridosso del-
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le festività. «Iniziare i saldi nei primi giorni di
gennaio snatura il commercio e segnala una
distorsione nel meccanismo delle vendite - af-
ferma Malvestiti -. Per noi la stagione inver-
nale è iniziata da poco meno di un mese e
partire con uno sconto sul prodotto penalizza
l’intero sistema del commercio. E’ arrivato il
momento di mettersi intorno ad un tavolo e
cominciare a ridisegnare le regole per le ven-
dite straordinarie: i saldi non devono essere
di “inizio stagione” ma di “fine stagione”. La
proposta della nostra Associazione è di posti-
cipare i saldi invernali dal 1 al 28 febbraio e
quelli estivi dal 1 al 31 agosto». Tema sul qua-
le, nei prossimi mesi, si confronterà Ascom
con le altre Associazioni e Federazioni a livello
regionale. n
SaLdi 2010:Un primo bilancio.
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Sveglia alle 4 del mattino per infilarsi le scar-
pe da ginnastica e iniziare a correre fino alle
7, quando stacca per andare a lavorare al bar
il Caffè del Viale di Dalmine, per poi riprende-
re a correre dalle 2 alle 5 del pomeriggio. Tra-
scorre così la giornata di Giambattista Mar-
chesi, 68 anni, di Sedrina, che ha fatto della
corsa la sua grande passione. Ormai Marchesi
– che è membro dei Runners di Bergamo –
non tiene più il conto delle migliaia di chilo-
metri che ha corso, ma si è posto un obietti-
vo: battere il record mondiale di chilometri di
corsa. Il primato appartiene attualmente a un
atleta francese, ma Marchesi è determinato a
portare il titolo in terra italiana, orobica per la
precisione. Per farlo dovrà percorrere poco più
di 19mila chilometri di corsa, impostando una
media di 74 chilometri al giorno circa per 260
giorni consecutivi. L’appuntamento per inizia-
re la grande sfida si avvicina sempre di più:
Marchesi ha infatti fissato per il 14 febbraio
il primo giorno della sua personale gara. Il
Giambattista marchesi: 19mila chilometri di corsa a Montisola
luogo scelto per la speciale occasione è Mon-
tisola, sul lago d’Iseo, in provincia di Brescia,
l’isola lacustre più grande d’Europa.
“Montisola è il posto ideale per riuscire in
questa impresa – ci racconta Marchesi –. Non
ci sono auto sull’isola e bisogna fare atten-
zione solo ai motorini. Inoltre, la natura e i
paesaggi sono davvero splendidi e il contat-
to con essi aiuta nell’impresa”. Ogni giorno,
a partire quindi da febbraio e fino al prossi-
mo ottobre, il corridore di Sedrina si alzerà
nel cuore della notte e si metterà a correre.
“L’orario che ho scelto per iniziare – le 3 del
mattino – serve per il clima e mi permette di
sopportare meglio il caldo, quando arriverà”,
ci spiega Marchesi.
L’amministrazione di Montisola è stata ben fe-
lice di accogliere l’atleta nel suo Comune, tan-
to che gli ha messo a disposizione una casa
per i mesi della sua permanenza sull’isola.
“Ogni giorno avrò un’unica occupazione – con-
tinua il corridore –: iniziare a correre alle 3 e
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Giambattista marchesi: 19mila chilometri di corsa a Montisola
continuare così fino alla tarda mattinata o pri-
mo pomeriggio, per percorrere i 74 chilometri
al giorno previsti per riuscire nell’impresa”.
Ma questi 19mila chilometri sono solo l’ulti-
ma delle tante sfide che l’atleta bergamasaco
si è posto nel corso della sua vita. Nel 2005
Gimbattista Marchesi è stato infatti protagoni-
sta di una traversata unica: da Sedrina a Capo
Nord, in Norvegia, di corsa, con una media
di oltre 71 chilometri al giorno. Un’impresa
affascinante lunga oltre 4mila chilometri, che
dalla Valle Brembana ha portato Marchesi a
quello che viene comunente definito il “Tetto
d’Europa”. “Ricordo la sensazione straordina-
ria, una volta arrivati a Capo Nord, di aver vi-
sto il sole a mezzanotte – ci racconta Marche-
si – oltre a molti paesaggi davvero suggestivi.
È stata un’impresa indimenticabile e come
in ogni impresa le difficoltà non mancano,
bisogna saperle affrontare e superare”. L’an-
no successivo Marchesi si è poi avventurato
negli Stati Uniti per una traversata coast-to-
coast: partito da Miami, in Florida, sulla co-
sta dell’Oceano Atlantico, l’atleta è arrivato a
Portland, sul Pacifico. Anche in questo caso la
media dei chilometri giornalieri è impressio-
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nante: 81 al giorno per un totale di circa tre
mesi di spedizione. In terre nostrane, invece,
Marchesi ha fatto segnare nel 1973 il record
in velocità dei rifugi orobici orientali: l’atleta
ha completato le otto tappe previste in sole 9
ore, 6 minuti e 11 secondi.
La corsa e la montagna sono per Marchesi una
passione nata sin dalla giovane età: Marchesi
è stato infatti campione italiano di sci nordico
ed ex atleta di corsa in montagna. Poi, la sua
passione si è concentrata sempre più sulla
corsa: “grazie anche al sostegno degli spon-
sor e delle persone che mi seguono – Cornelio
Guerinoni e Claudio Marchesi – sono riuscito a
compiere le mie imprese”, aggiunge. L’avven-
tura di Montisola, che lo attende a breve, sarà
l’ennesima impresa, oltre a una sfida perso-
nale: “ci avevo già provato l’anno scorso – con-
tinua Marchesi – ma mi sono dovuto fermare
perchè mentre correvo una frana si è staccata
da un promontorio e mi ha travolto. Ma af-
frontata anche questa difficoltà sono pronto a
ricominciare”. n
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San Valentino tra storia e tradizione
La festa degli innamorati che ricorre ogni anno
il 14 febbraio non ha solo la faccia commer-
ciale di regali, cioccolatini e cene romantiche
a lume di candela, ma ha anche una storia an-
tica alle spalle che la porta ad essere oggi una
delle feste tradizionali ricordate nel maggior
numero di Paesi al mondo. Vecchia di oltre
1500 anni, la festività prende il nome dal san-
to e martire cristiano Valentino. Istituita nel
496 da Papa Gelasio I, la celebrazione della
festa aveva lo scopo di sostituire la preceden-
te festa pagana delle lupercalia. Ma è solo con
l’inizio del Medioevo che nasce anche il rito
dello scambio di messaggi d’amore e regali
fra innamorati, pratica probabilmente ricon-
ducibile al circolo di Geoffrey Chaucer in cui
prese forma la tradizione dell’amor cortese.
Della festa di San Valentino non si narra sol-
tanto la storia, ma anche una leggenda datata
anno 270. Il vescovo Valentino di Interamna,
amico dei giovani amanti cristiani, fu invitato
a udienza dall’imperatore pazzo Claudio II.
L’intento dell’incontro era cercare di persua-
dere Valentino d’interrompere l’iniziativa della
benedizione delle giovani coppie e convertirsi
al paganesimo. Il vescovo non solo rifiutò l’of-
ferta dell’imperatore, ma tentò di convertirlo
al Cristianesimo. Per questa offesa, Valentino
venne condannato a morte e mentre era impri-
gionato, in attesa dell’esecuzione, si racconta
che si sia innamorato della figlia cieca del
guardiano della prigione, Asterius, e che con
la sua fede avesse ridato miracolosamente la
vista alla fanciulla. Prima di essere giustizia-
to, Valentino lasciò un messaggio d’addio alla
ragazza firmato “dal vostro Valentino”. Poco
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dopo il vescovo venne lapidato e poi decapita-
to. Tutt’oggi la frase che Valentino scrisse alla
ragazza, è sopravvissuta alla tragica fine del
suo ideatore e rimane come sorta di appella-
tivo per un giovane innamorato.
Oggi i biglietti che si scrivono ai propri in-
namorati sono meno tragici e strazianti e di
solito accompagnano un regalo: sia esso
una semplice scatola di caramelle a forma
di cuore o un più intrigante viaggio per due,
il dono sembra ormai essere un must per la
festa del 14 febbario. In tempi di crisi c’è chi
vuole organizzare una cena a lume di candela
e magari sceglie di farlo a casa propria oppu-
re chi non rinuncia a sbizzarrirsi alla ricerca
di un regalo originale, che possa sorprendere
il proprio partner. Ecco allora che i sognato-
ri potranno decidere di donare al proprio lui
o alla propria lei una stella alla quale hanno
dato il nome della persona speciale. L’idea è
stata lanciata da Global Star Registry che of-
fre la possibilità di dare un nome a stelle vere.
Attraverso il sito www.mystar.it è infatti pos-
sibile registrare in un libro le stelle alle quali
viene assegnato un nome. Il libro garantisce
che il nome di ciascuna stella sarà archivia-
to e registrato un unica volta. L’acquirente ri-
ceverà in cambio un Kit Star contenente un
certificato sottoscritto che convalida il nome
e le coordinate astronomiche della stella, una
carta celeste con indicata la posizione precisa
in cui essa si trova e un ciondolo con incisa la
costellazione della stella e le sue coordinate
esatte. Il tutto per continuare a sognare ogni
volta che si guarda il cielo. n
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dalmine, la storia di un paese nato da una grande azienda
È uno dei più grandi comuni della provincia
di Bergamo: con oltre 23mila abitanti, Dalmi-
ne, a 8 chilometri a sud-ovest del capoluogo
orobico, è conosciuto soprattutto per l’impor-
tante azienda che ha sede proprio in questo
paese e che ne ha caratterizzato la storia: la
Tenaris Dalmine, azienda che oggi affronta
una difficile situazione legata alla crisi econo-
mica, ma che resta uno degli elementi portan-
ti e fondatori del comune. Il comune di Dalmi-
ne nasce il nel 1927 dall’aggregazione di tre
comuni preesistenti: Mariano al Brembo, Sfor-
zatica e Sabbio Bergamasco. Il nome deriva
proprio dall’abitato dove, vent’anni prima, era
appunto sorto il più grande complesso indu-
striale della provincia bergamasca, l’omonima
Dalmine. L’azienda presente su questo territo-
rio caratterizzerà anche lo sviluppo del paese:
Dalmine ha infatti sviluppato un profonodo le-
game con l’industria siderurgica e, negli anni
più recenti, seguendo l’evoluzione del post-
industriale, il paese è cresciuto nel terziario e
nei servizi. Agli inizi degli anni Trenta, infatti,
il centro del paese di Dalmine è rappresentato
da quello che l’impresa Dalmine aveva fatto
progettare come città industriale: esistevano
due quartieri residenziali, Leonardo da Vinci e
Garbagni, la chiesa e gli edifici di via Mazzini.
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La maggior parte della popolozione lavorava
nell’azienda siderurgica, che è stata a lungo
datrice di lavoro per la maggior parte degli
abitanti di Dalmine a lungo. La sua importan-
za era tale per cui l’azienda rappresentava
un punto di riferimento determinante nelle
scelte delle amministrazioni comunali che si
sono succedute. L’attenzione si concentra sul-
la fabbrica e, quindi, su tutto il paese, anche
in occasione della Seconda guerra mondiale:
nel 1944 la fabbrica subì un bombardamento
aereo che causò ben 281 morti a causa del
materiale bellico che la fabbrica produceva
per conto dei tedeschi durante la guerra.
Oggi l’azienda rimane, anche se tra ingen-
ti difficoltà, e il paese, nel corso degli anni,
si è sviluppato con nuovi servizi. Oggi, tra i
fiori all’occhiello di Dalmine ricordiamo so-
prattutto la sede di Ingegneria dell’Università
degli Studi di Bergamo, con i corsi di studio
di Ingegneria Meccanica, Edile, Informatica,
Tessile e Gestionale, facoltà che richiama nel
paese orobico molti studenti e docenti. Ma a
Dalmine ha anche sede il polo per l’innovazio-
ne tecnologica della provincia di Bergamo, nel
quale sono attive numerose aziende dell’Infor-
mation Technology. Al di là di aziende e tec-
nologie, a Dalmine ci sono anche altri luoghi
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di particolare interesse che richiamano turisti.
Un esempio è la Torre Suardi - erroneamente
chiamata “Camozzi”, dal nome della famiglia
che ne fu proprietaria tra il 1787 e il 1936 - e
la torre di Sforzatica, che rappresenta un im-
portante resto del periodo medievale. Molte
sono poi le chiese di interesse sul territorio
di Dalmine: dalla chiesa parrocchiale di San
Giuseppe, consacrata nel 1931, che custodi-
sce opere pittoriche del XVI secolo, tra cui una
tela col Cristo Redentore, alla chiesetta di San
Giorgio, la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea
in Sforzatica, in stile rococò che conserva ope-
re dello scultore locale Antonio Maria Pirovano
e la chiesetta parrocchiale Santa Maria d’Ole-
no di Sforzatica, considerata l’edificio più an-
tico e di maggior rilevanza artistica di questo
territorio: la chiesetta venne, infatti, edificata
in tempi remoti, e troviamo traccia della sua
esistenza in documenti che risalgono al 909.
dalmine, la storia di un paese nato da una grande azienda
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Inoltre, la sua struttura risale al Medio Evo in
quanto conserva le stesse particolarità archi-
tettoniche alle antiche Basiliche romane. Pro-
prio in questa chiesetta ci sono stati diversi
ritrovamenti archeologici che risalgono al ter-
zo secolo. Nel 1907 in questa parrocchia fu
parroco per alcuni mesi Don Angelo Giuseppe
Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII.
I visitatori arrivano a Dalmine anche per il suo
famoso Museo del Presepio (a Brembo di Dal-
mine), inaugurato nel 1974 e dedicato all’arte
presepiale italiana ed estera. Disposto su due
piani, il Museo comprende oltre 800 presepi
che si differenziano tra di loro per epoca, pro-
venienza geografica, dimensione, materiale
utilizzato, ordinati in vetrine e bacheche che
in totale ricoprono una superficie di 1200 me-
tri quadrati.
Altra curiosità di Dalmine: al casello d’ingres-
so dell’autostrada A4 Milano-Venezia, è instal-
lato un monumento in memoria dell’omicido
di due agenti di polizia da parte di Renato
Vallanzasca. Il monumento ha la forma di un
grosso tubo – esplicito richiamo alla principale
produzione industriale di Dalmine – con alcu-
ni fori di arma da fuoco e il prossimo 18 aprile
Dalmine sarà protagonista di un grande even-
to che coinvolgerà i maggiori commercianti
del paese: “EXPO’niAMO DALMINE” . L’evento
è la prima grande esposizione delle attività
economiche dalminesi, una manifestazione
organizzata da OPEC Dalmine, l’associazione
degli operatori economici di Dalmine, con il
patrocinio del Comune. Lungo viale Betelli e
viale Mazzini, verranno allestiti cento gaze-
bo con lo scopo di dare visibilità alla realtà
economica del paese, coinvolgendo artigiani,
commercianti e liberi professionisti. n
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Una Psicologaper amica
STALKING, L’ENNESIMA INFEZIONE SOCIALE
Con il termine “stalking” si intende un insieme di comportamenti tramite i quali una persona affligge un’altra con intrusioni e comunicazio-ni ripetute e indesiderate, a tal punto da pro-vocargli ansia o paura.Queste condotte indesiderate possono essere classificate in tre tipologie:1) Le comunicazioni indesiderate di solito sono rivolte direttamente alla vittima di stalking, ma possono consistere anche in minacce o in con-tatti con la famiglia, gli amici o i colleghi della vittima stessa. Lettere e telefonate sono le for-me più comuni di comunicazione, ma anche sms ed e-mail.2) I contatti indesiderati comprendono i com-portamenti diretti ad avvicinare in qualche modo la vittima. Tra questi i più diffusi sono i pedinamenti, le visite a sorpresa o gli appo-stamenti sotto casa, recarsi negli stessi luoghi frequentati dalla vittima o svolgere le stesse attività.Tra i comportamenti associati si collocano l’ordine o la cancellazione di beni e servizi a carico della vittima, al fine di danneggiarla o intimidirla. Tipiche condotte di questo tipo sono il far recapitare cibo o altri oggetti all’in-dirizzo della vittima anche a tarda notte, oppu-re la cancellazione di servizi quali l’elettricità o la carta di credito all’insaputa della vittima.
