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Re# della mente e potere Comunicazione, Media e Potere 1 Politiche per i media e la comunicazione, a.a 15-16 Sezione base Principali testi di riferimento della sezione: M. Castells, Comunicazione e potere (cap. 3); M. Bruno, Cornici di realtà. Il frame e l’analisi dell’informazione, Guerini, Milano, 2014 Prof. Marco Bruno

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Re#dellamenteepotere

Comunicazione, Media e Potere

1

Politiche per i media e la comunicazione, a.a 15-16

Sezione base

Principali testi di riferimento della sezione: M. Castells, Comunicazione e potere (cap. 3);

M. Bruno, Cornici di realtà. Il frame e l’analisi dell’informazione, Guerini, Milano, 2014

Prof. Marco Bruno

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I mulini a vento della mente •  La comunicazione avviene attivando menti nella condivisione di

significato. •  La mente è il processo di creazione e di manipolazione di immagini

mentali nel cervello. •  Le idee possono essere considerate configurazioni di immagini

mentali. •  Le immagini mentali corrispondono a modelli neurali

(configurazioni di attività nelle reti neurali). •  La mente è un processo. •  A seconda del livello di vigilanza, attenzione e connessione con il

sé, le immagini mentali che costituiscono la mente possono essere più o meno consapevoli. Essere consapevoli di qualcosa vuol dire: a)  avere un certo livello di vigilanza; b)  avere l’attenzione focalizzata; c)  connettere l’oggetto dell’attenzione con un protagonista

centrale (il Sé)

Elaborazione cognitiva e costruzione della realtà

•  Noi costruiamo la realtà in relazione a eventi reali, interni o esterni, il nostro cervello non si limita a rispecchiare questi eventi, ma li elabora secondo i propri modelli.

•  Gran parte dell’attività di elaborazione è inconscia: la realtà per noi non è né oggettiva né soggettiva, ma una costruzione materiale di immagini che mescolano ciò che accade nel mondo fisico con l’iscrizione materiale dell’esperienza nel nostro cervello.

•  Questo accade mediante una serie di corrispondenze tra le caratteristiche degli eventi e il catalogo di reazioni che il cervello ha a disposizione. Queste corrispondenze non sono fisse, ma possono essere manipolate dalla nostra mente (metafore).

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Coscienza e sé come principio organizzativo

•  La coscienza emerge dalla necessità di integrare un maggior numero di immagini mentali provenienti dalla percezione con immagini della memoria.

•  Il principio organizzativo di queste identità è il sé. •  La coscienza opera sui processi della mente: è

l’integrazione delle emozioni, i sentimenti e i ragionamenti che portano alla formazione delle decisioni a determinare questi processi.

•  Le rappresentazioni mentali diventano motori di azione significativa incorporando le emozioni, i sentimenti e i ragionamenti che definiscono il modo in cui viviamo.

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Emozioni e comportamento sociale

•  Ruolo preminente delle emozioni e dei sentimenti nel comportamento sociale (Damasio, 1994, 1999, 2003).

•  Ekman (1973) identifica sei emozioni di base riconoscibili ovunque: paura, disgusto, sorpresa, tristezza, felicità, rabbia.

•  Le emozioni sono percepite nel cervello come sentimenti. I sentimenti elaborano emozioni nella mente nel contesto della memoria (ossia comprendono associazioni ad altri eventi direttamente vissuti o trasmessi per via genetica o culturale).

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Mappe e metafore

•  Il nostro cervello elabora eventi (interiori o esteriori) in base alle proprie mappe.

•  Emozioni e sentimenti sono connessi nella mente per orientare il sé verso il processo decisionale in relazione alle reti interne ed esterne del sé.

•  Poiché la comunicazione avvenga, il cervello e le sue percezioni sensoriali necessitano di protocolli di comunicazione.

•  I protocolli di comunicazione più importanti sono le metafore.

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Metafore, narrazioni, frame

•  Il nostro cervello pensa per metafore, forme cui il linguaggio può accedere ma che sono strutture fisiche nel cervello (Lakoff e Johnson, 1980; Lakoff, 2008).

•  Tramite le metafore si costruiscono le narrazioni.

