48
L’ancora 1/2 2015 Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA CULTURA DELLA VITA L’inizio di questo nuovo anno ci richiama tutti ad intensificare la preghiera per la pace, e Dio solo sa di quanta pace ci sia bisogno oggi nel mondo! Gli atti di terrorismo ed i conflitti che si verificano quotidianamente in varie zone del pianeta, oltre a seminare terrore e morte, rappresentano i segnali di una violen- za cieca, crudele, che purtroppo al momento appare senza soluzione. Dobbiamo pregare affinché nel mondo prevalga quella cultura della vita e del rispetto necessaria a garantire a tutti pace e libertà. Questo nostro impegno scaturisce dai messaggi della Vergine Santa a Fatima che ci richiama a pregare ed ad offrire le sofferenze per la pace nel mondo, ammonendoci – nel 1917 – con queste parole: “Se il mondo non si converte, lo possono attendere tanti pericoli”. Dobbiamo pregare, affinché ogni tipo di re- ligione non venga derisa o “giocattolizzata”, come ha affermato il Santo Padre nell’ultimo viaggio apostolico in Sri Lanka e Filippine. A noi, come credenti, spetta il compito di ali- mentare e diffondere quel senso di rispetto che merita la dimensione spirituale dell’essere umano, il suo sentire interiore, il suo vivere – senza fanatismi di sorta – il rapporto con Dio. Dio è amore, ed è questo amore che deve poter essere offerto a tutti, senza se e senza ma. Anche quest’anno papa Francesco nel suo Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale del Malato ha sottolineato l’importanza del tema tratto dal Libro di Giobbe: «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (29,15) e lo ha fatto considerando la “sapienza del cuore”. Quattro punti che ognuno di noi dovrebbe approfondire e che ben si sintonizzano con il nostro carisma associativo: Sapienza del cuore è servire il fratello; Sapienza del cuore è stare con il fratello; Sapienza del cuore è uscire da sé verso il fratello; Sapienza del cuore è essere solidali col fratello senza giudicarlo. Dalle parole di papa Francesco – trovate il Messaggio integralmente pubblicato all’inter- no della rivista – scaturisce una considerazione su cui, come Volontari della Sofferenza, dob- biamo riflettere per portare avanti e migliorare sempre di più il nostro apostolato dei sofferen- ti, restando sempre aderenti alla spiritualità ed al carisma del beato Luigi Novarese. Desidero anche condividere con voi la gioia dei bellissimi e significativi momenti vissuti in Camerun per tutti i Silenziosi Operai della Croce. Nel mese di dicembre mi sono recato con sorella Marina Morosetti e sorella Mara Strazzacappa presso la Comunità di Mouda per partecipare alla consacrazione fra i Silenziosi Operai della Croce di un sacerdote e quattro giovani donne del continente africano. Un prezioso segno di speranza per la crescita del nostro carisma associativo per la diffu- sione dell’apostolato dei sofferenti in tutto il mondo. 1 Editoriale Sri Lanka, 14 gennaio 2015: incontro di papa Francesco con la comunità buddista.

Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

Janusz MalskiModeratore Generale dei SOdC

PER UNA CULTURADELLA VITA

L’inizio di questo nuovo anno ci richiama tutti ad intensificare la preghiera per la pace, e Dio solo sa di quanta pace ci sia bisogno oggi nelmondo! Gli atti di terrorismo ed i confl itti che si verificano quotidianamente in variezone del pianeta, oltre a seminare terrore e morte, rappresentano i segnali di una violen-za cieca, crudele, che purtroppo al momentoappare senza soluzione. Dobbiamo pregareaffinché nel mondo prevalga quella culturadella vita e del rispetto necessaria a garantire a tutti pace e libertà.Questo nostro impegno scaturisce dai messaggi della Vergine Santa a Fatima che ci richiama a pregare ed ad offrire le sofferenze per la pace nel mondo, ammonendoci – nel 1917 – con queste parole: “Se il mondo non si converte, lo possono attendere tanti pericoli”.Dobbiamo pregare, affi nché ogni tipo di re-ligione non venga derisa o “giocattolizzata”, come ha affermato il Santo Padre nell’ultimo viaggio apostolico in Sri Lanka e Filippine. A noi, come credenti, spetta il compito di ali-mentare e diffondere quel senso di rispetto che merita la dimensione spirituale dell’essere umano, il suo sentire interiore, il suo vivere – senza fanatismi di sorta – il rapporto con Dio. Dio è amore, ed è questo amore che deve poter essere offerto a tutti, senza se e senza ma.Anche quest’anno papa Francesco nel suoMessaggio per la XXIII Giornata Mondiale delMalato ha sottolineato l’importanza del tematratto dal Libro di Giobbe: «Io ero gli occhi peril cieco, ero i piedi per lo zoppo» (29,15) e lo ha fatto considerando la “sapienza del cuore”.Quattro punti che ognuno di noi dovrebbeapprofondire e che ben si sintonizzano con il nostro carisma associativo: Sapienza del cuore

è servire il fratello; Sapienza del cuore è stare con il fratello; Sapienza del cuore è uscire da sé verso il fratello; Sapienza del cuore è essere solidali col fratello senza giudicarlo.Dalle parole di papa Francesco – trovate il Messaggio integralmente pubblicato all’inter-no della rivista – scaturisce una considerazione su cui, come Volontari della Sofferenza, dob-biamo rifl ettere per portare avanti e migliorare sempre di più il nostro apostolato dei sofferen-ti, restando sempre aderenti alla spiritualità ed al carisma del beato Luigi Novarese.Desidero anche condividere con voi la gioia dei bellissimi e signifi cativi momenti vissuti in Camerun per tutti i Silenziosi Operai della Croce. Nel mese di dicembre mi sono recato con sorella Marina Morosetti e sorella Mara Strazzacappa presso la Comunità di Mouda per partecipare alla consacrazione fra i Silenziosi Operai della Croce di un sacerdote e quattro giovani donne del continente africano. Un prezioso segno di speranza per la crescitadel nostro carisma associativo per la diffu-sione dell’apostolato dei sofferenti in tutto ilmondo. ■

1

Editoriale

Sri Lanka, 14 gennaio 2015: incontro di papa Francesco con la comunità buddista.

Page 2: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

Fondatore: Mons. Luigi NovareseDirettore responsabile: Filippo Di Giacomo

Legale rappresentante: Giovan Giuseppe TorreRedazione:

Samar Al Nameh, Mauro Anselmo,Armando Aufiero, Mara Strazzacappa

Segretario di redazione: Carmine Di PintoProgetto grafico e Art direction:

Nevio De ZoltHanno collaborato:

Alessandro Anselmo, Mauro Anselmo, Armando Aufiero, Ilaria Barigazzi, Giovanna Bettiol, Felice Di Giandomenico,

Letizia Ferraris, Francesco Frau, Remigio Fusi, Lucia Maiolino,Janusz Malski, Walter Mazzoni, Italo Monticelli,

Mario Morigi, Mauro Orsatti, Marco Pellacani, Angela Petitti,Izabela Rutkowska, Floriano Scioscia, Mara Strazacappa

Foto: Agenzia Sir: pp. 1, 8, 12, 17, 28, 31;Erminio Cruciani: p. 6, 14, 15, 38, 44;

Giovanna Bettiol: pp. 20, 36; Izabela Rutkowska: p. 22;Janusz Malski: pp. 18, 19, 34

Direzione e amministrazione:Via dei Bresciani, 2 - 00186 Roma

[email protected]

REDAZIONE e UFFICIO ABBONAMENTI:Via di Monte del Gallo, 105/111 - 00165 Roma

Tel. 0639674243 - 0645437764 - Fax 0639637828

[email protected]

Pubblicazione iscritta al n°418del 8/9/1986 nuova serie già registrata

al Tribunale di Roma n°1516 del 19/4/1950Per ricevere la rivista:

Italia ed estero - Annuale €18,00C/c p. n° 718007 intestato a

Associazione Silenziosi Operai della Croce -Centro Volontari della Sofferenza

Via di Monte del Gallo, 105 - 00165 RomaAi sensi dell’art. 13, legge 675/96,

gli abbonati alla rivista potranno esercitarei relativi diritti, fra cui consultare,

modificare o cancellare i propri dati, rivolgendovi alla Redazione dell’Ancora

I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamentivengono utilizzati esclusivamente per l’invio

della pubblicazione e non vengono cedutia terzi per alcun motivo

Il materiale inviato non viene restituitoe la pubblicazione degli articoli non prevede

nessuna forma di retribuzione

Con permissione ecclesiastica

Tipolitografia Istituto Salesiano Pio XIVia Umbertide, 11 - 00181 Roma

Tel. 067827819 - [email protected] di stampare: Gennaio 2015

Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

6

31

20

42

ANCORA

L’

RIVISTAMENSILE DEL

CENTRO VOLONTARI

DELLA SOFFERENZA

GennaioFebbraio

2015

1/2

SOM

MA

RIO

Page 3: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

6

31

20

42

12

37

23

45

editoriale 1 Per una cultura della vita Janusz Malski

una guida che continua 4 Dal confronto all’incontro Angela Petitti

6 Sapientia cordis a cura della Redazione12 Risultanze e decisioni per il futuro a cura della Redazione16 Un’immersione pasquale Mario Morigi18 Quando soffia lo spirito Mara Strazzacappa20 Come affrontare il momento della sofferenza Italo Monticelli22 L’amore, linguaggio dell’autismo Izabela Rutkowska

l’Ancora dei piccoli 23 Vi raccontiamo Luigi

lectio27 Sete di giustizia Mauro Orsatti celebrazione29 La nostra vita è del Signore Giovanna Bettiol

31 Il sostegno terapeutico della fede al malato Alessandro Anselmo34 Una gioia missionaria a cura della Redazione36 Un continuo atto d’amore Angela Petitti37 Il re più bello! Letizia Ferraris38 In ricordo di Fernanda Pagliara a cura della Redazione40 Grazie... su Grazie a cura di Felice Di Giandomenico41 Vorrei essere il vento per scacciare il male Mauro Anselmo42 Fulgida Anna Maria Bartolacelli a cura della Redazione44 Essere in prima linea:

il CVS a servizio della Chiesa locale! Lucia Maiolino

noicvs45 Vivere in pienezza46 Una splendida avventura47 Appuntamenti d’autunno48 Grazie! Esercizi spirituali “L’apostolo dei malati”

info

rmazio

ne

inascolt

oin

dia

logo

Page 4: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

Angela Petitti

niziando un nuovo anno abbiamo coscienza di avere davanti uno spazio

di tempo prezioso, quello di giorni che ci apparter-ranno e di tempo che ci viene donato. Un po’ siamo messi di fronte al mistero della vita, ricordando an-che le persone che ci hanno lasciato: il cammino prose-gue senza di loro. Sempre, direb-be il beato Novarese, siamo mes-si di fronte “alle vaste tematiche che toccano l’uomo, soggetto di studio, di lavoro e di scoperte”.Iniziava così, mons. Novarese, la sua rifl essione del 1972: “La pre-senza del malato nella società”. Da subito, egli mette in evidenza quello che lui chiama “la perico-losità di un confronto”. “Nel confronto che noi volessi-mo stabilire tra chi è privo della salute, e quindi condizionato e magari precluso anche nelle sue più profonde aspirazioni, e chi, libero di sé, dispone come me-glio crede della propria persona, dei propri affetti e del tempo li-bero, il sofferente può realmen-te apparire, e può darsi anche che egli stesso si senta come un escluso dalla società, un essere

servare le somiglianze e le diversità di due realtà messe l’una di fronte all’altra. E an-che se notassimo delle dis-somiglianze, non necessaria-mente queste devono essere negative né, tantomeno, in-durre al giudizio su che co-sa o chi abbia più valore. Il pericolo di cui parla mons.

Novarese consiste nel rite-nere le apparenti “insuffi cienze” come condizionamenti per l’eser-cizio della libertà, per l’espres-sione dell’affettività e la conse-guente dipendenza dagli altri.Tra l’altro, sentirsi liberi, esprime-re come meglio pare l’affettività ed essere indipendenti, sono le maggiori aspirazioni dell’“uomo moderno” del 1972, così come dell’uomo nostro contemporaneo.Al di là delle nostre aspirazioni, “lecite e illecite”, per tutti si pone il compito di essere per-sone adulte, capaci di “mettere sempre al primo posto la fede, che tutto illumina con una luce nuova, svela le intenzioni di Dio sulla vocazione integrale dell’uomo e perciò guida lo spi-rito verso soluzioni pienamente umane; una fede forte, convin-ta, profonda, matura, alimentata

Incontrare l’uomo vuol dire fare esperienza di Dio. Del Dio che vuole la nostra felicità, che ha bisogno anche di noi, sani o sofferenti.

inutile a cui ciò che si dà lo si dà per pura compassione.La corsa al benessere e l’eman-cipazione da un sano controllo dei propri istinti, rendono più penose le condizioni di chi sof-fre, proprio perché il confronto in questo caso si fa più marcato; da una parte esistono il lecito e l’illecito; dall’altra invece, man-cano spesso perfi no i presup-posti per una umana e sociale affermazione. Nel primo caso c’è l’emancipazione da qualsiasi legge, dall’altro si stabilisce uno stato di dipendenza dalla buona volontà altrui che spesso avvili-sce e rende ancora più pesante la propria condizione”.Di per sé, un confronto non è pericoloso, poiché si tratta di os-

4

una guida che continua

DAL CONFRONTOALL’INCONTRO

direb-

servadiverl’unache somimennegadurrsa operi

Novanere le a

I

L’ancora 1/2 2015

Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società” organizzato dal-l’UNAMSI e CVS (Roma, 10-12 aprile 1972)

Page 5: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

5

alla fonte stessa della vita, che è Cristo Gesù; proiettata in una te-stimonianza costante di coeren-za anche esteriore, espressa nel dominio di sé, nella lotta contro le passioni, nell’esercizio delle virtù, specie della carità” (Paolo VI, 2 dicembre 1968).La citazione è di un discorso del beato Paolo VI le cui omelie sono ampiamente riportate da mons. Novarese in questa sua rifl essio-ne. Le parole del Papa evidenzia-no il nucleo profondo di ciò che è l’uomo: non sano o malato, indipendente o condizionato ma fi glio di Dio, che a tutti offre una “vocazione integrale” e un desti-no di infi nito e di eternità.Perché, è vero, potranno pure esserci esistenze segnate più di altre dalla sofferenza in tutte le sue espressioni. Ma ci sarà sem-pre, per ognuno, una vita donata e ricevuta, signifi cativa sempre.I valori autentici, tuttavia, non appaiono immediatamente all’o-rizzonte, offuscati come sono da ciò che Paolo VI chiama lo smar-

rimento delle “ragioni superiori nel campo dell’essere e nel cam-po del cuore”. Sono queste, infat-ti, prosegue il Papa, che assicu-rano “una valutazione ottimistica del mondo e della vita. La fi du-cia, quella che resiste alle prove della nostra terrena esistenza, le quali sono pur molte e gravi, si trova alla confl uenza di due virtù teologali di cui purtroppo il mon-do contemporaneo poco si cura: la fede e la speranza” (Paolo VI, Pasqua 1969).Anziché preoccuparsi, dunque, del proprio stato di salute, che pure è importante, della propria condizione fi sica che poi defi ni-sce anche la nostra individualità e unicità, dovremmo porre tutti più attenzione al senso della nostra vita che è incontrare Dio, rifug-gendo “da quelle risposte comode e facili che non sono in armonia con le fi nalità totali dell’uomo, anche se per fare ciò si incontra fatica e magari impopolarità. La realtà di Dio va quindi ricercata, studiata, meditata, accettata sul-

Re (Vb),

15 febbraio 1953.

