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Echi di eresie cristiane nei papiri greci Author(s): Giuseppe Ghedini Source: Aegyptus, Anno 17, No. 4 (OTTOBRE-DICEMBRE 1937), pp. 334-337 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41214621 . Accessed: 16/06/2014 06:35 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aegyptus. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.79.20 on Mon, 16 Jun 2014 06:35:29 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Echi di eresie cristiane nei papiri greci

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Echi di eresie cristiane nei papiri greciAuthor(s): Giuseppe GhediniSource: Aegyptus, Anno 17, No. 4 (OTTOBRE-DICEMBRE 1937), pp. 334-337Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/41214621 .

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Echi di eresie cristiane nei papiri greci <*>

Era desiderio mio di mettere in rilievo la ricchezza dei papiri come fonte di studio delle eresie cristiane, le quali nelPEgitto, ehe nella sua capitale Alessandria fu il centro culturale delPetà elle- nistica, ebbero svariate e potenti espressioni, specialmente nelle dottrine gnostiche ed ariane.

I documenti ehe più servono ad illuminare i problemi religiosi - o a porre i problemi stessi - sono: amuleti e preghiere; fram- menti liturgici ; vangeli apocrifi ; lettere private anche (di primo ordine, è noto, Pepistolario meleziano nella magnifica edizione e nelP erudito commento del Bell) ; le formole di giuramenlo nei documenti ufficiali, sulle quali già aveva richiamata Pattenzione Г ill. prof. Wenger (Volk и. Staat in Aegypten am Ausgang der Römerherschaft, München 1922, p. 23) e poi il prof. Seidl (Der Eid im römlsch-aegyptlschen Provlnzialrecht, München, II T., 1925, pp. 4 e segg.). In queste specialmente Penergica ed esplicita affer- mazione di fede ortodossa può essere eco delPesistenza di dottrine contrarie ; e cioè, per Petà tarda, di correnti monofisite, di cui la chiesa copta fu particularmente rappresentante e continuatrice ; cosi ehe « chiesa copta » fu in Egitto sinónimo di chiesa mono- fisita in opposizione alla chiesa ortodossa.

Non essendomi possibile - per dolorose vicende famigliari - la presenza personale a codesto congresso, mi preme di sottoporre alla considerazione degli studiosi costi convenuti almeno due pro- blemi religiosi, di cui il primo di particolarissimo interesse.

II primo problema dunque, e più importante, anche per Pat- tualità dei documento di recente pubblicato riguarda la lettera PHarr. 107, di cui già mi occupai in Aegyptus XVII (1937) p. 98. Aile conclusion! di quella nota il Wilcken voile con generosa bontà rimandare corne a buona interpretazione in Archiv XII p. 236 n. 5.

(♦) Comunicazione presentata al V Congresso Internazionale di Papi- rologia di Oxford (agosto-settembre 1937- XV).

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ECHI DI ERESIE CRISTIANE NEI PAPiRI GRECI 335

Non vi è dubbio ehe Io scrivente di PHarr. è cristiano : lo si deduce non solo dall'accenno a 1. 20, dove si parla di « hima- tion » da inviarsi per « la festa di pasqua » (questo potrebbe far pensare anche ad un Ebreo), ma soprattutto dalla formola del sa- luto (1. 3) εν 3-εω ττλειστα χαίρει ν (1).

Il dubbio è su la ortodossia dello scrivente, ehe indirizza la sua preghiera τω πατρί Э-εω της αλητείας καϊ τω -αρακλητω ττνεύ- [лать dove oltre l'omissione di τω υίω è sintomática la specif ica- zione της αλητείας per Pappellativo τω ~ατρί.

Pareva a me ehe si risentisse qui una eco cristiano-gnostica; e per il fatto ehe nella letteratura cristiana il nesso τω ττατρί της αλητείας si ritrova solo in un discepolo di Valentino, Eracleone, e per Tesplicita menzione dei principio tricotimico (1. 8 e seg.) ψυχην και σώαα και πνεύμα; menzione ehe, se è riducibile a dico- timia, secondo Pinsegnamento ortodosso, in S. Paolo, 1 Tess. 5, 23 e in POxy. 1161, 6, corne nelle preghiere liturgiche, meno invece mi pareva riducibile in questo documento.

