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MENSILE DI ECONOMIA, COSTUME E SOCIETÀ - ANNO 2 - N°5 - FEBBRAIO 2010 WWW.BERGAMOUP.IT SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N°46) ART. 1 COMMA 1. DCB BRESCIA € 2,50 € 1,50 5 mensile bergamasco PUBBLIZETA STORIA DI COPERTINA: Caffè del Viale Viale Locatelli LA CITTA’: Dalmine BENESSERE, COLORI & CALORE: Elio Fiorucci Love Therapy APPUNTAMENTI CON L’ARTE: 106° Stagione Concertistica della Società del Quartetto Teatro Donizetti 5 biglietti omaggio per i nostri lettori. EVENTI, CHI C’ERA: NAG 2 Contemporary; Solidarietà Rotary International al Bobadilla; Sport Awards: Bergamo premia gli atleti; Medicallife: qualità, eleganza e convivialità; Il Berga-Maschio ideale; My name is Help onlus 100 “schiscette” per l’Africa; 5 Terre; Everline Center; BAF; Vita Cafe Verdello; Biokitchen; Waikiki Cafè A N N I V E R S A R I O A N N I V E R S A R I O

BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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Mensile di economia, costume e società

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M E N S I L E D I E C O N O M I A , C O S T U M E E S O C I E T À - A N N O 2 - N ° 5 - F E B B R A I O 2 0 1 0

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STORIA DI COPERTINA:

Caffè del VialeViale LocatelliLA CITTA’:

Dalmine

BENESSERE, COLORI & CALORE:

Elio FiorucciLove Therapy

APPUNTAMENTI CON L’ARTE:

106° Stagione Concertistica della Società del Quartetto

Teatro Donizetti5 biglietti omaggio per i nostri lettori.

EVENTI, CHI C’ERA:

NAG 2 Contemporary;Solidarietà Rotary International al Bobadilla;Sport Awards: Bergamo premia gli atleti;Medicallife: qualità, eleganza e convivialità;Il Berga-Maschio ideale;My name is Help onlus 100 “schiscette” per l’Africa;5 Terre;Everline Center;BAF;Vita Cafe Verdello;Biokitchen;Waikiki Cafè

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BERGAMO2009giugno

www.bergamoup.it

“Un vincente trova sempre

una strada, un perdente

trova sempre una scusa.”

Lao-tzu

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UN NUOVO ANNO DA VIVERE INSIEME A BERGAMO UP PER VINCERE NUOVE SFIDE

Il nuovo anno sta dunque per entrare nel vivo del

suo cammino e “Bergamo Up” è pronto a condi-

videre con i suoi lettori e con tutti i bergamaschi

quelli che si prospettano come dodici mesi carichi

di sfide e di obiettivi da raggiungere. In effetti, solo

guardandoci intorno, possiamo comprendere che

in questo preciso momento non mancano le diffi-

coltà e nemmeno i problemi da risolvere. La crisi

economico-produttiva continua a far sentire la sua

voce e sono in molti a guardare avanti con motivate

preoccupazioni. Una situazione che non possiamo

certo negare, ma che, al tempo stesso, non deve

farci cadere in una sorta di inattiva depressione.

Al contrario, tutti noi possiamo e dobbiamo ricor-

dare le qualità e le virtù tradizionalmente legate

al sistema bergamasco, un modo di essere che da

sempre riesce ad andare al di là degli ostacoli più

impegnativi. Una felice tradizione che dev’essere

“rinverdita” nel corso di questo 2010 che ha già

messo in archivio le sue prime settimane. In effet-

ti la vasta provincia di Bergamo e tutte le realtà

che la rappresentano offrono esempi di indiscussa

qualità e se a tutto questo aggiungiamo la capar-

bietà e la determinazione tipiche della nostra gen-

te possiamo facilmente comprendere perché al

futuro si può e si deve guardare con fiducia. Uno

stato d’animo che non vuole certo dire chiudere gli

occhi e mettere la testa sotto la sabbia, ma, piut-

tosto, ci deve spingere a dare ogni giorno il massi-

mo delle nostre risorse, senza mai dimenticare che

proprio queste risorse ci possono aiutare ad uscire

una volta per tutte da questo maligno tunnel della

crisi. In questo viaggio anche il nostro mensile è più

pronto che mai a fare la sua parte, seguendo con

attenzione e coerenza costanti le vicende legate alla

nostra città ed al suo vasto territorio, segnalando

progetti ed iniziative e, soprattutto, cercando di vol-

ta in volta di evidenziare le cose positive che in ter-

ra bergamasca, per fortuna, non mancano davvero

mai. Questa è la filosofia con la quale la nostra te-

stata si è presentata ai suoi lettori ed è lo spirito che

cercheremo di confermare con tutto il nostro entu-

siasmo e tutta la professionalità possibili nel corso

di questo nuovo anno durante il quale anche noi, nel

nostro piccolo, speriamo di poter dare un contribu-

to positivo alla valorizzazione del made in Bergamo.

E’ quello in cui tutti noi crediamo ed è un obiettivo

che siamo sicuri di poter raggiungere proprio insie-

me a tutta la realtà bergamasca, anche perché noi,

quando guardiamo a Bergamo, sarà forse per l’af-

fetto che nutriamo verso la nostra terra o sarà per

un innato ottimismo, ma la vediamo davvero… Up!

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02 /2010

Sommario

fotografo collezionista e viaggiatore

Gianni Limonta16

nuove aperture

“Vita Café” di Verdello24

serate per numeri uno

Evolution Cafè28

sport e solidarietà

Serse Pedretti32

tra fiori, vini e piatti prelibati

L’Osteria di via Solata36

nuovo laboratorio intellimech

Kilometro Rosso38

musica

Bergamo Jazz 201042

bergamoup model

Modello per un giorno44

viaggi, sfilate ed eventi

Caffè del Viale10

stella michelin

Roof Garden Restaurant42

attualità

49° Riconoscimento del lavoro e del Progresso Economico

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bergamo

tra le sue vie58

curiosita’

Frinco80

bel pais

Dalmine72

economia

Saldi 2010: Un primo bilancio62

cinema

Orobie Film Festival84

una psicologa per amica

STALKING76

personaggi

Giambattista marchesi66

economia

Creare nuovi prodotti88

storia e tradizione

San Valentino70

rubrica benessere

Benessere colori & calore54

entra in farmacia

Medicallife56

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dans les coulisses...

di una violenza quotidiana100

test&the citY

Luca Viscardi94

cultura & societa’

Salottino Virtuale104

cultura & societa’

Parola alla Fotografia106

cultura & societa’

Parola alla Parità108

cultura & societa’

Parola al Verbo109

cultura & societa’

Parola alle Biblioteche110

critica gastronomica

Un tavolo per due118

un noir inedito

La governante Tilde - Capitolo 4112

event

NAG 2 Contemporary124

event

“Gocce di solidarietà”126

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facebooK

I volti dei faceberghem156

oroscopo

Segno del mese: Acquario158

event

Medicallife132

event

Il Berga-Maschio ideale è…134

event

My name is Help138

event

5 Terre Una vetrina in città140

event

BAF144

event

Vita Café l’inaugurazione148

event

Biokitchen152

event

Everline Center142

event

Waikiki Café154

event

Sport Awards130

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Editore Pubblizeta DI EMANUELE ZARCONEVIA BRUNO BUOZZI, 5/A - 25125 BRESCIA [email protected]

Direttore Generale

Michele [email protected]

Direttore Responsabile

Luca [email protected]

Redazione

Laura GeneraliMaryline MilesiRaffaella RavasiAmministrazione

Claudia [email protected]

Art

BM ADV [email protected]

Impaginazione

Alessandro Di [email protected]

Pubbliche Relazioni

Massimiliano De StefanoProgetto Grafico originale

Raineri DesignSegreteria

Claudia [email protected]

WebWWW.BERGAMOUP.IT

StampaTIPOLITOGRAFIA PAGANI S.R.L.

Fotografi

Matteo MottariSergio AgazziLaura Marinoni

bergamoup, PERIODICO MENSILE DI INFORMAZIONELOCALE ISCRIZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO N° 16/2009 DEL 18 MAGGIO 2009.

concessionaria pubblicità e abbonamenti: T: 035 23 66 61 - F: 035 23 66 61WWW.BMADV.IT

redazione:[email protected] BERGAMO, VIA CASALINO, 5H

BERGAMOUP MAGAZINE TESTI E IMMAGINI DELLA PRESENTE PUB-BLICAZIONE NON POSSONO ESSERE RIPRODOTTI SENZA AUTORIZ-ZAZIONE FIRMATA DA PUBBLIZETA PRODUCTION

Hanno collaborato:Luca Marinoni, Glenda Manzi, Sara Gusmini, Isabella Rovaris, Emanuele Lumini, Simone Montanari, Filippo Fumoso, Claudio Maria De Stefano, G. Battista Gherardi, Vip International S.r.l., Prime s.r.l.

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È un 2010 ricco di eventi quello che è appe-

na iniziato al Caffè del Viale di Dalmine, in via

Locatelli. Aperto 7 giorni su 7, per un totale

di 365 giorni all’anno, il Caffè del Viale è uno

dei pochi locali della bergamasca che offre un

orario continuato dalle 5 della mattina alle 2

della notte. Locale tranquillo, con posti a se-

dere al chiuso oppure all’aperto, sotto un am-

pio tendone, il Caffè del Viale, grazie alla sua

accoglienza, attira clienti di ogni fascia d’età

e categoria. E proprio per far divertire i clienti

abituali e invogliarne dei nuovi a fermarsi an-

che solo per un caffè o per un aperitivo, il Caffè

del Viale ha deciso di mettere in palio per l’in-

tero anno, 12 viaggi – uno al mese – da rega-

lare ai più fortunati. L’idea è nata da Roberto

Marchesi che, insieme al papà Giampiero è

titolare del locale dal 2001. “Abbiamo pensa-

to di regalare un bel momento ai nostri clien-

ti – ci spiega Roberto Marchesi – mettendo in

palio un premio quanto mai gradito come un

viaggio. Le mete sono diverse e vengono deci-

se di volta in volta: si va dall’Egitto, alla Tunisia

a Tenerife. Per il momento abbiamo estratto il

viaggio di gennaio che è andato a una ragazza,

cliente abituale del Caffè del Viale”. E, infatti,

mentre noi stiamo facendo la nostra intervista,

Caffè del Viale,viaggi in regalo, sfilate di moda e

tanti altri eventidi Laura Generali

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lei si sta godendo il caldo sole dell’Egitto. “Era

felicissima, non riusciva a crederci”, aggiunge

Roberto. Beh, in effetti, come darle torto.

Ma i viaggi non sono l’unica novità introdotta

da Marchesi nel suo locale: a marzo il bar di

Dalmine si trasformerà per due serate in un

set di moda dove sulla passerella sfileranno

aspiranti miss Caffè del Viale. “Durante la pri-

ma serata, prevista per il 23 marzo, faremo

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Caffè del VialeViaggi, sfilate ed eventi

sfilare le ragazze solo con jeans e maglietta

del nostro locale”, ci spiega Roberto. “Le mo-

delle saranno divise in tre categorie: under 20,

under 30 e under 40. Per ogni categoria ver-

ranno scelte 5 ragazze che due sere più tardi,

giovedì 25 marzo, si cimenteranno in una vera

e propria sfilata di moda, con tanto di abiti da

sposa, sportivi, casual e costumi da bagno. Il

tutto sotto la cura di un’estetista e del parruc-

chiere Ronny”.

Viaggi, moda, ma anche tanto divertimento al

Caffè del Viale dove il programma 2010 pre-

vede serate Single party e a tema. “A gennaio

abbiamo già fatto una festa per single e la gen-

te si è divertita. Replichiamo il 18 febbraio con

una seconda serata e, se anche questa volta

la risposta dovesse essere buona, potremmo

pensare di dedicare a questo appuntamento

una serata fissa al mese”, ci spiega Marchesi.

“Poi avremo anche serate a tema come quel-

la organizzata per il carnevale, il 16 febbra-

io, martedì grasso; aspettiamo tutti i nostri

clienti rigorosamente in costume! Per finire, il

14 aprile, avremo anche una serata dai ritmi

caraibici durante la quale un gruppo di bal-

lerini, i “Sentimiento Latino” si esibiranno

e coinvolgeranno i clienti nel ballo”. Eventi e

divertimento non mancano nel locale di Dal-

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mine: “per questo devo ringraziare anche altre

persone – ci spiega Roberto – come il Boba-

dilla, altro storico punto di ritrovo di Dalmine,

con cui abbiamo un’ottima collaborazione e

molti dei loro clienti si fermano da noi per un

drink prima della serata da loro. Ringrazio poi

anche Paolo Locatelli, il mio commercialista,

che mi sopporta e supporta da anni”. E se la

crisi sembra non si sia fatta sentire nel locale

di Dalmine, qualche piccolo problema c’è co-

munque stato: “la precedente Amministrazio-

ne comunale ci ha privato di parcheggi utili.

Due anni fa infatti il viale è stato chiuso per

lavori ed è stato allargato, dedicando ampio

spazio alle vie pedonali e ciclabili che però non

vengono utilizzate a discapito dei posti auto.

Un po’ di crisi, con queste decisioni, l’hanno

creata”, sottolinea dispiaciuto Roberto. Ma

malgrado le piccole difficoltà il Caffè del Via-

le si conferma un posto amato dai clienti per

le sue crêpes, per gli aperitivi o anche per un

pranzo veloce. A marzo il bar sarà poi dotato

di un apparecchio Sisal per il Superenalotto e

Win for Life. n

Caffè del VialeViaggi, sfilate ed eventi

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Gianni Limonta: fotografo collezionista e viaggiatore.

Gianni Limonta, collezionista e fotografo gira-

mondo: classe 1944, primo scatto a 14 anni,

all’attivo milioni di scatti in 45 anni di pro-

fessione. Più di 3000 macchine fotografiche

fanno parte della sua collezione, una delle più

importanti al mondo fra le private: spiccano

50 pezzi unici, autentici gioielli raccolti nel

corso degli anni in tutto il mondo. Collezione

custodita e curata con passione, «la macchi-

na meccanica deve essere sempre in funzione,

il non uso la blocca», mero documento della

storia della fotografia. Tutto ha inizio con una

Folding degli anni Trenta regalatagli dal cogna-

to quando era un ragazzo, - come una folgo-

razione -, Gianni Limonta oggi ha una vera e

propria “storia della macchina fotografica” dal

dagherrotipo del 1839 in poi. Fra i pezzi unici

non si può non ricordare la Zeiss di Vittorio

Emanuele III. Professionista, collezionista e fo-

tografo viaggiatore. 40 anni di viaggi e 40 anni

di collezione: gli occhi cerulei ancora gli si ac-

cendono mentre spiega cos’è una fotografia,

«la registrazione visiva di quell’attimo non più

ripetibile», perché - prosegue - «se nel 1839

non fosse nata la fotografia, come avremmo

potuto sapere com’era il mondo? Solo con il

disegno? Non sarebbe stato reale». È così che

nasce il fotografo viaggiatore, per documenta-

re e raccontare il mondo. Oggi scatta con Lei-

ca o Nikon, in analogico o digitale, preferisce

il bianco e nero in analogico, - bianco e nero

che non morirà mai, - «perché le foto hanno

un altro sapore nelle tonalità di grigio, sono

più emozionanti, mentre una foto in bianco

e nero digitale non è croccante. Digitale che

però ha superato l’analogico nel colore». Poi

le foto bisogna saperle guardare, saperle leg-

gere, percepire l’emozione, cercare di sentire

di Raffaella Ravasi Ph. Gianni Limonta

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lo scatto. Una foto può essere molto più che

bella. Splendidi libri, la maggior parte pubbli-

cati da Mondadori, raccontano reportage foto-

grafici in Birmania, Cina, Siria, Libia, in Nepal

il primo libro fotografico dedicato alla Valle del

Mustang, in Amazzonia, “Verde Amazzonia”

del 2003 «il mio preferito, un vero reportage

di viaggio. Ho trascorso due mesi a contatto

con le tribù indigene. Molto emozionante, ve-

ramente pochi si possono avvicinare», per ar-

rivare all’Egitto, all’ultima pubblicazione “Ma

che libro d’Egitto” del 2008. Tutte fotografie in

analogico a colore, «sento quando lo scatto è

quello giusto, non ho bisogno di rivederlo. Hai

mai visto una foto degli anni Trenta? Allora si

avevano solo 6 scatti, 6 lastre, prima di scat-

tare una foto si pensava delle ore. Fino a dieci

anni fa, con le 36 pose, si sceglieva la miglio-

re, ma prima dello scatto si pensava ancora.

Oggi con il digitale, si scatta senza nemmeno

guardare, tanto con Photoshop le foto si siste-

mano a casa». Professionista eclettico e poli-

valente, Gianni Limonta “bergamasco D.O.C.”,

diversifica il suo lavoro nel campo della moda,

pubblicità, industriale, still-life, calendari d’ar-

te, campagne fotografiche per i Beni Cultura-

li. «Mi piace tutto» - dice sorridendo -, taglio,

inquadratura, equilibrio fra pieni e vuoti, luce

e scatto. Prossimo viaggio? Zaino di 25 chi-

logrammi sulle spalle, 7 o 8 obiettivi e caval-

letto, in giro per la Mongolia, il Cile e l’India

per raccontarci un altro pezzo di mondo. Fra

un viaggio e l’altro lo si può trovare nel suo

studio, Foto Studio Gianni, in via Statuto 16/g

Bergamo, dove tutti lo conoscono. n

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Manzanilla sweet,il lato dolce della vita

la sua direzione. Rientrato nel Belpaese, De-

vis ha l’intuizione di rilevare la vecchia storica

pasticerria di Colognola, dove l’ex proprietario

– attivo ormai da 30 anni – stava per andare

in pensione. Dalle parole ai fatti e Devis ha

fatto suo il locale. “Ho dato un tocco diverso

a questo posto aggiungendo anche una caffet-

teria – continua – e devo dire che il riscontro

è stato positivo. La pasticceria rimane clas-

sica, ma ogni dolce è fatto con la massima

cura e con ingredienti freschissimi: dò molta

importanza alla qualità. Poi mi piace anche

sperimentare e creare dolci sempre nuovi,

anche seguendo le richieste e indicazioni dei

miei clienti. Recentemente ho iniziato a crea-

re torte moderne e particolari, soprattutto per

cerimonie o eventi speciali”. E per il Natale

ormai alle porte, Devis ha in serbo anche dei

dolci unici, come i panettoni al the verde ma-

cha e fragole. Novità poi rispetto alla vecchia

pasticceria è senz’altro il servizio caffetteria

che attira clienti di ogni età: “Oltre a fare que-

sto servizio, vendiamo anche the in foglia di

alta qualità. Serviamo poi infusi, cioccolata

biscotti artigianali, praline e cioccolatini”. E

al Manzanilla c’è spazio anche per una piccola

cantina, specializzata ovviamente in vini dolci

da accompagnare al dessert come passiti o

moscati, ma anche in champagne e grappe

pregiate. “La nostra specialità resta soprat-

tutto la pasticceria – conclude Devis –: siamo

famosi per le nostre brioches e per i nostri

dolci. Tutto viene prodotto nel nostro labora-

torio, dietro il negozio, dove oltre a me lavora-

no i miei collaboratori: Zuyen, Maria Grazia e

Fabio”. n

Dubai Arredamento da realizzare al Luciano PavarottiTower Fanano

Arredamento da realizzareal Pavarotti Ski Resort

AppenninoModenese

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Arredamento da realizzareal Dolce Vita

Arredamento realizzato al Mag 218

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Mont

ecar

lo

Lago di Garda

Arredamento realizzato al Hotel Restaurant Amethyst Residence Garda Resort

Arredamento realizzato in SardegnaVillaggio

Arredamento realizzatoa Lignano

Arredamento realizzato alHotel Le Globe

Liguria Arredamento realizzatoin Liguria

Sardegna

Lignano

Venezia

Arredamento da realizzare a Murano

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Moda Mobil e Moda d’Interni, con le sedi di Torre dè

Roveri e Nembro sono leader da 40 anni nell’arreda-

mento casa come nelle forniture di contract, affiancan-

do grandi marchi dell’arredamento ad una falegname-

ria professionale. Realizzano arredamenti “chiavi in

mano” per la prima e seconda casa con una completa

e vasta possibilità di proposte.

Il fine minimalismo o il luxury più sfrontato, il caldo

provenzale o il neoclassico più raffinato, trovare il tuo

stile con loro sarà facile e divertente per sentirti dav-

vero a casa.

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Al “Vita Café” di Verdello.di Raffaella Ravasi

A gennaio è iniziata la nuova avventura del

Vita Café di Verdello: Gigi Coppolino e Maria

Arrigoni hanno aperto il nuovo bar fronte stra-

da, lungo la strada Francesca, all’altezza della

nuova zona industriale di Verdello, in via Fanto-

ni, 5. Una manciata di chilometri da Bergamo

e il marchio Vita Café ritorna in questa nuova

attività, dal ristorante di via Borgo Palazzo in

città al bar di Verdello. «Un nuovo punto di par-

tenza - spiega Gigi -, una nuova avventura lavo-

rativa che condivido appunto con Maria, la mia

socia, mio fratello Riccardo e Alessandra che

si occupano del banco e della sala». Per Ma-

ria si tratta invece della prima entusiasmante

esperienza nel settore: «il nostro Vita Café di

Verdello è per me una vera sfida, avevo voglia

di cambiare lavoro, amo molto stare in mez-

zo alla gente, chiacchierare». Un centinaio di

metri, arredamento moderno e luminoso per

un ambiente gradevole e giovanile. Peculiari-

tà della caffetteria sono le ricche colazioni del

mattino servite a partire dalle 5,30 per i clienti

più mattinieri che spaziano da quella “all’in-

glese” con la spremuta, ad una vasta scelta al

buffet, fra brioches di pasticceria e torte ca-

serecce fatte anche da Gigi. La sua specialità

è la buonissima torta di mele, candidata a di-

ventare “la torta Vita”! Il pranzo di lavoro offre

poi una vasta scelta fra panini e toast, insalate

varie, primi e secondi di gastronomia. Il tutto

servito con un sorriso a prezzi modici e con-

correnziali, perché la filosofia di Gigi e Maria è

quella «sì di un bar, ma di un bar di nuova con-

cezione». Arrivata l’ora “dell’aperitivo steso”,

dal lunedì al sabato, ci si può sbizzarrire fra le

varie golosità e stuzzichini che imbandiscono

il banco, degustando oltre agli innumerevoli

cocktails, un buon bicchiere di vino, offerto

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anche al calice, fra vini locali e non, perché,

come sottolinea Gigi, «sbicchieriamo qualsiasi

vino». Dal mese di febbraio, prenderà il via la

sempre amata Happy Hour il venerdì sera dalle

20,00 alle 23,00 prorogando quindi l’orario di

chiusura serale del locale. Appuntamento da

sempre molto gradito ed atteso dai più giovani

e non solo.

