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Herbert Spencer1820 - 1903

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Opere

- Statica sociale (1850)- L’ipotesi dello sviluppo (1852)- Principi di psicologia (1855)- Il progresso, sua legge e sua causa (1857)- Primi principi (1862)- Principi di biologia (1867)- L’uomo contro lo Stato (1884)- Principi di sociologia (1896)- Principi di etica (1897)

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- Inizia la sua attività come ingegnere ferroviario a Londra.

- 1846: lascia il lavoro e si dedica, grazie a una piccola eredità, interamente agli studi (largamente autodidatta), assecondando la propria vocazione filosofica.

- Decisiva la lettura dei Principi di geologia di C. Lyell (precoce adesione a un punto di vista evoluzionistico).

- Per diversi anni scrive su l’Economist, della cui redazione fa parte.

- Anche se Spencer legge Darwin e incorpora le sue idee nella propria filosofia, inizialmente non desume la concezione evoluzionistica da Darwin. La sua teoria evoluzionistica viene sviluppata già negli anni 50, mentre l’Origine delle specie è datata 1859: prima di lui c’erano state molte altre ipotesi sull’evoluzione, che egli conosceva (es. fisiologo tedesco von Baer).

LA VITA

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L’EVOLUZIONISMO FILOSOFICO

Filosofia = «conoscenza al più alto grado di generalità» = scienza più ampia, che fonde in una visione unitaria l’insieme dei principi elaborati dai diversi rami della ricerca, i principi più vasti e generali ai quali la scienza è giunta.

Esperienza = sapere non unificato.Scienza = sapere parzialmente unificato

Filosofia = sapere completamente unificato= fusione delle conoscenza scientifiche

i vari principi si condensano nella legge generale dell’evoluzione, un processo universale che regola ogni aspetto della realtà: dai mutamenti dell’universo a quelli della società.

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I PRINCIPI DELLA SCIENZA

- Indistruttibilità della materia- Continuità del movimento- Persistenza della forza+ tutte le loro conseguenze (importante la «legge del ritmo»: ciclo presente in tutti i fenomeni alternante una fase acuta e una fase di caduta).

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LA FILOSOFIA TROVA LA LEGGE «GENERALISSIMA» DI TUTTA LA

REALTÀ

La formula sintetica che questi principi generali richiedono è una legge che implichi continua ridistribuzione della materia e della forza.

Legge dell’evoluzione:- La materia passa da uno stato di dispersione a uno stato di

integrazione (concentrazione);- La forza che ha operato la concentrazione si dissipa.

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EVOLUZIONE

«L’evoluzione è una integrazione di materia e una concomitante dissipazione di movimento durante la quale la materia passa da un’omogeneità indefinita e incoerente a una eterogeneità definita e coerente, e durante la quale il movimento conservato subisce una trasformazione parallela» («redistribuzione continua della materia e del movimento»).

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EVOLUZIONE COME CATEGORIA FILOSOFICA INTERPRETATIVA

L’evoluzionismo diviene teoria filosofica e si afferma come categoria generale di interpretazione dell’universo: una spiegazione di tutto il reale.Il modello interpretativo spenceriano ha dunque un carattere metafisico: non si collega a specifiche indagini sperimentali, ma estende il campo di applicazione dell’evoluzione ben al di là del contesto all’interno del quale questa teoria può essere convalidata o invalidata.

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3 MOMENTI COSTITUTIVI DEL PROCESSO EVOLUTIVO

1. Passaggio dal meno coerente al più coerente;

2. Passaggio dall’omogeneo all’aterogeno (dall’uniforme al multiforme);

3. Passaggio dall’indefinito al definito.

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1. DAL MENO COERENTE AL PIÙ COERENTE

Processo di integrazione della materia e di dispersione del movimento con il quale si realizza un’aggregazione di elementi: passaggio da uno stato di disgregazione a uno stato di maggiore coerenza e armonia.

