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1) Le questioni sul tappeto *Vi è stato un periodo in cui prevaleva la presunzione che la valenza pubblica di un servizio dipendesse dalla natura giuri- dica dell’ente che lo svolgeva: era consi- derato pubblico solo quanto attivato dallo stato o da un ente di natura pubblica. Nel tempo si è invece positivamente afferma- to che la natura pubblica di un servizio dipende dall’utilità che esso produce alla persona e alla collettività, a prescindere dalla natura giuridica del soggetto eroga- tore. Oggi si avverte una forte spinta alla pri- vatizzazione dei servizi, ma una precisa- zione appare necessaria: non basta essere privato per risultare efficace al bisogno e per assumere una dimensione sociale, ancora una volta la "pubblicità del servizio" dipende dalla risposta effet- tiva al bisogno personale nel quadro di una socialità da custodire per il bene comune. *Anche il termine sussidiarietà trova oggi applicazione in un contesto mutato rispetto a quello che lo aveva generato, e pare soggetto a qualche semplificazione o addirittura a possibili ambiguità. Il prin- cipio di sussidiarietà nasce infatti con la Dottrina sociale della Chiesa (Quadrage- simo Anno, 1931, e Mater et Magistra, 1961) e si diffonde con il progredire del- l’Europa (Trattato di Maastricht, 1992). Sussidiarietà implica il riconoscimento del primato della persona e delle forma- zioni sociali rispetto allo stato (ma non la sua esclusione), esprime l’esigenza che l’organismo superiore non faccia ciò che può essere esercitato dall’inferiore, e nel contesto europeo indicava, nel momento di convergenza sovranazionale, l’autoli- mitazione degli organismi comunitari rispetto a quelli nazionali e locali (si parla appunto di sussidiarietà verticale – fra istituzioni – e orizzontale – nel coinvolgi- mento sociale –). Il dibattito attuale rischia di avvalorare la tesi che sia sussidiario tutto ciò che non è istituzionale (quindi anche le imprese ed ogni privato in genere) sostenendo la prospettiva che l’ente pubblico possa avere un ruolo solo dove vi è constatata carenza di iniziativa privata, affidando ogni funzione regolatrice esclusivamente al mercato. 2) Che cosa possiamo fare? In un contesto secolarizzato e in una SANITÀ E SERVIZI SOCIALI INTERROGATIVI POSTI DALLA PRIVATIZZAZIONE DEL WELFARE 5 Fogli a cura del Settore Adulti di Azione Cattolica Segreteria: Tel. 06.6631545 Fax 06.6621256 [email protected] F o g l i popolare di cultura

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SANITÀE SERVIZI SOCIALI del Settore Adulti diAzione Cattolica Segreteria: Tel. 06.6631545 Fax 06.6621256 [email protected] INTERROGATIVI POSTI DALLA PRIVATIZZAZIONE DEL WELFARE ✄ 2) Che cosa possiamo fare? In un contesto secolarizzato e in una 3) Per animare la discussione q Vi è oggi un certo allarme per l’affi- damento al mercato di settori tradi- zionalmente considerati non com- merciali come la sanità e l’assisten-

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1) Le questioni sul tappeto*Vi è stato un periodo in cui prevaleva lapresunzione che la valenza pubblica diun servizio dipendesse dalla natura giuri-dica dell’ente che lo svolgeva: era consi-derato pubblico solo quanto attivato dallostato o da un ente di natura pubblica. Neltempo si è invece positivamente afferma-to che la natura pubblica di un serviziodipende dall’utilità che esso produce allapersona e alla collettività, a prescinderedalla natura giuridica del soggetto eroga-tore. Oggi si avverte una forte spinta alla pri-vatizzazione dei servizi, ma una precisa-zione appare necessaria: non bastaessere privato per risultare efficace albisogno e per assumere una dimensionesociale, ancora una volta la "pubblicitàdel servizio" dipende dalla risposta effet-tiva al bisogno personale nel quadro diuna socialità da custodire per il benecomune.*Anche il termine sussidiarietà trova oggiapplicazione in un contesto mutatorispetto a quello che lo aveva generato, epare soggetto a qualche semplificazioneo addirittura a possibili ambiguità. Il prin-cipio di sussidiarietà nasce infatti con la

Dottrina sociale della Chiesa (Quadrage-simo Anno, 1931, e Mater et Magistra,1961) e si diffonde con il progredire del-l’Europa (Trattato di Maastricht, 1992).Sussidiarietà implica il riconoscimentodel primato della persona e delle forma-zioni sociali rispetto allo stato (ma non lasua esclusione), esprime l’esigenza chel’organismo superiore non faccia ciò chepuò essere esercitato dall’inferiore, e nelcontesto europeo indicava, nel momentodi convergenza sovranazionale, l’autoli-mitazione degli organismi comunitaririspetto a quelli nazionali e locali (si parlaappunto di sussidiarietà verticale – fraistituzioni – e orizzontale – nel coinvolgi-mento sociale –). Il dibattito attuale rischia di avvalorare latesi che sia sussidiario tutto ciò che non èistituzionale (quindi anche le imprese edogni privato in genere) sostenendo laprospettiva che l’ente pubblico possaavere un ruolo solo dove vi è constatatacarenza di iniziativa privata, affidandoogni funzione regolatrice esclusivamenteal mercato.

