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N. 3 APRILE 2014 - ANNO XXXII - MENSILE - AutORIzzAzIONE tRIb. PERugIA N° 660 dEL 7/03/1983 A mazzonia, missione possibile

Chiesa Insieme Aprile 2014

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N. 3 APRILE 2014 - ANNO XXXII - MENSILE - AutORIzzAzIONE tRIb. PERugIA N° 660 dEL 7/03/1983

Amazzonia, missione possibile

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2 Chiesa Insieme Marzo 2014

PENITENZA NELLA GIOIA

Quaresima: tempo di penitenza. Già. Ma che cosa significa?C’è chi pensa che penitenza faccia rima con tristezza. Falso. Chi la concepisse così non farebbe una vera peniten-za. Tutto, infatti, nella vita cristiana è illuminato dalla Pasqua. La Quaresima dispo-ne alla Pasqua, e dunque già ne anticipa la luce. Il senso proprio della penitenza cri-stiana – al di là di specifiche forme di rinuncia che la esprimono – è nella conversione del cuore. “Convertitevi e credete al vangelo”: è l’invito con cui Gesù apre il suo annuncio del Regno di Dio. Credere al vangelo significa accoglierlo nella persona di Gesù, e sentirlo come una “bella notizia”. E come si può es-sere tristi di fronte a una bella noti-zia?Occorre dunque anche convertirsi alla gioia. Nella “Evangelii gaudium” n.6 papa Francesco lamenta che “ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua”. Certo – il Papa stesso lo riconosce – la gioia non ha sempre lo stesso “timbro”. Ci sono momenti di dolore, situazioni di

bisogno, lutti, malattie, problemati-che lavorative o familiari, in cui sem-bra che il mondo ti cada addosso. È il venerdì santo. È il momento della

croce. Anche Gesù nel Getse-mani confidò: “La mia anima è triste fino alla morte”. Ep-pure, in quella tristezza, c’era l’abbandono fiducioso al Pa-dre. La gioia non era del tutto scomparsa, ma si era ridotta a quel raggio di luce, di confiden-za e di speranza che rimaneva saldo in fondo al cuore. Così

dev’essere per noi. “Raggio di luce”, o splendore meridiano, la gioia è una caratteristica della vita cristiana. Lo deve essere anche della penitenza cristiana. Ascoltiamo ancora il Papa: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incon-trano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal pecca-to, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sem-pre nasce e rinasce la gioia” (Evangelii gaudium 1). La nostra Quaresima coincide anche con il tempo forte che stiamo vivendo nel nostro cammino sinodale. Cam-mino di preghiera e di riflessione. Sia anch’esso un cammino di gioia.

+ Domenico, vescovo

LA PAROLA DEL VESCOVOSOMMARIO

Editoriale

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In redazione: Marina Rosati - Marco Fortebracci

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legge 662/96 - Filiale di PerugiaStampa: Tipografia Metastasio

EditorialE dEl vEscovopag. 2

rEportagE MissionE in aMazzonia - pag. 3-4-5

sinodo diocEsanoil nostro caMMino insiEME pag.6

ForMazionEii anno dElla scuola socio-politica pag. 7

priMo pianoduE rEligioEsE assisanE “giusti Fra lE nazioni

cElEbrata la giornata dElla MEMoria pag. 8-9

progEttiindaginE tra i giovani pag.10

dallE parrocchiEcannara E bastia uMbra pag. 11

dalla diocEsisolEnnità di s. rinaldo a nocEra u. pag. 12

iniziativEFocus su “i nuovi stili di vita” pag. 13

EvEntiMusical di giovani artisti assisani pag. 14

approFondiMEntia 50 anni dalla sacrosantuM conciliuM pag. 15

appuntaMEnti dEl MEsE di aprilEpag. 16

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3Chiesa Insieme MARZO 2014

Reportage dall’Amazzonia

Venti giorni di Amazzonia sono come un vortice: ti risucchiano. Sull’aereo stipato che ci riporta a casa, ormai sopra le nubi, scrivo pensando alla diocesi. Ma il “rio”, il fiume Solimoes, è ancora negli occhi, con il suo immenso specchio d’acqua giallastra che si congiunge, a Manaus, a quella scu-ra del Rio Negro per formare il Rio delle Amazzoni. Ripasso le mille inquadratu-re di una foresta sempre identica e sem-pre nuova, con le tante comunità visitate. Quelle più “cittadine” - Tabatinga, Benja-min Constant, Atalaia, Amaturà, Tolantin - , e quelle poste nel pieno della foresta, raggiunte sulle instabili scale di legno che dal fiume ti portano dentro il mondo degli indios. Come dimenticare Be-lem do Solimoes? Un popolo “ticuna” timido e affettuoso, portato da decenni alla fede dall’impegno dei nostri cappuc-cini. Il loro grande “omaggio” è stato dipingermi il viso da “pantera”. Era come accoglier-mi nel loro vissuto e nelle loro speranze. Lascio ad altri - eravamo un bella comitiva, che ben espri-meva l’impegno missionario della nostra diocesi - di fissare i ricordi con le immagi-ni e il racconto dettagliato. A me preme sottolineare l’aspetto più “interiore” ed “ecclesiale” di questo viaggio. Già, perché non eravamo in Amazzonia da turisti. Tra l’altro, si sa di qualche disavventura che ci è occorsa, e che avrebbe potuto assumere ben altre dimensioni. Per il resto, a fron-te delle mille bellezze dell’Amazzonia, un po’ di caldo e le punture di zanzara erano un sopportabile disagio. Siamo stati tra-scinati dall’ardore di fra Paulo, fra Carlo, fra Gino, eredi dell’amore di cento anni di missione cappuccina nell’Alto Solimoes, ol-tre che nel centro di Manaus, in particolare oggi a servizio delle periferie più affollate e dissestate. E’ soprattutto questa passio-ne missionaria che mi piace far rimbalza-re sul cammino diocesano. Papa Francesco ce la sta additando con forza, ricordando-ci che una Chiesa incapace di uscire dalle

sue “nicchie” per mettersi sulle strade della missione è una Chiesa “malata”. La Chiesa è fatta per annunciare, e dunque per “cam-minare”, per portare a tutti il messaggio di Cristo e farlo diventare il “lievito” del mondo. Lievito anche nella valle del Rio Javarì, dove comunità di indios di diverse etnie vivono ancora i ritmi dell’originario, con i loro valori e i loro bisogni, segnati da una storia che li ha fatti segno di tante vessazioni, e che, accostati con l’amore dei nostri missionari, sanno dare il meglio di sé sul piano umano e culturale, aprendosi an-che alla gioia della fede nel Signore Gesù.

Il “progetto Javarì” porta il segno della tensione missio-naria della nostra Chiesa. E’ stato toccante, per me, veder luccicare gli occhi di quelle persone semplici ogni volta che, abbracciandole, venivano a sapere che ero “bispo de As-sis”. L’immagine del Poverello era dovunque. Sentivano che di Francesco, e dei suoi figli, - a differenza dei colonizzatori antichi e dei predatori attuali sempre in agguato - si poteva-no fidare. Il vangelo in timbro francescano si concilia perfet-

tamente con il paesaggio dell’Amazzonia, dove “frate sole” ti brucia fino alle scotta-ture di “frate focu”, e dove “sora acqua” è veramente la “madre”, in cui il verde, la fauna e gli uomini continuamente si rigene-rano risalendo faticosamente la china delle inondazioni che tutto sommergono e travol-gono. Ai “confini del mondo” siamo andati in rappresentanza della nostra Chiesa. Ad ogni nuovo incontro è stato ribadito. Ne è nata anche una lettera al Papa firmata dal Vescovo dell’Alto Solimoes, mons. Alzimar, e da me con tutto il gruppo. Il nostro viag-gio in Amazzonia si inscrive dentro il cam-mino diocesano, che ci vede impegnati nella riflessione sinodale, per una conversione pastorale sempre più profonda. Le acque del “rio Solimoes” mi hanno continuamen-te evocato i “fiumi d’acqua viva” che Gesù fa scaturire in noi con l’effusione del suo Spirito, fiumi che ci immergono in Dio, ma che ci portano anche ad incontrarlo nei fra-

telli. Vivere con le problematiche assisane, ma con un “piede” in Amazzonia, ci aiuta a guardare oltre, a superare piccolezze che talvolta diventano macigni proprio per la ristrettezza dello sguardo. L’Amazzonia ci apre alle dimensioni del mondo. Un grazie. O meglio, tanti “grazie”. Ai missionari che ci hanno accolto fraternamente in tutte le comunità visitate. P. Celestino, che ci ac-compagnava, ce ne ricordava continuamen-te le benemerenze, additando in particolare alcune belle figure di missionari provenienti dalla nostra diocesi. Grazie al centro mis-sionario diocesano, ad Alberto e Margheri-ta, che hanno ben organizzato tutti i det-tagli. Grazie agli altri membri del gruppo: don Angelini, p. Tarcisio, Suor Edwige e suor Sara, Fabrizio, Paolo, Antonio. Grazie ad Andrea, il “missionario laico” dei “Ra.mi” che ci ha accolto a Sant’Antonio do Iça. Grazie a quanti hanno pregato e segui-to da lontano il nostro viaggio. Un viaggio che continua nell’impegno per il progetto Javarì che ha visto nei mei scorsi la parteci-pazione di centinaia di studenti delle nostre scuole e mi auguro venga ancor più sentito e sostenuto dalla comunità diocesana. 3

