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DI CHRISTIAN GIORGIO oco più di 500 metri, meno di un minuto d’auto, dividono l’angolo tra via Fani e via Stresa dalla chiesa di San Francesco d’Assisi a Monte Mario. Alle 9.30 del 16 marzo ’78, alcuni poliziotti in borghese bussarono alla porta dei padri Scolopi cui è affidata la parrocchia. Eleonora Chiavarelli, la moglie di Aldo Moro, stava tenendo un incontro con le madri dei bambini della prima Comunione, «faceva la catechista seguendo il metodo montessoriano». Padre Luigi Capozzi, superiore della comunità, era viceparroco in quei giorni. Accompagnò i poliziotti dalla signora. «Con la faccia scura le chiesero di seguirla: “È successo un incidente al presidente”». A 500 metri giacevano a terra, crivellati dal piombo delle Br, il maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, l’appuntato Domenico Ricci, il vice brigadiere di Polizia Francesco Zizzi, gli agenti Raffaele Iozzino e Giuliano Rivera. Stessa sorte toccò al “presidente”, 55 giorni dopo. Nel quarantesimo anniversario del sacrificio di Moro e della sua scorta, nella parrocchia in cui quasi tutti i giorni il capo della Dc si recava per la Messa mattutina, mercoledì 9 maggio è stata celebrata l’Eucaristia «per andare alle radici di quella testimonianza, cercando di comprenderne la fecondità per l’avvenire». A dirlo durante l’omelia è stato monsignor Andrea Manto, direttore del Centro per la pastorale familiare del Vicariato che con numerose associazioni e realtà del mondo cattolico ha organizzato il momento di preghiera. «Dobbiamo far tesoro del sacrificio, della testimonianza e della profezia di Moro; del suo sogno di una società che include, in cui anche le realtà più distanti imparano la logica del dialogo orientata al rispetto delle istituzioni». Padre Capozzi aveva 30 anni quando arrivò a Monte Mario. Nonostante la chiesetta antica, quella frequentata da Moro, fosse già chiusa, non ha esitato ad aprire il portone alla richiesta di un suo ricordo del politico. Parlano i luoghi per lui: «Ecco – dice sedendosi sullo spigolo della panca (come faceva il presidente) –, questo era il suo posto, in terzultima fila. Alle sue spalle, vicino alla porta, il maresciallo Leonardi. Era l’unico della P scorta a seguire Moro anche in chiesa». Ogni tanto gli capitava di parlargli, «ricordo il suo sorriso amabile; un’immagine che contrasta la figura pensosa, forse triste, che solitamente si ha di lui». Quel suo atteggiamento accigliato, ha detto monsignor Manto, «lontano dai sorrisi rassicuranti ma di plastica di politici rampanti, è forse però l’immagine più lampante di come la politica possa assumersi il compito di contribuire al bene comune attraverso la fatica di portare con sé le contraddizioni di ognuno, senza fermarsi, avendo sempre fame di giustizia». La «mistica politica» di Moro, la sua «capacità di entrare a contatto con il mistero della morte e risurrezione di Cristo, deve essere per noi esempio e stimolo per continuare a desiderare la verità, la giustizia e il bene comune, continuando a impegnarci per un’Italia migliore». Alla celebrazione ha preso parte anche don Renato Tarantelli, ordinato sacerdote lo scorso 22 aprile da Papa Francesco. «Ha voluto essere con noi – ha precisato monsignor Manto – perché anche la sua famiglia ha pagato un prezzo di sangue al terrorismo». Il professor Ezio Tarantelli, cugino del padre di don Renato, economista e consulente Cisl nell’accordo tra governo e sindacati sul taglio degli scatti di scala mobile, fu ucciso da due brigatisti nel parcheggio della facoltà di Economia e Commercio della Sapienza nel 1985. «Preghiamo per tutti coloro che percorrono le strade del terrore – ha concluso Manto –, perché chi deve ancora chiedere perdono possa imparare a farlo, perché chi usa violenza possa desistere e comprendere che solo nel cuore di Cristo c’è speranza per un’umanità migliore». vrà inizio domani alle 19, nella basilica di San Giovanni in Laterano, l’atteso incontro della comunità diocesana con Papa Francesco che concluderà il cammino avviato dalle comunità parrocchiali e dalle prefetture, nel tempo di Quaresima, sulle malattie spirituali. L’appuntamento sarà aperto da un momento di preghiera; quindi è prevista una sintesi dei lavori pervenuti dalle parrocchie curata da una commissione diocesana, di cui sarà portavoce don Paolo Asolan, professore al Pontificio Istituto Pastorale “Redemptor Hominis” della Pontificia Università Lateranense. In A conclusione, l’intervento del Santo Padre. All’incontro parteciperanno l’arcivescovo vicario della diocesi di Roma monsignor Angelo De Donatis, i vescovi ausiliari, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e centinaia di laici provenienti da parrocchie e altre realtà ecclesiali. I partecipanti potranno accedere alla basilica di San Giovanni dall’ingresso principale, esibendo il pass e dopo essersi sottoposti ai consueti controlli di sicurezza. Per consentire una più ampia partecipazione, nel cortile del Palazzo del Vicariato saranno predisposte 1.700 sedie e un maxischermo. Nelle scorse settimane sono pervenute in Vicariato le relazioni che sintetizzano il percorso di riflessione compiuto. Il materiale raccolto è stato inviato al Papa. Il discernimento era iniziato in Quaresima: con una lettera del 30 gennaio, De Donatis aveva invitato la diocesi a interrogarsi «sulle fatiche nell’annunzio della gioia evangelica». A supporto della proposta, il Consiglio episcopale aveva redatto anche un dépliant intitolato “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”, spedito dal vicario insieme alla lettera. A fare da filo conduttore all’impegno svolto, le indicazioni dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium. «Sarà proprio il Papa – annuncia ora il vicario – ad indicarci la “terapia” per uscire dalle malattie che abbiamo individuato». Nel mese di giugno tutte le comunità saranno coinvolte in una riflessione sulle indicazioni che Papa Francesco offrirà domani sera in vista del prossimo anno pastorale. Un anno, ancora le parole di De Donatis, «che si aprirà in settembre con un’altra tappa del nostro cammino, quando ci raduneremo per tradurre tutti gli orientamenti emersi in linee operative per la vita spirituale e l’azione pastorale delle parrocchie e di tutte le realtà ecclesiali della città». Giorno della memoria, il monito di Mattarella: Br, le responsabilità morali non si cancellano 40 anni dalle tragedie di via Fani e via Caetani, «sen- tiamo il bisogno di liberare il pensiero e l’espe- rienza politica di Aldo Moro da quella prigione in cui gli aguzzini hanno spento la sua vita e pretendevano di rinchiuderne il ricordo». Lo ha sottolineato il presi- dente della Repubblica, Mattarella, parlando al Quiri- nale il 9 maggio, Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo. Il capo dello Stato ha ricordato la grande sensibilità di Moro per tutto ciò che si muo- veva all’interno della società: «Non gli sfuggiva la peri- colosità di un imbarbarimento della vita politica e ci- vile. Ma allo stesso tempo continuava a scrutare i “tem- pi nuovi che avanzano”. Le stesse lettere dal carcere brigatista restano una prova della sua umanità, della sua intelligenza, della sua straordinaria tenacia». La mattinata era iniziata a via Caetani, dove il 9 mag- gio 1978 fu ritrovato in una R4 il corpo di Moro: qui Mat- tarella aveva deposto una corona davanti alla targa che ricorda l’uccisione del presidente della Dc. Al Quirina- le Mattarella ha ricordato che «la nostra democrazia aggredita e ferita è riuscita a prevalere per la forza del suo radicamento nella coscienza del popolo italiano». «Non pochi tra coloro che hanno seminato morte e vio- lenza – ha detto ancora – hanno finito di scontare la loro pena e dunque hanno avuto la possibilità di rein- serirsi nella società. Le responsabilità morali e storiche tuttavia non si cancellano insieme con quelle penali, e questo impone un senso di misura, di ritegno, che mai come a questo riguardo appare indispensabile. Ci sono stati casi purtroppo in cui questa misura è stata supe- rata, con dichiarazioni irrispettose e, talvolta, arrogan- ti, che feriscono e tentano di ribaltare il senso degli e- venti, di fornire alibi di fronte alla storia. Questo non può essere consentito». (Chri. Gio.) A Domani Francesco incontra la Chiesa di Roma Dalle 19 l’assemblea diocesana a San Giovanni in Laterano che concluderà il cammino rivolto alle malattie spirituali Sintesi dei lavori con Asolan G IORNATA MONDIALE COMUNICAZIONE EDUCARCI ALLA VERITÀ DI MASSIMILIANO PADULA * erità contro fake news. E, in mezzo, un giornalismo di pace. Papa Francesco parte dal racconto di una contrapposizione, ce la spiega e la lega a un discorso su Dio. E, infine, trova la soluzione. È la comunicazione fatta da persone per le persone a responsabilizzarci, a renderci custodi dell’altro, a purificarci da quella “logica del serpente” che si insinua nel nostro cuore. Il Pontefice affida al tradizionale Messaggio per la 52esima Giornata mondiale per le comunicazioni sociali (che si celebra oggi, come di consueto, nella solennità dell’Ascensione) la sua personale idea di comunicazione. Un’idea che ha radici antiche e ben strutturate. Come si evince dai precedenti messaggi e dai numerosi documenti magisteriali (nei quali vi è spesso un riferimento al tema comunicativo) ma soprattutto dall’uomo e dal pastore Bergoglio che già, prima di diventare il successore di Pietro, credeva in una comunicazione come prossimità, come dialogo e incontro. E che vedeva nella figura del Buon Samaritano l’immagine del buon comunicatore: ovvero colui che non solo si fa prossimo ma si fa carico di quell’uomo che vede mezzo morto sul ciglio della strada. Comunicare per Francesco significa, quindi, essere al servizio dell’altro facendosi attrarre dal bene. Quel bene che è messo continuamente alla prova dal nostro “orgoglioso egoismo” e dai comportamenti che sporcano la bellezza originaria della nostra umanità. Siamo uomini e figli di Dio. Siamo creati a Sua immagine e incarnati nel mondo. Possiamo comunicare il giusto e il vero ma anche creare e diffondere «informazioni infondate, basate su dati inesistenti o distorti e mirate a ingannare e persino a manipolare il lettore». Spesso attribuiamo la colpa al web, alla tecnologia, alle sue logiche caotiche e mimetiche, alla velocità digitale che ci disorienta. La ricerca di un capro espiatorio ci rassicura, ci omologa e ci ingabbia nelle logiche di un «linguaggio ingannevole che finisce infatti per offuscare l’interiorità della persona», snaturandola. Per questo, Francesco ci regala l’unico antidoto efficace al virus della falsità: la verità, che non è solo una «realtà concettuale ma ha a che fare con la vita intera». Quella vita che proiettiamo ogni giorno negli spazi digitali attraverso il nostro bisogno legittimo di relazione, di rappresentazione e di narrazione. “Online” significa questo ma non solo. Il Papa sceglie le fake news come modelli di una comunicazione inquinata e provocata dalla «bramosia insaziabile che facilmente si accende nell’essere umano». Una comunicazione – chiarisce Francesco – che ci ruba «la libertà del cuore». E all’uomo stesso il Papa chiede una risposta immediata, rapida proprio come le (dis)informazioni che navigano nel web. Francesco ci invita ad «educarci alla verità», a un discernimento attento a «valutare e ponderare i desideri e le inclinazioni che si muovono dentro di noi, per non trovarci privi di bene abboccando ad ogni tentazione». La cura, dunque, siamo noi che scegliamo (oppure no) di diventare (angeli) custodi di una comunicazione mirata allo sviluppo del bene, generatrice di fiducia e via di comunione e di pace. * presidente Copercom V il ricordo. La celebrazione per lo statista e la scorta nella sua parrocchia «Fare tesoro della profezia di Aldo Moro» Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza e c’è una parola che resta in primo piano nel lun- go impegno di Mario Agnes – morto mercoledì a Roma all’età di 86 anni – penso possa essere la fe- deltà. Alla Chiesa come comunità incarnata nella città, ai Papi che ha servito (soprattutto Giovanni Paolo II), al suo lavoro di storico e di direttore di gior- nale, a quella passione per il bene comune che og- gi latita anche nel mondo politico. Docente di Storia del cristianesimo alla Sapienza e all’Università di Cas- sino, ma soprattutto presidente dell’Azione cattoli- ca italiana per sette anni, dal 1973 al 1980, dove a- veva raccolto l’eredità di Vittorio Bachelet, e diret- tore dell’Osservatore Romano dal 1984 al 2007. Quan- to alla prima, ne guidò la ripresa in un momento dif- ficile per l’associazione e per l’Italia, attraversata da un nuovo clima culturale e scossa dagli “anni di piom- bo”. Nel secondo, il quotidiano della Santa Sede, spe- se con dedizione totale ventitré anni della sua vita, con una grande cura per i dettagli, e profuse un con- tinuo impegno per approfondire i grandi temi del pontificato di Giovanni Paolo II. Coltivando lo spes- sore culturale della testata e custodendo uno sguar- do largo su Roma e sull’Italia “a caccia” di quel be- ne da raccontare che dava la misura della sua fedeltà anche al Vangelo. (A.Z.) S Mario Agnes, una vita nel solco della fedeltà Famiglie, migranti e cresimandi: tre meeting diocesani a pagina 3 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLV – Numero 19 –Domenica 13 maggio 2018 Pentecoste, la Messa in piazza San Pietro Veglie a San Giovanni e ai Santi Apostoli omenica prossima, solennità di Pentecoste, il Papa presiederà alle ore 10 la solenne celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro. Sabato 19 maggio, alle ore 19, la Chiesa di Roma si preparerà alla solennità di Pentecoste con la veglia rivolta in particolar modo ai consacrati, che sarà presieduta dal vicario generale per la diocesi, l’arcivescovo Angelo De Donatis. La veglia culminerà nella celebrazione eucaristica. Proseguendo nella tradizione ormai consolidata, anche quest’anno le comunità parrocchiali del settore Centro si ritroveranno a pregare insieme in attesa della Pentecoste. L’appuntamento è per sabato alle ore 21 quando avrà inizio la veglia nella basilica dei Santi XII Apostoli presieduta dal vescovo ausiliare Gianrico Ruzza. D la solennità

