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    LA METAFONIA TRA FONOLOGIA E LESSICO.IL CASO DELLARIELLESE

    Roberta DAlessandro & Marc van Oostendorp

    Leiden University Centre for Linguistics & Leiden University Centre for Linguistics/Meertens

    [email protected]&[email protected]

    Luglio 2014

    1.INTRODUZIONE

    La metafonia, o metafonesi, e un processo fonologico, attestato in diverse varieta romanze, che

    prevede la variazione nella qualita delle vocali accentate, date determinate condizioni morfo-fonologiche Rohlfs , Maiden , Fanciullo , Ledgeway , Savoia & Maiden, Calabrese , , e molti altri. Si noti anche un recentissimo lavoro di De Sisto sulla metafonia nel dialetto di Airola, BN.

    Un esempio di metafonia e offerto dallabruzzese, illustrato in ,nel quale forme singolaridei nomi maschili con vocale bassa o medio-alta posteriore nella radice si alternano le formeplurali con vocale innalzata:

    (1)

    Secondo la definizione di Savoia & Maiden :, metaphony is a type of qualityagreement of stressed mid or low vowels with unstressed high vowels [i] or [u] in afollowing syllable la metafonia e un tipo di armonia vocalica che interessa le vocali medianeo basse per effetto delle vocali non accentate [i] o [u] nella sillaba seguente. ) suoi effettisono, o erano, presenti in molti dialetti italiani, dove le desinenze [i] ed [u] hanno creatodiverse alternanze nelle vocali accentate. Che la metafonia non sia dissimile dallarmoniavocalica e unosservazione avanzata anche da Anderson , e piu recentemente daMascaro .Nei dialetti nei quali le vocali finali si sono neutralizzate, come nel caso dellabruzzese,lalternanza metafonica costituisce a volte lunico mezzo per disambiguare specificheproprieta morfosintattiche nei paradigmi nominali, aggettivali o verbali.

    La microvariazione morfosintattica nei dialetti meridionali e spiccata. )n questo lavoro cioccuperemo principalmente di metafonia abruzzese, e in particolare della metafonia cheinteressa i nomi maschili nel dialetto parlato ad Arielli, in provincia di Chieti1.

    1I dati provengono dal parlato spontaneo e dallelicitazione tramite domanda diretta. Essendo la metafonia un tratto

    saliente e pervasivo dellariellese non si rilevata alcuna variazione nei dati descritti.

    SG PLwaglionmbrl:mat:

    wagliunmbril:mit:

    bambino/iombrello/imatto/i

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]
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    .. LA METAFON)A )N AR)ELLESE

    La metafonia in ariellese interessa le vocali radicali accentate medie e basse di nomi, aggettivie verbi. Gli esempi qui di seguito ne riportano alcuni casi:

    (2)

    NOM) MASC()L)a> i lu can2 li chin il cane/i cani3e> i lu vel li vil il velo/i veli> i lu martll li martill il martello/i martelli>u lu/la npt li nput il nipote/i nipotio> u lu waglion li wagliun il bambino/i bambini

    (3) AGGETT)V) MASC()L)

    a>i matt mitt matto/mattie> i ner nir nero/neri>i bll bill bello/belli> u turdlln turdllun scemo/scemio> u nov nuv new sg-pl

    (4) VERB) ALTERNANZA TRA A E A PERSONA S)NGOLARE DEL PRESENTE )ND)CAT)VOa>i magn mign mangio/mangie> i ved vid vedo/vedi>i lgg ligg leggo/leggi> u drm durm dormo/dormio> u son sun suono/suoni

    ) nomi femminili non presentano alternanza metafonetica.

    (5) NOM) FEMM)N)L)

    a la mamm li mamm la mamma/le mammee la la cste li cst la cesta/le ceste la cnd li cnd la cinta/le cinte la nn li nn la gonna/le gonneo la congh li conghe la conca/le conche

    A differenza dei nomi femminili, gli aggettivi femminili presentano alternanza metafonetica,

    come quelli maschili in(3).)n questo articolo ci concentreremo sullalternanza metafonica deinomi, tralasciando le forme verbali e aggettivali.

