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Esercitazioni di Biochimica Applicata Introduzione alle metodologie di base per l’analisi delle proteine 1. Dosaggio quantitativo delle proteine totali in un campione biologico; 2. Proteine cellulari - tecniche di omogeneizzazione e centrifugazione: arricchimento della/le proteina/e studiate in frazioni sub-cellulari ottenute da omogenato d’organo, tessuto, linee cellulari; 3. Saggio analitico nella frazione subcellulare (saggio enzimatico); 4. Cinetica enzimatica; 5. Procedure di separazione delle proteine in studio (elettroforesi su gel) Analisi di proteine specifiche o totali nei diversi Tecniche mirate

Esercitazioni di Biochimica Applicata

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Esercitazioni di Biochimica Applicata Introduzione alle metodologie di base per l’analisi delle proteine

1. Dosaggio quantitativo delle proteine totali in un campione biologico;

2. Proteine cellulari - tecniche di omogeneizzazione e centrifugazione: arricchimento della/le proteina/e studiate in frazioni sub-cellulari ottenute da omogenato d’organo, tessuto, linee cellulari;

3. Saggio analitico nella frazione subcellulare (saggio enzimatico);

4. Cinetica enzimatica;

5. Procedure di separazione delle proteine in studio (elettroforesi su gel)

Analisi di proteine specifiche o totali nei diversi tessuti e distretti anatomici, in liquidi biologici e colture cellulari: tecniche separative più risolutive, metodi di identificazione e purificazione.

In particolare: Western blot, elettroforesi bidimensionale, proteomica, tecniche cromatografiche, purificazione all’omogeneità, sequenziamento.

Tecniche mirate

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•per conoscere quante proteine sono presenti in un determinato preparato biologico, prima di procedere verso ulteriori analisi relative ad una o più proteine; esempi:

•per calcolare l’attività specifica durante i saggi funzionali (es. per vel. enzimatica);

• per calcolare la densità specifica di un recettore nei saggi di legame (binding) dei recettori proteici;

•come indice di purezza/resa della proteina studiata durante le fasi progressive di purificazione;

•prima di una separazione cromatografica o elettroforetica (SDS-PAGE, Western blot, proteomica).

Il dosaggio quantitativo delle proteine viene applicato:

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Dosaggio della concentrazione di proteine totali in un campione biologico

Metodi chimici:Metodo Kjeldahl (N totale)

Metodi spettrofotometrici: -metodo in assorbanza UVa 280 nm (amminoacidi aromatici) - Metodi colorimetrici:Metodo del biureto;Metodo di Lowry;Metodo BCA (acido bicinconinico);Metodo di Bradford;

Metodi turbidimetrici: precipitazione in acidi TFA o TCA e analisi turbidimetrica del precipitato.

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Metodo di Kjeldahl

Determinazione dell’N proteico trasformato in gr proteine mediante un fattore di conversione- Per incrementarne l’accuratezza: precipitazione delle proteine con TCA, TFA o PCA, lavaggio per centrifugazione e precipitato usato per l’analisi successiva:

1) Digestione: il campione con le proteine viene portato ad alta temperatura in presenza di H2SO4 concentrato + catalizzatore (ex. Cu2SO4) + ossidanti (ex. permanganato o H2O2); tutto l’N organico si trasforma in NH4

+, ossidazione di C e S a CO2 e SO2; 2) Distillazione: (NH4)2SO4 formato + 2NaOH = 2NH3 (raccolta x distillazione) + Na2SO4 + 2 H2O;

3) Titolazione: NH3 raccolta e titolata per aggiunta di acido forte (ex. HCl) a titolo noto.Calcolo del contenuto di azoto o di proteine in un campione

1 mol HCl = 1 mol NH3= 14 gr N

Quantità di N nel campione in gr:ml HCl x M HCl x 14/1000

Quantità di proteine nel campione ingr: ml HCl x M HCl x 14/1000 x 100/16

se si considera che il contenuto medio di N proteico è 16%.

