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Il più prestigioso mensile italiano di windsurf.
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Using strictly Maui Fin Company Original Fins
75 83 9275 83 9292
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Fin FinFi boxboxox UUUUUSSSSSSSS
R·S·R·S·R·S SSSS 4,4,4,4,,,,,5/5/5/5/6,26,226,26,2
www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com
“4 Wheel Drive Sailing”
Using strictly Maui Fin Company Original Fins
ANNO XVI - NUMERO 135DICEMBRE/GENNAIO 2011
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]
FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Max Brunetti, Fabio Calò, Carine Camboulives, Cesare Cantagalli,
Valentina Crugnola, Sylvain Demercastel, Ovidio Ferrari, Luca Gentilini,
Jeff Henderson, Massimo Mannucci, Roberta Pala, Mattia Pedrani,
Jason Polakow, Francisco Porcella, Matt Pritchard, Axel Reese,
Andrea Rosati, Levi Siver, Nicola Spadea, Keith Teboul, Dario Troiani,
Gabriele Varrucciu.
immagini: Cataldo Albano, Ralph Bachuster, FotoFiore, Francesca La Croce,
Jerome Houyvet, Maxime Houyvet, Tormod Martinez, Roberta Pala,
Axel Reese, Julian Schlosser, Benjamin Thouard, Felice Zompanti.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]
SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAA&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano.
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano
SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTEROJohnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milanotel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - [email protected] attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.
MODALITA' DI PAGAMENTOBonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 MilanoBanca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199
Funboard è una testata della casa editrice
JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche
gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite),
Snowb (snowboard) e le riviste
Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite)
Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle)
6:00AM (skateboard), GirLand (femminile),
SupTime (stand up paddle).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva
autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non
espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,
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riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso
essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati
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Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.
PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00
ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00
PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio
ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234
STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
>ECCETERA
Quanti articoli dagli angoli più remoti del pianetaabbiamo pubblicato di Manu Bouvet e della sua crew?!?Location insolite, spesso molto difficili da raggiungeree dove è necessario un grande spirito di adattamento.Le soddisfazioni però che si possono ottenere da questiviaggi sono tante, e molte di queste sono racchiusenella poesia della foto di cover di questo numero.
RIDER Manu Bouvet | LOCATION Papua
FOTO Benjamin Thouard
Un altro anno se n’è andato, è letteralmente volato. Il numero
a cavallo del vecchio è nuovo anno è sempre molto importante
per noi di Funboard, è il momento in cui si tirano le somme e
si fanno progetti per il futuro fermandosi a riflettere, ma non troppo perchè la prossima
scadenza è già dietro l’angolo. Come sempre abbiamo cercato di accompagnarvi in questi 12
mesi informandovi e facendovi sognare, anche con l’aiuto del rinato sito funboardmag.com che
compie proprio nel mese di dicembre il primo compleanno della sua rinascita. È stato tanto il
lavoro dietro a funboardmag.com e siamo soddisfatti che anche voi abbiate percepito i nostri
sforzi visitando le pagine del sito con sempre maggiore frequenza. “Anno nuovo, vita nuova” si
dice, e come vi abbiamo già abituato in precedenza, abbiamo scelto questo importante numero
per cambiare e rinnovare la veste grafica della rivista, perché anche l’occhio vuole la sua parte
e noi di Funboard lo sappiamo bene!
La copertina è dedicata a Manu Bouvet, un personaggio che ormai dovreste conoscere bene in
quanto spesso ci ha fatto sognare con i suoi windsurf trip nei posti più belli del nostro pianeta.
La foto della cover si riferisce ad un articolo che pubblicheremo sul prossimo numero, Manu e
la sua crew questa volta hanno davvero esagerato… sarà un articolo epico! Il resto della rivista
è un tuffo nelle ultime novità dal nostro mondo: interviste a personaggi come il nuovo e
giovanissimo Campione Italiano di Freestyle, nuovi ed esclusivi report da posti da urlo, il
racconto delle ultime gare italiane della stagione, con particolare attenzione alla gara Wave in
Sardegna perché delle foto così belle hanno bisogno di uno spazio adeguato, senza dimenticare
il lavoro che c’è dietro a tutto questo… E che rammarico per i soli 13 iscritti! Mi raccomando il
prossimo anno dobbiamo essere molti di più! Concludiamo con un bel approfondimento sul Sud
Africa di alcuni nostri amici, e quale miglior momento dell’anno se non questo per pubblicare
un nuovo spot guide su Cape Town. Sicuramente quando sarò sull’aereo che mi porterà verso la
mia meta tanto sognata saprò cosa leggere…
Auguro un Buon Natale a tutti voi che ci seguite con tanto affetto e ringrazio tutti i miei
collaboratori, sia quelli della redazione che quelli esterni, per il loro importantissimo lavoro. E
come ogni anno un ringraziamento particolare va al direttore, Cristiano Zanni, che rende tutto
questo possibile.
Buon Natale e felice anno nuovo.
Have fun!
Fabio I-720
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6
8
9
CAMPIONATO NAZIONALE WAVE AICW-WN - WAVE EXTREME CALABRIALe regate sono terminate e Wave Extreme Calabria ha emesso
il verdetto. Anche in questa tappa è stato terminato il solo
tabellone single ma i valori in acqua dei contendenti è stato
inequivocabile. I migliori atleti si sono confermati in
entrambe le regate. Questa gara segna anche il termine del
Campionato Nazionale Wave AICW-WN. Due le gare disputate:
Extreme Sardegna mure a sinistra e Extreme Calabria mure a
destra. Due gare che hanno esaltato le caratteristiche
migliori dei migliori atleti italiani del momento, due gare che
hanno messo a nudo i waver costringendoli a dimostrare le
proprie capacità senza poter nascondere nulla. Il Campionato
Nazionale 2010 finisce qui, complimenti a chi ha partecipato.
Il Campionato Nazionale 2011 sta per cominciare, chi ha
fegato si prepari.
Noi di Funboard abbiamo preferito suddividere il report di
questi due eventi Wave in numeri diversi. In questa
pubblicazione, tra qualche pagina, troverete il resoconto
della prima gara in Sardegna. I commenti tecnici delle gare li
potete trovare facilmente anche sul sito www.windsurfnation.eu. Nonostante la scarsità di partecipanti abbiamo voluto comunque dare il giusto spazio alla gara
raccontandovela attraverso le immagini di un vero artista della fotografia, FotoFiore, che da parte nostra rappresenta il punto di vista più oggettivo che ci possa
essere. Il report tecnico lo abbiamo tratto dal sito ufficiale della gara, e come nostra abitudine ci siamo poi soffermati su altri argomenti e riflessioni. Tirate le
vostre conclusioni. Per quanto riguarda la seconda tappa svolta in Calabria abbiamo preferito posticipare sul prossimo numero l’articolo per conoscere meglio
questa regione con i suoi tantissimi spot di qualità e sconosciuti. Approfondiremo quindi come si deve questa piacevolissima sorpresa con una Calabria on fire!
Intanto pubblichiamo la classifica della gara e il ranking nazionale Wave 2010, per tutto il resto stay tuned…
Classifica WAVE EXTREME CALABRIA Steccato di Cutro:
1) Andrea Rosati (RRD, Neil Pryde)
2) Gianmario Pischedda (Fanatic, Ezzy)
3) Fabio Caló (Starboard, Severne)
4) Raimondo Gasperini (Starboard, Severne)
5) Barbieri, Spadea, Cappuzzo, Campolo
9) Longo, Revel, Albano
Classifica Finale Campionato Nazionale AICW-WN:
1) Andrea Rosati (RRD, Neil Pryde)
2) Gianmario Pischedda (Fanatic Ezzy)
3) Fabio Caló (Starboard, Severne), Raimondo Gasperini (Starboard, Severne)
5) Jaques Barbieri (RRD, RRD)
6) Marco Revel (Fanatic, Ezzy), Fortunato Longo (Fanatic, Challenger)
8) Spadea, La Croce, Cappuzzo, Campolo, Mazzocca, Poli, Mariotti
14) Albano, Giorgi, Paganini
ERRATA CORRIGENel numero scorso abbiamo pubblicato la classifica della Freestyle Exhibition di
San Teodoro durante l’E…Vento. Ci sono state delle incongruenze. Per dovere di
cronaca vi riportiamo la classifica corretta.
Classifica finale Freestyle Exhibition E… Vento Coca-Cola Zero
1) Filippo Bestetti
2) Stefano Lorioli
3) Nicola Spadea
4) Raimondo Gasperini
5) Marco Vinante,
5) Livio Spadea,
5) Alvin Panzera,
5) Matteo Todeschi,
5) Andrea Melis
9) Federico Infantino,
9) Francesco Cappuzzo,
9) Dario Troiani,
9) Gabriele Varrucciu,
9) Mattia Fabrizi,
9) Iacopo Testa,
9) Pietro Albano,
9) Nicola Terenzi,
9) Luigi Madeddu
13) Fabrizio Fozzi, Paolo Bacchini
VOLKSWAGEN E PIETRO ALBANOFrequentando gli spot alla ricerca di adrenalina/vento avevo notato che a
Malcesine, Cannes, Sottomarina, Pietro Albano stava utilizzando un’auto nuova,
diversa dalla solita Toyota o Ulisse del papà fotografo. La spiegazione che il nostro
Pietro Albano, 19 anni e freestyler del Lago di Garda, a sorpresa ha concluso un
accordo con il Concessionario Veicoli Commerciali Volkswagen Vicentini di Verona
per utilizzare un Caddy 7 posti Maxi che con tutto rispetto risulta molto efficiente
per ciò che serve a un amante del vento: spazio, costi di percorrenza (metano) e
comodità di guida. Bravo Pietro e chiaramente grazie a Vicentini che crede nello
sport e mobilità degli appassionati del vento.
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Hollywood a Steccato di Cutro (Calabria).© Cataldo Albano
© Cataldo Albano
SCORPION BAY – OPEN DAYTre Campioni del Mondo e tutto il gruppo Testimonial Scorpion Bay hanno fatto da cornice alla
seconda edizione dell’Open Day, il giorno in cui l’azienda bergamasca ha aperto le porte al pubblico.
“Un Lunedì da Campioni”. È stato questo il leitmotiv della seconda edizione dell’Open Day di Scorpion
Bay tenutasi lunedì 8 novembre, ad Albino (BG) presso l’headquarter di Gipsy S.p.A., l’azienda
proprietaria del marchio Scorpion Bay: una giornata in cui l’azienda di Lucio ed Emanuela Mistri ha
aperto le porte al pubblico facendo conoscere il proprio gruppo Testimonial alla rete vendita e alla
clientela Scorpion Bay. Campioni nello stile Scorpion Bay, ovvero nei risultati ma soprattutto
Campioni nella passione con la quale affrontano la vita e lo sport. È in questo che da sempre crede
Scorpion Bay e condivide con i propri testimonial e con tutto lo Staff di Gipsy.
Una giornata carica di adrenalina trascorsa vicino a Campioni quali il quattro volte Campione del
Mondo TONY CAIROLI (Motocross World Champion MX1 2010), il tre volte iridato FABIO INCORVAIA (Jet
Ski World Champion 2010) e il polacco TADDY BLAZUSIAK, Campione del Mondo Enduro Indoor 2010.
Nella zona esterna all’azienda è stato creato un paddock con i Truck del Team KTM Red Bull Factory
Racing, le moto dei Campioni del Mondo, le macchine da rally ufficiali del Team Vedovati Corse, aree
dimostrative e stand promozionali.
Un evento pienamente riuscito che si è protratto fino a tardo pomeriggio tra autografi, balli, musica e divertimento, come hanno sottolineato le autorità presenti:
dal sindaco del Comune di Albino, Luca Carrara presente con l’Assessore Franco Petteni, dall’Assessore provinciale Fausto Carrara e dal Presidente della Comunità
Montana Eli Pedretti e dall’Assessore Guido Fratta.
BE 1 ONEIl Be 1 One nasce da
un’idea di tre amici
surfisti, che girando
il mondo, hanno
avuto l’occasione di
visitare i locali più
esclusivi, ed hanno
deciso di crearne
uno proprio. Il Be
One Lounge Bar è un locale situato al centro di Olbia, la porta
della Costa Smeralda. A pochi passi dal centro storico e dal
waterfront. Qui troverai un ambiente raffinato ed esclusivo,
moderno ed elegante, dove passare momenti di relax, iniziando
la giornata con un ottimo caffè alla nocciola ed un cornetto
integrale ai frutti di bosco o un affogato alla Nutella. La vostra
permanenza può essere allietata con deliziosi snack e fast
lunch, il tutto accompagnato da un ottimo vino Cannonau.
L’aperitivo serale è il momento che più ci distingue, sempre
accompagnati da musica Live di artisti locali, potrai distrarti
fra le molteplici pietanze selezionate dallo chef. Locale
frequentato dai local di Marina Maria e Cala Pischina e punto
di riferimento per tutti i surfisti in transito. Troverete
logicamente un collegamento Wi-Fi gratuito per aggiornarvi
sulle condizioni meteo, e anche tutti gli ultimi numeri di
Funboard. Be One Lounge Bar: Olbia, in Via Defilippi 28.
www.be1one.it
Mattia Pedrani all’Open Day di Scoripon Bay.
PARANIGHT 2010… ALBA 2011Fine ed Inizio. La Paranight 2010 è stato l’evento che ha messo
il suggello a una stagione surfistica che si è rivelata ricca di
soddisfazioni per iParassiti.com, la ASD organizzatrice della
serata. Anche se da un punto di vista meramente statistico
Ora e Peler hanno vissuto annate migliori, le giornate ventose
sono state spessissimo di eccellente qualità, consentendo a
tutti grande divertimento e la possibilità di fare notevoli
progressi personali. Inoltre, iniziative come la “Domani plano
anch’io…” o il Parassiti Party hanno regalato a chi vi ha
partecipato tantissimo divertimento e hanno permesso di sviluppare un senso di aggregazione che
va oltre la pura e semplice pratica del windsurf. Per coronare degnamente questa annata e
festeggiare il suo successo, Oscare & C. hanno chiamato a raccolta associati e simpatizzanti sabato
6 novembre nella chiccosa cornice dell’IndoVino, il lounge bar che si trova nel complesso dell’Hotel
Nero Cubo a Rovereto. Un nutrito numero di amici si è quindi ritrovato e ha trascorso una gradevole
serata, animata dalla musica dei DJ Nikyta e Ginolatino, che si sono come di consueto alternati a
mixer e console. Nell’ambito dell’evento, chicca dello stesso, si è assistito alla presentazione in
anteprima dell’ultimo video di Mattia Pedrani dal titolo “Infamous Double Hero”. Il video è un
susseguirsi frenetico di manovre al ritmo incalzante dell’ultimo brano scritto dal nostro local rapper.
Al termine della presentazione, I-00 ha vestito i panni del “padrino”, presentando ufficialmente la
tessera associativa 2011, sulla quale anche quest’anno ha messo faccia e manovre! In questo modo,
la chiusura di una stagione è diventata l’occasione per l’apertura di quella successiva, dimostrando
come non ci sia soluzione di continuità al piacere di praticare il windsurf e di stare assieme,
condividendo passioni e momenti di allegria e divertimento. Le nuove tessere sono già disponibili e
possono essere richieste ai membri del direttivo o attraverso il sito sociale www.iParassiti.com
utilizzando la modalità Card At Home che prevede la spedizione gratuita a casa dell’associato. Nuove
convenzioni e nuovi servizi per tutti quelli che nel 2011 decideranno di Parassitare il Vento!
Mattia Pedrani eOscar, presidentedell’associazioneIParassiti.
naishsails.com
ForcePower Wave
SessionAll Around Wave
BoxerCompact Wave
RallyFreeride
Indy2 Cam Slalom
Grand Prix Ltd.3 Cam Slalom
RipperJuniors
Scout SESchools
WaveCore Wave
KonceptUniversal Wave
FreestyleFreestyle/Wave
Nitrix/Nitrix ASTFreeride
Grand PrixSlalom
KailuaSchools/Recreational
PPPPPPPPPPPPPPPPPPPPooooooooooooossssssssssssssssssiiiiiiiiiiiiibbbbbbbbbbbbbbbiiiiiiiiiiiillllllllllllliiiiiiiiiiitttttttttttiiiiiiiiieeeeeeeeeeeeesssssss
distribuito da: Action to Sport SrlT: 0185-264754, F: [email protected]
BUON NATALE DAL SURFSEGNANALa stagione al Lago di Garda è ufficialmente conclusa, il freddo è arrivato e con lui anche la neve! Il SurfSegnana
di Torbole, dopo l’ennesima stagione ricca di successi, fa una piccola pausa in questo periodo invernale.
Una pausa relativa perché l’ufficio, anche se in orari ridotti, rimane comunque aperto e quindi potete mandare e-mail
per prenotarvi la vostra prossima vacanza all’insegna dello sport a 360° nella splendida cornice dell’Alto Garda. Lo staff
del SurfSegnana risponderà puntualmente alle e-mail per esaudire le vostre richieste e necessità. I preparativi per la
prossima stagione sono già in atto per garantire ai clienti del SurfSegnana una nuova stagione con tante novità, offerte
vantaggiose e divertimento assicurato. Augurandovi Buon Natale il SurfSegnana vi ricorda le offerte speciali per week
end (a partire da 169euro per 2 notti con prima colazione, 2 giorni di corso e 3 di noleggio surf e bike) o intere settimane
(a partire da 299euro per 6 notti con prima colazione, 3 giorni di corso e 7 di noleggio surf e bike). Il 16 Aprile 2011 inizierà
la nuova stagione, intanto la segreteria è a vostra disposizione, per qualsiasi informazione e preventivi su misura:
tel. 0464.505963; fax 0464.505498; e-mail [email protected]; web www.surfsegnana.it
PAT LOVE TFM 2011Pat Love introduce 2 nuovi concetti rivoluzionari nel mondo dei trapezi. Costruzione Body-Wrap (per kite e windsurf).
I trapezi Pat Love sono già rinomati per essere estremamente confortevoli, probabilmente i più comodi in circolazione.
Già 4 anni fa sono state introdotte delle notevoli innovazioni, rendendo sorpassati i vecchi trapezi dalla tipica costruzione
piatta. Oggi ci sono ancora un sacco di produttori che hanno in commercio trapezi piatti, che appena vengono indossati
si riempiono di pieghe scomodissime, nel 2006 infatti Pat Love ha proposto il primo trapezio curvo, che, come nessun
altro, avvolge il corpo alla perfezione, senza nessuna piega. Per il 2011viene ontrodotta un’altra innovazione, con la
nuovissima costruzione Body-Wrap: ogni trapezio è costruito e cucito già in posizione sul corpo, già conformato alla
perfezione per calzare il fisico. Questa realizzazione è possibile esclusivamente grazie all’utilizzo di una costruzione molto
difficile e specifica, che utilizza un supporto di cucitura cilindrico, al posto del solito supporto piano. Due persone
lavorano contemporaneamente sullo stesso trapezio, anziché una sola: la prima si occupa delle cuciture mentre la
seconda tira il tessuto interno ed il rivestimento esterno con tutta la sua forza, in modo che il trapezio assuma già la sua
forma cilindrica. Il risultato è quindi totalmente anatomico, senza alcuna piega, come mai prima d’ora. Questi concetti
vengono applicati su tutti i nuovi trapezi Pat Love come anche sul modello di punta per il Windsurf TFM, dove sono presenti
anche dei bordi ricoperti di neoprene per aumentare il confort sulle costole. Disponibile nei colori nero e bianco.
La costruzione Body-Wrap dei nuovi trapezi Pat Love.
EUROPEAN FREESTYLE PRO KIDS TOUR + EUROPEAN FUNBOARD EXPRESSIONL’European Freestyle Pro Kids Tour (EFPKT) è il
risultato della collaborazione tra la International
Funboard Class Association (IFCA) e il European
Freestyle Pro Tour (EFPT). Il coordinatore del tour è
l’ex-freestyler di Bonaire Ruben Petrise. Nel 2010 sono
state disputate 6 gare con le varie categorie, tra cui
una anche a Reggio Calabria di cui abbiamo già
pubblicato il report con i nostri giovani portacolori a
farla da padrone. Il tour 2010 si è concluso con
l’evento francese a Six Fours, il famoso spot vicino a
Tolone, da cui provengono tanti talenti francesi, come
un certo Thomas Traversa o Antony Ruenes. Dal 10 al
14 novembre gli spot di Le Brusc e della Coudoulliere
sono stati presi d’assalto dai giovani rider e non solo
per le 3 gare in programma: le finali del EFPKT, una
gara Freestyle Open e una Wave Open. Tanti gli italiani
presenti, soprattutto iscritti al Pro Kids Tour,
capitanati da Mattia Fabrizzi e dal suo
“accompagnatore” Filippo Bestetti. Mattia ha vinto
nella categoria Under 20 mettendo dietro di se il
fortissimo local Adrein Bosson e il secondo migliore
degli italiani Demetrio Genazzani. Filippo invece ha
gareggiato nelle categorie “Open”, non essendo più un
“Kids”, arrivando secondo nel Freestyle, dietro a
Bosson, e classificandosi anche al secondo posto nella
combinata Wave/Freestyle. Insomma i nostri ragazzi
hanno fatto vedere anche nell’agguerritissimo spot
francese di che pasta sono fatti. Mattia Fabrizzi non
avendo partecipato ad alcune gare del Tour EFPKT, e
vincendone due (Reggio Calabria e Six Fours), non ha
vinto il titolo, anche se a quanto sembra ci sono stati
dei regolamenti poco chiari a riguardo. Noi
aspettiamo ancora un commento dai protagonisti per
capire meglio come è andata e lo pubblicheremo sul
prossimo numero di Funboard.
RISULTATI EUROPEAN FUNBOARD EXPRESSION 2010
Risultati combinata Wave/Freestyle
1) Adrien Bosson (France - SFWO – Fanatic/North)
2) Filippo Bestetti (Italy – RRD/RRD)
3) Manu Canepa (France – RRD/Gun)
Champion d’Europe EFPkt – 20 ans dopo 1 double
élimination
Valentin Böckler (Germany – Tabou/Vandal)
Champion d’Europe EFPkt – 17 ans dopo 1 double
élimination
1) Tim Ruyssenars (Nederlands – Aerotech/Roha.eu)
Resultati “National Freestyle” dopo 1 double elimination
1) Adrien Bosson (France - SFWO – Fanatic/North)
2) Filipo Bestetti (Italy – RRD/RRD)
3) Manu Canepa (France – RRD/Gun)
4) Jeremy Amsellem (France – Fanatic/North)
5) Paco Mercader (France - SFWO – Tabou/Hot Sails)
6) Matthieu Bonno (France)
7) Olivier Gouezo (France)
7) Tim Ruyssenars (Nederlands – Aerotech/Roha.eu)
9) Marco Livraghi (Italy - Tabou/North)
9) Maxime Gaubert (France)
Resultati EFPkt – 20 ans dopo 1 double elimination
1) Mattia Fabrizzi (Italy – Fanatic/North)
2) Adrien Bosson (France - SFWO – Fanatic/North)
3) Demetrio Genazzani (Italy)
4) Valentin Böckler (Germany – Tabou/Vandal)
5) Nadir Balena (Italy)
5) Marco Livraghi (Italy - Tabou/North)
5) Kevin Allegre (France - SFWO – RRD/RRD)
Resultati EFPkt – 17 ans dopo 1 double elimination
1) Tim Ruyssenars (Nederlands – Aerotech/Roha.eu)
2) Paco Mercader (France -SFWO – Tabou/Hot Sails)
3) Loïc Lesauvage (France - SFWO)
4) Valentin Abrial (France - SFWO)
Men results “National Vagues” dopo 1 single
elimination
1) Jean Marc Viande (France)
2) Adrien Bosson (France - SFWO – Fanatic/North)
3) Cédric Bordes (France – Tabou/Gaastra)
4) Ben Légier (France – Quatro/Goya)
5) Stef Légier (France – Quatro/Goya)
Women results “National Vagues” dopo 1 single
elimination
1) Aubet Fanny (France)
2) Joly Ophélie (France)
3) Stella Fazi (France)
4) Clémentine Lecomte (France)
18
TROFEO CITTA’ DI SAVONADI Max Brunetti
Nel week-end del 16 ottobre si è svolto presso la Lega Navale di Albisola il primo
appuntamento delle competizioni liguri con la 1°edizione del “Trofeo Città di Savona”,
riconosciuta dall’AICW e valida per il campionato del Nord/Ovest.
Contemporaneamente si è svolta anche la 6° edizione della regata amatoriale “Trofeo
cippa”. Il circolo savonese ha dimostrato grandi capacità organizzative sia in acqua
che fuori, l’ambiente molto ospitale ha fronteggiato bene la mancanza di vento del
primo giorno rendendo la giornata piacevole. Il caro Eolo ha quindi deciso di premiare
l’impegno degli organizzatori regalando una domenica di vento, infatti già dalle prime
ore del mattino un forte vento da Nord ha iniziato a soffiare con prepotenza su tutta la
costa savonese preannunciando una regata molto interessante! Puntuali come
orologi svizzeri gli organizzatori si presentano in spiaggia alle 07:30 per posizionare il
campo gara, il primo lavoro è stato svolto in breve tempo e molto bene, infatti alle 10:00
sono state date le prime partenze di entrambe le categorie. Nella categoria amatoriale
si mette subito in evidenza Federico Parodi vincendo la prima prova con un bordo di
distacco, seguito da Fabio Sabatelli. La categoria regatanti vede in prima posizione
Matteo Iacchino (JP/Gaastra), seguito dal sottoscritto (RRD/Gaastra)! A seguire un
continuo incalzare di partenze fino alle 12:30 alternate tra “atleti” e “amatori”, per un
totale di cinque prove che hanno consolidato i vincitori di entrambe le categorie.
L’organizzazione a terra è stata decisamente rigorosa e piacevole. Una degna
“pastasciuttata” a doppia scelta ha chiuso le fatiche prima della premiazione finale.
ERRATA CORRIGENel numero scorso abbiamo assegnato ad una “faccia” un nome sbagliato. Questo succede quando ci si sente
troppo spesso via e-mail o al telefono senza mai effettivamente presentarsi di persona. Nell’articolo “Challenger
Sails FreeG 2011” a pag. 32 del numero 134, nela foto che ripubblichiamo qui di fianco abbiamo erroneamente
indicato nella didascalia il nome del velaio Mario Maniero. Trattasi invece di Gabriele Malorgio. Ovviamente ci
scusiamo con i diretti interessati anche perché ci hanno fatto notare una certa differenza di età tra i due…
Max Brunetti
Gabriele Malorgio
La partenza della prima prova della regata di Albissola.
