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DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO ESPERIENZE DI BONIFICA IL PUNTO DI VISTA DELL’ERGONOMO Canzio Romano Dipartimento di Traumatologia, Ortopedia e Medicina del Lavoro Università di Torino LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE IN PIEMONTE: STIME DI OCCORRENZA E POSSIBILI MODELLI DI SORVEGLIANZA Torino, 26 settembre 2006 DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO Per quali motivi attuare interventi di “bonifica” ergonomica? DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO Per migliorare l’efficienza del sistema Per prevenire effetti patologici a carico delle strutture biomeccaniche dell’operatore Per applicare norme tecniche nazionali, europee ed internazionali Per rispettare precisi obblighi di legge Ragioni per attuare interventi di “bonifica” ergonomica DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO Art. 3, comma 1, lettera f Le misure generali per la protezione e la sicurezza dei lavoratori sono: f) rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo. Art. 4, comma 1 Il datore di lavoro … valuta tutti i rischi … anche nella scelta delle attrezzature di lavoro ... nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro D.LGS. 626/94 smi DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO All. 1 (p. 1.1.1.2.d) Nelle condizioni d’uso previste devono essere ridotti al minimo possibile il disagio, la fatica e le tensioni psichiche (stress) dell’operatore tenuto conto dei principi dell’ergonomia (Sistemi di comando, p. 1.2; software, p. 1.2.8; posto di guida, pp. 3.2.1. e 3.3.1; sedili, p. 3.3.2) D.P.R. 459/96 (Direttiva macchine) DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO Principali norme di riferimento EN 1005-3 Forze EN 1005-4 ISO 11226 Posture UNI EN ISO 6385 EN ISO 14738 Principi generali prEN 1005-5 ISO/DIS 11228-3 Bassi carichi (meno di 3 kg) ad alta frequenza (non precisata) EN 1005-2 ISO 11228-1 ISO 11228.2 Movimentazione manuale di carichi (oltre 3 kg) Nota: la norma 1005 è rivolta ai progettisti di macchine

ESPERIENZE DI BONIFICA Per quali motivi attuare interventi ...Movimentazione manuale di carichi (oltre 3 kg) Nota: la norma 1005 è rivolta ai progettisti di macchine ... rischio correlato

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DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO

A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO

ESPERIENZE DI BONIFICA

IL PUNTO DI VISTA DELL’ERGONOMO

Canzio RomanoDipartimento di Traumatologia,

Ortopedia e Medicina del LavoroUniversità di Torino

LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE IN PIEMONTE:STIME DI OCCORRENZA E POSSIBILI MODELLI DI SORVEGLIANZA

Torino, 26 settembre 2006

DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO

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Per quali motivi attuare interventi di

“bonifica” ergonomica?

DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO

A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO

Per migliorare l’efficienza del sistema

Per prevenire effetti patologici a carico delle strutture biomeccaniche dell’operatore

Per applicare norme tecniche nazionali, europee ed internazionali

Per rispettare precisi obblighi di legge

Ragioni per attuare interventi di “bonifica” ergonomica

DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO

A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO

Art. 3, comma 1, lettera fLe misure generali per la protezione e la sicurezza dei lavoratori sono: f) rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo.

Art. 4, comma 1Il datore di lavoro … valuta tutti i rischi … anche nella scelta delle attrezzature di lavoro ... nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro

D.LGS. 626/94 smi

DIP. T.O. E MEDICINA DEL LAVORO – UNIVERSITÀ DI TORINO

A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO

All. 1 (p. 1.1.1.2.d)Nelle condizioni d’uso previste devono essere ridotti al minimo possibile il disagio, la fatica e le tensioni psichiche (stress) dell’operatore tenuto conto dei principi dell’ergonomia

(Sistemi di comando, p. 1.2; software, p. 1.2.8; posto di guida, pp. 3.2.1. e 3.3.1; sedili, p. 3.3.2)

D.P.R. 459/96 (Direttiva macchine)

