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47 un quartiere in movimento... un movimento di quartiere il periodico informativo di Vanchiglia www.comitatoquartierevanchiglia.net [email protected] dicembre 2014

DIZONA Dicembre 2014

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un quartiere in movimento... un movimento di quartiere

il periodico informativo di Vanchigliawww.comitatoquartierevanchiglia.net [email protected]

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PERCHÉ NASCE L’ESPERIENZA DELL’ORCHESTRA POPOLARE SINFONICA IN VANCHIGLIA?L’Orchestra Popolare Sinfonica nasce come uno luo-go aperto. Accogliente. Capace di permettere a chiunque voglia suonare di poterlo fare. Uno spazio musicale accessibile. Uno spazio dove poter speri-mentare nuove convivenze. Un luogo adatto per chiunque voglia farsi ascoltare.

PERCHÉ LA SCELTA DI UN’ORCHESTRA E NON AD ESEMPIO UNA SCUOLA DI MUSICA?Sappiamo che non tutti possono essere consumati strumentisti, cantanti, compositori ma esistono co-munque tanti modi per rendere accessibile a tutti il “fare musica”. Ognuno a seconda delle proprie ca-pacità, esperienze ed interessi. La convivenza e la capacità aggregante prende vita nella dimensione corale della seduta orchestrale. La dimensione or-chestrale permette la coesistenza di diversi livelli di competenza musicale. Questo, in estrema sintesi, il principale obiettivo del progetto dell’orchestra po-polare sinfonica.

DA DOVE NASCE LA DENOMINAZIONE DI OR-CHESTRALE POPOLARE SINFONICA, CHE VALEN-ZA POSSIEDE L’ESPRESSIONE POPOLARE? Il termine “popolare” definisce la nostra identità di musicisti. La dimensione popolare e corale dell’or-chestra si trasforma in una esperienza di comunità attraverso il linguaggio della musica. La costruzione di questa dimensione corale e collettiva caratterizza la nostra idea di dimensione politica, autorganizza-ta, autofinanziata, libera da logiche istituzionali o di commerciali. La “musica popolare” infatti non nasce

mai tale: lo diventa lungo l’avventura della sua rice-zione; quasi ogni brano musicale, purché genuino, originale ed eloquente, può entrare nella memoria collettiva per accompagnare la vita di ognuno. Sono forse meno popolari l’Inno alla gioia, l’Habanera del-la Carmen di Bizet o il Bolero di Ravel di tante altre musiche “ufficialmente” consacrate alla popolari-tà? Un luogo comune separa la musica popolare da quella colta. Ma appena si cerca di tracciare questo confine, esso si discioglie e perde la sua stessa con-notazione, diventando sterile. Sinfonico Popolare, in questo senso, sta a sottolineare –anche un po’ ironi-camente– il distacco da ogni barriera, da ogni pos-sibile interdizione e da ogni barriera culturale. Non musica “di confine”, quindi, ma “senza confini”.

PERCHÉ LA MUSICA È CAPACE DI “FARE” COMU-NITÀ?La musica esiste davvero solo se esiste un pubblico in ascolto. La presenza del pubblico differenzia, ad esempio, una prova generale da un concerto, ecco perchè il suono esiste solo se qualcuno può testimo-niare di averlo udito. Non possediamo una traccia tangibile del suono, e allora l’ascolto restituisce pie-na vita alla musica. Il pubblico e il musicista possono costruire una relazione circolare che permette alle sensazioni di essere traghettate da un luogo riceven-te ad un altro. La musicalità di ognuno di noi nasce con noi, ne siamo tutti dotati, cambia solo la nostra consapevolezza nel percepirlo. La musa ispiratrice dell’immaginario emotivo è la musica che ciascuno è in grado di esprimere.Credo fermamente che il suo-no non sia mai ambiguo. Ecco perché non dovrem-mo mai smettere di affidarci alla musica.

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Tra una lezione e l'altra ci hanno raccontato quando e come hanno scelto lo strumento che sentiamo pren-dere vita tra le loro mani, alcuni avevano più o meno l'età dei piccoli musicisti della O.P.S., altri sono stati scelti dallo strumento. Nessuno di loro ha più smesso di suonare. I maestri ci hanno anche detto che cosa ne pensano della O.P.S.…

Oscar:La scelta del violoncello è stata più una casualità che una scelta, perché quando ero piccolo ho scelto prima il mae-stro che insegnava e di conseguenza lo strumento. Adesso ho rapporto di profondo affetto perché mi accompagna in ogni cosa che faccio nella vita, mi aiuta sempre molto.Il confronto con le altre persone aiuta ad aumentare le abilità d'insieme, di lavoro di squadra e soprattutto a for-tificare certi riflessi intellettuali che altrimenti rimangono assopiti.