Facile raggiungerli:

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Via Fantoni, 5

Verdello

Dal lunedì al sabato dalle 5,30 alle 20,00

Domenica chiuso

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Evolution Cafè,serate per numeri unodi Laura Generali

Una serata speciale con un aperitivo “per nu-

meri uno”. Questo l’appuntamento da non per-

dere all’Evolution Cafè di Paladina, locale che

da 6 anni riempie le serate dei bergamaschi,

dal giovedì alla domenica. Ed è proprio di do-

menica che il locale offre una serata originale

e divertente, dove i colpi di scena non si fan-

no desiderare. Il principale si chiama Braga

ed è una drag queen che arriva direttamente

da “Chiambretti Night”. “Braga è l’ospite fis-

sa dell’Evolution Cafè – ci spiega Andrea Togni

che, insieme alla fidanzata Monia Capelli è ti-

tolare del locale –. Braga canta e balla insie-

me ad amiche che la accompagnano nel suo

show durante la serata karaoke, coinvolgendo

i clienti del locale”. Ma la domenica dell’Evo-

lution non è solo musica: a partire dalle 17,00

parte l’happy hour che va al di là del sem-

plice aperitivo fatto di stuzzichini e salatini.

“All’Evolution Cafè si parte con l’aperitivo per

poi passare alle diverse portate: antipasti, as-

sortimento di primi, svariati dolci e frutta. Una

vera e propria cena che, unita allo spettacolo

a partire dalle 21,00, richiama ogni domenica

sera centinaia di persone da tutta la provin-

cia”, continua il titolare. E il divertimento non

manca nemmeno le altre sere: la prima delle

quattro serate del locale di Paladina propone

l’animazione latina ad opera della scuola Dan-

ce Project che tiene nel locale due corsi di bal-

lo da un’ora ciascuno (dalle 20,30 alle 22,30)

per poi iniziare una vera e propria animazione

che coinvolge i clienti, esperti ballerini e non. Il

venerdì sera è invece dedicato alla musica dal

vivo. Nel locale si esibiscono, infatti, le miglio-

ri cover band italiane: non solo gruppi locali,

quindi, ma anche musicisti che arrivano da

tutta Italia per suonare all’Evolution. Dall’1,00

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Evolution Cafè,serate per numeri uno

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e fino alle 3,00 – orario di chiusura del locale

–, inizia la serata disco, con musica commer-

ciale e revival anni Settanta e Ottanta. La sera

successiva, il sabato, è invece il momento clou

per i nottambuli. “La serata inizia con il lounge

bar per offrire al pubblico un momento di re-

lax dopo cena e creare l’atmosfera giusta del

pre-serata – ci spiega ancora Andrea Togni –.

Da mezzanotte in poi si apre invece la vera e

propria discoteca in compagnia di due dj: Gigi

Leni e Massimo Alberti da Rtl 102.5. Questo è

il momento adatto per chi vuole prenotare un

tavolo e passare una serata divertente in com-

pagnia di amici. Compleanni, feste, occasioni

speciali: richiedendo un tavolo all’Evolution si

potrà festeggiare grazie anche alla particolare

cura che dedichiamo ai clienti per farli sentire

davvero a proprio agio”. Chi prenota all’Evo-

lution, oltre al tavolo, può gustare nel corso

della serata cascate di frutta, dolci e stuzzi-

chini salati, oltre a divertirsi grazie alla bella

musica. “la nostra è una cura maniacale del

cliente – conclude Andrea Togni –. Ci teniamo

davvero tanto a far sentire bene le persone

che vengono nel nostro locale, soprattutto i

clienti abituali”. L’Evolution Cafè è a Paladina,

sulla strada statale Villa d’Almé/Dalmine, in

via Roma. È aperto dal giovedì al sabato dalle

20,00 alle 3,00 e la domenica dalle 17,00 alle

3,00. L’ingresso è gratuito. n

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Quando l’impegno nel mondo sportivo incon-

tra la solidarietà e la voglia di fare squadra

anche nella vita, i risultati non si fanno at-

tendere. È stato così anche per la ‘Berghem

Soccer Team’, squadra nata dalla passione

di alcuni amici che da tre anni si ritrovano a

giocare a calcetto. “Da tre anni a questa par-

te quello del martedì sera era per noi un ap-

puntamento fisso – ci spiega Serse Pedretti

che insieme a Gigi Foppa è il fondatore della

squadra –. L’idea è nata proprio da lì: perché

non creare una squadra che oltre a giocare a

Serse Pedretti,sport e solidarietàdi Laura Generali

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calcio si metta a disposizione per fare qual-

cosa di buono per gli altri?” Così, insieme a

giocatori ed ex giocatori dell’Atalanta è nata

una squadra che conta attualmente quaranta

persone circa. Lo scopo è proprio quello di in-

tervenire in aiuto alle Onlus o alle associazioni

che hanno bisogno di organizzare un evento

per raccogliere fondi. “Non chiediamo nulla

all’associazione che ci chiama, ovviamente,

anzi: contribuiamo con le nostre partite alla

raccolta fondi per i più diversi scopi umanita-

ri”, continua Pedretti. I personaggi che fanno

parte della Soccer Team sono, infatti, noti al

grande pubblico, trattandosi di giocatori an-

cora attivi o di ex stelle del calcio. “L’idea è di

portare almeno sei o sette personaggi famosi

a partita, in modo da attirare il pubblico. L’ab-

biamo fatto per la marcia di Telethon, per i di-

sabili della Valle Seriana e per molte altre ini-

ziative di volontariato”. Ogni partita, oltre ad

incassare i proventi delle vendite, prevede che

i partecipanti stessi si autotassino, in modo

da raccogliere anch’essi fondi da donare alle

associazioni. “I progetti che abbiamo per il

futuro sono tanti – continua Pedretti – ma, in

particolare, vorremmo organizzare un match

con Coppola e Floccari”.

L’attività di Pedretti non ha a che fare però sol-

tanto con il volontariato. Lo sport, in questo

caso, è il minimo comune denominatore della

sua carriera e il punto focale di Onis Italia,

il negozio che Pedretti ha aperto a Spirano.

Onis si occupa di fornire alle squadre sporti-

ve, specialmente di basket, calcio e pallavolo,

tutta l’attrezzatura utile per la pratica sporti-

va: dall’abbigliamento, ai prodotti farmaceu-

tici, alle strutture utilizzate sui campi. Onis

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rifornisce con questi prodotti il 60% società

sportive, puntando, in particolare, sulle pic-

cole squadre. Da quattro anni, il negozio ha

poi aperto i battenti anche ai singoli sportivi

che hanno voglia di rifarsi il guardaroba: “Onis

presenta oltre 600 modelli diversi di scarpe da

calcio – commenta il titolare – ed è sicuramen-

te il posto con la maggior possibilità di scelta

in campo sportivo”. Onis è anche Atalanta: il

negozio è infatti licenziatario del merchandi-

sing della squadra orobica, caratteristica che

gli garantisce la possibilità di creare prodotti

nuovi legati al marchio Atalanta, come le fel-

pe dei giocatori, oppure prodotti particolari,

come la recente linea di abbigliamento per

bambini a partire da un anno di età. n

ONIS SPORTSWEAR

Via Campo Romano, 30/32 Spirano (Bg)

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Ezio Gritti, 51 anni, chef e sommelier autodi-

datta, è dal 1998 il padrone di casa del risto-

rante L’Osteria di via Solata, a due passi dalla

Rocca in Città Alta, dove il tempo sembra es-

sersi fermato.

Nato a Gavarno di Nembro dove i genitori han-

no da sempre una salumeria panificio, Ezio,

ragioniere, inizia a 28 anni la sua avventura

ai fornelli: «ho cominciato di punto in bianco,

non ambivo a fare il cuoco perché la divisa è

mitica da indossare come quella del pilota e

non vengo da una famiglia di ristoratori, ma da

sempre m’interessava ritagliarmi il tempo per

andare al ristorante». Appassionato e ottimo

conversatore, Ezio Gritti spiega la sua filosofia,

«“il ben vivere”. Non si tratta solo di una que-

stione di cucina, del “mangiare bene”, bensì di

un mero momento di godimento. Sono “schia-

vo per passione” del mio lavoro, mi diverto

lavorando e lavoro divertendomi per i com-

mensali che vengono a trovarmi, sempre con

l’aiuto dei miei collaboratori, 4 in cucina e 2 in

sala: Nadia in sala e Antonio in cucina sono i

miei scudieri». Un angolo elegante e romantico

fra tavoli di legno d’inizio secolo apparecchia-

ti con tovaglie all’americana perché il legno

“vissuto” si veda, tavoli di ferro moderni con

tovaglie di fiandra e sedie diverse. 27 vasi di

fiori per 11 tavoli perché non solo ogni tavolo,

ma anche ogni angolo della sala abbia il suo

L’Osteria di via Solata:fra fiori, vini e piatti prelibati.di Raffaella Ravasi

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mazzo profumato. 1 stella Michelin dal 2004,

una cantina con circa 1100 etichette per scel-

ta di soli vini italiani, “una cucina geniale ma

nello stesso tempo semplice”, ecco Ezio Gritti

e L’Osteria di via Solata. «La semplicità - spie-

ga Ezio -, è il massimo dell’eleganza in cucina,

vuol dire trovare la quadratura del cerchio che

in cucina vuol dire la perfezione, l’equilibrio fra

gli elementi. È, infatti, più facile fare un mine-

strone rispetto ad uno spaghetto pomodoro e

basilico». Così Ezio ci spiega che la perfezione

nell’equilibrio fra gli elementi, sta ad esempio,

nella sua “Crema di patate con gamberi e pan-

cetta croccante”, dove «la base neutra è la cre-

ma di patate, i gamberi spadellati da soli sono

la parte aromatica e masticabile ed il trito di

pancetta è la sferzata di gusto verso l’alto. I tre

elementi che compongono il piatto sono come

tre pugili che vanno a braccetto». Elementi, in-

gredienti tipici della cucina italiana, elaborati

per personalizzare il piatto. Noi, molto golosi,

abbiamo il privilegio di assaggiare “Il morbi-

do e freddo ai marron glacé con crema di ca-

chi”, un’autentica delizia. «La vera cucina deve

emozionare, mentre mangio chiudo gli occhi e

capisco cosa sto mangiando. Se dalla carta il

dolce può sembrare “troppo dolce”, in realtà

assaggiandolo, si ha un senso di freschezza al

palato. L’acidità della crema di cachi, - conti-

nua Ezio -, brucia i marron glacé rendendoli

meno stucchevoli. Il piatto non deve essere ba-

rocco per apparire, ma dal piatto deve emerge-

re il colore e la materia prima». Ezio Gritti, da

settembre 2009, è anche chef a “La Prova del

Cuoco” di RaiUno, dove in diretta, in 20 minuti

prepara due piatti.

Ristorante L’Osteria di via Solata, elegan-

te e raffinato, in via Solata 8, Bergamo Alta,

tel. 035/271993 chiuso domenica sera

e martedì. n

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Al Kilometro Rosso il nuovo laboratorio Intellimech

Al Parco scientifico e tecnologico del Kilome-

tro Rosso è stato inaugurato, giovedì 21 gen-

naio, il nuovo laboratorio del Consorzio per la

meccatronica Intellimech, alla presenza dei

vertici di Confindustria, Camera di Commer-

cio, Agenzia nazionale dell’Innovazione e del

Sottosegretario alla Presidenza della Regione

Lombardia Marcello Raimondi.

26 aziende operanti in diversi settori (mec-

canica, tessile, elettronica, informatica, ener-

gia, metallurgia, simulazione…) aderiscono al

Consorzio: la meccatronica è la scienza che fa

interagire meccanica, elettronica e informati-

ca. Da più di 40 anni guida lo sviluppo d’inte-

ri settori produttivi con beni e tecnologie che

migliorano le prestazioni dei prodotti tecnici

e industriali, aumentando quindi, la qualità

della vita. Intellimech rappresenta, per le sue

di Raffaella Ravasi

dimensioni, la più importante iniziativa pri-

vata del settore, oltre ad essere un’iniziativa

utile al superamento della crisi e al rilancio

dell’economia del territorio e della competiti-

vità tecnologica delle imprese, ma non solo di

quelle consorziate, grazie al ruolo strategico

ed alla stretta collaborazione con le istituzioni

bergamasche come la Camera di Commercio,

Confindustria e l’Università di Bergamo. L’Uni-

versità svilupperà, infatti, un Centro di Ricerca

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sulla meccatronica nelle strutture adiacenti.

Il Consorzio gestisce progetti di R&S e spe-

rimentazione interdisciplinare di piattaforme

tecnologiche precompetitive e la realizzazione

di prototipi e dimostratori per applicazioni in-

novative infrasettoriali d’interesse dei consor-

ziati.

Innovazione e tecnologia per guardare avanti,

una grande risorsa per il nostro territorio: in

Italia settentrionale e in Lombardia in partico-

lare, è presente la più alta concentrazione di

aziende manifatturiere che fanno della mecca-

tronica uno dei fattori competitivi più impor-

tanti e strategici. n

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Quando si parla di musica nella nostra città, il

primo nome che viene naturalmente in mente

è Gaetano Donizetti, con tutti i capolavori ope-

ristici che ci ha lasciato in eredità. Da anni,

però, un’altra tradizione musicale, nata molto

lontano da noi, è entrata a far parte di diritto

del nostro tessuto culturale: il jazz. Il merito

va a un festival la cui prima edizione risale al

1969 e che col tempo è diventato punto di ri-

ferimento di numerosissimi appassionati, non

solamente bergamaschi. La presenza costan-

te di artisti di assoluto valore internazionale

– anche il programma allestito quest’anno da

Paolo Fresu lo conferma – ha anche favorito la

crescita e l’affermazione di più generazioni di

musicisti che hanno trovato nel jazz un campo

espressivo fecondo. E in tempi in cui le trasfor-

mazioni sono all’ordine del giorno, la conviven-

za tra Donizetti e il jazz a Bergamo è segno

tangibile di un’apertura culturale che non può

che essere fonte di nuovi stimoli.

Claudia Sartirani

Assessore alla Cultura e Spettacolo

del Comune di Bergamo

Bergamo Jazz 2010

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44

BergamoUp ModelLa rubrica di BergamoUp che permette a tutti i giovani bergamaschi,

aspiranti modelli/e di usufruire di un servizio fotografico che verrà,

successivamente, pubblicato sulle pagine della nostra rivista.

Se sei interessato/a contatta la nostra redazione

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o via e-mail [email protected].

Cercaci anche su Facebook.

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Page 47: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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Questo Mese presentiamo, per

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di Bergamo, Operaio

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La 49° edizione del “Riconoscimento del La-

voro e del Progresso Economico”, premio isti-

tuito dalla Camera di Commercio di Bergamo

nel 1952, (Fiera di Bergamo – 20 dicembre

2009) ha premiato 80 lavoratori suddivisi in 5

categorie: Lavoratrici e Lavoratori dipendenti

o autonomi - curriculum particolare, Dirigenti

d’azienda, Imprese industriali, commerciali,

agricole, artigiane, Coltivatori diretti, Lavora-

trici e Lavoratori dipendenti - anzianità e fedel-

tà e Personalità Benemerite. Apre la cerimo-

nia l’Ensemble del Bergamo Musica Festival

“Gaetano Donizetti”, seguono i saluti del dott.

Maurizio Laini (Presidente della Commissione

di valutazione del concorso”: «dal 1952 sono

stati decine di migliaia i premiati, la cultura

del lavoro nella provincia di Bergamo merita

particolare attenzione, è il motore del nostro

benessere, la macchina che ci consente di vi-

vere bene nel nostro territorio» e del dott. Ro-

berto Sestini, Presidente della Camera di Com-

mercio di Bergamo. Il dott. Sestini, alla sua

18° edizione del riconoscimento ai lavoratori,

sottolinea «l’importanza di questa giornata in

quest’anno particolare per l’economia: per la

prima volta abbiamo vissuto una crisi profon-

da, ma dobbiamo sempre guardare avanti. Im-

port ed export iniziano a dare segni di ripresa,

49° Riconoscimento del lavoro e del Progresso Economicodi Raffaella Ravasi

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ma non dobbiamo temere di modificarci, di

studiare i processi di cambiamento, di confron-

tarci con l’esterno». Particolarmente attesa ed

applaudita la premiazione alle tre benemeren-

ze per lo Sviluppo Economico Provinciale: Ing.

Andrea Moltrasio, Cav. Alberto Somaschini e

Roby Facchinetti, persone di grande successo

fortemente radicate nel territorio che li ha visti

“crescere”. L’Ing. Moltrasio, classe 1956, “un

ingegnere dalle mille risorse” (Amministratore

Delegato di Icro Coatings spa, Vice Presidente

di Confidustria per l’Europa, Presidente e Am-

ministratore Delegato di Clinica Castelli spa,

Presidente e Amministratore delegato di Icro

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qualcosa di nuovo». Per il Cavalier Somaschini,

classe 1921, - da 20 anni produce organi di

trasmissione per Mercedes, Bmw, Siemens ed

altre aziende tedesche, a Detroit ha costituito

una Joint Venture con una società americana

per la produzione di ingranaggi per Mercedes

in America -, “il re degli ingranaggi”: «ho visto

5 papi, speriamo di vederne ancora qualcuno!

Didone’ spa, Consigliere d’Amministrazione

di Rcs MediaGroup spa, Membro del Consi-

glio di Sorveglianza di Ubi Banca, Presidente

dell’Associazione BergamoScienza) ha ritirato

il premio dalle mani di Roberto Sestini, Mario

Mazzoleni, Carlo Mazzoleni e Alberto Barcella:

«i premi sono importanti in base a chi li conse-

gna e questo premio è uno stimolo per iniziare

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Sono onorato dell’enorme riconoscimento, bi-

sogna tenere alto il nome di Bergamo all’este-

ro» ha ritirato il premio il figlio Gianfranco.

Conclude la cerimonia il più emozionato, Roby

Facchinetti, classe 1944. Facchinetti, “la co-

lonna sonora di una vita”, dedica la beneme-

renza alla moglie Giovanna che, «nel modo più

bello è riuscita a starmi accanto. Sono molto

legato alla mia città, alle mie radici. Anche se

ho girato il mondo mi sento sempre ospite,

solo quando torno a Bergamo mi sento a casa.

Ho trasformato la mia passione per la musica

in un mestiere: mi diverto, mi emoziono e mi

pagano pure!». n

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Benessere colori & caloreBenessere per ben-essere. Dall’alba dell’homo

sapiens ci si interroga su cosa e come fare per

“stare bene”, cercando di fornire una risposta

universalmente valida su questa irrefrenabile

“voglia” e che non sia solo un “semplice” stato

emotivo della psiche.

D’altra parte, da che mondo e mondo, questa

domanda la vive l’uomo antico e l’uomo mo-

derno!

Infatti, nello scorrere la pellicola del quotidia-

no, tutti noi ci domandiamo e chiediamo agli

altri (è oramai regola…): come sto?, come mi

sento?, come stai?, come ti senti? e le risposte

sono quasi sempre positive, dando per sconta-

to che sia effettivamente così.

Ma stiamo veramente bene? E soprattutto,

cos’è che ci fa rispondere, a noi stessi e agli al-

tri, che va bene o che c’è qualcosa che non va?

Cos’è che ci fornisce un sentimento di sereni-

tà, un senso di equilibrio, un’emozione di gioia

o di allegria? Quasi sempre, il parametro che

utilizziamo per pensare di noi stessi, o delle

persone, che si sta bene, è la conformazione,

più o meno riuscita, ai canoni della vita quoti-

diana normale: “vivere” una vita affettiva grati-

ficante con un partner, dei figli, un lavoro più o

meno gratificante con un guadagno adeguato,

un conto in banca, una casa, il gatto o il cane

e così via. Ma, ahimè!, la normalità della vita

non coincide il più delle volte con il benessere

“dentro”, mentale, nell’anima o nello spirito.

Infatti, stare bene con se stessi e con gli altri

non è garantito dall’adeguarsi agli standard di

normalità o dall’essere normali! Nel benessere

soggettivo molta importanza assumono i pro-

cessi mentali di valutazione di noi stessi e del

mondo circostante; tutti noi valutiamo ciò che

accade nella nostra vita quotidiana in termini

di benessere/malessere e proviamo emozioni

piacevoli o spiacevoli, a seconda del significa-

to che diamo in quel momento alla nostra vita,

alle circostanze contingenti e/o temporali.

L’importanza, quindi, dei processi psicologici

di interpretazione ed elaborazione delle con-

dizioni di vita oggettive e soggettive secondo

i valori, le credenze e gli atteggiamenti perso-

nali e le aspettative che possediamo fanno sì

che sentiamo e nutriamo sentimenti piacevoli

o spiacevoli, positivi o negativi.

Quindi possiamo riflettere su tre concetti pun-

tuali dello stare bene dentro e fuori di noi:

l’ essere in pace con il passato (non avere rim-

pianti e rimorsi);

l’ apprezzare il presente (non essere lacerati

da conflitti attuali);

il non temere il futuro (essere capaci di proget-

tare obiettivi reali e realizzabili).

Una vera e propria armonia nella costante ri-

flessione che la mente compie nell’analizzare

presente (sono), passato (sono stato) e futuro

(vorrò essere) è la chiarezza che ciascuno ha

su questi tre elementi concettuali.

Ed ancora, possiamo parlare dello stare bene

non negando il suo contrario, cioè la sofferen-

za che viviamo per situazioni personali o che

riguardano la nostra sfera affettiva.

E’ importante, diremmo quasi vitale ricono-

scere la sofferenza perché essa ha sempre un

senso per far riscoprire ed apprezzare ai sensi

l’arcano opposto della gioia e del piacere, la

consapevolezza anche di poter cogliere negli

altri parti di noi che non amiamo. Nasce così

la consapevolezza di intendere (perché lo è!)

l’uomo come essere unico, sacro ed irripetibile

cosciente che il suo stato di benessere dipen-

de fortemente dalla sua capacità di amarsi ed

amare per trovare la gioia e il piacere di stare

al mondo.

Basterebbe riconoscere dentro e fuori di noi

quell’ “essere una buona madre di se stessi”.

Non essere, quindi, egoisti, presuntuosi, arro-

ganti, piuttosto essere e vivere a proprio agio

nel mondo e con l’immagine di sé; ovvero, sa-

pere che non esiste un modo giusto o sbaglia-

to di essere ma che ognuno di noi vale per il

solo fatto di esistere, consapevole dei punti di

forza e di debolezza; non corrispondere ad un

modello ideale ma cogliere l’autentico nostro

modo di essere non somigliante a nessuno,

utilizzando interamente le proprie potenziali-

54

di Claudio Maria De Stefano

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tà, energie e risorse positive.