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Principali norme di riferimento

EN 1005-3Forze

EN 1005-4ISO 11226Posture

UNI EN ISO 6385EN ISO 14738Principi generali

prEN 1005-5ISO/DIS 11228-3

Bassi carichi (meno di 3 kg)ad alta frequenza (non precisata)

EN 1005-2ISO 11228-1ISO 11228.2

Movimentazione manuale di carichi (oltre 3 kg)

Nota: la norma 1005 è rivolta ai progettisti di macchine

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A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO

(Per migliorare l’efficienza del sistema)

Per prevenire effetti patologici a carico delle strutture biomeccaniche dell’operatore

Per applicare norme tecniche nazionali, europee ed internazionali

Per rispettare precisi obblighi di legge

Ragioni per attuare interventi di “bonifica” ergonomica

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Come e quando realizzare un percorso di ergonomia

aziendale?

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G. Caragnano, 2006 + UNI EN ISO 6385

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A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO

G. Caragnano, 2006 + UNI EN ISO 6385 + Schaub 2006

Ergonomia costruttiva

Ergonomia correttiva

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G. Caragnano, 2006 + UNI EN ISO 6385 + Schaub 2006

Ergonomia costruttiva

Ergonomia correttiva

PROKON (MTM) Progettazione orientata al montaggio

Identificazione ed eliminazione delle interferenze di montaggio causate da errata progettazione

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Su quali aspettifocalizzare l’attenzione?

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Gli interventi da realizzare nel caso in cui venga rilevata la presenza di un rischio correlato ai movimenti ripetitivi degli arti superiori sono di tre tipi:

strutturali, organizzativi e formativi.

INTERVENTI STRUTTURALIsono volti alla riprogettazione della postazione lavorativa alla luce dei

parametri ergonomici indicati in letteratura, per consentire lo svolgimento della mansione in condizioni ottimali.

INTERVENTI FORMATIVIdevono essere considerati complementari a quelli strutturali ed organizzativi, e rivolti ai lavoratori interessati, ai tecnici di produzione, ai capireparto ed ai

dirigenti aziendali; devono prevedere iniziative di tipo informativo (sui rischi) e formativo (sulle misure per ovviare ai rischi), sia attraverso la fornitura di

materiale didattico, sia mediante l'organizzazione di moduli formativi ad hoc.

INTERVENTI ORGANIZZATIVIsono finalizzati a migliorare gli aspetti relativi alla elevata frequenza delle

operazioni che vengono eseguite, alla carenza di pause/periodi di recupero adeguati e ad altri aspetti organizzativi.

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– TIPI DI INTERVENTOTIPI DI INTERVENTO

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G. Caragnano, 2006 + UNI EN ISO 6385 + Schaub 2006

Ergonomia costruttiva

Ergonomia correttiva

Interventi strutturaliInterventi organizzativi

Interventi formativi(Interventi sanitari)

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INTERVENTI STRUTTURALI

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GLI ALTRI SEGMENTI DELL’ARTO SUPERIORE

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Spalle / Postura

EN 1005-4

Evitare attività a quote prossime o superiori alla altezza delle spalle

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Esempi di Esempi di CORREZIONECORREZIONE di di POSTUREPOSTURE incongrue della spalla incongrue della spalla Esempi di Esempi di CORREZIONECORREZIONE di di POSTUREPOSTURE incongrue della spalla incongrue della spalla

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Esempi di Esempi di POSTUREPOSTURE incongrue della spalla incongrue della spalla Esempi di Esempi di CORREZIONECORREZIONE di di POSTUREPOSTURE incongrue della spalla incongrue della spalla

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Verifica e modifica delle dimensioni e delle caratteristiche strutturali dei piani di lavoro, al fine di ridurre l’impegno posturale della spalla, del tronco e degli arti inferiori