Domenico, Vescovo

Sul “Rio” dei Ricordi

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4 Chiesa Insieme Marzo 2014

UN AMORE IMMENSO COME IL FIUME

E LA FORESTA Alberto Cecconi

Un fiume immenso. Come la foresta. Senza confini. Si contendono gli spazi: il fiume spesso si porta via interi pezzi di terreno, anche se ci sono sopra le piccole case di le-gno costruite su palafitte. E nascono nuove isole in quel “mare” apparente-mente sporco, utilizzato dagli indios per lavarsi, per lavare, per bere. Il fiu-me è l’unica via di comu-nicazione. L’hanno usato da oltre 100 anni i missio-nari umbri per risalire, an-che a remi, verso i villaggi

indios, ai confini tra Co-lombia, Perù, Brasile; con difficoltà immense, legate anche al clima torrido, che debilita notte e giorno, e alla presenza di insetti, animali, insidie di vario genere. Con amore immen-so hanno costruito chiese, case di accoglienza, servi-zi di promozione umana, attorno ai quali si sono poi sviluppate le città. La delegazione diocesana ha fatto altrettanto, anche se con il motoscafo, anziché con la barca a remi. Ed ha vissuto momenti difficili, come quello in cui c’è sta-ta un’avaria e s’è dovuto

trasbordare in barche arriva-te in soccorso; ben più grave quello di lu-nedì 17 sulla “Frei Beni-gno”, carica di bagagli e passeggeri e che sembra-va più affi-dabile: ad un certo punto il motore s’è inceppato, s’è aperta una spaccatura nella parte po-steriore dello scafo; i gio-vani frei Carlo e Antonio, con i secchi, hanno cer-

Le celebrazioni in portoghese presiedute da dom Domingus nelle varie chiese dell’Amazzonia sono state autentici momenti di gioia. Si è respirata aria di famiglia. Sia per i movimenti del corpo e delle mani durante i canti, sia al momento dello scambio della pace, con abbracci, sorrisi, strette di mano, vicinanza, calore umano fraterno e senza barriere. La gioia cristiana lì viene chiamata col termine “alegrìa”. Un’espressione felice, testimonianza di una chiesa viva, di familiarità. Nelle città c’è la chiesa parrocchiale, ma ci sono anche tante cappelle, molte dedicate a Sao France-sco e Santa Clara: sono state costruite dai missionari, ma ora ci pensano direttamente i fedeli a costruirne di nuove ed a gestirle; nei casi più felici, vengono officiate una vol-ta per settimana dal sacerdote; per il resto ci pensano i laici del posto, col catechismo, gli incontri, le liturgie, l’assistenza ed altri impegni pastorali. La Chiesa amazzonica manda messaggi di freschezza e di autenticità. Con i laici in prima linea. 3

Alegria!

Reportage dall’Amazzonia

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5Chiesa Insieme MARZO 2014

UN AMORE IMMENSO COME IL FIUME

E LA FORESTA

cato di restituire l’acqua al fiume; nella zona non c’era segnale telefonico né pre-senza umana. Che fare? Portarsi verso la riva più vicina, con l’incognita di trovare ancora acqua, o sabbie mobili e anima-li ed insetti, o tentare una corsa verso il “flutuante”, la piccola e precaria piatta-forma galleggiante, il punto d’approdo di Belem? Il pilota, frei Paolo Maria, dopo una rapida e “discreta” consultazione con frei Assilvio che gli stava al fianco, visto che il motore s’è improvvisamente riac-ceso, ha tentato l’approdo. Successo. La benzina era finita. Un sospiro di sollievo, l’arrivo nella po-verissima casa parrocchiale, la messa con “alegrìa” nella bella chiesa gremita di in-dios ticuna; ed il giorno dopo gli incontri, l’appartenenza tribale con i tatuaggi sul viso dei “bianchi amici” e la cena- ap-prezzatissima- con solo pane, cocomero ed acqua potabile. Un viaggio di oltre 1.500 chilometri sul fiume, l’immersione nelle varie realtà comunitarie, da quelle dei Cappuccini a quelle locali, nel segno

della conoscenza, della fra-ternità, della solidarietà tra le chiese; si sono rese palpabili le necessità ed i problemi, come quello del rispetto delle culture in-digene non ben accolte e da salvaguardare ad ogni livello, delle varie povertà anche pesanti, della testi-monianza dell’amore cri-stiano dei frati e dei laici, con diverse chiese gestite diret-tamente dalla gente. Una condivisione piena, anche se limitata nel tempo. Nessuno dei partecipanti

è tornato a casa “con indifferenza” dopo aver vissuto in queste “periferie” umane, simili (anche se apparentemente molto diverse), a quelle della nostra Diocesi; ma che restano sempre autentiche “perife-rie” da conoscere, rispettare, servire, nel

nome di chi ha comandato l’amore verso il prossimo nel Suo nome. I frati Cap-puccini, col provinciale Padre Celestino in prima linea, hanno ospitato il gruppo diocesano con spirito di vera fratellanza e di servizio. Il vescovo Domenico ha conse-gnato la somma raccolta dai “giovani per il Javarì”, quella raccolte dal nostro Cen-tro missionario e dalla Caritas diocesana: soldi che serviranno per promuovere la salute e la vita. Tra non molto verrà in-

viato da Caritas e Cmd anche quanto sarà messo insieme con la raccolta di questa “Quaresima di carità” dedicata al Java-rì e quanto avranno prodotto i “giovani per il Javarì” che stanno ancora operando nella nostra Diocesi. 3

Tanti gli incontri fraterni. A cominciare da quel-lo con i Cappuccini a Bogotà e a Leticia, dove la delegazione diocesana era attesa dall’arcivesco-vo di Tabatinga, dom Alcimar Magalhaes, da due frati ed un diacono. Dialogo aperto (spes-so in portoghese del nostro dom Domingus), ed abbracci anche con i vescovi dom Josè Jesus Quinteiro del vicariato apostolico di Leticia e dom Sergio Castriani, titolare dell’arcidiocesi di Manaus. Ma anche con preti diocesani, frati cappuccini, missionari laici, nelle case religiose di suore missionarie di vari ordini, tra cui quello

con le clarisse in costante preghiera in un monastero in piena foresta amaz-zonica, vicino a Manaus. Incontri an-che in case missionarie, come quella della costa peruviana con palifitte di Islandia e nella chiesetta, anch’essa su palafitte, dell’isola Santa Rosa, nel villaggio di San Josè, alle case di ac-coglienza della madre gestante “Iva-na Monocelli”, ai malati di Hiv e Tbc “frei Mario Monacelli” di Manaus e del costruttore frei Benigno Falchi. 3

Gli incontri

Reportage dall’Amazzonia

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6 Chiesa Insieme Marzo 2014

Sinodo diocesanoIL NOSTRO CAMMINO INSIEME È FORZA E SPERANZA

Padre Francesco De Lazzari *

Innanzi tutto con Lui. E’ fondamenta-le, indispensabile, necessario. “Io sono la via “, la strada, il metodo. Egli ci guida, ci ammaestra, ci conduce.Papa Francesco ha ricordato che Gesù, il Pastore supremo delle nostre anime, ci precede, cammina a fianco a noi, cammi-na dietro a noi. Siamo avvolti da Lui. Solo così raggiungiamo il massimo della pro-tezione, della sicurezza del cammino e la garanzia di arrivare alla meta. Quale? Lo Spirito Santo la indicherà, è Gesù Signore. Il Sinodo è una modalità speciale per co-noscere e incontrare Gesù. La Chiesa, fin dai suoi inizi ha celebrato concili e sinodi a vari livelli. Come se dicesse a se stessa: mettiamoci in ascolto dello Spirito per ca-pire cosa vuole dirci in questo momento del nostro pellegrinaggio terreno. Lo Spirito Santo ha condotto tutta la vita di Gesù. Dal primo giorno di Pentecoste guida la Chiesa. Come? Rendendosi atti-vo nella Parola di Dio e nei Sacramenti. Esplicitandosi nei ministeri e carismi pre-senti in ogni battezzato. Nella Parola e nei Sacramenti lo Spirito Santo si muove, agisce, trasforma ogni cosa, ogni persona. Fa incarnare, prendere forma a Gesù nel-la nostra vita, perché ognuno di noi possa essere una pietra viva per la costruzione del tempio santo di Dio. Un’opera sbalor-ditiva. Per la fede e per chi vive di fede è semplice-mente una meravigliosa opera di Dio che riempie il cuore e la vita. Scrive Sant’Ago-

