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Genere e cultura: tradizionalismo e innovazione nei rapporti tra i generi
Paola Maria Torrioni
Dipartimento di Culture, Politica e Società – Università degli Studi di
Torino
CULTURE, EDUCAZIONE E LIBERTÀ FEMMINILE
Pregiudizi tra sessismo e razzismo
Districare il nodo tra genere e potere
Parità imperfette
Genere e potere
Violenza degli uomini sulle donne
Etnicizzazione della violenza
Donne e Uomini tra sessismo e razzismo
Il genere è un codice che
implica reciprocità e dialettica
costante tra le sue basi.
Il maschile e il femminile si
costruiscono reciprocamente,
intrecciandosi in un ordine, in un
sistema di relazioni, conflitti e
accomodamenti reciproci , in
una “cooperazione conflittuale”
e una “orchestrazione”.
Cultura Corso di vita
Appartenenza sociale
Storia
Opportunità impari, minor potere
•In nessun paese del mondo le donne occupano la maggioranza dei posti ministeriali.
•L’Italia è al 42° posto su 191 paesi della classifica IU con il 31% di donne presenti nel Parlamento nazionale
• Nelle economie dell’UE le donne guadagnano in media circa il 16,4 % in meno degli uomini.
• In Italia circa il 7%
Tempo dedicato al lavoro domestico non pagato di lavoratori in coppia con figli, per genere e età dei figli 2002-2003 ; (durata media in ore e minuti)
Fonte: Istat, 2005
Nodo tra genere e potere: un nesso da interpretare
Genere
• Il genere, inteso come costruzione sociale situata e mutevole, performance relazionale e insieme di pratiche, offre un ’ottica critica sull’ordine simbolico e di potere strutturato in senso dicotomico, duale e asimmetrico.
Potere
• Il potere rappresenta una dimensione costitutiva dei processi e delle pratiche di produzione e riproduzione del genere
Violenza
• La violenza degli uomini contro le donne è un fenomeno che forse più di altri rende evidente la relazione tra genere e potere perché si innesta sulle asimmetrie di potere tra uomini e donne
I fatti di Colonia: nuovi scenari di vecchi repertori
• 31 dicembre 2015
• Colonia Germania
Il contesto
Centinaia di uomini riuniti in piazza quella notte hanno circondato
piccoli gruppi di donne,
rapinandole e, spesso,
assalendole sessualmente
I fatti
• La violenza degli uomini sulle donne
• Etnicizzazione della violenza sessuale
• Stereotipi sessisti e razzisti
Quali letture?
Stato
Associazioni, Enti e
servizi locali
La violenza degli uomini sulle donne
Diversi livelli di complessità
Gli attori coinvolti
Le diverse modalità
Gli effetti
Donne, Uomini e famiglie
Molestie sessuali, Stalking, violenza psicologica, violenza fisica
violenza verbale, stupro, tratta, femminicidio…
Compromissione del Benessere della donna (Lesioni fisiche, sessuali, psicologiche,
Comportamentali) della sua autonomia e del benessere
dei minori coinvolti
I luoghi
Famiglia (Violenza Domestica),
Lavoro, Altri Luoghi privati e
pubblici
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Chiavi interpretative
Prospettive sulla violenza contro le donne ● Modello psico-patologico → violenza come risultato di
problemi individuali e di disturbi patologici (Snell 1964)
● Modello “biologizzante” → violenza come elemento costitutivo
della natura maschile (Wilson 1978)
● La prospettiva dei Gender Studies → violenza motivata da questioni di genere ed inestricabilmente
legata al potere → Violenza come esercizio di potere dato per scontato da parte degli
uomini →Violenza come espressione dell’incapacità di accettare l’autonomia
femminile (Rubin 1975; Piccone-Stella e Saraceno 1996; Kimmel 2000; Leccardi 2002)
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L’ombra della violenza di genere
Esistono importanti e evidenti connessioni trasversali tra maschilità e violenza:
a) gli uomini sono i maggiori responsabili delle violenze e sono spesso conosciuti dalle vittime;
b) Si tratta di uomini che appartengono a ogni livello di istruzione e classe sociale e sono in minima parte si può parlare di persone con disagi psicologici
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L’ombra della violenza di genere
La violenza di genere è un problema che riguardala costruzione sociale delle identità e delle relazioni di genere modello che affonda le radici nella famiglia patriarcale basata su un sistema di dominio maschile e subordinazione femminile.
Fenomeno legato all’idea di antifemminilità, manifestazione diretta della volontà di dominio dell’uomo sulla donna percepita come “inferiore”, “diversa”, “pericolosa”
Fenomeno legato agli stereotipi di genere ad esempio l’idea che sia mosso da un incontenibile istinto erotico e la donna non possa che svolgere il ruolo della vittima;
Fenomeno legato anche al simbolismo violento che attraversa tutto il processo di socializzazione maschile al ruolo di genere
La violenza agita sulle donne (1)
Secondo la rilevazione Istat effettuata nel 2014 (dati pubblicati nel 2015)
Quasi 7 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale (31.5%).
