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CONCORSO DI PROGETTAZIONE IN DUE GRADI PER LA RIQUALIFICAZIONE DI UNA PORZIONE DI CENTRO STORICO A RIDOSSO DELLA ROCCA RANGONI E DELL’ANNESSO PARCO SU VIA SAVANI E VIA PICCIOLI RELAZIONE ILLUSTRATIVA E RELAZIONE TECNICA

CONCORSO DI PROGETTAZIONE IN DUE GRADI PER LA ... · tra volontà di rinnovamento e necessità di tutela e valorizzazione del patrimonio storico ... una fattibilità credibile e sostenibile

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CONCORSO DI PROGETTAZIONE IN DUE GRADI PER LA RIQUALIFICAZIONE DI UNA PORZIONE DI CENTRO STORICO A RIDOSSO DELLA ROCCA RANGONI E DELL’ANNESSO PARCO SU VIA SAVANI E VIA PICCIOLI RELAZIONE ILLUSTRATIVA E RELAZIONE TECNICA

INDICE 1. PREMESSA

2. RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ PAESAGGISTICA ED

AMBIENTALE

3. RIORGANIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ E LA SOSTA URBANA

4. RICERCA STORICA 4.1. IL CIRCUITO DELLE MURA DIFENSIVE DI SPILAMBERTO 4.2. INTRODUZIONE AL PROGETTO DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE 4.3. BIBLIOGRAFIA

5. RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ URBANA E DELL’ARREDO

5.1. PIAZZA DELL'UNIONE (STRALCIO 1 / Piazzale Rangoni-Piazza Roma) 5.2. MERCATO DELLA ROCCA (STRALCIO 2 / Via Savani) 5.3. TERRAGLIO DI SPILAMBERTO (STRALCIO 3 / Via Piccioli) 5.4. PARCO DELLE ROTONDE (STRALCIO 4 / Parco della Rocca-Fiume Panaro)

1 / PREMESSA Spilamberto è in cerca di un buon equilibrio: tra volontà di rinnovamento e necessità di tutela e valorizzazione del patrimonio storico ambientale esistente: un nucleo urbano dotato di grande potenzialità propulsive e aggregative che al momento è abitato da separazioni, ostacoli, limiti, fratture sia strutturali che ideali. Un centro urbano contemporaneo che pur nella dimensione contenuta pone sul piatto tutte le complessità proprie delle maggiori città italiane e dunque europee per cui si fatica a trovare politiche e forme di intervento che sappiano armonizzare i conflitti e riavviare i processi di rinnovamento e riqualificazione. Spilamberto è un laboratorio: per il progetto Smart City, per la creazione dunque di un ambiente urbano in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. Spilamberto città "intelligente" è in cerca di soluzioni che possano conciliare le esigenze della cittadinanza con quelle delle imprese, delle associazioni e delle istituzioni, grazie anche all'impiego innovativo delle Information Technologies, in particolare nei campi della trasmissione del sapere, della memoria storica e dell'efficienza energetica. Spilamberto è in cerca di una cura: Il progetto urbano e architettonico è dunque un dispositivo benefico che opera sul territorio come il medico su di un paziente bisognoso di cure, analizzandone le criticità, monitorando i punti critici e sopratutto recependo attraverso un ascolto attento le istanze e i bisogni è possibile definire una strategia di intervento che risani e incoraggi verso prospettive nuove di sviluppo e crescita ulteriore. Un opportunità unica: Da queste motivazioni muove la proposta di secondo grado presentata dal nostro team, una seconda occasione che viene vissuta come una opportunità unica per avvalorare e applicare a un caso concreto una visione disciplinare non più dogmatica e autoreferenziale, ma aperta e condivisa, volta cioè a dare forma alla domanda presente sul territorio recependone le contraddizioni e sbloccandone i processi di rinnovamento e crescita future. Il percorso è duplice: In primo luogo, come integrazione al progetto preliminare di primo grado ci è sembrato doveroso per la fase successiva, - questo aldilà degli esiti concorsuali finali - offrire alla cittadinanza e all'amministrazione un contributo scientifico specifico, una Ricerca Storica che ha integrato il ricco materiale documentale messo a base di gara con le fonti documentali archivistiche e gli studi specialistici a oggi esistenti (tesi di dottorato, pubblicazioni, atti di convegno, etc.). I risultati di questa ricerca ci hanno rivelato dei risvolti operativi insperati e eclatanti aprendoci e motivandoci nelle scelte intraprese. In secondo luogo, interpretando un desiderio e una necessità reale della committenza si è deciso di predisporre una soluzione in grado di promuovere e prediligere la fattività anche di una sola parte rispetto al tutto senza escludere o compromettere il carattere propulsivo della proposta generale in sè. Si sceglie dunque dividere l'intervento in Stralci ciascuno dei quali caratterizzati da qualità urbane e progettuali specifiche emerse dalla fase di analisi sul campo, inoltre si definiscono degli stessi due opzioni realizzative, la prima a "basso costo" la seconda in linea con l'incidenza della stessa sull'importo complessivo a base di gara.

2 / RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ PAESAGGISTICA ED AMBIENTALE La proposta progettuale qui presentata intende operare nella direzione di una

trasformazione che vada a migliorare quelle potenzialità esistenti nell’area d’intervento

del parco pubblico della Rocca preso atto del valore di questo come un importante

bene paesaggistico ambientale da preservare ma anche integrare e rigenerare.