20
Ma il 2010 non è stato semplicemente l’anno Zero degli eventi Free12 con Classifica
RRD Team 12, ma è stato anche l’anno che ha sancito la vivacità di una categoria che
sin dal primo evento disputato in maggio a Marina di Grosseto, ha visto la
partecipazione numerosa di tanti giovani che avevano voglia di confrontarsi ad armi
pari, in una categoria dal regolamento molto semplice ed efficace. Ma rivediamo
quali sono state le tappe salienti di questo percorso.
PRIMA TAPPA
MARINA DI GROSSETO – 15/16 maggio
Alla prima tappa di Marina di Grosseto gli iscritti alla RRD Team 12 Open Slalom, sono
ben 23: incuranti del freddo e della pioggia sono arrivati dal Lazio, dalla Lombardia
e da tutta la Toscana per partecipare a questa nuova formula di regate. Il sabato,
sotto una pioggia battente, sono state disputate ben 3 prove Slalom: partenza a
coniglio dalla spiaggia e regata a bastone. Vince la prima prova Maurizio Coppola,
del Circolo Velico Pietrabianca, seguito dal giovanissimo Andrea Mauro della
Compagnia della Vela Grosseto. Nella seconda, stesse modalità, vince Luigi Romano
della CdV Grosseto, seguito da Attilio Verdi. Vince ancora la terza Luigi Romano
seguito dal giovanissimo Mattia Camboni della Lega Navale di Civitavecchia.
Domenica la pioggia ha dato finalmente tregua a partecipanti ed organizzatori, ma
anche il vento si è preso una bella pausa. Per fortuna adesso ci sono le tavole da SUP
e tutti quanti si sono disimpegnati molto allegramente a girare attorno a una boa,
ma con le pagaia in mano!
SECONDA TAPPA
VADA - 26/27 giugno
La RRD Team Twelve trova un secondo successo con lo svolgimento dello Slalom
“Half Hour” dopo l’edizione “Spring Cup” di Marina di Grosseto. A Vada il vento da
Nord-Ovest a regime di brezza dai 12 ai 14 nodi ha permesso di stillare la classifica
sulla mezz’ora non volendo rischiare di andare oltre con il pericolo di vanificare
tutto. Alla partenza quattordici concorrenti provenienti dalla sola Toscana con tanta
voglia di partecipare nonostante le previsioni del tempo non indicassero una
particolare intensità di vento. Ma si sa: “Le previsioni sono previsioni altrimenti si
sarebbero chiamate certezze”. E come disse un grande del windsurf italiano come
Gigi Barrella: “Le regate si vanno a fare sempre anche quando non ci sono i premi
in denaro”; proprio su questa falsariga l’atteggiamento positivo è stato comunque
ripagato e tutti sono scesi in mare portandosi rapidamente sull’allineamento ad
attendere i segnali di partenza guidati dallo staff regata del Circolo Velico
Pietrabianca che ha dimostrato l’interesse e la preparazione di seguire anche i
Andrea Mauro in azione nella prima tappa a Marina di Grosseto.
Slalom action aMarina di Grosseto.
21
calendari del windsurf. A vincere l’assoluto e la classifica AICW 12 è stato Antonio
Lai del Centro Windsurf Vada/CVP che ha dimostrato di conoscere bene il suo mare.
Davide Gabriellini si è aggiudicato il titolo RRD Team Twelve piazzandosi secondo
assoluto davanti a Cesare Lami. Va sottolineato che anche durante queste regate
l’attenzione è sempre stata rivolta alle categorie dei più giovani i quali per
entusiasmo e simpatia sono tutti dei vincitori. Paolo Marconi ha vinto la categoria
Youth dimostrando ottime potenzialità sia tecniche che tattiche. Infatti nella Match
Race del secondo giorno effettuata con tavole Long Rider RRD e vele 8.5 Paolo ha
vinto con grande determinazione. La Match Race Juniores ha premiato Edward Fogli
che ha regatato veramente bene, complimenti! Ritornando alla regata RRD Team
Twelve negli Juniores in testa si è piazzato Giulio Geppetti con 12 lati percorsi
seguito da Daniele Niccolini e Guglielmo Borioni. Alessia Fulceri unica donna si è
fatta valere con 8 lati percorsi e una buona performance nella Match Race. Il Centro
Windsurf Vada ha colto l’occasione anche per ringraziare il Circolo Velico
Pietrabianca, Ricci International e tutti i partecipanti.
TERZA TAPPA
LIVORNO – 2/3 ottobre
La regata valida sia per il Campionato Toscano Slalom AICW, Free 12 AICW e la
categoria “made in RRD” RRD Team Twelve si è disputata a Livorno nelle giornate del
2 e 3 ottobre. Gli iscritti erano circa 25, dei quali una buona parte (8) provenienti
dalla Scuola Windsurf Livorno, che già da qualche anno vanta ottimi numeri nel
settore “nuove leve”. È stata la prima regata organizzata nel nuovo centro della
Scuola Windsurf Livorno, che ha messo a disposizione dei regatanti un’ottima
organizzazione. L’animazione della regata guidata dall’Ovo Team (anche stavolta
Dario Guarducci in trincea) ha infatti saputo mantenere alto il livello del divertimento
anche quando il vento tardava a soffiare. Nella giornata di sabato, data l’assenza di
vento, sono state organizzate delle batterie di SUP, al termine delle quali ha trionfato
il piombinese Paolo Marconi. Nella tarda mattinata di domenica lo scirocco ha
permesso agli atleti di portare a termine 3 prove di slalom che hanno visto il
grossetano Luigi Romano vincere senza grossi problemi (3 primi posti per lui)
davanti all’inestinguibile Maurizio Coppola e al baby prodigio Andrea Mauro. Buona
anche la prova di Catherine Fogli, miglior atleta femmina under 15, e vincitrice della
categoria Team Twelve. Durante le due giornate si è registrata un’ottima affluenza di
pubblico favorita non solo dal bel tempo, ma anche dall’animazione e dai diversi
stand dislocati nella terrazza sopra il circolo: erano presenti marchi come Dude e
Maui Gym, e perfino un’esposizione di riproduzioni di armi hawaiane fabbricate
artigianalmente da Freddie Shark. L’evento ha fornito l’occasione per presentare la
nuova collezione di tavole RRD 2011, grazie anche al fatto che la scuola dei Tre Ponti
è diventata “Test Center RRD”, che hanno suscitato l’ammirazione di appassionati e
semplici curiosi. Infine un ringraziamento dagli organizzatori agli atleti che hanno
partecipato, al pubblico che ha risposto “presente” e ai vari sponsor!
FINALISSIMA
COLUCCIA – 28/31 ottobre
Il vento a Coluccia durante le Coluccia Finals non è stato molto generoso, ma l’evento
è stato comunque caratterizzato dalla presenza massiccia di iscritti e ragazzini,
accorsi numerosi per darsi battaglia fra le boe della regata Slalom Free12 e RRD
Team 12. Dopo tre giorni di attesa passati comunque in un clima festoso, fra stage
Slalom con Rosati, competizioni SUP e planate a intermittenza, ci si è dovuti
arrendere all’evidenza: il forte vento da sud che spazzava tutto il Belpaese non
avrebbe dato il suo contributo a Coluccia. Pertanto nel corso di una bella cerimonia
di premiazione sono stati premiati i ragazzi che nel corso della stagione hanno
partecipato a tutte le tappe e che rappresentano la colonna portante di questa
manifestazione. Quest’anno la vittoria della classifica finale su un calendario di ben
tre prove disputate è andata ad un ragazzetto Grossetano, Andrea Mauro, che con le
sue vele Freeride no cam si è permesso il lusso di lasciarsi spesso e volentieri alle
spalle regatanti ben più attrezzati che partecipavano per la classe Free12. Tutto
questo a dimostrazione che se ci si vuole divertire sui campi di regata non servono
grandi investimenti e che di ragazzi giovani che praticano il nostro sport ce ne sono
tanti, si tratta di dargli le giuste motivazioni e obiettivi facilmente perseguibili.
PROGRAMMA RRD TEAM TWELVE 2011
L’anno prossimo la RRD Team 12 si correrà sempre in abbinamento col Campionato
AICW Free 12 su un calendario di 5-6 tappe che daranno la possibilità a tutti di
divertirsi e concorrere alla vittoria di un titolo che sono sicuro andrà ad acquisire
una propria importanza stagione dopo stagione.
CALENDARIO PROVVISORIO 2011 RRD Team 12
9-10 aprile RRD TEAM 12 MARINA DI GROSSETO
14-15 maggio RRD TEAM 12 LIVORNO
1-3 luglio RRD TEAM 12 TORBOLE
22-24 luglio RRD TEAM 12 GERA LARIO
28-31 ottobre RRD TEAM 12 COLUCCIA FINALS
Quelli del Coluccia Finals... Andrea Mauro è quello che tiene stretto latavola che fa parte del pacchetto RRD che ha vinto per l'anno prossimo.© Cataldo Albano
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L’estate ormai è storia ed è ora dei movimenti di mercato, che si vocifera siano molto
interessanti… Ci sono numerosi rider che stanno cambiando scuderia ma la novità
maggiore è sicuramente l’abbandono di Dan Kaseler, velaio capo in Gaastra! Io
sinceramente ne sono rimasto veramente traumatizzato, ma purtroppo a volte
capita… Per quanto riguarda Maui, questa stagione sta facendo faville! Jaws ha già
rotto svariate volte e Ho’okipa brulicava di rider che si stavano preparando al meglio
per la finale di PWA Wave a Cabo Verde! In questi ultimi 5 giorni poi, le condizioni per
il surf sono state epiche, mentre il vento si riposava un po’ per ripartire a bomba nei
prossimi giorni! Che vita…
Cabo Verde sta succedendo in questo giorni ed i ragazzi stanno davvero diventando
impazienti – questo posto è una delle location di windsurf più pazzesche al mondo
ed arrivare senza vento e onda è davvero un peccato! Il gran finale senza nulla da
ricordare… È così che va purtroppo!
Victor Fernandez è un grande atleta. Prende il windsurf di petto al 100% ed ha ogni
diritto di poter alzare al cielo la coppa che ogni waverider sogna a fine stagione!
Riesce a dare il meglio in qualsiasi condizione di vento e onda e l’esperienza che si
è fatto in questi anni ora giocano a suo favore. Ho sempre avuto un sacco di rispetto
per lui, dal primo momento che è arrivato in tour. Era un pochino timido ma
chiaramente concentrato e con tutti i requisiti per sfondare, aveva solo bisogno di
un po’ di esperienza. Ricardo Campello è sempre stato un talento e un pericolo in
qualsiasi disciplina gareggi. Ha un talento spropositato, quasi troppo per il suo bene.
Essendone consapevole infatti, tende ad essere un po’ pigro e non si allena quanto
dovrebbe, altrimenti, a mio avviso, sarebbe intoccabile.
Philip Koster sta cominciando a brillare sempre di più. Essendo cresciuto a Gran
Canaria si sente a casa sua con vento mure a sinistra. Quando riesci a far bene a GC,
riesci ad andare bene in qualsiasi posto. La sue capacità a mure a sinistra sono in
continua crescita e sarà sicuramente uno dei rider da tener d’occhio.
Kauli Seadi è e resterà sempre una minaccia. Il suo stile, coltivato con la sua
mentalità da atleta, gli permette di dare il meglio proprio quando la pressione
schiaccerebbe gli altri rider! A volte però le condizioni sfortunate o una heat
particolarmente difficile possono farti sfuggire l’elusivo titolo mondiale. Kauli però
resterà in cima per un bel po’ di tempo.
Altri nomi da tener d’occhio...? Bhè Robby Swift è davvero in ottima forma. Mi piace
molto il suo approccio “O la va o la spacca”. Thomas Traversa spacca talmente che
quasi non gli interessa neanche fare le gare. Preferisce prendere e partire da solo
in qualche posto disperso alla ricerca di onde perfette e farne una pelle in relax.
Klaas Voget è una gran minaccia, ha accumulato un sacco d’esperienza e sta
cominciando ad ingranare alla grande. Anche Alex Mussolini ha tutte le carte in
regola per arrivare sul podio e l’ha già dimostrato lo scorso anno con la vittoria a
Sylt. Marcilio Browne è un mostro ed è davvero determinato. Spinge al massimo. Kai
Lenny dovrà darsi parecchio da fare per poter mirare al podio. Ha stile ma necessita
ancora dell’esperienza, ma con le condizioni giuste può essere sicuramente un rivale
temibile! Sembra finalmente che la vecchia guardia ormai stia venendo
definitivamente soppiantata dalla nuova generazione. Mio fratello è quasi l’ultimo
veterano rimasto che sia ancora competitivo! Speriamo che il Tour PWA riuscirà ad
organizzare più tappe wave per la stagione 2011. I tempi sono duri dal punto di vista
economico e sarà interessante vedere se dovessero saltar fuori delle nuove tappe. Il
massimo poi sarebbe vedere una tappa qui a Maui, in quanto epicentro del mondo
windsurfistico – ma anche in questo caso però, non ci possiamo permettere di non
avere condizioni perfette. Io personalmente sono stato abbastanza impegnato con le
mie clinic didattiche. Ho incontrato un sacco di persone interessanti e ne sono tutti
rimasti molto soddisfatti. È davvero bello vederli migliorare con i tuoi consigli! È
anche una sfida riuscire a capire che metodo utilizzare con ognuno e quale consiglio
gli faccia scattare quella molla nel cervello. Quando succede, tutto improvvisamente
ha senso e si impara molto più velocemente… Ho anche chiamato la mia amica
fotografa Shawna Cropas, assieme siamo una squadra imbattibile! Se mai volessi
imparare qualche nuova manovra, vieni a farti un giro con noi. Shawna, oltre a fare
le foto, si specializza anche nell’insegnare ai principianti fino alle strambate, poi per
salti, surfate e trick aerei o freestyle, ci penso io… ci divertiamo un sacco! L’alloggio
è proprio sulla spiaggia e la casa è davvero spettacolare.
Si può visualizzare il programma delle Aloha Windsurfing Clinics – qui sotto:
www.shawnacropas.com/ShawnaCropas/Maui_Clinics.html
Se vuoi davvero imparare a fare wavesailing e vuoi provare in uno spot lontano dalla
folla di Maui, ti consiglio di fare un salto a Punta San Carlos, a Baja in Messico. È
davvero un posto spettacolare e surfare le onde è davvero facile, specialmente per
imparare. Io sarò giù per la mia solita clinic dal 23 al 30 aprile. Altre info su:
http://solosports.net/Holiday%20schedule/schedule.htm
Il mese prossimo avrò più indiscrezioni e riguardo i vari spostamenti dei rider,
potendovi dire con maggiore precisione chi va dove… Sarà una stagione mozzafiato
a dir poco! Godetevi le foto di Maui nel frattempo, oppure venite a trovarci!
Ci vediamo!
Ciaoooooooo.........
Levi Siver in una ordinaria giornata a Hookipa. Jaws!
24
SALVATOREData di nascita: 10/03/1997
Luogo di nascita: Napoli
Residenza: Formia
Vela e tavola preferita: Gun Sails
Torro e Flare Starboard
Manovra preferita e quella che
vorresti imparare: Shaka e vorrei
imparare a chiudere il Vulcan e
provarne altre
Da quanto tempo pratichi il
windsurf: Da tre estati
Chi è il tuo idolo: Gollito Estredo
Cosa vorresti fare da grande: il comandante di navi
Qual è stata la tua più bella uscita in windsurf: la mia più bella uscita in
windsurf è stata quando ho girato il Vulcan
Cibo preferito: pizza e patatine fritte
Bevanda preferita: Coca Cola e Red Bull
Musica preferita: musica commerciale e rock
Cosa ti piace fare quando non sei in acqua: quando non sono in acqua mi
piace provare manovre di windsurf su un simulatore
Le 3 cose che porteresti con te su un’isola deserta: su un isola deserta
con me porterei la mia attrezzatura da windsurf (così se fosse un’isola
ventilata potrei uscire), poi porterei del cibo
ANDREAData di nascita: 26/10/1998
Luogo di nascita: Napoli
Residenza: Napoli
Vela e tavola preferita: Gun Sails, JP
Manovra preferita e quella che
vorresti imparare: Shaka e Spock
Da quanto tempo pratichi il
windsurf: 6 anni
Chi è il tuo idolo: Kiri Thode e Nicola
Spadea
Cosa vorresti fare da grande: il
surfista professionista
Qual è stata la tua più bella uscita in windsurf: quando ho chiuso il mio
primo Vulcan
Cibo preferito: pizza
Bevanda preferita: Coca Cola 100%
Musica prefirita: tecno
Cosa ti piace fare quando non sei in acqua: fare manovre sulla sabbia o
skimboard
Le 3 cose che porteresti con te su un’isola deserta: vela e tavola, la
famiglia, il cibo e tantissima Coca Cola
LUCAData di nascita: 25/09/1997
Luogo di nascita: Formia
Residenza: Formia
Vela e tavola preferita: Servene
Blade, Starboard Flare
Manovra preferita e quella che
vorresti imparare: la mia manovra
preferita è la Funnell e quella che
vorrei imparare è lo Spock
Da quanto tempo pratichi il
windsurf: 3-4 anni
Chi è il tuo idolo: Kiri Thode e il mio istruttore di windsurf Nicola Spadea
Cosa vorresti fare da grande? Vorrei entrare nel mondo del windsurf e avere
un lavoro
Spot preferito: Vindicio
Qual è stata la tua più bella uscita in windsurf: Una settimana fa quando ho
slashato il mio primo Vulcan
Cibo preferito: Pizza
Bevanda preferita: Coca Cola
Musica prefirita: Pink Floyd, Led Zeppelin
Cosa ti piace fare quando non sei in acqua: mi piace provare manovre
aeree sul simulatore
Le 3 cose che porteresti con te su un’isola deserta: la muta, gli scarpini e
naturalmente la mia attrezzatura!
VINCENZOData di nascita: 09/05/1997
Luogo di nascita: Napoli
Residenza: Formia
Vela e tavola preferita: Severn Blade
5.3, Starboard Kombat 89
Manovra preferita e quella che
vorresti imparare: Eslider
Da quanto tempo pratichi il
windsurf: 3 - 4 anni
Chi è il tuo idolo: Kiri Thode, e il mio
istruttore di windsurf Nicola Spadea
Cosa vorresti fare da grande: il dentista
Spot preferito: Vindicio
Qual è stata la tua più bella uscita in windsurf: nessuna... mi diverto in
tutte
Cibo preferito: Mum's food
Bevanda preferita: Red Bull
Musica prefirita: Rock-PoP
Cosa ti piace fare quando non sei in acqua: skate
Le 3 cose che porteresti con te su un’isola deserta: la mia attrezzatura da
windsurf, i miei amici, la mia famiglia
26
Andre, innanzitutto, come stai e come sta andando la tua convalescenza?
Considerando le circostanze, sta andando tutto bene. Ho fatto un’operazione molto
pesante poco tempo fa ma ho reagito bene. Ora mancano due piccole operazioni ai
polmoni nel prossimo futuro. I dottori sono molto soddisfatti ma preferiscono non
fare diagnosi troppo azzardate o ottimistiche. Le mie possibilità di piena ripresa
sono maggiori del 90 per cento. Il resto lo saprò tra qualche settimana.
Come sarà il tuo prossimo mese in termini di operazioni?
I medici vogliono operarmi anche al polmone destro. Per questo resterò in ospedale
per 10 giorni. Dopo l’intervento dovrò stare a riposo totale per 3 settimane, e dopo
ci sarà un altro intervento al mio polmone sinistro. Altri 10 giorni di riposo. Poi farò
riabilitazione, terapia ed esercizio. Dopo 6 settimane, teoricamente, potrò
nuovamente salire su un aeroplano.
Riesci comunque a stare in contatto col mondo del windsurf?
Certo. Questa è la cosa più importante per me. È come una droga di cui non posso
fare a meno. Faccio windsurf da 22 anni ormai. Dal primo giorno mi sono reso conto
che il windsurf sarebbe diventato una delle priorità della mia vita. Doverci rinunciare
per il cancro è stato davvero difficilissimo, un colpo davvero duro. Per cercare di non
perdere tutto però, mi sono buttato a testa bassa nel mio nuovo progetto DVD,
ancora prima del previsto. È il mio modo di restare in contatto con i rider e con la
realtà che amo.
Parliamo del tuo nuovo progetto DVD: Andre, spiegaci un po’ cosa hai in
mente!
Sono davvero orgoglioso di annunciare che un paio di settimane fa ho cominciato a
lavorare sul mio nuovo film di windsurf. Vogliamo sfruttare l’hype ed il successo di
Four Dimensions per creare un progetto al livello successivo, con nuove tecniche di
film, angoli diversi, idee innovative, più rider e spot spettacolari. Il nome del film sarà
“Second Life”. Perchè? Ci sono un paio di risposte a questa domanda, che diventano
evidenti man mano che la trama scorre. Il cast del film comprende alcuni dei migliori
rider del momento sulla scena mondiale, tra cui il 4 volte campione del mondo
freestyle, Jose “Gollito” Estredo, ex campione del mondo freestyle, Marcilio Browne,
il leader attuale del ranking wave mondiale, Victor Fernandez, il 3 volte campione del
mondo wave, Kauli Seadi, l’ex campione del mondo freestyle, Ricardo Campello, ed il
vincitore della gara di Pozo wave PWA, Philip Köster.
Come ti è venuto in mente il nome "Second Life"? Inizialmente ho pensato che
avesse a che fare con il tuo cancro e quindi alla tua rinascita.
Può esser concepito da diversi punti di vista. La cosa divertente è che siano stati i
rider stessi a proporlo, non io. Tra i fattori dominanti che hanno influenzato la scelta
c’è sicuramente il windsurf al primo posto, che non è visto solo come sport o hobby
ma come stile di vita. Questo è come dire che ognuno di noi durante il weekend,
passa dalla vita numero 1 (lavoro, quotidianità, stress ecc…) alla vita numero 2 (con
tutta la sua libertà e gioia di surfare). In secondo luogo poi, questo film vuole anche
essere un incoraggiamento a superare situazioni difficili, come la mia, tenendo la
testa alta e restando motivati al massimo. Appena passata questa fase, sperando in
una completa ripresa dopo il cancro, comincerà anche la mia seconda vita.
Andre Paskowski
27
Qual è il tuo obiettivo per il nuovo DVD, che dovrebbe uscire prima della finale
di World Cup a Sylt a settembre 2011?
Il mio obiettivo primario è quello di proporre nuovi standard. Ci siamo quindi presi
un po’ di tempo per pianificare il tutto per bene, mettendo a punto tutti i punti che
potevano essere migliorati. Non c’è nulla di peggio che copiare un altro prodotto di
successo. Penso anche che il nostro sport sia pregno di talento. La scena
professionistica si sta rinnovando con nuova vita, sebbene all’esterno sembra sia
morente. Quando penso ai film di skate o surf, i nuovi talenti vengono veramente
valorizzati, grazie ai budget enormi. Nel windsurf? Vedo un sacco di film su Naish e
Co. Ma dove sono gli eroi della nuova scuola? Dove sono Kauli, Gollito, Ricardo, Philip,
Victor, Marcilio? È fondamentale che anche questi rider vengano trattati con rispetto
e che sfruttiamo al meglio il loro talento immenso e potenziale per dare una nuova
prospettiva sul nostro sport. Questo è possibile esclusivamente con l’aiuto di gente
giovane con idee fresche e tecnologia all’avanguardia.
È cambiato il tuo approccio a questo “lavoro da sogno” dopo questa tua
malattia?
Sì. Mi sono reso conto ancora di più di quanto sia bello come lavoro. Quando tutto va
bene a volte ti dimentichi di quanto sei fortunato. Questa malattia mi ha dato una
svegliata. Anche a questo punto però, non c’è un giorno che passa in cui il windsurf
non abbia un’importanza cruciale nella mia vita. Da questo ho capito che il mio vero
lavoro e vocazione è proprio quello di fare il “pro windsurfer”.
Il periodo che vai da venti ai trenta anni è di solito caratterizzato da una sete
di conoscenza. Pensi che la tua malattia ti possa rallentare?
Assolutamente no. Dopo aver finito la scuola avrei potuto andare all’università a fare
Business o Economia. In verità però non sarei mai riuscito a sfruttare al meglio il mio
potenziale. Il Windsurf mi ha fatto capire esattamente chi sono. Ho imparato nuove
lingue, evidenziando le mie debolezze e punti di forza, migliorandomi giorno per
giorno. Ho lavorato duro per i miei obiettivi da atleta, ed alcuni li ho anche raggiunti.
Ho imparato come gestire i media e come gestire e realizzare progetti importanti
come “Four Dimensions” o “Second Life”. Non avrei potuto fare tutto questo in
nessun altro modo. Ciò è fondamentale. Adesso mi rendo conto di quanto la vita
possa cambiare in un secondo. È quindi sempre vitale vivere i propri sogni.
Ricardo Campello
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Le vele Hot Sails Maui dedicate al Wave e Freestyle le possiamo
racchiudere in 3 diversi modelli: a 4, 5 e 6 stecche. Questa è la
caratteristica che contraddistingue la line HOT. Partendo da questo
presupposto abbiamo chiesto direttamente a Jeff Henderson di parlarci
delle sue nuove vele 2011.
BOLT
Bolt è la proposta Freestyle/Wave di Hot, vela a 4 stecche in tutte le misure, super
leggera e manovrabile. Il problema riscontrato sulla Bolt 2010 era dato dalla
grandezza dei ferzi che facevano numerose pieghe in sovrainvelatura. I ferzi più
grandi sono stati quindi suddivisi in più parti in maniera da ripulire la vela da
tutte le pieghe, aumentandone la stabilità. Ma il concetto di base è rimasto: vela
super potente e super leggera. È stato fatto poi un lavoro specifico per
differenziare le misure più piccole (orientate al Wave) e quelle più grandi
(ottimizzate per il Freestyle, quindi potenza e accelerazione). Rimane comunque
un’ottima vela per il wave riding dato il taglio alto e diretto della base della vela
che lascia molto spazio di manovra per impostare Bottom e Cut Back.
FIRE
Fire è la vela hardcore di Hot, 6 stecche, massima stabilità. Rispetto al 2010 ci
sono stati solo dei piccoli accorgimenti rivolti soprattutto a ridurne il peso. La
costruzione della Fire è a prova di bomba ma sul top della vela sono stati
utilizzati dei materiali ancora più leggeri arrivando a risparmiare fino a 500
grammi di peso nella parte della vela dove il logorio è minore. È una vela che
richiede tanto downhaul per essere armata in maniera corretta con un albero
che abbia almeno un 50% di carbonio. A riguardo della curvatura questa vela è
sviluppata sugli Hot Rod che sono Flex Top ma può essere armata bene anche
con la maggior parte degli alberi a curva costante presenti sul mercato.