stino: “Cristo nasce e si forma in colui che crede per mezzo della fede esistente nell’uomo interiore; in colui che è chia-mato alla libertà della grazia, in colui che è mite e umile di cuore e che non si gloria nella nullità dei suoi meriti e del-le sue opere; in colui che ascrive i suoi meriti al dono divino. Costui si identifi-ca con Cristo. (S. Agostino, Commento alla Lettera ai Galati 37.38).Possiamo affermare che Lui, “pur es-sendo di natura divina”, come uomo parte da zero, come ognuno di noi. Si inserisce nella nostra storia, come ognuno di noi. Mistero grande, prima nascosto, ora rivelato con il suo ingresso nel mondo, con la sua nascita. Davvero “non consi-derò un tesoro geloso la sua uguaglian-za con Dio”. Aveva qualcosa di grande

da dirci, da realizzare per noi. “Apparso in forma umana umiliò se stesso prendendo il servizio degli schiavi. “Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce”, la più umiliante, la più dolorosa.“Peggio di così!”, siamo abituati a dire noi. “Peggio di così non potevamo trattar-ti”, dovremmo esclamare noi, volgendo lo sguardo e il cuore verso il Crocifisso della storia. Solo allora potremo capire che non è venuto per sé, ma per noi. Che la sua po-vertà può diventare la nostra ricchezza, che il nostro camminare insieme ci è ne-cessario. Il Sinodo ci chiama a sperimentarlo met-tendo al centro la sua Parola, Lui Euca-ristia. Davanti a Dio nessuno è ricco da solo. La nostra vocazione è di essere ricchi in Dio. In Gesù, Dio ci vuole tutti ricchi. Per questo ci ha donato suo Figlio come compagno di viaggio. “ In nessun altro c’è salvezza”. Senza di Lui non possiamo esse-re salvati da nessun altra cosa o persona.La causa della grave crisi della fede oggi? Si cercano salvatori, compagni di viaggio, fuori di Lui. Lui lo abbiamo messo all’an-golo. Ci siamo messi al centro noi. Conse-guenze: smarriti, sfiduciati, interiormente divisi, tristi. Muti, diceva Papa Benedetto.Ma non tutto è perduto. La fede può essere riscoperta, motivata, risvegliata. Questo significa mettersi in cammino con Lui. La fede, infatti, scrive S. Massimo il Confessore, “rende l’uomo divino in Dio a causa del suo amore per Dio, e rende Dio umano nell’uomo, a causa del suo amore

per gli uomini, facendo, con una bellissima conversione, Dio uomo per la divinizzazio-ne dell’uomo, e l’uomo Dio per l’umaniz-zazione di Dio: perché, secondo la Parola di Dio, Dio stesso vuole che si compia in tutti il mistero della sua incorporazione”. In pratica vuole dire: Dio ha camminato verso di noi facendosi uno di noi in Gesù perché camminassimo con Lui. Non si tratta di una passeggiata, ma di un cam-mino di vita. La pazzia dell’amore di Dio non ha né li-miti né freni. E’ pazzia d’amore verso l’uo-mo. Per questo il primo atto di amore verso la comunità ecclesiale è che ciascuno cerchi un trasformante incontro con Gesù per camminare con Lui con lo spirito dei due di Emmaus. Gesù spiega loro le Sacre Scritture. Il cuore dei due prende fuoco. Un fuoco che cambia la vita. Giunti a Emmaus, i due gli chiedono di fermarsi. Come vivere senza di Lui? Gesù si adatta alla loro richiesta. Si fa ospite per con-sumare con loro la cena. Ma Egli va oltre l’umano. Lo trasforma in divino: spezza il pane. I due lo riconoscono: è Lui, il Cro-cifisso risorto! La Parola aveva riscaldato il cuore, l’Eucaristia apre gli occhi: lo ve-dono, lo contemplano, lo adorano. Ma lui scompare dai loro occhi. Non dal loro cuo-re. Dimenticano se stessi. Altre persone tristi e deluse hanno bisogno di ascoltare la loro esperienza vitale. Non riescono a tacere.La corsa verso gli apostoli, a Gerusalem-me, è resa frettolosa dalla gioia. Non c’è stanchezza che regga, sfiducia e rassegna-zione che trattengano i passi, scoraggia-mento che rallenti i palpiti del cuore: lo abbiamo incontrato, abbiamo camminato con Lui, ci ha spiegato le Sacre Scritture, ha acceso il cuore, ci ha aperto gli occhi. Gli occhi del cuore, gli occhi della fede: è risorto!Vale la pena camminare con Lui, per cam-minare insieme. Vale la pena farsi riscalda-re il cuore da Lui, farsi aprire gli occhi. Si scaldano le relazioni. Si guardano gli altri con il cuore di Gesù. Si amano con il cuore di Dio.Il cammino diventa sicuro, gioioso, tra-sformante. Sì, il Risorto vive con noi. E noi viviamo in Lui. In novità di vita. 3

* Segretario del Sinodo

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7Chiesa Insieme MARZO 2014

FORMAZIONE

Incontro dell’AclI dI FossAto dI VIco con l’onoreVole ernesto PrezIosI

RipaRtiamo dall’insegnamento sociale della chiesaFOSSATO DI VICO – Avere un pro-getto per l’Italia su temi fondamentali e nuovi, recuperare la politica “in po-sitivo” e agire alla luce della parola e dell’insegnamento sociale della Chiesa. Attraverso un confronto franco. Carat-terizzato da un dibattito che ha visto posizioni anche molto diverse sul tema religione e politica, giovedì 13 febbraio è andato in scena all’auditorium San Cristoforo di Fossato di Vico l’incontro con l’onorevole Ernesto Preziosi, autore del libro “Il cattolicesimo democratico in ricerca”, presentato nell’occasione. Promosso dal circolo Acli “Ora et Labora”, a confrontarsi con il docente universi-tario pesarese sono stati i colleghi Marco Jacovello e Giancarlo Pel-legrini, Antonio Lunghi, vicesindaco di Assisi, e Stefania Proietti della pastorale sociale della diocesi di Assisi. Dopo il saluto di San-te Pirrami, vicepresidente provinciale delle Acli, e di Ermenegildo Fabrizi, vicesindaco di Fossato, Preziosi ha subito ricordato come oggi i cattolici si ritrovino ad affrontare una “situazione delicata rispetto al passato, quando affrontavano la questione religione-po-litica in modo per lo più teorico per via di una sintesi e uno ‘schema’ consolidati che facevano capo a un grande partito di ispirazione cristiana come la Dc”. Oggi il quadro (politico, economico, sociale e anche della Chiesa stessa) è molto diverso: “C’è grande instabilità, la democrazia è in crisi, si respira tanta anti-politica, il modello economico è giunto al culmine e la Chiesa vive una fase delicata di secolarizzazione. La crisi è dunque anche religiosa, eppure la domanda di fede e morale c’è eccome”. Il grande spartiacque della concezione cattolica nel-

la politica è stato il Concilio Vaticano II. Stefania Proietti ha ricordato come certi temi, pur se da poco, siano ormai fonda-mentali anche per la Chiesa e ha descritto le esperienze personali per la custodia del Creato, introducendo quindi il grande ar-gomento dell’ambiente: “La tutela della natura è la sfida del futuro. Anche papa Francesco sta preparando un documento su questo e noi come cattolici possiamo portare il nostro contributo, mettendo

al centro l’uomo che, appunto, è il custode del Creato”. Un altro tema, quello dell’equità, è stato introdotto dal vicesindaco di Assisi Lunghi, che ha pure sottolineato come debba essere eliminato “il tabù della Chiesa per il quale non può esistere un partito cattolico”, perché “finora le strade intraprese dopo la caduta della Dc sono sta-te fallimentari”. Del tutto differenti le posizioni di Iacovello, con-vinto che comunque fede e politica debbano in qualche modo resta-re separate: “Da parte del movimento della Chiesa e dei cattolici mi aspetto che si parli del mistero di Dio e non di bioetica o matrimoni gay, altrimenti la fede diventa ideologia”. Diversi poi i contribu-ti anche nel dibattito con il pubblico, anche questi ultimi con vi-sioni e concezioni con-trapposte. 3

nuovo ciclo di incontRi nel secondo anno della scuola socio-politica giuseppe tonioloASSISI - Parte il prossimo 25 marzo presso l’Istituto Serafico di Assisi, le lezioni della Scuola diocesana di Formazione Socio-poli-tica “Giuseppe Toniolo”, curata dalla com-missione diocesana per i Problemi Sociali e il Lavoro, Giustizia Pace e Salvaguardia del Creato e giunta al secondo anno.Fortemente voluta dal vescovo Domenico Sorrentino, che terrà la lezione introdutti-va sul tema “Famiglia, Stato e Società nel pensiero di Giuseppe Toniolo”, la Scuola si rivolge a tutti coloro che hanno vero inte-resse a conoscere l’insegnamento sociale del Magistero della Chiesa. L’invito a parteci-pare è rivolto a quanti avvertono l’urgen-za di trasformare con la forza evangelica le strutture sociali e, in particolar modo, ai giovani che hanno il coraggio, la voglia e le capacità per diventare forza travolgente al servizio del bene comune. Nel passato anno scolastico 2012-2013,

alla luce dell’espressione “il logos genera la polis”, l’itine-rario didattico si è sviluppato in 12 incontri per un totale di trentasei ore complessive e si è concluso, con una lezione del professor Andrea Riccardi (nella foto) su: “Solidarietà: re-alismo e spirito”. I contenuti del primo anno hanno avuto carattere introduttivo mentre nel corso della presente an-nualità i temi saranno sempre più specifici. Sul sito diocesano sarà possibile consultare calen-dario delle lezioni, programmi e docenti. Per informazioni: tel. 075/812483 - e-mail [email protected] 3

