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2014

Bilancio sociale 2014 Cooperativa ITER

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Gli ospiti, le loro famiglie, i collaboratori dipendenti e volontari, il consiglio di amministrazione sono i soggetti protagonisti di questo documento avendo tutti contribuito a costruire il significato delle informazioni che vi sono contenute, rendendole vive e reali con la prudenza e la diligenza che contraddistingue l’agire della cooperativa sociale Iter.

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A N N O 2 0 1 3 2014

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Via Lungo Leno Destro, 2738068 Rovereto (TN)www.cooperativa-iter.it

DIREZIONETel. 0464.401610

AMMINISTRAZIONETel. 0464.401611Fax [email protected]

LABORATORIOTel. 0464.436666Fax [email protected]

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Il fluire degli eventi disegna il tempo, la memoria, lascia delle tracce...

Leggere e descrivere le rappresentazioni maturate nell’immaginario delle persone che han-no dedicato alla cooperativa sociale Iter il loro impegno, il loro tempo, le loro emozioni sono il fine del Bilancio Sociale. La cooperativa vuole innovare la propria immagine, non solo riscrivendo i propri lineamenti organizzativi e le trasformazioni operative, ma anche attraverso una riflessione sugli accadi-menti che hanno determinato una nuova narrazione densa di storia e novità.

Il Bilancio Sociale è un documento pubblico, rivolto alle persone interessate ad approfondire, a rivivere, a rigenerare, le questioni rilevanti per l’attività della cooperativa, è uno strumento in-formativo necessario per praticare un’azione comunicativa trasparente, orientata a focalizzare l’attenzione sul perseguimento degli obiettivi sociali, sulle circostanze che hanno determinato il dispiegarsi delle attività, messe in campo dall’organizzazione nel suo complesso, sui dati econo-mici realizzati in coerenza con i valori e la cultura della Cooperativa Iter.

BILANCIO SOCIALE: UN ITER LUNGO UN ANNO

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L’ orizzonte temporale che il bilancio sociale coglie è l’anno solare precedente a quello di reda-zione del documento, quindi il 2014. Un periodo intenzionalmente limitato per consentire un’analisi il più aderente possibile alla realtà e per proiettare nel futuro la necessità di continuare il processo di confronto fra le attese, gli intenti, gli obiettivi, i traguardi che le persone che abitano la cooperativa si sono poste e che il mondo in cui è immersa la cooperativa ha desiderio di conoscere.

Gli ospiti, le loro famiglie, i collaboratori dipendenti e volontari, il consiglio di amministra-zione sono i soggetti protagonisti di questo documento avendo tutti contribuito a costruire il significato delle informazioni che vi sono contenute, rendendole vive e reali con la prudenza e la diligenza che contraddistingue l’agire della cooperativa sociale Iter.

Con lo sguardo rivolto a chi affianca la cooperativa, all’altro, a chi incalza le dinamiche verso le direzioni che la contemporaneità impone, non si possono dimenticare gli attori del sistema delle politiche sociali, i servizi territoriali socio-sanitari, cui si aggiungono le diverse com-ponenti della Comunità della Vallagarina e di Rovereto, le Istituzioni pubbliche e private, la Comunità Ecclesiale, altre realtà del territorio.

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Il bilancio sociale è redatto secondo le linee guida emanate dall’Agenzia delle Onlus.

Questo riferimento metodologico è rilevante perché consente di riferirsi alle esperienze più avanzate di rendicontazione sociale avviate in Italia negli ultimi anni. La struttura del docu-mento è ispirata nella sostanza al modello presentato dall’agenzia integrato da alcune persona-lizzazioni che consentono di richiamare le specificità della cooperativa.Secondo l’Agenzia il bilancio sociale svolge principalmente la funzione di rendere conto ai pro-pri stakeholder (chi ha un interesse nei confronti della cooperativa) del grado di perseguimen-to della missione e, in una prospettiva più generale, delle responsabilità, degli impegni assunti, dei comportamenti e soprattutto dei risultati prodotti nel tempo; costituisce un documento informativo importante che permette ai terzi di acquisire elementi utili ai fini della valutazione delle strategie, degli impegni e dei risultati generati dall’organizzazione nel tempo; favorisce lo sviluppo, all’interno dell’ organizzazione, di processi di rendicontazione, di valutazione e con-trollo dei risultati, che possono contribuire ad una gestione più efficace e coerente con i valori e la missione.In questa prospettiva metodologica la cooperativa Iter intende richiamare l’attenzione del let-tore sulle informazioni rilevanti affinché, ciascuno secondo il proprio interesse, possa in modo esaustivo assolvere al bisogno di conoscenza e approfondimento.

NOTA METODOLOGICA

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La cooperativa nasce nell’ottobre del 1981 e si occupa di persone disabili.

Il centro occupazionale è l’esito di uno sforzo intrapreso dai coniugi Laezza, supportato dalle istituzioni e dalle persone che hanno creduto in quest’avventura. La disabilità, una sfida culturale, prima che un insieme di prassi e pratiche codificate, questa convinzione accompagnò i primi anni di attività della cooperativa. L’idea originaria è descritta nella denominazione Iter, che richiama l’idea di percorso, di esplo-razione dei limiti e delle possibilità; la disabilità interpretata secondo una nuova visione della marginalità, dove il confine e le barriere diventano permeabili al mondo delle cosiddette nor-malità. Una capacità immaginaria coinvolgente e sfidante per il tessuto imprenditoriale e la comunità che ha avvertito il pensiero originale, riconoscendone l’intenzionalità, volenterosa e innovativa, di una compagnia di persone disabili, inesperte, volontarie, affiancate da alcuni professionisti.

LA STORIA E’ UN ITER CUI NESSUNO PUO’ SOTTRARSI...

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Oggi, guardando al passato e scrutando il futuro, la cooperativa si muove sullo stesso sentiero, il lavoro come mezzo per integrare e includere persone disabili in processi di emancipazione a supporto del loro percorso di vita.L’attività prevalente è la lavorazione conto terzi alla quale si sono aggiunte nel corso del tempo alcune produzioni proprie: scatole, album portafoto e libri rilegati artigianalmente.In questi trent’ anni la cooperativa non si è mai fermata, intraprendendo un percorso di crescita focalizzato sulla qualità dei servizi offerti, sia in termini di risposta ai bisogni degli utenti che soddisfazione dei clienti for profit, generando relazioni fiduciarie. Quest’ultime hanno originato una crescita dimensionale della cooperativa con riferimento alle persone accolte passate dalle 7 iniziali alle 38 attuali, ed alla struttura, inizialmente di 300mq e attualmente di 1500mq.

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Ogni persona con disabilità ha il diritto di vivere liberamente e degnamente la propria vita.

VISION

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Realizzare servizi e progetti sociali, per e con, le persone con disabilità e le loro famiglie.

La cooperativa Iter per perseguire la mission intende:

> Creare e gestire servizi educativi, formativi, lavorativi, orientati a fornire risposte ai bisogni delle persone con disabilità intellettiva e relazionale, e servizi di supporto alle loro famiglie.

> Mantenere attivo il controllo della qualità dei servizi/attività, attraverso un pensiero cultu-rale e pedagogico in grado di coniugare competenze professionali, intenzionalità etica alla cura dell’altro, capacità d’innovazione progettuale.

> Garantire coerenza e trasparenza dei processi organizzativi, definendo con chiarezza i livelli decisionali, le responsabilità tecniche, l’utilizzo delle risorse, i piani per il miglioramento della qualità, gli strumenti e i criteri per la gestione delle risorse umane, i criteri per la verifica del raggiungimento dei risultati/obiettivi.