SMACK
Smack, vela a 5 stecche, la vela Wave progressiva di Hot. Per il 2011 gli accorgimenti
sono stati pochi a conferma di quanto questa vela abbia una performance ormai
consolidata: il boma è stato accorciato, sono state apportate delle piccole modifiche
sul top e le 2 stecche sulla base della vela sono state ruotate aumentando la
dimensione della finestra. La finestra è costruita in PVC per la massima resistenza,
il feeling in surfata è più dolce. La Smack è la vela più polivalente di Hot.
SUPERFREAK ULTRALIGHT
Superfreak Ultralight: versione più leggera della Superfreak. I materiali sono gli
stessi utilizzati nel fare i kite. Non è resistente come il dacron utilizzato nella
Superfreak normale ma la resa in termini di leggerezza è superiore. Grazie ai
materiali utilizzati così leggeri questa vela risulta molto flessibile. Nelle misure
più grandi risulta essere una vela Freeride molto polivalente sia nel reggere la
sovrainvelatura che nello sprigionare maggiore potenza in condizioni di vento
leggero.
Il concetto dietro la Superfreak la rende unica al mondo. Alla base c’è una selezione
di colori possibili per il dacron, il materiale che la costituisce. È possibile partendo
da quei colori disegnare la proprio vela unica su tutte le altre.
Un momento del meeting Hot Sails Maui.
Jeff Henderson intervistato in esclusiva per Funboard.
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SUPERFREAK MAUI EDITION
Superfreak Maui Edition. La vera novità in casa Hot, prodotta solo in 3 misure: 4.2, 4.7
e 5.3, il quiver di Maui. Nasce dalla necessità di fare una vera Wave moderna super
performante in dacron. Taglio alto della base della vela, la bugna è stata abbassata
per favorire il Bottom. Il twist è stato aumentato in maniera drammatica rispetto alla
normale Supefreak con il “cut-away” sul profilo della vela (una leggera V che si
presenta sul profilo scorrendo dalla bugna al top). Per mantenere i principi di
semplicità alla base di questa vela i ferzi sono stati diminuiti, la vela viene proposta
in tinta unita utilizzando lo stesso colore per tutti i ferzi.
Attenzione ai dettagli: la carrucola in acciaio inox 316 che può essere cambiata
con una semplice brugola è presente su tutte le vele Hot Sails Maui 2011.
Jeff Henderson ci ha poi anche illustrato le principali caratteristiche dei suoi
modelli dedicati all’acqua piatta.
DD
La DD è la vela che ha sostituito la popolarissima Diva, la vela più amata negli anni
passati dal pubblico femminile. L’obiettivo è quello di avere una vela concepita per i
surfisti leggeri di ogni livello, con un baricentro molto basso e l’utilizzo di solo 4
stecche per renderla il più possibile leggera, utilizzando materiali resistenti come x-
ply e dacron consistenti nella base della vela più soggetta all’usura, e tramati e
dacron più leggeri sul top dove si può risparmiare qualche grammo.
LIQUID
La Liquid è la vera offerta Crossover di HOT! La vela più versatile della linea a
completare il gap tra le vele dedicate all’acqua piatta e quelle dedicate al Wave. Una
vela capace di cambiare veste in base alla metratura, dall’attitudine al Freeride nelle
misure più piccole con un monofilm più spesso a quella allo Slalom e alla velocità
nelle misure più grandi dove viene utilizzato un monofilm più leggero. A
dimostrazione della sua versatilità tutte le misure possono essere armate con un
solo albero 430 e una prolunga bella lunga.
SPEED DEMON
La Speed Demon è la vela Slalom No-Cam di HOT, una vela orientata alla velocità e al
massimo controllo a dispetto del prezzo molto accattivante. In acqua la performance
della vela arriva a superare quella di molte vele camberate in un perfetto mix di
potenza, velocità e manovrabilità. Per il 2011 la vela è stata ottimizzata
incrementando la superficie alla base della vela e diminuendo il top. È stato inoltre
aggiunto un cut-away sulla bugna. E per chi non sa resistere alla performance dei
camber… presto sarà disponibile la Speed Demon Duo Twin Cam!
GPS
Dopo anni di sviluppo è pronta la versione definitiva della GPS, la Grand Prix Speed.
La vela Race, pensata per la competizione è stata sviluppata per la Coppa del Mondo
e le gare di Speed. Una vela dalla stabilità incredibile che permette di convertire tutta
l’energia sprigionata in velocità. In questa versione definitiva è stata utilizzata una
nuova tecnica di shape in 3D per implementare le dinamiche e ottenere una
performance al top. Disegnata per lavorare al top con l’albero RDM di Hot, rimane
comunque compatibile con gli alberi SDM.
Bruno Andre con l’Hydrofoil davanti alla Conca d’Oro a Torbole.
La nuova Fire.
30
Gruppo di isole vulcaniche poste un miglio a nord di
Lanzarote, le Isole Chinino, rocce sconosciute al
pubblico di massa, hanno attirato l’attenzione dei
“The Lovers” Stephane e Nicole. Le tavole sistemate
sul trampolino di un catamarano di 40 piedi, una
manciata di amici e via verso il nord delle vergini e
protette isole...
Lasciamo il porto a notte inoltrata. Il rumore
dell’acqua che rompe sulla chiglia è dolce e ci culla
assicurandoci un sonno tranquillo, poi dopo
qualche ora, il primo sguardo dall’oblò della cabina
lascia intravedere una piccola scogliera appena
illuminata dai primi raggi di sole.
Allegranza: Isola Proibita!
Dopo il risveglio subito mettiamo in acqua i SUP, per
bagnarci e togliere la ruggine di dosso. Il luogo è
meraviglioso, acqua chiara e cristallina, le scogliere
tinte d’ocra ci consentono un ancoraggio perfetto.
Circa trenta metri di spiaggia di sabbia nera
completamente deserti e un cartello con scritto:
“Pohibido el paso”. Divieto di transito!?
L’ancoraggio è consentito solo in un punto ma lo
sbarco è assolutamente vietato. Ovviamente noi non
siamo qui per caso: lo skipper, Fonfo, conosce
Ansuka, il proprietario dell’isola e gli portiamo un
regalo di compleanno.
Abbiamo goduto di questa specie di trattamento
“vip”, un opportunità unica!
Classificato Parco Naturale Protetto, Alegranza è
un’isola vulcanica che copre un’area di 10 km2 e ha
un arido picco alto 300 metri. La splendida casa
costruita interamente in pietra domina le semplici
coste e gode della sbalorditiva vista sulle isole
Graciosa, Montaña Clara, Roque dell’Est e Roque del
Ovest, un territorio totalmente vergine nel mezzo
dell’aperto Oceano.
“Benvenuti nel cuore delle Canarie”, Anuska ci svela
il suo angolo di paradiso privato. Con i Sup abbiamo
accesso ad un insenatura che si apre fra un enorme
distesa di magma solidificato, un’impressionante
piscina naturale, un luogo quasi surreale, difficile
da descrivere. Una magica miscela di lava e oceano.
Con le vele spiegate facciamo il giro dell’isola
scrutando la costa. Cercare nuovi spot ha sempre il
suo fascino, se poi lo si fa su di un catamarano è
ancora più emozionante! La
percezione e la vista dei luoghi da qui è molto
diversa. L’oceano impone il suo ritmo e l’avventura
ha un’intensità inaspettata. Il frangere della marea
lungo la costa nord non lascia presagire nulla di
buono, nessuna onda è surfabile ma la vista con le
scogliere 300 metri a picco sul mare è a dir poco
mozza fiato.
Lungo la costa Est la prima parvenza di buoni point
break surfabili fa aumentare rapidamente
l’eccitazione a bordo.
Avvistiamo una linea e poi un buon metro che rompe
su un reef. Il lento avvicinarsi al luogo ci lascia il
tempo per preparare le tavole. Un po’ di paraffina,
leash, un top in neoprene, mollate le vele
proseguiamo a motore per posizionarci in
prossimità della line-up. Ecco siamo pronti! Il
31
capitano ci lascia a soli 40 metri dal picco! È un
lusso!
La prima surfata su questo nuovo spot conferma
che uscire in luoghi sconosciuti dà una carica di
adrenalina ed emozioni sempre più forti ed unici.
Quattro amici in acqua, un’isola deserta, siamo i re
del luogo durante la session!
Il canale lavora perfettamente e una leggera brezza
rende completamente liscia la superficie.
Tutto ci sorride, i set sono davvero buoni!
Recuperate le tavole ci dirigiamo verso La Graciosa.
Laurent e Kuki ci seguono in down wind con i kite
surfando la piccola marea. L’oceano e il cielo sono
ora di un blu intenso, entrambi splendidi.
Strambiamo attorno a Montaña Clara ed ecco l’altra
isola a Ovest. I nostri sguardi sono vigili, alla ricerca
di qualsiasi point
break; il cratere a
mezza luna ci
sorprende, l’eruzione
del vulcano pare così
recente! Così ripide le
onde esplodono ai
piedi del cratere,
Fonfo scivola con il
catamarano vicino ad
una larga roccia,
l ’ i m b a r c a z i o n e
comincia a surfare
tra scogliere e
isolette, governare
l ’ i m b a r c a z i o n e
sembra rischioso ma
Fonfo, marinaio
esperto, pare
destreggiarsi in tutta tranquillità mostrandoci le
vere doti di un uomo di mare.
Uscire in mare nell’arcipelago di Chinito, è un vero
lusso! Nessuna imbarcazione, territorio vergine,
paesaggio incontaminato, selvaggio, solo natura.
Ogni isoletta è separata dall’altra da 5-10 miglia e
consente di passare dall’una all’altra in poche ore.
Ora è tempo di pescare e assicurarci il cibo per la
cena. L’ormeggio lo facciamo ai piedi del vulcano,
completamente al riparo dalla marea e dal vento, il
buon tempo è con noi! Rimaniamo in acqua quasi
sino al tramonto.
Graciosa:
Torniamo alla civiltà, l’isola conta almeno 200
persone! E’ ben conservata, come l’intero
arcipelago fa parte della “Riserva della Biosfera”.
Dall’ancoraggio abbiamo intravisto un po’ di
schiume verso sud.
Penso che con questa leggera brezza da Est gli spot
a ovest dovrebbero lavorare, il team si prepara a
raggiungere l’onda dello spot C... ma sbagliamo
tempismo: la marea è bassa e l’onda rompe sul
reef. Non è buono per il surf e ancora meno per il
windsurf!
So che c’è un altro break a nord; non perdiamo
tempo e a motore lo raggiungiamo così possiamo
anche caricare le batterie. La costa Ovest è molto
bella ma chiaramente la nostra attenzione è rivolta
ai movimenti dell’oceano. Alle Onde!
Arrivati a La Baja (uno spot già conosciuto durante
viaggi precedenti) vediamo che l’onda non lavora
come abbiamo visto fare in passato. Ma 200 metri
verso il vento c’è un picco che rompe da destra
verso sinistra e una leggera brezza side off
garantisce un lento ritorno verso il picco. Troppo
fuori costa per il sup, non facile per il surf. Con
Nicole decidiamo di buttarci in acqua con i nostri
windsurf, una 4.7 per lei e la 5.3 per me.
Materiale sul trampolino, uno, due, tre e via!
Il volume di queste grandi tavole compensa
l’assenza di vento nel raggiungere la posizione
prima di lanciarci nel surf. Un po’ persi attendiamo
i set. Nonostante il calo della marea le onde che
arrivano sono di due metri, “logo high”. Abbiamo
delle tavole grandi rispetto a quelle che usiamo di
solito, 8’5 piedi per Nicole e 10’5 piedi per me!
Enormi! Sembra di essere in slow motion. Facciamo
grandi Bottom anche provando ad usare il bordo
per avere un buon supporto, la sensazione è
davvero strana, la prima onda siamo un po’ sulla
32
difensiva, sia per queste grandi tavole sia per il surf
in un nuovo spot. Sullo Zodiac, Mario e Laurent
provano a scattare immagini avvicinandosi di più al
picco.
Un po’ più sicuri scegliamo qualche set più
importante senza però cercare di essere troppo
radicali con queste lunghe tavole.
I “lovers” sono soli in quest’acqua trasparente, blu,
con deserti e vulcani a fare da fondale.
Condividiamo un momento di estasi, con il solo neo
di non aver potuto usare le nostre tavole a causa
dello scarso vento, possiamo comunque godere a
fondo del piacere di surfare un’onda.
Dopo due ore di session, il vento ha girato on-shore
e le onde sono scomparse. Era un’onda fantasma?
Nominando Graciosa è d’obbligo un passaggio al
bar di Caletilla.
Torniamo alla civiltà dopo quattro giorni di ricerche,
scoperte e avventure in questo piccolo arcipelago,
celebriamo la bella session con un menù di polpo
fresco, ricetta tipica di Graciosa, il proprietario del
ristorante di nome Pepe, è anche il capitano che,
durante il giorno, assicura la connessione con
Lanzarote. Eccellente narratore di storie e aneddoti
avvenuti a Graciosa. Dopo la festa ormeggiamo in
“montaña amarilla” per la notte. Come indica lo
stesso nome, le pareti rocciose del vulcano sono
gialle, e si dissolvono su di una finissima sabbia
bianca. Siamo di fronte a El Rio, lo stretto canale
(1.5 chilometri) che ci separa dalle immense
scogliere di Lanzarote. Anche in questo caso è
difficile spiegare a parole questo luogo.
Veleggiamo sotto vento seguendo il catamarano con
il Sup, Kuki e Laurent fanno lo stesso con i kite. Poco
a poco ci lasciamo alle spalle la costa di Lanzarote
mentre ci appare sempre più nitida quella di
Fuerteventura.
Avevamo un’idea su cosa aspettarci da questo
viaggio ma l’arcipelago di Chinijo ci ha davvero
catturati per il suo carattere unico. A poche miglia
dal porto di Corralejo e dalle vette dell’isola di
Lobos, i delfini nello strepitoso tramonto, vengono a
giocare con la nostra barca e a salutarci.
Rientriamo a Fuerteventura al tramonto, splendida
conclusione di questo incredibile, piccolo, grande
viaggio.
“The Lovers” of Fuerteventura.
Ph:
Ph:
Ph Da DaDa
rreerrell llllW
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www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com
The SUPER STYLE MKIII has been re-designed with the help or wave specialist John Skye: based on great success of the 2009 and 2010 versions. The new SUPER STYLE MKIII is a sail designed to suit most worldwide wave sailing conditions and excels also in freestyle manou-vers.
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34
DARIO TROIANITutto è nato quasi per gioco con una vaga idea di provare a fare qualcosa di
particolare, delle foto all’alba in uno strano gioco di colori, luci e ombre.
Desideravo qualcosa di diverso, che potesse rappresentare uno stile, una scelta,
una visione leggermente distorta dei classici schemi ordinari. Riuscire a cogliere
quell’attimo di luci, colori, ombre e vita che difficilmente si riesce ad avere. E così
dopo averne parlato con la mia inguaribile cacciatrice di istanti di vita Roberta
Pala, decidiamo che si può fare, domani mattina alle 05:00 qui, nel mio piccolo
tempio Porto Pollo! Alzataccia! Le previsioni sembrano buone per aver vento forte.
Incrociamo le dita e aspettiamo una notte invano, un’alba che non potrà essere
immortalata. Ore 05:00, il vento c’è ma il cielo ha deciso che oggi non si può fare e
così siamo costretti a rimandare il tutto alla mattina successiva. È buio e non fa
caldo, ma c’è vento e nessuna nuvola, alle 05:35 io e Roby siamo in spiaggia
cercando di capire in che modo possiamo ottenere il massimo dalle condizioni. È
buio pesto, le stelle ed il mio cane incuriositi ci osservano in silenzio, ovviamente
non c’è nessuno a far da testimone. Il trapezio mi avvolge e mi accompagna, la
cerniera della muta si chiude, con essa rimangono fuori tutti i pensieri, i problemi
e tutto il resto. E così entro in acqua, in un’atmosfera assolutamente surreale. Non
vedo nulla, non ho punti di riferimento, solo una vela tra le mani che scalpita
pronta, per partire in planata di notte verso un riflesso, la mia tavola sotto i piedi
fedele, silenziosa, aspetta la raffica per poter essere un tutt’uno. Planare di notte
è quasi magico, non vedere le raffiche, abbandonarti al trapezio e fidarti della
natura che sprigiona la sua energia. Quasi impossibile da descrivere. Roby
s’immerge con muta e macchina fotografica fino al petto e mi chiede di provare a
fare qualche manovra di freestyle per vedere cosa succede. Sembra non ci sia
vento, eppure la mia 4.2 è piena e mi spinge in velocità verso un puntino scuro in
acqua, è Roby, pronta come sempre. Mi avvicino senza pensare, decido di
rilassarmi e far parte della silenziosa alba che lentamente colorerà tutto. Flash in
acqua dal nulla, per catturare quel momento. La natura inizia la sua infinita routine
quotidiana e il tenue colore arancione si affaccia dalle colline a est per donare un
alone spettrale alla baia. Continuo a fare windsurf e Roby continua a scattare. In
una sorta di stato mentale a se, inizio a pensare all’immensa fortuna di poter
godere di un momento del genere, in grado di poter regalare emozioni uniche ed
indescrivibili. Essere una cosa sola con la natura, sfruttare la sua energia e
godere di questo, richiede una buona predisposizione spesso presente in tutte le
persone che per passione si avvicinano a sport nei quali si ha uno stretto contatto
con essa. Ovvio che per quanto riguarda noi surfer in generale tutto questo ha un
valore ancora più grande, nel momento in cui ci immergiamo in essa. Il sole si
accende all’improvviso dietro la collina e tutto a un tratto la luce come per incanto
si impossessa della baia…
Buongiorno mondo!
Grazie per aver reso possibile tutto questo.
ROBERTA PALA… è un periodo strano per me, ultimamente sento davvero la necessità di qualcosa
di nuovo dal punto di vista fotografico, passare ore e ore a fare le solite infinite
sequenze di manovra da funamboli ha sempre un certo fascino, ma non è quello
che sto cercando in questo momento…
Ho voglia di sperimentare, di passare giornate intere, anche settimane, a
pianificare un’immagine, perché desidero uno scatto forte, non una manovra da
coppa del mondo, voglio e pretendo un’immagine sognata, cercata, fortemente
voluta…
Sono in negozio, per quest’estate ho deciso di sacrificare a malincuore la
fotografia perché di passioni non sempre, purtroppo, si vive… Dario, come ogni
mattina, passa a salutarmi e gli brillano gli occhi mentre comincia a propormi la
sua idea… vuole catturare le emozioni di una session all’alba, niente di estremo,
35
soul surfing, questa è l’idea… Credo abbia avuto l’impressione che non lo stessi
quasi ascoltando, invece era proprio l’opposto, mentre lui parlava, io stavo già
immaginando il dove, il come, l’obiettivo da utilizzare, dove posizionare il flash,
l’angolazione migliore in baia per catturare la luce dell’alba…
Appuntamento è una buona ora e mezza prima dell’alba, e il primo tentativo va a
vuoto, la sveglia suona nel cuore della notte, ma il cielo è troppo coperto, si
rimanda… Quando qualcosa non va come previsto viene sempre da pensare che ci
sia chissà quale disegno che non vuole che il sogno sia realizzato… ma questa volta
non è così! La mattina seguente il cielo è terso e le stelle ci fanno compagnia
mentre raggiungiamo lo spot e cominciamo a prepararci, anche il cagnone di
Dario è stranito dalla sveglia così presto…
La prima idea di posizionare il flash su un top dell’albero e piantarlo in baia per
poi azionarlo con il trasmettitore non va bene, il fondale non lo permette e c’è il
rischio che una raffica troppo forte faccia cadere tutto a mollo… nessun problema,
flash sulla macchina, muta indosso e si entra in acqua… Dario comincia a prendere
confidenza con la navigazione nel buio più totale e “prende le misure” con me…
primo scatto, troppo lontano, il flash laggiù non arriva, chiedo di farmi qualche
manovra vicino, una sottile tenue riga di arancione comincia a profilarsi lungo la
sinuosa linea della collina, eccolo, arriva… distanza perfetta, la scia della tavola si
illumina e la vela si staglia su quello sfondo nero, arancio e blu… al secondo
tentativo abbiamo già ottenuto ciò che desideravamo entrambi, la magia di un
istante… Da quel momento Dario comincia a danzare con la luce del sole che sta
nascendo, ed è quello che vuol trasmettere, uno spirito, un’idea di vita, uno sport
che si fonde con gli elementi della natura, che non vuole essere a tutti i costi
esaltazione della manovra, ed è così che vedo il suo sguardo perdersi nell’istante
in cui il sole ormai sorge e illumina la baia… è un nuovo giorno… e forse, negli scatti
di questa mattina, siamo riusciti davvero a catturare l’essenza delle nostre anime…
Buongiorno mondo!
36
Com’è iniziato tutto?
In passato ho lavorato nei villaggi di un importante tour operator, ovviamente ho
iniziato insegnando windsurf d’estate e sci e snowboard in inverno fino al 1997, anno
in cui sono stato mandato a lavorare su un’isola che pochi conoscevano… ho dovuto
prendere un mappamondo per capire dove fosse quando mi dissero che sarei
andato per 8 mesi a Mauritius! Quando sono tornato a casa ero stregato da quel
paradiso che pochissimi surfisti al mondo conoscevano. Ho deciso quindi di rifare la
mia valigia di cartone, raccogliere qualche spicciolo prestato dai miei genitori e sono
tornato la per viverci, aprendo la prima ed unica scuola di windsurf dell’isola. Avevo
capito che aveva un potenziale pazzesco, ma le leggi severissime hanno, nel corso di
un altro anno passato laggiù, spento ogni mio sogno... Tornato da la, triste e
depresso, girovagavo in gennaio tra la nebbia della mia città natale Modena
chiedendomi: “E adesso?”. Ho mandato così un curriculum ad una scuola di windsurf
di Porto Pollo, Sardegna, dove non ero mai stato. Sono partito un po’ scettico ma
quando sono arrivato all’alba sul promontorio dell’Hotel Le Dune di fronte all’isola di
Spargi ho capito subito che non me ne sarei più andato da quel posto... e così è stato.
Cercando di capire cosa fare da grande nel 2000 vengo chiamato dal mitico Maurizio
Priano (ora marketing manager Helly Hansen) per fare il giudice in una gara che
avrebbe negli anni successivi segnato la storia degli eventi in Italia: il WindFestival di
Imperia. Lo speaker della manifestazione non era riuscito ad arrivare in tempo e mi
sono proposto nella titubanza degli organizzatori... dopotutto nei villaggi l’amore per
il microfono era già chiaro! Dopo un’ora mi dissero: “Ok sarai tu lo speaker per tutto
l’evento!”. Sai mi veniva facile: il pirla lo facevo anche senza microfono, il windsurf
era la mia passione... et voilà! È stata dura farlo diventare un mestiere ma la magia
di avere un pubblico davanti e un dj che mi accompagna con la musica era
pazzesca... Da allora ho presentato più di 100 grandi eventi, ho lavorato con grandi
network presentando i tour di RDS, Radio Monte Carlo, Kiss Kis Network, e grandi
eventi sportivi per mostri come Nike, Red Bull, Coca Cola. Poi è arrivata la musica...
Luca Gentilini sul palcodell’E-Vento di San Teodoro.
Session di surf al tramontocon amici a Rena Majore.
37
ho avuto il piacere e l’emozione di presentare concerti di grandi artisti come: Le
Vibrazioni, Tiromancino, Laura Pausini, Negramaro, Craig David, Jamiroquai, Dunna
Sunmmer, Anastacia, Simply Red. E tanti altri.
Poi la radio e la tv qui in Sardegna dove sono rimasto ed ho fatto una splendida
famiglia... continuo a girare l’Italia per presentare grandi eventi e conduco
programmi radiofonici con il network sardo Radio INternazionale ma la mia attività
principale ora è l’organizzazione di grandi eventi, gestisco numerosi artisti che porto
in giro soprattutto a Porto Cervo in alcune delle più esclusive strutture ricettive del
mondo, insomma per dirla alla Ligabue: “una vita su e giù da un palco.”
Il mio più grande piacere rimane ancora dare voce ai più grandi eventi di windsurf
dove da ormai 10 anni incontro quella che è diventata una famiglia allargata.
Tutto questo sempre con un unico comune denominatore: ogni volta che arrivano
vento e onde, il mio telefono risponde “L’utente desiderato non è al momento
raggiungibile. Si prega di riprovare più tardi”.
Indubbiamente “una vita su e giù dal palco”, ma raccontaci qualche cosa su
di te e il windsurf, come hai iniziato, che spot frequenti e cosa ti piace della
vita da windsurfer?
Beh, ho iniziato nel 1993... era l’anno del diploma e grazie ad un amico che già
praticava, abbiamo organizzato l’estate post diploma con un viaggio a Tarifa. Non
avevo nemmeno mai visto un windsurf ed in quell’anno proprio a Tarifa si stava
svolgendo il PEA che al tempo si chiamava PBA. Ho visto Bjorn e compagni cimentarsi
nello Speed e nel tempo libero andavano a saltare in uno spot vicino che credo di
ricordare si chiamasse Las Dunas... Playa Bolonia... o qualcosa di simile. Forward
stellari, Back Loop, sono rimasto sconvolto e così una volta tornati ho iniziato da
autodidatta nei week-end al Garda... un incubo... armavo la vela a caso e l’amico di
turno mi dava indicazioni folli, e mi ha fatto acquistare una tavola Klepper 295 e una
North 6.5 camberata! Provate ad immaginare... mattina, Peler, mai salito su una
tavola, con quel materiale... che nuotate... quanti chilometri a piedi con roba in testa
nelle gallerie. Decisi che dovevo averla vinta io e piano piano sono arrivato alla mia
prima planata, che non dimenticherò mai, nell’estate 1994 mentre lavoravo in un
villaggio in Puglia ed il mio mentore fu Beppe Caldarulo. Beh la vita da windsurfer è
meravigliosa nonostante conciliarla con lavoro e famiglia a volte non è più semplice
come un temp!
I tuoi spot preferiti e per quale motivo?
