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1 ANNO 58 - N. 2 LUGLIO 2018 PERIODICO QUADRIMESTRALE DELLA SEZIONE A.N.A. DI BRESCIA Fondato nel 1961 - copie stampate 13.500 - in omaggio ai soci poste italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/2/2004) art. 1 comma 2, DCB Brescia Ciao Sandro

Ciao Sandro - anabrescia.it · Solofra in Irpinia. Nel 1983, 40° anniversario della battaglia di Nikolajewka, ... re, a nome della nostra Sezione, la tua figura di presidente emerito,

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ANNO 58 - N. 2LUGLIO 2018

PERIODICO QUADRIMESTRALE DELLA SEZIONE A.N.A. DI BRESCIAFondato nel 1961 - copie stampate 13.500 - in omaggio ai soci

poste italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/2/2004) art. 1 comma 2, DCB Brescia

Ciao Sandro

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINISezione di Brescia

e-mail: [email protected]

Direttore Editoriale: Gian Battista TurriniDirettore Responsabile: Massimo CortesiComitato di Redazione: Franco Richiedei, Giuseppe Lamberti

Hanno collaborato: Battista Ravelli, Ferruccio Casali

Per le fotografie si ringraziano: Giuseppe Valetti, Foto Digital Bertazzoli, New Eden Group, Luca Geronutti

Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 15/2012 del 19/07/2012

Stampa: REGGIANI S.p.A. - Via Rovera 40- 21026 Gavirate (VA)Abbonamento: 10,00 euro all’anno

contattare la segreteria sezionale allo 030 2003976

Appuntamentinazionali

Appuntamenti sezionaliSETTEMBRE23, Castegnato: 90° di fondazione30, Chiari: 80° di fondazione

OTTOBRE6, Monte Isola: consiglio direttivo7, Timoline: 50° di fondazione e

45° della Cappella14, Pompiano: 45° di fondazione28, Cazzago: 85° di fondazione

SETTEMBRE14, Rossosch: 25° dell’asilo

Sorriso14, Livenka: Inaugurazione del

Ponte dell’Amicizia30, Perinaledo, Sez. Imperia:

Campionato diMountain Bike

DICEMBRE9, Milano: S. Messa in Duomo

NOVEMBRE3, Maniva: inaugurazione lavori

di recupero delletrincee

8, Sezione: consiglio direttivo10: serata di chiusura

dell’attività sportiva11, Coniolo: inaugurazione nuovo

Gruppo17: cena giovani18: riunione capigruppo24: colletta alimentare25, Bovezzo: 75° di fondazione

DICEMBRE2: pranzo auguri P.C.9, Capriano 45° di fondazione13, Sezione:consiglio direttivo18: Sezione: serata degli auguri

Al lavoro sulle trincee in Maniva

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LA PAROLA AL PRESIDENTE

Il 2018 è l’anno dedicato allaconcretizzazione di alcuni progetti ead importanti ricorrenze. Eventi pro-grammati da tempo e maturati quasitutti contemporaneamente, mettendoa dura prova le nostre capacitàorganizzative e l’impegno delle risor-se umane disponibili.

Agli impegni di routine, si sonosommati il 75° di Nikolajewka cheabbiamo celebrato alla grande e chevedrà un’appendice a metà settem-bre con l’offerta del “Ponte degli Al-pini per l’Amicizia” alla comunità diLivenka; l’80° della casa di Irma conl’inaugurazione simbolica dei lavorieffettuati negli ultimi cinque anni; il 40°del Bivacco “Ceco” Baroni; il soste-gno al raddoppio della ScuolaNikolajewka e una serie di manifesta-zioni ed eventi (conferenze, dibattiti,presentazioni di libri, cerimoniecommemorative) per celebrare degna-mente il centenario della Grande Guer-ra, a corollario del grande impegnoassunto dalla nostra Sezione, con ilCantiere Maniva, nel recupero delleopere di difesa realizzate dai nostrinonni un secolo fa e che andremo adinaugurare il 3 novembre. Se aggiun-giamo la promessa di collaborazionealla realizzazione degli interventi asostegno delle popolazioni del centroItalia, martoriate dal terremoto, abbia-mo un quadro (quasi) completo del

tour de force che abbiamo volonta-riamente o forzatamente subito in que-sti ultimi tempi.

Mi rendo conto di avervi un po’tartassato, ma se vogliamo continua-re ad essere una delle più belle realtàassociative ed essere degni delle glo-rie dei nostri avi, dobbiamo anche noifare la nostra parte, impegnandocisoprattutto in azioni normate dallo sta-tuto. Dico questo perché sento, a vol-te, mormorare che siamo troppo sot-to pressione, subissati da mille impe-gni e altrettante richieste. E questo èvero per molti Gruppi che hanno la-sciato la strada maestra per seguiremolti sentieri che appagano di più leambizioni personali che fare l’interessedell’Associazione.

Cari Alpini, non siamo tenuti asostituirci alla Caritas, alla Pro Locoo alla polisportiva o fare damanovalanza gratuita per enti pubbli-ci o privati… Non siamo neppure ob-bligati ad allestire feste gastronomi-che o intrattenimenti ludici o musicali,anche se le finalità sono benefiche.Unico nostro dovere è sostenere inostri “monumenti viventi”. Le ado-zioni a distanza, facciamole da privaticittadini. Mi rendo conto che, a volte,non possiamo sottrarci a certe incom-benze, ma selezioniamo bene i com-piti che ci vogliamo assumere, tenen-do ben presente che il nostro primo

dovere è quello di partecipare alla vitaassociativa ed essere presenti (o,quanto meno, essere rappresentati dalGagliardetto) alle manifestazioni orga-nizzate dalla Sezione o dalla SedeNazionale. Poi viene tutto il resto. Inostri “Veci” hanno fatto grandel’ANA perché si occupavano essen-zialmente di alpini, dedicando tempoe risorse a quanto prevede il nostrostatuto.

Dobbiamo renderci conto che,se siamo quello che siamo e se godia-mo dell’ammirazione di tutti, è perchéabbiamo alle spalle una struttura cen-tenaria carica di valori e di gloria me-ritata in guerra e in pace da chi ci hapreceduto. Se non ci diamo da fare,tutti insieme, per mantenere in ordinela “baracca”, più prima che poi, crol-lerà e sarà la fine del sogno per tutti.

E’ vero che, spesso, vi incito adarvi da fare, perché non voglio grup-pi inerti, ma dobbiamo saper sceglie-re dove e come operare, in base allenostre capacità e alle nostre risorse,umane ed economiche.

Nel dubbio facciamo cose daalpini..

Gian Battista Turrini

Per problemi tecnici ilnumero di luglio di ocio ala pèna è andato instampa in ritardo,pertanto alcuni articolipresenteranno eventi emanifestazioni giàtenutisi. Ce ne scusiamocon gli Alpini.

Facciamo gli Alpini !

Una fase del montaggio del ponte a Livenka - Nikolajewka

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Da Sandro Rossi un’eredità che haNEL RICORDO DEI SUCCESSORI

Per ventuno anni al verticePer ventuno anni al verticedella Sezione di Bresciadella Sezione di BresciaAlessandro Rossi, per tutti noi semplicemente Sandro, era nato a

Livorno il 22 novembre 1935. Lauretosi in Economia e commercio, ha lavo-rato per decenni come funzionario della Banca S. Paolo di Brescia.

Ha prestato servizio militare nella Brigata Julia nel 1961-1962 primaa Bassano come recluta e poi all’Aquila, congedandosi come sergente.Subito dopo è avvenuto l’incontro con l’Associazione Nazionale Alpini, chesarebbe divenuta la sua ragione di vita: nel febbraio 1963, infatti, Sandro hacominciato a “lavorare” nella nostra Sezione con l’incarico di aiuto furiere,passando poi per molti anni alla redazione di “Ocio a la pèna”.

La felice unione con la moglie Giulia Fiorini (nativa di Gianico) nonaveva avuto in sorte figli: così Sandro, ha diviso tempo ed energie tra l’im-pegno in banca e le Penne Nere della Sezione di Brescia, le sue PenneNere.

Nel 1976 Sandro, con la consueta determinazione, ha organizzato isoccorsi alle popolazioni friulane colpite dal sisma, ripetendosi nel 1980 aSolofra in Irpinia. Nel 1983, 40° anniversario della battaglia di Nikolajewka,Sandro è stato uno dei protagonisti della decisione di costruire la Scuola“Nikolajewka”, ideata come “monumento vivente” ed oggi avviata a diven-tare un centro socio assistenziale con 150 posti all’avanguardia in Italia.

Lavorando con passione ed entusiasmo, Sandro è diventato il Vice diPresidenti come Bajetti, Panazza e Gelmi, fino a succedere nel 1985 nellacarica di Presidente a Ferruccio Panazza, ufficiale alpino reduce diNikolajewka. Durante i suoi anni di presidenza Sandro ha dato un notevoleimpulso sia al settore sportivo, visto come mezzo per coinvolgere i giovaniAlpini nell’Associazione, che a quello culturale, mettendolo in stretto con-tatto con il mondo della scuola.

Il suo capolavoro è stata l’organizzazione del 50° anniversario dellabattaglia di Nikolajewka, nel 1993, quando in piazza Duomo davanti allespoglie dei Caduti che rientravano dalla Russia si abbracciarono i Reduciitaliani e quelli dell’Armata Rossa.

Nel 1998 è stata inaugurata la nuova sede della Sezione, voluta concaparbietà proprio dal Presidente Rossi e costruita proprio di fianco allaScuola “Nikolajewka”.

Sandro è stato determinante anche per ospitare a Brescia l’AdunataNazionale degli Alpini, nel 2000, una delle più riuscite, anche per partecipa-zione. Nel 2004 la sospensione del servizio di leva lo ha visto in prima fila aRoma nella manifestazione in difesa della naja. Con tale passione che, vici-no all’Altare della Patria, la Polizia lo ha caricato su una Volante.

Sandro, Presidente per antonomasia, è rimasto in carica per ven-tun’anni, sino al marzo 2006, quando è entrato nel Consiglio Nazionale dive-nendo Vicepresidente Nazionale fino al 2009.

La commemorazione ufDesidero esprimere, a titolo per-

sonale, per conto del cds, deicapigruppo, di tutti gli Alpini brescianie delle nostre famiglie, il cordoglio ela nostra vicinanza alla cara Giulia, allesorelle Lucia ed Elena, ai cognati, ainipoti e agli altri congiunti per la scom-parsa dell’amato Sandro. Chiediamoscusa se ci siamo introdotti tra gli af-fetti parentali e in qualche modo ab-biamo prevaricato, ma questo e’ unlutto che colpisce profondamente an-che la nostra famiglia alpina, privan-doci di un uomo dotato di assolute ca-pacita’ e disponibilita’, ma soprattuttodi riconosciuta saggezza, autorevolez-za e carisma: un punto di riferimentoper tutti noi.

Caro Sandro, questo e’ un in-tervento che non avrei mai voluto fare,e invece, tocca proprio a me ricorda-re, a nome della nostra Sezione, la tuafigura di presidente emerito, dopoesserlo stato effettivamente per ben21 anni. Del resto tu ci hai insegnatoche ognuno, per il ruolo che riveste,ha i propri doveri e deve sapersi assu-mere le proprie responsabilita’ anchenelle circostanze meno piacevoli. E noitutti che, dopo di te oggi reggiamo lesorti della Sezione, siamo cresciutisotto le tue direttive, non certo indot-trinati, ma ascoltando e apprezzandole tue idee, i tuoi insegnamenti, i tuoiconsigli sempre rivolti al bene, primadi tutto morale, dell’associazione an-che se a volte a scapito dell’interesseeconomico.

Hai avuto la fortuna di cresce-re, associativamente parlando, al co-spetto di illustri e illuminati personaggiche hanno fondato e fatto grande lanostra sezione: il gen. Reverberi, pa-dre Bevilacqua, Lantieri de Paratico,Materzanini, Belpietro, Bajetti, Gelmi,Panazza, Ceco Baroni, il gen. Ragnoli,figure di grande spessore e levatura

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morale che hanno fatto la storia an-che dell’associazione. con loro haiforgiato il tuo carattere gia’ fortifica-to dal rigore dell’ambiente familiare edalla naja alpina.

Sei stato il primo presidente chenon aveva fatto la guerra e, questo,era motivo di preoccupazione per i“veci”, ma hai saputo fugare ogni ap-prensione con il tuo modo di fare se-rio, deciso, rispettoso, sempre in lineacon gli scopi statutari e associativi. seistato protagonista, da vicepresidente,dell’adunata nazionale del 1970, degliinterventi in Friuli nel cantiere n° 4della ricostruzione, e della realizzazio-ne del nostro monumento vivente. Poi,da presidente, hai fortemente volutola nostra sede sezionale che abbiamorealizzato insieme, e dell’indimentica-bile adunata nazionale del 2000.

Sei stato anche consigliere e

vicepresidente nazionale, dove hai la-sciato il segno del tuo carisma. Noitutti siamo convinti che avresti meri-tato anche di piu’, ma forse il tuo ca-rattere cosi’ deciso, impermeabile adogni tipo di compromessi, ti ha pena-lizzato. personalmente sono ancheconvinto che uno come te fosse unpersonaggio scomodo, troppo bravo equindi pericoloso, per chi ambisce aoccupare poltrone e pertanto da eli-minare. Non e’ stato difficile, facen-do leva sul tuo orgoglio di alpino puro.

L’ultima volta che ci siamo vi-sti, qualche giorno fa, mi hai manife-stato il tuo disagio, il cruccio, perche’a livello associativo non abbiamo an-cora ottenuto risultati concreti sul temadel ripristino della leva, militare o civi-le che sia… (si va bene, militare, mili-tare… non agitarti). Ho cercato dirassicurarti dicendoti che stiamo la-

he ha tracciato la nostra stradane ufficiale del Presidente Turrini alle esequie a Gianico

vorando e ti promettiamo che conti-nueremo a farlo finche’ non avremoottenuto qualcosa di concreto.

La presenza, in questi giorni, ditutte le tue penne nere, bianche e an-che metaforicamente rosa, e’ un se-gno di riconoscenza per tutto quelloche hai fatto e ci hai fatto fare, maanche una attestazione di stima e diammirazione nei tuoi confronti.

Sono uomini come te che fan-no grande la nostra associazione, uo-mini che credono negli alti valori col-tivati sotto il cappello alpino, sacrifi-cando ore, giornate, gran parte dellapropria vita, rubando tempo agli af-fetti familiari, per dedicarsi agli altri.

Oggi abbiamo perso un altrotassello del nostro mosaico; l’associa-zione nazionale alpini e’ sicuramentepiu’ povera. Alla Sezione di Bresciamanchera’ il suo totem il suo faro, unodei suoi pilastri portanti; alla comunita’un uomo energico, virtuoso, onesto, unesempio da imitare; alla famiglia, aGiulia, l’affetto e la guida.

Ma la vita deve continuare: gliAlpini bresciani lavoreranno ancheper te, nel tuo ricordo e, non ti preoc-cupare, avremo un occhio di riguardoanche verso tua moglie. Giulia, tirinnovo l’invito a farci da madrina: none’ un incarico impegnativo, nelle oc-casioni piu’ importanti ti chiederemodi stare un po’ con noi, nel ricordocomune.

Ma tu, Sandro, dal paradiso diCantore, dove avrai raggiunto tutti ivecchi amici, dacci un’occhiata, cosi’tanto per vedere se va tutto bene e,se puoi, illuminaci la strada e aiutaciad essere degni delle glorie dei nostriavi.

Ciao Sandro,che la terra ti sia lieve.

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le…) e di accettare, dopo un istintivoe momentaneo “imbronciamento”,anche osservazioni e pareri contrari.

Come quella volta che, in pie-no periodo feriale, mi telefonò com-mosso dicendomi che era appena statocontattato da un sottufficiale del 5°alpini dislocato in Bosnia, dove avevascoperto molti villaggi abbandonati datutti e i cui abitanti vivevano dei pro-dotti del bosco, per di più, con la brut-ta stagione in arrivo. Da quella tele-fonata è partita l’entusiasmante inizia-tiva delle Operazioni “Tridentina Avan-ti” che tanto bene hanno portato in tuttii teatri in cui hanno operato i nostrimilitari, non solo alpini, quali Libano,Iraq e Afghanistan.

L’Adunata Nazionale del 2000,la nuova sede sezionale e il 50° diNikolajewka, sono solo i più conosciutie apprezzati successi del suo coinvol-gente “entusiasmo alpino” .

L’unico momento amaro dellasua lunghissima vita passata con ilcappello in testa, è stata la parentesimilanese, che l’aveva allontanato, nonsolo fisicamente, dalla sua amata se-zione; probabilmente pensava diesportare anche in CDN il suo mododi intendere l’alpinità, ma soprattuttodi trovare risposte ai sui preoccupatiinterrogativi sul futuro associativo.Questa esperienza, chiusasi ben pre-sto e amaramente, lascerà una pro-fonda e indelebile cicatrice nel suocuore e lo farà rientrare nei ranghi diquella che sentiva essere casa sua.

E’ fuor di dubbio che in queilunghi ventun’anni abbia, per certi ver-si, plasmato la sezione a sua immagi-ne e somiglianza e che nel suo cuoregli alpini bresciani abbiano preso ilposto di quei figli che non erano maiarrivati.

Davide Forlani

Ho conosciuto di personaSandro Rossi solamente verso la metadegli anni ’80, in occasione di una suavisita, insieme ad altri consiglieri dellaSezione, alla nuova sede del mio grup-po, a Tavernole, da poco inaugurata eproveniente da Gemona. Insieme allostorico Capogruppo Pierino Piotti ave-vo fatto gli onori di casa e deve esse-re stato da allora che ha iniziato a “te-nermi sott’occhio”.

Immagino così che non abbiaavanzato obiezioni quando, nel 1989,Pierino Gabrieli, alloraVicePresidente, mi propose di entra-re in Consiglio Sezionale. Ricordo an-cora con quanto timore e trepidazio-ne mi sono presentato in quella sedefrequentata ancora da personaggi delcalibro di Gelmi, Panazza e Ragnoli ela soggezione nei confronti di quelPresidente dalla folta barba, ancoranera, dai modi bruschi e dalla voceprofonda.

Le difficoltà iniziali, hanno la-sciato, ben presto, il posto ad un rap-porto di reciproca stima tanto che, giànel 1994, mi volle al suo fianco qualeVice-Presidente (gliene sarò eterna-mente grato), vincendo lo scetticismoe i timori di quanti non vedevano dibuon occhio affidare a un “bocia” unincarico tanto delicato.

Sono stati 12 anni intensi e im-pegnativi: Sandro non faceva sconti anessuno e pretendeva che tutti, luistesso per primo, vivessero il dovereassociativo in maniera totalizzante.Come risaputo, la natura non gli ave-va fatto dono dell’arte della diploma-zia e il carattere sanguigno, oltre cheaccentratore e autoritario, gli aliena-va molte simpatie, mentre tutti ne ri-conoscevano l’intraprendenza, la ca-pacità organizzativa, la concretezza ela coerenza. Queste peculiarità non gliimpedivano però di cercare consigli econdivisione, (a tal proposito spessobonariamente mi accusava di essere,da buon montagnino, scarso di paro-

NEL RICORDO DEI SUCCESSORI

Una rude, sincera alpinità

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ADUNATA NAZIONALE

Sopra un momento della cerimonia sezionale del sabato mattina e, sotto, immagini della sfilata di domenica

La Sezione di Brescia ha dato a Trento una ennesimadimostrazione di efficenza, portando in sfilata oltre 3200 alpinie 156 gagliardetti, una partecipazione davvero eccezionale con-siderando che i Gruppi sono 161.

Ma, come sempre, le Penne Nere bresciane si sonodistinte nella cerimonia del sabato mattina, quando , in sfilatadietro la banda di Gemona, sono andate a rendere omaggio alMonumento ai Caduti della città di Trento. Una iniziativa, que-sta, che viene portata avanti da molti anni dalla nostra Sezionee che raccoglie sempre il plauso e l’abbraccio delle comunitàlocali.

Quest’anno per fortuna il clima è stato partico-larmente benevolo: sia la sfilata del sabato mattina siaquella della domenica hanno potuto godere di un bel-lissimo sole. Un’altra nota positiva giunta dall’adunatatrentina è stata la totale eliminazione dei “trabiccoli”dal centro storico della città, peraltro affollatissimo dadecine di migliaia di persone sia nella serata di venerdìsia in quella di sabato. Una condizione che difficilmen-te si ripeterà l’anno prossimo dutante l’adunata delcentenario ANA a Milano, metropoli decisamante pocoaccogliente e molto dispersiva.

Brescia spicca, come sempre

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ADUNATA SEZIONALE

Calcinato ha ospitato l’Aduna-ta Sezionale degli alpini bresciani. Ilpaese della Bassa ha visto radunarsial cospetto della sua maestosa chiesaposta in cima alla collina i rappresen-tanti dei 160 gruppi delle Penne Neredella nostra Sezione, con migliaia dipresenze.

Un appuntamento partito dalontano, con un nutrito programma cheha visto i Capigruppo di Calcinato eCalcinatello Camossi e Corsini con iloro rispettivi alpini mettere in campouna serie di appuntamenti che hannocoinvolto a 360° tutto il comune e lesue numerose realtà: dallo sport, allescuole, alla cultura e alla storia locale.

Il Gruppo di Calcinato è datempo molto attivo soprattutto con lescuole (basti ricordare l’esperienza aIrma con le elementari del paese, loscorso anno), e il coinvolgimento del-la popolazione è partito proprio daglistudenti con importanti iniziative cul-turali.

Bella e ben organizzata la garasezionale di Mountain Bike – Trofeo

Franco Pezzi disputata sulla collina delpaese; ottima l’organizzazione deiconcerti e degli spettacoli.

Perfettamente riuscita l’eser-citazione della Protezione Civile,quando Calcinato si è svegliata lette-ralmente invasa dalle pettorine giallee arancio, e da cappelli alpini: la Pro-tezione Civile Paracadutisti Calcinato,assieme al nostro Nucleo ProtezioneCivile targato ANA Brescia, e agliAlpini di Calcinatello e Calcinato si

sono dati da fare per ripulire alcunezone del paese da rifiuti, per potareramaglie e cespugli troppo invasivi. Ivolontari hanno operato sulla scarpa-ta sotto la chiesa di Calcinato, nelparchetto in via Stazione, e aCalcinatello nelle vie nuove nei pressidi via Manzoni, fino al cavalcavia del-l’autostrada.