Quando si ha una bassa stima e fiducia in

sé, è inevitabile mettere in atto una serie di

comportamenti autodistruttivi quali trascura-

re l’aspetto fisico, accettare se “lui” o “lei” mi

trascura (l’amore non può colmare la mancan-

za di “amore” per noi stessi), non curarsi nella

salute e così ci si costruisce una vita priva di

gioia in uno stato di depressione latente. Per

questo, è importante sentirsi sempre degni di

vivere accettando che la vita è una costante

lotta, che è contemporaneamente un arren-

dersi mai e, anche e soprattutto!, un’estrema

necessità di benessere per….ben-essere e per

ben-stare.

Il pensiero “Benessere” di Elio Fiorucci

Educare fin da piccoli alla felicità e alla bel-

lezza, trasmettendo energia positiva. È questa

la mission di Love Therapy Kids, una linea di

abbigliamento pensata per veri bambini (e non

adulti in miniatura) da 0 a 16 anni. Proprio

quelli che si sporcano, non stanno mai fermi,

giocano e si sbucciano spesso le ginocchia.

Love Therapy Kids utilizza un linguaggio te-

nero ed evocativo, un alfabeto minimo che si

esprime in capi semplici, essenziali e resisten-

ti, piccoli pezzi facilmente abbinabili e carat-

terizzati da una particolare cura dei dettagli.

Realizzati prevalentemente in fibre naturali e

morbide, hanno tagli ergonomici e confortevoli

e una spiccata vocazione alla praticità e alla

funzionalità, lasciando però sempre un margi-

ne al sogno.

Un mondo a misura di bambino, rassicuran-

te e delicato, fantasioso e onirico, inserito nel

contesto di negozi creati appositamente per

stimolare tutti i sensi con luci, profumi e colo-

ri e dove, accanto alla linea di abbigliamento,

vengono proposti accessori e oggetti, natural-

mente coerenti con questa visione positiva del-

la vita. Un mondo però anche con i piedi per

terra. Giusto il tempo per spiccare il volo…

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Dimenticate lo sfarzo, l’esagerazione e l’esibi-

zione. Il più attuale concetto di lusso si tra-

duce in un’eleganza discreta, nell’eccellenza

sussurrata di prodotti dalla qualità ineccepi-

bile e dall’evidente efficacia: questa la filosofia

alla base dei cosmetici Medicallife. Distribuiti

soltanto nelle migliori Farmacie d’Italia, sono

il risultato di certificate ricerche scientifiche,

a garanzia della serietà aziendale: solo così la

casa cosmetica bergamasca si è guadagnata

la fiducia di una clientela esigente, ma soddi-

sfatta e fedele.

Caratterizzate da un’estetica raffinata e rico-

noscibile, le linee firmate Medicallife Cosme-

tics rappresentano la sintesi della bellezza: al

primo sguardo restiamo colpiti dall’eleganza

con cui i prodotti vengono presentati – un pia-

cere per gli occhi; incuriositi dall’estetica ci

azzardiamo a provarli e scopriamo texture flui-

de e delicate – un piacere per i sensi; ma è so-

prattutto dopo alcuni giorni di utilizzo che sco-

priamo la vera bellezza, la nostra, quella della

nostra pelle che, coccolata da nuovi piacevoli

gesti quotidiani, si riscopre fresca e tonica.

Il nuovo lusso a cui ogni donna non vuole ri-

nunciare è la protezione del proprio fascino.

In occasione del Natale Medicallife Cosmetics

offre, a chiunque voglia regalare il lusso della

bellezza, la possibilità di acquistare due co-

fanetti in edizione limitata: la cappelliera Ar-

gentovivo, per dedicare una sublime carezza

a viso e corpo delle donne che più amiamo; la

cappelliera Jeunex HT, per donare le elevate

prestazioni delle cellule staminali vegetali at-

tive, ultima frontiera della medicina estetica.

L’eccellenza di Medicallife Cosmetics si tra-

duce infine anche nella professionalità che

troviamo entrando in Farmacia dove, oltre alla

consulenza di chi per mestiere non vende solo

bellezza, ma anche sicurezza e affidabilità,

un’esperta ci accompagne-

rà alla scoperta di

tutti i gesti e i

segreti per

ottenere i

migliori ri-

sultati da

questi pro-

dotti. n

Entra in Farmacia e lasciati conquistare dalla bellezza

Dalmine:Viale Locatelli, 105 Tel. 035/564002

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Dalmine:Viale Locatelli, 105 Tel. 035/564002

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Vie piccole e grandi che si snodano dal centro

dell’antica città – città alta, cuore di Bergamo

– ci portano a scoprire i segreti della bellezza

di questo borgo. Prendendo la funicolare dalla

città bassa abbiamo l’opportunità di godere

del paesaggio e della vista su Bergamo man

mano che ci alziamo e percorriamo il dislivello

che ci separa da Città alta. Arriviamo in piazza

Mercato delle Scarpe, antico punto di ritrovo

La storia di Bergamonascosta tra le sue vie

per la vita sociale dei bergamaschi che abita-

vano questo borgo storico. Salendo a destra

possiamo percorrere via alla Rocca, percorso

che mantiene ancora il ciottolato tipico del-

le vie antiche e che ci porta direttamente alla

fortezza della città: la Rocca, il nucleo difen-

sivo più estremo di Bergamo, dove si possono

visitare la Chiesa di Sant’Eufemia, fondata nel

1006, il Parco delle Rimembranze, dal quale

di Laura Generali

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si gode una vista impareggiabile

su città bassa, e il Museo Stori-

co che conserva documenti sul

patriottismo orobico durante le

guerre di indipendenza, la spe-

dizione dei Mille e le due guerre

mondiali. Ritornando sui nostri

passi e abbandonando via alla

Rocca, a destra, dopo la nostra

discesa, possiamo imboccare

via Gombito, un anfratto sempre

animato e ricco di negozi, con

abitanti che passeggiano o turisti

che ne approfittano per fare una

sosta alla caffetteria e pasticceria

Cavour, uno dei migliori e più bei

locali della zona, con arredamen-

to d’epoca e dolci di ottima quali-

tà. Da questa via giungiamo nella

piazzetta di San Pancrazio, un

angolo di Bergamo caratterizzato

dall’omonima chiesa che risale al

Cinquecento, palazzi di origine

medievale, la caratteristica fon-

tana e la Torre del Gombito, la

più alta costruzione in pietra che

svetta nella città orobica. Poco di-

stante da questa zona, troviamo

via Donizetti, una strada che uni-

sce palazzi di epoche diverse, ma

tutti di una bellezza unica, come

il cinquecentesco Palazzo Pac-

chiani o, poco distante, il Palazzo

dell’Arciprete, nato da un proget-

to dall’Isabello che lo ideò nel

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La storia di Bergamonascosta tra le sue vie

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1520, una costruzione che rappresenta forse

il migliore esempio di abitazione rinascimen-

tale di tutta Bergamo. Ma queste sono anche

le vie che portano verso Piazza Vecchia, la più

bella piazza bergamasca e non solo. La piazza

fa da cornice ad edifici di grande valore, come

la Biblioteca Civica, il Palazzo della Ragione, il

Palazzo del Podestà – una struttura che risale

al 1340 per opera dei veneziani e il Campano-

ne, la torre civica che suona ancora, ogni sera

alle 22, cento colpi per ricordare l’usanza del

passato di chiudere le porte della città. Al cen-

tro della piazza, invece, dimora indisturbata

la Fontana del Contarini, monumento Sette-

centesco. n

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SaLdi 2010:Un primo bilancio.

La corsa ai saldi è scattata il 2 gennaio, a

Bergamo come nelle grandi città. Via XX Set-

tembre affollatissima il primo giorno (sabato

2/1/2010 ndr) con code fuori dai negozi, qua-

si a voler dare alla nostra via dello shopping

un’aria più metropolitana.

Le previsioni di Confesercenti e Federconsu-

matori non si allineano però nel primo anno

di ribassi dopo la crisi finanziaria che il paese

ha attraversato. Confesercenti stima, infatti,

che gli italiani spenderanno oltre 8 miliardi

di euro, circa 340 euro a famiglia, l’80% dei

quali in abbigliamento e calzature. Meno otti-

misti a Federconsumatori dove si prevede che

solo il 45% delle famiglie spenderà in saldi,

con una riduzione della spesa del 5% rispetto

all’anno scorso. Il giro d’affari per i negozianti

si aggirerà intorno a 3 miliardi e 257 milioni

di euro, circa un terzo di quanto appunto sti-

mato da Confesercenti.

Secondo Paolo Malvestiti, presidente Ascom

Bergamo, «Le vendite nel primo week-end ave-

vano registrato una perdita del 10% rispetto

al 2009; un calo che è stato recuperato egre-

giamente nei giorni di lunedì, martedì e mer-

coledì, tanto da far registrare un primo bilan-

cio pari a quello della prima settimana di saldi

invernali dello scorso anno. Speriamo che

questo andamento positivo prosegua anche

nelle prossime settimane, dopo il rientro dei

bergamaschi dai ponti natalizi. I commercian-

ti hanno bisogno di un buon recupero dopo

un 2009 difficile e un periodo natalizio sotto

tono». Saldi che dureranno sessanta giorni e

che sono partiti con interessanti ribassi fino

al 40%, ma per molti, troppo a ridosso del-

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le festività. «Iniziare i saldi nei primi giorni di

gennaio snatura il commercio e segnala una

distorsione nel meccanismo delle vendite - af-

ferma Malvestiti -. Per noi la stagione inver-

nale è iniziata da poco meno di un mese e

partire con uno sconto sul prodotto penalizza

l’intero sistema del commercio. E’ arrivato il

momento di mettersi intorno ad un tavolo e

cominciare a ridisegnare le regole per le ven-

dite straordinarie: i saldi non devono essere

di “inizio stagione” ma di “fine stagione”. La

proposta della nostra Associazione è di posti-

cipare i saldi invernali dal 1 al 28 febbraio e

quelli estivi dal 1 al 31 agosto». Tema sul qua-

le, nei prossimi mesi, si confronterà Ascom

con le altre Associazioni e Federazioni a livello

regionale. n

SaLdi 2010:Un primo bilancio.

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Sveglia alle 4 del mattino per infilarsi le scar-

pe da ginnastica e iniziare a correre fino alle

7, quando stacca per andare a lavorare al bar

il Caffè del Viale di Dalmine, per poi riprende-

re a correre dalle 2 alle 5 del pomeriggio. Tra-

scorre così la giornata di Giambattista Mar-

chesi, 68 anni, di Sedrina, che ha fatto della

corsa la sua grande passione. Ormai Marchesi

– che è membro dei Runners di Bergamo –

non tiene più il conto delle migliaia di chilo-

metri che ha corso, ma si è posto un obietti-

vo: battere il record mondiale di chilometri di

corsa. Il primato appartiene attualmente a un

atleta francese, ma Marchesi è determinato a

portare il titolo in terra italiana, orobica per la

precisione. Per farlo dovrà percorrere poco più

di 19mila chilometri di corsa, impostando una

media di 74 chilometri al giorno circa per 260

giorni consecutivi. L’appuntamento per inizia-

re la grande sfida si avvicina sempre di più:

Marchesi ha infatti fissato per il 14 febbraio

il primo giorno della sua personale gara. Il

Giambattista marchesi: 19mila chilometri di corsa a Montisola

luogo scelto per la speciale occasione è Mon-

tisola, sul lago d’Iseo, in provincia di Brescia,

l’isola lacustre più grande d’Europa.

“Montisola è il posto ideale per riuscire in

questa impresa – ci racconta Marchesi –. Non

ci sono auto sull’isola e bisogna fare atten-

zione solo ai motorini. Inoltre, la natura e i

paesaggi sono davvero splendidi e il contat-

to con essi aiuta nell’impresa”. Ogni giorno,

a partire quindi da febbraio e fino al prossi-

mo ottobre, il corridore di Sedrina si alzerà

nel cuore della notte e si metterà a correre.

“L’orario che ho scelto per iniziare – le 3 del

mattino – serve per il clima e mi permette di

sopportare meglio il caldo, quando arriverà”,

ci spiega Marchesi.

L’amministrazione di Montisola è stata ben fe-

lice di accogliere l’atleta nel suo Comune, tan-

to che gli ha messo a disposizione una casa

per i mesi della sua permanenza sull’isola.

“Ogni giorno avrò un’unica occupazione – con-

tinua il corridore –: iniziare a correre alle 3 e

di Laura Generali

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Giambattista marchesi: 19mila chilometri di corsa a Montisola

continuare così fino alla tarda mattinata o pri-

mo pomeriggio, per percorrere i 74 chilometri

al giorno previsti per riuscire nell’impresa”.

Ma questi 19mila chilometri sono solo l’ulti-

ma delle tante sfide che l’atleta bergamasaco

si è posto nel corso della sua vita. Nel 2005

Gimbattista Marchesi è stato infatti protagoni-

sta di una traversata unica: da Sedrina a Capo

Nord, in Norvegia, di corsa, con una media

di oltre 71 chilometri al giorno. Un’impresa

affascinante lunga oltre 4mila chilometri, che

dalla Valle Brembana ha portato Marchesi a

quello che viene comunente definito il “Tetto

d’Europa”. “Ricordo la sensazione straordina-

ria, una volta arrivati a Capo Nord, di aver vi-

sto il sole a mezzanotte – ci racconta Marche-

si – oltre a molti paesaggi davvero suggestivi.

È stata un’impresa indimenticabile e come

in ogni impresa le difficoltà non mancano,

bisogna saperle affrontare e superare”. L’an-

no successivo Marchesi si è poi avventurato

negli Stati Uniti per una traversata coast-to-

coast: partito da Miami, in Florida, sulla co-

sta dell’Oceano Atlantico, l’atleta è arrivato a

Portland, sul Pacifico. Anche in questo caso la

media dei chilometri giornalieri è impressio-

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nante: 81 al giorno per un totale di circa tre

mesi di spedizione. In terre nostrane, invece,

Marchesi ha fatto segnare nel 1973 il record

in velocità dei rifugi orobici orientali: l’atleta

ha completato le otto tappe previste in sole 9

ore, 6 minuti e 11 secondi.

La corsa e la montagna sono per Marchesi una

passione nata sin dalla giovane età: Marchesi

è stato infatti campione italiano di sci nordico

ed ex atleta di corsa in montagna. Poi, la sua

passione si è concentrata sempre più sulla

corsa: “grazie anche al sostegno degli spon-

sor e delle persone che mi seguono – Cornelio

Guerinoni e Claudio Marchesi – sono riuscito a

compiere le mie imprese”, aggiunge. L’avven-

tura di Montisola, che lo attende a breve, sarà

l’ennesima impresa, oltre a una sfida perso-

nale: “ci avevo già provato l’anno scorso – con-

tinua Marchesi – ma mi sono dovuto fermare

perchè mentre correvo una frana si è staccata

da un promontorio e mi ha travolto. Ma af-

frontata anche questa difficoltà sono pronto a

ricominciare”. n

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San Valentino tra storia e tradizione

La festa degli innamorati che ricorre ogni anno

il 14 febbraio non ha solo la faccia commer-

ciale di regali, cioccolatini e cene romantiche

a lume di candela, ma ha anche una storia an-

tica alle spalle che la porta ad essere oggi una

delle feste tradizionali ricordate nel maggior

numero di Paesi al mondo. Vecchia di oltre

1500 anni, la festività prende il nome dal san-

to e martire cristiano Valentino. Istituita nel

496 da Papa Gelasio I, la celebrazione della

festa aveva lo scopo di sostituire la preceden-

te festa pagana delle lupercalia. Ma è solo con

l’inizio del Medioevo che nasce anche il rito

dello scambio di messaggi d’amore e regali

fra innamorati, pratica probabilmente ricon-

ducibile al circolo di Geoffrey Chaucer in cui

prese forma la tradizione dell’amor cortese.

Della festa di San Valentino non si narra sol-

tanto la storia, ma anche una leggenda datata

anno 270. Il vescovo Valentino di Interamna,

amico dei giovani amanti cristiani, fu invitato

a udienza dall’imperatore pazzo Claudio II.

L’intento dell’incontro era cercare di persua-

dere Valentino d’interrompere l’iniziativa della

benedizione delle giovani coppie e convertirsi

al paganesimo. Il vescovo non solo rifiutò l’of-

ferta dell’imperatore, ma tentò di convertirlo

al Cristianesimo. Per questa offesa, Valentino

venne condannato a morte e mentre era impri-

gionato, in attesa dell’esecuzione, si racconta

che si sia innamorato della figlia cieca del

guardiano della prigione, Asterius, e che con

la sua fede avesse ridato miracolosamente la

vista alla fanciulla. Prima di essere giustizia-

to, Valentino lasciò un messaggio d’addio alla

ragazza firmato “dal vostro Valentino”. Poco

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dopo il vescovo venne lapidato e poi decapita-

to. Tutt’oggi la frase che Valentino scrisse alla

ragazza, è sopravvissuta alla tragica fine del

suo ideatore e rimane come sorta di appella-

tivo per un giovane innamorato.

Oggi i biglietti che si scrivono ai propri in-

namorati sono meno tragici e strazianti e di

solito accompagnano un regalo: sia esso

una semplice scatola di caramelle a forma

di cuore o un più intrigante viaggio per due,

il dono sembra ormai essere un must per la

festa del 14 febbario. In tempi di crisi c’è chi

vuole organizzare una cena a lume di candela

e magari sceglie di farlo a casa propria oppu-

re chi non rinuncia a sbizzarrirsi alla ricerca

di un regalo originale, che possa sorprendere

il proprio partner. Ecco allora che i sognato-

ri potranno decidere di donare al proprio lui

o alla propria lei una stella alla quale hanno

dato il nome della persona speciale. L’idea è

stata lanciata da Global Star Registry che of-

fre la possibilità di dare un nome a stelle vere.

Attraverso il sito www.mystar.it è infatti pos-

sibile registrare in un libro le stelle alle quali

viene assegnato un nome. Il libro garantisce

che il nome di ciascuna stella sarà archivia-

to e registrato un unica volta. L’acquirente ri-

ceverà in cambio un Kit Star contenente un

certificato sottoscritto che convalida il nome

e le coordinate astronomiche della stella, una

carta celeste con indicata la posizione precisa

in cui essa si trova e un ciondolo con incisa la

costellazione della stella e le sue coordinate

esatte. Il tutto per continuare a sognare ogni

volta che si guarda il cielo. n

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dalmine, la storia di un paese nato da una grande azienda

È uno dei più grandi comuni della provincia

di Bergamo: con oltre 23mila abitanti, Dalmi-

ne, a 8 chilometri a sud-ovest del capoluogo

orobico, è conosciuto soprattutto per l’impor-

tante azienda che ha sede proprio in questo

paese e che ne ha caratterizzato la storia: la

Tenaris Dalmine, azienda che oggi affronta

una difficile situazione legata alla crisi econo-

mica, ma che resta uno degli elementi portan-

ti e fondatori del comune. Il comune di Dalmi-

ne nasce il nel 1927 dall’aggregazione di tre

comuni preesistenti: Mariano al Brembo, Sfor-

zatica e Sabbio Bergamasco. Il nome deriva

proprio dall’abitato dove, vent’anni prima, era

appunto sorto il più grande complesso indu-

striale della provincia bergamasca, l’omonima

Dalmine. L’azienda presente su questo territo-

rio caratterizzerà anche lo sviluppo del paese:

Dalmine ha infatti sviluppato un profonodo le-

game con l’industria siderurgica e, negli anni

più recenti, seguendo l’evoluzione del post-

industriale, il paese è cresciuto nel terziario e

nei servizi. Agli inizi degli anni Trenta, infatti,

il centro del paese di Dalmine è rappresentato

da quello che l’impresa Dalmine aveva fatto

progettare come città industriale: esistevano

due quartieri residenziali, Leonardo da Vinci e

Garbagni, la chiesa e gli edifici di via Mazzini.

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La maggior parte della popolozione lavorava

nell’azienda siderurgica, che è stata a lungo

datrice di lavoro per la maggior parte degli

abitanti di Dalmine a lungo. La sua importan-

za era tale per cui l’azienda rappresentava

un punto di riferimento determinante nelle

scelte delle amministrazioni comunali che si

sono succedute. L’attenzione si concentra sul-

la fabbrica e, quindi, su tutto il paese, anche

in occasione della Seconda guerra mondiale:

nel 1944 la fabbrica subì un bombardamento

aereo che causò ben 281 morti a causa del

materiale bellico che la fabbrica produceva

per conto dei tedeschi durante la guerra.

Oggi l’azienda rimane, anche se tra ingen-

ti difficoltà, e il paese, nel corso degli anni,

si è sviluppato con nuovi servizi. Oggi, tra i

fiori all’occhiello di Dalmine ricordiamo so-

prattutto la sede di Ingegneria dell’Università

degli Studi di Bergamo, con i corsi di studio

di Ingegneria Meccanica, Edile, Informatica,

Tessile e Gestionale, facoltà che richiama nel

paese orobico molti studenti e docenti. Ma a

Dalmine ha anche sede il polo per l’innovazio-

ne tecnologica della provincia di Bergamo, nel

quale sono attive numerose aziende dell’Infor-

mation Technology. Al di là di aziende e tec-

nologie, a Dalmine ci sono anche altri luoghi

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di particolare interesse che richiamano turisti.

Un esempio è la Torre Suardi - erroneamente

chiamata “Camozzi”, dal nome della famiglia

che ne fu proprietaria tra il 1787 e il 1936 - e

la torre di Sforzatica, che rappresenta un im-

portante resto del periodo medievale. Molte

sono poi le chiese di interesse sul territorio

di Dalmine: dalla chiesa parrocchiale di San

Giuseppe, consacrata nel 1931, che custodi-

sce opere pittoriche del XVI secolo, tra cui una

tela col Cristo Redentore, alla chiesetta di San

Giorgio, la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea

in Sforzatica, in stile rococò che conserva ope-

re dello scultore locale Antonio Maria Pirovano

e la chiesetta parrocchiale Santa Maria d’Ole-

no di Sforzatica, considerata l’edificio più an-

tico e di maggior rilevanza artistica di questo

territorio: la chiesetta venne, infatti, edificata

in tempi remoti, e troviamo traccia della sua

esistenza in documenti che risalgono al 909.

dalmine, la storia di un paese nato da una grande azienda

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Inoltre, la sua struttura risale al Medio Evo in

quanto conserva le stesse particolarità archi-

tettoniche alle antiche Basiliche romane. Pro-

prio in questa chiesetta ci sono stati diversi

ritrovamenti archeologici che risalgono al ter-

zo secolo. Nel 1907 in questa parrocchia fu

parroco per alcuni mesi Don Angelo Giuseppe

Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII.