COSA DIFFERENZIA LO STALKING DA UN COM-PORTAMENTO “NORMALE”Quando si cerca di stabilire una relazione con qualcuno, la maggior parte delle persone è in grado, dopo alcune risposte negative, di com-prendere che l’altra persona non è interessata. Continuare a insistere ulteriormente per un periodo di tempo significativo può significare dare inizio a una condotta di stalking. Quando una relazione si interrompe, è normale che la persona abbandonata si senta particolarmen-te turbata. Spesso, una reazione all’abbando-no può essere quella di tentare di ristabilire un contatto con l’altra persona, supplicandola per avere un’altra possibilità di ricostruire il rap-porto. La maggior parte delle persone sono in grado di accettare, pur con difficoltà, la fine di una relazione in un tempo relativamente breve. Ricerche empiriche mostrano che un lasso di
tempo di circa due settimane può essere con-siderato un periodo di tempo oltre il quale il protrarsi di tentativi di riavvicinamento, se ri-fiutati, diventa problematico. Tentativi ulteriori di comunicare con l’ex-partner o di imporre la propria presenza o le proprie attenzioni dopo questo periodo possono configurare una con-dotta di stalking, se l’altra persona ha specifi-cato chiaramente di non essere interessata.Lo stalking produce ansia e paura nelle vitti-me. Questo aspetto lo differenzia dalle normali interazioni sociali. Un’altra caratteristica del-lo stalking è rappresentata dalla sua durata: queste condotte possono protrarsi per molto tempo, anche mesi o addirittura anni.Questo ovviamente non rientra in ciò che defi-niamo normali tentativi di entrare in contatto con una persona.
CONSEGUENZE PSICOLOGICHE DELLO STAL-KINGLa vita della vittima di stalking può divenire particolarmente difficile: molte persone, per timore di ricevere nuove molestie, hanno pau-ra di uscire di casa, non riescono a mantenere il proprio lavoro, non sono in grado di instau-rare nuove relazioni e quindi sono incapaci di salvaguardare la propria quotidianità e tendo-no ad emarginarsi.. La ricerca ha dimostrato che molte vittime, in seguito a tali esperienze, soffrono di ansia, depressione o disturbo post-traumatico da stress, ossia un complesso di sintomi conseguenti ad un evento traumatico di particolare rilevanza. Tra questi: il rivivere il trauma sotto forma di pensieri, ricordi e sogni ricorrenti e intrusivi, l’iperreattività fisiologica, che si manifesta ad esempio con un aumen-tato stato di allerta, e l’evitamento di stimoli collegati all’evento traumatico. Altre conse-guenze sono sostanziali cambiamenti negati-vi della personalità; in particolare l’aumento della prudenza, della sospettosità, dell’ansia e dell’aggressività.Molte vittime di stalking rinunciano ad anda-re a trovare amici e parenti e mostrano una limitazione della vita sociale. Quasi sempre sono costrette a cambiare numero di telefono ed indirizzo di posta elettronica. Possono es-sere costrette a sostenere spese per riparare oggetti di proprietà che sono stati danneggiati (case, automobili, ecc) per ’installare sistemi
di Dott.ssa Isabella Rovaris1
1 Psicologa clinica e giuridica. Svolge attività di psicologa, e consulente tecnica di parte in processi civili e penali..e-mail: [email protected] - Cell.: 393.05.97.998
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di sicurezza per il ricorso a legali o a terapeuti per fronteggiare le conseguenze dello stalking. In un certo numero di casi, le vittime sono co-strette a cambiare lavoro. Alcune vittime devo-no anche cambiare casa o residenza.
CHI E’ LO STALKER E PERCHE’ LO FALo stalker può essere un ex-partner, un cono-scente, come un collega o qualcuno conosciu-to casualmente, oppure un completo estraneo. Nella maggior parte dei casi gli stalker sono ex-partner che agiscono per recuperare il rap-porto precedente o per vendicarsi per essere stati lasciati. I partner gelosi o portati a con-trollare il proprio o la propria partner sono più inclini a porre in essere condotte di stalking, sebbene anche persone timide o con difficoltà relazionali possono mettere in atto comporta-menti di stalking.Alcuni stalker prendono di mira conoscenti, o anche sconosciuti per stabilire con loro una re-lazione sentimentale. Una parte di questi sog-getti ha semplicemente gravi difficoltà nell’in-staurare una relazione normalmente.Altri, invece, possono soffrire di gravi distur-bi mentali che li inducono a credere con con-vinzione all’esistenza di una relazione, che in realtà non c’è, o comunque alla possibilità di stabilirne una.Altri stalker molestano persone conosciute o sconosciuti allo scopo di vendicarsi per qual-che torto reale o presunto.Altri ancora mettono in atto condotte di stal-king (soprattutto pedinamenti) nelle fasi pre-paratorie di un’ aggressione di solito di tipo sessuale. Questi stalker sono rari e in tali casi la vittima può non rendersi conto di ciò che sta accadendo.
TIPI DI STALKERGli esperti che si occupano di stalking suddi-vidono gli stalker in alcune differenti tipologie, in relazione al precedente rapporto con la vitti-ma, al motivo sottostante lo stalking ed al fat-to che l’autore manifesti o meno un disturbo mentale. 1) Il primo tipo di stalker è un ex-partner re-spinto. La vittima e lo stalker hanno avuto in passato una relazione sentimentale che si e conclusa. I motivi del comportamento dello stalker sono riconducibili al desidero di rial-lacciare la relazione o al tentativo di vendicarsi per essere stati respinti. Questo tipo di stalker puo essere molto insistente ed intrusivo. Lo stalking rappresenta una modalità di mante-nere in vita il rapporto per quegli stalker che sono rimasti invischiati nella relazione, e su cui riversano la propria rabbia. Non sono infre-quenti storie di violenza nei confronti del part-ner durante la relazione che continuano anche dopo la rottura. Una parte di questi stalker è caratterizzata da marcate anomalie caratte-riali, dipendenza, tratti narcisistici o paranoici e/o abuso di sostanze. Possono essere presen-ti anche veri e propri disturbi mentali. 2) Il secondo tipo è lo stalker in cerca di inti-mità che indirizza i suoi sforzi nel tentativo di costruire una relazione con una persona che lo attrae o che egli ritiene sia innamorata di
lui. Si tratta di stalker molto insistenti nei loro approcci con la vittima perché pensano che la vittima cederà se ci mettono abbastanza im-pegno. Il rischio di violenza non e immediato, ma aumenta con il passare del tempo. Spesso questi stalker non hanno avuto precedenti re-lazioni e sono piuttosto soli. Possono presen-tare disturbi mentali abbastanza variegati che vanno dalla schizofrenia al disturbo di perso-nalità narcisistico, al delirio erotomanico. Le sanzioni penali non si rivelano molto efficaci con questo tipo di stalker che può interpretarle come una prova da superare per dimostrare la propria devozione invece di esserne dissuasi.3) Un altro tipo di stalker è il corteggiatore ina-deguato che desidera instaurare una relazione sentimentale. Si tratta di persone incapaci di stabilire una relazione, che sono spesso anche incapaci di accettare un rifiuto. Sovente met-tono in atto condotte di stalking nei confronti di più vittime e cercano un nuovo bersaglio ogniqualvolta non hanno successo con quello precedente. Questo tipo di stalker può diven-tare violento quando la vittima gli oppone re-sistenza. 4) Lo stalker rancoroso è motivato dal deside-rio di vendicarsi e di creare paura e tensione nella vittima, percepiscono se stessi come vittime che devono difendersi contro presunti persecutori ed invariabilmente si sentono giu-stificati nel proprio comportamento. Talvolta la vittima è vista come un simbolo delle perso-ne che hanno tormentato ed umiliato lo stal-ker in passato e pertanto spesso viene scelta in maniera casuale. In alcuni casi lo stalker può diventare violento e può presentare alcu-ni disturbi mentali come un disturbo di per-sonalità paranoide, un disturbo schizofrenico o delirante. Questi stalker presentano alcune somiglianze con i querulomani, che sporgono continuamente denunce infondate.5) Lo stalker predatore è quello che si prepara ad un’aggressione sessuale nei confronti del-la vittima e mette in atto un’ampia gamma di comportamenti. Non fa che pensare ossessiva-mente alla vittima in termini sessuali, e diven-ta violento solo a distanza di tempo. Gli stalker di questa categoria sono rari e mostrano pro-blemi di autostima, nel funzionamento sociale e nelle relazioni sessuali.
Le canzoni popolari, l’opera lirica, le soap opera, i film più acclamati esaltano esempi di amori immaturi, non ricambiati o sofferenti. Da questi modelli culturali continuiamo a sentirci ripetere che la profondità dell’amore si misura dalla sofferenza. Quando un cantante canta la sua incapacità di smettere di amare qualcuno noi percepiamo l’autenticità dell’amore e ac-cettiamo che la predisposizione a soffrire per amore sia un attitudine positiva, persino ne-cessaria per vivere il vero amore. Chissà, forse prendere coscienza del reale amore potrebbe quanto meno aiutare a preve-nire tanti eventi spiacevoli. Ma questa è solo una provocazione che meriterebbe un ampio spazio di dissertazione. n
Si organizzano gruppi di auto mutuo aiuto per le vittime di stalking.Per info mail: [email protected] - Cell.: 393.05.97.998
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Frinco, il parrucchiere bergamasco che ballava il Boogie Woogiedi Laura Generali
Gianfranco Donati, alias Frinco - nome
che deriva da un personaggio dei fu-
metti degli anni Quaranta – nasce
nel ’33: sono gli anni postbellici,
quando nei locali impazza la Boo-
gie mania. La gente impazziva per quel tipo di
danza: si ballava per le vie, nelle piazze e so-
prattutto nelle sale da ballo. A Bergamo, in via
Tasso, la sala da ballo “Estiudentina” era il lo-
cale più frequentato dalla gioventù dell’epoca
che ballava il boogie woogie al ritmo scatenato
di Glen Miller. Il giovane Frinco, ad appena 12
anni, accompagnava le due sorelle nel dancing
club di via Tasso. “Vedevo i ballerini esibirsi in
veroniche e salti mortali – ci racconta Donati
– e ne rimasi subito attratto. Quando tornai
a casa chiesi alle mie sorelle di insegnarmi i
passi base del Boogie”. Durante una vacanza
fuori Bergamo, Frinco alloggiò nei pressi di un
reparto di soldati americani che durante il tem-
po libero si divertivano a ballare il Boogie Wo-
ogie. “Ballavano meravigliosamente il Boogie
a c r o -
batico – con-
tinua – e chiesi ad un militare di
poter partecipare. Questo, sorpreso e diverti-
to, acconsentì. Alla fine, diventai la mascotte
degli americani: a loro dire avevo un talento
innato!”. All’età di 17 anni Frinco parte per la
base di Venezia, arruolato in marina militare,
un periodo durante il quale incontra ballerini
americani e li prende ad esempio. Rientrato
a Bergamo, Donati inizia a lavorare nel salo-
ne dei genitori come parrucchiere durante il
giorno mentre, la sera, frequenta tutti i locali
più alla moda di Milano. Un giorno, mentre
lavora come parrucchiere in un negozio mi-
lanese, il direttore lo convoca e gli comunica
che sarebbe arrivata una cliente molto specia-
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le, una ballerina classica. Compito di Frinco
sarebbe stato acconciarla. “Improvvisamente
sentii che la terra mi mancava da sotto i pie-
di – ci racconta Donati – perché il mio sogno
era proprio diventare un ballerino di danza
classica! Allora, però, erano tempi diversi e le
étoile erano considerati “diversi”, cosa che io
non ero. Avevo paura di essere deriso e tratta-
to male”. La ballerina divenne poi una cliente
abituale e amica del danzatore orobico, tanto
che questi le rivelò il suo sogno, con gran di-
vertimento da parte di lei. Frinco non demorde
e inizia a frequentare un corso. di danza clas-
sica. Nel tempo, Frinco partecipa a oltre 200
gare di danza da sala, vincendole quasi tutte.
Uno degli episodi che Donati ama ricordare è
il suo stage di danza al Broadway dance cen-
ter di New York, dove si allenava in quel tem-
po anche la leggenda del ballo Nureyv. Frinco
lo vuole vedere e quando Nureyev scopre che
questo ballerino è di Bergamo incontrandolo
gli dici che: “Voleva che portassi al suo fisiote-
rapista – bergamasco – un messaggio, perché
non riusciva a mettersi in contatto con lui”,
ci spiega Donati. “In cambio mi chiese cosa
poteva fare per me. Gli dissi che volevo una
sua camicia e una lezione di danza. Mi rispose
che non era possibile allenarsi insieme, ma mi
propose di tornare il giorno seguente. La notte
non riuscii a dormire per l’agitazione. Il gior-
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no dopo andai alla scuola di ballo, Nureyev
non c’era ma mi aveva lasciato la sua cami-
cia. Il custode mi disse che Nureyev mi aveva
visto ballare e aveva esclamato ‘Ah, però!’”.
Oggi Frinco ha 77 anni e la danza continua
ad essere la sua ragione di vita. Il suo tempo
libero Frinco lo trascorre sulle piste da bal-
lo, “specialmente al Bobadilla, che frequen-
to ininterrottamente da 35 anni ed è, a mio
parere, la migliore discoteca della Lombardia
e forse anche di tutta Italia. Sulle loro piste
ballo danza classica, memore delle mie tra-
scorse frequentazioni di balletto. Nonostante
possa sembrare strano che in discoteca si
balli la morte dei cigni, io continuo a ballare
così. Credo si balli così anche in Paradiso!”. n
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La montagna torna protagonista anche
quest’anno con Orobie Film Festival, il Festival
Internazionale del Documentario di Montagna
e del Film a Soggetto, organizzato dall’Asso-
ciazione Culturale “Montagna Italia” e Teami-
talia. hanno deciso di promuovere. La deci-
sione di promuovere il festival, giunto alla IV
edizione, nasce dalla consapevolezza che le
Alpi Orobie e le montagne della Lombardia
costituiscono uno dei più grandi e ricchi spa-
zi naturali dell’arco alpino, un meraviglioso
habitat naturale ed un fecondo territorio eco-
nomico, culturale e ricreativo nel cuore della
Lombardia.
L’«Orobie Film Festival», in programma dal 6
al 13 febbraio al Centro congressi Giovanni
XXIII con il sostegno di Regione, Comune e
Provincia di Bergamo e con il patrocinio della
Presidenza della Repubblica si chiuderà con i
Gran galà Internazionale della Montagna, sa-
bato 13 febbraio alle ore 20.30. L’evento sarà
l’occasione per la consegna ufficiale dei premi
del Festival ai registi dei film vincitori.
Saranno centociquanta i film in concorso, tra
corto e lungometraggi, presentati da case di
produzione e registi provenienti da ben 23 na-
zioni, suddivisi in tre sezioni:
LE OROBIE E LE MONTAGNE DI LOMBARDIA
Promuovere le Alpi e Prealpi Orobiche e le bel-
lezze della Lombardia, per una migliore co-
noscenza del territorio, della sua storia, della
sua cultura, dei suoi paesi e delle persone che
lo vivono. Possono partecipare documentari
e film a soggetto aventi come tema la valo-
rizzazione di tutto l’arco delle Alpi e prealpi
Orobiche.
Orobie Film Festival, la montagna sul grande schermo
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PAESAGGI D’ITALIA
Valorizzare il grande patrimonio italiano in
tutti i suoi aspetti alpinistici, storici e natu-
ralistici. Possono partecipare documentari e
film a soggetto aventi come tema la promo-
zione del patrimonio alpinistico, naturalistico,
storico e delle tradizione dell’Italia.