Interessantissima la presenta-zione del libro “Calcinato durante lamobilitazione 1915-1919” sulla presen-za a Calcinato della Brigata Sassarioltre 100 anni fa; un volume presen-tato in occasione di un incontro orga-nizzato dagli Alpini di Calcinato eCalcinatello per parlare della storia diCalcinato, nel quale sono intervenutiil professor Aldo Accardo, ordinariodi storia contemporanea all’Universi-tà di Cagliari e presidente del Comi-tato Sardo per le celebrazioni dei gran-di eventi della Prima Guerra Mondia-le, e Mauro Pellegrini, storico diCalcinato e autore del volume “Storiadi Calcinato”. Nella saletta intitolata,per coincidenza non casuale, alla Bri-

Calcinato e Calcinatello: in due p

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ADUNATA SEZIONALE

gata Sassari, il reparto più decoratodel Regio esercito durante la PrimaGuerra Mondiale, e che rimase distanza a Calcinato per completarel’addestramento prima di andare alfronte, erano presenti anche il sinda-co di Calcinato Marika Legati e ilPresidente della Sezione di BresciaGianbattista Turrini. Una serata den-sa di stimoli culturali e di riflessionisulla società di Calcinato, sconvoltadall’arrivo di un numero di soldatidoppio rispetto agli abitanti.

Una lunga serie di iniziative,che ha visto come sipario finale ilConcerto del Coro Alte Cime che conun applaudito concerto nela chiesaparrocchiale ha aperto ufficialmentegli ultimi due giorni nei quali l’Aduna-ta ha vissuto i suoi momenti più in-tensi ed emozionanti.

In un torrido pomeriggio di sa-bato 2 giugno, l’alzabandiera aCalcinatello con sfilata e deposizionedi una corona al Monumento ai Ca-duti; quindi il trasferimento aCalcinato per la medesima cerimo-nia al locale monumento, per prose-guire poi con l’incontro con le autori-tà cittadine nella sala consigliare delMunicipio, durante il quale il SindacoMarika Legati ha avuto parole di elo-gio per i suoi Alpini, constatandonel’imponente mole di lavoro. La dome-nica il comune della bassa ha visto laconsueta imponente sfilata di oltre3000 alpini, che partiti dal centro spor-tivo, hanno raggiunto la chiesa par-rocchiale per la messa, prima di por-tarci tutti al ristorante “Sullivan” peril pranzo finale.

Nel pomeriggio il passaggiodella stecca al Gruppo diChiesanuova al quale toccherà l’ono-re e l’onere di organizzare l’impor-tante evento il prossimo anno.

e per un raduno impeccabile

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“Gli alpini, memoria e cuore”ADUNATA SEZIONALE

“... Sono certa che la domandapiù gradita che voi Alpini vi siete sen-titi rivolgere dai nostri ragazzi sia sta-ta: “come si fa a diventare Alpini?”.Ecco la strada che segna il futuro del-l’Associazione, l’eredità di affezioneper un Corpo che sa farsi voler benee che lavora per questo passaggioepocale tra il ricordo e la memoria: ilricordo di quanti hanno vissuto in pri-ma persona la guerra e l’esperienzamilitare con il suo universo di valori ela memoria come dono di cittadinanzaalle nuove generazioni.

Ci avete dato occasione diriscoprire le nostre radici ed essere piùsaldi negli ideali che ci accompagna-no verso il futuro; io stessa ritrovandola storia della mia famiglia ho riflettu-to sull’origine di quel senso che è ra-dicato in me di rispetto per le istituzio-ni e di dedizione affinché a loro voltale istituzioni mettano sempre al primoposto il rispetto e la dignità di ogni cit-tadino, a cominciare dall’ultimo.

Ripercorrere la storia delle no-stre Penne Nere nei primi decenni del‘900 ha riportato alla luce i drammifamigliari che hanno vissuto i nostriconcittadini e trarne un’importante pie-tra sui cui cimentarsi come costruttoridi pace. Non altrettanto posso dire dicoloro, comunque marginali ma degnidi nota, che a Trento hanno dato a tut-ta l’Italia la dimostrazione di essereincapaci di leggere la storia; è unavergogna che anche all’Università, cisia chi ha promosso una cultura di odioche nulla ha a che vedere con il ri-spetto dei popoli. Ciò che è statoinfangato non è solo la memoria col-lettiva, ma la singola dignità di ogniAlpino caduto, un fatto intimo legatoal dolore di tante famiglie italiane.

Amo molto la vostra locuzione

“Alpini “andati avanti”: ecco la rispo-sta alla miopia di chi non è ricono-scente ai tanti italiani che si sono sa-crificati non in nome di una guerra cheforse non comprendevano, ma in vir-tù di un dovere morale e guardando,nel momento in cui sacrificavano lavita riuscivano a “vedere prima” congli occhi dello spirito, il Tricolore chesventolava non per la conquista maper la pace da ricercare.

E la pace da ricercare, oggicome allora, è un’azione che siconcretizza tutti i giorni in tutti i luo-ghi, anche nelle piccole comunità.

L’aqquartieramento a Calcinato del-la Brigata Sassari (migliaia di giovaniprovenienti da un mondo diverso), agliinizi del conflitto, fu un’esperienzamolto difficile per i calcinatesi; manello spirito che ci contraddistingue ilpaese si dimostrò accogliente e hacontinuato ad esserlo nel rispetto delprincipio concreto di sostenibilità.L’accoglienza dei Gruppi Alpini diCalcinato e Calcinatello, diversi ep-pure uniti nell’impegno civile, è unesempio per tutta la comunità.

Le iniziative organizzate ci han-no permesso di approfondire figureimportanti di Alpini che hanno incisosul tessuto sociale e su problematicheche ancora oggi sono all’ordine delgiorno del lavoro amministrativo; unnome per tutti è quello di PadreMarcolini che su impulso delle enci-cliche sociali nel dopoguerra ha reso

i temi della casa e del lavoro sue prio-rità garantendo la casa a 25.000 bre-sciani, anche calcinatesi, non temen-do di assumere posizioni impopolarinelle diatribe sindacali. Dal suo esem-pio giunga a voi Alpini lo sprone adagire sempre in una logica di aiuto alprossimo evitando l’assistenzialismo,ma creando, come siete maestri nelfare, veri e propri legami solidali.

Portare il cappello alpino, sim-bolo di valori senza tempo come l’one-stà e la fratellanza, significa cercaredi essere d’esempio in ogni momentodel vivere comune. Ma la virtù chepiù ammiro negli Alpini non si trovanel cappello, ma un po’ più in basso,all’altezza del cuore: è il coraggio. Co-raggio significa avere la forza e lacostanza di perseverare in tutti i valo-ri che il vostro cappello rappresenta.Quindi se devo evidenziare una quali-tà delle tante attribuite agli Alpini, di-rei l’intelligenza di cuore, non un me-lenso e generico senso di bontà, mauna saggezza appunto corale che de-riva da un modello di comportamentoproprio del Corpo degli Alpini.

Torniamo alla domanda “comesi fa a diventare Alpini?” Io penso chel’Alpino risponderebbe col Tricolore,unico vero ponte tra memoria e futu-ro. Direbbe che il verde, colore delcappello alpino, rappresenta la liber-tà. Direbbe che il bianco gli ricorda laneve in alta quota, che coprì il silenziodei giovani caduti. Vivere in purezzasignifica cogliere l’essenza dei fatti edelle persone; un’essenza né buonané cattiva e solo da questa assenza digiudizio è possibile tendere a qualco-sa di più. Direbbe che il rosso è il co-lore del sangue: sacrificato, donato,sprecato, generato; è il legame più for-te, un legame di comunità attraversoil sangue dei cittadini passati e soprat-tutto dei nuovi cittadini nati.

Concludo col motto di PadreMarcolini, che considero un obiettivocomune: verso l’alto concordi!”

Riportiamo un ampio stralciodel saluto agli Alpini del Sindacodi Calcinato Marika Legati.

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In questi tre anni, 2015-2018,coincidenti con il “centenario dellaGrande Guerra” tra nuovi scritti eriedizioni siamo stati inondati di libricon l’obiettivo di far conoscere il“grande massacro” alla più amplia pla-tea di lettori.

Edizioni dotte e popolari ci han-no spiegato il perché della guerra equali battaglie si sono combattute,della noia e degli orrori della vita ditrincea, del come si è giunti alla scon-fitta di Caporetto, chi addossando lacolpa a Cadorna e chi invece ai paci-fisti, dandoci di conto delle perditeumane, di prestigio ed economiche delconflitto.

Tra i tanti scritti molto pochihanno trattato in dettaglio il “fronteInterno” e specificatamente la quoti-diana lotta per la vita di coloro che,rimasti a casa senza i capifamiglia, do-vevano sobbarcarsi dei lavori campe-stri per sfamare sia se stessi che lanumerosa figliolanza.

Tribolazioni immani di popoli

Calcinato e la mobilitazione

za” utilizzato poi come campo di con-centramento per prigionieri austro-ungarici.

Con una certosina ricerca l’au-tore ci ragguaglia sullo sconvolgimentocausato in un sonnacchioso paese con-tadino dall’arrivo di mezzi mai visti néimmaginati: “uccelli a motore” attira-vano la curiosità soprattutto dei piùpiccoli, “mostruosi” camion rumoro-sissimi scorrazzavano sulle strade pol-verose, scontrandosi con i carri agri-coli. Abbondavano i residuati inesplosisul “monte Nuvolo”, obiettivo da at-taccare e difendere in estenuanti ad-destramenti a fuoco, cercati edincautamente raccolti dai bambini; lecondizioni igieniche peggiorarono acausa dei comportamenti di troppi mi-litari incivili.

Tutto questo e tanto altro si tro-va in questa pregevole opera che èdisponibile presso la biblioteca sezio-nale.

Giuseppe Vezzoli

ADUNATA SEZIONALE

aggravate dal risiedere in territorioincluso in “zona di Guerra” che oltread essere assoggettati alla legge mili-tare dovevano sottostare ad innume-revoli servitù militari , si avevano let-teralmente in casa numerosi militaridi fanteria e squadroni di cavalleria inaddestramento: tutta la pianura ed Estdi Brescia, essendo anche retrovia delfronte trentino, era in queste condi-zioni.

Mauro Pellegrini storico nostra-no è diventato il “cantore” diCalcinato nella Grande Guerra descri-vendo nel libro “Guerra e Società -Calcinato durante la mobilitazione1915-1919” con precisione e ricchez-za di particolari le quotidiane difficol-tà di chi era a contatto con truppe che,prima di essere destinate al fronte, unpoco la facevano da padrone.

Sarà per molti una sorpresascoprire che l’eroica Brigata Sassarilì si addestrò lasciando nel popolo unduraturo buon ricordo, che vi fu purecostruito un “aeroporto di emergen-

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BTG. TIRANO

La sede del Gruppo Alpini di Cogno in Valle Camonicaha ospitato l’annuale Assemblea del Battaglione Alpini “Tira-no”, che ha visto radunarsi ben centoquaranta Penne Nere ac-compagnate da una trentina di mogli.

Dopo una conviviale colazione si è proceduto alla regi-strazione degli Alpini che hanno poi partecipato alla cerimoniadell’Alzabandiera ed alla deposizione di una corona d’alloro allocale Monumento ai Caduti.

Al termine ha preso il via ufficialmente la riunione: nelcorso dei lavori diversi soci hanno espresso il proprio pensiero,alternando pareri favorevoli a critiche “costruttive”. D’altra partequesti incontri servono anche a confrontarsi, oltre che a decide-re di svolgere la prossima Assemblea a Stradella ed il raduno2021 a Malles-Glorenza, una località dell’Alto Adige che è mol-to cara a noi “tiranini”.

A nome del nostro sodalizio, ringrazio personalmente tutticoloro che hanno collaborato per la buona riuscita dell’evento,gli Alpini intervenuti e le reti televisive che hanno dato risaltoalla nostra iniziativa. Un incontro, è bene sottolinearlo, che perla prima volta si svolgeva nella nostra provincia e che ha giàraccolto numerose richieste da parte di Gruppi Alpini per ospi-tarlo nei prossimi anni.

Alberto “Sem” Pezzoni, Consigliere del Btg. Tirano

Primo incontro nel Bresciano

Quelli del 5° in quel di CazzagoIncontrano sempre più il favo-

re delle Penne Nere le iniziative cheriuniscono quanti hanno svolto il ser-vizio militare nello stesso reparto.

Ormai, infatti, non si contano gliappuntamenti per gli “ex” di Battaglio-ni Alpini e Gruppi di Artiglieria da mon-tagna che si tengono un po’ in tute lelocalità soprattutto del nord Italia.

Il 22 aprile scorso è stata lavolta degli appartenenti al GruppoBergamo di Artigliaria da montagna,inquadrato nel 5° Reggimento, che sisono ritrovati presso la Corte Prioredi Cazzago San Martino.

Nella fotografia alcune PenneNere del gruppo di Concesio che han-no partecipato all’affollato incontro eche si sono fatte immortalare a fian-co dello striscione dell’iniziativa.

GR. BERGAMO

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Un premio per ChiesanuovaLa ventiduesima edizione del

Cisa (il Convegno itinerante dellaStampa alpina) si è tenuta a Trieste.

Nelle nostre testate (sono 175quelle sezionali e di Gruppo, oltre, na-turalmente a L’Alpino) c’è tutto ilmondo delle penne nere, con la suapassione, la sua lunga storia, la vogliadi modernizzarsi e, perché no, conqualche eccesso di ingenuità. Un uni-verso che merita di essere esploratoe conosciuto dalle origini.

Un tema, quello storico, che èstato sviscerato nell’arco delle duemezze giornate di incontri, da un ri-cercatore universitario, il dott. Fede-rico Goddi, che ha dedicato molti mesiallo studio delle nostre testate, daglialbori, ricavandone un ritratto stimo-lante: un’arco di quasi un secolo in cuile testate alpine, oltre che a farsi in-terpreti della vita associativa, hannorecitato ruoli da protagonisti, adeguan-dosi alla fase storica ed in alcuni casiresistendo anche a lungo alla censuradel Ventennio.

Lo stesso Goddi, giovane comericercatore, non ha nascosto di esse-re rimasto affascinato dal nostro mon-do e ha conquistato grandi applausiquando ha concluso dicendo di sentir-si membro della nostra famiglia.

La parte più tecnica è stata af-fidata a due alpini giornalisti profes-sionisti di lungo corso (Andrea Briddaed il sottoscritto) con oltre quarant’an-ni di giornalismo attivo sulle spalle, neiquotidiani e non solo.

Bridda ha svolto un esame pun-tuale di “come” sono fatti nostri gior-nali, richiamando l’attenzione all’usodi fotografie di buona qualità, ad unatitolazione più stimolante, ad una gra-fica e di caratteri più chiari e più grandi(visto che molti alpini non sono più gio-vanissimi).

Io mi sono concentrato più sul-la necessità di tenere aperti tutti i ca-nali di comunicazione possibile, di darespazio (per quanto consentito dalla

IL CONVEGNO DELLA STAMPA ALPINA

lunga cadenza delle testate) alla vocedei lettori. Da non sottovalutare, poi,che, spesso, all’interno di Sezioni eGruppi è una sola la persona che con-feziona il giornale: sarebbe inveceimportante che il direttore responsa-bile avesse un rapporto costante conil comitato direttivo sezionale, mante-nendo però la necessaria autonomia.

Bridda ed io, abbiamo poi con-dotto due ore di sessioni di domandee risposte con i nostri colleghi delletestate alpine, da cui sono nati nonpochi spunti operativi interessanti.Soprattutto con validi suggerimenti perdiffondere le testate alpine anche aldi fuori degli ambiti con la penna nera.

A mons. Bruno Fasani, diretto-re dell’Alpino, è toccato il compito ditirare le fila dei lavori: in sostanza,un’esortazione al massimo impegnonei giornali alpini, perché la comuni-cazione rimane un settore strategico.

Infine, una nota sui premiati: ilTrofeo Vittorio Piotti 2018 per la mi-glior testata alpina è andato all’eccel-lente “Baradèll” della Sezione diComo; secondi ex aequo “Quota zero”degli alpini di Venezia (anche standosul mare si lavora bene da alpini) ed ilgiornale del Gruppo Alpini diChiesanuova, il popolare quartiere asudovest di Brescia.

Massimo Cortesi

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CONVEGNO GIOVANI

Qualche nuova proposta, alcu-ne questioni in sospeso e molte per-plessità: è emerso dal 4° ConvegnoNazionale dei Giovani ANA il 7 ed 8aprile nella Caserma “Battisti” diAosta. L’incontro ha visto la parteci-pazione di oltre cento giovani PenneNere di varie Sezioni di tutti i nostriRaggruppamenti in rappresentanzadelle Commissioni nate oltre dieci annifa con l’incarico, ricevuto dall’alloraPresidente Perona, di coinvolgere igiovani Alpini nelle attività associati-ve, promuovendo nuove iniziative epresentando idee per far conoscerel’ANA al di fuori della cerchia alpina.

Ad Aosta il convegno, ospitatodal Centro Addestramento Alpino, siè aperto con i saluti del Gen. Salvato-re Paolo Radizza e del Presidente dellaSezione di Aosta Carlo Bionaz, men-tre nel pomeriggio, di fronte al Presi-dente Nazionale Sebastiano Favero,sono state svolte le relazioni dei coor-dinatori di Raggruppamento – Fede-rico Guadalupi per il 1°, Luigi Berettaper il 2°, Giulio Ossato per il 3° eFlorindo Matticcoli per il 4° – che han-no illustrato attività e iniziative messein campo in questi anni dalle Sezioni.Gli interventi hanno messo in eviden-za da un lato la necessità di potenzia-re l’opera di coinvolgimento dei gio-vani e dall’altro di contribuire con nuo-vi spunti alla vita dei nostri Gruppi.

A concludere questa primagiornata è stato il Presidente Faveroche ha chiesto di approfondire l’im-pegno associativo, coinvolgendo ed

appassionando nuovi soci, e di lavo-rare in accordo con Capigruppo e Pre-sidenti Sezionali, avanzando propostee seguendone i consigli e le direttive.

Domenica Simone Lussignoli eGiuseppe Lamberti, rappresentanti deigiovani della nostra Sezione, hannoraggiunto Aosta per ritrovarsi con igiovani delle altre Sezione di frontealla carraia della “Battisti”: da qui cisiamo inquadrati nel piazzale perl’Alzabandiera, che ha visto una gran-de partecipazione dei giovani con Ves-silli e gagliardetti insieme al Vice Pre-sidente Nazionale Vicario GiorgioSonzogni ad intonare l’Inno d’Italia. Ilavori sono quindi ripresi con l’esposi-zione da parte di alcuni dei responsa-bili giovani sezionali di quanto fatto inquesti anni, seguita da considerazionirelative alla scorta Reduci durantel’Adunata Nazionale e da proposte sulruolo da assegnare agli aggregati al-l’interno delle Commissioni Giovani.

Sembrerebbe quindi che tuttosi sia svolto come al solito e, invece,qualche dubbio il Convegno l’ha la-sciato. In primo luogo, a più di diecianni dalla nascita delle prime Com-missioni, si poteva sperare che fosse-ro ormai state individuate e consoli-date le attività in grado di attrarre igiovani favorendo il loro inserimentoall’interno della Associazione. Invecesi è discusso ancora (al Quarto Con-vegno Nazionale!) dei metodi percoinvolgere i giovani (che intanto sonodiventati meno giovani), proponendoad esempio la creazione di un’app che

consenta di ritrovarsi all’Adunata.Come se già non esistessero per que-sto decine di gruppi Facebook

In secondo luogo, come detto,durante l’incontro si è trattato dellascorta ai Reduci durante l’AdunataNazionale, un’attività che vede mol-tissimi di noi – anche poco partecipiin altri ambiti associativi, non nascon-diamocelo – presenti la domenicamattina, e della necessità di diminuirela partecipazione dei giovani, visto daun lato il calo dei Reduci e la paventatatrasformazione di questo momento inuna sfilata solo dei giovani.

Qui qualche considerazione èdoverosa: l’unica attività che vede unamassiccia affluenza di giovani di tuttii Raggruppamenti vogliamo ridurla?Uno dei pochi momenti in cui non solopossiamo incontrarci ma abbiamo lapossibilità di mostrare all’esterno del-la nostra Associazione che per il futu-ro (a breve o lungo termine) ci saràchi si metterà in spalla lo zaino deinostri veci, noi stessi lo “azzoppiamo”?In quella che è la manifestazione piùimportante dell’ANA si chiede la ri-duzione della presenza dei giovani Al-pini proprio quando si apre la possibi-lità agli “amici” di sfilare? Non perpolemica, ma se si chiede impegno aigiovani bisognerebbe avanzare propo-ste che diano più visibilità a questacomponente della famiglia verde e chepermettano a molti altri “dormienti” didiventare parte attiva dell’ANA.

Giuseppe LambertiCommissione Giovani Brescia

Aosta, idee e qualche dubbio

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Il 13 gennaio, per il 75° diNikolajewka, il Coro “Alte Cime”,quello della “Valle Camonica” e i gio-vanotti del coro “Congedati della Bri-gata Tridentina”, han preso parte allaserata canora nella gremita chiesa diS. Faustino. Pubblico attento e gene-rosi gli applausi. Il 27 abbiamo parte-cipato alla Messa nel Duomo di Bre-scia in suffragio dei Caduti in Russia.

Per “allenarci” all’AdunataNazionale sabato 5 marzo abbiamopartecipato, su invito dell’amicoTarcisio Mellini, alla rassegna canora“In attesa dell’Adunata” che il Grup-po di Bassano organizza ogni anno.E’ stato faticoso: qualcuno è arrivatoa casa alle 4 del mattino. Sicuramen-te ne è valsa la pena: confrontarsi conaltre realtà ci aiuta a crescere.