Sono follemente innamorato di Cala Pischina. Da oltre 10 anni è la nostra culla e
grazie a Dio nonostante sia molto conosciuta, la sua scarsa capacità di essere
accogliente e rassicurante fa si che riusciamo a surfare sempre tranquilli. Sono
anche molto fiero del fatto che forse è rimasto l’unico spot in Italia dove “no kite”
vuol dire proprio nessun kite, e vale per tutti. Siamo una famiglia e le regole si fanno
rispettare a chiunque! Un altro spot che adoro è S’Ena e Sa Chitta, anche se
ultimamente è molto frequentato, anche se ci riserviamo ancora qualche asso nella
manica. Massimo rispetto anche per il Capo (Capo Mannu), ma non esco mai mure
a dritta.
Wave o freestyle?
Wave tutta la vita.
Ricardo Campello
Luca a Cala Pischina.
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Ormai sei un local sardo, puoi darci qualche suggerimento su dove andare e
cosa fare, insomma qualche hot tips da vero local?
Gli spot meno conosciuti mi guarderò bene dal nominarli per evitare che diventino
con il nostro ex- secret S’Ena e Sa Chitta, che ora è super affollato. Sai quanto siamo
gelosi...!?! La Sardegna è un paradiso ovunque ed in tutte le stagioni, sogno la
riapertura degli impianti da sci sul Bruncu Spina e dopo siamo perfetti!
Ormai le tue presentazioni agli atleti nei vari eventi che segui sono diventate
un must. Molti dei ragazzi li conosci da diverso tempo e sono tuoi amici, hai
qualche aneddoto divertente da raccontarci di queste presentazioni?
Beh ho sempre cercato di presentare come delle rock star tutti i ragazzi. Con Ray
e Andrea (Rosati n.d.r.) è nata una bella amicizia ed ho stupendi ricordi di
quando erano i 2 re di Roma e non ce n’era per nessuno, dovevo sempre
misurare equamente gli aggettivi altrimenti erano dolori, e devo dire che sono
tutt’ora dei grandi promotori del nostro sport. Ho sempre ammirato tutti coloro
che sono stati ambasciatori del nostro sport, in mezzo anche tu e Fede avete
fatto tanto. Poi chi non ricorda gli anni in cui avevo inventato nei grandi eventi il
titolo “King Of The Night”, sempre vinti senza pietà dall’animal party Andrea
Ghione. Ne abbiamo fatte tante insieme... quante uscite a Cala Pischina... e quanti
terzi tempi per dirla alla rugbista.
Hai vissuto dall’interno il mondo degli eventi windsurf italiani degli ultimi 10
anni. Cosa è cambiato partendo dal Windfestival, passando dal Surfestival per
arrivare all’attuale E-Vento? Miglioramenti, peggioramenti, maggiore o
minore presenza di pubblico, stand?
Credo che in questi anni sia cresciuta la qualità dei grandi eventi a scapito di quelli
“minori” che purtroppo per le dure leggi del mercato sono scomparsi... mi sono
battuto per anni per far capire agli organizzatori che un evento deve essere
un’attrazione per tutti, ricco di contenuti extra windsurfistici come concerti, show
paralleli etc. E devo dire che ci stiamo avvicinando alla mia idea... una volta se non
c’era gara per cippa, tutto era morto e chi mi conosce sa cosa mi sono inventato per
dare un po’ di energia a quelle giornate!
Tutte le volte che prendo un microfono in mano mi sento a disagio e non ho
proprio feeling con questo strumento. Invece vedo te che riesci con poche
battute ad attirare l’attenzione del pubblico e sembra che tutto ti venga in
modo naturale, e sei molto bravo. Talento naturale o hai seguito dei corsi
imparando qualche trucco?
Sicuramente come mi disse una volta un amico brasiliano vedendomi lavorare, “la
luce” o ce l’hai o no... devi sentirti l’emozione e la voglia di entrare in sintonia con chi
hai di fronte, ricordando che basta mezza parola sbagliata per inimicarti la folla.
Sembra tutto fatto così per gioco ma in realtà conosco le dinamiche e le ho imparate.
Un grazie al mio vero maestro Gegio Lanzoni, voce degli eventi RDS per anni con il
quale ho iniziato. Poi la radio mi ha dato il resto insieme alla curiosità di studiare dai
grandi intrattenitori, Fiorello in primis. Poi ho avuto la fortuna di lavorare anni con
un noto tour operator dove ho avuto come maestri personaggi che hanno poi fatto il
salto di qualità.
Grazie per la tua collaborazione e poiché siamo sul pezzo ti chiedo ancora un
favore… come presenteresti la rivista Funboard?
Ladies and gentleman... la motivazione che ci porta ad entrare in edicola ogni mese
sperando di intravederla tra gli scaffali. Quelle 96 pagine di sogni colorati che ci
permette di fuggire con la mente dove ognuno di noi vorrebbe essere. Il racconto
dettagliato del mondo che amiamo... La rivista che ha fatto la differenza e che mai
nessun direttore taccagno, nonostante tutto, ha mai deciso di regalarmi. È con
immenso piacere che vi presento... FUNBOARDDDDDDDDDDD
SCHEDA TECNICANome: Luca
Cognome: Gentilini
Nickname: Rasta (ancora oggi a 5 anni dal taglio della chioma...)
Nato a: Modena
Età: 37
Stato civile: Sposato con una donna stupenda Debora e padre di un figlio
fantastico: Francesco
Altezza: 195... o forse no... dai fai 173
Peso: 77 kg
Cittadinanza: italiana
Dove vivi: Pittulongu, Sardegna
BEST AND WORST Bionde o brune: brune tutta la vita
Waveriding o jump: waveriding
Goffy o regular: goofy
Maui o Mauritius: il mio grande amore Mauritius
Destra o sinistra: Sinistra (in acqua...)
Dunkerbeck o Naish: zio Robby
Kauli o Fernandez: Kauli
Capo Mannu o S’Ena e Sa Chitta: S’Ena quando eravamo in 5
Freestyle o surf: surf anche se dopo un incidente ho mollato un po’ il colpo
Slalom o kite: Slalom
Macchina o furgone: macchina grande come un furgone
Pepsi o Cola: Cola... mi ha dato il pane per anni!
40
41
99 WAVE SIGNATURE - CORE WAVE (THRUSTER): Quel Thruster Fin
che ha sempre contraddistinto lo stile di Cesare Cantagalli nel Wave Riding e gli
shape di Gianni Valdambrini degli ani 90’. Un modern shape ispirato alle ultime
tendenze provenienti dal surf da onda. Disponibile in infiniti litraggi progettati per
condizioni di onda medio-piccola e venti di vario regime, sia On che Side shore per
una sensazione molto vivace e massima reattività agevolando anche le surfate on-
shore senza comprometterne spunto in planata e velocità per saltare. Grafica:
ProLook o alternativa disponibile sul programma Grafiche.
99 STLE PRO - (FREESTYLE): Lo Style Pro 2011 è una gamma di tavole
Freestyle da 88 a 115 lt. che rispecchia la proposta destinata alle competizioni Freestyle
e non solo. Le tavole sono caratterizzate da un peso estremamente ridotto grazie alla
costruzione Custom Superlight (Carbon/Vectran), e da shape compatti e proporzionati
tra di loro. La coperta innovativa, denominata Double deck (D2), è appositamente
studiata per avere un feeling diretto con la tavola e potersi spingere in qualsiasi
rotazione vantando un maggior controllo in condizioni di vento medio/forte e una
slashata in full speed della tavola in manovra. Un inedito rockerline produce un risultato
finale stupefacente in quanto unisce le caratteristiche più richieste da una tavola di
puro freestyle, spunto in planata veloce, top speed, buona scorrevolezza e ottima
manovrabilità. Grafica: ProLook o alternativa disponibile sul programma Grafiche.
99 WAVE PRO Q – CORE WAVE (QUAD): Il 99 Wave Pro Q è una pura
tavola da Wave di ultima generazione da utilizzare in ogni mare e direzione del vento.
Permette carvate più strette e più verticali con grip da vendere e maggiore abilità di
risalire il vento. Un rockerline studiato appositamente per questa configurazione e il
bottom concave, donano alla tavola doti di planata e velocità inaspettate. L’aumento
di peso dovuto al numero di scasse è compensato dalla esclusiva tecnologia Acme
che fornisce scasse ad hoc realizzate in fibra di carbonio con risultati che
confermano differenze di 1/1,5 kg più leggere rispetto alla concorrenza. Grafica: Pro
Look o alternativa disponibile sul programma Grafiche.
WAVE PRO-T – CORE WAVE (T WINFIN): Le “Wave Pro Series” si
propongono nella versione Twin fin per condizioni di vento side off per offrire ai rider
più esperti la possibilità di spingersi al massimo nei turns e nelle manovre in
surfata. I nostri Twin fin della linea Wave Pro Series, nascono per natura come tavole
radicali, con rocker più importanti, una lunghezza ridotta e carene concave double
concave, per assicurare un extra grip nei turn sulle onde. La linea dei bordi in
coperta si è evoluta con bordi leggermente ingrossati, abbassando leggermente lo
spessore al centro tavola, lungo la linea del longherone, al fine di ottenere una
migliore stabilità e distribuzione del volume con il risultato finale di una coperta
leggermente più piatta. La maggiore manovrabilità data dalle pinne più corte
permette di avere bordi più voluminosi che assicurano quella galleggiabilità che
serve per superare i buchi di vento. Grafica: ProLook o alternativa disponibile sul
programma Grafiche.
MODEL LENGTH(cm) WIDTH(cm)Wave Signature T. 64 225 53
Wave Signature T. 67 225 53,5
Wave Signature T. 70 225 54
Wave Signature T. 73 226 54,5
Wave Signature T. 76 227 55,5
Wave Signature T. 79 228 56
Wave Signature T. 82 229 57
Wave Signature T. 85 230 58
Wave Signature T. 88 231 58,5
Wave Signature T. 91 232 59
Wave Signature T. 94 233 59,5
MODEL LENGTH(cm) WIDTH(cm)Wave Pro Quad 64 224 52,5
Wave Pro Quad 68 224 53
Wave Pro Quad 72 225 53,5
Wave Pro Quad 76 226 54,5
Wave Pro Quad 80 227 55,5
Wave Pro Quad 84 228 55,5
Wave Pro Quad 88 229 57,5
Wave Pro Quad 92 230 58,5
MODEL LENGTH(cm) WIDTH(cm)Wave Pro Twin Fin 68 226 53
Wave Pro Twin Fin 70 227 53,5
Wave Pro Twin Fin 74 228 54,5
Wave Pro Twin Fin 78 229 55,5
Wave Pro Twin Fin 82 230 56,5
Wave Pro Twin Fin 86 231 57,5
Wave Pro Twin Fin 90 232 58,5
Wave Pro Twin Fin 92 233 59
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Più semplicità, più affidabilità, più prestazioni, per un maggiore piacere sull’acqua,
questi sono gli obiettivi di BIC Sport per questa nuova collezione 2011. La
semplificazione delle gamme permette a tutti di fare una scelta facile senza
sbagliarsi. Le tavole Bic sono concepite per non passare di moda e la loro ottima
quotazione sul mercato dell’usato mostra la loro popolarità e il loro ottimo rapporto
qualità/prezzo. Fabbricate in Francia con una tecnologia unica al mondo, le tavole
sono solide e leggere. L’eccezionale successo della Techno 293 One Design presso i
giovani regatanti è la prova migliore dell’affidabilità e della qualità dei prodotti Bic.
360 giovani partecipanti venuti da 30 paesi si sono ritrovati a Martigues per i
Campionati del Mondo 2010, cifra pari a un aumento del 30% sul 2009 che era già
stato un anno eccezionale. Un fenomeno unico nel mondo del Windsurf e anche nella
vela. Si ritrova la stessa affidabilità e la stessa qualità di shape sui modelli Core che
mettono alla portata di tutti il piacere del funboard. Tavole con buone prestazioni,
facili, ben equipaggiate e a un prezzo molto attraente. La gamma Techno propone
sempre delle tavole freeride vivaci e reattive che si rivolgono a tutti coloro che
cercano delle tavole con buone prestazioni, molto ben equipaggiate, reattive e facili.
Con la gamma Beach, si ritrova l’eccezionale solidità del polietilene associato a
forme moderne e un prezzo imbattibile che soddisferà tanto le scuole di vela che le
famiglie alla semplice ricerca di materiale robusto per andare sull’acqua.
TECHNO: Questa collezione leggendaria fa parte della storia del funboard: tavole
facili da surfare, veloci e versatili. La Techno 283 è stata la prima della nuova
generazione di tavole larghe. Da allora la serie Techno ha sempre dimostrato la sua
estrema adattabilità a diversi tipi di condizioni e di rider, dai racer più esigenti
(Techno 293OD) agli amanti del racing a cruising su lunghe distanze… per non
dimenticare i funboard club in tutto il mondo ed i funboard racer più esigenti che
invece hanno tutti apprezzato le performance delle tavole, la loro solidità, robustezza
e peso leggero insieme alla qualità delle finiture. La nuova serie Techno Pro permette
di cavalcare le onde con brio grazie ad attrezzature di alta qualità per qualsiasi
condizione climatica. Costruiti con un sandwich in resina epossidica, i tre più
importanti modelli sono le tavole firmate da Marco Copello mentre il nome di Pierre
Bracard è sulle due tavole per il vento forte. Le tavole sono state progettate per
essere facili da utilizzare e per adattarsi alle diverse condizioni di vento, in modo che
il windsurfista possa sfruttare la propria tavola per il più ampio range di condizioni.
Con venti da deboli a moderati, i windsurfisti vorranno planare rapidamente alla
velocità massima: le tavole Techno Pro 80, 74 e 64 sono progettate per Freerace e
Slalom. Quando il vento aumenta insieme alle onde, i Techno Pro 65 e 57 incarnano
il concetto di Freeride Bump&Jump, dalla velocità elevata ed facile controllo. Per
forte vento sostenuto ed onda alta, la Techno Pro 54 è sicuramente la scelta migliore!
CORE: La collezione Core si rivolge ai windsurfer che cercano un ottimo valore ad
un ottimo prezzo. Divertimento garantito, sostenuto da anni di esperienza nel
windsurf. Queste tavole hanno dimostrato il loro valore in tutte le condizioni
climatiche e la loro versatilità è stata spesso pubblicizzata nei test di tutte le riviste
specializzate. Realizzata in materiale composito in fibra di vetro termoformata, è
solida e particolarmente resistente agli urti. Le dotazioni sono state selezionate
appositamente per il loro eccellente rapporto qualità-prezzo.
Core 293 D: La prima tavola in assoluto! Ottimo volume e deriva per maggiore
stabilità, la Core 293 D è la tavola ideale per i neofiti del windsurf in qualsiasi
condizione. Con vento forte, è un’ottima funboard per imparare a planare, strambare
e per usare le straps.
Core 160 D: La Funboard universale. Divertimento assicurato, la Core 160 è la tavola
perfetta per tutti i pesi e livelli di windsurfer che vogliono migliorare per uno stile di
riding decisamente più sportivo.
Core 148: Veloce, manovrabile e facile da “cavalcare”. È la scelta per i rider che vogliono
comprare la loro prima tavola, che permetterà loro di migliorare la velocità, le
strambate, divertendosi con venti da lievi a moderati. Eccellente rapporto qualità prezzo.
Core 133: Riding veloce e divertente! Sulla Core 133, si va forte, molto forte e molto
velocemente in tutte le condizioni. Permette di passare da un livello medio ad alto di
funboard con vento forte.
MODEL LENGTH (cm) WIDTH (cm) VOLUME (L) SAIL RANGETechno 160 255 82 160 7.8 > 8.5
Techno 148 264 75 148 6.8 > 8.5
Techno 133 250 70 133 6.8 > 8.5
Techno Pro 80 239 80 130 7.5 > 9.5
Techno Pro 80 235 74 115 6.5 > 8.5
Techno Pro 80 238 64 95 5.5 > 7.5
Techno Pro 80 242 65 105 5.0 > 7.0
Techno Pro 80 244 57 85 4.5 > 6.5
Techno Pro 80 238 54 75 3.0 > 5.3
Core 293 D 293 79 205 -
Core 160 D 255 82 160 -
Core 148 264 75 148 -
Core 133 250 70 133 -
43
PANTHER 3Prendi in mano una Panther 3 e
noterai immediatamente la differenza:
zero colpi, zero pressione in eccesso
sul braccio posteriore, solo una
surfata morbida come velluto. La
leggerezza della costruzione rende la
Panther ancora più facile da
controllare in aria. Sebbene sia
estremamente leggera però, la
Panther è molto resistente. Ogni zona
della vela è stata realizzata con
materiali specifici per gestire al
meglio i vari carichi. Sebbene la
Panther 3 sia la vela Wave più
regolabile in acqua, è comunque
facilissimo armarla grazie agli
indicatori colorati sia sulla penna che
sulla bugna, permettendo al rider di
trovare la regolazione perfetta per
coprire l’enorme range di vento. La
qualità poi è garantita al 100% perchè
ogni vela viene armata a mano in
fabbrica prima della spedizione.
MODEL LUFF cm BOOM cmPhanter 3 2,9 319 131
Phanter 3 3,3 340 141
Phanter 3 3,5 354 146
Phanter 3 3,7 362 151
Phanter 3 4,0 374 155
Phanter 3 4,2 383 158
Phanter 3 4,5 395 161
Phanter 3 4,7 406 166
Phanter 3 5,0 419 171
Phanter 3 5,2 428 174
Phanter 3 5,5 437 177
Phanter 3 5,8 446 181
Phanter 3 6,0 454 185
Phanter 3 6,3 457 190
Phanter 3 6,9 487 193
44
SPACE: La Space è una vela versatile X-over che offre la via di mezzo tra la vela
Freemove, la Torro e la classica Freeride, la Future. Rispetto alla Torro, non offre
possibilità di utilizzo con le onde; offre però maggiore performance in termini di
planata anticipata e potenziale di velocità di punta. Un motore perfetto per volare a
tutta velocità, saltare in condizioni di Bump&Jump o semplicemente per provare
tutte le manovre basi del Freestyle. Sebbene la regolazione perfetta sia quasi unica,
copre comunque un range enorme e risparmia ore di regolazioni, rimanendo
stabile nelle mani del rider, facilitando il controllo. La facilità di maneggevolezza
deriva dalla solidità della costruzione in x-ply al 55%.
STEEL: La nuovissima Steel presenta tutti i punti di forza delle comuni vele Wave
universali: performance eccellente in qualsiasi condizione di vento, ottime capacità
di planata, maneggevolezza reattiva e facile e costruzione solida. Il profilo ben
bilanciato permette alla vela di coprire un enorme range di vento, con ampie
possibilità di regolazione a discrezione del rider. La Steel può essere armata per
essere più diretta/potente o compatta/morbida, grazie anche al posizionamento
asimmetrico degli anelli di bugna, in modo che la vela resti sempre stabile tra le
mani. Assorbe facilmente le raffiche grazie al suo twist armonico e progressivo, per
assicurare il massimo controllo in qualsiasi condizione. La costruzione,
realizzazione e materiali utilizzati sono di altissimo standard, secondo la tradizione
Gun Sails. Tutte le finestre centrali sono realizzate in X-ply rinforzato con bordi doppi
sulla penna, cuciture ricoperte ed inserti in gomma per riparare e rinforzare le
zone di maggiore stress.
TORRO: La Torro è la classica vela Freemove, che si è guadagnata la sua fama
grazie all’immensa versatilità e range d’utilizzo. Non importa se per per il Wave,
Freestyle o Freeride, l’utilizzo della Torro affascina il rider in qualunque disciplina ed
è ideale per tutti i tipi di rider, indipendentemente da peso e capacità. Grazie alla
ridotta lunghezza del boma, la vela risulta compatta e leggera per qualsiasi tipo di
manovra e condizione, ed il profilo più profondo assicura una planata più immediata
ed anticipata con una perfetta rotazione delle stecche. La Torro risulta
estremamente stabile nelle mani del rider ed è la vela perfetta per divertirsi ogni
volta che si va in acqua. Confrontandola alla Space, la Torro è molto più orientata alle
manovre perchè ha un profilo più piatto ed una bugna con un taglio più alto. I rider
che cercano un profilo più rigido con più spinta e che possono fare a meno di surfare
tra le onde, dovrebbero puntare sulla Space. Per quanto riguarda la costruzione e la
realizzazione, la Torro eccelle grazie all’utilizzo di x-ply al 65% per diminuire la
tensione durante l’utilizzo con vento rafficato, aumentandone la longevità, e restando
comunque una vela accessibile e con un buon cut out che ne facilita il montaggio.
TRANSWAVE: Ingresso e spunto in planata più immediati con maggiore potenza
di punta. Per tutti quei rider che preferiscono un’esperienza di surfata più potente
e soddisfacente. La Transwave è stata realizzata con un profilo più profondo per
generare maggiore spinta, più potenza nelle curve e per volare in aria. La
Transwave resta però sempre stabile ed in pieno controllo e non sembra mai
ingombrante nelle mani nel rider. I due occhielli di bugna piazzati
asimmetricamente allargano notevolmente il range di condizioni. Grazie alla
maggiore potenza e controllo, questa vela è perfetta perfino per le condizioni di
freestyle in acqua piatta. La costruzione e realizzazione sono al top. Viene utilizzata
una costruzione basata su x-ply al 75% con rinforzi specifici sui bordi per
assicurare massima longevità e resistenza della vela.
MODEL LUFF cm BOOM cmSpace 4.5 407 162
Space 5.0 418 170
Space 5.5 442 176
Space 6.0 455 187
Space 6.5 468 190
Steel 3.3 358 143
Steel 3.5 365 144
Steel 3.7 373 147
Steel 4.0 384 150
Steel 4.2 394 154
Steel 4.5 407 160
Steel 4.7 415 164
Steel 5.0 421 167
Steel 5.3 431 175
Steel 5.7 443 180
Torro 4.3 407 156
Torro 4.7 415 163
Torro 5.0 422 167
Torro 5.3 431 174
Torro 5.7 445 178
Torro 6.0 450 182
Torro 6.3 459 186
Torro 6.6 465 193
Transw. 3.7 370 150
Transw. 4.0 384 153
Transw. 4.2 392 157
Transw. 4.5 407 163
Transw. 4.7 415 168
Transw. 5.0 422 170
Transw. 5.3 431 178
Transw. 5.7 443 183
Transw. 6.1 454 186
WWW.CLUB-MISTRAL.COM
BrasilePreá
BarbadosSilver Sands
VenezuelaEl Yaque
RepubblicaDominicanaCabarete
MauritiusLe Morne
MaroccoEssaouiraDakhla
TunisiaDjerba
Capo VerdeSal
SpagnaGran Canaria & TarifaGolf de Roses
EgittoMarsa Alam, Ras SudrDahab & Safaga
TurchiaAlacati, Datca
GreciaKarpathos
per prenotazioni e informazioni Tel.: +49 (0)881 9254960 o 9096010 e-mail: [email protected]
NOSTRE DESTINAZIONI
photo by: maxime houyvet, location: dakhla I marocco
THE OCEANAMBASSADORS
THE OCEAN AMBASSADORS
46
Nicola Spadea
47
UNA GIORNATA IN UFFICIO
La giornata iniziava verso le otto di mattina con un
ricca colazione a base di frutta, cereali, nutella, uova
per avere la giusta carica durante il giorno.
Appuntamento fisso alle 10:00 con Jerome a Baby
Beach, una piccola baia sottovento a Hookipa perfetta
per saltare. Da li a seconda delle condizioni veniva
deciso cosa fotografare e dove. I primi giorni a causa
della mancanza di onde grandi siamo scesi in acqua
con le vele dalla 5.5m2 in su, quindi Freestyle, Freeride,
Slalom e Race. Da questo momento in poi iniziava la
vera e propria action, a partire dal montare svariate
vele ciascuno per poi entrare in acqua e dare inizio alle
danze. I primi due giorni solo Nicola, Flo e Marcos
erano già approdati in terra Hawaiiana, sono stati loro
quindi a prendersi carico di navigare con le vele più
grandi, eseguire strambate e saltoni in lungo a pochi
metri dalle splendide coste di Maui. In questi giorni
anche la Torro e la Space hanno posato per le
molteplici macchine fotografiche del fotografo
francese che ha immortalato le evoluzioni di Flo e
Nicola anche dall’acqua rischiando qualche volta di
perderci la testa. Nei giorni successivi con l’arrivo di
Camille Juban, il forte waver del Guadalupe, sono
arrivate anche le onde come se le avesse portate lui e
dopo qualche altro scatto di un paio di vele Freeride il
team è sceso nell’arena di Hookipa. Hookipa è uno degli
spot più famosi al mondo per le sue condizioni epiche,
i colori che la contraddistinguono, le sue onde lunghe
e veloci e le rocce sui cui queste si infrangono. In
questo periodo il top del windsurf mondiale si ritrova
qui per gioire di tutto questo, in particolare quest’anno
in previsione della finale wave del pwa a Cabo Verde
molti atleti professionisti sono venuti ad allenarsi per
le condizioni down the line di Ponta Preta. Quindi non è
stato facile sia per i rider che per il fotografo lavorare,
specialmente quanto le onde diventano grandi e la
concorrenza è tanta e di altissima qualità. Ma nel
frattempo era atterrato sull’isola anche il campione del
mondo wave in carica Josh Angulo, che di onde qui a
Hookipa ne aveva già prese a migliaia nella sua vita e
quindi sapeva esattamente dove andare a cercarle,
non lasciando a nessuno i set più grandi.
Josh Angulo e Camille Juban.
Camille Juban
48
Il Wave è stato senza dubbio il momento più atteso,
Steel e TransWave sono state le vele usate dal team, a
parte un giorno in cui il vento è stato leggerissimo e
solo Josh, suo fratello Mark e Camille, sono entrati in
acqua con più di sei metri d’onda e il vento sui
quattordici nodi. Inevitabilmente Josh ha dovuto usare
una vela più grande prendendo la Torro 6.0m2.
Per il resto del servizio 4.2, 4.7 e 5.0 sono state le
misure più usate, anche in questo caso Jerome si è
dilettato a fotografare dall’acqua, dall’alto da destra e
da sinistra, le curve mozzafiato del team, le entrate nei
lip sbaffanti e le manovre in surfata come Aerial, Goyter
Nicola Hookipa style.
Florian Jung. © Christian Brecheis
49
e Wave 360°.
A Maui solitamente verso le cinque del pomeriggio il
vento cala, ed è questo un momento di ritrovo nel
parcheggio o sulla collina di fronte lo spot mentre
lentamente dopo una lunga giornata in acqua si
smontano le attrezzature.
È cosi che solitamente si conclude la giornata,
tornando a casa per riposarsi e per una buona cena.
GUN SAILS 2011
Steel: combina in se tutte le virtù di una vela
universale, perfomance eccellenti in tutti i tipi di
condizioni, buone abilità di planata, maneggevole e
reattiva, e una costruzione solida.