TERRE ALTE DEL MONDO
Promuovere il vasto patrimonio naturalistico,
alpinistico e delle tradizioni delle montagne
di tutto il mondo. Possono partecipare docu-
mentari e film a soggetto aventi come tema
la scoperta e la conoscenza delle terre alte
di tutto il mondo, con particolare attenzione
all’alpinismo e all’ambiente.
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Orobie Film Festival, la montagna sul grande schermo
Inoltre, Orobie Film Festival prevede un concor-
so fotografico e cinque premi speciali “Monta-
gna Italia 2010” che andranno all’alpinista Si-
mone Moro; al segretariato permanente della
Convenzione delle Alpi; alla presidente del Cai
Lombardia, Renata Viviani; alla trasmissione
Rai “Dreams Road” e allo skyrunner Paolo
Goti. L’ingresso alle proiezioni è gratuito. Pre-
siede la giuria il giornalista e direttore di Qui
Touring, Piero Carlesi. La serata inaugurale si
svolgerà sabato 6 febbraio alle 20,00. n
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di Dott. Emanuele Lumini
Il mercato lacerato dalla crisi sta facendo
emergere nuovi profili di consumo pertanto le
aziende devono approcciare a questo nuovo
contesto attivando nuovi beni o nuovi servizi.
Le aziende che saranno in grado di cogliere
tali istanze per prime potranno ottenere im-
portanti vantaggi competitivi.
Per sviluppo del prodotto può intendersi sia il
lancio di un prodotto che rappresenta l’esten-
sione della linea di prodotti già esistenti , sia
il lancio di un prodotto non collegato alle linee
esistenti ma rivolto allo stesso target di mer-
cato [es. prodotti complementari].
L’ estensione della linea rappresenta l’aggiun-
ta in una gamma di altri prodotti con diffe-
renze contenute [ nuove caratteristiche , nuovi
materiali …]
Questa strategia è la prima ad essere utiliz-
zata dalle imprese in cerca di incrementi di
fatturato perché consente di realizzare il
massimo dei risultati al minimo sforzo. In tal
modo infatti generalmente si riducono i tem-
pi di lancio, di sviluppo e di familiarità con il
consumatore.
Un aspetto importante dell’estensione della li-
nea è la direzione, che può essere ascendente
o discendente a seconda che implichi l’inseri-
mento di prodotti a più alto prezzo e più pre-
stigiosi ovvero prodotti di prezzo più contenu-
to . In una fase di crisi economica come quella
che stiamo vivendo, le scelte di “allungamento
verso il basso” risultano più sostenibili. Con-
siderando i bisogni generalmente si assiste
ad un passaggio da una categoria superiore a
quella inferiore.
E’ possibile individuare tre categorie di nuovi
prodotti :
1.prodotti realmente innovativi e unici [merca-
ti e prodotti nuovi];
2.prodotti sostitutivi di altri già esistenti sul
mercato;
3.prodotti imitativi, che hanno la caratteristi-
ca della novità per l’azienda ma non per il
mercato.
Si analizzano ora le fasi principali da seguire
nella creazione e nel lancio di nuovo prodotto.
Creare nuovi prodotti:ricetta per ringiovanire l’impresaCrisi a parte , ogni azienda deve potenziare il portafoglio prodotti, trovare nuove soluzioni distributive altrimenti la formula d’impresa invecchia.
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Ricerca delle idee
Vi sono sostanzialmente due metodologie per
generare nuove idee : quella basata sui grup-
pi di creatività basati solitamente su intuito
e immaginazione e quella fondata sui metodi
funzionali che studiano i prodotti allo scopo
di individuare possibili miglioramenti. Tra
quest’ultimi, il metodo più utilizzato è l’elen-
co degli attributi , si stabiliscono una lista dei
principali attributi e caratteristiche di un pro-
dotto e si studiano con potenziali consumatori
nuove combinazioni attributi [ ad esempio tro-
vando altri usi ad un prodotto già esistente].
Selezione delle idee
In tale fase vengono eliminate le idee ed i pro-
getti meno utilizzabili oppure più difficilmente
realizzabili selezionando quelli che meritano
analisi più approfondite.
Formulazione del concetto di prodotto
E’ il passaggio fondamentale in base al quale
una nuova idea viene tradotta in una definizio-
ne più puntuale , tecnica ed operativa che rap-
presenta il concetto di prodotto. Si tratta in
pratica di rendere operativa la nozione di pro-
dotto. In tale fase va definito anche il Benefit
cioè la promessa che il prodotto fa al mercato
[ Es. lo shampoo che combatte la forfora].
Analisi di mercato ed economico – finanziaria
In tale fase l’impresa deve operare un’analisi
del potenziale posizionamento competitivo,
valutando anche i concorrenti. Viene poi fat-
to un test di mercato al fine di sperimentare
un’azione di marketing.
Se dopo queste verifiche appare interessan-
te continuare è necessario andare a valutare
gli aspetti economici del prodotto. Si valute-
ranno i costi fissi e quelli variabili tenendo in
considerazione diverse ipotesi di volumi con
altrettante ipotesi di investimenti pubblicitari
e marketing. La stima dei volumi di vendita
si fonda su ipotesi che sono di difficile elabo-
razione [in misura ancora maggiore tenendo
conto che si tratta di un prodotto ancora non
esistente].
L’analisi economica deve fondarsi su dati pre-
visionali a tre/cinque anni con particolare at-
tenzione alla determinazione del break-even
point cioè le unità di vendita necessarie a co-
prire i costi totali.
Piano di lancio
E’ una fase molto delicata finalizzata a dare vita
a tutta la struttura commerciale, distributiva e
di comunicazione dell’impresa. In particolare
si procederà a gestire il lancio per stimolare la
prova ed il riacquisto ed a raggiungere rapida-
mente la copertura distributiva.
Creare nuovi prodotti:ricetta per ringiovanire l’impresa
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1 Partner: Studio Lumini consulenza societaria, tributaria ed aziendale www.studiolumini.it
Possiamo aggiungere in particolare che gli
studiosi dei comportamenti dei consumatori
in questa fase di crisi stanno evidenziando
delle specifiche che stanno emergendo:
tendenza al risparmio;
riduzione degli acquisti compulsivi;
modifica del rapporto con la merce;
modifica della visione della qualità;
E’ evidente che dinnanzi alla crisi le persone
hanno reagito in modo diverso il comune de-
nominatore in termini di tendenza al consumo
è il seguente :
1.scetticismo [mancanza di fiducia del consu-
matore ];
2.ricerca del risparmio [la ricerca del massi-
mo al minor prezzo];
3.autarchia: è forse la tendenza più innova-
tiva , il consumatore diventa produttore. Le
aziende stanno puntando a far diventare sem-
pre più produttore il consumatore. Stanno fio-
rendo le attività di giardinaggio, carpenteria
casalinga, cucito e uncinetto. Sono centinaia
le aziende che stanno seguendo e galoppando
questa tendenza che si fonda sul concetto di
lasciare sempre più partecipare il consumato-
re al processo produttivo. Alla fine chi conosce
i gusti del cliente meglio di se stesso?
Sul sito di MyMuesli.com è possibile mixare
i cereali scegliendo la colazione ottimale, su
cinque basi diverse di muesli si possono abbi-
nare più di settanta ingredienti aggiuntivi fino
ad arrivare a miliardi di combinazioni possibi-
li per la colazione.
L’analisi dei cambiamenti dei trend dei consu-
matori consente alle aziende di poter sfruttare
le tendenze a proprio favore lanciando e cre-
ando prodotti per assecondarle. n
Creare nuovi prodotti:ricetta per ringiovanire l’impresa
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TEST&THE CITY
A tu per tu con le stelle di casa nostraLuca Viscardi
di Glenda Manzi
Ha incontrato Mick Jagger e Stevie Wonder, si è
quasi innamorato della bella Sade e avrebbe tanto
voluto conoscere Michael Jackson. Adora Bergamo,
anche se inizia a stargli un po’ stretta, e pensa che
la radio dovrebbe essere più glocal. Parola di Luca
Viscardi, nome d’arte -che il nonno ancora non gli
perdona- di Gianluca Vegini, una delle voci storiche
della radiofonia italiana e direttore dei programmi di
Radio Number One, dove ogni mattina dalle 9 alle 12
diventa uno de «Gli Inaffidabili», al fianco di Grant
Benson.
Come nasce la sua passione per la radio?
Da bambino mi divertiva moltissimo ascoltare la ra-
dio in onde medie, nelle lingue più disparate; la mia
preferita era Radio Luxemburg, che di notte trasmet-
teva in inglese. Era come ascoltare le radio private
straniere, e alla fine degli anni Settanta quello era
l’unico mezzo per farlo.
Come ha trasformato la passione in professione?
Avevo quindici anni e mi trovavo in vacanza sul lago
di Garda. A due passi da casa di mia nonna c’era
una piccola radio, Radio Delta, e un giorno mi pre-
sentai dicendo che volevo fare il disc jockey. Cerca-
rono di liquidarmi ma quando mi dissero che le loro
trasmissioni iniziavano alle sette del mattino io mi
imposi dicendo: «Bene, io vengo alle sei». Fu la mia
prima esperienza radiofonica.
Poi è arrivata RTL 102.5.
Sì, ho avuto la fortuna di trovarmi nel posto giusto
al momento giusto e di entrare nel nucleo di fon-
dazione di RTL. Ci sono rimasto per quasi vent’an-
ni, in quella che reputo la sua stagione più bella e
avvincente. Partire da zero con un ritardo di quasi
quindici anni rispetto alle altre radio private e copri-
re il gap nel giro di cinque o sei anni è stato davvero
entusiasmante.
Conclusa l’esperienza con RTL nel 2006 è passato
a Play Radio, la radio del gruppo Rcs (ora Virgin
Radio, ndr), dove era direttore dei programmi.
L’idea iniziale di Play Radio era qualcosa di molto di-
verso da come poi gli ascoltatori l’hanno conosciuta:
doveva essere la radio del «Corriere della sera», una
radio che facesse tanta informazione, in modo fles-
sibile, moderno e aggressivo, sulla scorta delle news
talk americane ma con l’aggiunta della musica. Era
una formula straordinariamente forte, che purtrop-
po però è stata abortita immediatamente.
Finita quell’avventura le è stata offerta la direzione
dei programmi di Radio Number One.
Sì, questa è una dimensione radiofonica molto inte-
ressante e stimolante, lavoriamo secondo il principio
del glocal, cercando cioè di costruire un progetto di
comunicazione che abbia standard elevati e globali
ma contenuti strettamente correlati al territorio. In
Italia si ha la tendenza a spingere verso il prodotto
nazionale e a comprimere quello locale, che invece
è fondamentale.
Ora che è direttore la diverte ancora andare in
onda?
Sì, molto. Anche se ogni tanto mi domando se sia
ancora il caso di fare questo genere di programmi,
di grandissimo cazzeggio. I miei gusti sono cambia-
ti: se una volta il mio conduttore preferito era Alber-
tino oggi è Giuseppe Cruciani di Radio24.
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Mentre se ne va in macchina da Radio Number
One, le capita mai di fare un salto sentendo in onda
qualcosa che non va?
Tutti i giorni, e chiamo istantaneamente (ride). So-
prattutto trovo fastidiosa l’autoreferenzialità, sono
convinto che la radio debba dare informazioni utili e
arricchire l’esperienza dell’ascoltatore. A volte, inve-
ce, si ha la tendenza a scherzare in onda sugli affari
privati, rischiando di annoiare.
Cosa ascolta alla radio?
Moltissima informazione, mi piace la radio parlata
perché, ormai, per la musica c’è l’i pod. Credo che
la radio dovrebbe ricominciare ad aiutare gli utenti a
scoprire la musica e fare attività di scouting, invece
mi sembra che si suonino solo le cose che gli utenti
conoscono già.
Hai incontrato moltissimi big della musica interna-
zionale. Uno antipatico, qualcuno che l’ha delusa?
È capitato di incontrare in passato artisti italiani che
si sono comportati in un modo un po’ arrogante,
mi vengono in mente Umberto Tozzi e Francesco De
Gregori, che non traboccano di simpatia.
Uno invece che ha confermato di essere un
grande?
Stevie Wonder, fantastico. E Mick Jagger, un perso-
naggio dotato di un carisma ma anche di un’educa-
zione e una professionalità che sono semplicemente
incredibili.
La cantante che le ha tolto il fiato?
Ho avuto una folgorazione per Sade, ho trascorso
un paio d’ore con lei per un’intervista e mi ci sono
voluti cinque giorni per riprendermi. Era stupenda,
educata, intelligente, stimolante. E trovo bellissima
anche Alicia Keys, secondo me l’artista più interes-
sante del momento. Qualcuno lo chiama l’X Factor,
io lo chiamo il dono: qualunque cosa sia, lei ce l’ha.
L’artista che non hai mai incontrato e per cui fareb-
be carte false?
Paul Mc Cartney. E anche se ormai per questa vita le
opportunità sono finite, Michael Jackson: un grande
artista che ho sempre trovato ingiustamente mal-
trattato dai media.
Luca Viscardi
"Cornai Divino" nasce dall'incontro della giovane Marzia Brambilla e i soci Romolo Monteverdi srl, so-cietà d'importazione e distribuzione esclusiva di vini internazionali su tutto il territorio Italiano.Elemento propulsore che ha accomunato ed unito le due parti è la "passione" per il mondo ricco di fascino e tradizione come quello del vino.L'enoteca sita in Damine, inizial-mente nota come show room del commercio all'in-grosso, è poi diventata ufficialmente dall'aprile 2009 il punto di riferimento di molti appassionati di prodotti artigianali e di nicchia, nonchè di giovani curiosi ed alla ricerca di qualcosa di nuovo.I vini offerti sono mol-teplici e di diversa provenienza: Italiani e Stranieri dal mondo.La Cornalidivino è in grado di offrire ai propri clienti tutta una serie di servizi accessori, quali ad esempio: Realizzazione e spedizioni di confezioni regalo personalizzate; Consulenza nella preparazione di carte vini; Degustazioni mirate e personalizzate; Or-ganizzazioni di serate a tema con assaggio e presen-tazione dei prodotti; Assistenza nell'organizzazione di ricevimenti e feste private. Questa in poche parole è CORNALIDIVINO una società nata dalla grande pas-sione per il bello e per il buono e che invita a.....non fermarsi mai al primo assaggio!!
VIA J.F. KENNEDY, 30 - 24044 DALMINE (BG) Tel. e FAX 035 373129 [email protected]
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"Cornai Divino" nasce dall'incontro della giovane Marzia Brambilla e i soci Romolo Monteverdi srl, so-cietà d'importazione e distribuzione esclusiva di vini internazionali su tutto il territorio Italiano.Elemento propulsore che ha accomunato ed unito le due parti è la "passione" per il mondo ricco di fascino e tradizione come quello del vino.L'enoteca sita in Damine, inizial-mente nota come show room del commercio all'in-grosso, è poi diventata ufficialmente dall'aprile 2009 il punto di riferimento di molti appassionati di prodotti artigianali e di nicchia, nonchè di giovani curiosi ed alla ricerca di qualcosa di nuovo.I vini offerti sono mol-teplici e di diversa provenienza: Italiani e Stranieri dal mondo.La Cornalidivino è in grado di offrire ai propri clienti tutta una serie di servizi accessori, quali ad esempio: Realizzazione e spedizioni di confezioni regalo personalizzate; Consulenza nella preparazione di carte vini; Degustazioni mirate e personalizzate; Or-ganizzazioni di serate a tema con assaggio e presen-tazione dei prodotti; Assistenza nell'organizzazione di ricevimenti e feste private. Questa in poche parole è CORNALIDIVINO una società nata dalla grande pas-sione per il bello e per il buono e che invita a.....non fermarsi mai al primo assaggio!!
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TEST&THE CITY
Citazioni letterarie su Bergamo.
Ahia.
Riferendosi a Piazza Vecchia, chi ha scritto
«Non si può più toccare neppure una pietra,
sarebbe un delitto?»
Non lo so. Ma sono d’accordo con lui, se può
interessare.