Per l’Adunata Nazionale ilDirettivo aveva preso contatto con gliAlpini di Lizzanella di Rovereto, gra-zie al rapporto intrattenuto con le Pen-ne Nere di Adro, il cui ex Capo, ElioUberti, ci ha accompagnato nelsopralluogo. Abbiamo avuto il piace-re di conoscere un Capogruppo infa-ticabile: Mario Tomasoni, il Vice Pre-sidente onorario della Sezione diTrento Ennio Barozzi ed il Parroco donRemolo che ci ha messo a disposizio-ne l’ex asilo.

Venerdì 11 maggio abbiamoraggiunto Rovereto alla RSA per An-ziani dove abbiamo offerto ai nume-rosi ospiti ed ai loro parenti alcunecanzoni. Le cante, sempre scelte concompetenza dal nostro Direttore

Gianmario Gerardi col supporto delmaestro Manuel Scalmati, sono statemolto apprezzate. Dopo questo primoappuntamento abbiamo preso partealla Messa e ci siamo esibiti in un bre-ve extra sui gradini della chiesa.

Quindi abbiamo preso posses-so dell’alloggio, ma soprattutto dellebrande (la stanchezza ad una certa etàsi fa sentire) mentre alcuni baldi gio-vanotti hanno fatto una puntata aTrento per vivere l’adunata by night.

Al mattino abbiamo fatto visitaal Sacrario di Rovereto esibendoci inalcuni canti, tra i quali “Campanarodella val Padana” proprio davanti allalapide che ricorda i 5 alpini dal “voltoancor fanciullo, che non si possonoscordare” e “Signore delle Cime”. E’seguito il pranzo nella sede degli Alpi-ni di Lizzanella con esibizione canoraper i numerosi turisti. In serata siamosaliti al Sacrario dove si è esibito ilfamoso coro locale “Sant’Ilario”,applauditissimo dal numeroso pubbli-co. Cerimonia veramente toccante chesi è chiusa sulle ultime note del Corocoperte dai 99 rintocchi della Campa-na della Pace. Rientro veloce ed alle21 ci siamo esibiti, con il Coro “VociValle del Pelago” di Modena, in un’al-tra serata da applausi scroscianti.

Alla domenica i coristi hannopartecipato alla sfilata per poi partirein direzione Brescia. Complimenti perl’organizzazione al nostro Direttivo.

Siamo così arrivati all’Aduna-ta Sezionale organizzata dagli Alpinidi Calcinato e Calcinatello. Il nostro

contributo alla riuscita della manife-stazione l’abbiamo dato sabato 2 giu-gno, condividendo con unnumerosissimo pubblico le canzoni delnostro repertorio. Durante l’interval-lo è stata presentata la nostra ultimafatica: il CD “Va l’Alpin”, la cui rea-lizzazione ha visto i Direttori ed i Coristiimpegnati in numerosissime sere diprove e registrazione.

Sto finendo di scrivere questepoche righe quando mi giunge notiziadella scomparsa di Sandro Rossi, cheebbe l’idea di fondare un coro sezio-nale. Al loro fondatore gli Alpini delCoro “Alte Cime” dicono “grazie Pre-sidente per averci fatto nascere. CaroSandro ti ricorderemo sempre conaffetto”.

Personalmente serberò il ricor-do della domenica mattina dell’Adu-nata del 2017 a Treviso. Non potendosfilare, mi godevo le bellezze della cit-tà. Causalmente incontrai Rossi eTurrini. Nel vedermi Sandro mi disse:“Ciao Angelo! Cosa fai qui da solo?”e mi abbracciò. Per me è stata la con-ferma del superamento dellecontrapposizioni che, negli anni ‘80per la realizzazione di un piccolo cam-po sportivo, ci avevano visto difende-re, giustamente, gli interessi degli entiche rappresentavamo, la Sezione ANAdi Brescia ed il Comune di Irma. Ilnostro rapporto, comunque, è semprestato caratterizzato dal rispetto per-sonale che, negli anni si era semprepiù trasformato in stima ed amicizia.

Angelo Turinelli

CORO ALTE CIME

Cinque mesi da applausi

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Struttura pronta entro l’anno

Chi è venuto in Sezione in que-ste settimane avrà certo notato il ra-pido progredire del cantiere per laNuova Scuola Nikolajewka, che sor-ge proprio alle spalle della nostra sede.

Al momento di scrivere questenote (alla fine di maggio) era già incostruzione la soletta per il secondopiano dell’edificio ed è quindi proba-bile che la prevista consegna dell’edi-ficio avvenga nei tempi previsti, ov-vero entro la fine dell’anno. Ora laparte più importante sarà quellaimpiantistica (elettrica ed idraulica)che richiederà interventi massicci vi-sta la dimensione dell’edificio (su quat-tro livelli, ciascuno di oltre mille metriquadrati. Il parcheggio semi interrato,che potrà essere usato la sera anchedalle penne nere ha oltre cinquantaposti auto).

Se non ci saranno imprevisti, iltrasferimento degli ospiti dellaNikolajewka nella nuova struttura av-verrà entro la prossima primavera.

La nuova struttura consentirà,oltre che a dare una migliore ospitali-tà alle 60 persone con disabilità delCentro residenziale ed alle 60 del Cen-

tro diurno, anche di accogliere 30 ospitinei servizi di residenzialità leggera perdisabili (in alloggi protetti e completa-mente robotizzati) e di garantire 10posti di sollievo e per le urgenze. At-tualmente sono più di 50 le persone inlista di attesa per poter entrare nellastruttura: cercheremo di accontenta-re il maggior numero di richieste pos-sibile, anche se è evidente che nonpossiamo aumentare, per ragioni dicosti, il numero dei dipendenti.

La Nuova Scuola Nikolajewkasarà una struttura senza eguali nelsettore in Italia e porterà avanti cononore e competenza il messaggio vo-luto dai nostri “veci”, come FerruccioPanazza, perché fosse un monumen-to vivente alla memoria della tragicaepopea alpina in terra di Russia.

Continua anche l’opera meri-toria di solidarietà dei nostri Gruppi,che nel 2017, hanno fatto giungerenelle casse della FondazioneNikolajewka circa duecentomila euro:il 90% dei Gruppi che sostengono lastruttura per le persone con disabilitàappartengono alla Sezione di Brescia.Un impegno lodevole, anche se non

possiamo non sottolineare il fatto chesu 161 Gruppi ben 63 (e sono più omeno gli stessi degli anni precedenti)non hanno donato un solo euro: inten-diamoci, i tempi sono grami, le esigenzecomprensibilmente molte. Ma sareb-be importante che da questi Gruppigiungesse anche solo un piccolo se-gno, giusto per testimoniare la vicinan-za ai nostri fratelli più sfortunati e percontinuare a tenere viva la fiaccoladella solidarietà nel nome diNikolajewka.

L’investimento complessivo,come abbiamo più volte ricordato, èdi circa 7,5 milioni di euro (Iva esclu-sa): 4,4 milioni saranno coperti con ri-sorse proprie di Fondazione e Coope-rativa ed 800mila euro verranno da unfinanziamento sul fondo regionaleFrim. Per la parte residua si ricorreràall’accensione di un mutuo, ma è fintroppo ovvio che l’afflusso di offerteda Alpini e privati consentirà di alleg-gerire, anche significativamente, que-sta ultima voce.

Massimo Cortesi

In questa immagine, scattata alla fine di giugno, lo stato di avanzamento dei lavori per la Nuova Nikolajewka

SCUOLA NIKOLAJEWKA

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Corsa... solidale per ottocentoSCUOLA NIKOLAJEWKA

Gli ospiti della Nikolajewka con gli spingitori dell’associazione “Feel sport” poco prima della partenza

Quarta edizione di “Corri perNikolajewka”. Un’edizione fortunatis-sima che ha visto oltre 800 personeradunarsi davanti alla sede della strut-tura per disabili voluta e costruita dal-le Penne Nere.

La festa d’estate dellaNikolajewka è stata favorita da unabellissima serata serena: questo haconsentito a tutte le persone condisabilità di partecipare senza proble-mi alla corsa. Gli ospiti della Scuolautilizzavano speciali carrozzine a treruote, spinte dagli atleti dell’associa-zione “Feel sport”: in questo modoanche i nostri amici più sfortnati han-no potuto vivere appieno l’emozionedella simpatica competizione.

La corsa era divisa in due per-corsi: uno tecnico di una decina di kmche si inerpicava nel territorio dell’expolveriera di Mompiano, con alcunisaliscendi piuttosto impegnativi, ed unodi 4,5 km tutto pianeggiante tra i giar-dini e le vie interne di Mompiano, pen-sato soprattutto per le famiglie.

La Cooperativa Nikolajewkaaveva preparato anche simpatichemagliette decorate con motivi pensati

dai laboratori artistici della scuola e leha proposte con successo a tutti i par-tecipanti. Tra quanti hanno scelto ilpercorso competitivo risaltava la pre-senza di Gianni Poli, l’atletalumezzanese vincitore della Marato-na di New York del 1986.Un’intrattenimento musicale affidatoai beatesliani di Rolando Giambelli haallietato quanti si sono trattenuti fino

a tarda ora per gustare le specialitàcucinate dagli alpini di Mompiano,Bogosatollo e Bagnolo Mella. Un rin-graziamento particolare al Salumificioartigianale ERREVI di Montirone cheha generosamente donato alla festaoltre 1300 salamine.

Ma. C.

Con la maglia azzurra, il noto maratoneta Gianni Poli in veste di intervistatore

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Visti da vicino

di Massim

o Cortesi

Si assottiglial’elenco dei Gruppi “visti

da vicino”. Il viaggio iniziatocon l’amico Giancarlo Buizza sta

per chiudere un percorso iniziato nel1991! Questa volta vanno in scena glialpini di Urago d’Oglio e quelli delVillaggio Prealpino, in città.

URAGO D’OGLIO – Nel belborgo dominato da un castello che neisecoli scorsi aveva conosciuto benaltro splendore, all’ombra del campa-nile, c’è la sede del Gruppo di Uragod’Oglio. Un sodalizio davvero recen-te, fondato nell’aprile del 2010, periniziativa di due o tre alpini del paeseche hanno chiamato a raccolta le pen-ne nere uraghesi sparse per la pro-vincia: una chiamata fruttuosa, vistoche oggi i soci sono 55.

La sede è un bell’appartamen-to, molto spazioso, con numerosi lo-cali, al primo piano di un edificio diproprietà della Parrocchia: gli alpini cihanno messo del loro, ristrutturandola facciata, il tetto, il riscaldamento,ecc. ed ancora oggi danno una manoper manutenere i locali dell’Oratorio,che è proprio lì a fianco.

“La prima sede – ricorda ilcapo Gruppo Armando Carrara – era

nella taverna della casa del papà diStefano Pasquinelli; poi, dal 2012 ab-biamo ottenuto questi bei locali”. Adaffiancarlo ci sono il vice PietroSalvoni, il segretario Mario Gozzini el’alfiere Santino Libretti.

La sede è aperta il venerdì seraed ogni qualvolta sia necessario ed èriservata alle penne nere.

Il clou dell’attività del Gruppoè la festa alpina che si tiene in generetra fine giugno ed inizio luglio. La col-

laborazione è intensa soprattutto conla Parrocchia, per l’asilo, l’oratorioecc. “Ma – sottolinea Carrara – sia-mo disponibili a collaborare con chiun-que chieda per tempo il nostro inter-vento”. È stata fatta manutenzionealla chiesa, ingresso laterale compre-so. Oltre ad aver sistemato lecolonnine per una suora elevata alrango degli altari, le penne nere han-no anche impugnato le pale e quandoè servito hanno liberato ampie zonedel paese dalla neve.

Non manca, naturalmente, ilrapporto con le scuole: ogni anno gliAlpini vanno in gita coi ragazzi dellaterza media. Le mete hanno tutte ilDna giusto: Scuola Nikolajewka,Trento, Bassano del Grappa,Rovereto, ecc. La mano alpina c’èanche nel pranzo di finne anno dellescuole in Oratorio. E non mancano lacastagnata il 1° di novembre fuori dalCimitero ed il the preparato alla corsacampestre dei Giochi della gioventù.E che dire del vin brulé per gli anzianidel paese?

Gli alpini lavorano sodo, anchese, come nelle migliori tradizioni, in si-lenzio: basti pensare che solo quest’an-no il vice capogruppo ha già segnato486 ore di lavoro volontario. Un esem-pio che non ha certo bisogno di com-menti.

Però adesso cominciano a ra-gionare sul calendario del 2020: ifesteggiamenti per il decennale, infatti,non sono poi così lontani. Bisogna or-ganizzare una lista di eventi ed incon-tri, perché una ventina di mesi passa-no alla svelta.

Ma siamo sicuri che il giovaneGruppo predisporrà al meglio il suoprimo vero grande appuntamentocelebrativo: i decennali, infatti, meri-tano una seppur semplice solennità.Ma, ne siamo certi, ce ne sarannoancora molti. Gli alpini di Uragod’Oglio hanno la carica giusta.

Un giovane gruppo... Un giovane gruppo... e... una sede nuovaUn giovane gruppo... e... una sede nuova

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Visti da vicino

di Massimo Cortesi

PROSSIME VISITE

BRESCIA CENTRO

E SAN PAOLO

VILLAGGIO PREALPINO –Il Gruppo cittadino a Nord di Brescia,che ingloba anche gli alpini dellaStocchetta (frazione cittadina ormaiinurbata) vanta un’anzianità di tuttorispetto: è nato infatti il 18 novembredel 1975, quando le penne nere si ri-trovavano al Bar Acli. Curiosamente,i soci equivalgono a quelli di Uragod’Oglio: sono, infatti, 56.

Dall’aprile di quest’anno ilGruppo ha coronato il sogno di avereuna propria sede: il giorno 14 è statainaugurata la nuova bella sede, rica-vata dall’ex deposito comunale di viaTamburini, a sua volta ricavato dal-l’ex Cascina Pederzani, con tanto dipescheto (oggi scomparso). Gli Alpinici hanno lavorato parecchio, investen-do anche non poche risorse: “Per for-tuna – ricorda il capo Gruppo Luigi“Angelo” Lorenzini – ci hanno aiuta-to la Fondazione Asm, in particolaregrazie a Marina Rossi ed alla Pro Locodi Mompiano, la Dolomite Franchi ela Festa delle Associazioni”.

La sede è davvero bella, conun ampio salone, cucina, servizi emagazzino: all’esterno una spaziosaarea verde la cui manutenzione è af-fidata alle penne nere. L’area verde

è recintata e non è aperta al pubblico,ma viene spesso utilizzata dai bambi-ni del Grest.

Con Lorenzini lavorano il viceClaudio Martini, l’alfiere DavideCitroni, il segretario Giuseppe Manci-ni ed il tesoriere Cesare Venturini.

La nuova sede, in concessioneper venticinque anni, viene aperta ognivolta che è necessario e sempre ogniultimo martedì’ del mese. La Festaalpina del Prealpino, allestita nel cam-

po sportivo, è a set-tembre: dura tre giorni equest’anno è alla sedicesimaedizione. Alla fine di ogni anno c’èuna rimpatriata generale con una trip-pa che pare “leggendaria”.

Il Gruppo è naturalmente beninserito nella vita del Villaggio, cheaffonda le sue radici alla fine degliAnni Cinquanta: stand, tavoli e sediesono sempre forniti alle esigenze del-l’Oratorio.

La nuova sede ha assorbito pra-ticamente tutte le energie del sodali-zio negli ultimi due o tre anni, ma, na-turalmente, questo non ne cambia cer-to la natura alpina. Sei delle pennenere, infatti, fanno parte della Prote-zione Civile e hanno partecipato al-l’ultima esercitazione tre giorni aCastel San Pietro, nel Bolognese.

Anche il Gruppo Prealpino/Stocchetta sente il peso dell’anagra-fe, ma i giovani per fortuna non man-cano. In particolare ce n’è uno cheha prestato servizio in armi per oltresette anni, con due turni operativi inAfghanistan. Il suo contributo alla sal-dezza del Gruppo in chiave “alpinità”è molto importante e ha già tenuto unaserata nella sede illustrando con dia-positive le missioni all’estero.

Il Gruppo ha “ereditato” ancheun utile pullmino a nove posti e stapensando alle attività dei prossimi anni:adesso che c’è la sede le motivazionicrescono, come pure la possibilità diritrovarsi, anche con le famiglie. Ri-presisi dalla sforzo sostenuto per rea-lizzarla, gli alpini del “Villaggio” pun-tano sul futuro: le iniziative non man-cheranno, magari con la colonna so-nora della fisarmonica del capo Grup-po…

. e... una sede nuova

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A piedi, da Collio sino a Trento sADUNATA NAZIONALE

L’idea era nata forse già du-rante l’Adunata di Piacenza. Miche-le Cometti aveva raggiunto la cittàemiliana utilizzando una bicilcettad’epoca. Idea che si rafforzò quandodue alpini del Gruppo di Collio raggiun-sero Asti in tandem.

La considerazione era stataabbastanza semplice : “siamo alpini obersaglieri?” La decisione venne au-tomatica: nel 2018 un gruppo di Alpiniavrebbe raggiunto Trento a piedi. Laprima operazione è stata quella di stu-diare un percorso a nord-est che at-traverso le valli del Chiese e le valliGiudicarie, giungesse a Trento sulletracce del Primo Conflitto Mondiale,di cui nel 2018 si festeggiava il cente-nario della conclusione.

l’idea si sposava molto benecon la scelta della Sezione di Bresciadi recuperare le linee difensive sulMonte Maniva. La scelta però è sta-ta quella di percorrere un itinerariomedio basso perchè i primi di maggio,

oltre i 2000 metri, c’era ancora moltaneve. il percorso alla fine è stato di-segnato immaginando cinque tappe.Già ad aprile si decide la formazione:Paride Belleri (Marcheno), MicheleCometti (Collio), Angelo Dolzanelli(Zanano), Gianfranco Tavolazzi(Isorella), Mario Poli (Concesio), eGiuseppe Mussio (Torbole Casaglia).

L’avventura comincia sabato 5maggio, partendo dalla sede degli Al-

pini di Collio V.T. e percorrendo il sen-tiero 355 verso Invino e Pian dellaBaste dove si trovano i resti delCasermone della Prima Guerra Mon-diale. Da qui si scende al Maniva perproseguire fino a Bagolino dove ven-gono anche resi gli onori al Monumen-to ai Caduti. La prima tappa finisce aPonte Caffaro con onori ai Caduti ecena con gli Alpini del Gruppo. Laseconda tappa va da Ponte Caffaro aStoro e alla Malga Campell. Un trattodel percorso viene fatto con una com-pagnia del SAT CAI di Storo che stapercorrendo parte dello stesso tragit-to. Ci si muove lungo percorsi utiliz-zati anche dai Garibaldini prima an-cora che dai soldati della Prima Guer-ra Mondiale. La salita finale porta ai1800 metri di malga Campell dove tut-to (strade, ricoveri e ruderi) parla del-la Prima Guerra Mondiale. La terzatappa porta i nostrri camminatori daMalga Campell a Bondo e Stenico lun-go vecchie strade militari come quel-

Da sinistra, Cometti, Belleri, Mussio, Dolzanelli, Poli e Tavolazzi in posa prima della partenza per Trento

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la di Malga Pora. L’arrivo a Stenicocoincide con gli onori ai Caduti e lacena preparata da Clementina (mo-glie di Mario Poli che deve rientrareper motivi di lavoro). Le vesciche aipiedi e una caviglia malandata nonfermano i nostri nella quarta tappa traStenico e Ranzo lungo il sentiero SanVigilio. L’ultima tappa approda ovvia-mente a Trento anche se si è costrettiad una deviazione per indisposizionedi un membro del gruppo. Prima dientrare in Trento i nostri vengono chia-mati da un vecchio alpino che si trovanel giardino di una casa di riposo: l’in-vito è a cantare una canzone per glianziani ospiti. Desiderio subito esau-dito con conclusione commossa traabbracci e applausi. L’episodio mettele ali ai piedi dei nostri che in un balzoraggiungono Trento. Alla fine i kmpercorsi saranno più di 130. L’emo-zione e la soddisfazione impagabili.

Sopra, l’entrata in Trento e, sotto, uno scollinamento innevato in alta quota

o sulle tracce della storia

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Durante il ritrovo del Btg. Edolo lo scorso 15aprile si sono incontrati dopo 49 anni l’AlpinoSergio Corna e l’allora tenente (ora Generale)Guglielmo Andreatta, allora comandante della50a Cp. a Merano

I certificati mediciservono davvero

Capita che alcuni Alpinimugugnino ogniqualvolta vengarichiesta la presentazione del cer-tificato medico necessario persvolgere attività sportiveamatoriali. In realtà questa richie-sta può avere un’importanza fon-damentale: lo dimostra il caso diItalo Zappa (nella fotografia a de-stra) Alpino del Gruppo di Brozzoche è stato salvato proprio dallavisita medica per il certificatosportivo. I sanitari infatti, duran-

te i controlli, hanno rilevato unaseria malformazione cardiaca dicui Zappa non aveva avuto al-cun sentore. Evidentemente icertificati servono!

Silvano Consoli, bresciano diPalazzolo sull’Oglio, 1° scaglione clas-se 1947, ex consigliere sezionale ANAdi Brescia ed attualmente consiglieredel Gruppo di Palazzolo; Luciano Cola,veronese di San Bonifacio, 2° sca-glione classe 1947, “Padre” e “Figlio”di naja si sono incontrati dopo 51 annidal servizio militare in occasione del-l’Adunata Nazionale di Trento. Dopoaver frequentato, rispettivamente, il14° e 15° Corso A.S.C. presso laS.C.A.M. di Maddaloni per consegui-re il grado di Sergente di complemen-

to nella primavera-estate del 1967,hanno poi svolto insieme il periodo diservizio militarealla Caserma “EnricoSader” di Varna, 6° Reggimento Al-pini.

Il timore di non riconoscersi almomento dell’incontro in piazza Dan-te Alighieri, dopo 51 anni, si è subitosciolto in un fraterno e commossoabbraccio che ha fatto riviere ai dueveci i ricordi e le emozioni del periododi naja trascorso insieme, con la pro-messa di non lasciar trascorrere altri50 anni per un prossimo incontro.

Nella sede del Gruppo Alpini diOme domenica 4 marzo si sono ritro-vati, a 20 anni dalla partenza per lanaja nell’11° Reggimento di Brunico,i ragazzi del 3° scaglione 1998.