Obiettivo prioritario della proposta é far evolvere questa importante area del comune di

Spilamberto nell’ambito di una strategia equilibrata, compatibile con il mantenere e

rafforzare il patrimonio e l’identità storico culturale del luogo ma anche commisurata ad

una fattibilità credibile e sostenibile da un

punto di vista sociale economico e

ambientale. Il progetto propone di trasformare

il parco in un’importate cerniera tra città e

fiume (Il PARCO DELLE ROTONDE /

Stralcio_4 si veda il punto 5 della presente

relazione) che sia in grado di diventare allo

stesso tempo un cuore pulsante dello stesso

centro urbano, occasione per rivitalizzare

innanzitutto le aree pubbliche a ridosso della

rocca Rangoni che si trovano in una

condizione di “confine” con il parco e che

dovranno diventare punti di connessione e di

accesso differenziati al sistema parco ma al

contempo luoghi di sosta pedonale atti ad

accogliere attività diversificate che possano

animare la vita cittadina durante l’arco

dell’anno. Il progetto del parco nella sua

forma e programma funzionale si articola

attorno all’elaborazione di un concept che

interpreta il tema del flusso e dell’

attraversamento, per connettere parti ora

disgregate, come centrale nella

determinazione di una chiave di lettura

innovativa utile ad interpretare il

cambiamento che é necessario con esso indurre in questo contesto

Il progetto del parco prende forma da un “sistema di elementi”, un insieme di 4

principali percorsi tematici attrezzati (Natura, Storia, Panorama, Degustazione),

pensati per attraversare, infiltrarsi sinuosamente all’interno del “sistema parco”

esistente, assecondandone l’assetto orografico, adattandosi ad esso senza imporre

significativi cambiamenti e conseguenti necessari movimenti del suolo, anche nel

rispetto di tutta la vegetazione esistente.

Tutto il sistema dei percorsi pedonali, quello dei principali 4 assi tematici unito

all’insieme dei secondari, si libera in planimetria tra con andamento curvilineo scelto

opportunamente per schivare la presenza delle alberature più giovani e meno giovani

che determinano l’attuale assetto naturalistico vegetazionale del parco senza produrne

alterazioni.

Pensati come infrastrutturazione minima atta alla necessaria attrezzatura del parco in

funzione della sua fruizione, i percorsi pedonali connettono il sistema di spazi pubblici

interno alla città a ridosso delle antiche mura e della Rocca Rangoni (piazzale

Rangoni, via Piccioli, via Savani) con il parco stesso permettendo inoltre l’accesso più

fluido e diretto al fiume. Qui i percorsi tematici, attraversando il Percorso Natura

esistente, traguardano piccole strutture di servizio a ridosso del fiume, con la funzione

di ospitare chioschi, punti sosta attrezzati, noleggio bici, info point e quant’altro possa

incentivare l’uso e la fruibilità da parte della collettività anche di queste aree

attualmente sottoutilizzate.

Seguendo anche il naturale declivio ed andamento delle curve di livello, i percorsi

coagulano nei punti significativi di curvatura, un ulteriore famiglia di elementi che va a

rispondere alla voce richiesta da bando di dotare il parco di “zone ed aree funzionali”

dove poter svolgere attività di vario genere sociale, culturale, ricreativo, sportivo. Si

tratta di piazzole-punti sosta attrezzati, le Rotonde, dal disegno geometrico a pianta

circolare simile ma di differente diametro di ampiezza.

Da un punto di vista architettonico e tecnologico, queste sono pensate della stessa

natura, con una parte pavimentata che accoglie le sedute e la possibilità di collocare

piccole strutture a tettoia leggere che si alternano ad aree verdi presenti al proprio

interno, percorsi e vasche d’acqua. Da un punto di vista tipologico sfruttando la

semplificazione di uno stesso sistema costruttivo, sono pensate per adattarsi a

differenti usi. Il sistema low-tech previsto é di basso impatto ambientale e risponde

anche ad una logica di reversibilità che preveda nel tempo la possibilità di smontare

l’intera struttura delle pensiline fatta di parti (travi in acciaio, assi di legno modulari) che

possano essere reimpiegate in eventuali nuovi usi.

Le tipologie di Rotonde sono 5 e alcune di esse si ripetono anche con dimensioni

differenti in diversi punti del parco. Sono pensate come degli ambiti raccolti dove

riparare, definiti da un recinto circolare a spessore e sezione variabile sagomato per

accogliere le sedute ed in alcuni punti anche per alloggiare strutture leggere per tettoie.

La semplicità costruttiva di quest’ultime si presta all’uso di diverse modalità di

rivestimento, come ad esempio pannelli lignei coibentati nel caso in cui si voglia

chiudere la struttura anche lateralmente mediante serramenti, con elementi frangi sole

nel caso in cui invece siano usate solo come pensiline, oppure infine con pannelli

fotovoltaici che, debitamente integrati alla struttura, possano comunque essere usati

all’esterno in entrambe i casi come rivestimento e contemporaneamente costituire

fonte di approvvigionamento per le energie rinnovabili.

Il progetto é in tal modo concepito come un “dispositivo” che si predispone quindi a

diversi tipi di opzioni per dare l’opportunità di scelta, a chi di competenza, se dotare

tutto l’intero parco di una rete di sotto servizi (idrica ed elettrica) che abbia come fonti le

energie rinnovabili , e che vada ad alimentare in gran parte l’illuminazione del parco

stesso e delle aree pubbliche dislocate lungo i suoi confini sia a ridosso della città

verso est che del fiume verso ovest.

Le Rotonde

assumono differenti conformazioni a seconda dell’uso flessibile che di esse può essere

fatto:

Tipo A/ rotonda sosta con tettoia per usi temporanei, delimita un area circolare a

sezione variabile dove si alternano aree pavimentate, aree verdi e vasche d’acqua. Su

di un lato, incassata all’interno della stessa struttura ospitante le sedute, viene

collocato un telaio leggero in acciaio pensato per allocare tettoie a rivestimento ligneo.

