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CORSO COORDINATORI PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONEarch. Viviana D’Ambruoso
Protezione delle vie respiratorie
Servono a proteggere da sostanze aeriformi potenzialmente nocive (gas, polveri, vapori) e a permettere la normale RESPIRAZIONE quando il livello d‘ossigeno è comunque superiore al valore-limite del 17%.
ALLEGATO II - Decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale2 maggio 2001 (norma UNI 10720)
La norma intende mostrare come le persone possano essere protette dai rischi per la salute dovuti ad
insufficienza di ossigeno
e/o
a presenza di sostanze pericolose nell'atmosfera ambiente.
TIPOLOGIE DI DPI
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Il corpo umano può ricevere danni per: Porta ad insufficienza di ossigeno nelle cellule del corpo umano ed ostacola importanti funzioni vitali. Non è avvertita dai sensi dell'uomo e conduce ad uno stato di incoscienza. Può causare un danno irreversibile alle cellule cerebrali ed anche la morte. L'entità del danno dipende dalla concentrazione di ossigeno residuo nell'aria inspirata, dalla durata degli effetti dovuti all'insufficienza di ossigeno, dalla frequenza e dal volume di respirazione nonché dalla specifica condizione fisica della persona.
Possono aversi malattie polmonari, intossicazioni acute o croniche, lesioni da radiazioni, tipi diversi di tumori o altri tipi di danni (per esempio allergie). L'entità del danno dipende generalmente dalla concentrazione e dalla durata dell'effetto della sostanza pericolosa alla salute, dalla via per la quale essa agisce con il corpo, dall'affaticamento dovuto al lavoro svolto, dalla frequenza e dal volume di respirazione nonché dalla specifica condizione fisica della persona.
insufficienza di ossigeno nell'aria da respirare
presenza in essa di sostanze pericolose.
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MISURE GENERALI PER IL CONTENIMENTO DEGLI INQUINANTI AMBIENTALI
Prima di prendere in considerazione l'utilizzo di un APVR deve essere attuato, per quanto ragionevolmente fattibile "in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico 1), il contenimento degli inquinanti in sospensione nell'aria con il ricorso a metodi ingegneristici in uso (per esempio sistemi di confinamento, impianti di aspirazione).
Se tale obiettivo non può essere raggiunto o se, per mezzo di misure tecniche od organizzative, esso può essere raggiunto soltanto in modo insufficiente, è allora opportuno rendere disponibili, per ogni singolo scopo specifico, gli idonei APVR e assicurarne in modo appropriato l'uso, l'immagazzinamento e la manutenzione.
L'utilizzatore deve ricevere istruzioni e tecniche di addestramento per l'uso degli APVR e deve osservarle.
Anche durante un'attività fisica faticosa gli APVR devono fornire all'utilizzatore un'alimentazione sufficiente di aria respirabilecioè non dannosa e di percezione non sgradevole
(per esempio a causa del suo odore, della temperatura o del contenuto di umidità).
Il funzionamento di un APVR consiste o nel filtrare l'atmosfera inquinata o nel fornire aria respirabile da una sorgente alternativa.
L'aria raggiunge l'utilizzatore tramite un boccaglio, in quanto di maschera, una semimaschera, una maschera intera, un elmetto, un cappuccio, un giubbotto o una tuta (questi ultimi con elmetto o cappuccio incorporati).
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CRITERI DI SCELTA
La scelta degli APVR da usare contro sostanze che presentano un rischio noto per la salute dovrebbe dipendere da un insieme di considerazioni su:
•efficienza/capacità dell'apparecchio
•perdita del facciale
•valori limite di soglia per l'esposizione all'inquinante (o agli inquinanti) negli ambienti di lavoro
•concentrazione dell'inquinante nello specifico ambiente di lavoro
•durata dell'attività lavorativa nell'area inquinata.
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CRITERI DI SCELTA
Valutazione del rischio
Estensione e localizzazione del rischio
Purezza dell'aria respirabile
Libertà di movimento
identificare in modo appropriato la natura dell'inquinamento e appurare se esso sia dovuto a particelle, a gas, a vapori, ad insufficienza di ossigeno o ad una combinazione di questi fattori.
Attenzione all'estensione del rischio nello spazio e nel tempo, come pure all'accesso al posto di lavoro e alle possibili sorgenti di alimentazione di aria respirabile.
gli inquinanti devono essere presenti in quantità la più piccola possibile e comunque in nessun caso devono superare i limiti di esposizione consentiti.