Esempi: formazione del sistema solare, di un organismo, di una nazione.

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2. DALL’OMOGENEO ALL’ETEROGENEO

(DALL’UNIFORME AL MULTIFORME)Desunta dalla morfologia tedesca e, soprattutto, dalla embriologia di

von Baer.

Processo con cui quell’aggregazione si specifica e si differenzia in una molteplicità di parti nell’ambito di un sistema unitario: dall’indistinto al differenziato.

Esempi: pianeti e satelliti nel sistema solare, organi e funzioni in un organismo, divisione del lavoro città/campagna nella società.

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3. DALL’INDEFINITO AL DEFINITO

Quell’aggregato eterogeneo si costituisce come insieme ordinato, cioè come un sistema nel quale ogni componente si determina in rapporto a tutti gli altri. Il definito è il più perfetto: tutto va verso il meglio.

Esempi: sistema planetario, organismo articolato nelle sue funzioni e organi, nazione come intreccio tra classi diverse.

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NECESSITÀ E OTTIMISMO

L’evoluzione è un processo necessario: l’omogeneità (punto di partenza) è uno stato instabile, che non può durare e deve trapassare nell’eterogeneità per raggiungere l’equilibrio. Il processo evolutivo deve pertanto iniziare. Una volta iniziato deve poi continuare, perché anche le parti rimaste omogenee sono instabili e tendono all’eterogeneità.Inoltre è necessariamente migliorativo (ottimismo): la dissoluzione è sempre la premessa per un’evoluzione ulteriore.

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3 PASSAGGI… ALL’INFINITO

1. Dal semplice …

2. …al complesso…

3. … e infine all’ordine.

Il punto 3 (ordine) si configura a sua volta come uno stato di equilibrio che non dura indefinitamente, ma tende a trasformarsi in un processo di segno opposto, cioè di dispersione e dissoluzione. A sua volta questo processo si riconvertirà di nuovo in senso evolutivo. La realtà cosmica si caratterizza come un alternarsi di fasi di evoluzione e dissoluzione.

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3 LIVELLI DI FENOMENI DELL’EVOLUZIONE

1. Corpi inorganici

2. Corpi organici

3. Fenomeni super-organici = organismo sociale(azioni che corpi organici compiono gli uni sugli altri o su corpi

inorganici).

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MODELLO APPLICATO IN DIVERSI CAMPI DISCIPLINARI

1. Biologia

Esseri viventi descritti in termini di adattamento all’ambiente, cioè di reazione di un organismo alle sollecitazioni dell’ambiente (riprende teoria di Lamarck – la funzione crea l’organo – e considera la selezione naturale di Darwin solo un «aspetto secondario» della prima). Esclusione del concetto di «casualità» delle variazioni genetiche (essenziale invece in Darwin).

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MODELLO APPLICATO IN DIVERSI CAMPI DISCIPLINARI (2)

2. Psicologia

Vita della coscienza descritta in termini di adattamento all’ambiente. La psiche è collegata alle funzioni materiali dell’organismo: in evidenza la continuità tra atti psichici e attività fisiologiche (ragione e istinto). Negazione dell’esistenza di distinte «facoltà» dell’anima.Le azioni dell’organismo sono una sua risposta a stimoli ambientali e tendono, col ripetersi, a dar luogo a condotte sempre più stabili, che infine diventano «istintuali».La vita psichica nell’uomo è legata all’introspezione: capacità dell’uomo di avvertire se stesso, distinguendo soggetto e oggetto. Funzione che unifica la molteplicità delle percezioni.

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LA TEORIA DELLA SOCIETÀ

È possibile uno studio scientifico della società?Sì, ma mediante un’interpretazione razionale dei fenomeni sociali che

utilizzi anche le generalizzazioni della biologia e della psicologia.