Transwave: potente e planante, i rider che
preferiscono più potenza nella vela dovrebbero
scegliere questo modello. Le caratteristiche di questa
vela fanno si che possa essere utilizzata anche per
uscite Freestyle.
Torro: è la classica vela Freemove, non importa se ciò
che farete sia Wave, Freestyle o Freeride, la Torro
affascina in tutte le discipline e si adatta a tutti i rider
indipendentemente dalle capacità o dal peso. Da vari
anni ottiene i migliori voti da tutti i test effettuati dalla
stampa internazionale.
Space: una vela funboard adatta sia per principianti
che per esperti, molto planante con un buon potenziale
per la velocità. La vela giusta in condizioni di acqua
piatta e choppata con un grande range di vento grazie
al suo profilo stabile, adatta sia per un windsurf
Bump&Jump che per le prime manovre di Freestyle.
Future: è il punto di riferimento per chi cerca una vela
Freeride. Maneggevolezza, alta velocità e ottima
partenza in planata.
Rapid: non è un caso che questa vela si chiami così
poiché è la più veloce dei modelli senza camber.
Combina le qualità di una vela Freeride con quelle di
una Race.
Escape: una vela Freeride con due camber, per avere
ancora più potenza ma conservando una buona facilità
nella gestione della vela. È la scelta giusta per il
windsurfer a cui piace la velocità e il confort.
Cannoball: 3 camber, 7 stecche e un profilo tutto
nuovo sviluppato dal velaio Renato Morlotti. Incredibile
partenza in planata, accelerazione a alta velocità.
Mega XS: pura performance. Questa vela garantisce
alte velocità di planata. Il centro di gravità della vela è
stato spostato per permetter al driver più controllo in
situazioni limite.
Mega XR: la sorella maggiore della Mega XS, disegnata
per tutti i rider che adorano il Race e la Formula.
Nicola Spadea con la nuova Space fa un po’ di Freestyle.
50
A sinistra Gabriele Varrucciu, Campione Nazionale Freestyle 2010.A destra Stefano Lorioli, secondo classificato e rimane l’ultimodella “vecchia guardia” a tenere testa ai giovani talenti. NB: non abbiamo potuto mettere la foto di Vittorio Mazzocca(III classificato categoria Open) per totale assenza di sue immagini.
INTROUna gara annullata per complicazioni tecniche (a Talamone) e una non effettuata a
causa dell’assenza totale di vento (al Lago di Garda…), ecco che i tre giorni della
Coluccia Finals assumono un significato ancora più importante. Tutti gli atleti sono
potuti arrivare pronti e allenati per questa gara essendosi svolta nel ponte del 1
novembre, quindi a stagione praticamente conclusa. Purtroppo anche questa volta il
vento non ha aiutato, e il prestigioso Maestrale ha deciso di non far parte dei giochi
per questa finale. Al posto suo si è presentato un timido Scirocco. L’organizzazione è
stata comunque sufficientemente veloce e reattiva per spostare il campo gara a
Murta Maria, spot dove questo tipo di vento tende a rinforzare, permettendo così lo
svolgimento in sicurezza della gara e la proclamazione del nuovo Campione Italiano
Freestyle. Nonostante gli sforzi organizzativi, i 6 giudici e l’ottima ospitalità del
padrone di casa di Murta Maria, Antoine, il Campionato Italiano di Freestyle di
quest’anno si è giocato solamente attraverso un “misero” single elimination. Come
sempre le cose si possono fare al meglio ma se poi il vento gioca brutti scherzi non
è colpa di nessuno. Vi posso assicurare che questo campionato è stato organizzato
molto bene e con grande cura nei particolari. Prima di tutto c’erano 6 giudici per
procedere più velocemente nelle heat, un race director, Mirko Braghieri, che ha
sempre fatto le scelte giuste, convenzioni, cene e alloggi per atleti, un montepremi e
un allestimento ad hoc della spiaggia a Coluccia. Insomma tanto lavoro per una
degna finale. Il commento tecnico della gara lo potete leggere qui sotto, quello che
invece tengo a sottolineare è il mio dissenso da alcune, troppe, polemiche a cui ho
dovuto assistere. Il vento faceva schifo ma era uguale per tutti. L’organizzazione ha
dato più volte dimostrazione di quello che sta facendo per il Freestyle, per
permettere ai giovani di mettersi in gioco e dimostrare il proprio valore per
rimanere in questo piccolo mondo il più a lungo possibile, per chi lo vorrà. Si può
vincere e si può perdere, quello che cambia è il modo in cui si perde e come ci si
comporta in spiaggia. Non voglio aggiungere altro, ricordate solo che alla fine si è su
una spiaggia a fare windsurf… e questo è già più che sufficiente.
Complimenti a Gabriele, il nuovo Campione Italiano, e anche a tutti gli altri… una
ventata di giovani e forti freestyler è finalmente arrivata, e per nessuno è più così
scontato vincere!
DAY 1La prima giornata delle Coluccia Finals, tappa conclusiva del Campionato nazionale
Freestyle Open AICW-Windsurf Nation, è stata ricca di sorprese e colpi di scena. Tanto
per cominciare e andare subito al sodo, il campo gara è stato trasferito in tempo
reale da Coluccia a Murta Maria per sfruttare le previsioni di scirocco. Un vero
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Filippo Bestetti, autore di una entusiasmante rimonta nel Double.In questa foto insieme a Jacopo Testa in una delle più belle heat della gara dove i due si sono risposti manovra su manovra.
Roberto Dall’Oglio, V classificato.
peccato visto l’allestimento e l’affollamento della spiaggia a Coluccia, ma con lo
specchio d’acqua immobile come il lago questa è stata senz’altro la cosa più
intelligente da fare, e i fatti hanno dato ragione all’organizzatore Steddu Pisciottu e
al race director Mirko Braghieri. Già vero le 13 le prime raffiche hanno cominciato a
spazzare la baia di Marina Maria. In acqua si è visto un po’ di tutto, dalle 4.5-5.0 nella
prima fase di gara, alle 5.4-5.8 nel pomeriggio. Stefano Lorioli, che non è certo un
gigante, ha addirittura fatto una heat con la 6.3, per la verità bella piena. Ma la
maggiore difficoltà del campo gara è stata certamente l’interpretazione delle
raffiche e della zona dove posizionarsi per avere il vento più costante possibile. Con
22 iscritti il primo round era pieno di “bye”, ma nelle sei batterie disputate non ci
sono state sorprese. Che invece sono arrivate già negli ottavi. quando Filippo Bestetti
ha ribaltato il pronostico eliminando dalla gara uno dei super favoriti, Mattia
Pedrani, sicuramente “non favorito” dalle condizioni, ma bisogna dire che il Best ha
fatto una gran batteria. Fra le batterie degli ottavi col pronostico meno certi escono
vittoriosi Mattia Fabrizi su Fabio Vinante e Marco Vinante su Jacopo Testa. Passano
il turno anche Varrucciu, Dall’Oglio, Mazzocca, Madeddu e Lorioli. Nei quarti di finale
arriva la seconda sorpresa del giorno: in una batteria sul filo della manovra, Roby
Dall’Oglio rimanda in spiaggia Mattia Fabrizi, furibondo per l’interferenza di un
turista che gli ha fatto sbagliare un Misty Flip e perdere molto tempo. Alle semifinali
avanzano anche Varrucciu, Mazzocca e il campione italiano in carica Stefanino
Lorioli, in un’altra batteria molto vicina contro il sardo del sud, Gigi Madeddu. Le
semifinali dicono che il primo posto se lo dovranno giocare il campione in carica e
local di Coluccia, Stefano Lorioli, contro il local di Murta Maria, Gabriele Varrucciu.
Per il terzo posto, di conseguenza, è un affare tra Dall’Oglio e Mazzocca. Dopo una
pausa per dare fiato agli atleti, sfruttata per iniziare il tabellone degli Juniores, le
finali dicono che la legge del local è più forte della regola dell’amico di Max Pezzali:
Gabriele Varrucciu vince il single elimination mettendo una seria ipoteca su quello
che sarebbe il suo primo titolo nazionale.
Col vento ancora collaborativo, si continua il tabellone degli Juniores, che vede una
cavalcata solitaria di Mattia Fabrizi, che battendo i sequenza Eva Chiocchetti (l’unica
ragazza in gara), Matteo Romeo, Vittorio Mazzocca e Jacopo Testa si consola della
disavventura nell’Open e si fa un bel regalo di compleanno.
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Jacopo Testa,Campione Nazionale Juniores.
Francesco Cappuzzo,Campione Nazionale SuperGrommets.
DAY 2Per la seconda giornata consecutiva il circo del campionato nazionale freestyle si è
spostato dalla sede di Coluccia allo spot di Murta Maria, a caccia del vento
necessario a completare il double elimination sia per la categoria Open che per la
categoria Juniores. Nonostante le previsioni fossero più promettenti di quelle di
sabato, la giornata è stata meteorologicamente complicata, con scrosci di pioggia
alternati a groppi di vento. Tecnicamente, un incubo per qualunque race director.
Con un tabellone da 22 iscritti, il double elimination si presenta come un labirinto,
da cui escono vincenti al primo turno Romeo, Moses, Calò e Todeschi. Ma come molti
altri double è una storia di grandi recuperi, come quello di Matteo Todeschi, che
batte prima Fabio Vinante e poi Fabio Calò. Ma soprattutto quello di Mattia Pedrani,
che ottiene il meglio possibile da condizioni assolutamente sfavorevoli alla sua taglia
XXL, fino a spegnersi nella sfida per il sesto posto contro Filippo Bestetti, autore di
un altro ottimo recupero. Le condizioni inizialmente molto promettenti per una
sfuriata di apertura del vento, sono andate gradualmente spegnendosi fino alla
sospensione della gara prima che si potesse disputare la sfida per il terzo posto tra
Filippo Bestetti e Vittorio Mazzocca. Nel mezzo è successo un po’ di tutto: boma rotti
a pochi secondi dall’inizio della batteria, vele scoppiate, grandi proteste e clamorose
eliminazioni, come quella subita da Mattia Fabrizi da parte di Jacopo Testa. Insomma,
normale amministrazione per il freestyle... La giornata è dunque trascorsa tranquilla
per Gabriele Varrucciu, vincitore del single elimination e quindi candidatissimo (viste
le previsioni per lunedì) al titolo ci campione nazionale. Meglio per lui, visto che
stamattina si è presentato con due dita della mano destra massacrate. Noi la
abbiamo intervistato per capire cosa sia successo.
Cos’è successo alla tue dita?
Ho avuto un incidente domestico col mio migliore amico, che prima di entrare in
bagno non ha guardato la porta e mi ha chiuso le dita nei cardini. Anulare e medio,
l’anulare è rotto.
Ma il tuo umore com’è mentre aspetti che si concluda il double elimination?
Sono felice perché se va come spero dovrebbe andare sarebbe la mia prima vittoria
in assoluto e per di più col titolo italiano, che non sarebbe male, anche se per il mio
spirito di competizione avrei sperato in un po’ più di vento per battermi anche nella
finale del double e dare maggior valore alla mia eventuale vittoria.
DAY 3Gabriele Varrucciu è il nuovo Campione Nazionale Freestyle Open. Dopo una
stagione travagliata, caratterizzata da molta pioggia, poco vento, molte raffiche e
alcune clamorose cancellazioni dal calendario, bisogna dire che tutto è bene quel
che finisce bene. Con le Coluccia Finals la classifica ha emesso il suo verdetto a
favore del ventenne atleta di Olbia, che un po’ a sorpresa ha conquistato il titolo di
più forte freestyler dell’anno. La giornata conclusiva delle Coluccia Finals non ha
portato vento o azione in acqua: il meteo è stato a dir poco variabile, e siamo passati
dalle nuvole, al sole, alla pioggia, alla calma di vento fino a qualche beffarda raffica
da ponente.
Lo spot è stato dunque terra di conquista dei peggio parolieri da spiaggia, che
hanno potuto dare libero sfogo al loro esercizio preferito: il blablabla! Per tutti
comunque è stata una confortevole giornata di relax coccolati dalla consueta
ospitalità del Club Porto Liscia e della Pisciottu family.
Nella migliore tradizione di questo che è diventato il tradizionale appuntamento di
chiusura dell’attività agonistica, la premiazione è stata lunga e densa di
riconoscimenti. Per le classifiche dell’anno vi rimandiamo alla lunga lista a piede di
pagina, che celebra i nuovi campioni 2010. Categoria Open: Gabriele Varrucciu.
Categoria Juniores: Jacopo Testa. Categoria Super Grommets: Alvin Panzera.
Categoria Grommets: Francesco Cappuzzo. Nell’arco della premiazione da
segnalare il “Premio del Presidente”, destinato a un atleta che si sia distinto per una
particolare sportività. Anche in questo caso è andato a Gabriele Varrucciu, che
avendo visto il proprio avversario non ancora pronto a iniziare la batteria, lo ha
aspettato rinunciando a godere di un vantaggio che il regolamento gli avrebbe
concesso: “Partire da solo sarebbe stato come bucare le gomme al mio avversario,
aspettarlo mi è venuto naturale”, ha commentato Gabriele.
Special thanks to:
PAESANA VACANZE
Grazie alla collaborazione di Paesana Vacanze atleti e accompagnatori hanno potuto
soggiornare anche in questa occasione nel caratteristico paese di San Pasquale a
due passi dallo spot Coluccia. Rinnoviamo il nostro ringraziamento per il supporto
logistico offertoci dall’agenzia. Immobiliare Paesana Vacanze: Via Toselli 07020 San
Pasquale (OT) – Sardegna; Tel./Fax: +39 0789.752594; Mobile: +39 339.6785122;
www.paesanavacanze.it - [email protected]
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Gabriele Varrucciu festeggia subito dopo la suaproclamazione a Campione Italiano Freestyle.
COLUCCIA FINALS 2010
CLASSIFICA FINALE OPEN
PRIME 9 POSIZIONI.
CLASSIFICHE COMPLETE SU
WWW.WINDSURFNATION.EU
1 Gabriele Varucciu (Naish, Naish)
2 Stefano Lorioli (RRD, RRD)
3 Vittorio Mazzocca (RRD, RRD)
4 Filippo Bestetti (RRD, RRD)
5 Roberto Dall’Oglio (RRD, RRD)
6 Mattia Pedrani (Starboard, Simmer)
7 Marco Vinate (Starboard, Severne)
7 Jacopo Testa (RRD, RRD)
9 Mattia Fabrizi (Fanatic, North Sails)
9 Matteo Todeschi (RRD, Hot Sails)
9 Luigi Madeddu (Tabou, North Sails)
9 Raimondo Gasperini (Starboard,
Severne)
COLUCCIA FINALS 2010
CLASSIFICA FINALE JUNIORES
PRIME 3 POSIZIONI.
CLASSIFICHE COMPLETE SU
WWW.WINDSURFNATION.EU
1 Mattia Fabrizi (Fanatic, North Sails)
2 Jacopo Testa (RRD, RRD)
3 Vittorio Mazzocca (RRD, RRD)
CAMPIONATO NAZIONALE FS AICW -
WINDSURF NATION 2010
CATEGORIA OPEN
1 Gabriele Varucciu (Naish, Naish)
2 Stefano Lorioli (RRD, RRD)
3 Vittorio Mazzocca (RRD, RRD)
4 Filippo Bestetti (RRD, RRD)
5 Mattia Pedrani (Starboard, Simmer)
6 Roberto Dall’Oglio (RRD, RRD)
7 Marco Vinate M. (Starboard/Severne)
7 Jacopo Testa (RRD/RRD)
9 Mattia Fabrizi (Fanatic/North Sails)
9 Matteo Todeschi (RRD/Hot Sails Maui)
9 Luigi Madeddu (Tabou/North Sails)
12 Raimondo Gasperini
(Starboard/Severne)
13 Fabio Calò (Starboard/Severne)
13 Matteo Romeo (RRD/RRD)
15 Silanos
15 Moses
17 Livraghi
17 Cronst
17 Terenzi
17 Bacchini
21 Vinante F.
22 Cappuzzo
CAMPIONATO NAZIONALE FS AICW -
WINDSURF NATION
CATEGORIA JUNIORES
PRIME 3 POSIZIONI.
CLASSIFICHE COMPLETE SU
WWW.WINDSURFNATION.EU
1 Jacopo Testa (RRD, RRD)
2 Vittorio Mazzocca (RRD, RRD)
3 Matteo Todeschi (RRD, Hot Sails)
CAMPIONATO NAZIONALE FS AICW -
WINDSURF NATION
CATEGORIA SUPERGROMMETS
1 Panzera
2 Testa M.
3 Slijk
3 Cannamela
CAMPIONATO NAZIONALE FS AICW -
WINDSURF NATION
CATEGORIA GROMMETS
1 Cappuzzo
2 De Lillo
3 Rallo
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Gabriele sei il nuovo Campione Italiano Freestyle? Hai inaugurato al meglio il
tuo ingresso nel Team Naish. Ti aspettavi questo risultato?
Si Fabio, a quanto pare si. Il risultato è stato del tutto inaspettato. Ero partito con la
determinazione di cercare di fare il meglio possibile, ma non avrei mai pensato di
vincere. Diciamo che non c’è stato modo migliore di iniziare la collaborazione con
Naish.
Anche se è stato fatto un solo Single Elimination in un anno, per colpa di
diversi eventi collaterali come cancellazioni di gare, assenza di vento etc…
Puoi raccontarci la tua gara a Murta Maria, come è andata, quali sono state
le principali difficoltà e le soddisfazioni?
Si lo so, ero presente alle altre tappe che non sono state svolte (purtroppo). Per
questa ultima gara dal momento che è stato annunciato che era previsto Scirocco
mi sono sentito meno stressato, anche se preferisco i venti occidentali...!! Poi una
volta arrivati a Murta Maria, dopo aver guardato le condizioni non bellissime ma
sufficientemente buone, tra me e me ho iniziato a pensare: “Beh almeno il vento lo
conosco, è quello di sempre”. Per quanto riguarda la competizione ho cercato di
puntare sulla radicalità delle manovre, anche se le condizioni non erano proprio il
massimo, ma è stata una bella soddisfazione riuscire a fare delle batterie fluide e
complete.
Parliamo un po’ delle tue origini, di dove sei, quando hai iniziato a fare
windsurf e come e perché ti sei affacciato al mondo del Freestyle?
Io sono sardo al 100% e ne vado fiero. Chiaramente avendo un mare come il nostro
e essendo mio papà un surfer di vecchia scuola, non poteva essere altrimenti. È
iniziato tutto per gioco nella spiaggia “Lo squalo”... poi man mano che mi
appassionavo e sentivo la necessità di un posto un po’ più ventoso, ho iniziato a
frequentare Murta Maria. Il freestyle è stata una conseguenza naturale dopo aver
visto numerosi video, perchè anche io dovevo riuscire a fare quelle manovre
“impossibili”.
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Quindi Murta Maria è il tuo home spot. Raccontaci qualche cosa di questo spot
e se tu e i tuoi amici uscite anche in altri spot vicini e perché?
Si Murta MAria è la frazione, ma il nome della spiaggia è Marina Maria. È la culla del
Freestyle del nord-est Sardegna. Lavora tutto l'anno... ma in inverno il vento è
sempre dai quadranti occidentali e molto forte, mentre d’estate si aggiunge il
classico termico di scirocco che regala delle uscite speciali. Ci sono tanti altri spot
vicini come Pittulongo-Lo Squalo, che con lo scirocco forte è eccezionale per saltare
a destra, poi c’è la famosa Cozza Beach che come dice il nome si trova in mezzo al
porto di Olbia ed è circondata dai vivai delle cozze.
Abiti in uno dei migliori posti in Europa per le onde. Fai anche Wave e surf o ti
concentri solo sul Freestyle? In molti si sono chiesti come mai i giovani rider
sardi come te hanno disertato il Campionato Wave di quest’anno anche se una
delle due gare era proprio in Sardegna.
Gabriele durante la tappa di quest’anno EFPT in Sardegna a Coluccia.© FotoFiore
Il Campione Italiano Freestyle 2010 nel suo home spot Murta Maria.
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Eh già, è una bella fortuna. Per ora vado abbastanza spesso a Funtana Meiga perché
adoro saltare... però non mi sono mai dedicato al Wave (anche se è stata la prima
disciplina che avevo visto fare con il windsurf ). Avrei voluto partecipare, tanto per
divertirmi, ma in quel periodo e tuttora sono sommerso dagli studi universitari... non
posso toppare!
Quali sono le condizioni che preferisci per il Freestyle?
Essendo un forte sostenitore del modo di dire “Go big or go home”... adoro il
Freestyle con condizioni di vento abbastanza forte (4,7 - 4,5 ) e un bel choppone
formato ma regolare... sarebbe il paradiso!
So che ancora prima di entrare nel Team Naish eri un fan sfegatato di questo
marchio. Amore a prima vista o ci sono altri motivi?
Devo ammetterlo, ho sempre adorato Naish... ma all’inizio era per un importante
dettaglio: il teschio simbolo della Naish! Quello è stato il fattore principale nella
scelta di acquistare la mia prima Naish Wave del 1998 (che ora è riposta nella mia
cameretta). Poi con il passare degli anni e il crescere del livello è stata più una scelta
basata sulle performance dell’attrezzatura.
Hai mai avuto modo di conoscere Robby Naish?
Assolutamente si. Grazie all’evento Shaka Bump&Jump del 2010... mi sono ritrovato
il Boss del Windsurf a stretto contatto!
Come tanti windsurfer so che ti piacciono anche altri sport estremi, tra cui il
motocross. Mi hai detto però che da un po’ non ci vai più… hai cambiato idea?
Qui tornano alla mente tanti ricordi. Sin da bambino cercavo di essere come Shaun
Palmer che era il mio idolo. Per chi non lo conosce è un pazzo considerato il tutto
fare degli sport estremi… un po’ come Travis Pastrana, e quindi ho sempre vissuto
tra skate, bmx, snowboard (quando andavo in montagna) e poi il motocross...!!! È
stata dura convincere i miei genitori ma all’età di 13 anni ho avuto in regalo la mia
prima moto iniziando a seminare il panico per le campagne sarde con un 80cc, poi
ho avuto varie moto sino ad arrivare all’ultima, un Kawasaki 250 f uguale a quella del
nostro capo redattore. Ma dopo tanti anni passati tra il fango e altrettanti infortuni
ho deciso di allontanarmi per un po’ da questo sport, anche perchè è molto costoso.
Però la passione c’è ancora tutta... e poi mai dire mai.
Obiettivi e progetti per il futuro?
Non sono mai stato uno che fa progetti per il futuro... ma se ci penso direi: finire gli
studi, trovare un buon lavoro e continuare a far windsurf per ancora un bel po’ di
tempo cercando di migliorare e competere nei livelli più alti. Però non mi
dispiacerebbe affatto trasferirmi negli USA e lavorare in una officina specializzata in
Muscle Car... le super potenti macchine americane! Non sarebbe male!!!
SCHEDA TECNICA
Nome: GABRIELE
Cognome: VARRUCCIU
Nickname: VARRUX
Nato a: SASSARI
Età: 21 appena compiuti
Altezza: 190cm
Peso: 74kg
Cittadinanza: ITALIANA
Dove vivi: OLBIA
Hobby: MACCHINE E MOTORI AMERICANI, motocross, windsurf, serate con gli amici!
Sponsor: NAISH, DEVIL KISS ROCK CLUB OLBIA, SAIL BOARD SHOP OLBIA
BEST AND WORST
Bionde o brune: BRUNE
Waveriding o jump: JUMP
Goffy o regular: GOOFY
Murta Maria o Porto Pollo: MURTA MARIA
Burner o Kono: BURNER
Shaka o Ponch: TUTTE E DUE
Destra o sinistra: DESTRA
Dunkerbeck o Naish: NAISH
Kite o surf: SURF
Slalom o kite: SLALOM
Macchina o furgone: AMERICAN TRUCK..
Red Bull o Monster: RED BULL
Flaka One Hand.
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INTROWindsurf Nation, il tour organizer del circuito italiano Wave e Freestyle, quest’anno si
è dato molto da fare per migliorare la situazione delle gare “artistiche”. Archiviato
con i primi di novembre il Campionato Freestyle, era il turno del Wave. Due le tappe
in programma, entrambe a chiamata, una in Sardegna e una in Calabria, una mure
a sinistra e l’altra mure a dritta, aspetto fondamentale per vedere chi sono i waver
più completi e chi effettivamente merita di vincere. Insomma finalmente un vero
campionato Wave come si deve e come mancava da troppi anni. Il vento e le onde alla
fine, anche se un po’ sovrastimati dalle previsioni, ci sono stati ed erano più che
sufficienti per una gara. Le bizze del vento hanno fatto però allungare le heat (da 12
fino a 15 minuti) e complice anche il periodo invernale con il buio che arriva presto,
è stato portato a termine solamente un Single Elimination, anche se si è provato a
fare partire il Double. Fino a qui tutto bene… ma la cosa che mi ha lasciato perplesso
è stato il numero di partecipanti, solo 13, l’anno scorso eravamo in 32. Un forte
deterrente alle iscrizioni è stata la natura stessa della gara, a chiamata e anche in
giorni lavorativi. Quindi solo chi ha un lavoro flessibile o fa windsurf per professione
ha potuto parteciparvi. Forse sarebbe meglio per il futuro limitare la chiamata ai soli
week-end allungando il waiting period, e lavorare per migliorare la comunicazione di
queste gare. Un’altra domanda mi sono posto… ancora una volta i vari
promoter/atleti che si fanno dare dagli sponsor anche l’attrezzatura wave,
soprattutto le giovani leve, non si sono presentati all’appuntamento, dove erano?
Questa è una cosa che dovrebbe far riflettere chi di dovere… Tutte le altre polemiche
che ho sentito girovagando nella rete le lascio dove devono stare, nel nulla! Chi c’era
si è messo in gioco e in discussione grazie all’ottima organizzazione della gara, tutti
gli altri, i parolieri, i super Pro ma solo in spiaggia o sui social network, i polemici…
tutta questa gente, voglio semplicemente ignorarla.
DAY 1L’appuntamento è a La Ciaccia. I migliori waver italiani ci sono e allo skippers’ meeting
il Race Director Mirko Braghieri annuncia le regole di valutazione per l’inizio del primo
tabellone. Ma è Marco Piro che dopo pochi minuti ci annuncia che le condizioni di
vento e onda sono molto migliorate a Cala Pischina. La decisione è rapida e il Comitato
di Regata formato anche dai Giudici Mario Bellani, Franco Gnessi e Francesco Priori
decide di spostare rapidamente il campo della competizione. Ancora una volta la
scelta di avere 3 campi di regata regolarmente registrati alle Capitanerie ha pagato
e la gara è partita regolarmente. Già dalle prime battute di warm-up si intuisce che
la battaglia sarà molto serrata. Inizia la gara e dopo le prime 6 batterie il vento
comincia a fare i capricci. Vengono concesse un paio di extension ma in breve il Race
Director decide di dare uno stop alla prima giornata di competizioni.