I visitatori arrivano a Dalmine anche per il suo

famoso Museo del Presepio (a Brembo di Dal-

mine), inaugurato nel 1974 e dedicato all’arte

presepiale italiana ed estera. Disposto su due

piani, il Museo comprende oltre 800 presepi

che si differenziano tra di loro per epoca, pro-

venienza geografica, dimensione, materiale

utilizzato, ordinati in vetrine e bacheche che

in totale ricoprono una superficie di 1200 me-

tri quadrati.

Altra curiosità di Dalmine: al casello d’ingres-

so dell’autostrada A4 Milano-Venezia, è instal-

lato un monumento in memoria dell’omicido

di due agenti di polizia da parte di Renato

Vallanzasca. Il monumento ha la forma di un

grosso tubo – esplicito richiamo alla principale

produzione industriale di Dalmine – con alcu-

ni fori di arma da fuoco e il prossimo 18 aprile

Dalmine sarà protagonista di un grande even-

to che coinvolgerà i maggiori commercianti

del paese: “EXPO’niAMO DALMINE” . L’evento

è la prima grande esposizione delle attività

economiche dalminesi, una manifestazione

organizzata da OPEC Dalmine, l’associazione

degli operatori economici di Dalmine, con il

patrocinio del Comune. Lungo viale Betelli e

viale Mazzini, verranno allestiti cento gaze-

bo con lo scopo di dare visibilità alla realtà

economica del paese, coinvolgendo artigiani,

commercianti e liberi professionisti. n

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Page 78: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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Una Psicologaper amica

STALKING, L’ENNESIMA INFEZIONE SOCIALE

Con il termine “stalking” si intende un insieme di comportamenti tramite i quali una persona affligge un’altra con intrusioni e comunicazio-ni ripetute e indesiderate, a tal punto da pro-vocargli ansia o paura.Queste condotte indesiderate possono essere classificate in tre tipologie:1) Le comunicazioni indesiderate di solito sono rivolte direttamente alla vittima di stalking, ma possono consistere anche in minacce o in con-tatti con la famiglia, gli amici o i colleghi della vittima stessa. Lettere e telefonate sono le for-me più comuni di comunicazione, ma anche sms ed e-mail.2) I contatti indesiderati comprendono i com-portamenti diretti ad avvicinare in qualche modo la vittima. Tra questi i più diffusi sono i pedinamenti, le visite a sorpresa o gli appo-stamenti sotto casa, recarsi negli stessi luoghi frequentati dalla vittima o svolgere le stesse attività.Tra i comportamenti associati si collocano l’ordine o la cancellazione di beni e servizi a carico della vittima, al fine di danneggiarla o intimidirla. Tipiche condotte di questo tipo sono il far recapitare cibo o altri oggetti all’in-dirizzo della vittima anche a tarda notte, oppu-re la cancellazione di servizi quali l’elettricità o la carta di credito all’insaputa della vittima.

COSA DIFFERENZIA LO STALKING DA UN COM-PORTAMENTO “NORMALE”Quando si cerca di stabilire una relazione con qualcuno, la maggior parte delle persone è in grado, dopo alcune risposte negative, di com-prendere che l’altra persona non è interessata. Continuare a insistere ulteriormente per un periodo di tempo significativo può significare dare inizio a una condotta di stalking. Quando una relazione si interrompe, è normale che la persona abbandonata si senta particolarmen-te turbata. Spesso, una reazione all’abbando-no può essere quella di tentare di ristabilire un contatto con l’altra persona, supplicandola per avere un’altra possibilità di ricostruire il rap-porto. La maggior parte delle persone sono in grado di accettare, pur con difficoltà, la fine di una relazione in un tempo relativamente breve. Ricerche empiriche mostrano che un lasso di

tempo di circa due settimane può essere con-siderato un periodo di tempo oltre il quale il protrarsi di tentativi di riavvicinamento, se ri-fiutati, diventa problematico. Tentativi ulteriori di comunicare con l’ex-partner o di imporre la propria presenza o le proprie attenzioni dopo questo periodo possono configurare una con-dotta di stalking, se l’altra persona ha specifi-cato chiaramente di non essere interessata.Lo stalking produce ansia e paura nelle vitti-me. Questo aspetto lo differenzia dalle normali interazioni sociali. Un’altra caratteristica del-lo stalking è rappresentata dalla sua durata: queste condotte possono protrarsi per molto tempo, anche mesi o addirittura anni.Questo ovviamente non rientra in ciò che defi-niamo normali tentativi di entrare in contatto con una persona.

CONSEGUENZE PSICOLOGICHE DELLO STAL-KINGLa vita della vittima di stalking può divenire particolarmente difficile: molte persone, per timore di ricevere nuove molestie, hanno pau-ra di uscire di casa, non riescono a mantenere il proprio lavoro, non sono in grado di instau-rare nuove relazioni e quindi sono incapaci di salvaguardare la propria quotidianità e tendo-no ad emarginarsi.. La ricerca ha dimostrato che molte vittime, in seguito a tali esperienze, soffrono di ansia, depressione o disturbo post-traumatico da stress, ossia un complesso di sintomi conseguenti ad un evento traumatico di particolare rilevanza. Tra questi: il rivivere il trauma sotto forma di pensieri, ricordi e sogni ricorrenti e intrusivi, l’iperreattività fisiologica, che si manifesta ad esempio con un aumen-tato stato di allerta, e l’evitamento di stimoli collegati all’evento traumatico. Altre conse-guenze sono sostanziali cambiamenti negati-vi della personalità; in particolare l’aumento della prudenza, della sospettosità, dell’ansia e dell’aggressività.Molte vittime di stalking rinunciano ad anda-re a trovare amici e parenti e mostrano una limitazione della vita sociale. Quasi sempre sono costrette a cambiare numero di telefono ed indirizzo di posta elettronica. Possono es-sere costrette a sostenere spese per riparare oggetti di proprietà che sono stati danneggiati (case, automobili, ecc) per ’installare sistemi

di Dott.ssa Isabella Rovaris1

1 Psicologa clinica e giuridica. Svolge attività di psicologa, e consulente tecnica di parte in processi civili e penali..e-mail: [email protected] - Cell.: 393.05.97.998

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di sicurezza per il ricorso a legali o a terapeuti per fronteggiare le conseguenze dello stalking. In un certo numero di casi, le vittime sono co-strette a cambiare lavoro. Alcune vittime devo-no anche cambiare casa o residenza.

CHI E’ LO STALKER E PERCHE’ LO FALo stalker può essere un ex-partner, un cono-scente, come un collega o qualcuno conosciu-to casualmente, oppure un completo estraneo. Nella maggior parte dei casi gli stalker sono ex-partner che agiscono per recuperare il rap-porto precedente o per vendicarsi per essere stati lasciati. I partner gelosi o portati a con-trollare il proprio o la propria partner sono più inclini a porre in essere condotte di stalking, sebbene anche persone timide o con difficoltà relazionali possono mettere in atto comporta-menti di stalking.Alcuni stalker prendono di mira conoscenti, o anche sconosciuti per stabilire con loro una re-lazione sentimentale. Una parte di questi sog-getti ha semplicemente gravi difficoltà nell’in-staurare una relazione normalmente.Altri, invece, possono soffrire di gravi distur-bi mentali che li inducono a credere con con-vinzione all’esistenza di una relazione, che in realtà non c’è, o comunque alla possibilità di stabilirne una.Altri stalker molestano persone conosciute o sconosciuti allo scopo di vendicarsi per qual-che torto reale o presunto.Altri ancora mettono in atto condotte di stal-king (soprattutto pedinamenti) nelle fasi pre-paratorie di un’ aggressione di solito di tipo sessuale. Questi stalker sono rari e in tali casi la vittima può non rendersi conto di ciò che sta accadendo.

TIPI DI STALKERGli esperti che si occupano di stalking suddi-vidono gli stalker in alcune differenti tipologie, in relazione al precedente rapporto con la vitti-ma, al motivo sottostante lo stalking ed al fat-to che l’autore manifesti o meno un disturbo mentale. 1) Il primo tipo di stalker è un ex-partner re-spinto. La vittima e lo stalker hanno avuto in passato una relazione sentimentale che si e conclusa. I motivi del comportamento dello stalker sono riconducibili al desidero di rial-lacciare la relazione o al tentativo di vendicarsi per essere stati respinti. Questo tipo di stalker puo essere molto insistente ed intrusivo. Lo stalking rappresenta una modalità di mante-nere in vita il rapporto per quegli stalker che sono rimasti invischiati nella relazione, e su cui riversano la propria rabbia. Non sono infre-quenti storie di violenza nei confronti del part-ner durante la relazione che continuano anche dopo la rottura. Una parte di questi stalker è caratterizzata da marcate anomalie caratte-riali, dipendenza, tratti narcisistici o paranoici e/o abuso di sostanze. Possono essere presen-ti anche veri e propri disturbi mentali. 2) Il secondo tipo è lo stalker in cerca di inti-mità che indirizza i suoi sforzi nel tentativo di costruire una relazione con una persona che lo attrae o che egli ritiene sia innamorata di

lui. Si tratta di stalker molto insistenti nei loro approcci con la vittima perché pensano che la vittima cederà se ci mettono abbastanza im-pegno. Il rischio di violenza non e immediato, ma aumenta con il passare del tempo. Spesso questi stalker non hanno avuto precedenti re-lazioni e sono piuttosto soli. Possono presen-tare disturbi mentali abbastanza variegati che vanno dalla schizofrenia al disturbo di perso-nalità narcisistico, al delirio erotomanico. Le sanzioni penali non si rivelano molto efficaci con questo tipo di stalker che può interpretarle come una prova da superare per dimostrare la propria devozione invece di esserne dissuasi.3) Un altro tipo di stalker è il corteggiatore ina-deguato che desidera instaurare una relazione sentimentale. Si tratta di persone incapaci di stabilire una relazione, che sono spesso anche incapaci di accettare un rifiuto. Sovente met-tono in atto condotte di stalking nei confronti di più vittime e cercano un nuovo bersaglio ogniqualvolta non hanno successo con quello precedente. Questo tipo di stalker può diven-tare violento quando la vittima gli oppone re-sistenza. 4) Lo stalker rancoroso è motivato dal deside-rio di vendicarsi e di creare paura e tensione nella vittima, percepiscono se stessi come vittime che devono difendersi contro presunti persecutori ed invariabilmente si sentono giu-stificati nel proprio comportamento. Talvolta la vittima è vista come un simbolo delle perso-ne che hanno tormentato ed umiliato lo stal-ker in passato e pertanto spesso viene scelta in maniera casuale. In alcuni casi lo stalker può diventare violento e può presentare alcu-ni disturbi mentali come un disturbo di per-sonalità paranoide, un disturbo schizofrenico o delirante. Questi stalker presentano alcune somiglianze con i querulomani, che sporgono continuamente denunce infondate.5) Lo stalker predatore è quello che si prepara ad un’aggressione sessuale nei confronti del-la vittima e mette in atto un’ampia gamma di comportamenti. Non fa che pensare ossessiva-mente alla vittima in termini sessuali, e diven-ta violento solo a distanza di tempo. Gli stalker di questa categoria sono rari e mostrano pro-blemi di autostima, nel funzionamento sociale e nelle relazioni sessuali.

Le canzoni popolari, l’opera lirica, le soap opera, i film più acclamati esaltano esempi di amori immaturi, non ricambiati o sofferenti. Da questi modelli culturali continuiamo a sentirci ripetere che la profondità dell’amore si misura dalla sofferenza. Quando un cantante canta la sua incapacità di smettere di amare qualcuno noi percepiamo l’autenticità dell’amore e ac-cettiamo che la predisposizione a soffrire per amore sia un attitudine positiva, persino ne-cessaria per vivere il vero amore. Chissà, forse prendere coscienza del reale amore potrebbe quanto meno aiutare a preve-nire tanti eventi spiacevoli. Ma questa è solo una provocazione che meriterebbe un ampio spazio di dissertazione. n

Si organizzano gruppi di auto mutuo aiuto per le vittime di stalking.Per info mail: [email protected] - Cell.: 393.05.97.998

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Frinco, il parrucchiere bergamasco che ballava il Boogie Woogiedi Laura Generali

Gianfranco Donati, alias Frinco - nome

che deriva da un personaggio dei fu-

metti degli anni Quaranta – nasce

nel ’33: sono gli anni postbellici,

quando nei locali impazza la Boo-

gie mania. La gente impazziva per quel tipo di

danza: si ballava per le vie, nelle piazze e so-

prattutto nelle sale da ballo. A Bergamo, in via

Tasso, la sala da ballo “Estiudentina” era il lo-

cale più frequentato dalla gioventù dell’epoca

che ballava il boogie woogie al ritmo scatenato

di Glen Miller. Il giovane Frinco, ad appena 12

anni, accompagnava le due sorelle nel dancing

club di via Tasso. “Vedevo i ballerini esibirsi in

veroniche e salti mortali – ci racconta Donati

– e ne rimasi subito attratto. Quando tornai

a casa chiesi alle mie sorelle di insegnarmi i

passi base del Boogie”. Durante una vacanza

fuori Bergamo, Frinco alloggiò nei pressi di un

reparto di soldati americani che durante il tem-

po libero si divertivano a ballare il Boogie Wo-

ogie. “Ballavano meravigliosamente il Boogie

a c r o -

batico – con-

tinua – e chiesi ad un militare di

poter partecipare. Questo, sorpreso e diverti-

to, acconsentì. Alla fine, diventai la mascotte

degli americani: a loro dire avevo un talento

innato!”. All’età di 17 anni Frinco parte per la

base di Venezia, arruolato in marina militare,

un periodo durante il quale incontra ballerini

americani e li prende ad esempio. Rientrato

a Bergamo, Donati inizia a lavorare nel salo-

ne dei genitori come parrucchiere durante il

giorno mentre, la sera, frequenta tutti i locali

più alla moda di Milano. Un giorno, mentre

lavora come parrucchiere in un negozio mi-

lanese, il direttore lo convoca e gli comunica

che sarebbe arrivata una cliente molto specia-

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le, una ballerina classica. Compito di Frinco

sarebbe stato acconciarla. “Improvvisamente

sentii che la terra mi mancava da sotto i pie-

di – ci racconta Donati – perché il mio sogno

era proprio diventare un ballerino di danza

classica! Allora, però, erano tempi diversi e le

étoile erano considerati “diversi”, cosa che io

non ero. Avevo paura di essere deriso e tratta-

to male”. La ballerina divenne poi una cliente

abituale e amica del danzatore orobico, tanto

che questi le rivelò il suo sogno, con gran di-

vertimento da parte di lei. Frinco non demorde

e inizia a frequentare un corso. di danza clas-

sica. Nel tempo, Frinco partecipa a oltre 200

gare di danza da sala, vincendole quasi tutte.

Uno degli episodi che Donati ama ricordare è

il suo stage di danza al Broadway dance cen-

ter di New York, dove si allenava in quel tem-

po anche la leggenda del ballo Nureyv. Frinco

lo vuole vedere e quando Nureyev scopre che

questo ballerino è di Bergamo incontrandolo

gli dici che: “Voleva che portassi al suo fisiote-

rapista – bergamasco – un messaggio, perché

non riusciva a mettersi in contatto con lui”,

ci spiega Donati. “In cambio mi chiese cosa

poteva fare per me. Gli dissi che volevo una

sua camicia e una lezione di danza. Mi rispose

che non era possibile allenarsi insieme, ma mi

propose di tornare il giorno seguente. La notte

non riuscii a dormire per l’agitazione. Il gior-

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no dopo andai alla scuola di ballo, Nureyev

non c’era ma mi aveva lasciato la sua cami-

cia. Il custode mi disse che Nureyev mi aveva

visto ballare e aveva esclamato ‘Ah, però!’”.

Oggi Frinco ha 77 anni e la danza continua

ad essere la sua ragione di vita. Il suo tempo

libero Frinco lo trascorre sulle piste da bal-

lo, “specialmente al Bobadilla, che frequen-

to ininterrottamente da 35 anni ed è, a mio

parere, la migliore discoteca della Lombardia

e forse anche di tutta Italia. Sulle loro piste

ballo danza classica, memore delle mie tra-

scorse frequentazioni di balletto. Nonostante

possa sembrare strano che in discoteca si

balli la morte dei cigni, io continuo a ballare

così. Credo si balli così anche in Paradiso!”. n

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La montagna torna protagonista anche

quest’anno con Orobie Film Festival, il Festival

Internazionale del Documentario di Montagna

e del Film a Soggetto, organizzato dall’Asso-

ciazione Culturale “Montagna Italia” e Teami-

talia. hanno deciso di promuovere. La deci-

sione di promuovere il festival, giunto alla IV

edizione, nasce dalla consapevolezza che le

Alpi Orobie e le montagne della Lombardia

costituiscono uno dei più grandi e ricchi spa-

zi naturali dell’arco alpino, un meraviglioso

habitat naturale ed un fecondo territorio eco-

nomico, culturale e ricreativo nel cuore della

Lombardia.

L’«Orobie Film Festival», in programma dal 6

al 13 febbraio al Centro congressi Giovanni

XXIII con il sostegno di Regione, Comune e

Provincia di Bergamo e con il patrocinio della

Presidenza della Repubblica si chiuderà con i

Gran galà Internazionale della Montagna, sa-

bato 13 febbraio alle ore 20.30. L’evento sarà

l’occasione per la consegna ufficiale dei premi

del Festival ai registi dei film vincitori.

Saranno centociquanta i film in concorso, tra

corto e lungometraggi, presentati da case di

produzione e registi provenienti da ben 23 na-

zioni, suddivisi in tre sezioni:

LE OROBIE E LE MONTAGNE DI LOMBARDIA

Promuovere le Alpi e Prealpi Orobiche e le bel-

lezze della Lombardia, per una migliore co-

noscenza del territorio, della sua storia, della

sua cultura, dei suoi paesi e delle persone che

lo vivono. Possono partecipare documentari

e film a soggetto aventi come tema la valo-

rizzazione di tutto l’arco delle Alpi e prealpi

Orobiche.

Orobie Film Festival, la montagna sul grande schermo

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PAESAGGI D’ITALIA

Valorizzare il grande patrimonio italiano in

tutti i suoi aspetti alpinistici, storici e natu-

ralistici. Possono partecipare documentari e

film a soggetto aventi come tema la promo-

zione del patrimonio alpinistico, naturalistico,

storico e delle tradizione dell’Italia.

TERRE ALTE DEL MONDO

Promuovere il vasto patrimonio naturalistico,

alpinistico e delle tradizioni delle montagne

di tutto il mondo. Possono partecipare docu-

mentari e film a soggetto aventi come tema

la scoperta e la conoscenza delle terre alte

di tutto il mondo, con particolare attenzione

all’alpinismo e all’ambiente.

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Orobie Film Festival, la montagna sul grande schermo

Inoltre, Orobie Film Festival prevede un concor-

so fotografico e cinque premi speciali “Monta-

gna Italia 2010” che andranno all’alpinista Si-

mone Moro; al segretariato permanente della

Convenzione delle Alpi; alla presidente del Cai

Lombardia, Renata Viviani; alla trasmissione

Rai “Dreams Road” e allo skyrunner Paolo

Goti. L’ingresso alle proiezioni è gratuito. Pre-

siede la giuria il giornalista e direttore di Qui

Touring, Piero Carlesi. La serata inaugurale si

svolgerà sabato 6 febbraio alle 20,00. n

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di Dott. Emanuele Lumini

Il mercato lacerato dalla crisi sta facendo

emergere nuovi profili di consumo pertanto le

aziende devono approcciare a questo nuovo

contesto attivando nuovi beni o nuovi servizi.

Le aziende che saranno in grado di cogliere

tali istanze per prime potranno ottenere im-

portanti vantaggi competitivi.

Per sviluppo del prodotto può intendersi sia il

lancio di un prodotto che rappresenta l’esten-

sione della linea di prodotti già esistenti , sia

il lancio di un prodotto non collegato alle linee

esistenti ma rivolto allo stesso target di mer-

cato [es. prodotti complementari].

L’ estensione della linea rappresenta l’aggiun-

ta in una gamma di altri prodotti con diffe-

renze contenute [ nuove caratteristiche , nuovi

materiali …]

Questa strategia è la prima ad essere utiliz-

zata dalle imprese in cerca di incrementi di

fatturato perché consente di realizzare il

massimo dei risultati al minimo sforzo. In tal

modo infatti generalmente si riducono i tem-

pi di lancio, di sviluppo e di familiarità con il

consumatore.

Un aspetto importante dell’estensione della li-

nea è la direzione, che può essere ascendente

o discendente a seconda che implichi l’inseri-

mento di prodotti a più alto prezzo e più pre-

stigiosi ovvero prodotti di prezzo più contenu-

to . In una fase di crisi economica come quella

che stiamo vivendo, le scelte di “allungamento

verso il basso” risultano più sostenibili. Con-

siderando i bisogni generalmente si assiste

ad un passaggio da una categoria superiore a

quella inferiore.

E’ possibile individuare tre categorie di nuovi

prodotti :

1.prodotti realmente innovativi e unici [merca-

ti e prodotti nuovi];

2.prodotti sostitutivi di altri già esistenti sul

mercato;

3.prodotti imitativi, che hanno la caratteristi-

ca della novità per l’azienda ma non per il

mercato.

Si analizzano ora le fasi principali da seguire

nella creazione e nel lancio di nuovo prodotto.

Creare nuovi prodotti:ricetta per ringiovanire l’impresaCrisi a parte , ogni azienda deve potenziare il portafoglio prodotti, trovare nuove soluzioni distributive altrimenti la formula d’impresa invecchia.

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Ricerca delle idee

Vi sono sostanzialmente due metodologie per

generare nuove idee : quella basata sui grup-

pi di creatività basati solitamente su intuito

e immaginazione e quella fondata sui metodi

funzionali che studiano i prodotti allo scopo

di individuare possibili miglioramenti. Tra

quest’ultimi, il metodo più utilizzato è l’elen-

co degli attributi , si stabiliscono una lista dei

principali attributi e caratteristiche di un pro-

dotto e si studiano con potenziali consumatori

nuove combinazioni attributi [ ad esempio tro-

vando altri usi ad un prodotto già esistente].

Selezione delle idee

In tale fase vengono eliminate le idee ed i pro-

getti meno utilizzabili oppure più difficilmente

realizzabili selezionando quelli che meritano

analisi più approfondite.

Formulazione del concetto di prodotto

E’ il passaggio fondamentale in base al quale

una nuova idea viene tradotta in una definizio-

ne più puntuale , tecnica ed operativa che rap-

presenta il concetto di prodotto. Si tratta in

pratica di rendere operativa la nozione di pro-

dotto. In tale fase va definito anche il Benefit

cioè la promessa che il prodotto fa al mercato

[ Es. lo shampoo che combatte la forfora].

Analisi di mercato ed economico – finanziaria

In tale fase l’impresa deve operare un’analisi

del potenziale posizionamento competitivo,

valutando anche i concorrenti. Viene poi fat-

to un test di mercato al fine di sperimentare

un’azione di marketing.