Questo tipo di micro-architettura a seconda dell’uso che se ne vuole fare, si presta ad

essere lasciata aperta ed usata come semplice riparo-pensilina utile ad ospitare anche

manifestazioni temporanee (sagre, mercatini, feste stagionali etc) o all’occorrenza ad

essere chiusa lateralmente mediante serramenti al fine di ospitare funzioni di tipo

permanente (punto ristoro, laboratorio, ludoteca, centro anziani, piccolo spazio

espositivo etc)

Tipo B/ rotonda play-ground, lo stesso tipo di struttura a piazzola delimitata ai

margini dalle sedute ospita al proprio interno delle aree pianeggianti circolari a

pavimentazione speciale (in gomma, terra battuta o green) destinate a giochi bimbi o

sport all’aperto.

Tipo C/ rotonda bar, punto ristoro, dove possibile collocare in via permanente un

piccolo chiosco bar che possa utilizzare l’area pavimentata antistante per posizionare

le strutture mobili (area tavolini)

Tipo D/ rotonda teatro, per manifestazioni culturali come festival musicali o teatrali da

svolgere all’aperto nelle stagioni calde che possa essere usata anche in altri momenti

come zona di sosta panoramica da cui traguardare visivamente il fiume

Tipo E/ rotonda green, l’unica che non presenta sedute sul bordo é pensata per

accogliere vegetazione ad arbusto basso a fioritura stagionale all'interno di aperture

circolari applicate alla pavimentazione

Anche i materiali e le tecnologie da adottare sia per le pavimentazioni dei percorsi

che per tutte le aree pedonali interne al parco, sono pensate per essere compatibili

con gli usi e sono inlinea con i criteri generali di sostenibilità ambientale ed economica

che il progetto si prefigge di adottare.

I percorsi principali avranno una pavimentazione in calcestruzzo pre-confezionato,

correntemente in uso e produzione anche nella regione, adatto per pavimentazioni sia

pedonali che carrabili con un’alta capacità drenante ottenuta mediante accurata

selezione degli inerti a grana piccola e media (max 22 mm.) dal mix design e specifica

azione del legante cementizio utilizzato nella miscela.

In questo modo viene garantito il drenaggio sostenibile delle acque riducendo

l’impermeabilizzazione del suolo e il deflusso (ruscellamento) delle acque piovane per

favorire il ripristino del ciclo naturale delle acque. Questa scelta riduce anche i costi

connessi alla gestione delle acque meteoriche in quanto il drenaggio può

rappresentare un’importante fonte di risparmio per le pubbliche amministrazioni rispetto

alle classiche soluzioni (raccolta puntuale, vasche di accumulo e rilascio in fognatura

bianca o mista). Inoltre aumenta la sicurezza delle pavimentazione evitando il formarsi

di pozzanghere e pericoli legati all’acquaplaning e alla formazione di lastre di ghiaccio.

Infine assicura elevata durabilità e bassi costi di gestione in particolare rispetto a

pavimentazioni pedonali, ciclabili o carrabili realizzate con le tradizionali soluzioni. Per

quanto concerne specifiche aree funzionali come quelle destinate a play-ground per

i bimbi,piazzole per sport all’aria aperta e pista ciclopedonale (percorso natura di

progetto e Percorso Natura esistente) si può circoscrivere l'uso a pavimentazioni

speciali. Per le prime si può prevedere la posa in opera di un tipo di pavimentazione

“anti trauma” in linea con le attuali normative europee in tema di sicurezza, costituita da

un manto interamente realizzato con gomma sintetica/naturale stabilizzata, miscelata

con resina poliuretanica elastica.

Anche per la seconda tipologia di aree possono essere adottate pavimentazioni

realizzate in resine leganti miscelate con sabbie ed inerti naturali e pigmenti per

conferire una coloritura speciale della superficie esterna. Questo tipo di tappetino di

rivestimento antisdrucciolo, resistente agli agenti atmosferici e di aspetto molto

naturale inoltre non inquina le falde sotterranee.

La scelta di conferire una tematizzazione ai 4 principali percorsi attrezzati che

attraversano il parco, trova giustificazione soprattutto dal punto di vista della fattibilità

tecnico economica dell’intero progetto di cui viene dato ampio resoconto nella specifica

relazione presentata a parte come richiesto da bando.

Le strutture annesse ai percorsi pensate per essere realizzate con tecnologie semplici,

di basso impatto ambientale e limitati costi di realizzazione e manutenzione, sono

pensate per ospitare famiglie di attività ricreative, legate a cultura, sport, tempo

libero, didattica e turismo, da svolgersi principalmente all’aria aperta ma non solo,

che possano fungere da aggregatori sociali e al contempo stimolare la formazione o

incentivare una rete di micro economie agenti sul territorio. Solo in questo modo il

progetto può prestarsi nella sua “conformazione fisica” e “programmatica” ad

operare un processo rigenerativo di quest’area attualmente sottoutilizzata e

parzialmente disgregata dal contesto circostante, in modo tale da rispondere

concretamente e realisticamente alle richieste di bando.

Nell’insieme il progetto prevede una rete di sistemi lineari intrecciati che viene a

costituire una sorta di “scena diffusa”, dislocata in vari punti del parco e nelle aree

adiacenti ad esso, dove poter collocare sia singole attività puntuali indipendenti e di

servizio (stanziali o temporanee) che manifestazioni stagionali, temporanee o cicliche,

come mercatini, sagre, festival, eventi di differenti tipologie (culturali, gastronomici,

musicali, commerciali, sportivi, etc)

Il percorso Natura ad esempio può ospitare attività ricreative specifiche da svolgere

all’aria aperta connesse al tempo libero, allo sport, al gioco bimbi e alla didattica.

Il percorso Storia può ospitare attività connesse alla fruizione turistica, alla didattica,

allo svolgimento di manifestazioni culturali, eventi, celebrazioni legate a feste locali e

ricorrenze.