DAY 2Alle 9 del mattino a La Ciaccia le condizioni si presentano molto interessanti. L’onda
sta montando rapidamente e il vento ci sta offrendo una direzione quasi
perfettamente side. Le batterie partono e si susseguono con regolarità. La finale per
il 3° e 4° vede confrontarsi l’inossidabile Gasperini e Fabio Calò che si impone subito
con un Forward altissimo. Ray non si dà per vinto e come se fosse stato caricato a
molla comincia ad inanellare surfate scegliendo sempre bene le onde. Cambia più
volte campo alla ricerca delle onde migliori e della massima visibilità della Giuria.
Calò si difende bene e ricambia colpo su colpo, ma alla fine la Giuria è inesorabile e
Ray passa di un soffio.
Il vento rinforza quasi a salutare l'inizio della batteria per il primo e secondo posto.
I rider sono pronti. La bandiera verde sale, è battaglia vera tra il local Gianmario
Pischedda, Campione Nazionale uscente e Andrea Rosati, atleta tra i più completi del
parco rider italiani. Gianmario parte con un Back Loop stellare che scatena gli
applausi del pubblico presente e di tutti gli atleti. Andrea si fa sotto con surfate
potenti e radicali che ben presto lo portano in testa nei tabellini dei Giudici.
Pischedda si difende cercando le surfate ma oggi non è fortunato e nei rientri non
trova le onde che lo potrebbero riportare in testa. Andrea surfa con grande potenza
e sfrutta le onde fino all'ultima schiuma. Il verdetto anche questa volta non è
semplice ma la Giuria fa il suo dovere e aggiudica a Rosati il primo single della
stagione 2010.
Breve intermezzo e tutti in terrazza per annunciare la classifica e di nuovo tutti in
acqua in attesa della partenza del tabellone looser. Partono le prime batterie ma il
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vento ha un calo improvviso e nonostante le extensions non si riesce a portare a
termine nessuna batteria. Il Comitato di Regata decide per annunciare una sessione
Best Move in attesa che il vento ritorni. Tutti in acqua a sfoderare le migliori move
del repertorio. Grandi applausi per un Forward altissimo ed esitatissimo di Fabio
Calò che balza subito in testa alla session. Passano pochi minuti però e Pischedda
sfodera il Back Loop più alto della giornata cancellando qualsiasi altra manovra.
Sarà il vincitore indiscusso. Durante la Best Move il vento rinforza e lo spettacolo è
per una ventina di minuti veramente di alto livello. Terminata la session tutti pronti
per il double ma ancora il vento si rifiuta di collaborare quasi a volere sancire che
la classifica gli sta bene.
DAY 3La perturbazione annunciata si lascia alle spalle una bella onda di scaduta e La
Ciaccia assomiglia ad una cartolina pubblicitaria per il surf da onda. Ma il circo del
wave non ci sta e si muove in direzione nord alla ricerca del vento, trovandolo a
Marina delle Rose. Lo spettacolo è formidabile ma le condizioni non sono sufficienti
per una gara ed è quindi il momento del fotografo. Appuntamento nel pomeriggio
alla Lega Navale di Olbia dove i rider si rilassano alla cerimonia di premiazione.
È L'assessore del Comune di Olbia Marco Piro che mette nelle mani di Andrea Rosati
la coppa del vincitore. Come ormai tradizione nelle gare organizzate da Windsurf
Nation viene assegnato il Premio del Presidente; un piccolo riconoscimento all’atleta
che durante la gara si distingua per atti di Sportività e Fair Play. Questa volta il
premio va a Manuel Poli. Manuel era in batteria contro Pischedda quando ha
staccato un Back Loop strappa applausi. Manuel preso dall’entusiasmo per il salto
dell'avversario ha fermato la sua azione ed ha esultato e battuto le mani insieme a
tutto il pubblico. Un gesto da vero sportivo giustamente premiato.
INTERVIEWAbbiamo intervistato Andrea Polloni, presidente dell’associazione Windsurf
Nation, tour organizer per conto di AICW del circuito Wave e Freestyle italiano,
per fare il punto della situazione.
Andrea, possiamo fare un bilancio di questa stagione 2010 per il Freestyle e
per il Wave?
Il programma 2010 prevedeva lo svolgimento di 5 gare Freestyle, di cui una tappa
Andrea Rosati, I classificato.
Raimondo Gasperini, III calssificato.
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EFPT Europea Open ed una tappa EFPKT Europea Juniores, e 2 gare Wave.
Purtroppo le prime 2 gare Freestyle di Campionato Nazionale non sono state
effettuate per via delle condizioni meteo e per motivi legati alle organizzazioni
locali. Anche l’ultima regata, Coluccia Finals, è stata portata a termine con
grande fatica, viste le condizioni meteo non proprio entusiasmanti. Altro
discorso per la regata Europea, Sardinia FreeStyle Grand Prix, che invece ha
avuto talmente tanto vento e condizione da essere stata dichiarata la migliore
regata da quando esiste il Circuito EFPT. In grande evidenza anche la tappa EFPKT
di Reggio Calabria che è risultata essere la meglio organizzata di tutto il Tour
EFPKT.
Nella specialità Wave, il programma è stato rispettato. Due le gare previste, una
mure a sinistra ed una mure a destra, e tutte e 2 portate a buona conclusione.
C’è da considerare che il programma per il Wave è stato messo a punto molto
tardi nella stagione perchè all’inizio dell’anno non esistevano candidature valide.
Tutto sommato un bilancio positivo, abbiamo assegnato i Titoli Nazionali e
abbiamo dato la possibilità di mettersi in grande evidenza a molti atleti italiani
con le 2 importanti competizioni Europee.
Cosa è stato migliorato rispetto all’anno scorso e su cosa state lavorando per
il 2011?
Credo di poter dire che la grande svolta effettuata quest’anno sia stata la creazione
della Classe Arbitrale. Con il formidabile supporto di Carlo Cottafavi, Segretario di
Classe, abbiamo finalmente dato vita ad una generazione di Giudici che nel tempo
renderanno consistente e costante la qualità di giudizio nelle gare delle specialità
acrobatiche. Dobbiamo lavorare molto ancora per consolidare questa realtà ma la
strada adesso è aperta. Per il prossimo anno Mirko Braghieri e Mario Bellani,
responsabili del settore, si stanno concentrando su questo fronte, in modo
particolare per rendere omogenee al massimo le conoscenze e la professionalità.
Abbiamo altri fronti su cui confrontarci, siamo ancora lontani dalla perfezione, ma
come sempre occorre selezionare gli obiettivi uno alla volta se si vuole essere efficaci.
Secondo te qual è il motivo per cui ci sono stati abbastanza iscritti nel
Freetyle, ma non come in passato, e pochi iscritti nel Wave?
È una domanda a cui stiamo tentando di rispondere. Di sicuro la forbice tra i Pro ed
i rider “normali” si sta divaricando molto. Questo fattore inibisce gli atleti di livello
Gianmario Pischedda vola inBack Loop, II classificato.
Fabio Calò in Forward durante la heat controil local della Ciaccia Andrea Mariotti.
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non elevato ad iscriversi alle competizioni. Nel 2011 riusciremo probabilmente a
testare situazioni che consentano dignità di prestazione anche a chi non è un Pro.
Nel Wave c’è stato anche il timore da parte di alcuni rider di dover affrontare
condizioni estreme come sono capitate lo scorso anno. Non dimentichiamo
nemmeno il fatto che le gare sono state chiamate in giornate lavorative.
A livello organizzativo è stato fatto molto garantendo sempre una giuria
qualificata, un montepremi in denaro, agevolazioni per gli atleti. Forse
avete peccato un po’ nella comunicazione degli eventi, soprattutto quelli a
chiamata. Cosa ne pensi di questo?
Penso che hai ragione e da professionista della comunicazione hai notato questa
lacuna. Non nascondiamo i difetti, dovremo migliorare molto questo aspetto. Una
buona comunicazione, infatti, influisce notevolmente sia sulla possibilità di
informare meglio tutti gli atleti sia sulla possibilità di acquisire nuovi Sponsor e
quindi di restituire a cascata migliori condizioni per tutto l’ambiente.
Cercheremo di avere da Tony “il Cassiere” il credito necessario.
Ci sono state delle polemiche per la durata del waiting period. Cosa pensi
di fare per l’anno prossimo per garantire delle gare in condizioni ottimali
e quindi scegliendo a priori l’opzione della gara a chiamata?
Personalmente ritengo che per le gare Wave sia indispensabile mantenere la prassi
della chiamata. Riteniamo inoltre che gli atleti che intendono partecipare al
Campionato Nazionale debbano rendersi disponibili nei periodi di chiamata. Bisogna
considerare che i frequenti impegni internazionali fermano di fatto i periodi di attesa
che di conseguenza a volte devono allungarsi. Credo quindi che non si possa fare
molto per migliorare questo aspetto caratteristico della specialità. Cominceremo
con una accurata distribuzione degli eventi durante l’anno agonistico, ma se
vogliamo cercare di recuperare waver, dobbiamo attendere che le condizioni si
verifichino nei weekend. E questo è uno degli elementi che farà si che i periodi di
attesa restino comunque abbastanza lunghi.
Andrea Mariotti durante il primogiorno di gara a Cala Pischina.
Manuel Poli
Jaques Barbieri, altrolocal di Cala Pischina.
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CLASSIFICA FINALEWAVE EXTREME SARDEGNA1 Rosati Andrea (RRD, Neil Pryde)
2 Pischedda Gianmario (Fanatic, Ezzy)
3 Gasperini Raimondo (Starboard, Severne)
4 Calò Fabio (Starboard, Severne)
5 Mazzocca Vittorio (RRD, RRD)
5 Poli Manuel (Tabou, Vandal)
5 Mariotti Andrea (JP, Neil Pryde)
5 La Croce Federico (99, Hot Sails Maui)
9 Barbieri Jacques (RRD, RRD)
9 Paganini Fabio
9 Revel Gianmarco (Fanatic, Ezzy)
9 Longo Fortunato (Fanatic, Challenger)
9 Giorgi Giorgio (Drops, Challenger)
THANKS TO:EXTREME NETWORK
COMUNE DI OLBIA
SURF2LIVE
ARBEKE
SAILBOARD OLBIA
AESURF DI ANTONIO EGRIS
PORTOLISCIA WINDSURF CLUB
GIACOMO SANNA ED IL SUO GRUPPO SASSARI
LEGA NAVALE OLBIA
Federico LaCroce, uscito prematuramente dalSingle non ha avuto la possibilità di rifarsi.
Vittorio Mazzoca, l’unico giovane a misurarsi sia inFreestyle che nel Wave. Bravo! Gli altri dove erano?
Il podio, da sinistra: Rosati, Pischedda, Gasperini, Calò.
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Nick De Wannemaeker in Forward nella marea marrone.
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LE LINEE OSCUREGià da molti anni ormai, i rider che vivono per il windsurf fanno affidamento sulle
mappe satellitari e sulle previsioni... ed i report delle condizioni.
La lista delle nazioni in cui si può praticare il nostro amato sport è piuttosto ristretta
e siamo già a conoscenza di quale sia il periodo migliore per le condizioni in una
certa parte del globo. Da ormai due anni, io Fabrice e Nick giriamo per il globo per
completare il nostro film, Planet Blow “Le linee oscure”. Cerchiamo sempre le
condizioni migliori in assoluto e vogliamo anche fornire una prospettiva più
profonda della realtà locale. Per quanto riguarda il Marocco però, non avevamo
proprio le idee chiare. Questa location doveva sicuramente entrare nel film, ma
sapevo che gli spot erano già stati visti in numerosi altri video prima del mio. Il mio
obiettivo di proporre una prospettiva diversa con angoli innovativi ed una storia
sarebbe stato davvero difficile da raggiungere in una location così popolare. Tutti
sono già a conoscenza dei colori del Marocco, che offre un mix di deserto con
qualche piccola oasi tipica sparsa qua e là. Cammelli, arte locale, thè, odori e sapori…
Penso sia già stato detto tutto su questo magico paese perfetto per il windsurf.
Eravamo però fortemente attratti da questa destinazione… ed eravamo sicuri che
saremmo finiti a riprendere da qualche parte nel continente nero.
PIOGGIA BATTENTEAppena siamo arrivati… è stato come vivere un clichè in prima persona. Siamo
partiti da Parigi lasciandoci alle spalle il freddo ed il grigiore della metropoli, per
trovare il caldo secco del deserto dopo solo due ore di volo. Appena scesi
abbiamo subito notato tutti gli stereotipi classici proposti dalle riviste
windsurfistiche quando presentano questa zona. Boujmaa ed il suo amico Tarik
avevano già organizzato tutto. Ci siamo trovati una bella casa proprio sullo spot
da qualche parte a nord di Agadir. Le onde non mancavano… Siamo arrivati un
po’ troppo tardi per goderci l’ottima session al tramonto, ma Nick e Fabrice
stavano già avvitando le strap per la mattina seguente!
Madre Natura però aveva altri piani per il nostro team…
Ci siamo svegliati di buona ora il mattino seguente, sotto un cielo plumbeo…
L’ultima cosa che ci si potrebbe aspettare in Marocco… Avremmo dovuto scrivere
una storia per le riviste, che generalmente vogliono foto con sole splendente e
colori surreali…
Tarik ci ha spiegato che una grossa tempesta aveva deciso di farci compagnia,
piazzandosi proprio sopra le nostre teste per qualche giorno…
In un certo senso era un bene, in quanto sicuramente avremmo avuto vento
Sylvain Demercastel cerca di non scarrocciare troppo sottoventoa causa della fortissima corrente del’Oceano in tempesta.
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forte… quindi non eravamo poi così preoccupati. Stava anche arrivando un
grosso swell. Prima o poi il sole sarebbe uscito nuovamente, permettendoci
finalmente di girare tra le onde smeraldo che tutti abbiamo sognato da quando
abbiamo guardato il video di surf “Sipping Jet Stream”.
La location che abbiamo scelto infatti, invece di Moulay, è proprio quella del
video. Volevamo acqua color verde intenso per il nostro film. Moulay mi piace un
sacco come condizioni ma l’acqua marrone stonerebbe un po’ troppo col resto
del film…
Tre giorni dopo, la pioggia torrenziale continuava a riversarsi su tutto il Marocco!
Alcuni villaggi hanno cominciato ad avere problemi con le strade, il fango e gli
allagamenti. Una moschea è perfino crollata! Dio ci era ostile…
In un certo senso, però, era anche quello che volevo: avevamo bisogno di
qualcosa di drammatico per il mio film, e sicuramente queste condizioni erano
perfette!
Ha piovuto senza interruzione per circa 10 giorni di fila! In questa zona così arida
e riarsa, nessuno aveva mai visto una costa del genere. I fiumi trasportavano
enormi quantità di rifiuti che erano state accatastate nella polvere delle zone
montuose circostanti. Era una visione impressionante. Una mattina siamo stati
svegliati di soprassalto da Tarik, che ci ha fatto spostare immediatamente in
quanto la casa era in una zona altamente a rischio d’allegamento… Così ci siamo
spostati ed abbiamo affittato un’altra casa… La mareggiata continuava a
crescere e sapevamo tutti che fosse vitale tornare con del materiale in mano.
Siamo quindi andati più a sud nella baia di Agadir, cercando di fare windsurf in
condizioni meno rischiose.
LA TEMPESTAQuando siamo arrivati, il vento rafficava sui 35 nodi… l’Oceano sembrava
impazzito e le onde rompevano ovunque… la zona d’impatto era lungo l’intero
orizzonte. La spiaggia e lo shorebreak erano pieni di rifiuti, alberi, plastica,
finestre, porte, biciclette… gomme… c’era di tutto. Era quasi impossibile riuscire
a far windsurf per i primi 10 metri tra tutta la roba che galleggiava o affondava
nell’acqua. Nick ed io abbiamo comunque deciso di provare… Julian, il fotografo,
ci ha spinto per produrre del materiale. Nick è uscito per primo ed appena
entrato è scarrocciato così velocemente e così tanto che non riuscivo a crederci.
Poi è venuto il mio turno. Camminare tra la spazzatura… partenza dalla spiaggia…
evitare un pezzo di legno e qualche sacchetto… e poi planare a tutta velocità con
la vela che mi esplodeva tra le mani. Ho cercato di uscire e passare la zona
d’impatto ma diventava sempre più grosso… praticamente impossibile da
superare con vento side onshore. Appena dopo aver strambato mi sono reso
conto di quanto incredibilmente forte fosse la corrente, ed infatti ero
scarrocciato di almeno 500 metri dal punto in cui ero partito… Peggio di un
fiume… impossibile risalire. Sono quindi uscito ed ho camminato lungo la
spiaggia come ha fatto Nick 5 minuti prima. Abbiamo fatto così per circa 6 o 7
volte prima che le nostre gambe smettessero di collaborare. Due virate e poi 10
minuti di scarpinata, sperando finalmente di avere qualche bella foto. Questa
non è assolutamente l’essenza del windsurf. Avevo anche paura di prendere
qualche malattia strana in quell’acqua così inquinata. Allo stesso tempo però,
sapevo che avevamo qualcosa di unico per il nostro film. Una storia veramente
grafica che illustra meglio di qualsiasi spiegazione cosa stia succedendo al
nostro pianeta, e che cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro quando il
pianeta s’innervosisce.
Noi siamo stati i rider nella tempesta… quelli che hanno fatto windsurf in acque
fangose e piene di rifiuti. Una sorta di mutanti che cercano di divertirsi anche in
un Oceano morente, avvelenato dalla spazzatura e dalla follia umana.
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Carine Camboulives
Manu Bouvet
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CASTLE BRAVOEccoci qui a Majuro, la capitale delle Marshalls. È
un’isola molto stretta e lunga, con un sacco di gente e
edifici. Majuro è la zona in cui la maggior parte dei
Marshallesi vengono a cercare lavoro, lontano dalle
altre isole paradisiache. Sfortunatamente però, un
sacco di loro finiscono in miseria. Alcuni riescono
anche ad emigrare clandestinamente negli USA,
passando per il porto di Honolulu.
Dopo una lunga e scomoda notte in un motel
rumoroso, in cui solo Lou è riuscita a riposarsi
dividendo il letto con 4 scarafaggi, partiamo finalmente
per la piccola isola… La traversata in barca è estrema
e molto umida. Lou non fa nemmeno in tempo a
digerire la colazione e Levi si pente di essersi bevuto un
caffè. Non vedo l’ora di arrivare a terra! Una sottile
linea verde si staglia all’orizzonte. È l’esatto opposto
della capitale! Zero elettricità, non c’è acqua potabile,
solo giungla incontaminata ed una laguna cristallina. Il
vento soffia già forte. Questa sarà la nostra casa per i
prossimi 10 giorni. Iakwe!! (Ciao). Francis, il nostro
contatto locale ci sta aspettando all’imbarcadero.
Carichiamo tutto il materiale sul suo furgone, che
dobbiamo spingere per far partire lungo l’unica strada
che divide l’isola in due. A destra c’è l’Oceano, a
sinistra, anche. Non c’è da sorprendersi che si preveda
che questi atolli scompariranno sott’acqua nei
prossimi 20 anni per l’innalzamento del livello del
mare. Non c’è nemmeno un punto più alto sull’isola,
nemmeno una duna o una collina per ripararsi.
Quando la marea raggiunge il massimo del suo ciclo, la
gente viene evacuata. Sia l’acqua che il terreno
vengono contaminati dal sale, quindi un sacco di
Marshallesi devono abbandonare le loro case. Non
vedo nessuna pianta o frutto crescere. Francis ci
spiega che qui la gente coltiva le piante dentro barili di
petrolio vuoti, in modo che il suolo non venga
contaminato dal sale. Ci fa vedere la nostra casa sulla
spiaggia. E che spiaggia! Non riesco a credere ai miei
occhi vedendo quest’infinita striscia di sabbia, a
ridosso di migliaia di palme di cocco. Non c’è nemmeno
un edificio per miglia e miglia. Il sole è alto nel cielo e
la luce è accecante. Il vento spinge ancora! I ragazzi
sono già partiti per andare a vedere le onde. Lou ed io
andiamo ad esplorare un po’ l’isola e a conoscere i
bambini locali. Le case sono colorate ed umili, fatte in
legno e circondate da un giardino con delle lapidi
Manu Bouvet in uno scenario mozzafiato.
Carine Camboulivesin una cruising session.
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coperte di fiori, dove gli antenati riposano in pace.
Alcuni vecchi edifici in corallo sono stati sopraffatti
dalla vegetazione. Alcune persone si danno da fare a
pulire casa, mentre altre si rilassano sotto gli enormi
alberi di “Tamanu”, l’albero polinesiano sacro. Mi
sembra di far parte di una tela di Gauguin! L’atmosfera
è estremamente calma e pacifica.
Ci presentiamo. Alcune donne sanno anche parlare
inglese, rendendo il tutto più facile. I bambini non
hanno bisogno di parlarsi, per correre direttamente in
spiaggia con Lou a raccogliere un po’ di conchiglie. I
giovani Marshallesi sanno che le conchiglie sono molte
apprezzate e ricercate dai “rubelas” (turisti,
letteralmente “persone vestite”). Più di un secolo fa, la
“gente vestita” ha deciso di insegnare alle donne locali
che fosse inappropriato girare con ginocchia e gomiti
scoperti. Le hanno costrette a vestirsi decentemente…
Al giorno d’oggi sono completamente vestite sotto il
sole cocente, mentre i “rubelas” hanno abbandonato la
zona da un bel po’. Alcuni di loro poi tornano qui
abbronzati, sfoggiando i loro nuovi bikini. Bikini?
Proprio così. Questo atollo tristemente noto non è tanto
lontano da qui. Il suo creatore, Louis Reard, sperava
che la sua creazione avesse fatto un impatto grande
quanto i test nucleari con la bomba atomica. Una
donna con un “Bikini” infatti, dovrebbe essere una vera
bomba… Mi sono documentato sull’argomento,
leggendo svariati articoli sulla materia. Prima di
potermi immergere nella mia lettura però devo
controllare tutti i bambini, che ora giocano con Lou
proprio qui dentro al mio bungalow. Hanno
ammucchiato un’immensità di conchiglie appena fuori
dalla porta. Ho proposto a tutti di entrare a fare dei
disegni ed è successo il pandemonio. Alcuni stanno
giocando, altri strillano e cantano, altri disegnano ed
altri suonano l’Hukulele… La casa è quasi al limite ed
ecco che tiro fuori la mia arma segreta: i DVD di
Cenerentola. In meno di due minuti, 25 bambini
guardano il mio computer senza perdersi una virgola!
Grazie Walt Disney! Ora comincio finalmente a leggere
il mio articolo scritto da Fabienne Lips, che racconta di
una giovane ragazza Marshallese, chiamata Lijon
Eknilang. Una sorta di piccola cenerentola locale con
un futuro oscuro. La sua storia comincia proprio come
una favola: “C’era una volta nelle Isole Marshalls, una
remota isoletta paradisiaca chiamata Rongelap. Lijon è
nata qui”. Il primo marzo 1954, il giorno del suo ottavo
Session serale per Levi Siver, in windsurf,e Keith Teboul con il surf.
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compleanno, il sole è sorto ad Ovest. A metà tra il cielo
e l’Oceano, una “stella luminosa! è esplosa. Nome in
codice: “Castle Bravo”. È una bomba termonucleare,
1000 volte più potente di quella di Hiroshima. 1000 volte
più potente di una bomba che ha fatto 140.000 vittime.
Quel giorno Lijon si svegliò di soprassalto: ”Ho aperto
gli occhi ed ho visto una luce accecante”. Fuori sentivo
mia nonna sgridare urlando mio cugino, perchè
pensava che avesse incendiato la casa. Sono uscita di
corsa, piangendo. Ho paura del fuoco. La luce fuori era
ancora intensissima. Poi ho visto qualcosa cadere giù
dal cielo. Era un’enorme palla di fuoco, tonda e
luminosa come il sole. Poi c’è stata un’esplosione…
enorme. La terra ha tremato. Il vento ci ha
scaraventato a terra. Ero spaventata a morte! Il vento
poi è calato completamente ed è sceso un silenzio
inquietante. Non si sentiva un solo suono. La gente ha
cominciato a disperarsi, pensando che fossimo sotto
attacco e che saremmo tutti morti. Ci siamo nascosti
nei cespugli. Avevo sete. Poi fame. Abbiamo mangiato
ma il cibo era coperto da una polvere bianca. Non era
male, solo sporcizia. Il cibo era buono come al solito
però. Il pomeriggio ci siamo tutti sentiti male, a causa
della forte insolazione… Lo stomaco ci faceva malissimo
ed abbiamo tutti vomitato. Anche i genitori stavano
troppo male per occuparsi dei bambini. Nerja, la
sorella di Lijon, che allora aveva solo 7 anni, racconta:
”Pensavo fosse sapone in polvere. Non aveva odore. Ne
ho preso un po’ e mi sono lavata i capelli come se fosse
shampoo”. Questo lavaggio radioattivo le ha fatto
perdere immediatamente tutti i capelli e l’ha ustionata.
La sua testimonianza continua ed a questo punto
comincio a far fatica. Dopo cinquanta anni le donne
partoriscono ancora dei “baby mostri” o “bambini
medusa” come vengono chiamati qui. Sono
completamente trasparenti e solo il loro cervello ti fa
capire che siano degli esseri umani. “Fortunatamente”
dicono i dottori “non sopravvivono per più di una
settimana…”. La percentuale di anomalie
cromosomiche, cancro e leucemia sono altissime.
L’esercito ha detto che è stato un “incidente”.
Castle Bravo resta la bomba più potente mai testata.
Smetto di leggere per guardare i bambini. Stanno tutti
guardando la scena in cui Cenerentola non può andare
al ballo reale e piange tra le braccia della fata turchina.
Cercano di nascondere le lacrime, timing perfetto per
me per fare lo stesso… Testo: Carine Camboulives
KEITH TEBOULInizialmente avevamo deciso con Manu di andare alle
Christmas Islands… Ci siamo informati e velocemente ci
siamo resi conto che non fosse la location giusta,
perchè il vento era completamente offshore… Abbiamo
quindi trovato un’alternativa valida nelle isole Marshall.
Inizialmente Levi ed i ragazzi della crew del TWM2 non
erano tanto convinti ma io ho continuato ad insistere
sull’enorme potenziale delle isole. Era un po’ rischioso
Keith Teboul si godele onde delle isole Marshall.
