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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 1 PARERE n. 15 del 10 marzo 2009 (o.d.g. 4 del 10 marzo 2009) OGGETTO: Comune di Gambugliano (VI). Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del Territorio. PREMESSO CHE ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS) dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”; La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 10 marzo 2009, come da nota n. 121037/45.06 del 4.03.09 del Dirigente della Direzione Valutazione Progetti ed Investimenti, segretario della commissione; Con nota 386145/57.09 del 23.07.08 la Direzione Urbanistica della Regione del Veneto e, successivamente, il Comune di Gambugliano, con comunicazione acquisita al prot. reg. al n. 5323/45.06 del 7.01.09, con note n. 52 del 9.01.09 e prot. n. 484 del 25.02.2009 acquisita al prot. reg. al n. 13651/45.06 del 12.01.09, hanno fatto pervenire la documentazione necessaria per ottenere il parere della Commissione VAS. Il Comune di Gambugliano ha approvato con DGC n. 62 del 26.09.05 il “Documento Preliminare alla redazione del piano di assetto del territorio – P.A.T.” ai sensi dell’art. 14 della legge urbanistica regionale, per la formazione del piano di assetto del territorio comunale. In applicazione dell’art. 5 della legge urbanistica regionale 11/2004 è stata avviata la fase di concertazione e partecipazione con gli enti territoriali e le Amministrazioni interessate alla tutela degli interessi pubblici coinvolti nella redazione del PAT, oltre che con le associazioni economiche, sociali e politiche portatrici di interessi diffusi nel territorio comunale, mediante incontri di lavoro e pubbliche assemblee. Il Comune di Gambugliano, ha espletato la fase di concertazione e partecipazione ai fini della redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale ai sensi della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e successive modificazioni, prendendo atto degli esiti dell’avvenuta concertazione e valutando le comunicazioni ed i contributi – diversamente pervenuti – da parte degli enti, amministrazioni, associazioni e soggetti interessati, intervenuti alla concertazione; Il Comune di Gambugliano con DCC n. 28 del 12.12.07, ha adottato il Piano di Assetto del Territorio Comunale secondo quanto previsto dall’art. 14 della LR n. 11 del 23.04.04. L’avviso dell’avvenuta adozione del Piano è stato affisso all’albo pretorio del Comune e sui quotidiani “Il Gazzettino” in data 25/01/08, “Il Giornale di Vicenza” del 27/01/08 e nel sito internet comunale. Entro i termini sono pervenute n. 4 osservazioni, delle quali nessuna inerente il Rapporto Ambientale. - Il Comune di Gambugliano si trova nella parte centrale della Provincia di Vicenza, a nord-ovest del capoluogo (circa 13 Km), confinando a Nord con il Comune di Isola Vicentina, a Est con Costabissara e Monteviale, a Sud con Sovizzo e ad Ovest con Castelgomberto.

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AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE S TRATEGICA

DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI

1

PARERE n. 15 del 10 marzo 2009

(o.d.g. 4 del 10 marzo 2009) OGGETTO: Comune di Gambugliano (VI). Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del

Territorio.

PREMESSO CHE

– ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS) dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”;

– La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 10 marzo 2009, come da nota n. 121037/45.06 del 4.03.09 del Dirigente della Direzione Valutazione Progetti ed Investimenti, segretario della commissione;

– Con nota 386145/57.09 del 23.07.08 la Direzione Urbanistica della Regione del Veneto e, successivamente, il Comune di Gambugliano, con comunicazione acquisita al prot. reg. al n. 5323/45.06 del 7.01.09, con note n. 52 del 9.01.09 e prot. n. 484 del 25.02.2009 acquisita al prot. reg. al n. 13651/45.06 del 12.01.09, hanno fatto pervenire la documentazione necessaria per ottenere il parere della Commissione VAS.

– Il Comune di Gambugliano ha approvato con DGC n. 62 del 26.09.05 il “Documento Preliminare alla redazione del piano di assetto del territorio – P.A.T.” ai sensi dell’art. 14 della legge urbanistica regionale, per la formazione del piano di assetto del territorio comunale. In applicazione dell’art. 5 della legge urbanistica regionale 11/2004 è stata avviata la fase di concertazione e partecipazione con gli enti territoriali e le Amministrazioni interessate alla tutela degli interessi pubblici coinvolti nella redazione del PAT, oltre che con le associazioni economiche, sociali e politiche portatrici di interessi diffusi nel territorio comunale, mediante incontri di lavoro e pubbliche assemblee. Il Comune di Gambugliano, ha espletato la fase di concertazione e partecipazione ai fini della redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale ai sensi della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e successive modificazioni, prendendo atto degli esiti dell’avvenuta concertazione e valutando le comunicazioni ed i contributi – diversamente pervenuti – da parte degli enti, amministrazioni, associazioni e soggetti interessati, intervenuti alla concertazione; Il Comune di Gambugliano con DCC n. 28 del 12.12.07, ha adottato il Piano di Assetto del Territorio Comunale secondo quanto previsto dall’art. 14 della LR n. 11 del 23.04.04. L’avviso dell’avvenuta adozione del Piano è stato affisso all’albo pretorio del Comune e sui quotidiani “Il Gazzettino” in data 25/01/08, “Il Giornale di Vicenza” del 27/01/08 e nel sito internet comunale. Entro i termini sono pervenute n. 4 osservazioni, delle quali nessuna inerente il Rapporto Ambientale.

− Il Comune di Gambugliano si trova nella parte centrale della Provincia di Vicenza, a nord-ovest del capoluogo (circa 13 Km), confinando a Nord con il Comune di Isola Vicentina, a Est con Costabissara e Monteviale, a Sud con Sovizzo e ad Ovest con Castelgomberto.

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Ha una superficie territoriale di 795,00 ettari, suddivisi tra pianura (parte esigua) e collina (rappresentante la parte maggiore); la parte collinare ha un’altitudine che varia tra gli 80 ml. ed i 322 ml. s.l.m. (Monte Le Cariole) a ridosso del limitrofo Comune di Castelgomberto. La principale infrastruttura viaria che lo attraversa è la S.P. n. 36 “Provinciale di Gambugliano”. L’unico corso d’acqua che attraversa il territorio è il torrente Valdiezza.

– INQUADRAMENTO SOCIO-ECONOMICO Gli abitanti all’ultimo censimento ISTAT del 2003 erano 784. Le famiglie sono 290 di cui 110 residenti nel capoluogo, 70 residenti nella frazione di San Lorenzo e 120 sono sparse nel territorio agricolo. A Gambugliano vi sono solo due negozi bazar/alimentari che vendono anche tabacchi: uno nel capoluogo, l’altro nella frazione. Non vi sono altri negozi di alcun genere, anche la farmacia è da diversi mesi chiusa in attesa dell’assegnazione di un medico-gestore. L’ufficio postale ed il servizio conseguente funziona a ritmo ridotto: è aperto solo due giorni la settimana nel periodo estivo. Le scuole elementari ospitano solo pochi alunni e sono minacciate di chiusura per mancanza di studenti e le scuole medie si trovano in un altro comune. In Municipio lavorano solo poche persone che coprono i servizi essenziali. Non vi sono servizi privati, né un assicuratore, né uno studio professionale, né un distributore di carburante. Vi è solo uno sportello bancario. A fronte di questa carenza di servizi la qualità della vita è elevata poiché Vicenza si trova a meno di 15 km ed è facilmente raggiungibile dalle strade provinciali in 15 minuti. Il 90% delle famiglie è proprietario dell’abitazione in cui vive e la tipologia più diffusa è la casetta unifamiliare di 600-800 mc, 250 mq per famiglia. La mancanza di una strada importante di attraversamento fa sì che non vi siano flussi di traffico impropri e il traffico pesante si ferma all’estremità sud del paese in concomitanza con la zona artigianale. Gambugliano si presenta nel contesto del nord-est come un Comune ad elevata capacità economica tipico della provincia vicentina che ha uno dei PIL più elevati del Paese. La popolazione è in crescita, seppure con valori assoluti di piccole dimensioni, i settori economici, sia quello agricolo che quello produttivo, sono consolidati e mantengono le performance nonostante la crisi. La disoccupazione è pressoché inesistente. La percentuale di popolazione in età media (15-65 anni) nel 2001 era del 67,68%. Il numero di aziende agricole, secondo dati CCIAA del 2003, era di 29 attività per un totale di 13 addetti; il numero di attività manifatturiere era 21 per un totale di 156 addetti; il numero di aziende di costruzioni era 18 per un totale di 22 addetti; 8 gli alberghi e ristoranti; 8 le attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca. Al censimento ISTAT 2000 le aziende con bovini e bufalini erano 18 per un totale di 204 capi, quelle di suini 4 per un totale di 4 capi, quelle di caprini 4 per un totale di 9 capi, quelle equine 2 per un totale di 19 capi, quelle avicole 77 per un totale di 7.526 capi. Gambugliano fa parte del GAL Montagna Vicentina che sostiene economicamente il Progetto Ambiente per la realizzazione di percorsi collettivi finalizzati alla certificazione ambientale promosso dalla FAIV – Associazione Artigiani nel contesto delle iniziative finanziate dalla Comunità Europea. Le aziende che partecipano a tale progetto sono quelle che operano nel settore del legno, della meccanica e della gestione dei rifiuti. Tali aziende fanno parte anche del progetto ARPAV riguardante l’implementazione dei bilanci ambientali.

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Il Comune aderisce anche al Protocollo d’Intesa del 9 settembre 1999: l’obiettivo del patto territoriale consisteva nel creare nell’area dei dodici comuni dell’Agno-Chiampo opportunità economiche che consentissero “uno sviluppo duraturo nel tempo” a partire “dalle risorse endogene presenti nell’area attorno alle quali possono essere sviluppate nuove attività”.

– STATO DELL’AMBIENTE Fonte dei dati ARPAV. Regione del Veneto, ISTAT, CCIA di Vicenza, Provincia di Vicenza. Matrice suolo e sottosuolo La morfologia del territorio di Gambugliano è costituita da pianura e per la maggior parte collina. Cave e discariche Sul territorio comunale non sono presenti né cave (attive e/o dismesse), né siti contaminati e né discariche. Inquinamento del suolo Il possibile inquinamento del suolo di origine agricola e zootecnica evidenzia l’assenza di valori eccedenti i valori medi ponderali di carico potenziale di Azoto e Fosforo (vedi allegati 60R03-61R03). Nel Comune non risultano essere impiegati fanghi di depurazione in agricoltura ed inoltre l’attività agricola è concentrata nella piana del Valdiezza; le aziende agrozootecniche sono in netta diminuzione (dalle 151 del 1982 alle sole 22 del 2000 con diminuzione anche dei capi allevati, vedi allegati 21 e 23). Per quanto riguarda l’allevamento avicolo con 7.500 capi, situato nella piana, da informazioni recuperate presso la stessa azienda e il Comune, si tratta di pulcini di tacchino che vengono tenuti per pochi mesi e poi trasferiti per l’ingrasso in allevamenti esterni al territorio comunale; si esclude quindi un potenziale impatto negativo. Matrice acqua Idrogeologia Il territorio di Gambugliano è per gran parte soggetto a vincolo idrogeologico presentando una conformazione per gran parte collinare con scarsa presenza di sorgenti naturali e non sono stati rilevati fenomeni di pericolosità idrogeologica, e dei versanti ad elevata pendenza. In alcune situazioni, il movimento superficiale delle acque meteoriche verso valle presenta dissesti di lieve entità dovuti al trasporto solido di detriti. A nord è presente in alcuni punti una pericolosità dovuta a potenziale caduta massi laddove la roccia è affiorante. I terreni della piana sono in gran parte argillosi e non vi sono particolari fenomeni di dissesto idrogeologico; mentre è problematico il rapporto con l’acqua durante i periodi estivi in quanto si riesce soltanto occasionalmente a garantire il minimo deflusso vitale del torrente Valdiezza. La rete idrografica L’idrografia superficiale del territorio comunale di Gambugliano è composta dal torrente Valdiezza, Sito di Interesse Comunitario che fa parte del sottobacino del Rettone, e da una serie di torrenti minori provenienti dai versanti collinari. Le acque superficiali e la loro qualità Da dati 1993 il torrente Valdiezza risultava avere una qualità biologica delle acque (IBE) poco inquinato. Non essendoci stazioni a monte del Comune si è preso a riferimento soltanto il dato che è riferito al bacino del Retrone al quale il Valdiezza appartiene e quindi la qualità di quest’ultimo si può ritenere ragionevolmente ben al di sopra del livello stimato per tale stazione (SECA e SACA scadenti, dati ARPAV 2005, IBE di classe 3, sufficiente, dati ARPAV 2001).