Il percorso Panorama, può ospitare anch’esso attività connesse alla fruizione turistica,

didattica o di altro genere ed é pensato per essere parte di una rete escursionistica più

ampia che attraversa parti significative del territorio usando anche i percorsi ciclo

pedonali esistenti lungo il fiume. Attraverso di esso, venendo da fuori, é possibile

accedere al centro di Spilamberto passando per i punti notevoli sia della

conformazione orografica che panoramica del luogo come la collina della torre di

Guardia.

Lungo il percorso Degustazione, possono invece trovare collocazione sia attività fisse

come punti ristoro, bar, chioschi generici o anche atti alla vendita, consumo e

divulgazione di prodotti tipici locali che attività di tipo temporaneo come festival, sagre,

eventi stagionali legati alla fruizione enogastronomica.

3 / RIORGANIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ E LA SOSTA URBANA

In riferimento alla risposta, leggibile sul sito del concorso, alla domanda posta in merito

alla ricollocazione di aree destinate a parcheggio fuori dal limite indicato nell’allegato

05, fornita dalla segreteria del concorso in data 25-25-12, il progetto proposto intende

seguire il suggerimento dato di prevedere la progressiva riduzione delle aree a

parcheggio senza indicare in questa fase verifiche di standard o proposte per

l’individuazione di nuove aree da destinare a questa funzione.

Pertanto si prevede che tutte le aree in adiacenza con il perimetro ovest del Parco

della Rocca Rangoni, definite da via Savani, Piazzale Rangoni, Piazza Roma e via

Piccioli, vengano a costituire un unico sistema di spazi pubblici destinati, dopo la

riqualificazione, in una prima fase a diventare zona a traffico limitato prevedendo

anche la loro totale pedonalizzazione in alcuni giorni della settimana ad orari specifici

per agevolare la fruizione pedonale delle aree e la possibilità di utilizzare in una

modalità innovativa, come nel caso di Via Savani, una nuova piazza di ingresso

laterale al parco.

Il progetto suggerisce che questa venga riconvertita a piazza pubblica avocandone una

quota parte consistente ad uso pedonale riducendo l’area di sosta per autoveicoli

attualmente esistente lungo il marciapiede antistante la recinzione del parco

Per fare questo le azioni che si propongono di attuare sono innanzitutto la completa

ripavimentare di tutto l’intero sistema e poi l'apertura di due nuovi accessi lungo

l'attuale recinzione del parco nel tratto di Via Savani, recinzione di recente

realizzazione che nel progetto di secondo grado si intende valorizzare. Il progetto

prevede quindi di collocare lungo detta via, un sistema tripartito in sottoambiti, una

sequenza di tre piccole piazzole rettangolari delimitate da altrettanti sistemi di pensiline

e sedute con andamento planimetrico a “C. L'aiuola che delimita la recinzione verso

l'abitato viene mantenuta ma rimodellata secondo le esigenze di progetto nel

quadro di una complessiva ottimizzazione delle risorse già presenti sul territorio. Le

tettoie-pensiline hanno una particolare dislocazione in pianta che si presta ad una

doppia valenza: far passare in tre punti gli accessi al parco stesso ed accogliere allo

stesso tempo verso la strada aree di sosta pedonali dove, in specifici orari della

giornata e/o settimanali possano prendere vita attività di vendita all’aperto e di

mercato. Il progetto predispone quindi lo spazio pubblico ad ospitare questo tipo di

attività cicliche reversibili e temporanee, pensando di collocare delle tettoie al di

sotto delle quali poter sistemare i banchi e tutte le strutture removibili del caso. Lo

stesso sistema di pensiline e sedute usato per le Rotonde interne al parco negli orari in

cui il mercato non é attivo, funge da riparo delimitante lo spazio pubblico lasciato alla

libera fruizione della collettività. Il novello sistema urbano risultante costituirà lo

Stralcio n° 2 / Mercato della Rocca sul quale si ritornerà più avanti.

4 / RICERCA STORICA

4.1 IL CIRCUITO DELLE MURA DIFENSIVE DI SPILAMBERTO

L’insediamento fortificato di Spilamberto fu fondato nel 1210 dal Comune di Modena

sulla riva occidentale del fiume Panaro. Il castrum fu racchiuso all’interno di un recinto

rettangolare di mura costruite su terrapieni, interrotte sul lato orientale da una torre

la cui posizione è identificabile grazie all’analisi delle murature dell’attuale Rocca

Rangoni (vedi fig.4). Un secolo più tardi furono costruite le quattro torricelle1 angolari e

le tre porte a metà dei lati, di cui quella occidentale prese il ruolo di accesso principale

alla città.Con l’arrivo dei marchesi Rangoni, a partire dal XIV secolo2, le strutture della

torre a metà del lato orientale furono modificate fino ad assumere nel Quattrocento i

caratteri di una vera e propria Rocca fortificata. La Rocca Rangoni subì nei secoli

numerosi interventi di ristrutturazione e ampliamento che portarono all’obliterazione

delle strutture della torre primitiva e alla demolizione di piccoli tratti delle mura a sud

della rocca: tra il 1658 e il 1660 Guido IV Rangoni ordinò la costruzione di una galleria3

addossata al prospetto sud della rocca e successivamente, nel 1790, Lotario Alfonso

Rangoni fece addossare ad essa la “nuova conserva” per i prodotti delle coltivazioni4. Il

tratto di mura che collegava la rocca alla torre di sud-est fu quindi demolito in parte in

seguito a questi interventi, mentre la parte rimanente si trova ancora in situ5 al di sotto

del terrapieno su cui si eleva la

Torre di Guardia.