I respiratori a filtro interferiscono molto poco con i movimenti. Gli apparecchi ad adduzione di aria compressa e a presa d'aria esterna limitano invece severamente l'area operativa epresentano un pericolo potenziale in quanto le tubazioni possono venire a contatto con i macchinari o essere schiacciate da oggetti pesanti.Gli autorespiratori hanno invece l'inconveniente delle dimensioni e del peso che possono limitare i movimenti negli spazi angusti e ridurre la capacità di lavoro quando si tratti di lavoro pesante.
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CRITERI DI SCELTA
Campo visivo
Comunicazione orale
Condizioni climatiche estreme
Altri dispositivi di protezione individuale
Tutti i facciali limitano, in qualche misura, il campo visivo dell'utilizzatore
I normali facciali distorcono in qualche misura la voce ma di solito la valvola di espirazione consente una discreta trasmissione della voce a brevi distanze in sufficienti condizioni di quiete.
Quando gli APVR includono componenti atti a proteggere altre parti del corpo (per esempio testa o occhi), non si dovrebbe dare per scontato che tali componenti forniscano il livello di protezione indicato nelle norme specifiche, a meno che ciò non venga affermato dal fabbricante con la dichiarazione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza e salute e con il riferimento delle specifiche norme armonizzate.
valutare la resistenza dell'apparecchio di protezione a condizioni estreme di temperatura ed umidità, specialmente quando l'apparecchio sia scelto per essere utilizzato in situazioni di emergenza.
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TIPOLOGIE DI APPARECCHI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR)
I mezzi di protezione delle vie respiratorie possono essenzialmente essereclassificati in:
A FILTRO UNI EN 133(mascherine antipolvere (facciale filtrante) monouso, maschere a pieno facciale)
Questi mezzi protettivi servono per filtrare l’aria prelevata dall’ambiente in cuisi trova il lavoratore (facciali filtranti, maschere a filtro anche a ventilazioneforzata, ecc.)
ISOLANTIautonomi (autorespiratori) EN137 , non autonomi (a circuito d'aria respirabile) EN139 ,
semimaschera
MEZZI PRELEVANTI ARIA DA BOMBOLA O CARTUCCIAIn ambienti di lavoro nei quali non sia necessaria una lunga presenza dellavoratore, e in cui sia carente l’ossigeno e ci sia presenza di gas nocivi, si fa usodi mezzi prelevanti aria da una bombola o da una cartuccia (autorespiratori)
MEZZI PRELEVANTI ARIA DA ATMOSFERA NON INQUINATAQuesti mezzi di protezione vengono utilizzati in ambienti di lavoro con carenza diossigeno, con necessità di una lunga presenza del lavoratore, ma con facilità dicollegamento con un ambiente da cui prelevare aria non inquinata (respiratori apresa d’aria).
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RESPIRATORI A FILTRO
contro particelle contro gas e vapori contro particelle, gas e vapori
filtro antipolvere + facciale
facciale filtrante antipolvere
filtro antigas + facciale
facciale filtrante antigas
filtro combinato+ facciale
facciale filtrante combinato
L'aria ispirata passa attraverso un materiale filtrante che trattiene gli inquinanti.
I respiratori a filtro possono essere non assistiti o assistiti. I respiratori a filtro assistiti possono essere a ventilazione assistita o a ventilazione forzata.
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CLASSIFICAZIONE RESPIRATORI A FILTRO
I filtri antipolvere e i respiratori con filtro antipolvere si suddividono nelle classi seguenti:
bassa efficienza (filtri P1 - respiratori FFP1, THP 1, TMP 1)media efficienza (filtri P2 - respiratori FFP2, THP 2, TMP 2)alta efficienza (filtri P3 - respiratori FFP3, THP 3, TMP 3)
N.B. I filtri di media ed alta efficienza sono inoltre differenziati secondo la loro idoneità a trattenere particelle sia solide che liquide o solide soltanto.
la suddivisione in classi è correlata alla loro diversa efficienza di filtrazione
I filtri antigas si suddividono nelle classi seguenti:
piccola capacità (filtri di classe 1)media capacità (filtri di classe 2)grande capacità (filtri di classe 3)
la suddivisione in classi è associata alla loro capacità cioè la quantità di contaminante che il filtro è in grado di assorbire e quindi la durata (e non l'efficienza filtrante che è 100%).(a parità degli altri parametri che tale durata determinano, quali la concentrazione in aria dell'inquinante, l'umidità e la temperatura dell'aria ambiente, la frequenza respiratoria ed il volume respiratorio dell'utilizzatore).