> Dare vita e sostegno a progetti di ricerca e di studio per migliorare la qualità dei servizi offer-ti, sperimentare nuove esperienze educative e confrontarsi con altre, alimentare la motivazione professionale, consolidare l’appartenenza alla Cooperativa Iter.

MISSION

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Nel 2006 l’O.N.U. ha approvato la convenzione sui diritti delle persone con disabilità.

Questa ha lo scopo di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità. La cooperativa Iter intende fare suo il dettato della convenzione ed in particolare dei seguenti principi:

> Agire affinché la cultura della tutela e della promozione dei diritti umani sia diffusa all’interno della comunità e dei servizi sociali.> Promuovere la cultura della presa in carico della persona e della sua famiglia.> Assumere la responsabilità di una progettualità esistenziale che accompagni e prefiguri benesse re, bisogni, autorealizzazione.> Inclusione Sociale> Agire affinché si attivino processi di autodeterminazione e autorealizzazione della persona con disabilità nella comunità, in alleanza con tutte le realtà culturali e politiche impegnate su questo versante.

ITER: VALORI E PRINCIPI

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La Cooperativa Iter è una cooperativa sociale di tipo A secondo il dettato della legge 381 del 1991.

L’ assemblea dei soci e il Consiglio di Amministrazione (C.d.A.), composto da sette membri che a titolo volontario prestano al loro opera, sono gli organi istituzionali a cui è delegata la gestione ordinaria e straordinaria della cooperativa.

Il consiglio eletto nell’assemblea del maggio 2011 è formato da:

Il Presidente: Mauro Piccoli

Il Vice Presidente: Fabio Marega

I Consiglieri: Mariarosa Passamani, Sergio Corradini, Francesco Damico, Renato Setti, Renzo Braus

Nel 2014, il C.d.A. è stato convocato 11 volte. La cooperativa volontariamente si affida alla Fe-derazione Trentina della Cooperazione per la revisione.

LA COOPERATIVA: UN ITER ISTITUZIONALE

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Iter è una piccola cooperativa e la sua organizzazione riflette le peculiarità di questa realtà:

la prossimità dei luoghi di decisione ai bisogni, attraverso una chiara attribuzione dei ruoli ed un’immediata accessibilità a tutti i livelli dell’organizzazione da parte di tutti i soggetti.

Il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione hanno in capo la responsabilità della gestione della cooperativa. Il Presidente è la figura a cui è delegata la rappresentanza esterna della coo-perativa e il compito di coordinare il lavoro del C.d.A, inoltre, il Presidente accoglie i soci ed i famigliari una volta in settimana per ascoltare e riflettere sulle questioni poste.

Altra figura a cui è delegata la funzione di gestione generale è il direttore, al quale spetta il compito di pianificare, programmare, organizzare, valutare e controllare l’attività dell’intera co-operativa in coerenza con gli impegni assunti dal C.d.A. ed in concerto con i collaboratori, gli educatori, i volontari e gli altri protagonisti della vita della cooperativa.

ITER: RESPONSABILITA’ E DECISIONI

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Iter ha un gruppo di lavoro costituito da 13 persone: personale amministrativo ed educatori, a cui si aggiunge la collaborazione professionale di una psicologa. L’ impegno di tutti è teso a ga-rantire un livello di qualità dei servizi offerti misurabile attraverso la soddisfazione degli utenti e delle loro famiglie. Le persone sono assunte a tempo indeterminato e sono tutte impegnate nell’attività rivolta agli utenti, tranne una funzione di tipo amministrativo svolta dal direttore e da un’ impiegata.

Con riferimento all’ ambiente di lavoro vi è da segnalare che nel 2014 non vi sono stati infortu-ni, il tasso di assenteismo e pari al 5%, non vi sono state vertenze di nessun genere.Una delle principali priorità del 2014 è stata la formazione dei lavoratori. La cooperativa ha incrementato in maniera rilevante le ore di formazione rivolte al personale, in particolare in merito alla sicurezza sul luogo di lavoro.

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La cooperativa agisce secondo strategie e piani d’azione che debbono poter essere verificati.

Affinchè questo processo di pensiero e azione siano coerenti sono fissati obiettivi che rendono disponibile un metodo di tracciabilità delle buone prassi oppure delle modifiche necessarie. Ogni obiettivo è classificato come interno, quindi riguardante aspetti educativi, organizzativi, gestione dei servizi, politiche del personale, o esterno, relativo alle relazioni con i portatori di interessi esterni alla cooperativa (familiari, istituzioni, collettività, ecc.).

ITER: UN PERCORSO TRACCIATO DA OBIETTIVI RAGGIUNTI E FUTURI

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Obiettivi esterni perseguiti e raggiunti nel corso del 2014

Gestione vetrina in via Garibaldi

Promozione del sito internet e brochour informativa dei servizi

Analisi della nuova normativa e ridefinizione delle linee strategiche

Valutazione degli interessi e delle attitudini dei volontari per un maggior coinvolgimento nella programmazione dei servizi

Attivazione di politiche di marketing e di fund raising (ricerca fondi)

Obiettivi interni perseguiti e raggiunti nel corso del 2014

Formazione del personale

Sperimentazione di nuove progettualità

Approvazione di documenti programmatici

Riorganizzazione di servizi interni (Centro socio occupazionale e laboratori occupazionali educativi e percorsi per l’acquisizione dei prerequisiti lavorativi)

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Obiettivi futuri a medio/lungo termine (oltre l’anno)

Ampliamento dell’unità di offerta

Coinvolgimento dei familiari delle persone prese in carico dalla cooperativa affinché possano partecipare in qualità di “parente aderente”.

Percorsi formativi interni al fine di migliorare la qualità della relazione edu-cativa.

Rimodulazione dei servizi alla luce dei bisogni degli ospiti.

Ricerca sull’efficacia del modello di servizio.

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La Cooperativa Iter opera in Provincia di Trento

La sede è situata a Rovereto in Via Lungo Leno dx, 27

La situazione territoriale è contraddistinta da una rete politico-istituzionale-imprenditoriale molto sviluppata. Nel corso degli ultimi anni sono intervenute alcune riforme di carattere legi-slativo che hanno segnato profondamente il profilo dei servizi alla persona del Trentino. La legge provinciale n.13 del 2007, passando per la riforma istituzionale che ha istituito le co-munità di valle, sta arrivando a compimento. La cooperativa Iter ha presidiato il processo di riforma partecipando ai tavoli di lavoro territo-riali promossi dal Comune di Rovereto, dal tavolo per il Piano sociale, dal Consolida – consor-zio provinciale delle cooperative, Federazione Trentina della Cooperazione.

IL CONTESTO TERRITORIALE

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Nel tempo maturano le attese ed esigenze delle persone nei confronti della cooperativa.

Il mutamento influenza anche la relazione fra le stesse persone.

Gli utenti, le famiglie, i lavoratori, i volontari hanno biografie, rappresentazioni della realtà, che non sempre coincidono, e la mediazione fra questi interessi è la vera ricchezza di un ambiente cooperativo. Le diversità sostengono un processo d’integrazione e inclusione dei bisogni di tutti i soggetti che altrimenti sarebbero potenzialmente in conflitto e non allineati con la cultura propulsiva della cooperativa.

MAPPA E COINVOLGIMENTO DEI PORTATORI DI INTERESSI (STAKEHOLDERS) NELLA GESTIONE

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In questa prospettiva si tiene conto che:

> Per gli utenti è importante la realizzazione della migliore qualità di vita possibile, una presa in carico globale, la realizzazione del progetto Individualizzato e di percorsi educativi fondati sui diritti, sui bisogni e sull’autodeterminazione, l’ inclusione sociale.