Il Gregori6 descrive il borgo di

Spilamberto come “cinto di

profonda fossa con terrapieni di

dentro e di fuori, sostenuti per più

fortezza da treplicata muraglia la

più alta della quali, stando nel

mezzo dei due terrapieni, andava

inghirlandata di merli”.

In base a questa descrizione si

può ricostruire la tipologia di

fortificazione che circondava

Spilamberto: una cerchia principale di mura, provvista di merli7, sorgeva sulla cima di

due terrapieni, uno esterno e uno interno, mentre altri due circuiti di mura servivano da

1 Cfr. AA.VV. 2007, p.65

2 Cfr. SASSATELLI 1994, p.15

3 Cfr. CORRADINI 2011, p.115

4 Cfr. CORRADINI 2011, p.251

5 Cfr. BALBONI 2010, p.30; AA.VV. 2007, p.144, n.6; la sua posizione è rappresentata in rosso

nella figura 4 6 Padre Gian Andrea Gregori, Storia del Castello di Spilamberto dalla sua origine fino all’anno

1712 circa, copia ms., dal prevosto D. Lorenz Tosi, 1857, Archivio parrocchiale di Spilamberto 7 I merli furono fatti demolire da Guido IV nel 1660 e il materiale fu riutilizzato per la costruzione

delle cucine

contenimento per essi. Nell’Iconographia della terra e del marchesato di Spilamberto8

(fig.1), che rappresenta il borgo nella metà del XVIII secolo, si può osservare il circuito

delle mura all’interno del quale era raccolto l’abitato e i terrapieni su cui si elevavano.

La presenza di un terrapieno a sud della Rocca, lungo via Piccioli, deriva dunque dalla

tipologia di fortificazione adottata a Spilamberto, mentre il suo incremento in altezza si

può far risalire a diverse cause succedutesi nel tempo. Sicuramente nel Seicento, se

non già precedentemente, i terrapieni delle muraglie venivano coltivati dai cittadini di

Spilamberto che avevano dei contratti a livello; sappiamo poi che nel 1611 la marchesa

Bianca Rangoni fece eseguire un ingente intervento di restauro delle murature, perché

esse venivano costantemente danneggiate dagli abitanti che le scavalcavano per

uscire dal borgo di notte e stendevano il bucato ad asciugare legando corde e

imperniando uncini “sopra i merli e muraglie” 9. Oltre all’uso agricolo del suolo e al

deposito di materiale derivato da eventuali crolli delle murature è possibile che a inizio

Settecento, nel periodo in cui il giardino dei nobili Rangoni fu sistemato per ospitare le

cerimonie tipiche di una residenza di villeggiatura, quale la rocca era diventata, Anna

Teresa, che aveva sfruttato l’invaso del fossato per realizzarvi una peschiera, abbia

voluto anche ricreare il topos della montagna in corrispondenza della Torre di guardia,

sfruttandone l’aspetto romantico.

Comprese le ragioni della presenza del terrapieno tra la Rocca e la Torre di guardia,

passiamo all’osservazione della parete, lunga circa 115 m, che oggi lo sostiene. Nei

tratti in cui non si conserva più l’intonaco di rivestimento è possibile osservare le

diverse tecniche costruttive con le quali la muratura è stata realizzata, risarcita,

soprelevata, ricostruita, prevalentemente con ciottoli di fiume di grandi dimensioni. I

segni degli interventi che essa ha subito, come il ricorso di laterizi per l’orizzontamento

della cresta prima della soprelevazione, la reintegrazione con malte cementizie e

materiali locali della fascia basamentale, maggiormente soggetta al degrado per la

costante presenza di umidità, l’apertura e la successiva tamponatura di una porta di

accesso a una rampa di scale, permettono di individuare diverse fasi costruttive della

parete stessa.

Per quanto riguarda l’andamento planimetrico, grazie allo studio della cartografia

storica è possibile individuare diverse fasi di trasformazione del terrapieno e della sua

parete di contenimento. Fino al momento della costruzione della galleria di Guido IV

Rangoni, nel 1660, il terrapieno doveva arrivare, così come la cerchia muraria

principale e il fossato, a toccare la parete meridionale della Rocca; in seguito a tale

ampliamento e alla costruzione della nuova conserva da parte di Lotario Alfonso, nel

1790, il terrapieno dovette essere contenuto con la costruzione di una nuova parete. La

“terrazza” che ancora oggi si protende verso piazzale Rangoni compare per la prima

volta, rappresentata schematicamente, in una planimetria del 1798 (ASMo, Ufficio

Centrale del Censo, Periti agrimensori, b.32, Misura e stima della fossa del castello e

dei terragli).

8 Cfr. CONFORTINI 2008

9 Cfr. SASSATELLI 2001, p.107: si tratta di un intervento di restauro eseguito utilizzando sassi del

fiume Panaro e mattoni prodotti nelle fornaci locali (forse gli stessi osservabili nel tratto di muratura a nord della Rocca nella fig.4)

Un documento10 del 1853 descrive

la Rocca come “circoscritta a

Levante dalla fossa del Castello, a

Mezzodì parte le fosse, i terragli o

mura, un orticello su terraglio e

strada. A Ponente la piazza detta

Rangoni”. L’orticello su terraglio di

cui si parla è rappresentato in una

planimetria del 1909 che è di

fondamentale importanza per la

comprensione delle strutture di cui

ci stiamo occupando. Tale

planimetria, consultabile presso l’Archivio Storico Civico di Spilamberto11, risale al 1909

e rappresenta il progetto di demolizione delle mura di fortificazione e la nuova

sistemazione dell’area orientale del borgo di Spilamberto. Non essendo riproducibile,

se ne riportano schematicamente le linee sulla mappa del Catasto di primo impianto

del 1892, conservato presso l’Archivio di Stato di Modena (fig.3).