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FACCIALI FILTRANTI
SEMIMASCHERE FILTRANTI
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CLASSIFICAZIONE RESPIRATORI A FILTRO ANTIPOLVERE
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CLASSIFICAZIONE RESPIRATORI A FILTRO ANTIGAS
In linea generale, i gas nocivi alla respirazione sono:
TOSSICIModificano il normale funzionamento del sangue e del sistema nervoso.
SOFFOCANTI – IRRITANTIProducono danni ai polmoni ed alle vie respiratorie.
ASFISSIANTIRendono impossibile la respirazione, sostituendosi all’ossigeno dell’aria
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Respiratori a facciale pieno
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MASCHERE A FILTRO ANTIGAS MONO/POLIVALENTE
Questo tipo di protezione, che in genere è a facciale intero proteggendo così anche occhie viso, serve per depurare l’aria inspirata, tramite apposito filtro, da gas e vapori tossicie nocivi.
I filtri antigas sono classificati in base al tipo di gas che possono filtrare e sono contraddistinti da un colore specifico relativo al gas filtrato:
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MASCHERE A FILTRO ANTIGAS MONO/POLIVALENTE
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I PRINCIPALI LIMITI ALL’USO DELLE MASCHERE ANTIGAS SONO:
• La percentuale di ossigeno nell’aria deve essere almeno il 17%;
• Le percentuali di gas, vapori e particelle nell’aria non devono essere superiori a quelle indicate sul filtro;
• In caso di presenza contemporanea dubbia di gas ed aerosol, è necessario utilizzare un filtro combinato(infatti, in caso di uso di un filtro a gas in aria non ci devono essere aerosol, e viceversa);
• Per garantire la massima tenuta, le maschere antigas devono essere usate solo con viso senza barba;
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SCELTA DEI DPI PER LA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
• Individuazione delle più opportune procedure complessive di protezione e di buona pratica e non solo dei DPI di maggiore efficacia protettiva
• L'efficienza filtrante totale di un dispositivo è determinata principalmente dal tipo maschera e successivamente dal filtro utilizzato
• L’efficienza filtrante minima della semimaschera è pari al 98%.
• L'efficienza filtrante minima del pieno facciale è superiore al 99,9%
• Quindi per aumentare il livello di protezione del dispositivo occorre passare da una semimaschera con filtri ad un pieno facciale con filtri (e non aumentare la classe del filtro utilizzato)
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Protezione degli arti superiori
I dispositivi per la protezione degli arti superiori riguardano in particolare le mani, maggiormente esposte ai rischi, che possono essere di varia natura:
• Guanti - norme di conformità EN420
Rischi meccanici ed elettrostatici - norme di conformità EN388Rischi elettrici/folgorazione - norme di conformità EN60903Rischi chimici e microbiologici- norme di conformità EN374Rischi da freddo - norme di conformità EN511Rischi da calore e fuoco - norme di conformità EN407Rischi da vibrazioni - norme di conformità EN420
• Palmari di sicurezza
• Paramaniche e sopramaniche
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In determinate lavorazioni che comportano dei rischi per mani e braccia, è necessario utilizzare dei mezzi di protezione come guanti.
In linea generale, si devono seguire alcune norme di comportamento, come le seguenti:
• Usare guanti specifici in funzione del tipo di lavorazione da eseguire;
• Usare guanti di spessore costante, senza fori e facilmente calzabili;
• Nel caso di lavorazioni con sostanze tossiche usare guanti abbastanza lunghi, almeno fino all’avambraccio;
• Non usare guanti troppo aderenti alla pelle per limitare il sudore;
• Controllare quotidianamente l’integrità delle protezioni utilizzate;
• Evitare l’uso di protezioni degradate e/o strappate;
• Fare un utilizzo sistematico delle protezioni.
Protezione degli arti superiori – GUANTI
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GUANTI PER PROTEZIONI DA AGENTI FISICI (meccanici, termici ed elettrici)
A)Agenti fisici meccanici e termici
In caso di lavorazioni pesanti, logoranti a livello fisico, in processi termici, etc. è necessario l’uso di agenti molto robusti, realizzati in vari materiali come il kevlar, cuoio, cotone etc.