> Per le famiglie sono argomenti prioritari l’ascolto dei bisogni, l’accompagnamento e la con-divisione del progetto di vita, sollievo dagli impegni assistenziali, partecipazione e informazio-ne sulla gestione, Dopo di Noi, supporto all’assolvimento di pratiche burocratiche inerenti gli ospiti.

> Per i lavoratori sono centrali i temi legati alla realizzazione professionale, alla retribuzione, valorizzazione, formazione, appartenenza. Infine i volontari sono attenti alla crescita personale, alla valorizzazione del loro contributo, a portare avanti un’ esperienza umana ricca.

FAMIGLIE

VOLONTARI

DIPENDENTI, SOCI,COLLABORATORI

COMUNE DI R O V E R E T O

C O M U N I T à VA L L AG A R I N A

COOP.SOCIALE

ITER

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> Per il mondo esterno all’Iter e cioè cooperazione sociale, A.p.s.s. (azienda sanitaria), co-muni, Comunità di valle, altre istituzioni, territorio, è prioritaria una partecipazione attenta ad aderire in modo critico ai processi, di governo e partnership, del sistema dei servizi. In sostanza farsi carico della delega alla realizzazione di risposte adeguate ai cittadini con di-sabilità e alle loro famiglie, il coinvolgimento/informazione circa la situazione dell’utente, la possibilità di risposte diverse secondo i bisogni della persona.

Il coinvolgimento degli stakeholders avviene attraverso processi di ascolto che pervengano a una lettura dei bisogni e delle aspettative che troverà una possibilità di concretezza nella progettazione delle attività. Inoltre si attivano percorsi di condivisione delle rispettive vi-sioni della realtà con gruppi con diverse finalità: informazione, condivisione, discussione, invito a eventi, feste, ecc.. In particolare, equipe settimanali con i lavoratori con il fine di informare, formare e aggiornare, con i volontari si tengono incontri periodici e sono coin-volti negli eventi, con i familiari momenti dedicati, con i servizi incontri periodici.

PA R R O C C H I A DI S. CATERINA

CLIENTI E F O R N I TO R I

A Z I E N D A S A N I TA R I A

P R O V I N C I A AUTONOMA

DI TRENTO

C O N S O L I D A F E D E R A Z I O N E TRENTINA DELLA C O O P E R A Z I O N E

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ITER: DALL’IDEALE AL FARE

La Cooperativa ITER ha creduto fortemente nella valenza terapeutica e riabilitativa del lavoro,

accumulando nei suoi trent’anni di storia, esperienze, modelli e progettualità, oggi declinati in un’ offerta di servizi che li valorizza.

Un’ esperienza che implica la dimensione umana, che obbliga a tener conto della complessità della persona, interpretandone i bisogni, le aspettative, i desideri, le possibilità. Un’ esperienza umana, non meccanicamente rivolta alla soluzione di qualche deficit, a fondamento di una me-todologia che consideri la presa in carico globale dell’utente, il primo dovere della cooperativa. Nella convinzione che il potenziamento dell’individuo debba cominciare dalla creazione delle condizioni inderogabili affinchè l’espressione dell’umanità sia possibile e riconosciuta.

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L’iter è un’ officina dove lavorano, si incontrano, maturano, socializzano, si forma-no, uomini e donne, di diverse età, diversa provenienza, con individualità diverse ed eterogenee sotto molti profili, uniti da un unico denominatore: la voglia e la ne-cessità di partecipare ad un percorso che inizia oggi per continuare nel domani con il fine di sostenere la persona e la sua famiglia verso una miglior qualità della vita.

In questa prospettiva la relazione con il territorio è ineludibile e prioritaria. Il collegamento, l’intreccio e la collaborazione con i diversi attori del tessuto so-cio economico della Vallagarina è da sempre un punto di forza della cooperativa e conta oggi una vasta gamma di opportunità di confronto con queste realtà che supportano nella dimensione di fornitore, cliente, simpatizzante, e sotto altre forme l’attività quotidiana.

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ITER: LE PERSONE COME PATRIMONIO

La volontà di mettere al centro dell’agire quotidiano la persona rende ineludibile il riconoscimento dei tratti che disegnano il profilo di ciascuno degli attori che abitano la cooperativa.

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GLI UTENTI

Le persone che fruiscono dei servizi della cooperativa sono definite in gergo tecnico utenti, per sottolineare che esse non acquistano un servizio, ma piuttosto lo utilizzano.

Nel caso della cooperativa la fruizione è la forma concreta della relazione fiduciaria fra un grup-po di lavoro e la persona portatrice di un bisogno. Il bisogno è l’ elemento fondante della relazione d’ aiuto ed è incontrato attraverso, la quotidia-na e periodica, manutenzione del suo stato. Questo spazio d’ incontro coinvolge tutte le parti protagoniste nel progetto di vita della persona-utente: la famiglia, l’equipe della cooperativa, il servizio sociale, altri servizi che collaborano.

Il presente paragrafo riporta i principali dati sull’utenza della cooperativa Iter al 31/12/2011. Gli ospiti considerati sono quelli che, alla data considerata, fruivano dei servizi, in particolare si tratta di 39 persone. Le tabelle che seguono descrivono alcuni tratti caratteristici dell’utenza in carico alla cooperativa.

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Per quanto riguarda il genere la tabella, evidenzia come vi sia una prevalenza della componente maschile. Questo dato è connesso, da un lato, al fatto che la cooperativa inizialmente era aperta esclusivamente ad utenza maschile, e dall’altro, ad una preponderanza di richieste d’ammissio-ne di genere maschile.

MASCHI FEMMINE31 8

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Un dato che contribuisce in modo decisivo a orientare la dimensione operativa del servizio è l’ età degli utenti. Per la cooperativa questa dimensione rappresenta una criticità di cui si è tenuto conto, ma che nel prossimo futuro giocherà un ruolo ancor più impattante. Questo, sia considerando il mutare e l’aumento dei bisogni connessi all’invecchiamento delle persone, che per quanto riguarda le modificazioni del sistema di offerta dei servizi alla persona disabile.

FASCIA D’ETà NUMEROmeno di 20 1da 20 a 30 4da 31 a 40 5da 41 a 50 13da 51 a 60 13maggiore di 60 3

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Altro dato facilmente rilevabile è atttinente alla provenienza degli utenti, riconducibile in pre-valenza alla Vallagarina ed al comune di Rovereto, ma vi sono anche residenti in altri contesti. E’ interessante valutare quanto emerge anche in relazione con la riforma istituzionale in atto, con la nascita della Comunità di Valle, ed il passaggio della competenza in materia di politiche sociali dalla Provincia alla Comunità.Sotto questo profilo si evidenzia che i principali interlocutori sono gli enti pubblici locali, ma non solo. La complessità delle relazioni istituzionali con l’aumento degli interlocutori inevita-bilmente incrementa.

RESIDENZA NUMERORovereto 19Vallagarina 16Trento 2Alta Valsugana 1

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La complessità dei bisogni di ciascun utente è certamente in relazione con il genere e l’ età, ma ancor più strettamente connessa con la tipologia di disabilità di cui ognuno è portatore. Questa complessità è riconducibile alle seguenti patologie:

> Disabilità intellettiva> Disabilità intellettiva e handicap sensoriale > Disabilità intellettiva e handicap fisico > Disabilità intellettiva e plurihandicap associati> Disabilità intellettiva e importanti problematiche sanitarie associate di tipo cronico > Disabilità intellettiva e psicopatologia associata> Disabilità intellettiva, pluri handicap e psicopatologia

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La questione dei bisogni è intrecciata con la connessione tra età, genere e disabilità. Questa considerazione pone con forza il tema del decadimento psico-fisico. Per affrontarlo l’equipe di lavoro ha innescato un processo di analisi continua con lo scopo di riconsiderare in modo approfondito i bisogni individuali degli utenti. Un processo dinamico nel tempo, che interseca la dimensione del bisogno con la dimensione organizzativa. Il risultato più evidente di quest’o-perazione è l’aver ridisegnato, in base ai desideri, all’attitudine e ai reali bisogni di ogni utente, una nuova organizzazione giornaliera.