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INDIVIDUI E SOCIETÀ

Società = composta di individui. Tutto ciò che avviene nella società è frutto di azioni combinate di individui. Tali azioni dipendono dalle leggi della natura, sono un corollario delle leggi del corpo e della mente. se dunque non si sa come l’uomo agisce e pensa non si possono conoscere le leggi della società.

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BIOLOGIA E SOCIETÀ

Applicazione del modello biologico alla società: nella società – come negli organismi – si manifesta quella legge generale di aggregazione, articolazione e determinazione del «tutto» nelle sue parti.

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SALVAGUARDIA DEGLI INDIVIDUI

Ciò non vuol dire accettare una visione «organicistica» della società, dove l’individuo sia subordinato al «tutto» anzi, necessità di difendere e salvaguardare l’individuo da interferenze e oppressione delle istituzioni statuali: «la società esiste in funzione dei suoi membri e non già i membri in funzione della società».«Le esigenze del corpo politico non sono nulla in se stesse, ma diventano qualcosa solo nella misura in cui incorporano le esigenze dei singoli individui che lo compongono». non vi è un primato della società sull’individuo, ma quello dell’individuo sulla società (vs Comte) – (cfr. teoria dei limiti dello Stato tipica del liberalismo classico, presente anche in Mill).

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PRIMATO DELL’INDIVIDUO

Il primato dell’individuo discende dal fatto che nell’organismo vivente la coscienza è concentrata in una piccola zona del corpo, nella società invece la capacità di provare gioia e dolore è presente dovunque (non vi è un «sensorio sociale»).il fine dell’organismo sociale non può essere il benessere

dell’aggregato, separato e indipendente da quello degli individui.Nell’animale il centro è costituito dall’organismo nel suo complesso e a esso vengono subordinate le parti (organi). Al contrario, nella società il centro è costituito dagli individui (organismi viventi), ed è in funzione loro che la società viene costituita.

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DALLA SOCIETÀ MILITARE ALLA SOCIETÀ INDUSTRIALE

L’evoluzione della società riproduce i caratteri generali dell’evoluzionecomporta dunque fenomeni di aggregazione.

Sviluppo della società europea: processo di unificazione su scala sempre più ampia e con crescente stabilità. Dai feudi, alle province, ai regni… tendenza alla federazione.

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DAL SEMPLICE AL COMPLESSO

Le società, sviluppandosi, divengono più articolate e complesse.

Dalla divisione della società e del lavoro legata alle differenze sessuali a forme più differenziate di divisione sociale.

Dal sostentamento a un «governo» della città.

Dai padrini-guerrieri / schiavi-lavoratori a governanti / governati.

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2 TIPI PREDOMINANTI DI SOCIETÀ CARATTERIZZANO L’EVOLUZIONE STORICA DELL’UMANITÀ

1. Società militare

- Prevalenza dell’esercito.- Dominio del potere sugli individui.- Le esigenze del singolo sono nulla e valgono solo quelle della comunità.- Virtù suprema = soggezione assoluta all’autorità.- Cittadino = quasi proprietà dello Stato.- Governo centralizzato.

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2 TIPI PREDOMINANTI DI SOCIETÀ CARATTERIZZANO L’EVOLUZIONE STORICA DELL’UMANITÀ (2)

2. Società industriale

- Società pacifica: attività fondamentale non è più la guerra.- Pace condizione fondamentale: aumenta la popolazione (non più decimata dalla guerra), la quale pone

il problema di soddisfare i bisogni e spinge verso uno sviluppo continuo dell’economia.- Gli individui affermano le loro esigenze di libertà (non più oppressi dall’ordine militare).- Indipendenza. Principi democratici. Associazioni.- «La volontà dei cittadini è il fine supremo e l’organo di governo esiste solo per eseguire la loro volontà».- Dovere fondamentale della società = difesa delle libertà individuali.- Lo Stato è limitato nella sua sfera d’azione e l’amministrazione è decentrata (vs società militare).- Allargamento della sfera d’azione individuale (oppure organizzazioni private).- Principio della cooperazione spontanea e volontaria (vs soggezione, cooperazione forzata o abbandono

passivo al corso degli eventi).