C «Fare tesoro - RomaSette · montessoriano». Padre Luigi Capozzi, superiore della comunità, era viceparroco in quei giorni. Accompagnò i poliziotti dalla signora. «Con la faccia

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Page 1: C «Fare tesoro - RomaSette · montessoriano». Padre Luigi Capozzi, superiore della comunità, era viceparroco in quei giorni. Accompagnò i poliziotti dalla signora. «Con la faccia

DI CHRISTIAN GIORGIO

oco più di 500 metri, meno di un minutod’auto, dividono l’angolo tra via Fani e viaStresa dalla chiesa di San Francesco d’Assisi

a Monte Mario. Alle 9.30 del 16 marzo ’78,alcuni poliziotti in borghese bussarono allaporta dei padri Scolopi cui è affidata laparrocchia. Eleonora Chiavarelli, la moglie diAldo Moro, stava tenendo un incontro con lemadri dei bambini della prima Comunione,«faceva la catechista seguendo il metodomontessoriano». Padre Luigi Capozzi, superioredella comunità, era viceparroco in quei giorni.Accompagnò i poliziotti dalla signora. «Con lafaccia scura le chiesero di seguirla: “È successoun incidente al presidente”». A 500 metrigiacevano a terra, crivellati dal piombo delle Br,il maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi,l’appuntato Domenico Ricci, il vice brigadiere diPolizia Francesco Zizzi, gli agenti RaffaeleIozzino e Giuliano Rivera. Stessa sorte toccò al“presidente”, 55 giorni dopo. Nel quarantesimoanniversario del sacrificio di Moro e della suascorta, nella parrocchia in cui quasi tutti i giorniil capo della Dc si recava per la Messa mattutina,mercoledì 9 maggio è stata celebrata l’Eucaristia«per andare alle radici di quella testimonianza,cercando di comprenderne la fecondità perl’avvenire». A dirlo durante l’omelia è statomonsignor Andrea Manto, direttore del Centroper la pastorale familiare del Vicariato che connumerose associazioni e realtà del mondocattolico ha organizzato il momento dipreghiera. «Dobbiamo far tesoro del sacrificio,della testimonianza e della profezia di Moro;del suo sogno di una società che include, in cuianche le realtà più distanti imparano la logicadel dialogo orientata al rispetto delleistituzioni». Padre Capozzi aveva 30 anniquando arrivò a Monte Mario. Nonostante lachiesetta antica, quella frequentata da Moro,fosse già chiusa, non ha esitato ad aprire ilportone alla richiesta di un suo ricordo delpolitico. Parlano i luoghi per lui: «Ecco – dicesedendosi sullo spigolo della panca (comefaceva il presidente) –, questo era il suo posto,in terzultima fila. Alle sue spalle, vicino allaporta, il maresciallo Leonardi. Era l’unico della

Pscorta a seguire Moro anche in chiesa». Ognitanto gli capitava di parlargli, «ricordo il suosorriso amabile; un’immagine che contrasta lafigura pensosa, forse triste, che solitamente si hadi lui». Quel suo atteggiamento accigliato, hadetto monsignor Manto, «lontano dai sorrisirassicuranti ma di plastica di politici rampanti, èforse però l’immagine più lampante di come lapolitica possa assumersi il compito dicontribuire al bene comune attraverso la faticadi portare con sé le contraddizioni di ognuno,senza fermarsi, avendo sempre fame digiustizia». La «mistica politica» di Moro, la sua«capacità di entrare a contatto con il misterodella morte e risurrezione di Cristo, deve essereper noi esempio e stimolo per continuare adesiderare la verità, la giustizia e il benecomune, continuando a impegnarci per un’Italiamigliore». Alla celebrazione ha preso parteanche don Renato Tarantelli, ordinato sacerdotelo scorso 22 aprile da Papa Francesco. «Havoluto essere con noi – ha precisato monsignorManto – perché anche la sua famiglia ha pagatoun prezzo di sangue alterrorismo». Il professorEzio Tarantelli, cugino delpadre di don Renato,economista e consulenteCisl nell’accordo tragoverno e sindacati sultaglio degli scatti di scalamobile, fu ucciso da duebrigatisti nel parcheggiodella facoltà di Economiae Commercio dellaSapienza nel 1985.«Preghiamo per tutticoloro che percorronole strade del terrore –ha concluso Manto –,perché chi deve ancorachiedere perdonopossa imparare a farlo,perché chi usa violenzapossa desistere ecomprendere che solonel cuore di Cristo c’èsperanza perun’umanità migliore».

vrà inizio domani alle 19, nellabasilica di San Giovanni inLaterano, l’atteso incontro

della comunità diocesana con PapaFrancesco che concluderà ilcammino avviato dalle comunitàparrocchiali e dalle prefetture, neltempo di Quaresima, sulle malattiespirituali. L’appuntamento saràaperto da un momento di preghiera;quindi è prevista una sintesi deilavori pervenuti dalle parrocchiecurata da una commissionediocesana, di cui sarà portavoce donPaolo Asolan, professore alPontificio Istituto Pastorale“Redemptor Hominis” dellaPontificia Università Lateranense. In

A

conclusione, l’intervento del SantoPadre. All’incontro parteciperannol’arcivescovo vicario della diocesi diRoma monsignor Angelo DeDonatis, i vescovi ausiliari, isacerdoti, i religiosi e le religiose ecentinaia di laici provenienti daparrocchie e altre realtà ecclesiali. Ipartecipanti potranno accedere allabasilica di San Giovannidall’ingresso principale, esibendo ilpass e dopo essersi sottoposti aiconsueti controlli di sicurezza. Perconsentire una più ampiapartecipazione, nel cortile delPalazzo del Vicariato sarannopredisposte 1.700 sedie e unmaxischermo. Nelle scorse settimanesono pervenute in Vicariato lerelazioni che sintetizzano il percorsodi riflessione compiuto. Il materialeraccolto è stato inviato al Papa. Ildiscernimento era iniziato inQuaresima: con una lettera del 30gennaio, De Donatis aveva invitatola diocesi a interrogarsi «sulle fatichenell’annunzio della gioia

evangelica». A supporto dellaproposta, il Consiglio episcopaleaveva redatto anche un dépliantintitolato “Non sono i sani chehanno bisogno del medico, ma imalati”, spedito dal vicario insiemealla lettera. A fare da filo conduttoreall’impegno svolto, le indicazionidell’esortazione apostolica Evangeliigaudium. «Sarà proprio il Papa –annuncia ora il vicario – ad indicarcila “terapia” per uscire dalle malattieche abbiamo individuato». Nel mesedi giugno tutte le comunità sarannocoinvolte in una riflessione sulleindicazioni che Papa Francescooffrirà domani sera in vista delprossimo anno pastorale. Un anno,ancora le parole di De Donatis,«che si aprirà in settembre conun’altra tappa del nostrocammino, quando ci raduneremoper tradurre tutti gli orientamentiemersi in linee operative per lavita spirituale e l’azione pastoraledelle parrocchie e di tutte le realtàecclesiali della città».

Giorno della memoria, il monito di Mattarella:Br, le responsabilità morali non si cancellano

40 anni dalle tragedie di via Fani e via Caetani, «sen-tiamo il bisogno di liberare il pensiero e l’espe-

rienza politica di Aldo Moro da quella prigione in cuigli aguzzini hanno spento la sua vita e pretendevanodi rinchiuderne il ricordo». Lo ha sottolineato il presi-dente della Repubblica, Mattarella, parlando al Quiri-nale il 9 maggio, Giorno della Memoria dedicato allevittime del terrorismo. Il capo dello Stato ha ricordatola grande sensibilità di Moro per tutto ciò che si muo-veva all’interno della società: «Non gli sfuggiva la peri-colosità di un imbarbarimento della vita politica e ci-vile. Ma allo stesso tempo continuava a scrutare i “tem-pi nuovi che avanzano”. Le stesse lettere dal carcerebrigatista restano una prova della sua umanità, dellasua intelligenza, della sua straordinaria tenacia».La mattinata era iniziata a via Caetani, dove il 9 mag-gio 1978 fu ritrovato in una R4 il corpo di Moro: qui Mat-

tarella aveva deposto una corona davanti alla targa chericorda l’uccisione del presidente della Dc. Al Quirina-le Mattarella ha ricordato che «la nostra democraziaaggredita e ferita è riuscita a prevalere per la forza delsuo radicamento nella coscienza del popolo italiano».«Non pochi tra coloro che hanno seminato morte e vio-lenza – ha detto ancora – hanno finito di scontare laloro pena e dunque hanno avuto la possibilità di rein-serirsi nella società. Le responsabilità morali e storichetuttavia non si cancellano insieme con quelle penali, equesto impone un senso di misura, di ritegno, che maicome a questo riguardo appare indispensabile. Ci sonostati casi purtroppo in cui questa misura è stata supe-rata, con dichiarazioni irrispettose e, talvolta, arrogan-ti, che feriscono e tentano di ribaltare il senso degli e-venti, di fornire alibi di fronte alla storia. Questo nonpuò essere consentito». (Chri. Gio.)