Di tempo ne è passato, erava-mo ragazzini pronti per fare nostro ilmondo… Eravamo il 3/98! Abbiamorispolverato dal cassetto dei ricordi iragazzi tremendi che eravamo, rimes-so il nostro cappello (qualcuno forsel’ha dimenticato ed altri invece l’han-no sempre calzato con orgoglio), maeravamo desiderosi di rincontrarci. A

Ritrovo a 20 anni dalla naja...

INCONTRI

Ome si respirava quell’aria fredda ti-pica di Brunico, ma nemmeno questoha fermato la voglia di abbracciarsi,perché il tempo non cancella nulla.L’emozione più forte è stataall’Alzabandiera, tutti insieme come

una volta. Lì ho rivisto i soliti ragazzi-ni con i loro sogni, con il nostro ma-resciallo Clemente Ducoli. Dimenti-cavo: sul cappello, sul cappello chenoi portiamo c’è una lunga, c’è unalunga penna nera…

Simone Bontempi

...e a 51 anni

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Sabato 26 maggio 25 Volontaridella nostra Unità di Protezione Civi-le sono intervenuti sul Garza, comeaccordi presi con il Comune di Bre-scia. Purtroppo si pensava che con treo quattro interventi i lavori sarebberostati ultimati, ma cosi non è ed i motivisono molteplici.

Da che parte iniziare? Mi tro-vo in difficoltà ma cercherò di essereabbastanza chiaro.

I Volontari sono tutti pensionati(la media è vicina ai 70 anni); i giova-ni spesso e volentieri il sabato lavora-no oppure hanno vari impegni con lafamiglia; molti Volontari sono impe-gnati con il proprio Gruppo oppure conl’oratorio, le suore, il Comune, i rico-veri e via discorrendo; altri Volontari

trovano sempre delle scuse per nonpartecipare alle nostre attività; dopoalcuni anni di pazienza, dato che sonosempre i soliti a non presentarsi, in ac-cordo con la sede nazionale stiamo eli-minando dall’elenco questi “furbetti”.Più volte ho detto e continuerò a ripe-terlo che alla nostra Sezione non ser-ve il numero, ma la serietà, la disponi-bilità, la qualità e la voglia di fare.

Ma torniamo all’intervento cheha visto i nostri Volontari lavoraresodo, rispettando prima di tutto la si-curezza, senza creare disturbi al traf-fico ed ai pedoni. Terminati i lavori iVolontari si sono dedicati a molti altriinterventi in programma, non solo allanostra sede ma anche alla scuola“Nikolajewka”. Alle 13,20 un piatto dipasta e via verso casa con la propriafamiglia.

Grazie Volontari e teniamo duro,ricordatevi sempre di quei ragazzi chehanno dato la vita per un mondo mi-gliore. Se abbiamo questo in mente,infatti, il nostro zaino diventa più leg-gero.

Battista RavelliCoordinatore P.C. Brescia

Per quest’esercitazione del 2°Rgpt. eravamo presenti solo con 36Volontari (pochi ma buoni): essendoun’esercitazione nazionale che si svol-ge una volta all’anno, pensavo moltidi più! Ma tutte le scuse son buoneper non intervenire.

Comunque una ventina di Vo-lontari (pensionati) sono partiti il ve-nerdì mattina, gli altri li hanno raggiuntiin serata terminato il proprio lavoro.

Si può dire che quest’esercita-zione sia stata abbastanza diversadelle solite, infatti non tutti i Volontari

NUCLEO PROTEZIONE CIVILE

Esercitazionea Castel San Pietro Terme

Ancora manutenzione del Garza

Nella giornata di sabato 14aprile una cinquantina di nostri Volon-tari ha preso parte all’esercitazione diProtezione Civile inserita nel program-ma dell’Adunata Sezionale diCalcinato e Calcinatello: diciamo su-bito che il tempo ci ha aiutato e, an-che in quest’occasione, gli Alpini deidue Gruppi ci sono stati molto viciniprontissimi a soddisfare le nostre ri-chieste. Durante i lavori abbiamo avutola graditissima visita del nostro Presi-dente Gian Battista Turrini, accompa-gnato dal Vicepresidente vicario An-gelo Bersini e dai consiglieri LuigiLecchi e Valter Lorandi, responsabilidella Zona L/M.

Qui finiscono le note liete ecominciano quelle dolenti: i cinquantaVolontari, infatti, sono sempre i soliti“ignoti”, dato che molti altri sono iscrittima non prendono mai parte alle atti-vità della P.C. Faccio molta fatica acomprendere perché si iscrivano: sehanno altri impegni non sono obbligatia far parte della nostra Unità, alla no-stra Sezione infatti non serve il nume-ro ma la qualità, che si ottiene sololavorando insieme.

Altro punto dolente la parteci-pazione: vorrei informare che non l’haordinato il medico che i Volontari del-lo stesso Gruppo debbano essere sem-pre tutti presenti. Purtroppo basta chemanchi il “trascinatore” e nessuno simette a disposizione, mentre se uno odue alla volta si prestassero per co-prire alcuni impegni, riusciremmo asoddisfare molte richieste.

Grazie e complimenti ai Volon-tari presenti. Anche se stiamo diven-tando quasi tutti diversamente giova-ni, teniamo duro senza strafare, facen-do quel che riusciamo, pur sapendoche gli impegni sono molti e non sem-pre possiamo farvi fronte.

sono intervenuti nei cantieri di lavoro:alcuni di loro avevano infatti il compi-to, in diverse fasi, di assistenza allapopolazione, avendo simulato interven-ti per terremoti, alluvioni ed altro.

Comunque dei nostri Volontariun gruppo doveva verniciare con l’im-pregnante un ponte di legno sul fiu-me, mentre altri tagliavano pochissi-me piante e sistemavano alcuni trattidi sentieri. Domenica alle 11,30 ab-biamo infine preso la via del ritorno.

Bene, penso che non ci sia al-tro da aggiungere.

A Calcinato

Pochi ma buoni, al lavoro

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LO SPORTTROFEO LANTIERI DE PARATICO

GARA SEZIONALE DI TIRO SEGNO19/05/2018 POLIGONO TSN GARDONE VAL TROMPIA

Classifica CARABINA1 GALBIATI MAURO BOTTONAGA2 ZUBANI COSIMO BORGOSATOLLO3 FERRAI MARIO BORGOSATOLLO4 BELLERI PIERANGELO GARDONE VAL TROMPIA5 TREBESCHI ALDO RODENGO SAIANO6 BERTELLA EMILIO GARDONE VAL TROMPIA7 AGUSCIO ANGELO BORGOSATOLLO8 TERZI GIANMARCO CHIARI9 BOTTI GIANPIETRO LUMEZZANE PIEVE10 SIGNORELLI MAURIZIO BRESCIA CENTRO

Classifica PISTOLA1 DALLERA MARIO CHIESANUOVA2 BARBIERI DANIELE MONTEROTONDO3 GALBIATI MAURO BOTTONAGA4 BELLERI PIERANGELO GARDONE V. T.5 ANTONINI ANDREA MOMPIANO6 GADALDI G.BATTISTA BOTTICINO SERA7 BOTTI GIANPIETRO LUMEZZANE PIEVE8 SIGNORELLI MAURIZIO BRESCIA9 TERZI GIANMARCO CHIARI10 GHIDINI GIULIANO CHIESANUOVA

Classifica COMBINATA1 GALBIATI MAURO BOTTONAGA2 BELLERI PIERANGELO GARDONE VAL TROMPIA3 BOTTI GIANPIETRO LUMEZZANE PIEVE4 SIGNORELLI MAURIZIO BRESCIA CENTRO5 ZUBANI COSIMO BORGOSATOLLO6 ANTONINI ANDREA MOMPIANO7 GADALDI GIANBATTISTA BOTTICINO SERA8 TERZI GIANMARCO CHIARI9 BARBIERI DANIELE MONTEROTONDO10 DALLERA MARIO CHIESANUOVA

Classifica GRUPPI1 CHIESANUOVA2 GUSSAGO3 GARDONE V.T.4 MARCHENO5 PEZZAZE6 RODENGO SAIANO7 BORGOSATOLLO8 PADENGHE S. GARDA9 POLAVENO10 CONCESIO

TROFEO FRANCO PEZZIGARA SEZIONALE DI MOUNTAIN BIKE

21/04/2018 CALCINATO

Classifica SENIOR1 VUTO NICOLA OME2 ZAGLIO MANFREDI CARLO PONTE ZANANO3 ELLI ROBERTO ROVATO4 PELI GIUSEPPE OME5 PAVIA BIAGIO S. PAOLO6 MAIOLINI IVAN OME7 LANZI DAVIDE S. PAOLO8 BALDUCHELLI NICOLA PEZZAZE9 FERRARI SILVIO CELLATICA10 ZAMBONI FABIO NUVOLERA

Classifica VETERANI1 BALDUSSI FABRIZIO BOVEGNO2 SEDABONI GIORGIO TAVERNOLE-CIMMO3 ARRIGHINI MARCO BOVEZZO4 BONTEMPI MAURO RODENGO S.5 LECCHI G.BATTISTA COLOGNE6 BELTRAMELLI GIOVITA CHIESANUOVA7 SBERNA ANGELO MOLINETTO8 BIGIOLI CARLO BORGOSATOLLO9 FOGLIATA LUCA CHIESANUOVA10 AGUSCIO ANGELO BORGOSATOLLO

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Trofeo Ferruccio PanazzaGARA SEZIONALE DI CORSA IN MONTAGNA

Marcheno 7 Aprile 2018

Classifica Gruppi1 Bovegno2 San Colombano3 Marcheno4 Concesio4 Sarezzo5 Rodengo Saiano6 Pezzoro7 Gardone V.T.8 Borgosatollo9 Botticino Sera10 Cortine di Nave

Classifica Generale1 Morandini Riccardo Botticino Sera2 Corsini Alfredo Bovegno3 Cotali Ivan Concesio4 Scuri Stefano Marcheno5 Corsini Jonny Bovegno6 Tavelli Michele S. Colombano7 Bottarelli Giorgio Sarezzo8 Sambrici Roberto Cortine di Nave9 Rambaldini Insen San Colombano10 Arrighini Marco Bovezzo

Classifica Senior1 Cotali Ivan Concesio2 Scuri Stefano Marcheno3 Tavelli Michele San Colombano4 Sambrici Roberto Cortine di Nave5 Rambaldini Insen San Colombano6 Santina Nicola Marcheno7 Vincenzi Juri Bovegno8 Copeta Alex Gussago9 Peli Andrea Pezzaze10 Castegnati Claudio Botticino Mattina

Classifica Master1 Morandini Riccardo Botticino Sera2 Corsini Alfredo Bovegno3 Corsini Jonny Bovegno4 Arrighini Marco Bovezzo5 Bontempi Mauro Rodengo S.6 Ghisla Alessio Gardone V.T.7 Ceroni Damiano Molinetto8 Botti Mauro Marcheno9 Ottelli Claudio Sarezzo

Classifica Veterani1 Bottarelli Giorgio Sarezzo2 Contrini Duilio Pezzoro3 Zanoni Walter Nuvolera4 Milani Giuseppe Rezzato5 Bigioli Carlo Borgosatollo6 Vezzoli Guido Adro7 Cotelli Walter Adro8 Aguscio Angelo Borgosatollo9 Carlig Antonio San Colombano10 Ferrai Mario Borgosatollo

TROFEO VITTORIO PIOTTIGARA SEZIONALE DI TIRO AL PIATTELLO

CAMPO "BETTOLINO" DI TRENZANO 2018CLASSIFICA GENERALE

1 SANDRINI G. BATTISTA SAN POLO2 BELLERI PIERANGELO GARDONE V.T.3 FERRAI MARIO BORGOSATOLLO4 ZUBANI COSIMO BORGOSATOLLO5 CIRELLI ANGELO GUSSAGO5 FRANCHI MARCO GUSSAGO7 MARELLI FABRIZIO COLLEBEATO8 AGUSCIO ANGELO BORGOSATOLLO9 VALOTTI ARCISO RODENGO SAIANO10 PORTESI MARIUCCIO BORGOSATOLLO

CLASSIFICA GRUPPI1 GUSSAGO2 CHIESANUOVA3 BORGOSATOLLO4 RODENGO SAIANO5 POLAVENO5 MARCHENO7 GARDONE V.T.8 CONCESIO9 LUMEZZANE P.10 PEZZAZE

CLASSIFICA LIBERI1 FACCHETTI IVAN LUMEZZANE PIEVE2 SANTINA GIUSEPPE MARCHENO3 PIAZ GIORGIO GUSSAGO4 ROLFI GUIDO GUSSAGO5 ILLINI ANDREA OME6 SANTINA NICOLA MARCHENO7 TONOLI ALESSANDRO TORBOLE CASAGLIA8 BONTEMPI MARIO GARDONE VAL TROMPIA9 ORIOLI GIANFRANCO NUVOLENTO10 CIOLI IVANO TAVERNOLE CIMMO

CLASSIFICA MASTER1 SANDRINI G. BATTISTA SAN POLO2 BELLERI PIERANGELO GARDONE V.T.3 FERRAI MARIO BORGOSATOLLO4 ZUBANI COSIMO BORGOSATOLLO5 CIRELLI ANGELO GUSSAGO6 FRANCHI MARCO GUSSAGO7 MARELLI FABRIZIO COLLEBEATO8 AGUSCIO ANGELO BORGOSATOLLO9 VALOTTI ARCISO RODENGO SAIANO10 PORTESI MARIUCCIO BORGOSATOLLO

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Altra affermazione ai Campio-nati sciistici delle Truppe Alpine perDaniele Sorio, Caporal Maggiore inforza al Centro Sportivo Esercito diCourmayeur e socio del gruppo diTavernole Cimmo.

Dopo il secondo posto nel 2017,il nostro si è infatti imposto nella garadi slalom gigante tenutasi sulle nevidel Sestriere lo scorso 9 marzo e va-levole per il “Trofeo dell’Amicizia”,

Risultato di tutto prestigio, se sitiene conto del fatto che nei sei giornidi gare ai CA.S.T.A., hanno presoparte 1.500 militari-atleti provenienti,oltre che da rappresentative naziona-li, quali Centro Addestramento Alpi-no, alcuni Comandi NATO, Istitutimilitari di Formazione dell’Esercito eCorpo Militare della Croce Rossa Ita-liana, anche da altre 10 nazioni: Au-stria, Bulgaria, Francia, GranBretagna, Libano, Macedonia, Roma-nia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti.

“I Campionati sciistici delleTruppe Alpine rappresentano un im-portante momento di verifica del livelloaddestrativo raggiunto dagli Alpini e

dalle truppe di montagna di tanti Pae-se amici ed alleati, in una perfetta sin-tesi tra competizione sportiva edespressione di peculiari capacità mili-tari”, ha affermato il Ministro Pinotti,presente alla cerimonia di chiusura,complimentandosi con tutti i parteci-panti alle “olimpiadi militari inverna-

li”.Al nostro “bocia” i complimenti

degli alpini di tutta la Sezione, di quellidi Tavernole-Cimmo ed in particolaredi nonno Giuseppe, consigliere delgruppo stesso.

Davide Forlani

CA.S.T.A. 2018

Sorio, un... gigante nello sci

Dopo il Giubileo della Miseri-cordia 2016 – durante il quale anchegli Alpini hanno prestato servizio di vi-gilanza alla Porta Santa con 110 vo-lontari distribuiti su 32 giornate festi-ve e prefestive – il Parroco della Cat-tedrale Monsignor Alfredo Scaratti hapensato bene di richiedere nuovamen-te la presenza delle Associazioni d’Ar-ma alle porte del Duomo anche nel2018.

La nostra Sezione ha parteci-pato con 65 Alpini, che si sono alter-nati su cinque giornate durante le fun-zioni religiose più importanti quali ilCorpus Domini, la ricorrenza di Santa

Rita da Cascia, l’Ordinazione di tresacerdoti bresciani, le Cresime ed ilGiovedì Santo. Gli Alpini che hannoprestato servizio in queste occasioniprovengono dai Gruppi di BresciaCentro, Casaglia, Chiesanuova,Cogozzo, Concesio, Fornaci,Mompiano, Nuvolera, Roncadelle,Sarezzo, Torbole Casaglia, Trenzano,Villaggio Prealpino e Villaggio Sere-no.

Ai Capigruppo che hanno man-dato i propri Alpini ed a tutti i volontariva il sincero ringraziamento del nostroPresidente Gian Battista Turrini e miopersonale per aver dimostrato dispo-

nibilità di servizio, come recita l’arti-colo 2 dello Statuto Nazionale, con-tribuendo a dar lustro alla nostra Se-zione.

Nell’occasione dell’incontrotra il Vescovo Pierantonio Tremolada,ed il nostro Presidente lo scorso 10giugno, l’alto prelato ha ringraziato gliAlpini per il servizio svolto alle portedel Duomo e nelle altre occasioni.

Vista la disponibilità degli Al-pini la speranza è che anche in futurovi siano sempre volontari pronti a par-tecipare.

Il coordinatoreClaudio Turati

SERVIZI ALLA COMUNITA’

Alpini in Cattedrale

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75° Nikolajewka(non pubblicate sul numero

di aprile)

Gruppo di Orzinuovi 1.000,00Sig.ra Franchi D. 3.000,00Gruppo di Gardone V.T. 500,00Gruppo di Gussago 500,00Gruppo di Palazzolo 1.000,00Gruppo di Rovato 500,00Gruppo di Pralboino-Milzano 200,00Volontari P.C. 50,00Gruppo di Mompiano 500,00Camozzi ind. SpA 1.000,00Fond Com. BS 5.000,00Fond Banca S. Paolo 10.000,00Moretti SpA 3.000,00Lions Club Ghedi 300,00Mori 2 Srl 2.000,00Gruppo Capriano 150,00Gruppo Badia 500,00Gruppo Chiesanuova 800,00Gruppo Verolanuova 100,00Gruppo Monteisola 250,00Gruppo Gottolengo 500,00Gruppo Isorella 500,00Cremini 30,00Gruppo Dello 500,00Gruppo di Bettole B. 800,00Franchini Acciai 13.000,00Fond.ne ASM 3.000,00Consiglio Reg.le Lombardia 2.367,37Centrale Latte Brescia 5.000,00Fam. Gamba 2.000,00

OSSIGENO PER LE NOSTRE ATTIVITA’

Gli Alpini del Gruppo di Rudiano han-no posato le piastrelle delle due cuci-ne della sede sezionale.

Il Gruppo Alpini di Ome ha offerto allaSezione di Brescia una nuova cucinacompleta.

Il Gruppo Alpini di Cellatica ha offer-to la vernice per pitturare le due cuci-ne della Sezione.

Offerte pervenute in Sezione dal 01/03/2018 al 30/06/2018

Ponte dell’amiciziaGruppo di Molinetto 200Cremini 60Gruppo di S. Polo 120Gruppo di Isorella 500Gruppo Villaggio Sereno 200Redazione OALP e Anagrafe 250Gruppo di Botticino S. 300Zona H 1240Gruppo di Cellatica 2.000Gruppo di Calvisano 100Gruppo di Torbiato 150

Scuola NikolajewkaBancarella del libro 120,00Gruppo Manerbio 380,00Gruppo S. Poloe coro Alte Cime 130,00Gruppo Ton di Trentoe Verolanuova 300,00Gruppo Rezzato 2.500,00Sorelle Reduce Cavagnini 200,00Gruppo Botticino S. 300,00Gruppo Calvisano 900,005a Elementare Calvisano 80,00

Casa di IrmaGruppo di Cogozzo 150,00Gruppo di Clusane 150,00Gruppo di Iseo 100,00Gruppo di Leno 200,00Amici della PedalataANA Zanano 300,00Gruppo di Villa Carcina 500,00

Coro Alte CimeComune BS 500,00Gruppo Carpenedolo 350,00Sifral 5.000,00

Protezione CivileTavolazzi 80,00Gruppo Iseo 100,00Gruppo Cogozzo 100,00Righetti Gruppo di Ciliverghe 200,00Gruppo Molinetto 400,00

Sisma Centro ItaliaUnione Libere Casalinghe 150,00

Sede sezionaleper attività istituzionali

Gruppo di Castelcovati 150,00Gruppo di Clusane 150,00Gruppo di Cogozzo 100,00Gruppo di Colombaro C.F. 100,00Gruppo di Dello 400,00Gruppo di Iseo 300,00Gruppo di Nigoline 300,00Gruppo di Padenghe 500,00Gruppo di Pavone M. 300,00Gruppo di Pilzone 210,00Gruppo di Sarezzo 500,00Cremini 31,00Gruppo di Molinetto 400,00Gruppo di Lograto Maclodio 100,00Gruppo di Bovegno 16,50Gruppo di Dello 500,00Gruppo di Sulzano 350,00Gruppo di Isorella 500,00Salvalai 30,00Zona I 1.010,00Gruppo di Rezzato 300,00Gruppo di Villa Carcina 500,00Gruppo di Bovegno 500,00

Il Gruppo di Collio ha offerto,in occasione del Trofeo S. Lazzari,gara di scialpinismo, i fiori e la coronaper la manifestazione, il rinfresco, ilservizio seggiovia oltre ai pranzi pergli assitenti (cronometristi, soccorritori,collaboratori). Il valore dell’offerta èpari a 762,67 euro

Il Gruppo di Marcheno, in oc-casione del Trofeo Panazza, gara se-zionale di corsa in montagna, i premi,i ristori e la cena per gli ospiti. Il valo-re della donazione è pari a 445 euro.

Gruppo sportivoGruppo di Mazzano 150,00

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Settembre, si torna in Palosso

Sono già trascorsi dodici annida quando sotto la penna di RinoTorcoli si accese la lampadina che eradestinata a dare nuova luce allepostazioni della Prima Guerra Mon-diale sul monte Palosso, tra i territoridi Nave, Villa Carcina, Concesio eLumezzane e Sarezzo.