In attuazione del progetto del

1909, redatto dall’ing. Pietro

Venturelli, tutto il tratto di mura a

nord della Rocca è stato

demolito, così come la muratura

di contenimento del terrapieno

dell’angolo sud-est del borgo (in

rosso nella fig.3), mentre la

parete di contenimento dell’orto

citato nel 1853, già caratterizzata

dalla terrazza su piazzale

Rangoni, rappresentata con un

tratto di collegamento con la cinta principale a circa metà della sua lunghezza attuale,

è stata prolungata in una direzione diversa dall’originale, rappresentata in blu in fig.3.

La parete che costeggia via Piccioli, per la quale il bando di concorso prevede che si

proponga un intervento di restauro, risulta quindi essere originale, o meglio, nella sua

posizione originale, solo per un tratto di circa 40m (vedi segmento in rosso in fig.4).

10

ASMo, Ufficio Centrale del Censo, busta 653, Autodenuncia dei possidenti del Comune di Spilamberto, anno 1853, citato da AA.VV. 2007, p.69 11

E’ stata consultata e pubblicata da Laura Balboni nel 2010; ASCSp, 44.13, 1909: Abbattimento delle mura. Planimetria di Spilamberto a levante della via S.Giovanni - S. Adriano con indicazione dei lavori progettati di sistemazione (1910)

Fig. 3

Fig. 4 – Tavola di sintesi delle informazioni acquisite attraverso la ricerca storica

4.2 INTRODUZIONE AL PROGETTO DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE

Nell’ambito di un progetto che riguarda tutto il settore orientale del borgo di

Spilamberto, si vogliono riqualificare le aree un tempo occupate dalle mura del castrum

e dai terrapieni su cui esse sorgevano. In particolare, essendo state demolite

completamente le strutture a nord della Rocca Rangoni, ci si vuole occupare delle

testimonianze ancora presenti tra essa e la Torre di Guardia.

Grazie alle informazioni ottenute attraverso la ricerca storica sappiamo che la parete

che costeggia via Piccioli è stata protagonista della quotidianità dei cittadini di

Spilamberto, i quali la utilizzavano “per distendere bugade e panni… sopra i merli e

muraglie” ed erano soliti scavalcarla per raggiungere le loro coltivazioni all’esterno del

borgo, sui terrapieni e nei Prati della Rocca.

Da elemento di divisione, quale essa è diventata in seguito agli incrementi di altezza

del terrapieno12, può dunque tornare ad essere un elemento di connessione tra il

borgo e il parco della Rocca: il progetto preliminare prevede la realizzazione di una

“passeggiata” accostata alla muratura, che potrebbe rendere il parco accessibile

indipendentemente dagli orari di apertura della Rocca. Considerando che gli interventi

del 1909 hanno modificato l’area di sedime di via Piccioli (vedi fig.3. Il percorso, inoltre,

può essere articolato in segmenti di salita e segmenti di passeggiata in quota, dai quali

si potrebbero osservare le mura avvicinandosi gradualmente alla vista del parco. Una

volta raggiunta la quota del terrapieno, all’intersezione con l’altro elemento di risalita

che connette il percorso a piazzale Rangoni, si potrebbe accedere ai percorsi tematici

del parco oppure raggiungere la Torre di Guardia osservando il tratto del muro di cinta

ancora conservato13 (in rosso nella fig.4), che potrebbe essere in questa occasione

rimesso in luce e restaurato.La realizzazione delle rampe di scale proposte nel

progetto preliminare per accedere al parco da piazzale Rangoni comporterebbe la

demolizione di un breve tratto della parete oggetto di studio: le ricerche bibliografica

e cartografica qui esposte e l’osservazione delle tecniche costruttive14 delle murature

hanno permesso di dimostrare che tale tratto non corrisponde a segmenti di

muratura originale, né alla posizione delle muraglie di XIII secolo, bensì ad

interventi per il contenimento del terrapieno eseguiti nel XIX secolo.

12

D. Oreni in AA.VV. 2007, p.145, n.13, parla di interventi di reinterro del terrapieno in occasione delle demolizioni del 1909, forse legati alla soprelevazione più evidente della parete 13

Lungo circa 20m, è stato rilevato per quanto possibile da un gruppo coordinato da D.Oreni. (AA.VV.2007, p.144, n.6) 14

La terrazza che si protende su piazzale Rangoni, di contenimento dell’orticello citato nel 1853, è sostenuta da una parete in laterizi e malta cementizia interrotta a metà della sua altezza da un cordolo in cemento armato, e si considera quindi si scarso valore storico-architettonico

4.3 BIBLIOGRAFIA

AA. VV., Spilamberto e la sua Rocca: atti della Giornata di studi del 28 ottobre 2006,

Cinisello Balsamo: Silvana, 2007

BALBONI L., Architettura fortificata e residenza patrizia nel Modenese tra XIV e XVI

secolo: la rocca Rangoni a Spilamberto, dottorato di ricerca in conservazione dei beni

architettonici, 21. ciclo: tesi di dottorato, Milano, 2010

CEVOLANI S., Storia di Spilamberto: in realtà piccola storia nella quale si narrano le

principali vicende del paese e del suo territorio a partire dalla preistoria per giungere ai

nostri giorni inquadrandole negli eventi della grande storia, Spilamberto: Istituto

Enciclopedico Settecani, 2010

CONFORTINI L., Iconographia della terra e del marchesato di Spilamberto nel ducato di

Modena feudo della illustre famiglia Rangoni, con l'indicazione dei castelli e dei luoghi

piu notevoli come si potevano ancora vedere verso la meta del XVIII secolo, Vignola:

Fondazione di Vignola, 2008

CORRADINI P., Spilamberto e altri palazzi: le residenze dei marchesi Rangoni tra XVII e