Se dopo queste verifiche appare interessan-

te continuare è necessario andare a valutare

gli aspetti economici del prodotto. Si valute-

ranno i costi fissi e quelli variabili tenendo in

considerazione diverse ipotesi di volumi con

altrettante ipotesi di investimenti pubblicitari

e marketing. La stima dei volumi di vendita

si fonda su ipotesi che sono di difficile elabo-

razione [in misura ancora maggiore tenendo

conto che si tratta di un prodotto ancora non

esistente].

L’analisi economica deve fondarsi su dati pre-

visionali a tre/cinque anni con particolare at-

tenzione alla determinazione del break-even

point cioè le unità di vendita necessarie a co-

prire i costi totali.

Piano di lancio

E’ una fase molto delicata finalizzata a dare vita

a tutta la struttura commerciale, distributiva e

di comunicazione dell’impresa. In particolare

si procederà a gestire il lancio per stimolare la

prova ed il riacquisto ed a raggiungere rapida-

mente la copertura distributiva.

Creare nuovi prodotti:ricetta per ringiovanire l’impresa

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1 Partner: Studio Lumini consulenza societaria, tributaria ed aziendale www.studiolumini.it

Possiamo aggiungere in particolare che gli

studiosi dei comportamenti dei consumatori

in questa fase di crisi stanno evidenziando

delle specifiche che stanno emergendo:

tendenza al risparmio;

riduzione degli acquisti compulsivi;

modifica del rapporto con la merce;

modifica della visione della qualità;

E’ evidente che dinnanzi alla crisi le persone

hanno reagito in modo diverso il comune de-

nominatore in termini di tendenza al consumo

è il seguente :

1.scetticismo [mancanza di fiducia del consu-

matore ];

2.ricerca del risparmio [la ricerca del massi-

mo al minor prezzo];

3.autarchia: è forse la tendenza più innova-

tiva , il consumatore diventa produttore. Le

aziende stanno puntando a far diventare sem-

pre più produttore il consumatore. Stanno fio-

rendo le attività di giardinaggio, carpenteria

casalinga, cucito e uncinetto. Sono centinaia

le aziende che stanno seguendo e galoppando

questa tendenza che si fonda sul concetto di

lasciare sempre più partecipare il consumato-

re al processo produttivo. Alla fine chi conosce

i gusti del cliente meglio di se stesso?

Sul sito di MyMuesli.com è possibile mixare

i cereali scegliendo la colazione ottimale, su

cinque basi diverse di muesli si possono abbi-

nare più di settanta ingredienti aggiuntivi fino

ad arrivare a miliardi di combinazioni possibi-

li per la colazione.

L’analisi dei cambiamenti dei trend dei consu-

matori consente alle aziende di poter sfruttare

le tendenze a proprio favore lanciando e cre-

ando prodotti per assecondarle. n

Creare nuovi prodotti:ricetta per ringiovanire l’impresa

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TEST&THE CITY

A tu per tu con le stelle di casa nostraLuca Viscardi

di Glenda Manzi

Ha incontrato Mick Jagger e Stevie Wonder, si è

quasi innamorato della bella Sade e avrebbe tanto

voluto conoscere Michael Jackson. Adora Bergamo,

anche se inizia a stargli un po’ stretta, e pensa che

la radio dovrebbe essere più glocal. Parola di Luca

Viscardi, nome d’arte -che il nonno ancora non gli

perdona- di Gianluca Vegini, una delle voci storiche

della radiofonia italiana e direttore dei programmi di

Radio Number One, dove ogni mattina dalle 9 alle 12

diventa uno de «Gli Inaffidabili», al fianco di Grant

Benson.

Come nasce la sua passione per la radio?

Da bambino mi divertiva moltissimo ascoltare la ra-

dio in onde medie, nelle lingue più disparate; la mia

preferita era Radio Luxemburg, che di notte trasmet-

teva in inglese. Era come ascoltare le radio private

straniere, e alla fine degli anni Settanta quello era

l’unico mezzo per farlo.

Come ha trasformato la passione in professione?

Avevo quindici anni e mi trovavo in vacanza sul lago

di Garda. A due passi da casa di mia nonna c’era

una piccola radio, Radio Delta, e un giorno mi pre-

sentai dicendo che volevo fare il disc jockey. Cerca-

rono di liquidarmi ma quando mi dissero che le loro

trasmissioni iniziavano alle sette del mattino io mi

imposi dicendo: «Bene, io vengo alle sei». Fu la mia

prima esperienza radiofonica.

Poi è arrivata RTL 102.5.

Sì, ho avuto la fortuna di trovarmi nel posto giusto

al momento giusto e di entrare nel nucleo di fon-

dazione di RTL. Ci sono rimasto per quasi vent’an-

ni, in quella che reputo la sua stagione più bella e

avvincente. Partire da zero con un ritardo di quasi

quindici anni rispetto alle altre radio private e copri-

re il gap nel giro di cinque o sei anni è stato davvero

entusiasmante.

Conclusa l’esperienza con RTL nel 2006 è passato

a Play Radio, la radio del gruppo Rcs (ora Virgin

Radio, ndr), dove era direttore dei programmi.

L’idea iniziale di Play Radio era qualcosa di molto di-

verso da come poi gli ascoltatori l’hanno conosciuta:

doveva essere la radio del «Corriere della sera», una

radio che facesse tanta informazione, in modo fles-

sibile, moderno e aggressivo, sulla scorta delle news

talk americane ma con l’aggiunta della musica. Era

una formula straordinariamente forte, che purtrop-

po però è stata abortita immediatamente.

Finita quell’avventura le è stata offerta la direzione

dei programmi di Radio Number One.

Sì, questa è una dimensione radiofonica molto inte-

ressante e stimolante, lavoriamo secondo il principio

del glocal, cercando cioè di costruire un progetto di

comunicazione che abbia standard elevati e globali

ma contenuti strettamente correlati al territorio. In

Italia si ha la tendenza a spingere verso il prodotto

nazionale e a comprimere quello locale, che invece

è fondamentale.

Ora che è direttore la diverte ancora andare in

onda?

Sì, molto. Anche se ogni tanto mi domando se sia

ancora il caso di fare questo genere di programmi,

di grandissimo cazzeggio. I miei gusti sono cambia-

ti: se una volta il mio conduttore preferito era Alber-

tino oggi è Giuseppe Cruciani di Radio24.

DALMINE: Via Volta, 33 Tel. e Fax 035 566654

Via Manzoni, 53 Tel. e Fax 035 566555

TREVIOLO: P.zza Benedetti, 21 Tel. e Fax 035 693314

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DALMINE: Via Volta, 33 Tel. e Fax 035 566654

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Mentre se ne va in macchina da Radio Number

One, le capita mai di fare un salto sentendo in onda

qualcosa che non va?

Tutti i giorni, e chiamo istantaneamente (ride). So-

prattutto trovo fastidiosa l’autoreferenzialità, sono

convinto che la radio debba dare informazioni utili e

arricchire l’esperienza dell’ascoltatore. A volte, inve-

ce, si ha la tendenza a scherzare in onda sugli affari

privati, rischiando di annoiare.

Cosa ascolta alla radio?

Moltissima informazione, mi piace la radio parlata

perché, ormai, per la musica c’è l’i pod. Credo che

la radio dovrebbe ricominciare ad aiutare gli utenti a

scoprire la musica e fare attività di scouting, invece

mi sembra che si suonino solo le cose che gli utenti

conoscono già.

Hai incontrato moltissimi big della musica interna-

zionale. Uno antipatico, qualcuno che l’ha delusa?

È capitato di incontrare in passato artisti italiani che

si sono comportati in un modo un po’ arrogante,

mi vengono in mente Umberto Tozzi e Francesco De

Gregori, che non traboccano di simpatia.

Uno invece che ha confermato di essere un

grande?

Stevie Wonder, fantastico. E Mick Jagger, un perso-

naggio dotato di un carisma ma anche di un’educa-

zione e una professionalità che sono semplicemente

incredibili.

La cantante che le ha tolto il fiato?

Ho avuto una folgorazione per Sade, ho trascorso

un paio d’ore con lei per un’intervista e mi ci sono

voluti cinque giorni per riprendermi. Era stupenda,

educata, intelligente, stimolante. E trovo bellissima

anche Alicia Keys, secondo me l’artista più interes-

sante del momento. Qualcuno lo chiama l’X Factor,

io lo chiamo il dono: qualunque cosa sia, lei ce l’ha.

L’artista che non hai mai incontrato e per cui fareb-

be carte false?

Paul Mc Cartney. E anche se ormai per questa vita le

opportunità sono finite, Michael Jackson: un grande

artista che ho sempre trovato ingiustamente mal-

trattato dai media.

Luca Viscardi

"Cornai Divino" nasce dall'incontro della giovane Marzia Brambilla e i soci Romolo Monteverdi srl, so-cietà d'importazione e distribuzione esclusiva di vini internazionali su tutto il territorio Italiano.Elemento propulsore che ha accomunato ed unito le due parti è la "passione" per il mondo ricco di fascino e tradizione come quello del vino.L'enoteca sita in Damine, inizial-mente nota come show room del commercio all'in-grosso, è poi diventata ufficialmente dall'aprile 2009 il punto di riferimento di molti appassionati di prodotti artigianali e di nicchia, nonchè di giovani curiosi ed alla ricerca di qualcosa di nuovo.I vini offerti sono mol-teplici e di diversa provenienza: Italiani e Stranieri dal mondo.La Cornalidivino è in grado di offrire ai propri clienti tutta una serie di servizi accessori, quali ad esempio: Realizzazione e spedizioni di confezioni regalo personalizzate; Consulenza nella preparazione di carte vini; Degustazioni mirate e personalizzate; Or-ganizzazioni di serate a tema con assaggio e presen-tazione dei prodotti; Assistenza nell'organizzazione di ricevimenti e feste private. Questa in poche parole è CORNALIDIVINO una società nata dalla grande pas-sione per il bello e per il buono e che invita a.....non fermarsi mai al primo assaggio!!

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"Cornai Divino" nasce dall'incontro della giovane Marzia Brambilla e i soci Romolo Monteverdi srl, so-cietà d'importazione e distribuzione esclusiva di vini internazionali su tutto il territorio Italiano.Elemento propulsore che ha accomunato ed unito le due parti è la "passione" per il mondo ricco di fascino e tradizione come quello del vino.L'enoteca sita in Damine, inizial-mente nota come show room del commercio all'in-grosso, è poi diventata ufficialmente dall'aprile 2009 il punto di riferimento di molti appassionati di prodotti artigianali e di nicchia, nonchè di giovani curiosi ed alla ricerca di qualcosa di nuovo.I vini offerti sono mol-teplici e di diversa provenienza: Italiani e Stranieri dal mondo.La Cornalidivino è in grado di offrire ai propri clienti tutta una serie di servizi accessori, quali ad esempio: Realizzazione e spedizioni di confezioni regalo personalizzate; Consulenza nella preparazione di carte vini; Degustazioni mirate e personalizzate; Or-ganizzazioni di serate a tema con assaggio e presen-tazione dei prodotti; Assistenza nell'organizzazione di ricevimenti e feste private. Questa in poche parole è CORNALIDIVINO una società nata dalla grande pas-sione per il bello e per il buono e che invita a.....non fermarsi mai al primo assaggio!!

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TEST&THE CITY

Citazioni letterarie su Bergamo.

Ahia.

Riferendosi a Piazza Vecchia, chi ha scritto

«Non si può più toccare neppure una pietra,

sarebbe un delitto?»

Non lo so. Ma sono d’accordo con lui, se può

interessare.

Era Le Corbusier. Seconda citazione: «I colli di

Bergamo sono tra i luoghi più belli che abbia

visto?»

Luca Viscardi?

L’ha detto anche un certo Stendhal. L’ultima:

chi ha scritto, riferendosi a Piazzetta Terzi

«Uno degli angoli più belli d’Italia, una delle

molte piccole sorprese e gioie per le quali vale

la pena di viaggiare»?

Non lo so.

Hermann Hesse.

Bocciato, torno a vivere a Milano.

Lei è nato e cresciuto a Bergamo, per lavoro ha vis-

suto a lungo a Milano e a Roma e ora è di nuovo qui.

La metropoli le manca?

Confesso che inizio un po’ ad annoiarmi. Bergamo

è una città bellissima, straordinariamente vivibile. I

servizi non mancano e le cose funzionano bene ma

c’è una dimensione provinciale che mi annoia. Ci

sono pochi locali e il centro della città assomiglia

a un paesino, sarebbe ora di pensare a maggiori at-

trattive e divertimenti.

Per chiudere, quale colonna sonora consiglia per

San Valentino?

Il nuovo disco di Alicia Keys, «Elements of freedom».

È un vero capolavoro.

Luca Viscardi

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1 Nata in Francia, a vent’anni l’autrice è venuta a vivere in Italia dove, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo collage - Dans les coulisses... ed. Il filo -, ha iniziato a collaborare con la rivista BergamoUp senza abbandonare le sue passioni, insegna-re la propria lingua, viaggiare, dipingere e fotografare riflessi. Anche se, dalla pubblicazione di Se la donna fosse un elefante… ed. Miele, la scrittura occupa ormai un posto predominante nella sua vita. www.romanzocollage.it 2 Infatti è solo, tra ironia, confidenze, tentativi di erotismi e Exercices de style, una ricerca di cosa vuol dire essere donna e, forse plus encore, una ricerca di complicità tra uomini e donne3 Se la donna fosse un elefante... ed. Miele. É stato difficile riassumere tre capitoli in poche pagine, ma credo che fosse impor-tante provarci.4 http://www.aiutodonna.it/ - Tel.: 035. 212933 dal lunedì al venerdì 09.30 – 12.00 oppure mercoledì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00

L’origine stessa dell’associazione fa capire

quanta poca attenzione c’era per questo pro-

blema:

“È nata da un’indagine fatta sul territorio in

modo molto casalingo per capire se c’era il

problema della violenza, in particolare la vio-

lenza sulla donna e in ambito familiare; le isti-

tuzioni ne negavano l’esistenza. Forse perché

le donne non erano mai uscite allo scoperto

tranne rare eccezioni. Quindi interpellando

pronti soccorsi e servizi sociali abbiamo sco-

perto che i numeri c’erano - circa un centinaio

all’anno -, ma che non erano stati registrati.

Abbiamo allora seguito un corso di formazio-

ne finanziato dall’assessorato dei servizi so-

ciali di Bergamo prima di decidere di tentare

di scoperchiare questo fenomeno che rima-

neva tra queste quattro mura che dovrebbero

proteggere ben altro, invece proteggono que-

sta violenza che chiamerei vigliacca da parte

di uomini che fuori sono gentiluomini per di-

ventare dentro carnefici. Da subito un nostro

obbiettivo è stato la prevenzione, tentando di

promuovere un rispetto di sé e dell’altro. Per

esempio, essendo emerso un dato preoccu-

pante tra i ragazzi - una parte consistente tra

loro legittima una certa violenza per ottenere

qualcosa -, abbiamo fatto il giro delle scuole.

Ora interveniamo su richiesta perché non ab-

biamo sufficienti risorse per poterlo fare siste-

maticamente ogni anno. Però la prevenzione

ci sta molto a cuore, perché viste le cronache

è nostra premura cercare di arrivare prima

dell’assassino: in bergamasca [l’anno scorso]

sono otto le donne ammazzate dagli ex-mariti

o ex-fidanzati”.

“L’obiettivo principale di questo sportello

però è l’accoglienza. Vogliamo dar alle don-

ne un luogo dove lasciar il proprio calvario;

non è facile raccontare dieci o quindici anni

di soprusi, di maltrattamenti, di violenze per

lo più sempre nascoste, negate. Anche perché

le donne vengono destrutturate da questi at-

teggiamenti quotidiani che tolgono loro l’auto-

stima, da frasi ripetute quali: “Tu non capisci

niente. Non sai fare niente”. Soprattutto se c’è

una dipendenza economica e se la donna non

può rivolgersi alla famiglia d’origine per dire:

“Mi sta succedendo questo”. Anche perché da

L’otto marzo è alle porte e con lui la festa delle donne. Confesso che mi fa piacere quando persone

che stimo mi fanno gli auguri, con o senza mimosa, donna o uomo che sia. Ci vedo una condivisio-

ne di pensiero che è fondamentale per andare verso l’affermazione della pari dignità dell’essere

umano, indipendentemente dal suo apparato genitale. Ecco perché, dopo qualche esitazione, ho

deciso di rischiare di sembrare vanesia e soprattutto di snaturare un libro che non vuol essere

serioso2, riportandovi alcuni estratti del mio secondo Romanzo collage, Se la donna fosse un elefan-

te3, per portarvi Dans les coulisses di una violenza quotidiana, grazie ad un’intervista a Oliana e

Sara, presidentessa e volontaria della onlus Aiuto Donna - Uscire dalla violenza4.

Dans les coulisses...di Maryline JM-W1

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un lato nella mentalità bergamasca è ancora

molto presente l’idea: te lo sei scelto tu, te lo

tieni. Gli stessi parroci durante la confessione

lo dicono. Quindi queste donne non vedono

vie d’uscita. E d’altra parte lo sportello di un

servizio sociale non è adatto per raccontare le

sofferenze di una vita; ci si rivolge a questi ser-

vizi quando si ha già intenzione di denunciare

i fatti. Quindi Aiuto donna vuol essere il luogo

dove una donna impara a raccontarsi e forse a

prendersi in mano. Ecco perché ci riteniamo le

donne dell’accoglienza. In un secondo tempo,

se ce lo chiedono [Insiste su questa condizio-

ne perché loro si muovono solo su consenso

delle donne e garantiscono un anonimato as-

soluto], attiviamo percorsi di consulenza sia

legale, che psicologica per sostenerle.

[Voglio avere dati più precisi] Così

le chiedo quanti casi di violenze riscontrano

all’anno. “Allora... negli ultimi anni il numero

era di 110 casi annui, nel 2008 invece in dieci

mesi abbiamo raggiunto i 190 casi. [nel 2009

hanno ricevuto 212 nuove segnalazioni]. Però

è un fenomeno completamento sommerso,

queste sono solo punte che escono.”

Siccome il loro volantino è tradotto in diver-

se lingue, indago sulla percentuale tra donne

italiane e donne straniere. Senza esitare Olia-

na conferma i miei dubbi: le donne straniere

sono minoritarie, rappresentano “solo” il tren-

ta percento. “E queste straniere sono spesso

sposate ad un uomo italiano”- tenne a preci-

sare. Siccome intuì dove volevo portarla, con-

tinuò asserendo: “Sì lo so la gente pensa che

queste violenze avvengono principalmente tra

extra-comunitari o in realtà dove è presente

la droga, l’alcool, o la difficoltà economica, la

disoccupazione, ma la verità è che nella mag-

gior parte dei casi si tratta di un uomo che

fuori è “normale”, è simpatico, compagnone.

E attenzione lui gioca su questa dualità nei

confronti della donna perché lei è l’unica a ve-

dere questo suo lato. Per i parenti, gli amici,

lui, infatti, è insospettabile il più delle volte.

Ed è una realtà che abbraccia tutti i ceti so-

ciali dall’operaio, all’impiegato, fino all’alto

dirigente e il professionista. Ecco per esempio

chissà perché ci sono tantissimi casi di inse-

gnanti. [Non l’avrei mai neanche sospettato.]

È un fenomeno completamente trasversale”.

Prendo fiato sto per farle una doman-

da alla quale tengo molto perché credo che

sia uno dei punti più difficili di questa proble-

matica. Convinta che la violenza più ricorrente

sia quella psicologica, le chiedo quali sono le

diverse forme di violenze che incontrano. La

sua risposta è eloquente. Senza la minima

esitazione asserisce che : “La più subdola, la

più difficile da riconoscere e la più frequente

perché è presente spesso anche quando c’è

violenza fisica è la violenza psicologica. Ed è

una violenza terribile perché distrugge la don-

na”.

A questo punto voglio capire se la vittima si

accorge di subire una violenza. La risposta mi

deprime: “Quando è completamente distrut-

ta. Certo ci sono eccezioni, ci sono donne che

se ne accorgono prima che sia tardi, ma... il

problema è che quegli uomini riescono a con-

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Dans les coulisses...di una violenza quotidiana

vincere la donna che non vale nulla.” Qualcosa

dentro di me viene scosso da quest’afferma-

zione. Le chiedo se l’autostima non c’è più, o

se non c’era neanche prima, per “accettare”

tali violenze. “Per me c’era, ma viene scalfita

perché la donna si ostina a credere che può

salvare la sua relazione5. Il problema è che

accettare il fallimento è molto faticoso soprat-

tutto per una donna. Quindi continua a pensa-

re: il mio amore lo salverà.”

Il mio amore lo salverà... sono le parole esat-

te che ho pronunciato quando il medico ha

dimesso mio padre che stava morendo di un

tumore. Parole offuscate dalla disperazione e

in cui forse non crediamo neanche veramente,

ma alle quali ci si ancora per non affogare.

Oliana continua: “La donna è convinta che se

lei cambia, se sta attenta, allora lui sarà di-

verso. Ha bisogno di pensare che spetti a lei

tacere, sacrificarsi. E sono infinite le forme di

violenze subdole che vengono raccontate”.

[…] Cerco di fare mentalmente il punto

per non dimenticare nulla. Una cosa ancora

non le ho chiesto. Si dice che dietro ogni uomo

che picchia c’è un padre violento o una madre

che ha tollerato troppo, e che dietro ogni don-

na che sopporta c’è l’esempio materno; voglio

sapere se lo ha riscontrato anche lei.

“Gli studi portano a dire che i maltrattamenti

hanno radici nella famiglia nel 90 % dei casi

di violenze subite o inflitte. Si riconoscono e si

scelgono, carnefice o vittima che sia. Il fatto

è che sono donne che non sanno vivere sole,

hanno bisogno dell’altro per esistere. Accetta-

no anche rapporti sessuali che non desidera-

no per tenerlo in casa, per non subire le con-

seguenze di un rifiuto.”

Ma come se lo spiega questo bisogno? È un

fattore culturale?

“No, culturale non credo. Secondo me è un

non interrogarsi sul perché si ha questa esi-

genza. Perché penso che se ci si interrogas-

se fino in fondo si troverebbero sostituzioni a

questo genere di relazione. Certo è un lavoro

difficile da fare.”

Per poter far un tale lavoro non serve un’au-

tostima che forse manca? Sorrido e le chiedo

scusa se batto di nuovo lì, ma il dubbio in me

persiste.

“Sì, può anche essere un problema di carenza

di autostima iniziale, una dipendenza, un affi-

darsi totalmente all’altro e vivere solo per lui.

Però lui non può distruggere qualcosa che non

c’è. Quindi distrugge la tua autostima perché

c’era. Magari era fragile, ma c’era6. Comun-

que il lavoro che l’uomo fa per conquistare

queste donne, è veramente un inganno. Nei

racconti delle donne, il principe azzurro non

è nulla a confronto. Lui sembra il gentiluomo

perfetto: viaggi, inviti a cena, regali, attenzio-

ni, e poi, appena ti ha conquistata, appena si

sono sposati, alcuni addirittura già durante il

viaggio di nozze, cambiano”.