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8 Chiesa Insieme Marzo 2014

Primo piano

ASSISI - Il 17 gennaio nella sala della Spoliazione, organizzata dall’Ufficio Dio-cesano Ecumenismo e Dialogo, si è cele-brata la Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei 2014. Presenti una settantina di per-sone, tra cui i seminaristi e una rappresen-tanza delle comunità neocatecumenali, la serata, iniziata alle 21, si è sviluppata in un clima di preghiera. Dopo il canto dello Shemà, guidato dai neocatecumeni, don Nazzareno Marconi, presentato da suor Alessandra Sciaboletta, incaricata dio-cesana, ha sviluppato, in modo chiaro e semplice, positivo e propositivo, una ri-flessione attorno alla parola del decalogo Non ruberai (Esodo 20, 1.15), tema della Giornata per questo anno 2014. Quindi, dopo un breve intervento del vescovo, la preghiera è proseguita con testi eucologici ebraici e cattolici, la lettura del Vangelo e la recita del Padre Nostro.

rIcordAtA lA FIgurA dellA relIgIosA che sAlVò glI ebreI nAscostI nel monAstero dI sAn QuIrIco

madRe giuseppina Biviglia, un esempio da “non dimenticaRe”

Suor Chiara Elisabetta Spinelli *

ASSISI - Il 27 gennaio scor-so, si è celebrata, come avvie-ne ormai da alcuni anni, la Giornata della Memoria per ricordare le innumerevoli vit-time sterminate nell’Olocau-sto dalla follia nazista.Quest’anno, per la nostra co-munità di Sorelle Povere del Monastero San Quirico, tale ricorrenza ha avuto una ri-sonanza del tutto particolare. Infatti nel mattino di lunedì, presso la sala degli Sposi della Pinacoteca comunale, si è tenuto un incontro commemorativo dal titolo “Assi-si celebra due nuovi Giusti fra le Nazioni: suor Giuseppina Biviglia e suor Ermella Brandi”.E’ stata dunque tratteggiata, nelle paro-le vive, calde e piene di affetto di chi l’ha conosciuta o ne ha approfondito la storia (la nipote, Maria Biviglia; madre Benedet-ta Gonetti e suor Francesca Maneggio del nostro Monastero) la figura di madre Giu-seppina Biviglia, abbadessa della nostra comunità in particolare dal 1942 al 1948, che lo scorso 10 dicembre 2013 è stata uf-

ficialmente annoverata nei “Giusti fra le Na-zioni” dalla Commissio-ne per la designazione dei Giusti istituita dal-lo Yad Vashem (l’Ente preposto alla memoria degli eroi e dei martiri dell’Olocausto). Si ri-conosce così che questa nostra consorella, “durante il perio-do dell’Olocausto in Europa, ha

messo a rischio la propria vita per salvare ebrei perseguitati”, con la sua opera – discreta e silenziosa, ma anche decisa e coraggiosa - in favore di persone e famiglie ebree che, negli anni della seconda guerra mondiale, trovarono accoglienza e rifugio pres-so la foresteria del nostro Monastero.Questa Giornata della memoria, inoltre, aveva già avuto un preludio nel pomeriggio di sabato 25, quan-do, aderendo all’iniziativa “Itinerario alla scoperta dei luoghi della memoria” abbia-mo accolto un buon gruppo di assisani che ha potuto visitare alcuni degli ambienti del nostro monastero, abitualmente non ac-

cessibili al pubblico, in cui gli ebrei venne-ro concretamente ospitati. I partecipanti, sono così potuti entrare nell’attuale refet-torio della nostra foresteria e nella cosid-detta “Sala delle Pitture” dove si trovava la grata da cui madre Giuseppina comuni-cava con i tedeschi; inoltre sono stati ac-compagnati nelle parte ancora accessibile delle “grotte”, cavità naturali che, parten-do dall’orto della nostra foresteria, si dira-

mavano nel sottosuolo e furono utilizzate più volte per nascondere gli ebrei durante i rastrellamenti e le ispezioni. 3

*Monastero San Quirico

consegnAtA lA medAglIA dello yAd VAshem AllA memorIA dellA bAdessA delle stImmAtIne

suoR eRmella e l’opeRa della comunitàROMA – Un riconoscimen-to non solo alla persona di suor Ermel-la Brandi ma a tutta la co-munità delle S t i m m a t i n e che partecipò att ivamente alla sua scel-ta, che si spese rischiando la vita per salva-re quella degli

ebrei perseguitati dalla follia nazi-fascista. Così il riconoscimento di “Giusto fra le Na-zioni” è stato attribuito alla memoria della madre superiora dell’Ordine negli anni del-la seconda guerra mondiale e consegnato il 18 febbraio scorso nella sede centrale di

Roma a suor Mariarosaria Amato, bades-sa generale della Comunità. Una cerimonia semplice ma curata in tutti i dettagli pro-prio perché non si celebrava solo la figura di madre Ermella, suora buona e giusta, ma di tutta la comunità. Alla presenza dell’am-basciatore di Israele presso la Santa Sede S. E. Zion Evrony, di altre autorità e degli alunni della classe V della scuola primaria “San Francesco” di Nettuno suor Mariaro-saria ha ricordato il profilo della consorella ormai scomparsa da tempo.E l’immagine che ne è venuta fuori è quella di una perso-na semplice, altruista a prescindere, pronta all’accoglienza e al sacrificio in favore degli altri. Un’immagine che di fatto era emersa anche durante la celebrazione della Giorna-ta della memoria in Assisi quando, grazie ai diversi interventi, era stato sottolineato l’alto profilo umano e il grandissimo senso di appartenenza alla comunità di suor Er-mella. 3

Giornata di approfondimento e dialoGo tra ebrei e cattolici

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9Chiesa Insieme MARZO 2014

Primo pianoGiusto fRa le nazioni, saceRdote di cRistorIcorre Quest’Anno Il centenArIo dellA nAscItA dI don Aldo brunAccI

Pio De Giuli

ASSISI - Don Aldo Brunacci ha assom-mato nelle sue azioni la esemplare virtù civica e la sollecitudine pastorale: canonico penitenziere di San Rufino, per molti anni Priore del Capitolo della Cattedrale e inse-gnante di Religione nel liceo cittadino . De-cano del Clero di Assisi, nei suoi 70 anni di sacerdozio ha lasciato una traccia profonda e durevole nella vita della comunità.Aveva promosso in Assisi l’Azione Cattoli-ca ed il movimento degli Scout che lo ebbe-ro come primo assistente spirituale. Si era occupato con passione e competenza della stampa cattolica, contribuendo a dare vita ad un settimanale regionale – “La Voce”- di cui per molti anni aveva curato la pagina diocesana. Aveva pubblicato, insieme al suo grande amico Giuseppe Catanzaro, il “De Bono Pacis” di Magister Rufinus e ne ave-va fatto dono al Sommo Pontefice riceven-done il plauso. L’Accademia Properziana lo aveva accla-mato vice Presidente nel 1965 ed aveva ricevuto da lui un impulso notevole per me-rito delle relazioni che don Aldo vantava a livello nazionale ed internazionale.Era infatti conosciuto da anni per la sua opera - La Casa Papa Giovanni XXIII fon-data nel 1962, unitamente alla “Libreria Fonteviva” - che accoglie da tutto il mondo pellegrini desiderosi di vivere il clima unico

della città di Assisi.Ma la sua notorietà aveva radici anche più lontane nel tempo avendo Egli rischiato la fucilazione per le azioni di salvataggio degli ebrei perseguitati che trovarono nei monasteri di Assisi rifugio e via di scampo: per questo, unitamente al vescovo Nicolini (di cui fu solerte e discreto collaboratore), aveva ricevuto il grande onore di vedere in-titolato a suo nome, nello Yad Vashem (Il Museo dell’Olocausto), un albero nel “Viale dei Giusti”, una onorificenza concessa dallo stato di Israele a 21.310 persone nel mondo (tra le quali 391 italiani).Non gli erano mancati altri prestigiosi ri-conoscimenti come l’onorificenza di Gran-de Ufficiale della Repubblica e Cavaliere di Gran Croce concessa dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, la laurea “honoris causa” in lettere umani-stiche della Cardinal Strich University di Milwaukee e la speciale “Memoria” della San Bonaventura University di New York per ricevere la quale aveva affrontato la sua ultima trasferta transoceanica il 12 maggio 2002. Poco dopo era iniziato un lento de-clino, segnato dalla sofferenza fisica e dalla lucida consapevolezza di una fine imminen-te. Credo che nel suo intimo abbia più volte intonato il cantico del “nunc dimittis” e il Signore lo ha esaudito proprio alle prime ore del giorno 2 di febbraio in cui si celebra la vita consacrata ed echeggiano in tutte le