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Le acque sotterranee e la loro qualità Essendo in presenza del fenomeno carsico e non attingendo l’acqua dal sottosuolo a scopo idropotabile (l’acqua dell’acquedotto arriva da altri comuni del vicentino) probabilmente non esistono pozzi di rilevamento ARPAV. Nell’allegato 39 viene menzionato un pozzo a Gambugliano in via Fontanazze da dati AIM 2003-2004, i valori di riferimento non riguardano la qualità dell’acqua ma soltanto i volumi erogati, il fabbisogno e le perdite di rete, a seguito di richiesta d’integrazione è stato spiegato che tale pozzo era operativo sino al 2002 e veniva costantemente monitorato e risultava quindi di qualità idonea alla somministrazione umana. Il pozzo più vicino si trova a Trissino (stazione ARPAV n.267) che da dati ARPAV 2001 risultava avere un SCAS pari a 2 (impatto antropico ridotto). Acquedotto L’acquedotto è gestito da AIM Vicenza Spa e copre tutte le utenze (la popolazione servita dall’acquedotto nel Comune di Gambugliano è del 100%, suddivisa in 310 utenze domestiche, 28 utenze per usi diversi, per un totale di 338 utenze). Le perdite di rete sono stimate in circa il 55% della portata messa in rete Fognatura La fognatura è gestita sempre da AIM Vicenza SpA e la percentuale di abitanti servita da pubblica fognatura, al 2001, era del 32%. La popolazione non allacciata dispone quasi tutta di idonei sistemi di smaltimento in loco delle acque reflue (subirrigazione, vasche Imhoff, depuratori, etc.) e che l’AATO Bacchiglione, per il periodo 2003-2032, prevede un progetto di razionalizzazione della rete fognaria; in particolare per Gambugliano è prevista la predisposizione di impianti di telecontrollo sui singoli impianti di sollevamento. Con questa serie di interventi il piccolo depuratore comunale potrà essere dismesso e la rete fognaria opportunamente estesa ai nuclei abitativi. L’impianto di depurazione Il Comune è dotato di depuratore per 600 AE che scarica nel torrente Valdiezza nei pressi del capoluogo, in via del Lavoro. I pareri del Genio Civile e del Consorzio di Bonifica Riviera Berica sono stati recepiti e inseriti nelle NTA. Matrice clima Gambugliano ricade, dal punto di vista climatico, nella fascia collinare. La presenza delle colline incide in modo determinante sull’insolazione del territorio condizionandone la flora e storicamente l’insediamento antropico. L’irraggiamento della collina risulta in generale buono, visto l’orientamento Nord- Sud; zone ad irraggiamento ridotto sono le parti più basse dei fianchi della collina Ovest prospiciente la Valdiezza. Il clima in generale risulta caratterizzato da una temperatura mite, da bassa umidità atmosferica e da una buona ventilazione. La temperatura media estiva è di 28,0° - 29,0° (luglio-agosto), quella media minima invernale è pari a - 1,0° / - 2,0° (dicembre-gennaio), quella media annua 13,0°. Le temperature, in linea con il fenomeno di surriscaldamento terrestre noto come “effetto serra” sono in lieve aumento rispetto ai decenni passati. Le precipitazioni medie annuali registrate negli ultimi 10 anni sono pari a 1.100,0 – 1.200,0 mm.; la piovosità estiva, seppur non trascurabile, è un fattore che limita le produzioni agrarie di collina ormai ristrette al pascolo e alla viticoltura non specializzata. Matrice Aria

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Per quanto riguarda l’atmosfera nel territorio di Gambugliano le potenziali cause locali di alterazioni della componente aria sono eventualmente da collegare alla presenza di infrastrutture stradali che attraversano il territorio comunale, non essendo presenti impianti industriali tali da compromettere direttamente l’atmosfera. Tuttavia, occorre evidenziare che esclusa la S.P. n. 36 non sono presenti rilevanti infrastrutture viarie che attraversano il territorio e che la stessa strada Provinciale è interessata da un traffico limitato alla circolazione di veicoli prevalentemente locali. La qualità dell’aria pertanto lungo tutta la S.P. n. 36 e le altre strade minori non risulta, allo stato attuale, in alcun modo compromessa, in conseguenza della ridotta mole di veicoli circolanti. Non sono altresì previste altre opere viarie nella futura programmazione territoriale. Per Gambugliano la produzione annua espressa in t/anno risulta complessivamente superiore all’andamento medio ponderato provinciale e del territorio limitrofo ma complessivamente di intensità tale da non evidenziare significativi impatti. Approfondendo il dato si nota come la principale fonte di tale gas siano le attività off-road. Paesaggio L’aspetto naturalistico ambientale più interessante di Gambugliano è senza dubbio legato al contesto della più ampia fascia collinare appartenente ai monti pre-Lessini. Un paesaggio che ha maturato nei secoli un suo spessore storico ben documentato, leggibile nell'antica e nella recente cartografia. Il paesaggio naturale originario, caratterizzato dalla copertura del bosco subisce una prima trasformazione con la conquista romana, ma è soprattutto il grande sviluppo demografico del XVIII secolo che vede la messa a coltura di tutte le superfici suscettibili mediante il disboscamento dei versanti più acclivi e la loro successiva sistemazione e terrazzamento, determinando quel paesaggio particolare caratterizzato dalla vite maritata che delimita i campi coltivati in rotazione a cereali, relegando il bosco nei versanti più acclivi, con l’unica eccezione per i castagneti da frutto che fornivano una preziosa risorsa alimentare per la stagione invernale. La coltura del gelso si diffonde caratterizzando i filari campestri. Anche il paesaggio della pianura assume un’identità stabile dal momento che le divagazioni del torrente Valdiezza vengono via via controllate: i campi, delimitati da filari e siepi campestri, ospitano le colture cerealicole quali il mais ed il prato stabile. Nel secolo scorso il mutato rapporto tra il settore primario ed i settori secondario e terziario, nonchè la rapida evoluzione delle tecnologie agricole, hanno determinato la crisi dell’assetto paesaggistico, che si era venuto a creare nei secoli precedenti. In particolar modo si assiste alla semplificazione degli elementi strutturali del paesaggio con l’abbandono delle antiche sistemazioni (ciglionamenti, terrazzamenti, piantate, ecc) e la riduzione delle superfici coltivate nelle aree declivi. L’area in oggetto rappresenta una testimonianza rara di compromesso ambientale ed ecologico che si traduce nell’equilibrio estetico rappresentante un angolo di naturalità scomparso in molte altre realtà venete. Un paesaggio che è sintesi di valori culturali, etnostorici e naturalistici e che costituisce un esempio irripetibile di compatibilità tra sfruttamento produttivo in sintonia con l’ambiente e conservazione della biodiversità; tra domesticazione del bosco primigenio e conservazione del suo patrimonio biotico ed ecologico; tra conservazione della memoria e dei valori e continuità culturale. Un paesaggio che non deve appartenere solo al passato, ma soprattutto al presente ed al futuro, come si evince dalla normativa comunitaria degli ultimi decenni, tesa alla

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ricomposizione di equilibri agro-forestali ed idrogeologici che in questi luoghi non sono mai stati smarriti. Alla luce delle caratteristiche ed evoluzioni storiche (diversi usi del suolo, antropizzazione del territorio), strutturali (geologia, pedologia, morfologia, microrilievo, idrogeologia, idrografia) ed economiche emerse dalle analisi, sono identificabili alcuni ambiti paesaggistici legati anche ad una specifica utilizzazione del suolo (vedi descrizione ATVAS). Il paesaggio boschivo è caratterizzato dalla presenza di consorzi boschivi costituiti prevalentemente da tre principali specie vegetali quali il carpino nero, la roverella e la robinia. Questi boschi occupano generalmente le pendici più scoscese e di difficile utilizzazione per altri usi, soprattutto se esposte a sud e concorrono ad edificare i suoli più superficiali. Il paesaggio caratterizzato dalla robinia pseudoacacia, specie non autoctona ma ormai da considerarsi naturalizzata, generalmente ben si inserisce nell’ambiente agrario, sia in termini estetici che di utilità diretta (buon legno da combustione e per la fabbricazione di utensili agricoli nei decenni passati). Tra i paesaggi semi-antropizzati vi è il Prativo e vigneto arborato. Questa specifica utilizzazione del territorio, prevalente nei terreni ondulati poco aperti, si caratterizza per la co-presenza di aree a prato (quindi ampi spazi liberi) intervallate da filari arborei spesso associati alla coltura della vite (vite maritata). La presenza di alberature che non di rado tendono a formare ai margini dei prati dei piccoli boschetti, filari di vite maritata e di alberi da frutto, soprattutto di ciliegio, determina nel complesso un paesaggio ben strutturato, variegato e ricco di valenze ambientali ed ecologiche oltre che paesaggistiche. Non rara, soprattutto sulla collina del Monte S. Lorenzo e la parte posta a Nord della piana della Valdiezza, laddove i rilievi si raccordano dolcemente con la valle del Valdiezza, la presenza della coltura della vite maritata associata, alternandosi, al seminativo ed al prato stabile, determinando un paesaggio piacevole. Molto frequentemente in questo tipo di paesaggio, frutto del secolare lavoro dell’uomo di cercare una simbiosi col territorio, si riscontrano i muretti a secco che delimitano gli appezzamenti a giacitura orizzontale, spesso segnati da piantate e filari di vite maritata. Una sistemazione quest’ultima che ben interpreta la natura dei luoghi e che contribuisce decisamente nel garantire un’elevata sicurezza idrogeologica del territorio. Questa sistemazione, che coniuga caratteristiche strutturali del territorio con le esigenze di utilizzazione dello stesso, permette di ottenere quale esternalità positiva un paesaggio di elevata qualità. Si passa poi ad un Paesaggio più “antropizzato”, ovvero il Prativo e seminativo. Questa determinata utilizzazione del territorio caratterizza e determina i paesaggi ondulati aperti con prevalenza delle colture del prato e del seminativo. Rispetto al paesaggio del prativo e vigneto arborato si denota una progressiva semplificazione delle strutture vegetali: i filari, le piantate, le siepi, le viti maritate sono poco presenti e spesso relegate ai margini, sopravvivendo in poche aree relitte. Prevalgono tra le colture agrarie il seminativo, spesso a rotazione, ed in subordine il prato stabile. L’impoverimento strutturale contribuisce alla scomparsa di importanti habitat e nicchie ecologiche nelle quali trovano rifugio specie utili per il controllo biologico degli ecosistemi agrari. La limitata acclività consente lo svolgimento delle pratiche agricole meccanizzate ed in definitiva come conseguenze dalla più “intensa” attività antropica non si registrano comunque problemi di dissesto idrogeologico. Un paesaggio tipico del Comune è quello del Prativo arborato. Caratteristica di questo paesaggio è l’alternarsi di porzioni più o meno ampie di suolo interessate da una parte dal

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prato stabile e/o dal pascolo, dall’altra dalla presenza, sia ai margini che all’interno delle stesse aree, di zone boscate. È prevalente nelle aree marginali e delle piccole valli laterali a quella del Valdiezza laddove, soprattutto in passato, più difficile risultava la messa a coltura dei terreni e dove la natura stessa dei terreni non consentiva altri proficui usi. Paesaggisticamente offre scorci di rara bellezza, in quanto l’assenza di vegetazione permette di cogliere il movimento del terreno e la morfologia dei luoghi. L’ultimo paesaggio, quello dove più significativa è la presenza antropica, è il Seminativo intensivo. Sistemazione tipica del sistema vallivo aperto pianeggiante o poco ondulato del Torrente Valdiezza che, assieme al tratto terminale dei suoi affluenti, caratterizza morfologicamente la limitata sezione trasversale. L’originario paesaggio caratterizzato dalla presenza di alberate e siepi campestri che fiancheggiavano il Valdiezza è quasi definitivamente scomparso ricorrendo all’espianto di queste alberate motivati dalla necessità di favorire le operazioni agricole meccanizzate. Pratica questa oggi sottoposta a revisione critica se si considerano soprattutto i vantaggi che comportano la presenza di un efficace reticolo di siepi e di filari. La coltura agraria prevalente in questo ambito è rappresentata dal seminativo intensivo e a rotazione mentre è inesistente la tradizionale sistemazione agraria della piantata della vite, tipica delle pendici collinari, e l’ecosistema agrario si presente impoverito per l’adozione di sistemazioni agrarie volte a favorire esclusivamente la meccanizzazione. La morfologia favorevole ha visto l’urbanizzazione degli ultimi decenni, in particolare con presenza di alcuni manufatti, quali capannoni per allevamenti e per attività industriali. Beni storico-culturali Per quanto riguarda i Beni Architettonici e Culturali il Comune di Gambugliano non presenta particolari elementi di rilievo e pregio architettonico, tanto che da informazioni fornite dal Comune non risultano edifici vincolati ai sensi della ex L. 1089/39 e s.m.i.. L’unico riferimento normativo in qualche modo applicabile ai Beni Architettonici e Culturali è rinviabile al D.Lgs. n° 42/2004 e s.m.i. per quanto concerne quei fabbricati appartenenti ad Enti ed Istituzioni pubblici aventi più di 50 anni e che, previo sopralluogo ed accertamento della competente soprintendenza, possono essere ritenuti di “valore”. Tale attività di rilievo ed accertamento va di volta in volta attuata dal singolo proponente un progetto e/o intervento oppure su iniziativa del proprietario del bene. Anche in quest’ultimo caso il Comune ha confermato l’assenza di richieste di accertamento di “valore” di beni immobili di sua proprietà. Flora, fauna, biodiversità Alle caratteristiche geo-pedologiche ed idro-geologiche è associata una vegetazione che assume le caratteristiche di bosco vero e proprio nelle zone collinari passando attraverso la vite maritata ed il prativo arborato, al carattere lineare che accompagna i terrazzamenti pedecollinari ed in alcuni casi residui i confini delle proprietà in pianura. E' da evidenziare che questa cospicua dotazione arborea produce una serie di effetti positivi: aree di rifugio, caccia e riproduzione per la fauna, mitigazione microclimatica, volano nell’azione di stoccaggio di anidride carbonica e di produzione di ossigeno, nonchè un importantissimo e spesso trascurato ruolo nella protezione del suolo dall’erosione, garantendo al contempo un’elevata sicurezza idrogeologica del territorio. Flora L’assetto originario si caratterizzava nei versanti e nelle sommità collinari per la presenza della cenosi forestale a rovella alla quale si accompagnavano, al variare delle condizioni