Le chiedo se ci sono frasi, pensieri ri-

correnti tra le donne vittime che si rivolgono a

loro.

5 Sospiro, chissà quante volte l’avrò vista, senza riconoscerla questa violenza subdola. Credo che il problema sia proprio quel-lo. Nessuno dice: attenzione questa è una violenza, non è sano e non potrai farci nulla. Anzi spesso credo che parenti e amici invitano alla “pazienza”. Anche perché, da fuori, lui non è così terribile e lei non va in giro con lividi sulla faccia. Gli ematomi dell’anima sono invisibili.6 Non lo dico ad alta voce, ma il pensiero mi ghiaccia il sangue. Ora che Oliana mi ha convinta che l’autostima c’era, la forza di distruzione di questi uomini mi sembra ancora più grande, più terribile.

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7 Perché per quanto ci sembra impossibile, la realtà è che può succedere a chiunque, anche a te che sei istruita e che hai un lavoro.8 A buon intenditore, arrivederci (poche parole). Nata nel xvii secolo quest’espressione è un invito alle persone che hanno colto il senso delle parole dette di agire e reagire. in questo caso è anche un invito a scrivermi, se avete delle quinte da svelare. Quindi vi lascio il mio indirizzo e-mail: [email protected]. E, per i più curiosi, le quinte di chi vi scrive le trovate sul blog del mio libro che si diverte a raccontarmi: http://milemary.blogspot.com/ o sul mio sito: www.romanzocollage.it .

“Tante, dopo averci raccontato le loro violen-

ze e essersi dichiarate pronte ad affrontare la

situazione, concludono dicendo: “Ma io non

voglio fargli del male” o “Voglio tenere mio

figlio, ma non voglio che si dica che è stato

un cattivo padre.” La cosa paradossale è che,

crescendo, i figli riversano la loro rabbia sulla

madre, giacché danno a lei la colpa per averli

tenuti in questa situazione.”

Sospiro. Sono esausta, tutto gira sempre at-

torno a quella benedetta sopportazione che

sembra perfino più intollerabile della stessa

violenza agli occhi dei figli.

Mentre ascolto Oliana ricordarmi che

la presenza dei figli è determinante per spin-

gere la donna a sopportare - perché secondo

lei è importante che lui abbia un padre -, mi

sorge una domanda alla quale non avevo pen-

sato fino ad ora: in una società come la no-

stra, come fa una donna a capire se quello che

vive in casa è una violenza psicologica? Così le

chiedo se esiste un decalogo, un qualcosa che

possa, leggendolo, permettere ad una donna

di dirsi: “Cavolo io sono in questa situazione,

e non è normale7”.

Ci ha raggiunta Sara che si scusa per gli im-

pegni che l’hanno allontanata più del previsto.

Oliana le lascia la parola.

“I campanelli sono tutte le manifestazioni

legate al potere maschile, al fatto che il tuo

compagno cerca di mantenerti in una situa-

zione di apparente [Sara trascina la parola

apparente] inferiorità. Quando pretende trop-

po di decidere della tua vita; quando tu non ti

opponi mai per timore delle reazioni perché le

hai già provate; quando malgrado tutto lo ami

- è l’istinto da crocerossina che ben o male è

in ogni donna ed è quello ti frega -; quando

lui pretende di avere dei rapporti sessuali che

tu non desideri; quando lui isola la coppia da

amici e parenti; quando controlla le spese che

fai; o/e quando usa violenze verbali del tipo:

sei stupida, non ce la puoi fare senza di me.”

Una volontaria ci fa segno che deve chiude-

re. Allora faccio la solita domanda finale: “C’è

qualcosa che vorreste aggiungere?”

Oliana conclude: “Più che altro vorrei lan-

ciare un messaggio di speranza, di coraggio

alle donne: è difficile, ma non è impossibile.”.

Sara fa l’ultima precisazione: “E agli uomini

chiederei l’umiltà di rimettersi in gioco”.

Quindi, come si dice dalle mie parti, à bon en-

tendeur, salut8.

L’associazione Aiuto Donna sta cercando del-

le volontarie. Per maggiori informazioni non

esitate a chiamare il 347 3455757. n

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Salottino Virtuale

1 Brillante e ricca di colpi di scena, La strana coppia è una delle commedie più esilaranti del drammaturgo americano Neil Simon, diventata celebre grazie al film del 1968 diretto da Gene Saks e che ha rappresentato la definitiva consacrazione del duo Jack Lemmon-Walter Matthau come perfetta e affiatata coppia comica del cinema americano. Nella versione al femminile scritta dallo stesso Simon nel 1985, troviamo Fiorenza che, lasciata dal marito, piomba, sull’orlo del suicidio, a casa dell’ami-ca Olivia, durante la consueta partita di Trivial Pursuit con le amiche. Fiorenza è il ritratto della perfetta donna di casa, moglie e madre impeccabile, ma piena di nevrosi. Olivia è divorziata, disincantata, terribilmente disordinata e sola. Nasce tra loro una convivenza strampalata, segnata da liti e complicità, che disegna un ritratto sferzante e irresistibilmente comico della vita matrimoniale. È una nuova produzione che rimarrà in città dal 9 al 14 marzo.

di Maryline JM-W1

Senza titolo-2 1 1-02-2010 9:21:51

Tra i risultati dell’elezione del Berga-Maschio

ideale e Dans les coulisses… di una violenza

quotidiana, anche questo mese il tema del Sa-

lottino Virtuale si è imposto da solo. Il dolce e

travagliato rapporto tra uomini e donne. Se è

vero che, come tante abitanti di Venere, bramo

la pari dignità degli essere umani, vorrei pre-

cisare che non sostengo per nulla un femmi-

nismo separatista. Infatti, sono sinceramente

convinta che solo una complicità che vada al

di là di una distinzione basata sull’apparato

genitale ci porterà verso un rispetto delle no-

stre differenze. Ecco perché, a cavallo tra San

Valentino e la festa della donna, questo mese

ho invitato una maggioranza di uomini. Ave-

vo voglia della loro ironia, lieve e raramente

tagliente contrariamente alla nostra. Ma pri-

ma di lasciare la parola al grande fotografo-

testimone, Gianni Berengo Gardin, all’indu-

striale, Raffaello Melocchi e allo psicologo,

Achille Carrara, vorrei anche spiegarvi questa

scelta di dare la parole alle biblioteche. I libri

sono come gli amici; si scelgono per affinità

d’interessi, ce ne sono che ti fanno crescere,

altri che ti deludono, ma tutti sono preziosi

perché in sé sono esperienze di vita che per-

mettono di allargare il nostro orizzonte. Se poi

quest’amico si trova nel sistema bibliotecario

della città, allora diventa veramente accessi-

bile a tutti.

Ma siccome seri sì, ma seriosi mai, e perché

ogni occasione è buona per stare insieme,

eccomi di nuovo a proporvi di passare in re-

dazione (via Casalino 5h) per ritirare uno dei

cinque posti a teatro offerti ai lettori di Ber-

gamoUp. L’appuntamento questa volta è per

martedì 9 marzo al Teatro Donizetti alle ore

20:30 per la prima dello spettacolo La stra-

na coppia1 di Neil Simon - con due eccellenti

attrici nazionali, Mariangela D’Abbraccio ed

Elisabetta Pozzi, sotto la regia di Francesco

Tavassi - produzione Teatro e Società. n

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5 Tra i più noti fotografi italiani, Gianni Berengo Gardin è un testimone attento alla vita di tutti giorni. Ha già pubblicato 210 libri fotografici, tra i quali italiane ed. Ega, 50 anni di storia italiana al femminile.

Parola allaFotografiacon Gianni Berengo Gardin1

Femminilità? È un atteggiamento che ricono-

sco se lo incontro, ma ora che mi si chiede

di definirlo, la vista mi si annebbia. Se non

temessi di essere banale, direi che è il pro-

prio della donna. Ma non delle Veline dei vari

talk show in televisione che peccano per trop-

po esibizionismo, o di queste femministe ag-

gressive. Le donne normali sono femminili. O

meglio, qualcuna lo è, e qualcuna no. Ma non

saprei dire il perché. È una sensazione a pel-

le. Qualche cosa di misterioso, fatto di sorrisi

e di pudori come in questo scatto (Milano -

2006). Qualcosa di assolutamente spontaneo

che non si può costruire.

E, se osassi, aggiungerei che è una qualità in

via di estinzione. Forse anche per colpa di noi

altri fotografi che, per assecondare il mercato,

immortaliamo quei atteggiamenti ridicoli da

vamp, riducendo le donne a semplici oggetti. n

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Parola alla Paritàdi Achille Carrara1

Il 15 maggio 2009, Luisa, dirigente cinquan-

tenne in una multinazionale, viene accompa-

gnata nell’ufficio del direttore del personale

dove, alla presenza del suo diretto superiore,

le viene comunicato il licenziamento in tron-

co, con effetto immediato.

Le consegnano la lettera: “La situazione eco-

nomica ed aziendale ci ha indotti ad un pro-

cesso di riorganizzazione per ridurre i costi

della struttura. In questo contesto è stata

decisa la soppressione della Sua funzione e

poiché non ci sono altre posizioni inerenti alla

Sua professionalità, dobbiamo rescindere il

rapporto con decorrenza immediata. La rin-

graziamo per la fattiva collaborazione…”

Come si legge non c’è nessun addebito spe-

cifico e neppure verbalmente le viene fornita

una qualsiasi spiegazione, se non la necessità

di ridurre i costi di un’azienda in profitto, ma

che produce meno utili di quanto previsto.

Luisa era stata assunta, nel ruolo d’impiega-

ta, nel 1985 e lavorando con impegno s’è fatta

apprezzare tanto che aveva percorso varie tap-

pe della carriera fino alla nomina di dirigente,

in una funzione non direttamente coinvolta nel

business aziendale, quindi senza nessuna re-

sponsabilità diretta sui risultati economici.

In due minuti le è crollato il mondo; s’è trovata,

senza colpa e non più ventenne, letteralmente

sulla strada e completamente disorientata in

un momento di crisi economica internaziona-

le, come in un racconto Kafkiano... Libera da

impegni famigliari aveva dedicato le energie e

gli anni migliori a un’azienda che a distanza

di 24 anni la “ringrazia per la collaborazione”

e nello stesso tempo la invita a lasciare, nella

giornata, l’edificio. A poco valgono l’indenniz-

zo economico quando ti trattano come un “in-

granaggio di una macchina” o un costo.

In questo caso non c’è disparità donna-uomo,

come sappiamo la porta d’ingresso delle

aziende è stretta per le donne (non sia mai

che entri una signora incinta) e senza citare le

note statistiche, il percorso di carriera è diver-

so. Solo per il licenziamento il trattamento è

uguale, non conosce disparità. Lo stesso epi-

sodio è identico anche per gli uomini, cambia

solo il nome e il sesso.

Firmato un uomo, perché la parità non è solo

affare di donna. n

1 Psicologo del lavoro e Psicoterapeuta, opera nelle istituzioni e con gli individui, attivando un percorso finalizzato ad accom-pagnare le persone ad aiutare se stesse per conquistare un metodo di riflessione volto a riappropriarsi di tutte le proprie potenzialità. www.carraraachille.it

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di Raffaello Melocchi1

Parola al Verbo

Il mio compagno...

La mia compagna...

Non so voi, ma personalmente, sentendo que-

ste parole, provo la stessa sgradevole sensa-

zione di quando, a tavola, le punte della for-

chetta vengono fatte strusciare sul piatto.

D’istinto, qualcosa non mi torna.

“COMPAGNO” l’origine di questo sostantivo è

stupenda:

CUM «insieme, con» e PANIS «pane»

cioè “colui che mangia il pane con qualcun

altro”.

E’ evidente come oggi questo significato si sia

perso.

Si è modificato piuttosto in «Colui che si trova

insieme con altri in particolari circostanze».

Compagno di viaggio, di scuola, di gioco, d’ar-

mi, di bagordi, ecc.

Compagno di squadra se partecipa, alleato ad

altri, a una gara sportiva.

Compagno di fede, di sventura.

«Compagni» si chiamano tra loro - in Italia -

gli appartenenti ai partiti della sinistra.

«Compagno» si trova nella intitolazione di

società commerciali e industriali : Ditta … &

Co.

1 Di lui dice: “Termino nel non vicino 1964 le scuole medie inferiori. Sono stato uno dei pochi bambini che sanno perfettamen-te cosa faranno nella vita : il cuoco (o meglio : il grande chef!). Per coltivare la mia vocazione, papà, mamma, parenti tutti: “sei matto! ti iscriviamo subito all’ Esperia!” Divento un - poco entusiasta- perito meccanico. Comincio a lavorare in alcune medio-piccole aziende bergamasche: colpo di fulmine per questo lavoro per il quale, ancora oggi, non si è affievolita di un niente la passione e il divertimento (di certo, cominciare dopo qualche anno a lavorare nella piccola Officina che mio padre e mio zio avevano avviato, dare l’anima per farla crescere e plasmarla come io volevo, mi ha trasformato completamente). Accanto al lavoro e alla famiglia, pallavolo (ancora oggi, non lontano dai sessanta anni, insieme a una combriccola di vecchie glorie,ci scanniamo settimanalmente in scontri tanto improbabili quanto ferocissimi), montagna, e i miei grandissimi, indi-spensabili, compagni : i Libri. Poi, per non tradire la vocazione antica, pasticcio di tanto in tanto in cucina con sommo trasporto (mio; dei commensali un po’ meno)”

Ecco l’origine del mio disagio è qui: come è

che abbiamo smesso di chiamare la persona

che abbiamo scelto - e che ci ha scelto - con il

bellissimo «il mio uomo / la mia donna»?

Và da sé che altrettanto buoni suonano mari-

to/moglie.

E il dimenticato, affettuoso, moroso/morosa,

aferesi di Amoroso/Amorosa (ma, dio mio,

che figura da incolto paesano se a qualcuno

venisse ancora alle labbra!).

Leggo in questi giorni nell’ultimo libro di Ca-

millo Longone:

«Il mondo su poche cose è compatto come

nell’impegno a cancellare le prerogative virili»

e femminili, aggiungo io.

In questo impegno - in negativo ed esecrabilis-

simo - ci sta anche la rinuncia alla definizione

onesta, inequivocabile di «ol me om/la me fom-

la» (il mio uomo/la mia donna).

Il mio compagno/a li sento, insomma, come

roba per increduli (che non credono in quel-

lo che stanno vivendo) o accidiosi (che non

hanno voglia né coraggio per combattere per

quello che stanno vivendo). n

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Parola alle Bibliotechecon Il buio oltre la porta1

Una sera Alice si ritrova al pronto soccorso

priva di conoscenza, fatica a riprendersi e non

sa perché si trova lì. La dottoressa che l’assi-

ste le spiega che si è trattato di un incedente:

una motocicletta l’ha investita, ha battuto la

testa. Ci vorranno alcune settimane per rista-

bilirsi. È così che ha inizio il lungo cammino

verso la consapevolezza di sé, verso l’auto-

stima, un percorso solitario di cambiamen-

to profondo che la porta a vedere chi le sta

intorno con distacco, quasi come se volesse

allontanarsi da un sé nel quale non si ricono-

sce più. Settimane di convalescenza fatte di

solitudine e insofferenza verso chi la distoglie

dal lungo meditare sulla sua vita di madre, di

moglie irreprensibile di un uomo affermato e

di successo. La patina della famiglia felice-

mente perfetta è incrinata da una piaga sem-

pre aperta: l’impossibile riconciliazione con

un marito violento che passa da atteggiamen-

ti amorevoli, quando la coppia è in società, a

momenti di brutale violenza fisica e psicologia

che annientano la donna e minano irrimedia-

bilmente il rapporto di coppia. Alice inizia a

scrivere un diario al quale rivela i momenti più

difficili della sua vita, raccontando finalmente

1 Di Nicoletta Sipos, Sperling & Kupfer, 2009, 251 p. - Il libro è disponibile presso le biblioteche del Sistema bibliotecario urbano di Bergamo e della Provincia di Bergamo dove si possono reperire testi per l’approfondimento sul tema della violen-za domestica.

cosa succede quando la porta della stanza da

letto si chiude: insulti, schiaffi, pugni fino allo

sfinimento di entrambi e talvolta alla perdita

di conoscenza della donna. Pagina dopo pagi-

na Alice trova la forza di reagire alla violenza,

scegliendo la via dell’indipendenza e deciden-

do di approfittare di un’offerta di lavoro part-

time in una palestra di yoga. Scelta osteggiata

dal marito e avversata dalla sua famiglia ma

radicale e necessaria come la cesura finale

che conduce la donna ad andarsene di casa,

non solo per fuggire da un incubo ma per il

bene suo, dell’uomo che ha amato con tutto il

cuore e per il bene dei figli che, ormai cresciu-

ti, non possono più essere tenuti all’oscuro

di cosa accade fra i loro genitori. La storia di

Alice, nel libro, si chiude così ma certo il suo

cammino sarà lungo e difficile come quello di

tutte le donne che subiscono o hanno subi-

to maltrattamenti sotto il tetto domestico ed

è proprio per questo che l’autrice sceglie di

chiudere con un elenco dei centri di aiuto per

donne che si trovano nella stessa condizione

di Alice cui si possano rivolgere in caso di aiu-

to e con l’invito a non arrendersi alla paura e

all’impotenza. n

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Un noir inedito1

1 Negli episodi precedenti: La morte sospetta del vecchio preside di un noto liceo di Bergamo manda nel panico i cittadini di Roncola. Il commissario Gribaudi della questura indaga tra gli abitanti del paese, che si sono chiusi in un mutismo inspiegabi-le. La signora Tilde, ex allieva del professore Ruggeri, si trasferisce a San Pellegrino per incontrare l’anziano ormai in pensione. Sono passati trent’anni dall’ultima volta che si sono visti. Il professore non la riconosce, e la invita a casa sua, per il piacere subdolo della donna. Le propone di occuparsi della casa come governante, insistendo che si trasferisca a casa con lui. Dopo un finto dubbio, la donna accetta.2 Scrittore e sceneggiatore teatrale, televisivo e cinematografico. Tra le varie opere e riconoscimenti di Antonio G. D’Errico si segnalano due lavori diversi per dare un’idea della vastità dell’opera di quest’artista. Il suo ultimo lavoro, il thriller ambientato nella Bergamasca, il Discepolo - ed.Frilli (classificato, alla votazione della giuria popolare, al terzo posto del premio Scerba-nenco, edizione 2008) che s’ispira al mondo dei giovani, e in particolare al mondo nascosto delle sette sataniche. E un lavoro realizzato con Donato Placido, attore e poeta, fratello del più noto attore e regista Michele Placido, “Montalto. Fino all’ultimo respiro, diario sentimentale” (Giuseppe Laterza Editrice, dicembre 2000) Premio Pavese, edizione 2002, e Premio città di Monteverde, V edizione, estate 2001. Dal cui romanzo è stato tratto un film sul caso “Montalto”, il giovane agente di polizia penitenziaria ucciso nella campagna di Trapani la sera del 23 dicembre 1995, vittima di un agguato mafioso. Per i più curiosi ecco il suo spazio nell’etere: http://www.myspace.com/antoniogderrico

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La stanza da letto era un altro inno all’inutili-tà, come il resto della casa. Tilde rimise ordine nell’armadio, come meglio poté. Era pieno di vestiti sbiaditi e impolverati, che erano appar-tenuti certamente alla moglie del professore, il cui ritratto era stato riposto, con l’immagine rivolta contro il pannello posteriore del mobi-le, al suo interno, coperto da una catasta di maglioni di lana ingialliti e dalle sete sfibrate di tailleur e tessuti che penzolavano con svo-lazzi e increspature, deformati da pieghe inci-se nella trama come profonde ferite, alle quali era impensabile porre alcun rimedio. Liberò gli spazi da quel carico privo di speranze di un recupero, irrimediabilmente compromesso anche nella sua possibilità di riuscire a susci-tare un leggero fremito di nostalgia per una bellezza di cui si era persa ogni traccia, e lo chiuse definitivamente dentro il cartone di ca-pienti scatoloni da imballaggio, assegnando loro un posto definitivo nell’umidità della can-tina, dove l’aggressione delle muffe avrebbe portato a termine l’opera di demolizione.Il professor Ruggeri era contento di quel cam-biamento che aveva rivoluzionato completa-mente l’atmosfera della casa, e più di tutto era felice per aver ritrovato un entusiasmo e una condizione interiore notevolmente rinno-vati. Il suo piacere era vivido e materiale, qua-si fosse materia e sostanza palpabile. Mai più, alla sua età, avrebbe sperato di rivivere una gioia così intensa. Era rimasto impressionato positivamente quando Tilde gli aveva confer-mato di accettare la proposta di trasferirsi da lui, e adesso che era a casa l’impressione si era trasformata in esaltazione meravigliosa. La guardava mentre si adoperava per ripuli-

re quegli angoli che da anni non avevano più ricevuto la morbida carezza di uno straccio. La osservava mentre si abbandonava al pia-cere del divano, dopo che aveva sudato tutto il giorno per ridare lustro a marmi e specchi. Udiva i suoi sospiri e godeva di un’altra gioia improvvisa e inaspettata.Trascorreva più tempo nel giardino, quando non restava trasognato a godere della visione della donna. Aveva ripreso con i suoi esperi-menti botanici, piantando nuove piante e fiori, provando innesti mai neanche immaginati. Era soddisfatto. Dal suo punto di vista, quell’an-golo di terra aveva assunto tutte le forme e le grazie del Paradiso.Tilde non gioiva per l’entusiasmo di quel vec-chio. Chissà quali strani pensieri agitavano la sua mente perversa, pensava tra sé. Ma sor-rideva, per apparenza, per fargli credere che era felice come lui; e come lui aveva piacere di tutta quella bellezza. In corpo, però, bru-ciava dal desiderio di volerlo vedere morto. L’odio per quell’essere stupido e presuntuo-so non s’era mai spento fin da quando l’aveva dovuto subire come insegnante. E adesso lo odiava ancora di più, adesso che si era rin-galluzzito, pensando di essere artefice del suo benessere. Credendo di potersi atteggiare da padrone di casa, che poteva permettersi la serva. “La governante,” spense un sorriso, colpita dall’immagine della faccia ignobile di quell’arrogante che le era tornata in mente, quando aveva pronunciato quella definizione come una sentenza. “Sì,” rispose a se stessa, sollevata dal piacere della vendetta che aveva covato per tutto quel tempo. “La governante, che ti governerà!”.