Sotto questo profilo l’utenza presente in cooperativa ha mostrato segni di cedimento, eviden-ziando maggiori difficoltà attentive e di concentrazione. Molti hanno mostrato sempre mag-giori difficoltà a mantenere i ritmi imposti dall’attività del laboratorio occupazionale-lavorativo per questo sono stati attivati, spazi e attività, adeguate alle reali capacità delle persone presenti.

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LA PSICOLOGA

Nel tempo la figura dello psicologo all’interno della cooperativa ha sempre avuto un ruolo importante nell’affiancamento, dell’equipe di lavoro e della direzione, nell’interpretazione del quotidiano e nel supporto alle famiglie ed agli utenti. Nel 2011 è entrata a pieno regime la colla-borazione con la dott.ssa Cristiana Toniatti, consulente, alla quale sono stati affidati i seguenti compiti:

> Coordinare la riunione settimanale d’èquipe> Colloqui con gli utenti o gruppi di utenti> Colloqui con i familiari> Incontri di verifica con il Servizio Sociale> Valutazione e predisposizione eventuali nuovi inserimenti con Il Servizio Sociale e la Direzione> Incontri con Servizio Sanitario (Neuropsichiatria, Psichiatria, medici di base) > Incontri e collegamento con altri professionisti che si occupano degli utenti al di fuori della cooperativa> Osservazione e verifica dei percorsi di tirocinio e stage> Raccordo con altre Cooperative Sociali dove sono inseriti in forma residenziale una parte degli utenti> Raccolta del questionario sul tema del “Dopo di Noi” per conto del comune di Rovereto e della Comunità della Vallagarina.

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Nel corso del 2014 e l’inizio dell’anno 2015, la psicologa ha strutturato e creato, nel caso non fossero presenti, rapporti col Servizio Sociale e la famiglia.

In particolare nel primo periodo ha incontrato le famiglie al fine di creare un maggiore lega-me, conoscere ulteriori aspetti della storia dell’ utente, raccogliere richieste e considerazioni. Questo approccio ha consentito all’ equipe di rileggere con attenzione i bisogni degli utenti. Con l’ equipe degli educatori ha lavorato per ridefinire relazioni interne, ruolo e funzione, senso dell’appartenenza. Nel 2014 la psicologa con il Servizio Sociale, oltre ad effettuare le verifiche istituzionali sui percorsi individualizzati, ha posto le basi e facilitato un raccordo tra Scuola, famiglia e Servi-zio Sociale nelle situazioni di studenti diversamente abili in stage per eventuali e futuri inse-rimenti. Inoltre ha lavorato per mantenere e/o creare nuove relazioni con i servizi al fine di evitare repentini cambiamenti supportando e accompagnando i familiari nel percorso ‘dopo di noi’.

Durante il 2014 sono stati attivati differenti laboratori educativi e al contempo produttivi, per rispondere al meglio ai cambiamenti e/o decadimento psico-fisico dove gli utenti si sono spe-rimentati in piccoli gruppi, al fine mantenere le loro abilità preesistenti in contesti nuovi e con tempi adeguati ai loro bisogni.

La psicologa ha inoltre strutturato, assieme alla Direzione, collaborazioni con realtà lavorative esterne che si sono rese disponibili ad accogliere utenti propedeutici in formazione.

Nel 2014 si sono definiti così ambiti, luoghi, chi si occupa di cosa, con un’ attenta analisi per valorizzare i singoli educatori. La psicologa ha inoltre incontrato, singolarmente ed in gruppo, i volontari con il fine di supportare il loro contributo alla quotidianità.

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GLI EDUCATORI

La funzione dell’ educatore è saper ascoltare e capire la persona disabile con cui si relaziona. Ciò permette all’ educatore di cogliere i bisogni educativi, emotivi e relazionali che caratterizza-no l’ utente e al contempo di immaginare strategie operative per farvi fronte.

Ogni educatore è tenuto ad agire con “intenzionalità educativa”, proponendo e generando azio-ni e processi, da un lato, per la propria crescita professionale, dall’ altro, arricchendo la funzione dell’ equipe attraverso una partecipazione attiva al lavoro di gruppo. La finalità che l’ educatore persegue è offrire alla persona-utente tutti gli strumenti e le strategie per auto-costruirsi e rea-lizzare un proprio progetto di vita. L’ educatore agisce esplorando, soluzioni e strategie, efficaci al fine di promuovere il benessere della persona o del gruppo di persone. Sotto questo profilo il fine è l’ apprendimento di nuove abilità e di nuove competenze o il mantenimento delle abilità precedentemente acquisite che con l’invecchiamento possono venire meno.

Quest’approccio metodologico è imperniato sulla competenza relazionale che, non s’individua in specifici momenti, bensì è presente in ogni compito, funzione, atto compiuto quotidiana-mente.

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Le azioni dell’educatore sono: ascoltare, pensare, comunicare, progettare, fare, negoziare, imma-ginare e verificare.

Gli educatori sono al momento nove, ognuno con abilità ed esperienza diversa. L’ equipe è coordinata dalla psicologa e si svolge settimanalmente per riflettere, analizzare e definire i piani di intervento. Il lavoro d’equipe si fonda sulla valorizzazione delle diversità e le potenzialità di ognuno, per ottenere quel mix di capacità coerenti con la definizione dei compiti assegnati.

Ogni educatore è referente per un utente, ma in questo ruolo è affiancato da un collega. In pas-sato non era così e la scelta di moficare tale assetto è nata dal bisogno di mantenere costante un educatore di riferimento. L’utente potrà così avere sempre un interlocutore privilegiato, cui si affianca una maggiore accessibilità per la famiglia ad informazioni precise e sostanziali. Inoltre si vogliono incrementare le opportunità per un’ attenta osservazione e analisi della situazione potenziando gli elementi di riflessione.

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Tra gli educatori in ragione delle specificità di ognuno si sono individuate alcune aree di re-sponsabilità:

> attività occupazionali-educative creando spazi di lavoro in piccoli gruppi che favorissero maggiormente la relazione, la socializzazione tra utenti e in modo più specifico ponessero l’attenzione a obiettivi cognitivi, percettivi, sociali ed affettivi;> laboratorio occupazionali-lavorativo> laboratorio prerequisiti-lavorativi> osservazione degli utenti sotto il profilo strettamente sanitario > referente dei tirocini scuola OSS e degli stage con Scuola Don Milani e Barelli> referente attività motoria> referente attività educativa

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VOLONTARI La Cooperativa Iter ha nel volontariato un punto di forza e un tratto distintivo della propria cultura organizzativa. Da un lato, l’apporto quantitativo è stato, anche per il 2014, prezioso e consistente, 37 persone per circa 850 ore di impegno che si traducono approssimativamente in 25 giornate. Dall’altro, una presenza ricca di potenzialità umane: solidarietà, affettività, atten-zione per l’altro, ascolto, socialità. Un tema di primo piano, non solo per l’ Iter, ma in generale per i servizi alla disabilità, riguarda l’età dei volontari. La situazione attuale vede per la maggior parte di loro un’ età connessa con la pensione e non sempre è facile coinvolgere persone giovani nelle attività della cooperativa.