    Da un primo sguardo dinsieme si direbbe che la metafonia nominale sia completamentemorfologizzata per i nomi in abruzzese: il morfema maschile plurale realizzato

    metafonicamente, mentre quello femminile no. Con questa ricerca vorremmo dimostrare che

    non esattamente cos, e che la metafonia un processo fonologico ancora produttivo sui

    nomi, che si realizza ogniqualvolta si presentino le condizioni necessarie perch essa si

    verifichi.

    2L)PA sara usato per le trascrizioni solo per i casi in cui non esista un corrispondente suono italiano, o nei casi di

    ambiguita . Per tutti gli altri casi utilizzeremo una trascrizione tradizionale/italiana.

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    Prima di passare alla nostra proposta di analisi della metafonia, vorremmo introdurre un altro

    fenomeno dellabruzzese, finora considerato completamente distinto dalla metafonia, ma checrediamo sia intrinsecamente legato ad essa: la -a epentetica.

    1.2.LA A EPENTETICA

    Come si e gia detto, tutti i nomi abruzzesi finiscono per -. )n alcuni contesti sintagmatici, pero,compare una a in fine di parola, come mostrato nellesempio che segue:

    (6) a. la cas la casab. la casarosc la casa rossa

    Tale a non e sempre etimologica, in quanto puo comparire come desinenza di nomi maschili,come nellesempio.

    (7) a. lu mutr il motore

    b. li mutura

    nuv i motori nuovi) nomi su cui puo comparire a, dato il giusto contesto sintagmatico, sono gli stessi su cuiagisce la metafonia. Piu propriamente, a puo comparire su nomi femminili, comenellesempio ,nel qual caso si tratta probabilmente di residui etimologici come spiegatoampiamente da Passino , questo volume e puo comparire tra complementatore e verbocome probabile marca di testa di fase sintattica DAlessandro & Scheer . )nfine, a puopresentarsi anche su nomi maschili plurali, in contesto sintagmatico; in questo caso non sipotra certamente parlare di a etimologica, ma solo di fenomeno fonologico, come cercheremodi dimostrare.

    Si noti che questa a non compare mai sui nomi maschili singolari, come ci dimostra lesempioseguente. Si osservi inoltre il contrasto tra lagrammaticalit della forma in a in (8c) e lagrammaticalit della forma in a in (8d).

    (8) a. lu can il caneb. lu canciopp il cane zoppoc. *lu cana cioppd. li chinaciupp

    Il fatto che a sia presente sulle forme maschili plurali ma non su quelle singolari non casuale: il risultato dellapplicazione di un processo metafonetico, come mostreremo qui diseguito.

    ..PRODUTT)V)TA DEL PROCESSO METAFON)CO E SUA )NTERAZ)ONE CON ALTR) PROCESS) FONOLOG)C)

    Nellabruzzese di Arielli la metafonia e pienamente produttiva, sebbene le finali di parolasiano tutte neutralizzate in -. Cio e indicato dal fatto che persino parole come fax fax otelefn telefono, entrate abbastanza recentemente nel lessico dellabruzzese, ed in ognicaso molto dopo la neutralizzazione delle vocali finali, sottostanno al processo metafonico,come si evince dallesempio:

    (9)

    a. lu fax -li fix il fax/ i faxb. lu telefn -li tilifn il telefono/ i telefoni

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    Nellesempio si puo notare inoltre come il sollevamento della vocale interessi talvoltaanche le altre vocali non accentate, in una sorta di processo di armonia vocalica comeprevisto anche da Anderson , Savoia & Maiden , e Mascaro . Altri esempi diarmonia vocalica e metafonia sono riportati in le vocali accentate sono sottolineate:

    (10)

    a. lolandes -lulandisb. la tlvision -li tilivisiun

    E importante sottolineare come il processo di armonia appena illustrato non sia produttivo, adifferenza della metafonia, ma sia ristretto ad un numero limitato di parole, che sembranoessere accomunate dal fatto di essere polisillabiche e di diffusione abbastanza recente non equesto il caso di olandese, pero .

