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www.slidetube.it Pagina 1 Farmaci Ipolipemizzanti Aspetti Generali I farmaci ipolipemizzanti si indirizzano al problema dell'elevazione dei lipidi sierici (sia nelle iperlipidemie primarie che secondarie) con strategie complementari; alcuni di questi farmaci riducono la produzione dei trasportatori lipoproteici del colesterolo e del triacilglicerolo, mentre altri fanno aumentare la degradazione delle lipoproteine. Altri ancora fanno direttamente aumentare la rimozione del colesterolo dall'organismo .Questi farmaci possono essere usati singolarmente o in combinazione, ma sono sempre accompagnati dall'esigenza che l'apporto di lipidi con la dieta sia significativamente basso, soprattutto quello del colesterolo e di grassi saturi, e che il contenuto calorico della dieta sia strettamente controllato. FIBRATI Indicazioni terapeutiche I Fibrati vengono generalmente utilizzati nel trattamento delle dislipidemie caratterizzate da elevati livelli di trigliceridi, data la capacità di determinare un sensibile calo delle concentrazioni plasmatiche di queste sostanze. I fibrati si sono dimostrati parzialmente capaci, di ridurre anche i livelli sierici di colesterolo LDL,pertanto possono essere utilizzati nel trattamento dell' ipercolesterolemia primaria (ossia quella di origine prevalentemente alimentare) in terapia combinata con le statine.

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Farmaci Ipolipemizzanti

Aspetti Generali I farmaci ipolipemizzanti si indirizzano al problema dell'elevazione dei lipidi sierici

(sia nelle iperlipidemie primarie che secondarie) con strategie complementari; alcuni

di questi farmaci riducono la produzione dei trasportatori lipoproteici del colesterolo

e del triacilglicerolo, mentre altri fanno aumentare la degradazione delle

lipoproteine. Altri ancora fanno direttamente aumentare la rimozione del colesterolo

dall'organismo .Questi farmaci possono essere usati singolarmente o in

combinazione, ma sono sempre accompagnati dall'esigenza che l'apporto di lipidi

con la dieta sia significativamente basso, soprattutto quello del colesterolo e di

grassi saturi, e che il contenuto calorico della dieta sia strettamente controllato.

FIBRATI Indicazioni terapeutiche I Fibrati vengono generalmente utilizzati nel trattamento delle dislipidemie

caratterizzate da elevati livelli di trigliceridi, data la capacità di determinare un

sensibile calo delle concentrazioni plasmatiche di queste sostanze.

I fibrati si sono dimostrati parzialmente capaci, di ridurre anche i livelli sierici di

colesterolo LDL,pertanto possono essere utilizzati nel trattamento dell'

ipercolesterolemia primaria (ossia quella di origine prevalentemente alimentare) in

terapia combinata con le statine.

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Come agiscono I fibrati, sono una classe di molecole, caratterizzate da un origine strutturale

comune, l'acido fibrico. Vengono assunte generalmente per via orale, assorbite al

livello del tratto intestinale e veicolate dalle proteine plasmatiche in circolo. L'azione

terapeutica dei fibrati si concretizza nella:

• regolazione della colesterolemia, promuovendo un sensibile aumento del colesterolo

associato alle HDL e una riduzione di quello contenuto nelle LDL,

• riduzione significativa dei livelli di trigliceridi in circolo (effetto principale).

Queste proprietà, fanno dei fibrati, una categoria farmaceutica particolarmente

efficace nel controllare e prevenire eventi cardiovascolari e ischemici.

Le precauzioni I fibrati, sono farmaci, la cui assunzione è strettamente subordinata alla prescrizione

medica. L'utilizzo del sussidio farmacologico nel trattamento delle dislipidemie

dovrebbe rappresentare una scelta obbligata solo in caso di insuccesso terapeutico di

metodiche non farmacologiche,come una dieta ipolipidica adeguata e un attività

fisica mirata, o in caso di importanti fattori di rischio associati.

Il miglioramento dello stile di vita, tuttavia, rappresenta il primo OBIETTIVO

terapeutico da perseguire, affinché il trattamento farmacologico possa poi produrre

gli effetti sperati. Vista la presenza di un primo metabolismo epatico, e la successiva

escrezione renale,l'assunzione di fibrati dovrebbe realizzarsi con particolare cura in

pazienti con ridotta funzionalità epatica e renale, o propendere per la sospensione

della terapia in caso di manifesta insufficienza di organo.

L'inibizione dell'enzima HMG-CoA reduttasi, indotta dai fibrati, dovrebbe, in

maniera analoga a quanto visto per le statine, spingere il medico ad accertarsi

dell'eventuale presenza di patologie muscolari in corso e pregresse o della

predisposizione a svilupparle. In questo caso l'assunzione di fibrati, potrebbe essere

associata a rabdomiolisi, con conseguenze clinicamente importanti

per la salute del paziente. Molti dei farmaci a base di fibrati, contengono tra gli

eccipienti lattosio, che potrebbe essere responsabile di reazioni avverse al livello

gastro-intestinale, in pazienti con deficit di lattasi o affetti da intolleranza al

lattosio/galattosio.I fibrati non dovrebbero essere assolutamente assunte durante il

periodo di gravidanza e allattamento, in quanto il colesterolo rappresenta una

molecola chiave nel corretto sviluppo embrionale e fetale, e la sua assenza potrebbe

avere anche ripercussioni fatali sulla salute del feto.

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I possibili effetti collaterali Gli effetti collaterali descritti in seguito all'assunzione di fibrati, interessano

prevalentemente il distretto gastro-intestinale con diarrea, crampi addominali,

vomito e nausea. In seguito alla concomitante somministrazione di anticoagulanti

orali, si potrebbe osservare un aumento del tempo di sanguinamento, dovuto alla

capacità dei fibrati di potenziare gli effetti anticoagulanti del farmaco.

Più raramente si sono descritti casi di leucocitopenia, crampi, mialgia, affezioni

respiratorie e aumento dei livelli di transaminasi. In questi casi si dovrebbe

provvedere alla rapida sospensione della terapia, che garantirebbe un

recupero delle funzionalità minate.

Le varie attività dei fibrati Vista la capacità dei fibrati, di modulare l'attivazione di alcuni recettori importanti

quali i PPAR,coinvolti nella regolazione di numerose reazioni biologiche, diversi

ricercatori in tutto il mondo stanno cercando di caratterizzare l'azione molecolare di

questi farmaci, confidando in possibili altri usi "collaterali".Recente evidenze

sperimentali hanno infatti ribadito l'utilità dei fibrati nel contrastare l'attività

infiammatoria spinta, nel sostenere le capacità antiossidanti dell'organismo,

nell'abbassare la pressione arteriosa, favorendo il rilasciamento delle cellule

muscolari lisce vascolari e nel ridurre alcuni fattori plasmatici associati allo

sviluppo di patologie cardiovascolari.

Principi attivi e nomi commerciali • gemfibrozil: FIBROCIT, GEMLIPID, GENLIP, LIPOZID, LOPID.

• fenofibrato: FULCRO, LIPOCLAR, LIPOFENE, LIPSIN, NOLIPAX,

SCLERIL,TILENE, COLUTINE.

• bezafibrato: BEZALIP, HADIEL

Inibitori delle HMG-CoA Reduttasi (Statine) Indicazioni terapeutiche Gli inibitori delle HMG-CoA reduttasi, in commercio noti con il nome di statine,

vengono utilizzateper il trattamento di :

• ipercolesterolemia primaria;

• dislipidemia mista;

• ipercolesterolemia familiare forma eterozigote ed omozigote.

In tutti i suddetti casi, l'assunzione delle statine, deve avvenire successivamente o in

concomitanza di un adeguata dieta per l'ipercolesterolemia e di un miglioramento

generale della qualità di vita del paziente (attività fisica regolare, abolizione di alcol

e fumo).Si tratta di supporti farmacologici, pertanto l'assunzione deve avvenire sotto

stretto controllo medico e in presenza delle corrette indicazioni.

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Come agiscono Il compito di queste molecole è quello di inibire la sintesi endogena del colesterolo,

che come è noto, rappresenta la componente principale del colesterolo ematico e

associato all'aumentato rischio di sviluppo delle patologie cardiovascolari.

Più precisamente, intervengono nella prima tappa metabolica (reazione chiave per il

controllo della sintesi di colesterolo), impedendo la sintesi del mevalonato a partire

dall'acetil CoA,attraverso l'inibizione dell'enzima HMG-CoA reduttasi (3 idrossi - 3

metilglutaril CoA reduttasi).Tuttavia oltre a quest'azione, che rappresenta

sicuramente quella con maggior riscontro dal punto di vista clinico, le statine sono in

grado anche di :

• ridurre i livelli di colesterolo LDL aumentando l'espressione al livello epatico dei

recettori per LDL, con conseguente ottimizzazione dell'uptake di queste lipoproteine

e riduzione delleconcentrazioni ematiche;

• ridurre la sintesi epatica delle lipoproteine VLDL, che in seguito a

rimaneggiamento origineranno proprio le LDL.

Dal punto di vista macroscopico, tutte queste azioni biologiche si traducono

essenzialmente nella diminuzione dei livelli di colesterolo LDL, accompagnata anche

da un modesto calo della trigliceridemia, con riduzione del rischio di formazione di

placche aterosclerotiche e conseguenti patologie cardiovascolari.

Le precauzioni Ribadendo che la somministrazione di questi farmaci, dovrebbe avvenire sotto stretto

controllo medico, l'assunzione di statine dovrebbe essere preceduta da un attenta

valutazione clinica del paziente atta a stabilire l'assenza di patologie epatiche,

muscolari e renali in atto o pregresse e della predisposizione allo sviluppo delle

stesse. Le statine non dovrebbero essere assolutamente assunte durante il periodo di

gravidanza e allattamento, in quanto il colesterolo rappresenta una molecola chiave

nel corretto sviluppo embrionale e fetale, e la sua assenza potrebbe avere anche

ripercussioni fatali sulla salute del feto.

I possibili effetti collaterali La terapia con statine non è scevra da effetti collaterali alcuni dei quali clinicamente

significativi. A prescindere dalla sintomatologia generale (nausea, stipsi, vomito,

diarrea, dolori addominali,vertigini ) che spesso è associata all'inizio di una terapia

farmacologica, l'assunzione di questi farmaci si associa all'insorgenza di dolori

muscolari, mialgia intensa e rabdomiolisi con perdita della funzionalità cellulare

muscolare.

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Statine e coenzima Q10 L'assunzione di statine, soprattutto quando prolungata nel tempo, si accompagna alla

riduzione della sintesi di coenzima Q10, in quanto usufruisce della stessa via

metabolica del colesterolo, per la sintesi della sua catena isoprenilica.

La riduzione di questa molecola, nota per le importantissime proprietà antiossidanti

oltre che energetiche (si ricorda il ruolo di trasportatore nella catena mitocondriale),

sembra poter essere associata all'insorgenza degli effetti collaterali al livello

muscolare. Diversi gruppi di ricerca sono all'opera per caratterizzare questo

possibile meccanismo patogenetico.

Principi attivi e farmaci in commercio • Rosuvastatina (CRESTOR, PROVISACOR, SIMESTAT)

• Simvastatina (ZOCOR, LIPONORM, MEDIPO, SINVACOR, SIVASTIN)

• Fluvastatina (LESCOL, REXTAT, TAVACOR)

• Pravastatina (SELECTIN, APLACTIN, PRASTEROL, PRAVASELECT, SANAPRAV)

• Lovastatina (LOVINACOR, REXTAT, TAVACOR)

• Atorvastatina (TORVAST, TOTALIP)

Inibitori dell'assorbimento intestinale di Colesterolo Indicazioni terapeutiche Gli inibitori dell'assorbimento intestinale di colesterolo, vengono solitamente

utilizzati in terapia combinata con le statine, per il trattamento dell'ipercolesterolemia

primaria e familiare sia in forma eterozigote che omozigote che per le varie forme di

dislipidemia. Si ricordi che il trattamento farmacologico dovrebbe sempre essere

preceduto ed accompagnato da una dieta adeguata possibilmente ipolipidica che

sostengono efficacemente la terapia.

Come agiscono

Il capostipite della famiglia degli inibitori dell'assorbimento intestinale di

colesterolo, è un nuovo principio attivo messo in commercio pochi anni fa e noto con

il nome di EZETEMIBE, che somministrato per via orale, solitamente attraverso

compresse, viene rapidamente assorbito al livello intestinale. Questo principio attivo

una volta assorbito dall'enterocita e immesso in circolo, va in contro prima ad un

metabolismo epatico, che lo trasforma nella forma biologicamente attiva ezetemibe-

glucoronide, e poi ad un ricircolo entero-epatico, che lo riporta attraverso la bile al

livello duodenale. In sintesi, affinché il principio attivo possa espletare la sua azione

terapeutica deve essere prima assorbito, poi trasformato dal fegato e

successivamente riportato al livello intestinale, dove potrà inibire il trasportatore per

il colesterolo situato sull'orletto a spazzola della mucosa intestinale.

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Le precauzioni Visto l'importante metabolismo epatico a cui va incontro questo farmaco, sarebbe

opportuno controllare lo stato di salute di quest'organo prima di iniziare la terapia

con ezetemibe, monitorandone la funzionalità periodicamente a terapia in atto.

Particolare attenzione dovrebbe prestarsi anche in caso di patologie, delle vie biliari

e renali. Inoltre, vista l'associazione terapeutica che solitamente consiste

nell'associare un inibitore dell'assorbimento intestinale di colesterolo ad una statina,

sarebbe opportuno anche accertarsi dello stato di salute del tessuto muscolare

scheletrico e dell'eventuale predisposizione allo sviluppo di patologie correlate, al

fine di evitare la possibile insorgenza di rabdomiolisi.Nella formulazione in

compresse solitamente è presente tra gli eccipienti il lattosio, che potrebbe essere

responsabile dell'insorgenza di sintomi gastro-intestinali in pazienti intolleranti al

glucosio-galattosio o affetti da deficit enzimatico di lattasi.

Come tutti gli altri farmaci attivi sul metabolismo del colesterolo, anche per gli

inibitori dell'assorbimento intestinale di colesterolo, è controindicata l'assunzione

durante la gravidanza ed il successivo periodo di allattamento.

I possibili effetti collaterali Gli inibitori dell'assorbimento intestinale di colesterolo, come l'ezetemibe, sembrano

essere ben tollerati soprattutto rispetto a farmaci della stessa categoria. Le reazioni

avverse infatti, tendono a manifestarsi con un incidenza decisamente superiore,

quando questi principi attivi vengono assunti in concomitanza alle statine, con la

comparsa di nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, stanchezza persistente e

astenia. Più rari, ma clinicamente significativi tanto da richiedere l'immediata

sospensione della terapia farmacologica, sono i stati i casi di mialgia o di aumento

delle transaminasi in circolo.

Razionale

Nonostante il colesterolo alimentare incida solo in piccola parte sul bilancio totale

del colesterolo, la possibilità di modulare l'assorbimento di questa sostanza, ha

garantito agli inibitori dell'assorbimento, di trovare un piccolo spazio nel

trattamento dell'ipercolesterolemia, dimostrandosi capace di ridurre i livelli di

questo lipide anche del 20%.Tuttavia diversi studi e la pratica clinica, suggeriscono

l'importanza di associare a questa terapia anche le statine, al fine di rendere più

efficace la prevenzione cardiovascolare, vista l'incapacità dell'ezetemibe e derivati di

incidere sul colesterolo HDL proteggere il paziente dall'aterosclerosi e dalle patologie

associate.

Principi attivi e farmaci in commercio

Ezetemibe(ZETIA)

Ezetemibe + Statine(GOLTOR,VYTORIN,INEGY)

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PRINCIPI ATTIVI

BEZALIP - Bezafibrato

BEZALIP è un farmaco a base di Bezafibrato

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Fibrati

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI BEZALIP - BEZAFIBRATO L'azione ipolipemizzante di BEZALIP è utilizzata nel trattamento di quelle forme

di dislipidemia e di ipercolesterolemia in cui la componente trigliceridica

rappresenta il maggior problema terapeutico .BEZALIP dovrebbe essere utilizzato

solamente in caso di insuccesso di una terapia ipolipidemizzante non farmacologica,

protratta per almeno 3 mesi. Una dieta ipolipidica ed uno stile di vita sano

dovrebbero in ogni caso essere perseguiti anche durante la terapia farmacologica.

MECCANISMO D'AZIONE BEZALIP - BEZAFIBRATO BEZALIP fornisce bezafibrato a rilascio prolungato, che assorbito a livello gastro-

intestinale raggiunge la massima concentrazione plasmatica dopo circa 3-4 ore,

esibendo una biodisponibilità pari al 70% della dose totale assunta.

L'azione terapeutica sembra espletarsi prevalentemente a livello epatico, dove questo

principio attivo è in grado di attivare il recettore PPAR alfa, e promuovere una serie

di eventi intracellulari che si concretizzano a livello sistemico nella:

1. riduzione delle concentrazioni di colesterolo LDL, grazie all'inibizione dell'enzima

HMG-CoA reduttasi e all'aumentata espressione della lipoprotein lipasi.

2. Aumento delle concentrazioni ematiche di colesterolo HDL, grazie all'aumentata

produzione di Apo AI e AII.

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3. Riduzione dei trigliceridi, grazie all'aumento dei processi ossidativi ed alla

riduzione della produzione di VLDL. A questi effetti ipolipemizzanti, già protettivi nei

confronti delle patologie cardiovascolari, si aggiunge anche un'azione anti

trombogenica, esercitata attraverso la riduzione dei livelli plasmatici di fibrina ed

inibizione dell'aggregazione piastrinica. Dopo una persistenza nell'organismo di

circa 2-4 ore, il bezafibrato viene in parte metabolizzato a livello epatico tramite

glucuronazione, e conseguentemente eliminato prevalentemente per via renale.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

L'EFFICACIA DELLA TERAPIA COMBINATA Atherosclerosis. 2000 Jun;150(2):429-36. Efficacy and safety of a combination of

fluvastatin and bezafibrate in patients with mixed hyperlipidaemia (FACTstudy).

Pauciullo P, Borgnino C, Paoletti R, Mariani M, Mancini M.Studio tutto italiano

condotto dai ricercatori della Federico II di Napoli, che mostra come la

concomitante somministrazione di bezafibrato (400mg) e fluvastatina (40mg) abbia

garantito una serie di effetti ipolipemizzanti decisamente più significativi rispetto alla

monoterapia, con riduzione dei trigliceridi del 38%, del colesterolo LDL del 24%, e

con un aumento delcolesterolo HDL del 22%. Nonostante la terapia combinata,

l'incidenza degli effetti collaterali è stata simile al gruppo trattato con monoterapia,

senza alcun caso di epatopatie o miopatie.

BEZAFIBRATO E ATEROSCLEROSI

Atherosclerosis. 2008 Jan;196(1):425-33. Epub 2007 Jan 2.Effect of bezafibrate

therapy on atherosclerotic aortic plaques detected by MRI in dyslipidemic patients

with hypertriglyceridemia. Ayaori M, Momiyama Y, Fayad ZA, Yonemura A, Ohmori

R, Kihara T, Tanaka N, Nakaya K,Ogura M, Sawada S,Taniguchi H, Kusuhara M,

Nagata M, Nakamura H, Ohsuzu F. La somministrazione di bezafibrato in pazienti

affetti da ipertgliceridemia ed evidenti placche aterosclerotiche, ha garantito una

regressione di varia entità delle suddette placche a livello addominale e toracico.

L'azione terapeutica potrebbe essere determinata sia dagli effetti ipolipemizzanti che

probabilmente dal ruolo antiaggregante piastrinico e anti fibrinogenico del

bezafibrato.

EFFETTO IPOGLICEMIZZANTE DEL BEZAFIBRATO

Metabolism. 2000 Mar;49(3):331-4.Bezafibrate reduces blood glucose in type 2

diabetes mellitus.Ogawa S, Takeuchi K, Sugimura K, Fukuda M, Lee R, Ito S, Sato T.

In ben 1342 pazienti, affetti da diabete mellito di tipo II e relativa dislipidemia, 8

settimane di terapia con bezafibrato hanno garantito un aumento del colesterolo

HDL del 20%, una riduzionedei trigliceridi plasmatici del 50%, del colesterolo totale

del 12% e della glicemia a digiuno da 151 a 128 mg/dL. Questi dati evidenziano

quindi il ruolo ipoglicemizzante del bezafibrato,probabilmente esercitato grazie ad

un aumento della sensibilità all'insulina.

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MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA

BEZALIP compresse rivestite da 400 mg di bezafibrato a rilascio prolungato: si

consiglia l'assunzione di una compressa al giorno durante i pasti.