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tradizionali, la rovere, il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il carpino bianco, l’acero campestre, il ciliegio selvatico e gli arbusti di corteggio. I fondovalle erano coperti da una vegetazione ripariale lungo i corsi d’acqua, essenzialmente costituita da salici, dall’ontano e dal frassino maggiore, e da soprassuoli più evoluti nelle aree non facilmente esondabili. Rare erano le aree nude e gli spazi aperti erano dovuti per lo più alla caduta dei grandi esemplari o agli incendi naturali. Questa matrice originaria subì nei secoli profondi mutamenti, soprattutto nell’area pianeggiante, laddove più facile era la messa coltura dei terreni e progressivamente anche nelle zone collinari con azioni di terrazzamento. Sulle pendici collinari le tipologie fondamentali e caratteristiche che si evidenziano sono i prati più o meno aridi, le boscaglie ed il carpino nero. I prati aridi si sviluppano solitamente su terreni poco profondi e permeabili e rappresentano il risultato di un certo tipo di gestione del territorio utilizzato in buona parte anche come magro pascolo, soprattutto in passato. Nella pianura sono state invece sradicate le siepi che seguivano l’andamento dell’unico corso d’acqua presente, il Valdiezza, contribuendo ad una banalizzazione del paesaggio. Fauna L’analisi della fauna deve inevitabilmente spingersi oltre i confini comunali e questo per due irrinunciabili motivi: il primo e più intuitivo è legato alla non stanzialità della maggior parte degli animali e soprattutto al fatto che essi non sono limitati negli spostamenti dai confini comunali; il secondo è che la dimensione di Gambugliano va considerata nel più ampio ambito della fascia collinare, che si estende per diversi chilometri quadrati ben oltre i confini comunali e provinciali. Si è fatto riferimento pertanto a dati provenienti da studi condotti nell’ampia fascia delle collina e dei Monti Lessini e pre-Lessini ed ad informazioni sia sulle “liste” di specie presenti, sia sulla consistenza delle popolazioni, dati importanti per una conoscenza della biodiversità. La dotazione biotica relativa alla fauna collinare risulta piuttosto omogenea; inoltre numerose specie vivono nella pianura, ampliando la loro distribuzione in area collinare. In collina però, come in ogni altra fascia geografica, esistono altri e molteplici ecosistemi e biotopi; si trovano i boschi con condizioni ecologiche diverse, i prati, le coltivazioni (vigneti e seminativi), che permettono quindi la vita ad una miriade di specie di invertebrati, di anfibi e di ittifauna presente in tratti simili di altri corsi d’acqua, la presenza nel Valdiezza è più limitata, alla luce delle caratteristiche geomorfologiche ed idrologiche del corso ed alle periodiche operazioni di bonifica dell'alveo per eliminare i depositi limoso-sabbiosi che rallentano il deflusso delle acque. Il corso d'acqua come detto non ha grandi dimensioni e la comunità ittica non è molto consistente. Tutta la fascia collinare è caratterizzata dalla presenza di un’interessante popolazione di mammiferi. Biodiversità e rete ecologica Il patrimonio di biodiversità si conferma come uno dei giacimenti più interessanti dell’alta pianura veneta, sia per la ricchezza che per la specificità, relative a situazioni ecosistemiche di tipo boschivo ed agrario, evoluzione naturale ed antropica soprattutto della foresta originaria che occupava anticamente queste aree ed espressione di sintesi e coesistenza perfetta di ambienti agrari di tipo colturale, forestale e prativo. In questo contesto così ricco ed articolato il sistema dei boschi da un lato e il reticolo di viti maritate e siepi dall’altro, costituiscono un’area particolarmente vocata alla sosta ed al transito

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migratorio dell’avifauna forestale e prativa minore, nonché zona preferenziale di rifugio, riproduzione e sostentamento per la fauna locale. La rete ecologica della fascia dei monti pre-Lessini è costituita innanzitutto da quegli ambiti oggetto di tutela come i parchi regionali o i siti comunitari. Questi siti individuano in pratica le zone centrali che assieme alle aree cuscinetto vanno a formare la base della rete ecologica. La rete idrografica principale (fiume Retrone, Onte, Bacchilgione) assieme al reticolo minore ma di strategica importanza a livello locale (Torrente Valdiezza), rappresentano gli ambiti di connessione tra le diverse aree centrali individuando i principali corridoi ecologici. SIC/ZPS Nel territorio di Gambugliano ricade il SIC IT3220038 “Torrente Valdiezza” che interessa tutta l’asta del corso d’acqua dalla sorgente sin oltre il territorio comunale. Per tale SIC è stata redatta la Vinca che ha dimostrato come gli interventi previsti dal PAT non influiscano negativamente sull’area. Salute umana Inquinamento elettromagnetico Il territorio è attraversato da un elettrodotto di 380Kw con un’estensione di 2,95 km e gli edifici residenziali che ricadono all’interno della fascia dei 150 metri per 380 Kw sono 19. Non sono presenti stazioni radiobase. Inquinamento da Radon Il Comune di Gambugliano non rientra tra quelli esposti ad elevate concentrazioni di radon e il valore stimato tra l’1 e il 10% può ritenersi accettabile e riferibile ad esempio a vecchi fabbricati. Rumore Il Comune di Gambugliano è dotato di Piano di Zonizzazione Acustica. Industrie a rischio di incidente rilevante A Gambugliano non sono presenti attività RIR. Beni materiali Rifiuti Da dati ARPAV 2003 la percentuale di raccolta differenziata risultava del 61,73%. Nel 2004, sempre da dati ARPAV, risultava del 66,98%.

– CRITICITÀ Suolo e sottosuolo Una parte del Comune ricade in aree a rischio idraulico R1 secondo il PAI, Piano Stralcio, dei fiumi Brenta-Bacchiglione. Acqua Le perdite della rete acquedottistica sono stimate in circa il 55% della portata messa in rete. La fognatura, gestita sempre da AIM, copre solo il 32% delle utenze. Salute Umana Il territorio è attraversato da un elettrodotto da 380 KW e gli edifici residenziali che ricadono all’interno della fascia sono 19. L’inquinamento luminoso non è stato trattato.

– LA COERENZA ESTERNA Con delibera n. 587 del 5 marzo 2004 la Giunta della Regione Veneto ha adottato il documento preliminare al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento. Per il livello di pianificazione territoriale preso in considerazione (trattasi di scenari e prospettive di livello regionale e sovra-regionale) non si configura un immediato approccio riconducibile alla realtà di Gambugliano se non per quanto riguarda una classificazione tipologica dei comuni del Veneto dal punto di vista delle dinamiche socio-economiche. Secondo tale classificazione

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Gambugliano appartiene al 5° gruppo, ovvero “comuni della medietà veneta” caratterizzati dall’elevata diffusione delle unità locali dell’industria a fronte del quale vi è una scarsa diffusione dei servizi rari. La Valutazione Ambientale Strategica di livello regionale non ha ancora un suo tracciato definito, anche se si può immaginare possa soltanto essere un processo finalizzato alla salvaguardia in particolare della Rete Natura 2000 ed in funzione degli ambiti di tutela di interesse regionale. Secondo il PTCP di Vicenza Gambugliano è inserito nell’area urbana centrale di “Vicenza e comuni di cintura”, anche se non si riconosce la particolare conformazione socio-economica e urbanistica di ”territorio maturo”, definito per quest’ambito.

– GLI OBIETTIVI DEL PIANO L’Amministrazione del Comune di Gambugliano ha definito gli obiettivi che si intendono sviluppare con il nuovo Piano di Assetto del Territorio con l’adozione del Documento Preliminare. Con tale documento sono stati fissati gli elementi programmatici da promuovere, coerentemente con le esigenze di sviluppo e di salvaguardia del territorio. Tra le chiavi di lettura si evince un intento riorganizzativo della struttura urbanistica, che non ha conosciuto lo sviluppo disordinato di altre parti del Veneto, mirante a sviluppare e garantire la centralità del capoluogo e di Monte San Lorenzo, l’unica vera frazione, essendo poi presenti altri nuclei residenziali minori. Viene inoltre posto l’accento sulla necessaria integrazione di servizi alle persone, per migliorare le condizioni di vita della popolazione di Gambugliano attraverso strategie che troveranno concretezza in modalità attuative più flessibili e nel Piano degli Interventi (le strutture scolastiche e prescolastiche, la sicurezza dei cittadini, le strutture sanitarie e similari di base, le strutture e servizi amministrativi per i cittadini, gli spazi di ritrovo per giovani e anziani, le aree sportive e ricreative, la stazione ferroviaria, le attività commerciali di vicinato). Lo sviluppo insediativo viene indicato parallelamente alla garanzia di servizi per la persona e seguendo i modelli evolutivi storici che, come visto, non hanno sconvolto l’assetto territoriale. Le aree per attività produttive pur indicate come risorse, per le ridotte dimensioni non rappresentano certo il punto di forza di un Comune che rimane di modeste dimensioni e non prevede importanti incrementi demografici nel medio-lungo periodo; si accompagna pertanto una scelta di non favorire l’insediamento di grossi ipermercati o strutture commerciali di accentramento, preferendone invece le piccole attività commerciali ed artigianali tipiche, compresa l’attività agrituristica già individuabile per questo territorio. Per quanto riguarda le infrastrutture, essendo Gambugliano interessato da un’unica viabilità sovracomunale che lo collega con i territori limitrofi e da una rete minore di strade sufficientemente sviluppata per le esigenze del Comune, si è cercato di evitare l’inserimento di nuove infrastrutture, ritenute non necessarie, ma soprattutto potenzialmente lesive nei confronti di un territorio ancora molto integro, dal punto di vista naturalistico. Dal punto di vista ambientale si prevedono interventi mirati alla salvaguardia del territorio e alla difesa del suolo riconoscendo l’importanza svolta dal territorio extraurbano, non solo in termini paesaggistici ma anche ambientali e strutturali. Oltre al riconoscimento attraverso il P.A.T. degli ambiti indicati dalla normativa vigente, vengono proposte per il sistema ambientale: • la definizione delle aree a rischio idrogeologico, idraulico e sismico; • l’aumento della permeabilità dei suoli urbani finalizzata ad accrescere il potenziale di

rigenerazione ecologica delle aree urbanizzate e a garantire il migliore funzionamento del sistema fognario e degli impianti di depurazione;

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• la definizione di criteri per la trasformazione degli ambiti urbani, con particolare riferimento alla gestione delle precipitazioni meteoriche;

• la riduzione del cosiddetto “elettrosmog”, cioè dell’inquinamento dovuto alle onde elettromagnetiche prodotte dagli impianti di telefonia mobile e dagli elettrodotti ad alta tensione, con la prescrizione di adeguate aree e fasce di rispetto e di norme finalizzate a ridurre l’esposizione dell’uomo alle stesse onde elettromagnetiche;

• la creazione di una “rete ecologica” collegata alle principali aree naturalistiche e ambientali presenti nel territorio (vedi in particolare le aree boscate ed il Torrente Valdiezza) da “corridoi” e “cunei verdi” individuati nei tessuti urbani.

In questo contesto si introducono degli elementi innovati riconosciuti anche a livello normativo per garantire equità nelle soluzioni di piano; il concetto di credito edilizio e perequazione fondiaria rappresentano nuove forme di organizzazione territoriale e urbanistica che necessitano però di un approfondimento specifico per la verifica della loro applicabilità. Gli obiettivi specifici per il sistema insediativo sono • la previsione di nuovi piccoli insediamenti residenziali a completamento del tessuto urbano

esistente o in continuità spaziale con quest’ultimo al fine di costruire una netta distinzione dal territorio non urbano; questo potrà favorire la riqualifica dei sistemi insediativi esistenti e la prevenzione e il recupero del degrado ambientale;

• l’adeguamento dei servizi di base legato all’aumento demografico degli ultimi anni; la tutela del sistema insediativo di consolidata formazione e la valorizzazione dei centri e delle formazioni storiche;

• la valorizzazione degli spazi pubblici. Gli obiettivi specifici per il sistema produttivo sono • l’individuazione puntuale di un’area produttiva in via di dismissione da trasferire e da

riconvertire attraverso un processo di valorizzazione immobiliare; • il riordino funzionale e strutturale dell’area industriale e artigianale esistente; • il dimensionamento e la localizzazione di un piccolo ampliamento in continuità con la zona

esistente; • l’incentivazione delle attività turistico-ricettive legate soprattutto al settore agrituristico. Gli obiettivi specifici per il sistema ambientale sono • la valutazione di sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste dal PAT; • l’individuazione di aree di valore naturalistico e paesaggistico e la realizzazione di progetti

specifici; • la tutela delle risorse naturali del paesaggio, la valorizzazione dell’identità fisica del

territorio e la difesa delle risorse esenziali dalle situazioni di rischio ambientale; • la tutela del territorio agrario e del paesaggio rurale.

− LE CRITICITÀ INDIVIDUATE DAL VALUTATORE IN FASE DI ANALISI Tali criticità sono state suddivise in: Dissesti territoriali Sotto questa voce ricadono tutte quelle criticità che hanno a che fare con fenomeni idrogeologici o aspetti dell’uso del suolo che vi influiscono. Rappresenta un aspetto molto importante per Gambugliano, in quanto trattasi di un territorio collinare e soggetto a vincolo idrogeologico per gran parte della sua superficie. La piana di Valdiezza viene indicata come porzione territoriale sottoposta a stress per l’utilizzo agricolo dei fondi in cui mancano fasce tampone boscate in grado di assorbire i carichi inquinanti utilizzati per la coltivazione. Pur essendo limitato l’utilizzo di pesticidi (carico di fosforo e azoto) e antiparassitari, va tenuto