chiese le note corali del “Lumen ad revela-tionem gentium”.Mi sono congedato da Lui, con mestizia, in quella sua stanzetta, che l’arcivescovo Sor-rentino ha giustamente definito “autentica scuola di preghiera”, dove si è consuma-ta la sua agonia mentre era perfettamente consapevole di quanto stava per avvenire e aveva disposto nel suo testamento che le proprie spoglie mortali, accompagnate dal Santo Rosario, venissero tumulate nella nuda terra “come si conviene ad un prete”. Ora riposa, da sette anni, nel cimitero della “sua” Assisi accompagnato dal ricordo dei tanti che hanno avuto il privilegio di cono-scerlo e di godere della sua amicizia. 3

esIbIzIone dI AssIsIncAnto chorus, nellA sAlA dellA sPolIAzIone

in scena peR la gioRnata della memoRia ASSISI – La sugge-stione della sala e la bravura degli artisti hanno reso il concerto del coro Assisincanto che si è svolto dome-nica 26 gennaio nella sala della Spoliazione un momento davvero

suggestivo che ha toccato l’animo dei presenti. Inserito negli eventi della Giornata della memoria l’iniziativa portata avanti dall’Opera Casa Papa Giovanni, grazie alla progettazione di Katharina Bru-nacci, ha visto la partecipazione del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, del sindaco di Assisi Claudio Ricci e di oltre un centi-naio di persone. Ancora una volta Assisincanto Chorus ha propo-sto melodie e brani musicali di alto livello e sotto la direzione del Maestro Lucio Sambuco ha raccolto l’entusiasmo e gli applausi dei presenti. Suggestive e quanto mai azzeccate le letture che hanno in-tervallato le esecuzioni musicali. Contestualmente all’esibizione del

coro l’artista derutese Davide Buschi ha realizzato un’opera su tela che al termine del concerto è stata donata al museo della Memoria nella persona del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, che ha sottolineato l’alto valore artistico del coro e l’importanza di rendere la memoria sempre attuale. 3

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Progetti

Augusta Perticoni

ASSISI - Sono pronti a lasciare la pro-pria città e l’Italia per la prospettiva di un lavoro, credono che la famiglia sia ancora il punto di riferimento della società e sono lontani dalla politica. È questa in sintesi l’istantanea sui giovani di Assisi, a segui-to di un’indagine realizzata su quasi 300 ragazzi dell’istituto Marco Polo Bonghi di Santa Maria degli presentata il 21 febbra-io nell’aula Magna nel corso del convegno: “La persona al centro: cuori che sperano, menti che pensano, braccia che agisco-no…” organizzato dall’equipe del proget-to Policoro della Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino. A distanza di due anni dalla somministrazione di un questio-nario a 180 studenti si è data nuova voce ai giovani chiedendo agli studenti degli ultimi 3 anni di rispondere ad alcuni quesiti. Si tratta di 264 giovani di età compresa tra i 16 ed i 20 anni che risiedono in prevalenza nel comune di Assisi e nei comuni limitrofi.Emerge l’immagine di giovani che mettono la famiglia al primo posto nella loro scala dei valori. Il lavoro resta tra le cose più im-portanti ed emergono i principi di solida-rietà e cooperazione inserite nel forte desi-derio di emergere e di riuscire a realizzarsi professionalmente. Il 69% degli studenti intervistati ha già

pensato almeno una volta di trasferirsi in un’altra città per motivi di lavoro. Il 65% degli studenti intervistati accetterebbe un lavoro che prevede trasferte all’estero. Numerosi gli spunti di riflessione da cui po-ter partire per tutta la comunità educante. La crisi economica favorisce una propen-sione maggiore verso il lavoro autonomo ri-spetto al lavoro da dipendente ed è quanto emerge anche dai dati rilevati. Il mercato del lavoro si evolve e richiede una formazio-ne sempre più tecnica, specializzata, gran-de imprenditorialità e capacità di lavorare in gruppo. Ma le istituzioni sono pronte al cambiamento in atto? Quali centri di aggregazione giovanile per favorire una socializzazione positiva? I ra-gazzi descrivono un centro di aggregazio-ne giovanile ideale diverso dal bar o dalla strada, dove sia possibile incontrarsi, fare sport, mangiare insieme, so-stare insieme. Quali strategie di coinvolgimento dei gio-vani in politica ed in azioni di cittadinanza attiva? Nel futuro dei giovani la dimensio-ne della politica non esiste. Viene percepita come un settore a sé e distante dai giovani. L’orientamento al lavoro resta un settore inesplorato. Chi supporta un giovane diplo-mato nella marea di corsi di laurea proposti in tutto lo stivale e all’estero? Quali i criteri da considerare per scegliere un corso di lau-rea? Quali i mezzi per trovare un lavoro? O forse sarebbe meglio dire per cercare un

lavoro? Il centro per l’impiego è conosciuto solo dal 25% degli studenti; solo il 13% co-nosce lo sportello Informagiovani. Il 66% degli studenti intervistati no ha mai scrit-to un curriculum vitae. In una comunità educante ogni individuo, ente ecclesiale o laico ha il suo ruolo di so-stegno ai giovani che si apprestano ad en-trare nel mondo del lavoro attraverso un processo di condivisione e collaborazione. 3

Giovani pronti ad andarsene per un lavoro E la politica? LontanissimaI dAtI dI un’IndAgIne suI rAgAzzI del mArco Polo-bonghI, reAlIzzAtA dAl dAll’èQuIPe PolIcoro

INCONTRO CON I CRESIMANDI

Organizzato dal Servizio di Pastorale Giova-nile, unitamente agli uffici diocesani Cate-chistico e liturgico, anche quest’anno si ce-lebrerà l’incontro di tutti i cresimandi della diocesi con il nostro vescovo Domenico pres-so l’auditorium della Scuola media di Santa Maria degli Angeli (dietro l’ufficio postale), per condividere con lui l’ascolto della Pa-rola, la preghiera e la gioia che scaturisce dall’essere pienamente iniziati alla fede in Cristo Signore, insieme al Padre datore dello Spirito Santo, forza della e nella testimo-nianza alla quale il Sacramento dona par-ticolare abilitazione. Sacramento, quello della Cresima, che è il Sigillo della Spirito Santo nelle nostre vite: non ci chiude e ci fa sigillati nel nostro quotidiano, ma ci invia ad essere contagiosi dell’Amore ricevuto e sperimentato. Sarà bello allora ritrovarsi e stare insieme – la comunione è per se stes-sa “luogo di catechesi” - per poi accoglie-re l’invito ad essere annunciatori di quella Gioia che anima la nostra vita. L’appunta-mento è per sabato 22 marzo dalle 15.30 alle 17.30. Prossimo appuntamento per tutti i giovani della diocesi domenica 13 aprile presso il Seminario regionale di Assisi per la XXIX Giornata Mondiale della Gioventù.

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Dalle ParrocchieA Cannara Chiesa e sport si incontranoInIzIAtIVA deI gIoVAnI AtletI Per rIscoPrIre I VAlorI dellA Fede e dellA VItA

Don Francesco Fongo

CANNARA - Erano in molte le socie-tà sportive che hanno accolto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino nei giardini pubblici di Cannara. Insieme con lui si sono diretti verso la chiesa parroc-chiale di San Matteo. La PGS Salesiana, è stata molto soddisfatta di aver riempi-to la chiesa con moltissimi atleti di tutte le età. Il vescovo si è complimentato per la gioiosità e la partecipazione festosa di tutti all’assemblea liturgica. Ha invitato i numerosi atleti presenti a lottare con perseveranza per i valori della vita e della fede, di non lasciarsi “rubare la speran-za”, né di “perdere la Domenica: giorno del Signore” per andare dietro ai falsi ido-li della nostra società. La celebrazione liturgica ha visto la par-tecipazione attiva di tutti i presenti, inco-minciando dagli allenatori, che portando all’altare sette lampade, hanno scandito, in modo originale, i doni dello Spirito nel-le quotidiane esperienze sportive. Nella processione offertoriale, insieme al Pane e Vino per il Sacrificio eucaristico, sono state offerte: l’acqua come segno del su-dore negli allenamenti e della fatica nel-lo sport; i vari palloni, la rete e le scarpe

come strumenti quotidiani degli sportpraticati; il fischietto e i cartellini giallo e rosso per il rispetto delle regole e dell’av-versario. Al termine di questa festosa assemblea il parroco Don Francesco ha ringraziato il vescovo e le società sporti-ve per la loro sentita partecipazione. Con lui ha formulato il suo saluto ufficiale il presidente della PGS: Luciano Perrone ringraziando tutti e invitando alla festa

del prossimo anno. L’assemblea liturgica si è conclusa con la preghiera dello Sporti-vo, recitata coralmente da tutti i presenti e con il canto a San Giovanni Bosco, ac-compagnato dal ballo colorito delle scuole di Danza. La comunità cristiana di Can-nara è consapevole di aver offerto ai suoi giovani il vangelo della gioia attraverso la pedagogia della bontà e della festa. 3