2) Che cosa possiamo fare?In un contesto secolarizzato e in una

SANITÀ E SERVIZI SOCIALIINTERROGATIVI POSTI DALLA

PRIVATIZZAZIONE DEL WELFARE

5Fogli a curadel Settore Adultidi Azione CattolicaSegreteria:Tel. 06.6631545Fax [email protected]

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situazione in cui la legge civile non ègaranzia di legittimità morale, le comunitàcristiane devono saper assumere laresponsabilità di una lettura critica anchedel contesto culturale e della situazionesocio-politica. Per fare questo occorre una adeguata for-mazione che sappia fare riferimento allaDottrina sociale della Chiesa, e quindi alrecupero del concetto di bene comunerispetto all’individualismo, del valore dellapersona a prescindere dal suo avere; alrifiuto dell’esasperante competitività, allaconferma delle necessarie garanzie per ipiù deboli, anche se nella società dell’ab-bondanza essi sono minoranza.La valutazione dei modelli sociali nonpotrà essere affidata alla sola valutazioneeconomica ma dovrà tener conto anchedella tenuta del tessuto sociale. Il con-fronto fra culture, facilitato dalla globaliz-zazione, dovrà permettere di esportarediritti più che importare precarietà. La giu-stizia dovrà essere non solo un enuncia-to, come aspirazione, ma verificata nellaprassi.In un momento in cui si constata una cri-tica alla parte prima della Costituzioneresta infatti valido il principio che affer-ma: «Tutti i cittadini hanno pari dignitàsociale e sono eguali davanti alla legge,senza distinzione di sesso, di razza, dilingua, di religione, di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali. È com-pito della Repubblica rimuovere gli osta-coli di ordine economico e sociale…»(art.3 Cost.). Riferimento valido restal’affermare, che «La Repubblica tutela lasalute come fondamentale diritto dell’in-dividuo e interesse della collettività, egarantisce cure gratuite agli indigenti…»(art.32 Cost.). La recente modifica delTitolo V della Costituzione – su Regioni,Province e Comuni – che inserisce ilconcetto di sussidiarietà verticale e oriz-zontale (artt.118,120 Cost.), riconosceallo stato la competenza e la responsabi-lità sui livelli essenziali ed uniformi diassistenza, da garantire ad ogni cittadinoa prescindere dalla Regione di apparte-nenza (Cost. art.117, lett.m).

3) Per animare la discussione● Vi è oggi un certo allarme per l’affi-

damento al mercato di settori tradi-zionalmente considerati non com-merciali come la sanità e l’assisten-

za. L’affermazione che «non si puòdare tutto a tutti» è avvertita comel’avviso che il socio-sanitario saràsempre meno pagato con la fisca-lità generale e sempre più sostenu-to direttamente dal cittadino nellaprospettiva dell’introduzione diticket e di forme assicurative. Comegiudicare il tendenziale arretramen-to dell’ente pubblico nei confrontidella sanità e dei servizi sociali? Difronte alla spesa sanitaria è più giu-sta un’imposta o il ticket?

● Occorre interrogarsi e verificarequali effetti producono sulla vitadelle persone il consumismo sani-tario indotto dagli erogatori e “ilsistema di mercato” applicato alcampo socio-assistenziale. L’au-mento della spesa – legata all’inno-vazione tecnologica ma ancheall’invecchiamento della popolazio-ne – può portare ad un costo tal-mente elevato del sistema da pro-durne il collasso, aprendo le portead un “fai da te” che garantirebbecure solo a chi risulta economica-mente più forte. Come mantenereun criterio di equità sociale?

● Come trovare una effettiva integra-zione fra sussidiarietà verticale chesposta funzioni verso le comunitàlocali e sussidiarietà orizzontale,che coinvolge associazionismo evolontariato?

4) Per saperne di più● Riferimenti già segnalati su Qua-

dragesimo Anno, Mater et Magi-stra; Costituzione.

● D.Lgsl.229/ 1999 su Norme per larealizzazione del Servizio sanitarionazionale (Bindi) e Legge 328/2000su Legge quadro per la realizzazio-ne del sistema integrato di interven-ti e servizi sociali (Turco) del gover-no dell’Ulivo, con le proposte in attoavanzate dal Governo della Casadelle Libertà (rapporto di lavoro deimedici, fondazioni ospedaliere,livelli essenziali di assistenza – Lea–, contributo dei cittadini alla spesasanitaria…)

● ht tp/www.min is terosalute. i t / ,www.minwelfare.it

● stampa quotidiana o periodicaquali Animazione sociale, Aggior-namenti sociali.