Stefano:La chitarra è stata una scelta inconsapevole. Ne avevamo una classica in casa, praticamente mai usata, che imbrac-ciai intorno ai sedici anni e cha rappresentava un “pon-te” verso la musica che ascoltavo: Dire Straits, Pink Floyd, Genesis, Sting ed altra musica pop di quel momento. Mi sono avvicinato allo strumento senza una volontà diretta, mi adattai a quello che c’era. Se avessi potuto provare altri strumenti ad oggi non ho la certezza di poter affermare che avrei scelto la chitarra. In passato praticavo molte ore al giorno perché volevo capire e migliorare l’improvvisa-zione e l’armonia. È un rapporto che vorrei ancora appro-fondire e migliorare anche se oggi vorrei accostarmi ad altri strumenti. In questo senso posso dire che la chitarra per me è comunque un elemento di tramite a cui non as-segno un privilegio particolare rispetto ad altri strumenti musicali. La finalità è la musica.Il progetto O.P.S., oltre a fornire gli strumenti musicali e le nozioni necessarie attraverso i corsi, è volto alla dimensio-ne orchestrale, alla musica d’insieme. Gli allievi imparano che cos’è l’orchestra: un’esperienza che apre il pensiero e la mente e che alimenta lo spazio creativo.

Enzo:È iniziato tutto per amore, avevo sette anni ed ero per-dutamente innamorato di un personaggio dei cartoni ani-mati che suonava il sax. Una sera mio padre mi portò a sentire il concerto della banda di paese, alla fine gli dissi che volevo imparare a suonare il sax e dopo poco inizia il corso di musica della banda. Dopo un anno di rudimenti iniziai a suonare con gli altri e l'amore che mi fece iniziare si trasformò in un sentimento ancor più grande, la gioia di fare musica d'insieme, dar vita ad un soggetto musicale collettivo.Personalmente ritengo che tutti gli individui che parteci-pano alla O.P.S. hanno il grande vantaggio di raggiungere immediatamente lo stadio più elevato di Musicista, che per me si concretizza in una persona in grado di ascolta-re e di interagire con la propria musica all'interno di un gruppo.

Basta rimandare, è arrivato il momento di iscriversi... Lezioni di piano (di Jane Campion, 1993) + Michael Nyman, The Sacrifice

La bellezza si vede, il fascino si percepisce, convincitene...

La grande bellezza (di Paolo Sorrentino, 2013) + Else Torp, My Heart’s in the Highlands

Rassegnati, gli amici si scelgono, i parenti no... Quasi amici(di Olivier Nakache e Eric Toledano, 2011) + Ludovico Einaudi, Una mattina

Impara, il pasto più importante della giornata è la... Colazione da Tiffany

(di Blake Edwards, 1964) + Audrey Hepburn vocal Moon River

Da sempre l’uomo si interroga sul conflitto tra natura e cultura, ora tocca a te... Into the Wild (di Sean Penn, 2007)+ Eddie Vedder, Guaranteed

Se riesci a non avere pregiudizi, puoi odiare tutti allo stesso modo... La haine

(di Mathieu Kassovitz, 1995) + Bob Marley, Burnin and Lootin

Impara ad ascoltare la stanza che abiti, Ferro 3. La casa vuota (di Kim Ki-duk, 2004) + Natasha Atlas, Gafsa

Se ti piace la bicicletta, non ti resta che pedalare...

Cyclo (di Tran Anh Hung, 1995) + Radiohead, Creep

Simbolo della primavera che sta arrivando... Magnolia (di Paul Thomas Anderson, 1999) + Aimee Mann, Save me

Volano, danzano, ti guardano e ti ascoltano, impara ad accoglierle... Le fate ignoranti

(di Ferzan Ozpetek, 2001) + Andrea Guerra, Le parole non dette

Per te che combatti la banalità del quotidiano...Strange days (di Kathryn Bigelow, 1995) + Peter Gabriel & Deep Forest, While the Earth Sleeps

Cerca te stesso senza pensare troppo alle dimensioni di quello che

cerchi... Big fish (di Tim Burton, 2003) + Pearl Jam, Man of the Hour

FUTURCINEMUSICOROSCOPO 2015

(segue nell’ultima pagina)

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Oltre a questo l'attività orchestrale è un continuo stimolo che aiuta i ragazzi a superare con la pratica i primi grandi scalini che condurranno alla padronanza dello strumento.

