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Corso di Laurea Magistrale in Architettura del Paesaggio Laboratorio di Pianificazione del Paesaggio Prof. E. Trusiani - G. Cozzolino

Corso di Laurea Magistrale in Architettura del Paesaggio ......cure sanitarie, ecc. Una delle più antiche tradizioni legate alla ... C. Le aree rurali intermedie; D. Le aree rurali

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Corso di Laurea Magistrale in Architettura del Paesaggio

Laboratorio di Pianificazione del Paesaggio

Prof. E. Trusiani - G. Cozzolino

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Agricoltura | Pastorizia

L’agricoltura è l’attività umana che

consiste nella coltivazione di specie

vegetali.

La sua finalità principale è quella di

ottenere prodotti dalle piante da

utilizzare a scopo alimentare e non.

La pastorizia è una delle forme più

antiche di allevamento praticata con

la maggior parte delle specie animali

domestiche da reddito: ovini, caprini,

bovini ma anche suini ed equini.

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Gli elementi principali

I principali elementi che caratterizzano l’agricoltura sono: il suolo (la terra); il clima (sole, acqua, umidità); l’agricoltore (l’uomo).

I principali elementi che caratterizzano la pastorizia sono: oltre il suolo (la terra); il clima (sole, acqua, umidità); il bestiame (gli animali); il pastore (l’uomo) il fatto che gli animali si nutrono muovendosi in un ambiente naturale e non vengono nutriti con risorse dell’allevatore. Inoltre vi è una forte simbiosi che si instaura tra gli animali e il pastore, che si occupa di loro a tempo pieno, non limitandosi ad accompagnarli al pascolo ma fornendo loro protezione dai predatori (anche con il tradizionale ausilio dei cani), cure sanitarie, ecc.

Una delle più antiche tradizioni legate alla pastorizia è la transumanza, ossia l’uso di spostare il gregge verso le montagne in estate e verso valle in inverno.

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L’economia è l’insieme delle

attività attraverso cui gli uomini

producono beni e servizi e pertanto

comprende attività molto diverse le

une dalle altre. In alcune di queste

attività l’uomo ricava dalla natura

ciò che gli necessita; per esempio il

cibo attraverso l’agricoltura,

l’allevamento, la pesca, il legname,

l’estrazione dei materiali. Il settore

primario, pur essendo molto

importante, ha pochi addetti perché

l’uso di macchinari ha aumentato la

produttività e ha ridotto la forza

lavoro. La principale attività del

settore primario è l’ agricoltura.

Essa è praticata in tutta Italia e se

ne ricavano in primo luogo: cereali

ed in particolare frumento, mais,

orzo e riso( Lombardia e Piemonte

); patate, barbabietola da zucchero,

olivo, vite, ortaggi, frutta. E’ molto

importante anche la coltivazione di

piante che vengono utilizzate come

foraggio. Tra i prodotti non

alimentari vanno citati i fiori. Il tipo

di prodotti coltivati dipende

principalmente dal clima.

L’ agricoltura può essere praticata in

modi diversi. Esiste un agricoltura

Intensiva, praticata con ampio uso

di mezzi per accrescere la

produzione. Essa può richiedere

lavori di sistemazione del suolo

come : canali di irrigazione, canali

di drenaggio nelle zone paludose,

terrazzamenti per evitare che il

terreno frani. Nell’agricoltura

intensiva si fa spesso uso di

prodotti chimici: antiparassitari o

pesticidi , questo tipo di agricoltura

è praticata soprattutto sui suoli più

fertili, in particolare quelli della

pianura Padano – Veneta.

Tipi di Agricoltura

Nell’agricoltura Estensiva si fanno

pochi investimenti per migliorare la

produzione, questo avviene sia in

piccole proprietà, sia in grandi

aziende, i cui proprietari

preferiscono destinare il terreno al

pascolo e ad una coltivazione a

basse rese: queste grandi proprietà

in cui è praticata un agricoltura

estensiva sono dette latifondi.

Agricoltura biologica

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La proprietà fondiaria in Italia appartiene per lo più ai

privati. Grandi estensioni di terre, tuttavia, sono

possedute da Enti pubblici.

Proprietà Privata

Dimensioni differenti. In Italia centro settentrionale è più diffusa

la media e grande proprietà ( 50 – 100 ha ), nel Mezzogiorno

esistono due realtà contrapposte: accanto ad un limitato

numero di proprietà estese ( latifondi ), c’è una miriade di

piccole ( microfondi ), spesso inferiori ad un ettaro.

Proprietà Pubblica

In genere risale al Medioevo ed è costituita in

prevalenza da boschi e pascoli di montagna.