Possono essere anche rinforzati con metallo e altri materiali robusti.
Esistono anche protezioni solo per il palmo della mano, o solo per il dorso.
Nel caso soprattutto di lavorazioni che espongono le mani a elevate temperature, possono essere utilizzate guanti in fibra aramidica, che ha un’eccezionale resistenza al taglio, all’usura, al calore (resiste circa 6 minuti a 220° C, prima che la temperatura interna del guanto raggiunga il livello di ustione di 78°C).
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GUANTI PER PROTEZIONI DA AGENTI FISICI (meccanici, termici ed elettrici)
A)Elettricità
Nei confronti del rischio di contatto con apparecchi in tensione (elettrocuzione) è fondamentale utilizzare guanti isolanti, realizzati in lattice di gomma, sui quali deve essere scritta la tensione massima sopportabile che può variare da 5.000 a 30.000 V.
E’ necessario seguire i seguenti comportamenti:
- Non lavorare mai su apparecchi con tensione superiore a quellaindicata sui guanti utilizzati;
- Pulire costantemente i guanti secondo le modalità indicate dalproduttore;
- Conservare i guanti in luogo idoneo;
- Controllare l’integrità dei guanti prima dell’utilizzo.
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GUANTI PER PROTEZIONI DA AGENTI CHIMICI
In caso di lavorazioni che comportino il contatto con agenti chimici, come solventi, sostanze corrosive e chimiche in genere, è necessario utilizzare dei guanti di protezione, che devono essere idonei al prodotto chimico maneggiato (non corrosibili, impermeabili ai fluidi, etc).
E’ necessario seguire i seguenti comportamenti:
- Pulire costantemente i guanti secondo le modalità indicate dal produttore
- Conservare i guanti in luogo idoneo
- Controllare l’integrità dei guanti prima dell’utilizzo
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GUANTI DI PROTEZIONE PER IL RISCHIO DA TAGLIO
•In fibra Specta o Kevlar con alta resistenza al taglio, con ottima sensibilità e destrezza, provvisti di una relazione tecnica dettagliata sulle caratteristiche specifiche del prodotto
•materiale di fabbricazione
•valore dell’indice di resistenza al taglio
•valore di AQL < 1 (appositamente certificato)
•dichiarazione indicante: ditta produttrice e luogo di produzione
•certificazione attestante il possesso marchio CE come DPI in III Categoria secondo il D.Lgs. 475/92 e numero di identificazione
•rispetto delle norme UNI-EN 388
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Gli occhi sono soggetti a diversi rischi: schegge, materiali roventi o caustici o corrosivi, radiazioni, che possono portare a tre tipi di lesioni: meccaniche, ottiche e termiche.
Per proteggere questi organi delicati si usano DPI del tipo:
Occhiali norme di conformità EN166
Maschere norme di conformità EN166
Visiere norme di conformità EN166
Schermi norme di conformità EN166
Protezione degli occhi
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Possono essere eventualmente abbinati a filtri che servono per eliminare le bande dello spettro elettromagnetico potenzialmente dannose, come gli infrarossi, gli ultravioletti, ecc.
Filtri per saldatura norme di conformità EN169Filtri per raggi ultravioletti norme di conformità
EN170Filtri per raggi infrarossi norme di conformità
EN171Filtri di protezione solare per uso industriale norme di conformità
EN172
I danni da radiazione si differenziano in base al tipo di luce emessa:
Luce blu penetrazione della retina
Infrarosso deformazione della cornea
Ultravioletto arrossamento degli occhi
Per ovviare a questi problemi vengono sempre più utilizzate maschere auto-oscuranti per saldatori, con filtri opto-elettronici che si oscurano in 0,2 millesimi di secondo dallo scoccare dell'arco elettrico.
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Nelle lavorazioni in cui è possibile un danneggiamento degli occhi e/o del volto, è necessario utilizzare particolari protezioni, come occhiali e visiere.
Gli agenti di rischio che possono creare danni agli occhi ed al volto, possonoessere:
AGENTI MECCANICISchegge, urti con materiali solidi, aria compressa, etc;
AGENTI OTTICIRaggi infrarossi, raggi laser, luce molto intensa, raggi ultravioletti;
AGENTI TERMICISostanze liquide e solide calde, calore radiante;
AGENTI CHIMICISostanze fluide (gas e liquidi), sostanze solide.