Matteo:Intorno ai sei anni, facendo le prove di un coro, una suo-ra enorme e baffuta si chinò su di me e mi ingiunse di muovere le labbra, senza emettere suoni, perché avevo la voce da "moscone". Fine della mia carriera da cantante. A diciassette, ho sostituito (inconsciamente?) la vibrazione delle corde vocali con la vibrazione delle labbra e mi sono innamorato della tromba. Finalmente avevo un suono tut-to mio! La sua voce lirica può solleticare le nuvole come un raggio di sole o soffiare ombre pigre negli angoli… per me la tromba è lo strumento più vicino alla voce, è como-da da portare in giro ed esteticamente è così semplice da essere bellissima…Le lezioni individuali servono solo ad arricchirsi di tecnica strumentale. Anche se questo requisito è fondamentale, la sola tecnica non renderà mai nessuno capace di condi-videre la musica. Il fatto che i nostri studenti si confronti-no direttamente con gli altri li rende immediatamente più consapevoli del fatto che la musica si costruisca insieme, cooperando per il miglior risultato. Questo è un insegna-mento di vita, non solo musicale. E questo è l'importante.

Luca:Non so esattamente perché ho deciso di cominciare a suonare il clarinetto, forse perché tramite il flauto dolce, con cui mi esercitavo per ore e con soddisfazione alle scuole medie, avevo scoperto gli strumenti a fiato, forse perché sapendolo comodo e tra-sportabile pensavo di poterlo avere sempre con me o forse ancora per-ché lo suonava Dylan Dog, fatto sta che a vent'anni ho comprato il mio primo clarinetto e da allora non ho più smesso di suonare e di studiare! Adesso mi sento quasi incompleto senza un sax al collo (strumento al quale sono passato qualche anno dopo aver scoperto il clarinetto e a cui mi sento più affine), ogni tanto lo guardo e mi sento come fossimo una coppia di anziani e penso che, nonostante tutti gli alti e bassi del nostro rapporto, non potrei più vi-vere senza di lui.L'importanza di suonare nella O.P.S. è estrema perché diciamo che se studiare e suonare uno strumento è di per sé una gioia suonarlo in ar-monia con gli altri è un tripudio di sensazioni, l'essenza stessa della musica, che a mio parere ci aiuta ad elevarci mentalmente, moralmente e soprattutto empaticamente!

Fabio:Fin da molto piccolo giocavo spes-so a percuotere pentole e accessori vari fin quando un giorno è com-parso in casa un tamburo vero, tut-to luccicante e grande e col tempo arrivò una batteria completa… un

gioco grandioso e non mi sono più fermato, per la gioia dei vicini di casa e familiari dalla pazienza infinita. Penso semplicemente che mi piacevano da morire le sensazioni che provavo suonando sopra le canzoni che avevo a di-sposizione, così come adoravo osservare i batteristi che suonavano alle diverse feste nel mio quartiere… ricordo che avevano tutti i baffi. Se il mio strumento fosse una persona potrei dire che mi ha sempre voluto molto bene, mentre io non sempre sono stato buono con lui. Per fortu-na è sempre generosissimo con me.L'esperienza nella O.P.S. per un bambino che si avvicina ad uno strumento e alla musica è sicuramente molto sti-molante poiché ricca di piani evolutivi tipici delle situazioni di insieme e soprattutto si suona, c'è un appuntamento al di la delle lezioni, l'orchestra polare sinfonica. Una grossa fortuna per chi partecipa a questo progetto.

Andrea:Io ho scelto di iniziare a suonare il violino per gioco e poi si è trasformata nella mia più grande passione.Per i bimbi il progetto ha una valenza molto più ampia rispetto alle mere lezioni individuali in quanto hanno la possibilità, non solo di scoprire lo strumento, ma anche di condividere momenti musicali con i propri compagni di orchestra con i quali possono confrontarsi in ogni momen-to osservando e ascoltando. Dallo scambio alla pari hanno modo di apprendere e comprendere istantaneamente e

quasi empaticamente.