Era Le Corbusier. Seconda citazione: «I colli di
Bergamo sono tra i luoghi più belli che abbia
visto?»
Luca Viscardi?
L’ha detto anche un certo Stendhal. L’ultima:
chi ha scritto, riferendosi a Piazzetta Terzi
«Uno degli angoli più belli d’Italia, una delle
molte piccole sorprese e gioie per le quali vale
la pena di viaggiare»?
Non lo so.
Hermann Hesse.
Bocciato, torno a vivere a Milano.
Lei è nato e cresciuto a Bergamo, per lavoro ha vis-
suto a lungo a Milano e a Roma e ora è di nuovo qui.
La metropoli le manca?
Confesso che inizio un po’ ad annoiarmi. Bergamo
è una città bellissima, straordinariamente vivibile. I
servizi non mancano e le cose funzionano bene ma
c’è una dimensione provinciale che mi annoia. Ci
sono pochi locali e il centro della città assomiglia
a un paesino, sarebbe ora di pensare a maggiori at-
trattive e divertimenti.
Per chiudere, quale colonna sonora consiglia per
San Valentino?
Il nuovo disco di Alicia Keys, «Elements of freedom».
È un vero capolavoro.
Luca Viscardi
VIA MAZZINI, 35 - DALMINE - TEL. 035 373045
ORARIO DI APERTURA- 07,00 - 22,00
- COLAZIONI
- PRANZI: PRIMI PIATTI
- VASTO APERITIVO DALLE 17,30 ALLE 20,00
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1 Nata in Francia, a vent’anni l’autrice è venuta a vivere in Italia dove, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo collage - Dans les coulisses... ed. Il filo -, ha iniziato a collaborare con la rivista BergamoUp senza abbandonare le sue passioni, insegna-re la propria lingua, viaggiare, dipingere e fotografare riflessi. Anche se, dalla pubblicazione di Se la donna fosse un elefante… ed. Miele, la scrittura occupa ormai un posto predominante nella sua vita. www.romanzocollage.it 2 Infatti è solo, tra ironia, confidenze, tentativi di erotismi e Exercices de style, una ricerca di cosa vuol dire essere donna e, forse plus encore, una ricerca di complicità tra uomini e donne3 Se la donna fosse un elefante... ed. Miele. É stato difficile riassumere tre capitoli in poche pagine, ma credo che fosse impor-tante provarci.4 http://www.aiutodonna.it/ - Tel.: 035. 212933 dal lunedì al venerdì 09.30 – 12.00 oppure mercoledì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00
L’origine stessa dell’associazione fa capire
quanta poca attenzione c’era per questo pro-
blema:
“È nata da un’indagine fatta sul territorio in
modo molto casalingo per capire se c’era il
problema della violenza, in particolare la vio-
lenza sulla donna e in ambito familiare; le isti-
tuzioni ne negavano l’esistenza. Forse perché
le donne non erano mai uscite allo scoperto
tranne rare eccezioni. Quindi interpellando
pronti soccorsi e servizi sociali abbiamo sco-
perto che i numeri c’erano - circa un centinaio
all’anno -, ma che non erano stati registrati.
Abbiamo allora seguito un corso di formazio-
ne finanziato dall’assessorato dei servizi so-
ciali di Bergamo prima di decidere di tentare
di scoperchiare questo fenomeno che rima-
neva tra queste quattro mura che dovrebbero
proteggere ben altro, invece proteggono que-
sta violenza che chiamerei vigliacca da parte
di uomini che fuori sono gentiluomini per di-
ventare dentro carnefici. Da subito un nostro
obbiettivo è stato la prevenzione, tentando di
promuovere un rispetto di sé e dell’altro. Per
esempio, essendo emerso un dato preoccu-
pante tra i ragazzi - una parte consistente tra
loro legittima una certa violenza per ottenere
qualcosa -, abbiamo fatto il giro delle scuole.
Ora interveniamo su richiesta perché non ab-
biamo sufficienti risorse per poterlo fare siste-
maticamente ogni anno. Però la prevenzione
ci sta molto a cuore, perché viste le cronache
è nostra premura cercare di arrivare prima
dell’assassino: in bergamasca [l’anno scorso]
sono otto le donne ammazzate dagli ex-mariti
o ex-fidanzati”.
“L’obiettivo principale di questo sportello
però è l’accoglienza. Vogliamo dar alle don-
ne un luogo dove lasciar il proprio calvario;
non è facile raccontare dieci o quindici anni
di soprusi, di maltrattamenti, di violenze per
lo più sempre nascoste, negate. Anche perché
le donne vengono destrutturate da questi at-
teggiamenti quotidiani che tolgono loro l’auto-
stima, da frasi ripetute quali: “Tu non capisci
niente. Non sai fare niente”. Soprattutto se c’è
una dipendenza economica e se la donna non
può rivolgersi alla famiglia d’origine per dire:
“Mi sta succedendo questo”. Anche perché da
L’otto marzo è alle porte e con lui la festa delle donne. Confesso che mi fa piacere quando persone
che stimo mi fanno gli auguri, con o senza mimosa, donna o uomo che sia. Ci vedo una condivisio-
ne di pensiero che è fondamentale per andare verso l’affermazione della pari dignità dell’essere
umano, indipendentemente dal suo apparato genitale. Ecco perché, dopo qualche esitazione, ho
deciso di rischiare di sembrare vanesia e soprattutto di snaturare un libro che non vuol essere
serioso2, riportandovi alcuni estratti del mio secondo Romanzo collage, Se la donna fosse un elefan-
te3, per portarvi Dans les coulisses di una violenza quotidiana, grazie ad un’intervista a Oliana e
Sara, presidentessa e volontaria della onlus Aiuto Donna - Uscire dalla violenza4.
Dans les coulisses...di Maryline JM-W1
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un lato nella mentalità bergamasca è ancora
molto presente l’idea: te lo sei scelto tu, te lo
tieni. Gli stessi parroci durante la confessione
lo dicono. Quindi queste donne non vedono
vie d’uscita. E d’altra parte lo sportello di un
servizio sociale non è adatto per raccontare le
sofferenze di una vita; ci si rivolge a questi ser-
vizi quando si ha già intenzione di denunciare
i fatti. Quindi Aiuto donna vuol essere il luogo
dove una donna impara a raccontarsi e forse a
prendersi in mano. Ecco perché ci riteniamo le
donne dell’accoglienza. In un secondo tempo,
se ce lo chiedono [Insiste su questa condizio-
ne perché loro si muovono solo su consenso
delle donne e garantiscono un anonimato as-
soluto], attiviamo percorsi di consulenza sia
legale, che psicologica per sostenerle.
[Voglio avere dati più precisi] Così
le chiedo quanti casi di violenze riscontrano
all’anno. “Allora... negli ultimi anni il numero
era di 110 casi annui, nel 2008 invece in dieci
mesi abbiamo raggiunto i 190 casi. [nel 2009
hanno ricevuto 212 nuove segnalazioni]. Però
è un fenomeno completamento sommerso,
queste sono solo punte che escono.”
Siccome il loro volantino è tradotto in diver-
se lingue, indago sulla percentuale tra donne
italiane e donne straniere. Senza esitare Olia-
na conferma i miei dubbi: le donne straniere
sono minoritarie, rappresentano “solo” il tren-
ta percento. “E queste straniere sono spesso
sposate ad un uomo italiano”- tenne a preci-
sare. Siccome intuì dove volevo portarla, con-
tinuò asserendo: “Sì lo so la gente pensa che
queste violenze avvengono principalmente tra
extra-comunitari o in realtà dove è presente
la droga, l’alcool, o la difficoltà economica, la
disoccupazione, ma la verità è che nella mag-
gior parte dei casi si tratta di un uomo che
fuori è “normale”, è simpatico, compagnone.
E attenzione lui gioca su questa dualità nei
confronti della donna perché lei è l’unica a ve-
dere questo suo lato. Per i parenti, gli amici,
lui, infatti, è insospettabile il più delle volte.
Ed è una realtà che abbraccia tutti i ceti so-
ciali dall’operaio, all’impiegato, fino all’alto
dirigente e il professionista. Ecco per esempio
chissà perché ci sono tantissimi casi di inse-
gnanti. [Non l’avrei mai neanche sospettato.]
È un fenomeno completamente trasversale”.
Prendo fiato sto per farle una doman-
da alla quale tengo molto perché credo che
sia uno dei punti più difficili di questa proble-
matica. Convinta che la violenza più ricorrente
sia quella psicologica, le chiedo quali sono le
diverse forme di violenze che incontrano. La
sua risposta è eloquente. Senza la minima
esitazione asserisce che : “La più subdola, la
più difficile da riconoscere e la più frequente
perché è presente spesso anche quando c’è
violenza fisica è la violenza psicologica. Ed è
una violenza terribile perché distrugge la don-
na”.
A questo punto voglio capire se la vittima si
accorge di subire una violenza. La risposta mi
deprime: “Quando è completamente distrut-
ta. Certo ci sono eccezioni, ci sono donne che
se ne accorgono prima che sia tardi, ma... il
problema è che quegli uomini riescono a con-
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Dans les coulisses...di una violenza quotidiana
vincere la donna che non vale nulla.” Qualcosa
dentro di me viene scosso da quest’afferma-
zione. Le chiedo se l’autostima non c’è più, o
se non c’era neanche prima, per “accettare”
tali violenze. “Per me c’era, ma viene scalfita
perché la donna si ostina a credere che può
salvare la sua relazione5. Il problema è che
accettare il fallimento è molto faticoso soprat-
tutto per una donna. Quindi continua a pensa-
re: il mio amore lo salverà.”
Il mio amore lo salverà... sono le parole esat-
te che ho pronunciato quando il medico ha
dimesso mio padre che stava morendo di un
tumore. Parole offuscate dalla disperazione e
in cui forse non crediamo neanche veramente,
ma alle quali ci si ancora per non affogare.
Oliana continua: “La donna è convinta che se
lei cambia, se sta attenta, allora lui sarà di-
verso. Ha bisogno di pensare che spetti a lei
tacere, sacrificarsi. E sono infinite le forme di
violenze subdole che vengono raccontate”.
[…] Cerco di fare mentalmente il punto
per non dimenticare nulla. Una cosa ancora
non le ho chiesto. Si dice che dietro ogni uomo
che picchia c’è un padre violento o una madre
che ha tollerato troppo, e che dietro ogni don-
na che sopporta c’è l’esempio materno; voglio
sapere se lo ha riscontrato anche lei.
“Gli studi portano a dire che i maltrattamenti
hanno radici nella famiglia nel 90 % dei casi
di violenze subite o inflitte. Si riconoscono e si
scelgono, carnefice o vittima che sia. Il fatto
è che sono donne che non sanno vivere sole,
hanno bisogno dell’altro per esistere. Accetta-
no anche rapporti sessuali che non desidera-
no per tenerlo in casa, per non subire le con-
seguenze di un rifiuto.”
Ma come se lo spiega questo bisogno? È un
fattore culturale?
“No, culturale non credo. Secondo me è un
non interrogarsi sul perché si ha questa esi-
genza. Perché penso che se ci si interrogas-
se fino in fondo si troverebbero sostituzioni a
questo genere di relazione. Certo è un lavoro
difficile da fare.”
Per poter far un tale lavoro non serve un’au-
tostima che forse manca? Sorrido e le chiedo
scusa se batto di nuovo lì, ma il dubbio in me
persiste.
“Sì, può anche essere un problema di carenza
di autostima iniziale, una dipendenza, un affi-
darsi totalmente all’altro e vivere solo per lui.
Però lui non può distruggere qualcosa che non
c’è. Quindi distrugge la tua autostima perché
c’era. Magari era fragile, ma c’era6. Comun-
que il lavoro che l’uomo fa per conquistare
queste donne, è veramente un inganno. Nei
racconti delle donne, il principe azzurro non
è nulla a confronto. Lui sembra il gentiluomo
perfetto: viaggi, inviti a cena, regali, attenzio-
ni, e poi, appena ti ha conquistata, appena si
sono sposati, alcuni addirittura già durante il
viaggio di nozze, cambiano”.
Le chiedo se ci sono frasi, pensieri ri-
correnti tra le donne vittime che si rivolgono a
loro.
5 Sospiro, chissà quante volte l’avrò vista, senza riconoscerla questa violenza subdola. Credo che il problema sia proprio quel-lo. Nessuno dice: attenzione questa è una violenza, non è sano e non potrai farci nulla. Anzi spesso credo che parenti e amici invitano alla “pazienza”. Anche perché, da fuori, lui non è così terribile e lei non va in giro con lividi sulla faccia. Gli ematomi dell’anima sono invisibili.6 Non lo dico ad alta voce, ma il pensiero mi ghiaccia il sangue. Ora che Oliana mi ha convinta che l’autostima c’era, la forza di distruzione di questi uomini mi sembra ancora più grande, più terribile.
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7 Perché per quanto ci sembra impossibile, la realtà è che può succedere a chiunque, anche a te che sei istruita e che hai un lavoro.8 A buon intenditore, arrivederci (poche parole). Nata nel xvii secolo quest’espressione è un invito alle persone che hanno colto il senso delle parole dette di agire e reagire. in questo caso è anche un invito a scrivermi, se avete delle quinte da svelare. Quindi vi lascio il mio indirizzo e-mail: [email protected]. E, per i più curiosi, le quinte di chi vi scrive le trovate sul blog del mio libro che si diverte a raccontarmi: http://milemary.blogspot.com/ o sul mio sito: www.romanzocollage.it .
“Tante, dopo averci raccontato le loro violen-
ze e essersi dichiarate pronte ad affrontare la
situazione, concludono dicendo: “Ma io non
voglio fargli del male” o “Voglio tenere mio
figlio, ma non voglio che si dica che è stato
un cattivo padre.” La cosa paradossale è che,
crescendo, i figli riversano la loro rabbia sulla
madre, giacché danno a lei la colpa per averli
tenuti in questa situazione.”
Sospiro. Sono esausta, tutto gira sempre at-
torno a quella benedetta sopportazione che
sembra perfino più intollerabile della stessa
violenza agli occhi dei figli.
Mentre ascolto Oliana ricordarmi che
la presenza dei figli è determinante per spin-
gere la donna a sopportare - perché secondo
lei è importante che lui abbia un padre -, mi
sorge una domanda alla quale non avevo pen-
sato fino ad ora: in una società come la no-
stra, come fa una donna a capire se quello che
vive in casa è una violenza psicologica? Così le
chiedo se esiste un decalogo, un qualcosa che
possa, leggendolo, permettere ad una donna
di dirsi: “Cavolo io sono in questa situazione,
e non è normale7”.
Ci ha raggiunta Sara che si scusa per gli im-
pegni che l’hanno allontanata più del previsto.
Oliana le lascia la parola.
“I campanelli sono tutte le manifestazioni
legate al potere maschile, al fatto che il tuo
compagno cerca di mantenerti in una situa-
zione di apparente [Sara trascina la parola
apparente] inferiorità. Quando pretende trop-
po di decidere della tua vita; quando tu non ti
opponi mai per timore delle reazioni perché le
hai già provate; quando malgrado tutto lo ami
- è l’istinto da crocerossina che ben o male è
in ogni donna ed è quello ti frega -; quando
lui pretende di avere dei rapporti sessuali che
tu non desideri; quando lui isola la coppia da
amici e parenti; quando controlla le spese che
fai; o/e quando usa violenze verbali del tipo:
sei stupida, non ce la puoi fare senza di me.”
Una volontaria ci fa segno che deve chiude-
re. Allora faccio la solita domanda finale: “C’è
qualcosa che vorreste aggiungere?”
Oliana conclude: “Più che altro vorrei lan-
ciare un messaggio di speranza, di coraggio
alle donne: è difficile, ma non è impossibile.”.
Sara fa l’ultima precisazione: “E agli uomini
chiederei l’umiltà di rimettersi in gioco”.
Quindi, come si dice dalle mie parti, à bon en-
tendeur, salut8.