Postura incongrua a carico della spalla nel prelevamento delle fustelle dalle rastrelliere di raccolta, nel loro posizionamento nelle aeree della pezza più lontane dal corpo e nella rimozione di queste dopo l'avvenuta tranciatura.Flessione del tronco > 45° e compressione degli arti inferiori esercitata dal piano di lavoro nel posizionamento delle fustelle nelle aree della pezza più lontane dal corpo

Abbassamento livello rastrelliereSistema di scorrimento a rulli dei ceppi verso le tranceImbottitura in gommapiuma dei bordi dei ceppi

Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI STRUTTURALIINTERVENTI STRUTTURALI

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Evitare prono-supinazioni massimali, specie se ripetute e con uso di forza

Evitare contraccolpi

Evitare reazioni di chiusura

Gomiti / Fattori di rischio

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Comparto mano-dita

Evitare prese pinch di forza

Evitare prese ad uncino e prese palmari

Evitare movimenti e sforzi ad elevata ripetitività

Evitare compressioni localizzate

Limitare l’uso del dito singolo

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Fonte: Atti Congresso SIE 2002

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Specificita’ dei fattori di rischio per gli specifici segmentidell’arto superiore

Specificità (eventuale) degli interventi correttivi

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LA STC

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Polso

Evitare posture incongrue sia statiche, sia dinamiche

Evitare sforzi ripetuti in prensione

Non usare la mano come battente

Evitare l’uso di strumenti vibranti con contraccolpo

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Fonte: Atti Congresso SIE 2002

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Fonte: PutzAnderson 1997

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Fonte: Putz Anderson 1997

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Fonte: Atti Congresso SIE 2002

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INTERVENTI ORGANIZZATIVI

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Parametri organizzativi• Frequenza di azione

• Stereotipia (holding time superiore al 50% della durata del ciclo e cicli di durata inferiore a 30 sec)

• Attività a ritmo vincolato

• Organizzazione delle pause

(Ipotesi di cut-off a 30-40 azioni al minuto in condizioni ergonomiche ottimali)

Almeno 2-3 pause oltre alla mensa

Job rotation

Job enlargement e enrichment

Tempo di recupero: periodo di tempo nel turno di lavoro nel quale non sono effettuate azioni tecniche/meccaniche degli arti superioriTempo di recupero: periodo di tempo nel turno di lavoro nel quale non sono effettuate azioni tecniche/meccaniche degli arti superiori

Dall’analisi della letteratura:

b proposta, sulla base di un draft della “Health and Safety Commission” australiana, di un criterio generale per cui il rapporto ideale tra tempo di lavoro e tempo di recupero deve risultare almeno pari a 5:1, con pause quindi idealmente della durata 10 minuti nella parte finale di ogni ora lavorativa

Dall’analisi della letteratura:

b proposta, sulla base di un draft della “Health and Safety Commission” australiana, di un criterio generale per cui il rapporto ideale tra tempo di lavoro e tempo di recupero deve risultare almeno pari a 5:1, con pause quindi idealmente della durata 10 minuti nella parte finale di ogni ora lavorativa

Valutazione del rischio Valutazione del rischio –– FATTORE RECUPEROFATTORE RECUPERO

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OCRA INDEXOCRA INDEX

Fattore riposo – esempio di rapporto OTTIMALE tra pause e lavoro ripetitivo

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Valutazione del rischio Valutazione del rischio –– FATTORE RECUPEROFATTORE RECUPERO

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Valutazione del rischio Valutazione del rischio –– FATTORE RECUPEROFATTORE RECUPERO

E’ condizione nota in ergonomia il fatto che risulta più vantaggiosa dal punto di

vista biomeccanico una condizione di lavoro con pause più numerose anche se

di breve durata rispetto ad una condizione con pause di recupero più protratte

ma meno numerose e non adeguatamente distribuite.

Nella versione del 2000 del metodo OCRA si considerava quale condizione

ottimale la presenza di una pausa di almeno 5’ ogni 50-60 minuti di lavoro.