AVVERTENZE BEZALIP - BEZAFIBRATO La prescrizione farmacologica di BEZALIP dovrebbe avvenire solo dopo un periodo,

almeno trimestrale, di dieta ipolipidica e sano stile di vita, caratterizzato dal ridotto

consumo di alcolici e da attività fisica programmata. In caso di necessità terapeutica,

prima e durante il trattamento con bezafibrato, sarebbe opportuno monitorare i

livelli plasmatici di creatinchinasi e transaminasi, al fine di ridurre al minimo

l'incidenza di miopatie ed epatopatie. La somministrazione del farmaco dovrebbe

essere evitata, o sospesa, in caso di aumento delle concentrazioni di enzimi epatici, in

caso di aumento dei valori di creatinchinasi, nonché in presenza di dolori muscolari,

stanchezza ed affaticamento persistente. L'assunzione del farmaco dovrebbe essere

sospesa anche in caso di compromissione della funzionalità renale.BEZALIP , tra i

suoi eccipienti, contiene lattosio; pertanto la sua assunzione potrebbe essere seguita

da problemi gastro-intestinali in pazienti affetti da malassorbimento

glucosio/galattosio e da deficit di lattasi. BEZALIP non sembra interferire con le

capacità d'uso di macchinari e di guida di autoveicoli,seppur tra gli effetti collaterali

descritti, soprattutto nelle prime fasi di terapia, vi siano vertigini e capogiri.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

BEZALIP è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento, data l'assenza di

studi in letteratura che caratterizzino l'attività del bezafibrato sulla salute del feto e

del neonato allattato al seno.

INTERAZIONI Come descritto per gli altri fibrati, anche il bezafibrato può interagire con

anticoagulanti orali e determinare l'insorgenza di emorragie, anche gravi; pertanto,

sarebbe opportuno monitorare i tempi di protrombina.Un potenziamento delle

capacità ipoglicemizzanti delle sulfaniluree e dell'insulina stessa si è osservata in

seguito alla concomitante assunzione di BEZALIP ; l'interazione farmacologica

potrebbe quindi determinare, in questi casi, l'insorgenza di crisi ipoglicemiche.

L'aumento dell'azione ipolipemizzante osservata in seguito a terapia combinata con

statinepuò essere utilizzata a scopi terapeutici, ma potrebbe determinare un aumento

significativo del rischio di miopatie.Inoltre, sarebbe opportuno evitare la

concomitante assunzione di farmaci o composti di varia natura in grado di

compromettere la funzionalità epatica e renale.

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CONTROINDICAZIONI BEZALIP - BEZAFIBRATO BEZALIP è controindicato in caso di ipersensibilità verso uno dei suoi composti, in

caso di affezioni epatiche e colicistiche, in caso di insufficienza renale e in caso di

concomitante somministrazione di statine in pazienti affetti da miopatie, o con

predisposizione allo sviluppo di patologie muscolo-scheletriche.

EFFETTI INDESIDERATI BEZALIP sembra essere ben tollerato, determinando effetti collaterali clinicamente

poco rilevanti e transitori, tanto da non richiedere generalmente la sospensione della

terapia. Le reazioni avverse più comuni interessano generalmente l'apparato gastro-

intestinale, con riduzione dell'appetito e nausea, e quello nervoso con vertigini e

cefalea. Decisamente più rari, ma clinicamente più rilevanti, sono stati i casi di

epatomegalia, miopatie e aumento degli enzimi sierici (creatinchinasi, fosfatasi

alcalina, creatinina, transaminasi), per iquali è stato necessario sospendere la

terapia

LOPID - Gemfibrozil

LOPID è un farmaco a base di Gemfibrozil

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Fibrati

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI LOPID - GEMFIBROZIL LOPID , riducendo il tasso ematico di trigliceridi e normalizzando quello di

colesterolo, è indicato nel trattamento terapeutico delle dislipidemie in cui

l'approccio non farmacologico (dieta ipolipidica ed attività fisica) non ha garantito

risultati soddisfacenti. LOPID può essere utilizzato nel trattamento

dell'ipercolesterolemia come terapia sostitutiva o aggiuntiva alle statine.

MECCANISMO D'AZIONE LOPID - GEMFIBROZIL Il principio attivo di LOPID , gemfibrozil, è un derivato dell'acido fibrico

Assunto per via orale,gemfibrozil viene assorbito totalmente a livello del tratto

gastro-intestinale, e distribuito attraverso il sangue legato a proteine plasmatiche.

Nonostante il meccanismo d'azione non sia ancora stato definitivamente chiarito, è

possibile che l'attività terapeutica di questo principio attivo sia legata all'attivazione

del recettore PPAR, prevalentemente a livello epatico, con conseguente:

1. Riduzione dei livelli ematici di trigliceridi;

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2. Riduzione dei livelli ematici di colesterolo VLDL, quindi LDL;

3. Aumento dei livelli ematici di colesterolo HDL.

Le potenzialità terapeutiche di normalizzatore lipidico, giocano un importante ruolo

preventivo per lo sviluppo di aterosclerosi e patologie cardio-vascolari associate.

Terminata la sua azione, il gemfibrozil viene metabolizzato a livello epatico

attraverso reazioni di carbossilazione ed ossidrilazione, ed eliminato

prevalentemente attraverso le urine.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA AZIONE ANTIPERTENSIVA DEL GEMFIBROZIL

J Smooth Muscle Res. 2010;46(3):125-42.Evidence of direct smooth muscle relaxant

effects of the fibrate gemfibrozil.Phelps LE, Peuler JD.

Oltre agli effetti ipolipemizzanti del gemfibrozil, recenti studi hanno evidenziato

anche un effettodiminutivo sui valori di pressione arteriosa. Indagini in vitro ed in

vivo hanno permesso di comprendere la base biologica di questo effetto. Sembra

infatti che il gemfibrozil possa agire selettivamente sulla muscolatura liscia

facilitandone il rilassamento, il che si traduce in un importante effetto non solo sui

livelli pressori ma anche sulla motilità gastro-intestinale. Queste ricerche possono

quindi giustificare la maggior incidenza di effetti collaterali a livello del tratto

gastro-intestinale.

GEMFIBROZIL : NON SOLO IPOLIPEMIZZANTE

Immunopharmacol Immunotoxicol. 2009;31(3):339-51.Gemfibrozil, stretching arms

beyond lipid lowering.Roy A, Pahan K.Sono ormai note le proprietà terapeutiche

ipolipemizzanti del gemfibrozil, ma sempre più studi sono orientati al chiarimento

delle complesse caratteristiche farmacodinamiche di questa molecola. Nuove

evidenze, infatti, suggeriscono anche un ruolo regolatore nell'infiammazione,

nell'attivazione dei linfociti T, nel contatto cellula-cellula e nei processi di stress

ossidativo.

PRAVASTATINA vs GEMFIBROZIL

Arch Intern Med. 1991 Jan;151(1):146-52.Pravastatin vs gemfibrozil in the treatment

of primary hypercholesterolemia. The Italian Multicenter Pravastatin

Study I.Crepaldi G, Baggio G, Arca M, Avellone G, Avogaro P, Bittolo Bon G,

Bompiani GD, Capurso A. Studio tutto italiano che mostra la diversa efficacia

terapeutica di statine e fibrati. In particolare,sono stati studiati - in un esperimento a

doppio cieco - gli effetti di dosi terapeutiche di pravastatina e gemfibrozil, con i

seguenti risultati. La pravastatina è stata più efficace nel ridurre i livelli di

colesterolo LDL rispetto al gemfibrozil(30% rispetto al 23%), mentre il gemfibrozil è

risultato più efficace della pravastatina nel ridurre livelli di trigliceridi (37% rispetto

al 5%) e nell'incrementare i livelli di colesterolo HDL (13 %rispetto al 5%).

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MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA LOPID compresse rivestite da 600/900 mg di gemfibrozil si consigliano due

compresse al giorno da 600mg, assunte almeno 30 minuti prima dei pasti.

Il dosaggio può essere corretto a seconda dei casi e normalizzato sui 900mg/die in

caso di buon controllo lipidico. Sia prima che durante l'intervento terapeutico, è

necessario seguire un regime dietetico ipolipidico e sane abitudini di vita.

AVVERTENZE LOPID - GEMFIBROZIL Il trattamento farmacologico con LOPID dovrebbe essere considerato solo dopo

aver seguito,per almeno un trimestre, sane abitudini di vita ed alimentari. Dieta

ipolipidica, attività fisica controllata e riduzione del consumo di alcol, rappresentano

le prime precauzioni da osservare in presenza di dislipidemie. Qualora questi

accorgimenti, perseguiti per almeno 3 mesi, non garantiscano risultati

soddisfacenti, è indicata l'associazione ad una terapia farmacologica con

gemfibrozil. In tal caso,data l'attività inibitrice sull'enzima HMG-CoA reduttasi, e la

possibilità di sviluppare epatopatie e miopatie, sarebbe opportuno - prima e durante

tutto il trattamento - monitorare alcuni parametri di laboratorio (transaminasi e

creatinkinasi), indicativi dello stato di salute del fegato e dei muscoli. La terapia

dovrebbe essere sospesa, o mai iniziata, in caso di concentrazioni plasmatiche

di transaminasi 3 volte superiori rispetto al range di normalità, di aumento del

livello di creatinkinasi accompagnato a dolore muscolare, mialgia, stanchezza ed

affaticamento persistente,in caso di ulcera peptica, di colelitiasi e di ridotta

funzionalità renale. Seppur non siano descritti in letteratura casi in cui il gemfibrozil

abbia ridotto le capacità cognitive del paziente, la presenza di vertigini e capogiri,

avvertiti frequentemente nella fase iniziale del trattamento, potrebbe alterare le

normali capacità di guida di autoveicoli e di utilizzo di macchinari.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

L'assenza di studi riguardanti la sicurezza del gemfibrozil assunto in gravidanza e

l'importanza dei lipidi nel corretto sviluppo embrionale, fetale e neonatale,

suggeriscono di evitare l'assunzione di questo farmaco durante l'intero periodo di

gravidanza ed allattamento.

INTERAZIONI Gemfibrozil, quando assunto in concomitanza ad anticoagulanti orali, potrebbe

determinare un aumento dell'efficacia biologica di questi farmaci, con eventuali

complicanze emorragiche. In questo caso sarebbe opportuno monitorare

costantemente il tempo di protrombina ed adeguare il dosaggio di anticoagulante.

L'attività ipolipemizzante del LOPID potrebbe invece essere potenziata dalla

concomitante somministrazione di altri farmaci, come le statine (inibitori dell'HMG-

CoA reduttasi), per i quali -oltre ad un'aumentata efficacia dovuta alla sinergia - si è

descritto anche un aumento degli effetti collaterali.

Particolarmente dannosa, con gravi eventi di miopatia, miosite e rabdomiolisi. è

risultata l'associazione tra gemfibrozil e cerivastatina. Il gemfibrozil sembra inoltre

aumentare l'effetto ipoglicemizzante della repaglinide, con possibili cali glicemici,

anche gravi.

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CONTROINDICAZIONI LOPID - GEMFIBROZIL LOPID è controindicato in caso di grave insufficienza epatica e renale, ed in caso di

colelitiasi o di ipersensibilità ad uno dei suoi componenti.

LOPID non dovrebbe essere assunto in concomitanza con cerivastatina o

repaglinide.

EFFETTI INDESIDERATI Gli effetti collaterali più comuni, descritti in seguito alla terapia con LOPID , sono

stati tutti transitori e clinicamente poco significativi. Tra le reazioni più comuni si

sono avuti disturbi gastro-intestinali, dispepsia, dolori addominali, nausea, diarrea,

vertigini ed affaticamento. Altre reazioni, anche più gravi, si sono registrate solo in

pochi casi ed in particolari categorie di pazienti a rischio, con interessamento

dell'apparato muscolo scheletrico, visivo ed epatico.

LOVINACOR - Lovastatina

LOVINACOR è un farmaco a base di lovastatina

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Inibitori della HMG-CoA reduttasi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI LOVINACOR - LOVASTATINA LOVINACOR è indicato nel trattamento dell'ipercolesterolemia primitiva,

dell'ipercolesterolemia familiare eterozigote e della dislipidemia mista, in caso di

insuccesso della terapia dietetica e di altre misure ipolipemizzanti non

farmacologiche. La somministrazione di LOVINACOR può essere consigliata anche

in caso di elevato rischio cardiovascolare con ipercolesterolemia non corretta dalla

dieta.

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MECCANISMO D'AZIONE LOVINACOR - LOVASTATINA La lovastatina contenuta in LOVINACOR si trova sotto forma di lattone inattivo,

quindi biologicamente non funzionante. Assunto per via orale ed assorbito nel tratto

gastro-intestinale, il farmaco si concentra prevalentemente a livello epatico, dove

viene idrolizzato nella sua forma attiva di idrossi-acido (efficace nell'inibire l'enzima

epatico HMG-CoA reduttasi). L'azione inibitrice su questo enzima si concretizza

nella riduzione della sintesi di mevalonato, precursore fondamentale del colesterolo.

La ridotta sintesi di colesterolo e delle lipoproteine associate agisce come stimolo

positivo per l'espressione di recettori epatici per le LDL, garantendo un uptake più

intenso di colesterolo,quindi anche un calo significativo dei livelli plasmatici di

questa lipoproteina. L'azione terapeutica del LOVINACOR permette quindi -

controllando i valori plasmatici del colesterolo LDL e dei trigliceridi - di ridurre

l'incidenza di eventi cardiovascolari. Dopo circa 24 ore dalla sua assunzione, la

lovastatina viene eliminata prevalentemente per via epatica.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA 1 . L'EFFICACIA DI LOVASTATINA SU DONNE CON IPERCOLESTEROLEMIA

Ann Intern Med. 1993 Jun 1;118(11):850-5.Efficacy and tolerability of lovastatin in

3390 women with moderate hypercholesterolemia.Bradford RH, Downton M,

Chremos AN, Langendörfer A, Stinnett S, Nash DT, Mantell G, Shear CL.Questo

studio condotto su circa 3390 donne affette da ipercolesterolemia primaria lieve, ha

dimostrato come la somministrazione di 20 o 40 mg di lovastatina al giorno possa

promuovere un calo del colesterolo LDL dal 24 al 40%, dei trigliceridi dal 9 al 18%,

ed un incremento del colesterolo HDL dal 7 al 9%.

2. LA LOVASTATINA NELLA PREVENZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Am J Cardiol. 2001 May 1;87(9):1074-9.Air Force/Texas Coronary Atherosclerosis

Prevention Study (AFCAPS/TEXCAPS): additional perspectives on tolerability of

long-term treatment with lovastatin.Downs JR, Clearfield M, Tyroler HA, Whitney EJ,

Kruyer W, Langendorfer A, Zagrebelsky V,Weis S, Shapiro DR, Beere PA, Gotto

AM.Studio importantissimo che mostra l'efficacia del trattamento con lovastatina

nella prevenzione

delle patologie cardiovascolari. Più precisamente, sia la dose di 20 mg che quella da

40 mg hanno garantito una riduzione dell'incidenza di patologie cardiache e

coronariche, delle patologie neoplastiche e della mortalità totale, a fronte di effetti

collaterali clinicamente poco rilevanti.

3. STATINE E CANCRO

Beijing Da Xue Bao. 2010 Aug 18;42(4):391-5.Effects of clinically effective dose of

lovastatin on prostate cancer PC3 cells Yang L, Wang Y, Lv TJ, Zhou LQ, Jin J.

Lo studio delle potenzialità antitumorali delle statine è ancora aperto, e in letteratura

sono numerosi e contrastanti i risultati a riguardo. Uno dei limiti più importanti è il

contrasto nei riscontri durante il passaggio da colture cellulari, e modelli animali,

alla pratica clinica sull'uomo. Per esempio, questo studio mostra la capacità della

lovastatina - alle dosi terapeutiche utilizzate nella pratica clinica - di inibire la

crescita di cellule tumorali prostatiche in vitro.

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MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA LOVINACOR compresse da 10/20/40 mg di lovastatina: l'assunzione di questo

farmaco dovrebbe essere consigliata solo dopo un periodo, almeno trimestrale, di

dieta ipolipidica ed attività fisica controllata. In assenza di un'efficace risposta

terapeutica, si dovrebbe iniziare la terapia farmacologica con LOVINACOR ,

assumendo una compressa da 10mg al giorno possibilmente alla sera durante la

cena. Qualora questo dosaggio risulti inefficace, il medico può aumentare la dose

fino a 40mg giornalieri. Questo intervento correttivo è da prendersi in

considerazione solo dopo 4 settimane dall'inizio della terapia con lovastatina,

periodo necessario al raggiungimento della massima efficacia ipolipidemizzante del

LOVINACOR .Un adeguamento delle dosi potrebbe essere richiesto in caso di

concomitante terapia con farmaci ipolipemizzanti o in caso di insufficienza renale.

AVVERTENZE LOVINACOR - LOVASTATINA

Come ricordato, la terapia farmacologica dell'ipercolesterolemia rappresenta una

fase successiva all'adeguamento dietetico e dello stile di vita. Di conseguenza, tutti

gli interventi non farmacologici atti a contrastare questa condizione dovrebbero

essere mantenuti anche durante la terapia con LOVINACOR .

Prima e durante l'assunzione di lovastatina è opportuno monitorare la funzionalità

epatica ed il livello plasmatico di transaminasi, al fine di evitare l'insorgenza di

epatopatie. Infatti, qualora le concentrazioni ematiche di enzimi epatici superassero

di 3 volte quelle normali, è opportuno sospendere immediatamente la terapia

farmacologica.

Oltre alle transaminasi, il medico dovrebbe indagare sull'eventuale presenza di

patologie muscolari, di pregresse miopatie o di condizioni predisponenti al

danneggiamento del muscolo scheletrico (età avanzata o concomitante

somministrazione di particolari farmaci). Tutto ciò al fine di ridurre al minimo il

rischio di rabdomiolisi descritto in seguito all'assunzione di lovastatina. In questi

gruppi di pazienti a rischio sarebbe opportuno monitorare costantemente i

livelli sierici di creatinkinasi. Nei pazienti sani sarebbe comunque opportuno

accertare l'assenza di sintomi correlati al danno muscolare - quali astenia,

stanchezza persistente e dolore muscolare - per poi eventualmente

indagarli tramite opportune indagini ematocliniche. La terapia a lungo termine con

LOVINACOR, seppur solamente in casi eccezionali, è stata associata a malattia

interstiziale polmonare, caratterizzata da dispnea, tosse, astenia,febbre e perdita di

peso. LOVINACOR contiene tra i suoi eccipienti il lattosio; pertanto, la sua

assunzione potrebbe determinare l'insorgenza di effetti collaterali gastro-enterici di

diversa gravità in pazienti affetti da intolleranza e malassorbimento di

glucosio/galattosio, oppure da deficit enzimatico di lattasi. Nonostante tra gli effetti

collaterali, associati alla terapia con lovastatina, sia descritta la presenza di

vertigini, LOVINACOR non sembra interferire con le normali capacità di guida di

autoveicoli e di utilizzo di macchinari.

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GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Data l'importanza del colesterolo nelle fasi di sviluppo embrionale e fetale, la

somministrazione di LOVINACOR durante il periodo di gravidanza è severamente

controindicata. Si consiglia inoltre di sospendere l'allattamento al seno durante la

terapia, vista l'assenza di studi che caratterizzino le proprietà farmacocinetiche del

principio attivo assunto con il latte materno e le loro ripercussioni sulla salute del

neonato.

INTERAZIONI La lovastatina viene metabolizzata a livello epatico principalmente dall'enzima

citocromo P4503A4, facilmente modulabile da differenti principi attivi, che possono

quindi alterare le normali proprietà farmacocinetiche di LOVINACOR ® .In

particolare:

1. L'assunzione di inibitori del citocromo CYP3A4 (camomilla, succo di pompelmo,

itraconazolo, ketoconazolo, inibitori della proteasi dell'HIV, eritromicina,

claritromicina,ciclosporina, telitromicina e nefazodone) potrebbe determinare un

significativo incremento dell'esposizione al farmaco, aumentando l'incidenza di effetti

collaterali anche gravi;

2. La concomitante somministrazione di fibrati, niacina ed altri farmaci

ipolimezzanti, potrebbe determinare un aumento dell'attività biologica, con crescita

del rischio di rabdomiolisi e miopatie;Infine, la lovastatina - al pari delle altre

statine - potrebbe determinare un aumento del tempo di protrombina, potenziando

quindi gli effetti terapeutici degli anticoagulanti orali.

CONTROINDICAZIONI LOVINACOR - LOVASTATINA LOVINACOR è controindicato in caso di pregressa storia di miopatia o di

predisposizione allo sviluppo di tale patologia, in caso di malattie epatiche in fase

attiva, in caso di ipersensibilità al farmaco o ad uno dei suoi componenti, e durante

l'intero periodo di gravidanza e allattamento.

EFFETTI INDESIDERATI Gli effetti collaterali descritti in seguito all'assunzione di lovastatina sono in genere

poco rilevanti dal punto di vista clinico e transitori. Tra le reazioni avverse più

comuni sono state registrate astenia, dolori addominali, stipsi,nausea, crampi,

mialgia e vertigini. Effetti collaterali più importanti e gravi - come malattia

polmonare interstiziale, danni epatici,danni neurologici e muscolo-scheletrici - sono

stati descritti, seppur raramente, in pazienti a rischio o con predisposizione a

determinate patologie. In questi casi. tuttavia, la sospensione della terapia con

LOVINACOR ha garantito un ripristino rapido delle normali funzionalità.