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I materiali costituenti le lenti degli occhiali possono essere:
IL POLICARBONATO fornisce un’ottima protezione all’impatto
IL VETRO TEMPERATO offre buone proprietà di resistenza aprodotti chimici e ai graffi,
IL CR39 offre resistenza a prodotti chimici, all’abrasione,all’impatto e al contatto con particelle di metallofuso.
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Le dimensioni delle lenti sono perlomeno di 40 mm d’altezza e 50 mm di larghezza.
Le tipologie strutturali di vetri sono:
-vetri di sicurezza, cioè resistenti alla rottura
-vetri composti, nei quali la parte di vetro verso gli occhi rimane intatta in quanto trattenuta da una pellicola plastica totalmente trasparente
-vetri temperati, nei quali i vetri si disperdono in parti microscopiche non taglienti, a seguito della rottura.
La forma degli occhiali deve essere il più avvolgente possibile.
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OCCHIALI PER SALDATORI
Nel caso di lavorazioni di saldatura è indispensabile l’utilizzo di occhiali e schermi particolari, sia per il rischio di spruzzi di metallo incandescente sia per i vari tipi di radiazioni emesse durante tale lavorazione.
I mezzi di protezione sono diversi in funzione del tipo di saldatura, che può essere ossiacetilenica ed elettrica.
E’ assolutamente fondamentale utilizzare la protezione idonea al tipo di saldatura effettuata.
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Le visiere sono utilizzate nel caso di proiezioni di materiale, per proteggersi da fiammate, etc.
Le visiere non possono fornire una protezione, pertanto in caso di lavorazioni che possono sviluppare spruzzi e/o sostanze aerodisperse, è necessario utilizzare anche gli occhiali a mascherina.
Le visiere forniscono una protezione delvolto e degli occhi, dando anche una buona aerazione.
In linea generale, le visiere possono essere fissate all’elmetto diprotezione del capo, o direttamente con una bardatura alla testa. Di norma sono leggere, di uso e regolazione facilissimi.
Protezione del volto
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Il danno all'udito (detto ipoacusia professionale) è grave perché non rimarginabile: le cellule uditive, infatti, se danneggiate non possono più rigenerarsi.
La riduzione della capacità uditiva è funzione dell’intensità, della durata e della frequenza dell’onda sonora.
DPI per proteggere l'udito sono obbligatori quando non è possibile ridurre il rumore con misure tecniche e quando esso supera i 90 decibel istantanei o gli 85 decibel medi giornalieri
Protezione dell’udito
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I mezzi di protezione dell’udito sono di varie tipologie, ed è necessario identificare quello più adatto in funzione del tipo di rumore e delle caratteristiche della persona esposta.
Cuffie norme di conformità EN 352-1 abbinate ad elmetto norme di conformità EN 352-3attive, con radio incorporata norme di conformità EN 352-4
Tappi auricolari norme di conformità EN 352-2 inserti (filtri)tappi con catenella
Archetti EN 352-2
I DPI per proteggere l'udito recano una sigla in base alla frequenza che attenuano:
L da 65Hz a 250Hz
M da 250Hz a 2000Hz
H da 2000Hz a 8000Hz
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Nell’utilizzo dei mezzi di protezione per l’orecchio è necessario seguire i seguenti comportamenti:
- pulire costantemente le protezioni secondo le modalità indicate dal produttore
- la sostituzione delle protezioni deve essere effettuata secondo le modalità indicate dal produttore
- conservare le protezioni in luogo opportuno
- controllare l’integrità delle protezioni prima dell’utilizzo
- fare un utilizzo sistematico delle protezioni
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Frequentemente, durante lo svolgimento del lavoro, la testa è sottoposta a numerose occasioni di pericolo, come ad esempio urti vari, cadute di materiale dall’alto, etc. di conseguenza è necessario proteggere la testa con un elmetto idoneo.
Il dispositivo di protezione per il capo è uno solo:
ELMETTO - norme di conformità EN397
Gli elmetti per la protezione della testa sono di materiale plastico resistente (policarbonato termoplastico) o rinforzato (fibra di vetro) o metallico (alluminio o lega leggera).