La governante Tilde

di Antonio G. D’Errico2

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Andò in giardino. Si avvicinò al professore che era alle prese con la potatura di una palma nana.- Ciao, come va? - si girò verso di lei, il profes-sore, sollevando le forbici tra le foglie. - Hai finito di pulire? - fece una smorfia, con il suo umorismo osceno e allusivo.- Sì, - gli rispose, ingoiando amaro, con la so-lita parvenza di innocente felicità. Notò il suo piacere per aver ottenuto di rivol-gersi a lei con la confidenza del “tu”, perché glie lo aveva permesso, per fargli credere che la diffidenza in quel modo di fare era effettiva-mente fuori luogo. Aveva custodito per sé, in-vece, la forma distaccata del “lei”, nonostante egli avesse insistito di rivolgersi a lui col più consono e confidenziale “tu”. Non aveva nes-suna intenzione di cedere a quella confidenza. L’aveva persuaso, illudendolo, a consentirle di mantenere quella forma educata di rispetto, poiché era pur sempre il padrone di casa e il suo datore di lavoro. Il vecchio aveva reagito con una smorfia, volendo sdrammatizzare in modo disinvolto, ma nello stesso tempo mo-strando un certo orgoglio per quella che aveva sentito come un’effettiva verità. Gli aveva an-che detto, in modo estremamente più sincero, sentendo intimamente tutto il disgusto per quest’altra verità, profonda e nascosta, che riteneva giusto salvaguardare quel distacco educato soprattutto come segno di rispetto per la sua veneranda età. - Che cosa sta facendo? - chiese immediata-mente dopo.- Sto potando questa palma nana. Ha troppe foglie, non lasciano filtrare come devono i rag-gi del sole.La donna annuì, girandosi a guardare il giardi-no che le apparve ancora più brutto di quanto non avesse notato altre volte. Erano dissemina-ti dappertutto rami tagliati con la sega, foglie recise, radici sradicate e smembrate. Provò un sentimento di delusione per quegli alberi spogli, che mostravano appena sul fusto qual-che moncone sopravvissuto all’opera cruenta e irresponsabile di quell’incosciente che non aveva la minima conoscenza pratica, e quasi sicuramente neanche i rudimenti teorici, per

potersi dedicare sapientemente a qualcosa che avesse a che fare con la botanica. Ripen-sò alle sue lezioni di biologia delle piante del liceo, e inorridì, ora che aveva acquisito una conoscenza e una consapevolezza che l’altro non avrebbe mai potuto neanche simulare, pur con tutti gli sforzi di buona volontà. Se era possibile riconoscere nel suo animo vuoto un barlume di umana virtù. Sospirò sconsolata. Il professore notò quell’ansia: - C’è qualcosa che non va? - si girò intorno a guardare.- No, no, - recitò la parte, - sono solo un po’ stanca, - fece un movimento nella schiena.- Devi riposarti di più, - affermò e riprese con lo scempio della potatura. - Viene dalla Cina… Mi è stata spedita da un mio amico che vive laggiù, - disse, riferendosi alla pianta.- Dove? - chiese, mostrando curiosità, come se avesse cognizione nello stesso tempo della geografia di quel paese.Il professore rimase colpito, rispose legger-mente perplesso: - In Cina.- Sì, l’avevo capito. In quale regione della Cina?Accentuò la sua triste aria di smarrimento, poi cercò di risolversi col suo solito umorismo. - Boh… In Cina, mi basta questo.Tilde scosse la testa, trovando l’ennesima con-ferma dell’oscenità d’animo di quel vecchio.- Perché? - si sollevò appena il professore, con un altro dubbio. - Sei esperta della Cina? Ci sei stata, magari in vacanza?Tremò di rabbia nello sguardo: - No, - sbuf-fò appena. - Non ci sono stata… Ma ho letto qualche libro di storia.- Leggi libri di storia cinese? - continuò, con quel tono.- No, - ribatté, come prima. - Leggo libri di ogni genere… Se posso scegliere, però, prefe-risco libri storici.- Quante cose sai fare! - affermò, con un fondo di verità; cercando subito dopo l’attacco scan-daloso con l’ironia. - Cameriera, governante, infermiera e addirittura storica!- Non sono storica! Non l’ho detto! - replicò all’istante in modo fermo, alterando il tono della voce, evitando ogni finzione. - Mi piace leggere libri! Tutto qua!

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- Sì, sì, certo, - affievolì nel respiro, impalli-dendo.- Non tolga troppe foglie a quella palma, - dis-se poco dopo, per recuperare una parvenza di serenità. - Lo sa meglio di me che cadono da sole dopo che hanno terminato il ciclo natu-rale di vita.Il professore stupì di nuovo, come prima, ten-tato di volerla provocare con un’altra battutac-cia. “Anche botanica, non solo storica!” pen-sò, tra sé. Ma rinunciò. Richiuse le forbici, e si sollevò sulla schiena.Tilde rientrò in casa. Il professore la seguì im-mediatamente dopo.

La donna sedette sul divano, in sala. Il pro-fessore entrò, sbuffando, volendo esagerare un’aria di stanchezza, oppure solo per ma-nifestare un disagio misto ad un residuo di stupore. Pensò di sederle accanto, ma venne scoraggiato dall’atteggiamento di lei, che era rimasta immobile, con gli occhi abbassati a fissare il vuoto.Scostò la sedia dal tavolo e le sedette di fron-te, cercando inutilmente un argomento di di-scussione che rompesse quel silenzio che tro-vò inquietante e assurdo. La guardò più volte con l’espressione smarrita, gli occhi fugaci alla ricerca di una ragione per quella situa-zione piuttosto scomoda, come ebbe modo di fare quella constatazione.Fu Tilde a dargli l’occasione di rompere quel silenzio, con una domanda fatta a posta per lo scopo, restando impassibile nella sua posizio-ne: - Che cosa c’é? - Niente, - ritrovò il piacere della parola, recu-perando all’istante anche la prontezza dello scambio. - Che cosa dovrebbe esserci?- Non lo so… E’ quanto le ho chiesto io.Stentò un accenno di risposta, cercando di ordinare i pensieri. - Se ti ho offeso, ti chie-do scusa, - pensò bene di esordire in questo modo. - Non volevo offenderti, davvero….- Voglio ben sperare che sia stato del tutto in-consapevole…- Sì, sì, è così… - si rianimò, avendo un legge-ro dubbio riguardo all’inconsapevolezza: non aveva capito se avesse voluto riferirsi a lui o al suo modo di esprimersi. Rinunciò alla soluzio-ne di quello scoraggiante dilemma; corresse, secondo il suo modo di vedere, quell’oscu-ro uso del linguaggio: - Diciamo, che è sta-to… un eccesso di confidenza! - sorrise, dopo quell’esclamazione.La donna scosse la testa, accennò lievemente un sorriso sincero, che gli nascose, per evitare che esagerasse con quel tono. Constatò, un

attimo dopo, che quel modo stupido di fare e di essere per la prima volta l’aveva diver-tita. - Lei con la confidenza eccede sempre, - pronunciò seriamente, mantenendo dignità di sguardo.- Sì, - sorrise un’altra volta, - in effetti hai ragione tu, - restò a pensare chissà a quale misteriosa meraviglia. - Ti prometto che starò più attento d’ora in avanti.La donna mugolò in gola, storcendo la bocca, avendo poca considerazione per quelle parole e le intenzioni che nascondevano.- Sai, - cambiò argomento il professore. - Sono contento che tu sia venuta in questa casa.- Perché? - lo interruppe, per scoprire cosa na-scondesse quell’altro preludio spassionato e melenso.- Perché sì, - cercò la pura e semplice since-rità. - Senza di te sarei stato completamente solo e abbandonato.Pensò di ferirlo, facendo riferimento alla com-pagnia che avrebbe potuto ricevere dalle pian-te. Evitò per un senso di pudore, per non sca-dere nella sua stessa volgarità. Preferì il più basso sentimentalismo: - Ha suo figlio, che è il meglio della compagnia che un padre possa desiderare!La guardò, con rammarico: - Tu, l’hai mai vi-sto? - si irrigidì nei muscoli del viso, cogliendo quasi la provocazione in quell’affermazione.- Che c’entro io? - pronunciò senza enfasi, poi proseguì: - No, non l’ho visto… Comunque c’è… In caso di bisogno può contare su di lui!- In caso di bisogno, - ripeté mormorando, svanendo nello sguardo. - Non si può fare af-fidamento su nessuno quando si gode della più completa autonomia, figuriamoci se si dovesse aver bisogno di qualcuno in caso di necessità!- Che cosa mi vuol dire? - sospirò stancamen-te, simulando un vago sentimento di intima comprensione.- Niente, - cambiò stato d’animo il professore, e riprese cercando un’altra intimità. - Parlami di te… - Che cosa vuole sapere? - chiese, dopo aver esitato a lungo, fissandolo negli occhi.Fece un gesto banale e imbarazzato: - Non so… Quello che vuoi… Parlami di te… Della tua famiglia… Dove hai vissuto… Come hai vissuto…Tilde sorrise: - Quante cose vuole sapere! - so-spirò a lungo. - Magari, un’altra volta, adesso sono stanca, davvero… - si alzò dal divano. n

FLAN DI CIOCCOLATO CON CUORE DI CREMA COTTA CON GERMOGLI DI PRIMAVERA, RIBES E GELATO DI SOYA

INGREDIENTI X 10 TORTINI

Per il flan:GGr 190 cioccolato al 70%Gr 180 burroGr 300 uovaGr 240 zuccheroGr 80 farina Per il cuore di crema cotta:Lt Lt 0,5 latteLt 0,5 pannaN 12 tuorliGr 40 amido di riso

Per i ribes:Gr 500 ribes sgranatiGr 150 sciroppo 30°boumè (vedi basi)

PePer il gelato di soya:Gr 140 base diamante (vedi basi)Lt 1 latte di soyaLt 0,7 pannaGr 350 zucchero

Per la guarnizioneQb germogli di soja crudiQbQb mentaQb dentellaQb timo sfogliato

NOTA:E’ preferibile rivestire lo stampo dei tortini con una farina granulosa (mandorle). Per sfornarli meglio passare un coltellino tra il tortino e lo stampo.

PROCEDIMENPROCEDIMENTO:

Per il flan:Sciogliere a 45°C il burro con il cioccolato. Frustare le uova con lo zuc-chero senza montare in modo eccessivo; unire il cioccolato al burro ed infine la farina setacciata.

Per il cuore di crema cotta:Preparare una crema, lasciar raffreddare e unire i germogli di primave-ra, formare il cuore sul silpat e abbattere. Una volta congelati, inserirli nei flan e cuocere a 190°C a valvola chiusa per 10’.

Per i ribes:Saltare i ribes in padella con lo sciroppo , fare raffreddare.

Per il gelato:Unire lo zucchero al latte di soja e alla base diamante, pastorizzare il tutto a 85° e far raffreddare; unire la panna e mantecare nella gelatiera, conservare in cella frigo.

Per la presentazione:Servire il tortino di cioccolato nel piatto a goccia con a fianco la dentella con il gelato guarnito con la foglia di menta, salsare con i ribes e guarnire con la menta e i germogli di soja.

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FLAN DI CIOCCOLATO CON CUORE DI CREMA COTTA CON GERMOGLI DI PRIMAVERA, RIBES E GELATO DI SOYA

INGREDIENTI X 10 TORTINI

Per il flan:GGr 190 cioccolato al 70%Gr 180 burroGr 300 uovaGr 240 zuccheroGr 80 farina Per il cuore di crema cotta:Lt Lt 0,5 latteLt 0,5 pannaN 12 tuorliGr 40 amido di riso

Per i ribes:Gr 500 ribes sgranatiGr 150 sciroppo 30°boumè (vedi basi)

PePer il gelato di soya:Gr 140 base diamante (vedi basi)Lt 1 latte di soyaLt 0,7 pannaGr 350 zucchero

Per la guarnizioneQb germogli di soja crudiQbQb mentaQb dentellaQb timo sfogliato

NOTA:E’ preferibile rivestire lo stampo dei tortini con una farina granulosa (mandorle). Per sfornarli meglio passare un coltellino tra il tortino e lo stampo.

PROCEDIMENPROCEDIMENTO:

Per il flan:Sciogliere a 45°C il burro con il cioccolato. Frustare le uova con lo zuc-chero senza montare in modo eccessivo; unire il cioccolato al burro ed infine la farina setacciata.

Per il cuore di crema cotta:Preparare una crema, lasciar raffreddare e unire i germogli di primave-ra, formare il cuore sul silpat e abbattere. Una volta congelati, inserirli nei flan e cuocere a 190°C a valvola chiusa per 10’.

Per i ribes:Saltare i ribes in padella con lo sciroppo , fare raffreddare.

Per il gelato:Unire lo zucchero al latte di soja e alla base diamante, pastorizzare il tutto a 85° e far raffreddare; unire la panna e mantecare nella gelatiera, conservare in cella frigo.

Per la presentazione:Servire il tortino di cioccolato nel piatto a goccia con a fianco la dentella con il gelato guarnito con la foglia di menta, salsare con i ribes e guarnire con la menta e i germogli di soja.

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Un tavolo per dueDa Sarmassa1

APPASSIONATO DI CUCINA, MEMBRO DI UN’IMPORTANTE ACCADEMIA GASTRONOMICA, QUANDO

PASSA PER BERGAMO, CERCA UN BUON LOCALE PER PASSARE UN MOMENTO CON LEI.

Per me niente vino oggi;

mi aspettano per

un’importante

riunione. Da sola, non c’è gusto…

vorrà dire che mi consolerò

con questo caviale iraniano.

1 Vicolo Bancalegno, 1h – Bergamo. Tel.: 035.21.92.57

Del locale, arioso ma sufficientemente intimo,

sobriamente elegante con le sue colonne e

i muri antichi o anticati, non si può dir che

bene, della cucina adesso vediamo.

Ci andiamo a mezzogiorno, quindi non si può

strafare. La carta ha un assortimento corret-

to, né striminzita come ultimamente alcune,

né esageratamente ecumenica, equilibrata tra

sfiziosità e cosette più corpose, forse un po’

priva di filo conduttore ma comunque tale da

consentire ripetuti ripassi.

Non è la prima volta che lei vede qualcosa di

particolare, e ci si tuffa, tanto pago io: questa

volta è il caviale, proposto su un letto di purée.

Cominciamo bene… Io preferisco (tanto un as-

saggio di caviale non mi sarà negato) un piatto

che dice molto della cura degli ingredienti e

della basica abilità di un cuoco: insalata calda

di gamberi (di Sicilia, si specifica, immagino

siano speciali, o forse solo a chiarire che non

sono quelli, pur onesti, del supermercato) e

cannellini. E’ un piatto che può essere mar-

chio della più rozza banalità, o rivelarsi invece

ottimo nella sua semplicità: Sarmassa supera

l’esame, complice la giusta temperatura, il sa-

pore della materia prima, la qualità dell’olio e,

forse e inaspettatamente più di tutto, una bella

abbondante spazzolata di pepe, spezia sotto-

valutata che a volte fa la differenza. Il pepe me-

riterebbe un discorso a parte, oggi scavalcato

nelle simpatie e negli usi dal peperoncino, che

è invece cosa del tutto diversa, perché in fondo

insapore, al contrario della nobile e a mio avvi-

so più interessante bacca nera: qui basti dire

che in questo piatto lega ed esalta i due diversi

complementari sapori. Il caviale, invece? Nulla

di male, piacevole, ma se poi entrambi giudi-

chiamo che, dovendo scegliere, avremmo forse

preferito la ben preparata purée (maschile o

femminile ? ho degli amici con cui litigo, in ma-

teria, ed anche con mia moglie) senza caviale

che viceversa, forse i 35 € del piatto avrebbero

potuto essere meglio spesi [secondo lui, inve-

ce lei non ha rimpianti, era delicato e molto

piacevole].

Proseguiamo: una battuta al coltello di fas-

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sone per me, tagliatelle al ragù toscano per

lei. Cosa differenzi il ragù toscano da quello

classico, o bolognese, non lo si capisce e ci

dimentichiamo di chiederlo: comunque sono

buone. Il fassone merita un giudizio disgiunto:

la carne davvero eccellente, e grazie a Dio non

gelata, né lei né il piatto, come spesso ti capita

immagino per questioni igieniche. Però, t’arri-

va sul coppino la bizzarra idea, non citata sulla

lista, di condirla con un poco (per fortuna) di

olio tartufato. Vi sono due tipi di olio tartufato:

quelli prodotti con la materia prima originale,

e quelli prodotti con aromi chimici. La differen-

za è che il secondo tipo ha un forte sapore di

gasolio, il primo ha un leggero sapore di gaso-

lio. Stupisce che un ristoratore accorto come

Sarmassa non solo non lo eviti, mettendo in

vetrina un cartello tipo cane “io qui non posso

entrare”, ma addirittura ci impiastri l’incolpe-

vole filetto. Mah ! Forse c’è a chi piace, ma al-

meno avvisino il cliente.

Chiudiamo con il dolce: mi attira il sorbetto di

arancia al Campari, lei prende assaggi vari di

cioccolato “in purezza”, qualità che la moda

eco-progressista dominante ritiene obsoleta e

bizzarra nelle ragazze, ma indispensabile per

cibarie che a volte invece dalla contaminazione

ci guadagnano. Entrambi sono comunque ben

adatti a chiudere il pasto lasciando un buon re-

trogusto e la bocca pulita. In sintesi: Sarmassa

è un buon ristorante, curato, stia però attento

agli autogol tartufati. Il servizio è cortese ma

fin troppo etereo. Resta da dire sul prezzo, non

perché sia alto (90 € in due con intermezzo

di caviale, pur senza vino: non ululi dalla gio-

ia ma certo non ti scandalizzi) ma perché, a

mezzogiorno, è l’unico locale che conosco che

non ti proponga un qualcosa a forfait. A cena

quella cifra non disturba proprio, ma a pranzo,

in diversi posti altrove mangi bene alla metà.

Mr. Pink

Un tavolo per due

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EvEnti:La doLcE vita

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EvEnti:La doLcE vita

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event124

Il Postdigitale di Maurizio Bolognini in NAG 2 Contemporary1

Di stanze. Una mostra curata

da Fabio Migliorati che fa co-

esistere spazio fisico, quello

elettronico, e processo tecno-

logico.

Quando non gira il mondo

per prelevare oggetti da tutte

le gallerie sparse sui quattro

continenti (da Sydney, a New-

York passando per Bangkok,

Parigi e Tahiti) per creare

Globalization, art and the art sy-

stem, “Un’opera che vuol dare

una visione d’insieme, quasi

satellitare, del sistema espo-

sitivo”, Maurizio Bolognini de-

lega alcune funzioni artistiche

a degli elaboratori elettronici

programmati da lui che tra-

sformano l’immagine in flus-

so. Cosicché, da statica l’im-

magine diventi dinamica, ma

anche autonoma e interattiva.

Autonoma perché il computer

genera immagini del tutto ca-

suali, riproducendo l’infinito

fuori controllo che ci governa.

E interattiva grazie a una sua

installazione, Collective Intel-

ligence Machines, in cui ha

collegato i suoi computer alla

rete telefonica in modo che,

con un semplice sms recan-

te parametri incomprensibili

all’uomo, del genere 29 58,

l’osservatore vedeva sotto i

suoi occhi il flusso modificare

la sua traiettoria. “Nell’arte

l’interattività è spesso sopra-

valutata. Qualsiasi cosa se

è interattiva viene giudicata

importante, anche quando si

tratta di interazioni banali.

Penso che le tecnologie digi-

tali consentano di introdurre

nell’arte forme di interattività

più avanzate, fino a farci im-

maginare una possibile evolu-

zione dall’interattività alla de-

mocrazia. […] L’arte in fondo

è più appassionante quando

cerca di anticipare il futuro, e

quando contiene una visione

che la riporta anche alle que-

stioni più urgenti: la democra-

zia, l’intelligenza collettiva (e

i loro apparati tecnologici e

istituzionali) appartengono

sicuramente alle grandi que-

stioni che abbiamo davanti.

Lo spiega bene Jacques Attali

nella sua Histoire de l’avenir:

[…] in futuro si potrà pensa-

re ad opere d’arte prodotte

da dispositivi di intelligenza

collettiva che trascenderanno

non solo la proprietà intel-

lettuale ma lo stesso ruolo

dell’artista. ”2

Alcune di queste macchine

rimarranno alla NAG 2 Con-

temporary fino all’11 febbra-

io insieme ad altri progetti di

Maurizio Bolognini, quali foto

prese da webcam situate in

Nuova Zelanda e orientate per

alcuni giorni secondo la posi-

zione dell’artista nell’emisfe-

ro settentrionale, dando una

visione inconsueta del pano-

rama, o scatti di un mondo

parallelo ispirato al sistema

di controllo elettronico della

polizia di Seattle come a il-

lustrare il titolo della mostra

DI STANZE; un gioco di parola

che unisce la serie Stanza 11 ,

una recente collezione di og-

getti (libri, mobili, contenito-

ri…) incisi, graffiati dalle tra-

iettorie di un’apparecchiatura

laser guidata da una di queste

sue macchine, a questi mondi

che sembrano distanti dalla

realtà eppure veri. n

1 Bergamo - Via Fara, 13.2 Estratto di Postdigitale - Conversazioni sull’arte e le nuove tecnologie di Maurizio Bolognini ed. Carocci.

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Fabio Migliorati

Maurizio Bolognini

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event126

“Gocce di solidarietà”una serata diversa, tanto divertimento e beneficenza

Il freddo e la neve non hanno fermato i nu-

merosi ospiti della serata “Gocce di solida-

rietà” organizzata dal Bobadilla in collabo-

razione con Rotary International distretto

2040, nell’ambito del Progetto Polioplus.

Venerdì 18 dicembre: una serata diversa,

tanto divertimento e beneficenza con lo sco-

po di raccogliere fondi per la campagna di

vaccinazione promossa da Rotary Internatio-

nal per l’eradicazione della poliomielite. n

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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event128

“Gocce di solidarietà”una serata diversa, tanto divertimento e beneficenza

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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event130

Sport Awards:Bergamo premia gli atleti

Si è svolto lo scorso 14 dicem-

bre la quarta edizione del Gran

Gala dello Sport: un’iniziati-

va organizzata da Teamitalia

che ha lo scopo di premiare

lo sport e i suoi protagonisti

attraverso gli Spot Awards

Italia. Durante la serata sono

state infatti consegnate 15

sculture esclusive in argento,

appositamente realizzate dal-

lo scultore - orafo Antonino

Rando agli sportivi che hanno

saputo distinguersi a livello

nazionale e internazionale

nella propria disciplina duran-

te la stagione 2008/2009. n

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Page 133: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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Sport Awards:Bergamo premia gli atleti

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Page 134: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

event132

Qualità, eleganza e convivialità:così Medicallife ha augurato Buone Feste e celebrato i propri successi

E’ stato un evento sfarzoso e

conviviale quello che la Medi-

callife Cosmetics ha organiz-

zato il 18 dicembre al Castello

di Pagazzano (Bg). Lo splendi-

do maniero Visconteo ha fatto

da cornice ad una serata di

Gala elegante e raffinata, pe-

culiarità rappresentativa della

giovane e promettente azien-

da cosmetica bergamasca.