Il lavoro di recupero delle quat-tro postazioni destinate ad ospitarepezzi di artiglieria e delle due piazzoleper mitragliatrice è stato portato a ter-mine felicemente dalle Penne Nere diquel territorio. Adesso i Gruppi diSarezzo, Villa Carcina, Costorio,Concesio, Cogozzo, LumezzaneS.Sebastiano, e San Vigilio diConcesio, continuano a rinnovare latradizione celebrativa sia del luogo, siadel recupero degli storiciapprestamenti.

Così sabato 1° settembre l’ap-puntamento per gli Alpini è direttamen-te sul monte Palosso dalle 10; alle 10e 45 in programma l’alzabandiera;quindi alle 11 la celebrazione della S.Messa e, alle 12, il rifresco/pranzo alsacco.ù

(Nelle due fotografie, in altoun’immagine del 10° anniversarioe, a destra, una veduta del sito).

DODICESIMO ANNIVERSARIO

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CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA

Un ultimo sforzo per il ManivaIl prossimo 3 novembre verrà

ufficialmente inaugurato il primostralcio dei lavbori di recupero deimanufatti militari sul monte Maniva.Un lavoro importantissimo, che do-vrebbe stare a cuore ad ogni Alpinodella Sezione, poichè in quelle opereaffondano le radici della nostra splen-dida associazione. Sappiamo che for-tunatamente nella nostra Provincianon si sono mai verificati combatti-menti durante il Primo Conflitto Mon-diale; le opere difensive del Maniva sisarebbero rese necessarie qualora gliAustro-Ungarici avessero sfondato lelinee più a nord; le trincee valtrumplineavrebbero costituito uno sbarramentoestremo prima di arrivare alla città.

Si tratta di opere realizzate daalpini e da civili a cavallo degli annidella Guerra; non essendo mai stateusate costituiscono un importante do-cumento sulla architettura militaredell’epoca, poichè così come sono stateprogettate sono poi state realizzate.

I lavori di questi due anni han-no portato alla luce una lunga trinceache dalla Chiesetta del Maniva si snodasulla costa nord (che guarda versoBagolino) in direzione del Dosso Alto;una serie di piazzole per artigilieria, permitragliatrici, tunnel e passaggi nasco-sti, grotte con aperture quasi verticali,opere realizzate 100 anni fa che mo-strano in tutta la loro imponenza lafatica, ma anche la tenacia e la forzedella gente di allora. Una meta da vi-sitare e da far visitare, soprattutto allegiovani generazioni affinchè possanocomprendere quanto è stato grande ilsacrificio dei giovani di 100 anni fa.

Ma, tornando a noi, è necessa-rio un ultimo piccolo sforzo per arri-vare a portare a termine il primostralcio. E’ importante che tutti i Grup-pi diano il loro contributo in termini dimano d’opera, partecipando attiva-mente ai turni di lavoro il sabato, maanche durante la settimana se ne han-

no la possibilità. Il lavoro è essenzial-mente di scavo, movimento terra (amano), pulizia di sentieri sotto la gui-da di un direttore lavori. Nessuno vie-ne mandato “allo sbaraglio”, tant’è chela settimana prima è necessario for-nire in Sezione le proprie generalitàaffinchè si possa procedere alle for-malità burocratiche e assicurative.

Si chiede a tutti i Gruppi per-tanto di fare quest’ultimo sforzo, tro-vando qualche Alpino che possa de-dicare un sabato mattina a questa im-portante iniziativa. I turni iniziano alle

ore 8:30 (necessario essere sul postoale 8 per un minimo di formazione), eproseguono fino a pranzo (indicativa-mente verso le 14, a seconda dellaresistenza e della... fame degli Alpi-ni). Mezzi, dotazioni e attrezzi vengo-no forniti dalla Sezione e consegnatial mattino. Servono solo un po’ di buo-na volontà e di passione per far sì chequesto piccolo gioiello di archeologiabellica trovi, grazie alla Sezione ANAdi Brescia, l’importanza che gli spet-ta.

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Questo celeberrimo canto alpi-no, oggi considerato ormai quasi uninno ufficiale, deriva dal canto fune-bre cinquecentesco Il testamento spi-rituale del Marchese di Saluzzo,così come ci stato tramandato daCostantino Nigra.

La storia questa: Michele An-tonio, undicesimo marchese diSaluzzo, capitano generale delle armifrancesi nel reame di Napoli, mortal-mente ferito da un obice durante ladifesa della fortezza di Aversa asse-diata dalla truppe borboniche, nel 1528,esprime le sue ultime volont ai soldati,riuniti attorno al letto di morte. E saràforse proprio fra quei soldati, l’ignotoautore che riversò nel canto gli ultimisublimi istanti del capitano, creandouna fra le gemme più interessanti delpatrimonio epico-lirico italiano.

Questo fatto assunse ben pre-sto contorni leggendari, con la richie-sta di tagliare il suo corpo in quattroparti, da mandare in Francia, nelMonferrato, alla mamma e ad unamisteriosa donna di nome Margheri-ta. (Dall’Antologia musicale di cantie canzoni delgli alpini e della mon-tagna trascritti da GiovanniCerutti)

Alessandro Barbero, profes-sore ordinario di Storia medievalepresso l’Università degli Studi del Pie-monte Orientale a Vercelli, in una re-cente intervista di Piero Angela nelcelebre programma Quark, raccon-tò che in quel tempo, quando morivaun grande prelato della chiesa, eranomolte le città a volergli dare l’ultimosaluto. Poichè, tuttavia, non esisteva-no... impianti frigo (!) tagliavano apezzi il corpo del grande personaggio,per “distribuirlo” in forma di reliquiaalle varie chiese o città. Da qui, an-che i generali, i capitani dell’esercito,per non essere da meno, lasciarononel loro testamento la volontà di ta-gliare il corpo in vari pezzi perchè po-

tessero essere lasciati alle persone piùcare.

L’ignoto autore così compose laballata: (testo originale del Testamen-to del Marchese di Saluzzo).

TESTAMENT DËLMARCHES ËD SALUSSE(seconda versione)

Sor Capitani d Salusse l’ha tantamal ch’a murir. Manda ciam sorCapitani, manda a ciam lij s sold.Lij sòi sold j’han fàit rispòsta ch’al’han l’arvista da pass. Quand ch’al’avran pass l’arvista, sor Capita-ni andrìo vëd. «Còs a comand-lo,Capitani, còs a comand-lo ai ssold?» «V’aricomand la vita mia,che d quat part na dëbie f. L’èd’una part mandela an Fransa ed’una part sël Monfër. Mand latesta a la mia mama ch’as’aricòrda d s prim fieul. Mand ‘lcorin a Margarita ch’a s’aricòrdadël s amor». La Margarita in su lapòrta l’é casc an tèra d dolor.

ËL TESTAMENT DËLMARCHEIS ‘D SALUSSE(prima versione)

Sor Capitani di Salussel’à tanta mal ch’a murirà.Manda a ciamè sor Capitani,manda a ciamè li sò soldà.

Quand ch’a l’avran montà la guar-diaO ch’a l’andèiso ‘n pò a vedè.Ii so sòldà j’an fait rispòstaCh’à l’an l’arvista da passè.

Ouand ch’a l’avran passa l’arvista,sor Capitani andrìo vedè.«Còsa comandlo, Capitani,còsa comandlo ai sò soldà?»

«V’aricomand la vita mia,che di quat part na debje fà.L’è d’una part mandèla ‘n Franzae d’una part sël Monferà.»

Mandè La testa a la mia mamach’a s’aricòrda ‘d so prim fieul.Mandè ‘l corin a Margaritach’a s’aricòrda dël sò amor».

La Margarita in su la pòrtal’è cascà ‘n tèra di dolor.La Margarita in su la pòrtal’è cascà ‘n tèra di dolor.

Di questa canzone ne esistonomoltissime varianti di cui forse la piùfamosa, oggi, è queslla adottata dalCorpo degli Alpini nel corso della gran-de guerra (1915 – 1918) e ripresa du-rante la seconda guerra mondiale. DiceRenato Pilutti: “Solo un breve pensie-ro, di questi tempi nei quali sembra chel’abnegazione e il sacrificio personale

siano fuori luogo. Io la ricordo canta-ta da mio padre e dai suoi amici quan-d’ero bambino, ma in certe occasio-ni, come il 4 novembre. E mi colpivaquello che il capitano chiedeva ai suoialpini, quasi fino a farmi piangere. Ilprimo pezzo del corpo alla Patria, allaterra dei padri, per la quale si può an-che morire; il secondo al battaglione,cioè ai compagni e camerati con i qua-li si condivide tutto: fame, freddo, do-lore, morte; il terzo pezzo alla mam-ma e il quarto alla bella “che si ricor-di del suo primo amor, perchè il capi-tano era poco più che un ragazzo; ilquinto pezzo alle montagne “che lofioriscano di rose e fior.

La Patria, il battaglione, la ma-dre, la donna, le montagne, cio tuttociò che ha valore. La bellezza di que-sto canto sta nel fatto che è specula-re, e può essere cantato in coro alfronte dalle due trincee “nemiche,dove la Patria diventa la comuneumanità.”

Antonio Bontempi

LE NOSTRE CANTE

Il testamento del Capitano

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TorbiatoCapogruppo: Valerio PonzoniVice CG: Roberto VavassoriSegretario: Marco PezzottiCassiere: Umberto FruscaConsiglieri: Mariano Bertuzzi,

Mario Bozza,Franco Bracchi,Giuseppe Gandossi,Pietro Milini,Alessandro Pezzotti eGiuseppe Vezzoli

Alfieri: Massimo CorsiniFaustino Ferrari

San PancrazioCapogruppo: Roberto BonadeiVice CG: Giuseppe Bravanti e

Giovanni MenassiSegretario: Bruno BergomiVice Segret. Emiliano LodaCassiere: Giuseppe SabbadiniTesoriere: Roberto BonadeiRevisori Conti: Massimo Chiodini e

Tarcisio RubagottiResp. P.C: Emidio Boioni

Giuseppe BravantiResp.Verde: Giovanni PiantoniMagazzinieri: Angelo Menassi ed

Angelo MuratoriCollegamentocoi Gruppi: Giovanni MenassiCucinieri: Guerino Chinelli,

Claudio PeriGiuseppe Sabbadini

Consigliere: Marco BellettiAlfieri: Emiliano Loda,

Giovanni MenassiGiuseppe Sabbadini

San ColombanoCapogruppo: Alberto CantoniCG. Onorario: Silvio ZaniniVice CG: Mirko Rambaldini e

Villiam TavelliVice CG onor. Italo DalaidiSegretario: Giorgio RambaldiniRevisore Conti: Giuseppe NicoliniResp. sede: Colombano Mario

RambaldiniConsiglieri: Antonio Carlig,

Giovanni Gerardini,Cristian Nicolini,Aldo RambaldiniFausto Zanini

Alfieri: Guido GerardiniEugenio Rambaldini

Ponte ZananoCapogruppo: Giovanni GemmaVice CG. Alfredo AlloccoSegretarioe Tesoriere: Massimo BonomelliConsiglieri: Davide Guerini,

Fabio Guerini,Ezio Mondini,Daniele NicoliniDaniele Poli

Alfiere: Pierluigi Peli

PezzazeCapogruppo: Sergio BregoliVice CG Matteo GlacelliSegretario: Marziano BregoliResp. Sport: Nicola BalduchelliConsiglieri: Daniele Bertussi,

Enrico Contessa,Flavio Ferraglio,Lucio Glacelli,Luciano RazaSimone Richiedei

Alfieri: Gino FerraglioFaustino Piardi

MontironeCapogruppo: Valentino MontanariVice: Angelo TognassiSegretario: Ferdinando GhittiCassiere: Gianbattista ObesaliniRev. conti: Francesco QuadriResp. sport: Mauro CorsiniConsiglieri: Natalino Gatta

Primo PiacenzaAlfiere: Bruno Pietroboni

Monte IsolaCapogruppo: Marco MorettiVice: Giuseppe ColosioSegretario: Ivan GuizzettiConsiglieri: Walter Archetti

Sergio ColosioMarcello DalmeriGiuseppe FerradaGiuseppe GhirardiBasilio GuizzettiSandro GuizzettiEnrico MazzucchelliGiacomo MazzucchelliLuigi MazzucchelliAngelo MorettiDavide MorettiFranco MorettiDoriano TurlaGabriele TurlaGianbattista TurlaMarco TurlaAdriano Ziliani

Lonato del GardaCapogruppo: Giuseppe GallinaCG Onorario: Aldo TonoliVice: Marco Casagrande

Vittorio CiprianiSegretario: Pierluigi AmadeiCassiere: Roberto CastagnaRev. conti: Piero Filippini

Enrico MaravigliaVittorio Pizzocolo

Consiglieri: Luigi BenefattoriCarlo BompieriDario CastelliniFabio MagistriSergio SandriniGianfranco SigurtàMario SpazziniLigio StizioliGiuseppe Taglietti

Alfieri: Flavio PapaGiampietro RodolfiLuigi Sterza

Azzano MellaCapogruppo: Giuseppe CasanovaVice: Giorgio SganzerlaSegretario: Marco PescioldiConsiglieri: Francesco Casanova

Vincenzo FranchiniAlfiere: Giovanni Madella

BorgonatoCapogruppo: Sebastiano MariniSegretario: Giovanni SorteniConsiglieri: Alberto Delpozzo

Francesco Econimo,Vittorio GiovanettiCristian Valoncini

Alfiere: Paolo Barbieri

ColombaroCapogruppo: Giuseppe MariniVice: Lino FerrariSegretario: Ermanno ColosioTesoriere: Luca GattiConsiglieri: Graziano Bonardi

Luigino ConsoliFerdinando FerrariStefano FerrariMauro GattiMarino MarziFabiano MembriniAngelo Zani

Alfieri: Paolo FerrariGianmaria Pezzotti

Rinnovo dei consigli diGruppo

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Nelle ultime settimana di aprileil Gruppo Alpini di Marcheno ha fe-steggiato il proprio 80° anniversario difondazione: i festeggiamenti di que-st’importante traguardo sono stati di-stribuiti lungo l’intero corso dell’annofino al momento clou del 29 aprile conla cerimonia al Monumento, la sfilatacon la presenza di ben 90 gagliardettie la cerimonia religiosa.

Per il nostro Gruppo il momen-to più significativo è stato il comple-anno del nostro socio GiacomoVivenzi, classe 1913. Il 23 aprile, in-fatti, con la partecipazione del nostroPresidente Gian Battista Turrini e delSindaco, abbiamo portato a Giacomoalcuni omaggi e lui, con il sorriso chelo contraddistingue, ci ha accolto comesempre solare ed aperto a tutti coloroche vanno a trovarlo. Lo stesso Pre-sidente è rimasto sorpreso da questoAlpino di 105 anni così lucido e deci-so, restio a ricordare la guerra perchélo ha profondamente segnato, ma sin-cero a svelare il suo segreto di lungavita, vivere giorno per giorno.

Il 7 aprile con la gara di corsain montagna valevole per il Campio-nato sezionale ha preso il via l’ultimaparte delle manifestazioni in program-ma per il nostro 80°. Una bella gior-nata ha incentivato la partecipazionedi molti Alpini, con il risultato di vede-re tanto agonismo ed un finale in sedecon premiazioni e pastasciutta per tut-ti.

Anche se lo spirito sportivo èuno dei nostri moventi preferiti per ri-trovarci, non abbiamo tralasciato unaserata per il ricordo. Con l’aiuto delCorpo Musicale di Cologne, abbiamoinfatti proposto un bellissimo recitalincentrato sui ricordi della GrandeGuerra, con momenti toccanti e digrande impatto emotivo, musica e let-ture che hanno trascinato il pubbliconei campi di battaglia e gli hanno fattorivivere le sofferenze dei nostri sol-dati.

La vigilia della grande festa havisto il Coro “Alte Cime” della nostraSezione proporre il proprio repertorionel nostro bellissimo santuario, locationche ha reso il canto una solenne pre-ghiera innalzata al cielo per celebraree ricordare tutti gli Alpini. Altro mo-mento molto significativo è stata laconsegna da parte dell’ex sindaco Gittidei documenti e delle medaglie delpadre Pietro, Alpino reduce dellaTridentina, prigioniero di guerra. Ungrande onore ed un onere che rende

MARCHENO

E gli anni sono ottanta

il nostro Gruppo molto orgoglioso.Per noi l’80° continua con altri

appuntamenti che ci attendono e chesperiamo vedano tanti alpini vicini anoi. Non si può chiudere senza rin-graziare il Presidente che ha parteci-pato ai vari appuntamenti ed i consi-glieri che ci hanno aiutato nell’orga-nizzazione, in particolare il responsa-bile della nostra Zona Nicolini che èstato di vitale aiuto per non dimenti-care nulla durante tutte le varie ceri-monie.

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Si è svolta a Rudiano la ceri-monia per l’inaugurazione del Sentie-ro degli Alpini, percorso ciclopedonaleche collega il parco di via don Bianchial piazzale del polo scolastico, al cen-tro del quale sorge il Monumento aiCaduti Alpini eretto nel 1970 in occa-sione della fondazione del Gruppo.

Dall’iniziale richiesta dell’Am-ministrazione Comunale agli Alpini perla messa in sicurezza di alcuni alberiad alto fusto ritenuti pericolosi per leabitazioni e per la pulizia e lo sfalciodelle erbacce nell’area tra le due roggeirrigue, ha preso forma il progetto diun radicale intervento iniziato con loscoticamento dell’intera superficie eterminato con la piantumazione di pic-coli platani e la posa di panchine, illu-minazione e recinzione.

Al taglio del nastro, dopol’Alzabandiera al nostro Monumentoe la benedizione da parte del parroco,il sindaco Bonetti ha posto più volte

Un nuovo sentiero alpino

l’accento sul termine contagio alpino.In effetti è realmente accaduto che,dopo l’iniziale curiosità suscitata dalfolto gruppo di Penne Nere al lavoro,diversi cittadini abbiano chiesto di unir-si a noi impegnandosi di buona lena,ben integrati ed in perfetta sintonia conla collaudata squadra alpina.

Si percepiva la soddisfazione dichi ha operato con circa mille ore di

lavoro offerte volontariamente alla co-munità, dei tecnici comunali per averapprontato tutta la parte normativa eburocratica, dell’Amministrazione perun’opera costata un decimo del pre-ventivato e del numerosissimo pubbli-co presente che, ancora una volta, hapotuto apprezzare quanto il GruppoAlpini di Rudiano sia presente nel tes-suto sociale del paese.

RUDIANO

ZOCCO SPINA

Una Madonnina davanti alla sede

Una serata di devozione e gra-titudine: è stata quella organizzata da-gli Alpini di Zocco e Spina venerdì 18maggio in occasione della benedizio-ne della statua della Madonna collo-cata nel giardino della loro nuova sede.

Nel mese dedicato a MariaSantissima, infatti, le Penne Nere han-no pensato non ci fosse modo miglio-

re per inaugurare la scultura che invi-tare tutta la popolazione alla recita delSanto Rosario. “E’ significativo – hasottolineato il parroco don DarioPedretti prima di impartire la solennebenedizione – che come primo atto“ufficiale” gli Alpini abbiano deciso diconsacrare l’immagine della Verginecollocata nel prato della loro sede,

ancor più significativo nel centenariodella fine della Grande Guerra: nondobbiamo infatti dimenticare che moltisoldati, scrivendo a casa, invocavanol’aiuto e la protezione della Madreceleste”.

Dopo la recita del Rosario, laserata, con la partecipazione del sin-daco di Erbusco Ilario Cavalleri, è pro-seguita all’interno della nuova sede,dove il Capogruppo Italo Cavalleri haconsegnato dei riconoscimenti ai tanti(privati, associazioni, enti ed aziende)che nei mesi scorsi hanno sostenutole Penne Nere di Zocco e Spina con-tribuendo al concretizzarsi di un so-gno, la “Casa dell’Alpino” che verràinaugurata ufficialmente il prossimo 2settembre in occasione dell’anniver-sario di fondazione del Gruppo.

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Sono 100 gli anni trascorsi dal-la fine della Prima Guerra Mondiale e90 quelli che ha compiuto il nostroGruppo. Un legame indissolubile: unaventina di Penne Nere, in gran parteReduci dalla Grande Guerra, infatti,nel 1928 fondarono il Gruppo diCollebeato. Sono stati loro che lo han-no mantenuto in vita in quegli anniassai difficili. Il nostro ringraziamentova perciò a quanti hanno contribuito ascrivere la storia del Gruppo, in parti-colare a quanti hanno prematuramentedeposto lo zaino a terra.

Gli anni passano, anche la Se-conda Guerra Mondiale è terminata,la lunga scia di morte e distruzione chel’ha caratterizzata ha temprato il cuo-re dei “nuovi veci” rendendoli degniambasciatori di quei valori che hannoavuto in eredità dai “vecchi” dellaGrande Guerra. Il dopoguerra dà il làallo sviluppo economico, Collebeato,si trasforma e gli Alpini, deposto zai-no e fucile, con il loro inseparabilecappello intraprendono una nuovastrada, quella della solidarietà.

Commemorare il 90° di fonda-zione nell’anno del centenario dellafine della Grande Guerra è stato ilnostro filo conduttore.

90 anni nel centenario

I festeggiamenti sono iniziatisabato 26 maggio con il concerto delCoro “Alte Cime”: nella sala parroc-chiale gremita abbiamo potuto ascol-tare le cante rievocative della GrandeGuerra in onore del centenario dellaVittoria.

Il successivo appuntamento,venerdì 8 giugno, si è svolto semprenella sala dedicata a San Filippo Nericon la presentazione del libro “Alpinide Cobiat”, pensato e realizzato dalsegretario Gianni Rodella. Serata par-ticolare, con una “scaletta” coinvol-gente, che il Vicecapogruppo Massi-mo Giorgini ha magistralmente pre-sentato. Impreziosita dalla presenzadel Presidente Emerito Davide Forlani,dall’autore del libro e dal Coro Alpino“Rigoni Stern”, ha permesso al nume-roso pubblico di rivivere attraversoimmagini inedite, sapienti parole ecoinvolgenti cante alpine, la storia de-gli Alpini e dell’ANA con quella deiprimi novant’anni del nostro Gruppo.