La Psicologa nel 2014 ha effettuato alcuni incontri nel corso dell’anno con i volontari che fre-quentano la Cooperativa il mercoledì mattina, per verificare loro proposte, suggerimenti e sul loro “stare” in Cooperativa. Mercoledì è una giornata fondamentale in quanto il gruppo di edu-catori assieme alla Psicologa sono in èquipe. I volontari sempre disponibili e attenti, hanno fa-vorito lo svolgimento di questo momento, rimanendo in laboratorio con gli utenti, consapevoli della presenza degli educatori all’interno della struttura e pronti ad essere operativi in caso di necessità. Infine, è sempre importante un ringraziamento alle singole persone che hanno pre-stato la loro opera ed è necessario ricordare la vicinanza e lo spirito di solidarietà dimostrato in modo costante dal gruppo degli Alpini, dagli scout, dal gruppo Zattieri di Borgo Sacco ed altri ancora.

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TIROCINII E STAGE

La cooperativa Iter nel solco dell’ apertura al territorio e alle sue istituzioni ha tessuto negli anni relazioni significative con alcune scuole con una doppia finalità. La prima è accogliere persone in formazione per stage o tirocini formativi, la seconda l’accoglienza di disabili per progetti di stage o avvicinamento alla realtà della cooperativa. In particolare la cooperativa collabora con l’istituto Don Milani, l’istituto professionale Opera Armida Barelli, la scuola O.S.S. ed altre realtà.

Le persone che complessivamente hanno goduto di questi percorsi nel 2014 sono state 16.Nel caso di stagisti disabili, l’ accoglienza è predisposta dalla psicologa con l’ insegnante di ri-ferimento per la definizione di un piano di frequenza e degli obiettivi. Un educatore ha il com-pito di seguire lo stagista nella frequenza settimanale. A conclusione del periodo la psicologa partecipa alla verifica con gli insegnanti, genitori, e la neuropsichiatra al fine di restituire una valutazione sulla base di quanto emerso dall’osservazione.

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ITER: LA PRESA IN CARICO DI CIASCUNO COME ELEMENTO QUALIFICANTE

I servizi offerti dalla cooperativa sono riferibili alla definizione prevista dalla normativa vigente di Centro diurno occupazionale e Laboratorio per i pre-requisiti lavorativi.

La cooperativa offre tutti i servizi presso il proprio laboratorio, nella sede di via lungo Leno destro. Questo è il luogo che fisicamente accoglie le persone ed è suddiviso in diverse aree de-stinate alle varie tipologie di finalità progettuali.L’attivazione del servizio a favore di un disabile non avviene a seguito di una domanda privata, ma è mediato dal servizio sociale territoriale, per conto dell’ ente pubblico di residenza: Comu-nità di Valle o Comune.La presa in carico dell’utente prende forma dalla richiesta del Servizio Sociale territoriale e da un’ attenta valutazione della persona disabile e della sua possibilità di fruire dei servizi della cooperativa in coerenza con le sue potenzialità.La fase successiva all’inserimento trova nella stesura del Progetto educativo personalizzato la formalizzazione dei contenuti e degli obiettivi che i soggetti coinvolti hanno condiviso negli incontri preparatori e di conoscenza reciproca.

Da questo punto in poi inizia l’Iter. Questo cammino si trasforma in partecipazione attiva, at-traverso le attività previste dal Progetto educativo individualizzato.

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Nel tempo l’andamento è monitorato costantemente negli incontri di verifica cui sono chiamati tutti gli attori coinvolti nella vita della persona accolta.

Gli incontri sono periodici con il fine di incrociare le diverse visioni della realtà che la perso-na sta vivendo per comporne una rappresentazione condivisa, che sappia motivare le ragioni dell’accoglienza e l’aderenza delle attività e obiettivi con le attese. La cooperativa partecipa agli incontri di verifica con la psicologa e gli educatori, i quali hanno il compito di rendicontare e descrivere quanto è avvenuto nel periodo intercorso dall’ultimo incontro per consentire al Servizio Sociale di valutarne l’ adeguatezza con le attese, alla famiglia, di poter comprendere il grado di coinvolgimento del proprio congiunto nel progetto di inserimento e di contribuire con le proprie impressioni a costruire il significato condiviso della pianificazione. In quest’ ottica la famiglia rappresenta per la cooperativa un interlocutore privilegiato, con la quale realizzare un’alleanza che possa facilitare, dare intensità e senso, al piano di lavoro concordato.

Altro elemento primario nell’ erogazione dei servizi è il gruppo di lavoro composto dagli edu-catori e dalla psicologa che hanno la responsabilità di mettere in campo le energie e le idee che garantiscono il perseguimento degli obiettivi generali della cooperativa e la coerenza dei pro-getti individualizzati con le attività proposte.

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LE DECLINAZIONI DELL’ITER

LABORATORIO PRE-REQUISITI LAVORATIVI

Questo tipo di servizio/laboratorio è lo spazio dove gli utenti possono essere accompagnati e addestrati ai vari aspetti che caratterizzano la dimensione lavorativa. E’ il servizio dove si perse-gue principalmente l’acquisizione dei prerequisiti lavorativi cioè: le abilità pratico-manuali, gli atteggiamenti e comportamenti, le motivazioni e responsabilità tipiche dell’ambiente lavorativo. Il percorso che l’utente intraprende ha il fine di potenziare tutte le aree delle autonomie e po-tenzialità individuali necessarie per essere inserito nel mercato del lavoro. E’ una prospettiva evolutiva che guarda all’ emancipazione, attraverso il lavoro, e un’integrazione sociale piena. In questo senso le persone devono affiancare alle competenze professionali, relative alle capa-cità lavorative in senso stretto, un potenziamento delle capacità relazionali e sociali, necessarie per l’inserimento nel mondo del lavoro e nel contesto sociale di riferimento. La giovane età degli utenti in formazione rimanda inevitabilmente all’idea di maturazione dei tratti tipici di una personalità cosiddetta adulta: capacità di relazionarsi con gli altri e con l’am-biente, di introspezione e interpretazione della realtà, autonomia nelle scelte. Le persone sono inserite in questo laboratorio su segnalazione della scuola di provenienza e/o inviate dal Servizio Sociale territoriale.

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METODOLOGIA

Gli Utenti partecipano a un percorso formativo personalizzato che prevede obiettivi specifici ed una temporalità di verifica del loro raggiungimento. Questo percorso formativo è temporaneo, dovendo tradursi in una prospettiva d’inserimento lavorativo in un tempo flessibile, ma non senza fine, oppure in un inserimento presso il centro occupazionale nel caso in cui non abbia successo.

Un educatore ha la responsabilità di accompagnare l’utente in questo cammino di apprendimento. Questo processo è definito, nei contenuti e negli obiettivi, nel piano formativo individualizzato. Gli attori coinvolti in questo processo oltre gli educatori sono: la famiglia, il servizio sociale, l’Agenzia del lavoro, datori di lavoro.

Il piano formativo è costruito secondo queste opportunità:

> Attività relative all’ apprendimento di autonomie personali di base: cura di sé, degli ambienti, della propria salute, delle attività domestiche. > Attività relative allo sviluppo personale: apprendimento di abilità relazionali e di capacità comuni cative diversificate a seconda degli ambienti sociali; conoscenza della dimensione emotiva, affettiva, interiore; acquisizione di strumenti per affrontare difficoltà e conflitti, attività cognitive di letto- scrittura e operazioni logiche.

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> Attività occupazionali: svolgimento di compiti in ambito pre-lavorativo con affiancamento educativo fino al raggiungimento della piena autonomia. > Attività per la partecipazione al contesto di vita: apprendimenti relativi allo spazio-tempo, co noscenza e utilizzo del denaro, apprendimenti di informatica, conoscenza dei servizi cittadini e mobilità con mezzi pubblici, conoscenza delle regole sociali. > Attività per la cura del corpo e dell’ espressività: piscina, ginnastica, teatro, arte pittorica con conduttori di specifici percorsi.