•  Le narrazioni sono composte da frame, strutture del cervello che si sono prodotte mediante l’attività cerebrale nel corso del tempo.

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Frame e metafore

•  I frame sono reti neurali di associazione a cui è possibile accedere col linguaggio mediante connessioni metaforiche. Il framing consiste nell’attivare specifiche reti neurali.

•  Le parole sono associate a campi semantici, questi campi semantici rimandano a frame concettuali.

•  Linguaggio e mente comunicano mediante frame che strutturano narrazioni che attivano le reti nel cervello.

•  Le metafore traducono in frame la comunicazione scegliendo specifiche associazioni tra lingua ed esperienza in base alla mappatura cerebrale.

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Il concetto di frame e la dimensione lessicale Lakoff: relazioni tra i frame e altre forme culturali, quali gli stereotipi Dimensione linguistica, uso selettivo del linguaggio: “le parole ti trascinano nella loro visione del mondo” (Ivi 2004, p. 4) Frame e senso comune, frame e “normalità”

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Frame come mappa e immagine mentale

Esperimenti psicologici sull’effetto frame, diverse presentazioni della stessa situazione, diverse decisioni • se si adotta il programma A, saranno salvate duecento persone; questa opzione è scelta dal 72% degli intervistati; • se si adotta il programma B, c’è un terzo delle probabilità che tutte le seicento persone saranno salvate e due terzi delle probabilità che nessuno si salvi; questa opzione è scelta dal 28% degli intervistati.

Tversky e Kahneman (1981)

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Frame come mappa e immagine mentale

Esperimenti psicologici sull’effetto frame, diverse presentazioni della stessa situazione, diverse decisioni • se si adotta il programma A, quattrocento persone moriranno: questa opzione è stata scelta dal 22% degli intervistati; • se si adotta il programma B, c’è un terzo delle probabilità che nessuno muoia e due terzi delle probabilità che seicento persone moriranno; questa opzione è scelta dal 78% degli intervistati.

Tversky e Kahneman (1981)

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Frame come mappa e immagine mentale

Frame e ruoli sociali

•  Le strutture dei frame non sono arbitrarie: sono basate sull’esperienza, ed emergono dall’organizzazione sociale che definisce i ruoli sociali all’interno della cultura che viene poi fissata all’interno dei circuiti cerebrali (es. frame del genitore autoritario vs. genitore che cura e che protegge).

•  Le narrazioni definiscono ruoli sociali entro contesti sociali. I ruoli sociali sono basati su frame che esistono sia nel cervello sia nella pratica sociale (Goffman, 1959, gioco di ruolo come base dell’interazione sociale).

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Framing

Il framing risulta dall’insieme delle corrispondenze tra ruoli organizzati in narrazioni, narrazioni strutturate in frame, semplici frame combinati in azioni complesse, campi semantici (parole correlate) nel linguaggio connessi a frame concettuali, e la mappatura dei frame nel cervello grazie all’azione di reti neurali costruite sulla base dell’esperienza (evolutiva e personale, passata e presente).

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Ruolo delle emozioni

•  Le emozioni svolgono un duplice ruolo: 1.  Attivano in modo velato le esperienze emozionali

relative alla questione oggetto di decisione; 2.  Possono agire direttamente sul processo decisionale,

spingendo il soggetto ad agire come si sente. Questo non vuol dire che il giudizio diventi irrilevante,

ma che gli individui tendono a selezionare le informazioni in modo da favorire le decisioni che sono già inclini a prendere.

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Comunicazione ed emozioni

•  La comunicazione svolge un ruolo di primo piano nell’attivare le reti neurali nel processo decisionale. Questo perché «parte della medesima struttura neurale nel cervello è usata quando agiamo una narrazione e quando vediamo qualcun altro che agisce quella narrazione» (Lakoff, 2008, p. 40).

•  L’esposizione alla comunicazione può influenzare il comportamento tramite l’attivazione nel cervello dei cosiddetti neuroni specchio.

•  Le emozioni non sono cruciali solo per i sentimenti e il ragionamento, ma sono anche indispensabili per la comunicazione negli animali sociali.