Protezione del capo | testa-capelli
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ELMETTO è composto dalle seguenti parti:
Calotta di protezioneLa calotta è la parte esterna dell’elmetto, in materiale rigido, in grado di assorbire le forze agenti. Ad essa va collegata la bardatura. La calotta può avere forme diverse, a seconda dei casi. Per esempio con: • bordo circolare largo • con bordatura antipioggia • con visiera • con protezione nuca abbassata
Bardatura È la parte intera dell’elmetto di protezione che ripartisce sulla calotta le forze agenti, mitigandole. Ha una forma simile ad un cesto unito da fasce portanti, è regolabile in larghezza ed ha una bardatura nucale.
Fascia antisudore
Accessori Elmetto di ProtezioneSi tratta di parti che possono essere applicate successivamente per utilizzi particolari sulla calotta e anche sulla bardatura. Alcuni esempi: • cinghie mento • portalampada • protezione nuca • visiera di protezioneN.B. La visiera di protezione, gli occhiali, le protezioni per l’udito e altri dispositivi di protezione - che possono essere portati anche senza elmetto – sono dispositivi di protezione individuale autonomi e non sono ritenuti accessori per l’elmetto.
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Il casco o elmetto deve essere compatibile con l'utilizzo di altri DPI (es. cuffie o visiera); inoltre la bardatura deve essere regolabile in altezza e in larghezza.
In un cantiere edile, in prossimità dei ponteggi, è necessario alzare la calotta rispetto alla bardatura per aumentare il grado di assorbimento di eventuale materiale che cada dall'alto.
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ELMETTO deve avere i seguenti requisiti:
-Assorbimento dell’urto;
-Resistenza alla perforazione;
-Buona aerazione
-Resistenza alla luce solare ed alla pioggia;
-Non infiammabilità;
-Proprietà dielettriche (la tensione di perforazione deve essere superiore a 10kv);
-Disinfettabilità e lavabilità;
- Il peso non deve superare i 425 g (elmetti solo con la visiera), 475 g (elmetti con falda anulare) e 550 g (elmetti speciali), esclusi i possibili accessori.
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Per garantire la massima efficacia protettiva di un elmetto, è necessario seguire le seguenti modalità d’uso:
- tenere l’elmetto ben saldo al capo, allacciando l’apposita fibbia sotto la gola;
- verificare giornalmente l’integrità di tutte le parti costituenti l’elmetto;
- pulire periodicamente l’elmetto, rispettando le modalità di pulizia indicate dal costruttore dello stesso, evitando l’uso di solventi ed altri prodotti chimici che potrebbero deteriorarne la struttura.
In linea generale, poiché risulta non sempre possibile escludere a priori i rischi di danni alla testa, è consigliato fare un uso continuativo dell’elmetto di protezione in determinate tipologie di lavoro.
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Comfort
Questo punto è di particolare importanza. Quindi le parti portanti devono essere prodotte in nastri in tessuto e deve essere prevista una fascia tergisudore
Il materiale si adatta perfettamente alla forma della testa dell’operatore ed il rivestimento risulta essere migliore contro il sudore e le irritazioni.
Ulteriore comfort viene garantito dall’imbottitura interna, inserita tra la bardatura testa e la calotta, e da una fascia tergisudore, che racchiude la bardatura testa e deve assorbire il sudore.
ImpiegoGli elmi industriali di protezione servono ad assorbire l’energia d’urto con la distruzione parziale o il danno della calotta e del rivestimento interno.
Perciò ogni elmetto di protezione deve essere sostituito se è stato esposto ad un urto molto forte, anche quando il danno non è direttamente riconoscibile.
Quando vengono riscontrati difetti visibili da un punto di vista della sicurezza tecnica, gli elmetti di protezione non devono essere più utilizzati. Per garantire una protezione sufficiente, gli elmetti industriali di protezione devono essere della taglia dell’operatore o devono poter essere regolati in base a questa.
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Durata di utilizzo
La durata degli elmetti, in particolare della calotta, dipende da diversi fattori:Le calotte in materia plastica termoindurente non sono soggette a nessun danno determinato dall’età della loro funzione di protezione; devono quindi essere sostituite solo in caso di danno meccanico.