Aziende a

conduzione diretta

Aziende a mezzadria

Aziende in locazione

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La normativa

È molto complesso e articolato l’impianto

normativo che regola l’agricoltura e la

pastorizia sia a livello locale, nazionale e

comunitario. È doveroso menzionare le

principali norme in materia:

- le norme sulla sicurezza alimentare;

- le norme per la salute e il benessere

degli animali;

- le norme per l’etichettatura e la

commercializzazione dei prodotti agricoli

biologici e non.

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1° Gennaio 2009 - entrata in vigore del nuovo

regolamento sulla produzione, controllo ed etichettatura

dei prodotti biologici.

Obiettivi:

-Sistemi di allevamento sostenibile e una varietà di

prodotti di alta qualità.

-Particolare attenzione alla tutela dell'ambiente, la

biodiversità ed elevati standard di benessere degli animali.

se almeno il 95% degli ingredienti agricoli non sono

biologici, il cibo non può essere etichettato come

"biologico“.

Ingredienti organici negli alimenti non biologici possono

essere elencati come organico nell'elenco degli

ingredienti, purché l'alimento è stato prodotto in conformità

con la legislazione sui prodotti biologici.

L'uso di organismi geneticamente modificati (OGM) e

prodotti ottenuti da OGM continua ad essere vietata nell’

agricoltura biologica.

La distribuzione di prodotti biologici da paesi terzi nel

mercato comune è autorizzata solo quando questi

vengono prodotti e controllati sotto le stesse condizioni o

condizioni equivalenti.

LEGISLAZIONE

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Specifiche della legislazione dell'UE sulla

produzione biologica

Regolamento (CE) n. 834/2007 in 28 giugno 2007 sulla

produzione biologica e sull'etichettatura dei prodotti

biologici, abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91 del

Consiglio.

Il regolamento determina lo sviluppo dell'agricoltura

biologica, attraverso l'istituzione di principi e obiettivi

chiaramente definiti.

Il regolamento si applica ai seguenti prodotti per

l'agricoltura,

-Prodotti vivi o non trasformati,

-Cibo,

-Alimenti per animali,

-Sementi e materiale di moltiplicazione vegetale.

-La raccolta di piante selvatiche e alghe sono inclusi anche

nell'ambito del presente regolamento.

Regolamento (CE) n. 889/2008 della Commissione, tutti

i livelli della produzione vegetale e animale sono regolati,

dalla coltivazione alla cura degli animali per la

trasformazione e distribuzione degli alimenti e il controllo

biologico del suolo.

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Le politiche per l’agricoltura e

la pastorizia

Tra le politiche relative all’agricoltura

e alla pastorizia, è necessario

distinguere a livello regionale il PSR

(Programma di Sviluppo Rurale) e a

livello comunitario la PAC (Politica

Agricola Comune).

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Il PSR (Programma

di Sviluppo Rurale)

Il programma di Sviluppo rurale è un documento di

programmazione redatto dalle regioni nel quadro di riferimento

europeo dell’Agenda2000. Il PSR che opera sul territorio

regionale, è il principale strumento di programmazione e

finanziamento per gli interventi nel settore agricolo, forestale e

dello sviluppo rurale. Il principale quadro normativo di

riferimento del PSR è il Regolamento (CE) 1698/2005 che

disciplina il sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEASR

(Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). Il PSR è

articolato in 4 assi d’intervento, per ognuno dei quali sono

indicati gli obiettivi:

- Asse I: l’obiettivo è il miglioramento della competitività del

settore agricolo e forestale attraverso l’ammodernamento e la

ristrutturazione delle aziende agricole e il miglioramento della

qualità della produzione dei prodotti agricoli;

- Asse II: l’obiettivo è dedicato al miglioramento dell’ambiente e

dello spazio rurale;

- Asse III: l’obiettivo è il miglioramento della qualità della vita e

la diversificazione dell’economia rurale;

- Asse IV: l’obiettivo è il collegamento fra azioni di sviluppo

dell’economia rurale che è garantito attraverso l’attuazione di

strategie locali.

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Il PSR (2007/2013)

della Regione Lazio

Il Programma di Sviluppo Rurale si applica

all’intero territorio della Regione Lazio.

L’obiettivo è stato quello di individuare le

principali categorie territoriali caratterizzate

da omogeneità nel fabbisogno di politiche,

nella considerazione che l’essere rurale del

territorio regionale non è omogeneo ma

estremamente diversificato: dalle aree rurali

più virtuose a quelle isolate e marginali dal

punto di vista socio-economico. Le tipologie

di aree individuate sono:

A. I Poli Urbani;

B. Le aree rurali ad agricoltura intensiva e

specializzata;

C. Le aree rurali intermedie;

D. Le aree rurali con problemi complessivi di

sviluppo.