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Valutazione del rischio Valutazione del rischio –– FATTORE RECUPEROFATTORE RECUPERO

Anche nell’ultimo volume del marzo 2005 sono indicate, pur, si ricorda, in assenza di riferimenti di letteratura in merito scientificamente validati,

tre “fasce” di rischio in relazione al rapporto ottimale tra lavoro e recupero(con relativi punteggi poi da tradursi nell’algoritmo OCRA):

rapporto da 5 :1 a 6:1una pausa da 8-10 minuti ogni 50 – 60 minuti lavorati,

corrispondente a rischio = 0;

rapporto da 7:1 a 11:1una pausa di 5-7 minuti ogni 70-110 minuti lavorati,

corrispondente a rischio = 0,5;

rapporto > 11:1una pausa di meno di 5 minuti ogni 110 o più minuti lavorati,

corrispondente a rischio =1.

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Valutazione del rischio Valutazione del rischio –– FATTORE RECUPEROFATTORE RECUPERO

Ore senza compenso 3 =

30 x 0.70 = 21 az/min

- 40%

Ore senza compenso 4 =

30 x 0.60 = 18 az/min

- 20%

Ore senza compenso 2 =

30 x 0.80 = 24 az/min

- 30%

Ore senza compenso 6 =

30 x 0.25 = 7.5 az/min

- 90%

Ore senza compenso 7 =

30 x 0.10 = 3 az/min

- 55%

Ore senza compenso 5 =

30 x 0.45 = 13.5 az/min

- 75%

Ore senza compenso 1 =

30 x 0.90 = 27 az/min- 10%

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Valutazione del rischio Valutazione del rischio –– FATTORE RECUPEROFATTORE RECUPERO

Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Turni di 8 ore con pausa mensa di 30’ e 2 pause di recupero della durata di 10’ e 15’.

CNCCNCCNCCNC

8°h7°h6°h5°h4°h3°h2°h1°h

Uscita 14,00

Pausa mensa 11,30 -12,00

1 pausa 10,00-10,15

1 pausa 8,00-8,10

4 ore senza compenso = fattore demoltiplicativo 0,60

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Redistribuzione del fattore di riposo in un’azienda del comparto alimentare (cioccolato)

linee di confezionamento prodotto finito

Verde accettabile 1.98Rosso medio

medio4.78Legatura sacchetti

Giallaincerto o molto lieve3.02Gialla

incerto o molto lieve3.24Montaggio coperchio scatole pralines

Verdeaccettabile 1.72Gialla

incerto o molto lieve2.58Montaggio fondo scatole pralines

Rosso mediomedio4.68Rosso medio

medio 4.68Riempimento vassoi pralines

Fascia di rischioSINFascia di rischioDXPostazione

Indici OCRA per le postazioni esaminate – turni con 2 pause da 10’ e 15’

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

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Turni di 8 ore con pausa mensa di 30’ e 4 pause di recupero della durata di 10’ e 5’.

2 ore senza compenso = fattore demoltiplicativo 0,80

CCCNCCCNCC

8°h7°h6°h5°h4°h3°h2°h1°h

Uscita 14,00

1 pausa 12,55-13,00

Pausa mensa 11,30 -12,00

1 pausa 9,30-9,40

1 pausa 8,15-8,25

1 pausa 6,55-7,00

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Redistribuzione del fattore di riposo in un’azienda del comparto alimentare (cioccolato)

linee di confezionamento prodotto finito

Verde accettabile 1.11

Gialla incerto o molto

lieve3.59Legatura sacchetti

Gialla incerto o

molto lieve2.30

Gialla incerto o molto

lieve2.46Montaggio coperchio scatole

Verde accettabile 1.31Verde

accettabile .1.96Montaggio fondo scatole pralines

Gialla incerto o

molto lieve3.51

Gialla incerto o molto

lieve3.51Riempimento vassoi pralines

Fascia di rischioSINFascia di rischioDXPostazione

Indici OCRA per le postazioni esaminate – turni con 4 pause da 5’ e 10’