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conto della vicinanza dei suoli agricoli al torrente Valdiezza che funge da recettore di tutte le acque meteoriche. Si è poi rilevata una “perdita di manutenzione” del territorio con la crescita di terreni boscati spontanei e la diminuzione dell’utilizzo dei suoli a seminativo arborato e a seminativo vitato; lo sfruttamento dei terreni, in modo particolare nei versanti a più forte pendenza, attraverso la coltivazione delle viti o il costante sfalcio dei prati, nonchè la manutenzione periodica dei muri a secco, garantiscono infatti una buona stabilità dei versanti stessi prevenendo, ed in qualche occasione impedendo scivolamenti franosi verso valle. Degradi territoriali Sotto questa voce sono indicate le criticità di natura paesaggistica e quelle relative alla biodiversità. Vengono evidenziati ambiti di degrado paesaggistico nei quali l’insediamento crea disturbo visivo rispetto all’ambiente naturale limitrofo. In particolare la serricoltura a nord di Gambugliano posta su un versante ben visibile della vallata, nonchè dal versante a est della piana, costituisce un elevato impatto. L’area produttiva posta sulla piana rappresenta il primo agglomerato insediativo che si incontra lungo la provinciale provenendo da sud; esiste attualmente una parziale forma di mitigazione costituita da filari alberati, l’impatto è però notevole soprattutto dai crinali collinari, dove non sempre il tinteggio utilizzato per pareti e coperture è adatto all’ambiente circostante. I capannoni industriali posti a valle di Gambugliano a sinistra della strada provinciale non si integrano con il paesaggio circostante (vallata) essendo in uno stato di necessaria manutenzione ordinaria, se non straordinaria. Viene poi messo in evidenza l’asse costituito dalla linea dell’alta tensione che taglia il territorio di Gambugliano da sud-ovest a nord-est. I tralicci in particolare costituiscono un evidente impatto visivo oltre ad essere un elemento che comporta frammentazione ecologica. Alla stessa stregua, anche se non evidenziati puntualmente, esistono tutta una serie di elementi lineari riconducibili a linee telefoniche ed elettriche che attraversano il territorio di Gambugliano in punti ad elevata naturalità; si presuppone la necessità di interrare laddove possibile queste linee in modo tale da diminuirne l’impatto visivo provocato. Criticità potenziali Le criticità potenziali sono elementi che costituiscono problema in funzione di potenziali scelte progettuali di pianificazione territoriale, ovvero elementi che pur non rappresentando attualmente un problema potrebbero, con scelte del PAT, diventarlo. Si sono evidenziati in particolare gli aspetti legati al rischio idrogeologico e all’efficienza energetica. Per quanto riguarda il rischio idrogeologico si è voluto segnalare un ambito presente a nord della piana del Valdiezza, che costituisce, per caratteristiche morfologiche una potenziale area a rischio idraulico. Si sono segnalate infatti le componenti geomorfologiche che lo caratterizzano evidenziandone in particolare le barriere al deflusso superficiale (limiti altimetrici e limiti fisico-antropici) che rappresentano potenziali punti di accumulo delle acque meteoriche provenienti dai crinali. Come evidenziato in tav. 5 infatti, tale area rappresenta un potenziale “catino” di accumulo delle acque, soprattutto in occasione di precipitazioni intense che non trovano vie di fuga al deflusso nella situazione attuale, se non attraverso la rete di canalizzazione che conduce al Valdiezza. La previsione di un insediamento in quest’area non sarebbe idonea dal punto di vista idraulico; qualora vi fosse la volontà di perseguire questo scopo si dovranno comunque tenere in considerazione alcune regole atte a mettere in sicurezza l’insediamento stesso e a facilitare il deflusso superficiale senza compromettere l’attuale capacità d’invaso degli scoli presenti. Dal punto di vista idraulico, siamo in un bacino caratterizzato da un corso d’acqua principale (il Valdiezza) che raccoglie le acque provenienti dai versanti collinari che circondano la piana; essendovi forti pendenze, si sono evidenziate le porzioni di territorio caratterizzate da un substrato detritico soggetto a scivolamento verso valle. Sono state evidenziate, in particolare, criticità legate all’occlusione

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di manufatti idraulici presenti, per lo più in prossimità di viabilità esistente; questo fenomeno, se non mitigato attraverso la manutenzione ordinaria dei manufatti, potrebbe portare ad una destabilizzazione dei versanti in prossimità dei suddetti punti critici ed a potenziali dissesti sulle superfici stradali; i flussi torrentizi che transitano attraverso questi manufatti, con l’occlusione degli stessi sarebbero costretti a trovare nuovi percorsi verso valle, creando potenziali nuovi dissesti. Si sono evidenziati i terreni caratterizzati pedologicamente da uno strato superficiale detritico più o meno spesso. Tale aspetto è strettamente legato alla problematica precedentemente evidenziata e sottolinea la tendenza al trasporto verso valle del materiale eroso. Si sono indicate in linea generale le principali direttrici di movimento detritico rispetto le altimetrie presenti e si può notare come questa riguardi soprattutto le forme di versante pedecollinare. L’indicazione evidenziata dal punto di vista energetico invece riguarda prettamente la localizzazione dei nuovi insediamenti in funzione dell’irraggiamento solare presente. Attualmente infatti, il territorio di Gambugliano, essendo caratterizzato da vallate minori strette e lunghe e con orientamento ovest-est, presenta delle condizioni di irraggiamento svantaggiose in queste zone. Si sono così evidenziate le superfici che all’interno del territorio comunale, comporterebbero con l’instaurarsi di un insediamento, un surplus nel consumo legato all’approvvigionamento energetico, rispetto ad altre aree dotate di irraggiamento solare per un maggior numero di ore della giornata. Per sviluppare un quadro complessivo delle criticità presenti nel territorio di Gambugliano il Valutatore è partito dai singoli indicatori presenti, individuando la problematica rilevata ed inserendola in un contesto più ampio che coinvolge contemporaneamente più indicatori in quanto spesso il singolo indicatore si manifesta come sommatoria di altri. Ad esempio il problema di perdita di manutenzione del territorio, di natura prettamente paesaggistica, sommandosi alla componente suolo e magari alla mutazione socio-economica (abbandono dell’agricoltura) determina quale conseguenza fenomeni di smottamento e rischio idrogeologico. Non è pertanto affrontabile singolarmente ma va inserito in un conteso più ampio riferito alle tre categorie individuate. Tale raggruppamento ha permesso, in chiave valutativa, un approccio diretto alle problematiche presenti attraverso le scelte del P.A.T., senza dover ogni volta ricondurle al singolo problema che difficilmente sarebbe trattabile. E’ importante sottolineare come la tavola 05 “Sintesi delle Criticità” rappresenti la base conoscitiva per impostare ragionamenti futuri sulle criticità presenti (fase di monitoraggio); è infatti possibile che i futuri scenari del territorio di Gambugliano sviluppino criticità non presenti attualmente o non individuate ed è importante registrarle per poterle affrontare attraverso opportune linee guida.

– LA COERENZA INTERNA Non viene svolta in modo esplicito, ma si desume, come emerge dagli obiettivi specifici di natura ambientale nonché dalle misure di mitigazione individuate.

− ATO E IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO Gli ATO del territorio di Gambugliano sono quattro: • ATO 1 – Capoluogo e Casalino; con un carico insediativo aggiuntivo di 25.500 mc di cui

22.950 mc di residenziale (65 abitanti in più) e 2.550 di commerciale/direzionale; • ATO 2 – San Lorenzo; con un carico insediativo aggiuntivo di 18.000 mc di cui 16.200

mc di residenziale (46 abitanti in più) e 1.800 di commerciale/direzionale; • ATO 3 – Produttivo; con una superficie massima edificabile di 8.000 mq; • ATO 4 – Agricolo/Ambientale; con un carico insediativo aggiuntivo di 22.800 tutti di

residenziale (58 abitanti in più). Il dimensionamento totale del Piano è il seguente:

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volume totale massimo insediabile: 66.300 mc volume residenziale: 59.670 mc per 170 abitanti teorici insediabili volume commerciale/direzionale: 6.630 mc.

– LA VALUTAZIONE DEL PIANO La valutazione di compatibilità degli ATO Tale valutazione, espressa in punteggi, evidenzia il grado di compatibilità degli ATO di nuova urbanizzazione rispetto all’assetto territoriale nei quali sono collocati (vedi TAV.6 –Linee Guida VAS). Il giudizio di merito si basa su quattro componenti: • componente strutturale del suolo, ovvero le caratteristiche pedologiche, morfologiche e

idrogeologiche in cui l’insediamento va a collocarsi; • componente Paesaggistica e ambientale: valuta le potenziali ricadute dal punto di vista

ambientale e paesaggistico dell’intervento di trasformazione; • componente intrinseca dell’insediamento: valuta le caratteristiche di efficienza energetica

cui è soggetto il nuovo insediamento in base alla collocazione; • componente infrastrutturali: valuta la presenza di infrastrutture in prossimità del nuovo

insediamento e l’accesso ai servizi da parte della popolazione insediabile. I punteggi ottenuti vengono pesati sulle 4 componenti ed uniformati su base 10, ottenendo così un punteggio globale di compatibilità con scala di valori compresa tra 1 e 10. In particolare: punteggio tra 0 a 3: giudizio di non compatibilità dell’insediamento. L’insediamento presenta complessivamente caratteristiche non compatibili con l’assetto del territorio in cui è inserito. punteggio tra 3,01 e 6,5: giudizio di compatibilità con prescrizioni. L’insediamento può essere realizzato seguendo alcuni accorgimenti esplicitati nelle linee guida della V.A.S. punteggio tra 6,51 e 10: giudizio di compatibilità. L’insediamento è coerente con le caratteristiche d’assetto del territorio nel quale è inserito. L’ordine di preferenza nella trasformazione territoriale individua invece una sorta di “graduatoria” da seguire per la realizzazione degli interventi insediativi; in base al giudizio di compatibilità ed a criteri urbanistici si suggerisce cioè la seguente scaletta: A - interventi che possono essere realizzati per primi; B - interventi realizzabili preferibilmente dopo aver realizzato gli interventi A; C - interventi realizzabili preferibilmente dopo aver realizzato gli interventi A e B; D - interventi da realizzarsi solo dopo aver esaurito tutti i precedenti interventi. Il significato di questa scala temporale suggerita nasce dall’esigenza di salvaguardare il territorio nel suo complesso assicurando il minor spreco di suolo possibile e di privilegiare gli interventi ritenuti compatibili. Non è sempre detto, tuttavia, che vi sia corrispondenza tra il valore assunto dalla Valutazione di Compatibilità di un determinata area ed il suo ordine di trasformazione; per esempio potrebbe esserci un’area idonea alla trasformazione, ma che si ritiene, per dimensioni, per sviluppo, per posizione, da realizzarsi solo dopo aver esaurito altre trasformazioni (per esempio quelle di completamento). Gli indicatori del Piano Percolazione naturalistica Tale indice deriva dallo studio della Landscape Ecology per verificare il grado di connettività ambientale e paesaggistica del territorio. Il significato del termine percolazione sta per capacità di riconoscere delle connessioni tra elementi di particolare valenza ambientale e delle possibili forme di ostruzione. La naturalità di un territorio è tanto più alta tanto più è possibile riconoscere specie ambientali (flora e fauna) con una continuità spaziale.

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Il territorio è stato suddiviso in celle di 5.000 mq e a seconda delle valenze e dei degradi/dissesti ricadenti all’interno di tale superficie viene stabilito il grado di naturalità della stessa secondo una scala di 5 valori, rappresentata con colori diversi, da verde scuro-naturalità elevata a rosso-naturalità assente. Il perimetro viola di alcune celle indica la variazione di naturalità con l’applicazione del PAT. Il territorio di Gambugliano rappresenta complessivamente un buon grado di percolazione (64,83%): la presenza di una certa continuità di boschi e prativo, unita ad un basso grado di urbanizzazione, denota una buona comunicabilità tra le diverse patches. Indice di Shannon L’indice di Shannon-Wiener è un indice di diversità usato in statistica nel caso di popolazioni con un numero infinito di elementi. Tale indice viene utilizzato per descrivere quanto una determinata patch ambientale viene utilizzata da una specie animale o quale sia la distribuzione di un dato numero di specie animali e individui. Nel caso in esame è stato utilizzato per misurare l’eterogeneità paesaggistica-ambientale del suolo extraurbano sostituendo al numero degli individui le superfici, espresse in ettari, delle singole utilizzazioni del suolo extraurbano compatibili con il paesaggio antropico-naturale e con le caratteristiche strutturali del territorio. Le indagini effettuate permettono di determinare quanto la componente uso del suolo-paesaggio sia diversificata all’interno del territorio comunale; questo comporta un riscontro anche a livello di potenziali specie presenti, valutato che ad ogni paesaggio corrisponde un set di indicatori di flora e fauna. Secondo le caratteristiche ed evoluzioni storiche (diversi usi del suolo, antropizzazione del territorio), strutturali (geologia, pedologia, morfologia, microrilievo, idrogeologia, idrografia) ed economiche dell’area presa in esame, si sono definite cinque tipologie di utilizzazione del suolo extraurbano: • bosco; • prativo e vigneto arborato; • prativo e seminativo; • prativo arborato; • seminativo intensivo. Potenzialità ambientale Tale indicatore descrive la potenzialità ambientale data da un certo uso del suolo; lo scopo è di capire se l’utilizzo a cui viene destinato sia veramente quello che meglio di altri lo valorizza. Le caratteristiche ambientali che sono state scelte per valorizzare un dato uso del suolo sono tre: Produzione di biomassa legnosa: rappresenta un indice indiretto del grado di forestazione dell’area, in grado di fornire informazioni sulla propensione ad ospitare la fauna, a costituire una rete ecologica, a garantire una certa biodiversità e variabilità del paesaggio. L’unità di misura è la produzione di tonnellate per ettaro per anno (t/ha-anno) di biomassa legnosa utilizzata per fini energetici. I valori assunti variano dalle circa 75t/ha di legna secca per le superfici a bosco alle 0,60t/ha di legna secca per le aree urbanizzate. Alla produzione di biomassa da parte degli alberi va aggiunta, per gli ambiti interessati dalle sistemazioni agrarie caratterizzati dalla presenza del vigneto e della vite maritata, anche la produzione di biomassa derivante dalle annuali operazioni di potatura delle viti. Assorbimento di CO2: l’importanza della capacità delle piante di fissare l’anidride carbonica ed abbattere le polveri sottili, di regolare il microclima locale e l’evapotraspirazione, di attenuare l’azione erosiva delle acque meteoriche e di contenere il rumore è sicuramente più