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Tipologie delle aree rurali

della Regione Lazio

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Il PSR (2007/2013)

della Regione Lazio

La superficie territoriale del Lazio, sulla base dei

dati del Corine Land Cover 2000, risulta

composta per il 58% della sua estensione da

aree agricole, per il 25% da foreste, per l’11% da

aree naturali e per il restante 6% da superfici

artificiali.

L’analisi del comparto agricolo ha permesso di

evidenziare, in maniera assai rilevante, la

contrazione, sia in termini di superficie che di

aziende, che caratterizza il settore agricolo

regionale ma anche nazionale. Il primo dato

rilevante è il fenomeno sempre più dilagante

dell’urbanizzazione che sottrae superficie all’uso

agricolo e anche l’incalzante abbandono.

Altro dato rilevante è la separazione netta tra

aziende piccole e aziende grandi. Nel Lazio le

aziende sono diminuite di 72.940 unità ma, ciò

nonostante, in controtendenza, sia a livello

regionale che nazionale si è registrato negli

ultimi anni un aumento del numero di capi della

specie bufalina, fatto probabilmente legato alla

crescente domanda da parte dei consumatori

per la mozzarella di bufala.

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Il PSR (2007/2013)

della Regione Lazio

Nel Lazio il fatturato dei prodotti agro-

alimentari di qualità (prodotti da agricoltura

biologica, DOP, IGP, ecc. ammonta a circa

160 milioni di euro. Il Lazio può vantare 13

prodotti regionali a denominazione, registrati,

di cui 8 DOP e 5 IGP.

Il paniere rappresentato dalle denominazioni

regionali è piuttosto ampio e comprende una

varietà di tipologie merceologiche tra le quali

spiccano i formaggi e gli olii extravergini di

oliva (ciascuna con 3 denominazioni) seguite

dagli ortofrutticoli e dai prodotti a base di

carne (2 denominazioni).

Accanto ai prodotti DOP e IGP il Lazio può

vantare un’ampia produzione vinicola di

qualità che, comprende 27 vini DOC

attualmente in produzione, principalmente

nell’area dei Castelli Romani e sui Colli

Albani. Tra le produzioni di qualità nel Lazio

giocano un ruolo non secondario i prodotti

derivanti da agricoltura biologica.

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La PAC

(Politica agricola

comune)

È una politica comune a tutti gli Stati membri dell’Unione europea.

È un partenariato tra agricoltura e società, tra l’Europa e i suoi agricoltori.

Avviata nel 1962 inizialmente incoraggiava gli agricoltori ad utilizzare macchinari e tecniche nuovi come fertilizzanti chimici e prodotti fitosanitari. Ciò era necessario, in quanto all’epoca la priorità era di produrre maggiori quantità di cibo per la popolazione.

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Gli obiettivi

della PAC

L’orientamento iniziale è mutato a causa delle

eccedenze alimentari che ha prodotto.

Ora la PAC aiuta gli agricoltori a:

-Adottare pratiche colturali sostenibili e rispettose

dell’ambiente che riducano l’emissione di gas a

effetto serra;

-Utilizzare tecniche agricole ecocompatibili e

produttive specializzate come l’agricoltura

biologica;

-Rispettare le norme in materia di sanità

pubblica, di ambiente e di benessere degli

animali;

-Far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici,

fornendo loro assistenza finanziaria;

-Produrre e commercializzare le specialità

alimentari delle loro regioni.

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La PAC e le sue

sfide

L’Unione europea ha 500 milioni di consumatori che, richiedono tutti un regolare approvvigionamento di alimenti sani e nutrienti a prezzi accessibili.

Vi sono inoltre numerose sfide, attuali e future tra le quali figurano: la concorrenza mondiale; la crisi economica finanziaria; i cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione mondiale stimata a 9 miliardi di persone nel 2050. Per far fronte a queste sfide, l’UE ha istituito e attuato la PAC. Lo scopo è di creare condizioni che consentano agli agricoltori di svolgere le loro molteplici funzioni nella società.

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La PAC e le

comunità rurali

L’agricoltura non riguarda soltanto la produzione alimentare ma anche le comunità rurali nonché il nostro spazio naturale e le sue preziose risorse.

Le zone rurali non si trovano nello stato naturale originale ma sono state plasmate dall’agricoltura nel corso dei secoli.

In tutti gli Stati membri dell’UE, gli agricoltori mantengono in vita la campagna e perpetuano gli sili di vita rurali. Se scomparissero le aziende agricole e gli agricoltori, le ripercussioni per i nostri villaggi, paesi e città sarebbero profonde e negative.