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ESKIM -Esteri etilici di acidi grassi polinsaturi

ESKIM è un farmaco a base di esteri etilici di acidi grassi polinsaturi (EPA e DHA

non inferiori al 85%)GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Esteri etilici di

acidi grassi polinsaturi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI ESKIM ESKIM è indicato come sussidio farmacologico in caso di ipertrigliceridemia,

qualora un piano dietetico ipolipidico ed altri trattamenti comportamentali non

abbiano garantito un buon effetto terapeutico. ESKIM può anche essere utilizzato,

insieme ad altre misure terapeutiche, nella prevenzione secondaria del paziente con

pregresso infarto miocardico al fine di ridurne la mortalità.

MECCANISMO D'AZIONE ESKIM Gli esteri etilici degli acidi grassi polinsaturi, assunti oralmente, vengono assorbiti a

livello intestinale in maniera paragonabile a quanto accade per tutti gli altri lipidi

assunti con la dieta. Non potendo circolare liberi nel torrente circolatorio, vengono

veicolati a specifiche proteine all'interno di lipoproteine, che ne garantiscono un

trasporto efficace a livello dei vari tessuti. Studi condotti sulla farmacocinetica dei

grassi polinsaturi hanno identificato nei chilomicroni e nelle VLDL le lipoproteine a

più alta densità di questi nutrienti .L'effetto terapeutico di ESKIM si deve

principalmente all'acido eicosapentanoico (EPA) e all'acido docosaesanoico (DHA).

Questi acidi grassi - intercalati nella membrana cellulare sotto forma di fosfolipidi -

possono competere con l'acido arachidonico, in quanto substrati di alcuni enzimi

importanti (desaturasi). Il risultato è una riduzione della sintesi di prostaglandine e

leucotrieni proinfiammatori, ma anche di aggreganti piastrinici; per contro, si

registra un benefico aumento delle molecole ad attività antinfiammatoria. Questo

bilanciamento cellulare,sostenuto da una ridotta sintesi epatica di colesterolo e

trigliceridi, si traduce in un'azione antinfiammatoria, antiaterosclerotica ed

antitrombotica, in grado di ridurre l'incidenza di patologie cardiovascolari.

Diversi studi stanno ancora chiarendo i vari meccanismi biologici in cui sono

coinvolte queste molecole dalle capacità pleiotropiche, evidenziando - tra l'altro - un

importante effetto antiaritmico conseguente alla stabilizzazione delle membrane

cellulari dei miocardiociti.

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STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA OMEGA 3 ED EVENTI CARDIOVASCOLARI

BMC Cardiovasc Disord. 2010 Jun 3;10:24.Omega-3 fatty acids in high-risk

cardiovascular patients: a meta-analysis of randomized controlled trials.

Filion KB, El Khoury F, Bielinski M, Schiller I, Dendukuri N, Brophy JM.

La letteratura propone numerosissimi studi sull'efficacia della supplementazione con

omega 3 nella prevenzione delle patologie cardiovascolari, con risultati contrastanti.

Questo studio, condotto sulla valutazione di più di 29 trial clinici (per un totale di

35.144 pazienti arruolati),dimostra come l'assunzione giornaliera di omega 3

potrebbe determinare soltanto una modesta riduzione della mortalità, non

statisticamente significativa.

2.OMEGA 3 E TRIGLICERIDEMIA

Nutr Rev. 2010 Mar;68(3):155-67.Long-chain omega-3 fatty acids eicosapentaenoic

acid and docosahexaenoic acid dose-dependently reduce fasting serum triglycerides.

Musa-Veloso K, Binns MA, Kocenas AC, Poon T, Elliot JA, Rice H, Oppedal-Olsen

H, Lloyd H,Lemke S. L'elevatissima mole di studi presenti in letteratura, relativi

all'efficacia della terapia con omega 3, ha permesso agli autori di quantificare

l'azione ipotrigliceridemizzante di queste molecole. Più precisamente, l'assunzione

giornaliera di dosi che vanno dai 200 ai 500mg di EPA e DHA, può garantire una

riduzione dei livelli plasmatici di trigliceridi dal 3 al 7 %.

3. GLI OMEGA 3 NELLA PATOLOGIA DIABETICA

Diabetes Educ. 2010 Jul-Aug;36(4):565-84. Epub 2010 Jun 9.Effect of omega-3 fish

oil on cardiovascular risk in diabetes. McEwen B, Morel-Kopp MC, Tofler G.

I pazienti affetti da diabete di tipo II presentano un maggior rischio di sviluppare

eventi cardiovascolari, con un incremento della mortalità decisamente più elevato

rispetto alla popolazione normale. Questo studio in metanalisi ha dimostrato come

l'assunzione di omega 3 possa determinare una riduzione della mortalità di circa il

18%, una riduzione dell'attivazione piastrinica, una preziosa attività

antinfiammatoria, ed un bilanciamento del profilo lipidico.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA ESKIM ® capsule molli da 500mg /1000mg di esteri etilici di acidi grassi

polinsaturi, titolati in EPA e DHA almeno all'85% e con rapporto 0.9/1.5: per il

trattamento dell'ipertrigliceridemia si potrebbero utilizzare fino a 3 capsule molli da

1 grammo al giorno, adeguando il dosaggio in base a quelli che sono i risultati e gli

obiettivi. Sia prima che durante il trattamento terapeutico farmacologico, sarebbe

opportuno seguire una dieta ipolipidica ed un corretto stile di vita. Nella prevenzione

secondaria del paziente infartuato il dosaggio giornaliero di 1 grammo sembra

essere il più utilizzato.

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AVVERTENZE ESKIM Gli acidi grassi polinsaturi sono nutrienti presenti comunemente in natura; pertanto,

nella maggior parte dei casi, risultano ben tollerati e con un alto profilo di sicurezza.

Nonostante queste caratteristiche, prima di ricorre all'utilizzo di un trattamento

farmacologico ipotrigliceridemizzante sarebbe opportuno perseguire per almeno un

trimestre una dieta ipolipidica ed uno stile di vita attivo. Vista l'azione

emofluidificante ed antiaggregante di queste molecole, al fine di evitare un

incremento degli episodi emorragici, l'assunzione di ESKIM dovrebbe avvenire sotto

stretto controllo medico in tutti quei pazienti affetti da patologie della coagulazione o

in terapia con anticoagulanti orali.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Sebbene non esistano evidenze specifiche e trial clinici a riguardo, l'assunzione di

omega 3 non sembra presentare effetti mutageni e teratogeni sul feto. Nonostante ciò,

sarebbe opportuno consultare sempre il proprio medico e il proprio ginecologo al

fine di valutare il corretto rapporto tra rischi e benefici.

INTERAZIONI Gli esteri etilici degli acidi grassi polinsaturi contenuti in ESKIM non sembrano

interagire con principi attivi di varia natura. Tuttavia, la concomitante assunzione di

farmaci anticoagulanti potrebbe determinare un aumento del tempo di protrombina,

con una maggior incidenza di eventi emorragici.

CONTROINDICAZIONI ESKIM ESKIM è controindicato in caso di ipersensibilità ad uno dei suoi componenti.

EFFETTI INDESIDERATI ESKIM sembra essere ben tollerato e privo di effetti collaterali clinicamente

rilevanti. Nausea, vomito e bruciori gastrici sembrano le reazioni avverse più

descritte in letteratura.

ZOCOR - Simvastatina

ZOCOR è un farmaco a base di simvastatina

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Inibitore della HMG-CoA reduttasi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

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INDICAZIONI ZOCOR - SIMVASTATINA ZOCOR può essere utilizzato come sussidio farmacologico in caso di

ipercolesterolemia primaria e dislipidemia mista, a patto che la precedente adozione

di una dieta ipolipidica e di un corretto stile di vita, protratto per almeno 3 mesi, non

abbia prodotto i risultati terapeutici sperati. Analogamente, questo farmaco può

essere utilizzato nel trattamento di forme di ipercolesterolemia primaria più gravi,

come ipercolesterolemia familiare eterozigote ed omozigote. L'utilizzo di ZOCOR può

essere esteso anche ai pazienti con normali livelli di colesterolo ma

con elevato rischio cardiovascolare, determinato da molteplici fattori

(sovrappeso,diabete mellito, patologie cardiovascolari, aterosclerosi) al fine di

ridurre l'incidenza di incidenti cardiovascolari.

MECCANISMO D'AZIONE ZOCOR - SIMVASTATINA La simvastatina, assunta per via orale tramite il farmaco ZOCOR, viene rapidamente

assorbita a livello gastro-intestinale e trasportata dalla vena porta al fegato. Il primo

passaggio epatico per questo principio attivo è essenziale, al fine di garantire

l'idrolisi della simvastatina dalla forma chimica “lattone” al rispettivo idrossiacido,

metabolita attivo del farmaco. Questa sostanza, una volta terminata la sua azione

terapeutica, verrà successivamente escreta prevalentemente attraverso le feci. Il

processo di idrolisi appena descritto riduce drasticamente la biodisponibilità del

principio attivo, che solo dopo due ore raggiunge le concentrazioni plasmatiche

massime, pari al 5% della dose di simvastatina assunta oralmente. Nonostante questo

calo, la simvastatina risulta particolarmente efficace nel ridurre i livelli

plasmatici di colesterolo LDL, esercitando la sua azione terapeutica proprio a livello

epatico, dove inibisce l'enzima chiave nella sintesi del colesterolo. Come le altre

statine, infatti, la simvastatina può inibire l'enzima HMG-CoA reduttasi, impedendo

la produzione di mevalonato, un composto organico intermedio nel metabolismo del

colesterolo. Di conseguenza, vista la ridotta sintesi di questo lipide, la simvastatina

up-regola l'espressione dei recettori epatocitari per le LDL. In definitiva, quindi,

l'aumentato uptake epatico di colesterolo LDL e la riduzione della sintesi di VLDL,

garantisce una riduzione significativa dei livelli ematici di colesterolo LDL.

L'importanza di ZOCOR nella prevenzione delle patologie cardiovascolari sembra

tuttavia essere associata anche ad altri meccanismi che non vedono il diretto ed

unico coinvolgimento dell'effetto ipolipemizzante, visti i vari studi in letteratura che

mostrano un significativo calo della morbilità e mortalità legata agli eventi

cardiovascolari in pazienti a rischio ma con livelli di colesterolo normali.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA 1 . L'EFFICACIA DI SIMVASTATINA NELLE DISLIPIDEMIE

Am J Cardiol. 1997 Jan 1;79(1):38-42. The efficacy and six-week tolerability of

simvastatin 80 and 160 mg/day. Davidson MH, Stein EA, Dujovne CA, Hunninghake

DB, Weiss SR, Knopp RH, Illingworth DR,Mitchel YB, Melino MR, Zupkis RV,

Dobrinska MR, Amin RD, Tobert JA. Il trattamento con 40 e 80 mg/die di

simvastatina - in pazienti affetti da dislipidemia (coleseterolo LDL superiore a 160

mg/dL e trigliceridi superiori a 350 mg/dL) - ha garantito in 6 settimane di

trattamento una riduzione del colesterolo LDL rispettivamente del 41 e del 47%, e

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dei trigliceridi del 21 e del 23%.

2. SIMVASTATINA : RAPPORTO DOSE-EFFICACIA

Lancet. 2010 Nov 8. Intensive lowering of LDL cholesterol with 80 mg versus 20 mg

simvastatin daily in 12 064 survivors of myocardial infarction: a double-blind

randomised trial. Study Of The Effectiveness Of Additional Reductions In Cholesterol

And Homocysteine Search Collaborative Group. In questo studio - condotto su circa

12000 uomini affetti da precedente infarto miocardicoe con livelli di colesterolo tali

da giustificare la prescrizione di statine - si è valutato il rapporto tra efficacia ed

insorgenza di effetti collaterali a dosi di 20 ed 80 mg di simvastatina. I risultati

mostrano come la dose di 80mg giornalieri abbia garantito una riduzione degli

eventi cardiovascolari superiore del 6% rispetto a quella ottenuta con la dose di

20mg, ed un più intenso calo del colesterolo LDL. Tuttavia, questa dose ha

determinato un aumento dell'incidenza di miopatie; pertanto, lo studio suggerisce

l'utilizzo di dosi intermedie, al fine di ottenere un buon compromesso tra effetti

terapeutici e collaterali.

3. STATINE E CANCRO

J Pharmacol Exp Ther. 2010 Nov 8. [Epub ahead of print] Anti-cancer efficacy of

simvastatin on prostate cancer cells and tumor xenografts is associated with

inhibition of Akt and reduced PSA expression. Kochuparambil ST, Al-Husein B, Goc

A, Soliman S, Somanath PR. Ancora aperta è la questione sulla reale efficacia

antitumorale delle statine. In questo studio effettuato in vitro, su cellule e su cavie da

laboratorio, si è dimostrata l'efficacia della simvastatina nel ridurre le capacità di

crescita della massa tumorale prostatica, riducendo l'attivazione delle vie cellulari

coinvolte in questo meccanismo. Naturalmente, non è assolutamente possibile

generalizzare estendendo l'efficacia di questi interventi anche all'uomo.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA ZOCOR compresse da 10/20/40 mg di simvastatina: la somministrazione di ZOCOR

in caso di ipercolesterolemia primitiva, dovrebbe essere effettuata dopo l'inizio di un

piano dietetico ipolipidico e di un esercizio fisico controllato. La dose di partenza è

generalmente fissata tra i 20 ed i 40 mg giornalieri assunti in unica dose,

preferibilmente la sera. In caso di ridotta efficacia terapeutica, un adeguamento del

dosaggio dovrebbe essere effettuato non prima di 4 settimane di trattamento, periodo

necessario al raggiungimento della massima efficacia terapeutica. La dose di 40

mg/die sembra essere anche quella più sperimentata ed efficace nella riduzione

del rischio cardiovascolare. Nel trattamento dell'ipercolesterolemia familiare

omozigote si possono utilizzare, in concomitanza ad altri approcci terapeutici non

farmacologici, fino ad 80 mg di simvastatina giornalieri, assunti in dosi di 20 mg due

volte al giorno e di 40 mg prima di coricarsi. La formulazione del corretto dosaggio

dovrebbe essere effettuata dal medico dopo un'attenta valutazione della situazione

ematoclinica, della storia clinica del paziente e degli obiettivi da raggiungere.

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AVVERTENZE ZOCOR - SIMVASTATINA Prima e durante il trattamento farmacologico con statine, sarebbe opportuno seguire

un regime alimentare ipolipidico con bassa percentuale di grassi saturi e colesterolo,

ed uno stile di vita adeguato. La somministrazione di ZOCOR dovrebbe essere

effettuata con particolare cautela e possibilmente accompagnata da un monitoraggio

dei livelli ematici di creatinchinasi (marker di danno muscolare), in caso di pazienti

affetti da miopatie di vario genere, o predisposti allo sviluppo di tali affezioni

(anziani, ipotiroidei, pazienti con pregressa storia clinica), vista la possibile

incidenza di miopatie e rabdomiolisi. Nonostante la frequenza di questi eventi

patologici tenda a diminuire drasticamente nei pazienti non predisposti, durante la

terapia con simvastatina sarebbe sempre opportuno indagare la presenza di dolori

muscolari, stanchezza persistente ed astenia, dosando eventualmente i livelli

plasmatici dell'enzima creatinchinasi. Prima di iniziare il trattamento con ZOCOR

andrebbe valutata anche la funzionalità epatica, ed in particolare i livelli ematici di

transaminasi, al fine di scegliere la dose corretta che possa evitare effetti collaterali.

La terapia con simvastatina andrebbe sospesa o non iniziata in caso di gravi

epatopatie o quando le concentrazioni di transaminasi salgono a livelli tripli rispetto

al range di normalità. Il trattamento andrebbe sospeso anche in caso di sospetta

malattia interstiziale polmonare, caratterizzata da dispnea, tosse, febbre ed astenia.

ZOCOR contiene lattosio; pertanto, potrebbe dare problemi gastrointestinali a

pazienti affetti da intolleranza al glucosio/galattosio, o in caso di deficit enzimatico

di lattasi. La simvastatina, non sembra influenzare le normali capacità reattive del

paziente, nonostante alcuni effetti collaterali, come le vertigini, possano teoricamente

compromettere la capacità di guida di autoveicoli o di utilizzo di macchinari.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Nonostante non sia documentato un diretto effetto teratogeno della simvastatina sul

feto, la riduzione dei livelli di colesterolo potrebbe determinare l'assenza di

costituenti necessari al corretto sviluppo embrionale e fetale. Pertanto, la

somministrazione di ZOCOR durante tutto il periodo di gravidanza è fortemente

controindicata. L'assenza di evidenze scientifiche che mostrino l'assenza di

secrezione della simvastatina nel latte materno, suggerisce di sospendere

l'allattamento al seno in caso di terapia con ZOCOR .

INTERAZIONI Visto il metabolismo epatico della simvastatina da parte dell'enzima citocromo P450

3A4, sono possibili numerose interazioni con farmaci di varia natura.

In particolare :

1. La concomitante somministrazione di fibrati, niacina, amiodarone, verapramil

potrebbe aumentare l'incidenza di episodi di rabdomiolisi e miopatie;

2. L'assunzione di inibitori del citocromo CYP3A4, enzima deputato al metabolismo

della simvastatina (succo di pompelmo, itraconazolo, ketoconazolo, inibitori della

proteasi dell'HIV, eritromicina, claritromicina, telitromicina e nefazodone), potrebbe

determinare un significativo incremento dell'esposizione al farmaco, aumentando

l'incidenza di effetti collaterali anche gravi;

3. La contemporanea somministrazione di ciclosporina, vista l'azione inibitrice sul

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metabolismo della simvastatina, richiederebbe un adeguamento del dosaggio di

questo principio attivo massimo entro i 10mg. Inoltre, la simvastatina, al pari delle

altre statine, potrebbe determinare un aumento del tempo di protrombina,

potenziando quindi gli effetti terapeutici degli anticoagulanti orali.

CONTROINDICAZIONI ZOCOR - SIMVASTATINA ZOCOR è controindicato in caso di epatopatie, ipersensibilità verso uno dei suoi

componenti, concomitante somministrazione di inibitori dell'enzima CYP3A4, e

durante il periodo di gravidanza ed allattamento.

EFFETTI INDESIDERATI L'incidenza di effetti collaterali legati alla terapia con ZOCOR è stata alquanto

bassa, paragonabile a quella riscontrata nel gruppo di controllo. Le reazioni avverse

più comuni sono state tutte di entità clinica poco rilevante e generalizzate, come

diarrea, nausea, vomito, vertigini ed astenia. L'incidenza e la gravità di effetti

indesiderati come miopatie, rabdomiolisi, insufficienza epatica, disturbi psichiatrici e

gastro-inestinali, tende inevitabilmente ad aumentare in pazienti predisposti a

determinate patologie, o sottoposti a terapia con farmaci in grado di alterare la

farmacocinetica della simvastatina.

LIPSIN - Fenofibrato

LIPSIN è un farmaco a base di Fenofibrato (comicronizzato)

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Fibrati

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI LIPSIN - FENOFIBRATO LIPSIN è indicato nel trattamento delle dislipidemie caratterizzate dall'eccessivo

aumento dei trigliceridi, quando una dieta opportuna e uno stile di vita salutare non

hanno prodotto risultati efficaci. LIPSIN può essere utilizzato anche nel trattamento

dell'ipercolesterolemia primaria, come terapia sostitutiva alle statine.

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MECCANISMO D'AZIONE LIPSIN- FENOFIBRATO Il fenofibrato assunto con LIPSIN viene assorbito a livello gastro-intestinale ed

idrolizzato nel suo metabolita farmacologicamente attivo, acido fenofibrico, che

raggiunge le massime concentrazioni plasmatiche dopo circa 4 ore dall'assunzione

del farmaco. Le proprietà terapeutiche di questo composto si devono essenzialmente

all'azione modulatrice nei processi di sintesi/degradazione di acidi grassi e

lipoproteine, svolta a livello epatico. Più precisamente, i fibrati sono in grado di

agire come agonisti recettoriali, attivando il recettore epatico PPAR alfa, con

modulazione dell'espressione di vari geni che metabolicamente si traduce in:

1. Aumentata sintesi di apolipoproteine ApoAI e Apo AII (frazione proteica delle

HDL), con conseguente aumento della colesterolemia HDL;

2. Aumentata sintesi della lipasi lipoproteica, con aumento dell'uptake e ossidazione

deitrigliceridi contenuti nelle VLDL e nelle LDL;

3. Aumentata sintesi delle proteine di trasporto coinvolte nell'ossidazione degli acidi

grassi;

4. Inibizione dell'espressione di ApoCIII, proteina ad azione inibitrice sulla lipasi

lipoproteica;

5. Inibizione dell'enzima HMG-CoA reduttasi. Tutti questi meccanismi stanno alla

base dell'azione “normalizzante” lipidica del fenofibrato, che si concretizza nella

riduzione dei livelli plasmatici di trigliceridi e colesterolo LDL, e nell'aumento

della colesterolemia HDL. Dopo circa 20 ore di azione, l'acido fenofibrico viene

eliminato prevalentemente attraverso le urine.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA 1 . L'EFFICACIA DELLA TERAPIA COMBINATA FENOFIBRATO/STATINE

Am J Cardiol. 2010 Sep 15;106(6):787-92. Epub 2010 Aug 2. Efficacy and safety of

adding fenofibrate 160 mg in high-risk patients with mixed hyperlipidemia not

controlled by pravastatin 40 mg monotherapy. Farnier M, Ducobu J, Bryniarski L.