A

Domani Francesco incontra la Chiesa di RomaDalle 19 l’assemblea diocesanaa San Giovanni in Lateranoche concluderà il camminorivolto alle malattie spiritualiSintesi dei lavori con Asolan

G I O R N A T A M O N D I A L E

COMUNICAZIONEEDUCARCI

ALLA VERITÀ

DI MASSIMILIANO PADULA *

erità contro fake news. E, inmezzo, un giornalismo dipace. Papa Francesco parte

dal racconto di unacontrapposizione, ce la spiega e lalega a un discorso su Dio. E,infine, trova la soluzione. È lacomunicazione fatta da persone perle persone a responsabilizzarci, arenderci custodi dell’altro, apurificarci da quella “logica delserpente” che si insinua nel nostrocuore. Il Pontefice affida altradizionale Messaggio per la52esima Giornata mondiale per lecomunicazioni sociali (che sicelebra oggi, come di consueto,nella solennità dell’Ascensione) lasua personale idea dicomunicazione. Un’idea che haradici antiche e ben strutturate.Come si evince dai precedentimessaggi e dai numerosidocumenti magisteriali (nei qualivi è spesso un riferimento al temacomunicativo) ma soprattuttodall’uomo e dal pastore Bergoglioche già, prima di diventare ilsuccessore di Pietro, credeva in unacomunicazione come prossimità,come dialogo e incontro. E chevedeva nella figura del BuonSamaritano l’immagine del buoncomunicatore: ovvero colui che nonsolo si fa prossimo ma si fa caricodi quell’uomo che vede mezzomorto sul ciglio della strada.Comunicare per Francescosignifica, quindi, essere al serviziodell’altro facendosi attrarre dalbene. Quel bene che è messocontinuamente alla prova dalnostro “orgoglioso egoismo” e daicomportamenti che sporcano labellezza originaria della nostraumanità. Siamo uomini e figli diDio. Siamo creati a Sua immaginee incarnati nel mondo. Possiamocomunicare il giusto e il vero maanche creare e diffondere«informazioni infondate, basate sudati inesistenti o distorti e mirate aingannare e persino a manipolareil lettore». Spesso attribuiamo lacolpa al web, alla tecnologia, allesue logiche caotiche e mimetiche,alla velocità digitale che cidisorienta. La ricerca di un caproespiatorio ci rassicura, ci omologa eci ingabbia nelle logiche di un«linguaggio ingannevole che finisceinfatti per offuscare l’interioritàdella persona», snaturandola. Perquesto, Francesco ci regala l’unicoantidoto efficace al virus dellafalsità: la verità, che non è solouna «realtà concettuale ma ha ache fare con la vita intera». Quellavita che proiettiamo ogni giornonegli spazi digitali attraverso ilnostro bisogno legittimo direlazione, di rappresentazione e dinarrazione. “Online” significaquesto ma non solo. Il Papa scegliele fake news come modelli di unacomunicazione inquinata eprovocata dalla «bramosiainsaziabile che facilmente siaccende nell’essere umano». Unacomunicazione – chiarisceFrancesco – che ci ruba «la libertàdel cuore». E all’uomo stesso ilPapa chiede una rispostaimmediata, rapida proprio come le(dis)informazioni che naviganonel web. Francesco ci invita ad«educarci alla verità», a undiscernimento attento a «valutare eponderare i desideri e leinclinazioni che si muovonodentro di noi, per non trovarciprivi di bene abboccando adogni tentazione». La cura,dunque, siamo noi chescegliamo (oppure no) didiventare (angeli) custodi diuna comunicazione mirata allosviluppo del bene, generatricedi fiducia e via di comunione edi pace.

* presidente Copercom

V

il ricordo.La celebrazione per lo statista e la scorta nella sua parrocchia

«Fare tesorodella profeziadi Aldo Moro»

Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150

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e c’è una parola che resta in primo piano nel lun-go impegno di Mario Agnes – morto mercoledì a

Roma all’età di 86 anni – penso possa essere la fe-deltà. Alla Chiesa come comunità incarnata nellacittà, ai Papi che ha servito (soprattutto GiovanniPaolo II), al suo lavoro di storico e di direttore di gior-nale, a quella passione per il bene comune che og-gi latita anche nel mondo politico. Docente di Storiadel cristianesimo alla Sapienza e all’Università di Cas-sino, ma soprattutto presidente dell’Azione cattoli-ca italiana per sette anni, dal 1973 al 1980, dove a-veva raccolto l’eredità di Vittorio Bachelet, e diret-tore dell’Osservatore Romano dal 1984 al 2007. Quan-to alla prima, ne guidò la ripresa in un momento dif-ficile per l’associazione e per l’Italia, attraversata daun nuovo clima culturale e scossa dagli “anni di piom-bo”. Nel secondo, il quotidiano della Santa Sede, spe-se con dedizione totale ventitré anni della sua vita,con una grande cura per i dettagli, e profuse un con-tinuo impegno per approfondire i grandi temi delpontificato di Giovanni Paolo II. Coltivando lo spes-sore culturale della testata e custodendo uno sguar-do largo su Roma e sull’Italia “a caccia” di quel be-ne da raccontare che dava la misura della sua fedeltàanche al Vangelo. (A.Z.)

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Mario Agnes, una vitanel solco della fedeltà

Famiglie, migrantie cresimandi: tremeeting diocesania pagina 3

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Anno XLV – Numero 19 – Domenica 13 maggio 2018

Pentecoste, la Messain piazza San PietroVeglie a San Giovannie ai Santi Apostoli

omenica prossima, solennitàdi Pentecoste, il Papa

presiederà alle ore 10 la solennecelebrazione eucaristica nellabasilica di San Pietro.Sabato 19 maggio, alle ore 19, laChiesa di Roma si preparerà allasolennità di Pentecoste con la vegliarivolta in particolar modo aiconsacrati, che sarà presieduta dalvicario generale per la diocesi,l’arcivescovo Angelo De Donatis. Laveglia culminerà nella celebrazioneeucaristica.Proseguendo nella tradizione ormaiconsolidata, anche quest’anno lecomunità parrocchiali del settoreCentro si ritroveranno a pregareinsieme in attesa della Pentecoste.L’appuntamento è per sabato alleore 21 quando avrà inizio la veglianella basilica dei Santi XII Apostolipresieduta dal vescovo ausiliareGianrico Ruzza.

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la solennità

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DI FILIPPO PASSANTINO

ell’incontro con Papa Francescorestano in noi le sue parole: perquattro volte ha ripetuto l’invito ad

“andare”. Ciò è in piena sintonia con lo scopocon cui Kiko (Arguello, ndr) ha chiesto questoincontro: un Te Deum di ringraziamento alSignore per i 50 anni di presenza delCammino a Roma e per aprirsi al futuro».Giampiero Donnini, il primo ad accogliere il

Diffondere il dialogo dell’amore

L’insegnante e scrittoreè intervenuto sul tema«La responsabilitàdella parola» nella scuoladi Verderocca dedicataa don Andrea SantoroUna iniziativa promossanel 30° della parrocchiaGesù di Nazareth, fondatadal prete ucciso nel 2006Definito decisivo il ruolodi famiglia e professoriIl monito verso i social«rischio per gli adolescenti»

raldo Affinati, insegnante e scrittoreromano, è stato protagonista martedì

dell’incontro “La responsabilità della parola”,nella scuola Andrea Santoro a Verderocca.Rivolta a genitori, insegnanti ed educatori, laconferenza è stata organizzata dallaparrocchia Gesù di Nazareth, incollaborazione con Anver onlus e l’istitutocomprensivo Celli, nell’ambito dellecelebrazioni per il trentennale della chiesafondata da don Santoro, il sacerdoteassassinato in Turchia nel 2006. Consideratotra i narratori più importanti della suagenerazione, Affinati, professore di italiano estoria, ha parlato della sua esperienza didocente, del rapporto faticosamente costruitocon gli studenti della scuola di lingua perstranieri Penny Wirton, fondata con la moglieAnna Luce Lenzi. Pur ritenendo le nuovetecnologie una risorsa utile, lo scrittoreconsidera il web e la diffusione dei social

E network «un rischio per gli adolescenti».L’avvento di internet ha causato una sorta diisolamento dei ragazzi e «non sempre unamaggiore informazione coincide con unamaggiore conoscenza». «Dobbiamonecessariamente recuperare un’esperienzaprofonda della realtà che questa rivoluzioneinformatica ci sta negando», ha dichiarato.Decisivo in tal senso il ruolo dei genitori edegli insegnanti, che non devono solosuggerire delle norme di comportamento maoffrire degli esempi concreti. «Gli adulti e iragazzi devono ritrovare un rapporto che liporti a compiere azioni insieme – haproseguito Affinati –. Per essere credibili comegenitori, insegnati ed educatori dobbiamoincarnare le parole che pronunciamo senzalimitarci a proclamarle. Il luogo indicato peressere testimoni credibili è la scuola. È da quiche bisogna ripartire ma solo se i docentiritrovano un’alleanza con i genitori». (Ro. Pu.)

DI MICHELA ALTOVITI

apa Francesco è stato accolto da unallegro vociare e tante mani tese,desiderose di ricevere la sua stretta,

domenica pomeriggio nella parrocchia delSantissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi,alla periferia est di Roma. Una veradomenica di festa per il quartiere che si èriversato sulle strade e su largo Agosta,dove sorge la chiesa, per salutare ilPontefice sotto gli ombrelli colorati ariparare dalla pioggia sottile che poi halasciato spazio al sole. Tante anche lepersone affacciate ai balconi dei

condomini circostanti, addobbati constendardi e cartelloni: tra il bianco e ilgiallo della bandiera vaticana spiccava unconfidenziale «Grazie, France’». E familiareè stato il clima in cui si è svolta la visitapastorale. Accolto dall’arcivescovo vicarioAngelo De Donatis, dal cardinale titolaredella parrocchia Josè Gregorio RosaChavez, dal cardinale Luis Antonio Tagle,arcivescovo di Manila e presidente diCaritas Internationalis, e dal parroco donMaurizio Mirilli, Francesco si è dapprimarecato nel campetto dell’oratorio dove,sotto l’immagine stilizzata della Madonnadel Perdono, qui tanto venerata, harisposto alle quattro domanderivolte da un genitore, unagiovane, un’adolescente e unbambino. Filo rosso nelleparole di Francesco è stato ilruolo e il valore della famiglia:«Per favore, lavorate perdiffondere il dialogodell’amore», ha chiesto,sollecitato dall’interrogativo diMauro, padre di tre figli e tra iresponsabili dell’oratorio. «Lasaggezza della vita si acquisiscein famiglia e si trasferisce con ildialetto dell’amore», hachiosato il Pontefice. Alleanimatrici Simona e Beatriceche chiedevano indicazioni peressere vere testimoni della gioiadella fede tra i loro coetanei,Francesco ha consegnatol’impegno della «vicinanza,

Pfatta di accoglienza sincera, perché laChiesa cresce non per proselitismo ma perattrazione». Infine, la promessa del ricordonella preghiera per la mamma malata alpiccolo Mattia, 10 anni, e l’ammonimentoper tutti: «Pregate sempre per i vostrigenitori: la famiglia si fa anche con lapreghiera». Quindi, il Papa ha vissuto duemomenti intimi della sua visita: nel saloneparrocchiale ha incontrato e abbracciatogli anziani e i malati, poi è salito abenedire e inaugurare la “Casa dellagioia”, la casa famiglia per persone condisabilità realizzata nei locali delsottotetto: abitata da otto ospiti, due suoree una laica che Francesco ha salutato ebenedetto. Un progetto fortemente volutodal parroco e sostenuto dal Vicariato.Prima della Messa solenne, il Papa haconfessato tre mamme della parrocchiaprovate da un particolare dolore in questafase della vita. Un’altra mamma ha sentitoforte la vicinanza di Francesco: nel corsodella Messa infatti il Papa ha impartito ilsacramento della confermazione a Paola ealla sua bambina Maya, 12 anni, affetta dauna malattia genetica mitocondriale. Nellasua omelia poi il Papa ha richiamato allaconcretezza dell’amore autentico, quellonel quale Gesù, nel Vangelo, invita arestare: «L’amore non è quello dei telefilm– ha detto – ma è farsi carico degli altri,servendoli. L’amore si fa vedere nelleopere, è concreto. Perciò devo chiedermi:io amo? E che cosa faccio?». Ancora, unaprovocazione: «L’amore vero è il contrariodel parlar male, del chiacchiericcio – haammonito il Papa –: quello è un amore difacciata, è solo vernice. Invece iltermometro per misurare la temperaturadel mio amore è la lingua». Prima dicongedarsi, Francesco ha benedetto tutti ifedeli che hanno seguito la celebrazionedal maxischermo sul sagrato della chiesa.