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ASPETTI NOCIVI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

- La macchina rende superflua una grande quantità di energie fisiche e intellettuali.- Le operazioni dell’operaio sono sempre più automatiche.- Le condizioni di lavoro tendono a deteriorarsi.- Libertà dell’operaio limitata: non va oltre la possibilità di decidere in

quale fabbrica intenda passare la maggior parte dei suoi giorni ogni progresso sociale richiede il sacrificio di parti della società: nella società industriale esso tocca agli operai.

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UN’ETÀ DI TRANSIZIONE

Età moderna = fase di passaggio dalla società militare, autoritaria, a quella industriale. Ancora in corso (basta guardare alla Germania di Bismarck).È convinto però che la società industriale sia destinata ad affermarsi definitivamente, con una maggiore attenzione ad abbandonare i moventi egoistici del regime industriale e sostituirli con moventi altruistici, o conciliare egoismo ed altruismo.Anche se teme i rischi di ritorno a un tipo militare di società.

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CRITICHE AL SOCIALISMO E COMUNISMO

- Riconducibili al tipo militare di società.- Dominio della comunità. «Interferenza» dei poteri dello Stato sugli

individui.- Forme di cooperazione forzata.- Rendono impossibile agli individui di svolgere la loro attività in modo

indipendente.- Distribuzione comunistica: rende uguali la vita del buono e del cattivo,

dell’ozioso e dell’operoso.- Il Comunismo non riuscirà mai a formare individui in grado di adattarsi

alla società industriale.

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POLITICA DEL LAISSER-FAIRE

Se tutto va naturalmente ed evoluzionisticamente verso il meglio non occorre intervenire per migliorare: anzi, interventi che vogliono anticipare l’evoluzione rischiano di peggiorare anziché migliorare le cose (vs Comte e J.S. Mill).Competizione economica e libertà di commercio sono le forme sociali della selezione naturale. Non si può interferire nel loro sviluppo, né ostacolare, se non si vuole guastare il meccanismo dell’evoluzione cosmica. il Darwinismo si coniugava con il Liberalismo diffusione della teoria darwiniana tra la borghesia inglese, prima ancora che Darwin la fondasse scientificamente.

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LASCIAR FARE…

Critica al riformismo democratico/socialista: pretende con le riforme di «abbreviare» il corso spontaneo della società, bruciando le tappe e favorendo il passaggio delle classi inferiori a classi più elevate (impossibile come accelerare il passaggio biologico dall’infanzia alla maturità).Lo sviluppo della società deve essere lasciato al libero svolgimento delle forze che la costituiscono, quindi anche alle lotte, ai conflitti per l’esistenza, alle guerre con cui le varietà umane «più adatte alla vita sociale» vengono a prevalere su quelle «meno adatte», anche a prezzo di drammatiche sofferenze (sofferenze «curative»).Lo sviluppo sociale dev’essere abbandonato alla forza spontanea che lo presiede e lo muove (in modo lento e graduale ma inevitabile) verso il progresso: l’intervento dello Stato nei fatti sociali non fa che disturbare od ostacolare questo sviluppo. Inoltre, ogni sogno di visionari o di utopisti ha come unico risultato quello di ritardare, o addirittura sconvolgere, il processo naturale dell’evoluzione sociale.

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SOCIAL-DARWINISMO(DARWINISMO SOCIALE)

Prospettiva filosofica che riconduce i conflitti umani e la cultura alla natura biologica dell’uomo, senza «abbreviare» il corso della storia (corso stesso dell’evoluzione), giustificando anche le guerre e le forma di sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Principio della «sopravvivenza dei più adatti», che estende alla società l’idea di una selezione naturale.Estende i concetti darwiniani di «selezione» e di «lotta per l’esistenza» dall’ambito della natura a quello della società. Dividendo i membri della società in «adatti» e «non-adatti», in «forti» e «deboli», e affermando la prerogativa naturale dei primi di dominare i secondi, il darwinismo sociale pervenne alla giustificazione ideologica delle discriminazioni razziste e classiste esistenti nel mondo umano.