Sempre più medici scelgono di utilizzare - per il trattamento dell'iperlipidemia in

pazienti con alto rischio cardiovascolare - una terapia combinata tra fibrati e statine.

Nel dettaglio si è sperimentata l'azione terapeutica della combinazione di fenofibrato

e pravastatina su 248 pazienti. L'efficacia della terapia combinata è stata

decisamente maggiore, con una riduzione del colesterolo LDL del 14% rispetto al 6%

della monoterapia, dei trigliceridi del 22% rispetto al 2%, ed un aumento del

colesterolo HDL del 6,5% rispetto all'1%; il tutto a fronte dell'incidenza di eventi

avversi paragonabile tra i due gruppi. Questi risultati avvalorano l'ipotesi della

grande efficacia della terapia combinata, a patto di una corretta formulazione del

dosaggio terapeutico.

2.FENOFIBRATO E TERAPIA COMBINATA NEL PAZIENTE DIABETICO DI TIPO II

N Engl J Med. 2010 Aug 12;363(7):692; Combination lipid therapy in type 2

diabetes. Saely CH, Rein P, Drexel H. Questo importante studio si interroga sulla

reale capacità preventiva nei confronti degli incidenti cardiovascolari, esercitata

dalla terapia con fenofibrato.

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Più precisamente, i ricercatori – pur osservando una significativa riduzione dei livelli

di trigliceridi in seguito all'aggiunta del fenofibrato nella terapia dislipidemica del

paziente diabetico - non hanno registrato un calo

significativo degli eventi cardiovascolari.L'ipotesi formulata prevede un ruolo

principale del colesterolo HDL nella prevenzione degli eventi cardiovascolari, che il

fenofibrato difficilmente riesce ad aumentare.

3. FENOFIBRATO, NON SOLO IPOLIPEMIZZANTE

Clin Pharmacol Ther. 1999 Aug;66(2):166-72. Fenofibrate decreases plasma

fibrinogen, improves lipid profile, and reduces uricemia. de la Serna G, Cadarso C.

L'efficacia terapeutica del fenofibrato osservata in questo studio non ha avuto

risultato positivo nella riduzione dei livelli di trigliceridi plasmatici (-34%) e di

colesterolo LDL (-20%), e nell'aumento del 10% della colesterolemia HDL, ma anche

in una riduzione del 15% del fibrinogeno e del 13% dell'acido urico, evidenziando

così un complesso ed importante ruolo metabolico del farmaco.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA LIPSIN capsule da 200mg di fenofibrato comicronizzato:si consiglia la

somministrazione di una capsula al giorno, mantenendo un piano dietetico ed uno

stile di vita adeguato. Un adeguamento del dosaggio dovrebbe essere previsto dal

medico in caso di ridotta funzionalità renale, proporzionalmente allo stato di salute

di questo organo.

AVVERTENZE LIPSIN - FENOFIBRATO Prima di iniziare il trattamento farmacologico con LIPSIN , sarebbe opportuno

perseguire per almeno un trimestre una dieta ipolipidica ed uno stile di vita sano. Nel

caso in cui questo approccio terapeutico risultasse inadeguato, è opportuno ricorrere

alla terapia farmacologica. Prima e durante la somministrazione di fenofibrato

sarebbe utile monitorare alcuni parametri di laboratorio, come creatinina (marker di

funzionalità renale) e transaminasi (marker di funzionalità epatica), sospendendo

eventualmente la terapia in seguito ad un aumento dei livelli

plasmatici rispettivamente superiore al 50% e a 3 volte rispetto al range di

normalità. Anche in seguito all'assunzione di fibrati, sarebbe opportuno indagare

sull'eventuale presenza di miopatie e condizioni predisponenti allo sviluppo di

patologie del muscolo scheletrico, monitorando costantemente i livelli di

creatinkinasi, al fine di evitare l'insorgenza di rabdomiolisi e miopatie.

Sarebbe inoltre opportuno usare LIPSIN con cautela in caso di ulcera peptica e in

caso di ridotta tolleranza al lattosio, galattosemia, deficit di lattasi e sindrome

da malassorbimento glucosio/galattosio. L'assunzione di fenofibrato non dovrebbe

alterare la normale capacità di guida di autoveicoli e d'uso dei macchinari.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Si sconsiglia l'uso in gravidanza e durante l'allattamento, vista l'importanza dei lipidi

nel corretto sviluppo embrionale, fetale e neonatale, e l'assenza di studi specifici a

riguardo.

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INTERAZIONI Gli effetti ipolipidemizzanti del fenofibrato potrebbero essere accentuati dalla

concomitante assunzione di statine o di altri farmaci ipolipemizzanti. Questa

combinazione potrebbe inoltre determinare un aumento dei casi di rabdomiolisi e

patologie epatiche. I fibrati potrebbero aumentare l'effetto degli anticoagulanti orali,

incrementando gli episodi di sanguinamento; pertanto, sarebbe opportuno un

adeguamento del dosaggio. La concomitante somministrazione di ciclosporina è

stata invece associata, in rari casi, ad un'alterazione della funzionalità renale,

richiedendo così un attento monitoraggio dei livelli di creatinina. Concentrazioni

terapeutiche di acido fenofibrico potrebbero esercitare una moderata azione

inibitrice nei confronti degli enzimi epatici citocromo CYP2C19 e CYP2A6, alterando

le proprietà farmacocinetiche dei principi attivi da essi metabolizzati.

CONTROINDICAZIONI LIPSIN - FENOFIBRATO LIPSIN è controindicato in caso di insufficienza epatica o di grave alterazione della

funzionalità epatica, in caso di insufficienza renale, patologie della colecisti o

patologie pancreatiche gravi, in caso di ipersensibilità verso uno dei suoi componenti

e durante il periodo di gravidanza, allattamento e pediatrico.

EFFETTI INDESIDERATI Le reazioni avverse più comunemente osservate in seguito all'assunzione di

fenofibrato, interessano soprattutto l'apparato gastro-intestinale, con alterazioni

digestive, dolore addominale, nausea, diarrea, vomito di diversa entità e sofferenza

epatica con aumento dei livelli di transaminasi. Più rari - e limitati soprattutto a

particolari gruppi di pazienti a rischio - sono stati i casi di rush cutaneo, epatiti,

mialgie, crampi, rabdomiolisi, leucocitopenia, patologie respiratorie e pancreatiti.

SELECTIN - Pravastatina

SELECTIN è un farmaco a base di pravastatina sale sodico

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Inibitore della HMG-CoA reduttasi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

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INDICAZIONI SELECTIN - PRAVASTATINA SELECTIN è utilizzato come trattamento farmacologico della dislipidemia mista e

dell'ipercolesterolemia primaria o familiare eterozigote, quando un'opportuna dieta

ed un corretto stile di vita non hanno prodotto risultati terapeutici soddisfacenti.

SELECTIN può essere utilizzato anche nella prevenzione delle patologie

cardiovascolari in pazienti con precedente storia clinica di eventi coronarici, infarto

miocardico, eventi cerebrovascolari e affezioni di vario genere del sistema

cardiovascolare. SELECTIN è anche usato nel trattamento dell'iperlipidemia post-

trapianto in pazienti sottoposti a terapia immunosoppressiva.

MECCANISMO D'AZIONE SELECTIN - PRAVASTATINA La pravastatina, assunta per os, viene rapidamente assorbita dal tratto gastro-

enterico, raggiungendo la massima concentrazione plasmatica dopo circa 1.5 ore

dalla sua assunzione. Gran parte del farmaco subisce un metabolismo di primo

passaggio epatico, con formazione di metaboliti inattivi, che fa scendere la

biodisponibilità assoluta della pravastatina a circa il 17% della dose totale assunta.

La quota attiva penetra selettivamente nelle cellule epatiche, esercitando

un'inibizione diretta sull'enzima HMG-CoA reduttasi, necessario per la sintesi

epatica di colesterolo. La riduzione dei livelli di colesterolo all'interno dell'epatocita,

attraverso un meccanismo a feedback positivo, incrementa l'espressione di recettori

per le LDL sulla superficie della cellula, migliorando così l'uptake delle lipoproteine

a bassa densità (chiamate appunto LDL). Questa duplice azione, accompagnata

anche da un'inevitabile riduzione della sintesi delle VLDL (precorritrici delle LDL),

determina un calo apprezzabile delle concentrazioni ematiche di colesterolo LDL già

dopo una settimana di trattamento. L'effetto terapeutico, tuttavia, tende a

massimizzarsi solamente alla quarta settimana dall'inizio del trattamento. Questo

effetto biologico, probabilmente sostenuto anche da un'azione pleiotropica delle

statine, si traduce in una significativa riduzione del rischio cardiovascolare e

dell'incidenza di patologie correlate. Dopo circa un'ora e mezzo dall'assunzione, la

pravastatina viene in gran parte eliminata attraverso le feci, mentre la quota

rimanente viene escreta tramite le urine.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA 1 . L'EFFICACIA DI PRAVASTATINA

J Hum Hypertens. 1994 Jul;8(7):525-30. Efficacy and safety of pravastatin in

hypertensive hypercholesterolaemic patients on antihypertensive drug therapy. Celis

H, Lijnen P, Fagard R, Staessen J, Thijs L, Amery A. Questo studio, condotto su

pazienti con ipercolesterolemia (colesterolo totale superiore ai 250mg/dL) ed

ipertensione, ha dimostrato come la somministrazione di pravastatina alle dosi di

20 e 40 mg giornalieri possa garantire una riduzione di oltre il 27% del colesterolo

totale e di circa il 35% del colesterolo LDL, indipendentemente dal tipo di

trattamento antipertensivo effettuato.

2. L'EFFICACIA PLEIOTROPICA DELLA PRAVASTATINA

Eur J Pharmacol. 2010 Mar 25;630(1-3):107-11. Epub 2010 Jan 5. In vitro

antioxidant activity of pravastatin provides vascular protection. Kassan M, Montero

MJ, Sevilla MA. Diversi studi in tutto il mondo stanno cercando di chiarire ed

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identificare gli effetti non ipolipidemizzanti della provastatina, probabilmente

coinvolti nella prevenzione delle patologie cardiovascolari. Questo studio, condotto

in vitro su colture cellulari, ha dimostrato come la provastatina possa esercitare una

potente azione antiossidante e vasoprotettiva, attraverso meccanismi indipendenti

dall'inibizione della produzione di acido mevalonico.

3. STATINE ANTICANCRO?

Eur J Cancer. 2010 Aug 18. [Epub ahead of print] The addition of pravastatin to

chemotherapy in advanced gastric carcinoma: A randomised phase II trial. Konings

IR, van der Gaast A, van der Wijk LJ, de Jongh FE, Eskens FA, Sleijfer S. Diversi

studi, ancora in fase sperimentale, sostengono l'azione antitumorale delle statine,

esercitata attraverso l'inibizione della sintesi di colesterolo (elemento necessario alla

costituzione delle membrane cellulari). Questo trial clinico ha utilizzato la

pravastatina come adiuvante della chemioterapia nel trattamento del carcinoma

gastrico in fase avanzata, senza tuttavia ottenere alcun tipo di miglioramento. La

discordanza esistente tra l'ipotesi biologica - sostenuta da esperimenti in vitro - e la

pratica clinica, non permette di esprimere un parere univoco su quest'utilità.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA SELECTIN compresse da 20/40 mg di pravastatina: il dosaggio più utilizzato nel

trattamento dell'ipercolesterolemia primitiva è compreso tra i 10 ed i 40mg

giornalieri, assunti in unica dose, possibilmente prima di andare a dormire. La

formulazione del dosaggio specifico deve essere effettuata dal medico dopo

un'attenta valutazione dello stato fisiopatologico del paziente, e dopo aver escluso

cause possibili di ipercolesterolemia secondaria. In base all'obiettivo terapeutico e ai

risultati riscontrati è possibile provvedere ad un adeguamento del dosaggio, dopo

circa 4 settimane, periodo necessario ad ottenere il massimo effetto terapeutico. In

ogni caso, prima di intraprendere qualsiasi trattamento farmacologico, sarebbe

opportuno adottare uno stile di vita sano ed una dieta ipolipidica, da protrarre anche

durante l'iter terapeutico. Nella prevenzione delle patologie cardiovascolari, la dose

di SELECTIN generalmente utilizzata è stata di 40 mg/die, mentre nell'iperlipidemia

post trapianto si è utilizzata generalmente la dose di 10mg/die, per eventualmente

adeguarla successivamente in caso di ridotta risposta terapeutica.

AVVERTENZE SELECTIN - PRAVASTATINA Al pari delle altre statine, la terapia con pravastatina richiede un monitoraggio della

funzionalità epatica e delle transaminasi. E' infatti necessario somministrare con

cautela questo farmaco in pazienti con pregressa storia clinica di epatopatie, al fine

di evitare - seppur rari – spiacevoli effetti collaterali. La stessa cautela dovrebbe

essere mantenuta nei confronti di pazienti con precedente storia di miopatie, o

predisposti allo sviluppo di patologie muscolari scheletriche; in questi casi, sarebbe

necessario un monitoraggio periodico dei livelli di creatinchinasi, al fine di evitare

episodi di rabdomiolisi. Lo stesso follow-up, invece, non è richiesto per pazienti privi

di tali storie cliniche, a patto che venga sempre accertata l'assenza di dolori

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muscolari e debolezza persistente. Vista la presenza del lattosio tra gli eccipienti,

SELECTIN potrebbe creare problemi gastrointestinali in pazienti con ridotta

tolleranza al glucosio/galattosio, o affetti da sindrome da deficit enzimatica di lattasi.

Alla luce degli studi attuali e del meccanismo d'azione del farmaco, la pravastatina

non dovrebbe incidere sulle normali capacità di attenzione del paziente; pertanto,

non sembra alterare la capacità di guida o di uso di macchinari.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Diversi studi hanno dimostrato l'assenza di effetti teratogeni della pravastatina sul

feto; tuttavia l'utilizzo di SELECTIN è fortemente controindicato in gravidanza, vista

l'importanza del colesterolo durante le fasi di embriogenesi e sviluppo fetale. Anche

l'allattamento al seno dovrebbe essere sospeso in caso di trattamento con

pravastatina, anche se le quote del principio attivo ritrovate nel latte materno sono

trascurabili.

INTERAZIONI Al contrario di molte altre statine ed inibitori dell'enzima HMG-CoA reduttasi, il

metabolismo epatico della pravastatina non è sostenuto unicamente dal citocromo

P450 3A4. Questa caratteristica riduce quindi le potenziali interazioni con suoi

inibitori o induttori (acido acetilsalicilico, warfarin, ciclosporina...) e mantiene

abbastanza stabile il suo profilo farmaco cinetico. Un adeguamento della dose,

invece, è richiesto in caso di concomitante assunzione di altri farmaci ad azione

ipolipidemizzante.

CONTROINDICAZIONI SELECTIN - PRAVASTATINA SELECTIN è controindicato in caso di ipersensibilità verso uno dei suoi componenti,

di epatopatie di vario genere e durante il periodo di gravidanza ed allattamento.

EFFETTI INDESIDERATI I vari studi effettuati sulla tollerabilità e sicurezza della pravastatina hanno

dimostrato come l'incidenza di effetti collaterali sia paragonabile a quella osservata

nel campione di controllo. Le reazioni avverse più comuni sono state tutte di entità

clinica poco rilevante e generalizzate, come diarrea, nausea, vomito, flatulenza,

vertigini ed astenia. Reazioni più gravi con interessamento dell'apparato muscolare

scheletrico, cardiovascolare ed epatico, sono state decisamente più rare e transitorie,

tanto da scomparire rapidamente in seguito alla sospensione della terapia.

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SEACOR - Esteri etilici di acidi grassi polinsaturi

SEACOR è un farmaco a base di esteri etilici di acidi grassi polinsaturi (EPA e DHA

non inferiori al 85%).

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Esteri etilici di acidi grassi polinsaturi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI SEACOR SEACOR è indicato nel trattamento dell'ipertrigliceridemia. L'assunzione di questo

farmaco dovrebbe seguire o essere eventualmente combinata ad un adeguato piano

dietetico. SEACOR può essere utilizzato anche nella prevenzione degli incidenti

cardiovascolari in pazienti con pregressa storia di infarto miocardico.

MECCANISMO D'AZIONE SEACOR L'assunzione orale di SEACOR garantisce un apporto significativo di esteri etilici

degli acidi grassi polinsaturi, che vengono assorbiti efficacemente a livello

intestinale. Al pari degli altri lipidi, non potendo circolare liberi nel torrente

circolatorio, questi nutrienti vengono trasportati sotto forma di lipoproteine (in

particolare chilomicroni e VLDL).L'azione terapeutica ipolipemizzante è giustificata

dalla capacità dell'acido eicosapentanoico (EPA) e dell'acido docosaesanoico (DHA)

di ridurre la sintesi epatica di trigliceridi e colesterolo, riequilibrando il profilo

lipidemico del paziente. L'azione preventiva nei confronti delle patologie

cardiovascolari è invece determinata dalla loro attività antitrombotica,

antinfiammatoria ed antiaggregante piastrinica. Questi effetti si realizzano

prevalentemente attraverso un meccanismo competitivo nei confronti dell'acido

arachidonico, che permette di ridurre la sintesi - da parte delle cellule endoteliali e

leucocitarie - di prostaglandine e leucotrieni a spiccata attività pro-infiammatoria.

A questi effetti se ne aggiungono altri, tipo quello antiaritmico e vasoprotettivo, che

sono ancora in fase di studio e caratterizzazione.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA OMEGA 3 E DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA'

J Atten Disord. 2010 Nov;14(3):232-46. The impact of polyunsaturated fatty acids in

reducing child attention deficit and hyperactivity disorders. Transler C, Eilander A,

Mitchell S, van de Meer N. Diversi studi sono concordi nel ritenere che una carenza

di omega 3 potrebbe determinare, attraverso un aumento degli stimoli pro-

infiammatori e deregolazione ormonale, un calo delle capacità cognitive. Questo

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studio, anche non portando evidenze statisticamente importanti, mostra come la

supplementazione con PUFA per 3-4 mesi in bambini con deficit di attenzione ed

iperattività, possa favorire una regressione della sintomatologia. Questi risultati sono

in linea con altri studi che evidenziano gli effetti positivi degli omega 3 sulla capacità

di concentrazione in individui sani e anche in atleti.

2.OMEGA 3 E MORTALITA' POST INFARTO

Circulation. 2010 Nov 8. OMEGA, a Randomized, Placebo-Controlled Trial to Test

the Effect of Highly Purified Omega-3 Fatty Acids on Top of Modern Guideline-

Adjusted Therapy After Myocardial Infarction. Rauch B, Schiele R, Schneider S,

Diller F, Victor N, Gohlke H, Gottwik M, Steinbeck G, Del Castillo U, Sack R, Worth

H, Katus H, Spitzer W, Sabin G, Senges J; for the OMEGA Study Group. Studio

appena pubblicato che valuta l'efficacia degli omega 3 nel protocollo terapeutico

preventivo del paziente post infartuato. Al contrario delle indicazioni terapeutiche,

questo importantissimo studio non ha osservato una riduzione statisticamente

significativa della mortalità in pazienti infartuati trattati per un anno con omega 3.

3. GLI OMEGA 3 E I DISTURBI DELL'UMORE

Curr Opin Investig Drugs. 2008 Jan;9(1):57-64. The role of omega-3 fatty acids in

mood disorders. Stahl LA, Begg DP, Weisinger RS, Sinclair AJ.Com'è ormai noto, gli

omega 3 rientrano nella struttura cellulare cerebrale, modulandone la funzione.

Diversi studi hanno infatti dimostrato come una carenza di EPA e DHA possa essere

associata alla genesi della depressione. Per questo motivo, in letteratura sono

presenti numerosi studi atti a valutare l'efficacia dell'integrazione con omega 3 nel

miglioramento dei disturbi dell'umore. Seppur non vi siano ancora trial clinici di

particolare importanza che permettano di ottenere un dato statisticamente valido, le

prime evidenze suggeriscono un ruolo “antidepressivo”, probabilmente associato

alla riduzione di prostaglandine infiammatorie e al conseguente aumento di fattori

neurotrofici.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA SEACOR capsule molli da 500mg /1000mg di esteri etilici di acidi grassi

polinsaturi, titolati in EPA e DHA almeno all'85% e con rapporto 0.9/1.5: nel

trattamento dell'ipertrigliceridemia il dosaggio consigliato è di 3 capsule molli da 1

grammo al giorno, suddivise in 3 diverse assunzioni. E' opportuno iniziare il

trattamento farmacologico soltanto in caso di fallimento di precedenti strategie

ipolipemizzanti non farmacologiche (adeguato stile di vita e dieta ipolipidica).

Eventuali correzioni del dosaggio dovrebbero essere effettuate dal medico in seguito

ad un'attenta valutazione dello stato di salute e degli obiettivi terapeutici del

paziente. Nella prevenzione primaria del soggetto infartuato si preferisce il dosaggio

giornaliero di 1 grammo.

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AVVERTENZE SEACOR SEACOR, più in generale gli esteri etilici degli acidi grassi polinsaturi, risulta molto

ben tollerato e privo di particolari precauzioni d'uso. Tuttavia, al pari di qualsiasi

altra terapia farmacologica ipolipemizzante, prima e durante l'assunzione è

consigliabile seguire un piano alimentare ipolipidico e sane abitudini di vita.