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nota della capacità di assorbimento di anidride carbonica da parte del suolo, solo di recente appurata. L’unità di misura utilizzata per tale indicatore è la quantità di tonnellate per ettaro all’anno di CO2 fissata(t/ha-anno). Per la definizione dei valori utilizzati valgono le medesime considerazioni fatte per la produzione di biomassa (variabilità nel tipo di pianta). I valori medi suggeriscono un assorbimento di circa 40kg/anno per pianta già matura, mentre per la fissazione di anidride carbonica ad opera del suolo si assumono valori variabili tra le 12,5t/ha-anno per i suoli poco arborati alle oltre 50t/ha-anno per suoli arborati e con ricca lettiera. Dai suddetti dati si sono stimati valori di assorbimento di CO2 variabili dalle circa 106t/ha-anno per un terreno a bosco alle 0,45t/ha-anno per terreno urbanizzato. Una considerazione a parte merita il terreno “prativo e vigneto arborato” in quanto, anche se dotato di un quantitativo inferiore di alberi rispetto al “prativo arborato”, grazie alla presenza di viti raggiunge livelli di assorbimento di CO2 vicini a quest’ultimo. Invaso superficiale, run-off e drenaggio: l’uso del suolo può incidere in modo decisivo sulla formazione delle piene, degli allagamenti, delle frane e della ricarica delle falde. Ad ogni uso del suolo corrisponde una diversa capacità di attenuare l’effetto delle piogge, soprattutto quelle intense, e di trattenere in loco l’acqua, una diversa capacità d’invaso e di rallentamento del run-off, ovvero del ruscellamento superficiale, e di drenaggio. Essendo combinazione di più sub-indicatori sia misurabili (ad esempio l’invaso viene espresso in mc/ha) sia a-dimensionali (coefficienti d’infiltrazione e di drenaggio) non è possibile stabilire una unità di misura ma soltanto un valore numerico che assegna un “peso”. Per quanto riguarda l’invaso superficiale si sono presi a riferimento valori tra i 700mc/ha per le aree boscate, comprendendo all’interno di questo valore oltre alla capacità d’invaso del terreno anche l’importante ruolo di trattenimento dell’acqua operato dalla lettiera, e i 300mc/ha per le aree a seminativo intensivo, laddove si riduce la presenza di fossi e scoline, fino ai 50mc/ha nelle aree urbanizzate. Per il run-off, poichè dipende dalla tipologia della superficie e dalla pendenza, una forte differenza si presenta tra le aree urbanizzate (quasi tutte impermeabilizzate) e le restanti destinazioni d’uso del suolo extraurbano, anche se rispetto al “seminativo intensivo” ed al “prativo e seminativo” le altre tre categorie d’uso presentano il vantaggio di essere ricoperte da superficie arborea e dal vigneto, in grado di attenuare la forza dell’acqua e soprattutto di trattenere già nella parte aerea una considerevole quantità d’acqua. Il peso ambientale (applicazione combinata tra Indice di Shannon e Potenzialità Ambientale) Al fine di dare un peso ambientale a ciascuna delle differenti tipologie d’uso del suolo si sono incrociate quest’ultime, aggiungendo anche la tipologia d’uso del suolo “urbano consolidato”, con le caratteristiche ambientali prima descritte (produzione di biomassa legnosa, assorbimento di CO2, invaso superficiale, run-off e drenaggio). Per ottenere un “unico” peso da attribuire a ciascuna destinazione d’uso e per poterlo così confrontare con gli altri, si è reso necessario uniformare i valori rivitalizzandoli su una scala di valori variabile tra 0 e 1 (indifferente in questo caso l’utilizzo di una scala variabile da 0 a 10 o da 0 a 100). Di tali valori sono state poi determinate le medie per ogni tipologia d’uso ed il singolo valore ottenuto, relativizzato rispetto a quello più basso (in questo caso quello dell’urbano consolidato), in modo tale da verificare, assegnato il valore “uno” ad un ettaro di urbano consolidato, quanto può valere in termini ambientali un corrispondente ettaro di bosco, di prativo arborato, etc.. Dalla tabella emerge che dal punto di vista ambientale prevale l’uso del suolo a bosco rispetto agli altri ma soprattutto nei confronti dell’urbano consolidato tanto che una superficie a bosco vale quasi 19 volte una uguale a superficie urbanizzata.

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Più omogenei gli altri valori rispetto alla prima tabella, avendo, attraverso il processo di relativizzazione, “smussato” gli eccessi di peso causati dall’impiego di unità di misura molto diverse e soprattutto descrittive di fenomeni non paragonabili. Si noti come il prativo e vigneto arborato ed il prativo arborato abbiano sostanzialmente un simile peso ambientale, leggermente superiore sia a quello del prativo e seminativo, che “paga” una minore copertura vegetale, che a quello del seminativo, per i motivi esposti. Indice di Funzionalità Fluviale Lo scopo di utilizzare quest’indice è quello di capire la potenzialità di difesa-reazione dei corpi idrici ai fenomeni di antropizzazione di ogni tipo (arginature, urbanizzazione, inquinanti...). L’indice tiene conto di tre principali componenti: Le caratteristiche fisiche del tratto limitrofo al corso d’acqua che individuano le componenti antropiche presenti e rilevano il grado di naturalità ancora presente, sia in termini di presenze vegetali che in termini di continuità delle stesse lungo il tratto indagato. Assumono cioè punteggi elevati, non solo le presenze arboree nelle immediate vicinanze del corso d’acqua, ma anche quelle individuate ad una distanza maggiore e che complessivamente costituiscono carattere di continuità lungo il reticolo idrografico. Per il torrente Valdiezza si sono individuate due fasce pertinenziali lungo tutto il tratto all’interno del comune, una fascia perifluviale primaria che corrisponde alle caratteristiche fisiche-vegetazionali nelle immediate vicinanze delle sponde (circa 10 metri) e una fascia perifluviale secondaria che si estende con maggiore profondità sul territorio circostante (circa 100 metri); Le caratteristiche fisiche del corso d’acqua stesso danno indicazioni relative alla sua dimensione e conformazione e allo stato (dati ARPAV); per questo studio i dati ARPAV risalgono al 1993 e sono relativi all’IBE con campionamento eseguito a valle del Comune di Gambugliano in località Casetta-Sovizzo risultato di classe; Le caratteristiche fisico-vegetazionali dell’alveo rilevano invece la presenza di comunità macrobentoniche all’interno del corso d’acqua, la presenza di detriti, le caratteristiche del fondo, etc., ovvero tutto ciò che ha a che fare direttamente con l’elemento acqua e che è a contatto con esso. La funzionalità del torrente Valdiezza risulta essere molto buona nel suo primo tratto, a nord, dove mantiene le caratteristiche di regime torrentizio e dove in particolare, scorrendo in terreni non natropizzati, il complessivo stato vegetazionale risulta integro; vi è infatti la presenza di specie arboree riparie e il corso d’acqua presenta una ricchezza di meandri (caratteristica di assoluto valore). Nel secondo tratto in Gambugliano, si cominciano a notare interventi più impattanti dell’uomo; scompare la vegetazione della fascia perifluviale secondaria per lasciare posto all’agricoltura intensiva e si trovano i primi insediamenti. Proprio in prossimità di questi si nota un intervento di sistemazione idraulica apportato dal Consorzio di Bonifica con l’utilizzo di materiale roccioso. Quando giunge negli ultimi due tratti il Valdiezza raggiunge livelli di funzionalità complessivamente mediocri, con mancanza assoluta di vegetazione, con arature profonde fino in prossimità degli argini e conseguenti perdite di funzioni di mantenimento della biodiversità. Presenti anche fenomeni di erosione spondale diffusa nella parte meridionale, mentre diventa completamente assente la struttura di ritenzione degli apporti trofici. Nella TAV.4 VAS è stata riassunta l’intera operazione di calcolo dell’Indice di Funzionalità Fluviale per l’intero tratto del torrente Valdiezza nel Comune di Gambugliano mettendo in evidenza sulla sinistra i risultati delle schede d’indagine (in allegato si possono trovare le originali schedature utilizzate in campo), al centro l’indicazione con i tratti considerati e un

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riassunto grafico dello stato mentre a destra una documentazione fotografica che richiama le specifiche caratteristiche fluviali verificate sul posto.

– GLI AMBITI TERRITORIALI DELLA VAS – ATVAS Dalle analisi strutturali-ambientali del territorio sono state individuati i seguenti AT-VAS: • Ambito Territoriale VAS “Urbano consolidato”; • Ambito Territoriale VAS “Piana del Valdiezza”; • Ambito Territoriale VAS “Valli”; • Ambito Territoriale VAS “Territorio Pedecollinare”; • Ambito Territoriale VAS “Versanti”; • Ambito Territoriale VAS “Crinali collinari”. ATVAS-Urbano consolidato L’ambito classificato come Urbano consolidato rappresenta l’esito di una conformazione territoriale dell’insediamento ancora piuttosto limitata e orientata nelle diverse epoche al rafforzamento di tre nuclei in particolare: Gambugliano, la zona industriale e la frazione di Monte San Lorenzo. Questi tre nuclei si sviluppano sul territorio a differenti livelli altimetrici; la zona industriale, collocata lungo la provinciale nella piana, Gambugliano paese situato a circa 150 metri sul livello del mare e la frazione di Monte San Lorenzo situata nella parte sud occidentale del comune sopra l’omonimo monte. Dal punto di vista ambientale non rappresenta nel complesso una struttura urbana particolarmente impattante. In particolare il nucleo di Gambugliano e di monte San Lorenzo presentano ancora i caratteri urbani tipici del borgo, quindi per lo più residenze con lotti piuttosto ampi e presenza diffusa di muretti a secco a sostegno del terreno. La zona industriale invece rappresenta la porta della città essendo il primo vero elemento che si incontra quando si giunge a Gambugliano; i capannoni in questo caso sono l’esito di uno sviluppo più recente e in determinati casi presentano forme di degrado territoriale. Il grado di impermeabilizzazione del suolo è piuttosto limitato, sia per la percentuale rinvenuta di tali ambiti rispetto la superficie comunale totale (3,5 %), sia perché la tessitura urbana presente nella maggior parte dei casi lascia spazio a usi del suolo che non prevedono la completa impermeabilizzazione. ATVAS-Piana del Valdiezza Tale ambito rappresenta l’unica parte di territorio pianeggiante del Comune di Gambugliano. Sviluppata in direzione nord-sud, la piana si presta ad un uso del suolo prevalentemente agricolo ed è caratterizzata dalla presenza del torrente Valdiezza e dai sui affluenti, che a regime raccolgono le acque provenienti dai profili collinari ad est ed a ovest per convogliarle nel torrente principale. Il territorio in questione è di origine alluvionale di fondovalle ed è caratterizzato dalla presenza di argille e limi con substrato ghiaioso; proprio questa tipologia strutturale rende difficoltoso il drenaggio delle acque e l’irrigazione viene praticata saltuariamente in quanto la disponibilità di acqua nei mesi più caldi è limitata. Ne consegue un seppur difficoltoso trattamento agrario del suolo che rimane in prevalenza adibito al seminativo e a prato. Il paesaggio, di conseguenza, risulta piuttosto povero dal punto di vista naturalistico-ambientale; non sono presenti siepi ne filari e ne deriva la mancanza di habitat e nicchie ecologiche importanti per il controllo degli ecosistemi agrari. Lo stesso torrente Valdiezza scorre praticamente privo di vegetazione ripariale, un tempo probabilmente rigogliosa, e ne è una ulteriore conferma il mediocre grado di funzionalità fluviale assunto proprio in questa parte del territorio. L’ecosistema agrario risulta ulteriormente impoverito dalla meccanizzazione dell’attività agricola, unita alla consistente frammentazione agraria, che rende piuttosto “trafficato” il sistema di accessibilità alle proprietà. Si può paragonare il sistema agrario presente a quello tipico del seminativo intensivo in pianura. Dal punto di vista

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idrografico la Piana è caratterizzata dalla presenza del Valdiezza che la attraversa da nord verso sud e da una serie di fossati che raccolgono complessivamente le acque provenienti dai versanti per convogliarle nel corso d’acqua principale. ATVAS-Vallate E’ caratterizzato da una tipologia territoriale peculiare, formata da terreni di media pendenza incastonati tra le colline che circondano la piana. Dal punto di vista pedologico sono costituiti da detriti di versante e presentano un utilizzo del suolo per lo più a prativo. Si caratterizzano inoltre per la presenza dei ruscelli appartenenti all’idrografia di secondo livello, ovvero quei corsi d’acqua a carattere torrentizio che dai crinali scendono verso valle per unirsi al Valdiezza durante i periodi invernali. E’ importante assicurare un uso del suolo idoneo a garantire il deflusso di questi ruscelli, per evitare che l’acqua, costretta a trovarsi altri percorsi vada a compromettere la struttura dei versanti stessi. Dal punto di vista dell’uso del suolo, siamo in presenza per lo più di prati stabili, non mancano tuttavia i vigneti. Le valli sono di forma stretta e allungata e solo il tratto situato più a nord presenta un estensione di una certa entità; dal punto di vista paesaggistico costituiscono interessanti coni visuali essendo posti in prossimità di boschi. ATVAS-Pedecollinare Costituisce un’ampia porzione di territorio che si affaccia sulla piana a nord di Gambugliano. Si tratta per lo più di terreni caratterizzati da un substrato calcareo, con presenza di detriti in forma più o meno abbondante. La necessità di distinguere questa porzione di territorio dagli altri ambiti (in particolare quello delle vallate) nasce dalla realtà fisica e strutturale che caratterizza questo ambito: altimetricamente parlando siamo in una situazione di pendenze molto più dolci rispetto ai versanti collinari che si affacciano sulla piana. Trattasi di una conformazione territoriale quindi piuttosto ondulata che rende molto diffuso un utilizzo del suolo a terrazzamenti con la coltura in particolar modo della vite. Inoltre, rispetto all’ATVAS vallate abbiamo delle specificità date dall’ampiezza territoriale e dalla tipologia strutturale del suolo (è presente un substrato roccioso calcareo). In questo ambito il torrente Valdiezza assume una conformazione più naturalistica rispetto alla Piana, soprattutto per la difficoltà, in particolare nel primo tratto, di utilizzo del suolo dal punto di vista agricolo. ATVAS-Crinali collinari Trattasi di realtà territoriali particolari, caratterizzate da zone altimetriche piuttosto elevate (rappresentano i punti più alti del territorio comunale) ma allo stesso tempo pendenze limitate; vale a dire che siamo in realtà pianeggianti poste sui crinali delle colline. Questa particolare conformazione del suolo ha probabilmente favorito alcuni insediamenti storici, primo fra tutti il nucleo di Monte San Lorenzo che sorge proprio in prossimità dell’ATVAS descritta. Dal punto di vista litologico si tratta per lo più di realtà costituite da substrati di calcari bioclastici; la sub area posizionata in prossimità del nucleo di Monte San Lorenzo presenta caratteristiche peculiari dovute al prodotto di argillificazione dei basalti. Sono presenti quindi terreni detritici più o meno abbondanti ed in vario stato di finezza ricchi di sostanze minerali. Risulta predominante l’utilizzo del suolo a prato, anche se sono presenti diverse realtà boschive e soprattutto i vigneti maritati. ATVAS-Versanti collinari Con oltre il 70% del territorio comunale questo ambito caratterizza e determina in maniera preponderante il territorio di Gambugliano. Le colline che circondano la Piana sono infatti per lo più caratterizzate da pendenze sensibili (fino al 30%) che quindi determinano dei versanti piuttosto ripidi.