La visita del Papa al Santissimo Sacramentoa Tor de’ Schiavi. La Cresima a una bambinaaffetta da una malattia genetica e alla madre

Affinati: educazione, serve un’alleanza docenti-genitori

Nel raduno di Tor Vergatal’invio del Papa in missioneSostegno anche a due rettoriedi piazza Venezia e Navona

Inaugurata la casa famigliaper persone con disabilitàFrancesco ha confessatotre mamme della comunitàL’abbraccio ad anziani e malatie l’incontro in oratorio

Cammino neocatecumenale nella Capitale nel’68, traccia un bilancio dell’incontro con PapaFrancesco, che si è svolto a Tor Vergata il 5maggio scorso. «Abbiamo avuto la confermache Pietro è con noi, la presenza del Papa èfondamentale e ci appoggia», aggiunge.Francesco in quell’occasione ha inviato 25comunità, che nelle parrocchie di Romahanno concluso questa forma di iniziazionecristiana, in altrettante parrocchie delleperiferie romane su richiesta dei parroci per«richiamare i lontani dalla fede». «Dal ‘68 aoggi la popolazione si è spostata nelleperiferie in maniera massiccia – spiegaDonnini –. La pastorale deve rispondere aquesta presenza nuova. Le nostre comunitàseguono l’invito del Papa e vanno proprionelle periferie». Nei giorni scorsi Donnini haaccompagnato, come catechista, unacomunità del Cammino, accolta dal parroco,a San Pier Damiani, a Casal Bernocchi. Lì è

arrivata la quarta comunità da San LeonardoMurialdo, in viale Marconi, inviata daFrancesco. Si aggiunge ad altre due comunitàinviate da Benedetto XVI nel 2009, quella diSanta Francesca Cabrini, a piazza Bologna, e laseconda di San Leonardo Murialdo. Tantealtre le realtà della periferia romana, lamaggior parte si trovano oltre il Raccordo, chehanno richiesto l’invio di comunità delCammino: Sant’Anselmo alla Cecchignola,San Francesco d’Assisi ad Acilia, San GiovanniBattista de La Salle al Torrino, Santa MariaJosefa a Ponte di Nona, Sant’Antonio aCirconvallazione Appia, San Cleto,Sant’Alfonso Maria de’ Liguori a Labaro, SanGiovanni Maria Vianney, San Patrizio al CollePrenestino. «Si trovano in quartieri nuovi incui i parroci hanno bisogno di un aiuto perevangelizzare i lontani, che poco o maifrequentano la parrocchia – afferma Donnini–. Le comunità per raggiungerle impiegano

molto tempo ma sonocontente di andare. La loromissione è quella di portarel’annuncio della Parola nellecase, andare oltre unapastorale tradizionale. Nonvanno ad aprire il Cammino».Soprattutto periferia, ma nonsolo. I rettori di due rettoriedel centro di Roma hannochiesto l’invio di duecomunità neocatecumenali:Santissimo Nome di Maria, a piazza Venezia, eSanta Maria della Pace, a piazza Navona. Inun’altra parrocchia come i Santi SetteFondatori invece il parroco ha chiesto l’inviodi una comunità del Cammino, perché «inparrocchia ha soprattutto anziani». Terreno dievangelizzazione sono pure parrocchie diperiferia come Santa Maria delle Grazie, aPorta di Roma. In quella zona i Mormoni

Le comunità del Cammino in periferia e al centro

stanno realizzando un grandissimo tempio e iTestimoni di Geova, quasi di fronte, hannoun’ampia sala. «Dove il cattolicesimoindietreggia altre confessioni religioseavanzano – evidenzia Donnini –. I parroci siaccorgono, però, che, quando le comunitàvanno ad annunciare il Vangelo nelle case, iTestimoni di Geova non vanno più. Trovanoun terreno che non è abbandonato».

L’incontro dei neocatecumenali con il Papa a Tor Vergata

De Donatis: chiamati ad essere «Sindone vivente» tra i fratellil 9 maggio del 1506, con la bolla“Salubria vota”, Papa Giulio IIapprovava il culto pubblico della

Sindone, istituendone la festa il 4 maggiocon Santa Messa ed ufficio liturgico propri.La data commemorativa venne fissata peril giorno successivo a quello in cui laChiesa già ricordava il ritrovamento dellaCroce, avvenuto a Gerusalemme nell’anno320 ad opera di Sant’Elena. Quest’anno, aRoma, la festa liturgica è stata celebratacon due momenti curati dal Centrointernazionale di sindonologia di Torino,l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum eil Centro diocesano di sindonologia GiulioRicci. Venerdì sera (4 maggio), prima,presso la Sala San Bernardo dellaparrocchia di Santa Croce in Gerusalemmesi è tenuta una conferenza dal titolo“Pagine di storia: Umberto II e ladonazione della Sindone al Papa”, poi èstata celebrata la Messa presiedutadall’arcivescovo Angelo De Donatis. Lostudioso Antonio Cassanelli, responsabile

del Centro diocesano di sindonologiaGiulio Ricci e docente di sindonologia alRegina Apostolorum ha ripercorso le tappestoriche che hanno condotto il lenzuolo dilino dalle mani di Pietro a quelle del suosuccessore Papa Giovanni Paolo II. LaSindone, infatti, per volontà testamentariadi Umberto II fu lasciata in eredità allaSanta Sede nel 1983, dopo più di cinquesecoli di possesso sabaudo. «La Sindone èil documento storico che da duemila annicustodisce la sfumata impronta corporeadi un uomo, che per noi è Gesù», hasottolineato Cassanelli. Dell’importanza«della contemplazione del volto di Cristo»ha parlato nella sua omelia monsignor DeDonatis: «Per conoscere il Padre, ènecessario conoscere il Figlio – ha detto –:noi diventiamo quello che contempliamoe come cristiani siamo chiamati ad essere“Sindone vivente” presso i fratelli,portando in noi i segni della morte erisurrezione di Gesù».

Michela Altoviti

IDon Ciotti e De Raho martedì a Ostia

ontinuano gli incontri or-ganizzati dalla Prefettura

26 nel settore Sud. Martedì 15maggio alle 20.30, la parroc-chia di Regina Pacis (piazzaRegina Pacis, 13) ospiterà donLuigi Ciotti, fondatore dap-prima del Gruppo Abele, co-me aiuto ai tossicodipenden-ti e altre varie dipendenze,quindi dell’Associazione Li-bera contro le mafie, e il pro-curatore nazionale antimafiaFederico Cafiero De Raho. Laserata di riflessione, aperta atutti, ha come titolo «Lega-lità e Giustizia». Modera l’in-contro Antonio Mira, capore-dattore della redazione ro-mana di Avvenire. Sottotito-lo della serata di riflessione:«Perché Ostia riveli il suo vol-to migliore».

C

L’ostensione della Sindone

Papa Francesco con don Maurizio Mirilli e monsignor Angelo De Donatis (foto Gennari)

La Messa del Papa al Santissimo Sacramento (foto Gennari)

2 Domenica13 maggio 2018

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Page 3: C «Fare tesoro - RomaSette · montessoriano». Padre Luigi Capozzi, superiore della comunità, era viceparroco in quei giorni. Accompagnò i poliziotti dalla signora. «Con la faccia

DI ROBERTA PUMPO

ccoglietevi come Cristo haaccolto voi»: questo il te-ma scelto per la XXVII e-

dizione della Festa dei Popoli orga-nizzata dall’Ufficio diocesano per lapastorale delle migrazioni e dallaCaritas di Roma, in collaborazionecon le comunità cattoliche etniche,con Impresa Sant’Annibale onlus etante realtà che lavorano nel campodelle migrazioni, per domenica 20maggio in piazza San Giovanni inLaterano. Una giornata, a partire dal-le 9, in cui colori, tradizioni, cultu-re, cibi di oltre cinquanta etnie si me-scoleranno all’ombra della cattedraledi Roma. Novità di quest’anno, lapresenza di un’autoemoteca sul sa-grato della basilica per la donazio-ne del sangue, gesto che vuole ulte-riormente testimoniare che l’acco-

glienza per i cristiani «non è un op-tional ma è farsi carico di tutte le e-sigenze del prossimo», spiega il di-rettore dell’Ufficio diocesano mon-signor Pierpaolo Felicolo. Alle 10,nel Pontificio Seminario RomanoMaggiore, si terrà il convegno “LaChiesa in ascolto”. Tra i partecipan-ti un rifugiato maliano che nel gen-naio 2010, a Rosarno, fu coinvoltonegli scontri a sfondo razziale. Conaltri sei giovani africani gestisce lacooperativa sociale Barikamà – cheproduce, vende e consegna in bici-cletta yogurt ed ortaggi biologici – eun bar nel parco Nemorense. Al con-vegno interverranno anche un rifu-giato accolto dal Centro Astalli e unragazzo giunto in Italia da solo quan-do era minorenne, il quale raccon-terà le difficoltà incontrate durantel’estenuante viaggio e il difficile per-corso di integrazione. A mezzogior-

no nella basilica di San Giovanni inLaterano le diverse etnie animeran-no la celebrazione eucaristica pre-sieduta dall’arcivescovo Luis Franci-sco Ladaria Ferrer, prefetto dellaCongregazione per la dottrina dellafede. Una celebrazione “universale”con il Gloria intonato dai congole-si, l’intronizzazione della Parola inbrasiliano, il salmo in malayalam,la preghiera dei fedeli in diverse lin-gue, l’offertorio affidato alla comu-nità latino–americana, il Sanctus inucraino e il canto di Comunione inarabo e rumeno. Al termine dellaMessa alcune comunità offriranno iloro piatti tipici. Sarà possibile as-saggiare il pollo mwambe prepara-to dai congolesi, il borsch, piatto tra-dizionale ucraino, la cucina filippi-na ricca di riso, pesce e salse, le zup-pe speziate nigeriane, e ancora i piat-ti eritrei, camerunensi, rumeni e po-

lacchi. L’incontro fraterno tra cultu-re tanto diverse, che passa anche at-traverso la degustazione di piatti tra-dizionali, è infatti il perno della ma-nifestazione soprattutto in questomomento sto-rico in cui ladiffidenza ha ilsopravvento.In tal senso laFesta dei Po-poli vuole es-sere la «medi-cina che scon-figge la paurache spesso ciattanaglia –aggiunge Feli-colo –. Cresce ogni anno dandomaggior vigore a un cammino di in-tegrazione che non deve confondersicon l’assimilazione, perché la per-sona accolta ha il diritto di mante-

nere le proprie tradizioni. ComeChiesa siamo chiamati a stare ac-canto ai migranti, a rivolgere la no-stra attenzione verso gli ultimi e adoffrire un’accoglienza intelligente

volta a compren-dere le ragioni del-la loro fuga daiPaesi di origine.Non a caso la Fe-sta viene organiz-zata nella catte-drale di Roma che,nel cuore dellacittà, apre il suocuore e spalanca lesue braccia a tut-ti». Alle 17, al ter-

mine di uno spettacolo multietnicoè prevista una sfilata di abiti tradi-zionali. La Festa si concluderà con ilconcerto organizzato dal World In-tercultural Institute.

n altare tutto per i bambini. Ognidomenica nella basilica minore diSan Pancrazio alla Messa dei più

piccoli l’Eucarestia non viene celebrataall’altare maggiore, ma viene allestito alcentro della chiesa un apposito altare percoinvolgere meglio i piccoli fedeli con leloro famiglie nell’allestimento e nellaliturgia. Il vicario di Roma monsignorAngelo De Donatis, in occasione dellafesta patronale incontrerà oggi questegiovani famiglie pienamente coinvoltenelle celebrazioni e nelle catechesi. Dacinque anni, infatti, al termine della Messadomenicale, nei locali della parrocchia dipiazza San Pancrazio il catechismo non èriservato solo ai bambini che si preparanoper il sacramento della Comunione e dellaCresima ma anche ai loro genitori cheseguono le catechesi del parroco, padreErnest Jan Zielonka. La Messa di questa

mattina – alla quale parteciperanno anchela principessa Gesine Doria Pamphilj e ilmarito, il diacono Massimiliano Floridi –chiude una settimana di celebrazioniorganizzate in onore di san Pancrazio,decapitato a soli 14 anni per essersirifiutato di rinnegare la sua fede cristiana.Sulla sua tomba Papa Simmaco feceedificare l’attuale basilica affidataall’ordine dei carmelitani scalzi. Grazie allapresenza delle catacombe, la comunità hastretto con le comunità ortodosse russeimportanti rapporti ufficializzati in questesettimane con la firma di un accordo conla Pontificia Commissione di archeologiasacra nel quale è specificato il carattereecumenico del sito che negli anni hapermesso di avviare dialoghi ecumenicianche con la comunità ortodossageorgiana. Stretto anche il legame con lacomunità ebraica di Roma. La comunità di