La somministrazione di questo farmaco in pazienti affetti da patologie emorragiche o

sottoposti a terapia con anticoagulanti, dovrebbe essere supervisionata attentamente

da un medico al fine di evitare l'insorgenza di episodi di sanguinamento.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Seppur non esistano evidenze specifiche e trial clinici a riguardo, l'assunzione di

omega 3 non sembra presentare effetti mutageni e teratogeni sul feto. Nonostante ciò,

sarebbe sempre opportuno consultare il proprio medico ed il proprio ginecologo al

fine di valutare il corretto rapporto tra rischi e benefici.

INTERAZIONI L'elevato profilo di sicurezza degli acidi grassi polinsaturi, che ricordiamo essere

presenti normalmente in natura, riduce al minimo il rischio di interazioni

farmacologiche e non, potenzialmente pericolose per la salute del paziente. In effetti,

gli unici farmaci che – assunti contemporaneamente a SEACOR - potrebbero

compromettere lo stato di salute del paziente, sono gli anticoagulanti, i quali nello

specifico potrebbero favorire la presenza di fenomeni emorragici.

CONTROINDICAZIONI SEACOR SEACOR è controindicato in caso di ipersensibilità ad uno dei suoi componenti.

EFFETTI INDESIDERATI Le reazioni avverse descritte in seguito all'assunzione di SEACOR si limitano alla

comparsa di nausea, vomito e bruciori gastrici. Pertanto, il farmaco sembra essere

molto ben tollerato.

ESAPENT - Esteri etilici di acidi grassi polinsaturi

ESAPENT è un farmaco a base di esteri etilici di acidi grassi polinsaturi (EPA e DHA

non inferiori all'85%).

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Esteri etilici di acidi grassi polinsaturi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

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INDICAZIONI ESAPENT ESAPENT può essere utilizzato come sussidio farmacologico nei pazienti affetti

da ipertrigliceridemia, qualora la terapia non farmacologica (dieta ipolipidica ed

attività fisica) sia risultata insoddisfacente. L'azione pleiotropica degli acidi grassi

polinsaturi permette ad ESAPENT di essere utilizzato anche nei pazienti con

pregressa storia di infarto miocardico, al fine di ridurne la mortalità.

MECCANISMO D'AZIONE ESAPENT Gli esteri etilici degli acidi grassi polinsaturi presenti in ESAPENT vengono assorbiti

efficacemente a livello intestinale, ed immessi nel torrente circolatorio

attraverso lipoproteine note come chilomicroni. Veicolati a queste macromolecole, ed

anche alle VLDL, possono quindi raggiungere i vari distretti periferici rientrando,

sotto forma di fosfolipidi, nella costituzione delle membrane cellulari.

A livello leucocitario ed endoteliale, questi acidi grassi polinsaturi possono

sostituirsi all'acido arachidonico come substrato per enzimi coinvolti nella sintesi di

leucotrieni e prostaglandine, e ridurre la produzione di molecole pro-infiammatorie

ed aggreganti piastrinici, aumentando nel contempo la sintesi di composti ad attività

antitrombotica, antinfiammatoria e vaso-protettiva. A livello epatico, invece, possono

ridurre sensibilmente la sintesi di trigliceridi e colesterolo, riequilibrando i livelli

ematici dei lipidi circolanti. Numerosi altri effetti associati all'assunzione giornaliera

di omega 3, come l'attività antiaritmica, neuroprotettiva e neurotrofica, rimangono in

corso di studio e caratterizzazione.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA LE PROPRIETA' PLEIOTROPICHE DEGLI OMEGA 3

Mini Rev Med Chem. 2009 Pleiotropic, cardioprotective effects of omega-3

polyunsaturated fatty acids.Dimitrow PP, Jawien M.I numerosi effetti benefici

descritti per l'assunzione di omega 3 sono strettamente correlati alle proprietà

pleiotropiche di queste molecole.Oltre all'azione antinfiammatoria, vasoprotettiva,

antiaggregante piastrinica e neuroprotettiva, è stata infatti dimostrata un'attività

antiartmica, garantita dall'azione stabilizzante sulle membrane cellulari dei

miocardiociti, e responsabile in parte della protezione dagli incidenti

cardiovascolari.

OMEGA 3 E INFIAMMAZIONE SISTEMICA

Atherosclerosis. 2009 Jun;204(2):476-82. Anti-inflammatory and cardioprotective

effects of n-3 polyunsaturated fatty acids and plant sterols in hyperlipidemic

individuals. Micallef MA, Garg ML. L'associazione tra acidi grassi polinsaturi della

serie omega 3 e steroli vegetali, somministrati per 3 settimane in pazienti

iperlipidemici, ha garantito una riduzione importante dei più comuni markers di

infiammazione sistemica (PCR, TNF, IL6 e leucotrieni), con una riduzione del rischio

cardiovascolare del 22%.

OMEGA 3 NELLA PRATICA SPORTIVA

J Am Coll Nutr. 2009 Aug; Effect of omega-3 and policosanol supplementation on

attention and reactivity in athletes. Fontani G, Lodi L, Migliorini S, Corradeschi F.

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Gli acidi grassi polinsaturi della serie omega 3 vengono utilizzati ormai da anni

dagli atleti di varie discipline. Visto il ruolo neurotrofico e neuro protettivo di EPA e

DHA, si è pensato di sperimentarne l'uso in karateki professionisti. I risultati,

alquanto incoraggianti, hanno dimostrato come la supplementazione con questi acidi

grassi possa garantire una sensibile riduzione dei tempi di reazione.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA ESAPENT capsule molli da 500mg /1000mg di esteri etilici di acidi grassi

polinsaturi, titolati in EPA e DHA almeno al85% e con rapporto 0.9/1.5: la

somministrazione di ESAPENT in pazienti affetti da ipertrigliceridemia dovrebbe

essere preceduta ed affiancata da interventi non farmacologici mirati (dieta

ipolipidica e sano stile di vita). Il dosaggio standard prevede l'assunzione di una

capsula da 1 grammo 3 volte al giorno, e va eventualmente corretto in base agli

obiettivi terapeutici. Nella prevenzione della mortalità in pazienti con pregresso

infarto del miocardio, la dose suggerita è quella di un grammo al giorno.

AVVERTENZE ESAPENT Gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) presentano un elevato profilo di sicurezza e

poche precauzioni d'uso. La più importante prevede una somministrazione attenta e

supervisionata dal medico, in pazienti affetti da patologie della coagulazione o sotto

terapia farmacologica con anticoagulanti orali, al fine di evitare episodi di

sanguinamento anche gravi.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Contrastanti sono i pareri in letteratura sull'efficacia e la sicurezza degli omega 3 in

gravidanza. Per questo motivo, sarebbe opportuno contattare il proprio medico e il

proprio ginecologo prima di intraprendere o continuare la terapia con ESAPENT ®

durante la gravidanza.

INTERAZIONI Interazioni farmacologiche e non, clinicamente rilevanti, si segnalano soltanto per i

farmaci anticoagulanti orali. Infatti, l'azione terapeutica di questi farmaci potrebbe

essere potenziata da quella antiaggregante piastrinica degli omega 3, esponendo il

paziente a possibili sanguinamenti in caso di lesioni vascolari.

CONTROINDICAZIONI ESAPENT ESAPENT è controindicato in caso di ipersensibilità ad uno dei suoi componenti.

EFFETTI INDESIDERATI Gli effetti collaterali associati alla terapia con ESAPENT sono tutti di modesta entità

e clinicamente poco rilevanti; nausea, diarrea e bruciori gastro-intestinali sono

quelli più frequentemente lamentati dai pazienti.

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VYTORIN - Ezetimibe + Simvastatina

VYTORIN è un farmaco a base di Ezetimibe + Simvastatina

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Ezetimibe + inibitore HMG-CoA

reduttasi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI VYTORIN - EZETIMIBE + SIMVASTATINA VYTORIN è indicato in aggiunta alla terapia dietetica e ad un corretto stile di vita

nel trattamento dell'ipercolesterolemia primaria e della dislipidemia mista, in caso di

insuccesso terapeutico in seguito a somministrazione della sola statina.

VYTORIN è inoltre efficace nel trattamento dell'ipercolesterolemia familiare, sia

nella forma eterozigote che nella variante omozigote.

MECCANISMO D'AZIONE VYTORIN - EZETIMIBE + SIMVASTATINA L'assunzione orale di VYTORIN fornisce in un'unica somministrazione due diversi

principi attivi, con caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche differenti.

Infatti, mentre l'ezetimibe viene assorbita a livello intestinale, glucoronizzata

prevalentemente dal fegato e riversata nell'intestino tenue con tempistiche che si

ottimizzano entro le prime due ore, la simvastatina viene attivata a livello epatico

attraverso un processo di idrolisi che la trasforma nel corrispettivo idrossiacido,

biologicamente attivo, mediamente dopo 4 ore. L'azione terapeutica del VYTORIN è

quindi data dalla somma delle proprietà ipolipemizzanti dei due principi attivi, che

agiscono secondo meccanismi diversi e completanti. Più precisamente, l'ezetimibe-

glucoronide, una volta riversata nell'intestino attraverso la bile, riduce

l'assorbimento del colesterolo “alimentare” inibendo il relativo trasportatore

intestinale; la simvastatina, invece, agisce a livello epatico riducendo l'attività

dell'enzima coinvolto nella sintesi del mevalonato, quindi del colesterolo, e

aumentando l'espressione dei recettori epatici per le LDL.

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Questi effetti biologici si traducono in un miglioramento delle capacità

ipolipemizzanti, in una riduzione più marcata delle concentrazioni ematiche di

colesterolo LDL e trigliceridi, in un aumento della colesterolemia HDL e nella

riduzione del rischio cardiovascolare. La simvastatina, tuttavia, sembra dotata di una

serie di effetti pleiotropici di cui l'ezetimibe è priva; questi effetti potrebbero

sostenere e potenziare l'effetto preventivo del VYTORIN nei confronti delle patologie

cardiovascolari. In entrambi i casi, terminata l'azione terapeutica, seppur con

tempistiche diverse, i principi attivi

vengono eliminati prevalentemente attraverso le feci.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA VYTARIN E COENZIMA Q10

Drug Saf. 2006;29(8):703-12. Effect of ezetimibe and/or simvastatin on coenzyme

Q10 levels in plasma: a randomised trial. Berthold HK, Naini A, Di Mauro S,

Hallikainen M, Gylling H, Krone W, Gouni-Berthold Il calo di coenzima Q10

osservato in seguito a terapia con statine sembra essere uno dei principali indiziati

nell'insorgenza di miopatie e rabdomiolisi. Questo studio ha verificato la

variazione di questo importante cofattore in pazienti sottoposti a terapia con

VYTARIN. La presenza della simvastatina in VYTARIN ha determinato un calo

significativo dei livelli plasmatici di coenzima Q10, non osservato invece nella mono

terapia con ezetimibe. Inoltre, la riduzione delle concentrazioni di questo cofattore

sembra correlata al calo della colesterolemia LDL.

L'EFFICACIA DELLA TERAPIA COMBINATA IN PAZIENTI DIABETICI

Cardiovasc Diabetol. 2010 May 21;9:20. Ezetimibe + simvastatin versus doubling

the dose of simvastatin in high cardiovascular risk diabetics: a multicenter,

randomized trial (the LEAD study). Bardini G, Giorda CB, Pontiroli AE, Le Grazie C,

Rotella CM. La terapia combinata con 10 mg di ezetimibe e 20 mg di simvastatina

per 6 settimane, ha garantito una riduzione del colesterolo LDL di circa il 30%;

questo dato è stato registrato in pazienti diabetici ad alto rischio cardiovascolare

affetti da ipercolesterolemia. I risultati ottenuti con la terapia combinata sono stati

decisamente superiori rispetto a quelli osservati in seguito a monoterapia con sola

simvastatina ad alto dosaggio.

EFFETTI DEL VYTORIN SULLA SALUTE DELLE ARTERIE

Expert Rev Cardiovasc Ther. 2009 Sep;7(9):1057-60. The Vytorin on Carotid-Media

Thickness and Overall Arterial Rigidity (VYCTOR) study. Farmer J. Questo studio ha

permesso di capire come la somministrazione di VYTORIN in pazienti ad alto rischio

cardiovascolare, oltre ad abbassare significativamente il livello di colesterolo LDL,

possa garantire una riduzione dello spessore medio e della rigidità carotidea.

Tuttavia, nonostante i risultati positivi, non si è osservata una diminuzione dei più

comuni markers infiammatori.

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MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA VYTORIN compresse da 10 mg di ezetimibe + 10/20/40/80 mg di simvastatina: il

dosaggio standard utilizzato nel trattamento dell'ipercolesterolemia primitiva è

quello di 10/10 - 10/20 - 10/40, in concomitanza ad una dieta ipolipidica e a sane

abitudini. Il dosaggio 10/80 è consigliato nel trattamento dell'ipercolesterolemia

familiare di tipo omozigote in presenza di forte rischio cardiovascolare.

La diversa formulazione dei dosaggi permette al medico di adattare la terapia a

quelle che sono le esigenze del paziente, tenendo conto che aggiustamenti del

dosaggio dovrebbero realizzarsi solo dopo almeno 4 settimane dall'inizio della

terapia (arco di tempo necessario al raggiungimento del massimo effetto terapeutico

della simvastatina).

AVVERTENZE VYTORIN - EZETIMIBE + SIMVASTATINA L'intervento farmacologico con VYTORIN dovrebbe essere preceduto ed affiancato

da un regime dietetico ipolipidico e da sane abitudini di vita. L'assunzione di questo

farmaco dovrebbe essere preceduta anche da un attento controllo anamnestico e

laboratoristico, utile a verificare la presenza o predisposizione allo sviluppo di

patologie muscolari ed epatiche. Al fine di ridurre il possibile sviluppo di tali

malattie, la terapia con VYTORIN andrebbe sospesa od evitata in caso di: aumento

dei livelli plasmatici di creatinkinasi associato a mialgie, dolori muscolari persistenti

e stanchezza, o aumento dei valori di transaminasi 3 volte superiore

rispetto al range di normalità. Particolare cura, inoltre, dovrebbe essere usata per il

trattamento farmacologico di pazienti affetti da patologie a carico della colecisti o

da malattia interstiziale polmonare. VYTORIN contiene lattosio; pertanto, la

somministrazione di questo medicinale in pazienti affetti da malassorbimento

glucosio/galattosio, o da deficit enzimatico di lattasi, potrebbe causare

sintomatologie gastro-intestinali. Sebbene il farmaco non agisca assolutamente sul

sistema nervoso e sulle capacità di attenzione del paziente, la presenza di effetti

collaterali quali vertigini e capogiri (più frequenti nella fase iniziare del

trattamento), potrebbe rendere pericolosa la guida di autoveicoli e l'utilizzo di

macchinari.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Attualmente non vi sono dati sperimentali e trial clinici che dimostrino la sicurezza di

VYTORIN, assunto in gravidanza, sulla salute della madre e del feto.

Per questo motivo, vista l'importanza dei lipidi durante le fasi di sviluppo embrionale

e fetale,l'assunzione di questo farmaco è sconsigliata durante tutto il periodo di

gravidanza ed allattamento.

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INTERAZIONI Le interazioni farmacologiche più importanti osservate per VYTORIN dipendono

soprattutto dalla presenza di simvastatina e dal suo metabolismo epatico indotto dal

citocromo CYP3A4.Più precisamente, l'assunzione di inibitori del citocromo

CYP3A4, come succo di pompelmo, itraconazolo, ketoconazolo, inibitori della

proteasi dell'HIV, eritromicina, claritromicina, telitromicina e nefazodone, potrebbe

determinare un significativo incremento dell'esposizione al farmaco, aumentando

l'incidenza di effetti collaterali anche gravi. VYTORIN potrebbe inoltre interagire con

farmaci anticoagulanti orali come il warfarin, determinandone un potenziamento

degli effetti terapeutici, con conseguente incremento degli

episodi di sanguinamento. Al fine di evitare i suddetti effetti collaterali, sarebbe

quindi opportuno monitorare il tempo di protrombina ed eventualmente provvedere

all'aggiustamento del dosaggio. La stessa precauzione dovrebbe essere presa in caso

di concomitante assunzione di ciclosporina. Sebbene l'ezetiemibe contenuta in

VYTORIN non sembri essere responsabile di gravi interazioni, è opportuno ricordare

che antiacidi, colestiramina e ciclosporina potrebbero determinare una variazione

dell'esposizione a questo principio attivo. La concomitante somministrazione di

fibrati, per i quali si è osservato un aumento del colesterolo nella bile della colecisti,

è controindicata per il potenziale rischio di colelitiasi,mentre in caso di

contemporanea assunzione di Diltiazem, le dosi massime di VYTORIN non

dovrebbero superare il dosaggio 10/40, al fine di evitare l'incidenza di miopatie e

rabdomiolisi.

CONTROINDICAZIONI VYTORIN - EZETIMIBE + SIMVASTATINA VYTORIN è controindicato in caso di epatopatia e aumento dei valori ematici di

transaminasi, in caso di concomitante somministrazione di farmaci inibitori del

CYP3A4, e di ipersensibilità nei confronti di ezetimibe, simvastatina o uno dei suoi

eccipienti.

EFFETTI INDESIDERATI Gli effetti collaterali associati alla terapia con VYTORIN sembrano rispecchiare

quelle descritti per i due principi attivi assunti singolarmente, con cefalea, capogiri,

vertigini, dolori addominali, meteorismo e mialgia. Particolari categorie di pazienti

a rischio hanno manifestato un più frequente aumento dei valori plasmatici di

transaminasi e creatinkinasi, senza tuttavia una correlata sintomatologia. L'incidenza

di miopatie, rabdomiolisi ed effetti collaterali clinicamente rilevanti è rimasta

pressoché uguale rispetto a quella osservata per i principi attivi somministrati

singolarmente. Sono stati descritti solo rari casi di ipersensibilità al farmaco,

accompagnati da reazioni dermatologiche, angioedema, vasculite, polimialgia,

trombocitopenia ed alterazioni dei parametri ematoclinici.

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ZETIA - Ezetimibe

ZETIA è un farmaco a base di Ezetimibe

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Ezetimibe

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI ZETIA - EZETIMIBE ZETIA è utile nel trattamento dell'ipercolesterolemia primaria, compresa quella

familiare eterozigote, in caso di insuccesso della terapia dietetica e di altre misure

non farmacologiche. Si dovrebbe ricorre all'utilizzo dell'ezetimibe, come scelta

terapeutica farmacologica, in caso di ridotta tolleranza o insuccesso terapeutico

delle statine. La terapia combinata statina - ezetimibe può invece essere utilizzata

con successo in caso di ipercolesterolemia familiare omozigote. ZETIA può essere

utilizzato in aggiunta alla dieta in pazienti con sitosterolemia familiare omozigote.

MECCANISMO D'AZIONE ZETIA - EZETIMIBE L'ezetimibe contenuta in ZETIA , in seguito a somministrazione orale, viene assorbita

rapidamente a livello gastro-intestinale e metabolizzata sia a livello dell'intestino

tenue che a livello epatico in ezetimibe-glucoronide, che preserva la funzionalità

biologica del farmaco. Attraverso un ciclo enteroepatico, il principio attivo viene

escreto per via biliare, raggiungendo nuovamente l'intestino.

Qui a livello dell'orletto a spazzola inibisce il trasportatore per il colesterolo

(NPC1L1), impedendo di fatto l'uptake del colesterolo e degli steroli naturali assunti

con la dieta. Dopo un'emivita di circa 22 ore, sia l'ezetimibe che l'ezetimibe-

glucoronide - che rappresenta oltre l'80% della dose totale di principio attivo -

vengono eliminati prevalentemente attraverso le urine.

La riduzione del colesterolo LDL indotta dalla terapia con ezetimibe starebbe alla

base delle proprietà terapeutiche e preventive nei confronti delle patologie

cardiovascolari, seppur ad oggi manchino ancora dati sperimentali certi che

attestino, per esempio, l'efficacia del farmaco nella riduzione delle placche

aterosclerotiche (importantissimo fattore di rischio).

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STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA L'EFFICACIA DELL'EZETIMIBE

Ann Pharmacother. 2003 Jun;37(6):839-48. Ezetimibe for management of

hypercholesterolemia. Mauro VF, Tuckerman CE. L'ezetimibe, entrata nella comune

pratica clinica soltanto dal 2002, si è dimostrata particolarmente efficace nel

trattamento dell'ipercolesterolemia. Un'attenta disamina della letteratura scientifica

ha consentito di osservare come questo farmaco possa da solo ridurre i livelli

plasmatici di colesterolo LDL di circa il 18%, di trigliceridi del 5% ed aumentare il

colesterolo HDL approssimativamente del 3%. Molto interessante è invece l'azione di

potenziamento sull'efficacia delle statine, tanto da aumentarne l'effetto

ipocolesterolemizzante di circa il 15 - 20 %.