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La natura compatta dei suoli non dovrebbe comprometterne la struttura idrogeologica profonda; l’uso del suolo predominante è il bosco, in particolare Carpino nero, Roverella e Robinia Pseudoacacia, alternata in brevi tratti al prato. Nella maggior parte dei casi il soprassuolo è governato a ceduo, lasciato ad evoluzione naturale; dal punto di vista ambientale questo permette un buon livello di naturalità offrendo oltre che una certa stabilità dei versanti, attraverso l’apparato radicale arboreo, anche un habitat di un certo livello per la fauna locale.

– GLI SCENARI ALTERNATIVI Il primo Rapporto Ambientale, redatto nel Giugno del 2006, aveva analizzato, oltre all’ipotesi “Zero”, tre possibili Scenari (A, B e C) per ciascuna delle due versioni del P.A.T. proposto, il PAT -1 del Novembre 2005 ed il PAT-2 del Giugno 2006, per un totale di 7 Scenari. Dalle analisi e valutazioni effettuate emergeva come vi fossero, all’interno delle potenziali aree trasformabili, delle evidenti incompatibilità con le caratteristiche strutturali ed ambientali del territorio comunale. Alla luce di ciò l’Amministrazione Comunale, con i tecnici progettisti, decise di apportare delle modifiche, proponendo una ulteriore versione del PAT. Quest’ultima versione (GIU07), oggetto di valutazione nella presente integrazione al primo Rapporto Ambientale (GIU06), evidenzia rispetto alle precedenti un maggior grado di congruità con le caratteristiche del territorio di Gambugliano, ravvisando in ultima analisi come il lavoro di revisione e di scambio di informazioni tra tecnici progettisti del PAT ed i redattori della VAS abbia portato alla stesura di un Piano certamente più compatibile e soprattutto rispettoso del territorio. Risulta peraltro, da un punto di vista meramente metodologico, interessante notare le singole fasi del processo valutativo e soprattutto come di fronte alla stesura dei PAT-1, PAT-2 e PAT-n vi siano stati tre momenti valutativi differenti, all’interno di uno stesso processo, raggiungendo il cosiddetto “work in progress”. Questo permette non solo ai valutatori di controllare la bontà del lavoro effettuato ma soprattutto per chi dovrà valutare lo stesso lavoro di potersi rendere conto del come e del perché si è giunti a determinate scelte progettuali. Infatti se oggetto di valutazione fosse solo l’ultima versione del PAT (GIU07) e del Rapporto Ambientale (SET07), risulterebbe se non difficile ma quantomeno complesso concepire certe scelte. Complessivamente quindi la procedure di VAS ha esplicato appieno la sua funzione, effettuando ben tre valutazioni distinte oltre allo stato di fatto e proponendo complessivamente dieci scenari: gli Scenari A, B e C per ciascuna ipotesi di PAT (Novembre 2005, Giugno 2006 e Giugno 2007) oltre all’ipotesi “Zero”. Il risultato è, come sopramenzionato, la redazione di uno strumento dai contenuti altamente qualificanti per il territorio di Gambugliano. L’ipotesi “Zero” Si premette che il Comune di Gambugliano non ha conosciuto, dal secondo dopoguerra ad oggi, quella crescita urbanistica che ha caratterizzato gran parte del Veneto e che lo sviluppo del paese è sempre stato molto contenuto. Il PRG Vigente conferma tale tendenza storica prevedendo due piccole zone di espansione per il capoluogo, due modesti ampliamenti residenziali a Monte San Lorenzo, un nuovo nucleo residenziale sempre a Monte San Lorenzo, già in parte realizzato, un completamento dell’area produttiva esistente. Sotto l’aspetto funzionale il Comune è dotato di tutti i servizi di base; sono previste nuove aree a servizio, alcune delle quali già completate.

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Senza l’attuazione del PAT si arriverebbe ad una situazione di stasi con conseguente saturazione di tutte le aree previste. Le aree extraurbane per una mancanza di previsione e pianificazione credibile non vedrebbero nessun miglioramento e il degrado paesaggistico legato alla presenza di capannoni e serre si accentuerebbe. Non verrebbe controllato il territorio collinare con conseguente abbandono e progressivo avanzamento del bosco e di prati arborati e incuria della rete idrografica minore che invece deve essere mantenuta e gestita per contrastare fenomeni di erosione e smottamento. In ambito urbano le trasformazioni urbanistiche non regolamentate secondo criteri di sostenibilità e compatibilità porterebbero ad un peggioramento della qualità della vita. Scenario “A” (Alternativa 4 ipotesi di Piano) Con il primo scenario si è provato a simulare cosa succederebbe se le previsioni del PAT-n e del successivo Piano degli Interventi fossero attuate e realizzate con le tecniche e metodologie tradizionali sia per le aree urbane, così come osservato e verificato nella prassi della realtà veneta ovvero per le aree urbanizzate ed i nuovi piano attuativi, dove le superfici a verde pubblico sono limitate agli standard di legge e dove la regolazione della realizzazione e gestione del verde privato e delle superfici drenanti non avviene o è molto rara, si realizzano ampie superfici asfaltate e cementificate, sia per le aree extraurbane, (senza nessuna direttiva e/o indirizzo per la gestione del territorio). La previsione viene fatta valutando che tutte le aree previste come “trasformabili” dal P.A.T. siano urbanizzate, a prescindere, in questa prima ipotesi, dai limiti di trasformabilità della S.A.U. imposta dalla normativa vigente, dallo specifico Piano degli Interventi e dalle Linee guida della V.A.S. che possono orientare da una parte o dall’altra le nuove urbanizzazioni, ma piuttosto in una logica di lungo periodo, vista la valenza decennale del P.A.T. e comunque considerata la sua natura di piano strutturale basato su dettagliate analisi strutturali. Il primo step ha previsto il calcolo di quante e quali sono le superfici che nel P.A.T. risultano potenzialmente trasformabili, distinguendole per le cinque categorie di destinazione d’uso del suolo extraurbano ed includendo anche le aree già urbanizzate, ovvero caratterizzate da preesistenti opere di urbanizzazione, nonché edificazione rada. I risultati che emergono sono i seguenti: dei 51,59 ettari potenzialmente trasformabili quasi l’83% riguarda il Prativo e vigneto arborato, Prativo arborato e Seminativo intensivo, con prevalenza della prima tipologia, 41,75%. Il restante 17% si ripartisce tra il bosco, decisamente basso con un 1,16%, il Prativo e seminativo, 4,06%, ed Aree già urbanizzate, 11,86%. Si può dedurre che con tali previsioni viene proseguito il trend osservato tra il 1992 ed il 2006, ovvero di una concentrazione delle nuove urbanizzazioni ed insediamenti nelle aree a ridosso del capoluogo e della frazione di Monte San Lorenzo, con contenuti e modalità d’insediamento sparso. Procedendo con una simulazione e valutazione che preveda tecniche di urbanizzazione tradizionali e senza nessun intervento sul territorio extraurbano come esposto in precedenza, a trasformazione completa si prevedono i seguenti nuovi valori per gli indicatori scelti: • la Percolazione naturalistico ambientale non varia di molto per quanto riguarda il valore

comunale complessivo (61,69% ovvero –3,14% rispetto allo stato attuale) rimanendo all’interno del valore “obiettivo” che garantisce una percolazione per tutto il territorio fissata in 60%. A livello di singola unità A.T.V.A.S. da segnalare le maggiori ripercussioni per la Piana, dove l’ambito agricolo a nord viene in gran parte trasformato in virtù dell’inserimento delle A.T.O. 1 del PAT con conseguente passaggio di diverse patches da medio a basso grado di naturalità. Vi è inoltre un importante modifica delle condizioni di

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percolazione nella A.T.V.A.S. delle vallate che subisce una trasformazione delle patch ambientali significative dell’11%; ci si riferisce, in particolare, a tutto l’ambito vallivo posto a sud del nucleo urbano di Gambugliano (A.T.O.1 del P.A.T.).

• l’Indice di diversità e l’Indice di Shannon diminuiscono sensibilmente rispetto ai valori registrati nelle precedenti soglie temporali, 1992 e 2006, passando da uno 0,631 ad uno 0,623 e da uno 0,903 ad uno 0,892. Sono comunque valori elevati, rispetto a molte altre realtà del Veneto centrale; tuttavia valutata la possibilità di “incidere” con il nuovo P.A.T. anche sull’assetto extraurbano, nello scenario “C” saranno proposte idonee misura correttive.

• l’Indice di Funzionalità Fluviale I.F.F. potrebbe potenzialmente subire cambiamenti in prossimità della nuova espansione prevista dalle A.T.O. 1 e 3, rispettivamente residenziale e produttivo. Si prevede con le scelte del P.A.T. un ulteriore peggioramento in questi punti dell’IFF del torrente Valdiezza in virtù della immediata vicinanza degli interventi, in particolare per il tratto pianeggiante del corso d’acqua.

• la Potenzialità ambientale passa dagli 8.309,48 del 2006 agli 8.070,42 (teorici), con una riduzione teorica stimata di circa 239 punti, equivalenti alle perdita di circa 13 Ha di Bosco, 36 Ha di Prativo e vigneto arborato o Prativo arborato, 47 Ha di Prativo e seminativo, 56 Ha di Seminativo intensivo. Rimane tuttavia un valore elevato, per la prevalenza di un territorio comunque poco urbanizzato e ricco di vegetazione; tuttavia nello scenario “B” per ovviare a tale perdita e nel tentativo di mantenere quantomeno il livello di Potenzialità ambientale presente al 2006, nelle trasformazioni che avverranno all’interno delle aree identificate come trasformabili dal PAT-n dovranno rispettarsi le indicazioni contenute nelle Linee guida e nei Sussidi operativi della V.A.S. opportunamente rivisti ed adeguati alle diverse fattispecie.

Scenario “B” (Alternativa 4 ipotesi di Piano) Lo scenario B fissa dei criteri per la progettazione dell’insediamento in ambito urbano. In sintesi, lo scenario “B” dovrebbe per essere completo tenere in considerazione i seguenti elementi: • A.T.O. n. 1 sub ambiti 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11: prevedere idonee misure costruttive,

compatibili con la natura dei terreni e soprattutto la morfologia (Vd sussidio operativo dedicato) contenendo, soprattutto per gli ambiti 10-13-14 l’edificazione in quanto lontani da preesistenti insediamenti e soprattutto collocati nell’ATVAS Vallate che presenta forti limitazioni per quanto concerne l’irraggiamento solare.

• A.T.O. n. 1 sub ambito 12: limitare l’insediamento a nord ed in particolare impedirlo per la parte orientale prevedendo al più in questo punto la collocazione di servizi (verde urbano) che possano funzionare come sistema compensativo per l’insediamento esistente e per quello prospettato. Garantire una fascia di rispetto per il Valdiezza prevedendo, laddove possibile delle fasce tampone boscate lungo le arginature, senza comprometterne le attività manutentive. Per l’insediamento previsto a ovest garantire il fronte edificatorio lungo l’infrastruttura viaria garantendo un maggior irraggiamento solare durante il giorno, soprattutto durante il periodo invernale.

• A.T.O. n. 2 sub ambiti 15-16-17: garantire una fascia di rispetto per il torrente Valdiezza e organizzare nel tratto sud dell’espansione prevista delle superfici a verde per ridurre l’impatto visivo dei capannoni industriali.

• A.T.O. n. 3 sub ambiti 18-19-20-21-22-23-24-25: impedire la completa saldatura degli insediamenti attualmente presenti, prevedendo eventualmente dei corridoi di attraversamento da ovest a est costituiti da zone a servizi.

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Con il secondo Scenario si è simulato cosa succederebbe se le previsioni del PAT e del successivo Piano degli Interventi fossero attuate e realizzate con tecniche e metodologie innovative per le per le aree urbane, ovvero compensazione vegetale, mitigazione idraulica, contenimento dell’impermeabilizzazione del suolo, gestione e governo del verde privato, ecc.. mentre per le aree extraurbane non viene valutata nessuna direttiva e/o indirizzo per la gestione del territorio. Come per lo Scenario “A” la previsione viene fatta valutando che tutte le aree previste come “trasformabili” dal PAT siano urbanizzate. Anche in questo secondo caso, riprendendo l’iter dello Scenario “A”, il primo step ha previsto il calcolo di quante e quali sono le superfici che nel PAT sono potenzialmente trasformabili, distinguendole per le cinque categorie di destinazione d’uso del suolo extraurbano ed includendo anche le aree già urbanizzate, ovvero caratterizzate da preesistenti opere di urbanizzazione oppure edificazione rada. Per le superfici trasformabili valgono anche qui le medesime considerazioni fatte per lo scenario “A”. Procedendo con una simulazione e valutazione dove siano previste tecniche di urbanizzazione innovative come su esposto ma senza interventi sull’extraurbano, a trasformazione completa si prevedono i seguenti nuovi valori per gli indicatori scelti:

• la Percolazione naturalistico ambientale non cambia in maniera sostanziale rispetto a quanto prospettato con il PAT Scenario A. Con lo scenario B si incide soprattutto a livello urbano andando quindi ad incidere su elementi territoriali già compromessi per quel che riguarda il livello generale di Percolazione.

• l’Indice di diversità e l’Indice di Shannon come per lo Scenario “A” diminuiscono sensibilmente rispetto ai valori registrati nelle precedenti soglie temporali, 1992 e 2006, passando da uno 0,631 ad uno 0,623 e da uno 0,903 ad uno 0,892. Rimangono tuttavia valori elevati ma, valutata la possibilità di “incidere” con il nuovo P.A.T. anche sull’assetto extraurbano, nello scenario “C” saranno proposte idonee misura correttive.