Le calotte in materiale termoplastico possono essere soggette a danni determinati dall’età della loro funzione protettiva. Sia la qualità, sia il campo di impiego influiscono sulla durata:• materia plastica utilizzata e stabilizzatori aggiunti • lavorazione con pressione, temperatura e velocità di spruzzo • intemperie • esposizione ai raggi UV • inquinamento dell’aria • colore dell’elmetto
Cura/PuliziaGli elmetti industriali di protezione devono essere puliti ad intervalli regolari e secondo le condizioni indicate dal fornitore. Osservare le istruzioni del produttore sui metodi di pulizia e sul detergente da utilizzare.Il rivestimento interno, per esempio, può essere pulito con acqua tiepida saponata o lavato in lavatrice.
CORSO COORDINATORI PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONEarch. Viviana D’Ambruoso
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La protezione dei piedi è importante sia per la loro incolumità sia per garantire una buona stabilità del lavoratore.
In generale, per gli arti inferiori, sono previsti i seguenti DPI:
Scarpe - norme di conformità EN345
Ginocchiere
Ghette
Suole amovibili
Dispositivi amovibili di protezione per il collo del piede
Protezione degli arti inferiori
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Le calzature previste in un cantiere edile devono avere necessariamente i seguenti requisiti:
-buona stabilità
-facile slacciamento
-puntale resistente agli urti
-soletta anti-perforazione
-suola antiscivolo
-adeguata protezione caldo/freddo
-calotta di protezione del calcagno
-Imbottitura salva-malleolo
-protezione contro le micosi
-protezione contro le cariche elettrostatiche
-parti metalliche anticorrosive
Le calzature di sicurezza vengono identificate mediante la lettera S seguita dalla lettera B (base) o da un numero da 1 a 5.
CORSO COORDINATORI PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONEarch. Viviana D’Ambruoso
EN 344 esigenze e metodi di prova. Questa normativa specifica i livelli di performance dei componenti e della scarpa intera e definisce i metodi di prova
EN 345 scarpe di protezione ad uso professionale con puntale resistente ad uno shock di energia equivalente a 200 joule
EN 346 scarpe di protezione ad uso professionale con puntale resistente ad uno shock di energia equivalente a 100 joule
EN 347 scarpe di lavoro ad uso professionale senza specifiche di puntale
NORME ISOISO 2023 1973 Calzature industriali in gomma foderateISO 4643 1992 Calzature formate di materia plastica- stivali in cloruro di polivinile
foderati e non foderati per usi industriali generaliISO 5423 1992 Calzature formate di materia plastica-stivali in poliuretano foderati e
non foderati per usi industriali generaliISO 1972 Cuoio prove fisiche misura dello spessoreISO 3376 1976 Cuoio determinazione della resistenza a trazione e dell’allungamentoISO 4045 1977 Cuoio determinazione del pHISO 4674 1977 Tessuti rivestiti di gomma o materia plastica determinazione della
resistenza allo strappoUNI 8615/1 Prove che determinano l’antiscivolosità delle suole
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(A) calzatura antistatica,(C) calzatura conduttiva,(CI) isolamento dal freddo,(E) protezione del tallone dagli shock da urto(HI) isolamento dal calore,(HRO) resistenza al calore per contatto (suola resistente a 300°C), (P) protezione dalle perforazioni dal fondo (lamina in acciaio),(ORO) resistenza del battistrada agli idrocarburi,(WR) protezione dalla penetrazione di liquidi nella calzatura,(WRU) resistenza del gambale alla penetrazione dell’acqua.(M) protezione dalle scariche elettrostatiche protezione del metatarso (guscio
addizionale sul collo del piede),(F) protezione dal fuoco,(CR) protezione dal taglio generico,(pittogr.) protezione dal taglio di motosega a mano
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I DPI anticaduta rientrano tutti nella III categoria, dati i rischi elevati che derivano dalla caduta, e sono soggetti a particolari procedure di certificazione CE; essi si dividono in:
Imbracatura- norme di conformità EN361Cintura con imbracatura - norme di conformità EN358Cordino d'aggancio - norme di conformità EN355
Questi dispositivi, come dal D.P.R. 547/55 art.386, sono obbligatori non solo per lavori in quota o con pericolo di caduta dall'alto, ma anche per lavori entro pozzi, cisterne e simili. Infatti in caso di infortunio del lavoratore, esso deve poter essere estratto il più velocemente possibile dal pozzo/cisterna o simile.
L'efficacia di un sistema di protezione di caduta dipende in modo determinante dal punto di ancoraggio, che ricade sotto la giurisdizione dell'utilizzatore.
Protezione da cadute dall’alto