Posa e benedizione

della prima pietra

rappresentata

dalla statua

del Cuore

Immacolato di Maria.

FOTO STORICA

le basi della ragione, della storia e infi ne della fede.Sulle indagini dell’osservazione l’uomo posto dinanzi a se stesso fi nisce con l’incrociare i suoi pas-si con quelli di Dio che gli viene incontro, e da quell’incontro avrà inizio la sua vera promozione umana, spunterà la vita che non tramonta, cesserà l’incubo della morte: sono gli orizzonti della Redenzione dischiusi dal Cristo agli uomini di buona volontà. L’uomo che si incontra con Dio diventa allora felice della stessa felicità di Dio, perché partecipe della Sua vita divina”.Non più confronto, quindi, ma incontro. Incontro autentico con ogni uomo; incontro felice con Dio che “vuole la nostra felicità, che ha bisogno anche di noi, sani o sofferenti, proprio perché ha deposto come un lievito dentro il nostro animo il seme della Reden-zione. In questo inserimento uma-no e soprannaturale l’ammalato non è più né solo, né inutile: egli è la trasparenza del Cristo”. ■

Page 6: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

6

informazione

Pubblichiamo il Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXIII Giornata Mondiale del Malato 2015

SAPIENTIACORDIS

«Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo»

(Gb 29,15)

Cari fratelli e sorelle,in occasione della XXIII Giornata Mondiale del Malato, istituita da san Giovanni Paolo II, mi rivolgo a tutti voi che portate il peso della malattia e siete in diversi modi uniti alla carne di Cristo sofferente; come pure a voi, professionisti e volontari nell’ambito sanitario.Il tema di quest’anno ci invi-ta a meditare un’espressione del Libro di Giobbe: «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (29,15). Vorrei farlo nella prospettiva della “sapientia cordis”, la sapienza del cuore.1. Questa sapienza non è una conoscenza teorica, astrat-ta, frutto di ragionamenti. Essa piuttosto, come la de-scrive san Giacomo nella sua Lettera, è «pura, poi pacifi ca, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera» (3,17). È dunque un atteggiamento infuso dallo Spirito Santo nel-la mente e nel cuore di chi sa aprirsi alla sofferenza dei fratelli e riconosce in essi l’immagine di Dio. Facciamo nostra, pertanto, l’invocazione

Page 7: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

7

del Salmo: «Insegnaci a contare i nostri giorni / e acquisteremo un cuore saggio» (Sal 90,12). In questa sapientia cordis, che è dono di Dio, possiamo rias-sumere i frutti della Giornata Mondiale del Malato.2. Sapienza del cuore è servire il fratello. Nel discorso di Giobbe che contiene le parole «io ero gli occhi per il cieco, ero i pie-di per lo zoppo», si evidenzia la dimensione di servizio ai bi-sognosi da parte di quest’uo-mo giusto, che gode di una certa autorità e ha un posto di riguardo tra gli anziani della città. La sua statura morale si manifesta nel servizio al pove-ro che chiede aiuto, come pure nel prendersi cura dell’orfano e della vedova (vv. 12-13).Quanti cristiani anche oggi testimoniano, non con le pa-role, ma con la loro vita radi-cata in una fede genuina, di

essere “occhi per il cieco” e “piedi per lo zoppo”! Persone che stanno vici-no ai malati che hanno bisogno di un’assistenza continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio, spe-cialmente quando si prolunga nel tempo, può diventare fati-coso e pesante. È relativamen-te facile servire per qualche giorno, ma è diffi cile accudire una persona per mesi o addi-rittura per anni, anche quando essa non è più in grado di rin-graziare. E tuttavia, che gran-de cammino di santifi cazione è questo! In quei momenti si può contare in modo particola-re sulla vicinanza del Signore, e si è anche di speciale soste-

gno alla missio-ne della Chiesa.3. Sapienza del cuore è stare con il fratello. Il tempo passato accanto al ma-lato è un tempo santo. È lode a Dio, che ci con-forma all’imma-

gine di suo Figlio, il quale «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). Gesù stesso ha detto: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27).Chiediamo con viva fede allo Spirito Santo che ci doni la grazia di comprendere il valore dell’accompagnamento, tante volte silenzioso, che ci porta a dedicare tempo a queste sorel-le e a questi fratelli, i quali, grazie alla nostra vicinanza e

servizio, spe-

gnone d3. Scuorcon temacclatosanDiofor

gine di suo Figlio,

Celebrazionedella Giornata Mondiale del Malato (Villavicencio, Colombia, 2012)

Page 8: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

8

al nostro affetto, si sentono più amati e confortati. Quale grande menzogna invece si na-sconde dietro certe espressioni che insistono tanto sulla “qua-lità della vita”, per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sareb-bero degne di essere vissute!4. Sapienza del cuore è uscire da sé verso il fratello. Il no-stro mondo dimentica a volte il valore speciale del tempo speso accanto al letto del ma-lato, perché si è assillati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e si dimentica la dimensione della gratuità, del prendersi cura, del farsi ca-

rico dell’altro. In fondo, die-tro questo atteggiamento c’è spesso una fede tiepida, che ha dimenticato quella parola del Signore che dice: «L’avete fatto a me» (Mt 25,40).Per questo, vorrei ricordare an-cora una volta «l’assoluta pri-orità dell’“uscita da sé verso il fratello” come uno dei due comandamenti principali che fondano ogni norma morale e come il segno più chiaro per fare discernimento sul cammi-no di crescita spirituale in ri-sposta alla donazione assoluta-mente gratuita di Dio» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 179). Dalla stessa natura missionaria

della Chiesa sgorgano «la cari-tà effettiva per il prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove» (ibid.).5. Sapienza del cuore è essere solidali col fratello senza giudi-carlo. La carità ha bisogno di tempo. Tempo per curare i ma-lati e tempo per visitarli. Tempo per stare accanto a loro come fecero gli amici di Giobbe: «Poi sedettero accanto a lui in ter-ra, per sette giorni e sette not-ti. Nessuno gli rivolgeva una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolo-re» (Gb 2,13). Ma gli amici di Giobbe nascondevano dentro di sé un giudizio negativo su di lui: pensavano che la sua sven-tura fosse la punizione di Dio per una sua colpa. Invece la vera carità è condivisione che non giudica, che non pretende di convertire l’altro; è libera da quella falsa umiltà che sotto sotto cerca approvazione e si compiace del bene fatto.L’esperienza di Giobbe trova la sua autentica risposta solo nel-la Croce di Gesù, atto supremo di solidarietà di Dio con noi, totalmente gratuito, totalmen-te misericordioso. E questa ri-sposta d’amore al dramma del dolore umano, specialmente del dolore innocente, rimane per sempre impressa nel cor-po di Cristo risorto, in quelle sue piaghe gloriose, che sono scandalo per la fede ma sono anche verifi ca della fede (cfr. Omelia per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, 27 aprile 2014).

informazione

Page 9: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

9

Anche quando la malattia, la solitudine e l’inabilità hanno il sopravvento sulla nostra vita di donazione, l’esperienza del do-lore può diventare luogo privi-legiato della trasmissione della grazia e fonte per acquisire e rafforzare la sapientia cordis. Si comprende perciò come Giobbe, alla fi ne della sua esperienza, rivolgendosi a Dio possa affer-mare: «Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto» (42,5). Anche le persone immerse nel miste-ro della sofferenza e del dolore, accolto nella fede, possono di-ventare testimoni viventi di una fede che permette di abitare la stessa sofferenza, benché l’uo-mo con la propria intelligenza non sia capace di comprenderla fi no in fondo.6. Affi do questa Giornata Mondiale del Malato alla prote-zione materna di Maria, che ha accolto nel grembo e genera-to la Sapienza incarnata, Gesù Cristo, nostro Signore.O Maria, Sede della Sapienza, intercedi quale nostra Madre per tutti i malati e per coloro che se ne prendono cura. Fa’ che, nel servizio al prossimo sofferente e attraverso la stessa esperienza del dolore, possiamo accogliere e far crescere in noi la vera sapienza del cuore.Accompagno questa supplica per tutti voi con la mia Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 3 dicembre 2014Memoria di San Francesco Saverio

Francesco

IL TEMPO PASSATOACCANTO AL MALATOÈ UN TEMPO SANTO

Commento al Messaggio del Papadi mons. Italo Monticelli

Il Messaggio di papa Francesco in occasione della XXIII Giornata Mondiale del Malato è espresso, come sempre, con un linguaggio nuovo, in modo molto semplice e nello stesso tempo coinvolgente.Ogni frase può essere effi cacemente commentata. Mi li-mito a mettere in evidenza due parole che si ripetono e si intrecciano continuamente, formando la sostanza del Mes-saggio. Sono le parole tempo e fratello.Molto incisiva e pregnante è la frase: il tempo passato ac-canto al malato è un tempo santo, molto indicato per diventare santi. Infatti non si diventa santo senza l’esercizio dell’amore. “La carità ha bisogno di tempo”.Come pure non si può trascorrere giorni senza interessarsi delle persone sofferenti. C’è bisogno “del tempo per curare i malati e per visitarli”.Non è assolutamente giusto pensare ai sofferenti come a dei castigati da Dio. Occorre impiegare “il tempo per stare accanto a loro non come fecero gli amici di Giobbe che pensavano che la sua sventura fosse la punizione di Dio per una sua colpa”.Il Papa invita tutti a riempire le giornate di gesti pieni di amore, di attenzione e di sensibilità vera verso i sofferenti.Il pensare che è tempo inutile o sprecato stare accanto ai malati è veramente disdicevole.Viene spontaneo dire che ogni sofferente va considerato e trattato come un fratello.

9

Pellegrinaggiodei giovani del CVSa Fatima,(2004)

Page 10: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

10

È proprio la parola “fratello” che viene ripetuta parecchie volte nel testo del Messaggio.Ecco cosa fare: “Servire il fratello... stare con il fratello... uscire da sé verso il fratello... essere solidale con il fratello senza giuidicarlo”.Se guardiamo alla vita delle nostre comunità e delle varie associazioni di volontariato, vediamo molte persone vivere accanto ai malati, come dice il Papa, da veri testimoni che non con le parole, ma con la loro vita radicata in una fede genuina, sono “occhi per il cieco e piedi per lo zoppo”.Però il Papa richiama anche ad un passo sbagliato che si può compiere nel servizio ai malati, quello di farlo solo per qualche giorno. Non si dimentichi che i malati hanno bisogno di una assistenza non temporanea ma continua, perché “è diffi cile accudire una persona per mesi o addirittura per anni”.La conferma di questo richiamo è data dalla situazione di tanti malati cronici presenti nelle nostre famiglie.Molto signifi cativa è anche la sottolineatura del signifi cato positivo che può avere l’esperienza del dolore, se si guarda “alla Croce di Gesù, atto supremo di solidarietà di Dio con noi, totalmente gratuito, totalmente misericordioso”.Solo con uno sguardo contemplativo al Crocifi sso le per-sone immerse nel mistero della sofferenza e del dolore, ac-colto nella fede, possono diventare testimoni viventi della fede. Solo chi accoglie così il dolore, può essere in grado di offrirlo per il bene della Chiesa e della società. Ci augu-riamo che, meditando personalmente il Messaggio di papa Francesco, tutti i cristiani possano spendere tanto tempo per i fratelli sofferenti e fare così “un grande cammino di santifi cazione”.

L’AMMALATOE LA SUAVOCAZIONECommento al Messaggio del Papa di don Remigio Fusi

Ho letto e riletto più volte il Messaggio che il Santo Padre ha inviato per la XXIII Giornata Mondiale del Malato. Mi sono pure commosso perché, men-tre leggevo, sentivo nel pro-fondo del mio cuore le parole e gli insegnamenti di mons. Luigi Novarese, che esprime-vano gli stessi concetti.Rivolgendosi ai Fratelli degli Ammalati, Monsignore mette-va in evidenza la funzione del malato nella Chiesa e nella società. L’urgenza, pertanto, è quella di andare verso il ma-lato per servirlo, consapevoli che Cristo ha voluto confor-marsi con chi soffre. Il grido del malato ha la priorità sulla vita ordinaria.A tal proposito, monsignor Novarese defi nisce i Fratelli degli Ammalati come quei fe-deli che sentono in sé la mo-zione dello Spirito Santo a vi-vere con maggiore intensità la partecipazione alla Passione di Cristo, vissuta accanto ai fra-telli sofferenti... È un rapporto di servizio che richiama istitu-zionalmente quello che la per-sona è in Dio.La carità è condivisione, che non giudica e che non pre-tende di convertire l’altro. Il servizio di carità accanto all’ammalato è costituito di tanti elementi. Proviamo a pe-

informazione

1010

z

p

zEsercizi

spirituali per giovani.

Attivitànella cappella

della Casa “Cuore

Immacolato di Maria”

di Re

Page 11: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

11

netrare questa meravigliosa vocazione considerando, nella pratica, qualcuno di questi im-portanti elementi, indispensa-bili per un fecondo apostolato.

Dare il tempo al malatoScrive il Santo Padre: “Il tem-po passato accanto al malato è un tempo santo...”. Il malato, infatti, non è un af-fare da sbrigare. Dare un po’ di tempo vuole dire dare un po’ di noi stessi, perché il tem-po è la cosa più preziosa che possediamo. Specialmen-te in certi momenti è il dono più gradito: rompe la solitudi-ne, il senso di abbandono, di nullità e di scoraggiamento.Monsignor Novarese pone di fronte alle loro responsabilità quei Fratelli degli Ammalati che misurano egoisticamen-te il tempo per gli ammalati: “Ti sei accostato al fratello che soffre con cuore chiuso, frettoloso, ribelle. Gli hai dato quel minimo che non potevi rifi utargli, spinto dalle circo-stanze, non per amore. Sei come il ricco epulone, che ha dato a Lazzaro le briciole del suo desco... pensa alla fi ne della parabola!”.

Capacità di ascoltare “Chiediamo con viva fede allo Spirito Santo che ci dia la grazia di comprendere il valore dell’accompagnamen-to...”, scrive papa Francesco. E monsignor Novarese, sulla stessa scia, nei suoi insegna-menti afferma che “l’ascolto esige pazienza e umiltà. La fretta e la superbia sono il ne-mico capitale per l’apostolato con e per i malati”.

L’ammalato va visto e con-siderato nella sua vocazionePapa Francesco continua nel suo Messaggio dicendo che “...l’esperienza del dolore può diventare luogo privilegiato della trasmissione della Grazia e fonte per acquisire e raffor-zare la sapienza del cuore... Le persone immerse nel dolore e nella sofferenza, accolta nella fede, possono diventare testi-moni viventi di una fede, che permette di abitare la stessa sofferenza...”.Anche il beato Novarese, parlan-do dei Fratelli e delle Sorelle degli ammalati sostiene che il Volon-tario della Sofferenza risponde alla sua chiamata quando:– si riesce ad entrare nel cuo-re dell’ammalato portandogli la Buona Novella, la sola che può illuminare la sua dramma-tica situazione;– si riesce a far risuonare nel suo cuore gli accenti della Ma-dre celeste ripetuti a Lourdes ed a Fatima;– si porta a conoscenza della sua intelligenza e del suo cuo-re le attese della Chiesa;– il malato scopre di essere una

persona, con un piano divino da attuare per sé e per gli altri;solo allora molte cose cambia-no. Si incomincia a valorizzare la propria sofferenza.