FOTOGRAFIA DEL 2014

Ospiti accolti: 5Giorni di apertura: 245

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CDO - CENTRO DIURNO OCCUPAZIONALE

Il centro diurno occupazionale è il nucleo storico della cooperativa. Nato dall’esigenza di ri-spondere a un bisogno d’inclusione sociale attraverso una terapia occupazionale, perseguendo, la socializzazione e la relazione extra familiare, il benessere e la qualità di vita, il mantenimento o potenziamento delle autonomie.

Un servizio in grado di fornire una risposta per quei soggetti che non trovano nel percorso d’in-serimento lavorativo nel mercato del lavoro una reale opportunità anche dopo un consistente periodo di frequenza. Nel laboratorio possono essere inseriti anche quegli utenti che, completata la formazione pro-fessionale, per particolari caratteristiche o per gravità, difficilmente potrebbero essere diretta-mente inseriti in un normale ambiente di lavoro.

Il centro occupazionale è un luogo “protetto” in cui gli utenti svolgono la loro attività lavorativa, in autonomia o semi-autonomia, supportati da una costante presenza degli educatori. Sebbene si indichi come un’ ambiente “protetto” si tratta di un luogo che rispecchia le caratteristiche, i tempi e le regole dell’ ambiente di lavoro.

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In generale le caratteristiche dell’utenza, accolta preso il centro occupazionale, sono riferibili al possesso di discrete abilità fino-motorie atte a svolgere delle mansioni lavorative e in grado di autonomie personali che consenta loro di relazionarsi con l’ambiente in modo autosufficiente. Gli utenti possono essere in grado di svolgere il lavoro con sufficiente autonomia o possono aver bisogno della presenza dell’ educatore che funge da stimolo o supporto. In tale ambito sono inseriti anche gli utenti che hanno discrete autonomie fino-motorie, ma che hanno maggiori difficoltà a mantenere per lunghi periodi e con costanza una certa attività.

Altro punto da evidenziare è la divisione del laboratorio, avvenuta nel corso del 2011, in due aree distinte, per limitare la confusione, ridurre almeno in parte le distrazioni e la possibilità per gli utenti di stare in un ambiente più tranquillo. Non è stato facile, nè per gli utenti nè per i volontari, e nemmeno per i familiari accogliere positivamente e velocemente un tale cambia-mento, dato che gli spazi erano così strutturati fin dal trasferimento nella sede di via lungo Leno destro.

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METODOLOGIA

Il metodo adottato dall’ equipe di lavoro per supportare il percorso delle persone accolte presso il laboratorio si caratterizza per la volontà di insegnare tutte le abilità possibili affinché la perso-na potenzi le sue autonomie, per facilitare le relazioni familiari, per rendere possibile l’ accesso al contesto sociale e territoriale.Il lavoro d’equipe ed il monitoraggio dei progetti individualizzati sono i cardini della metodolo-gia adottata, nella convinzione che solo attraverso una continua ricerca del senso e del signifi-cato dell’azione quotidiana si possa affiancare e arricchire la biografia delle persone.

UNA FOTOGRAFIA DEL 2014

Ospiti accolti: 36Giorni di apertura: 243Attività: assemblaggio, imbustaggio, incollatura, piegatura.

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ITER: UNA RISPOSTA MIRATA AL CAMBIAMENTODEI BISOGNI

L’invecchiamento è una condizione vincolante che ha posto una nuova sfida per rispondere in modo coerente ai bisogni dell’utente.

Questa prospettiva ha significato la revisione della programmazione giornaliera con l’introdu-zione di attività coerenti con i bisogni emergenti. L’ opportunità di ciascuno di fruire della stimolazione adeguata è stata tradotta in una piani-ficazione della quotidianità pensata per gli utenti che hanno minori abilità nelle mansioni la-vorative e che hanno tempi d’attenzione brevi intervallati da frequenti pause. Quest’ approccio privilegia attività di tipo espressivo che permettono di raccontare e raccontarsi, attraverso le parole o senza l’uso di esse, di mantenere le competenze precedentemente raggiunte e potenzia-re le abilità fino-motorie residue.

Si valorizza l’esperienza personale favorendone la comunicazione con l’ambiente circostante. Inoltre gli utenti sono sollecitati a svolgere compiti e azioni in collaborazione, utilizzando la cooperazione per raggiungere un risultato.

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Si tratta di un luogo che consolida le abilità legate alla vita quotidiana, in un contesto relazio-nale, comunicativo, che predilige la socializzazione, attraverso la terapia occupazionale man-tenendo gli utenti impegnati in mansioni adeguate alle loro capacità. Le attività cui possono partecipare gli utenti sono varie, sono selezionate in base ai bisogni e ai desideri dello stesso e sono inserite nel progetto individualizzato.

Gli utenti con maggiori difficoltà esplorano e manipolano materiali di forme e misure più gran-di mentre a quelli con più abilità sono proposte attività di manipolazione dove è stimolata molto l’ indipendenza nella creazione di piccoli lavoretti.

A quanto esposto si unisce la sperimentazione del piacere manuale ed espressivo mediante l’ attività musicale, l’ attività di manipolazione creativa, tessile, l’ attività grafico-pittorica, l’ attività di collage e di mosaico.

Le attività o i progetti semestrali o annuali e i laboratori che sono stati svolti nell’anno 2014 e che attualmente si stanno svolgendo o si predisporranno in base ad un periodo preciso dell’an-no sono (vedi pagina successiva):

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LABORATORIO DI CUCINA-MERENDE LABORATORIO DI AUTONOMIA DOMESTICA PROGETTO GIORNALINO ATTIVITA’ CULTURALE con gruppi lettura PROGETTO BOCCE PROGETTO TELAIO BIBLIOTECA ANIMAZIONE MUSICALE con il gruppo del Coro e il gruppo Suoni e Ritmi ATTIVITA’ MOTORIA di GRUPPO ATTIVITA’ NATATORIA 2 gruppi LAB. ARGILLA LAB. CREATIVI (addobbi natalizi, candele) PROGETTO AUTONOMIA PERSONALE (cura dell’ambiente e del Sè) e IG.DENTALE PROGETTO TREKKING PROGETTO ORTICOLTURA PROGETTO MERCATOPROGETTO LEGATORIA

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LABORATORIO MOTORIO

Questo laboratorio permette, dopo una prima valutazione specifica, l’inserimento degli utenti della cooperativa in varie attività motorie che meglio ne valorizzano, potenziano o mantengono le loro abilità, attraverso percorsi sia individuali che di gruppo.Fanno parte di questo laboratorio le seguenti iniziative:

> Passeggiata è un’attività motoria organizzata prevalentemente con due utenti o piccolo grup- po. Ha finalità diversa dalla passeggiata ludico ricreativa.

> Trekking un progetto con un gruppo di utenti con buona deambulazione che punta ad accre-scere la tenuta nella camminata e nello stare insieme.

> Arrampicata progetto svolto in palestra esterna e in palestra naturale con un grande valore terapeutico in quanto ha permesso agli utenti di affidarsi e fidarsi all’interno del gruppo.

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> L’ attività in palestra è un’ attività strutturata, in piccolo gruppo predisposta sulla base dei bisogni degli utenti. E’ caratterizzata da percorsi che possano mantenere e/o potenziare le abi-lità grosso motorie degli utenti; percorsi che favoriscono l’orientamento spazio-temporale etc.