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Con un incremento di 5’ del tempo totale di riposo, (da 25’ a 30’) e la ridistribuzione del tempo totale di riposo in 4 pause (da 2 a 4 pause), 2 da

10’ e 2 da 5’, l’indice finale di rischio si riduce del 25%

4.78

3.24

2.58

4.68

3.59

2.46

1.96

3.51

1.11

2.30

1.31

3.51

Arto DX

1.98

3.02

1.72

4.68

Arto SIN

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Redistribuzione del fattore di riposo in un’azienda del comparto alimentare (cioccolato)

linee di confezionamento prodotto finito Linea formata da 6 postazioni con 6 addetti (1 per postazione per tutto il turno)

FASCIA DIRISCHIO

OCRA ARTO SIN

FASCIA DIRISCHIO

OCRAARTO DX

POSTAZIONE

Verde1.82Rossa media4.73Linea corpi cavi – pulizia

stampo

Verde1,54Gialla3,01Linea corpi cavi –smodellaggio

Rossa lieve3.79Rossa

media7,03Linea corpi cavi –inserimento cialda

Verde0.95Verde0.95Linea corpi cavi – scarico planetarie

Verde0.57Verde0.57Linea corpi cavi – carico planetarie

Verde1.65Gialla2.40Linea corpi cavi – colaggio

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Implementazione di un modello di “job rotation” in un’azienda del comparto alimentare (cioccolato)

linea di produzione a caldo

FASCIA DIRISCHIO

OCRA ARTO SIN

FASCIA DIRISCHIO

OCRAARTO DX

POSTAZIONE

Verde1.82Rossa media4.73Linea corpi cavi – pulizia

stampo 2

Verde1,54Gialla3,01Linea corpi cavi –smodellaggio 2

Rossa lieve3.79Rossa

media7,03Linea corpi cavi –inserimento cialda 1

Verde0.95Verde0.95Linea corpi cavi – scarico planetarie 1

Verde0.57Verde0.57Linea corpi cavi – carico planetarie

Verde1.65Gialla2.40Linea corpi cavi – colaggio 1

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Linea formata da 6 postazioni con 6 addetti (1 per postazione per tutto il turno)

Implementazione di un modello di “job rotation” in un’azienda del comparto alimentare (cioccolato)

linea di produzione a caldo

Calcolando il tempo totale di attività ripetitiva pari a 335’ (6 ore in un turno di 8 ore in cui 2 ore sono impegnate in attività non ripetitive),

proposta di rotazione di ciascun addetto:

IPOTESI 1: su 3 postazioni (3 ore , 1ora ½ e 1 ora ½)

IPOTESI 2: su 2 postazioni (4 ore e 2 ore)

L’indice finale di rischio, calcolato come indice OCRA composto, risulta compreso in fascia verde sia per l’arto dx sia per l’arto sin, a fronte della presenza di 2 postazioni in fascia rossa se occupate per tutto il turno di

lavoro da 1 solo addetto.

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A.S.O. CTO CRF MARIA ADELAIDE DI TORINO

Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Implementazione di un modello di “job rotation” in un’azienda del comparto alimentare (cioccolato)

linea di produzione a caldo

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11

112Linea corpi cavi –pulizia stampo

Verde1,502,26

223Linea corpi cavi –smodellaggio

Area di rischioOCRA sinArea di

rischioOCRA dxT di attivitàripetitivaCompiti lavorativi

Ipotesi 283Inserimento cialda

168Scarico planetarie Verde1,492,24

84Colaggio

Area di rischioOCRA sinArea di

rischioOCRA dxT di attivitàripetitivaCompiti lavorativi

Ipotesi 1Linea Corpi Cavi

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Implementazione di un modello di “job rotation” in un’azienda del comparto alimentare - linea di produzione a caldo

