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Euro e Fiscal Compact: perché? Che fare ?
Associazione Giuseppe Mazzini, Bruxelles 13 maggio 2014
Fabio Colasanti
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Una premessa
• Che l’euro sia il capro espiatorio per dei problemi interni italiani che non si vogliono vedere?
• L’economia italiana è in crisi da circa venti anni.
• Il grosso dei problemi italiani è di origine interna e di carattere microeconomico;
• e una parte è dovuta alla perdita di competitività che si è verificata tra il 1999 al 2008.
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Tassi di crescita medi : 1961-1970Crescita del PIL a prezzi costanti; Base
Ameco
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Tassi di crescita medi : 1971-1980Crescita del PIL a prezzi costanti; Base
Ameco
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Tassi di crescita medi : 1981-1990Crescita del PIL a prezzi costanti; Base
Ameco
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Tassi di crescita medi : 1991-2000Crescita del PIL a prezzi costanti; Base
Ameco
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Tasso di crescita annuo medio tra il 1999 ed il 2008Crescita reale; dati base Ameco della Commissione
europea
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Tassi di crescita medi del PIL reale nel periodo 2003-2013 (fonte FMI)
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• Le ragioni economiche per l'unione monetaria.
• Un'unione incompleta: cosa era stato previsto e cosa meno.
• La logica – unicamente politica – dei limiti alle politiche di bilancio e all'azione della banca centrale.
I tre punti della conferenza
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• Cambi difficili da gestire;
• Instabilità (oltre 50 % di svalutazione della lira rispetto al marco nel Sistema monetario europeo);
• Ciclo svalutazione/inflazione/svalutazione;
• Alti tassi di interesse sul debito pubblico;
• Effetti sulla struttura produttiva;
• Politica monetaria dominata dalla Bundesbank:
• Tensioni politiche molto forti.
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1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 19980.6
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DM per 1000 lire durante il Sistema monetario europeo
(medie annue)
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Variazione percentuale della media annua nel tasso di cambio LIT/DM
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Italia: Tasso di inflazione dal 1970 al 2015
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19851986
19871988
19891990
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Tasso di interesse medio sul debito pubblico italianoBase Ameco; 1985-2013 Eurostat/Istat; 2014-2015 pre-
visioni della Commissione europea
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• Quasi tutto era stato discusso e previsto:– Impossibilità di manovrare il tasso di cambio;– Politica monetaria unica;– Vulnerabilità delle finanze pubbliche;– Necessità di affidarsi ad altre politiche (politica di
bilancio, politica dei redditi, supervisione bancaria, ecc.);
– La necessità di riforme strutturali per aumentare la competitività;
– L'eurozona non era una "Zona monetaria ottimale".
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• Non erano state previste:
– La debolezza dei governi nell'esercitare la sorveglianza multilaterale:
– La possibilità che si verificasse una vera e propria crisi delle bilancie dei pagamenti.
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• Per un economista misurare il rischio di una crisi delle finanze pubbliche o di un'accelerazione incontrollata dell'inflazione attraverso uno o due parametri o attraverso la proibizione di uno strumento particolare è un'eresia.
• I "criteri di Maastricht" e la proibizione del finanziamento dei disavanzi pubblici sono una risposta "pragmatica" del mondo politico alle proprie debolezze.
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Altri grafici utilizzati o citatidurante la discussione
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World Bank – Doing Business Report 2012
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1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013-6
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Bilancia dei pagamenti di Germania e Italia (in percentuale del PIL)
IT DE
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1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 20150
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Italia: spesa per investimenti pubblici e per interessi sul debito pubblico, 1990-2015
miliardi di euro; dati base Ameco della Com-missione europea
Investimenti Interessi
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19871988
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Italia: interessi sul debito pubblico 1987-20151985-2013 Eurostat/Istat; 2014-2015 previsioni
della Commissione europea; miliardi di euro
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19851986
19871988
19891990
19911992
19931994
19951996
19971998
19992000
20012002
20032004
20052006
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20112012
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Italia: interessi sul debito pubblico della Pubblica amministrazioneBase Ameco: 1985-2013 Eurostat/Istat; 2014-2015 previsioni UE;
in percentuale del PIL
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1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 201480.0
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Italia: costi unitari del lavoro rispetto ai principali partner commerciali
1998=100; dati base Ameco della Commissione europea;
(Un aumento dell’indice indica una perdita di competività)
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2009Q1
2009Q2
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2010Q1
2010Q2
2010Q3
2010Q4
2011Q1
2011Q2
2011Q3
2011Q4
2012Q1
2012Q2
2012Q3
2012Q4
2013Q190.0
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110.0
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Italia : tasso di cambio effettivo trimestrale 2005-2013 (rispetto a 30 partner commerciali)
Costi unitari del lavoro; media mobile tre ele-menti; 2005-Q1=100; dati: Bruegel
(un aumento dell’indice indica una perdita di competitività)
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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
-4.00
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-2.00
-1.00
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1.00
2.00
3.00
4.00
Italia: saldo commerciale (linea rossa) e saldo della bilancia dei pagamenti (linea blu)
in percentuale del PIL; fonte: Commissione europea (base Ameco)
(Il miglioramento degli ultimi anni è purtroppo dovuto soprattutto al calo delle importazioni
provocato