ASSISI - Domenica 26 gennaio scorso, un gruppo di genitori, insieme ai loro figli (circa 25 persone) che frequentano il catechi-smo presso la parrocchia San Marco evangelista in Bastia Um-bra, hanno visitato alcuni luoghi francescani in Assisi. Infatti in questo anno pastorale, come parroco ho proposto, nel terzo anno di catechesi parrocchiale, di fare un incontro mensile nei luoghi dove San Francesco ha lasciato una traccia importante della sua vita. Nei mesi precedenti abbiamo visitato San Da-miano e poi Greccio. Nel mese di gennaio abbiamo visitato la casa natale di Francesco, poi l’antica cattedrale di Santa Maria Maggiore e infine la sala della Spoliazione dove Francesco spo-gliatosi delle ricche vesti ha iniziato la sua vita di penitente. Proprio in quest’ultima, il vescovo monsignor Sorrentino ci ha illustrato l’esperienza che Francesco ha vissuto in quel luogo da-vanti al vescovo del tempo, Guido, e dove ha fatto la sua scelta davanti al padre Pietro di Bernardone, dicendo che da quel mo-mento il suo padre sarebbe stato il “Padre che è nei cieli”. Questa proposta catechistica intende offrire ai nostri ragazzi una conoscenza dei luoghi e della vita di San Francesco che mi-lioni di persone ogni anno vengono a visitare e che spesso i resi-denti non conoscono. Francesco è Colui che, nella sua imitazione

di Cristo, aiuta anche i nostri giovani ad incontrarLo. Come ha fatto lui. E per seguirlo con coraggio e con amore. 3

Don Francesco Santini

lA PArrocchIA dI sAn mArco eVAngelIstA rIceVutA dA monsIgnor sorrentIno In VescoVAdo

la catechesi itineRante da Bastia aRRiva nella sala della spoliazione

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Dalla Diocesi

Massimo Bontempi

NOCERA UMBRA - Grande partecipa-zione anche quest’anno in occasione del-la festa del Santo Patrono Rinaldo. La celebrazione è stata animata dalla Corale Santa Cecilia. Nel corso della cerimonia si è rinnovato il tradizionale dono, da parte dell’amministrazione comunale, del cero votivo al patrono. La liturgia è stata inol-tre arricchita dalla Confraternita di San Rinaldo impegnata, come di consueto, nel servizio liturgico e nella pastorale. Al termine del pontificale tutte le autorità religiose, civili e militari si sono ritrovate

presso l’ex Seminario nocerino per il con-sueto pranzo offerto dalla parrocchia. Le celebrazioni hanno avuto avvio con la no-vena di preparazione che è stata curata, ogni sera, da una delle parrocchie della vicaria nocerina, proprio a simboleggia-re l’unità dell’intero territorio attorno al Patrono Rinaldo. Il Santo nocerino è vissuto sempre nel rispetto delle rigide regole monastiche anche dopo l’elezione a vescovo, costantemente attento agli ul-timi, verso i quali orientava ogni risorsa. Un rigore e uno stile analoghi a quelli del contemporaneo San Francesco con il qua-le, nella sua veste di vescovo, si ritrovò ad Assisi nel 1216 quando fu dedicata la

chiesa della Porziuncola. Em-blematico l’episodio che vide il vescovo Rinaldo “adottare” un giovane orfano, privo di sostentamenti e allontana-to da tutti. Lo portò in epi-scopio e si prese cura di lui. Quando fu grandicello, narra la leggenda, gli fece mettere al collo una bisaccia e ogni giorno lo faceva andare alla sua mensa a chiedere l’elemo-sina prima a sé e poi ai suoi commensali, chierici e laici dicendo: “Fate l’elemosina a me poverissimo, per amore di Dio e della Beata Vergine Maria”. Faceva questo perché fosse sempre presente a tutti

il ricordo di Cristo povero e per ricordare che nel prossimo, nel povero, nel malato, nell’ultimo, si serve Gesù Cristo. Un rigore che San Rinaldo riservava anzitutto a se stesso evitando accuratamente anche di dormire nel comodo letto preparatogli e preferendo sempre trascorrere le sue notti in lunghe veglie di preghiera o coricandosi sul duro pavimento. Un messaggio ancora attuale, uno stile di vita accoratamente richiamato da Papa Francesco che anche in occasione della sua recente visita ad As-sisi, non ha mancato di ricordare e che è tutto racchiuso nella sua frase “… vorrei una chiesa povera tra i poveri”. 3

SULLE ORME DI SAN RINALDOcelebrAtA A nocerA umbrA lA FestA del PAtrono AllA PresenzA dI AutorItà relIgIose e cIVIlI

NOCERA UMBRA - Il Movimento dei corsi di Cristianità della diocesi ha festeg-giato il carnevale a San Felicissimo di No-cera Umbra. La serata, particolarmente divertente, è stata allietata da Baldo e la sua band. Tutti i presenti si sono improv-visati ballerini. Anche i più sprovveduti hanno dovuto partecipare ai diversi balli di gruppo. Chi non ce l’ha fatta ha promes-so di seguire corsi di ballo durante l’anno in modo da essere pronto per il 2015. La serata è stata ravvivata dall’arrivo delle maschere: simpatiche, colorate, dispetto-se. Molti gli applausi e i coriandoli.A metà serata grande esibizione del grup-po “Sorridi con noi”. Marcello Colagreco, ha recitato alcune poesie di Trilussa; i clown Ida Teodori e Giuliana Fabbri han-no divertito con le loro simpatiche battu-

te, il mago Alexander con i suoi giochi di prestigio ha attirato l’attenzione di tutti. L’intero spettacolo è stato presentato dalla coinvolgente Elena Spino-si. Durante la serata non sono mancati dolci casa-recci e vino nostrano. Ab-biamo chiesto ad Alfiero Sorbelli, uno dei respon-sabili, lo scopo di questa serata: “Si è pensato che sarebbe stato bello vivere una serata in allegria e condivisione, approfittan-do dell’occasione, magari, per raccogliere fondi per il movimento, si-curamente non c’era un momento migliore

di un sabato di carnevale. 3Ivano Parlanti

CORSI DI CRISTIANITA’ IN MASCHERAIl bAllo FA bene Al corPo e Allo sPIrIto

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13Chiesa Insieme MARZO 2014

FOLIGNO - Il 21 gennaio scorso, un gruppo di studenti della Scuola interdiocesana di Formazione teologica si è recato a vi-sitare la Madonna di Foligno, tornata per un breve periodo nella sua città dopo due secoli, presso il monastero di Sant’Anna dove era rimasta per oltre due secoli. Qui, infatti, da Roma, Aracoeli, l’ aveva portata una nipote di Sigismondo de’ Conti, committente dell’opera – ex voto – al grande Raffaello. Ad accoglierci e a gui-darci nella visita del bellissimo monastero, la cui architettura e corredo iconico sono motivo di riflessione teologica, è stata suor Clotilde Filannino. Con competenza tecnica e profondità spiritua-le ci ha fatti camminare sulle orme della Beata Angelina “contem-plativa” del mistero del Signore Gesù, “attiva” nella sollecitudine di coloro che da Cristo sono stati amati. Animati dalla “bellez-za” contemplata non è stata lunga l’attesa – cronologicamente di

mezz’ora – per poter ammirare la dolcezza di Colei che ha custo-dito il Custode delle anime nostre. 3

Iniziative“Nuovi stili di vita” tra assisi e foligNosInergIA InterdIocesAnA Per PresentAre nelle scuole Il Progetto “cIttAdInI del mondo”

un gruPPo dI studentI dellA sIFt nel monAstero dI sAnt’AnnA Per contemPlAre l’estetIcA mAternA

a scuola di teologia dinanzi alla madonna di Raffaello

Stefania Proietti

FOLIGNO - Parte da As-sisi e Foligno, rivolto agli studenti, un forte messag-gio sui nuovi stili di vita come percorsi capaci di fu-turo. La diocesi di Foligno, n e l l ’ a m b i t o del proget-to “Cittadini del mondo” che, per l’an-no scolastico 2013-14, vede coinvolti gli studenti delle scuole secon-darie di I e II grado della città, ha chie-sto la collaborazione della diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino per affrontare la tematica “L’uomo custode del crea-to”. Si è così attivata una collaborazione tra l’ufficio pastorale per i Problemi so-ciali e il lavoro, Giustizia e pace, salvaguardia del Cre-ato della Diocesi di Foligno, diretto da monsignor Luigi Filippucci , e la commissio-ne diocesana per i problemi sociali il lavoro e la custodia del Creato di Assisi, volta a proporre agli studenti il

messaggio dei nuovi e più sobri stili di vita come stru-menti di custodia della vita e del creato. Le due diocesi umbre aderiscono alla rete interdiocesana sui Nuovi Stili di Vita, della quale fanno ormai parte oltre 80

diocesi a livello nazionale. Il progetto “Cittadini del mondo” della diocesi di Fo-ligno mira a far acquisire agli studenti le competenze per approfondire tematiche specifiche sulla custodia dei beni comuni ambienta-li (acqua, energia, ecc), su problemi urgenti in materia ambientale presenti sul ter-ritorio, sulle questioni eti-che inerenti lo sfruttamento delle risorse, i diritti umani e degli altri esseri viventi. In questo contesto sono stati effettuati una serie di incontri in cui la sottoscrit-

ta della commissione dio-cesana PSL e custodia del Creato, insieme ad alcuni giovani (Francesco Fasulo, Roberto Tomassini e Marco Migagheli), ha presentato la tematica dei nuovi stili di vita come percorsi acces-

sibili a tutti per custodire il Creato. Ne-gli incontri è stato dato p a r t i c o l a r e risalto alla proposta ope-rativa dell’an-golo dei Nuovi Stili di Vita, sulla base dell’esperien-

za fatta presso l’Istituto Serafico dove è stata creata una bacheca esposta presso l’atrio dell’Istituto in cui vengono periodicamente pubblicati volantini e ma-teriale informativo relativo a questo argomento. Al ter-mine dell’anno scolastico, in alcune scuole saranno invitate le istituzioni locali all’inaugurazione dell’An-golo sui Nuovi Stili di Vita. Per approfondimenti: http://www.diocesiassisi.it/ http://progettocittadinidel-mondo.blogspot.it/ 3