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Struttura neurale e politica

•  L’attivazione del nostro cervello tramite modelli neuronali indotti dai neuroni specchio è alla base dell’empatia, l’identificazione o il rifiuto verso le narrazioni della televisione, del cinema o della letteratura, e verso le narrazioni politiche di partiti e candidati.

•  Lakoff (2008): l’uso della stessa struttura neurale tanto per l’esperienza quanto per la rappresentazione dell’esperienza ha «enormi conseguenze politiche».

•  «Il cervello politico è un cervello emotivo» (Westen, 2007, p. XV)

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Emozione, cognizione e politica

•  L’integrazione della cognizione e dell’emozione nel processo di decisione politica è plasmata per via emozionale.

•  Non c’è opposizione tra emozione e cognizione, ma vi sono più forme di articolazione tra emozione e cognizione nel processo decisionale.

•  L’elaborazione delle informazioni (cognizione) può operare in presenza o in assenza di ansia (emozione), conducendo a due forme diverse di decisionalità: 1.  Un processo decisionale razionale come processo di

valutazione di nuove informazioni. 2.  Modelli decisionali di routine basati su esperienze passate

elaborate nelle mappe cerebrali.

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Emozioni e valutazione degli eventi

•  Gli appelli emotivi e le scelte razionali sono meccanismi complementari, la cui interazione e il cui peso relativo nel processo decisionale dipendono dal contesto del processo.

•  La valutazione degli eventi è emozionale. Un aumento dell’ansia è indice di incertezza, e l’incertezza è associata con la razionalità.

•  Le emozioni forti attivano meccanismi di allarme che accrescono la rilevanza della valutazione razionale riguardo alla decisione. L’emozione evidenza il ruolo della cognizione influenzando al tempo stesso il processo cognitivo.

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Comportamento politico ed emozioni rilevanti

•  Le emozioni particolarmente rilevanti per il comportamento politico sono l’entusiasmo (e il suo opposto, la depressione) e la paura (e la sua controparte, la calma).

•  Il comportamento politico è condizionato da due sistemi emozionali: a) il sistema di disposizione induce entusiasmo e organizza comportamenti per raggiungere gli scopi del soggetto entusiasta in un dato ambiente; b) il sistema di sorveglianza si attiva quando si prova paura o ansia, fa appello al meccanismo del ragionamento per valutare la risposta adeguata alla minaccia percepita.

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Ansia e Rabbia

•  L’ansia si associa all’acuita vigilanza e all’evitamento del pericolo. •  La rabbia è la reazione a un evento negativo che contraddice un

desiderio. L’ansia aumenta con la percezione di un atto ingiusto e con l’identificazione dell’agente responsabile dell’atto.

•  La rabbia porta all’elaborazione imprudente degli eventi; e alla maggiore accettazione dei rischi legati a una determinata azione. L’ansia è connessa all’evitamento e induce a un maggior livello di valutazione della minaccia, preoccupazione del rischio e valutazione prudente delle informazioni.

•  Castells (2012) «Reti di indignazione e di speranza: movimenti sociali nell’era di internet». Ruolo rilevante delle emozioni nell’attivazione di movimenti coordinati attraverso le reti (cfr. Primavere Arabe; Occupy).

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Emozioni e giudizio politico

L’emozione influenza il giudizio politico secondo due percorsi: a) Fedeltà a partiti, candidati o opinion-leader basata sull’attaccamento (quando le circostanze sono familiari). b) Disamina critica di partiti, candidati, o opinion leader basata su calcoli razionali influenzati da un incremento dell’ansia (quando le circostanze non sono familiari). In entrambi i casi, non è la sola razionalità a determinare la decisione; è un elaborazione di secondo livello di informazioni che dipende dalle emozioni attivate.

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Esperienza politica e ricerca di informazioni

•  Livelli più alti di esperienza politica aumentano le connessioni emozionali a candidati e partiti, dal momento che i cittadini si basano sulle associazioni implicite immagazzinate. Viceversa, chi è privo di esperienza politica è portato a usare i meccanismi cognitivi per valutare le opzioni a disposizione.

•  Zaller (1992): l’incertezza stimola l’attenzione per le informazioni politiche e aumenta la probabilità che l’informazione venga trattenuta. Nella ricerca di informazioni, la gente parte dai propri valori, e poi cerca informazioni che confermino quei valori.