XIX secolo: tesi di dottorato, Milano, 2011

SASSATELLI C., Spilamberto: comunità e signoria dei Rangoni nel secolo XVI: tesi di

laurea in storia moderna, Bologna, 1994

SASSATELLI C., Che ogn'un si guardi : un castello e la sua signora : Spilamberto e

Bianca Rangoni, 1594-1622, Modena: Artioli, 2001

VECCHI M. C., Spilamberto in fotografie e cartoline d'epoca: esterni tra Ottocento e

Novecento, Spilamberto, 2008

Università di Bologna, Dipartimento di Paleografia e Medievistica, Saggi archeologici

esplorativi, Spilamberto, Rocca Rangoni, campagna 2007,

ABBREVIAZIONI

APRM Archivio Privato Rangoni Machiavelli

ASCOM Archivio Storico Comunale di Modena

ASCOS Archivio Storico Comunale di Spilamberto

ASCSp Archivio Storico Civico di Spilamberto

ASMo Archivio di Stato di Modena

5 / RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ URBANA E DELL’ARREDO

Nell’ambito del riassetto generale sopra descritto in merito alla proposta di razionalizzazione del sistema per la mobilità, la sosta urbana, le aree a traffico limitato e pedonali, il progetto che si presenta propone di ridefinire, l’intero sistema degli spazi pubblici della città a ridosso del parco della Rocca a cominciare dal totale ridisegno delle pavimentazioni, sistemi di arredo ed attrezzature e dalla riorganizzazione dei percorsi e funzioni anche in relazione alla nuova sistemazione prevista internamente al parco. Nella proposta di secondo grado il progetto presentato recepisce le richieste della committenza e si configura come "dispositivo" urbano in grado di adattarsi alle esigenze economiche e tempistiche dell'amministrazione. In questo solco dunque l'intera area di progetto è stata suddivisa in un totale di 4 ambiti o Stralci corrispondenti a quelle parti della stessa affini per qualità della struttura antropizzata e naturale. Inoltre per esaltare le potenzialità poetiche e evocative che costituiscono un patrimonio oggettivo derivante dalle importanti preesistenze storico-artistiche (come dimostrato in precedenza) di Spilamberto e per avvalorare il senso del progetto presentato, a ognuno degli Stralci corrisponde una qualità e una volontà di riqualificazione specifica. 5.1 / PIAZZA DELL'UNIONE (STRALCIO 1 / Piazzale Rangoni-Piazza Roma) Il primo stralcio è costituito dal sistema urbano di Piazzale Rangoni e Piazza Roma e sarà indicato come PIAZZA DELL'UNIONE in omaggio alla "Unione Terre di Castelli" un esempio unico di politica e volontà partecipativa legato al territorio e alle sue risorse. Ecco allora che gli interventi previsti in questo settore saranno rivolti da un lato all'integrazione delle aree verdi su Piazzale Rangoni amplificandone l'importanza e esaltandone il valore e, dall'altro, alla ripavimentazione degli spazi pubblici. Questa avviene secondo un disegno in pianta a “fasce” che riprende in parte alcuni allineamenti con importanti edifici storici presenti in situ, come ad esempio le sporgenze dei bastioni della Rocca Rangoni emergenti nella piazza antistante, ed in parte anche alcuni dei percorsi che poi proseguono secondo un andamento non più rettilineo, all’interno del parco. Queste fasce, che nel tratto urbano hanno un andamento rettilineo orientato nella stessa direzione del “cardo” dell’impianto urbano, sono pensate per essere trattate in superficie con materiali lapidei tipo basolato lavico o pietra locale e si alternano ad ulteriori fasce e/o aree di superficie più ampia dove viene proposta la posa in opera di una pavimentazione a calcestruzzi ed inerti a grana media (tipo acciololato di fiume) che riprendano le pavimentazioni locali tradizionali usate comunemente in molte risistemazioni stradali e pavimentali di aree pubbliche di Spilamberto Per quanto concerne piazzale Rangoni, restituito prevalentemente alla totale fruizione pedonale, ad unica eccezione della viabilità di servizio e di sicurezza , si attua inoltre la demolizione consentita da bando del fabbricato a nord della piazza, in modo da aprire a un continuum percettivo e permeabile il caratteristico sistema "a medina" costituito da Vicolo De Andrè e sue diramazioni.

5.2 / MERCATO DELLA ROCCA (STRALCIO 2 / Via Savani) Come abbiamo anticipato in precedenza lo stralcio relativo a Via Savani viene interpretato dal progetto come un "momento" essenziale, insistendo su di un settore urbano che è paradigma di tutto l'intervento. Una struttura urbana "antica" di tipo irregolare propria di un borgo medioevale ( la "medina" di Vicolo De Andrè) si innesta e confluisce su di un ampio slargo compresso tra il limitare del parco e la presenza della Rocca Rangoni. La vocazione dello spazio di Via Savani è attualmente in bilico tra piazza, Strada e parcheggio. Il progetto sceglie di trasformarlo in un "luogo" il cui carattere viene definito da due elementi cardine La Rocca e il Mercato, avvalorando l'eredità della preesistenza storica e al contempo favorendo lo sviluppo di un attività quella di vendita all’aperto e di mercato (fiere, sagre, mercatini) per cui Spilamberto è noto nell'intera regione. Ecco allora che un sistema tripartito in sottoambiti, una sequenza di tre piccole piazzole rettangolari delimitate da altrettanti sistemi di pensiline e sedute con andamento planimetrico a “C" è innestata sull' aiuola che delimita la recinzione tra parco e l'abitato. Le tettoie-pensiline hanno una particolare dislocazione in pianta e una differente misura in modo da favorire differenti usi e necessità legati all'attività annonaria. Il progetto interpreta quindi lo spazio pubblico come "dispositivo" atto ad ospitare un tipo di attività cicliche reversibili e temporanee, pensando di collocare delle tettoie al di sotto delle quali poter sistemare i banchi e tutte le strutture removibili del caso. La pavimentazione prevista prevede l'utilizzo di cemento autolivellante per esterni colorato in pasta alternato alla pavimentazione in materiali lapidei tipo basolato lavico o pietra locale e la pavimentazione a calcestruzzi ed inerti a grana media (tipo acciololato di fiume)