Fra gustosi appetizer ed ec-

cellenti raffinatezze culinarie,

musica dal vivo e lotterie, Max

Aquilino, coinvolgente e vul-

canico patron dell’azienda,

ha voluto augurare a clienti e

amici un Buon Natale ed un

Anno Nuovo ricco di successi.

La Medicallife Cosmetics è a

Calvenzano (Bg). I suoi pro-

dotti si trovano nelle migliori

Farmacie di Bergamo e Pro-

vincia. n

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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Page 136: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

event134

Mercoledì 13 gennaio le lettrici di Berga-

moUp - c’erano anche fedelissime venute

da Brescia - si sono ritrovate gentili ospi-

ti di Mauro al VOX Restaurant & Lounge Bar

(Viale Papa Giovanni XXIII, 94) per eleggere

il Berga-Maschio ideale sulla base delle ri-

sposte date a domande riguardanti le loro

opinioni in merito alla fedeltà, alla donna

moderna e alla pari dignità tra uomini e

donne. E siccome l’evento era anche l’occa-

sione per festeggiare il concepimento della

nostra rivista, il 13 gennaio 2009, c’erano

tre premi da sorteggiare tra le elettrici.

Ma, coup de théâtre, gli uomini presenti han-

no chiesto il diritto di votare. Uno di loro è

perfino venuto con tanto di trucco, boa al

collo e parrucca per rivendicare il suo dirit-

to al voto.

Siccome le donne, si sa, hanno una marcia

in più, la pari dignità è diventata realtà, le

temps d’un soir.

Risultato: con una maggioranza netta, è sta-

to eletto Berga-Maschio ideale un quaranta-

Il Berga-Maschio ideale è…

settenne, dirigente industriale, purtroppo

già coniugato, che ha chiesto di mantenere

l’anonimato1. Elena ha vinto il simpaticis-

simo completino intimo di fattura rigorosa-

mente Bergamasca, Barbara la maglia gen-

tilmente offerta dal negozio Temporary shop

di Pino Caviglia2 e, secondo coup de théâtre,

Flavio, l’uomo dalle sembianze poco fem-

minili malgrado lodevoli tentativi (donna si

nasce… e lui non lo nacque sfortunatamen-

te), ha vinto il gustoso massaggio al cioc-

colato regalato da Fabio, il titolare del cen-

tro benessere Semplici desideri3. Siccome il

premio era per due persone, sempre nello

spirito della complicità tra uomini e donne

di buona volontà, il vincitore ha promesso

di portare una delle presenti! E per i più cu-

riosi, il video della serata è sul sito della

nostra rivista: www.bergamoup.it. n

1 Vedi profilo a pagina 139.2 Via Tiraboschi 83 - Bergamo3 Via Borgo Palazzo, 85 - Bergamo Tel.: +39 035 236 195

PaRtnER:

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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event136

Il Berga-Maschio ideale è…

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...Lui!!

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Page 140: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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My name is Help:100 ‘Schiscette’ per l’Africa

EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

Un aperitivo informale per aiutare i bambini di

Watamu in Kenya. Questo lo scopo dell’evento

promosso dall’associazione My Name Is Help

- che sta costruendo un asilo per orfani pro-

prio in quella zona – e organizzato da ottobar-

radieci, galleria d’arte di via San Bernardino

lo scorso 11 dicembre.

100 ‘Schiscette’ per l’Africa è il tema scelto

per la serata: ottobarradieci e alcuni artisti

– tra cui Herman, Giacomo Buzzetti, Paolo

Boccardi, Paolo Baraldi, ecc. – offriranno a

testimonianza, una delle 100 “Schiscette” in-

terpretate secondo i loro canoni artistici. La

“Schiscetta” è il simbolo del cibo quotidiano

che, l’operazione “adotta un asilo”, si prefig-

ge di assicurare e garantire a tutti i bambini

dell’asilo di Watamu. n

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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event140

5 TerreUna vetrina in città

“Le Cinque Terre della Val Gandi-

no” sono state protagoniste saba-

to 19 dicembre di un importante

evento a Bergamo, nel Palazzo di

via Tasso sede della Provincia.

Grazie al coordinamento della Pro

Loco Gandino e alla collaborazio-

ne di amministrazioni, associazio-

ni e volontari dei cinque comuni

della Valle, è stata allestita una

vera e propria “vetrina” delle bel-

lezze artistiche e ambientali di

Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano

S.Andrea e Peia, con il corredo di

una degustazione di prodotti tipi-

ci particolarmente nutrita.

Il freddo intenso non ha scorag-

giato i visitatori, che per l’intero

pomeriggio hanno ammirato i

costumi della Rievocazione “In

Secula” (che si tiene negli anni

dispari a Gandino alla prima di

luglio) quelli del Gruppo Storico

degli Arcieri Valgandino e i contri-

buti video proposti su due distinte

postazioni, allestite sotto il porti-

cato del cortile principale insieme

a un piccolo Ufficio Turistico che

ha offerto materiale illustrato e

informazioni dettagliate. A dare

un tocco di colore anche le note

del “Baghèt”, la tipica cornamusa

bergmasca che a Casnigo ha la

sua patria, e della storica Mando-

linistica di Leffe.

La degustazione come detto ha

offerto prelibatezze a non finire

per i buongustai. Immancabili la

polenta, la formagella, il salame

nostrano e quello di cinghiale

prodotto a Peia, la “chesciöla” di

Casnigo servita con il latte fresco,

il pane delle Cinque Terre del for-

naio Imberti di Gandino e quello

“premiato” del panificio Zucca di

Casnigo. E ancora i biscotti “Mel-

gotto” di Gandino, quelli “delle

Cinque Terre” di Bedetti di Leffe,

e addirittura (nonostante il gelo)

i semifreddi e il gelato tanto cari

alla tradizione leffese. Tutto è an-

dato assolutamente “esaurito”.

L’apice della giornata di rappre-

sentanza si è raggiunto quando

nella tensostruttura allestita nel

cortile interno della Provincia si

è esibito Hevia con la sua gaita

tradizionale ed elettronica: un

momento di grande poesia che ha

entusiasmato il pubblico e offerto

alle Cinque Terre un ulteriore mo-

tivo di orgoglio e prestigio. n

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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event142

Everline CenterUn evento dedicato alla bellezza

Un evento dedicato alla bellez-

za e al fascino per un marchio

storico dell’estetica berga-

masca. Lo scorso 20 gennaio

Everline, brand impegnato da

oltre 30 anni nella produzio-

ne e nella commercializzazio-

ne di articoli per la cosmesi

professionale, ha intrattenuto

i propri numerosi ospiti pres-

so l’Everline Center di via

Camozzi 148 a Bergamo Tel.

035 215493, in occasione di

una serata scandita dal ritmo

di buona musica, consigli di

look e tendenze da parte di

make up artists e consulen-

ti di bellezza e dal delizioso

catering fornito da Loco Re-

staurant & Pizza via Don Lu-

igi Palazzolo 38 Bergamo,

Tel. 035 225855. n

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Page 145: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

RESTAURANT & PIZZA

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Page 146: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

event144

Quando la Fieradi Bergamo fa Arte.

Alcuni artisti snobbano le

fiere, asserendo che sono solo

per i galleristi.

A Bergamo, anche quest’anno,

la BAF, Bergamo Arte Fiera,

è stata qualcosa di più di un

semplice mercato d’Arte.

Infatti, Claudia Sartirani

- l’assessore comunale alla

cultura - ha ufficialmente par-

tecipato al taglio del nastro di

questo evento che ha permesso

un reale confronto artistico in

città, grazie ai numerosi artisti

presenti all’inaugurazione, tra

cui Bruno Di Bello, Maurizio

Bolognini e Francesco Lussana

(i cui pannelli accoglievano i

visitatori all’ingresso, facendo

da retropalco al concerto dei

Tool Silence).

Alla performance di Jorunn

Monrad: un immenso pannello

dipinto in tempo reale davanti

ai visitatori per tutta la durata

della fiera.

E alle preziose conferenze

organizzate, che hanno

permesso alla cittadinanza di

incontrare altri grandi artisti

quali Giorgio Laveri, famoso

per i suoi rossetti in ceramica

che troneggiavano in centro al

padiglione A insieme alla sua

nuova creazione: la caffettiera

formato maxi. n

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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Quando la Fieradi Bergamo fa Arte.

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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Page 150: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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Venerdì 29 gennaio: inaugurazione del nuovo

Vita Café di Verdello. Gigi Coppolino e Maria

Arrigoni, con Riccardo e Alessandra, hanno fe-

steggiato insieme ad amici e numerosi ospiti

l’apertura del loro locale caffetteria Vita Café

in via Fantoni, 5 a Verdello.

Vita Café l’inaugurazione

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Page 151: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

CARROZZERIA

Via Friuli, 19 (zona industriale)Cologno al Serio (BG)Tel. 035896493 - Cell. 320 8251096

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ARNOLDI CLAUDIO

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Page 152: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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Page 154: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

event152

Biokitchen

È nato BioKitchen contemporary location, il lo-

cale ecologico che punta tutto sul vivere bene,

in modo sano. Cibi genuini, non contaminati

da pesticidi o sostanze chimiche, i piatti ser-

viti da BioKitchen sono solo a base di prodotti

naturali, adatti agli appassionati della cucina

sana. L’alimentazione proposta da BioKitchen

non solo nutre meglio, ma costituisce un otti-

mo sistema per aumentare le difese immuni-

tarie del nostro organismo, preservandoci da

malattie e problemi di natura alimentare. Bio-

kitchen è anche consulente per le aziende che

decidono di investire sull’alimentazione dei

propri dipendenti, consigliandoli sui prodotti

da scegliere e utilizzare.

BioKitchen è a Vailate, nelle vicinanze di Trevi-

glio, in via Dante,2.

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Page 155: BergamoUp N° 5 febbraio 2010

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EVENTI:LA DoLCE VITA

BERGAMASCA

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event154

Apertura ore 06:30, chiusura

01:00, menù prezzo fisso ogni

giorno € 10,00. aperitivi a

tema con degustazione di vini

italiani, massicani, australiani,

cileni e argentini.

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BERGAMASCA

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RubRica a cuRa di alessandRo di Miceli dedicato a tutti i beRgaMaschi.invitate tutti i vostRi aMici di facebook

...:::FacE FRoM:::...

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Oroscopo

1 Laureato in scienze della comunicazione, e specializzando in editoria multimediale presso l’Università di Bergamo, Joseph Procino studia astrologia dal Prof. Umberto Pirotta di Milano, partecipando a vari seminari su come predire avvenimenti nella vita del singolo in relazione al transito dei pianeti. Per informazioni:“e-mail:[email protected]”.

di Joseph Procino1

I nati in acquario sono dotati di una disarmante diplomazia. Sono capaci di adattarsi alle diverse

situazioni, dove dimostrano grandi aperture di idee e progresso. Molti acquario hanno un’innata

disponibilità alle più audaci proiezioni verso il futuro e sembrano interessati a qualsiasi tecnica

innovativa. Infatti, il segno dell’acquario è collegato alla tecnologia e alla veloce evoluzione tec-

nologica di cui siamo stati vittime in questi ultimi anni. In genere l’acquario è molto altruista,

e questa disposizione verso gli altri si manifesta attraverso il suo amore per la libertà, causa

dell’insofferenza ad impegni sentimentali stabili e duraturi. In certi casi può apparire inaffidabile,

perché non si fa scrupolo nello scaricare responsabilità e nel mostrarsi decisamente individuali-

sta. Paradossalmente l’Acquario è anche il segno della fratellanza universale, contro ogni limite,

ogni frontiera. E’ il segno che rappresenta la massima espressione dell’amicizia, della solidarietà

e dell’unione. Il carattere dei nativi dell’acquario è legato all’originalità, che spesso li mostra ec-

centrici, ma dotati di una spiccata intelligenza e intuito e di una socievolezza sfrontata, strumento

d’eccellenza per ottenere la leadership in tutti quei campi della comunicazione, intrattenimento e

sport che richiedono intuito, praticità, velocità e un pizzico di anticonformismo.

Segno Zodiacale del mese:Acquario

Il Sole transita nel segno dal 21 Gennaio al 18 Febbraio.

Scheda tecnicaESPRESSIoNE TIPICA: AMIAMoCI E VIVIAMo!

SIMBoLo: SIMBoLo EGIZIo DELL’ACQUA RIPETUTo DUE VoLTE (NILo SUPERIoRE, NILo INFERIoRE)

METALLI:PIoMBo

CoLoRE: AZZURRo, NERo, VERDE ACQUA

FIoRE: oRCHIDEA, oRTENSIA, AZALEA

PIETRA: AMETISTA, AMBRA, ZIRCoNE

Nati Sotto Questo Segno1-Jennifer Aniston 11/02/1969

2-John Travolta 18/02/1954

3-Toto’ 15/02/1898

4-Paris Hilton 17/02/1981

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ARIETEnati tra il21 marzo e il 20aprile

aMoRE: Il 2010 vi offrirà tante opportunità di cam-biare voi stessi, la vostra vita e anche il vostro amo-re. State già maturando idee diverse e prendendo direzioni insolite. Febbra-io porterà momenti di riflessione e freddezza nella coppia. Per i single un fermo generale. Sare-te più volti alla riflessione che all’azione! SoLdi E LavoRo: Molte uscite e poche entrate! Attenzione alla linea del vostro portafoglio. In Febbraio con un Mer-curio dissonante sarete malamente sorpresi da una spesa che non vi aspettavate. ottime inve-ce le chance di ottenere gratificazioni sul lavoro ed attenzioni per il vostro brillante operato.

TOROnati tra il 21 aprile e il 20 maggio

aMoRE: Marte non vi danneggia più e sarete finalmente spinti da de-sideri nuovi, alla ricerca di un nuovo amore e di nuove avventure che si presenteranno proprio da metà mese. In molti di voi aleggiano l’indecisione e le incertezze sul vostro avvenire, venute a galla nei mesi scorsi. Cogliete l’occasione in Febbraio di fare chiarezza su questio-ni personali e di capire una volta per tutte quale direzione prendere. Tante in questo mese saranno le decisioni da prendere.SoLdi E LavoRo: Lavoro stabile con momenti di malumore portati da una Venere in quadratura. Buona la situazione eco-nomica che va in ripresa, ma che comunque non va trascurata. Chi ha fatto un investimento l’anno passato ne sentirà pro-prio ora il fardello.

GEMELLInati tra il 21 maggio e il 21 giugno

aMoRE: ottimo Febbraio per Voi Gemelli! I pianeti vi daranno quella matu-rità necessaria per chia-rire malintesi, situazioni poco chiare e consacrare relazioni nate nell’anno passato. Per i single tanti flirt, possibilità di co-noscere persone nuove, espandere la cerchia di amicizie e soprattutto di iniziare una storia d’amo-re che si consoliderà du-rante tutto il 2010. SoLdi E LavoRo: La-voro, lavoro e sempre lavoro! Un febbraio che non vi risparmierà e che vi costringerà a rimboc-carvi ancora una volta le maniche per far fronte a miriadi di impegni pro-fessionali. Ma state se-reni! I pianeti vi daranno una sferzata di energia e appoggio in più! ottime le giornate del 12-13. In arrivo, verso la fine del mese, comunicazioni che aspettavate da tempo.

CANCROnati tra il22 giugno e il22 luglio

aMoRE: Marte sta per ritornare in Cancro. Molti di voi avranno dunque la forza e la grinta giusta per chiudere situazioni d’amore non soddisfa-centi. Per i single ritorni di fiamma in vista. In ar-rivo per Voi un Marzo fo-riero di successi affettivi e professionali.SoLdi E LavoRo: Ancora debole la situazione pro-fessionale ed economica. Buone nuove previste per tutto Marzo. Febbraio non soddisfacente dal punto di vista soldi. Un fermo generale ci sarà per tutto il mese corrente.

LEONEnati tra il 23luglio e il 22agosto

aMoRE: Marte, Dio della ribellione, Vi abbando-na dalla fine di Febbraio per ritrovarvi dopo pochi mesi con una carica di-versa. Se molti di voi non sono ancora riusciti a dare un taglio a situazio-ni d’amore superate, sta-te in guardia perché nei prossimi mesi la scelta sarà d’obbligo. I single si divertiranno in Febbraio, ma nessun amore travol-gente all’orizzonte.SoLdi E LavoRo: Non male le finanze. Final-mente un ripristino dell’equilibrio perso sul fronte professione. At-tenzione alle scaramucce tra colleghi e ai dissapori con datori di lavoro. Il forte stellium di pianeti nel vostro settimo set-tore predice squilibri e difficoltà nell’approccio diplomatico.

BILANCIAnati tra il 23settembre e il23 ottobre

aMoRE: Bene il mese di Febbraio per le Bilan-cine che stanno a fatica trovandosi e cercando un equilibrio. I single godranno del meraviglio-so trigono di Venere che porterà incontri passio-nali e fugaci. ottime le possibilità di dedicare più tempo a se stessi in centri termali. Mercurio dissonante in Capricorno vi porterà momenti di li-tigio con partner o amici cari. Siate più accondi-scendenti! SoLdi E LavoRo: Buo-ne le opportunità di lavo-ro, soprattutto in campo artistico. Riceverete pro-poste interessanti per in-traprendere un percorso del tutto nuovo. Buoni i progetti che richiedono spostamenti. ottime invece le finanze, ma re-golatevi nei piccoli inve-stimenti!

SCORPIONEnati tra il 24ottobre e il 21 novembre

aMoRE: Un Giove che inizia proprio a farsi sen-tire dai primi del mese. Vi aspetta un Marzo di grandissimi cambiamen-ti. ora, siate pazienti e attendete! In Febbraio non v’è nulla di nuo-vo all’orizzonte se non quell’aria fresca e quella luce disarmante che vi porterete dietro per mol-to tempo.SoLdi E LavoRo: Giove in trigono al Vostro segno favorirà qualsiasi inizia-tiva. Febbraio è soltanto un mese anticamera di un fortunatissimo e im-prevedibile Marzo, ma attenzione a spese non calcolate dopo il 12 Feb-braio.

SAGITTARIOnati tra il 22novembre e il 21 dicembre

aMoRE: ottimo il trigono di Marte in Leone che vi garantisce forza d’animo in particolare per i nativi della prima decade (ulti-ma di Luglio). Buone le possibilità di incontri e flirt dal 12 Febbraio. Per molti possibilità di incon-tri passionali con persone più giovani. Siate in atte-sa di un Marzo pazzerello che vi sorprenderà con un nuovo amore ed una bellissima conoscenza.SoLdi E LavoRo: Buone le chance di natura lavo-rativa in Febbraio. Molti prenderanno contatti per progetti che troveranno realizzazione a partire da mese prossimo. Dal 12 riceverete quelle tanto attese comunicazioni, an-che di natura legale, che scioglieranno matasse non piacevoli create in passato.

PESCInati tra il 20febbraio e il 20 marzo

aMoRE: Giove è final-mente nel vostro segno. Un 2010 scoppiettante, ma un Febbraio poco sor-prendente. Solo energeti-camente avvertirete una freschezza diversa a cui non eravate più abitua-ti. Attendete con calma Marzo. Per molti segni, ma in particolare per Voi, sarà un mese che non vi dimenticherete!SoLdi E LavoRo: Ancora un periodo di attese e di incertezze sul fronte lavo-ro. Mercurio in Capricor-no vi garantirà l’intelletto per risolvere piccoli pro-blemi che scaturiranno da incomprensioni con colleghi o datori di lavo-ro. Buona la gestione del-le finanze.

ACQUARIOnati tra il 21gennaio e il 19febbraio

aMoRE: Un Febbraio bel-lissimo per i nati in Ac-quario che oltre a riceve-re un trigono di Saturno che concretizzerà situa-zioni affettive importanti, si ritroveranno protetti da un benefico Venere, pianeta dell’amore e de-gli incontri passionali. I single dunque, avranno possibilità di incontrare una persona con la qua-le stringere un’amicizia particolare. Non sarà la persona per voi defini-tiva, ma l’inizio di una stabilità interiore che vi accompagnerà per tutto l’anno. SoLdi E LavoRo: otti-mo il lavoro. Possibilità di firmare contratti lavo-rativi imminente. Buone le finanze che troveranno maggior elasticità nel mese prossimo. Attenzio-ne a non spendere troppo per la cura del sé. Venere congiunto al Sole decreta un narcisismo sopra le righe.

CAPRICORNOnati tra il 22dicembre e il 20 gennaio

aMoRE: Reduci da un Gennaio brillante, vi aspetta un Febbraio di weekend romantici e momenti di relax con il vostro partner. Per i single ottime occasioni per vivere la mondanità e per molti la possibilità di incontrare persone del passato.SoLdi E LavoRo: Se Gennaio è partito caoti-camente, Febbraio vi ga-rantirà l’equilibrio giusto. Per chi è in proprio, è alle porte la stretta di mano finale per concludere un affare importante. otti-mo il denaro. Entrate im-previste ci saranno dalla metà del mese.

VERGINEnati tra il 23agosto e il 22settembre

aMoRE: Per chi è in cop-pia Febbraio appare un mese dorato e, sebbene molti di voi vivano nella chimera della perfezione, si avvertirà forte il desi-derio di dare un senso diverso alla propria vita. Progetterete un figlio, un matrimonio, un acquisto come nido d’amore e ahimè tanti chiuderanno storie d’amore importan-ti, ma non più vibranti. Febbraio maturerà una voglia di cambiamento che troverà concretez-za soltanto a partire da Marzo.SoLdi E LavoRo: Per tut-to Febbraio la situazione appare stabile. Dalla fine del mese però i pianeti vi regaleranno l’intuizione giusta per intraprendere un percorso lavorativo differente. E’ certamente alle porte una scelta che modificherà anche il set-tore lavoro

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M E N S I L E D I E C O N O M I A , C O S T U M E E S O C I E T À - A N N O 2 - N ° 5 - F E B B R A I O 2 0 1 0

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STORIA DI COPERTINA:

Caffè del VialeViale LocatelliLA CITTA’:

Dalmine

BENESSERE, COLORI & CALORE:

Elio FiorucciLove Therapy

APPUNTAMENTI CON L’ARTE:

106° Stagione Concertistica della Società del Quartetto

Teatro Donizetti5 biglietti omaggio per i nostri lettori.

EVENTI, CHI C’ERA:

NAG 2 Contemporary;Solidarietà Rotary International al Bobadilla;Sport Awards: Bergamo premia gli atleti;Medicallife: qualità, eleganza e convivialità;Il Berga-Maschio ideale;My name is Help onlus 100 “schiscette” per l’Africa;5 Terre;Everline Center;BAF;Vita Cafe Verdello;Biokitchen;Waikiki Cafè

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