    Nel resto dellarticolo esamineremo brevemente le principali strategie di analisi dellametafonia, concentrandoci sulle piu recenti. Nel paragrafo .. mostreremo come la metafoniasia ancora ampiamente produttiva in ariellese; nel paragrafo introdurremo alcuni concettiformali necessari per la nostra proposta di analisi, ed illustreremo unanalisi proposta peralcuni dati del Tohono Oodham che servira come base per la nostra analisi.)l paragrafo presentera la nostra analisi; il paragrafo invece raccogliera alcuneconsiderazioni sullelemento |A|. )n le nostre conclusioni.

    .LA METAFON)A COME ASS)M)LAZ)ONE REGRESS)VA

    Tradizionalmente, la metafonia e considerata un processo di assimilazione regressiva di untratto [ALTO]ed in alcuni casi [ANTER)ORE]; si vedano Savoia & Maiden :.

    Storicamente, lo schema metafonico dellabruzzese risale ad unalternanza tra nomi maschilicon desinenza eod oed il loro plurale con desinenza iin protoromanzo. Tale vocale alta hainfluenzato la vocale tematica accentata A)S, Rohlfs , Giammarco , Maiden ,, Savoia& Maiden , come illustrato nellesempio seguente:

    (11) PEDEM> *pde

    Protoromanzo: *pde / *pdiALTO

    *pde / *p d i > *pde /*p i d i

    )n seguito, con la neutralizzazione delle desinenze nominali, lalternanza si e preservata solosulla radice:

    (12)

    pd / *pid

    Le analisi proposte per lo sviluppo diacronico delle forme metafoniche sono molteplici siveda, oltre ai riferimenti bibliografici gia menzionati, anche Calabrese per un compendiodelle varie analisi, ma non molto dissimili tra loro.

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    Uneccezione costituita dallanalisi proposta da Pchtrager & Kaye (2012), che accomuna lametafonia allUmlaut tedesconel suo loro essere processi fonologici, ma processi generati daun modulo dedicato della grammatica: ilparadigm generatorgeneratore di paradigmi. Talegeneratore produce, secondo i due linguisti, degli elementi lessicali che abbiano forme

    correlate, e possibilmente significati comuni.

    Senza inoltrarci nei dettagli dellanalisi di Pchtrager & Kaye, vorremmo sottolinearnelassunto di base secondo il quale ciascuna forma lessicale distinta e generata per proprioconto, e dunque le forme metafoniche non sono il risultato di unalternanza sincronica dovutaa unoperazione morfologica. Lintroduzione di un generatore di paradigmi presenta in s deiproblemi (si veda in proposito la discussione intrattenuta da Bobaljik 2008), il pi ovvio dei

    quali la ridondanza che verrebbe a crearsi qualora due moduli dovessero elaborare lo stesso

    materiale fonologico (sulla divisione del lavoro tra i diversi moduli grammaticali e la necessit

    di evitare la ridondanza si vedano anche i lavori di Scheer 2011, 2012).

    )l punto di vista di chi scrive e invece lesatto opposto: lalternanza metafonica in ariellese e il

    risultato di unoperazione fonologica sincronica, produttiva, che sara descritta nel restodellarticolo. Prima di procedere alla proposta di analisi, presenteremo alcune considerazionisulla produttivita della metafonia in ariellese.

    .. LA METAFON)A COME PROCESSO PRODUTT)VO

    La metafonia in ariellese e un processo produttivo in presenza delle condizioni necessarie perla sua applicazione; si tratta quindi di una regola grammaticale, e non di un residuo lessicaleGiammarco , . )noltre, la metafonia e unoperazione fonologica e non morfologica,che ha luogo ogniqualvolta determinati morfemi interagiscano.

    La nostra affermazione trova sostegno empirico nei fatti seguenti:

    A. La metafonia interagisce con larmonia vocalica, fenomeno indiscutibilmente fonologico.

    B. La metafonia si applica a lessemi di nuova creazione.

    Esempi di interazione con larmonia vocalica sono le alternanze riportate nellesempio:

    (13) tlvision/tilivisiun televisione/ televisioni

    tlfn/tilifn telefono/telefoniolands/ulandis olandese/olandesisvds /svidis svedese/ svedesi

    E utile sottolineare come questa interazione non sia sempre presente. La ricerca dellecondizioni esatte della sua applicazione e rimandata a futura ricerca: per ora ci limitiamo adosservare come questa interazione esista.