L’associazione Aiuto Donna sta cercando del-
le volontarie. Per maggiori informazioni non
esitate a chiamare il 347 3455757. n
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Salottino Virtuale
1 Brillante e ricca di colpi di scena, La strana coppia è una delle commedie più esilaranti del drammaturgo americano Neil Simon, diventata celebre grazie al film del 1968 diretto da Gene Saks e che ha rappresentato la definitiva consacrazione del duo Jack Lemmon-Walter Matthau come perfetta e affiatata coppia comica del cinema americano. Nella versione al femminile scritta dallo stesso Simon nel 1985, troviamo Fiorenza che, lasciata dal marito, piomba, sull’orlo del suicidio, a casa dell’ami-ca Olivia, durante la consueta partita di Trivial Pursuit con le amiche. Fiorenza è il ritratto della perfetta donna di casa, moglie e madre impeccabile, ma piena di nevrosi. Olivia è divorziata, disincantata, terribilmente disordinata e sola. Nasce tra loro una convivenza strampalata, segnata da liti e complicità, che disegna un ritratto sferzante e irresistibilmente comico della vita matrimoniale. È una nuova produzione che rimarrà in città dal 9 al 14 marzo.
di Maryline JM-W1
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Tra i risultati dell’elezione del Berga-Maschio
ideale e Dans les coulisses… di una violenza
quotidiana, anche questo mese il tema del Sa-
lottino Virtuale si è imposto da solo. Il dolce e
travagliato rapporto tra uomini e donne. Se è
vero che, come tante abitanti di Venere, bramo
la pari dignità degli essere umani, vorrei pre-
cisare che non sostengo per nulla un femmi-
nismo separatista. Infatti, sono sinceramente
convinta che solo una complicità che vada al
di là di una distinzione basata sull’apparato
genitale ci porterà verso un rispetto delle no-
stre differenze. Ecco perché, a cavallo tra San
Valentino e la festa della donna, questo mese
ho invitato una maggioranza di uomini. Ave-
vo voglia della loro ironia, lieve e raramente
tagliente contrariamente alla nostra. Ma pri-
ma di lasciare la parola al grande fotografo-
testimone, Gianni Berengo Gardin, all’indu-
striale, Raffaello Melocchi e allo psicologo,
Achille Carrara, vorrei anche spiegarvi questa
scelta di dare la parole alle biblioteche. I libri
sono come gli amici; si scelgono per affinità
d’interessi, ce ne sono che ti fanno crescere,
altri che ti deludono, ma tutti sono preziosi
perché in sé sono esperienze di vita che per-
mettono di allargare il nostro orizzonte. Se poi
quest’amico si trova nel sistema bibliotecario
della città, allora diventa veramente accessi-
bile a tutti.
Ma siccome seri sì, ma seriosi mai, e perché
ogni occasione è buona per stare insieme,
eccomi di nuovo a proporvi di passare in re-
dazione (via Casalino 5h) per ritirare uno dei
cinque posti a teatro offerti ai lettori di Ber-
gamoUp. L’appuntamento questa volta è per
martedì 9 marzo al Teatro Donizetti alle ore
20:30 per la prima dello spettacolo La stra-
na coppia1 di Neil Simon - con due eccellenti
attrici nazionali, Mariangela D’Abbraccio ed
Elisabetta Pozzi, sotto la regia di Francesco
Tavassi - produzione Teatro e Società. n
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5 Tra i più noti fotografi italiani, Gianni Berengo Gardin è un testimone attento alla vita di tutti giorni. Ha già pubblicato 210 libri fotografici, tra i quali italiane ed. Ega, 50 anni di storia italiana al femminile.
Parola allaFotografiacon Gianni Berengo Gardin1
Femminilità? È un atteggiamento che ricono-
sco se lo incontro, ma ora che mi si chiede
di definirlo, la vista mi si annebbia. Se non
temessi di essere banale, direi che è il pro-
prio della donna. Ma non delle Veline dei vari
talk show in televisione che peccano per trop-
po esibizionismo, o di queste femministe ag-
gressive. Le donne normali sono femminili. O
meglio, qualcuna lo è, e qualcuna no. Ma non
saprei dire il perché. È una sensazione a pel-
le. Qualche cosa di misterioso, fatto di sorrisi
e di pudori come in questo scatto (Milano -
2006). Qualcosa di assolutamente spontaneo
che non si può costruire.
E, se osassi, aggiungerei che è una qualità in
via di estinzione. Forse anche per colpa di noi
altri fotografi che, per assecondare il mercato,
immortaliamo quei atteggiamenti ridicoli da
vamp, riducendo le donne a semplici oggetti. n
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Parola alla Paritàdi Achille Carrara1
Il 15 maggio 2009, Luisa, dirigente cinquan-
tenne in una multinazionale, viene accompa-
gnata nell’ufficio del direttore del personale
dove, alla presenza del suo diretto superiore,
le viene comunicato il licenziamento in tron-
co, con effetto immediato.
Le consegnano la lettera: “La situazione eco-
nomica ed aziendale ci ha indotti ad un pro-
cesso di riorganizzazione per ridurre i costi
della struttura. In questo contesto è stata
decisa la soppressione della Sua funzione e
poiché non ci sono altre posizioni inerenti alla
Sua professionalità, dobbiamo rescindere il
rapporto con decorrenza immediata. La rin-
graziamo per la fattiva collaborazione…”
Come si legge non c’è nessun addebito spe-
cifico e neppure verbalmente le viene fornita
una qualsiasi spiegazione, se non la necessità
di ridurre i costi di un’azienda in profitto, ma
che produce meno utili di quanto previsto.
Luisa era stata assunta, nel ruolo d’impiega-
ta, nel 1985 e lavorando con impegno s’è fatta
apprezzare tanto che aveva percorso varie tap-
pe della carriera fino alla nomina di dirigente,
in una funzione non direttamente coinvolta nel
business aziendale, quindi senza nessuna re-
sponsabilità diretta sui risultati economici.
In due minuti le è crollato il mondo; s’è trovata,
senza colpa e non più ventenne, letteralmente
sulla strada e completamente disorientata in
un momento di crisi economica internaziona-
le, come in un racconto Kafkiano... Libera da
impegni famigliari aveva dedicato le energie e
gli anni migliori a un’azienda che a distanza
di 24 anni la “ringrazia per la collaborazione”
e nello stesso tempo la invita a lasciare, nella
giornata, l’edificio. A poco valgono l’indenniz-
zo economico quando ti trattano come un “in-
granaggio di una macchina” o un costo.
In questo caso non c’è disparità donna-uomo,
come sappiamo la porta d’ingresso delle
aziende è stretta per le donne (non sia mai
che entri una signora incinta) e senza citare le
note statistiche, il percorso di carriera è diver-
so. Solo per il licenziamento il trattamento è
uguale, non conosce disparità. Lo stesso epi-
sodio è identico anche per gli uomini, cambia
solo il nome e il sesso.
Firmato un uomo, perché la parità non è solo
affare di donna. n
1 Psicologo del lavoro e Psicoterapeuta, opera nelle istituzioni e con gli individui, attivando un percorso finalizzato ad accom-pagnare le persone ad aiutare se stesse per conquistare un metodo di riflessione volto a riappropriarsi di tutte le proprie potenzialità. www.carraraachille.it
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di Raffaello Melocchi1
Parola al Verbo
Il mio compagno...
La mia compagna...
Non so voi, ma personalmente, sentendo que-
ste parole, provo la stessa sgradevole sensa-
zione di quando, a tavola, le punte della for-
chetta vengono fatte strusciare sul piatto.
D’istinto, qualcosa non mi torna.
“COMPAGNO” l’origine di questo sostantivo è
stupenda:
CUM «insieme, con» e PANIS «pane»
cioè “colui che mangia il pane con qualcun
altro”.
E’ evidente come oggi questo significato si sia
perso.
Si è modificato piuttosto in «Colui che si trova
insieme con altri in particolari circostanze».
Compagno di viaggio, di scuola, di gioco, d’ar-
mi, di bagordi, ecc.
Compagno di squadra se partecipa, alleato ad
altri, a una gara sportiva.
Compagno di fede, di sventura.
«Compagni» si chiamano tra loro - in Italia -
gli appartenenti ai partiti della sinistra.
«Compagno» si trova nella intitolazione di
società commerciali e industriali : Ditta … &
Co.
1 Di lui dice: “Termino nel non vicino 1964 le scuole medie inferiori. Sono stato uno dei pochi bambini che sanno perfettamen-te cosa faranno nella vita : il cuoco (o meglio : il grande chef!). Per coltivare la mia vocazione, papà, mamma, parenti tutti: “sei matto! ti iscriviamo subito all’ Esperia!” Divento un - poco entusiasta- perito meccanico. Comincio a lavorare in alcune medio-piccole aziende bergamasche: colpo di fulmine per questo lavoro per il quale, ancora oggi, non si è affievolita di un niente la passione e il divertimento (di certo, cominciare dopo qualche anno a lavorare nella piccola Officina che mio padre e mio zio avevano avviato, dare l’anima per farla crescere e plasmarla come io volevo, mi ha trasformato completamente). Accanto al lavoro e alla famiglia, pallavolo (ancora oggi, non lontano dai sessanta anni, insieme a una combriccola di vecchie glorie,ci scanniamo settimanalmente in scontri tanto improbabili quanto ferocissimi), montagna, e i miei grandissimi, indi-spensabili, compagni : i Libri. Poi, per non tradire la vocazione antica, pasticcio di tanto in tanto in cucina con sommo trasporto (mio; dei commensali un po’ meno)”
Ecco l’origine del mio disagio è qui: come è
che abbiamo smesso di chiamare la persona
che abbiamo scelto - e che ci ha scelto - con il
bellissimo «il mio uomo / la mia donna»?
Và da sé che altrettanto buoni suonano mari-
to/moglie.
E il dimenticato, affettuoso, moroso/morosa,
aferesi di Amoroso/Amorosa (ma, dio mio,
che figura da incolto paesano se a qualcuno
venisse ancora alle labbra!).
Leggo in questi giorni nell’ultimo libro di Ca-
millo Longone:
«Il mondo su poche cose è compatto come
nell’impegno a cancellare le prerogative virili»
e femminili, aggiungo io.
In questo impegno - in negativo ed esecrabilis-
simo - ci sta anche la rinuncia alla definizione
onesta, inequivocabile di «ol me om/la me fom-
la» (il mio uomo/la mia donna).
Il mio compagno/a li sento, insomma, come
roba per increduli (che non credono in quel-
lo che stanno vivendo) o accidiosi (che non
hanno voglia né coraggio per combattere per
quello che stanno vivendo). n
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Parola alle Bibliotechecon Il buio oltre la porta1
Una sera Alice si ritrova al pronto soccorso
priva di conoscenza, fatica a riprendersi e non
sa perché si trova lì. La dottoressa che l’assi-
ste le spiega che si è trattato di un incedente:
una motocicletta l’ha investita, ha battuto la
testa. Ci vorranno alcune settimane per rista-
bilirsi. È così che ha inizio il lungo cammino
verso la consapevolezza di sé, verso l’auto-
stima, un percorso solitario di cambiamen-
to profondo che la porta a vedere chi le sta
intorno con distacco, quasi come se volesse
allontanarsi da un sé nel quale non si ricono-
sce più. Settimane di convalescenza fatte di
solitudine e insofferenza verso chi la distoglie
dal lungo meditare sulla sua vita di madre, di
moglie irreprensibile di un uomo affermato e
di successo. La patina della famiglia felice-
mente perfetta è incrinata da una piaga sem-
pre aperta: l’impossibile riconciliazione con
un marito violento che passa da atteggiamen-
ti amorevoli, quando la coppia è in società, a
momenti di brutale violenza fisica e psicologia
che annientano la donna e minano irrimedia-
bilmente il rapporto di coppia. Alice inizia a
scrivere un diario al quale rivela i momenti più
difficili della sua vita, raccontando finalmente
1 Di Nicoletta Sipos, Sperling & Kupfer, 2009, 251 p. - Il libro è disponibile presso le biblioteche del Sistema bibliotecario urbano di Bergamo e della Provincia di Bergamo dove si possono reperire testi per l’approfondimento sul tema della violen-za domestica.
cosa succede quando la porta della stanza da
letto si chiude: insulti, schiaffi, pugni fino allo
sfinimento di entrambi e talvolta alla perdita
di conoscenza della donna. Pagina dopo pagi-
na Alice trova la forza di reagire alla violenza,
scegliendo la via dell’indipendenza e deciden-
do di approfittare di un’offerta di lavoro part-
time in una palestra di yoga. Scelta osteggiata
dal marito e avversata dalla sua famiglia ma
radicale e necessaria come la cesura finale
che conduce la donna ad andarsene di casa,
non solo per fuggire da un incubo ma per il
bene suo, dell’uomo che ha amato con tutto il
cuore e per il bene dei figli che, ormai cresciu-
ti, non possono più essere tenuti all’oscuro
di cosa accade fra i loro genitori. La storia di
Alice, nel libro, si chiude così ma certo il suo
cammino sarà lungo e difficile come quello di
tutte le donne che subiscono o hanno subi-
to maltrattamenti sotto il tetto domestico ed
è proprio per questo che l’autrice sceglie di
chiudere con un elenco dei centri di aiuto per
donne che si trovano nella stessa condizione
di Alice cui si possano rivolgere in caso di aiu-
to e con l’invito a non arrendersi alla paura e
all’impotenza. n
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Un noir inedito1
1 Negli episodi precedenti: La morte sospetta del vecchio preside di un noto liceo di Bergamo manda nel panico i cittadini di Roncola. Il commissario Gribaudi della questura indaga tra gli abitanti del paese, che si sono chiusi in un mutismo inspiegabi-le. La signora Tilde, ex allieva del professore Ruggeri, si trasferisce a San Pellegrino per incontrare l’anziano ormai in pensione. Sono passati trent’anni dall’ultima volta che si sono visti. Il professore non la riconosce, e la invita a casa sua, per il piacere subdolo della donna. Le propone di occuparsi della casa come governante, insistendo che si trasferisca a casa con lui. Dopo un finto dubbio, la donna accetta.2 Scrittore e sceneggiatore teatrale, televisivo e cinematografico. Tra le varie opere e riconoscimenti di Antonio G. D’Errico si segnalano due lavori diversi per dare un’idea della vastità dell’opera di quest’artista. Il suo ultimo lavoro, il thriller ambientato nella Bergamasca, il Discepolo - ed.Frilli (classificato, alla votazione della giuria popolare, al terzo posto del premio Scerba-nenco, edizione 2008) che s’ispira al mondo dei giovani, e in particolare al mondo nascosto delle sette sataniche. E un lavoro realizzato con Donato Placido, attore e poeta, fratello del più noto attore e regista Michele Placido, “Montalto. Fino all’ultimo respiro, diario sentimentale” (Giuseppe Laterza Editrice, dicembre 2000) Premio Pavese, edizione 2002, e Premio città di Monteverde, V edizione, estate 2001. Dal cui romanzo è stato tratto un film sul caso “Montalto”, il giovane agente di polizia penitenziaria ucciso nella campagna di Trapani la sera del 23 dicembre 1995, vittima di un agguato mafioso. Per i più curiosi ecco il suo spazio nell’etere: http://www.myspace.com/antoniogderrico
4
La stanza da letto era un altro inno all’inutili-tà, come il resto della casa. Tilde rimise ordine nell’armadio, come meglio poté. Era pieno di vestiti sbiaditi e impolverati, che erano appar-tenuti certamente alla moglie del professore, il cui ritratto era stato riposto, con l’immagine rivolta contro il pannello posteriore del mobi-le, al suo interno, coperto da una catasta di maglioni di lana ingialliti e dalle sete sfibrate di tailleur e tessuti che penzolavano con svo-lazzi e increspature, deformati da pieghe inci-se nella trama come profonde ferite, alle quali era impensabile porre alcun rimedio. Liberò gli spazi da quel carico privo di speranze di un recupero, irrimediabilmente compromesso anche nella sua possibilità di riuscire a susci-tare un leggero fremito di nostalgia per una bellezza di cui si era persa ogni traccia, e lo chiuse definitivamente dentro il cartone di ca-pienti scatoloni da imballaggio, assegnando loro un posto definitivo nell’umidità della can-tina, dove l’aggressione delle muffe avrebbe portato a termine l’opera di demolizione.Il professor Ruggeri era contento di quel cam-biamento che aveva rivoluzionato completa-mente l’atmosfera della casa, e più di tutto era felice per aver ritrovato un entusiasmo e una condizione interiore notevolmente rinno-vati. Il suo piacere era vivido e materiale, qua-si fosse materia e sostanza palpabile. Mai più, alla sua età, avrebbe sperato di rivivere una gioia così intensa. Era rimasto impressionato positivamente quando Tilde gli aveva confer-mato di accettare la proposta di trasferirsi da lui, e adesso che era a casa l’impressione si era trasformata in esaltazione meravigliosa. La guardava mentre si adoperava per ripuli-
re quegli angoli che da anni non avevano più ricevuto la morbida carezza di uno straccio. La osservava mentre si abbandonava al pia-cere del divano, dopo che aveva sudato tutto il giorno per ridare lustro a marmi e specchi. Udiva i suoi sospiri e godeva di un’altra gioia improvvisa e inaspettata.Trascorreva più tempo nel giardino, quando non restava trasognato a godere della visione della donna. Aveva ripreso con i suoi esperi-menti botanici, piantando nuove piante e fiori, provando innesti mai neanche immaginati. Era soddisfatto. Dal suo punto di vista, quell’an-golo di terra aveva assunto tutte le forme e le grazie del Paradiso.Tilde non gioiva per l’entusiasmo di quel vec-chio. Chissà quali strani pensieri agitavano la sua mente perversa, pensava tra sé. Ma sor-rideva, per apparenza, per fargli credere che era felice come lui; e come lui aveva piacere di tutta quella bellezza. In corpo, però, bru-ciava dal desiderio di volerlo vedere morto. L’odio per quell’essere stupido e presuntuo-so non s’era mai spento fin da quando l’aveva dovuto subire come insegnante. E adesso lo odiava ancora di più, adesso che si era rin-galluzzito, pensando di essere artefice del suo benessere. Credendo di potersi atteggiare da padrone di casa, che poteva permettersi la serva. “La governante,” spense un sorriso, colpita dall’immagine della faccia ignobile di quell’arrogante che le era tornata in mente, quando aveva pronunciato quella definizione come una sentenza. “Sì,” rispose a se stessa, sollevata dal piacere della vendetta che aveva covato per tutto quel tempo. “La governante, che ti governerà!”.