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TEORIA ETICA

- Critica all’Empirismo per la sua incapacità di giustificare l’unità delle conoscenze dei sensi

- Ripresa della teoria kantiana della conoscenza: nell’individuo ci sono funzioni a priori unificanti. Ma sono a priori solo per il singolo, non per la specie (vs Kant): prodotto dell’evoluzione, patrimonio accumulato dalla specie umana con il succedersi delle generazioni e trasmesso ereditariamente.

- Coscienza = prodotto dell’evoluzione, effetto di un adattamento all’ambiente da parte della specie umana.

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UN’ETICA BIOLOGICA

L’etica biologica ha per oggetto la condotta dell’uomo, ovvero l’adattamento progressivo dell’essere umano alle sue condizioni di vita. Ciò implica non solo un prolungamento della vita, ma il progressivo raggiungimento di una sua maggiore intensità e ricchezza.Valori morali = evolvono insieme alla specie umana. Le esigenze di adattamento all’ambiente non sono solo espressione della dimensione fisico-biologica e psicologico-sociale dell’esistenza, ma anche il fondamento morale della condotta umana bene = ciò che favorisce il progressivo adattamento dell’uomo alle sue condizioni di vita. Buono è ogni atto che si rivela adatto al proprio fine: la vita più felice e piacevole è quella che si presenta nel suo complesso maggiormente adatta alle proprie condizioni.Felicità = espressione di tale adattamento. «Buona» è la condotta che favorisce lo sviluppo migliore: obblighi, doveri… sono dettati dalle esigenze di evoluzione della specie; fini morali legati alle esigenze del mantenimento e potenziamento dell’individuo e della sua prole.

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Etica biologica (2)

Bene = piacere. Scopo dell’attività umana è il piacere, segno di uno stato favorevole alla conservazione della vita.Ma Spencer non sposa completamente la tesi utilitaristica (vs Bentham e Mill):- Il movente dell’agire morale dell’uomo non è l’utilità: l’uomo singolo agisce per

dovere (obbligazione morale), sentimento nato da esperienze ripetute e accumulate attraverso il succedersi di innumerevoli generazioni (un a priori morale che in seguito a numerose esperienze morali rimane inscritto nella sua struttura organica).

- Viene meno la necessità di una coazione esterna politica, religiosa, sociale, sostituita da un sentimento di coazione puramente interiore e autonomo.

- Distingue mezzi e fini della condotta: il fine è l’affermazione della vita, che porta con sé il piacere; i mezzi per conservare la vita possono anche essere faticosi, ma devono essere usati se si vuole raggiungere il fine.

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Utilitarismo

Utilitarismo che guarda agli effetti più remoti dell’azione, ossia alle esigenze di sviluppo e miglioramento della specie attraverso l’individuo, non all’immediato tornaconto di un’azione.Comando morale = risultato dell’evoluzione, frutto di una lunghissima sedimentazione di esperienze nelle quali si è constatato come determinati tipi di condotta – volti al perseguimento di fini generali – siano risultati più utili all’individuo per conseguire uno stato di benessere di quelli immediatamente rivolti al soddisfacimento di interessi egoistici e particolari.il comando morale è a priori per l’individuo e a posteriori per la specie

(fondamento empirico) in quanto è il prodotto dell’evoluzione.

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TRA EGOISMO E ALTRUISMO

La fase finale dell’evoluzione morale non implica la prevalenza assoluta dell’altruismo a spese dell’egoismo, bensì un perfetto accordo tra queste due tendenze. Infatti, sebbene nella condizione presente, caratterizzata dal prevalere delle tendenze egoistiche e dalla feroce lotta per l’esistenza, l’altruismo assuma la forma di un «sacrificio» (dell’individuo), l’evoluzione morale farà sempre più coincidere i desideri del singolo con l’esigenza del benessere e della felicità altrui («simpatia»), e ciò provocherà un completo accordo tra altruismo ed egoismo.