    Esempi di applicazione della metafonia a lessemi di nuova creazione sono:

    (14) fax/ fix fax/fax

    tlfn/tilifn telefono/telefoni

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    La metafonia non puo dunque essere un processo completamente lessicalizzato omorfologizzato. Per questo motivo, respingiamo lipotesi secondo la quale le formemetafoniche vengano create da un generatore di paradigmi.

    E infine interessante notare come parole ambigeneri presentino lalternanza metafonica solo

    per la versione maschile. )l nome muturett, ad esempio, puo denotare sia un piccolo motore,se maschile, sia un ciclomotore, se femminile nel caso di parole ambigeneri fa fedeovviamente larticolo. La metafonia interessera soltanto la versione maschile:

    (15) a. nu muturett ddu muturitt un piccolo motore/ due piccoli motorib. na muturette ddu muturett un motorino/ due motorini

    Abbiamo visto come la metafonia interessi i nomi maschili; tali nomi sono anche il locus diinserzione della a epentetica. La domanda, a questo punto, e se i due fenomeni sianocorrelati, ed in che modo. Le risposta, secondo noi, e che questi fenomeni sono correlati, in unmodo che presenteremo nel dettaglio nel prossimo paragrafo.

    . NECESS)TA ,TRONCAMENTO E WELL FORMEDNESS COND)T)ON

    Si visto, nei paragrafi introduttivi, come lariellese presenti evidenza del fatto che lametafonia sia un processo produttivo. La sua interazione con larmonia vocalica, pi ingenerale, suggerisce inoltre che si tratti di un processo fonologico. La nostra proposta di

    analisi ha come quadro teorico di riferimento la Element Theory (Teoria degli Elementi,Backley 2011), che esprorremo brevemente nel resto del paragrafo, integrata con alcuni

    elementi teorici mutuati dalla teoria del Colored containment (Van Oostendorp 2007, 2013).

    Dopo la presentazione dei principi di base della Teoria degli Elementi verranno esposti

    dunque a grandi linee i principi del Colored containment, mostrando come essi possano

    spiegare i dati del Tohono OOdham, una lingua messicana. Lanalisi proposta per il TohonoOOdham verr poi adattata al caso della metafonia dellabruzzese.

    ..LA ELEMENT T(EORY

    )l quadro teorico di riferimento per lanalisi dei fenomeni metafonetici dellabruzzese e laElement Theoryproposta da Backley , secondo la quale i segmenti fonologici possonoessere espressi come combinazioni di elementi. ) tre elementi fondamentali per le vocalisono |A|, |)| ed |U|. Lesempio seguente riporta lespressione di alcune vocali quelle rilevantiper la nostra analisi

    (16)

    [a] = |A|[i] = |)|[u] = |U|[e] = |A.)|[o] = |A.U|

    Essendo le differenze tra [e] ed [] e tra [o] ed [] non strettamente rilevanti per la metafonianella varieta considerata, ci limiteremo a considerare la classe [e] come rappresentativa deidue suoni [e] ed [] e la classe [o] come rappresentativa di [o] ed [].

    Le alternanze metafoniche che interessano labruzzese sono dunque le seguenti, in termini di

    Teoria degli elementi:

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    (17)

    a. [a][i] = |A||)|b. [e][i] = |A.)]|)|c. [o][u] = |A.U||U|

    Lalternanza metafonica espressa nellesempio (17) in termini di Elementi consiste, a unprimo sguardo, nella sottrazione di un elemento: lelemento |A|, infatti, scompare nellealternanze b. e c., e in qualche modo meno evidente anche nellalternanza in a.. Descrivere laformazione del plurale come processo di sottrazione di un elemento , per, controintuitivo: il

    plurale solitamente la forma pi marcata, dunque pi complessa. Per labruzzese statoinoltre proposto che il tratto di numero sia privativo, o pi specificamente che solo il valore

    plurale sia presente, mentre il valore singolare corrisponde al tratto non valutato

    DAlessandro & Roberts . Questo ci porterebbe dunque ad analizzare il morfemaplurale come pi complesso rispetto al singolare. Ci in contrasto evidente con la

    rappresentazione in (17), e con lidea che il plurale corrisponda alla sottrazione di unelemento.