Ma a queste conclusion! a cui его giunto nella mia nota si vennero opponendo incertezze, ripensando.

L'argomento délia tricotimia non è, per se solo, prova sicura ehe lo scrivente sia eretico. Infatti oltre gli usi sopra accennati, ricordo il PBerol. 13415, pubblicato da Carl Schmidt, in Neutest. Studien Georg Heinrici zu seinem 70 Geburtstag dargebracht pp. 66-78 1. 35, dove la lettura e Г integrazione εις αναγέννησαν -νς καΐ ψυχής [και] σώματος non pare dubbia ; mentre dubbio assai mi riesce, e ne chiedo parère, la traduzione di Wessely, in Patr. Or. 18 p. 444 « à la génération spirituelle de Pâme et du corp ». Io credo invece ehe anche in questo documento Pidea tricomitica, esplicita, « per la rinascita dello spirito, dell' anima e dei corpo », incontri un'altra conferma. Si noti ehe il documento si manifesta di fede ortodossa. L'espressione di 1. 19 6 3·ελο>ν ::άντας άν(3·ρ<ό- ::)ους σω£ηναι και εις έ-ι'γνωσιν αλητείας έλ,&ειν è perfetta espres- sione paolina, 1 Tim. 2, 4 ; come è perfetta espressione trinitaria la dossologia finale : (1. 34) εν Χω ϊΰ τω ήγατ:η^ένω σου συν άγι'ω τζψ. και νυν και εις τους αιώνας, ά[Λην. Il Wessely fu forse, indotto alla interpretazione di « spirituelle » dal fatto ehe ττνεύαατος è abbre- viato in πνς nel papiro ? mentre non lo sono ψυ/ης και σώαατος ?

Per la debolezza deir argomento a sostegno delia mia tesi si noti inoltre ehe idee precise a propósito delia nátura deir anima

(1) G. Ghedini, Paganesimo e Cristianesimo nelle letter ef in Atti del IV Congresso Inter nazionale di Papirologia, Milano 1936, p. 338.

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(ma anche per questioni assai più delicate) non si devono preten- dere in taie periodo di tempo dai semplici fedeli, se in quei secoli inesattezze od audacie sono tollerate anche nei gerarchi délia chiesa stessa; e basti per tutti il ricordo di Sinesio di Cirene.

Resterebbe dunque come argomento piíi convincente a rite- nere gnostico il nostro documento la menzione di « Dio padre delia verità » (ττ;ς αλητείας si deve sentire con τω ττατρί, poichè .3-εω è da considerarsi apposizione di τω -ατοί) e di « spirito pa- racleto », con Tesclusione di « figlio ».

Alia mia tesi sostenuta in Aegyptus mi confortava oltre Гас- costamento con Eracleone, sopra ricordato, il ritrovare nel campo papirologico, e precisamente in amuleti, Pinvocazione о il ricordo di « dio » e « spirito » nei Seguenti documenti pagani : PLond. CXXIV 1. 10 (IV/VP) ορκίζω σε κα]ι το ττερί σε ε/ων -νεΰ^α; PLeid. 395 1. 789 (346Ρ) ό ε / ω ν την άψευστον α λ η 3* ε ι α ν · ovo μ. ά σου και τ: ν ε υ υ. α σουέτ:' αγα^οΐς; PLeid. 384, 1. 173 (100ρ) εύ/α- οιστώ σοι, κύριε, ότι ил ελυσεν το αγιον ττνευαα, το μονογενές το ζών; a cui si deve forse aggiungere POxy. 1384, 1. 20 (Vp, cristiano) τ[ω ονόματι του] ττατρο; και άγ[ι]ου [τ:νεύ(Λατο; και του] υίου dove, se Γ integrazione è esatta, non si può attribuire ad errore о а pura casualità la posposizione di του υίου a αγίου ττνεύαλτο: trat- tandosi di una formola cosi rígida e cosi comune nell'uso.

Sarebbe forse qui pensato αγιον -νευαα come Γ intermediário tra il Padre e il Figlio ?