•  Popkin (1991): gli individui sono dei «taccagni cognitivi», poiché si limitano alle informazioni che confermano le convinzioni e le abitudini preesistenti, in una scorciatoia cognitiva che riduce lo sforzo mentale necessario a eseguire un compito.

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Politica personale

•  Tutta la politica è personale. Le reti sociali svolgono un ruolo importante nel definire il comportamento politico. Se la gente trova opinioni congeniali nella propria rete sociale è più attiva politicamente, mentre idee contrastanti nella rete sociale riducono la partecipazione. Le opinioni sono influenzate dai sentimenti verso le altre persone della rete. Le opinioni si producono nella pratica condivisa, e quindi possono cambiare se cambia la pratica.

•  La valutazione politica viene elaborata in relazione agli obiettivi del sé. Non esiste la politica-in-generale: è sempre «la mia politica».

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Emozione e cognizione nelle campagne politiche

•  Ruolo dell’emotività nelle campagne politiche. •  Ruolo dell’entusiasmo (cfr. campagna Obama 2008) e

della paura: polarizzazione delle scelte e incertezza. •  I cittadini più preparati sono anche i più reattivi agli

appelli emozionali. •  L’emozione non è un sostituto dell’analisi nel processo

decisionale; è un fattore che attiva un livello più alto di comportamento riflessivo.

•  Poiché la mente degli individui si costruisce tramite l’esperienza, la pubblicità politica e le campagne elettorali puntano a connettere date immagini con specifiche esperienze per attivare o disattivare l’appoggio a un determinato attore politico.

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Politica e credenze

•  I materiali di base che vanno a formare l’opinione pubblica sono di tre generi: valori; predisposizioni di gruppo e interessi materiali (Kinder, 1998).

•  «La gente tende a credere a ciò a cui vuole credere»: siamo più critici nel valutare fatti che contraddicono le nostre convinzioni che non quelli che confermano ciò che sappiamo.

•  Gli individui mostrano una diffusa tendenza a fissarsi sulla propria valutazione degli eventi persino quando si trovano di fronte a informazioni che contraddicono il loro giudizio.

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Il framing della mente

•  Il pubblico dedica diversi livelli di attenzione a notizie differenti.

•  Le notizie possono operare come fonti di stimoli equivalenti all’esperienza vissuta.

•  Quando l’informazione suggerisce che non è richiesta alcuna reazione inusuale, gli individui adottano risposte di routine agli stimoli che rimandano ai loro sistemi di disposizione.

•  “Poiché i media costituiscono la principale forma di comunicazione socializzata – comunicazione cioè potenzialmente capace di raggiungere la società nel suo insieme – il framing della mente pubblica è effettuato in gran parte tramite processi che si svolgono nei media”.

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Agenda Setting

•  Consiste nell’attribuzione di priorità ai problemi da affrontare: viene conferita una speciale rilevanza a una questione o insieme di informazioni da parte della fonte del messaggio (ossia una specifica organizzazione mediatica) con l’aspettativa che il pubblico risponda con accentuata attenzione al contenuto e al formato del messaggio.

•  «La stampa può, nella maggior parte dei casi non essere capace di suggerire alle persone cosa pensare, ma essa ha un potere sorprendente nel suggerire ai propri lettori intorno a cosa pensare» (Cohen, 1963).

•  La consapevolezza dei pubblici sui temi, in particolare quelli politici, è strettamente legata al livello di copertura giornalistica che ne danno i media nazionali (Iyegar e Kinder, 1987; McCombs e Zhu, 1998).