La governante Tilde
di Antonio G. D’Errico2
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Andò in giardino. Si avvicinò al professore che era alle prese con la potatura di una palma nana.- Ciao, come va? - si girò verso di lei, il profes-sore, sollevando le forbici tra le foglie. - Hai finito di pulire? - fece una smorfia, con il suo umorismo osceno e allusivo.- Sì, - gli rispose, ingoiando amaro, con la so-lita parvenza di innocente felicità. Notò il suo piacere per aver ottenuto di rivol-gersi a lei con la confidenza del “tu”, perché glie lo aveva permesso, per fargli credere che la diffidenza in quel modo di fare era effettiva-mente fuori luogo. Aveva custodito per sé, in-vece, la forma distaccata del “lei”, nonostante egli avesse insistito di rivolgersi a lui col più consono e confidenziale “tu”. Non aveva nes-suna intenzione di cedere a quella confidenza. L’aveva persuaso, illudendolo, a consentirle di mantenere quella forma educata di rispetto, poiché era pur sempre il padrone di casa e il suo datore di lavoro. Il vecchio aveva reagito con una smorfia, volendo sdrammatizzare in modo disinvolto, ma nello stesso tempo mo-strando un certo orgoglio per quella che aveva sentito come un’effettiva verità. Gli aveva an-che detto, in modo estremamente più sincero, sentendo intimamente tutto il disgusto per quest’altra verità, profonda e nascosta, che riteneva giusto salvaguardare quel distacco educato soprattutto come segno di rispetto per la sua veneranda età. - Che cosa sta facendo? - chiese immediata-mente dopo.- Sto potando questa palma nana. Ha troppe foglie, non lasciano filtrare come devono i rag-gi del sole.La donna annuì, girandosi a guardare il giardi-no che le apparve ancora più brutto di quanto non avesse notato altre volte. Erano dissemina-ti dappertutto rami tagliati con la sega, foglie recise, radici sradicate e smembrate. Provò un sentimento di delusione per quegli alberi spogli, che mostravano appena sul fusto qual-che moncone sopravvissuto all’opera cruenta e irresponsabile di quell’incosciente che non aveva la minima conoscenza pratica, e quasi sicuramente neanche i rudimenti teorici, per
potersi dedicare sapientemente a qualcosa che avesse a che fare con la botanica. Ripen-sò alle sue lezioni di biologia delle piante del liceo, e inorridì, ora che aveva acquisito una conoscenza e una consapevolezza che l’altro non avrebbe mai potuto neanche simulare, pur con tutti gli sforzi di buona volontà. Se era possibile riconoscere nel suo animo vuoto un barlume di umana virtù. Sospirò sconsolata. Il professore notò quell’ansia: - C’è qualcosa che non va? - si girò intorno a guardare.- No, no, - recitò la parte, - sono solo un po’ stanca, - fece un movimento nella schiena.- Devi riposarti di più, - affermò e riprese con lo scempio della potatura. - Viene dalla Cina… Mi è stata spedita da un mio amico che vive laggiù, - disse, riferendosi alla pianta.- Dove? - chiese, mostrando curiosità, come se avesse cognizione nello stesso tempo della geografia di quel paese.Il professore rimase colpito, rispose legger-mente perplesso: - In Cina.- Sì, l’avevo capito. In quale regione della Cina?Accentuò la sua triste aria di smarrimento, poi cercò di risolversi col suo solito umorismo. - Boh… In Cina, mi basta questo.Tilde scosse la testa, trovando l’ennesima con-ferma dell’oscenità d’animo di quel vecchio.- Perché? - si sollevò appena il professore, con un altro dubbio. - Sei esperta della Cina? Ci sei stata, magari in vacanza?Tremò di rabbia nello sguardo: - No, - sbuf-fò appena. - Non ci sono stata… Ma ho letto qualche libro di storia.- Leggi libri di storia cinese? - continuò, con quel tono.- No, - ribatté, come prima. - Leggo libri di ogni genere… Se posso scegliere, però, prefe-risco libri storici.- Quante cose sai fare! - affermò, con un fondo di verità; cercando subito dopo l’attacco scan-daloso con l’ironia. - Cameriera, governante, infermiera e addirittura storica!- Non sono storica! Non l’ho detto! - replicò all’istante in modo fermo, alterando il tono della voce, evitando ogni finzione. - Mi piace leggere libri! Tutto qua!
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- Sì, sì, certo, - affievolì nel respiro, impalli-dendo.- Non tolga troppe foglie a quella palma, - dis-se poco dopo, per recuperare una parvenza di serenità. - Lo sa meglio di me che cadono da sole dopo che hanno terminato il ciclo natu-rale di vita.Il professore stupì di nuovo, come prima, ten-tato di volerla provocare con un’altra battutac-cia. “Anche botanica, non solo storica!” pen-sò, tra sé. Ma rinunciò. Richiuse le forbici, e si sollevò sulla schiena.Tilde rientrò in casa. Il professore la seguì im-mediatamente dopo.
La donna sedette sul divano, in sala. Il pro-fessore entrò, sbuffando, volendo esagerare un’aria di stanchezza, oppure solo per ma-nifestare un disagio misto ad un residuo di stupore. Pensò di sederle accanto, ma venne scoraggiato dall’atteggiamento di lei, che era rimasta immobile, con gli occhi abbassati a fissare il vuoto.Scostò la sedia dal tavolo e le sedette di fron-te, cercando inutilmente un argomento di di-scussione che rompesse quel silenzio che tro-vò inquietante e assurdo. La guardò più volte con l’espressione smarrita, gli occhi fugaci alla ricerca di una ragione per quella situa-zione piuttosto scomoda, come ebbe modo di fare quella constatazione.Fu Tilde a dargli l’occasione di rompere quel silenzio, con una domanda fatta a posta per lo scopo, restando impassibile nella sua posizio-ne: - Che cosa c’é? - Niente, - ritrovò il piacere della parola, recu-perando all’istante anche la prontezza dello scambio. - Che cosa dovrebbe esserci?- Non lo so… E’ quanto le ho chiesto io.Stentò un accenno di risposta, cercando di ordinare i pensieri. - Se ti ho offeso, ti chie-do scusa, - pensò bene di esordire in questo modo. - Non volevo offenderti, davvero….- Voglio ben sperare che sia stato del tutto in-consapevole…- Sì, sì, è così… - si rianimò, avendo un legge-ro dubbio riguardo all’inconsapevolezza: non aveva capito se avesse voluto riferirsi a lui o al suo modo di esprimersi. Rinunciò alla soluzio-ne di quello scoraggiante dilemma; corresse, secondo il suo modo di vedere, quell’oscu-ro uso del linguaggio: - Diciamo, che è sta-to… un eccesso di confidenza! - sorrise, dopo quell’esclamazione.La donna scosse la testa, accennò lievemente un sorriso sincero, che gli nascose, per evitare che esagerasse con quel tono. Constatò, un
attimo dopo, che quel modo stupido di fare e di essere per la prima volta l’aveva diver-tita. - Lei con la confidenza eccede sempre, - pronunciò seriamente, mantenendo dignità di sguardo.- Sì, - sorrise un’altra volta, - in effetti hai ragione tu, - restò a pensare chissà a quale misteriosa meraviglia. - Ti prometto che starò più attento d’ora in avanti.La donna mugolò in gola, storcendo la bocca, avendo poca considerazione per quelle parole e le intenzioni che nascondevano.- Sai, - cambiò argomento il professore. - Sono contento che tu sia venuta in questa casa.- Perché? - lo interruppe, per scoprire cosa na-scondesse quell’altro preludio spassionato e melenso.- Perché sì, - cercò la pura e semplice since-rità. - Senza di te sarei stato completamente solo e abbandonato.Pensò di ferirlo, facendo riferimento alla com-pagnia che avrebbe potuto ricevere dalle pian-te. Evitò per un senso di pudore, per non sca-dere nella sua stessa volgarità. Preferì il più basso sentimentalismo: - Ha suo figlio, che è il meglio della compagnia che un padre possa desiderare!La guardò, con rammarico: - Tu, l’hai mai vi-sto? - si irrigidì nei muscoli del viso, cogliendo quasi la provocazione in quell’affermazione.- Che c’entro io? - pronunciò senza enfasi, poi proseguì: - No, non l’ho visto… Comunque c’è… In caso di bisogno può contare su di lui!- In caso di bisogno, - ripeté mormorando, svanendo nello sguardo. - Non si può fare af-fidamento su nessuno quando si gode della più completa autonomia, figuriamoci se si dovesse aver bisogno di qualcuno in caso di necessità!- Che cosa mi vuol dire? - sospirò stancamen-te, simulando un vago sentimento di intima comprensione.- Niente, - cambiò stato d’animo il professore, e riprese cercando un’altra intimità. - Parlami di te… - Che cosa vuole sapere? - chiese, dopo aver esitato a lungo, fissandolo negli occhi.Fece un gesto banale e imbarazzato: - Non so… Quello che vuoi… Parlami di te… Della tua famiglia… Dove hai vissuto… Come hai vissuto…Tilde sorrise: - Quante cose vuole sapere! - so-spirò a lungo. - Magari, un’altra volta, adesso sono stanca, davvero… - si alzò dal divano. n
FLAN DI CIOCCOLATO CON CUORE DI CREMA COTTA CON GERMOGLI DI PRIMAVERA, RIBES E GELATO DI SOYA
INGREDIENTI X 10 TORTINI
Per il flan:GGr 190 cioccolato al 70%Gr 180 burroGr 300 uovaGr 240 zuccheroGr 80 farina Per il cuore di crema cotta:Lt Lt 0,5 latteLt 0,5 pannaN 12 tuorliGr 40 amido di riso
Per i ribes:Gr 500 ribes sgranatiGr 150 sciroppo 30°boumè (vedi basi)
PePer il gelato di soya:Gr 140 base diamante (vedi basi)Lt 1 latte di soyaLt 0,7 pannaGr 350 zucchero
Per la guarnizioneQb germogli di soja crudiQbQb mentaQb dentellaQb timo sfogliato
NOTA:E’ preferibile rivestire lo stampo dei tortini con una farina granulosa (mandorle). Per sfornarli meglio passare un coltellino tra il tortino e lo stampo.
PROCEDIMENPROCEDIMENTO:
Per il flan:Sciogliere a 45°C il burro con il cioccolato. Frustare le uova con lo zuc-chero senza montare in modo eccessivo; unire il cioccolato al burro ed infine la farina setacciata.
Per il cuore di crema cotta:Preparare una crema, lasciar raffreddare e unire i germogli di primave-ra, formare il cuore sul silpat e abbattere. Una volta congelati, inserirli nei flan e cuocere a 190°C a valvola chiusa per 10’.
Per i ribes:Saltare i ribes in padella con lo sciroppo , fare raffreddare.
Per il gelato:Unire lo zucchero al latte di soja e alla base diamante, pastorizzare il tutto a 85° e far raffreddare; unire la panna e mantecare nella gelatiera, conservare in cella frigo.
Per la presentazione:Servire il tortino di cioccolato nel piatto a goccia con a fianco la dentella con il gelato guarnito con la foglia di menta, salsare con i ribes e guarnire con la menta e i germogli di soja.
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FLAN DI CIOCCOLATO CON CUORE DI CREMA COTTA CON GERMOGLI DI PRIMAVERA, RIBES E GELATO DI SOYA
INGREDIENTI X 10 TORTINI
Per il flan:GGr 190 cioccolato al 70%Gr 180 burroGr 300 uovaGr 240 zuccheroGr 80 farina Per il cuore di crema cotta:Lt Lt 0,5 latteLt 0,5 pannaN 12 tuorliGr 40 amido di riso
Per i ribes:Gr 500 ribes sgranatiGr 150 sciroppo 30°boumè (vedi basi)
PePer il gelato di soya:Gr 140 base diamante (vedi basi)Lt 1 latte di soyaLt 0,7 pannaGr 350 zucchero
Per la guarnizioneQb germogli di soja crudiQbQb mentaQb dentellaQb timo sfogliato
NOTA:E’ preferibile rivestire lo stampo dei tortini con una farina granulosa (mandorle). Per sfornarli meglio passare un coltellino tra il tortino e lo stampo.
PROCEDIMENPROCEDIMENTO:
Per il flan:Sciogliere a 45°C il burro con il cioccolato. Frustare le uova con lo zuc-chero senza montare in modo eccessivo; unire il cioccolato al burro ed infine la farina setacciata.
Per il cuore di crema cotta:Preparare una crema, lasciar raffreddare e unire i germogli di primave-ra, formare il cuore sul silpat e abbattere. Una volta congelati, inserirli nei flan e cuocere a 190°C a valvola chiusa per 10’.
Per i ribes:Saltare i ribes in padella con lo sciroppo , fare raffreddare.
Per il gelato:Unire lo zucchero al latte di soja e alla base diamante, pastorizzare il tutto a 85° e far raffreddare; unire la panna e mantecare nella gelatiera, conservare in cella frigo.
Per la presentazione:Servire il tortino di cioccolato nel piatto a goccia con a fianco la dentella con il gelato guarnito con la foglia di menta, salsare con i ribes e guarnire con la menta e i germogli di soja.
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Un tavolo per dueDa Sarmassa1
APPASSIONATO DI CUCINA, MEMBRO DI UN’IMPORTANTE ACCADEMIA GASTRONOMICA, QUANDO
PASSA PER BERGAMO, CERCA UN BUON LOCALE PER PASSARE UN MOMENTO CON LEI.