Ε quanďanche la mia interpretazione ehe vede in PHarr. 107 una eco gnostica cogliesse nel segno, ehe cosa dobbiamo inten- dere in τταράκλητον ττνεΰ^α ivi ricordato accanto e subito dopo τω ττατρί 3-εω ? « Lo spirito di Dio », Pespressione delia sua vo- lontà, Pintermediario tra il Dio incommunicabile e il mondo, o non invece lo «Spirito Santo», persona divina? O per lo scri- vente il « pneuma » non è piuttosto il Cristo, di cui si tace, ehe dal Dio supremo discende su Gesù, figlio di Giuseppe e di Maria? E a questo riguardo non è forse da trascurare un raccostamento con PCair. Masp. II, 67188 p. 169 (época bizantina) 'ρ(ιστός) * εξορ- κίζω σε, κ(ύρι)ε, τ:αντοκράτωρ, ττριοτογενέτωρ, αύτογενέτωρ, άστ;εραο- γόνητε perché se in σε, κύριε, si deve intendere Χριστός, come pare, il documento présenta non piccolo interesse, riferendo a Cristo attributi, ehe altrove sono costantemente riservati al Dio supremo.

Ma queste mie conclusion! nei riguardi di PHarr. 107 corne documento religioso, hanno subito una non lieve scossa quando mi sono incontrato in questa decisa affermazione di Jules Lebreton (Histoire de V église II p. 327 n. 3) « Sabellius .... ; au rapport

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ďAtanase (De sent. Dion. V), son hérésie y était au temps de Denis si répandue, qu' en certaines églises on n'osait plus prêcher le Fils de Dieu». L'ignoto scrivente di PHarr· ci tramanderebbe Γ eco di una corrente eretica monarchiana?

Il secondo problema di assai minore interesse mi nasce dalla lettura di PRain. 5, 7 e seg. (VI/VIIP ; in Wessely, Neue griech. Zauberpapyri p. 68 e seg. ; Preisendanz, Papyri gr. magicae II p. 199 e seg.) dove lo scongiuro è contro τΛί δ·?; γα* του διαβόλου 3"ερίων ed è fatto κατά 5εοΰ καί του τωτ/ιρος ηαών Ίησου Χρίστου (si noti ehe al contrario di PHarr. 107 non si fa menzione di αγίου πνεύματος ed è sintomático accennandosi al battesimo) bií του ελαίου του ι[ζροΰ β]απτ[ισ|/.ου. La lezione di του ελαίου του ί[ζζοΰ β]α::τ[ισ[Αου è molto incerta. Ma se coglie nel vero, si avrebbe anche qui un riflesso gnostico ? Si sa ehe i discepoli del gnostico Marco usavano nella amministrazione del battesimo versare sul candidato una miscela di olio ed acqua. L' « olio del sacro batte- simo » del nostro papiro accenna a questo uso? O si tratta invece dell'olio dei sacro crisma (veramente i Greci lo chiamavano »λύριον), ehe il battezzato riceveva quando era uscito dalla piscina? Anche in questo caso il documento non è di piccolo interesse : sarebbe una conferma alla opinione ehe tale unzione appartenesse anche nelPoriente, al conferimento del battesimo e non delia confirmatio.

Io propenderei a ritenere questo documento come un tardo riflesso di tendenze ereticali; ma non senza esitazioni. E per questo mi permetto di sottoporre questi problemi alla considerazione dei dotti costi raccolti, dalla competenza dei quali potrà venire non piccola luce ad agevolare il compito ehe mi sono proposto : la pubblicazione cioè dei frammenti liturgici e delle preghiere cri- stiane dei papiri, con traduzione ed illustrazioni filologiche e sto- riche. I nostri raduni papirologici dovrebbero, secondo me, non solo dar modo a ciascuno di esporre ai colleghi i risultati delle proprie ricerche scientifiche ; ma anche e soprattutto di proporre problemi dalla cui discussione piu profícuo si rende Γ incontro degli studiosi per il progresso delle nostre discipline.

O. Ohedini

Aegyptus - Anno XVII - 23

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