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Metodi spettrofotometrici - colorimetrici

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I 20 L-amminoacidi che formano le proteine

Legame peptidico Legame peptidico

da: www.vialattea.netda: www.vialattea.net

Metodi spettrofotometricibasati su reazioni che possono coinvolgere il legame peptidico

o i gruppi –R di alcuni AA

Metodi spettrofotometricibasati su reazioni che possono coinvolgere il legame peptidico

o i gruppi –R di alcuni AA

Dosaggio proteine

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Sensibilità: quantità più piccola di proteine determinabile nel campione biologico; Specificità: capacità di quantificare solo le proteine del campione;

Interferenze: queste possono alterare sia accuratezza che specificità del metodo: es.: assorbimento alla analitica di componenti del campione diverse dalle proteine (es. acidi nucleici); interferenze del mezzo, ex. sali del tampone, con la formazione di complessi colorati (metodi colorimetrici);

Capacità relativa o assoluta di misurare le proteine del campione biologico: dipendenza dalla composizione in certi aminoacidi delle proteine o meno: metodo relativo, metodo assoluto; importante durante procedura di purificazione.

Integrità del campione: capacità o meno di lasciare integro il campione con possibilità di utilizzarlo in altri dosaggi;

Stabilità: metodi colorimetrici, stabilità nel tempo dei complessi colorati.

PARAMETRI CHE CARATTERIZZANO I DIVERSI METODI DI DOSAGGIO DELLE PROTEINE

Metodi spettrofotometriciMetodi spettrofotometrici

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ASSORBANZA IN UV DELLE PROTEINEASSORBANZA IN UV DELLE PROTEINE

Caratteristiche:

Sensibile: 10-20 g

Integrità del campione: si

Stabilità: si

Interferenza con:basi azotate acidi nucleici(si corregge a 260 e 280 nm)

Metodo relativo: può variare in base al tipo di proteine presenti.

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•Scarsa sensibilità

Reattivo di Benedict: solfato di rame CuSO4

in soluzione alcalina e sali citrato o tartrato di K+ o Na+

Metodi colorimetriciMetodi colorimetrici

Metodo «capostipite» di altre tecniche colorimetriche,quali i metodi del Lowry e del BCA.

Metodo «capostipite» di altre tecniche colorimetriche,quali i metodi del Lowry e del BCA.

Caratteristiche:•Integrità campione: no•Metodo ritenuto assoluto, più costante di UV .

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Integrità campione: no

Stabilità e tempistica: stabile entro limiti di tempo, lettura

dopo 30 min. Procedura relativamente lunga.

Metodo ritenuto piùcostante specifico e sensibile rispetto a UV, Folin classico e

biureto.

Caratteristiche:

Metodo di Folin classico: Residui fenolici quali gruppi –R di AA aromatici (specialmente tirosina) , sono ossidati da reattivo di Folin-Ciocalteu in ambiente alcalino: acidi fosfotungstico-molibdico del reagente si riducono a composti di colore blu. Il Lowry incrementa sensibilità associando biureto e Folin.

Metodo di Folin classico: Residui fenolici quali gruppi –R di AA aromatici (specialmente tirosina) , sono ossidati da reattivo di Folin-Ciocalteu in ambiente alcalino: acidi fosfotungstico-molibdico del reagente si riducono a composti di colore blu. Il Lowry incrementa sensibilità associando biureto e Folin.

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Quota di ioni rameici ioni rameosi dalle proteine in ambiente alcalino. L’acido BCA chela ioni rameosi formando un complesso colorato molto stabile.

Integrità campione: no

Stabilità: buona.Tempistica: procedura lunga.

Interferenze: lipidi, detergenti, EGTA;DTT (ditiotreitolo >1mM).

Migliore del Lowry perdetergenti, sali etc..

rid

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Integrità campione: no

Stabilità: più stabile deglialtri metodi; rapidità di esecu-zione – non richiedeincubazione dopo aggiunta reagente.

Metodo relativo- Sensibilità comparabile a Lowry Interferenze con

detergentiInterferenze con detergenti

Residui di arginina, triptofano, tirosina e fenilalaninaResidui di arginina, triptofano, tirosina e fenilalanina

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Metodo del Biureto: retta di calibrazione – due analitiche, a sensibilità diversa: 545 nm, quantità di proteine misurabile: 1 – 5 mg330 nm, quantità di proteine misurabile: 0.1-1 mg

Metodo del Biureto: retta di calibrazione – due analitiche, a sensibilità diversa: 545 nm, quantità di proteine misurabile: 1 – 5 mg330 nm, quantità di proteine misurabile: 0.1-1 mg

Retta a 330 nm

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Metodo del Bradford: retta di calibrazione – analitica: 595 nm