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SCIENZA, RELIGIONE, INCONOSCIBILE

Esigenza di un incontro e di una conciliazione scienza-religionedelimitare con chiarezza i rispettivi ambiti ed evitare reciproche

interferenze.Contrasto = quando l’una vuole intervenire in campi che sono di pertinenza dell’altra.

Inoltre, religione e scienza sono conciliabili in quanto entrambe affondano le loro radici nella dimensione del mistero.

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RELIGIONE E MISTERO

Religione = concezione del mondo, teoria dell’universo, risponde all’esigenza di chiarire il mistero della realtà, di comprendere l’essenza della realtà e dare delle risposte particolari (che variano di volta in volta) nei diversi contesti e nelle diverse epoche.Risposte non accettabili dalla scienza: con esse la religione intende descrivere positivamente, in modo determinato, ciò che invece è indecifrabile e che non può essere spiegato. Contraddizione della religione: affermare l’esistenza di una «causalità assoluta». Una causa, se è causa di un effetto, non può essere «assoluta», mentre se è assoluta non può ridursi a «causa».Ma se sono errate le risposte che la religione dà, ciò non vuol dire che le domande siano errate. Anche se la religione fallisce perché si esprime attraverso credenze non-logicamente difendibili, tuttavia attraverso il suo sviluppo il mistero viene sempre riconosciuto come tale. Essenza della religione = convincimento che la forza che si manifesta nell’universo è completamente imperscrutabile.

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ANCHE LA SCIENZA HA ENIGMI IMPENETRABILI

Che il mondo sia un mistero è una conclusione a cui la stessa scienza deve arrivare questo per il limite del «relativo» proprio della scienza (cfr. Hamilton e Mansel).Scienza = processi di conoscenza relativi, cioè generalizzazioni dell’esperienza che si realizzano inserendo, di volta in volta, verità specifiche in orizzonti di verità più ampi e generali, fino a giungere alla «verità più generale» che non può essere ulteriormente spiegata (inspiegabile) «essenza ultima» della realtà naturale e umana è dunque inspiegabile (es. essenza di tempo, spazio, materia, forza, coscienza…) le idee scientifiche ultime sono tutte rappresentative di realtà che non possono essere comprese, destinate a rimanere un vero e proprio mistero.La scienza ci permette di conoscere qualcosa che è il manifestarsi di una realtà che in sé, nella sua essenza ultima, resta inconoscibile (fenomeni vs «causa» profonda da cui i fenomeni vengono determinati, «noumeno») anche se presupposta, la causa ultima resta sconosciuta («realismo trasfigurato»).

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SCIENZA, UOMO E MISTERO

Risalendo continuamente da ciò che è condizionato a ciò che lo condiziona (causa), la scienza giunge ad avvertire l’incondizionato, l’assoluto, come qualcosa che è, allo stesso tempo, esistente e inconoscibile.

Assoluto, Incondizionato, Infinito è inconcepibile per l’uomo, data la relatività della sua conoscenza, ma è ugualmente qualcosa di misterioso che si manifesta in tutti i fenomeni naturali e la cui azione è sentita dall’uomo positivamente.

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L’ «INSPIEGABILE» CHE UNISCESCIENZA E RELIGIONE

Conciliazione scienza/religione: la religione afferma l’assoluto come mistero e richiama l’uomo ad esso, la scienza estende sempre più gli orizzonti della conoscenza verso quel limite e comprende, al tempo stesso, che le sue spiegazioni hanno sempre un carattere relativo. rapporto di complementarietà tra conosciuto e inconoscibile: il riconoscimento di questa forza imperscrutabile è il limite comune che concilia e rende solidali scienza e religione.