GUALDO TADINO - Domenica 2 marzo si è svolta a Gualdo Tadino l'assemblea elettiva dell’Azione Cattolica Diocesa-na, per il rinnovo degli incarichi trien-nali.Tra i molti partecipanti, numerosi sono stati i giovani, alcuni dei quali per la prima volta hanno preso parte a questo momento di partecipazione democrati-ca della vita dell’associazione. Presen-ti anche i tre assistenti diocesani (don Maurizio Saba, don Federico Claure e don Franco Fasolini) ed il vescovo che è intervenuto ribadendo la sua fiducia nell’associazione.Le elezioni per il rinnovo del consiglio diocesano hanno delineato il nuovo consiglio diocesano che sarà formato da Simona Frillici, Luca Grilli, Cristina Marcelli, Omar Petrini come consiglie-ri del settore adulti; Martina Capasso, Maria Carlotti, Jessica Castellani, Chia-ra Lupattelli come consiglieri del setto-re giovani; Manuela Giuliani, Miche-langelo Matilli, Erika Passetti, Bianca Reitano in rappresentanza per l’ACR. A questi si aggiungono i presidenti par-rocchiali già eletti ed i vicepresidenti diocesani che verranno eletti dal nuovo consiglio diocesano.

Don Federico Claure

Nuovi iNcarichiNell’azioNe cattolica

diocesaNa

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Eventi

ASSISI - Se qualcuno pensasse che a cal-care le scene del palcoscenico siano solo i più famosi i più bravi ed esperti, ecco-ne la smentita. Come, infatti, numerosi giovani della compagnia teatrale di Carlo Tedeschi hanno potuto interpretare i suoi spettacoli pur non essendo ancora i pro-fessionisti di oggi, così alcuni ragazzi tra gli allievi dell’accademia “Danza e Mu-sical” di Assisi, hanno messo in scena il musical “Un vagito nella notte”.L’evento si è svolto al teatro Metastasio,

luogo in cui dal 2008 è in pianta stabile il musical “Chiara di Dio”. I protagoni-sti assoluti sono stati i giovani allievi, i quali hanno preso parte gratuitamente all’iniziativa promossa dall’Associazione Dare dallo scorso agosto circa. In questo periodo di continue e sempre più assidue prove, grazie all’aiuto ed al sostegno degli insegnanti, nonché artisti della compa-gnia, i ragazzi hanno scoperto la bellezza di esprimere i propri talenti e questo li ha portati a provare emozioni fino ad allora

sconosciute.Gli insegnanti sostengono di avere assi-stito a veri e propri “miracoli”: chi, per timidezza o vergogna, avrebbe raramente pronunciato parole sia nella vita che tan-tomeno in scena, ora recita spontanea-mente sul palcoscenico.La loro unione, il loro ascolto ed impegno in un atmosfera anche divertente ha per-messo la riuscita di tale evento, al quale ha voluto essere presente anche Carlo Te-deschi, autore e regista del musical.Annamaria Bianchini e Carmine Passaro, rispettivamente aiuto regista e interprete del ruolo di San Francesco, insieme all’as-sessore comunale Francesco Mignani hanno aperto il pomeriggio.In conclusione, il vescovo monsignor Domenico Sorrentino ha sottolineato l’importanza di aver condiviso insieme a questi giovanissimi tutte le difficoltà e le vittorie che un simile lavoro, seppur a li-vello amatoriale, comporta.L’importanza di questa esperienza è stata sottolineata dal fatto che i ragazzi hanno chiesto di continuarla con altri spettacoli dello stesso regista, dando prova che ciò possa essere per loro non la fine, ma l’ini-zio di un nuovo percorso.E proprio questo è il filo conduttore, il fine, il motivo che sostiene i ragazzi della Compagnia, che indirizzati e aiutati nella propria realizzazione da Carlo Tedeschi e dai suoi amici sacerdoti e vescovi, hanno nel cuore la volontà di ringraziare Dio trasmettendo ad altri giovani i valori che loro stessi ricercano nella vita. 3

GIOVANI ARTISTI CRESCONOglI AllIeVI dell’AccAdemIA “dAnzA e musIcAl” In scenA Al metAstAsIo

ASSISI – Parenti, amici, allievi, sacer-doti, tutti insieme per festeggiare il com-pleanno di don Giuseppe Biselli. Circa 50 persone si sono ritrovate sabato 15 febbraio presso il ristorante “Da Angelo” per un allegro conviviale con il festeg-giato che ha spento con l’entusiasmo di un ragazzino ben 89 candeline. Ma per don Giuseppe gli anni non sono un peso, perché la sua partecipazione alle attività della diocesi, la sua passione per la mu-sica e la grande disponibilità verso tutti ne fanno un punto di riferimento per tut-ta la comunità assisana. E non potevano mancare alla festa, anzi ne sono stati i promotori, i membri della Cappella mu-sicale di San Rufino di cui è stato diret-tore, i rappresentanti di Assisincanto, gli amici sacerdoti don Maurizio Saba, don Cesare Provenzi e don Salvatore Rugolo,

le suore di San Rufino e tanti amici che hanno condiviso con lui i suoi impegni e passaggi di vita più importanti. Origi-nario di Palazzo d’Assisi, Don Giuseppe è stato ordinato sacerdote nel 1949; tra i suoi incarichi ricordiamo che è stato vice parroco a San Rufino, parroco per tanti anni a Santa Maria Maggiore, incaricato locale per il settimanale “La Voce”, inse-gnante di religione, delegato diocesano per la musica sacra e come detto diretto-re della Cappella musicale di San Rufino. Ecco perché la torta di compleanno non poteva che essere a forma di pianoforte. A testimonianza della sua grande passione e competenza nel settore artistico-musicale e non si esagera se si dice che grazie a don Giuseppe tanti giovani si sono avviati alla musica e molti artisti assisani hanno iniziato a lavorare seriamente in questo

settore formando gruppi e cori di altissi-mo spessore. Da parte di tutta la diocesi: tanti auguri don Giuseppe! 3

COMPLEANNO IN ALLEGRIA PER DON GIUSEPPE BISELLIFesteggIAto dA PArentI e AmIcI Il sAcerdote orIgInArIo dI PAlAzzo che hA comPIuto 89 AnnI

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15Chiesa Insieme MARZO 2014

Approfondimenti

ASSISI - Alla presenza di circa ottanta persone si è svolta presso l’Istituto Serafico una conferen-za sulla dibattuta “questione di genere” col titolo: “Convertirsi alla femminilità e alla mascolinita’” ovvero: “Ritrovare la gioia di essere donne e uo-mini”; tema promosso dall’Ufficio diocesano di Pastorale della Famiglia nel suo annuale percorso formativo per gli animatori della pastorale familia-re. Il relatore don Renzo Bonetti non ha deluso le aspettative ed ha aiutato a riflettere sulla “bellezza” dell’essere maschio e femmina. Bellezza che scatu-risce dal fatto di essere immagine e somiglianza di Dio. “Bellezza” insita nella relazione d’amore e che la natura porta iscritta in ciascun essere. E’ nella re-lazione distinta che ciascuno/a può sperimentare e riconoscere la bellezza del suo essere sessuato e quella dell’altro/a. Mascolinità e femminilità non va confusa con la genitalità. La “bellezza” della di-stinzione sessuata e sessuale viene oggi offuscata o si vuole cancellare con un intervento culturale molto discutibile atto a destabilizzare la persona, ogni relazione e la famiglia in quanto tale, inco-minciando dai più piccoli. Una forzatura che la cultura sta mettendo in essere senza minimamente curarsi dell’impatto devastante sui minori, di cui – stranamente - non si considerano i diritti ad avere un padre e una madre. Il modo migliore, per opporsi in modo serio ed ef-ficace alla devastante violenza culturale dei nostri tempi, dietro cui si nascono lobby potenti e senza scrupoli, è quello di far emergere nel quotidia-no, nelle relazioni uomo/donna la “bellezza” che ognuno porta dentro di sé.