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Priming

Il priming si presenta: quando il contenuto delle notizie suggerisce alla audience che dovrebbe usare determinate questioni specifiche come metro per valutare la performance di leader e governi . Spesso viene considerato un’estensione dell’agenda setting… Rendendo alcuni temi più salienti nella mente delle persone (agenda-setting), i mass media possono anche dar forma alle considerazioni di cui la gente tiene conto quando formula giudizi su candidati o questioni politiche (priming) (Scheufele e Tewksbury, 2007, p. 11)

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Framing

•  È il processo mediante il quale «selezionare alcuni aspetti della realtà percepita e renderli più salienti in un testo comunicativo, in modo da promuovere una particolare definizione del problema, un’interpretazione causale, una valutazione morale e/o un’indicazione per il trattamento dell’item descritto» (Entman, 1993, p. 53, corsivo nel testo)

•  I frame non sono esterni alla mente. •  I frame che impiegano i termini culturalmente più

consonanti hanno il maggior potenziale per influenzare. •  I frame possono essere organizzati in paradigmi (es. il

terrorismo).

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Indexing

•  Bennett (1990; 2007) ha indagato sull’importanza dell’indicizzazione nella pratica giornalistica. Editori e direttori tendono a indicizzare il rilievo di notizie e punti di vista in base alla percepita importanza di una questione tra le élite e nella pubblica opinione.

•  I professionisti dei media tendono a classificare l’importanza di una questione in base alle dichiarazioni del governo: questo è la fonte primaria di informazione sulle questioni di primo piano, ed è l’organismo che ha la responsabilità di applicare una proposta politica o una linea d’azione.

•  La capacità dei media di decidere in fatto di indicizzazione dipende dal livello di accordo o disaccordo che esiste su un tema tra le élite e gli opinion leader.

•  Bennett: l’indicizzazione dipende dal livello di interesse per le élite e dal grado di discordia delle élite al potere.

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Framing e parzialità

•  Entman (2007, p, 164): «la domanda da porsi è se l’agenda-setting e il contenuto dei testi del framing e il loro effetto di priming sul pubblico ricade entro schemi ricorrenti politicamente rilevanti. Gli attori del potere impiegano massicce risorse per favorire i propri interessi proprio imponendo questi schemi sulle comunicazioni mediali.»

•  Parzialità: 1.  per distorsione (notizie che distorcono deliberatamente la

realtà); 2.  di contenuto (influenza di una parte nei conflitti sull’uso del

potere statale); 3.  decisionale (motivazioni dei professionisti dei media).

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Dire che cosa pensare?

«È attraverso il framing che gli attori politici danno forma ai testi che influenzano o innescano le agende e le considerazioni a cui pensa la gente… Poiché la migliore definizione sintetica del potere è la capacità di qualcuno di indurre altri a fare quello che costui vuole (Nagel, 1975), dire agli altri cosa pensare è il modo in cui l’influenza politica viene esercitata nei sistemi politici non coercitivi (e in misura minore in quelli coercitivi)»

Entman, 2007, p. 165

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Modello dell’attivazione a cascata

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Modello dell’attivazione a cascata (Entman, 2004)

•  Basato sulla relazione tra framing delle notizie, pubblica opinione e potere a proposito di temi di politica estera USA.

•  Relazioni asimmetriche tra attori temperate da loop di feedback.

•  I frame giornalistici hanno effetti di feedback sulle élite politiche (cfr. Robinson, 2002, CNN Effect).

•  Audience equiparata alla pubblica opinione (indagabile tramite sondaggi d’opinione, pattern di voto e altri indicatori di comportamento aggregato).

•  Secondo il processo di costruzione dell’agenda setting e del framing da parte delle élite politiche e dei media il pubblico è visto come una miscela di consumatori politici e audience reattiva.

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Contro-framing e pubblico •  In tempo di guerra la stampa tende a emarginare le voci di dissenso. •  I contro-frame hanno maggiore influenza quando si riferiscono a

eventi culturalmente ambigui. •  Anche i media sono stratificati. •  Le variazioni dell’elaborazione del framing dipendono da due

fattori: il livello di unità o di dissenso dell’élite politica e la congruenza o incongruenza culturale dei frame ai vertici della cascata.

•  I contro-frame devono essere consonanti con il pubblico (o con la percezione che ne hanno i giornalisti).

•  Ciò che passa da un livello all’altro è basato sulla comprensione selettiva

•  Individui come «avari cognitivi»: evitare la dissonanza emozionale (media che confermano i propri punti di vista).

•  Individui insoddisfatti del frame nel proprio paese possono cercare informazioni di conferma (spesso tramite internet) in fonti mediatiche straniere.

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