L’amore a MariaNella parola del Santo Padre non poteva mancare il richia-mo alla Vergine Santa, Maestra e guida di ogni cristiano: “Affi -do, dice il Papa, questa Gior-nata Mondiale del Malato alla protezione materna di Maria, che ha accolto nel grembo e generato la Sapienza Incarnata, Gesù Cristo, nostro Signore...”.Anche il beato Luigi Novare-se ha sempre espresso l’a-more fi liale verso Maria: “La Madonna ci ha voluto bene! La Madonna ha accettato di unirci al suo disegno di amore misericordioso per la salvezza del mondo. Ci ha accolti quali suoi fi gli devoti che restano vi-cino a Lei con un compito ben preciso, essere i realizzatori di quello che Ella ha detto alla piccola Bernadetta e ai tre Pa-storelli di Fatima, continuando a completare la Passione del suo Gesù”. ■

L’ammalato va visto e con- persona, con un piano divino

Page 12: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

12

IV Assemblea Generale della Confederazione Internazionale dei CVS

RISULTANZE E DECISIONIPER IL FUTURO

a cura della Redazione

21 al 26 novembre 2014 si è tenuta, pres-so la Direzione Gene-

rale dei Silenziosi Operai della Croce, a Roma, la IV Assemblea ordinaria della Confederazione Internazionale dei Centri Vo-lontari della Sofferenza che si è conclusa con l’Udienza del mercoledì in Piazza San Pietro con papa Francesco. Sei giorni di incontri per affrontare con conferenze, seminari, momenti di preghiera e approfondimen-

ti, i temi della fede e dell’apo-stolato su scala internazionale, alla luce del pensiero del beato Luigi Novarese. Vi hanno preso parte numerosi aderenti pro-venienti da Colombia, Polonia, Ungheria, Portogallo, Svizzera, Stati Uniti e da diverse città italiane.L’Assemblea Generale ha lavora-to intensamente sull’approva-zione di quanto operato dalla Commissione di studio e reda-zione del Regolamento, sulle

modifi che allo Statuto di Confe-derazione per esplicitare i ruoli specifi ci dei Silenziosi Operai della Croce e dei Centri Volon-tari della Sofferenza diocesani, sulla verifi ca e la programma-zione dell’azione apostolica dei CVS e sull’approvazione del Pro-getto Triennale 2015-2017.Venerdì 21, con un momento di preghiera nelle varie lingue, il Presidente della Confedera-zione, don Armando Aufi ero, ha dato inizio ai lavori. Dopo

Dal

informazione

Page 13: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

13

mando ha introdotto padre Gianfranco Ghirlanda, gesuita, indicato come perito dal Ponti-fi cio Consiglio per i Laici a pre-sentare l’argomento del rappor-to istituzionale tra i Silenziosi Operai della Croce e il Centro Volontari della Sofferenza, e la struttura di governo dell’As-semblea. Padre Ghirlanda, nel-la sua relazione, ha trattato i seguenti punti: lo sviluppo del carisma, la necessità di ricono-scere i Silenziosi Operai della Croce come Associazione guida della Confederazione, il biso-gno di spiegare gli ambiti di competenze, unifi care le due fi gure del Moderatore e del Pre-sidente della Confederazione.I lavori sono continuati col dibattito assembleare duran-te il quale si sono discusse e sono state votate le modifi -che statutarie. Questa parte dell’Assemblea è stata guidata dal Presidente e da don Andrea Budelacci membro della Com-missione di studio e redazione del Regolamento della Confe-

derazione CVS Internazionale ed esperto di Diritto Canonico.I lavori sono proseguiti fi no a martedì, con la seconda parte dei lavori riguardante lo studio e l’approvazione del Progetto Triennale 2015-2017, la terza parte sulla condivisione delle diverse esperienze apostoliche come momento arricchente e di scambio fecondo e, infi ne, il laboratorio dal titolo “Chie-sa ed evangelizzazione: la cor-responsabilità nell’azione/pro-gettazione pastorale” guidato da don Pio Zuppa membro del-la Commissione di studio e re-dazione del Regolamento della Confederazione CVS Interna-zionale, e docente di teologia pastorale.

Il Progetto TriennaleIl Progetto Triennale 2015-2017 nasce nel terreno fecon-do di due grandi eventi, l’Anno della Fede e la beatifi cazione di Monsignore.Un “pellegrinaggio” vissuto con Maria la madre di Gesù, modello

aver ripercorso gli eventi asso-ciativi dalla Beatifi cazione di Monsignore all’Udienza del 17 maggio 2014 con papa Fran-cesco, in occasione del Cen-tenario della nascita del beato Luigi Novarese, Aufi ero ha sot-tolineato l’esortazione del San-to Padre ad essere veri “operai della Croce” e veri “volontari della sofferenza”, vivendo le croci e le sofferenze con fede e con amore, insieme con Cristo.Subito dopo, don Janusz Mal-ski, Moderatore Generale dei Silenziosi Operai della Croce, ha posto all’Assemblea alcuni interrogativi: qual è la nostra missione? Dove sono le nostre periferie? A chi ci rivolgiamo? L’augurio del Moderatore Gene-rale rivolto al CVS è stato quel-lo di vivere l’apostolato laica-le scoprendo sempre di più il compito e la responsabilità di evangelizzare la persona soffe-rente, annunciando il mistero pasquale di Cristo crocifi sso e risorto.“Che cosa vi aspettate da que-sta Assemblea?”, ha provocato i presenti don Armando.Tra le risposte, quella di vivere il carisma del beato Novarese in un mondo che cambia, che sembra aver perso il senso del-la vita e quella di accogliere l’invito del Papa ad uscire dalle proprie mura, di non avere ti-more di annunciare il carisma associativo, di aiutarci gli uni gli altri scambiandoci le diver-se esperienze apostoliche.Sabato 22 novembre, la gior-nata è stata intensa. Don Ar-

L’importanza della ConfederazioneLa Confederazione CVS Internazionale è stata approvata dal Pon-tifi cio Consiglio per i Laici il 21 gennaio 2004. Davanti alla sfi da dell’evangelizzazione nel nuovo millennio, la Confederazione è ap-parsa come lo strumento organizzativo migliore per coordinare tut-te le associazioni che condividono una stessa missione: l’annuncio del Vangelo nel mondo dell’umana sofferenza, con una spiritualità ed uno stile che il beato Luigi Novarese ha intuito presenti nel mes-saggio delle apparizioni mariane di Lourdes e di Fatima. Tutte le associazioni confederate hanno il medesimo compito apo-stolico nella propria chiesa locale e si impegnano allo stesso pat-to federativo. Attualmente, oltre all’America Latina, sono i Paesi dell’est europeo ad offrire l’orizzonte più aperto a nuovi sviluppi.

Page 14: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

14

di fede e di gioia che inizia con il Centenario della nascita del nostro Fondatore e termina con il Centenario delle apparizioni di Fatima (1917-2017).“Tale cammino – si legge nel-la premessa del Progetto – ci sprona a valorizzare tutte le risorse delle nostre realtà dio-cesane. La vera sfi da è quella di formare credenti sempre più consapevoli della forza salvifi -ca del mistero cristiano e che dentro la logica pasquale ve-dano nella sofferenza offerta una partecipazione al mistero di Cristo, diventando aposto-li ‘primizia e profezia per la valorizzazione di ogni situa-zione di sofferenza presente nella vita dell’uomo (Statuto CVS, Finalità). Il carisma del beato Luigi Novarese ci ricor-da che siamo parte importante di questo popolo di Dio e non

possiamo essere semplici spet-tatori”. Ad un anno dalla beatifi cazione di Luigi Novarese, si fa sempre più vivo il suo insegnamento che affronta la domanda ango-sciosa che scuote e inquieta il cuore di ogni uomo: perché la sofferenza? A questa domanda, Monsignore

informazione

Il Consigliodi Presidenza

Presidentedon Armando Aufi ero (SOdC)

SegretarioSamar Al Nameh (SOdC)

ConsiglieriDon Mario Morigi (CVS Italia) Barbara Altobelli (CVS Italia) - Ewa Figura (SOdC - Polonia)Robert Letasz (SOdC di vita

in famiglia - USA)Elisabeth Sedor (SOdC)

EconomoErminio Cruciani (CVS Italia)

Il saluto del Moderatore Generale

don Janusz Malski

Padre Gianfranco Ghirlanda

Lavori assembleari

Partecipanti dalla Polonia

Foto di gruppo dell’Assemblea

Page 15: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

15

ha dato una risposta: la soffe-renza è una dimensione dell’e-sistenza che va interpretata e il cui mistero può essere accol-to e vissuto alla luce del Cristo crocifi sso e risorto.“Nella sua vita, Maria ha com-piuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Fi-glio” (Lumen Fidei, n. 58). Sia-mo chiamati ad essere Chiesa che sappia trasmettere la fede negli ambienti in cui viviamo, consapevoli che affi dati a Ma-ria, la madre di Gesù, non re-steremo mai delusi.

Il saluto di papa Francesco“Saluto i Silenziosi Operai della Croce”, ha detto papa Francesco rivolto ad un gruppo di fedeli aderenti alle Associazioni fon-date dal beato Luigi Novarese presenti all’Udienza generale di mercoledì 26 novembre in

Piazza San Pietro.Il Santo Padre ha dedicato la ca-techesi a quelle domande “anti-che e spontanee” che l’uomo di ogni tempo si pone. Grazie alla fede, ha spiegato il Pontefi ce, “noi sappiamo il modo in cui sarà trasformata l’umanità, sap-piamo dalla rivelazione che Dio prepara una terra nuova in cui abita la giustizia” e che “sa-zierà tutti i desideri di pace del cuore dell’uomo: ecco la meta a cui tende la Chiesa, la Gerusalemme nuova ... il pa-radiso, più che un luogo – ha proseguito Francesco – è uno stato dell’anima in cui le nostre attese più profonde saranno compiute e il nostro essere fi gli di Dio giungerà alla piena ma-turazione, saremo vestiti della gioia e dell’amore di Dio, senza limite, saremo faccia a faccia con Lui”. ■

Don Mario Morigi, membro del Consiglio

di Presidenza della Confederazione

Don AndreaBudelacci

Il gruppo dell’America Latina

Celebrazione nella Chiesa “Immacolata Regina della pace”

di via Monte del Gallo (Roma)

Udienza col Santo Padre

Page 16: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

16

Il settimo grado del “Silenzio interiore”

UN’IMMERSIONE PASQUALE“Seguire Cristo fi no all’isolamento della croce e all’abbandono totale delle creature”: questo il settimo grado del “Silenzio interiore”. In un primo momento ci potrebbe intimorire. No: è tutto in positivo! È «un’immersione pasquale».

Mario Morigi

settimo grado del silenzio interiore ritma una purifi ca-zione che ci libera da lacci

compromettenti con le creature; ci apre all’abbandono al Padre, come il Cristo. Le tappe prece-denti portano a questa. “Isola-mento”? Egli si spoglia di tutto fi no a offrire la sua vita. E quel gesto di amore infi nito genera la famiglia dei fi gli di Dio e ricon-cilia tutto il creato in Lui.

Il beato si preoccupa...Dice: “Essendo una tappa con-clusiva, ho pensato di darvi la defi nizione di questa tappa che deve un po’ segnare il traguar-do ed essere stimolo a percor-rere anche gli altri gradi della silenziosità interiore, che non sono fi ne a se stessi, ma passi di sempre maggiore inserimen-to nella volontà del Padre”.Poi, ecco la defi nizione: “Silen-ziosa attuazione della volontà del Padre accettata, adorata e vissuta quale espressione del proprio amore che desidera ri-spondere a Dio che invita, par-tecipando così ai suoi disegni di amore, nonostante il sacrifi cio che immola, sostenuto con l’a-iuto della grazia fi no agli estre-mi limiti della propria forza. Credo che questa possa essere

il

informazione

Page 17: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

la defi nizione di questa ultima tappa della nostra silenziosità”.

Al calvario, la vitaLa più grande vicenda della sto-ria è lo svelamento di un amore inaudito sul calvario. Bisogna che facciamo nostre scoperte antiche. Il calvario, “mentre da una parte dice dolore, marti-rio, immolazione di Se stesso, dall’altra dice anche speran-za che sorge dal Sacrifi cio che viene offerto, perché dal Sacri-fi cio, immediatamente, come dal calvario del resto, fi orisce la vita”. Sulla croce l’Agnello si offre vittima di espiazione per tutti noi. La Croce è il luogo dell’esplosione dell’amore: del Padre, del Figlio e dello Spiri-to, che ci fa fi gli. Gesù l’aveva detto: “Se il chicco di grano, caduto in terra non muore, ri-mane solo; se invece muore, produce molto frutto. (...) Se uno mi vuol servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore” (Gv 12, 24.26).

Dolore e solitudine?Sì: può essere. Lo fu per Gesù. I discepoli, quasi tutti, lo ab-bandonarono e fuggirono. C’è la Madre, qualche donna e Gio-vanni. Gesù ha sperimentato l’isolamento, l’aridità. “Rappre-sentante di un’umanità” pecca-trice ha provato il peso di tutto il peccato. “Colui che non ave-va conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in Lui noi potessimo di-ventare giustizia di Dio” (2 Cor 5,21). Ma il calvario è un’onda di amore, prima che di dolo-re. Amore che invade la storia

degli uomini. Diviene vittoria sulla morte nella risurrezione e nella gloria. Un’onda di amore che si fa misericordia per cia-scuno di noi al presente.Mentre si consuma il suo Sacri-fi cio per noi, germogliano pa-role piene di luce dalle labbra di Gesù crocifi sso. Si rivolge al Padre e lo chiama “Padre, nelle tue mani, consegno il mio spi-rito” (Lc 23,46). Si rivolge ai crocifi ssori e dal Padre implo-ra per loro il perdono. Si volge alla Madre e a Giovanni, il di-scepolo amato e presente. Così dà inizio alla sua famiglia nuo-va, che durerà nei secoli. Ri-sponde al brigante pentito e lo accoglie con Sé in Paradiso. In Lui domina l’amore con accenti di gratuità estrema. Ha acceso una luce di speranza che illumi-na ogni cuore trafi tto dal dolo-re, che gli si rivolge con fede.

Al calvario, luce divina su dolore e solitudineIl mistero del Crocifi sso ci sta di-nanzi. Anche timori s’affacciano. Ma qui c’è lo splendore della fe-deltà divina. Anche in noi vinca

l’amore. Per seguirlo, c’è da croci-fi ggere i vizi, l’orgoglio, la volon-tà ribelle, la menzogna. È “seguire Cristo”, liberandoci e lasciandoci purifi care per un amore più degno del suo. C’è da crocifi ggere legami sbagliati con cose e con persone. C’è da accogliere in noi una «po-tatura» che oltrepassa le nostre visuali. Ma necessaria per santi-fi care anche la sofferenza, amare il Signore al di sopra di tutto. E riamare anche tutte le creature di amore limpidissimo e teocen-trico. Con tutto ciò non si disde-gna la compagnia fraterna, l’aiuto e il conforto, ma come per Gesù, c’è una comunione che precede. Quella con il Signore, quella fi liale con Maria; quella di un mondo di persone per le quali si offre tutto il travaglio del nostro calvario.