San Pancrazio, infatti, è composta dadiecimila persone, metà delle quali sonoebrei. «Ci incontriamo assiduamente periniziative culturali – spiega padre Ernest –.Abbiamo organizzato conferenze sullecatacombe di San Pancrazio un tempocollegate con quelle ebraiche, e,recentemente con Claudio Procaccia,direttore del Dipartimento della culturadella Comunità ebraica di Roma, abbiamotenuto una conferenza su Jan Karski, ilprimo polacco che denunciò lo sterminiodegli ebrei». I volontari del centro diascolto della Caritas offrono accoglienza esostegno alle famiglie in difficoltàdistribuendo viveri, vestiario e ognigiovedì mattina offrono la colazione. Inoccasione di importanti festività liturgicheil sabato viene offerto il pranzo a 150persone. In collaborazione con le Acli èattivo lo sportello “Punto famiglia San

Pancrazio” volto a tutelare genitori,coppie, giovani, anziani e bambini conservizi gratuiti di informazione, aiuto,consulenza legale e psicologica.«Abbiamo inoltre sposato il progettodella onlus “Parkinzone” – proseguepadre Ernest –: nei locali parrocchialiospitiamo i membri dell’associazione cheutilizzano le arti per sviluppare dellestrategie assistenziali e riabilitativecomplementari per il Parkinson». Tra lenumerose realtà parrocchiali c’è il gruppomissionario che ha come obiettivo quellodi sostenere progetti a favore dellemissioni in Africa, in particolare inUganda e in Burundi, rivolti soprattutto aibambini rimasti orfani a causa delleguerre. È stato avviato un programma diadozioni a distanza del quale hanno giàbeneficiato cento bambini.

Roberta Pumpo

UA San Pancrazio ogni domenica un altare per i bambini

L’iniziativa della parrocchiaper coinvolgere i più piccolinella liturgia. Ecumenismo,legame con gli ortodossi russi

Un incontro diocesano volutodal vicario Angelo De Donatische presiederà al mattinola Messa nel nuovo Santuario

L’invito rivolto soprattutto allecoppie che «vorranno rendersidisponibili per porsi al serviziodi un rinnovato annuncio»

Famiglie, un meetingil 20 al Divino AmoreDI FILIPPO PASSANTINO

ome lo Spirito Santo discesesugli apostoli così domenicaprossima, nel giorno di

Pentecoste, si pregherà al santuariodel Divino Amore perché discendaanche sulle famiglie chiamate aportare nella città il Vangelo ad altrefamiglie. Si svolgerà con questaintenzione l’incontro diocesano“Accogliersi per accogliere. Lafamiglia luogo di comunionenell’amore”, organizzato dal Centroper la pastoralefamiliare delVicariato.Momenti dipreghiera, manon solo.Nell’auditorium,alle 11, è inprogramma unincontro–dialogocon GiovanniRamonda,presidentedell’associazioneComunità Papa Giovanni XXIII,fondata da don Oreste Benzi. «Saràun’occasione per calare l’Amorislaetitia nella realtà concreta dellefamiglie. Guarderemo quello chevivono oggi nel loro quotidiano,parleremo dei loro problemi ecercheremo di scoprirne i talenti –annuncia Ramonda –. Sarà unmomento per ritrovare la capacità diaccogliersi e di accogliere anche lesituazioni di fragilità esterne chepossono esserci a volte nelle nostrecase, tra i parenti, o di aprire le portedei nuclei familiari a situazioni dipovertà esterne, a rigenerarenell’amore altre persone, i poveri, gliultimi». Dopo il pranzo ognifamiglia avrà un tempo adisposizione per stare insieme o perpartecipare ad alcune iniziativeproposte dal Centro diocesano perla pastorale familiare. Alle 16, ilvicario del Papa per la diocesi diRoma, monsignor Angelo DeDonatis, presiederà la solennecelebrazione eucaristica diPentecoste nel santuario nuovo. Con

Cuna lettera indirizzata ai sacerdotidella diocesi l’arcivescovo li haincoraggiati a estendere l’invito «inmodo forte» a tutte le famiglie delleloro comunità. Un’iniziativa che siinserisce nell’ambito del«rinnovamento della pastoralefamiliare alla luce di Amoris laetitia,nel solco del cammino che abbiamoiniziato già dallo scorso annopastorale». «Mi piacerebbe che, nelclima di gioia e di fiducia che ildono rinnovato dello Spirito ciinfonde – scrive De Donatis –, tante

famiglie dellanostra diocesipossano vivereun momento diserenità e dipreghiera,riflettendoinsieme sullesfide cui fariferimento ilPapanell’esortazioneapostolica che ciha consegnato.

Sarebbe molto bello poter avere connoi anche quelle coppie che sistanno preparando al matrimonioda celebrarsi nei prossimi mesi».L’invito è rivolto dunque a tutte lefamiglie, specialmente a quelle che«vorranno rendersi disponibili perporsi al servizio di un rinnovatoannuncio del Vangelo dellafamiglia», a quelle impegnate nellapastorale post–battesimale e allegiovani coppie. «Si realizzerà unlavoro fatto di ascolto e di confrontoper individuare le urgenze a cui darerisposta e le priorità per far crescerela corresponsabilità delle famiglienella vita parrocchiale, cercando dicostruire una nuova rete di pastoralefamiliare nella diocesi – spiega ildirettore del Centro per la pastoraledella famiglia, monsignor AndreaManto –. Saranno loro ad andareincontro a quelle che voglionoavvicinarsi alla fede, partendo dellapropria esperienza di coppia lettaalla luce del Vangelo». Un momentodi incontro e di festa che daràseguito a un’altra iniziativa che si è

svolta durante l’anno pastorale: ilcorso nei cinque settori della diocesi“Accogliersi per accogliere”, unitinerario formativo per operatoridella pastorale familiare. «Lefamiglie che si impegneranno inquesta missione – sottolinea Manto– diventeranno una ricchezzagrande per tante persone che, neiritmi frenetici della vita quotidianao nell’anonimato dei nostricondomini, hanno bisogno di unmomento di sollievo dalle lorofatiche, di essere aiutate a vincere

scoramento e solitudine e arimarginare le loro ferite». Durantela giornata, nel santuario del DivinoAmore sono previsti percorsi dianimazione a tema con giochi per ibambini presenti. Nei pressi degliambienti che verranno utilizzatisaranno allestiti “punti bebè” confasciatoi per i più piccoli. «In unluogo dove si riflette su accogliersiper accogliere devono essere tenutepresenti le esigenze concrete equotidiane delle famiglie. E cosìvogliamo fare».

Appuntamento nell’ambitodel rinnovamentodella pastorale familiarealla luce di «Amorislaetitia»Dialogo con Ramonda,presidente della ComunitàPapa Giovanni XXIII

XXVII edizione domenicaa San Giovanni. Liturgiacon l’arcivescovo Ladariaanimata da 50 etnieColori, tradizioni e cibiall’ombra della cattedraleUn convegno al Maggiore

DI GIULIA ROCCHI

arà dedicata a “La storiainfinita” di Michael Ende laFesta dei Cresimandi 2018,

in programma sabato prossimodalle 15 alle 19 al Seraphicum(via del Serafico, 1 – fermatametro B Laurentina). Inprogramma uno spettacoloispirato al romanzo che vedràprotagonista Giovanni Scifoni elo stesso don Andrea Cavallini,direttore dell’Ufficiocatechistico diocesano. Quindila merenda e poi un momentodi preghiera guidato dal vicariomonsignor Angelo De Donatis.Per tutti i partecipanti in regaloun braccialetto, disponibile indue colori, con su stampati duehashtag: #desiderio e #amicizia.Parole chiave che fanno da filoconduttore alle avventure diBastian, preadolescente come iragazzi che si preparano aricevere il sacramento dellaConfermazione, eroe delromanzo di Ende pubblicato inItalia nel 1981. «La Festa èrivolta ai ragazzi tra i 12 e i 15anni e “La storia infinita” ha perprotagonista un loro coetaneoche entra in un libro – spiegaCavallini –. Tutto è incentratosui suoi desideri, cheinizialmente sono diautoaffermazione. Grazie altalismano Auryn può esaudirlitutti, ma per ogni desiderioperde un ricordo, e questo lorende sempre più solo e piùinfelice. Alla fine arrivaaddirittura a litigare con Atreju,che rappresenta il suo miglioreamico. Ma poi Bastian capiscedi avere sogni più belli e piùgrandi, e proprio grazieall’amicizia riesce a salvarsi. Lascena conclusiva è una scenabattesimale, in cui Bastian entra

nella Fontana della Vita e insostanza esce dal librorinnovato». Un po’ comeavviene con il sacramento che iragazzi si apprestano a ricevere,sottolinea il sacerdote: «Questolibro ci piace perché la Cresimarichiama il Battesimo. Poi c’è iltema forte dell’identità. Bastianè uno “sfigato”, come direbberoi ragazzi. Pensa che la soluzioneai suoi problemi sia diventarealtro da sé. Invece scopre che ilpunto è avere un cuore diverso.La soluzione è amare». DonAndrea ha 40 anni e conoscebene l’opera di Ende. Così comeGiovanni Scifoni – attoreteatrale, autore e regista nonchévolto noto di tante serietelevisive –, a cui sarannoaffidati cinque reading sualtrettanti brani de “La storiainfinita”, mentre il direttoredell’Ufficio diocesanocommenterà e raccorderà traloro i vari passaggi. «Saremoaccompagnati da due musicisti– anticipa Cavallini – mentre suuno schermo saranno proiettatealcune immagini realizzatedall’illustratore Andrea Pucciispirate al romanzo». Perché ilriferimento della Festa è proprioil libro, e non il film uscito nel1984, successo di pubblico evincitore di numerosiriconoscimenti ma rinnegatodallo stesso Ende, che intentòaddirittura una causa allaproduzione per chiedere ditogliere il suo nome dai titoli ditesta. «La seconda parte delpomeriggio sarà dedicata allapreghiera con il vicario –riprende il direttore dell’Ufficiocatechistico –. Siccome saremoalla vigilia di Pentecoste, sitratterà di una sorta di piccolaveglia con i ragazzi, della duratadi circa re quarti d’ora».