Domenica mattina, un lungocorteo si è snodato per le vie diCollebeato imbandierato a festa, ac-compagnato dalle note della FanfaraAlpina di Prezzate e della banda mu-

sicale del paese. Dopo la deposizionedella Corona al Monumento ai Cadutiè stato coinvolgente ed a tratti com-movente il passaggio tra due ali di fol-la composta dai ragazzi dell’oratorioe dai loro genitori che, sventolando itricolori, hanno voluto salutare le Pen-ne Nere in festa. La cerimonia haavuto il suo epilogo nella bellissimaChiesa parrocchiale fresca di impor-tante restauro, dove il nostro Cappel-lano don Franco Frassine haconcelebrato la Santa Messa.

Alla giornata conclusiva, con gliottanta gagliardetti ed i numerosi Al-pini bresciani che hanno fatto degnacorona al Vessillo sezionale scortatodal nostro Presidente Gian BattistaTurrini e dai tanti consiglieri presenti,ci piace ricordare la graditissima pre-senza del Vessillo di Verona scortatodal consigliere Paolo Ferlini e portatodallo storico amico Remo Bosco e,soprattutto i numerosi fraterni amicidi Roncolevà. Come gradita è stata lapartecipazione di numerose associa-zioni collebeatesi con i loro labari.

Le celebrazioni si sono poi con-cluse con l’immancabile incontro con-viviale durante il quale, oltre ai con-sueti omaggi, abbiamo consegnato unaserie di riconoscimenti agli Alpini iscrittial Gruppo da 30, 40, 50 e 60 anni!

Il Capogruppo Gioacchino Fon-tana, a nome del Consiglio, ringraziaquanti a vario titolo hanno contribuitoalla buona riuscita della manifestazio-ne, ricordando che la soddisfazionefinale ha sicuramente ripagato il gran-de impegno profuso!!!

Nota finale: a margine di unadomenica conclusiva spettacolare, conuna partecipazione ed uncoinvolgimento rari di questi tempi,assai desolante è stata la presenzadegli Alpini alla Santa Messa finale.Oltre alle numerose Penne Nere diCollebeato, abbiamo infatti contatosolo sei Alpini e venti gagliardetti!

Un momento dell’esibizione del Coro sezionale Alte Cime nella sala S. Filippo

COLLEBEATO COLLEBEATO

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CERIMONIA DAVANTI AL SANTUARIO

Conche, il monumento ha fatto 55

Sono già trascorsi cinquantinque anni dal-la inaugurazione del Monumento in bronzo dedi-cato all’Alpino sul crinale antistante il Santuariodi Conche. Per ricordare degnamente questo an-niversario centinaia di Penne Nere sono salitesul Monte Conche domenica 8 luglio .

La manifestazione è stata organizzata daiGruppi di Nave, Caino, Cortine, Lumezzane S.Apollonio, Lumezzane S. Sebastiano eLumezzane Pieve. Gli Alpini hanno ancheaccompaganto fino in vetta una ragazza condisabilità utilizzando la ormai famosa “joelette”.

Un breve corteo, Vessillo Sezionale egagliardetti in testa, ha raggiunto il Monumentodove i sindaci di Lumezzane, Caino e Nave han-no rivolto un saluto ai partecipanti e hanno ricor-dato il significato che il Monumento riveste pertutti, Alpini e non. Dopo i saluti dei primi cittadinidon Doff Sotta ha celebrato la Messa davantialla statua bronzea, opera dello scultore GiusppeRivadossi (che è a sua volta intervenuto durantela giornata). Il celebrante ha ricordato i valoriche fanno degli Alpini una delle realtà piùbenvolute all’interno del nostro tessuto sociale esi è augurato che questo patrimonio morale nonvada disperso.

Come è tradizione, la giornata si è conclu-sa con il pranzo sociale e l’ammainabandiera.

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VILL. PREALPINO - STOCCHETTA

Dopo 43 anni finalmente una sePubblichiamo un estratto del

discorso del Capogruppo Luigi An-gelo Lorenzini in occasione del-l’inaugurazione della nuova sededel Gruppo.

Il Gruppo del Vill. Prealpino-Stocchetta nasce ufficialmente il 18novembre 1975. Qualche mese prima,un pomeriggio, al bar Prealpino, si tro-vavano cinque “veci” alpini seduti in-torno ad un tavolo, nel quale sta mez-zo litro di vino rosso, parlano di unainiziativa di Frusca, meditata e discus-sa da tempo; di dar vita ad un gruppoalpini locale. Erano Luigi Frusca, excapogruppo di S. Eufemia, GiovanniPasinetti, Paolo Rottelio (exCapogruppo di Pozzolengo), EnricoTavelli (cl. 1885, Reduce della Gran-de Guerra), Luigi Baronio. Questi Al-pini chiesero a Mario Lucchini, un in-segnante delle scuole elementari, diformare il Gruppo: ne sarà la primaguida.

Ci si mette subito al lavoro, or-ganizzando la partecipazione all’adu-nata nazionale di Firenze (in pullman),cominciando a muoversi in Sezione(allora in C.so magenta) per conosce-re le modalità di costituzione del nuo-

vo Gruppo. Così il 18 novembre 1975nasce il Gruppo Alpini del VillaggioPrealpino.

Dopo quarantatré anni, il mo-mento è di quelli importanti e storiciper il nostro gruppo, e per la nostracomunità; ma lo è anche per l’Asso-ciazione Nazionale Alpini ogni qualvolta s’inaugura una nuova sede. Ilsogno dei nostri Reduci, come non ri-cordare i compianti Giulio Bajocchicl.1915 e Egidio Arrighi cl. 1919, e dialcuni nostri soci, che hanno visto l’ini-zio, ma purtroppo, non sono riusciti avedere la conclusione e di tutti noi è

giunto al termine. Finalmente anchenoi abbiamo una sede, dove riunirci eorganizzare eventi. Una sede acco-gliente e aperta alla comunità, dovesviluppare i nostri progetti e il nostrofuturo con condivisione e spiritocollaborativo, per premiare chi, in que-st’opera, ci ha messo anima e corpo.

Finalmente ci siamo. Dopo annidi richieste di sogni, di speranze an-che il nostro piccolo gruppo, ha unasede propria, che dopo tante traver-sie e pellegrinaggi da una stanza al-l’altra, ha trovato in questo antico sta-bile la propria “baita”. Era poco piùche un rudere. Ricovero di trattori,carri bestiame e attrezzature agrico-le, ultimo stabile non restaurato nellosplendido complesso della CascinaPederzani.

Da tempo usato come magaz-zino, dal nostro gruppo e da quello diMompiano che ringrazio pubblicamen-te per la gentile concessione dei lorospazi, siamo arrivati alla fine. Meritosoprattutto della tenacia inscalfibile diun gruppo di Alpini, che ha creduto econdiviso con me, il gravoso progettoe hanno portato e guidato tutto il grup-po ad avere una sede propria, grade-vole e funzionale. Qualcuno ci ha cre-duto da subito altri meno, qualcunopurtroppo, lo abbiamo perso lungo lastrada...Un momento dell’inaugurazione

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Io però credo di meritarmi ildiritto, assieme al mio instancabileVicecapogruppo e amico, ClaudioMartini, di rivendicare la tenacia e laforza, di andare avanti sempre e co-munque anche durante le grosse av-versità, quando la mente mi diceva“ma chi te lo fa fare”, e invece la co-scienza, mi diceva forte e chiaro “vaiavanti”. Notti insonni, già appesantitedalla crisi dei giorni nostri, dallo scar-so lavoro...e poi i problemi “normali”della quotidianità, la gestione del grup-po, al quale chiedo formalmente scu-sa se a volte sono stato un po’ duro,ma il dado era stato tratto e non sipoteva più tornare indietro. Ho avutoanche la sensazione che all’inizio qual-cuno mi abbia remato contro, ma sonoandato avanti come un mulo.

Nelle ultime settimane, ho mes-so a dura prova la resistenza psico -fisica dei miei alpini e la risposta è sta-ta bellissima. Sono orgoglioso dei mieialpini. Soprattutto e specialmente dicoloro che si sono sempre resi dispo-nibili senza se e senza ma a turni dilavoro impegnativi nonostante l’età. Éaltresì fondamentale ricordare anchele nostre donne, che hanno sopporta-to con qualche mugugno, e con moltapazienza, le mancate presenze di noialpini, passando numerosi fine setti-mana a casa perché noi eravamo im-

pegnati a lavorare. Grazie alle nostredonne che si sono impegnate nellapulizia, nell’organizzazione della cuci-na, dandoci anche preziosi consigli. Ledonne degli alpini sono delle donnespeciali...

Grazie agli amici Alpinigemellati con noi del Gruppo diParzanica della Sezione di Bergamoche nella persona del loro CapogruppoMassimo Rinaldi, si sono fatti carico,con il loro gratuito lavoro di pitturaredentro e fuori tutta la nostra sede,anch’essi sottraendo il loro tempo alleproprie famiglie. É stata dura! Ma il

risultato che abbiamo conseguito è diquelli prestigiosi. Grazie anche a tutticoloro che in una qualsiasi forma cihanno aiutato in questa impresa.

Dür per dürà... Tas e tira... di-cono alcuni nostri famosi motti, ecco,siamo stati duri nella speranza di du-rare, abbiamo taciuto e tirato la pe-sante carretta con sopra zaini pesantipieni di valori... capire il significato diquesti valori sta nel sacrificio che noiabbiamo compiuto con l’opera dellasede, portando avanti, cercando dicapire e di far capire alle giovani ge-nerazioni il significato del sacrificio deinostri padri, dei nostri Reduci Alpiniper fare un’Italia migliore,rispecchiandosi in quella alpinità chesi manifesta con testimonianza di vitasul territorio.

Valori quali Patria, Bandiera,Famiglia, che sono il motto della no-stra associazione, si concretizzano ognigiorno, con il volontariato, la solida-rietà, l’altruismo, per rendere memo-ria di tante persone che si sono im-molate per la Patria.

Il CapogruppoLuigi Angelo Lorenzini

Il Gruppo Prealpino-Stocchetta in una foto scattata prima dell’inizio dei lavori; ilsecondo da sinistra, in ginocchio, è Alberto Cominardi, già Vicecapogruppo,purtroppo andato avanti prima di poter vedere la fine dei lavori.

na sede tutta nostra

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Ormai é diventato un appunta-mento fisso e molto atteso quello cheabbiamo nei primi giorni di aprile con igiovani alunni delle classi terze dellescuole primarie di Quinzano d’Oglio.L’abbiamo battezzato la “giornata delTricolore” perché andiamo a spiega-re a questi ragazzi chi sono gli Alpini,cosa hanno fatto, cosa fanno ora, e aconsegnare ad ognuno di loro la ban-diera tricolore con l’inno d’ltaIia.

In occasione della giornata delTricolore 2017 le insegnanti hannomanifestato il desiderio di poter visi-tare il museo Sezionale e la scuolaNikolajewka. Ci siamo attivati imme-diatamente e grazie alla preziosa col-laborazione della Commissione Cultu-ra della Sezione abbiamo organizzatouna giornata speciale per questi ra-gazzi, per le insegnanti e anche pernoi alpini.

Lo scorso 5 dicembre, assiemea 65 ragazzi accompagnati da 7 inse-gnanti, una decina di alpini del nostrogruppo sono partiti per Brescia. Giuntialla Scuola siamo stati accolti dalla dot-toressa Silvia Ungaro che ha illustra-to ai giovani visitatori le finalità del-l’istituto.

Successivamente i ragazzi han-no potuto partecipare con gli ospitidella scuola e con gli educatori ad al-cune delle attività che la Scuola offreagli ospiti: ha stupito la naturale colla-borazione che si é subito venuta a cre-are creata tra gli ospiti e i ragazzi.

A mezzogiorno, un po’ a malin-cuore, abbiamo salutato gli ospiti del-la scuola per recarci all’ingresso del-la Sede Sezionale dove ci aspettava ilconsigliere Battista Boldrini, per ef-fettuare l’alzabandiera e intonare ilcanto dell’inno d’Italia.

Dopo il pranzo alcuni compo-nenti della Commissione Cultura cihanno accompagnati nella visita delmuseo Sezionale, e ancora una voltaci siamo meravigliati di come questigiovani studenti abbiano osservato con

attenzione i cimeli esposti ascoltandogli accompagnatori con grande inte-resse.

Sicuramente il grande merito diquesto successo va attribuito alle in-segnanti che hanno preparato in ma-niera precisa e encomiabile i ragazzia questi incontri.

E’ stata una bella esperienzache sicuramente ripeteremo nei pros-simi anni; ringraziamo gli amici della

QUINZANO

Visita alla scuola e alla sede

Commissione Cultura per la grandedisponibilità dimostrataci e per la loroprofessionalità nell’illustrare la visita.

Il Gruppo Alpinidi Quinzano

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Il Gruppo Alpini di LumezzanePieve, aderendo all’iniziativa Nazio-nale “IL MILITE NONPIU’IGNOTO” lanciata dall’ANA inconcomitanza dei 100 anni trascorsidalla Prima Guerra Mondiale, ha pro-posto alla scuola secondaria di primogrado polo ovest di Lumezzane di dareun volto ai 52 Caduti ricordati nel Mo-numento di Lumezzane Pieve.

Questo ammirabile lavoro, por-tato a termine dalle classi terze grazieanche alla collaborazione con il Co-mune di Lumezzane per mezzo del-l’ufficio anagrafe, l’Archivio di Stato,il Centro Documentale di Brescia edil prezioso aiuto del Caporale Maggio-re Scelto Amedeo Trebeschi , ha por-tato alla realizzazione di un libro inti-tolato “Per non dimenticare” che ri-porta tutti i dati, comprensivi di foto,che è stato possibile raccogliere, unacanzone scritta da loro ed alcune in-terviste impossibili, alcune di pura fan-tasia altre con dati ritrovati.

Una gita organizzata al Museodella Guerra Bianca di Temù ha por-tato i ragazzi a rivivere alcuni momentidi vita quotidiana in trincea; la giorna-ta è poi terminata al Sacrario del To-nale, dove sono state letti alcuni lavo-ri dei ragazzi.

Il libro mette in luce la tragicafine a cui questi giovani andavano in-contro, la disperazione delle famiglieche si trovavano a dover continuaresenza i figli.

Tutto il percorso si è conclusosabato 26 maggio: alla presenza delsindaco di Lumezzane, delVicepresidente Vicario della SezioneANA di Brescia Angelo Bersini e delPresidente emerito Davide Forlani edel Maresciallo dell’Aeronautica Pie-tro Valentini della base di Ghedi, pre-sidente anche dell’inter-arma diLumezzane, si sono svolte la cerimo-nia dell’Alzabandiera e l’onore ai Ca-duti con la deposizione di una coronad’alloro al Monumento . Poi il rientro

a scuola dove si è tenuta la presenta-zione del libro, con la consegna di unacopia ad ogni alunno che ha presoparte al progetto, seguita dai discorsidegli ospiti presenti e dai ringrazia-menti a tutti i ragazzi ed ai docenti.

Dato che questa iniziativa haportato un arricchimento a tutti, noiAlpini speriamo che veramente que-sto lavoro sia servito per “non dimen-ticare”.

Per non dimenticareLUMEZZANE PIEVE

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Per concludere la scuola prima-ria in bellezza la 5ªA e la 5ªC partonoper una gita attesa da mesi. I 46 bam-bini si dirigono verso un paesino dimontagna chiamato Irma. Appena ar-rivati, gli Alpini li accolgono calorosa-mente invitandoli a sistemarsi nelle ca-merate della Casa De l’Alpino. Glialunni si riuniscono poi perl’Alzabandiera e cantano l’inno nazio-nale con la mano sul cuore.

Dopo aver esplorato i vari am-bienti della Casa, guidati dagli Alpinisi dirigono verso una zona pic-nicdove, tra pranzo e gioco, il divertimentonon manca. E col contributo di unaguardia forestale assistono ad una le-zione sull’ambiente. Dopodiché tuttiverso il Percorso dell’acqua dove, traleggende e spiegazioni, arrivano al tra-guardo: una bellissima cascata con ag-giunta di panorama mozzafiato.

Alla sera scoprono che, oltre adessere simpatici, gli Alpini sono ancheottimi cuochi.

Con l’improbabile speranza didormire, i bambini si ritrovano nelle lorocamerate. Dove, tra giochi, scherzi,cuscinate e caramelle, in un batterd’occhio arrivano le undici. Tutti con-cordano: “non scorderemo mai que-sto momento!”.

Al mattino, latte, tè, biscotti ebrioches sono serviti sul tavolo ed im-plorano di essere mangiati.

CARPENEDOLO

Due giorni a Irma coi bimbi

Alpini i ragazzi pensano di avere a chefare con una leggera e piacevole cam-minata ma…non è così! “Discesa!!!Discesa!!! Ah no scusate salita!!! Madov’è finito Marmentino?”. Stanchi,accaldati, ma felici, tutti, chi prima echi dopo, arrivano a destinazione. Ilpullmino li sta aspettando! Per le no-stre classi sono state due giornate in-dimenticabili! Grazie Alpini!

5ªA: Viola Franceschetti &Rina Coffani

5ªC: Elisabetta Imperatori& Sofia Mio Bertolo

Con due fuori strada, arrivano ivolontari della Protezione Civile conle unità cinofile ed i loro fantastici caniaddestrati. Dopo un breve filmatoeducativo, inizia una simpatica cacciaal tesoro, durante la quale i ragazzi si-mulano il lavoro delle guardie. La vit-toria è assegnata ai gialli: “le Saette”.

Dopo una dimostrazione delleabilità dei loro splendidi cani, arrival’ora di pranzo. Altra scorpacciata:tutta energia per l’estenuante cammi-nata che attende i nostri fino aMarmentino. Dalle indicazioni degli

CALINOUn grazie al “vecio” Giovanni

G i o v a n n iGaibotti, natoa Calino il 12/01/23, il 7 set-tembre 1942è chiamatoalle armi ne-gli Alpini no-nostante sia

orfano di padre. Rimane al reparto perun anno esatto, fino all’8 settembre1943: quel giorno, in seguito all’armi-stizio viene fatto prigioniero dai tede-schi insieme a 22mila commilitoni alPasso del Giogo nelle vicinanze diVipiteno.Da quel momento per Giovanni co-mincia un lungo peregrinare da un

campo di concentramento all’altro,prima ad Innsbruck, poi a Prosten, aBremenvorde ed infine ad Altona vi-cino alla città di Amburgo. Finalmen-te l’8 maggio 1945 viene liberato da-gli inglesi. Il 21 luglio può riabbracciarela madre e le sorelle. Giovanni si spo-sa con Candida Serioli nel 1948 e dal-la loro unione nascono Liliana,Giancarla e Francesco.Nel 1955 lo troviamo tra i fondatoridel Gruppo Alpini di Calino e nel 1966viene decorato con la Croce al Meri-to di Guerra. Rimasto vedovo nel 2011,Giovanni continua ad essere una pre-senza costante nel Gruppo di Calino,che vuole esprimergli gratitudine perquanto fatto in tutti questi anni.

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La “Rosa dei venti” fu collo-cata nel Piazzale d’Onore della Ca-serma Cesare

Battisti di Merano a cavallodegli anni 1964-1965. Gli anni e le in-temperie non hanno giovato al manu-fatto, come si può vedere nella foto.Il 27 marzo 2012, in occasione dellamostra dedicata all’Artiglieria da mon-tagna organizzata dall’associazione“Costruire” presso il Circolo Uniûcatodi Presidio, il Comandante del 24° Rgt.Logistico di Manovra “Dolomiti”, Col.Mario Bisica, ci chiese se conosce-vamo l’autore della “Rosa dei Venti”.

Il Col. Bisica ci propose il re-stauro della “Rosa”: così, un gruppettodi appassionati si è messo a lavorarecon entusiasmo.

Si è creata una squadrainterforze (genio e artiglieria):Ferruccio Pellegatta (pioniere) eValter Finulli (artigliere da montagnadel 3/66 del Gruppo Vestone), entra-mi del Gruppo di Torbole Casaglia,han fatto in modo che ArmandoMarchina (pioniere del 2/66 dellaCPO) esperto marmista insieme al fi-glio Alessandro (Guastatore alpino) eGino Zini (artigliere da montagna del5°), unissero le loro forze.

Il 21 gennaio 2013, si è prov-veduto ad asportare la “rosa” ed aportarla in un capannone di Marchinaper le lavorazioni.

Sono state sostituite 6 delle 16marmette in marmo bianco di Carrararaffiguranti le cime che coronano laconca di Merano; le nuove incisionisono state scolpite come le originali,con quote e nomi delle montagne.Sono stati inoltre sostituiti i marmi cen-trali che si confondevano con la tona-lità delle lance dei punti cardinali.

Il compito più arduo è stato sod-disfare il Col. Bisica che voleva unmanufatto trasportabile senza doversuddividerlo e illuminato per renderloevidente nelle ore notturne. La sceltadel granito dell’Adamello per fare il

contorno della rosa non è stata casuale:un richiamo alla Guerra Bianca ed unomaggio al sacrificio di tanti Alpini.

Il 14 aprile 2013 il “pezzo” éstato riportato a Merano alla “Cesa-re Battisti”. Poi ci sono voluti due gior-ni di lavoro per rimetterlo in posizio-ne, con il Suo nuovo assetto, grazieanche al personale qualificato che il24° “Dolomiti”.

Sabato 1° giugno c’è statal’inaugurazione ufficiale della “Rosadei venti”.

Alle 11,30 è iniziata la SantaMessa sui piazzale della Cesare Bat-tisti, dove era stato allestito un altare.Nella celebrazione è stato ricordatoun artigiano di 22 anni, collaboratoredi Marchina, che una decina di giorniprima era morto in un incidente sui

lavoro. Al termine della funzione reli-giosa, il Comandante ha preso la pa-rola per ringraziare per la partecipa-zione ed ha consegnato agli operatoriattestati a ricordo del loro impegno:sono stati premiati Valter Finulli, Ar-mando Marchina ed il figlio Alessan-dro, in qualità di marmisti, il Gen. diC.A. Roberto Scaranari per l’aiutoeconomico fornito, per i pannelli espli-cativi del lavoro fatto e per il soste-gno a tutta l’operazione e il CaporaleScelto Elisa Caraûa, per il lavoro gra-fico di gran pregio. Dopo la benedi-zione tutti i presenti si sono recati sulpiazzale dell’alzabandiera intorno almanufatto, per l’inaugurazione ufficia-le.