    Per riconciliare la complessit del plurale con lidea di sottrazione di un elemento, ciaffideremo ad un ulteriore concetto, introdotto da Nevins (2010) per render conto

    dellarmonia vocalica e basato sulla somiglianza tra armonia vocalica ed accordo sintattico: lavocale needy. Alcuni morfemi (nel caso dellabruzzese, il morfema plurale, come anche quellodi 2a persona singolare che per non considereremo) hanno come esponente una posizione

    sillabica incompleta (needy, appunto), cio una posizione vuota che richiede di essere

    riempita da un elemento, che essi attraggono dal contesto fonologico. La vocale non viene

    dunque eliminata, ma attratta verso lelemento che ne ha necessit.Per lanalisi della metafonia ci avvarremo del concetto di neediness, o necessit, integrandolo

    con altri elementi analitici che introdurremo qui di seguito.

    3.2. IL TRONCAMENTO IN TOHONO OODHAM

    Losservazione delle alternanze in(17) ci ha portato a supporre unoperazione di sottrazionedi materiale fonologico, o pi specificatamente di un elemento. Tale sottrazione per, come

    abbiamo detto, in contrasto con lidea che il plurale sia di natura pi complessa rispetto alsingolare. Una possibile soluzione di questo conflitto ci viene offerta dallanalisi proposta daTrommer & Zimmermann per lalternanza aspettuale tra le forme perfettive e quelleimperfettive in Tohono OOdham, lingua parlata da una nazione di indiani del Messico. Il

    perfetto, forma solitamente derivata da quella dellimperfetto, viene ottenuto in questa linguatramite troncamento della consonante finale della forma imperfettiva, come mostrato

    nellesempio(18):

    (18) Tohono Oodham

    imperfettivo perfettivo

    bisck bisc starnutireimpf/pfeok neo parlareimpf/pfma:k ma: dareimpf/pf

    Fitzgerald

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    I dati riportati in questo esempio sono stati esaminati da Trommer & Zimmermann (2012),

    che hanno proposto che il perfettivo consista in una posizione sillabica (pi precisamente una

    mora). Tale mora si trova in posizione extrametrica, fuori dalla sillaba, e dunque non pu

    essere pronunciata. Secondo i principi del Colored containment(Van Oostendorp 2007, 2013),

    infatti, un elemento fonologico pu essere realizzato foneticamente solo se integrato in una

    struttura prosodica. Se non lo , non pu essere processato n realizzato.

    Ciascuna rappresentazione autosegmentale soggetta alle restrizioni dettate dalla Well

    Formedness Condition WFC, condizione di buona formazione postulata nellambito dellafonologia autosegmentale da Goldsmith 1976). I tre assunti principali, che fungono da base

    per la nostra analisi, sono:

    -

    Una mora che non sia legata alla struttura prosodica non puo essere vuota. - Un segmento non puo essere legato a piu di una posizione - Una sillaba non puo ospitare piu di tre more

    La mora extrametrica del perfettivo ha necessit di essere legata ad un segmento (, in questo

    senso, needy), e si lega dunque alla consonante finale dellimperfettivo, come illustrato nelgrafico seguente.

    Poich la WFC restringe le possibilit di legamento dei segmenti allo scheletro prosodico

    all1:1 (un segmento per una posizione prosodica), la consonante finale viene scollegata dallamora originaria, e quindi dalla sillaba, restando legata alla mora del perfettivo. Essendo la

    consonante finale legata alla mora extrametrica, non ne permessa la realizzazione fonetica.

    Leffetto finale quello di un troncamento(la [k] non pu venire pronunciata).

    (19)

    m a k

    Tenendo a mente questa analisi e le restrizioni che le pertengono, passiamo ora ad analizzare

    i dati della metafonia dellariellese.