La settima tappa: si può parla-re di «traguardo»? Meglio par-lare di uomini e donne nuovi, pasquali! Ogni discepolo è li-berato da zavorre; sempre più ricostruito nella nuova vita in Cristo. Mai compare la parola alt. Il suo amore non la cono-sce. Così sia anche per noi. ■

Page 18: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

18

QUANDO SOFFIA LO SPIRITOL’8 dicembre del 2014, per la prima volta, hanno emesso le loro promesse

sei Silenziosi Operai della Croce.

Mara Strazzacappa

solennità dell’Immacola-ta concezione della Be-ata Vergine Maria, nella

giornata dell’8 dicembre, rap-presenta per i Silenziosi Operai della Croce un momento im-portante e sempre vivo nella storia dell’Associazione, per-ché è il giorno nel quale tutti i membri effettivi rinnovano le loro promesse di consacrazio-ne particolare e ribadiscono la loro appartenenza al carisma ed alla vita associativa.Momento sempre di gioia, di

speranza, di ringraziamento per le grazie ricevute ed il bene com-piuto, di propositi e progetti per il futuro.Tutto questo diventa ancora più vivo e signi-fi cativo quando in questa giorna-ta si celebra an-che l’ingresso di nuovi membri dell’Associazione che donano, insieme alla loro vita, gio-ia piena, speranza

che si fa realtà, entusiasmo frizzante di Spirito Santo.L’8 dicembre del 2014 la nostra gioia si è dilatata per ben sei volte, perché sei sono le perso-

ne che per la prima volta hanno emesso le loro promesse di povertà, castità ed obbedienza tra i Si-lenziosi Operai della Croce.A Valleluogo è diven-tata membro effet-ti vo per la vita in

La

informazione

5

nevoltlepovoblenCroA Vtatti v

Solennità dell’ImmacolataConcezione a Mouda,

Camerun (8.12.2014)

Damiana Moschetta(Valleluogo, 8.12.2014)

Page 19: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

famiglia Damiana Moschetta, mentre si è tenuta in Camerun la cerimonia che ha visto l’ingres-so tra i SOdC di cinque nuovi membri provenienti dal conti-nente africano, don Cristophe Komla Badjogou, ordinato sa-cerdote lo scorso anno in Togo, suo Paese di provenienza, Be-nigne Coyitungiye, proveniente dal Burundi e Marceline Frida, Cecile Galapta e Nadege Mas-sinfa, provenienti dal Camerun. La grande festa con la cele-brazione solenne si è svolta presso la parrocchia di Zouzui cui fa capo anche il villaggio di Mouda, dove si trova la Fondazione Betlemme, missio-ne congiunta del PIME con i SOdC.Alla funzione hanno parte-cipato circa 800 persone tra cui erano presenti numerosi famigliari, parenti ed amici, insieme a rappresentanti della diocesi di Maroua e della dio-cesi di Yagoua (dove si trova la missione di Mouda) di cui era presente il vescovo, mons. Barthelemy Yaouda Hourgo che ha presieduto la celebrazione e che ha ripetutamente e sen-titamente ringraziato don Ja-nusz Malski e la Comunità dei Silenziosi Operai della Croce per la loro presenza e la loro attività in diocesi, soprattut-to in questo momento in cui, a causa delle pressioni e degli attacchi dei fondamentalisti islamici di Boko Haram, si è fortemente ridotta la presenza di missionari nel territorio del-la diocesi. Insieme al vescovo

Barthelemy hanno concelebra-to circa venti sacerdoti.Dopo la cerimonia, tutti colo-ro che lo desideravano hanno raggiunto la Casa d’accoglien-za della fondazione Betlemme dove hanno condiviso il pranzo con semplicità, allegria e gioia. In serata, ancora festa con la corale della Fondazione con musica, balli e canti.Grande è stata la festa anima-ta soprattutto dallo Spirito che in questi anni ci ha condotti al continente africano e ha chiamato, affascinandoli col carisma del beato Luigi No-varese, questi giovani prove-nienti dal Camerun, dal Togo e dal Burundi, dando luce, spe-ranza e nuovi orizzonti all’As-sociazione e ad ognuno di noi, pensando anche a quanti altri giovani hanno espresso il de-siderio di entrare a far parte della famiglia del beato Luigi Novarese mediante la consa-crazione tra i Silenziosi Operai della Croce. ■

Page 20: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

20

COME AFFRONTAREIL MOMENTO DELLA SOFFERENZA

Proviamo ad indicare come un credente cristiano deve vivere il momento della sofferenza nella sua convinzione di fede.

Italo Monticelli

siamo convinti che al vero credente in tutta la sua vita non

viene a mancare l’amore di Dio, cioè la grazia, che è proprio il Cristo che illumina e aiuta.Lo Spirito è donato al credente e diviene in lui legge nuova di vita: il cristiano riceve la Grazia e la responsabilità di “vivere” come Gesù Cristo, la sofferenza non solo nella contemplazione di un modello ma anche nella

condivisione. Non a caso dicia-mo “vivere” la sofferenza.In realtà l’atteggiamento del cristiano non è quello di una accettazione intesa come ras-segnazione nel senso di una acquiescenza passiva e rinun-ciataria alla lotta.Se così fosse, dove sarebbe l’i-mitazione di Cristo terapeuta?È piuttosto l’atteggiamento com-plesso o pasquale, che coinvol-ge inscindibilmente l’impegno a

lottare ad ogni costo fi n quando è possibile e l’impegno ad ac-cettare quando e nella misura in cui la lotta accusa la sua impotenza.È l’atteggiamento della pazien-za cristiana, cioè il sapere e voler “tener duro” in una si-tuazione diffi cile, grazie alla fi ducia in Dio.Il cristiano “paziente” che imi-ta Cristo non è un dimissiona-rio di fronte alle potenze di di-

Noi

informazione

Page 21: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

21

minuzione che aggrediscono la sua vita: egli può e deve, come Cristo, resistere al male.Lo combatte con tutte le forze e con tutti gli strumenti umani e sacramentali.D’altra parte la sua lotta non è ad oltranza come lotta di tono prometeico che sfi da Dio: è una lotta nella speranza, cioè nella situazione spirituale di chi, nella fede, si è arreso a Dio e ha accettato che Egli dica l’ul-tima parola (un po’ come Giob-be). Perciò va coniugato assie-me il Vangelo della guarigione con il Vangelo della Croce.Soffermarsi solo nell’offerta della propria sofferenza o solo nella lotta contro la sofferenza sarebbe non cogliere tutta la dialettica e la ricchezza del mi-stero pasquale, che è donazio-ne di sé per amare fi no alla croce e vittoria fi no alla risurrezione.Sono due tensioni che vanno sempre vissute insieme in questa fase terrena dell’esistenza.Dietrich Bonhoeffer, teo-logo luterano tedesco, propone questa sintesi: equilibrio tra “resisten-za e resa”.Resistenza: cioè– rifi utare ogni atteggiamento di passività, di rinuncia, di vit-timismo;– superare il complesso di ciò che manca (es. salute);– valorizzare le potenzialità che sussistono in noi;– realizzare la vocazione bat-tesimale-sacerdotale (di ac-

cettazione del valore divino) e profetica (di donazione e di testimonianza) nella situazio-ne concreta in cui si vive.Resa: cioè– evitare il rifi uto nevrotico della realtà;– accettare umilmente la “fi nitu-dine umana” fi sica, psicologica, morale e sociale;– rimettersi nelle mani di Dio, fi -dando nel suo progetto di amore, nonostante la durezza e l’appa-rente assurdità della sofferenza.Questi due atteggiamenti pre-senti nella vita di Cristo costi-tuiscono il dinamismo pasqua-le della Sua vita di fronte al male: e cioè lotta ad oltranza al male di qualsiasi specie e accettazione del dolore nella linea dell’amore divino.

Gesù ha lottato contro il male, perché la salute, la vita serena, la gioia sono una “delle bene-dizioni” della nuova alleanza, e il loro recupero è uno dei se-gni della vicinanza del Regno, anzi del fatto che il Regno è già presente nel mondo come lievito nella pasta.Ma Lui ha lottato senza adot-tare un atteggiamento di tita-nismo, bensì nella debolezza umana.Ha impedito però che il male lo allontanasse dal Padre; ne ha fatto anzi il mezzo per di-mostrare un amore fedele ad oltranza, assumendo il dolore nella sua vicenda pasquale.Con ciò Gesù ha vinto realmen-te il male fi sico nel suo aspetto più pericoloso, cioè quello di bloccare il progetto esistenzia-le umano nella sua maturazione in senso personale e sociale. ■

Il dolore:caso serio della vitaRifl essioni alla luce della fededi Italo Monticelli

Tutti siamo chiamati a prenderci cura premurosa e fraterna dei sofferenti, dei malati e dei bisognosi. Alla loro scuola abbiamo molto da imparare: una crescita in umanità e nella fede; una riscoperta dei valori fondamentali della vita; una maggiore apertura verso gli altri; la forza di saper vivere anche situazioni diffi cili con fi ducia e speranza...

(dalla Presentazione)

pp. 48€ 4,00 ISBN 978-88-8407-224-5

Page 22: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

22

XXIX Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari

L’AMORE, LINGUAGGIO DELL’AUTISMOIl 20 novembre 2014 circa 700 persone provenienti da 60 Paesi hanno partecipato alla XXIX Conferenza Internazionale del Pontifi cio Consiglio per gli Operatori Sanitari discutendo sul problema dell’autismo che oggi tocca 1% della popolazione mondiale.

Izabela Rutkowska

urante i due giorni abbia-mo avuto l’opportunità di ascoltare relazioni e te-

stimonianze di vari specialisti: neurologi, psichiatri, psicologi, teologi, catechisti, sacerdoti e soprattutto di genitori di bam-bini con disturbi dello spettro autistico. Questa Conferenza è stata arricchita dall’esposizione di Leland Lee, ragazzo autistico di Taiwan, che ha dipinto anche un ritratto di papa Francesco.Che cosa è l’autismo? Il prof. don Andrzej Kicin’ski l’ha defi ni-to “un disturbo dello sviluppo estremamente complesso, con-dizionato biologicamente, nel quale sono state individuate tre aree fondamentali di irrego-

larità qualitative: nel l’interazione sociale; nell’a-bilità di co-municare; nei

ridotti, ripetitivi e stereoti-pati modelli di comportamen-to, d’interesse e d’attività. Per esempio, il bambino autistico quando è insieme ad altri bam-bini non guarda negli occhi ma, nonostante non ci si accorga del “come”, essi comunque ci osser-vano a loro modo”.Dopo l’intervento di mons. Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontifi cio Consiglio per gli Operatori Sanitari che ha il-lustrato i motivi del simposio sull’autismo facendo emergere il bisogno di una forte coopera-zione con gli altri ambiti della pastorale, in particolare quella della famiglia, i relatori si sono trovati d’accordo sul problema che l’autismo rappresenta per i genitori e parenti. Pierangelo Sequeri ha afferma-to che la famiglia costituisce il nucleo pedagogico in cui il

bambino affetto da autismo trova accoglienza e piena com-prensione.Oggi in tutto il mondo e in par-ticolare negli USA e in vari Paesi europei è stato raggiunto un li-vello elevato di diagnosi e terapia dell’autismo e molti passi in avan-ti sono stati compiuti in tal senso in campo biologico e genetico.Il professore Antonio M. Per-sico di Roma ha chiarito che l’autismo non è una malattia, ma una forma di disabilità che interpella sul come accetta-re, come prendere cura e come creare uno spazio amichevole e amorevole con chi ne è affetto.La situazione più grave si regi-stra in Africa dove i bambini con disturbi autistici sono trattati come indemoniati e, perciò, con-dannati a morte (Nicolas Djomo del Congo e dott. Charles Masa-luni Mwale dal Malawi). ■

ivi e

laritànelsobim

D

informazione

Page 23: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”
Page 24: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”
Page 25: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”
Page 26: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”
Page 27: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

27

inascolto

“Beati i perseguitati per la giustizia, perché di loro è il regno dei cieli”

Mauro Orsatti

SETE DIGIUSTIZIA

oggetto di un nuovo aspet-to della felicità sono «i per-seguitati per la giustizia».

Avevamo già incontrato la giu-stizia nella quarta beatitudine, dove si parlava di coloro che avevano fame e sete di giusti-zia. Ora il tema è ripreso e arric-chito. Se prima l’attenzione era concentrata sulla ricerca della volontà di Dio, ora l’interesse è focalizzato sulla permanenza in questa stessa volontà. Resi-stere ogni tanto a diffi coltà e

sofferenze è possibile a tutti, rimanere fedeli sotto lo scroscio continuo di avversità diven-ta diffi cile, talora eroico. Non mancano coloro che ci riescono. Per loro risuona la tonifi cante beatitudine.

Sono uomini e donne di ogni età, di ogni provenienza e con-dizione sociale. Si sono oppo-sti a uno stile di vita che tenta di scardinare il loro rapporto con Dio, azzerandolo o “ren-

dendolo innocuo”, come avvie-ne per certi cristiani “all’acqua di rose”. Insomma, cristiani sì, però senza troppo impegno, e solo quando voglia e tempo lo permettono. Non è questa la resistenza chiesta da Gesù, che non ha mai eluso o sorvolato le reali diffi coltà che compor-ta la scelta cristiana. Una seria adesione al Vangelo richiede coraggio, determinazione, sa-crifi cio e, qualche volta, perfi -no l’eroismo.

S

Manifestazione in Pakistan contro le discriminazioni e le violenze sui cristiani

LECTIO

Page 28: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

1. Come mi comporto davanti a violenza e ingiustizia? Uso l’arma della vendetta e pratico la legge del taglione (“occhio per occhio, dente per dente”), oppure conosco altre forme, dettate dal Vangelo, praticate da Gesù e seguite da tanti santi?

2. Mi interesso e mi informo dei tanti “martiri” dei nostri giorni, da quelli più noti a quelli senza volto (in India, Nigeria, Sudan...) che pagano con la vita la loro fedeltà a Cristo? Sono indiffe-rente a tali notizie o cerco in qualche modo di reagire, di fare sentire la mia voce, almeno con la solidarietà della preghiera?

3. Come reagisco davanti alla sofferenza fi sica e morale? Mi ribello, oppure cerco di trovare qualche soluzione? So trarre vantaggio anche da situazioni dolorose, richiamando anche la saggezza popo-lare, secondo cui “Dio sa scrivere diritto anche sulle righe storte”?

4. Mi impegno ad evitare sofferenze agli altri (si può ferire gravemente anche con la parola) e, posi-tivamente, mi impegno a lenire il dolore altrui? Pratico qualche forma di volontariato?

5. Vale anche per me questa beatitudine? Perché? Posso richiamare alla memoria un caso che mi è capitato e potrebbe essere utile raccontarlo agli altri?

PER LA RIFLESSIONE PERSONALE E COMUNITARIA

Gesù lo aveva detto ai disce-poli quando li preparava per l’invio in missione: «Ecco: vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque pruden-ti come i serpenti e semplici come le colombe. State in guardia dalla gen-te, perché vi consegneranno ai tribunali e vi fl agelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare te-stimonianza a loro e ai pagani. Ma quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovre-te dire. Infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (10,16-20).

