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... QUESTA "ZONA 30" Da più di un mese, ferve l'attività per preparare la simulazione di "ZONA 30" in una piccola porzione del borgo: un isolato di via Vanchiglia, una porzione di piazza Santa Giulia, un tratto di via Buniva. Numerosi i gruppi e le associazioni che hanno promosso o hanno aderito all'ini- ziativa: ComitatoQuartiereVanchiglia, Bike Pride Torino, i volontari di Torino Spazio Pubblico, alcuni commercianti di zona, la scuola Fontana, l'oratorio Santa Giulia, l'associazione La città possibile, oltre a nu- merose cittadine e cittadini del quartiere. Si è scelto di richiedere agli uffici co- munali l'autorizzazione all'uso del suolo pubblico, per allestire i punti informativi, i laboratori di gioco, creatività e riflessione e, soprattutto, per posizionare la segnale- tica provvisoria e gli arredi urbani che, con materiale di recupero, sono stati costruiti durante i laboratori aperti al pubblico nel- le ultime settimane. Grazie a questi arredi, infatti, una porzione del borgo avrebbe assunto i connotati di "ZONA 30": auto a bassa velo- cità, più sicurezza, meno inqui- namento, ecc... Per mostrare che è possibi- le pensare ad una viabilità di- versa che migliori la vivibilità degli spazi pubblici e provi a risolvere veramente i problemi di traffico nel borgo, che non si risolverebbero affat- to con la ventilata pedonalizzazione di una sola via. Nonostante la consegna del progetto e relazione, le ore passate negli uffici a sbrigare pratiche e raccontare l'iniziativa, la convergenza nella richiesta di numero- si gruppi e associazioni, IL COMUNE DI TORINO NON HA AUTORIZZATO L'USO DELLO SPAZIO PUBBLICO. Ha negato alle cittadine e ai cittadini del borgo la possibilità di dare e ricevere infor- mazioni su questa particolare modalità di gestione del traffico, utilizzando lo spazio pubblico del quartiere in cui vivono. Ha ne- gato la possibilità di mostrare il modello di viabilità che è riuscito a mettere d'accordo (cosa assolutamente non comune!) abitan- ti e commercianti. Cosa avrebbe potuto essere, cos'è una "ZONA 30" lo raccontiamo nel DiZona che trovate all'interno. In questa copertina, in- vece, l'elenco di tutte le persone, i gruppi, le associazioni, le idee e le possibilità che questa decisione ha cancellato. Una decisione che dà un chiaro segna- le rispetto alla reale attenzione che i nostri governanti (con atteggiamenti da signo- rotti locali come l'"innominato" citato nel titolo) dedicano ai percorsi "dal basso". 47 un quartiere in movimento... un movimento di quartiere NON S'HA DA FARE! VIETATO VIETATO VIETATO VIETATO PROIBITO PROIBITO PROIBITO PROIBITO

Dizona Giugno 2015 Zona30

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Page 1: Dizona Giugno 2015 Zona30

... QUESTA "ZONA 30"

Da più di un mese, ferve l'attività per preparare la simulazione di "ZONA 30" in una piccola porzione del borgo: un isolato di via Vanchiglia, una porzione di piazza Santa Giulia, un tratto di via Buniva.

Numerosi i gruppi e le associazioni che hanno promosso o hanno aderito all'ini-ziativa: ComitatoQuartiereVanchiglia, Bike Pride Torino, i volontari di Torino Spazio Pubblico, alcuni commercianti di zona, la scuola Fontana, l'oratorio Santa Giulia, l'associazione La città possibile, oltre a nu-merose cittadine e cittadini del quartiere.

Si è scelto di richiedere agli uffici co-munali l'autorizzazione all'uso del suolo pubblico, per allestire i punti informativi, i laboratori di gioco, creatività e riflessione e, soprattutto, per posizionare la segnale-tica provvisoria e gli arredi urbani che, con materiale di recupero, sono stati costruiti durante i laboratori aperti al pubblico nel-le ultime settimane. Grazie a questi arredi,

infatti, una porzione del borgo avrebbe assunto i connotati di "ZONA 30": auto a bassa velo-cità, più sicurezza, meno inqui-namento, ecc...

Per mostrare che è possibi-le pensare ad una viabilità di-versa che migliori la vivibilità degli spazi pubblici e provi a

risolvere veramente i problemi di traffico nel borgo, che non si risolverebbero affat-to con la ventilata pedonalizzazione di una sola via.

Nonostante la consegna del progetto e relazione, le ore passate negli uffici a sbrigare pratiche e raccontare l'iniziativa, la convergenza nella richiesta di numero-si gruppi e associazioni, iL COmUNE Di TOriNO NON HA AUTOriZZATO L'USO DELLO SPAZiO PUBBLiCO.

Ha negato alle cittadine e ai cittadini del borgo la possibilità di dare e ricevere infor-mazioni su questa particolare modalità di gestione del traffico, utilizzando lo spazio pubblico del quartiere in cui vivono. Ha ne-gato la possibilità di mostrare il modello di viabilità che è riuscito a mettere d'accordo (cosa assolutamente non comune!) abitan-ti e commercianti.

Cosa avrebbe potuto essere, cos'è una "ZONA 30" lo raccontiamo nel DiZona che trovate all'interno. in questa copertina, in-vece, l'elenco di tutte le persone, i gruppi, le associazioni, le idee e le possibilità che questa decisione ha cancellato.

Una decisione che dà un chiaro segna-le rispetto alla reale attenzione che i nostri governanti (con atteggiamenti da signo-rotti locali come l'"innominato" citato nel titolo) dedicano ai percorsi "dal basso".

47

un quartiere in movimento... un movimento di quartiere

NON S'HA DA FArE!VIET

ATO

VIETATO

VIETATO

VIETATO

PROIBITOPROIBI

TO

PROIBITO PROIBI

TO

Page 2: Dizona Giugno 2015 Zona30

NON

AUTORIZZATI

Bike prideOratorio Santa Giulia

BicinoBike zone

Oh! Mio bio

Volontari di Torino spazio pubblico

Laboratorio studenti PoliTo

ComitatoQuartiereVanchiglia

IC Via Ricasoli - plesso Fontana

FIAB - la città possibile