Sopra la “Rosa dei Venti” prima dell’intervento di restauro ; sotto un momentodella cerimonia di inaugurazione della stessa dopo il recupero

TORBOLE CASAGLIA

Una nuova “rosa” a Merano

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Siamo quasi al giro di boa del-l’anno ed il Gruppo ha messo nellozaino già un bel pacchetto di iniziativecon la Penna.

Il 5 e 7 giugno, infatti, i nostriAlpini hanno accompagnato le seiclassi seconde medie del paese in unviaggio didattico a cavallo tra Risor-gimento e Grande Guerra, con la visi-ta al Museo Garibaldino di Bezzeccaed alle trincee del vicino colle di San-to Stefano. Coronata da una splendi-da giornata, la gita è stata la degnaconclusione delle attività di approfon-dimento condotte in classe dai docen-ti sul tema della Prima Guerra Mon-diale, stimolate dal confronto con ilGruppo, nonché una bella chiusurad’anno scolastico.

Prima del viaggio, il 21 aprile, iragazzi si erano cimentati in un sag-gio presso la sede della Cooperativa“Il Vomere”, con canti e musiche del-la tradizione alpina e, il 24 maggio,avevano potuto incontrare la Commis-sione Cultura della nostra Sezione ela delegazione del Comando Militaredi Brescia in occasione dell’incontroorganizzato dal Gruppo presso l’aulamagna scolastica. Assieme ai dove-rosi ringraziamenti alla CommissioneCultura, che ha magistralmente con-dotto la conferenza/dibattito di appro-fondimento sulla storia degli Alpinidalla nascita fino alla Seconda Guer-ra Mondiale, un grazie va anche alsempre disponibilissimo Caporal Mag-giore Capo Scelto Amedeo Trebeschidel Centro Documentale di Brescia,che ha illustrato “a braccio”, ma riu-scendo a carpire l’attenzione dei gio-vani (che non volevano nemmeno an-darsene a fare ricreazione!), il temadegli Alpini di oggi, del loro impegnonelle missioni all’estero e sul suolonazionale.

Al di là dell’impegno con lescuole, il weekend del 1° giugno è sta-to anche quello in cui il Gruppo si èprodigato per sostenere la festa della

cooperativa sociale “Il Vomere”, que-st’anno per la prima volta organizzatanella nuova sede e nel piazzale dellaattigua sede degli Alpini. In quest’oc-casione si è organizzato il quadrango-lare di calcio alpino, che ha visto com-petere i Gruppi di Ospitaletto/Torbole,Travagliato/Berlingo-Berlinghetto,Lograto-Maclodio, Trenzano eRoncadelle. La vittoria è andata adOspitaletto/Torbole e, a conclusione

TRAVAGLIATO

Con i ragazzi in prima fila

dell’iniziativa, si è disputata la partitadel cuore tra la rappresentativa di tut-ti gli Alpini e quella del “Vomere”,composta anche dai ragazzi disabili.A tutti i partecipanti è stata poi con-segnata una Pigotta-alpino dell’Unicefvestita con la maglia della rispettivasquadra, confezionata dal GruppoUnicef di Travagliato.

Diego Ossoli

Sopra, i ragazzi al Museo di Bezzecca e, sotto, durante la visita al lago di Ledro

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Le celebrazioni per l’85° anni-versario di fondazione del nostro Grup-po hanno preso il via nel primo pome-riggio di sabato 19 maggio; come ètradizione abbiamo provveduto a ricor-dare tutti gli Alpini andati avanti attra-verso la resa dell’onore ai Caduti e ladeposizione di una corona d’alloro aimonumenti di Cailina, Carcina e Villae di un serto di fiori al monumento-ossario del cimitero di Carcina.

Al termine delle cerimonie cisiamo ritrovati, come sempre accadein queste occasioni, nell’accoglientesalone della “Villa dei Pini” per starvicini agli anziani bisognosi di assisten-za ospiti di questa preziosa struttura,allietandoli con l’esibizione del Grup-po Corale “La Soldanella”.

Nella mattinata di domenica 20maggio ci siamo ritrovati perl’ammassamento nello splendido par-co di Villa Glisenti da dove, con lapartecipazione della Fanfara Alpina“Star of Alps” di Villanuova sul Clisi,ha preso le mosse un nutrito corteo diPenne Nere: meta il nuovo Monumen-to dedicato agli Alpini, benedetto, dopola cerimonia dell’Alzabandiera, dal

parroco don Cesare Verzini.Il lungo corteo delle Penne

Nere, aperto dal Vessillo della nostraSezione scortato dal Presidente GianBattista Turrini, dai VicepresidentiBersini e Cotelli, da numerosi Consi-glieri (tra cui i responsabili della no-stra Zona Marsegaglia e Nicolini) edal Presidente emerito Davide Forlani,seguiti da ben novantatre gagliardetti,si è quindi snodato attraverso le fra-zioni pavesate di Tricolori di Carcina,Cailina e Villa, insieme a tanti Alpinied a numerosi labari, bandiere e rap-presentanze delle Associazioni d’Ar-ma e di Volontariato del paese.

L’amministrazione comunaleera presente con il Sindaco ed alcunimembri della Giunta, a cui va il nostrograzie sentito per la collaborazione el’assistenza prestateci in questa im-portante ricorrenza. Il nostro ringra-ziamento per la partecipazione giun-ga anche al Presidente della Comuni-tà Montana di Valle Trompia ed alcomandante della stazione dei Cara-binieri.

Durante la Santa Messa, cele-brata nella Chiesa Parrocchiale di Vil-

VILLA CARCINA

la, è stato benedetto anche il nostronuovo gagliardetto: questo nostro sim-bolo è stato tenuto a battesimo dallamadrina Elda Buffoli.

Dopo il suggestivo e piacevolecarosello tenuto dalla Fanfara Alpina“Star of Alps” di Villanuova sul Clisinel campo sportivo, abbiamo raggiun-to il salone dell’oratorio di Villa per ilpranzo ufficiale, a cui sono intervenu-ti centinaia di Alpini e di ospiti.

Tra applausi, cori e scambi didoni il pranzo si è concluso per lascia-re spazio all’ultimo appuntamento dellagiornata, ovvero la cerimoniadell’Ammainabandiera che si è tenu-ta davanti al nostro nuovo Monumen-to. Il nostro Gruppo è molto orgoglio-so di quest’opera che ha finalmentecoronato una delle nostre primarieaspirazioni, rimandata di anno in annoed ormai creduta irrealizzabile, e, fat-te le debite proporzioni, senzatrionfalismi, ci è tornato alla mente ilmotto dell’Adunata Nazionale diTrento “…per gli Alpini non esistel’impossibile…”.

Il Gruppo Alpinidi Villa Carcina

Colpo d’occhio sui gagliardetti dei Gruppi che hanno preso parte alla sfilata per l’85° degli Alpini di Villa Carcina

Festa per gli 85 anni

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Il Gruppo Alpini di Ospitalettomercoledì 23 maggio è stato promo-tore di una commemorazione in ricor-do dei Caduti ospitalettesi della Gran-de Guerra e, in particolare, delSottotenente Alpino GiovanniBianchetti, Medaglia d’Argento alValor Militare, caduto proprio il 23maggio del 1918 sul Monte Zugna.

La commemorazione ha presole mosse dal Monumento degli Alpini,con la cerimonia dell’Alzabandiera ela deposizione di un serto di fiori a ri-cordo degli Alpini andati avanti, dadove in corteo si è raggiunto il vicinocimitero. Qui, al Monumento dedica-to ai Caduti ed al cippo delSottotenente Bianchetti, sono stati resigli Onori con l’esecuzione della “Can-zone del Piave” da parte dei ragazzidelle classi terze medie locali con unagrande partecipazione delle Associa-zioni, dell’amministrazione comunale,

di cittadini ed Alpini e dei discendentidel Sottotenente; è stata recitata laPreghiera dell’Alpino ed intonato ilcanto “Signore delle cime”.

Subito dopo sono stati ricordatitutti i Caduti del Primo Conflitto Mon-diale che hanno perso la vita combat-tendo per la Patria, con un momentodedicato ai Caduti ospitalettesi, tra cuile Medaglie d’Argento al Valor Mili-tare Giovanni Cesare Marescalchi,Fausto Stefanini ed il SottotenenteAlpino Bianchetti Giovanni.

In conclusione, il CapogruppoAlessandro Bertoglio ha ringraziato isuoi Alpini che, con questa comme-morazione, intendono chiudere il ciclotriennale delle manifestazioni in ricor-do dei Caduti della Prima GuerraMondiale.

Il Gruppo Alpini di Ospitaletto,ha poi ringraziato quanti hanno colla-borato all’organizzazione della mani-

OSPITALETTO

Il valore della memoriafestazione, ringraziando l’Amministra-zione Comunale, la famiglia Bianchetti,tutte le Associazioni, la Prof.Mariolina Tricoli, gli alunni delle clas-si terze medie ed i cittadini che hannopartecipato all’evento dimostrandosensibilità verso i valori della Patria.

“E’ importante - ha conclusoBertoglio - fare memoria storica tra-mite la conoscenza e la ricerca deglieventi e di coloro che con sacrificiohanno fatto la Storia: serve a cercaredi evitare il ripetersi degli errori delpassato. E chi ha sacrificato la vitaper un ideale di Patria e di libertà, giu-sto o sbagliato che fosse, merita tuttoil nostro ricordo e rispetto. Tutti noiabbiamo un dovere morale: non di-menticare.”

Il 3 marzo si sono ritrovati i ragazzi che appartenevano al 12° scaglione 1997 e che erano in forza al 2° Reggi-mento Genio Guastatori Alpini di Trento. Nel luglio del 1998 erano insieme al campo estivo tra le vette ed i ghiacciaidell’Adamello (come si vede nella fotografia a destra). Vent’anni dopo sono tornati tutti insieme per un momentoconviviale nel Bresciano per rinverdire i ricordi e rinsaldare una già peraltro inossidabile amicizia.

Quelli del 2° Genio, vent’anni dopo

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Giovanni Bianchetti, figlio diCarlo e di Giulia Guarneri, nacque adOspitaletto l’11 marzo 1899. Dopo lemedie, frequentò le superiori, sino aconseguire il diploma di ragioniere. Nel1918, a 19 anni, fu chiamato alle armifrequentando la Scuola Ufficiali di-ventando Sottotenente di complemen-to. Assegnato al Primo Reparto d’As-salto di stanza sul Monte Zugna–Mon-te Pasubio, venne mortalmente feritoin combattimento durante un attaccoalla Fora Ora a Malga Zugna il 23maggio 1918.

“La Sentinella Bre-sciana” del 13 giugno 1918così riportava: “...il Coman-dante d’un Reparto d’assal-to al fronte mi incaricava diinformare i familiari per ladolorosa perdita del giovanis-simo ufficiale Bianchetti Gio-vanni di Carlo in Ospitaletto,scrivendo che lo stesso, usci-to alla testa della prima on-data di assalto, si è compor-tato magnificamente tenen-do fede alla promessa di la-sciare l’orgoglio di una mor-te utile e gloriosa. Infatti nelledisposizioni delle ultime vo-lontà lasciate dal giovaneeroe leggasi testualmente:“…fra mezz’ora devo anda-re all’assalto: il primo bene fra tuttiquelli che lascio è l’orgoglio per i pa-renti miei di avere un Bianchetti ca-duto per la liberazione della sacra ter-ra della mia Italia”. L’ho proposto,continua il Comandante, per la Me-daglia d’Argento al Valor Militare el’assicuro che la caduta del nostro gio-vane amico è ragione di ammirazioneviva in tutto il Reparto d’assalto…”.

In virtù di questa segnalazioneil Sottotenente Bianchetti venne quin-di decorato di Medaglia d’Argento conla seguente motivazione: “Dava bel-l’esempio di coraggio, slanciandosi perprimo all’assalto delle munite posizio-

ni nemiche incitando i suoi soldati allalotta finché cadeva gloriosamente sul-l’orlo di una trincea".

Data l’impossibilità di recupe-rare le salme dei Caduti nel 1918, l’an-no successivo reparti vennero incari-cati della ricerca delle spoglieinsepolte. Nella zona della valLagarina e del Monte Zugna fu cosìinviata la XII Sezione Disinfezioneche, oltre a queste incombenze, siste-mò i cimiteri presenti raccogliendovile numerose tombe sparse per il terri-

torio. Inoltre eliminò alcuni piccoli ci-miteri, dei quali si sono perse le trac-ce, accorpandoli a quelli maggiori.

Durante queste operazioni, gra-zie alla piastrina di riconoscimento, fu-rono ritrovati i resti del SottotenenteGiovanni Bianchetti Giovanni, del Ca-pitano Carlo De Brand e di altri sol-dati, molti purtroppo ignoti, tutti sepol-ti nel cimitero di Santa Barbara.

Nel 1922 il piccolo camposan-to fu dismesso e buona parte dei restidi quei soldati furono tumulati nei variSacrari costruiti nelle zone teatro diaspri combattimenti. Nel cimitero de-dicato a Santa Barbara erano sepolti

27 soldati Italiani noti e 72 ignoti, piùaltre 28 salme di austro-ungarici di cuinon si conoscevano le generalità.

Grazie all’interessamento diAgostino Lazzaroni, che si fece cari-co del recupero delle salme, e dellazia Leopolda, il corpo del SottotenenteBianchetti Giovanni anziché esseretumulato in un ossario fu portato nelcimitero di Ospitaletto dove venneeretto un cippo commemorativo.

Un articolo de “La provincia diBrescia” del 7 novembre 1922 ricor-

dava: “…nella piccola chiesadi S. Rocco le 11 bare sonodisposte tra i fiori e tra i ceri,in quel silenzio raccolto. Eogni bara è avvolta nella ban-diera italiana e su ogni baraci sono le insegne del ricor-do. E intorno ai feretri avvoltiin quell’abbraccio di tricoloreci sono i parenti…”, “...il pa-ese di Ospitaletto è tuttoimbandierato... Il Popolo è intutte le vie, in particolare lun-go il percorso del corteo fu-nebre. I sacerdoti entranonella chiesuola, officiano e be-nedicono le bare. Il Tempio sifa ancora più silenzioso. Pareche ogni anima senta che èvicino l’attimo del mesto cor-teo e pensa all’angoscia dei

parenti... E una voce, in quel silenzio,una voce che ricorda l’appello che sifaceva lassù al fronte, in trincea, dopoun’azione, un bombardamento, persapere chi non era più tornato, chiaveva già dato, fa la chiama dei Mor-ti, e grida il nome degli Eroi:Sottotenente Bianchetti Giovanni,soldati Berardi Paolo, Barucco Anto-nio, Brignatelli Giovanni, Corsini Fau-sto, Fontana Andrea, Gatti Gabriele,Martinelli Giuseppe, Mensi Battista,Pandolfi Faustino, Salvi Giovanni. Ead ogni nome risponde un singhiozzo,un pianto…”.

OSPITALETTO

Giovanni Bianchetti, eroe di 19 anni

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I festeggiamenti per il 50° difondazione sono iniziati già venerdìcon la deposizione di serti di fiori aiMonumenti delle associazioni locali,mentre in serata gli studenti delle me-die dell’Istituto comprensivo “OscarDi Prata” hanno presentato uno spet-tacolo per sugellare il rapporto di col-laborazione col Gruppo Alpini.

Ragazzi e docenti hanno volu-to ringraziare il Gruppo con un “rega-lo di compleanno” ripercorrendo tuttele tappe del percorso affrontato insie-me nel progetto “Alpino: uomo di pacee solidarietà”. Con le scuole mediecontinua un percorso di crescita co-mune per lo studio della storia ed ilrecupero delle tradizioni e dei valoriche gli Alpini intendono tramandare.

Le cerimonie sono proseguitesabato con la sfilata dal parco di viaFermi a Cossirano verso il Monumen-to ai Caduti per la resa degli onori condeposizione di una corona d’alloro. Lasfilata è continuata quindi fino al piaz-zale della Chiesa Parrocchiale di SanValentino per il concerto del CorpoMusicale di Cologne, diretto da DanilaBonassi, “Nella fresca primaveradella vita…..”, rielaborazionedrammaturgica di Giacomo Scalvini,tratta dal diario di guerra di DuilioFaustinelli, soldato nella Prima Guer-ra Mondiale.

Domenica le Penne Nere han-no sfilato per le vie del paese: gli Alpi-ni si sono ritrovati nel piazzale delVolontario antistante la sede del Grup-po. Il parco gremito, gli Alpini, le au-torità schierate: quindi l’Alzabandiera,seguita dal lungo corteo con la pre-senza delle Associazionicombattentistiche e d’arma, di ben101 gagliardetti, degli ospiti e di tantiAlpini, accompagnato dalla Fanfara“Valchiese” e dalla Banda “GiuseppeVerdi”.

La sfilata, caratterizzata dallapresenza di un grande tricolore porta-to dagli Alpini di Torbole Casaglia, ha

TRENZANO

attraversato il paese raggiungendo ilMonumento ai Caduti.

Al termine Alpini e comunità sisono ritrovati nella parrocchiale per lafunzione religiosa, preceduta dagli in-

terventi del Capogruppo Elvis Pisciali,che ha dato il benvenuto a tutti i con-venuti, del sindaco Andrea Bianchi,che ha rivolto il saluto a nome dellacomunità e ha ripercorso gli anni diamministratore ricordando i momentidi collaborazione con il Gruppo, e, in-fine, del Presidente Gian BattistaTurrini.

Al termine della Santa Messa,officiata da don Flavio Raineri, si èproceduto alla suggestiva cerimoniadella benedizione del nuovo

gagliardetto del Gruppo e, nel piazza-le antistante la Chiesa, la Fanfara“Valchiese” di Gavardo ha intrattenu-to i cittadini con un carosello moltoapprezzato.

Durante il pranzo il PresidenteTurrini, come consuetudine, ha prov-veduto a consegnare dei libri sullacultura alpina agli ospiti, mentre ilCapogruppo ha consegnato gadget aricordo della giornata dell’anniversa-rio, premiando in particolare due Al-pini del Gruppo per il loro meritevoleimpegno: Carlo Zani, Capogruppoemerito, e Sandro Corsini per la lorodisponibilità.

La giornata si è poi chiusa contanta allegria nella sede del Gruppo,dove i cori, accompagnati dagli stru-menti della Fanfara “Valchiese”, sisono protratti fino a tarda ora.

Purtroppo oggi dobbiamo met-tere in conto l’età che avanza e l’as-senza di ricambi dovuta all’abolizionedella leva. Ma non per questo ci per-diamo d’animo: finché ci sarà un Al-pino a Trenzano, ci ritroveremo sem-pre, non solo per far festa ma soprat-tutto per ricordare i tanti Alpini chesono andati avanti e trasmettere i va-lori che ci contraddistinguono.

Festa per i cinquant’anni

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Un’iniziativa particolare quelladegli Alpini di Cazzago San Martinoche, anno dopo anno, arricchiscono leloro proposte rivolte alle scuole: sta-volta, grazie alla collaborazione dimolte Penne Nere, nonché a quella diMirko, grande appassionato e colle-zionista, oltre a portare sul palco dellocale teatro i cimeli della GrandeGuerra, hanno allestito una vera e pro-pria trincea con sacchi a terra, feritoie,scrittoio, lanterne e tutti quegli oggettidi casa nelle tribolate postazioni deinostri nonni. Materiali assolutamenteoriginali, che gli studenti della scuolamedia “Bevilacqua” hanno potuto toc-care con mano e soppesare al termi-ne della mattinata. Quei pesanti cimelihanno suscitato domande e curiositàsul loro utilizzo: non erano foto e nem-meno testimonianze cartacee, ma og-getti “vivi” che parlavano di soffe-renze ed eroismi.

Potrebbe bastare? Per gli Al-pini di Cazzago evidentemente no. Così il palco e la postazione alpina ricostruita sono stati occupati dairievocatori di “Avanti Brixia” che,nelle pesanti divise della Guerra ‘15-‘18, hanno dato vita ad una vera epropria rappresentazione. Alcuni pu-livano un’arma, altri scrivevano acasa, alcuni “pescavano” dalla gavet-ta ed altri ancora cercavano inutil-mente di tagliare un reticolato davantiai ragazzi. Tutto questo mentre veni-vano letti stralci di cartoline e di let-tere di alcuni protagonisti di quei ter-ribili avvenimenti, soldati del Re, quelliveri. Tutti Alpini del paese, padri omariti, che raccontavano a casa leloro terribili condizioni di vita e chie-devano notizie per poter tornare, al-meno un momento, tra le amate muradomestiche.

Inoltre un nipote di quegli uo-mini, Sergio Boem, commentava bre-vemente quelle lettere ricordandol’eroica lotta sui ghiacciai, le sofferen-ze ed i sacrifici dei nostri avi con l’el-

metto sulla testa e la Penna nel cuo-re. Momenti di emozione e di rifles-sione per quei 140 ragazzi che hannoseguito attentamente l’evolversi degliavvenimenti. Il silenzio durante le let-ture ed i visi costantemente rivolti ver-so la scena hanno ben evidenziatol’attenzione e l’emozione da cui, que-sti italiani di domani, sembravano per-vasi. Nell’anno del centenario credia-mo che sia stato fatto un ottimolavoro con le insegnanti che per pri-me si sono complimentate ringrazian-do sia gli improvvisati attori che gli

Alpini dei Gruppi di Pedrocca,Ospitaletto, Calino, Bornato e Cazzagoche, con l’ottima pianificazione diSergio Barucco, hanno capitanato l’in-contro e l’intera mattinata.

Un grazie a tutte le PenneNere del Gruppo per l’impegno e lapartecipazione, con l’augurio che sem-pre più gli Alpini diventino portatori dimemorie da donare ai giovani cittadi-ni, perché ricordare non è solo rac-contare ma fornire i mattoni per unfuturo migliore per tutti.