Gesù ha vissuto per primo que-sta beatitudine, dimostrando e insegnando una fedeltà a tutta prova. Per amore al Padre e agli uomini è andato fi no in fondo, bevendo il calice che il Padre gli aveva preparato. I cristiani sono felici se sanno imitarlo nella piena dedizione, senza indie-treggiare quando la prova si fa incalzante e la “croce” pesante. Per costoro scatta la ricompensa di avere «il regno dei cieli».

Ritorna il verbo con il tempo al presente, come già incontra-to nella prima beatitudine, per indicare che la gioia invade su-bito chi si schiera con decisio-ne dalla parte di Gesù. Ritorna pure l’espressione «regno dei cieli» che indica Dio stesso. La

migliore ricompensa consiste nell’essere con Dio, sperimen-tando la sua benevola onnipo-tenza. Concretamente e subito. Perciò il verbo è al presente e non al futuro, come nella mag-gior parte delle beatitudini. Sperimentare Dio come amore presente e come forza che fa affrontare torture disumane è storia della Chiesa di tutti i se-coli. Il libro dei martiri è sem-pre in corso di pubblicazione. Valga come esempio la citazio-ne di D. Bonhoeffer, morto in campo di concentramento: «È venuta l’ora della resistenza in silenzio e di accendere a tutti gli angoli dell’orgoglioso edifi -cio l’incendio della verità, per-ché un giorno tutto l’edifi cio crolli». ■

L’ancora 1/2 2015

28

Page 29: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

29

inascolto

Giovanna Bettiol

LA NOSTRA VITAÈ DEL SIGNORE

Adorazione Eucaristica o momento di preghiera

Celebrante: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Celebrante: Padre del tempo e della storia, ti siamo riconoscenti, per tutti i benefi ci, che sino ad oggi ci hai elargito; per i lunghi momenti che hai riempito di Grazia.

Tutti: Signore Gesù Cristo, Parola incarnata nel seno di Maria, sostieni la tua Chiesa in preghiera, come tralcio innestato nella tua vite, concedi al tuo popolo di non smarrirsi nel cammino.

Celebrante: Spirito Santo, sapienza che illumina, donaci la capacità di penetrare il mistero di Cristo, aprendo sempre il nostro cuore all’ascolto e alla meditazione della Parola di Gesù.

Celebrante: Sorelle e fratelli, esprimiamo a Dio la nostra gratitudine e diciamo: Ti rendiamo grazie, Signore!

Lettore: Per i giorni lieti e tristi che viviamo...Per le persone che hanno riacceso in noi la speranza...Per la fede che ci ha sostenuto nei momenti diffi cili...Per quanti non sono stati indifferenti alla sofferenza dei fratelli...Per quanti hanno donato le loro cure a chi era nella malattia...Per quanti si sono presi a cuore la causa della pace...Per quanti hanno lavorato per il bene comune...Per il bene che abbiamo potuto e saputo fare...

Celebrante: Sorelle e fratelli, il beato Luigi Novarese ci dice: “Beati noi se il nostro presente sarà un continuo atto d’amore”. Ripetiamolo come ritornello responsoriale, riempendo il cuore di gratitudine per l’amore di Dio in noi.

Celebrante: O Gesù, che con la tua risurrezione hai vinto il peccato e la morte, e ti sei rivestito di gloria e di luce immortale, concedi anche a noi di risorgere con te, per poter incominciare insieme con te una vita nuova, luminosa, santa. Rit.

Celebrante: Realizza in noi, o Signore, il divino cambiamento che tu operi nelle anime che ti amano: fa’ che il nostro spirito risplenda di luce, canti di gioia, si slanci verso il bene. Rit.

Celebrante: Tu, che con la tua vittoria hai dischiuso agli uomini un futuro di amore e di grazia, suscita in noi l’impegno di diffondere con la parola e con l’esempio il tuo messaggio di salvezza. Rit.

Canto penitenziale.

Lettore: Da uno scritto spirituale del beato Luigi Novarese.Le dimensioni soprannaturali da Dio ridonate all’umanità sono base indispensabile per il raggiungimento della santità totale, quella vo-

L’ancora 1/2 2015

CELEBRAZIONE

Page 30: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

30

inascolto

luta dal Padre per ciascuno di noi fi n dall’eternità. All’uomo tocca la scelta del proprio itinerario spirituale, essendo ogni anima una diversa dall’altra, quantunque nella via della perfezione esistano punti fondamen-tali che da tutti devono essere realizzati.

Celebrante: Sorelle e fratelli, il nostro Fondatore ci invita a percorrere decisamente la strada della santità, nostro cammino e nostra meta, per rispondere fedelmente all’invito ad essere veri fi gli di Dio.Ci raccogliamo in un momento di silenzio per chiedere perdono a Dio per tutte le occasioni mancate di santità.

Celebrante: Tu hai messo nelle nostre mani, Signore, la costruzione del mondo e l’edifi cazione della Chiesa. Ogni giorno ci chiami ad essere tuoi testimoni e a tendere la mano a tutti i fratelli, in modo particolare ai più bisognosi. Deponi nel nostro cuore il desiderio di servirti meglio nei nostri fratelli.

Lettore: Donaci, Signore, mani per implorare, mani per offrire.Mani per seminare, mani per servire. Mani per dare vita, mani per curare.Mani per accogliere, mani per perdonare. Mani per comunicare, mani per domandare.Mani per benedire, mani per consolare. Mani per difendere, mani per salvare.Mani per accarezzare, mani per abbracciare.Si accendono e si portano cinque ceri mentre il lettore legge.Lettore: Signore, ti presentiamo la lampada della fede e vogliamo alimentarla con la tua Parola.Lettore: Davanti a te poniamo la lampada della speranza e vogliamo tenerla alta, scrutando ogni giorno lo scorrere degli avvenimenti, per partecipare a tutte le gioie e a tutte le pene del mondo.Lettore: Portiamo accesa la lampada della carità e vogliamo sostenerla con l’operosità e la pazienza dei piccoli gesti di amore quotidiano.Lettore: Accendiamo anche la lampada della famiglia, bene inestimabile. Essa continui ad essere uno spa-zio privilegiato in cui Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo.Lettore: Illuminiamo il mondo con il segno della vita consacrata, perché annunci il primato di Dio e sia profezia del regno dei cieli.Lettore: Nessuna esistenza è inutile, nessuna è abbandonata alla sua sofferenza, nessuna è scadente, nes-suna è destinata al nulla, nessuna è sotterrata, poiché ogni umana esistenza è lo spazio scelto da Dio per stabilirvi la sua dimora, poiché Dio, che è da tutta l’eternità, per Grazia e per amore, ha deciso di abitare nel tempo e nella carne dell’esistenza umana.

Tutti: Dio-è-con-noi: Dio delle paci e delle guerre, delle paure e delle grandezze, delle miserie e degli amori con cui tessiamo i nostri giorni e il nostro mondo. Dio-è-con-noi, perché in noi la sua gioia fl uisca in abbondanza e diventiamo pieni di amore e di verità a sua immagine e a sua somiglianza!

Seguono la benedizione e il canto fi nale.

Celebrante: Signore Gesù, risorto da morte e asceso al cielo, ti crediamo presente nell’Eu-caristia, ti adoriamo e ti amiamo. Tu sei il Fi-glio del Dio vivo, la sorgente della nostra vita spirituale, la parola che ci guida, la Grazia che ci salva. Tu sei vero uomo, il fratello di tutti, l’amico insostituibile, il centro di tutta l’umanità. O Gesù mediatore, ponte fra noi e la vera vita che è la Trinità Santissima, au-menta in noi la fede, la speranza, la carità e non permettere che ci separiamo mai da Te.

Tutti: Amen. ■

CELEBRAZIONE

3030

Segu

Celeascecarigliospirchetutl’umlameno

Tu

Page 31: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

31

indialogo

L’INSEGNAMENTO DEL BEATO NOVARESE

IL SOSTEGNO TERAPEUTICODELLA FEDE AL MALATO

Spiritualità e medicina a confronto.A Catanzaro un convegno sul pensiero di monsignor Novarese.

enerdì 14 novembre 2014 nella sala concerti del Co-

mune di Catanzaro, Mauro Anselmo, autore della biografi a “Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpo” ha tenuto, insie-me a don Armando Aufi ero, un pubblico dibattito dal titolo “Spiritualità e medici-na. Il sostegno terapeutico della fede al malato nell’in-segnamento del beato No-varese”. L’incontro ha chiuso la XII edizione del Festival d’Autunno, la rassegna cultu-rale e musicale che si svolge ogni anno in Calabria e che riscontra un grande successo

di pubblico e a cui i giornali del Sud hanno dato grande rilievo sulle loro pagine.“Si tratta di un titolo impegna-tivo e, se mi permettete, anche

in controtendenza rispetto alle idee del nostro tempo – ha esor-dito Anselmo. Parlare di fede in ambito medico suona oggi qua-si come un’eresia: basti pensare che la parola spiritualità è stata bandita da tempo dal linguag-gio della medicina e che, oggi, il riferimento alla parola anima – presa particolarmente di mira dalle neuroscienze – riesce a mettere in imbarazzo perfi -no qualche teologo e qualche predicatore. Se dunque parlare della fede in ambito medico può sembrare un’eresia, tanto vale allora, che metta subito le carte in tavola: io sarò un ere-

V

31 31

bandgio il rif– prdallmetnopreddellpuòvalecar

Alessandro Anselmo

Page 32: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

32

indialogo

tico a tutti gli effetti perché vi parlerò di un sacerdote del No-vecento che durante la vita ha tenuto aperto un dialogo serio e senza complessi con la scienza medica del suo tempo. Vi par-lerò di un prete che Giovanni Paolo II ha defi nito “l’apostolo degli ammalati” e che la Chiesa ha proclamato beato l’11 mag-gio 2013”. Anselmo ha ripercorso le tappe della vita di Novarese, dall’in-fanzia alla malattia, agli studi in seminario a Casale, al suc-cessivo trasferimento a Roma e al lavoro svolto presso la Segre-teria di Stato della Santa Sede. “Un uomo che prima di essere sacerdote e beato è stato am-malato – ha sottolineato don Aufi ero. Ha vissuto sulla sua pelle la sofferenza a causa di una gravissima forma di tuber-colosi ossea che lo aveva colpito in gioventù. E ha trasmesso agli ammalati quel che aveva capi-to della malattia e del dolore”. Quindi Anselmo si è sofferma-to sui quattro punti della sua spiritualità sui quali Novarese ha fondato il confronto con la medicina.“Primo, la scoperta – la defi ni-rei proprio così – della sogget-tività dell’ammalato, prosegue Anselmo. È questa ‘la rivoluzio-ne copernicana’ di Novarese. Egli non separa la malattia dal modo con il quale l’ammalato la pen-sa e la vive. Che cosa ha fatto, Novarese, in sanatorio? Ha fatto esperienza della sua soggettivi-tà di malato. E che cosa ha sco-perto? Che il rischio – un rischio gravissimo, che poteva anche

diventare mortale – era un atteggia-mento di passività e rassegnazione, un pensiero che indu-giava nell’autocom-miserazione ed era incapace di trova-re all’interno di sé le motivazioni per reagire. Novarese è intervenuto, per prima cosa, su questo atteg-giamento. E ha cercato di tra-sformare l’ammalato da oggetto passivo di pietà da parte di se stesso e degli altri, in soggetto d’azione. Da soggetto passivo, rassegnato e ripiegato su se stesso, a soggetto attivo capace di reagire alla malattia, di dar-le un signifi cato e di diventare protagonista di un nuovo apo-stolato. Secondo punto, la spirituali-tà come esperienza interiore che diventa sostegno tera-peutico per il corpo. Nella sua esperienza di malato Novarese ha compreso che il modo con il quale il malato pensa e vive interiormente la malattia può essere di aiuto o di ostacolo al suo percorso di cura. Può essere di aiuto se il pensiero reagisce in modo positivo all’insorgere della malattia. Ma può essere di ostacolo se il pensiero si abban-dona al fatalismo e smarrisce la voglia di reagire. La fede non è superstizione, come riteneva la medicina dogmatica ai tempi di Novarese. La fede può di-ventare un aiuto potente. Perché riattiva le risorse interiori e le po-tenzialità di auto-guarigione del

malato che quella medicina non teneva in nessun conto, ma che oggi sono oggetto di importanti studi che confermano le intuizioni del sacerdote. Nel dicembre 1950 Novarese pubblica sulla rivista ‘L’Ancora’, da lui fondata, un articolo in-titolato La tristezza di alcuni malati. ‘In patologia, nei mali che noi siamo abituati a cura-re’, scrive, ‘non trovo catalogata una malattia tanto comune ne-gli uomini e che crea serie com-plicazioni nelle cure mediche: la tristezza’.La sua è una rifl essione che po-tremmo attribuire a quella che oggi viene defi nita medicina psi-cosomatica, o medicina olistica. Una rifl essione che, mettendo in relazione il corpo e la mente, spiega la genesi delle malattie prendendo in considerazione an-che il ruolo svolto dalla psiche e dalle emozioni. ‘In campo fi sico’, si legge anco-ra nell’articolo di Novarese, ‘le stesse medicine date ad alcu-ni individui affetti dalla stessa malattia, non di rado hanno un risultato ben diverso, a seconda dell’indole serena o malinconica del paziente’.

Page 33: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

33

Il malato triste guarisce con più diffi coltà. ‘Non va inoltre trascurato’, scri-ve ancora Novarese ‘il grande fattore generatore di gioia che è la carità; più un ammalato dimentica se stesso e cede al fratello sofferente, più scopre in sé risorse di consolazione e di gioia, le quali, mentre fugano la tristezza, lo fanno progredire nella via della santità e dona-no all’organismo, mediante la gioia, nuove e intime risorse per resistere al male’. Anche questo è un punto inte-ressante. La serenità interiore fa bene alla salute. Il dono di sé agli altri, rasserena l’animo e attiva nuove energie. La medicina del suo tempo non ascolta Novarese. Oggi le scienze di ultima generazione conferma-no le sue intuizioni. La neurop-sichiatria e la psiconeuroimmu-nologia hanno fatto luce sul modo con il quale le elaborazioni psichiche e mentali del paziente agiscono sugli organi del corpo. Oggi sappiamo, perché è scienti-fi camente provato, che lo stress ha un’incidenza negativa su de-terminate patologie dell’appara-to digerente e della pelle.