> L’ attività natatoria svolta presso il centro natatorio comunale è stata incrementata nel 2013 in quanto risposta efficace ai bisogni di molti utenti. L’offerta è stata ampliata a due mattine cui partecipano due gruppi con caratteristiche, obiettivi e impegno diversi. Questo tipo di attività oltre ad essere importante sul piano motorio permette di mantenere altre abilità, legate alla cura di sè.

LABORATORI EDUCATIVI

Il laboratorio è condotto da educatori con abilità creative, didattiche, culturali, musicali, per consentire agli utenti di fruire di alcune attività al di fuori della programmazione del laborato-rio occupazionale, al fine di potenziare, mantenere o sviluppare alcune abilità fine-motorie e di coordinazione. Abilità di calcolo, di lettura e scrittura e attività, di manipolazione che permet-tono una libera espressione anche di tensioni interne.

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LABORATORIO DIDATTICO-CULTURALE

In questo laboratorio si possono consolidare e/o mantenere abilità precedentemente acquisite. Le attività sono svolte sia all’interno della cooperativa che attraverso uscite in vari contesti, come ad esempio la biblioteca, oppure visite a carattere culturale, artistico, storico sul territorio. Ciò permette di integrare aspetti didattici con momenti più concreti, legati alla vita quotidiana.

Sono inserite in questo laboratorio: > attività di lettura e scrittura viene svolta in diversi giorni durante la settimana. Si tratta di lettura di romanzi, lettura di quotidiani che permettono così di rimanere legati al proprio contesto di vita.> redazione del giornalino > visite ai musei (storico, della scienza, artistico, etc.)> uscite in biblioteca mensile di un gruppo di con il supporto dell’educatore che facilita la ri-cerca mirata alle preferenze dei singoli di articoli e di libri.> uso del PC: permette di acquisire e ricercare informazioni in internet come strumento per potenziare l’attenzione e strutturare percorsi individuali a seconda del bisogno dell’utente migliorando le competenze informatiche nei percorsi per i prerequisiti lavorativi.

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LABORATORIO ESPRESSIVO

attività di telaio: gestita da una nostra volontaria. La signora Raffaella assieme ad alcuni utenti ha creato delle “opere” legate, sia alla cooperativa, che non. Si tratta di un attività in piccolo gruppo per facilitare la socializzazione e lo scambio tra i partecipanti.

attività musicale e coro: gli utenti si riuniscono in gruppo per cantare e suonare. Si tratta di un momento ludico, piacevole, che valorizza il senso di appartenenza al gruppo, il desiderio di partecipare in modo attivo (chi canta e chi suona), il poter esprimere le emozioni attraverso il canto, seguire il ritmo rispettando i tempi e condividendo le regole. Oltre al coro vi è uno spazio rivolto a chi ha maggiori difficoltà a cantare. Suoni e ritmi hanno caratteristiche diverse, impostate in modo tale da lavorare sulla regolazione, forte e piano, veloce e lento, utilizzando strumenti semplici.

attività di cucina: ha permesso ad alcuni utenti di avvicinarsi ai fornelli e di preparare dolci e cibi consumabili durante la merenda. Ha reso possibile condividere con gli altri il frutto del proprio impegno favorendo l’accrescimento del livello di autostima, il piacere del fare, imparare a districarsi con strumenti nuovi e socializzare rispettando le regole all’interno di un piccolo gruppo.

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PERCORSI VERSO L’AUTONOMIA

Il percorso verso l’autonomia è un insieme di azioni personalizzate in riferimento alle abilità dell’utente con l’obiettivo di avvicinarlo ad autonomie non acquisite in famiglia ed utili per la vita quotidiana. In questa prospettiva si propongono strumenti e indicazioni comportamentali necessarie per affrontare le situazioni possibili in piena autonomia, acquisendo fiducia ed auto-stima. Si rivolge agli utenti che poi dovrebbero essere inseriti nel mondo del lavoro ed anche a quelli che, già in possesso di queste abilità, devono mantenerle o potenziarle. Questo progetto è stato attivato anche per un utente che non frequenta il laboratorio propedeutico, ma che mostra grandi abilità spaziali e di orientamento, al fine di conciliare autonomia, senso di responsabilità, rispetto delle consegne e delle regole del tragitto.

Nel percorso verso l’ autonomia le abilità interessate sono:> la comunicazione: saper esprimere i propri bisogni, i propri desideri, i propri pensieri in modo comprensibile e coerente.

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> l’ orientamento spazio-temporale: attenzione al rispetto del percorso, ai punti di riferimen-to, ai nomi delle strade in modo da poter, successivamente, effettuare spostamenti autonoma-mente, riconoscere luoghi, il sapersi orientare;> il comportamento in strada: fondamentale per l’autonomia è l’assunzione di comportamenti adeguati che permettono di muoversi in sicurezza in strada> l’uso dei servizi di uso comune: negozi, uffici postali, mezzi di trasporto pubblici, biblioteca...> uso del denaro: saper effettuare acquisti in modo consapevole e adeguato.> attività natatoria in autonomia in un gruppo mirato e con comunicazione.> progetto autonomia personale: cura dell’ambiente e del Sè. L’attività ha permesso a tutti gli utenti di migliorare di prendersi cura di Sè (igiene dentale) e nel riordino degli armadietti.> progetto autonomia domestica : ha permesso a un gruppo di utenti di sperimentarsi in cucina affrontando tutte le fasi preaparatorie caratterizzate da un notevole impegno sul piano cognitivo sia per l’uso del denaro sia per la misurazione degli ingredienti.

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PROGETTI ALL’ESTERNO DELLA COOPERATIVANel 2014 per alcuni mesi sono stati attivati all’esterno della cooperativa alcuni progetti:

> progetto orticoltura: prosegue anche nel 2014 questo progetto per alcuni utenti accompa-gnati da un educatore presso l’Azienda Agricola Benedetti di Mori che si occupa di piante offi-cinali. La finalità è quella di promuovere un’attività lavorativa in un contesto esterno alla coo-perativa per favorire il contatto con la realtà agricola imparando ad utilizzare semplici attrezzi e cimentandosi nella cura e lavorazione delle piante aromatiche.Occuparsi delle piante stimola il senso di responsabilità, la necessità di darsi un’organizzazione e porsi delle priorità come pure acquisire e rafforzare gradualmente l’autostima, migliorare la capacità di ascoltare gli altri, avere cura delle cose comuni, imparare ad utilizzare attrezzi e co-noscere le caratteristiche delle piante.

> progetto legatoria: un gruppo mirato ha partecipato al laboratorio annuale per acquisire capacità e tecniche di legatoria con una sinergia di gruppo .

> progetto bottega solidale: l’apertura del punto vendita in Via Garibaldi ha dato l’occasione a un gruppo vario di utenti di partecipare a un laboratorio artigianale con due uscite settimanali Il contatto con il pubblico ha stimolato l’utenza a nuova socializzazione. L’apertura del punto vendita è resa possibile grazie alla disponibilità preziosa dei familiari e volontari.

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L’ECONOMIA DELL’ITER

Per descrivere la dimensione economico-finanziaria della cooperativa Iter è essenziale descrivere l’economia di questo sistema di servizi alla persona e filiere produttive, tracciandone i tratti distin-tivi.Il perimetro entro il quale la cooperativa opera è per un verso delimitato dalla normativa di riferimento, dall’altro è permeabile alla rete di relazioni fiduciarie sviluppate sul territorio, con gli attori del sistema socio economico.

Se con riferimento alla normativa provinciale la cooperativa ha sempre adeguato l’organizza-zione delle attività a favore degli utenti in coerenza con le risorse a disposizione e le regole date, altro si può dire per la capacità tipica di questa cooperativa di comporre rapporti di collabora-zione privilegiata con alcune realtà dell’imprenditoria locale.