Sergio Boem

CAZZAGO SAN MARTINO

Toccare con mano la storia

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PRALBOINO

Un giorno con Nikolajewka

Il Gruppo di Pralboino- Milzano- Seniga ha vissuto una domenica in-solita, intensa e a tratti commoventeorganizzando una giornata interamen-te dedicata agli ospiti ed agli operatoridella Scuola Nikolajewka. Una deci-na di persone con disabilità, accom-pagnate dal Presidente della Fonda-

zione Nikolajewka Massimo Cortesie dalla responsabile del Centro Resi-denziale Nikolajewka, DonataMontagnoli, sono stati accolti dalCapogruppo Carlo Bertoni e hannoassistito alla Messa nella basilica in-feriore di S. Andrea, prima della qua-le Cortesi ha illustrato le finalità e l’or-

ganizzazione della struttura che dal1983 si occupa di disabilità fisica.

Poi tutti insieme per un affolla-to pranzo nei locali dell’oratorio:un’esperienza - ha detto al temine dellagiornata il Sindaco Franco Spoti - cheha arricchito tutti. Con l’impegno divenire anche a visitare la Nikolajewka.

A sinistra il Capogruppo di Pralboino con Giovanni Rulli, ospite della Nikolajewka. A destra un momento del pranzo

DELLO

Quarantacinquesimo in grande stileIl Gruppo di Dello ha festeg-

giato il 45° anniversario della sua co-stituzione con una serie di iniziative chehanno coinvolto l’intero territorio co-munale e che sono culminate il 6 mag-gio nella manifestazione ufficiale.

Il tradizionale programma alpi-no con alzabandiera, onore ai Cadutie celebrazione della Messa nella par-rocchiale del paese ha avuto una feli-ce “alternativa” durante il pranzo nel-la bella sede del Gruppo. Qui infattioltre alle Penne Nere sono intervenu-ti numerosi ospiti del Centro Residen-ziale della Scuola Nikolajewka: nellafotografia qui a sinistra una bella im-magine di insieme, che rende onoreallo spirito solidale degli Alpini guidatidal Capogruppo Marco Coffinardi.

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ANNIVERSARI60 ANNI

BRIONEIl socio fondatore del Grup-po Angelo Montini e Ma-ria Cinelli (nella foto)

Il socio fondatore Emanue-le Svanera e MerileGuerini (nella foto)

55 ANNINAVEGiuseppe Stefana conNoris Novaglio

VILLA CARCINAIl socio Battista Albino Tri-vella con Franca Trainini

50 ANNILONATOLucillo Medaina con conNeris Maggi (nella foto)

BRIONEAngelo Filippini e Giusep-pina Possessi (nella foto)

BEDIZZOLEAlessandro Voltolini conLivia Viviani (nella foto)

CALCINATONicola Cocchi con la mo-glie Bruna Brozzoni (nellafoto)

RONCADELLEGiulio Fracassi e CarlaLamberti (nella foto)

S. PANCRAZIOIl socio Albino Piantoni conla moglie Anna (nella foto)

45 ANNILONATORenato Vezzaro con Tere-sa Salodini (nella foto)

Luciano Tabarelli con LidiaCrottogini (nella foto)

40 ANNIBRIONEL’alfiere del GruppoGianfranco Cristini eMariagrazia Antonelli (nel-la foto)

CHI E’ ANDATOAVANTI

LODETTOLoredana Zancolò, mogliedel socio Nereo Doci

BOTTICINO SERAPierina Lonati, moglie delsocio Angelo DamontiLucia Pezzagno, mammadel socio Ignazio Pedretti

PROVAGLIO D’ISEOMaria Tonelli, vedova delsocio Reduce di RussiaBeniamino Salvadori

CALCINATELLOLuigi Poli, suocero del so-cio Carlo StangaGian Franco Zanoni, padredel socio IvanSanto e Flavio Gallina, ri-spettivamente zio e cuginodei soci Roberto, Sergio eSandro

CASTELCOVATIAugusta Minelli, moglie delsocio Mario Loda

S. COLOMBANOIl socio Andrea Zanini, cl. 1930

PALAZZOLO S/OMaria Grazia Pagani, mogliedel socio Mario BelottiPiera Capoferri, moglie del so-cio Carlo MarellaPaolo Raccagni, papà del so-cio ValterElvira Rubagotti, mamma enonna dei soci Franco e Fran-cesco Fumagalli

COLLEBEATOMaria Belli Cristini, madrinadel Gruppo

GOMBIOIl socio Ugo Belleri, cl. 1947

CHI E’ NATOBOTTONAGAIl 7 febbraio 2018 è nataRebecca Altamura, figlia delsocio Gianfedele Altamura

OSPITALETTOMartina Gatti, figlia del socioAlberto e di Simona OrizioDiana Bona, nipote del socioEmiliano Bona

S.COLOMBANOGinevra Lucchini, nipote del so-cio Narciso RambaldiniChloe Gerardini, nipote del so-cio Adelmo Gerardini

CALCINATELLORebecca Garbelli, nipote del so-cio Antonio Corsini

COLOMBAROAlessandro Bonardi, nipote delsocio Ermes Bonardi

CHI SI E’ SPOSATOTORBIATOManuel Ponzoni, figlio delCapogruppo Valerio con ClaudiaSartori

GOMBIOIl socio Marcello Pintossi conMarina Pintossi

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Giulio Turelli - cl. 1914, Gruppo di MaroneReduce di Russia

Giulio Turelli, nato a Marone il 21 gennaio1914, nell’agosto del 1939 venne richiamatosotto le armi per un periodo diriaddestramento prima di esser mandato inAlbania, il 13 gennaio 1941, inquadrato nella255ª Compagni del Battaglione “Val Chie-se”, 6° Reggimento Alpini.Arrivato in prima linea il 19 gennaio succes-sivo, il 21, giorno del suo 27esimo comple-anno, assistette alla morte del suo coman-dante, il Sottotenente Serafino Gnutti.Il rientro dall’Albania fu per Giulio antici-pato, rispetto al suo Battaglione, in seguitoad un infortunio al ginocchio che lo costrinsein ospedale prima in Albania e poi a Rimini.A fine agosto 1941, dopo 40 giorni di conva-lescenza a casa, raggiunse il suo Battaglionea Torino per l’addestramento in vista dellaRussia.Il primo agosto 1942 partì quindi per la Rus-sia con altri 57.000 Alpini: ne rientrerannocirca 16.000!Il 26 gennaio 1943, dopo l’ennesimo com-pleanno al fronte, si trovò nel bel mezzodella battaglia di Nikolajewka, da cui si salvòcon pochi superstiti rientrando in Italia inmarzo. La guerra non era ancora terminata eper Giulio si prospettava una nuova espe-rienza. L’8 settembre Badoglio proclamò l’ar-mistizio con gli Alleati ed il 9 Giulio vennecatturato dalle truppe tedesche e deportatoin Germania, dove trascorse altri 2 anni diprigionia.Nell’agosto del 1945, a più di tre mesi dallafine della guerra e dopo 6 anni dalla partenzaper il fronte albanese, Giulio tornò finalmentea casa.

Caro Giulio,eccoci qua per un saluto che non avremmomai voluto fare. Gli anni ci sono ma appuntoperché sono tanti (104 lo scorso 21 gennaio)ci avevi quasi fatto pensare tu fossi immortale… e per noi, tale resterai. Con te si chiude pertutti noi Alpini un capitolo importantissimo,eri l’ultimo nostro legame con quegli Alpinicon la A maiuscola, ovvero con quegli Alpiniche loro malgrado ma con fortissimo sensodel dovere hanno vissuto l’ultimo episodiobellico mondiale.

Ho avuto modo di conoscerti una vol-ta diventato Capogruppo, era il 2002: in par-ticolare il nostro primo incontro con le scola-resche di Marone, il 14 gennaio 2006. C’era-

no ancora anche gli altri Reduci: Beniamino,Ferruccio ed Enrico.

Da allora, e sino allo scorso 10 feb-braio in occasione della tua ultima intervistarilasciata ad uno storico piemontese, quantiincontri con le scolaresche di Marone, ele-mentari e medie, ma non solo … alla Pastoria Brescia, a Darfo ed ancora a Berzo Infe-riore lo scorso anno.Grazie a te ed alla tua testimonianza abbia-mo potuto capire quanto fortunati siamo oggirispetto ad allora e quanto sia importantericordarcelo. Alla domanda sul perché ac-cettavi gli inviti di andare nelle scuole haisempre risposto: sento il dovere di ricorda-re ai giovani quanto brutta sia la guerra.La tua disponibilità, il tuo modo di racconta-re eventi non certo belli con quel pizzico diironia che lasciava a bocca aperta quanti tiascoltavano ci mancherà, mi mancherà.Sei stato il nostro nonno, il nonno che tuttiavrebbero voluto avere ed anche per questosei entrato nel cuore di tutti noi.Quando ti ho potuto salutare per l’ultimavolta, già facevi fatica a parlare ma salutan-domi hai trovato la forza di dirmi “salutamitutti i miei Alpini”.Continua a guidarci da lassù, veglia su dinoi e aiutaci, come dice la nostra preghiera,ad esser degni delle glorie dei nostri avi.Grazie Giulio, grazie davvero per tutto!Grazie per lo zaino carico di valori che cilasci che carichiamo sulle nostre spalle e checercheremo con orgoglio di portare il più alungo possibile.

Il tuo Capogruppo e la tua famiglia alpina

Caro Battista, caro Alpino,siamo qui oggi per l’ultimo saluto terreno.Sapevamo che eri malato ma sinceramentequando ti abbiamo visto una decina di gior-ni fa nessuno avrebbe immaginato sarebbestata l’ultima. Che dire, se ne va un altropilastro del Gruppo, consigliere per quasi50 anni e sino al 2015 quando, per problemidi salute hai deciso di non proseguire nel tuoincarico. Ti voglio ricordare in particolarmodo per il periodo dal 2002 al 2015 ap-punto, in cui, come cassiere del Gruppo, mihai affiancato … sempre disponibile, sem-pre preciso, sempre pronto a metterti a di-sposizione. Come non ricordare poi il tuoappassionato impegno come Presidente deiMutilati ed Invalidi del Lavoro, altra Asso-ciazione cui hai dato molto dedicando pa-recchio del tuo tempo.Caro Battista, ti vogliamo pensare in Para-diso, magari - vista la tua passata esperien-

Battista Danesi cl. 1938 - Maronegià consigliere del Gruppo

za in enoteca - nella cantina del Paradiso, aselezionare i vini migliori per quando ci ri-troveremo tutti assieme per un brindisi incompagnia alla nostra maniera.Grazie di tutto Alpino, ciao Battista!

Il Capogruppo (Alberto Giudici)

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Giuseppe Camossi nasce da una famiglia dicontadini a Erbusco in località “Val del Luf”il 14 ottobre 1921, ma in giovane età si trasfe-risce coi genitori a Rovato.Nel febbraio 1941 è chiamato alle armi nelBattaglione Valchiese, 53a. Compagnia, pres-so la Caserma di Bogliaco. Dopo i primi mesidi addestramento viene mandato a Saliced’Ulzio a fare il corso Sciatori. Col suo Batta-glione il 2 agosto 1942 parte per la Russia.Nel primo scontro con i russi viene grave-mente ferito. Una pallottola gli trapassa il pet-to, pochi centimetri sopra il cuore. Ricoveratoin ospedale durante la degenza è promossoSergente.Dopo oltre 2 mesi di cure, ritorna al frontesulla linea del Don. Vive tutta la tragica odisseadella ritirata. Passa oltre Nikolajewka. Hamani e piedi congelati. Tuttavia riesce a rag-giungere Karkov, dove trova posto su unatradotta in partenza per l’Italia. Viene ricove-rato per circa 3 mesi in ospedale a Loano.

Riescono a salvargli gli arti congelati, maresterà per sempre con le estremità di tuttele dita di mani e piedi completamente insen-sibili. Durante il ricovero riceve la “Croceal Valor Militare”.Lascia l’ospedale alla fine di Maggio e siunisce al gruppo di Reduci sul Monte Orfa-no per costruire un monumento in memoriadei tanti compagni caduti e dispersi. L’8settembre 1943 viene preso dai tedeschi eportato nel modenese, dove viene messo alavorare in cucina. Dopo alcuni mesi tornaclandestinamente a Rovato, ma dove restanascosto fino al 25 aprile 1945.Anche da pensionato, è sempre stato moltoattivo. Coltivava l’orto. Aveva una grandepassione per la caccia e, poco distante dacasa, teneva con estrema cura una bella“posta”. Era un campione a giocare a boc-ce. Nel 2003 Giuseppe Camossi, con altrireduci Rovatesi, ha ricevuto il “Leoned’oro” del Comune di Rovato.

Giuseppe Camossi, cl. 1921 - Rovato Reduce di Russia

Battista Lonati, cl. 1931Botticino Sera

Lonati Battista è anda-to avanti. Era il deca-no del gruppo, con isuoi 86 anni e per al-cuni decenni aveva fat-to parte del Consiglio,fornendo il suo contri-buto di esperienza esaggezza. Gran lavo-ratore, come un po’tutti quelli della suaepoca, aveva sempreoperato nel campo del-l’edilizia, specializzan-dosi nell’applicazionedegli intonaci a gessoe a stucco. Ma era uno

che sapeva fare un po’ di tutto e, per questa sua versatilità, erarichiesto e ambito da molti, in particolare dal capocantiereGiulio Franchi che l’aveva conosciuto a Rossosch in uno deiturni di lavoro per la costruzione dell’Asilo “Sorriso” e chepoi ha trascinato, con sé in Romania, per la ristrutturazione diun orfanatrofio e nel cantiere della nostra Sede Sezionale. Qui,nella nostra casa, ha fatto un po’ di tutto, offrendo il suo talentoin oltre duemila ore di lavoro. La sua firma è rappresentatadalle stelle alpine realizzate sul soffitto dell’ingresso e dell’uffi-cio del presidente. Battista sarà ricordato anche per la suagenerosità. Nei numerosi viaggi in Romania, portava semprevalige di indumenti per i piccoli orfani. Amava anche l’allegracompagnia. I suoi ultimi compleanni sono stati festeggiati nellasua casetta sulle pendici della Maddalena che, per l’occasione,metteva a disposizione dei consiglieri del gruppo e rispettivefamiglie.

Il gruppo alpini di Botticino Sera

Rino Laspina, cl. 1947Lonato del Garda

L’alpino RinoLaspina é anda-to avanti: cosìnoi Alpini siamoabituati ad espri-merci in questetristi occasioni.Purtroppo que-sta volta è anda-to avanti un Al-pino con la “A”maiuscola. Rino,infatti aveva bencapito e fattoproprio lo spirito della norma costitutiva dettata dai principi fondan-ti della nostra Associazione Nazionale Alpini “Onorare i Cadutiaiutando i vivi”.Subito dopo il congedo si é iscritto al nostro Gruppo e per decenni neè stato consigliere, attivo e propositivo. Pur con la sua innata riser-vatezza, ha partecipato con grande disponibilità e capacità a tutte lerealizzazioni del nostro Gruppo Alpini.Nel maggio 1976 é stato volontario soccorritore, con altri Alpini diLonato, in occasione del devastante terremoto del Friuli.Referente dei Nucleo AVIS Alpini del nostro gruppo, ha fatto partedella locale Associazione AVIS - AIDO ottenendo il massimo deiriconoscimenti per il numero delle donazioni effettuate. Ora caro

Rino, Alpino con la A maiuscola, sei nel paradiso di Cantore , dadove continuerai ad aiutarci.

Noi, stai sicuro, non ti dimenticheremo mai .

I tuoi alpini di Lonato

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I nostri soci andati avanti

Luciano Cottellicl. 1947

Ospitaletto

Roberto Vanellicl. 1951

Calvisano

Giuliano Ferragliocl. 1937

S. Eufemia

Mirko Bonafedecl. 1974

Ospitaletto

Angelo Fappanicl. 1925

Quinzano d’Oglio

Reduce dellaDivisione Monterosa

Aldo Marianinicl. 1940Sarezzo

Francesco Boldrinicl. 1943

Quinzano d’Oglio

Luigi Marchinacl. 1933

Monticelli Brusati

Paolo Bossinicl. 1929

Lumezzane S.S.

Guerino Guiscardicl. 1936Fornaci

Luciano Faitacl. 1970

Castegnato

Alberto Spadacl. 1937

Castegnato

Ex Capogruppo

Ferdinando Ferraricl. 1952

Colombaro

Daniele Bellericl. 1944

Ome

Bruno Panadacl. 1929Mazzano

Angelo Corinicl. 1942Gussago

Angelo Bosio(Cilo)

cl. 1923

Reduce di Prigionia

Flaminio Antoniolicl. 1939

Calcinato

ex Capogruppo

Pietro Silvestricl. 1941

Nave

Giancarlo Fisognicl. 1943

Nave

Arnaldo Nizzolacl. 1942

Castenedolo

Alfredo Bianchetticl. 1952

Colombaro

Firmo Pezzotticl. 1939Timoline

Carlo Obesalinicl. 1935

Montirone

Giuseppe Brunicl. 1942

Torbole CasagliaConsigliere

Santo Nicolicl. 1936Cologne

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I nostri soci andati avanti

Pierino Rinaldicl. 1944

Roncadelle

Giorgio Noventacl. 1943

Nuvolera

Luigi Zubianicl. 1948

San Vigilio

Consigliere delGruppo

Volontario delNucleo di Pro. Civ.

sezionale

Franco Policl. 1942

Gardone V.T.

Emilio Paganicl. 1932

Palazzolo S/O

Luciano Zancarlicl. 1938Timoline

Marco Crotticl. 1952

San Paolo

Giovanni Maffiolicl. 1939 Volta

E’ prematuramen-te “andato avanti”,il nostro Consi-gliere e TesoriereGiovanni Maffioli,per oltre 50 anniuna colonna delnostro Gruppo, se-guendo le ormetracciate da suopadre Umberto.Grande esperto ed in-namorato della mon-tagna, era socio dellaSocieta Escursionisti“U. Ugolini” di Bre-scia. Oltre ad essereun valido accompa-gnatore delle gite del“giovedì”, era ancheun appassionato del

bel canto diespressione mon-tana, tantè che fa-ceva parte del corodella Società stes-sa.

Ciao Gianni, buonviaggio!Sergio Salvalai

classe 1936Volta Bresciana

Angelo Maccaranacl. 1939Rovato

Ernesto Vinaticl. 1920

Polaveno

Reduce del Frontegreco-albanese

e della Jugoslavia

Alpino nel Coman-do della Brigata“Orobica” si èiscritto all’ANAsolo nel 2016. Insoli 5 anni è peròriuscito con il suospirito di sacrificioe di infaticabile la-voratore, a farsi

accettare come collaboratore e poi a diveni-re consigliere dal 2016.E’ stato l’alfiere all’85° di fondazione e, fin-ché ha potuto, è stato presente agli anniver-sari dei Gruppi.Il Gruppo di Paderno Franciacorta ti ricor-derà sempre con affetto e come esempio daimitare. Grazie di esserci stato.

Il CapogruppoEnrico Mazzoldi

Luigi Piacenzacl. 1951, Paderno F.C,

Marco Sottinicl. 1975Cologne

Albino Pedercinicl. 1940Cologne

Mario Colombicl. 1932

Castelmella

Dario Zaninicl. 1935Chiari

Consiglieredel Gruppo

Mario Scalvinicl. 1941

Trenzano

Pierino Pedrinicl. 1958

Collebeato

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Graziano Bonardi delGruppo di ColombaroF.C. con il nipotinoAlessandro

Fiocco rosa al Gruppo delVill. Prealpino-Stocchetta: ènata Isabel Poli, nipote delsocio Umberto

Un saluto a tutti dal ViceCapogruppo degli Alpinidi Pontoglio Antonio Vermie dalla sua nipotina Gaia!

L’Alpino Fabrizio Vacchelli, Gruppo di Passirano, si è sposato con Fabiola Brignani 26 maggio2018 nella Chiesa Parrocchiale di Passirano

congratulazioni !!

A Ospitaletto è nataRachele Cattaneo, nipotedel consigliere LuigiFranzoni

Mauro Faustinoni, socio del Gruppo di Quinzano d’Oglio si è sposatocon Luisa Filippini. Nella foto gli sposi con alcuni Alpini del Gruppo

Anna Aresi, figlia del Capogruppo di Quinzano, Francesco, si è sposatacon Marco Costa; nella foto il papà della sposa con il nipotinoRiccardo e alcuni Alpini del Gruppo

Gioacchino Fontana,Capogruppo di Collebeato,con il nipote Daniel.

Giuseppe Cotelli, delGruppo di Castegnato, conla moglie Laurina Pozzi nel57° anniversario dimatrimonio.

Rachele Zanardelli, nata il 29 novembre2017, insieme ai nonni BattistaZanardelli del Gruppo di Collio edEudenzio Rambaldini del Gruppo di SanColombano il 27 maggio in occasionedel suo battesimo.

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congratulazioni !!

Fiocco rosa a Ospitaletto: è nata Martina, figliadel Vicecapogruppo Alberto Gatti

A dicembre 2016 Simone Nicolinidel Gruppo di Caino si è sposatocon Cristina Bresciani

Domenico Barbieri (al centro con la magliabianca) del Gruppo di Pompiano ha incontratoall’Adunata di trento alcuni commilitoni delGr. Vicenza 21° Btr. a Brunico nell’81: sonoStefano Bosco, Maurizio Valentini e GiusppePerbellini

Angelo Gatti del Gruppo di Provezze e AngeloPessotti (Borgonato) con il nipotino Andrea inoccasione del suo 9° compleanno

L’ Alpino Luciano Grandini del Gruppodi Concesio con le figlie Gemma e lapiccola Stella

A 57 anni dalla naja fatta a Vipiteno e aDobbiaco, si sono ritrovati a Trento, inoccasione dell’Adunata Nazionale,Valerio Zugno, del Gruppo di Polaveno,eFerruccio Bertamini del Gruppo di Arcodi Trento

Il 17 febbraio Luigi Manessi e la moglie Miriam Borbonihanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio conla famiglia e parenti. Nella foto con il figlio Claudio ed ilconsuocero

S Battesimo di Giulio con lamamma Silvia e il papà Giuseppe,il nonno materno GiuseppeBracchi, consigliere del Gruppo diPalazzolo ed il nonno paternoAngelo

In occasione del ritrovo a 50 anni di distanza del Btg. Edolo sisono ritrovati gli Alpini Bornatici e Braghini

Pietro Girelli del Gruppo di Castenedolo,con il padre, il figlio e il nipotino Gabriele.

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