2. EFFICACIA DISCUSSA DELL'EZETIMIBE NELLA PREVENZIONE DELLE

PATOLOGIE

CARDIOVASCOLARI

Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2010 Jun 2. [Epub ahead of print] The role of ezetimibe

in the prevention of cardiovascular disease: Where do we stand after ARBITER 6-

HALTS. Howard WJ. Nonostante l'effetto ipolipemizzante dell'ezetimibe sia noto e

ben assodato, sembra ancora poco chiaro il suo potenziale effetto protettivo nei

confronti delle patologie cardiovascolari. Sembra infatti che l'ezetimibe possa

sostenere questo effetto protettivo esclusivamente quando somministrato in terapia

combinata con statine o con farmaci in grado di promuovere un maggior incremento

del colesterolo HDL.

3. L'ASSENZA DI EFFETTI PLEIOTROPICI DELL'EZETIMIBE

Eur J Pharmacol. 2010 May 10;633(1-3):62-70. Epub 2010 Feb 10. Pleiotropic

effects of ezetimibe: do they really exist? Kalogirou M, Tsimihodimos V, Elisaf M.

La maggior parte dei farmaci ipolipemizzanti (come statine, fibrati etc.) è

caratterizzata dalla presenza di effetti secondari diversi dal semplice effetto

ipolipemizzante, che spesso contribuiscono in maniera rilevante alla riduzione del

rischio cardiovascolare. L'ezetimibe, purtroppo, sembra esser provvisto

esclusivamente di un effetto metabolico ipocolesterolemizzante, che da solo non

sembra proteggere in maniera significativa dalle patologie cardiovascolari.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA ZETIA compresse da 10mg di ezetimibe: il trattamento iniziale prevede la

somministrazione di una compressa al giorno, assunta con acqua indipendentemente

dai pasti (che non sembrano influenzare le normali proprietà farmacocinetiche del

principio attivo). Come per tutte le terapie ipolipemizzanti, è bene iniziare il

protocollo terapeutico associandolo ad un regime dietetico ipolipidico, ed optare per

la terapia farmacologica solo in caso di insuccesso del trattamento comportamentale

(dieta e attività fisica). Quando somministrato in concomitanza con statine, potrebbe

essere necessario aggiustare il dosaggio di ZETIA.

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AVVERTENZE ZETIA - EZETIMIBE Prima di iniziare il trattamento farmacologico, è opportuno seguire per almeno 12

settimane delle sane abitudini di vita ed una dieta ipolipidica. Qualora i risultati

ottenuti fossero poco soddisfacenti e lontani dal target terapeutico, è pienamente

giustificato il ricorso all'utilizzo del farmaco. Prima e durante il trattamento con

ZETIA, soprattutto quando associato a statine, è opportuno monitorare i livelli

ematici di transaminasi, al fine di ridurre eventuali rischi di epatopatie. Allo stesso

tempo, si rende necessario il controllo delle concentrazioni plasmatiche di

creatinfosfochinasi, al fine di ridurre eventuali processi patologici a carico del

muscolo scheletrico. La terapia combinata andrebbe quindi sospesa in caso di

aumento delle transaminasi di almeno 3 volte il range di normalità, o in caso di

incremento dei livelli plasmatici di creatinfosfochinasi accompagnati da dolore

muscolare, mialgie diffuse, stanchezza ed affaticamento. ZETIA, inoltre, dovrebbe

essere somministrato con particolare cautela in caso di ridotta funzionalità renale e

di patologie a carico della colecisti e delle vie biliari (come la colelitiasi).Tra gli

eccipienti di ZETIA è presente il lattosio, potenzialmente responsabile di reazioni

avverse a livello gastro-intestinale in pazienti affetti da sindrome da malassorbimento

glucosio/galattosio, e in caso di deficit enzimatico di lattasi.

Sebbene il farmaco non sembri direttamente in grado di alterare le normali capacità

reattive e percettive del paziente, effetti collaterali quali capogiri e vertigini

potrebbero rendere pericoloso l'utilizzo di macchinari o la guida di autoveicoli.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

La sperimentazione clinica riguardante l'uso di ezetimibe in gravidanza e

allattamento è inesistente, mentre studi condotti su animali hanno dimostrato

l'assenza di effetti tossici o mutageni sul feto. Pertanto, è preferibile evitare

l'assunzione di questo farmaco durante l'intero periodo di gravidanza e la successiva

fase di allattamento.

INTERAZIONI L'assenza di un metabolismo epatico coinvolgente il citocromo P450 consente

all'ezetimibe di ridurre significativamente tutte le possibili interazioni

farmacologiche, alcune delle quali potenzialmente pericolose. Infatti l'ezetemibe non

sembra alterare le proprietà farmacocinetiche e funzionali degli anticoagulanti orali,

mantenendo inalterato il tempo di protrombina. Tuttavia, il concomitante utilizzo di

fibrati, in seguito ad un'aumentata secrezione di colesterolo nella bile, potrebbe

determinare un aumento del rischio di colelitiasi, il che giustificherebbe la

sospensione della terapia. Antiacidi e colestiramina sembrano ridurre il tasso di

assorbimento dell'ezetemibe, mentre la ciclosporina determinerebbe un significativo

aumento dell'esposizione al farmaco; in questi casi sarebbe quindi opportuno

somministrare ZETIA con grande cautela, adeguandone eventualmente il dosaggio.

Molto importante è la sinergia terapeutica osservata con le statine, tanto che questa

terapia combinata viene utilizzata con grande successo nella comune pratica clinica.

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CONTROINDICAZIONI ZETIA - EZETIMIBE ZETIA è controindicato in caso di epatopatie o di elevati valori di transaminasi

ematiche, nonché in presenza di ipersensibilità verso uno dei suoi componenti.

EFFETTI INDESIDERATI Sebbene gli effetti collaterali sembrino transitori e clinicamente poco rilevanti, è

opportuno ribadire che la loro incidenza tende ad aumentare quando l'ezetimibe

viene somministrato in concomitanza ad una statina. Le reazioni avverse più

osservate comprendono cefalea, mialgia, dolore addominale, diarrea

stanchezza persistente, talvolta accompagnate da un aumento dei valori ematici delle

transaminasi, specie se ZETIA viene associato a statine. Altri effetti collaterali più

gravi, come dispnea, miopatie, ipersensibilità ed astenia, appaiono statisticamente

poco significativi.

CRESTOR - Rosuvastatina

CRESTOR è un farmaco a base di rosuvastatina sale di calcio

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Inibitore della HMG-CoA reduttasi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI CRESTOR ® - ROSUVASTATINA CRESTOR è indicato nel trattamento dell'ipercolesterolemia primaria, della

dislipidemia mista e dell'ipercolesterolemia familiare eterozigote, ogniqualvolta la

terapia dietetica ed altri trattamenti non farmacologici - come esercizio fisico

controllato e calo ponderale - non producono risultati soddisfacenti. Ad ogni modo,

anche durante la terapia con CRESTOR è opportuno mantenere un corretto stile di

vita, atto a migliorare il profilo lipidemico del paziente. CRESTOR può essere

utilizzato nei casi più gravi e rari di ipercolesterolemia, ad esempio la

forma familiare omozigote, sempre come coadiuvante di una dieta adeguata e

comunque associato ad altri trattamenti ipolipemizzanti.

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MECCANISMO D'AZIONE CRESTOR - ROSUVASTATINA La rosuvastatina assunta per os viene assorbita nel tratto gastro-enterico,

raggiungendo il picco plasmatico dopo 5 ore dalla sua somministrazione orale.

Legata alle proteine plasmatiche,prevalentemente all'albumina, raggiunge in grandi

quantità il fegato, dove espleta parte della sua funzione biologica. Gli effetti

terapeutici di questo principio attivo si devono infatti a diverse azioni biologiche,

così riassumibili:

1. Inibizione dell'enzima HMG-CoA reduttasi necessario alla sintesi del mevalonato

(tappa enzimatica irreversibile e decisiva per la sintesi del colesterolo)

2. Aumento del numero di recettori epatici per le LDL sugli epatociti (garantisce un

miglior turn-over di queste lipoproteine);

3. Riduzione della sintesi epatica di VLDL, precorritrici delle LDL. Tutti questi

meccanismi si concretizzano nella riduzione dei valori plasmatici di colesterolo

totale, di colesterolo LDL e di trigliceridi, apprezzabili entro una settimana

dall'inizio del trattamento e massimi alla quarta, dopo la quale rimangono costanti

per tutta la terapia. Terminata la sua azione terapeutica (emivita 19 ore), la

rosuvastatina viene eliminata prevalentemente non modificata con le feci, e in piccola

parte tramite le urine, sebbene una minima percentuale venga metabolizzata a livello

epatico in metaboliti inattivi come il lattone. L'importanza della terapia

ipolipemizzante si deve soprattutto all'azione terapeutica nei confronti delle

patologie cardiovascolari associate all'aterosclerosi (eventi ischemici

cardiovascolari, infarto del miocardio, ictus cerebrale e morte).

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA Am J Cardiol. 2003 Jul 15;92(2):152-60. Comparison of the efficacy and safety of

rosuvastatin versus atorvastatin, simvastatin, and pravastatin across doses

(STELLAR* Trial). Jones PH, Davidson MH, Stein EA, Bays HE, McKenney JM,

Miller E, Cain VA, Blasetto JW;STELLAR Study Group.In questo studio è stata

valutata l'efficacia di varie dosi di rosuvastatina nel trattamento per 6 settimane di

pazienti affetti da ipercolesterolemia, con livelli plasmatici di colesterolo LDL

compresi tra i 160 ed i 250 mg/dL. La terapia con rosuvastatina ha garantito il

raggiungimento del target terapeutico (colesterolo LDL inferiore a 100mg) in più

dell'80% dei pazienti trattati. Percentuali decisamente inferiori si sono registrate

durante il raffronto con altre statine. Inoltre, il calo medio di colesterolo LDL

ottenuto con rosuvastatina è risultato maggiore di almeno il 10% rispetto a quello

ottenuto con altri farmaci.

ROSUVASTATINA E COENZIMA Q 10

J Am Coll Cardiol. 2010 Oct 5;56(15):1196-204. Coenzyme Q10, rosuvastatin, and

clinical outcomes in heart failure: a pre-specified substudy of CORONA (controlled

rosuvastatin multinational study in heart failure). McMurray JJ, Dunselman P, Wedel

H, Cleland JG, Lindberg M, Hjalmarson A, Kjekshus J,Waagstein F, Apetrei E,

Barrios V, Böhm M, Kamenský G, Komajda M, Mareev V, Wikstrand J;CORONA

Study Group. E' noto come la catena isoprenilica del coenzima Q10 venga

sintetizzata da un precursore, il mevalonato, condiviso con il metabolismo del

colesterolo ed inibito dall'utilizzo delle statine. Diversi esperti in tutto il mondo

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sostengono che il deficit di coenzima Q10 che si osserva nei pazienti sottoposti a

terapia con statine a lungo termine, possa esser in parte responsabile delle

miopatie e della rabdomiolisi associate a questo tipo di trattamento (ipotizzando il

ruolo pro energetico ed antiossidante del coenzima Q10 nel metabolismo

mitocondriale). Questo studio di rilevante importanza mostra come la rosuvastatina

possa determinare un decremento significativo dei livelli di coenzima Q10, senza per

questo incidere sull'esordio di reazioni collaterali.

L'EFFICACIA DELLA ROSUVASTATINA NELLA PREVENZIONE DEL RISCHIO

CARDIOVASCOLARE

Eur Heart J. 2010 Oct 22. [Epub ahead of print] Rosuvastatin for primary prevention

in patients with European systematic coronary risk evaluation risk >=5% or

Framingham risk >20%: post hoc analyses of the JUPITER trial requested by

European health authorities. Koenig W, Ridker PM. Questo importantissimo studio

europeo - condotto su quasi 18.000 pazienti affetti da elevato rischio cardiovascolare

(monitorato anche con il dosaggio plasmatico della proteina c reattiva) e livelli di

colesterolo LDL non patologici - mostra come la somministrazione di rosuvastatina

abbia garantito un dimezzamento degli incidenti cardiovascolari (infarto, ictus e

morte) anche per pazienti con livelli di colesterolo LDL tali da non giustificare la

prescrizione del farmaco.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA CRESTOR compresse da 5/10/20/40mg di rosuvastatina sale di calcio la

formulazione del dosaggio dovrebbe tener conto dei livelli di colesterolo totale,

colesterolo LDL, colesterolo HDL e soprattutto del rischio cardiovascolare

complessivo, quindi associato anche ad altri fattori, come obesità, patologie

metaboliche (diabete), ipertensione e familiarità per le malattie cardiovascolari.

Le linee guida consigliano l'assunzione, nella fase iniziale di trattamento, di 5/10 mg

di rosuvastatina una volta al giorno, abbinata ad una dieta ipolipidica e ad uno stile

di vita corretto. Il dosaggio può essere incrementato fino a 20mg dopo quattro

settimane di trattamento, periodo nel quale il piano terapeutico raggiunge la

massima efficacia. Dosi superiori ai 20 mg possono essere utilizzate in pazienti con

ipercolesterolemia grave e affetti da alto rischio cardiovascolare, ma solo sotto

stretto controllo specialistico, dal momento che l'incidenza di eventi avversi aumenta

significativamente a queste dosi. Simili dosaggi non dovrebbero essere somministrati

a pazienti con insufficienza renale, anche di moderata entità.

AVVERTENZE CRESTOR - ROSUVASTATINA Nei casi di ipercolesterolemia primaria, si dovrebbe ricorrere alla somministrazione

di CRESTOR solo in caso di fallimento di una precedente terapia dietetica protratta

per almeno 12 settimane. Durante tutto il piano terapeutico sarebbe comunque

necessario mantenere uno stile di vita corretto ed una dieta adeguata.

Dosaggi superiori ai 20 mg, più precisamente dosi terapeutiche di 40 mg, sono state

associate ad un aumento del lavoro renale, pertanto durante terapia con CRESTOR

® ad alte dosi sarebbe opportuno monitorare la funzionalità renale, al fine di evitare

eventuali danni. Allo stesso modo,dovrebbero esser monitorati i livelli plasmatici di

creatinkinasi (marker di danno muscolare), in quanto dosi di rosuvastatina superiori

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ai 20 mg/die potrebbero compromettere l'integrità muscolare con mialgia, miopatie e

raramente anche rabdomiolisi. Inoltre, sia prima che durante il periodo di

trattamento, sarebbe necessario monitorare i marker

di funzionalità epatica, soprattutto in alcuni pazienti a rischio (bevitori di alcolici e

pazienti con pregressa malattia epatica), al fine di evitare un'alterazione delle

normali proprietà farmacocinetiche, con potenziamento degli effetti collaterali.

In pazienti anziani e giapponesi, per i quali l'esposizione al farmaco è decisamente

maggiore, si dovrebbero utilizzare dosi terapeutiche non superiori ai 5 mg.

CRESTOR trai suoi eccipienti contiene lattosio, quindi se ne sconsiglia l'assunzione

in caso di intolleranza al lattosio/galattosio o in caso di deficit enzimatico di lattasi.

Noto il meccanismo d'azione di CRESTOR , e l'assenza in letteratura di evidenze

scientifiche, è possibile escludere eventi avversi in grado di ridurre le capacità

percettive e reattive del paziente, e rendere pericoloso l'uso di macchinari e la guida

di autoveicoli.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

La somministrazione di CRESTOR è severamente controindicata in gravidanza, vista

l'importanza del colesterolo nel normale sviluppo embrionale e fetale; pertanto, in

caso di terapia con statine, sarebbe opportuno assumere idonee misure

contraccettive. Non esistono dati clinici riguardanti gli effetti delle statine secrete nel

latte materno sulla salute del neonato; pertanto si consiglia di evitare l'allattamento

al seno durante la terapia con questi farmaci.

INTERAZIONI Aumento delle concentrazioni plasmatiche di rosuvastatina possono realizzarsi in

seguito alla concomitante assunzione di:

1. Ciclosporina;

2. Warfarin ed antagonisti della vitamina K;

3. Fibrati e sostanze ad azione ipolipemizzante;

4. Inibitori dell'enzima epatico CYP3A4 (itraconazolo), deputato al metabolismo

della rosuvastatina (registrati aumenti clinicamente non rilevanti).In questi casi

sarebbe opportuno rivedere i dosaggi di CRESTOR , al fine di evitare la comparsa di

effetti collaterali. Un calo delle concentrazioni di rosuvastatina si è osservato

durante la somministrazione di:

1. Antiacidi;

2. Eritromicina;

CRESTOR , inoltre, è in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche di

contraccettivi orali, richiedendo quindi un ulteriore adeguamento del dosaggio di

questi farmaci. Un aumento del rischio di miopatia si è osservato in caso di

concomitante somministrazione di CRESTOR con altri inibitori delle HMG-GoA

reduttasi (incluso il riso rosso fermentato) e fibrati, soprattutto a dosi superiori ai

20mg di rosuvastatina.

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CONTROINDICAZIONI CRESTOR - ROSUVASTATINA CRESTOR è controindicato in caso di ridotta funzionalità epatica, di insufficienza

renale di grave entità, di miopatie e condizioni predisponenti a patologie del muscolo

scheletrico, di concomitante assunzione di ciclosporine e di ipersensibilità verso uno

dei suoi componenti. Dosi pari a 40mg di rosuvastatina sono controindicate in

pazienti con insufficienza epatica anche di modesta gravità, con familiarità o storia

di pregressa malattia muscolare (soprattutto in associazione con altri

ipolipemizzanti) ed in pazienti giapponesi, per i quali vi è una maggior esposizione al

farmaco.

EFFETTI INDESIDERATI Gli effetti indesiderati associati alla terapia con CRESTOR sono generalmente ben

tollerati, di lieve entità e limitati al periodo di trattamento. Più precisamente, tra gli

effetti collaterali più comuni rientrano: mal di testa, vertigini, stipsi, nausea, dolore

addominale, mialgia ed astenia. A dosi superiori ai 20 mg si sono osservate miopatie,

aumento plasmatico di creatinkinasi, proteinuria e aumento delle transaminasi, indici

rispettivamente di sofferenza muscolare,renale ed epatica.

In ogni caso la sintomatologia è prontamente regredita una volta sospesa o

riadattata la terapia farmacologica.

LESCOL - Fluvastatina

LESCOL è un farmaco a base di fluvastatina (sale monosodico)

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Inibitore della HMG-CoA reduttasi

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI LESCOL - FLUVASTATINA LESCOL è utilizzato come sussidio farmacologico per il trattamento

dell'ipercolesterolemia primaria e della dislipidemia mista, per ridurre i livelli

ematici di colesterolo totale, colesterolo LDL, trigliceridi ed apo lipoproteina B.

Questo tipo di intervento è particolarmente indicato in soggetti ad alto rischio

cardiovascolare e non responsivi alla terapia dietetica o ad altre misure non

farmacologiche.

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MECCANISMO D'AZIONE LESCOL - FLUVASTATINA La fluvastatina, assunta per os, viene assorbita quasi completamente a livello del

tratto gastrointestinale,ma raggiunge concentrazioni plasmatiche utili pari al 24%

della dose totale assunta. Legato alle proteine plasmatiche, il principio attivo del

Lescol raggiunge il fegato, dove esercita il suo principale effetto. A livello degli

epatociti, infatti, la fluvastatina è in grado di legare ed inibire l'enzima HMG-CoA

reduttasi, necessario alla sintesi dell'acido mevalonico, precursore del colesterolo.

La ridotta sintesi di colesterolo epatico induce un over espressione di recettori per le

LDL, garantendo quindi una duplice azione ipocolesterolemizzante, esercitata da

un lato dalla ridotta sintesi di questo sterolo e dall'altro dall'aumentato uptake

epatico. Terminata la sua azione biologica (emivita intorno alle 2,5 ore), la

fluvastatina viene metabolizzata da diverse isoforme di citocromi epatici in metaboliti

inattivi, ed eliminata per oltre il 90% attraverso le feci, e per la restante parte tramite

le urine. L'importanza terapeutica del LESCOL si deve alla ben dimostrata

associazione tra elevati livelli di colesterolo LDL e trigliceridi nel sangue, ed eventi

cardiovascolari di varia natura, anche di grave entità, e all'effetto preventivo che la

diminuzione dei suddetti valori esplica sull'incidenza

di numerose malattie cardiovascolari.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA 1 . L'EFFICACIA DELLA FLUVASTATINA

Am J Cardiol. 1.995 13 luglio, 76 (2): 71A-75A. Fluvastatina in ipercolesterolemia

grave: analisi di un database degli studi clinici. Peters TK. L'efficacia della

fluvastatina è stata documentata in letteratura da ormai oltre 25 anni. Questo

studio rappresenta una pietra miliare nella valutazione dell'efficacia della

fluvastatina nel trattamento dell'ipercolesterolemia primaria e dell'ipercolesterolemia

familiare eterozigote, in pazienti con valori di colesterolo LDL superiori a 190

mg/dL. Il trattamento per almeno 12 settimane con fluvastatina a 40mg/die, ha

garantito una riduzione dei livelli di colesterolo LDL superiore al 25 %.