S

Cresimandi al Seraphicumsu «La storia infinita»

San Pancrazio

Giovanni Scifoni

La Festa dei Popoli 2017 (foto Gennari)

3Domenica13 maggio 2018

Festa dei Popoli, una giornata all’insegna dell’accoglienza

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DI FILIPPO PASSANTINO

li affreschi ritrovano la loroforma, i colori tono, imosaici il loro splendore. È

l’esito del restauro della facciata diSanta Maria in Trastevere,terminato dopo quindici mesi dilavoro. Le impalcature sono staterimosse e il nuovo volto delprospetto è stato presentato lunedìalla stampa e al quartiere,nell’ambito della Festa del Rione.L’inaugurazione era prevista nellapiazza ma la pioggia ha impostoche si svolgesse all’interno dellabasilica. L’intervento è stato curatodalla Soprintendenza specialeArcheologia, belle arti e paesaggiodi Roma. «Gli affreschiottocenteschi che risultavano ormaisbiaditi hanno riacquistatoleggibilità e il mosaico medioevalel’originaria lucentezza», ha spiegatoil soprintendente FrancescoProsperetti. Il restauro «benriuscito» è stato possibile grazie aifondi messi a disposizione dalministero beni culturali e dallaSoprintendenza speciale di Roma.Il lavoro si è articolato in varie fasi:lo studio delle fonti, la campagnadiagnostica e infine la pulitura e ilrestauro caratterizzato datecnologie «reversibili, avanzate einnovative». Con un pizzico diironia monsignor Vincenzo Paglia,a lungo parroco della basilica diSanta Maria in Trastevere e oggipresidente della PontificiaAccademia per la vita, ha detto che«attraversando la piazza rischiavodi rimanere con il collo bloccatoper vedere questa splendida facciatache così non abbiamo mai visto.Nell’ultimo restauro lavoraronoanche sulle scolature dell’acqua –ha aggiunto –. Adesso è stato fattoun lavoro meraviglioso. Il mosaicodi sera è illuminato perché qui lapresenza del Signore è costante, siadi giorno sia di notte». Laspecificità del lavoro realizzato stanell’aver dovuto affrontaretipologie di manufatti diversissime:il mosaico medioevale, la pittura

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ohamad e Pietro erano sul ciglio del marciapiede, pocodistanti da un centro di accoglienza, intenti a frantumare conun sasso un panino con mortadella. Al mio interessamento

hanno risposto con un sorriso, mostrando la bocca priva di denti. Fu unsegnale: in quel momento, e loro non lo sapranno mai, germogliò l’ideadi un nuovo servizio di volontariato, necessario ed urgente per tanti altrifratelli in difficoltà come loro, “gli ultimi”». La presidente Laura BrunoUgolini ricorda così la nascita, nel 2004, del Centro odontoiatricovincenziano intitolato a padre Giuseppe Menichelli. La struttura si trovaal civico 1 di via Virginio Orsini ed è specializzato nella prevenzione enella cura delle patologie odontostomatologiche. Il tutto gratuitamente,grazie al supporto di volontari e di quanti lo sostengono con generosedonazioni. Proprio allo scopo di raccogliere fondi per il Centro,l’Associazione Solidarietà vincenziana e l’Associazione Enrico Totipromuovono lo spettacolo interattivo di musica e teatro “Un amore diconcerto – Le mille facce dell’amore”, in programma sabato 19 maggioalle ore 17 all’Auditorium Due Pini (via Zandonai 2, angolo piazzaGiuochi Delfici). La voce di Claudia Toti Lombardozzi saràaccompagnata al pianoforte da Lorenzo Porzio, mentre le parti recitatesaranno affidate a Roberta Amoroso, Claudia Natale e Yuri Napoli. IlCentro odontoiatrico Padre Giuseppe Menichelli è dedicato alle personecon reddito minimo, indigenti, anziani senza risorse, bambini,immigrati o comunque persone prive di assistenza sanitaria. «Vi prestanola loro attività volontaria e gratuita 48 persone – sottolinea ancora lapresidente – di cui 22 odontoiatri, 3 odontotecnici, un assistente allapoltrona e 22 persone addette all’accoglienza e segreteria. Le sensibilispese di esercizio per i soli materiali d’uso sono state fino ad oggipossibili solo grazie ai contributi di privati. È importante dare all’uomobisognoso un aspetto decoroso attraverso il quale possa ritrovare la suadignità, ritrovare la fiducia nella possibilità di una vita normale, di unafamiglia, di un lavoro». Per questo l’invito è a intervenire numerosi alconcerto di sabato prossimo e aiutare così la struttura ad andare avanti.«Scopo del nostro Centro – riflette ancora Bruno Ugolini – èinnanzitutto quello di responsabilizzare i nostri pazienti all’importanzadel cavo orale, visto non come un sistema a sé stante, bensì comeespressione dell’essere umano nella sua finalità. È fondamentale per lanostra équipe odontoiatrica donare qualità anche a quelle persone che,per motivi vari, non potrebbero permettersela, per migliorarsi non solodal punto di vista estetico e funzionale, ma anche e soprattutto dal puntodi vista psicologico». Perché, come diceva padre Menichelli, «i poveri nonci chiedono di andarli a raggiungere nella loro miseria, ma di aiutarli auscirne dignitosamente».

Giulia Rocchi

parietale ottocentesca, le statue e lestrutture in travertino e granitosettecentesche, i consolidamentidella muratura e la realizzazionedei percorsi per l’acqua piovana. Diqui la ricchezza del lavorocompiuto, segnalata da AlessandroZuccari, docente di Storia dell’artemoderna alla Sapienza. «La facciatadella basilica è diversa da quelledelle altre chiese di Roma – haspiegato –. Non è una struttura intravertino che si sovrapponeall’edificio ma è come unoschermo aperto realizzato neltempo. Presenta infatti unastratificazione storica, dall’AltoMedioevo, con lo splendidomosaico, alle fasi rinascimentale ebarocca, attraverso vari rifacimentitra cui il portico settecentesco diCarlo Fontana, fino all’Ottocentocon gli affreschi di SilverioCapparoni, che tornano a essereleggibili anche dalla piazza».Presenti alla serata, animata dalCoro della Collina e dal CoroZenzero diretti dal maestroLudivico Versino, anche lapresidente del I Municipio SabrinaAlfonsi, il fondatore e il presidentedella Comunità di Sant’Egidio,Andrea Riccardi, e MarcoImpagliazzo. Il cardinale titolaredella basilica Carlos Osoro Sierra,arcivescovo di Madrid, haricordato che «in questoluogo la Vergine Mariaha una presenzaparticolare». Il parrocomonsignor Marco Gnaviha evidenziato come «lafacciata ci parla disaggezza cristiana, dellevergini sagge con alcentro la Vergine con ilBambino Gesù. È comeun alfabeto che ciintroduce in una casa, inun tempio che è aperto atutti i sofferenti. Ilrestauro è stataun’operazione attesa diumanità, di cultura e dievangelizzazione».

Cinquant’anni del Centro di teologia per laiciDI MICHELA ALTOVITI

ra il 1966 quando nasceva, nelladiocesi di Roma, il Centro diteologia per laici. L’obiettivo:

formare e rendere protagonistadell’annuncio cristiano il laicato. A 50anni dalla conclusione del primo annoaccademico del percorso triennale distudi, mercoledì, all’Istituto EcclesiaMater (Pontificia UniversitàLateranense), a cui il Centro afferiscedal 2006, l’anniversario è statoricordato con una conferenza delteologo monsignor Giuseppe Lorizio. Aspiegarne le motivazioni, il preside delCentro monsignor Antonio Sabetta. «Inoccasione di uno speciale anniversario– ha affermato –, abbiamo pensato diriflettere sul senso dello studio dellateologia oggi, al tempo di PapaFrancesco e in un contestoprofondamente mutato rispetto al

Eperiodo post–conciliare». Il Centrodiocesano di teologia per laici infatti fuun frutto del Concilio Vaticano II e«rispose in particolare alle indicazionidella costituzione Lumen gentium che alcapitolo secondo conferisce valorefondamentale, nella Chiesa, al ruolodel popolo di Dio – ha spiegato ancoraSabetta – ma è importante che chiannuncia il Vangelo lo annunci bene,con competenza, come Francescosottolinea nell’esortazione apostolicaEvangelii gaudium». Sono oltre 5mila ilaici che in 50 anni hanno frequentato icorsi del Centro di teologia, che oggi ha220 iscritti totali tra le sei sedi dislocatenei quattro settori della diocesi; lelezioni si svolgono il lunedì e il martedìin orario serale, compatibile con gliimpegni lavorativi e familiari. Tenerecorsi di teologia per laici «non è offrireun indottrinamento né fornirestrumenti spendibili nella catechesi o

nel servizio in parrocchia – hasottolineato Lorizio aprendo il suointervento –: non si tratta di unateologia di serie B e quindi di valoreinferiore a quella insegnata nelleuniversità e nelle accademie», anzi,l’avvicinarsi alla teologia da parte dellaicato richiede «un ripensamento dellostatuto della teologia stessa che devericonoscere il laico non solodestinatario di contenuti maprotagonista». L’auspicio di Lorizio èquello di un cambiamento diprospettiva: «Dalla teologia per laicibisogna pervenire ad un laicato dellateologia» ossia «è necessario prenderele distanze da un certo clericalismoaccademico che vuole la teologiachiusa nel castello inaccessibile dellacultura, propria degli addetti ai lavori».Si tratta di saper vedere nel laico «enella cultura secolare non un nemiconé una minaccia ma un’opportunità

per un dialogo autentico perché siamonel secolo e abitiamo il nostro tempo:da questo non si può prescindere».Lorizio ha evidenziato come «lateologia debba parlare al mondo edessere presente nel dibattito sociale suigrandi temi della polis». Ancora, ilteologo ha offerto delle indicazioni dimetodo presentando il «caratterepositivo della teologia che si fondasull’analisi storica e critica dei testi,Bibbia e magistero». Da ultimo, Lorizioha messo in luce i due compiti dellateologia odierna, non puramenteaccademica ma aperta e attenta almondo moderno e globalizzato: «Devefarsi custode del destino dell’Occidentericordando le radici su cui si fonda lanostra civiltà e cioè la cultura greca, ildiritto romano e il Vangelo»; ancora,«deve saper mostrare una fede adulta epensata attraverso il dialogo, percombattere ogni fondamentalismo».

S. Maria in Trasteveretorna a risplendere

Memoria Maria Madre della ChiesaI testi per la celebrazione del 21sul sito dell’Ufficio nazionale Cei

er volontà del Santo Padre, la Congregazione per il Cul-to divino e la disciplina dei sacramenti ha iscritto nel

calendario romano generale, al lunedì dopo Pentecoste,la celebrazione di Maria Madre della Chiesa con il gradodi “memoria”. Una variazione del calendario – sottolineal’Ufficio liturgico del Vicariato di Roma – da ritenersi invigore già da questo anno liturgico. I testi per la celebra-zione della nuova memoria (indicazione del formulario eu-cologico, lezionario e Liturgia delle Ore) possono essere sca-ricati dal sito dell’Ufficio Liturgico nazionale della Cei (in-dirizzo http://liturgico.chiesacattolica.it).

P

Piano vacciniper oltre 400 bimbinei campi rom

input è partito dalDipartimento Salute e

politiche sociali della RegioneLazio. A dargli corpo, lacollaborazione tra Asl Roma 1per i territori di competenza,Ospedale pediatrico BambinoGesù, Comunità di Sant’Egidioe Cooperativa Osa. Il risultato:è partito mercoledì il pianoche prevede la vaccinazione dioltre 400 bambini che vivono

in 4 campi rom della Capitale. Un «importante piano diintervento socio–sanitario infavore delle popolazioni chevivono in condizioni didisagio», lo definiscel’assessore regionale alla Sanitàe all’integrazione socio–sanitaria Alessio D’Amato.L’iniziativa, spiega, si snoda in4 step che ogni volta«vedranno arrivare sul postoun camper attrezzato insiemeal personale che opera incampo sanitario e sociale». Laprima giornata si è svolta in via

del Foro Italico mentre laseconda, in programma per il23 maggio, sarà nel CampingRiver, all’interno del MunicipioXV. Il 28 sarà la volta di via LaMonachina, XIII Municipio, perpoi chiudere, il 30, con viaCesare Lombroso, nelMunicipio XIV. Duplicel’obiettivo della campagna:completare il percorso avviatocon il decreto vaccini, maanche avviare attività dipromozione della salute e dicontrasto alle disuguaglianzenella comunità rom.