Che le forti depres-sioni indeboliscono il sistema immu-nitario rendendoci più deboli davanti alle malattie.Oggi la scienza ci dice che alcune ma-lattie come l’iper-tensione arteriosa, le malattie corona-riche, determinate

malattie della pelle, l’ulcera ga-strica e molte altre, dipendono da componenti psicologiche do-minanti, da interazioni emozio-nali le cui conseguenze fi siologi-che sono provate. Terzo punto, il problema del senso. Vivendo a fi anco dei ma-lati, Novarese aveva colto un’al-tra evidenza fondamentale: il problema del perché. Si era reso conto che la questione più assil-lante, per gli infermi, era di dare risposta a determinate doman-de. Chi sono io? Perché sono qui a soffrire? Dalla risposta a que-ste domande dipendeva il loro modo di reagire alla malattia: con animo sereno o con la rasse-gnazione al peggio. Il pensiero positivo, la fede, la speranza in Cristo risorto aiutava il malato e gli era di giovamento anche se la diagnosi medica era infausta. Il pensiero negativo rendeva la cura più diffi cile.Quarto punto, la salute come compito spirituale. Un pun-to che ritengo importante per i nostri tempi. Viviamo in una società in cui è molto facile ammalarsi. Viviamo nell’epoca delle dipendenze: dal denaro, dall’alcol, dagli stupefacenti,

dal gioco d’azzardo, da Inter-net, dal sesso, dal telefonino. Viviamo nell’epoca del ‘mal di vivere’ dove i problemi umani sono diventati problemi medici: si assumono antidepressivi per un brutto voto a scuola, per una delusione amorosa, per la per-dita del lavoro o per un lutto in famiglia: la farmacia è diventa-ta il tempio laico della consola-zione psichica. Le statistiche ci dicono che do-dici milioni di italiani fanno uso abitualmente gli psicofarmaci. Novarese ci insegna che la salu-te dello spirito è strettamente collegata alla salute del corpo. E che dunque la cura dello spi-rito – il sapere chi siamo, lo sta-re bene con noi stessi, l’amare e sentirci amati dal Signore – ci aiuta a tenere lontani i veleni dell’anima che fanno ammalare il corpo”.Dopo l’intervento di Mauro An-selmo, don Armando Aufi ero ha spiegato l’insegnamento del beato Novarese come “medico dello spirito” che rinnova la pastorale della salute e chiama i malati “a essere protagonisti di un nuovo apostolato”.Ha concluso l’incontro la di-rettrice della manifestazione, Antonietta Santacroce, che parlando di Novarese ha ringra-ziato i relatori: “Un innovatore straordinario che fi n dagli anni Cinquanta parlava del mala-to come ‘portatore di diritti’ e denunciava l’emarginazione sociale dei disabili. Gli inter-venti di Anselmo e Aufi ero ci hanno aiutato a conoscerlo meglio”. ■

L’ancora 1/2 2015

Page 34: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

34

indialogo

UNA GIOIAMISSIONARIA

Rifl essioni su duerelazioni ascoltate al terzo Congresso

Mondiale dei movimenti e nuove comunità.

Roma, 20-22 novembre 2014

Fabrice HadjadjScrittore e fi losofo francese di origine ebraicaCi ha scosso con le sue rifl essioni sul tema: “La conversione mis-sionaria: uscire da sé e lasciarsi provocare dai segni dei tempi”. Ci troviamo, a suo dire, in un apostolato apocalittico, cioè verso la fi ne di un’era, simile a quando siamo usciti dal pale-olitico, segnati da una rivolu-zione tecnica che ha provocato

una profonda rottura antropo-logica radicale. “Sono morte anche le grandi utopie politi-che del Ventesimo secolo – ha detto – e, al posto delle ideo-logie prevale la fede sulla tec-nologia, le news sostituiscono la buona novella. Ma i mezzi di comunicazione non sono neu-tri; in qualche modo formano la persona che li usa”.La seconda provocazione di Hadjadj è sul dividualismo che,

a suo parere, ha sostituito l’in-dividualismo: si vive insieme ma si è divisi, attratti ognuno dal proprio schermo privato. È necessario, quindi, lottare contro la tentazione di essere soggetti isolati, senza appar-tenenza. Abbiamo bisogno di una testimonianza che non sia individuale ma quella di una comunità vivente, capace di ospitalità e di offrire una gioia pasquale.

a cura della Redazione

Il card. Rylko, Presidente del Pontifi cio Consiglio per i Laici, nel-la sua introduzione ai lavori, ci ha subito messi al corrente della vastità internazionale dell’assemblea convenuta: più di 300 mem-bri di associazioni laicali provenienti da più di 40 Paesi del mondo. E ha aggiunto: “Rappresentate il grande popolo dei discepoli di Cristo sparso in tutti i continenti, che con generosità, gioia e passione serve la missione della Chiesa. Siete testimoni della straordinaria ricchezza “carismatica” del nostro tempo, un grande segno di speranza”. Dopo l’introduzione del card. Rylko la parola è passata ai relatori.

Page 35: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

35

Guzmán Carriquiry LecourSegretario della Pontifi cia Commissione per l’America Latina“Rinnovare se stessi per rinnovare la Chiesa. Liberarsi dagli intralci che rallentano la corsa missionaria e dissipare le eventuali ombre che offuscano i carismi”, questo il tema che il pro-fessore ha ricordato per riformare la Chiesa.Guzmán ha poi invitato a rifl ettere su: “Cosa di-cono concretamente le parole e i gesti del Papa al nostro movimento, alla nostra comunità? Se non ci poniamo a fondo queste domande è forse segno preoccupante del nostro rimanere attacca-ti alle nostre sicurezze, incuranti delle sorprese dello Spirito. O peggio ancora, resistenti! Non possiamo non interrogarci su quale richia-mo oggi fa lo Spirito di Dio, per mezzo del Papa, al carisma di ogni movimento o comunità, alla propria storia, al rinnovarsi del suo slancio edu-cativo, missionario e caritativo”. Con lui, preoccupati, anche noi rifl et-tiamo che “non è facile darsi risposte immediate, ma è materia per pregare, pensare, condividere e vivere”. Così, c’è bisogno di molte conversioni: “Siamo davanti alle esigenze di una con-versione personale, di una conversione pastorale e di una conversione missio-naria. Cosa signifi ca questo per i movi-menti, per le nuove comunità?”.

Guzmán Carriquiry Lecour

Usciamo, rifl essivi e desiderosi di assecondare ciò che lo Spirito dice oggi alla Chiesa, al Centro Volontari della Sofferenza, ai Silenziosi Operai della Croce, a questa umanità che appartiene al carisma del beato Luigi Novarese. Accogliamo anche dal Papa, alcuni suggerimen-ti per la vitalità del carisma: “Preservare la fre-schezza del carisma: che non si rovini quella freschezza! Curare il modo di accogliere e ac-compagnare gli uomini del nostro tempo, in particolare i giovani, che fanno parte di un’u-manità ferita.Costruire la comunione sempre: ricordate che l’u-nità prevale sul confl itto perché il fratello vale molto di più delle nostre personali posizioni: per lui Cristo ha versato il suo sangue” (Udienza ai partecipanti al Congresso, 22 novembre 2014). ■

22 novembre 2014. L’udienza di papa Francesco ai partecipanti al Congresso Mondiale

dei Movimenti ecclesiali e delle nuove comunità

Page 36: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

36

indialogo

UN CONTINUOATTO D’AMORE

La conclusione del 2014 e l’ini-zio del 2015 sono stati accom-pagnati a Valleluogo da due iniziative condivise con i CVS del sud Italia: il fi ne d’anno in-sieme e l’incontro delle famiglie dal 2 al 4 gennaio. Angela Petitti

neve ha accompagnato, con la sua silenziosa magia, l’ar-rivo e la permanenza del

piccolo gruppo proveniente dalle diocesi di Napoli, Benevento e San Severo. Uno spettacolo molto bello che ognuno ha accolto con grati-tudine e gioia, anche se, natural-mente, ha un po’ condizionato la mobilità all’esterno.L’arrivo, previsto per il 30 dicem-bre, segnava anche il ricordo del quinto anno della morte di Sorella Elvira, sepolta nel Santuario “Salu-te degli Infermi”. Abbiamo quindi vissuto insieme la preghiera del Rosario preparata prendendo dei testi di Sorella Elvira e meditando sui Misteri dell’Apostolato.Nell’ultimo giorno dell’anno abbia-mo rifl ettuto insieme sul tema “CVS in uscita”, alla ricerca di soluzioni

che consentano alla nostra Associa-zione di assecondare la sollecitazio-ne di papa Francesco, di essere parte della Chiesa in uscita, con direzioni e missioni precise e specifi che.In serata la veglia di preghiera prolungata per consegnare a Dio l’anno passato e chiedere a lui lun-gimiranza e protezione per il tem-po che si apre davanti a noi. Il piccolo numero ha consentito a tutti di vivere una fraternità giocosa e aperta, all’insegna di una vera famiglia.Il 2 gennaio sono arrivate le fa-miglie, guidate nella rifl essione e nella preghiera da don Cristian Catacchio. Un incontro molto semplice, ma di un’effi cacia stra-ordinaria. Don Cristian con i suoi interventi ha messo di fronte alle coppie presenti la situazione at-

tuale di una famiglia cristiana, che crede in Dio, evidenziando le diffi coltà nel trasmettere oggi la fede ai propri fi gli, senza rinuncia-re però ai propri valori cristiani.I lavori di gruppo, prima a coppie e poi divisi tra uomini e donne, la visione del fi lm “Licenza di matrimonio” e la discussione che ne è seguita, la rifl essione sui temi che si è vivacizzata ancora di più il giorno dopo, hanno aiu-tato a realizzare una condivisone attenta al nostro tempo in cui sembra che la famiglia stia per-dendo consistenza.Le lodi mattutine, la Santa Messa, l’Adorazione eucaristica e l’atto di affi damento delle famiglie a Maria, ci hanno permesso di pregare e of-frire a Dio le nostre vite, il nostro tempo, il nostro operare. ■

La

Page 37: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

37

IL RE PIÙ BELLO!Ebbene sì, lo ammetto, un articolo con questo titolo è già stato pubblicato, ma non è una distrazione. Credo non ci siano parole più giuste per descrivere l’esperienza del capodanno 2015 a Re.

Letizia Ferraris

uando sali a Re e intrave-di l’ultima curva, sai bene che stai arrivando a Casa,

la tua casa e non vedi l’ora di entrare per salutare le sorelle e chi è già arrivato, quindi, cer-care il punto migliore per al-largare le braccia e accogliere i prossimi.Il primo appuntamento del programma è stata la Celebra-zione eucaristica del 31 dicem-bre sera: ero seduta tra i primi banchi, mi voltavo e vedevo la porta che si apriva, bambini, adolescenti, giovani, famiglie, nonni, Silenziosi Operai della Croce, alla spicciolata. Siamo arrivati tutti: Vercelli, Ivrea, Torino, Vicenza, Mantova, Bre-scia, Livorno, le diocesi più rap-presentate. La cripta era piena. Dopo cena la preparazione della veglia, che ha avuto inizio alle 22. Suddivisa in tre momenti, si è conclusa con l’Adorazione eucaristica in cripta: è stato un momento speciale, davanti

a Gesù per ringraziare di ogni dono, ma soprattutto per as-sumerci l’impegno di un nuovo proposito per il 2015.Al termine, siamo corsi in sa-lone. Ad attenderci un ricco buffet, il consueto conto alla rovescia e, dopo il brindisi e gli auguri, canti, giochi e balli, fi no a notte fonda.Il giorno successivo è iniziato con la Celebrazione eucaristi-ca delle 11 e poi il pranzo. Un intenso pomeriggio di lavoro, continuato con l’Adorazione e, dopo cena, abbiamo concluso il primo giorno dell’anno con un bel gioco organizzato dai gio-vani.Venerdì 2 gennaio è arrivato il momento di salutare quanti fa-cevano ritorno alle proprie case e dare invece il benvenuto a chi si è aggregato per le giornate di spiritualità per le famiglie. Eravamo in 75: famiglie, cop-pie, singoli, e un gruppetto di bambini, adolescenti e giovani.

Non c’è stato un solo momen-to di riposo: lodi, meditazioni, condivisione, Celebrazione eu-caristica, Adorazione, giochi...Il momento clou di queste gior-nate è stata l’Adorazione euca-ristica “delle lanterne”, dove ogni famiglia, coppia o singo-lo si è inginocchiato davanti a Gesù e, accendendo una piccola lanterna, ha presentato il pro-getto per il 2015. Si sentiva un armonia particolare. Il tutto accompagnato dalle luci delle lanterne che sembrava che abbracciassero Gesù eucaristia. Nel gruppo degli adulti, con am-mirazione, abbiamo ringraziato don Armando e Paolo Monformo-so per la profondità delle medi-tazioni e, Morena e Massimo per averci dato testimonianza della loro vita.Come sempre accade, arriva il momento dei saluti e del ritor-no a casa. Allora possiamo dav-vero dire che... questo è stato il Re più BELLO! ■

L’ancora 1/2 2015

Q

Page 38: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

indialogo

IN RICORDO DIFERNANDAPAGLIARA

Il 9 gennaio u.s. è tornata alla Casa del Padre, Fernanda Pagliara che ha vissuto la sua vita e la sua professione nel periodo del sorge-re e del consolidarsi dell’Opera fondata dal beato Luigi Novarese.

Fernanda era molto stimata dal nostro Fondatore e da Sorella Elvira Myriam Psorulla per il servizio svolto con vero amore nei confronti del l’Associazione.

a cura della Redazione

ata ad Alvito, in pro-vincia di Frosinone, il 12 aprile del 1933, ha

svolto ininterrottamente il suo lavoro di segretaria di mons. Luigi Novarese dal 1961 al 1984. Successivamente, è rimasta a lavorare in Associazione fi no al 1995, anno in cui si è ritira-

ta per raggiunti limiti di età.Inizialmente restia a svolgere l’impiego offertole, Fernanda pian piano è entrata nella lo-gica apostolica e pastorale di mons. Novarese apprezzandone gli sforzi compiuti a favore dei

malati e dei sofferenti in ge-nere.Fernanda accanto a mons. No-varese ha compiuto un pro-fondo cammino di fede: al suo fi anco ha imparato a leggere gli eventi con lucido spirito soprannaturale, era consape-vole e protesa ad una collabo-razione che capiva bene esse-re contrapposta all’opera del maligno e tutta indirizzata al bene delle anime. Questo suo cammino di fede l’ha portata ad essere alacre collaboratrice e testimone di peso nella Cau-sa di Beatifi cazione del nostro Padre Fondatore. Vogliamo ricordare Fernanda proprio attraverso le sue paro-le durante la deposizione nel processo diocesano relativo alla Causa di Beatifi cazione di mons. Novarese riportate nel Summarium Super Virtutibus:

“Ho conosciuto monsignor Luigi Novarese il 5 o 6 febbraio ‘61, nel suo uffi cio di Via del Foro Pi-scario, 33 (presso Piazza Monte Savello). In quest’epoca, dopo essere stata impiegata come se-gretaria presso studi legali, pres-so la Citroen, ecc. nella capitale, rimasi disoccupata ed una mia parente mi disse che monsignor Novarese cercava delle impie-gate per il suo uffi cio, poiché quelle che aveva se ne erano an-date, avendo trovato migliore e più redditizia occupazione. Abi-tuata com’ero a lavorare presso avvocati, a malincuore accettai e mi recai a Via del Foro Pisca-rio per presentarmi. Quel giorno

N

L’ancora 1/2 2015

38

Page 39: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

39

monsignor Novarese non c’era, ma trovai alcuni membri della sua opera che mi comunicaro-no quanto lasciatomi detto da Monsignore, in vista di incon-trarsi con me dopo il suo rientro a Roma, e cioè che, avendo mol-to lavoro arretrato, avrei dovuto battere delle lettere. Appena mi misi a sedere alla macchina, nel cassetto trovai una sessantina di lettere, con le risposte già pronte, da battere a macchina. Dopo che ebbi battuto a macchi-na tutte le lettere (ero velocis-sima) me ne andai a casa. Non mi piaceva il posto. Era umido, c’era freddo e si trovava una sola stufa a legna che affumicava tutto l’uffi cio. Al pensiero che io provenivo da uffi ci modernissimi della capitale, con ogni confort e con tutto l’occorrente per un moderno lavoro d’uffi cio e qui, invece, mi trovavo in un uffi cio ricavato da uno stanzone, con poche persone, ex malate, con un lavoro quasi infantile, come quello di copiare indirizzi su schede, mi spinse a risolvere di non proseguire a lavorare qui, ma di rivolgermi altrove. Però in quei giorni papà aveva acquista-to l’appartamento dove abitia-mo a Roma ed aveva bisogno di me perché collaborassi con lui al pagamento delle cambiali. Da qui la decisione di restare.