2. L'EFFICACIA DELLA FLUVASTATINA IN PAZIENTI IPERTESI

J Hum Hypertens. 2010 Sep 9.Effects of fluvastatin on insulin resistance and cardiac

morphology in hypertensive patients.Teixeira AA, Buffani A, Tavares A, Ribeiro AB,

Zanella MT, Kohlmann O Jr, Batista MC. E' noto come l'ipertensione possa

associarsi ad un aumento del rischio cardiovascolare, anche in assenza di elevati

livelli di colesterolo LDL. Lo studio in questione mostra come la somministrazione di

fluvastatina possa garantire una significativa riduzione della pressione sistolica,

della massa ventricolare sinistra, dell'insulino resistenza e degli indici di rischio

cardiovascolare, anche in pazienti non affetti da ipercolesterolemia. Questi dati

sostengono l'efficacia pleiotropica del LESCOL e degli altri farmaci a base di

Fluvastatina.

3. LA FLUVASTATINA NELLA PROTEZIONE DA ATEROSCLEROSI

Atherosclerosis. 2010 Aug 19. Fluvastatin protects vascular smooth muscle cells

against oxidative stress through the Nrf2-dependent antioxidant pathway. Makabe S,

Takahashi Y, Watanabe H, Murakami M, Ohba T, Ito H. Ormai noti sono gli effetti

metabolici delle statine, in particolare della fluvastatina, mentre non ancora del tutto

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chiare sono le sue funzioni pleiotropiche. Questo modello cellulare di studio, mostra

infatti come la fluvastatina possa contribuire a salvaguardare l'integrità delle cellule

muscolari lisce dei vasi sanguigni, proteggendole dallo stress ossidativo grazie alla

genesi di fattori coinvolti nella risposta antiossidante.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA LESCOL capsule da 20/40mg di fluvastatina oppure LESCOL compresse a rilascio

prolungato da 80 mg di fluvstatina come detto in apertura, la somministrazione di

questo farmaco per il trattamento dell'ipercolesterolemia primaria dovrebbe esser

presa in considerazione solo dopo aver eseguito una dieta ipolipidica per almeno 3

mesi, accompagnata da un miglioramento dello stile di vita.

Il dosaggio corretto di LESCOL dovrebbe essere formulato dal medico dopo

un'attenta valutazione del quadro clinico del paziente e degli obiettivi da

raggiungere, provvedendo, in caso di ridotta efficacia del trattamento, ad un aumento

del dosaggio fino ad 80mg, comunque non prima di quattro settimane dall'inizio

della terapia. Allo stesso modo, raggiunto lo standard terapeutico, si potrebbe

provvedere ad un ulteriore aggiustamento del dosaggio. L'assunzione di LESCOL in

compresse a rilascio prolungato garantisce una riduzione della

velocità di assorbimento della fluvastatina di circa il 60%, aumentandone la

persistenza nel torrente circolatorio di circa 4 ore. In entrambi i casi il farmaco

dovrebbe essere assunto in unica dose, con un bicchiere di acqua, anche la sera

prima di coricarsi.

AVVERTENZE LESCOL - FLUVASTATINA Prima di iniziare il trattamento farmacologico con LESCOL è particolarmente

indicato sottoporsi ad un regime dietetico ipolipidico e ad un attività fisica

controllata per almeno 12 settimane. Queste accortezze dovrebbero poi essere

mantenute anche durante tutto l'intervento farmacologico.

Visto il metabolismo epatico della fluvastatina, questo principio attivo andrebbe

somministrato con estrema cautela in tutti i pazienti affetti da patologie epatiche o

con pregressa storia di epatopatie, monitorando costantemente i parametri di

funzionalità epatica (transaminasi), ed eventualmente sospendendo la terapia quando

raggiungono valori 3 volte superiori rispetto al range di normalità. Prima del

trattamento con LESCOL , in pazienti affetti da alterazioni dell'equilibrio ormonale o

con precedente storia di miopatie o affezioni del tessuto muscolare scheletrico,

sarebbe necessario controllare i livelli plasmatici di creatinkinasi, e monitorarli

durante tutto il trattamento, vista l'incidenza di miopatie e rabdomiolisi in pazienti

trattati con statine. Per lo stesso motivo, anche in soggetti non predisposti a queste

patologie, sarebbe opportuno indagare la presenza di dolori muscolari o

affaticamento cronico durante tutto il periodo di trattamento con fluvastatina.

L'assenza di studi relativi all'utilizzo di questo principio attivo in individui al di sotto

dei 18 anni o in pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote, non

permette l'estensione dell'indicazione terapeutica a questi gruppi. Nonostante tra gli

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effetti collaterali siano descritti casi di vertigine, la fluvastatina non dovrebbe

alterare le normali capacità di guida o di uso di macchinari.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

L'assunzione di LESCOL durante il periodo di gravidanza è fortemente sconsigliata,

vista l'importanza del colesterolo nel corretto sviluppo embrionale e fetale. L'assenza

di studi in letteratura che mostrino gli effetti delle statine sulla salute del neonato,

suggeriscono di sospendere l'allattamento al seno durante la terapia farmacologica

con LESCOL.

INTERAZIONI Visto il metabolismo epatico della fluvastatina, mediato da numerose isoforme

enzimatiche degli enzimi citocromiali, è difficile che la concomitante

somministrazione di altri farmaci possa incidere significativamente sulle proprietà

farmacocinetiche di questo principio attivo. La dimostrazione è data dall'assenza di

variazioni clinicamente rilevanti della fluvastatina ematica in seguito alla

somministrazione di inibitori del citocromo 3A4, come eritromicina o itraconazolo.

Al contrario, la concomitante somministrazione di rifampicina su volontari sani ha

determinato una riduzione del 50% della biodisponibilità di fluvastatina, esigendo

quindi un aggiustamento del dosaggio. Altre variazioni clinicamente non rilevanti,

per le quali non è generalmente necessario un adeguamento della terapia, si sono

osservate in seguito alla somministrazione di antiacidi ed anticoagulanti come

warfarin. In quest'ultimo caso è necessario monitorare il tempo di protrombina al

fine di evitare episodi di sanguinamento, che raramente sono stati osservati.

CONTROINDICAZIONI LESCOL- FLUVASTATINA LESCOL è controindicato durante il periodo di gravidanza ed allattamento, in caso

di ipersensibilità verso uno dei suoi componenti ed in caso di alterazioni significative

della funzionalità epatica.

EFFETTI INDESIDERATI Le reazioni avverse descritte in seguito alla somministrazione di LESCOL si sono

rilevate, nella maggior parte dei casi, clinicamente non significative e transitorie. Gli

effetti più comunemente osservati sono stati dolori addominali, dispepsia, cefalea,

insonnia e vertigini. Decisamente più rare sono state le reazioni di ipersensibilità,

prevalentemente a carattere dermatologico (rush ed eritemi) o edematoso, e le azioni

dannose sul tessuto muscolare (mialgia, miopatia, rabdomiolisi) ed epatico. In ogni

caso tutti i suddetti effetti collaterali si sono rapidamente risolti con la sospensione

della terapia.

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OLBETAM- Acipimox

OLBETAM è un farmaco a base di Acipimox

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Analogo sintetico dell'acido nicotinico

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI OLBETAM - ACIPIMOX OLBETAM è indicato nel trattamento delle dislipidemie primitive e secondarie

caratterizzate da elevati livelli ematici di trigliceridi e colesterolo.

OLBETAM dovrebbe essere preceduto ed abbinato ad interventi terapeutici non

farmacologici, come dieta ipolipidica e sano stile di vita.

MECCANISMO D'AZIONE OLBETAM - ACIPIMOX Acipimox è un analogo sintetico dell'acido nicotinico (vitamina B3), con il quale

condivide anche il meccanismo d'azione. Assunto per via orale, viene rapidamente ed

efficacemente assorbito nel tratto gastrointestinale, raggiungendo concentrazioni

plasmatiche massime a distanza di due ore dall'ingestione. Attraverso il torrente

circolatorio, scorporato dal legame con le proteine plasmatiche, Acipimox può

raggiungere il tessuto adiposo, dove impedisce la liberazione di acidi grassi liberi.

L'inibizione della lipolisi diminuisce il flusso entrante di acidi grassi a livello

epatico, con riduzione del substrato necessario alla sintesi di trigliceridi. Tale evento

si concretizza in un minor rilascio di VLDL. Gli effetti appena descritti si traducono

in una significativa riduzione delle concentrazioni plasmatiche di trigliceridi, VLDL

e colesterolo LDL. Inoltre, OLBETAM sembra in grado di incrementare la

colesterolemia HDL. In seguito ad un'emivita piuttosto breve, stimata intorno alle 2

ore, oltre il 90% del principio attivo assunto oralmente viene riscontrato nelle urine.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA DIFFERENZE TRA ACIPIMOX E ACIDO NICOTINICO

Br J Clin Pharmacol. 1992 Apr;33(4):451-3.A comparison of acipimox and nicotinic

acid in type 2b hyperlipidaemia.O'Kane MJ, Trinick TR, Tynan MB, Trimble ER,

Nicholls DP.Nonostante Acipimox condivida con l'acido nicotinico la medesima

natura chimica e il medesimo meccanismo d'azione, i risultati osservati in seguito a

trattamento con entrambi i principi attivi -in pazienti con iperlipidemia di tipo 2b -

sono stati decisamente differenti. Il gruppo trattato con acipimox ha infatti

conseguito risultati decisamente più importanti in termini di azione ipolipemizzante,

per giunta senza lamentare gli effetti collaterali osservati nel gruppo trattato con

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acido nicotinico (pirosi e rash cutanei).

L'EFFICACIA DI ACIPRIMOX NELLE IPERLIPIDEMIE PRIMARIE

Rev Med Chil. 1991 Oct;119(10):1140-6.Acipimox in primary hyperlipidemias: safety

and efficacy evaluated in six months Davidoff P, Ruiz F, Varas MA, García de los Ríos

M, Silva MA, González G, Tapia JC. Studio datato che mostra l'efficacia della terapia

con acipimox a 750 mg/die protratta per 60 giorni in pazienti iperlipidemici. I

risultati registrati, molto incoraggianti, mostrano una riduzione

dei livelli di colesterolo totale dal 10 al 23%, dei trigliceridi del 50%, ed un aumento

del colesterolo HDL dal 9 al 20%. Una variabilità importante nell'efficacia del

trattamento si è osservata tra i diversi gruppi di iperlipidemia.

GLI EFFETTI DELL'ACIPIMOX SUL METABOLISMO DEL GLUCOSIO

Acta Diabetol. 1994 Apr;31(1):6-13. The effect of an antilipolytic agent (acipimox)

on the insulin resistance of lipid and glucose metabolism in hypertriglyceridaemic

patients. Saloranta C, Groop L, Ekstrand A, Franssila-Kallunki A, Taskinen MR.

E' noto come l'elevata concentrazione di acidi grassi nel sangue possa ridurre

significativamente la sensibilità all'insulina, tanto che spesso l'ipertrigliceridemia è

associata ad insulino resistenza. Acipimox, riducendo la lipolisi, di conseguenza i

livelli di acidi grassi nel sangue, sembra poter migliorare l'utilizzo periferico del

glucosio.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA OLBETAM capsule da 250 mg di Acipimox: il dosaggio suggerito è di 2-3 capsule al

giorno,suddivise in altrettante assunzioni. La scelta del corretto dosaggio dovrebbe

essere effettuata dal medico in base alla storia clinica del paziente, alla gravità della

patologia in atto e agli obiettivi da raggiungere.

Un adeguamento della dose sarebbe inoltre necessario in caso di ridotta funzionalità

renale.

AVVERTENZE OLBETAM - ACIPIMOX Prima di iniziare il trattamento con OLBETAM, sarebbe opportuno seguire un piano

dietetico ipolipidico ed un corretto stile di vita. In caso di necessità terapeutica

farmacologica,l'assunzione di acipimox dovrebbe comunque continuare ad associarsi

alle suddette strategie non farmacologiche. Prima e durante il trattamento con

OLBETAM ® , soprattutto se protratto per periodi prolungati,sarebbe opportuno

controllare la funzionalità renale, epatica e l'assetto lipidemico. Sarebbe quindi

necessario provvedere all'adeguamento del dosaggio in caso di ridotta funzionalità

renale, sospendendo la terapia quando i livelli di clearance della creatinina

scendono al di sotto dei 30ml/min.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

L'assenza di studi relativi alla sicurezza dell'acipimox sulla salute del feto, del

neonato e della donna in gravidanza, non permette di formulare alcun tipo di

giudizio. Pertanto l'assunzione di OLBETAM è sconsigliata durante l'intero periodo

di gravidanza e allattamento.

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INTERAZIONI Al momento, non sono note interazioni con altri farmaci o molecole in grado di

variare significativamente le proprietà terapeutiche e farmaco cinetiche

dell'acipimox.

CONTROINDICAZIONI OLBETAM - ACIPIMOX OLBETAM è controindicato in pazienti con ulcera peptica e in caso di ipersensibilità

verso uno dei suoi componenti.

EFFETTI INDESIDERATI Sia la sperimentazione clinica che il riscontro post-marketing non hanno registrato

eventi avversi clinicamente significativi, propendendo per la buona tollerabilità del

farmaco. Tuttavia OLBETAM, soprattutto durante la prima fase di trattamento, può

determinare arrossamento, sensazione di calore e prurito. Questi sintomi, dovuti al

suo effetto vasodilatatore, tendono a scomparire con il proseguo della terapia.

Raramente sono stati descritti casi di pirosi gastrica, cefalea ed astenia, comunque

non così gravi da richiedere la sospensione del trattamento con OLBETAM. In caso

di manifeste reazioni di ipersensibilità al farmaco (orticaria, edema,

rush, ipotensione etc.) è necessario sospendere immediatamente la terapia.

TREDAPTIVE - Acido nicotinico e laropiprant

TREDAPTIVE è un farmaco a base di Acido nicotinico e laropiprant.

GRUPPO TERAPEUTICO: Ipolipemizzanti - Analogo sintetico dell'acido nicotinico

INDICAZIONI

MECCANISMO D'AZIONE

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

MODALITA' D'USO e POSOLOGIA

AVVERTENZE GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO

INTERAZIONI

CONTROINDICAZIONI

EFFETTI INDESIDERATI

INDICAZIONI TREDAPTIVE - ACIDO NICOTINICO E LAROPIPRANT TREDAPTIVE è utilizzato nel trattamento della dislipidemia mista, caratterizzata da

alti livelli di trigliceridi e colesterolo LDL, e nel trattamento dell'ipercolesterolemia

familiare eterozigote. TREDAPTIVE andrebbe somministrato in sinergia con le

statine, o in mono terapia, a pazienti non responsivi al trattamento con inibitori delle

HMG-CoA reduttasi. Come ogni trattamento ipolipemizzante, l'assunzione di

TREDAPTIVE dev'essere preceduta ed affiancata da una dieta ipolipidica e da

esercizio fisico costante.

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MECCANISMO D'AZIONE TREDAPTIVE - ACIDO NICOTINICO E

LAROPIPRANT TREDAPTIVE, assunto oralmente, viene assorbito a livello gastro-intestinale,

facendo registrare un picco plasmatico dei suoi principi attivi dopo circa 4 ore. La

biodisponibilità, sia per l'acido nicotinico che per il laropiprant, si attesta intorno al

70% della dose assunta. Entrambi i principi attivi subiscono un metabolismo di

primo passaggio: a basse dosi l'acido nicotinico dà luogo a nicotinammide, mentre

una volta saturata questa via origina acido nicotinurico (per coniugazione con

glicina); il laropiprant viene invece coniugato ad acil glucoronide, con parziale

riduzione della sua funzionalità biologica. Gli effetti ipolipemizzanti del farmaco si

devono unicamente all'azione dell'acido nicotinico. Raggiunto il tessuto adiposo

legato alla glicina, questo principio attivo può infatti interagire con recettori orfani e

- attraverso eventi cellulari non ancora chiariti - inibire la lipolisi e il rilascio

di acidi grassi nel torrente ematico. Il ridotto afflusso di acidi grassi non coniugati al

fegato determina una sensibile riduzione della sintesi epatica di trigliceridi e

lipoproteine (VLDL e LDL), contribuendo a riequilibrare il profilo lipidemico.

Tutti questi eventi - accompagnati da un incremento della colesterolemia HDL e dalla

graduale sostituzione delle particelle di colesterolo LDL piccole e dense (fortemente

aterogene) con lipoproteine più grandi - garantiscono una riduzione del rischio

cardiovascolare. Le elevate concentrazioni di acido nicotinico necessarie a garantire

l'effetto ipolipemizzante, si accompagnano sistematicamente ad uno spiacevole effetto

collaterale, sostenuto dall'aumentata produzione di prostaglandina D2 e

caratterizzato da vampate di calore. Il laropiprant agisce proprio a questo livello,

bloccando il recettore DP1 per la prostaglandina D2 ed impedendo che

l'azione vasodilatatrice cutanea determini l'insorgenza di vampate.

Terminato l'effetto terapeutico, l'acido nicotinico viene eliminato prevalentemente

tramite le urine, mentre il laropiprant soprattutto attraverso le feci.

STUDI SVOLTI ED EFFICACIA CLINICA

IL SIGNIFICATO DELL'ASSOCIAZIONE ACIDO NICOTINICO/LAROPIPRANT

Expert Opin Pharmacother. 2010 Jul;11(10):1715-26. Laropiprant plus niacin for

dyslipidemia and prevention of cardiovascular disease. Olsson AG.L'acido nicotinico

è tra i farmaci più efficaci nel ridurre il rischio cardiovascolare associato

adiperlipidemia. Questa caratteristica è data soprattutto dalla possibilità di

incrementare significativamente i livelli di colesterolo HDL. Nonostante ciò, l'acido

nicotinico riconosce dei limiti dovuti essenzialmente all'alto dosaggio richiesto, che

molto spesso provoca effetti collaterali come le classiche vampate di calore.

L'associazione con laropiprant permette di ridurre sensibilmente gli effetti collaterali

dell'acido nicotinico, salvaguardandone l'efficacia terapeutica.

L'EFFICACIA DI TREDAPTIVE

Int J Clin Pract. 2008 Dec;62(12):1959-70. Lipid-modifying efficacy and tolerability

of extended-release niacin/laropiprant in patients with primary

hypercholesterolaemia or mixed dyslipidaemia. Maccubbin D, Bays HE, Olsson AG,

Elinoff V, Elis A, Mitchel Y, Sirah W, Betteridge A, Reyes R,Yu Q, Kuznetsova O,

Sisk CM, Pasternak RC, Paolini JF. L'efficacia della combinazione tra acido

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nicotinico a rilascio esteso e laropiprant, è stata valutata in quasi 1500 pazienti

sottoposti a terapia. I risultati ottenuti dopo 20 settimane di trattamento con 2

grammi di acido nicotinico e 40mg di laropiprant, sono stati alquanto positivi. Si è

infatti registrata una riduzione media del colesterolo LDL del 18%, dei trigliceridi

del 26% e del colesterolo totale del 8%, mentre il colesterolo HDL è aumentato del

20%.

COMBINAZIONE ACIDO NICOTINICO/LAROPIPRANT/SIMVASTATINA

Expert Opin Investig Drugs. 2010 Mar;19(3):437-49. A new paradigm for managing

dyslipidemia with combination therapy: laropiprant + niacin + simvastatin.

Yiu KH, Cheung BM, Tse HF. L'associazione della simvastatina al connubio acido

nicotinico/laropiprant, potrebbe completare l'efficacia terapeutica della cura

ipolipidemizzante, garantendo un'azione sinergica e complementare. Infatti, mentre

l'acido nicotinico potrebbe garantire un significativo incremento della colesterolemia

HDL, la simvastatina potrebbe abbattere quella LDL. Pertanto, questa

combinazione terapeutica garantirebbe una significativa riduzione del rischio

cardiovascolare. Uno dei limiti più importanti di una simile terapia risiede nel

potenziale incremento del rischio di sviluppare epatopatie e rabdomiolisi.

MODALITÀ D'USO E POSOLOGIA

TREDAPTIVE compresse a rilascio modificato contenenti 1000 mg di acido

nicotinico e 20 mg di laropiprant: nelle prime quattro settimane di trattamento il

dosaggio dovrebbe essere di una compressa al giorno, per poi salire a 2 compresse

quotidiane assunte in un'unica somministrazione. L'assunzione di TREDAPTIVE è

preferibile di sera, durante la cena o prima di andare a letto, in modo da preservare

le proprietà farmacocinetiche del prodotto. Prima e durante l'intervento

farmacologico con TREDAPTIVE è opportuno seguire uno stile di vita sano e un

piano alimentare ipolipidico.

.AVVERTENZE TREDAPTIVE - ACIDO NICOTINICO E LAROPIPRANT

Prima e durante l'assunzione di TREDAPTIVE è opportuno perseguire gli interventi

non farmacologici (dieta ipolipidica ed attività fisica) atti a diminuire il contenuto di

lipidi nel sangue. Qualora si renda necessaria la somministrazione del farmaco, il

medico dovrebbe indagare la funzionalità epatica e muscolare del paziente,

valutando se intraprendere o meno la terapia in caso di alterata funzionalità epatica

e muscolare, o predisposizione all'insorgenza di tali patologie. Queste precauzioni

sono necessarie al fine di evitare reazioni avverse a carico del

fegato e del muscolo scheletrico, documentate in letteratura e particolarmente

frequenti in caso di concomitante somministrazione di inibitori delle HMG-CoA

reduttasi. Vista l'escrezione urinaria di acido nicotinico, e noti i suoi effetti su alcuni

parametri ematoclinici, prima e durante il trattamento sarebbe opportuno monitorare

la capacità funzionale dei reni, la glicemia a digiuno, le concentrazioni di acido

urico e fosfato, e la conta piastrinica. La presenza di lattosio tra gli eccipienti di

TREDAPTIVE potrebbe essere responsabile di reazioni avverse al farmaco di

carattere gastro-intestinale, comuni nei pazienti affetti da malassorbimento

glucosio/galattosio o da deficit enzimatico di lattasi.