• l’Indice di Funzionalità Fluviale I.F.F. otterrebbe un aumento sostanziale rispetto allo Scenario A, considerando gli interventi suggeriti in prossimità del torrente Valdiezza nelle A.T.O. che prevedano l’espansione residenziale e produttiva. La previsione di una fascia di rispetto sufficientemente ampia (almeno 15 metri) in prossimità del torrente, lungo la quale collocare servizi (zona verde con possibilità di inserimento di fasce tampone boscate) potrebbe anche aumentare i valori IFF attualmente individuati. I tratti interessati Valdiezza Gambugliano (tratto2) e Piana (tratto1) potrebbero, in virtù di queste previsioni, passare da un livello di funzionalità III (mediocre – mediocre buono) a un livello II (buono). Rimane invariato l’indice misurato sulla restante parte del territorio.

• la Potenzialità ambientale passa dagli 8.309,48 del 2006 agli 8.306,13 (teorici), con una riduzione teorica stimata di circa 3 punti, riconducibili all’impossibilità di compensare completamente le eventuali perdite delle superfici a bosco, ma si tratta di una perdita irrilevante, equivalente a circa 0,5 Ha di Prativo e vigneto arborato o Prativo arborato. Con le corrette compensazioni proposte il valore assoluto rimane comunque elevato.

Scenario “C” (Alternativa 4 ipotesi di Piano scelta finale) Lo scenario ottimale per l’incidenza della Valutazione Ambientale Strategica dovrebbe prendere in considerazione tutte le componenti enunciate al paragrafo precedente per la componente insediativa, unite alle indicazioni definite nelle Linee guida per il territorio extraurbano. Le presenti considerazioni riguardano l’A.T.O. n. 4 del P.A.T., ovvero buona parte delle seguenti A.T.V.A.S.: Versanti, Pedecollinare, Piana e Vallate: • Potenziamento delle connessioni ecologiche: ovvero come individuato nelle ipotesi

normative, si dovrebbe rafforzare il già buono sistema della percolazione naturalistica-

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ambientale lungo quei fronti individuati come potenzialmente orientabili. Ciò significa che sulla base dell’analisi della percolazione (Tav. n. 3 SET07) si sono individuate delle linee di potenziamento strategiche, per garantire la continuità naturalistica del luogo e soprattutto per prevenirne l’impoverimento. Valido per tutte le A.T.V.A.S. sopra citate.

• Reinsediamento agricolo: si intendono soprattutto incentivi per garantire alle aziende agricole la possibilità di continuare la propria attività collegandola con sistemi di valorizzazione socioeconomica, quali possono essere per esempio il turismo (agriturismo). L’importanza di tale struttura è infatti legata come detto alla capacità manutentiva del territorio, soprattutto nelle A.T.V.A.S. versanti e pedecollinare.

• Miglioramento della fascia perifluviale del Valdiezza: la tutela del torrente non solo in termini paesaggistici, ma anche qualitativi, delineando un sistema di gestione che garantisca una maggiore fascia di rispetto e soprattutto un sistema naturale di captazione delle sostanze inquinanti a ridosso dello stesso (fasce tampone boscate). Questo in linea con l’esigenza di migliorare l’Indice di Funzionalità Fluviale riscontrato nel tratto di attraversamento dell’A.T.V.A.S. Piana. Con il terzo ed ultimo Scenario si è simulato cosa succederebbe se le previsioni del PAT e del successivo Piano degli Interventi fossero attuate e realizzate con tecniche e metodologie innovative sia per le per le aree urbane (compensazione vegetale, mitigazione idraulica, contenimento dell’impermeabilizzazione del suolo, gestione e governo del verde privato, ecc.) sia per le aree extraurbane (governo delle aree boscate, reinsediamento dell’attività agricola in aree marginali, gestione dei corsi d’acqua minori, ecc.).

Come per i precedenti scenari “A” e “B” la previsione viene fatta valutando che tutte le aree previste come “trasformabili” dal PAT siano urbanizzate con l’unica variante consistente nell’intervento anche nel territorio extraurbano. Anche in questo terzo caso come per i due precedenti il primo step ha previsto il calcolo di quante e quali sono le superfici che nel PAT sono potenzialmente trasformabili, distinguendole per le cinque categorie di destinazione d’uso del suolo extraurbano ed includendo anche le aree già urbanizzate, ovvero caratterizzate da preesistenti opere di urbanizzazione ovvero edificazione rada. Per le superfici trasformabili valgono anche qui le medesime considerazioni fatte per lo scenario “A”. Nell’ ultima simulazione e valutazione sono previste tecniche di urbanizzazione e di gestione del territorio extraurbano innovative come sopra esposto ed interventi sull’extraurbano miranti a modificare, pur senza stravolgere la matrice ambientale, la ripartizione tra le diverse superfici; a trasformazione completa si prevedono i seguenti nuovi valori per gli indicatori scelti: • la Percolazione naturalistico ambientale non subisce grandi variazioni rispetto i precedenti

casi. Si prevedono comunque significativi miglioramenti qualora fossero attuate misure agricole migliorative per l’inserimento di specie arboree nella piana.

• l’Indice di diversità e l’Indice di Shannon a seguito di interventi strutturali sul territorio extraurbano assume valori più alti rispetto sia agli scenari precedenti che alla stessa situazione di partenza, passando da uno 0,631 ad uno 0,633 e da uno 0,903 ad uno 0,905. Si tratta di valori elevati e che sarebbe auspicabile raggiungere, alla luce del fatto che gli interventi sull’extraurbano sarebbero comunque realizzabili senza grosse alterazioni sia del sistema territoriale-ambientale che socio-economico.

• l’Indice di Funzionalità Fluviale I.F.F. in aggiunta ai miglioramenti conseguenti alle indicazioni di supporto dello Scenario B, diventa fondamentale la predisposizione di fasce tampone boscate lungo il Valdiezza nella piana. L’inserimento di un’adeguata fascia di

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rispetto, nella quale, in questo territorio agricolo, non sia possibile attuare l’aratura fino agli argini del Valdiezza con mezzi meccanici, avvierebbe un processo di rinaturalizzazione dl corso d’acqua che porterebbe un sensibile beneficio in termini IFF. Tutti gli ultimi 4 tratti indicati in Tav. 04 (GIU06) potrebbe ottenere un passaggio a livello di funzionalità buono.

• la Potenzialità ambientale passa dagli 8.309,48 del 2006 agli 8.196,27 (teorici), con una riduzione teorica stimata di circa 113 punti, equivalenti alle perdita di circa 6 Ha di Bosco, 17 Ha di Prativo e vigneto arborato o Prativo arborato, 22 Ha di Prativo e seminativo, 26,5 Ha di Seminativo intensivo. Pur diminuendo rimane tuttavia un valore elevato, per la prevalenza di un territorio comunque poco urbanizzato e ricco di vegetazione; va inoltre considerato che avvengono le corrette compensazioni delle trasformazioni urbane e che gli interventi sull’extraurbano consentono un levato valore dell’Indice di Eterogeneità ambientale o di Shannon.

Tali alternative sono il frutto del processo evolutivo di Piano mediante aggiornamenti e approfondimenti in itinere che hanno portato alla stesura delle varie alternative: • alternativa 1, ipotesi zero, già descritta; • alternativa 2, ipotesi di progetto novembre 2005, senza alcuna indicazione di VAS eccetto

alcune preliminari indicazioni; questa versione è stata oggetto di valutazione ed ha evidenziato alcune incompatibilità di scelte localizzative, contrastanti con le caratteristiche strutturali del territorio;

• alternativa 3, ipotesi di progetto giugno 2006, con prime indicazioni VAS che rappresenta l’evoluzione di quella precedente introducendo alcune modifiche alle scelte localizzative di alcune aree; migliorativa ma contenente ancora delle incompatibilità;

• alternativa 4, ipotesi di progetto giugno 2007, con tutte le indicazioni VAS e già descritta. Per ciascuna delle Alternative proposte (Novembre 2005, Giugno 2006 e Giugno 2007), oltre alla valutazione complessiva e di compatibilità, si sono ipotizzate e valutate tre tipologie di scenari: 1. Scenario A: scenario del P.A.T. nel quale non vengono prese in considerazione le

indicazioni della V.A.S. ma si perseguono le linee guida progettuali minime del P.A.T. tout court;

2. Scenario B: per il quale il P.A.T. rappresenta il risultato dalla fase di analisi e progettazione pianificatoria da parte del professionista incaricato, unita alle considerazioni della Valutazione Ambientale Strategica per gli ambiti urbani (ovvero gli A.T.O. che prevedono nuovi insediamenti);

3. Scenario C: si intende lo scenario attraverso il quale lo strumento urbanistico fa proprie le indicazioni della V.A.S. espresse sia per gli ambiti urbani che per il territorio extraurbano.

– LE MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI Le mitigazioni sono state inserite nella TAV.4.1 e nei Sussidi Operativi allegati alle NT così suddivisi: Sussidio A – Gestione, mantenimento e ripristino di strutture vegetali (artt. 1,2,3,4,6,10,16): comprende la progettazione e realizzazione di siepi, filari e bande boscate e in generale di strutture vegetali lineari che dovranno avvenire rispettando alcuni importanti criteri guida. Sussidio B – Riduzione del sovraccarico della rete idrografica minore, azioni possibili in ambito urbano (artt.5,12): comprende tutta una serie di accorgimenti costruttivi che mirano a mantenere il più possibile inalterato il tempo di corrivazione rispetto alla situazione antecedente l’urbanizzazione o addirittura tentando di aumentarlo, che cercano di minimizzare la superficie urbanizzata, contenere l’interramento di fossati, scoline, ecc..

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Sussidio C – Realizzazione del verde urbano (artt.4,13,16): nei nuovi interventi e in quelli di riordino degli insediamenti esistenti dovranno rispettarsi alcuni rapporti tra superfici effettivamente urbanizzate e superfici da gestire come verde urbano erborato. Sussidio D – muri di contenimento (art.14): pur non entrando negli aspetti prettamente tecnici, oggetto di approfondimenti sia nel PI che pratico-progettuali, si consiglia il ricorso ai muri a secco, pratica storicamente diffusa nella zona rispetto al muro in c.a.. Sussidio E – Sistemi di depurazione (artt.3,12,15): in attesa dell’estensione della rete di fognatura pubblica esistente, e comunque in tutte quelle aree non servite da pubblica fognatura, il sistema di smaltimento delle acque reflue dovrà avvenire attraverso il ricorso a specifiche tecniche depurative. Sussidio F – percorsi urbani ed extra-urbani per la costruzione di una rete itinerante (artt.1,4,16): detta accorgimenti pratici (tipologia del fondo, opere complementari e servizi) per costruire una rete di percorsi che tocchi i punti caratteristici di Gambugliano, sia dal punto di vista ambientale che storico-culturale; Sussidio G – Regole costruttive per il risparmio energetico (art.17): misure di sostenibilità nel processo edilizio, di architettura sostenibile, gestione delle risorse, energia rinnovabile, etc.. Sussidio H – Regolamentazione delle attività agricole (artt 3,15): si tratta di un insieme di accorgimenti da tenere in considerazione per la regolamentazione delle attività in zona agricola, con particolare riferimento agli allevamenti zootecnici. Sussidio I – indicazioni per il corretto inserimento paesaggistico dei nuovi insediamenti (art.6): questo sussidio vuole essere un utile strumento per la progettazione coerente con il contesto paesaggistico in cui è inserito Gambugliano. Sussidio L – indicazioni per la tutela dell’assetto idrogeologico (artt.5,14): misure sull’applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica per limitare fenomeni di erosione e smottamento e per garantire il minimo deflusso vitale.

− IL MONITORAGGIO Il Monitoraggio da effettuarsi a cura del Comune di Gambugliano sarà relativo alla verifica del raggiungimento dei valori-obiettivo legati a due diverse tipologie di indicatori: 1. indicatori desunti dal Modello DPSIR, utilizzati in sede di valutazione del Piano ai fini delle scelte decisionali della V.A.S.; 2. indicatori elaborati dai Valutatori e da tenere aggiornati (Indice di Shannon, Potenzialità Ambientale, Percolazione Naturalistica e Ambientale, Indice di Funzionalità Fluviale) in quanto sono in grado di sintetizzare e descrivere una gran mole di dati che richiederebbero invece un numero più elevato di descrittori. La tabella sottostante propone uno schema di possibile Monitoraggio di questi indicatori da aggiornare nel tempo; l’integrazione di questi indicatori consente una maggiore efficacia del processo valutativo all’interno del Piano.

INDICATORI TIPO FREQUENZA FONTE

Aziende agricole (tutte) D (determinante) 5 anni Comune su indagini ISTAT

Uso del suolo: Prativo e seminativo S (stato) 5 anni Estensori VAS

Attività idroesigenti: Aziende agricole (tutte) D 5 anni Comune su indagini ISTAT Abitanti in case sparse D 5 anni-PI Comune su indagini ISTAT Popolazione non servita da pubblica fognatura D 5 anni -PI Comune su dati AIM Perdite di rete P 5 anni Comune su dati AIM Utenze con carenze nel servizio idrico S 5 anni-PI Comune su dati AIM Popolazione con carenze nel servizio idrico S 3-5 anni Comune su dati AIM Popolazione collegata ad impianti di fognatura e depurazione R (risposta) 5 anni-PI Comune su dati AIM

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Rete di monitoraggio delle acque sotterranee R 2 anni Comune su dati AIM Previsione piste ciclabili R 3 anni-PI Comune Popolazione residente D 5 anni-PI Comune Aziende agricole (tutte) D 5 anni Comune su indagini ISTAT S.A.U.: Orti familiari S 5 anni -PI Comune su indagini ISTAT Perdita sist.agricole: Prativo e seminativo I (impatto) 5 anni Estensori VAS Altra superficie agricola: Funghi e serre P (pressione) 10 anni Comune Rifiuti pro-capite S 2-3 anni Comune Recupero della frazione verde R 5 anni Comune Indice di Shannon R 5 anni Estensori VAS Potenzialità ambientale S 5 anni Estensori VAS Percolazione naturalistica S 5 anni Estensori VAS Indice di funzionalità fluviale S 5 anni Estensori VAS

Per ogni indicatore viene indicata la tipologia del Modello DPSIR, la frequenza con il quale monitorarlo/aggiornarlo ed infine la fonte del dato, in sintesi chi deve fornire il dato. È da evidenziare come questi rappresentino “un minimo” da tenere in osservazione. Infatti, oltre agli indicatori che rivelano uno stato non positivo per la propria specifica matrice, vanno considerati anche quegli indicatori non rilevati, per i quali si è indicata un’elevata utilità attesa nella definizione dello stato dell’ambiente. Per non ripetere ulteriormente le matrici, si fa riferimento alle specifiche del capitolo 5 – Analisi dello stato attuale (verificare gli indicatori non disponibili con elevata utilità). L’eventuale approfondimento in fase di Piano degli Interventi potrebbe identificare ulteriori indicatori che integrino il piano proposto oppure ne assorbano altri. La frequenza non scende mai sotto i 2-3 anni poiché è l’arco temporale minimo necessario per raccogliere un dato, validarlo, valutarlo, pesarlo e aggiornarlo. In certi casi si rinvia anche ad un riferimento temporale importante, ovvero il Piano degli Interventi che non costituirà un momento zero ma piuttosto un primo step verso l’attuazione del Piano.