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Dentisti per i più poveri:spettacolo per sostenerli

All’Auditorium DuePini una serata a favoredel Centroodontoiatricovincenziano intitolato apadre GiuseppeMenichelli, di viaVirginio Orsini

Sinodalità, parola chiave di Francesco

saluteliturgia

L’incontro all’Ecclesia Mater con LorizioOltre 5mila persone hanno frequentatofinora i corsi. Sabetta: «L’idea risposealle indicazioni della “Lumen gentium”»

Fisichella a S. GiovanniBattista De Rossi: «Non c’ènessuna discontinuità tra i pontificati nella dottrina»

DI ANTONELLA GAETANI

ono i poveri al centro del pontificato diPapa Francesco. «Quando Bergoglio

parla della cultura dello scarto fa unadenuncia mondiale», dice l’arcivescovoRino Fisichella, presidente del PontificioConsiglio per la promozione della nuovaevangelizzazione, nell’incontro organizzatolunedì sera al centro culturale della XIXprefettura, nella parrocchia di SanGiovanni Battista De Rossi, all’Appio Latino.«Con i poveri Francesco ha chiuso a SanPietro il Giubileo della Misericordia nel2016 e con loro ha aperto il suo ministeropetrino, immaginando una Chiesa dalleporte aperte, capace di toccare la carneviva dell’uomo. Infatti – aggiunge Fisichella– è per le opere di misericordia che passala rivoluzione culturale. I poveri chiedonodi essere conosciuti come i portatori delVangelo». Si delinea la geografia di un

papato che guarda ai margini per ridarevitalità al cuore. L’arcivescovo, intervenutosul tema “Dove sta andando la Chiesa diPapa Francesco? Tra riforme e resistenze”,ha precisato: «Non c’è discontinuitàrelativamente alla dottrina nei pontificatitra Giovanni Paolo II, Benedetto XVI eFrancesco. Nessuno dei Papi ha copiato dalpredecessore, ognuno ha mantenuto la suapersonalità». Quindi, continuità nelladottrina ma differenza di stile. «In atto c’èuna riforma delle strutture che rischiano diimbrigliare l’azione pastorale della Chiesa».Fisichella affronta anche il tema dellapedofilia. «Benedetto XVI ha affrontato inmodo molto serio questo problema e PapaFrancesco sta continuando». Riguardo alleriforme l’altra parola chiave è “sinodalità”.«Conosciamo la tradizione sinodale delleChiese ortodosse dove non c’è il primatodel Papa. Quindi il tema è: come deveessere vissuto il primato del Papa – spiega

–. È strumentale dire che Francesco stacambiando tutto perché questo tema eragià stato affrontato da Giovanni Paolo IInella Ut unum sint del 1995». La riforma,continua Fisichella, «va fatta a partire dallestrutture perché possono essere diimpedimento all’evangelizzazione». E toccail tema del matrimonio: «Il diritto canonicoha fagocitato la dimensione sacramentale.Credo che non servano i corsi dipreparazione ma percorsi di catechesi, diformazione». Le parole chiave delle riformedi Bergoglio sono misericordia ediscernimento, la capacità di valutarecaso per caso. «Riguardo alla comunione– spiega l’arcivescovo –, non è ilsacramento dei perfetti ma un generosorimedio per chi è fragile. È unadimensione sacramentale e non giuridicanella quale il sacerdote accompagna.Questo però non vuol dire che tuttipossono fare la comunione».

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Monsignor Giuseppe Lorizio

La facciata rinnovata di Santa Maria in Trastevere (foto Gennari)

Fisichella (foto Gennari)

5Domenica13 maggio 2018

Presentato il restaurodella facciata alla Festadel rione. Prosperetti(soprintendente):

riacquistata l’originarialucentezza. Il parrocoGnavi: operazionedi umanità e cultura

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Page 6: C «Fare tesoro - RomaSette · montessoriano». Padre Luigi Capozzi, superiore della comunità, era viceparroco in quei giorni. Accompagnò i poliziotti dalla signora. «Con la faccia

incontriLAVORO, PRESENTATI I SERVIZI DI ACLIPER COLF E ASSISTENTI FAMILIARI. Si ètenuto giovedì, nella sede delle Acli diRoma l’incontro, «Lab–Colf, la ricercadel lavoro nel settore domestico trabisogni e bilancio di competenze»,promosso dalle Acli di Roma eprovincia. È stata l’occasione perpresentare la filiera di iniziative delsindacato. La prima è il servizio diintermediazione lavorativa per ilmatching di domanda e offerta dilavoro. La seconda iniziativa è losportello di sostegno psicologico perchi è impegnato nell’ambito dellavoro di cura. Infine sono statipresentati i Lab Colf Acli Roma,laboratori tematici di in–formazione eaggregazione, con focus su quattroaree tematiche: benessere, esigibilitàdei diritti, professionalizzazione, ecultura. Proseguirà, inoltre, l’impegnosulla professionalizzazione del lavorodi cura con due corsi di formazioneper lavoratori domestici finanziati daFondazione Cattolica, uno destinatoalla formazione di figure professionaliin grado di garantire l’assistenza e lacura dei minori, e l’altro perl’assistenza degli anziani fragili. Nonmancheranno le proposte diaggregazione e di carattere culturale,con gite, visite guidate e spettacoli.

IL MESE MARIANO NEL CPIM DI VIAVENAFRO. Il Centro di prontointervento minori Caritas di viaVenafro per tutto il mese di maggio siapre ai fedeli della parrocchia di SantaMaria del Soccorso per la preghieraalla Madonna nel mese mariano. Ognimercoledì, alle ore 21, nel cortile delcentro i ragazzi accoglieranno iparrocchiani allestendo lo spazio perla liturgia e preparando la statua. Il 27maggio, giorno della festa di SantaMaria del Soccorso, saranno gli ospitidel centro a partecipare alle iniziativeche propone la parrocchia.

ECUMENISMO, ALL’AVENTINO INCONTROSU SAN PAOLO. Nell’ambito del ciclo diincontri su «Paolo e le sfideecumeniche del nostro tempo»,organizzato dal Gruppo romano delSegretariato attività ecumeniche, oggialle 16.30 conferenza sul tema «AncheIsraele sarà salvato». Al monasterodelle monache camaldolesi (clivio deiPublicii, Aventino) interverrannoMarco Morselli, presidente AecRoma, il biblista valdese DanieleGarrone e il presidente del Sae ebiblista Piero Stefani.

PIE DISCEPOLE, CICLO SU «LE DONNENELLA BIBBIA». Alla Casa Betania dellePie discepole del Divin Maestro (viaPortuense 741), da giovedì 17 adomenica 20, si terrà un ciclo diincontri su «Le donne nella Bibbia.Donne di Dio: dalle madri alla Madre»guidati dalla biblista AntonellaAnghinoni. Primo incontro giovedìalle 16, nel corso del quale si parleràdi «Sata, il sorriso di una madre»;venerdì 18 alle 9 «Agar, abbandonatanell’amore ma protetta da Dio»mentre alle 16 «Rebecca, la sposacercata». Sabato 19 alle 9 «Lea, lasposa in attesa di amore», alle 11incontro con la pittrice LorellaCecchini e alle 16 «Rachele, labellissima pastorella». Ultimo giornodomenica 20. Alle 9 la celebrazioneeucaristica, alle 10.30 «Maria, lamadre». Per info e iscrizioni:[email protected], tel.06.6568678.

«GESÙ IN PIAZZA» A SAN SALVATORE INLAURO. Giovedì 17 inizia a SanSalvatore in Lauro (omonima piazza)un percorso di evangelizzazione distrada aperto ai bambini ed ai genitoridel centro di Roma. Uno spettacolo inpiazza con la narrazione dei Vangeli.Si tratta di una iniziativa che ha perfinalità il far conoscere la persona diGesù ed il messaggio del Vangeloattraverso un linguaggiocomprensibile ed immediato,realizzato da un gruppo teatralediretto dal regista–attore Angelo Libri.Le date previste di questi incontri sonoil 17 ed il 31 maggio alle ore 17. Iltutto si svolgerà nella piazzetta davantialla chiesa di San Salvatore in Lauro inun clima di famiglia. Sarà presenteanche monsignor Gianrico Ruzza,vescovo ausiliare per il settore Centro.

LECTIO DIVINA A SANTA MARIA INTRASPONTINA. Ultimo incontrodell’anno di Lectio divina a SantaMaria in Traspontina (via dellaConciliazione 14/c). A commentareGalati 5, 16–25 «Il frutto dello Spirito»sarà il curatore della rassegna, ilteologo carmelitano, professore allaPontificia Università Gregoriana,padre Bruno Secondin. Appuntamentoalle 18.30 in chiesa. Nel corso deglianni, siamo al 22esimo ciclo, gliincontri sono stati tenuti da grandimaestri che hanno aiutato a leggere,pregare e vivere la Parola. Fra di essi: icardinali Joseph Ratzinger (poiBenedetto XVI), Martini e Ravasi, ivescovi Forte, Fisichella, Paglia,Semeraro, i biblisti Bianchi, Penna,Masters, Pitta, Costacurta.

CONVEGNO MARIANO A SANT’ANDREADELLE FRATTE. Nella basilica diSant’Andrea delle Fratte, venerdì 18 apartire dalle ore 9, è in programma ilconvegno mariano organizzato inoccasione della chiusura del 175moanniversario dell’Apparizione dellaMadonna del Miracolo ad AlfonsoRatisbonne. L’apertura di «Maria, viadella bellezza verso Dio» con padreFrancesco Trebisonda, parroco diSant’Andrea delle Fratte. Modera lagiornalista Sabina Caligiani.Interverranno, tra gli altri, i mariologiDenis Kulandaisamy, SalvatorePerrella e padre Gianmatteo Roggio.Dalle 15 la seconda parte dell’incontropresieduta dal vice parroco padreAlfonso Longobardi e moderata dallateologa suor Daniela Del Gaudio.Interverrà il mariolgo BartosikGrzergorz dell’Università CardinaleStefan Wyszynski di Varsavia. Laconclusione del convegno è affidata amonsignor Gianrico Ruzza, vescovoausiliare per il settore Centro esegretario generale del Vicariato.

formazioneCONCORSO SULLA LAUDATO SI’,PREMIAZIONE AL NEWTON. Interverràanche il direttore dell’Ufficio scuoladella diocesi mosnignor FilippoMorlacchi alla premiazione del IIConcorso sull’ecologia integrale perle scuole, ispirato alla “Laudato si’”,ideato e organizzato dallaparrocchia di Sant’Eusebioall’Esquilino. Appuntamentomartedì dalle 10 alle 12.30 nell’aulamagna del liceo scientifico Newtondi viale Manzoni, 47.

ANSELMIANUM, SPECIALIZZAZIONE INSCIENZA POLITICA E SPIRITUALITÀ. Laspecializzazione di Teologia spiritualedella Facoltà di Teologia e la Facoltà diFilosofia del Pontificio AteneoSant’Anselmo si fanno promotori delCorso di alta specializzazione in«Scienza politica e Spiritualità». Ilcorso è volto a incoraggiare a unaripresa di valori umani, a far acquisireuna consapevole autonomia dipensiero che conduca ad unaedificazione dell’umanità, ad uninnovato umanesimo. Il corso èannuale – inizio lezioni 9 novembre2018, termine lezioni 31 maggio 2019–, in sette moduli didattici. Verràrilasciato un diploma congiunto dallaFacoltà di Filosofia e dall’Istituto diTeologia Spirituale della Facoltà diTeologia di Sant’Anselmo. Perinformazioni: sps.anselmianum.com.

culturaAL CENTRO ITALIANO DI SOLIDARIETÀ LAMOSTRA FOTOGRAFANDO 2.0.Inaugurata venerdì, nella sede centraledel CeIS (via Attilio Ambrosini, 129)la mostra «Fotografando 2.0». Larassegna vuole promuovere unoscambio culturale tra fotografiprofessionisti e amatoriali e i ragazzidelle comunità del CeIS. La mostra èstata inaugurata con lo spettacolo «Unponte per la Luna» interpretato dalloscrittore/viaggiatore Luca Di Bianca edal cantautore Frank Polucci. I ragazziche espongono le loro opere verrannopremiati da una giuria composta daifotografi professionisti cheparteciperanno alla mostra. La mostra,con ingresso gratuito, rimarrà apertafino a venerdì 18 maggio con iseguenti orari: 10/12 – 17/19.