Verde

Verde

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

Implementazione di un modello di “job enlargement” e riorganizzazione del lavoro in un’azienda del comparto plastica

linea di sbavatura

verde0,72rosso medio4,32Sbavatura a caldo e a freddo

FASCIA DIRISCHIO

OCRAARTO SIN

FASCIA DIRISCHIO

OCRAARTO DXPOSTAZIONE

Sbavatura a caldo e a freddo di oggetti in plastica-Borg: 4-azioni per ciclo: 805-Postura: estensione e deviazione ulnare polso; grip stretto

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Prevenzione e correzione del rischio Prevenzione e correzione del rischio –– INTERVENTI ORGANIZZATIVIINTERVENTI ORGANIZZATIVI

verde0,43giallo3,1Sbavatura a caldo e a freddo

FASCIA DIRISCHIO

OCRAARTO SIN

FASCIA DIRISCHIO

OCRAARTO DXPOSTAZIONE

Implementazione di un modello di “job enlargement” e riorganizzazione del lavoro in un’azienda del comparto plastica

linea di sbavatura

Sbavatura a caldo di oggetti in plastica + montaggio e imballo-Borg: 2 per sbavatura – 1 per montaggio e imballo-azioni per ciclo: 705-Postura: estensione e deviazione ulnare polso; grip stretto

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THE PREVENTION OF UPPER EXTREMITYWORK RELATED MUSCULO-SKELETAL DISORDERS

IN THE WORKPLACE.

A CAR SEATS PRODUCTION EXPERIENCE

M. Coggiola1, D. Bosio1, D. Rosselli2

1 Dept. of Occupational and Environmental Health – Hospital CTO, University of Turin - Italy2 Physiokinesitherapist International Federation of Sport Medicine - Turin - Italy

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The aim of this study was to evaluate the efficacy of primary prevention, and in particular occupational health measures, in a group of highly exposed subjects to risk factors for upper limb musculoskeletal disorders.

AIMAIM

METHODSMETHODS

Incidence of symptoms reported by workers in a car-seat production plant was studied in the same subjects from 2001 to 2003. A total of 82 subjects were considered, 17% females and 83% males. In 2001 a risk assessment with the OCRA (Occupational Repetitive Action Risk Index), a risk index (RI) was attributed to each workstation (1: no risk, 2: possible risk, 3: presence of risk) and job-rotations (JR) were introduced at the end of the year. In the same year occupational health measures (exercise/relaxation programmes, use of functional orthesis) and physioterapy with with therapeutic and functional electrical stimulation (FES) together with LF magnetotherapy (LF-MT) were adopted. FES and LF-MT have been used for therapeutic purposes, directed towards lessening impairments,prevention of secondary complications, or halting progression of a disabling condition,according to the following protocol.

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Periodical occupationalmedicine check-ups or visits

requested by workers

ueWMSDs clinical suspect

YESNO 2nd level examination (orthopaedic clinical

examination, ecography, ENG)

YESNO

Clinical suspect confirmation

PhysioterapyFitness for work,

follow-up

Job rotations, exercise/relaxation programmes, use of functional orthesis

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RESULTS & DISCUSSIONRESULTS & DISCUSSION

The total number of symptoms decreased progressively from 61/85 workers (74%) in 2001 to44/85 (52%) in 2002 to 29 out of 82 (36%) in 2003. The higher risk indices progressively faded with the introduction of the job rotations at the end of 2001.

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

2001 2002 2003

Positive Total

OCRA Index

Number ofsubjects

Year

Introduction of job rotationExercise relaxation programmes

Physiotherapy

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CONCLUSIONSCONCLUSIONS

Since 2001, different preventive measures have been adopted in the plant. The totalnumber of symptoms decreased since the first intervention, and proportionally decreased physiochinesis sessions. Results suggest the effective weight of all the interventions and the importance of physiokinesis therapy in the workplace; physiotherapy alone brought toa significant decrease in symptoms in 2002 and 2003. The technical primary prevention demonstrated a short term effect whilst the physiotherapy effect had a longer latencyand is the factor that is still contributing in lowering the symptoms incidence inassociation with the technical measures taken. This study suggest the importance of theintegrated secondary prevention in increasing the effects of primary technical-organizational prevention.