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ma ne ero davvero convinto. Non sapevo neanche
niente della zona, ma avevo un’ottima sensazione,
come se fosse destino. Quando il tempo stava per
scadere, abbiamo dovuto darci una mossa e comprare
i biglietti e da quel momento è andato tutto per il
meglio. Con così tanta gente in ballo è sempre
abbastanza critico trovare le date giuste. La partenza
però era stata decisa. Quando tutto va per il verso
giusto, non faccio piani particolari, seguo
semplicemente l’andamento delle cose ed ero convinto
che avremmo trovato ottime condizioni. La ciliegina
sulla torta poi è stato sapere che saremmo arrivati
assieme ad un grosso swell!! Questa consapevolezza ci
ha motivato parecchio e non vedevamo l’ora di
arrivare. La dimensione delle onde è cresciuta da
media a bella grossa, dandoci giusto il tempo per
abituarci al meglio alle condizioni e spaccare il lip. Il
tutto puntuale come un orologio svizzero. Nel
frattempo abbiamo deciso che spot surfare quando le
onde sarebbero diventate ancora più grosse. È bello
avere del tempo a disposizione per capire lo spot
giusto per uscire con l’onda grossa. Abbiamo sia fatto
surf che windsurf nei giorni più piccoli, in modo da
prendere sempre più confidenza sui vari spot, potendo
anche controllare da vicino il reef e studiarne un po’ i
pericoli principali, capendo dove sia il canale e dove
bisogna evitare assolutamente di cadere. È una sorta
di preparazione mentale che è perfetta per far andare
tutto liscio quando le condizioni entrano. Abbiamo
anche studiato le varie inquadrature per le riprese e
da dove partire con l’attrezzatura. Dopo pochi giorni,
quando lo swell è entrato, è andato tutto liscio come
l’olio. Colori stupendi, vento side potente e onde dai 3 ai
6 metri! Personalmente ho preso alcune delle onde più
grosse e pulite in assoluto!!! Le giornate erano
piuttosto lunghe in quanto ogni mattina dovevamo farci
45 minuti di barca per arrivare all’atollo. Il secondo
giorno di swell abbiamo surfato per 4 ore senza pausa.
Abbiamo poi smontato e camminato verso la parte sud
dell’atollo per farci venire a prendere e portare a casa.
Controllando poi delle boe su uno spot di surf vicino a
casa ci siamo resi conto che le condizioni erano
spettacolari, con onde dai 2 ai 4 metri e quindi abbiamo
armato e verso le 5 eravamo nuovamente in acqua…
Era così perfetto che non potevamo non uscire! Qui si
faceva puro wavesailing! Dovevi aspettare sul picco che
l’onda cominciasse a spingerti e poi fiondarti a tutta
velocità in down the line, sperando che andasse tutto
per il verso giusto. L’onda continuava a srotolare alla
perfezione per almeno 80 metri… Puro wavesailing,
dove si sfrutta solo la potenza dell’onda per acquisire
velocità e spinta. Il timing è vitale. Ho fatto un Aerial
enorme e sono riuscito a malapena a non esplodere
all’atterraggio, in quanto, non avendo vento nella vela,
sono venuto giù davvero pesante. Sono poi uscito ed ho
preso il surf per una session veloce, mentre Levi era
ancora in acqua. Ad un certo punto è arrivato il set
Manu Bouvet
Keith Teboul
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della giornata e sia io che Levi eravamo troppo
profondi. Gli ho lasciato l’onda e l’ho visto volare in
down the line. Sapevo che mi sarei preso una bomba in
testa, ma non ho potuto fare a meno di guardarlo
surfare quell’onda perfetta, con una potenza e velocità
semplicemente spaventose. Siamo poi tornati sulla
barca e ci siamo guardati in silenzio con un sorriso
stampato in faccia. Che giornata!!!
È stato davvero speciale fare un viaggio passando così
tanto tempo in barca. Abbiamo avuto 7 giorni senza
onda ma abbiamo visto così tanti posti idilliaci e
raccolto così tante conchiglie che non ci siamo
neanche accorti. L’acqua è di un blu cristallino e le
barriere coralline sono tra le più vive che abbia mai
visto. Il penultimo giorno prima di tornare a casa, lo
swell è aumentato un pochino e siamo riusciti ad
andare a far surf da onda su un picco a sud dell’atollo.
Abbiamo srufato fino al tramonto e poi dovevamo
scegliere se restare lì a dormire oppure viaggiare in
barca la notte per arrivare ad un altro spot la mattina
seguente, con onda più grossa. Manu ed io sentivamo
che era ora di spostarci e trovare qualcosa di nuovo e
speciale. Io mi sono alzato per primo, avendo dormito
sulla coperta per dire al capitano dove andare. Gli altri
si sono alzati quando ci stavamo avvicinando allo spot
e si sono immediatamente resi conto che le onde si
srotolavano lungo il reef dell’atollo. Siamo entrati tutti
Levi Siver in Bottom con i rail che incidono l’acqua.
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in acqua verso le 8:00. È l’onda più perfetta che abbia
mai visto. C’è una piccola lingua di rocce che protegge
l’onda da chop e vento, rendendola semplicemente
perfetta, mentre si srotola lungo la piccola baia.
Durante il giorno lo swell è diventato più pulito e
perfino più grosso. L’onda si prende fuori ed è circa 2
metri, per poi triplicare appena arriva sul reef. Johny
era sulla spiaggia che filmava, attorniato da una
ventina di bambini. Ogni volta che prendevamo un’onda
tutti i bambini impazzivano e facevano il tifo urlando
come matti ed agitando foglie di palma. Abbiamo
lasciato tutta la benzina in più ai locali, come regalo.
Che bello vedere i bambini che si divertivano a
guardarci in acqua. I locali ci hanno ringraziato
dandoci delle banane e del cocco, ma sicuramente
l’affare l’abbiamo fatto noi. Siamo riusciti a surfare
questa bellissima onda per un giorno intero, in questa
location così remota ed incontaminata! Mi ricorderò
questo spot e la sensazione in surfata per tutta la vita!
LEVI SIVERAppena siamo arrivati, l’isola sembrava una
lunghissima matita. Non ero nemmeno sicuro che ci
fosse abbastanza spazio per fare atterrare l’aereo.
Appena scesi però, ho sentito immediatamente
un’energia particolare. Avevo già sentito varie voci
sul posto ma volevo vedere con i miei occhi. Abbiamo
surfato un po’ di giornate piccole all’inizio, ma una
volta arrivato lo swell, non riuscivamo a credere a
quanto le onde fossero potenti, pulite e perfette. Da
quel fatidico giorno siamo usciti sempre e solo noi 3
con condizioni epiche. Quaggiù dobbiamo lavorare
come una squadra, specialmente quando dobbiamo
trascinare le nostre pesanti sacche nella giungla o
perfino sul reef affilato. Sento fino all’ultimo kg. Uno
spot funziona solo con l’alta marea e Manu lo ha
scoperto con le cattive. Johny deve nuotare a riva
con un salvagente, in modo che la sua macchina
fotografica non si bagni. I ragazzini locali lo aiutano
sia a trasportare il materiale, che a scegliere gli
angoli migliori. Johny ha insegnato ai bambini come
riconoscerci, ed urlavano i nostri nomi quando
surfavamo bene o si faceva qualche trick…
Spettacolo!
È quasi ora di fare il grande viaggio. Due giorni interi
di navigazione in mare aperto. L’Oceano è spazzato
dalle raffiche e probabilmente mi verrà mal di
mare… La terra non si vede e tutti fissiamo
l’orizzonte per cercare di non vomitare. Sembra
invece che Jace, il braccio destro del capitano, non
faccia una piega. Un altro giorno e poi per un po’ non
voglio più vedere barche. Sembrava strano lasciarsi
alle spalle delle onde così pulite, ma sembrava fosse
ancora meglio dove stavamo andando.
Dopo 9 giorni dormendo in barca e esserci fatti delle
session spettacolari, il tempo stava per finire.
Dovevamo però concludere in bellezza. Azzardiamo
così un viaggio allo spot su al Nord, di cui sapevamo
ben poco…
La traversata è stata violenta e continuavo a girarmi
nel letto come una salsiccia in una pentola. Era così
tremendo che mi sono messo a ridere… mi sono
addormentato, risvegliandomi su una laguna piatta
e cristallina, con le stelle che splendono fuori dalla
finestra della coperta. Finalmente un momento di
calma dopo 9 giorni. Mi sono addormentato di nuovo
sapendo che ci avremmo messo poco più di un’ora
per arrivare sul picco scelto.
Ho sempre sognato questo momento e mi sembrava
di vivere un film. Keith esce sul balcone ed urla: “Levi,
ci siamo!”. Io ovviamente rido, sicuro che mi stesse
prendendo in giro ma poi scendo dal letto e vedo
queste barre perfette di un albero, accarezzate da
vento side shore. Essendo a circa cinquecento metri
di distanza, non ci siamo resi conto di quanto fosse
effettivamente spettacolare. Non riuscivo a credere
ai miei occhi, vedendo uno spot del genere, in mezzo
al nulla.
La mia ultima onda è stata una delle migliori
dell’intero viaggio. Sono poi tornato alla barca ed ho
fatto un sospiro di gioia. Che posto magico! Sapere
poi che avevamo il tutto sia in foto che su film, ha
reso il viaggio ancora più speciale.
Levi Siver vola!
Manu Bouvet, Keith Teboul, Carine Camboulives, Levi Siver.
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ESSERE INFORMATI È VITALELe previsioni davano un grosso swell in arrivo nelle
prossime 48 ore e noi non sapevamo ancora quasi
nulla dei reef nella zona di Cocos, dovevamo
deciderci. Abbiamo controllato le previsioni ancora
una volta ma, come in altre parti del mondo, le
previsioni non sono mai infallibili e la nostra
conoscenza quasi nulla della geografia dell’isola e
dei reef circostanti ha reso il tutto ancora più
complesso.
Le possibilità di scrivere il resoconto di un viaggio
calano vertiginosamente nel momento in cui decidi
di inseguire grossi swell in giro per il globo,
rendendo la situazione molto complicata e
stressante ma è anche l’unico modo per beccare le
elusive condizioni “epiche”. Ho quindi telefonato a
Scotty Mc Kercher, che era già stato Cocos anni fa,
per avere qualche altra informazione sul posto. La
sua risposta è stata: “Sì zio, appena arrivi sull’isola,
a sinistra c’è il posto per campeggiare e se cammini
verso destra trovi le onde.” Mi ero dimenticato di
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quanto gli australiani fossero approssimativi e
sintetici nel dare indicazioni. Sebbene praticamente
non avessimo nessun posto dove stare, dormire,
mangiare, guidare o fare tow in, la decisione è stata
di partire comunque. Siamo andati praticamente
contro ogni regola riguardo l’essere informati prima
di partire per una location di surf.
L’ISOLAL’isola mi ricorda la serie TV di fine anni ‘70,
Gilligan’s island. Palme e fitta vegetazione coprono
l’intera isola e c’è una sola strada che corre lungo il
centro dell’isola. Oltre a qualche Australiano
residente che vivono e lavorano sull’isola, la maggior
parte degli australiani vengono qui durante la
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stagione degli alisei, per insegnare sia windsurf che
kitesurf nella laguna, perfetta per i principianti.
È la location perfetta per chi si vuole divertire e
rilassare in tranquillità. I granchi tappezzano la
spiaggia e c’è un’enorme varietà di pesci sia nella
laguna che sui reef esterni.
Il pomeriggio del nostro arrivo, siamo stati accolti a
braccia aperte ed in men che non si dica avevamo un
posto dove stare, una macchina, e stavamo andando
a prendere il Jet Ski di cui ci aveva parlato Scotty.
Sembrava che tutto stesse andando per il verso
giusto ma… l’apparenza inganna!
CAOSL’euforia si è trasformata in disperazione quando
abbiamo visto quanto effettivamente fosse lontano il
reef. Ci siamo guardati nel panico ed abbiamo subito
capito che fosse vitale trovare una barca d’appoggio,
altrimenti ci saremmo sognati le onde. Da questo
momento in poi sembra che tutto vada sempre
peggio. Il padrone del Jet Ski era appena salito sul
volo con cui eravamo arrivati noi e sua moglie era
andata a lavorare su un’isola vicina. Non riesco
neanche ad elencare la serie catastrofica di eventi
che si sono susseguiti da questo momento, ma dopo
aver corso in giro per tutta l’isola bussando
letteralmente sulle porte della gente, sono riuscito a
farmi dare il numero di telefono del mercatino dove
lavorava la moglie del tipo. Ho chiamato ed ho
cercato di spiegarle la situazione. Non aveva la
minima idea del perché le stessi dicendo tutte quelle
cose. Penso si sia spaventata a sentirsi chiedere da
uno sconosciuto se potevo entrarle in casa mentre
lei non c’era, aprire il garage e prendermi il suo Jet
Ski. Ho anche chiamato suo marito in albergo per
chiedergli se potevo utilizzare il suo Ski. Dopo ore di
chiamate e raccomandazioni dei local, sono
finalmente riuscito ad utilizzare il Jet Ski. Siamo
andati tutti a dormire, immaginandoci una mattina
perfetta.
UNA MATTINA DA RICORDARETutti si sono svegliati per il rumore causato dalle
grosse onde che si abbattevano sul reef. Siamo partiti
di corsa per andare a vedere le condizioni sullo spot di
windsurf. Il vento era quasi completamente da terra ed
il reef era quasi impraticabile. Era praticamente
impossibile uscire dai frangenti e rischiosissimo in
caso di rottura. Abbiamo però deciso di lanciare
comunque il Jet Ski per guardare più da vicino, ma
siamo dovuti andare dalla parte opposta dell’isola
sull’unica rampa per barche. Una volta arrivati, ci
siamo fermati un po’ a guardare le onde srotolarsi sul
reef, che poi s’inabissava fino ad oltre 3 miglia di
profondità! Abbiamo aiutato Steve a mettere il Jet Ski
in acqua e l’abbiamo guardato allontanarsi verso il reef
esterno. Sarebbe stato completamente solo fino al
nostro incontro 10 miglia più in su lungo il reef, al
punto stabilito. Le correnti ed il riflusso dell’acqua nella
laguna creavano un sacco di chop e turbolenza ed alla
fine lo abbiamo perso di vista.
Dopo un’ora d’attesa sullo spot stabilito, abbiamo
cominciato a pensare che qualcosa fosse andato
storto. Ci sono ben poche strade che costeggiano il
mare e l’isola è completamente piatta, rendendo
difficile l’avvistamento di Steve, che a questo punto non
sapevamo più dove fosse. Dopo un paio d’ore di ricerca
lo abbiamo finalmente trovato che camminava sulla
spiaggia, tirandosi dietro il Jet Ski. Non siamo riusciti a
riportarlo fino alla rampa. Era troppo lontana. Abbiamo
quindi ideato un piano per tirare fuori il Jet Ski
dall’acqua e trascinarlo su una duna di sabbia. Dopo
aver discusso tra di noi per oltre mezz’ora, siamo
riusciti a rimetterelo in qualche modo sopra il carrello.
Siamo andati dall’unico meccanico sull’isola e gli
abbiamo chiesto se ci poteva aiutare. Abbiamo provato
di tutto, guidando su e giù dall’officina alla rampa,
79
sperando che il meccanico riuscisse a sistemare il
guasto. Il tempo passava ed il panico stava
cominciando ad assalirci.
PAZZIA POMERIDIANAIn uno stato di pura disperazione, abbiamo camminato
lungo la zona industriale, che è praticamente un
singolo capannone, per chiedere a chiunque se avesse
una barca da noleggiare. Una volta tanto siamo stati
fortunati! Poi abbiamo visto la barca… e sembrava che
fosse una drogata di crack da oltre 30 anni… La chiglia
era in alluminio con ponti sia a prua che a poppa. Il
problema è che entrambi i ponti erano distrutti.
C’erano dei buchi enormi. Sicuramente ci saremmo
inabissati lungo il canale, tentando di arrivare al reef.
Il motore poi era ridotto ancora peggio del resto della
barca e partiva a malapena. Il rimorchio sembrava
fatto a mano e sembrava che le ruote fossero state
rimosse da un cart da golf di qualche tipo. Per
complicare ulteriormente il tutto, non c’era nemmeno
una cima per alzare la barca sul carrello. E nemmeno
il gancio d’attacco del rimorchio alla macchina. L’ho
portato a mano fino al porticciolo. Era davvero uno
spettacolo raccapricciante. I ragazzi mi hanno
guardato e mi hanno detto: “Ma che ti passa per la
testa?”. Mi sono girato dal tipo e gli ho detto che andava
80
bene. Mi sembrava che ci fosse solo da saldare un tubo
al carrello per attaccarlo alla macchina, e poi eravamo
a posto. Questo ragazzo mi piaceva un sacco a dir la
verità. Una persona normale non avrebbe mai dato la
sua barca a 3 sconosciuti, non sapendo neppure che
l’idea era quella di uscire con 6-7 metri d’onda! Tutti
mi avrebbero mandato a quel paese, lui invece no.
Siamo entrati nel suo scantinato ed è venuto fuori con
un sorriso, tenendo in mano un pezzo di ferro, che
sembrava essere il supporto di una tenda per la
doccia. L’ho guardato in faccia e gli ho detto:
“Perfetto!”. Dopo un’ora di saldatrice, siamo
finalmente riusciti ad ancorare il trailer alla
macchina, con un pezzo di corda che abbiamo
attorcigliato attorno al gancio di traino della
macchina. Il nostro tempo stava per scadere, mentre
ringraziavamo il nostro salvatore e ci preparavamo
alla nostra avventura in alto mare. Dopo circa 200
metri in strada, la saldatura è saltata e sia barca che
trailer si sono ribaltati, staccandosi dalla macchina.
Siamo corsi fuori dalla macchina ed abbiamo visto il
nostro unico mezzo d’appoggio capovolto sulla
strada.
Senza pensare un secondo ai danni alla chiglia ed al
motore, ho ideato un piano per utilizzare il trailer del
Jet Ski per trasportare la barca fino alla rampa. Sono
tornato indietro al Jet Ski, mollandolo sulla spiaggia e
ripartendo verso il sito dell’incidente col trailer
attaccato. Abbiamo issato la barca sul trailer ma
metà chiglia era sospesa perché era troppo corto.
Abbiamo guidato lungo la strada a tutta velocità,
ringraziandomi per aver avuto quell’idea brillante per
completare la nostra missione. Proprio quando stavo
per vantarmi con i ragazzi, abbiamo sentito un forte
rumore di sfregamento. Mi sono girato di scatto per
vedere con orrore che il sedere della nostra barca
stava facendo le scintille lungo la strada. La barca si
è poi staccata completamente dal trailer e si è
fermata mezza distrutta davanti agli arrivi
dell’aeroporto. C’erano 35 turisti con macchina
fotografica attorno al collo che guardavano la barca
nel bel mezzo della strada. Ho messo la retro e tirato
su la barca sul trailer come avevamo fatto poco prima
e siamo ripartiti velocemente.
IL VIAGGIO IN BARCANon ci sembrava vero di essere riusciti ad arrivare alla
rampa miracolosamente illesi. Io e Steve siamo saltati
immediatamente sulla barca e dopo aver caricato tutto
il materiale, siamo partiti verso l’Oceano aperto. Non
sapevamo nemmeno se la barca s’inabissasse dopo 10
minuti, figuriamoci riuscire ad uscire vivi dalla session.
Non penso che a nessuna persona normale sarebbe
mai venuto in mente di uscire in condizioni simili.
C’erano 3 ragioni principali che però mi spingevano a
portare a termine la mia missione. La prima è che
adoro sfidare me stesso ed adoro le sfide, anche se
spesso finiscono con ingenti danni materiali. La
seconda è che adoro prendere delle onde da paura
tutto solo e terza ragione è che avevo speso circa
$10,000 di JP/NP e loro volevano un risultato. Quando
stavamo per circumnavigare la parte meridionale
dell’isola, l’acqua è diventata molto choppata. La nostra
velocità di punta era pari ad una tartaruga paralitica, e
l’acqua stava già cominciando a riempire la barca. La
nostra unica possibilità era di arrivare all’acqua più
liscia appena sotto il reef esterno, a circa 200 metri di
distanza. Abbiamo usato un piccolo vasetto di gelato
per togliere l’acqua dalla chiglia, mentre io guidavo con
una mano e con l’altra aiutavo Steve. Dopo circa 15
minuti di disperazione, siamo riusciti ad arrivare al
reef esterno ed alla tranquillità dell’acqua piatta della
laguna. Abbiamo scelto la traiettoria migliore e subito
abbiamo visto onde grosse almeno il doppio di quelle
che avevamo visto arrivando. Arrivati sullo spot
prestabilito, sono entrati dei set di 7-8 metri ed io stavo
cominciando ad armare il mio materiale sulla poppa
inesistente della barca.
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LA SESSIONNon c’era un vero e proprio picco fisso ed il vento
era molto leggero. Il trucco era di aspettare che il
set arrivasse da te. Ho cominciato prendendo le
onde più piccole in modo da ambientarmi un
pochino. L’unico problema è che, se fosse arrivato
un set più grosso, sarei stato fracassato sul reef e
bye bye session. È un gioco tra gatto e topo. A volte il
vento era talmente leggero che ho dovuto nuotare
velocemente e portare il materiale fuori di circa 25
metri per poi riuscire a ripartire dall’acqua. La
barca è venuta in mio soccorso un paio di volte ma
era molto rischioso con quel motore trasandato. La
cosa più frustrante era vedere un set grosso
rompere 100 metri sopravento ed il successivo 100
metri sottovento. L’altro grosso problema era che
sia il fotografo che il cameraman erano in spiaggia,
senza aver alcuna possibilità di riuscire a scattare a
causa della lontananza. L’altro problema era il muro
di schiuma creato dalle onde che rompevano sul
reef, che rendevano impossibile vedere qualsiasi
cosa dalla spiaggia. Sono tornato alla barca ed ho
consultato Steve sul da farsi. Abbiamo quindi deciso
di provare a portarci il più vicino possibile al picco,
con la barca, e poi Steve sarebbe tornato a riva a
nuoto per comunicare ai fotografi il nostro nuovo
piano. Ho legato il materiale alla poppa della barca
siamo tornati verso il reef e, al momento opportuno,
è saltato in acqua per tornare a riva. Me ne sono
rimasto seduto per 45 minuti prima di vedere Steve
ed il fotografo che cercavano di arrivare al reef
esterno… a nuoto! Io mi sono avvicinato e li ho presi
in barca. Quando loro sono saliti, io sono sceso, in
quanto non c’era possibilità che la barca restasse a
galla con 3 persone a bordo. Mi sono seduto sul mio
materiale mentre la barca mi trainava verso il picco,
lentamente. Una delle sfide più impegnative è stata
riuscire a portare la barca sottovento e vicino al
picco in modo che, partendo sopravento alla barca,
potessi passare la sezione vicina, riuscendo a fare
qualche foto. A volte, girandomi, mi sono messo a
ridere quando ho visto questa carretta col parasole
che stava a galla per miracolo vicino al lineup. Ho
visto che il fotografo si era tenuto le pinne, in caso
avesse dovuto saltare in acqua. Il motore della barca
andava a singhiozzo, spegnendosi spesso e
volentieri. Vedevo Steve agitarsi e tirare con forza la
cinghia per far ripartire il motore. Sembrava di
vedere Harry e Lloyd in una scena di “Scemo e più
scemo”, però nella vita reale. Il sole stava per
tramontare ed il vento è girato completamente da
terra e la session era finita. Il problema seguente
era di riuscire a riportare la barca dalla parte
opposta dell’isola prima che restasse a secco e che
venisse buio. Steve si è offerto di guidare verso il
porto mentre noi siamo rientrati a nuoto, avvertendo
la polizia che ci potrebbe essere una barca dispersa
in mare. Una volta arrivati dalla parte opposta
dell’isola, abbiamo aspettato a lungo. Stavamo quasi
per perdere le speranze quando poi abbiamo visto in
lontananza il tettuccio rosso chi si avvicinava
sempre più lentamente alla riva. Non ho mai fatto
così tanta fatica per ottenere un risultato così
scarso, ma almeno ho una bella storia da
raccontare.
L’ULTIMA SESSION PRIMA DIRITORNARE A CASALa mattina seguente sia il vento che le onde sono
calate. Abbiamo preso un po’ di onde di circa tre
metri fino al primo pomeriggio, prima di andare
all’aeroporto a prendere il volo di ritorno per
l’Australia. Ho preso il mio SUP e sono uscito verso il
reef per prendere delle ottime onde. Sembravano
davvero dipinte e si srotolavano alla perfezione
lungo il reef, ovviamente senza nessuno intorno. È
come se fossi tornato indietro 100 anni per surfare
un spot così perfetto. A dir la verità non ho visto
proprio nessuno per l’intera permanenza sull’isola.
Sono stato sul reef a prendere da solo le onde
migliori fino all’ora di rientrare. È stata un’ottima
conclusione di questo breve viaggio, che ha messo a
dura prova le nostre capacità di portare a termine
una missione, indipendentemente dal costo. C’è una
morale come in ogni storia e dopo aver riletto il mio
resoconto non riesco a far a meno di sentire la voce
di mio padre che mi echeggia nelle orecchie,
dicendomi: “Jason, sei un fottuto idiota!”.
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84
INTROCarissimi lettori di Funboard, vi propongo una sequenza Wave di un Tweaked Air,
eseguito a Hookipa all’inizio di questo inverno denominato “La Nina”, che ha
preso il posto del “il Nino”. A Maui si sono così susseguiti tanti giorni con
condizioni epiche, con onde giganti e non tanto vento, una combinazione che
succede solo ogni 10 anni. Questo nuovo inverno 2010/2011 ci ha già regalato
delle belle perturbazioni che hanno acceso Hookipa con dei set di 4-5 metri e la
destra di Point (Hookipa), regalandoci delle onde lunghissime con varie sezioni
da sballo. La direzione del vento di questo giorno in particolare, quello della
sequenza, era più da nord invece del solito nord/ovest e sembrava che l’onda
avesse una parete più lunga del normale con delle sezioni perfette per Aerial e
manovre varie. Un giornata di puro waveriding!
HOW TO DOPer eseguire un Aerial da manuale la parola chiave è “timing”. Solo con
l’esperienza passando tante ore in acqua sulle onde, e con una certa
predisposizione naturale, si riuscirà ad entrare in sintonia con gli elementi e
imparare a leggere l’onda.