Seppur non siano state descritte interferenze sulle normali capacità percettive del

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paziente, la presenza di capogiri - frequente soprattutto all'inizio del trattamento con

TREDAPTIVE - potrebbe compromettere le normali capacità di guida di autoveicoli

e di utilizzo dei macchinari.

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

L'assunzione di TREDAPTIVE durante la gravidanza e l'allattamento è sconsigliata,

vista l'assenza di studi utili a comprendere il profilo di sicurezza del farmaco sulla

salute del feto, del neonato e della gestante.

INTERAZIONI La presenza di due diversi principi attivi aumenta sensibilmente le possibili

interazioni che il farmaco TREDAPTIVE può intraprendere con altre molecole

biologicamente attive. Infatti, ad alte dosi, l'acido nicotinico può interagire con:

1. Farmaci antipertensivi di varia natura, potenziandone l'efficacia ipotensiva;

2. Statine, aumentando l'effetto ipolipemizzante;

3. Agenti sequestranti gli acidi biliari, perdendo parte della sua quota attiva.

Le interazioni osservate per laropiprant non sono risultate significative né dal punto

di vista farmacocinetico né dal punto di vista clinico.

CONTROINDICAZIONI TREDAPTIVE - ACIDO NICOTINICO E

LAROPIPRANT TREDAPTIVE è controindicato in caso di ridotta funzionalità epatica o renale, in

caso di ulcera peptica attiva, di sanguinamento arterioso e di ipersensibilità ad uno

dei suoi composti.

EFFETTI INDESIDERATI Le reazioni avverse lamentate dai pazienti sottoposti a terapia con TREDAPTIVE

sono risultate generalmente transitorie e di lieve entità. Vampate di calore, capogiri,

cefalea, diarrea, nausea, vomito, eritema, prurito, eruzioni cutanee ed alterazioni dei

parametri ematici di transaminasi, glicemia ed acido urico, sono stati gli effetti

collaterali più descritti.

Reazioni di ipersensibilità ed effetti collaterali clinicamente rilevati solo in alcuni

casi.

Specialità farmaceutiche farmaci ipolipemizzanti

APLACTIN (pravastatina) 30

CRESTOR (rosuvastatina) 30

LESCOL (fluvastatina) 30

LIPAXAN (fluvastatina) 30

LIPONORM (simvastatina) 30

LOVINACOR (lovastatina) 30

MEDIPO (simvastatina) 30

PRASTEROL (pravastatina) 30

PRAVASELECT (pravastatina) 30

PRIMESIN (fluvastatina) 30

PROVISACOR (rosuvastatina) 30

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REXTAT (lovastatina) 30

SANAPRAV (pravastatina) 30

SELECTIN (pravastatina) 30

SIMESTAT (rosuvastatina) 30

SINVACOR (simvastatina) 30

SIVASTIN (simvastatina) 30

TAVACOR (lovastatina) 30

TORVAST (atorvastatina) 30

TOTALIP (atorvastatina) 30

ZOCOR (simvastatina) 30

Risultati terapeutici attesi

Effetti del trattamento ipolipemizzante sull'incidenza di tumori.

La numerosità degli studi clinici condotti con farmaci ipolipemizzanti (sia statine ,sia

fibrati) e la durata del follow-up, che, per alcuni studi condotti con simvastatina,

pravastatina e fibrati, supera largamente i 10 anni, permette di escludere un

incremento dell’incidenza di neoplasie.È ormai ampiamente documentato che non si

riscontrano differenze significative nell’incidenza di tumori maligni tra pazienti in

trattamento ipolipemizzante e pazienti del gruppo trattato con placebo.

Effetti del trattamento ipolipemizzante sull'incidenza di ictus.. La riduzione dell’incidenza di ictus e TIA dopo terapia ipolipemizzante è ormai

documentata da tutti gli studi di intervento con statine ed anche da alcuni studi

condotti con fibrato (VA-HIT).La riduzione del rischio è in media è del 30%.

Terapia ipolipemizzante nell'anziano. L’età avanzata è universalmente considerata un fattore di rischio di primaria

importanza, inoltre i risulati di alcuni studi di intervento recenti (HPS e PROSPER)

documentano il beneficio e la tollerabilità della terapia ipolipemizzante in questa

categoria di pazienti.

Terapia ipolipemizzante nella popolazione di sesso femminile. Le linee guida europee sopra citate e la Carta Italiana del rischio cardiovascolare

evidenziano un rischio molto basso, o addirittura nullo, per le donne, soprattutto se

non fumatrici. Tale dato contrasta con il fatto che le malattie cardiovascolari

rappresentano la prima causa di morte proprio nelle donne: 49% contro 39% dei

maschi, secondo il rapporto ISTISAN del 2001.Pertanto in presenza di fattori di

rischio cardiovascolare sembra più opportuno effettuare scelte terapeutiche dettate

dalla medicina basata sulle evidenza piuttosto che da considerazioni economiche.

Va ricordato che in tutti gli studi di intervento, anche se rappresentate in numero

nettamente inferiore rispetto ai maschi, le femmine ottengono gli stessi benefici, in

termini di riduzione del rischio, dei soggetti di sesso maschile.

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Il trattamento intensivo con farmaci ipolipemizzanti riduce la progressione

dell'aterosclerosi carotidea In diversi studi che hanno valutato le statine, l’incidenza di eventi vascolari tra i

gruppi di trattamento inizia a differenziarsi solo dopo 1 anno.

Per la progressione dell’aterosclerosi, la sequenza temporale dell’effetto non è stata

ben definita.

Ricercatori dell’University Medical Center di Utrecht in Olanda, hanno utilizzato i

dati dello studio METEOR per determinare il più precoce punto temporale nel quale

le differenze, riguardanti la progressione dell’aterosclerosi, diventano significative

dopo l’inizio del trattamento con le statine.

Lo studio METEOR ha esaminato l’effetto della riduzione del colesterolo LDL con

Rosuvastatina ( Crestor ) 40 mg sul cambiamento dello spessore medio-intimale delle

arterie carotidee, mediante ultrasonografia B-mode, in 984 individui a basso rischio.

Il trattamento con Rosuvastatina è risultato associato ad una riduzione del 49% dei

livelli di colesterolo LDL, del 34% del colesterolo totale, a un aumento dell’8% nel

colesterolo HDL, e a un abbassamento del 16% dei livelli dei trigliceridi ( tutti

p<0.0001 rispetto al placebo ).

La differenza nella progressione dello spessore medio-intimale carotideo massimo (

segmenti della carotide interna e della carotide comune destra e sinistra ) tra i

gruppi Rosuvastatina e placebo è diventata significativa a 12 mesi [ 0.0032 e 0.0133

mm anno (-1), rispettivamente, nel gruppo Rosuvastatina e placebo; p=0.049 ].

Tale divergenza si è ulteriormente accresciuta nel corso del periodo osservazionale: -

0.0009 e 0.0131 mm anno (-1) dopo 18 mesi ( p<0.001 ); –0.0014 e 0.0131 mm anno

(-1) dopo 24 mesi di trattamento ( p<0.001 ).

I risultati sono stati ancora più significativi per la progressione dello spessore medio-

intimale dei segmenti della carotide comune sinistra e destra.

In conclusione, l’approccio aggressivo nella riduzione del colesterolo LDL appare

esercitare il suo effetto benefico sulla progressione del processo aterosclerotico

durante il primo anno di trattamento. Questo sta ad indicare che gli studi clinici che

dovranno valutare l’efficacia del trattamento ipolipemizzante sulla progression dello

spessore medio-intimale carotideo devono avere la durata minima di 1 anno e devono

avere caratteristiche simili a quelle dello studio METEOR. ( Xagena_2009 )

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EFFETTI COLLATERALI Fegato:alterazioni della funzionalità epatica si verificano in una piccola frazione

del popolo, monitorizzare analisi del sangue per controllare che il vostro fegato

continua a funzionare bene.Se la funzione del fegato diventa troppo anormale,

interrompere il farmaco.Il fegato dovrebbe tornare al normale funzionamento.

Muscoli:sintomi muscolari sono comuni con statine."Miopatia," che ha coinvolto un

danno reale al tessuto muscolare, può essere molto grave. Per questo motivo, se si

sviluppano dolore muscolare nuovo, debolezza, o tenerezza sui farmaci deve

informare immediatamente il medico. Molto raramente, oltre alla miopatia si può

verificare , una condizione molto pericolosa, chiamato "rabdomiolisi", può capitare

che a volte può essere fatale. miopatia e rabdomiolisi sono più comuni se c'e' una

combinazione di altri farmaci che abbassano il colesterolo, in particolare niacina o

gemfibrozil (o di altri "fibrati"), come oltre che una statina. Talune altre classi di

farmaci in combinazione con le statine può anche aumentare il rischio di problemi.

EFFETTI COLLATERALI meno noti

Memoria, il pensiero e concentrazione Alcune persone riferiscono i cambiamenti in memoria, attenzione, o la

concentrazione sulle statine.Possono avere problemi a trovare la parola giusta; può

dimenticare compiti hanno cominciato a fare, e possono avere difficoltà a seguire le

conversazioni.Alcune persone descrivono "buchi nella loro memoria".Alcune persone

si preoccupano che stanno sviluppando il morbo di Alzheimer.Naturalmente, poiché

la gente su statine sono spesso anziani, e potrebbe trattarsi di perdite legate all'età

della memoria, rende difficile sapere se i farmaci sono responsabili.Molte persone in

relazione il miglioramento della memoria e del pensiero quando si fermano il

farmaco, o il miglioramento se vanno su un dosaggio più basso.Questi risultati

suggeriscono che il farmaco è responsabile.

A partire da ora vi ci sono due studi randomizzati controllati che hanno guardato

pensando a questi farmaci.Uno è stato pubblicato nel maggio 2000 sulla rivista

chiamata American Journal of Medicine.Dr.Matthew Muldoon, presso l'Università di

Pittsburgh, ha mostrato che le statine, in media, riduce i "cognizione", vale a dire, le

persone che erano su una statina droga ha fatto peggio sui test di pensare e di

capacità di memoria, anche se ha iniziato la stessa coloro che sono stati messi su una

pillola placebo.Questi effetti sono stati "significativi" statisticamente.In media, gli

effetti sono stati considerati per essere piccolo, ma, naturalmente, alcune persone

non hanno alcuna alterazione, mentre altri sono più grandi perdite di memoria e di

pensare.Un secondo studio del Dr. Muldoon condivisa risultati simili.Tuttavia, in un

altro studio con statine, nessun effetto è stato osservato sulla funzione cognitiva.Tale

studio, nelle persone over 70, non è stato espressamente progettato per valutare

l'effetto delle statine sul pensiero, ma lo ha fatto valutare la funzione cognitiva.

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Depressione e irritabilità Alcune persone riferiscono cambiamenti di umore con statine.Queste includono la

perdita di interesse nelle attività e perdita di interesse per il coinvolgimento

sociale.Alcune persone riferiscono depressione franca, ma non è noto se questi effetti

sono più comuni nelle persone con statine rispetto a persone che non sono.Tuttavia,

alcune persone affidabile diverrà quando sulla droga, e meglio da spento, in modo

che per queste persone sembra esservi una relazione. E 'possibile che alcune persone

possono anche ottenere una spinta al loro stato d'animo con basso contenuto di

colesterolo, anche se questo è meno comunemente.In alcuni casi la violenza, psicosi e

suicidio sono stati segnalati. Abbiamo pubblicato una serie di piccole caso descrive

diversi casi di grave irritabilità derivanti da statine, risolvendo quando le statine

sono stati fermati, e il ritorno quando l'uso di statine è stata ripresa.

Dolore Anche se il dolore muscolare è un effetto collaterale ben noto di questi farmaci (e

quello che dovrebbe essere segnalata, in modo da test può essere fatto), gli effetti del

dolore sono state riportate da molte persone con statine, ma non sono stati studiati

approfonditamente includono mal di testa, alle articolazioni dolori, e dolori

addominali.

Neuropatia periferica Gli studi hanno confermato che la neuropatia periferica (intorpidimento o formicolio

e bruciore) si può verificare con le statine.

Altri effetti indesiderati disturbi del sonno, disturbi sessuali, affaticamento, capogiri e un senso di distacco

sono riportati anche con questi farmaci. Inoltre, la gente ha detto vivendo gonfiore,

respiro corto, disturbi visivi, cambiamenti nella regolazione della temperatura, il

cambiamento di peso, fame, ingrossamento del seno, cambiamenti di zucchero nel

sangue, pelle secca, arrossamenti, cambiamenti della pressione sanguigna, nausea,

disturbi di stomaco, sanguinamento e di chiamata nelle orecchie o altri rumori

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Accertamento infermieristico prima della somministrazione Prima del trattamento

Tutti i pazienti che iniziano la terapia con simvastatina o che aumentano il dosaggio

della stessa, devono essere informati del rischio di miopatia ed istruiti a riportare

immediatamente qualsiasi tipo di dolore, dolorabilità o debolezza muscolari non

spiegabili.

Le statine devono essere prescritte con cautela in pazienti con fattori predisponenti

per la rabdomiolisi. Allo scopo di stabilire un valore di riferimento al basale, si deve

misurare il livello di CK prima di iniziare il trattamento nei casi seguenti:

• Anziani (età > 70 anni)

• Disfunzione renale

• Ipotiroidismo non controllato

• Storia personale o familiare di disordini muscolari ereditari

• Presenza di episodi pregressi di tossicità muscolare con una statina o un fibrato

• Abuso di alcool.

Nei casi suddetti, il rischio che il trattamento comporta deve essere valutato in

rapporto al possibile beneficio, ed in caso di trattamento si raccomanda lo stretto

monitoraggio del paziente. Se il paziente ha avuto una precedente esperienza di

disordini muscolari durante il trattamento con un fibrato od una statina, il

trattamento con un membro differente della classe deve essere iniziato solo con

cautela. Se i livelli di CK sono significativamente elevati al basale (maggiore di 5

volte il limite superiore della norma), non deve essere iniziato il trattamento.

Durante il trattamento

Se durante il trattamento con statine il paziente riferisce la comparsa di dolorabilità,

debolezza o crampi muscolari senza causa apparente, occorre misurare i livelli di

CK. In caso di livelli significativamente elevati di CK (superiore a 5 volte il

limitesuperiore della norma), in assenza di esercizio fisico intenso, occorre

interrompere la terapia. Si deve considerare l’interruzione del trattamento, inoltre, se

i sintomi muscolari sono gravi e causano fastidio quotidiano, anche se i valori di CK

risultino inferiori a 5 volte il limite superiore della norma. Si deve interrompere il

trattamento in caso di sospetto di miopatia per qualsiasi altro motivo.Solo se la

sintomatologia regredisce ed i livelli di CK tornano alla normalità, si può prendere in

considerazione la reintroduzione della statina o l’introduzione di una statina

alternativa al più basso dosaggio e sotto stretto monitoraggio.

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La terapia con simvastatina deve essere temporaneamente interrotta qualche giorno

prima di interventi chirurgici di elezione importanti e in caso di comparsa di

qualsiasi condizione medica o chirurgica importante.

Effetti di altri medicinali sulla simvastatina

Interazioni con il CYP3A4

La simvastatina è un substrato del citocromo P450 3A4. I potenti inibitori del

citocromo P450 3A4 aumentano il rischio di miopatia e rabdomiolisi aumentando la

concentrazione della attività inibitoria della HMG-CoA reduttasi nel plasma nel

corso della terapia con simvastatina. Tali inibitori includono itraconazolo,

ketoconazolo, eritromicina, claritromicina, telitromicina, inibitori della proteasi

dell’HIV, e nefazodone. La somministrazione concomitante di itraconazolo ha dato

luogo ad un incremento superiore a più di 10 volte dell’esposizione alla simvastatina

acida (il metabolita attivo beta-idrossiacido). La telitromicina ha causato un

incremento pari ad 11 volte dell’esposizione alla simvastatina acida.Pertanto,

l’associazione con itraconazolo, ketoconazolo, inibitori della proteasi dell’HIV,

eritromicina, claritromicina, telitromicina e nefazodone è controindicata. Se il

trattamento con itraconazolo, ketoconazolo, eritromicina, claritromicina o

telitromicina non è evitabile, la terapia con simvastatina deve essere sospesa nel

corso del trattamento. Si deve agire con cautela quando si associa simvastatina con

alcuni altri inibitori del CYP3A4 meno potenti: ciclosporina, verapamil, diltiazem

(vedere i paragrafi 4.2 e 4.4).

Ciclosporina

Il rischio di miopatia/rabdomiolisi è aumentato da una somministrazione

concomitante di ciclosporina in particolare con dosaggi più alti di simvastatina

(vedere i paragrafi 4.2 e 4.4). Il dosaggio di simvastatina non deve pertanto superare

i 10 mg/die nei pazienti in terapia concomitante con ciclosporina. Sebbene il

meccanismo non sia stato completamente compreso, la ciclosporina ha mostrato di

aumentare l’AUC degli inibitori della HMG-CoA reduttasi. L’aumento dell’AUC per

la simvastatina acida è presumibilmente dovuto, in parte, all’inibizione del CYP3A4.

Danazolo

Il rischio di miopatia e rabdomiolisi è aumentato dalla somministrazione

concomitante di danazolo con dosaggi più alti di simvastatina (vedere i paragrafi 4.2

e 4.4).

Gemfibrozil

Gemfibrozil aumenta l’AUC della simvastatina acida di 1,9 volte possibilmente a

causa dell’inibizione della via della glucuronidazione (vedere i paragrafi 4.2 e 4.4).

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Amiodarone e verapamil

Il rischio di miopatia e rabdomiolisi è aumentato dalla somministrazione

concomitante di amiodarone o verapamil con dosaggi più alti di simvastatina (vedere

il paragrafo 4.4). In uno studio clinico in corso è stata segnalata miopatia nel 6% dei

pazienti trattati con simvastatina 80 mg e amiodarone.Un’analisi degli studi clinici

disponibili ha mostrato un’incidenza di miopatia di circa l’1% nei pazienti trattati

con simvastatina 40 mg o 80 mg e verapamil. In uno studio di farmacocinetica, la

somministrazione concomitante con verapamil ha dato luogo ad un incremento pari a

2,3 volte dell’esposizione alla simvastatina acida presumibilmente a causa, in parte,

dell’inibizione del CYP3A4. Il dosaggio di simvastatina non deve pertanto superare i

20 mg/die nei pazienti in terapia concomitante con amiodarone o verapamil, a meno

che il beneficio clinico non sia verosimilmente superiore all’aumento del rischio di

miopatia e di rabdomiolisi.

Diltiazem

Un’analisi degli studi clinici disponibili ha mostrato un’incidenza di miopatia

dell’1% nei pazienti trattati con simvastatina 80 mg e diltiazem.

Il rischio di miopatia nei pazienti che assumevano simvastatina 40 mg non è stato

aumentato dal diltiazem assunto in concomitanza (vedere il paragrafo 4.4). In uno

studio di farmacocinetica la somministrazione concomitante di diltiazem ha causato

un aumento di 2,7 volte nell’esposizione alla simvastatina acida, probabilmente a

causa dell’inibizione del CYP3A4. Il dosaggio di simvastatina non deve pertanto

superare i 40 mg/die in pazienti in terapia concomitante con diltiazem, a meno che il

beneficio clinico non sia verosimilmente superiore all’aumento del rischio di

miopatia e rabdomiolisi.

Acido fusidico

Il rischio di miopatia può essere aumentato dall’uso concomitante di acido fusidico

con le statine, inclusa la simvastatina. Con simvastatina sono stati riportati casi

isolati di rabdomiolisi. Può essere considerata l’interruzione temporanea del

trattamento con simvastatina. Se l’associazione si dimostra necessaria, i pazienti

trattati con acido fusidico e simvastatina devono essere tenuti sotto stretto

monitoraggio (vedere il paragrafo 4.4).

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Succo di pompelmo

Il succo di pompelmo inibisce il citocromo P450 3A4. L’assunzione concomitante di

simvastatina e grandi quantità (più di un litro al giorno) di succo di pompelmo ha

dato luogo ad un aumento di 7 volte della esposizione alla simvastatina acida. Anche

l’assunzione di 240 ml di succo di pompelmo al mattino e simvastatina alla sera ha

dato luogo ad un aumento di 1,9 volte. L’assunzione di succo di pompelmo durante il

trattamento con simvastatina deve pertanto essere evitata.

Speciali precauzioni per la conservazione Non ci sono raccomandazioni particolari per quanto riguarda le modalità di

conservazione. Conservare a temperatura inferiore a 30°C.

Bibliografia:

testo Farmacologia Mary. Jmjcek Richard A.Harvey Pamela C. Champe

testo Le basi farmacologiche della terapia Goodman & Gilman MC GRAWHIIL

Sitografia:

www.farmamedangelini.it

www.msd-Italia.it

www.nutressere.com

www.doctor33.it

www.elsevier.it

APA RAFFAELE