– VALUTAZIONE D’INCIDENZA AMBIENTALE Per quanto riguarda la valutazione dell’incidenza che l’attuazione del Piano potrebbe avere suI SIC IT 3220038 “Torrente Valdiezza, il Comitato per la Valutazione d’Incidenza Ambientale ha espresso nella seduta del 04.08.2008 il parere n. URB/2008/196 con le seguenti prescrizioni: 1. i piani degli Interventi o la Progettazione Definitiva di ogni singolo intervento, quando

previsto dalla normativa in vigore, contengano la relazione di incidenza ambientale; 2. siano attuate le prescrizioni riportate nella VIncA allegata al PAT; 3. nelle previsioni per recuperare e/o incrementare il verde, ai fini di impedire possibili

colonizzazioni di specie esotiche e quindi di un possibile inquinamento genetico, siano utilizzate esclusivamente specie autoctone e non siano utilizzate specie alloctone invasive;

4. siano rispettate le pozze, anche temporanee, non direttamente collegate al bacino acqueo principale in cui siano presenti elementi caratteristici e peculiari dell’erpetofauna veneta, insetti negli allegati II e IV della Direttiva Habitat;

5. siano conservate le formazioni vegetali estese o secolari, lungo i fossi e i corsi d’acqua.

– AGGIORNAMENTO DEGLI ELABORATI CARTOGRAFICI CON IL REALE UTILIZZO DEL TERRITORIO Come risulta dalla dichiarazione del Comune di Gambugliano prot. n. 52 in data 09.01.2009, l’elaborazione del PAT è avvenuta su cartografia aggiornata.

– COERENZA DEI LIMITI FISICI DELLA NUOVA EDIFICAZIONE CON LE PREVISIONI DI PIANI REGIONALI/PROVINCIALI APPROVATI

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Come risulta dalla dichiarazione del Comune di Gambugliano prot. n. 52 in data 09.01.2009, le aree di trasformazione definite dal PAT (limiti di nuova edificazione) non configgono con iniziative o progetti della Regione Veneto o della Provincia di Vicenza.

− La Direzione Valutazione Progetti ed Investimenti, esaminati i documenti trasmessi ha elaborato la propria istruttoria dalla quale emerge che :

− Il Rapporto Ambientale del PAT del Comune di Gambugliano ha opportunamente considerato le criticità presenti sul territorio nonché quelle derivanti dalle scelte di Piano in quanto uno degli aspetti fondamentali del processo integrato di pianificazione e valutazione consiste nella definizione delle criticità del territorio oggetto di pianificazione. − La metodologia risulta correttamente impostata e rispetta tutti i passaggi necessari alla Valutazione.

− Il Rapporto Ambientale conferma i criteri assunti dal PAT, che, con le azioni individuate, conduce, per quanto riguarda al Sistema Ambientale, ai seguenti obiettivi specifici:

• la valutazione di sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste dal PAT; • l’individuazione di aree di valore naturalistico e paesaggistico e la realizzazione di

progetti specifici; • la tutela delle risorse naturali del paesaggio, la valorizzazione dell’identità fisica del

territorio e la difesa delle risorse essenziali dalle situazioni di rischio ambientale; • la tutela del territorio agrario e del paesaggio rurale.

Per il raggiungimento di tali obiettivi il PAT prevede:

• la gestione, il mantenimento ed il ripristino di strutture vegetali mediante progettazione e realizzazione di siepi, filari e bande boscate e in generale di strutture vegetali lineari che dovranno avvenire rispettando alcuni importanti criteri guida;

• la riduzione del sovraccarico della rete idrografica minore, azioni possibili in ambito urbano (artt.5,12, mediante una serie di accorgimenti costruttivi che mirano a mantenere il più possibile inalterato il tempo di corrivazione rispetto alla situazione antecedente l’urbanizzazione o addirittura tentando di aumentarlo, che cercano di minimizzare la superficie urbanizzata, contenere l’interramento di fossati, scoline, ecc.;

• la realizzazione del verde urbano mediante nuovi interventi e di riordino degli insediamenti esistenti con il rispetto di alcuni rapporti tra superfici effettivamente urbanizzate e superfici da gestire come verde urbano erborato;

• la realizzazione di muri di contenimento con la tecnica di “muri a secco”, pratica storicamente diffusa nella zona rispetto al muro in c.a.;

• sistemi di depurazione, che, attesa dell’estensione della rete di fognatura pubblica esistente, e comunque in tutte quelle aree non servite da pubblica fognatura, dovrà avvenire attraverso il ricorso a specifiche tecniche depurative;

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• percorsi urbani ed extra-urbani per la costruzione di una rete itinerante con accorgimenti pratici (tipologia del fondo, opere complementari e servizi) per costruire una rete di percorsi che tocchi i punti caratteristici di Gambugliano, sia dal punto di vista ambientale che storico-culturale;

• regole costruttive per il risparmio energetico che individuano misure di sostenibilità nel processo edilizio, di architettura sostenibile, gestione delle risorse, energia rinnovabile, etc.;

• regolamentazione delle attività agricole data da un insieme di accorgimenti da tenere in considerazione per la regolamentazione delle attività in zona agricola, con particolare riferimento agli allevamenti zootecnici;

• indicazioni per il corretto inserimento paesaggistico dei nuovi insediamenti, quale sussidio di utile strumento per la progettazione coerente con il contesto paesaggistico in cui è inserito Gambugliano;

• indicazioni per la tutela dell’assetto idrogeologico con misure sull’applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica per limitare fenomeni di erosione e smottamento e per garantire il minimo deflusso vitale.

Le sopra riportate azioni sono idonee a mitigare e compensare adeguatamente il consumo di suolo agricolo che, va ribadito, risulta contenuto. La verifica della coerenza esterna è stata fatta sia in relazione alla pianificazione sovraordinata (segnatamente, in rapporto al PTCP di Vicenza già adottato ed al successivo nuovo Documento Preliminare ed all’elaborando nuovo PTRC) che ai vigenti strumenti urbanistici dei Comuni limitrofi. Per misurare gli effetti attesi dalle azioni vengono individuati alcuni indicatori per la fase di attuazione del Piano. Sul punto, tenendo conto delle criticità presenti sul territorio nonché degli obiettivi di sostenibilità assunti con il PAT, si ritiene che l’Amministrazione comunale, coinvolgendo le competenti Autorità Ambientali, debba applicare nel corso di attuazione del Piano il monitoraggio sopra evidenziato.

VISTE

- la Direttiva 2001/42/CE ; - la LR 11/2004; - la DGR n. 3262 del 24.10.2006; - il D.Lgs. n.152/2006; - la LR 4/2008;

RITENUTO

che dalle analisi e valutazioni effettuate, nel suo complesso, la proposta di Rapporto Ambientale sia correttamente impostata e contenga le informazioni di cui all’allegato I della Direttiva 2001/42/CE, nonché la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del PAT potrebbe avere sull’ambiente come prescritto dall’art. 5 della medesima Direttiva.

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TUTTO CIÒ CONSIDERATO LA COMMISSIONE REGIONALE VAS

ESPRIME PARERE POSITIVO

sulla proposta di Rapporto Ambientale del Piano di Assetto Territoriale Comune di Gambugliano (VI), a condizione che siano ottemperate le seguenti

PRESCRIZIONI 1. prima dell’approvazione del Piano:

1.1. le Norme Tecniche di Attuazione dovranno essere integrate con tutte le prescrizioni poste dalle competenti Autorità Ambientali nonché con la seguenti ulteriori disposizioni: 1.1.1. Criteri di verifica e modalità di monitoraggio delle previsioni di sostenibilità del

Piano in rapporto alla Valutazione Ambientale Strategica: “Al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive, è redatto il Piano di Monitoraggio. In sede di attuazione del Piano dovranno essere verificati i sotto riportati indicatori nonché gli obiettivi di sostenibilità contenuti negli schemi relativi agli ambiti di trasformazione”:

INDICATORI TIPO FREQUENZA FONTE

Aziende agricole (tutte) D 2 anni Comune su indagini

ISTAT Uso del suolo: Prativo e seminativo

S 2 anni Comune

Attività idroesigenti: Aziende agricole (tutte)

D 2 anni Comune su indagini

ISTAT

Abitanti in case sparse D 2 anni-PI Comune su indagini

ISTAT Popolazione non servita da pubblica fognatura

D 2 anni -PI Comune su dati AIM

Perdite di rete P 2 anni Comune su dati AIM Utenze con carenze nel servizio idrico

S 2 anni-PI Comune su dati AIM

Popolazione con carenze nel servizio idrico

S 2 anni Comune su dati AIM

Popolazione collegata ad impianti di fognatura e depurazione

R 2 anni-PI Comune su dati AIM

Rete di monitoraggio delle acque sotterranee

R 2 anni Comune su dati AIM

Previsione piste ciclabili R 2 anni-PI Comune Popolazione residente D 2 anni-PI Comune Aziende agricole (tutte) D 2 anni Comune su indagini

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ISTAT

S.A.U.: Orti familiari S 2 anni -PI Comune su indagini

ISTAT Perdita sist.agricole: Prativo e seminativo

I 2 anni Comune

Altra superficie agricola: Funghi e serre

P 2 anni Comune

Rifiuti pro-capite S 2 anni Comune Recupero della frazione verde R 5 anni Comune Indice di Shannon R 5 anni Comune Potenzialità ambientale S 5 anni Comune Percolazione naturalistica S 5 anni Comune Indice di funzionalità fluviale S 5 anni Comune

L’Amministrazione comunale di Gambugliano attiva il processo di verifica del monitoraggio delle varie azioni e prevede che le variabili individuate debbano essere assoggettate a verifica con cadenza biennale/quinquennale e, comunque, nel caso di specifici eventi turbativi. Per la misurazione degli indicatori edilizio/urbanistici il Comune attiverà una specifica sezione dell’ufficio tecnico, mentre per i parametri ambientali individuati si avvarrà dell’ARPAV e degli Enti gestori di servizi pubblici (ENEL, AATO, ULSS, ecc.).

1.1.2. per quanto riguarda il rischio radon, le NTA del Piano dovranno essere integrate con appropriate disposizioni.

1.1.3. per quanto riguarda l’inquinamento luminoso, occorrerà ottemperare all’applicare delle indicazioni contenute nella LR 22/1997, inserendo le relative disposizioni nelle NTA del Piano.

1.1.4. per quanto riguarda la Valutazione dell’Incidenza Ambientale che l’attuazione del Piano potrebbe avere suI IT3220038 “Torrente Valdiezza”, dovrà essere inserito un articolo riportante le seguenti prescrizioni: • i piani degli Interventi o la Progettazione Definitiva di ogni singolo

intervento, quando previsto dalla normativa in vigore, contengano la relazione di incidenza ambientale;

• siano attuate le prescrizioni riportate nella VIncA allegata al PAT; • nelle previsioni per recuperare e/o incrementare il verde, ai fini di impedire

possibili colonizzazioni di specie esotiche e quindi di un possibile inquinamento genetico, siano utilizzate esclusivamente specie autoctone e non siano utilizzate specie alloctone invasive;

• siano rispettate le pozze, anche temporanee, non direttamente collegate al bacino acqueo principale in cui siano presenti elementi caratteristici e peculiari dell’erpetofauna veneta, insetti negli allegati II e IV della Direttiva Habitat;

• siano conservate le formazioni vegetali estese o secolari, lungo i fossi e i corsi d’acqua.

2. il provvedimento di approvazione dovrà essere pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione con l’indicazione della sede ove si possa prendere visione del piano approvato e di tutta la documentazione oggetto di istruttoria.

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3. Il Comune deve provvedere alla pubblicazione nel proprio sito web del presente parere, della Dichiarazione di Sintesi, delle misure adottate per il monitoraggio.

4. in sede di attuazione del PAT: 4.1. il Piano degli Interventi dovrà garantire la contestualità degli interventi previsti dal

PAT stesso in ambito urbano con carattere di perequazione ambientale in ambito rurale.

4.2. in sede di monitoraggio, dando applicazione alle modalità e criteri contenuti nel precedente punto 1.1.1., dovranno essere misurati gli effetti cumulativi nonché quelli derivanti dalle scelte di Piano per verificare gli effetti previsti in relazione agli obiettivi descritti nel Rapporto Ambientale.

FIRMATO

Il Presidente della Commissione Regionale VAS

(Segretario Regionale alle Infrastrutture e Mobilità)

Ing. Silvano Vernizzi

FIRMATO Il Vice Presidente

della Commissione Regionale VAS (Segretario Regionale all’Ambiente e Territorio)

Ing. Roberto Casarin

FIRMATO Il Segretario

della Commissione Regionale VAS (Dirigente della Direzione Valutazione Progetti e Investimenti)

Avv. Paola Noemi Furlanis

Il presente parere si compone di 32 pagine