...lavorai con lui dal febbraio 1961 fi no al 20 luglio 1984, data della sua morte. Poi ho continuato ancora a tutt’oggi (1995). Il mio primo compito fu di dattilografa, poi man mano e

con il passare degli anni, diven-ni la sua segretaria ed impiegata personale, nel senso che lavora-vo alle sue dirette dipendenze, per il lavoro suo personale, per battere a macchina i suoi mano-scritti, per copiare le sue lettere riservate, per tenere l’archivio riservato ed in seguito mi affi -dò di svolgere, con lui, il settore della C.E.I., naturalmente come

segretaria! Tenevo i rapporti con gli altri esponenti della C.E.I., curavo gli appuntamenti e pre-paravo i sunti perché egli potes-se svolgere le relazioni. Aprivo le lettere indirizzate a lui, prepa-ravo le risposte e provvedevo a quanto in esse si chiedeva.

L’attenzione del Servo di Dio non era rivolta agli ammalati soltan-to sotto l’aspetto spirituale ed apostolico, ma anche in piano sociale! Amava gli ammalati; erano le sue creature predilet-te! E non voleva che le stesse famiglie li trattassero male o li relegassero per vergogna in una stanza della casa, o peggio, fa-cessero sentire loro tutto il peso della loro presenza inutile, ed anzi, di una presenza che dan-neggiava anche economicamen-te la famiglia”. ■

seggli cupaseletravqu

L’aeratoap

c

UN MODELLO DI IMPIEGATARicordo il suo arrivo a Monte Savello, accompagnata da Rosina Rau, che, per motivi famigliari, lasciava, dopo parecchi anni, il posto che doveva occupare Fernanda.Non alta, la borsetta al braccio, un vestito semplice. Veniva da un lavoro redditizio, presso uno studio notarile, che aveva lasciato per la poca serietà morale del responsabile. Una carta d’identità, quindi, molto importante per il lavoro che stava per prendere e per le perso-ne che con cui doveva convivere.La sua dirittura morale traspariva da tutta la sua persona: dal ve-stito, dalle parole e dai gesti. Era semplice e chiara, come acqua limpida che sgorga dalla roccia. Fernanda era molto intelligente, ma non si vantava mai. Non teme-va, comunque di parlare, se era necessario, usando la carità e la fermezza insieme. Era una donna dedita al suo lavoro, che svolgeva con grande amore, condividendo le diffi coltà e le prove dei Superio-ri e dei Fratelli e Sorelle di Associazione. Non badava mai agli orari, era sempre disponibile. (don Remigio Fusi)

Page 40: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

40

indialogo

SU GRAZIEa cura di Felice Di Giandomenico

Si apre una nuova rubrica che intende offrire preziose testimo-nianze dei nostri lettori circa le grazie ricevute attraverso l’in-tercessione del beato Luigi Novarese e dei nostri “seminatori di speranza”: autentici apostoli dei sofferenti, cuori aperti verso Dio e verso i fratelli, anime protese ad evangelizzare il mondo dell’umano patire.

Iniziamo con la lettera dell’8 novembre 2014 della famiglia Roncolato, di Lonate Pozzolo in provincia di Varese, indi-rizzata al Moderatore Genera-le dei Silenziosi Operai della Croce don Janusz Malski:

“Reverendissimo Padre, sia-mo lieti di comunicarle l’av-venuta guarigione di nostro fi glio Diego. Egli ha subito un intervento per un tumore al polmone pienamente riu-scito. Noi genitori abbiamo pregato e chiesto preghiere ad amici e conoscenti perché tramite l’intercessione del be-ato Luigi Novarese andasse tutto a buon fi ne.Il Signore ci ha concesso la Grazia della sua guarigione. Ora nostro fi glio sta ripren-dendo le forze e noi vorremmo ringraziare il Signore che ha ascoltato le nostre preghiere”.

Questo scritto è prezioso perché invita a rivolgerci a Dio con amore e fi ducia e dice quanto grande sia la forza di una fede vissuta con amore. ■

Gentili lettori,se volete scriverci:Silenziosi Operai della Croce

Direzione GeneraleVia di Monte del Gallo 105

00163 [email protected]

Grazie...

Page 41: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

41

indialogo

VORREI ESSERE IL VENTO PER SCACCIARE IL MALE

intitola “La vita è...” e si presenta come un originale libro di pensieri, emozioni

e immagini che raccontano le meraviglie dell’esistere. Lo han-no scritto tre amiche, Valentina Feresin, Sara Peric e Emanuela Piccioni che vivono a Gorizia e hanno voluto esprimere le loro rifl essioni sulla vita dal punto di vista della disabilità. Tre storie diverse, tre donne ade-renti al Centro Volontari della Sof-ferenza, ciascuna delle quali ha usato la forma di espressione che riteneva più congeniale: Valenti-na ha scelto i pensieri, Emanuela le poesie, Sara la fotografi a. Tre modi di leggere lo spartito della vita attraverso tre strumenti di-versi tenuti insieme da un unico fi lo conduttore: la sapienza del cuore unita alla tenerezza, dote capace, come ha ricordato più volte papa Francesco, di “ri-svegliare la speranza”. “Oh vento/ quanto vorrei es-sere come te/”, scrive Ema-nuela. “Forte e coraggioso per poter/ scacciare via tutto il male/ e far prevalere il bene/. Come quando tu soffi , su di me/ e come una carezza, tu sfi ori/ ogni angolo della mia

pelle./ Che sotto il tuo tocco ma-gico e leggero/ si rigenera len-tamente/ e il mio corpo, piano piano/ rinasce a nuova vita”. Un inno alla scoperta dell’esi-stenza. Un libro ricco di rifl essio-ni e colori capace, nell’evidenza delle parole e delle immagini, di trasmettere al lettore emozioni vere. Anche davanti alle prove più diffi cili della vita. “Io non posso”, scrive Valentina, “affrontare le scale/ senza aiu-to/ perché sono su una carrozzi-na/ ma le altre scale della vita/ quelle che non sono fatte/ di ce-mento e di pietra/ non sono per me un ostacolo/ le affronto con testardaggine/ non rinuncio/ né mi abbatto/e se anche talvolta/ scivolo o cado/ ricomincio da capo/ con la stessa grinta”. Parole che ricordano l’insegna-mento del beato Luigi Novare-

se. Proprio lui, il fondatore del CVS che invitava i malati a non piangersi addosso, che li voleva “soggetti attivi” capaci di reagi-re e fare uso di tutte le proprie potenzialità spirituali e umane “nel percorrere il mondo per il-luminarlo e salvarlo” (Pensieri, Edizioni CVS).Valentina, Sara ed Emanuela sono diventate amiche all’interno del-la cooperativa sociale Thiel. Fre-quentando i laboratori, prenden-do parte alle attività artistiche e ricreative, hanno condiviso espe-rienze ed emozioni trasferendo nella scrittura e nelle immagini la loro ricchezza interiore. Esse prendono per mano il lettore e lo accompagnano attraverso i momenti più preziosi e gratuiti del vivere: il dono dell’amore, la magia di un sorriso, il gioco di un bambino.

Aprendo il libro troviamo nelle pagine di sinistra le fotografi e di fi ori, ambienti e persone scattate da Sara e, nelle pagi-ne di destra, i pensieri di Va-lentina e le poesie di Emanue-la. “Un libro che racchiude”, scrive quest’ultima nell’intro-duzione, “la bellezza del gran-de dono della vita”. ■

Mauro Anselmo

Un libro di poesie, fotografi e e pensieri racconta la vita dal punto di vista della disabilità. Autrici sono tre amiche di Gorizia, Valentina, Sara ed Emanuela, che hanno posato il loro sguardo di tenerezza sul mondo.

Si

41 41

Aprepagidiscatnelentla. scriduzde

Page 42: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

42

indialogo

FULGIDA ANNA MARIABARTOLACELLI

Testimone preziososulla via di Novarese

A Modena la presentazione della nuova biografi a sulla Serva di Dio.

periamo di vedere pre-sto beata anche Fulgida Anna Maria Bartolacelli

come Luigi Novarese” ha esor-dito mons. Antonio Lanfranchi, vescovo della diocesi di Mode-na, sabato 25 ottobre 2014, in occasione della presentazione della biografi a sulla fi gura e la spiritualità della Serva di Dio, Fulgida Anna Maria Bartolacelli (di Angelo Belloni, Edizioni CVS, 224 pagine, 12 euro), Silenziosa Operaia della Croce e testimone prezioso della spiritualità di Monsignore.Presso il Centro Famiglia di Na-

zareth, a Modena, davanti ad un’assemblea attenta e al com-mosso fratello di Fulgida, Gio-vanni, don Armando Aufi ero, Silenzioso Operaio della Croce e responsabile per l’apostolato del Centro Volontari della Sof-ferenza, ha tracciato un breve profi lo biografi co di Fulgida Anna Maria: “Alta solo 60 cm e affetta da una for-ma grave di nanismo e rachitismo, vive i suoi 65 anni in una piccola carrozzella. Attiva fi n dalla giova-

ne età nella diocesi modenese, incontra per la prima volta nel 1961 a Lourdes monsignor Lu-igi Novarese e rimane conqui-stata dalle sue idee sulla valo-rizzazione della sofferenza. Nel 1964 si consacra tra i Silenziosi Operai della Croce e prosegue il suo apostolato nella convin-zione che l’ammalato, abituato a sentirsi compatito e ogget-to passivo della carità altrui, debba cambiare atteggiamen-to. Muore il 27 luglio 1993 e, presso la chiesa di S. Agostino di Modena, il 18 ottobre 2008 inizia l’Inchiesta diocesana per la Causa di Beatifi cazione e ca-nonizzazione”.Dopo l’introduzione di don Au-fi ero, è intervenuto il vescovo

emerito di Raven-na mons. Giuseppe Verrucchi che ha raccontato alcuni episodi signifi cati-vi della vita della Serva di Dio: “Una volta, quando ero parroco di Formi-

emenaVerrraccepisviServoltpar

1989. Anna nella Casa “Cuore Immacolato di Maria” di Re (Vb) con la piccola Chiara Righi

1968. Anna con mons. Luigi Novarese nella Casa “CuoreImmacolato di Maria” a Re (Vb)

S“

a cura della Redazione

Page 43: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

gine (Modena), contravvenendo al codice canonico, presi Anna, durante la messa, la misi sull’al-tare e le feci fare l’omelia al posto mio. Non ho mai visto i fedeli così attenti”.Presente anche l’autore, don An-gelo Belloni, che ha sottolinea-to l’importanza della fi gura di Fulgida: “Il nostro tempo ha bi-sogno di tali punti di riferimen-to per ridare senso e speranza a tutte quelle esistenze molto sofferte che frettolosamente ed egoisticamente vengono giudi-cate non degne di vita”.Un libro fortemente voluto dal CVS di Modena e dal Responsa-bile diocesano Marco Pellacani, organizzatore della giornata, il quale continuerà a promuovere la fi gura della Serva di Dio Bar-tolacelli che, sulla scia del bea-to Luigi Novarese, “ha avuto il coraggio di lanciare nel suo am-biente e per tutta la vita l’ap-pello alla valorizzazione della sofferenza come via di salvezza per il malato che non può rasse-gnarsi all’isolamento, ma deve diventare soggetto d’azione per gli altri e per la società”.Ha concluso l’incontro il fratel-lo di Fulgida, Giovanni Bartola-celli: “Mi sono tornati in mente tutti i ricordi della vita passata insieme ad Anna Fulgida e mi chiedo anche oggi come abbia fatto a vivere tanti anni provata

da dolori indicibili, in un corpo affl itto da un’estrema fragilità fi sica, con un coraggio disar-mante, praticando ogni giorno, con coerenza, le virtù cristiane in modo eroico e trovando an-che la capacità di gioire della sua condizione. Anche se tutti pensavano il con-trario, Anna Fulgida è riuscita a vivere a lungo, pur trovandosi a fare i conti con quello stato fi sico che lei stessa defi niva “scherzo di natura”. Il segreto della sua felicità stava nell’aver compreso, anche per una spe-ciale Grazia divina, la grandezza del compito affi datole da Dio, quello cioè di saper accettare, valorizzare e offrire a Lui la pro-pria sofferenza per la salvezza dei peccatori, una scelta ope-rata per un compito speciale, riservato a pochi “privilegiati coraggiosi”.“A tutti coloro che l’avvicina-vano – ha continuato Giovan-ni – Anna ha saputo offrire un sorriso, elargire un consiglio quando necessario e alleviare la tristezza del cuore, se amareg-giato dalle vicissitudini umane, convinta sempre che la Croce di Cristo dà un signifi cato anche alla nostra croce. Anna Fulgi-da ha capito che poteva essere di aiuto al sano e al malato, al consacrato e al laico. Insomma, a tutti”. ■

43

Anna nell’antica cappella di San Rocco in Bologna l’8 dicembre 1964, giorno della sua totale

consacrazione al Signore

Anna e la sorella Ada sul triciclo che usavano per l’apostolato a Montagnana

Anna con la signora

Amelia Bolelli Rebecchi a Re (Vb)

1971. Anna mentre

bacia la mano del Cardinale

Wright a Lourdes

23 Maggio 1987. Anna saluta Giovanni Paolo II nel quarantennio di apostolato del Centro Volontari della Sofferenza

Marco Pellacani Da sinistra: S.E. mons. Lanfranchi, S.E. mons. Verrucchi e l’autore del libro don Belloni

Page 44: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

44

indialogo

ESSERE IN PRIMA LINEA:IL CVS A SERVIZIO DELLA CHIESA LOCALE!