    4. LA METAFONIA COME PROCESSO FONOLOGICO

    Si visto come la fonologia sia un processo produttivo, di tipo fonologico. Lanalisi dei datidellabruzzese sar effettuata a partire dalla proposta di Trommer & Zimmerman per ilTohono Oodham. Lalternanza aspettuale in tale lingua espressa tramite un troncamentodovuto, come spiegato, alla necessit di una mora in posizione extrametrica di essere legata

    ad un segmento. Lo stesso principio in funzione nella metafonia ariellese. Ricordiamo che in

    ariellese lalternanza metafonica pu essere schematizzata come nellesempio (17), ripetutoqui di seguito:

    (20) a. [a][i] = |A||)|b. [e][i] = |A.)]|)|c. [o][u] =|A.U||U|

    Come si notato in precedenza, questa alternanza pu essere espressa, in termini di Teoria

    degli Elementi, come scomparsa, sottrazione, o eliminazione del segmento |A| dalla forma

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    base del singolare. Questa sottrazione, come nel caso del perfettivo appena esaminato,

    espressione di un morfema pi marcato: quello del plurale.

    Secondo il ragionamento usato per lalternanza aspettuale, il plurale un morfema espressoda una mora in posizione extrametrica. Tale mora, per la sua posizione, ha necessit di legarsi

    ad un segmento. )l segmento a cui essa si lega lelemento |A| della vocale accentata. Anche inquesto caso, lelemento |A| viene quindi slegato dalla sillaba e non pu pi essere pronunciato,creando leffetto metafonico di apparente innalzamento della vocale della radice.

    4.1. [e][i] E[o][u]

    Esaminiamo innanzitutto lalternanza tra [e] ed [i]:

    (21) mes, mis (mese, mesi)a.

    4

    |A. I|

    m e s

    b.

    |A. I|

    m i s

    Lelemento |A| viene dunque legato alla mora del plurale, e conseguentemente slegato daquella della radice. Trovandosi in posizione extrametrica, essa non verr realizzata

    foneticamente.

    Si osservi inoltre che, anche se la radice si compone di pi sillabe, la mora del plurale si

    legher sempre alla vocale accentata poich tutte le altre vocali saranno ridotte (Giammarco

    1970). Lesempio seguente illustra le alternanze per parole sdrucciole.

    (22) a. m.n.k mu.n.t5 (monaco/monaci)b. m.b:.l mu.b:.l (mobile/mobili)c. j.n.m ji.n.m (il mio genero, i miei generi)

    La mora del plurale dovr essere legata necessariamente alla vocale accentata, essendo tutte

    le vocali che intervengono ridotte (e quindi non rappresentate da nessun elemento):

    4La vocale accentata composta da due more; nella nostra rappresentazione ne indichiamo solo una per semplificare.

    5Si noti che anche la parola monkpu essere sia maschile sia femminile (il monaco, la monaca). Il plurale del

    maschile riportato nellesempio(22),mentre quello del femminile non presenter metafonesi (monk/monk).

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    (23)

    jenm, jinm (il mio genero, i miei generi)

    a.

    |A. I|

    j n m

    b.

    |A. I|

    j i n m

    Un processo analogo a questo sottende allalternanza tra [o]/[] ed [u]. Lunica variazione ovviamente lelemento |U| che compare dove finora compariva |I|.

    (24) ton, tun(tuono, tuoni)

    a.

    |A. U|

    t n

    b.

    |A. U|

    t u n

    Anche i nomi polisillabici hanno un comportamento simile.

    (25) monche, munc(monaco, monaci)

    a.

    |A. U|

    m n k

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    b.

    |A. U|

    m u n t

    Lalternanza tra [e] ed [i] e tra [o] ed [u] dunque il risultato di un de-linking con successivolegamento dellelemento |A| al morfema del plurale, rappresentato da una mora. Nel prossimoparagrafo ci occuperemo dellalternanza tra [a] ed [i]

    4.2. [a][i]

    Se le alternanze appena discusse hanno un comportamento abbastanza prevedibile,

    lalternanza tra [a] ed [i] costituisce un problema per diverse teorie si veda anche ladiscussione di questa alternanza in Pchtrager & Kaye 2012). Nel nostro sistema, il problema

    evidente sorge dal fatto che se la |A| viene slegata dalla sua posizione, essa resta vuota, e

    potrebbe quindi in teoria essere riempita da uno schwa. Quello che invece troviamo una [i].

    La comparsa di questa [i] dovuta, crediamo, al fatto che lelemento |A| e dunque la [a] sitrovi in posizione accentata. Nel dialetto abruzzese, contrariamente a quanto accade in altri

    dialetti meridionali, lo schwa non pu portare laccento. Per questa ragione al suo postocompare una [i], che supponiamo essere la forma piena alternativa allo schwa. La

    rappresentazione dellalternanza metafonica [a][i] offerta nellesempio(26).