Per me niente vino oggi;
mi aspettano per
un’importante
riunione. Da sola, non c’è gusto…
vorrà dire che mi consolerò
con questo caviale iraniano.
1 Vicolo Bancalegno, 1h – Bergamo. Tel.: 035.21.92.57
Del locale, arioso ma sufficientemente intimo,
sobriamente elegante con le sue colonne e
i muri antichi o anticati, non si può dir che
bene, della cucina adesso vediamo.
Ci andiamo a mezzogiorno, quindi non si può
strafare. La carta ha un assortimento corret-
to, né striminzita come ultimamente alcune,
né esageratamente ecumenica, equilibrata tra
sfiziosità e cosette più corpose, forse un po’
priva di filo conduttore ma comunque tale da
consentire ripetuti ripassi.
Non è la prima volta che lei vede qualcosa di
particolare, e ci si tuffa, tanto pago io: questa
volta è il caviale, proposto su un letto di purée.
Cominciamo bene… Io preferisco (tanto un as-
saggio di caviale non mi sarà negato) un piatto
che dice molto della cura degli ingredienti e
della basica abilità di un cuoco: insalata calda
di gamberi (di Sicilia, si specifica, immagino
siano speciali, o forse solo a chiarire che non
sono quelli, pur onesti, del supermercato) e
cannellini. E’ un piatto che può essere mar-
chio della più rozza banalità, o rivelarsi invece
ottimo nella sua semplicità: Sarmassa supera
l’esame, complice la giusta temperatura, il sa-
pore della materia prima, la qualità dell’olio e,
forse e inaspettatamente più di tutto, una bella
abbondante spazzolata di pepe, spezia sotto-
valutata che a volte fa la differenza. Il pepe me-
riterebbe un discorso a parte, oggi scavalcato
nelle simpatie e negli usi dal peperoncino, che
è invece cosa del tutto diversa, perché in fondo
insapore, al contrario della nobile e a mio avvi-
so più interessante bacca nera: qui basti dire
che in questo piatto lega ed esalta i due diversi
complementari sapori. Il caviale, invece? Nulla
di male, piacevole, ma se poi entrambi giudi-
chiamo che, dovendo scegliere, avremmo forse
preferito la ben preparata purée (maschile o
femminile ? ho degli amici con cui litigo, in ma-
teria, ed anche con mia moglie) senza caviale
che viceversa, forse i 35 € del piatto avrebbero
potuto essere meglio spesi [secondo lui, inve-
ce lei non ha rimpianti, era delicato e molto
piacevole].
Proseguiamo: una battuta al coltello di fas-
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sone per me, tagliatelle al ragù toscano per
lei. Cosa differenzi il ragù toscano da quello
classico, o bolognese, non lo si capisce e ci
dimentichiamo di chiederlo: comunque sono
buone. Il fassone merita un giudizio disgiunto:
la carne davvero eccellente, e grazie a Dio non
gelata, né lei né il piatto, come spesso ti capita
immagino per questioni igieniche. Però, t’arri-
va sul coppino la bizzarra idea, non citata sulla
lista, di condirla con un poco (per fortuna) di
olio tartufato. Vi sono due tipi di olio tartufato:
quelli prodotti con la materia prima originale,
e quelli prodotti con aromi chimici. La differen-
za è che il secondo tipo ha un forte sapore di
gasolio, il primo ha un leggero sapore di gaso-
lio. Stupisce che un ristoratore accorto come
Sarmassa non solo non lo eviti, mettendo in
vetrina un cartello tipo cane “io qui non posso
entrare”, ma addirittura ci impiastri l’incolpe-
vole filetto. Mah ! Forse c’è a chi piace, ma al-
meno avvisino il cliente.
Chiudiamo con il dolce: mi attira il sorbetto di
arancia al Campari, lei prende assaggi vari di
cioccolato “in purezza”, qualità che la moda
eco-progressista dominante ritiene obsoleta e
bizzarra nelle ragazze, ma indispensabile per
cibarie che a volte invece dalla contaminazione
ci guadagnano. Entrambi sono comunque ben
adatti a chiudere il pasto lasciando un buon re-
trogusto e la bocca pulita. In sintesi: Sarmassa
è un buon ristorante, curato, stia però attento
agli autogol tartufati. Il servizio è cortese ma
fin troppo etereo. Resta da dire sul prezzo, non
perché sia alto (90 € in due con intermezzo
di caviale, pur senza vino: non ululi dalla gio-
ia ma certo non ti scandalizzi) ma perché, a
mezzogiorno, è l’unico locale che conosco che
non ti proponga un qualcosa a forfait. A cena
quella cifra non disturba proprio, ma a pranzo,
in diversi posti altrove mangi bene alla metà.
Mr. Pink
Un tavolo per due
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Il Postdigitale di Maurizio Bolognini in NAG 2 Contemporary1
Di stanze. Una mostra curata
da Fabio Migliorati che fa co-
esistere spazio fisico, quello
elettronico, e processo tecno-
logico.
Quando non gira il mondo
per prelevare oggetti da tutte
le gallerie sparse sui quattro
continenti (da Sydney, a New-
York passando per Bangkok,
Parigi e Tahiti) per creare
Globalization, art and the art sy-
stem, “Un’opera che vuol dare
una visione d’insieme, quasi
satellitare, del sistema espo-
sitivo”, Maurizio Bolognini de-
lega alcune funzioni artistiche
a degli elaboratori elettronici
programmati da lui che tra-
sformano l’immagine in flus-
so. Cosicché, da statica l’im-
magine diventi dinamica, ma
anche autonoma e interattiva.
Autonoma perché il computer
genera immagini del tutto ca-
suali, riproducendo l’infinito
fuori controllo che ci governa.
E interattiva grazie a una sua
installazione, Collective Intel-
ligence Machines, in cui ha
collegato i suoi computer alla
rete telefonica in modo che,
con un semplice sms recan-
te parametri incomprensibili
all’uomo, del genere 29 58,
l’osservatore vedeva sotto i
suoi occhi il flusso modificare
la sua traiettoria. “Nell’arte
l’interattività è spesso sopra-
valutata. Qualsiasi cosa se
è interattiva viene giudicata
importante, anche quando si
tratta di interazioni banali.
Penso che le tecnologie digi-
tali consentano di introdurre
nell’arte forme di interattività
più avanzate, fino a farci im-
maginare una possibile evolu-
zione dall’interattività alla de-
mocrazia. […] L’arte in fondo
è più appassionante quando
cerca di anticipare il futuro, e
quando contiene una visione
che la riporta anche alle que-
stioni più urgenti: la democra-
zia, l’intelligenza collettiva (e
i loro apparati tecnologici e
istituzionali) appartengono
sicuramente alle grandi que-
stioni che abbiamo davanti.
Lo spiega bene Jacques Attali
nella sua Histoire de l’avenir:
[…] in futuro si potrà pensa-
re ad opere d’arte prodotte
da dispositivi di intelligenza
collettiva che trascenderanno
non solo la proprietà intel-
lettuale ma lo stesso ruolo
dell’artista. ”2
Alcune di queste macchine
rimarranno alla NAG 2 Con-
temporary fino all’11 febbra-
io insieme ad altri progetti di
Maurizio Bolognini, quali foto
prese da webcam situate in
Nuova Zelanda e orientate per
alcuni giorni secondo la posi-
zione dell’artista nell’emisfe-
ro settentrionale, dando una
visione inconsueta del pano-
rama, o scatti di un mondo
parallelo ispirato al sistema
di controllo elettronico della
polizia di Seattle come a il-
lustrare il titolo della mostra
DI STANZE; un gioco di parola
che unisce la serie Stanza 11 ,
una recente collezione di og-
getti (libri, mobili, contenito-
ri…) incisi, graffiati dalle tra-
iettorie di un’apparecchiatura
laser guidata da una di queste
sue macchine, a questi mondi
che sembrano distanti dalla
realtà eppure veri. n
1 Bergamo - Via Fara, 13.2 Estratto di Postdigitale - Conversazioni sull’arte e le nuove tecnologie di Maurizio Bolognini ed. Carocci.
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Fabio Migliorati
Maurizio Bolognini
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“Gocce di solidarietà”una serata diversa, tanto divertimento e beneficenza
Il freddo e la neve non hanno fermato i nu-
merosi ospiti della serata “Gocce di solida-
rietà” organizzata dal Bobadilla in collabo-
razione con Rotary International distretto
2040, nell’ambito del Progetto Polioplus.
Venerdì 18 dicembre: una serata diversa,
tanto divertimento e beneficenza con lo sco-
po di raccogliere fondi per la campagna di
vaccinazione promossa da Rotary Internatio-
nal per l’eradicazione della poliomielite. n
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BERGAMASCA
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“Gocce di solidarietà”una serata diversa, tanto divertimento e beneficenza
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EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
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Sport Awards:Bergamo premia gli atleti
Si è svolto lo scorso 14 dicem-
bre la quarta edizione del Gran
Gala dello Sport: un’iniziati-
va organizzata da Teamitalia
che ha lo scopo di premiare
lo sport e i suoi protagonisti
attraverso gli Spot Awards
Italia. Durante la serata sono
state infatti consegnate 15
sculture esclusive in argento,
appositamente realizzate dal-
lo scultore - orafo Antonino
Rando agli sportivi che hanno
saputo distinguersi a livello
nazionale e internazionale
nella propria disciplina duran-
te la stagione 2008/2009. n
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Sport Awards:Bergamo premia gli atleti
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Qualità, eleganza e convivialità:così Medicallife ha augurato Buone Feste e celebrato i propri successi
E’ stato un evento sfarzoso e
conviviale quello che la Medi-
callife Cosmetics ha organiz-
zato il 18 dicembre al Castello
di Pagazzano (Bg). Lo splendi-
do maniero Visconteo ha fatto
da cornice ad una serata di
Gala elegante e raffinata, pe-
culiarità rappresentativa della
giovane e promettente azien-
da cosmetica bergamasca.
Fra gustosi appetizer ed ec-
cellenti raffinatezze culinarie,
musica dal vivo e lotterie, Max
Aquilino, coinvolgente e vul-
canico patron dell’azienda,
ha voluto augurare a clienti e
amici un Buon Natale ed un
Anno Nuovo ricco di successi.
La Medicallife Cosmetics è a
Calvenzano (Bg). I suoi pro-
dotti si trovano nelle migliori
Farmacie di Bergamo e Pro-
vincia. n
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EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
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Mercoledì 13 gennaio le lettrici di Berga-
moUp - c’erano anche fedelissime venute
da Brescia - si sono ritrovate gentili ospi-
ti di Mauro al VOX Restaurant & Lounge Bar
(Viale Papa Giovanni XXIII, 94) per eleggere
il Berga-Maschio ideale sulla base delle ri-
sposte date a domande riguardanti le loro
opinioni in merito alla fedeltà, alla donna
moderna e alla pari dignità tra uomini e
donne. E siccome l’evento era anche l’occa-
sione per festeggiare il concepimento della
nostra rivista, il 13 gennaio 2009, c’erano
tre premi da sorteggiare tra le elettrici.
Ma, coup de théâtre, gli uomini presenti han-
no chiesto il diritto di votare. Uno di loro è
perfino venuto con tanto di trucco, boa al
collo e parrucca per rivendicare il suo dirit-
to al voto.
Siccome le donne, si sa, hanno una marcia
in più, la pari dignità è diventata realtà, le
temps d’un soir.
Risultato: con una maggioranza netta, è sta-
to eletto Berga-Maschio ideale un quaranta-
Il Berga-Maschio ideale è…
settenne, dirigente industriale, purtroppo
già coniugato, che ha chiesto di mantenere
l’anonimato1. Elena ha vinto il simpaticis-
simo completino intimo di fattura rigorosa-
mente Bergamasca, Barbara la maglia gen-
tilmente offerta dal negozio Temporary shop
di Pino Caviglia2 e, secondo coup de théâtre,
Flavio, l’uomo dalle sembianze poco fem-
minili malgrado lodevoli tentativi (donna si
nasce… e lui non lo nacque sfortunatamen-
te), ha vinto il gustoso massaggio al cioc-
colato regalato da Fabio, il titolare del cen-
tro benessere Semplici desideri3. Siccome il
premio era per due persone, sempre nello
spirito della complicità tra uomini e donne
di buona volontà, il vincitore ha promesso
di portare una delle presenti! E per i più cu-
riosi, il video della serata è sul sito della
nostra rivista: www.bergamoup.it. n
1 Vedi profilo a pagina 139.2 Via Tiraboschi 83 - Bergamo3 Via Borgo Palazzo, 85 - Bergamo Tel.: +39 035 236 195
PaRtnER:
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Il Berga-Maschio ideale è…
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...Lui!!
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My name is Help:100 ‘Schiscette’ per l’Africa
EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
Un aperitivo informale per aiutare i bambini di
Watamu in Kenya. Questo lo scopo dell’evento
promosso dall’associazione My Name Is Help
- che sta costruendo un asilo per orfani pro-
prio in quella zona – e organizzato da ottobar-
radieci, galleria d’arte di via San Bernardino
lo scorso 11 dicembre.
100 ‘Schiscette’ per l’Africa è il tema scelto
per la serata: ottobarradieci e alcuni artisti
– tra cui Herman, Giacomo Buzzetti, Paolo
Boccardi, Paolo Baraldi, ecc. – offriranno a
testimonianza, una delle 100 “Schiscette” in-
terpretate secondo i loro canoni artistici. La
“Schiscetta” è il simbolo del cibo quotidiano
che, l’operazione “adotta un asilo”, si prefig-
ge di assicurare e garantire a tutti i bambini
dell’asilo di Watamu. n
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EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
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5 TerreUna vetrina in città
“Le Cinque Terre della Val Gandi-
no” sono state protagoniste saba-
to 19 dicembre di un importante
evento a Bergamo, nel Palazzo di
via Tasso sede della Provincia.
Grazie al coordinamento della Pro
Loco Gandino e alla collaborazio-
ne di amministrazioni, associazio-
ni e volontari dei cinque comuni
della Valle, è stata allestita una
vera e propria “vetrina” delle bel-
lezze artistiche e ambientali di
Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano
S.Andrea e Peia, con il corredo di
una degustazione di prodotti tipi-
ci particolarmente nutrita.
Il freddo intenso non ha scorag-
giato i visitatori, che per l’intero
pomeriggio hanno ammirato i
costumi della Rievocazione “In
Secula” (che si tiene negli anni
dispari a Gandino alla prima di
luglio) quelli del Gruppo Storico
degli Arcieri Valgandino e i contri-
buti video proposti su due distinte
postazioni, allestite sotto il porti-
cato del cortile principale insieme
a un piccolo Ufficio Turistico che
ha offerto materiale illustrato e
informazioni dettagliate. A dare
un tocco di colore anche le note
del “Baghèt”, la tipica cornamusa
bergmasca che a Casnigo ha la
sua patria, e della storica Mando-
linistica di Leffe.
La degustazione come detto ha
offerto prelibatezze a non finire
per i buongustai. Immancabili la
polenta, la formagella, il salame
nostrano e quello di cinghiale
prodotto a Peia, la “chesciöla” di
Casnigo servita con il latte fresco,
il pane delle Cinque Terre del for-
naio Imberti di Gandino e quello
“premiato” del panificio Zucca di
Casnigo. E ancora i biscotti “Mel-
gotto” di Gandino, quelli “delle
Cinque Terre” di Bedetti di Leffe,
e addirittura (nonostante il gelo)
i semifreddi e il gelato tanto cari
alla tradizione leffese. Tutto è an-
dato assolutamente “esaurito”.
L’apice della giornata di rappre-
sentanza si è raggiunto quando
nella tensostruttura allestita nel
cortile interno della Provincia si
è esibito Hevia con la sua gaita
tradizionale ed elettronica: un
momento di grande poesia che ha
entusiasmato il pubblico e offerto
alle Cinque Terre un ulteriore mo-
tivo di orgoglio e prestigio. n
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BERGAMASCA
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Everline CenterUn evento dedicato alla bellezza
Un evento dedicato alla bellez-
za e al fascino per un marchio
storico dell’estetica berga-
masca. Lo scorso 20 gennaio
Everline, brand impegnato da
oltre 30 anni nella produzio-
ne e nella commercializzazio-
ne di articoli per la cosmesi
professionale, ha intrattenuto
i propri numerosi ospiti pres-
so l’Everline Center di via
Camozzi 148 a Bergamo Tel.