Lucia Maiolino

scorso novembre ho par-tecipato all’Assemblea del-la Confederazione Inter-

na zio nale dei CVS che si è tenuta a Roma.Quello che vorrei condividere su queste pagine è prima di tutto la bella esperienza vissuta in-sieme ai civuessini venuti dai diversi luoghi del mondo che mi ha dato la consapevolezza di quanto sia esteso il Centro Vo-lontari della Sofferenza! Diverse culture “un solo Carisma”: il be-ato Novarese aveva visto lonta-no e oggi il sogno dell’Unione mondiale degli ammalati è una realtà viva e concreta!La seconda cosa che vorrei con-dividere sono le esperienze che ci siamo scambiati nello spazio riservato all’apostolato nelle dio-cesi. Possiamo dire che le real-tà di vita che incontriamo sono diverse ma sono molto simili le motivazioni che ci spingono a

portare un raggio di luce alle persone sofferenti che non han-no ancora trovato un motivo va-lido per credere che la vita, qua-lunque essa sia, è sempre degna di essere vissuta.Cosa si può fare per realizzare questo nelle nostre realtà dioce-sane? Innanzitutto esserci! Essere inseriti con i Gruppi di Avanguar-dia nelle parrocchie, progettando un apostolato verso le persone sofferenti. Ma esserci non serve se non si “vive” la vita della par-rocchia! Sappiamo bene che gli incontri non li facciamo lì perché serve un posto dove incontrar-ci, ma perché dobbiamo dare un servizio alla comunità, mettendo a disposizione quello che è il no-stro specifi co carisma. Basta poco per creare un gruppo. Quello che è impegnativo è farlo conosce-re e accettare e questo dipende solo da noi e dal modo in cui te-stimoniamo la nostra vita. Natu-

ralmente siamo chiamati anche a dare il nostro contributo nelle varie consulte diocesane, come la Consulta Pastorale della Salute e quella delle Aggregazioni Laicali, a inserirci nell’Uffi cio Catechistico per il Settore Disabilità, e a esse-re disponibili a collaborare con il proprio vescovo laddove ci viene richiesto un aiuto specifi co.Questo è quanto abbiamo con-diviso nell’incontro a Roma. Na-turalmente non sempre nei no-stri gruppi è così! Per qualcuno è emersa la diffi coltà di andare avanti vivendo l’impegno apo-stolico nella propria diocesi in solitudine, con la consapevolez-za di avere un tesoro tra le mani da condividere e non trovare chi lo sappia apprezzare e ri-distri-buire. Questa sofferenza aposto-lica a chi la sperimenta procura la sensazione di portare da solo il peso di tanti. Ma questo rima-nere solo non è forse appartenu-to anche a Gesù? Essere in prima linea signifi ca spendere la propria vita al ser-vizio dei fratelli a nome e per conto della Chiesa! ■

Lo

L’ancora 1/2 2015

Lucia Maiolino

Sempre in prima linea!

Da sinistra: Tere Novarese

Cerutti, sorella

Elvira Myriam Psorulla

e Mariella Cerutti

durante un pellegrinaggio

della Lega Sacerdotale

Mariana a Lourdes

Page 45: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

noicvsNOIcvsNoiCVSnoicvsnoicvsnoicvs

45

VIVERE IN PIENEZZAIl Centro Volontari della Soffe-renza di Bari-Bitonto è giunto al suo quarantesimo anno di vita. È passato tanto tempo da quando un piccolo gruppo di “seminatori di speranza”, sol-lecitato dal CVS di Taranto, ha partecipato agli Esercizi spiri-tuali a Valleluogo e lì si è in-namorato del carisma del beato Luigi Novarese.Per festeggiare questo anni-versario, domenica 23 novem-bre ci siamo riuniti (eravamo oltre 400!) presso la Chiesa di S. Giovanni Bosco a Bari e ab-biamo invitato, per ascoltare la sua testimonianza, Simona Atzori, disabile senza braccia che, grazie alla grande motiva-zione interiore, è riuscita a di-ventare pittrice e ballerina clas-sica. Autrice per Mondadori di “Cosa ti manca per essere felice” e “Dopo di te”, Atzori ha avuto modo, prima della Messa, di con-cedere una rapida intervista alla troupe televisiva del Tg Rai re-gionale, venuta per l’occasione.La Celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’Assistente del CVS diocesano don Vittorio

stro Gruppo Attivo, coordinati da Annalisa Caputo. Tra la Messa e la testimonianza di Simona Atzori, vi è stato un breve momento commemorati-vo, in cui sono state consegna-te ai famigliari due targhe, in segno di riconoscenza, intesta-te ad Emmanuele Fiore e Rosa Sinisi, fondatori e colonne del CVS di Bari-Bitonto.Subito dopo, la testimonianza di Simona Atzori, con il suo sti-

le comunicativo diretto e vivace. Ci ha ricordato che molto spes-so i limiti sono soprattutto nella mente delle persone, che pensa-no ad esempio che una persona senza braccia non possa tenere un microfono, mangiare da sola o ballare: “L’obiettivo della mia vita era semplicemente – ed è tutt’ora – fare quello che amo e dare a me stessa l’opportunità di farlo esattamente come le altre persone. Parto dall’idea che non sono due braccia a dover impedi-re di poter fare quello che fanno gli altri. Bisogna trovare un pro-prio modo, ecco. E questo modo non è migliore, né peggiore”.Lei usa i piedi come fossero mani per dipingere, truccarsi e utiliz-zare tutti gli oggetti della vita quotidiana, e ha perfezionato un personale stile di danza che non ha bisogno delle braccia. Ha poi sottolineato l’importan-za della famiglia, che è il primo ambiente in cui le barriere pos-sono essere create o abbattute.L’incontro è proseguito con un dibattito molto sentito da par-te del pubblico e della nostra ospite. (Floriano Scioscia) ■

Borracci, durante la quale ven-tidue persone - dieci Volontari della Sofferenza e dodici Fratel-li e Sorelle - hanno espresso la loro adesione al CVS per la pri-ma volta, ricevendo lo Statuto e il Rosario. Alcuni canti della funzione sono stati sottolineati dalla danza dei ragazzi del no-

- stro Gruppo Attivo, coordinati

dafarpesoregli prinoLeipe

CVS DI BARI

Page 46: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

46

noicvsNOIcvsNoiCVSnoicvsnoicvsNOIcvs

UNA SPLENDIDA AVVENTURACVS DI NAPOLI

16 novembre 2014Siamo particolarmente gioiosi e rendiamo grazie a Dio, perché quest’anno il Centro Volontari della Sofferenza di Napoli com-pie 50 anni per opera di Alberto Ayala che nel 1965 ha accolto la provocazione di monsignor

Novarese e ha coinvolto noi na-poletani in questa diffi cile, ma splendida avventura.La partenza per festeggiare quest’anno celebrativo non po-teva essere migliore.Il 16 novembre, giornata delle nuove iscrizioni e del rinnovo

del nostro impegno, con gioia abbiamo accolto il Moderatore generale dei Silenziosi Operai della Croce don Janusz Malski insieme a sorella Ange-la, sorella Annamaria, fr. Adriano e alcuni gio-

vani del noviziato nella Casa dei Gesuiti che ci ospitano fi n dall’i-nizio del nostro apostolato.Le rifl essioni di don Janusz e di sorella Angela sono state per tutti noi stimolo di approfondi-mento e di verifi ca per il lavoro svolto fi nora e motivazione di speranza e di nuovo impegno per il nuovo anno.Siamo stati molto contenti di aver condiviso con loro nel po-meriggio “L’angolo dei nostri 50 anni”, momento in cui con canti e testimonianze abbiamo ricordato i nostri primi passi.

degioMoSiCrinlafr

14 dicembre 2014Il vescovo ausiliare mons. Lucio Lemmo ci ha fatto visita per celebrare con noi la giornata in preparazione al Natale. Accolto dal coro del Gruppo Attivo ha subito familiarizzato con tutti noi anche se ci conosce da poco tempo, e avendo in grande considerazione il carisma del beato Novarese, ci ha spronati a incontrare un gruppo di giovani della diocesi per far conoscere l’ideale del CVS.Nell’omelia, molto incisiva, mons. Lemmo ha manifestato il suo entusiasmo comunicandoci la gioia riscontrata in ognuno di noi: pienamente si avverte la serenità raggiunta ed il desi-derio di testimoniare il valore della sofferenza.

27 settembre 2015Il 27 settembre concluderemo il “Cinquantesimo” con una giornata di festa e di ringraziamento.Desideriamo chiedere a tutte le diocesi di sostenerci con la preghiera in quest’anno tanto importante per noi affi nchè non cediamo alla stanchezza e allo scoraggiamento e possia-mo perseverare con la stessa gioia che ci ha accompagnato in questi anni.

(Gli amici del CVS di Napoli)

Alberto Ayala,

fondatore del CVS

partenopeo

Page 47: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

NOIcvsnoicvsNoiCVSnoicvsnoicvsNOIcvsnoicvs

APPUNTAMENTI D’AUTUNNO

47

Quest’autunno si sono svolti numerosi appuntamenti che hanno visto protagonista il CVS di varie realtà diocesane piemontesi: a Torino, a Pinerolo e a Tortona con l’incontro al Santuario “Madonna della Guardia” per l’inizio dell’Anno Pastorale. Riportiamo di seguito alcune testimonianze.

“Grande è stata la gioia di tutti i partecipanti per la giornata trascorsa a Tortona, rafforzando in tutti noi la consapevolezza che siamo una grande famiglia Civuessina, pronti ad uscire dalle nostre mura per portare gioia e speranza a chi è solo e sofferente”.

Giovannina e Giuseppe (CVS Torino)

“Si soffre è vero, ma il nostro cuore deve essere una carezza per il nostro prossimo, bisogna essere uomini di speranza e di dolcezza: questo è il messaggio che la giornata al Santuario della Madonna della Guardia ci è stato affi dato sull’esempio del beato Luigi Novarese”.

Davide Vecchio (CVS Asti)

“Non mi aspettavo di trovare così tanta gente capace di racco-gliersi in preghiera nei momenti della messa per l’inizio dell’An-no Pastorale, ma allo stesso tempo essere allegra, fraterna e spensierata nei momenti di festa!”.

Paolo (CVS Aosta)

Il santuario di Nostra Signora della Guardia a Tortona (Al)

“A Pinerolo (TO), presso la parrocchia dello “Spirito Santo”, il 16 novembre scorso, si è tenuto un incontro, organizzato dal CVS diocesano, in cui Mauro Anselmo, biografo di Novarese, ha sottolineato il legame tra Monsignore e don Bosco, il santo torinese di cui quest’anno si festeggia il bicentenario dalla nascita. Tra gli interventi, Mara Strazzacappa, sorella dei Silenziosi Operai del-la Croce e Graziella Paderno che ha raccontato la sua esperienza di guarigione per intercessione del beato Novarese”.

Anna (CVS Pinerolo)

Nel numero di settembre-ottobre 2014, nello spazio relativo ai nuovi indirizzi di posta elettronica, sono stati erroneamente riportati i nominativi dei Responsabili diocesani di Pitigliano e di Saluzzo.Pubblichiamo qui di fi anco i dati corretti.

Nel numero di settembre-ot

Errata corrige

Diocesi Indirizzo Nominativo

Pitigliano [email protected] Anna Rita Di FraiaSaluzzo [email protected] Massimo Bonardo

Page 48: Editoriale Janusz Malski Moderatore Generale dei SOdC PER UNA … … · peri Nova nere le a I L ’ancora 1/2 2015 Convegno di studio dal tema: “La presenza del malato nella società”

L’ancora 1/2 2015

noicvsNoiCVSnoicvsnoicvsNOIcvsnoicvs

48

Una testimonianza dagli... Esercizi spirituali

GRAZIE!…per averci dato la possibilità di rifl ettere come Dio ci invita a capire il signifi cato di molte si-tuazioni che la vita ci presenta, vedendo sempre il Suo volto, nel nostro prossimo.Un aspetto molto bello e signi-fi cativo, per sperimentare con-cretamente l’amore del Signore, riversato su di noi.Spesso, ci sentiamo come Pietro, che non capiva ciò che gli stava succedendo. Molte volte non riu-sciamo a capire molte situazioni di sofferenza, o di dispiacere, che ci possono capitare e ci chiedia-mo: “Perché proprio a me, Signo-re?”. “Che male ho fatto io?”. Sen-za capire che potrebbe essere un modo per farci gustare la bellezza della vita e ciò che Dio, nostro Padre, desidera mettere nelle no-stre mani. O può essere anche una chiamata. A che cosa? Ad amare di più. Perchè, quando viviamo in situazioni di dolore, gustiamo meglio il signifi cato della nostra vita e le diamo il giusto valore.Spesso Dio ci mette dinanzi a si-tuazioni particolari e diffi cili, per metterci alla prova, proprio là dove noi non sappiamo reagire e sembra che tutto ci cada addos-so. Chiudendoci sempre più in noi stessi, senza lasciare, che il Signore operi in noi. Allora ecco che arriva in noi l’angoscia, la de-pressione.Quando riceviamo qualche offesa, molte volte non siamo capaci di perdonare, magari senza capire il “perchè” di quell’azione. O quan-do ci dobbiamo rapportare con qualche nostro fratello, o sorella sofferente, con la quale non sap-piamo come rapportarci. Magari,

ci sembra giusto assumere un at-teggiamento con quella persona, che può essere totalmente sba-gliato.Proprio in queste occasioni, Dio desidera parlare al profondo del nostro cuore, in quella “tenda interiore”, che Lui stesso crea in noi. E proprio in queste occasio-ni, Cristo crocifi sso si vuole ma-nifestare, per chiederci il nostro prezioso aiuto. Ecco allora, come dobbiamo vedere il nostro fratel-lo, o sorella sofferente e come ci dobbiamo rapportare con loro. Cercando sempre, di valorizzare la loro persona.Ecco qual è il signifi cato, della nostra appartenenza alla preziosa opera del Centro Volontari della Sofferenza. Che il nostro beato Luigi Novarese, con Sorella Elvi-ra Miriam Psorulla ci hanno af-fi dato. Affi nché lo custodissimo nel profondo del nostro cuore. Attuando così il programma chie-sto dalla Vergine Santa, a Lourdes e a Fatima.Concludendo vorrei ringraziare il Signore, per averci dato la pos-sibilità di sostenere questi santi Esercizi e per aver compreso quel-lo che Dio aveva bisogno di co-municare al profondo del nostro cuore.

(Francesco Frau)

CVS DI NARDÒ-GALLIPOLI

“L’apostolodei malati”

Il 18 novembre u.s. si è svolto un Convegno per commemora-re il Centenario della nascita del beato Luigi Novarese. L’evento ha avuto luogo presso il Santua-rio della Madonna della Lizza in Alezio. Hanno preso parte i rap-presentanti dei centri CVS dioce-sani del nostro Salento.Sua Ecc. mons. Fernando Filo-grana, vescovo della diocesi, ha aperto i lavori del convegno ed ha avuto parole di ringraziamento e di riconoscenza per l’apostolato dell’Associazione all’interno delle parrocchie. Il tema del Convegno è stato: “Luigi Novarese, apostolo dei malati”.Don Armando Aufi ero, Silenzioso Operaio della Croce, ha saputo presentarci molto bene la fi gura del beato: dalla sua personale esperienza di sofferenza all’atti-vità di apostolato, divenendo ap-punto “L’apostolo degli ammala-ti” come ebbe modo di defi nirlo Giovanni Paolo II.Diffi coltà ne ha incontrate tante ma, caparbiamente e con fede salda, è riuscito a precorrere i tempi, rendendo un ammalato “soggetto di azione”, libero di vi-vere serenamente la propria sof-ferenza e di offrirla per la conver-sione e la salvezza dei peccatori.Attraverso le parole di don Ar-mando abbiamo rivissuto l’O-pera ed il carisma del nostro Fondatore. Ne avevamo proprio

bisogno per ridestar-ci da una fede tiepida, procurando in noi quel-la sana inquietudine che induce a mettersi in discussione e trova-re la forza per essere più convinti e più forti nell’azione dell’aposto-lato, seguendo le orme del Fondatore.

4848

bisoci dproclachein drepiù nelllatode

Roma, 11 maggio 2013. Beatifi ca-zione di mons. Luigi Novarese in San Paolo fuori le Mura. Nella foto Francesco Frau