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I Paesaggi agrari riflettono la storia

della popolazione, l’ Italia con le sue

varietà climatiche e morfologiche, si

presta a numerosi tipi di colture, che

vanno da quelli delle aree

continentali a quelli delle zone

subtropicali.

Oltre metà della superficie produttiva,

comunque, è utilizzata con colture

erbacee, il resto della superficie è

ricoperto da colture legnose, da

boschi e da pascoli.

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La coltura del frumento

è distribuita in maniera

più o meno uniforme,

più fitta nella Pianura

Padana e rada nell’

Italia meridionale a

causa della scarsa

piovosità.

Nel mezzogiorno, si

produce soprattutto

grano duro ( puntini

neri )

La produzione vino

in Italia è diffusa in

ogni regione. La

maggior produzione

di uva e di vino,

tuttavia, si ottiene in

Puglia, Sicilia,

Veneto, Piemonte,

Emiglia Romagna,

Lazio, Toscana,

Campania

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L’economia del Lazio è ancora fortemente legata al settore primario,

benchè recentemente alcune aree della regione abbiano goduto di

un forte sviluppo industriale.

Le colture promiscue si basano sui cereali estensivi associati agli

ulivi e alle viti, che spesso si spingono fino a 800 m. di altezza. Esse

prevalgono soprattutto nella provincia di Frosinone, sulle colline della

Sabina, nella conca di Rieti e sulle pendici dei Monti Cimini, dove il

Paesaggio è punteggiato da case coloniche e piccoli nuclei. Nelle

terre meno produttive le colture lasciano spazio ai pascoli ed alla

pastorizia. Infatti il Lazio è al secondo posto nella produzione di capi

ovini. Rispetto al passato, però, la pastorizia ha subito una forte

decadenza, perché la popolazione giovane non la ritiene più un

attività remunerativa. Tuttavia, dopo un periodo di declino, ora

mostra una certa ripresa grazie all’immigrazione.

La vite che è forse una delle coltivazioni più antiche del Lazio, in

molte aree assume forme specializzate. Sulle colline che digradano

verso la Pianura Pontina è in espansione la coltivazione dell’uva da

tavola con il sistema a tendone. Le pianure costiere nel passato

erano occupate da estesi latifondi, dove regnavano solo le paludi e

mandrie di bufali e dove in inverno si recavano a pascolare anche le

greggi delle montagne interne. Queste aree sono diventate le zone

agricole più floride del Lazio.

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Arativo e colture

Prati e Pascoli

Boschi

Incolto

2011

1979 1999

2009

Primario Secondario Terziario

R I P A R T I Z I O N E F O R Z E A T T I V E

UTILIZZAZIONE DEL SUOLO

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Iconografia Settore primario del Lazio

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MONTI LUCRETILI

Regione:

Lazio

Province:

Rieti, Roma

Comuni:

Licenza,

Marcellina,

Monteflavio,

Montorio

Romano,

Moricone,

Orvinio,

Palombara

Sabina,

Percile,

Poggio Moiano,

Roccagiovine,

San Polo dei

Cavalieri,

Scandriglia,

Vicovaro

Superficie:

18.204 ettari

Buona parte del territorio dei Monti Lucretili è coltivato a

olivo e rientra nell’area di produzione della Dop Sabina.

Il terreno è di natura calcarea e argillosa e il clima per

lo più temperato, l’altitudine da media collina con

pendenze che possono definirsi ideali sono elementi

che, uniti all’accurata tecnica di coltivazione, raccolta e

trasformazione, pongono l’area della Sabina tra le più

vocate nel nostro Paese. Non a caso la Dop Sabina è

stata la prima riconosciuta in Italia, nel 1995.

Un progetto del parco prevede la produzione di olio

extravergine di oliva da agricoltura biologica che sarà

messo in commercio con un’etichetta del parco (per

informazioni telefonare presso la sede dell’ente). Come

sempre dove alligna bene l’olivo, il terreno è ideale

anche per la viticoltura. Una porzione del territorio dei

Lucretili è vitata, le culture più diffuse sono il trebbiano

toscano, la malvasia del Lazio, la malvasia di Candia, il

sangiovese e il montepulciano. Nella parte

pedemontana, nei comuni di Palombara Sabina,

Marcellina, San Polo dei Cavalieri e Montorio Romano,

è nota la produzione estensiva di frutta, in particolare di

ciliegie.

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Fonti Sitografia www.coldiretti.it, www.provincia.roma.it, www.regione.lazio.it, europa.eu/index_it.htm,www.parcolucretili.it, www.politicheagricole.it, google immagini