5.3 / TERRAGLIO DI SPILAMBERTO (STRALCIO 3 / Via Piccioli)

Forse uno degli elementi più caratteristici del paese oggi compresso e occultato dalla

dimensione "domestica" - lascito di un passato recente che alla Rocca riguarda con un

certo sospetto - e da quella "commerciale" rappresentata dall'attrezzatura temporanea

del ristorante su Piazza Rangoni è costituito dalla terrazza sopraelevata che aggetta

sulla stessa piazza e la cui quinta è costituita dal lato sud del fortilizio medioevale. Si

tratta di un occasione progettuale unica perché rappresenta un punto di osservazione

preferenziale nel tragitto che dal Parco delle Rotonde si compie per accedere alla città,

ma anche per il percorso "storico" che da qui principia per raggiungere la Torre di

guardia posta sulla sommità della collina. il Terraglio di Spilamberto eredità il suo

nome da questo passo di un documento del 1853 conservato all'Archivio di Stato di

Modena dove si descrive la Rocca come: “circoscritta a Levante dalla fossa del

Castello, a Mezzodì parte le fosse, i terragli o mura, un orticello su terraglio e strada.:

Si immagina dunque questo novello spazio come luogo in cui la comunità potrà

celebrare momenti e rituali importanti (matrimoni, feste di battesimo, etc.) ma anche

come rifugio e luogo della meditazione, spazio dominato benefico pacifico e a contatto

con la natura. L'intervento è dunque caratterizzato dalla creazione di un novello

elemento di balaustra-seduta che corre lungo la parete di via Piccioli dal lato del parco,

ricongiunto alla Piazza dell'Unione per mezzo di un apertura su quest'ultima - come si

è dimostrato non più "storica" - che connette e unisce appunto lo stralcio_1 con lo

Stralcio_3 mediante una scala di nuova realizzazione. Questa balaustra non intacca

ad ogni modo l'esistente ma vi si addossa semplicemente. Il materiale di finitura sia di

questa che dei piccoli settori pavimentati che si dispongono rispettosi delle alberature

esistenti è realizzata in cotto. Oltre alla nuova scala sopra descritta e al ripristino della

scala esistente oggi ricoperta di arbusti e vegetazione spontanea (posta a circa metà

dello sviluppo lineare della parete) e con il fine di connettere il settore sud di

Spilamberto con la Torre di guardia si introduce una scala in legno e acciaio

addossata al terminale della parete prospiciente a Via Vischi, da questa attraverso un

piccolo percorso-sentiero ricavato sul lato ovest della collina se ne raggiunge la

sommità su cui si è predisposto una piccola zona di sosta con sedute. Nessun altro

intervento è previsto sulla parete lungo Via Piccioli se non la ripulitura il

consolidamento e la posa di un novello strato di intonaco in grado di restituire

dignità a un fronte urbano più "schivo" di Spilamberto ma di grande bellezza e poesia.

5.4 / PARCO DELLE ROTONDE (STRALCIO 4 / Parco della Rocca-Fiume Panaro)

L'intervento è stato ampiamente descritto nella presente relazione. A titolo esplicativo

si ribadisce che Il progetto del parco prende forma da un “sistema di elementi”, un

insieme di 4 principali percorsi tematici attrezzati (Natura, Storia, Panorama,

Degustazione), pensati per attraversare, infiltrarsi sinuosamente all’interno del

“sistema parco” esistente, assecondandone l’assetto orografico, adattandosi ad esso

senza imporre significativi cambiamenti e conseguenti necessari movimenti del suolo,

anche nel rispetto di tutta la vegetazione esistente.

Pensati come infrastrutturazione minima atta alla necessaria attrezzatura del parco

in funzione della sua fruizione, i percorsi pedonali connettono il sistema di spazi

pubblici interno alla città a ridosso delle antiche mura e della Rocca Rangoni (piazzale

Rangoni, via Piccioli, via Savani) con il parco stesso permettendo inoltre l’accesso più

fluido e diretto al fiume. Qui i percorsi tematici, attraversando il Percorso Natura

esistente, traguardano piccole strutture di servizio a ridosso del fiume, con la funzione

di ospitare chioschi, punti sosta attrezzati, noleggio bici, info point e quant’altro

possa incentivare l’uso e la fruibilità da parte della collettività anche di queste aree

attualmente sottoutilizzate. Si tratta di piazzole-punti sosta attrezzati, le Rotonde, dal

disegno geometrico a pianta circolare simile ma di differente diametro di ampiezza.

Da un punto di vista architettonico e tecnologico, queste sono pensate della stessa

natura, con una parte pavimentata che accoglie le sedute e la possibilità di collocare

piccole strutture a tettoia leggere che si alternano ad aree verdi presenti al proprio

interno, percorsi e vasche d’acqua. Da un punto di vista tipologico sfruttando la

semplificazione di uno stesso sistema costruttivo, sono pensate per adattarsi a

differenti usi. Il sistema low-tech previsto é di basso impatto ambientale e risponde

anche ad una logica di reversibilità che preveda nel tempo la possibilità di smontare

l’intera struttura delle pensiline fatta di parti (travi in acciaio, assi di legno modulari) che

possano essere reimpiegate in eventuali nuovi usi.