Anche in questa sequenza ci vuole come sempre il “timing” giusto, come in tutte
le cose nella vita, per poter staccare e mettersi nella posizione corretta
distendendo le gambe e portando la tavola nella posizione verticale chiamata
“Tweaked”, tradotto in italiano: Aerial contorto.
STEP BY STEP1) Per prima cosa cerca una sezione dell’onda con il lip (cresta) bello verticale,
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guarda bene la sezione e fai un Bottom arrivando da sotto con una buona
velocità. Cerca anche di metterti nella posizione ideale dopo aver eseguito il
Bottom per colpire il lip e proiettarti in avanti, mettendo il peso sulla gamba
anteriore e ruotando il tuo baricentro verso la spiaggia.
2) A questo punto dopo che hai staccato, devi cercare di tenere la gamba
anteriore piegata e rilasciare la gamba posteriore per poter mettere la tavola in
una posizione Tweaked, dove il tuo corpo rimane contorto e la braccia
rimangono un po’ più distese ma sempre cercando di tenere la vela chiusa.
3) Ora guarda bene dove vuoi atterrare e rilascia la tensione nella gamba
anteriore aprendo un po’ la vela, questo ti permette di rimetterti di nuovo in
posizione centrale sulla tavola per atterrare bene. Ricordati di spostare il peso
leggermente indietro per non cadere in catapulta quando impatti l’acqua con la
carena della tavola.
4) Sei arrivato alla base dell’onda e ora se hai ancora un po’ di parete richiudi
la vela e vai per un altro Bottom.
Divertitevi e ricordativi sempre che il TIMING è la chiave.
Francisco Porcella.
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“Norderney (isola a nord della Germania) in estate e
Città del Capo in inverno”. Questa è la formula
vincente di Bernd Flessner circa la scelta degli spot.
Il quindici volte campione tedesco si è trovato un
comodo appartamento a Cape Town per passare il
periodo più buio e freddo dell’anno. “Con vento forte
e mure a sinistra riesco a saltare altissimo” dice
Flessi, la ragione è che i venti a Cape Town sono
davvero forti… Axel Reese ha intervistato per noi
Bernd Flessner per farci conoscere ancora meglio
questo fantastico posto.
I turisti non vedono l’ora di entrare in acqua a fare
windsurf, già dalla mattina presto. Quali spiagge
consigli?
Direi Sunset Beach o se il sud-est è molto forte
anche Big Bay. Quando il vento forte, dopo un paio di
giorni tende a calare, consiglio di andare verso
Platboom. Qui, proprio sul Capo di Buona Speranza,
il vento di solito soffia un paio di giorni in più. Se
siete a Table View, vi conviene partire massimo alle
6.45 di mattina, in modo da evitare la coda.
Tu dove esci di solito?
Quando il vento non è troppo forte, vado a Sunset
Beach o valuto se andare a Big Bay. Se poi le onde
sono troppo piccole a Big Bay, allora vado a Melkbos.
Nelle giornate senza vento a Big Bay, sono a
Platboom, in quanto il Sud-Est è più forte quando
cala nelle altre spiagge.
Ai rider intermedi e ai freestyler cosa consigli?
A questi rider raccomando Rietvlei a Table View. In
questo lago c’è acqua più calda e piatta. Per poter
entrare in acqua però devi diventare un membro del
club privato che c’è sul lago. Per una modica cifra ti
danno una chiave per l’ingresso, puoi usare la
doccia e c’è anche un bel prato su cui armare e
rilassarsi. Anche nella laguna di Langebaan c’è
acqua piatta e vento ideale per i freestyler.
“Lui” è un waver accanito e “lei” stramba a fatica?
Quali spot consigli?
Dipende dalle condizioni. Ci sono un sacco di giorni
di onda piccola nella Baia. Consiglio ad entrambi di
entrare in acqua. Di solito a Big Bay e Melkbos ci
sono le onde più grosse della zona di Cape Town.
Mentre lui surfa le onde a Big Bay, lei può provare a
strambare tra le ondine più piccole nella baia
sopravento. Se invece in zona Table Bay è tutto
piatto, conviene spostarsi verso il Capo.
I waver più esperti possono godersi le giornate
epiche. Quando consigli di andare verso gli spot in
zona del Capo, tipo Scarborough e Platboom?
Di solito il South-Easter comincia a soffiare a Table
Bay. Ciò significa che entra prima a Sunset Beach. Di
solito il giorno seguente entra bene anche al Capo di
Buona Speranza. Quando il South-Easter comincia a
calare nella baia, può essere ancora forte al Capo.
Onde evitare viaggi inutili, consiglierei agli
interessati di informarsi sui vari siti e controllare la
situazione di vento e onda in zona Capo, ancora
prima di partire. Le informazioni dei centralini
vengono aggiornate ogni 15 minuti. Per tutti i rider
che stanno a Table View o a Blouberg è importante
partire non più tardi delle 6.30 di mattina, altrimenti
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La splendida vista di Cape Town da Table Mountain.
ci si ritrova immersi nel traffico della città. Durante
l’ora di punta mattutina facilmente ci si può
impiegare un’ora per arrivare in città. In alternativa
se non avete voglia di alzarvi presto potete partire
verso le 9 di mattina. A quell’ora, il traffico è già
molto più scorrevole.
Un sacco di turisti a Cape Town non capiscono bene
come si comporti il “Cape-Doctor“. Tu che ormai sei
un local, ci puoi spiegare come funziona il “Sud-Est”?
L’intensità del South-East può essere debole, media o
forte. Il South-East debole non entra prima delle
4.00-5.00 del pomeriggio e si può uscire solamente a
Sunset. Il South-East normale di solito soffia già
dalla mattina alle 11.00, cala leggermente verso
mezzogiorno per poi aumentare nuovamente verso
le 2.00 del pomeriggio. Durante questi giorni si può
uscire sia a Sunset che a Big Bay la mattina e poi
scendere giù per la baia per arrivare fino a Melkbos.
Quando invece c’è il South Easter forte, si può uscire
ovunque nella Baia di Table View, dalla mattina alla
sera. Al pomeriggio il vento a Sunset diventa
talmente forte che l’acqua nebulizza e diventa molto
choppata, quindi conviene spostarsi più sottovento a
Big Bay o Melkbos. Le onde qui sono più pulite. Anche
Haakgat è un ottimo spot quando c’è onda grossa. Lo
spot tuttavia è molto piccolo e ci sono un sacco di
windsurfer e kitersurfer che litigano per le onde.
Controlli regolarmente le previsioni sul web?
Sì, chiaro. Controllo sempre sia “Windguru” che
“Windfinder” sul web. C’è anche una dritta però.
Cape Argus è il giornale principale di Cape Town su
cui si possono trovare tutte le previsioni del tempo
che sono spesso dettagliate e precise, con previsioni
del vento per i prossimi 3 giorni. I locali conoscono il
South-Easter alla perfezione!
Dove vai di solito quando c’è vento da nord-ovest?
Lo spot migliore dove uscire con questo vento è
Whitsands o Mistycliffs. Conviene non arrivarci
troppo tardi in quanto il vento cala verso il
pomeriggio. È meglio tra le 11.00 di mattina e le 5.00
di sera.
Quale materiale da windsurf ti porti dietro quando
vai a Cape Town?
Ho due tavole Wave JP Single Truster 99 e 83. E 6 vele
wave “Atlas” di NeilPryde da 5,8 a 4,2 qm.
Di solito i turisti e i windsurfisti visitano la zona da
novembre a marzo. Qual è il periodo migliore in
termini di onde e vento e quando invece c’è
sovraffollamento?
Il South-Easter comincia solitamente a soffiare già in
ottobre, verso fine mese si possono già fare delle
uscite spettacolari. I sistemi di bassa pressione
sono ancora in zona e l’acqua è più fredda, ci sono
grandi possibilità che faccia onda grossa. Da
novembre a dicembre il vento continua a migliorare
ma diventa sempre più difficile trovare le onde.
Queste condizioni però sono molto variabili, come ho
potuto constatare negli ultimi 20 anni… Da inizio
ottobre fino a fine novembre si è praticamente in
acqua da soli. Poi comincia a riempirsi sempre di
più, sia nei parcheggi che in acqua. Di solito vado
sempre via da Cape Town verso capodanno perchè
c’è davvero troppa gente. Come se non bastasse,
oltre ai turisti ci sono anche le vacanze dei locali dal
16 dicembre al 16 gennaio, quindi tutti i sudafricani
affollano le spiagge. Le spiagge, le strade, i
ristoranti, è tutto intasato. Verso fine gennaio la
situazione diventa più tranquilla. Alcune stagioni
sono uscito 23 volte su 28 giorni. A marzo il vento
comincia a calare, ma ci sono ancora un sacco di
possibilità di fare delle session epiche. In questo
periodo si possono ancora trovare delle ottime onde
e finalmente, in aprile, si è ancora da soli in acqua e
ci si possono godere gli ultimi giorni di South Easter
in santa pace coi local.
Quando consigli di andare a visitare i parchi e le
varie attrazioni, piuttosto che andare a fare una
session in acqua?
Nei giorni in cui il South-Easter cala e c’è poca onda
o è perfino piatto. Quando non c’è niente da fare,
nemmeno al Capo, conviene andare a fare dei giri
nei parchi naturali o in uno dei tantissimi mall.
Restando in tema di attrazioni paesaggistiche, cosa
fai in giro per Cape Town, quando non sei in acqua o
cosa consigli di fare ai tuoi amici?
A me piace un sacco camminare su per la montagna
Lionshead. Specialmente nei giorni con poco vento, è
un ottimo allenamento. Mi è capitato di andare su
per la montagna 4 volte a settimana. Personalmente
adoro fare golf e quindi quando non c’è vento di
solito sono al campo. Ce ne sono un’infinità in zona
Cape Town e un sacco di miei amici windsurfisti
giocano a golf con me. Consiglio anche di andare con
la teleferica a Table Mountain. Anche la Platteklip
George Route è perfetta per arrivare in cima alla
Table Mountain e la visuale è davvero mozzafiato.
Tu hai un tuo appartamento a Tableview. Dove
consigli di alloggiare in zona Cape Town?
Quelli che vogliono surfare un sacco, dovrebbero
trovare un posto a Table View o Blouberg, perchè sono
direttamente sulla spiaggia e ci si rende
immediatamente conto di quando c’è vento. Per gli altri
che invece sono più mondani e vogliono godersi anche
la città, conviene trovare un posto direttamente a Città
del Capo. Di solito sia Table View che Blouberg sono un
po’ più a buon mercato. C’è un altro punto a favore
dell’alloggio fuori città. Durante i giorni in cui il vento
rinforza al pomeriggio, è quasi impossibile per i rider
in città arrivare in spiaggia in tempo. Se parti da Cape
Town verso le 4.00 del pomeriggio arrivi in spiaggia a
fine session, 2 ore dopo!
Ho sentito dire che tu vai spesso e volentieri nei
numerosi ristoranti di sushi della città. Cosa consigli
quanto a cibo a Cape Town?
Ci sono un sacco di ottimi ristoranti giapponesi e non
solo a Cape Town. Blowfish è uno dei tanti di Table View,
dove puoi gustarti il sushi appena finita la session in
acqua. La domenica c’è anche il buffet. Un sacco di
surfisti vanno anche ai Primi Piatti a Table View. Il
ristorante offre un ottimo rapporto qualità-prezzo. Da
Giovanni il cibo è ottimo, è sulla strada principale a
Green Point. Questo Cafe Deli-shop è il nostro posto
preferito per fare colazione, pranzo e tutto il resto, da
anni ormai. In caso di uscita a Sunset o Big Bay, si può
fare un salto da Rossini, è un caffé situato proprio nel
mall dietro a Big Bay.
Non c’è una sera in cui non succeda qualcosa! Ci sono
dei locali particolari che raccomandi a Cape Town?
Certo che sì. Un fatto curioso è però che i bar più in voga
cambiano sempre di anno in anno. Può succedere che
una stagione un bar sia un must e poi l’anno successivo
sia chiuso. La cosa migliore da fare è chiedere ai locali
o ai turisti che sono già in città da un po’.
Per le mogli e le ragazze dei windsurfisti lo shopping
è altrettanto interessante? Dove vai a far compere?
Cape Town ha un sacco da offrire quando si parla di
shopping. Quest’anno specialmente il Rand è così
basso che bisogna stare attenti a non sperperare
tutti i propri soldi. Il mall W&A a Waterfront è
sicuramente uno dei posti migliori per fare
shopping, ma è molto costoso. Century City è il mall
più grosso a sud dell’equatore e si trova a soli 10
minuti di macchina da Cape Town, sulla N1.
L’Exesspark sulla M5 ha sempre un suo perchè! Qui
ci sono un sacco di outlet di marche famose e ho
fatto un sacco di ottimi affari. Si trovano Nike,
Adidas, Puma ecc… ad un ottimo prezzo. I turisti non
conoscono questa location ed è per questo che i
prezzi sono ancora molto bassi.
Per concludere, ci puoi descrivere un po’ una tua
giornata tipo a Cape Town?
Di solito mi alzo verso le 8.30 e faccio colazione a casa.
Poi vado a fare un po’ di golf con alcuni miei amici a
Milerton e dopo vado in città a pranzare da Giovanni.
Verso le 2.00 del pomeriggio prendo tutta la mia roba
da windsurf e vado in spiaggia. Big Bay, 30 nodi e 3m
d’onda… perfetto. Dopo aver fatto windsurf, vado dai
miei amici a cena o magari facciamo un bbq in
spiaggia. Ci sono un sacco di programmi per viversi al
meglio un giorno perfetto a Cape Town. La regione del
Capo ha davvero un sacco da offrire e si può fare
qualcosa di diverso ogni giorno. La città è
incredibilmente varia e interessante e ci sono un sacco
di altre possibilità oltre al windsurf, kitesurf e wave-
riding, senza parlare poi della natura circostante. Negli
ultimi 22 anni ho girato il mondo e ho visto un sacco di
posti bellissimi ma Cape Town rimane comunque
quello che offre più possibilità!
88
Bernd Flessner a Sunset Beach.
Il Sud africa ormai è diventata la meta preferita di molti
windsurfisti europei; durante il nostro periodo
invernale l’estate captoniana (cioè di Città del Capo) ci
delizia di swell magnifici e venti di tutti i tipi. Da buon
local residente ciò fa piacere per il Sud Africa, ma è
sicuramente un po’ frustrante vedere i miei spot
preferiti (Haagkat, per esempio) sempre invasi da
windsurfisti e kiter. Lo so, è una regola comune...
worldwide e quindi ci adattiamo, facendo valere
comunque la legge del buon senso e del rispetto
(sempre che gli altri facciano lo stesso… even so… is
fight time!). Condivido spesso le surfate con i miei
amici migliori, gli altri due local italiani per eccellenza…
Andrea Mariotti e Andrea Rosati, sono giovani, forti e
agguerriti, non si perderebbero una surfata neanche a
morire, sono loro i guru del meteo (... io lo ero... ora ci
sono loro, basta e avanza!). Sanno tutto e forse anche
qualcosa in più. I margini di errore sono limitatissimi e
quindi azzeccare sul litorale sudafricano la migliore
condizione diventa relativamente facile… thanks to two
Andrea’s.
E così quel giorno… lo ricordo piacevolmente, tutto è
suonato un po’ strano:
Manna: ”Allora è confermato si va?”.
Andrea Mariotti: “… scherzi? L’ho visto e rivisto, vento e
ondoni, ho sentito Andrea (Rosati), parte tra poco per
Elands! Dice che è grosso”.
Manna: “Elands? Se è epico si può fare, tu che ne dici?”.
Andrea Mariotti: “Si andiamo, ma personalmente mi
fermerei a Paternoster, sono convinto che ci sia più
vento… e non sono sicuro che a Elands ci sia! Quindi ce
la prendiamo comoda, tanto è per strada, ci fermiamo
lì e poi magari proseguiamo verso Elands!”.
Manna: “Ok! Ti passo a prendere tra un’ora, andiamo
con la mia macchina!”.
Andrea Mariotti: “Portiamo anche Felix
(photofelixeventi.com), così facciamo anche un po’ di
scatti!”.
Ore 11:00 am. Manna: “Ciao Andrea what’s up? Siamo
pronti, ma sei sicuro di Paternoster? Non è che poi ci si
va solo per l’aragostina…” (ndr: posto famoso per
l’acquisto di aragoste a basso costo).
Andrea Mariotti: “Non ti preoccupare, oggi si raida.
Vedrai!”.
Partiamo convinti con la macchina stracarica di
materiale e deliziati dall’ultimo cd di Mario Biondi ci
godiamo questo viaggetto di 100km… final destination:
Paternoster.
89
Massimo Mannucci, in arte “Manna” a Paternoster.
PATERNOSTERQuesto piccolo villaggio di pescatori, rinomato per la
pesca e in particolare modo per le aragoste, si trova
sulla statale R27, gloriosa strada di connessione tra gli
spot superconosciuti di Sunset Beach e il dream place
di Elands Bay. Subito dopo Langebann si deve prendere
l’incrocio per Saldanha e seguire le indicazioni per
Paternoster. Lo spot si trova sulla destra del villaggio
caratterizzato da fantastiche villette di piccola taglia
sul mare, che possono anche essere affittate. Lo spot è
diviso in due parti: una lunghissima spiaggia sulla
destra, nel mezzo un piccolo ammasso di scogli e poi
un’altra piccola spiaggia sopravvento.
Arriviamo sullo spot e le condizioni di onda sono già
buone, ma di vento neanche l’ombra. Nell’arco di un
paio di ore il parcheggio si riempie di macchine,
windsurfisti di tutte le nazionalità sembrano aver
condiviso, a pieno, le scelte di Andrea. Tutti e due siamo
visibilmente preoccupati, sia per le gente che per la
condizione del vento… che non arriva, ma Andrea
continua a credere di avere interpretato al meglio il
meteo. E come per incanto una brezza interessante
comincia ad affacciarsi… i primi temerari armano vele
grosse e si gettano in acqua come proiettili. Purtroppo
il vento molto di terra nell’inside non agevola la
partenza, a meno di non aver tanti litri sotto i piedi.
Scelgo quindi di montare la mia 5m Missionx Simmer
con il Goya Quad 85lt, Andrea opta per il suo Jp Twin
84lt e la 4.7 Neil Pryde Zone… fuoco alle micce!
Scendo in acqua dalla spiaggetta sopravvento, dove il
vento è più costante e quindi facilita l’arrivo sul picco.
Dopo tanti anni di windsurf ho imparato a vedere e
analizzare da fuori la situazione, considerando: il mio
livello, le condizioni della giornata in questione e il mio
materiale. Quel giorno avevo notato che l’onda vicino
alle rocce era veramente bella, la parete oltre che
liscia e ripida teneva in maniera imbarazzante, ma non
dovevo ricadere nell’errore (fatto da quasi tutti quel
giorno) di lasciare scivolare la tavola nei Bottom Turn
senza fine per poi finire sotto vento. Dovevo aspettare
vicino alle rocce che il picco dell’onda raggiungesse il
suo massimo, tenendo la bolina, e poi giù a gas aperto
con curve strette e verticali sul pocket.
Rimango tutto il giorno a surfare sul picco davanti alle
rocce, dove le pareti sono talmente lisce che posso
sentire le pinne mordere sull’acqua. Andrea opta, nella
prima fase della giornata, a un fun totale lanciandosi in
grandi raidate e buoni Aerial, per poi finire la giornata
con riding eclatanti vicini alle rocce.
Considero questa uscita molto costruttiva, primo
perchè dopo tanti anni di Sudafrica non avevo mai ben
considerato questo meraviglioso spot; secondo, ho
potuto assaporare il relax di questo spot con onde
semplicemente perfette da surfare al massimo delle
proprie capacità senza grossi pericoli.
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Il Manna in Aerial, davanti a lui la lungabaia di sabbia di Paternoster.
Andrea Mariotti incide le onde di Paternoster.
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Il Sudafrica è considerato uno spot prettamente mure
a sinistra e la maggior parte dei turisti che vengono in
vacanza si rattristano quando il terribile South East
smette di soffiare con tutta la sua ira e il vento ruota a
Nord-Ovest. C’è invece chi impazzisce di gioia quando
queste condizioni si verificano in quanto significa che è
in arrivo una perturbazione con onde e soprattutto
potrebbe materializzarsi una delle uscite più belle, più
emozionanti e più affascinanti che il Capo vi possa
regalare. E allora scopriamo insieme come beccarla!
Per prima cosa bisogna distinguere i due spot
principali in caso di Nord-Ovest: Withsand e Platboom.
WITHSANDWithsand è il primo spot che si incontra andando verso
Scarbrough. La discesona a picco da farsi con tutta
l’attrezzatura e le bellissime dune di sabbia bianca
finissima sono le caratteristiche dello spot. Il vento di
solito è molto off-shore, più leggero che a Platboom ma
le onde normalmente sono sempre più grandi. Set di 3-
4 metri potrebbero tramutarsi in 1,5 a Platboom.
Quindi attenzione perché se il vento è forte e le onde
non sono grandissime è inutile arrivare fino a
Platboom.
Lo spot è impegnativo e a parte lo shore break iniziale
bisogna fare attenzione a non farsi tentare dalle
bellissime onde sottovento che fanno scarrocciare fino
alla scogliera. Se mai doveste essere in difficoltà la
prossima spiaggia di approdo è Misty Cliff. Anche Misty
è un buon posto per uscire ma è per super esperti e
poi non sempre l'onda rompe bene. Inoltre il livello di
pericolosità è maggiore che non a Withsand.
Le "classiche" condizioni mure a destra del Sud Africa.
Andrea Rosati in un super Aerial One Hand.
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PLATBOOMProseguendo per il Capo di Buona Speranza dopo la
baia di Scarbrough, che è ottima per fare due salti
mure a dritta, dopo essere entrati nella riserva e aver
seguito per qualche chilometro la strada principale si
arriva al mitico Platboom, troverete un cartello che
segnala la deviazione per lo spot. La probabilità di
uscire in questo spot la prima volta con le condizioni
perfette è paragonabile a un bel 5+1 al Super Enalotto!
Quindi armatevi di santa pazienza perchè sarà
ampiamente ripagata! È un posto che può regalarvi
grandissime emozioni ma anche grandi pacchi... quindi
per non sbagliare ogni volta che danno buono, bisogna
andare! In questo posto si riescono a fare degli Aerial
incredibili in quanto il vento è molto da terra è l’onda
tuba perfetta in un punto ben preciso oppure a volte vi
viene incontro creando un effetto “treno”. Per non
parlare poi della natura che vi circonda mentre sarete
lì in acqua... spesso da soli o al massimo in compagnia
di qualche buon amico.
Come fare a capire se sarà buono?
Vi spiego alcuni trucchi. Per prima cosa se a Cape
Town c’è aria da Nord-Ovest anche solo 8-10 nodi, di
sicuro nella zona del capo ce ne sono 15-20.
Possibilmente deve essere sereno altrimenti la
direzione è troppo da terra e non va bene.
Lo swell deve essere rigorosamente da Sud-Ovest, se
c’è direzione da Ovest scordatevi le onde. Anche se
danno 20 piedi. Se danno Ovest Sud-Ovest, probabilità
abbastanza alta, bisogna vedere ma le chance di
trovare onda si riducono ad un 10%.
Se lo swell è da Sud-Ovest per avere un’onda decente ci
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Platboom è perfetto per gli Aerial eAndrea Rosati ci fa vedere come si fa.
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vogliono dai 7 feet in su. Buoy Weather in questo caso
è un sito affidabilissimo. La boa da controllare è
all’angolo sinistro in basso.
Per quanto riguarda il vento la situazione è simile a
quella delle onde. Solo il Nord-Ovest va bene, in quanto
scendendo dalla montagna e incanalandosi nel canale
di sabbia arriva nella parte di spiaggia dove ci sono le
onde con intensità maggiore. Come gira di qualche
grado ci vogliono 10 nodi in più per riuscire a surfare.
Per non dire poi se ha una componente più da nord,
super off-shore e difficilissimo per passare i frangenti.
In genere è molto da Nord quando è nuvoloso o piove.
Tra i siti potete fare affidamento sia su Windfinder che
Windguru. Bastano 10-15 nodi di previsione da NW per
uscire alla grande.
Se chiamate la centralina o mandate un sms, a
differenza che col South East che ci vogliono almeno 40
nodi per uscire bene, per il NW ne bastano 15-20. Se la
direzione è da W-NW allora ce ne vogliono 25-30. Ma
nessuno potrà dirvi se da W-NW girerà a NW, quindi
provare per credere!
Vi consiglio una tavola con volume da 82-90lt e una vela
mai più grande di 5.2. Il vento è da terra e quindi una
volta che la vostra tavola voluminosa ha fatto il suo
dovere e vi ha portato via dai frangenti nel minor
tempo possibile, al ritorno la vela vi sarà solamente
d'ingombro. Non fate l’errore di uscire con tavole
troppo piccole in quanto il buco di vento nei frangenti
è micidiale ed è sempre pronto a rovinarvi l'uscita...
Diciamo che vi ho detto tutti i segreti e ricordatevi che
questo è uno spot sconosciuto a molti, soprattutto
agli stranieri e quindi cerchiamo di mantenerlo
tale...
CAPE TOWN IN PILLOLE- Quasi 10 Rand per 1 Euro, il cambio non è più così
vantaggioso come qualche anno fa. Prezzo medio per
una cena completa, 150 Rand (Primi Piatti a Table
View); 140 Rand al giorno a testa per un
appartamento (a Table View); 110 Rand al giorno per
noleggio macchina (modello Chico da Cheapy Rent a
Car).
- Gli amanti della vita notturna avranno l’imbarazzo
della scelta nei locali di Cape Town.
- 1 sola ora di fuso orario!
- Diverse compagnie aeree volano su Cape Town,
secondo noi una delle migliori soluzioni è il volo
diretto Air Berlin da Monaco, in 10 ore e senza scali
siete in Sud Africa. Acquistate su internet sul sito
www.airberlin.it la “Top Bonus Service Card”, costa
40 euro, vale 1 anno e avete 30 kg per il bagaglio e
40 kg per l’attrezzatura sportiva, e sono cumulabili,
quindi eventualmente anche fino a 70 kg per la
vostra sacca, e se avete la ragazza con soli 40 euro
in più i vostri kg a disposizione diventano 140!
- Per info e per prenotarvi la vostra vacanza su
misura a Cape Town contattate Sheree, si occuperà
di trovarvi la soluzione che desiderate per alloggio,
macchina ed escursioni varie.
Sheree Smit e-mail:
web: www.capetownguru.com; tel: +27.845543262.
Withsand in una epica giornata! Attenzione a non farsiprendere la mano e andare troppo sottovento...
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Aerial Table Top di Andrea Rosati a Withsand.
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