PRESENTAZIONE LIBRI/1: «MIO CANTO ÈIL SIGNORE» DI MARCO FRISINA. Saràpresentato martedì 15 alle 18 alPontificio Seminario RomanoMaggiore (piazza di San Giovanni inLaterano, 4) il libro di monsignorMarco Frisina «Mio canto è il Signore»(Elledici). Oltre all’autore,interverranno l’arcivescovo RinoFisichella, presidente del PontificioConsiglio per la promozione dellanuova evangelizzazione; donFrancesco Cereda, vicario generale delrettor maggiore dei Salesiani, e ildirettore di Editrice Elledici, donValerio Bocci. Modera il giornalistaFrancesco Antonio Grana.

PRESENTAZIONE LIBRI/2: «LA STAZIONEDI ARRIVO DELL’UOMO» DI GIOVANNIPALAIA. Mercoledì 16 alla Lumsa alle17 (via di Porta Castello, 44) icardinali Francesco Coccopalmerio ePaolo Sardi interverranno allapresentazione di «La stazione di arrivodell’uomo» (Editoriale Scientifica) diGiovanni Emidio Palaia dedicato a LaPira. Coordina e conclude ilmagistrato Giuseppe Corasaniti.

solidarietàDONAZIONI DI SANGUE NELLEPARROCCHIE. Domenica 20 saràpossibile donare il sangue nelleparrocchie con l’Avis comunale aSanta Maria Immacolata e SanVincenzo De Paoli (via di TorSapienza, 52); Santi Pietro e Paolo(omonimo piazzale) e Sacro Cuoredi Gesù a Ponte Mammolo (via Casaldè Pazzi, 88).

Rischio «phubbing»forma di esclusione

hubbing, ovvero una nuova forma di esclusionesociale che percorre il pianeta giovani (e

purtroppo anche il mondo adulto!) e che minaccia ibisogni fondamentali delle persone, comel’appartenenza, l’autostima, il senso di realizzazionee di controllo. Così annuncia il sito duerighe.com,riportando recenti studi che riguardano questocomportamento, che in definitiva consistenell’ignorare le persone accanto a noi a favore dellosmartphone. In altri termini, il phubbing, neologismoche deriva da phone + snubbing, peraltro coniato giàda alcuni anni, è il comportamento di chi, mentreparla con te o fa qualcosa con te, “smanetta” sulcellulare, come se la vita reale fosse una fastidiosadistrazione dallo smartphone. Il fenomeno è statoosservato negli adolescenti già da anni, ma recentistudi dimostrano come questo comportamento siaparticolarmente dannoso sul piano relazionale ecome stia dilagando anche fra adulti. L’ironia,commentano gli autori delle ricerche, è che glismartphone, nati per permetterci di stare sempre inrelazione (o forse più concretamente in connessione)contribuiscano con questo atteggiamentoall’isolamento e alla solitudine. È quello che papaFrancesco in Amoris laetitia, parlandodell’educazione dei ragazzi, definisce «autismotecnologico» (AL 278). Se il phubbing lo mettiamoinsieme alla loneliness (cioè all’incremento della“solitudine percepita” dagli adolescenti, chesembrerebbe essere più alta nei ragazzi più smart suisocial), il quadro è desolante: insomma stare sempreconnessi potrebbe incrementare quel senso di doloreesistenziale da solitudine e danneggiare troppo laqualità delle relazioni.Papa Francesco riflette su questo e conclude che noiadulti abbiamo un compito educativo nuovo: difronte alla ”ansietà” dei tempi attuali e alla “frettatecnologica” sottolinea come la questione non siaquella di vietare i «dispositivi elettronici» (AL 275),questione peraltro esplosa fragorosamente nellescuole, dove si dibatte se vietare o no i cellulari inclasse. La questione, sostiene papa Francesco, èquella di aiutare i ragazzi a comprendere che occorresaper differenziare i contesti: vanno bene ivideogiochi o i social, ma quando stai con qualcuno ofai qualcosa con un’altra persona, ebbene devi“stare” (esserci–con) con l’altro per davvero e sapercostruire contesti e relazioni generative (esserci–per).Dunque niente posizioni apocalittiche o tecnofobe,ma neanche tecno–euforie improprie. Ma alla fine ladomanda, già posta in questa rubrica più volte, èsempre quella: ma ci sono adulti “veri”, capaci diassumersi questo compito educativo oppuredobbiamo arrenderci al dilagare dell’adultescenza,adulti cioè più infantili dei loro figli e troppo presidal phubbing, tanto da neanche vederli più, come sei figli fossero fastidiose distrazioni dalla vita socialsmartphonizzata?

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Pianeta giovania cura di Tonino Cantelmi

Apre Palazzo Merulananon solo un museo

naugurato alla presenzadel sindaco Virginia

Raggi il restaurato PalazzoMerulana, un edificio co-munale con dentro unacollezione privata – manon solo – interamente re-staurato nell’arco di un an-no e mezzo. Una strutturadi quattro piani nel cuoredell’Esquilino. Esposte,grazie alla Fondazione Ce-rasi, opere di De Chirico,Sironi, Mafai, Capogrossi.

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arte

resentata nei giorni scorsi la nona edi-zione del torneo interparrocchiale di cal-cio a 5 intitolato a Giovanni Paolo II: un’i-

niziativa promossa dall’Unione sportiva delleAcli di Roma in collaborazione con le Acli pro-vinciali di Roma e con il patrocinio, per il se-condo anno consecutivo, della Comunità e-braica della Capitale.Partecipano al torneo squadre provenienti da di-versi quartieri come Casilino, San Basilio, Re-bibbia, Pietralata e Tor Bella Monaca. Compe-teranno per due coppe: una per il vincitore spor-tivo, l’altra per il vincitore del premio fair–play.La Comunità ebraica di Roma giocherà una par-tita speciale nel giorno della finale, che si svol-gerà nel mese di luglio.«Ogni anno – dichiara il presidente dell’Us Aclidi Roma Luca Serangeli – ripartiamo con rin-novato entusiasmo con questa iniziativa che ve-de coinvolte tante squadre, provenienti da zonediverse ma che si ritrovano in nome della pas-sione per lo sport ma anche della solidarietà edella condivisione».

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Parrocchie, torneodi calcio a cinque

DOMANI. Alle ore 19 nella basilica di SanGiovanni in Laterano accoglie il SantoPadre in occasione dell’assembleadiocesana.

MARTEDI 15. Dalle ore 8.30 riceve isacerdoti. – Alle ore 17 celebra la Messanella basilica di San Giovanni in Lateranoin occasione del bicentenariodell’ordinazione sacerdotale di sanVincenzo Pallotti.

MERCOLEDI 16. Alle ore 19 celebra laMessa nella parrocchia di Ognissanti inoccasione della festa di San Luigi Orione.

GIOVEDI 17. Alle ore 17 celebra la Messanella chiesa dell’Arciconfraternita delSuffragio in occasione del V anno dellabeatificazione del Beato Novarese.

VENERDI 18. Alle ore 11.30 visita e

celebra la Messa nella clinica dellaFondazione Santa Lucia.

SABATO 19. Alle ore 17.30 al Seraphicumpartecipa alla Festa dei Cresimandiorganizzata dall’Ufficio catechistico delladiocesi di Roma. – Alle ore 19 nellabasilica di San Giovanni in Lateranopresiede la Veglia di Pentecoste.

DOMENICA 20. Alle ore 10 celebra laMessa nella parrocchia di Sant’Atanasio inoccasione della festa patronale. – Alle ore15.45 celebra la Messa al Santuario dellaMadonna del Divino Amore in occasionedella Festa della famiglia organizzata dalCentro diocesano per la pastoralefamiliare. – Alle ore 18.30 celebra laMessa nella basilica di San Paolo fuori leMura in occasione della festa diPentecoste insieme alle realtàcarismatiche della diocesi.

L’AGENDADEL VICARIO

cinemaCatacombe aperteper l’«Appia day»

a Pontificia Commissionedi Archeologia sacra, in oc-

casione dell’Appia Day, in pro-gramma oggi, partecipa all’e-vento con l’apertura a prezzoridotto (5 euro) delle Cata-combe di San Callisto, San Se-bastiano e Domitilla. Apertu-ra straordinaria e gratuita del-la basilica dei Martiri Greci edel Museo della Torretta nelcomprensorio di San Callisto;la Catacomba e il Museo diPretestato; il Museo dei Sar-cofagi a San Sebastiano; il Mu-seo delle Catacombe di Do-mitilla. Questi siti saranno a-perti dalle 9 alle 19, grazie an-che alla disponibilità di nu-merosi studenti di archeologiache accoglieranno i visitatori.

L arigi è da semprelo scenario idealeche fa da cornice

a tanti film. A partiredagli anni ’30, moltocinema francese è statoambientato nellacapitale, e non con unruolo comprimario macome protagonista,come si dice, di primafascia. Al pari del

cinema italiano, dove titoli come La dolcevita hanno segnato fortemente tutto ilfuturo cinema “romanocentrico”, cosìquello francese è cresciuto e ha acquistatoimportanza all’indomani del movimentodenominato “nouvelle vague”, durante ilquale si è creata una forte simbiosi tra lacittà e il cinema. A conferma di questoormai antico connubio arriva oggi il filmParigi a piedi nudi, che rinfresca toni e

atteggiamenti alla luce di formule rinnovatedi comicità. Il film arriva nelle sale a partiredal 17 maggio. Si tratta di una commedia,sena dubbio originale, che ambisce a stare erimanere fuori della mischia. La storiaprende il via quando la monotona vita diFiona, eccentrica bibliotecaria in un paesinosperduto fra le nevi canadesi, riceve unalettera inviata da Martha, stravagante zianovantenne che vive a Parigi. Messasi inallarme, Fiona salta sul primo aereo e vola aParigi. Quando arriva all’indirizzo previsto,scopre che l’anziana donna èmisteriosamente scomparsa. Impaurita esenza punti di riferimento, Fiona incontracasualmente Dom, clochard pariginoestroverso e imprevedibile, che aspira aessere ricercato e galante, vanitoso e un po’conquistatore… Ci sono alcune situazioniche meritano di essere rilevate. Intanto ilfatto che i due interpreti principali, Fiona eDominique, sono anche i registi del film:

copione sulfureo per due autori di sottileironia. Dominique Abel e Fiona Gordon(lui belga, lei canadese) scrivono per ilteatro da oltre 25 anni. Vivono e lavoranoin una ex fattoria convertita in open space aBruxelles e, come dicono nelle note dilavorazione, a partire dal primo film(Iceberg, 2005) non si sono mai stancati diraccontare le bizzarrie degli esseri umani.Questa è forse la chiave giusta per accostaree godere appieno di un film inusitato eparticolare come questo, che ricorda,inevitabilmente, l’irresistibile e trascinanteumorismo di Jacques Tati, il grande comicofrancese che nel secondo dopoguerrarivoluzionò il cinema con una ventata dispassoso divertimento, tanto fresco quantointelligente. Jacques Tati (1907–1982) èrimasto nella storia del cinema europeo perpochi ma indimenticabili titoli, tra i qualiGiorno di festa (1947), Mio zio (1958),Playtime (1967) e per la creazione

dell’indimenticabile personaggio di Levacanze di Monsieur Hulot (1955). Unamaschera unica e irripetibile quella diHulot, pronta a stupirsi e allarmarsi difronte all’invadenza e alla forza dellamodernità. Su questo versante di unanarrazione che corre tra provocazione egusto vintage si muove la poetica diDominique Abel e Fiona Gordon. Lorosomigliano a due eroi sperduti nella grandecittà, della quale apprezzano la bellezza manon sanno godere appieno di ricchezze epregi. Uomini e donne che vivono una vitaforse precaria e sono tuttavia capaci diaccogliere ogni difficoltà e regalare a stessi eagli altri un franco, luminoso sorriso. Parigia piedi nudi si offre come una poesia,piccola e indifesa a protezione degli ultimi,degli afflitti, dei puri di cuore. Una bellapagina di fantasia e di umorismo perrisollevare lo spirito.

Massimo Giraldi

P«Parigi a piedi nudi», poesia e umorismo nella città della fantasia

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6 Domenica13 maggio 2018

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