• Tra queste il 42% (quasi 3 milioni di donne) ha subito violenza fisica o sessuale dal partner attuale o dall’ex-partner (Istat, 2015);
• Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici.
• Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (10%).
• Solo il 30% delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale dal partner considera la violenza subita un reato.
• Solo il 12% delle donne denuncia il partner. Le violenze subìte da altri uomini vengono denunciate di meno (6%)
La violenza agita sulle donne (2)
• Per le donne straniere il rischio di violenza fisica o sessuale nel corso della vita è simile a quello delle italiane (31,3% contro il 31,5%).
• Tuttavia, la violenza fisica è più frequente fra le prime (25,7% contro il 19,6% per le italiane), mentre la violenza sessuale è più frequente fra le seconde (16,2% delle straniere contro il 21,5% delle italiane);
• Le donne straniere, contrariamente alle italiane, subiscono soprattutto violenze (fisiche o sessuali) da partner o ex partner (20,4% contro 12,9%) e meno da altri uomini (18,2% contro 25,3%). Le donne straniere che hanno subìto violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia.
• Considerando le prime sei cittadinanze di straniere residenti in Italia, le donne che hanno subìto più violenze sono le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) (Prospetto 6). Seguono le donne marocchine (21,7%), albanesi (18,8%) e cinesi (16,4%).
• Le donne cinesi presentano, alla stregua delle italiane, una prevalenza di violenza da uomini diversi dal partner, mentre per le altre straniere sono più frequenti le violenze da partner attuale o passato.
Dati e tendenze in Italia
Donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale negli ultimi 12 mesi – Percentuali - Istat, 2006 –
Dati e tendenze in Italia
Donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale negli ultimi 12 mesi – Percentuali - Istat, 2006 –
Secondo i dati 2014: le donne separate o
divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali
in maggiore misura rispetto alle altre (51,4%
contro il 31,5% della media italiana).
Incidenze maggiori in questo gruppo si
riscontrano tra i 25 e i 44 anni, tra le più istruite
(con laurea o diploma), tra quelle che lavorano in
posizioni professionali più elevate o che sono in
cerca di occupazione.
Il profilo degli uomini maltrattanti Indagine effettuata dai Centri Antiviolenza della Regione Emilia Romagna- N: 10819 donne (2010-2014)
Indagine effettuata dal Centri Antiviolenza di Catania_N:220; Anno 2014
o Il 94% dei maltrattanti è italiano (solo il 4% proviene da un paese extraeuropeo) e ha prevalentemente un’età compresa tra i 30-39 (31%) e i 40-49 anni (28%).
o Il 12% ha tra i 19 e i 29 anni, il 13% è oltre i 60 anni.
o La maggior parte dei violenti, inoltre ha un’occupazione (il 67%). Le professioni più diffuse sono: libero professionista (15%), impiegato pubblico (18%), commerciante (14%), operaio (16%), artigiano (6%), il contadino (3%). Il 14% degli uomini violenti non ha un lavoro.
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Indagine effettuata presso Centri Antiviolenza di Torino- 2011
Frequenza Percentuale
Operaio 84 16,2
Impiegato 69 13,3
Disoccupato 66 12,8
Libero professionista 50 9,7
Pensionato 38 7,4
Artigiano 32 6,2
Imprenditore 24 4,6
Commerciante 22 4,3
Lavoratore precario 18 3,5
Dirigente 17 3,3
Sconosicuto alla donna 17 3,3
Studente 14 2,7
Insegnante 11 2,1
Forze dell'ordine 9 1,7
Mancante 46 8,9
Totale 517 100
Condizione occupazionale uomini maltrattanti (cfr. Cannito e Torrioni, 2015)
21
3. Nazionalità autore
Frequenza Percentuale
Italiana 367 84%
Straniera 69 16%
Totale 436 100
Tab. 7 Nazionalità autore
Nazionalità abusatore Totale
Straniera Italiana
Nazionalità donna
Straniera 55 50 105
Italiana 14 315 329
Totale 69 367 436
Tavola contingenza 1 Nazionalità abusatore*nazionalità donna
Dati e tendenze in Italia
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
%
Violenza fisica o sessuale Denuncia
Donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da parte del partner
Fonte: Istat, 2006
Atteggiamenti e stereotipi di genere
Fonte: Indagine IPSOS su 1000 casi rappresentativi delle popolazione italiana tra i 18 e i 65 anni
Atteggiamenti e stereotipi di genere
19% del campione è d’accordo
15% del campione è d’accordo
15% del campione è d’accordo
12% del campione è d’accordo
27% non prende posizione
17% non prende posizione
17% non prende posizione
16% non prende posizione
Il rischio di etnicizzazione della violenza
• Gli episodi di violenza sessuale commessi da uomini stranieri contro donne europee hanno ri-attivato stereotipi razzisti
• Episodi di violenza sessista, come altri, si sono trasformati in un terreno per produrre e/o consolidare percezioni razziste e sessiste, nonché per promulgare una legge che non ha niente a che vedere con il problema della violenza maschile contro le donne.