Essere uomo e donnaIncontro Promosso dAll’uFFIcIo dIocesAno dI PAstorAle dellA FAmIglIA

ASSISI - Trentatre componenti della Fraternità Pellegrina con-templativa, gli italiani e l’hostess argentina, si sono ritrovati in Assisi per l’incontro natalizio. E, il 28 dicembre scorso, al termi-ne della loro sosta periodica, una ventina, presso il vescovado, hanno incontrato il vescovo al quale hanno proposto un tema di riflessione: Aprirci allo stupore di un tempo, consegnato alla te-nerezza del Padre.Il vescovo ha parlato dalla pienezza del cuore e il tema ha coinvolto profondamente ognuno di noi, concreta-mente calato nel proprio “Nazareth”, diverso nella comunione. Ci siamo sentiti “capiti a fondo” dalla sintonia del vescovo, il quale ci ha ricordato che è “la prima espressione della nostra coscienza” sia di fronte al bene/bello che al male. Di fronte al primo perché “consapevole di ciò che siamo: siamo solo dono, siamo solo grazia, grazia!”. Di fronte al secondo - “stupore tra-gico” - perché induce a riflettere su come l’uomo, luogo del mas-simo riflesso della gloria divina, abbia potuto dire di no a Dio. L’uno e l’altro stupore va coltivato: il primo per vedere la real-tà nella sua verità più profonda; il secondo perché la coscienza sia formata e per evitare il male rappresentato dall’assenza di

stupore. Assenza che si esprime nel fatto che “non siamo più capaci di reagire, non c’indigniamo più”. “Noi crediamo”, ha detto monsignor Sorrentino, “che alla fine sia l’una che l’altra via dello stupore ci consegnino la tenerezza di Dio, ci consegnino alla tenerezza di Dio”. Ed ha concluso, dicendo che è la tenerez-za che contempliamo nel Bimbo di Betlemme: “E’ veramente incredibile quanto Dio sia stato tenero con noi e come continua ad esserlo! Avanti con fiducia, con stupore e con tenerezza”. 3

Giovanna , sorella pellegrina

Ad AssIsI, lA FrAternItà PellegrInA Per l’APPuntAmento PerIodIco

lo stupoRe di un tempo, la teneRezza di un padRe

ASSISI - Dai riti litur-gici alla partecipazione attiva, dalle rubriche al sacerdozio universale. Sono questi alcuni dei temi affrontati domenica 9 febbraio alla Cittadella Christiana in occasione dell'iniziativa organiz-zata dall'ufficio liturgico diocesano diretto da don Antonio Borgo in occasione del 50esimo anniversario dalla Sacrosanctum concilium, la costituzione consilia-re che ha cambiato il volto liturgi-co della Chiesa. L’evento ha visto la presenza, ol-tre che del vescovo monsignor Do-menico Sorrentino, di un relatore d'eccezione come monsignor Piero Marini, già cerimoniere di Papa Giovanni Paolo II. Di fronte a una platea composta principalmen-te dai ministri straordinari della Comunione, che alla fine degli in-terventi hanno rinnovato il loro mandato, don Borgo ha aperto la riflessione offrendo alcuni spunti di approfondimento a monsignor Marini. L'alto prelato ha riper-corso le tappe che hanno portato al Concilio Vaticano II e i cambia-menti che questo ha comportato proprio sul fronte della liturgia.

"La comunità - ha spiegato Ma-rini - ha bisogno di esprimersi ed ognuno deve fare la sua parte". Ma la comunità è inclusiva e nel-la sua esplicitazione della liturgia deve sapersi adattare a persone e situazioni. Interessante la testi-monianza di alcune partecipanti alle famiglie del Vangelo, toccante quanto esemplare il racconto di Silvia Illicini e padre Alfredo che hanno avviato un progetto liturgi-co all'istituto Serafico. E' stato poi il vescovo Sorrentino a rimarcare ancor più il concetto della "litur-gia come azione di Gesù Cristo. E' lui che fa da ponte, che prega e ci coinvolge nella sua preghiera. Ecco perché la liturgia è fonte e culmine, è la convergenza tra pras-si e principi. Guai a noi però - ha concluso il vescovo - a partecipare senza aver condiviso la vita di Cri-sto, le sue piaghe", come quelle che rivivono al Serafico 3

la chiesa prima e dopo il coNcilio, da assisi Nuovo spriNt monsIgnor mArInI Al 50esImo dellA sAcrosAnctum concIlIum

Page 16: Chiesa Insieme Aprile 2014

16 Chiesa Insieme Marzo 2014APPUNTAMENTI Aprile 2014

1 - Martedì - 4.a di Quaresima - Ss. Venan-zio e compagni Martiri in Dalmazia e Istria - [IV]

2 - Mercoledì - S. Francesco da Paola (mf) - Lectio Divina in Cattedrale ore 21.00 con il vescovo

3 - Giovedì - 4.a di Quaresima - S. Riccardo vescovo, Sisto

4 - Venerdì - 4.a di Quaresima - S. Isidoro (mf) - [IV]

Terzo Incontro CRESU: Presso la Domus Pacis ore 16.00: “Alla Sala della Spoliazione: imparare stili di vita più essenziali”- Riflessione a partire dall’incontro di Papa Francesco alla Sala della Spoliazione con i poveri. Sarà una Tavola rotonda in cui Marco Tarquinio intervisterà Don Luigi Ciotti.Sarà una Tavola rotonda in cui Marco Tarquinio intervisterà Don Luigi Ciotti.

5 - Sabato - 4.a di Quaresima - S. Vincenzo Ferrer (mf) -

6 - Domenica - 5.a Domenica di Quaresima - S. Guglielmo, S. Diogene, Celestina

7 - Lunedì - - S. Giovanni Battista de la Salle (m) - [I]

Foligno - SIFT 23

8 - Martedì - - S. Alberto Dionigi, S. Walter - [I]

9 - Mercoledì - S. Maria Cleofe, Hilda, Tan-credi - [I]

Lectio Divina in Cattedrale ore 21.00 con il vescovo

10 - Giovedì - S. Terenzio martire - [I]

11 - Venerdì - S. Stanislao (m) - [I] Frati Minori della Porziuncola - Via crucis - Piazzale Porziuncola ore 17.15Frati minori Conventuali - Corda Pia - Basilica papale di San Francesco - ore 19.00

12 - Sabato - S. Giulio papa, Zenone - [I]

13 - Domenica - DOMENICA DELLE PALME - S. Martino I (mf) - [II]

- Le Palme ore 9.30 p.zza del Comune processione per la Cattedrale di San Rufino - GMG Diocesana presso il Seminario Regionale di Assisi ore 15.30

14 - Lunedì - Settimana Santa - S. Abbon-dio, Ignazio - [II]

15 - Martedì - Settimana Santa - S. Anniba-le, Anastasio - [II]

16 - Mercoledì - Settimana Santa - S. Lam-berto, Bernadette, Grazia, Giuditta - [II]

Messa Crismale ore 16.30 in cattedrale

17 - Giovedì - Cena del Signore - S. Aniceto papa, Arcangelo, Rodolfo - [P]

S. Messa “ Nella cena del Signore” ore 17.30 in cattedrale

18 - Venerdì - Passione del Signore - S. Galdino vescovo - [P]

Ufficio di Letture e Processione ore 6.45 in cattedraleCelebrazione della Passione e processione ore 19.00 in cattedraleGiornata per le opere in terra Santa (co)

19 - Sabato - Settimana Santa - Sabato Santo - S. Ermogene martire, Espedito, Emma - [P]

Veglia Pasquale in Cattedrale presieduta dal Vescovo ore 23.30 in cattedrale

20 - Domenica - PASQUA: RISURREZIONE DEL SIGNORE - S. Adalgisa vergine, Odette - [P]

Giorno di Pasqua - Concattedrale di Nocera Umbra ore 11.00 messa presieduta dal Vescovo mons. Sorrentino

21 - Lunedì - Ottava di Pasqua - S. Anselmo (mf) - [P]

Lunedì dell’Angelo - Concattedrale di Gualdo Tadino ore 10.00 - celebrazioni Cresima.

22 - Martedì - S. Gaio, Sotero, Leonida - [P]

23 - Mercoledì S. Giorgio (mf); S. Adalber-to (mf) - [P]

24 - Giovedì S. Fedele da Sigmaringen

25 - Venerdì S. MARCO (f) - [P] Pastorale Familiare: Gita a Firenze per gli operatori e consulenti familiari

26 - Sabato - S. Cleto, S. Marcellino marti-re, Alida - [P]

Incontro USMI sul tema: “La missione come dono”. Presso la casa barbara Micarelli di S. M. Angeli. ore 9.00-13.00

27 - Domenica - 2.a di Pasqua - S. Zita

28 - Lunedì - S. Pietro Chanel (mf); S. Luigi Maria da Montfort (mf) - [II]

Foligno - SIFT 24

29 - Martedì - S. CATERINA DA SIENA patrona d'Italia (f) - [P]

30 - Mercoledì S. Pio V (mf) - [II]