035 215493, in occasione di
una serata scandita dal ritmo
di buona musica, consigli di
look e tendenze da parte di
make up artists e consulen-
ti di bellezza e dal delizioso
catering fornito da Loco Re-
staurant & Pizza via Don Lu-
igi Palazzolo 38 Bergamo,
Tel. 035 225855. n
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EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
RESTAURANT & PIZZA
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Quando la Fieradi Bergamo fa Arte.
Alcuni artisti snobbano le
fiere, asserendo che sono solo
per i galleristi.
A Bergamo, anche quest’anno,
la BAF, Bergamo Arte Fiera,
è stata qualcosa di più di un
semplice mercato d’Arte.
Infatti, Claudia Sartirani
- l’assessore comunale alla
cultura - ha ufficialmente par-
tecipato al taglio del nastro di
questo evento che ha permesso
un reale confronto artistico in
città, grazie ai numerosi artisti
presenti all’inaugurazione, tra
cui Bruno Di Bello, Maurizio
Bolognini e Francesco Lussana
(i cui pannelli accoglievano i
visitatori all’ingresso, facendo
da retropalco al concerto dei
Tool Silence).
Alla performance di Jorunn
Monrad: un immenso pannello
dipinto in tempo reale davanti
ai visitatori per tutta la durata
della fiera.
E alle preziose conferenze
organizzate, che hanno
permesso alla cittadinanza di
incontrare altri grandi artisti
quali Giorgio Laveri, famoso
per i suoi rossetti in ceramica
che troneggiavano in centro al
padiglione A insieme alla sua
nuova creazione: la caffettiera
formato maxi. n
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EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
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Quando la Fieradi Bergamo fa Arte.
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EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
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Venerdì 29 gennaio: inaugurazione del nuovo
Vita Café di Verdello. Gigi Coppolino e Maria
Arrigoni, con Riccardo e Alessandra, hanno fe-
steggiato insieme ad amici e numerosi ospiti
l’apertura del loro locale caffetteria Vita Café
in via Fantoni, 5 a Verdello.
Vita Café l’inaugurazione
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Biokitchen
È nato BioKitchen contemporary location, il lo-
cale ecologico che punta tutto sul vivere bene,
in modo sano. Cibi genuini, non contaminati
da pesticidi o sostanze chimiche, i piatti ser-
viti da BioKitchen sono solo a base di prodotti
naturali, adatti agli appassionati della cucina
sana. L’alimentazione proposta da BioKitchen
non solo nutre meglio, ma costituisce un otti-
mo sistema per aumentare le difese immuni-
tarie del nostro organismo, preservandoci da
malattie e problemi di natura alimentare. Bio-
kitchen è anche consulente per le aziende che
decidono di investire sull’alimentazione dei
propri dipendenti, consigliandoli sui prodotti
da scegliere e utilizzare.
BioKitchen è a Vailate, nelle vicinanze di Trevi-
glio, in via Dante,2.
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EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
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Apertura ore 06:30, chiusura
01:00, menù prezzo fisso ogni
giorno € 10,00. aperitivi a
tema con degustazione di vini
italiani, massicani, australiani,
cileni e argentini.
ogni venerdì e sabato si
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EVENTI:LA DoLCE VITA
BERGAMASCA
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RubRica a cuRa di alessandRo di Miceli dedicato a tutti i beRgaMaschi.invitate tutti i vostRi aMici di facebook
...:::FacE FRoM:::...
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Oroscopo
1 Laureato in scienze della comunicazione, e specializzando in editoria multimediale presso l’Università di Bergamo, Joseph Procino studia astrologia dal Prof. Umberto Pirotta di Milano, partecipando a vari seminari su come predire avvenimenti nella vita del singolo in relazione al transito dei pianeti. Per informazioni:“e-mail:[email protected]”.
di Joseph Procino1
I nati in acquario sono dotati di una disarmante diplomazia. Sono capaci di adattarsi alle diverse
situazioni, dove dimostrano grandi aperture di idee e progresso. Molti acquario hanno un’innata
disponibilità alle più audaci proiezioni verso il futuro e sembrano interessati a qualsiasi tecnica
innovativa. Infatti, il segno dell’acquario è collegato alla tecnologia e alla veloce evoluzione tec-
nologica di cui siamo stati vittime in questi ultimi anni. In genere l’acquario è molto altruista,
e questa disposizione verso gli altri si manifesta attraverso il suo amore per la libertà, causa
dell’insofferenza ad impegni sentimentali stabili e duraturi. In certi casi può apparire inaffidabile,
perché non si fa scrupolo nello scaricare responsabilità e nel mostrarsi decisamente individuali-
sta. Paradossalmente l’Acquario è anche il segno della fratellanza universale, contro ogni limite,
ogni frontiera. E’ il segno che rappresenta la massima espressione dell’amicizia, della solidarietà
e dell’unione. Il carattere dei nativi dell’acquario è legato all’originalità, che spesso li mostra ec-
centrici, ma dotati di una spiccata intelligenza e intuito e di una socievolezza sfrontata, strumento
d’eccellenza per ottenere la leadership in tutti quei campi della comunicazione, intrattenimento e
sport che richiedono intuito, praticità, velocità e un pizzico di anticonformismo.
Segno Zodiacale del mese:Acquario
Il Sole transita nel segno dal 21 Gennaio al 18 Febbraio.
Scheda tecnicaESPRESSIoNE TIPICA: AMIAMoCI E VIVIAMo!
SIMBoLo: SIMBoLo EGIZIo DELL’ACQUA RIPETUTo DUE VoLTE (NILo SUPERIoRE, NILo INFERIoRE)
METALLI:PIoMBo
CoLoRE: AZZURRo, NERo, VERDE ACQUA
FIoRE: oRCHIDEA, oRTENSIA, AZALEA
PIETRA: AMETISTA, AMBRA, ZIRCoNE
Nati Sotto Questo Segno1-Jennifer Aniston 11/02/1969
2-John Travolta 18/02/1954
3-Toto’ 15/02/1898
4-Paris Hilton 17/02/1981
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ARIETEnati tra il21 marzo e il 20aprile
aMoRE: Il 2010 vi offrirà tante opportunità di cam-biare voi stessi, la vostra vita e anche il vostro amo-re. State già maturando idee diverse e prendendo direzioni insolite. Febbra-io porterà momenti di riflessione e freddezza nella coppia. Per i single un fermo generale. Sare-te più volti alla riflessione che all’azione! SoLdi E LavoRo: Molte uscite e poche entrate! Attenzione alla linea del vostro portafoglio. In Febbraio con un Mer-curio dissonante sarete malamente sorpresi da una spesa che non vi aspettavate. ottime inve-ce le chance di ottenere gratificazioni sul lavoro ed attenzioni per il vostro brillante operato.
TOROnati tra il 21 aprile e il 20 maggio
aMoRE: Marte non vi danneggia più e sarete finalmente spinti da de-sideri nuovi, alla ricerca di un nuovo amore e di nuove avventure che si presenteranno proprio da metà mese. In molti di voi aleggiano l’indecisione e le incertezze sul vostro avvenire, venute a galla nei mesi scorsi. Cogliete l’occasione in Febbraio di fare chiarezza su questio-ni personali e di capire una volta per tutte quale direzione prendere. Tante in questo mese saranno le decisioni da prendere.SoLdi E LavoRo: Lavoro stabile con momenti di malumore portati da una Venere in quadratura. Buona la situazione eco-nomica che va in ripresa, ma che comunque non va trascurata. Chi ha fatto un investimento l’anno passato ne sentirà pro-prio ora il fardello.
GEMELLInati tra il 21 maggio e il 21 giugno
aMoRE: ottimo Febbraio per Voi Gemelli! I pianeti vi daranno quella matu-rità necessaria per chia-rire malintesi, situazioni poco chiare e consacrare relazioni nate nell’anno passato. Per i single tanti flirt, possibilità di co-noscere persone nuove, espandere la cerchia di amicizie e soprattutto di iniziare una storia d’amo-re che si consoliderà du-rante tutto il 2010. SoLdi E LavoRo: La-voro, lavoro e sempre lavoro! Un febbraio che non vi risparmierà e che vi costringerà a rimboc-carvi ancora una volta le maniche per far fronte a miriadi di impegni pro-fessionali. Ma state se-reni! I pianeti vi daranno una sferzata di energia e appoggio in più! ottime le giornate del 12-13. In arrivo, verso la fine del mese, comunicazioni che aspettavate da tempo.
CANCROnati tra il22 giugno e il22 luglio
aMoRE: Marte sta per ritornare in Cancro. Molti di voi avranno dunque la forza e la grinta giusta per chiudere situazioni d’amore non soddisfa-centi. Per i single ritorni di fiamma in vista. In ar-rivo per Voi un Marzo fo-riero di successi affettivi e professionali.SoLdi E LavoRo: Ancora debole la situazione pro-fessionale ed economica. Buone nuove previste per tutto Marzo. Febbraio non soddisfacente dal punto di vista soldi. Un fermo generale ci sarà per tutto il mese corrente.
LEONEnati tra il 23luglio e il 22agosto
aMoRE: Marte, Dio della ribellione, Vi abbando-na dalla fine di Febbraio per ritrovarvi dopo pochi mesi con una carica di-versa. Se molti di voi non sono ancora riusciti a dare un taglio a situazio-ni d’amore superate, sta-te in guardia perché nei prossimi mesi la scelta sarà d’obbligo. I single si divertiranno in Febbraio, ma nessun amore travol-gente all’orizzonte.SoLdi E LavoRo: Non male le finanze. Final-mente un ripristino dell’equilibrio perso sul fronte professione. At-tenzione alle scaramucce tra colleghi e ai dissapori con datori di lavoro. Il forte stellium di pianeti nel vostro settimo set-tore predice squilibri e difficoltà nell’approccio diplomatico.
BILANCIAnati tra il 23settembre e il23 ottobre
aMoRE: Bene il mese di Febbraio per le Bilan-cine che stanno a fatica trovandosi e cercando un equilibrio. I single godranno del meraviglio-so trigono di Venere che porterà incontri passio-nali e fugaci. ottime le possibilità di dedicare più tempo a se stessi in centri termali. Mercurio dissonante in Capricorno vi porterà momenti di li-tigio con partner o amici cari. Siate più accondi-scendenti! SoLdi E LavoRo: Buo-ne le opportunità di lavo-ro, soprattutto in campo artistico. Riceverete pro-poste interessanti per in-traprendere un percorso del tutto nuovo. Buoni i progetti che richiedono spostamenti. ottime invece le finanze, ma re-golatevi nei piccoli inve-stimenti!
SCORPIONEnati tra il 24ottobre e il 21 novembre
aMoRE: Un Giove che inizia proprio a farsi sen-tire dai primi del mese. Vi aspetta un Marzo di grandissimi cambiamen-ti. ora, siate pazienti e attendete! In Febbraio non v’è nulla di nuo-vo all’orizzonte se non quell’aria fresca e quella luce disarmante che vi porterete dietro per mol-to tempo.SoLdi E LavoRo: Giove in trigono al Vostro segno favorirà qualsiasi inizia-tiva. Febbraio è soltanto un mese anticamera di un fortunatissimo e im-prevedibile Marzo, ma attenzione a spese non calcolate dopo il 12 Feb-braio.
SAGITTARIOnati tra il 22novembre e il 21 dicembre
aMoRE: ottimo il trigono di Marte in Leone che vi garantisce forza d’animo in particolare per i nativi della prima decade (ulti-ma di Luglio). Buone le possibilità di incontri e flirt dal 12 Febbraio. Per molti possibilità di incon-tri passionali con persone più giovani. Siate in atte-sa di un Marzo pazzerello che vi sorprenderà con un nuovo amore ed una bellissima conoscenza.SoLdi E LavoRo: Buone le chance di natura lavo-rativa in Febbraio. Molti prenderanno contatti per progetti che troveranno realizzazione a partire da mese prossimo. Dal 12 riceverete quelle tanto attese comunicazioni, an-che di natura legale, che scioglieranno matasse non piacevoli create in passato.
PESCInati tra il 20febbraio e il 20 marzo
aMoRE: Giove è final-mente nel vostro segno. Un 2010 scoppiettante, ma un Febbraio poco sor-prendente. Solo energeti-camente avvertirete una freschezza diversa a cui non eravate più abitua-ti. Attendete con calma Marzo. Per molti segni, ma in particolare per Voi, sarà un mese che non vi dimenticherete!SoLdi E LavoRo: Ancora un periodo di attese e di incertezze sul fronte lavo-ro. Mercurio in Capricor-no vi garantirà l’intelletto per risolvere piccoli pro-blemi che scaturiranno da incomprensioni con colleghi o datori di lavo-ro. Buona la gestione del-le finanze.
ACQUARIOnati tra il 21gennaio e il 19febbraio
aMoRE: Un Febbraio bel-lissimo per i nati in Ac-quario che oltre a riceve-re un trigono di Saturno che concretizzerà situa-zioni affettive importanti, si ritroveranno protetti da un benefico Venere, pianeta dell’amore e de-gli incontri passionali. I single dunque, avranno possibilità di incontrare una persona con la qua-le stringere un’amicizia particolare. Non sarà la persona per voi defini-tiva, ma l’inizio di una stabilità interiore che vi accompagnerà per tutto l’anno. SoLdi E LavoRo: otti-mo il lavoro. Possibilità di firmare contratti lavo-rativi imminente. Buone le finanze che troveranno maggior elasticità nel mese prossimo. Attenzio-ne a non spendere troppo per la cura del sé. Venere congiunto al Sole decreta un narcisismo sopra le righe.
CAPRICORNOnati tra il 22dicembre e il 20 gennaio
aMoRE: Reduci da un Gennaio brillante, vi aspetta un Febbraio di weekend romantici e momenti di relax con il vostro partner. Per i single ottime occasioni per vivere la mondanità e per molti la possibilità di incontrare persone del passato.SoLdi E LavoRo: Se Gennaio è partito caoti-camente, Febbraio vi ga-rantirà l’equilibrio giusto. Per chi è in proprio, è alle porte la stretta di mano finale per concludere un affare importante. otti-mo il denaro. Entrate im-previste ci saranno dalla metà del mese.
VERGINEnati tra il 23agosto e il 22settembre
aMoRE: Per chi è in cop-pia Febbraio appare un mese dorato e, sebbene molti di voi vivano nella chimera della perfezione, si avvertirà forte il desi-derio di dare un senso diverso alla propria vita. Progetterete un figlio, un matrimonio, un acquisto come nido d’amore e ahimè tanti chiuderanno storie d’amore importan-ti, ma non più vibranti. Febbraio maturerà una voglia di cambiamento che troverà concretez-za soltanto a partire da Marzo.SoLdi E LavoRo: Per tut-to Febbraio la situazione appare stabile. Dalla fine del mese però i pianeti vi regaleranno l’intuizione giusta per intraprendere un percorso lavorativo differente. E’ certamente alle porte una scelta che modificherà anche il set-tore lavoro
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STORIA DI COPERTINA:
Caffè del VialeViale LocatelliLA CITTA’:
Dalmine
BENESSERE, COLORI & CALORE:
Elio FiorucciLove Therapy
APPUNTAMENTI CON L’ARTE:
106° Stagione Concertistica della Società del Quartetto
Teatro Donizetti5 biglietti omaggio per i nostri lettori.
EVENTI, CHI C’ERA:
NAG 2 Contemporary;Solidarietà Rotary International al Bobadilla;Sport Awards: Bergamo premia gli atleti;Medicallife: qualità, eleganza e convivialità;Il Berga-Maschio ideale;My name is Help onlus 100 “schiscette” per l’Africa;5 Terre;Everline Center;BAF;Vita Cafe Verdello;Biokitchen;Waikiki Cafè
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