• Utile il concetto di intersezionalità (intersectionality) per indicare le diverse modalità in cui “razza” e genere interagiscono nel dare forma alle esperienze di donne e di uomini
Colonia e il rischio di etnicizzazione della violenza
• Sono stati riprodotti e rafforzati i discorsi razzisti che costruiscono gli uomini immigrati come “animali”, “selvaggi”, incapaci di contenere le proprie pulsioni sessuali, pericolosi per le “nostre” donne, trasformando il problema della violenza sessuale in un generico problema di sicurezza del territorio.
• Tali discorsi hanno rafforzato l’idea che le donne hanno bisogno di essere protette: le donne appaiono come individui intrinsecamente fragili che necessitano della protezione di altri uomini, o dell’ordine pubblico (rappresentato da uomini)
• Il fatto che questi episodi di violenza contro le donne siano stati commessi da uomini stranieri fa sì che essi non siano considerati come episodi di ordinaria violenza sessista (Delphy 2006, 28), ma come un caso specifico, particolare, di violenza la cui spiegazione è da ricercarsi nella nazionalità/cultura/religione dell’aggressore o stupratore.
Stereotipi razzisti e sessisti che riguardano donne e uomini
• Anche le donne straniere sono al crocevia di più forme di disuguaglianza, le donne immigrate, provenienti dai paesi asiatici, arabi o africani, si trovano al centro di dinamiche complesse di inclusione/esclusione, che intrecciano xenofobia, islamofobia, razzismo e anti-sessismo all'interno del quadro economico disegnato dalla globalizzazione
• Sono ben note le dinamiche di «ipersessualizzazione delle donne straniere provenienti da alcuni contesti, ad esempio America latina e Sud Africa (Toffanin, 2015)
• Le donne musulmane, in particolare, con la loro evidenza corporea oltre che simbolica, sembrano occupare un posto emblematico all’interno di narrazioni e pratiche dove la questione dei simboli religiosi è divenuta il nodo politico cruciale delle tensioni tra islam e Occidente, musulmani e culture politiche europee (Salih 2008, p. 119; Bimbi 2007; Siebert 2007).
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Un discorso che continua…..
● Il rischio di far prevalere stereotipi e pregiudizi è molto alto: gli stereotipi sono per noi come l’acqua per i pesci, ci circondano, e non li notiamo più (Foster Wallace).
● Le differenze culturali determinano differenze nelle pratiche.
● Se non sono capite, se non c’è un processo di mediazione, il rischio è il rafforzamento di rappresentazioni stereotipiche (cfr. Studi sulle pratiche educative di genitori stranieri).
Contrastare la violenza sulle donne
Programmazione e coordinamento
con altre politiche; ricerca
Politiche di contrasto
Politiche riparative
Politiche di supporto
Politiche preventive
colpevole
vittima
Prima
Dopo
Educazione
Fonte: Adattamento da Cimagalli, 2015; 131
Interventi normativi Sensibilizzazione Educazione
Azioni sanzionatorie Isolamento Risocializzazione
Centri antiviolenza Case Rifugio Servizi psicologici e sanitari Misure economiche
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Per saperne di più…..
IGANZIA BARTHOLINI, 2015, (a cura di), Violenza di genere e percorsi mediterranei, Guerini e Associati, Milano. IVANA ACOCELLA, RENATA PEPICELLI (A CURA DI), 2015, Giovani musulmane in Italia Percorsi biografici e pratiche quotidiane, Il Mulino, Bologna.
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Alcuni riferimenti bibliografici
Cannito M. e Torrioni P.M. (2015), Criticità, “buone pratiche” e interventi contro la violenza sulle donne a Torino. L'esperienza dei Centri antiviolenza e del Cerchio degli uomini, in Bartholini I. (ed.), “Violenza di genere e percorsi mediterranei. Voci, saperi, uscite”, Guerini e Associati, Milano. Leccardi C. (a cura di), “Tra i generi. Rileggendo le differenze di genere , di generazione, di orientamento sessuale”, Guerini e Associati, Milano, 2002. Magaraggia S., Cherubini D. (a cura di), “Uomini contro le donne? Le radici della violenza maschile”, UTET, Novara, 2013. Piccone-Stella S., Saraceno C. (a cura di), “Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile”, Il Mulino, Bologna, 1996. Romito P., “Un silenzio assordante. La violenza occultata su donne e minori”, Franco Angeli, Milano, 2005. Rubin G., “The traffic in Women: Notes on the 'Political Economy' of Sex”, in Reiter R. (a cura di), “Toward an Anthropology of Women”, Monthly Review Press, New York, 1975. Snell et al., The wifebeater's wife. A study of family interaction, in “Arch Gen Psychiatry”, Vol. 11, N°2, 1964, pp. 107-112. Wilson E.O., “On Human Nature”, Harvard University Press, London, 1978.