    (26) can, chin (cane, cani)

    a.

    |A |

    k a n

    b.

    |A |

    k n

    i

    La scelta di [i] per riempire il nucleo sillabico dipende esclusivamente dalla lingua.

    La metafonia dellariellese dunque largamente determinata dallelemento |A|.

    5.LELEMENTO |A|

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    La nostra analisi si basa sullassunto che lelemento |A| venga sleg ato dalla posizione di nucleosillabico della radice e successivamente legata alla mora del plurale, in posizione finale di

    parola, extrametrica, dove quindi non potr venire realizzata foneticamente.

    Due questioni restano da chiarire: come mai la metafonia interessi proprio questo elemento, e

    quale sia, se esiste, levidenza empirica di questa analisi.

    Alla prima questione possiamo rispondere che, essendo |A| lelemento pi sonoro, e dunque ilpi saliente, esso costituisce naturalmente il segmento pi prominente per il legamento della

    mora del plurale.

    Per la seconda questione ci vengono in aiuto i dati presentati nel paragrafo 1.1., che

    riguardano linserzione della [a] epentetica al maschile plurale. Ricordiamo che [a] epenteticacompare sui nomi maschili plurali in posizione intrasintagmatica: se i due lessemi formano un

    costituente sintattico la [a] verr inserita tra di essi:

    (27)

    a. lu mutr il motoreb. li mutura nuv i motori nuovi

    Tale inserzione non affatto accidentale, ma solo la realizzazione dellelemento |A| inposizione finale di parola quando le necessarie condizioni fonologiche lo rendano possibile.

    Pi precisamente, non si tratta dellinserzione di una [a], ma della realizzazione dellelemento|A| in posizione non pi extrametrica.

    Nel caso dei nomi maschili plurali, questa [a] non etimologica. Essendo i lessemi un

    costituente sintattico, il legame tra di essi pi forte che tra due parole isolate. Ci significa

    che la posizione della mora del plurale non debole come quella del finale di parola, ma

    equivalente a una posizione interna di parola. Ricordiamo infatti che la [a] lunica vocale anon essere ridotta in posizione non accentata, in ariellese:

    (28) Cavall, capabball, waglion, majett, granarcavallo, sotto, ragazzo, maglietta, scopa

    Muture nuv, formando un costituente sintattico, formano anche ununit fonologica, la cuirappresentazione riportata qui di seguito.

    (29) lu mutornov, li mutura nuv

    a.

    |U| |A.U| |A.U|

    m u t r n o v

    b.

    |U| |A.U| |A.U|

    m u t u r a n u v

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    La [a] epentetica in posizione non debole non interessata dai processi di riduzione, in

    conformit con la fonologia abruzzese. Ricordiamo inoltre che la [a] etimologica del femminile

    emerge anchessa in posizione intrasintagmatica, essendo questultima una posizione forte:

    (30)

    la cas, la casanov (la casa, la casa nuova)

    6.CONCLUSIONI

    In questo contributo si mostrato come la metafonia che interessa i nomi maschili

    nellabruzzese di Arielli non sia di natura esclusivamente morfologica o lessicale, ma sia ilrisultato di un processo fonologico sincronico. Tale processo consiste nellaggiunta di unamora per lespressione del morfema del plurale. La comparsa di una mora in posizioneextrametrica richiede che essa venga legata ad un segmento. Il segmento prescelto per questo

    legamento la vocale accentata, e in particolare lelemento |A| costituente tale vocale,che lelemento pi sonoro della sillaba. Per ragioni di corretta formazione sillabica, lelemento |A|dovr venire slegato dalla sua mora originaria. Ci comporter una variazione della vocale

    accentata, che realizzer solo lelemento restante. Essendo |A| legato ad una moraextrametrica, esso non verr realizzato foneticamente se non in una posizione di sandhi

    intrasintagmatico.

    Lanalisi presentata trova infatti evidenza empirica nella comparsa della cosiddetta [a]epentetica in posizione di sandhi allinterno del sintagma, quando la finale della prima parola una posizione forte. La mora del plurale allora realizzata pienamente, come [a].

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