Sotto questo profilo non è trascurabile nella lettura dei freddi dati di bilancio, considerare il contributo che emerge dalla vivacità della cooperativa nell’innovare e nel rinnovare la propria presenza imprenditoriale nel territorio. Un contributo di rilievo nella trasformazione e poten-ziamento di quelle filiere e reti di relazioni, umane e imprenditoriali, che producono valore economico nello scambio di servizi e lavorazioni e che consentono l’ accumulazione di quel capitale sociale di cui la comunità ha necessità.

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Un tratto distintivo del sistema economico della cooperativa è rintracciabile nella sua determi-nazione a far crescere la costellazione degli scambi con i fornitori e clienti. Queste connessioni portano alla definizione di scambi con contenuti che contribuiscono a originare tutte le oppor-tunità di ideare, compiti e azioni, che gli utenti portano a compimento. Negli anni scorsi ed in particolare nel 2014 le istituzioni pubbliche e le aziende private che han-no contribuito a sostenere l’attività della cooperativa sono:

AMR - AZIENDA MULTISERVIZI DI ROVERETOAPSS – OSPEDALE DI ROVERETO E TRENTOAPSS –POLO UNIVERSITARIO ROVERETOAXA ASSICURAZIONI DI LUCCA E MAFFEI – ROVERETOCASSA RURALE DI ROVERETOCASSA RURALE DI ISERACOMUNI DI ALA, MORI, NOMI, POMAROLO, ROVERETOCOMUNI DI TRAMBILENO, VILLA LAGARINA

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COMUNITà DELLA VALLAGARINACONSORZIO ROVERETO IN CENTROCOOP. AMICA PERGINE VALSUGANACOOP. VILLA MARIACOOP. A.L.P.I.COOP. SAMUELE – TRENTOCOOPERAZIONE TRENTINAF4 LEGATORIO E CARTOTECNICA – ROVERETOSTUDIO FIORINI DOTT. GIORGIO – ROVERETOFIVEP – ROVERETOFOCHESATO – AVELLA NOTAI – ROVERETOGALLOX – ROVERETOGASPEROTTI – ROVERETOIPERPROFILLA CARTOTECNICA – ROVERETOLA GRAFICA – MORILA RECLAME - TRENTOMANICA – ROVERETO

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MANTOVANI ONORANZE FUNEBRIMARANGONI MeccanicaMUSEO CIVICO – ROVERETOPEDROTTI IMPIANTI – CALLIANOPRATO VERDE – CALLIANOPROACQUAPROVINCIA AUTONOMA DI TRENTOPROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANORIVA DEL GARDA FIERE E CONGRESSISTUDIO RAG. GIOVANELLI GIORGIO – ROVERETOSOLATRIX S.p.a. Casa di CuraTIPOFFSET MOSCHINI – ROVERETOUNIONE COMMERCIO TURISMO – ROVERETOPANIFICIO VIVORI – VOLANOVILLA IGEA VOLVER UP

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La cooperativa in questi anni ha coltivato tre assi di sviluppo nella relazione con i soggetti eco-nomici del territorio. Il primo è riferito all’attività conto terzi, che tradotta in attività quotidiana facilita la costruzione di strutture di compito semplici e ripetitive, adatti a tutte le persone ac-colte. La seconda è la vendita diretta di prodotti pensati e realizzati in cooperativa in particolare verso privati. In questa seconda declinazione l’attività produttiva della cooperativa ha subito un grande slancio nel 2014 grazie alla vetrina allestita in via Garibaldi.

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BILANCIO DELLA COOPERATIVA

Il bilancio economico dell’Iter, come prevede la normativa di riferimento, si com-pone di due capitoli: lo stato patrimoniale e il conto economico. Il primo da conto degli investimenti, della liquidità, dei crediti, le fonti di finanziamento, i debiti della cooperativa. Il secondo elenca i ricavi ottenuti dalla vendita di prodotti e servizi nel 2014 e dei costi sostenuti per ottenerli. Nei paragrafi che seguono sono descritti alcuni aggregati.

I RICAVILe risorse che consentono alla cooperativa di perseguire la sua mission hanno due origini. La prima è collegata alla normativa vigente in materia di politiche sociali L.P. 13 del 2007 che definisce i servizi a favore delle persone disabili autorizzati al funzionamento e la relativa tariffa che per il 2011 è stata fissata in 86,10 euro. Que-sto dato riflette la politica di contenimento dei costi in atto da parte della Provincia di Trento.La seconda sono i ricavi derivanti dalle attività produttive per conto terzi o desti-nate alla vendita a privati.

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I ricavi dell’ultimo triennio propongono il seguente andamento:

2012 2013 2014RETTE 690529 740652 723397LABORATORIO

OCCUPAZIONALE

EDUCATIVO ARTISTICO

82610 112939 91962

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La tabella evidenzia un trend negativo del numero di presenze degli utenti presso il laboratorio entrate derivanti da rette, cioè la tariffa corrisposta dall’ente pubblico di residenza dell’utente per la giornata di presenza o assenza.

Un altro trend che si evidenzia è un evidente calo di commesse rispetto al 2013 di circa 21.000 euro dovuto ad una crisi del settore della cartotecnica.

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I COSTILa struttura dei costi della cooperativa è lo specchio dell’impostazione dell’organizzazione del servizio nel suo complesso. Dal Bilancio d’esercizio si possono estrapolare tre macro categorie di costi: generali, personale e collaboratori, costi diretti a favore degli utenti. I costi generali sono le spese sostenute per il funzionamento complessivo della cooperativa ed ammontano a:

I costi per il personale riguardano i salari corrisposti, i compensi per attività professionali, la formazione.

2012 2013 2014COSTI GENERALI 237286 222845 235675

2012 2013 2014PERSONALE ECOLLABORATORI 425749 484790 494319

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I costi diretti a favore degli utenti descrivono l’investimento che la cooperativa ha sostenuto nel corso del 2014 con il fine di garantire a tutti gli utenti, una borsa di studio come riconoscimento dell’impegno profuso ed incentivo a continuare a migliorare, a cui si aggiungono le spese soste-nute per le attività più particolari e specifiche.

2012 2013 2014SPESE PER IL FUNZIONAMENTO DEL LABORATORIO

37679 62810 39273

BORSE DI STUDIO 54642 55332 53602ATTIVITà PER GLI UTENTI 6060 6392 19435

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GLI INVESTIMENTI

Nel corso del 2014 il consiglio di amministrazione ha deciso di investire parte delle risorse della cooperativa sui seguenti assi strategici:- acquisto/realizzazione dell’impianto condizionatore.

Ulteriori investimenti sono stati fatti per il miglioramento delle attrezzature a disposizione del laboratorio per potenziarne l’efficienza e l’efficacia e per rispondere al meglio alle esigenze pro-duttive. Inoltre sono stati compiuti numerosi investimenti per migliorare la disposizione degli spazi con nuovi arredi.

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A conclusione del 2014, dall’analisi dei dati, si possono trarre alcune considerazioni.

Innanzitutto, la sostenibilità della cooperativa nel breve periodo va monitorata attentamente. Per quanto riguarda il futuro, le scelte strategiche dovranno tener conto della crisi dell’ente pubblico nel sostenere economicamente le politiche sociali, di uno scenario di mercato che fa intravvedere livelli di concorrenzialità fra servizi preoccupante, un calo delle commesse con-nesse al conto terzi, un’utenza con problematiche sempre più complesse.

Queste premesse introducono elementi di incertezza per il futuro nel medio lungo periodo che richiedono un’attenta valutazione delle scelte di investimento e di posizionamento nel mercato dei servizi alla persona.

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