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CHELLA PIETROFORTE E TULLIO BONOMETTI Diario del CAMMINO DELLA VIA FRANCIGENA DEL SUD 1

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CHELLA PIETROFORTE E TULLIO BONOMETTI Diario del

CAMMINO DELLAVIA FRANCIGENA

DEL SUD

Sito archeologico di Norba

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2-14 luglio 2017

1 dom 2/7 Castel Gandolfo

2 lun 3/7 Velletri

3 mar 4/7 Cori

4 mer 5/7 Sezze

5 gio 6/7 Abbazia Fossanova

6 ven 7/7 Terracina

7 sab 8/7 Fondi

8 dom 9/7 Formia

9 lun 10/7 Sessa Aurunca

10 mar 11/7 Santa Maria Capua Vetere

11 mer 12/7 Montesarchio

12 gio 13/7 Benevento

13 ven 14/7 Napoli

14 sab 15/7 Ghedi

DOMENICA 2 LUGLIO

GHEDI ROMA CASTELGANDOLFO

Partenza da Brescia alle 7,27 con il treno Italo ed arrivo a Roma Tiburtina alle 11,13.

Alle 12,15 siamo in Piazza San Pietro, il Papa ha appena impartito la benedizione Urbi et Orbi; per entrare nella piazza, dobbiamo aspettare che escano quelli che erano all’interno per sentire il Papa.

La giornata è molto bella e fa molto caldo.

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Con metropolitana ed autobus andiamo alla porta di San Sebastiano e da lì a piedi iniziamo il nostro cammino della via Francigena del Sud. Percorrendo lo spettacolare tratto della Via Appia Antica con i basoli dell’antica Regina Viarum.

Passiamo davanti alla chiesetta Quo vadis, che ricorda l’episodio della tentata fuga di San Pietro da Roma. All’interno vi è un gruppo di Polacchi per una cerimonia religiosa; polacco era l’autore del famoso libro Quo Vadis ed il busto di Henryk Sienkiewicz è presente all’interno della Chiesa.

Passiamo vicino alle catacombe di San Callisto e di San Sebastiano e non lontano dalle Fosse Ardeatine.

Camminiamo a lungo in questo luogo incantevole sentendoci un po’ come antichi Romani; arriviamo all’altezza di via Agrippa Attico, è già tardi, con autobus, metropolitane e corriere arriviamo a Castelgandolfo.

Saliamo nella piazza centrale della cittadina dominata dall’imponente Palazzo del Papa. Via della Repubblica è pieni di ristoranti e gelaterie con tavolini all’aperto; il panorama sul lago di Albano è magnifico

Ceniamo e pernottiamo presso l’Istituzione Nostra, il convento delle suore Auline, un posto sereno fuori dal mondo, a poco più di un chilometro dal centro.

LUNEDI’ 3 LUGLIO

CASTELGANDOLFO VELLETRI

Sveglia alle 6,00 e partenza alle 6,40.3

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La tappa inizia dalla piazza principale di Castelgandolfo, si percorre Via della Repubblica e dopo qualche chilometro su strada asfaltata con un po’ di traffico, prendiamo un largo e stupendo sentiero che percorre a mezza costa il cratere ombroso del lago di Albano, il percorso è ben segnalato e ci sono anche le indicazione dei tempi per raggiungere le varie località.

Arriviamo nella cittadina di Nemi, famosa per la produzione delle fragole; se ne vedono e vendono di tutti i tipi e dappertutto.

Qualche chilometro dopo Nemi, all’altezza del cimitero, svoltiamo in una mulattiera che attraversa il bosco e ci porta a Velletri. Passa proprio davanti alla casa di Claudio e Lidia, due camperisti conosciuti una ventina di anni fa durante le nostre vacanze al lido Checca, sul Mare Ionio, in provincia di Taranto.

Ci fermiamo a salutarli e proseguiamo il nostro cammino per il centro di Velletri, dove pernottiamo presso il centro Don Orione, utilizzato al giorno d’oggi come seminario.

La sera siamo invitati da Lidia e Claudio per una grigliata sotto il loro porticato. Quando Claudio canta accompagnato dalla pianola, riviviamo i vecchi tempi; è un piacere per tutti rivederci dopo tanti anni e ricordare le belle esperienze fatte insieme.

Velletri con i suoi 70.000 abitanti è una cittadina vivace con un bel centro storico ed un ampio Municipio; la chiesa più famosa è quella del Trivio con un grande campanile.

MARTEDI’ 4 LUGLIO

VELLETRI GIULIANELLO CORI4

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Sveglia alle 5,30 e partenza alle 6,10.

Lasciamo il seminario ed andiamo nel centro della città. Il navigatore non funziona, ma riusciamo a trovare ugualmente l’uscita dalla città, che corrisponde alla via del Ponte della Regina.

Alle 7,10 non sapendo bene il percorso da prendere chiamiamo l’amico Gaetano perché ci dia qualche indicazione per far funzionare Orux, il nostro programma di navigazione. E’ importante leggere le tracce del nostro cammino anche perché la tappa di oggi è un po’ complicata.

Difatti dopo la fine della lunga strada asfaltata, attraverso un sentiero, entriamo in una grande area aperta. Dopo un chilometro non troviamo più alcuna traccia ed a malincuore torniamo indietro. Un agricoltore ci dà un breve passaggio e ci fa trovare una mulattiera che ci porterà al lago di Giulianello circondato da basse colline verdeggianti.

Perdiamo il sentiero indicato dalla traccia Gpx, ma seguendo il navigatore continuiamo il nostro cammino per la frazione di Giulianello.

Per tre chilometri dobbiamo percorrere la strada provinciale che si dimostra un po’ pericolosa perché è stretta e vi passano parecchi camion ad una velocità sostenuta.

Il sole è troppo forte, ci sono 33 gradi, dopo una bella bevuta alla fontana di Giulianello, con un passaggio arriviamo a Cori; passando per le scalette ed i vicoletti del centro storico andiamo al BB Pinturicchio, che avevamo prenotato. L’esterno del BB è di altri tempi, ma l’interno è ben ristrutturato ed offre anche l’uso della cucina che noi utilizziamo per la nostra cenetta.

Fa molto caldo, ma dopo un buon riposino ce ne andiamo per la bella cittadina di Cori, importante già al tempo dei Romani e nel Medio Evo.

Ci colpiscono le mura megalitiche e la chiesa un po’ diroccata di Sant’Oliva con un piazzale antistante che domina un ampio panorama.

La viabilità in macchina nella parte alta di Cori è difficoltosa, nella parte bassa invece Cori è ben percorribile e piena di vita.

MERCOLEDI’ 5 LUGLIO

CORI SERMONETA SEZZE

Sveglia alle 5,00 e partenza alle 5,40.

Fa un po’ freschino ed iniziamo una interminabile salita lungo la strada provinciale per Norma, bella, larga e poco frequentata.

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Troviamo sempre un cartello con l’indicazione di pericolo per l’attraversamento dei pedoni dovuto alla presenza di pellegrini e viandanti sulla Via Francigena. Non incontriamo nessun pellegrino, ma tra le 7 e le 8 ogni tanto qualcuno parcheggia la macchina e si mette a camminare.

Verso le 9,00 con una piccola deviazione visitiamo i resti dell’antica città romana di Norba, posta su un’altura, vi sono un bell’arco romano all’ingresso, mura megalitiche ed il lastricato di una strada con le fondamenta di una casa.

Dopo l’attraversamento della cittadina di Norma, scendiamo per una vecchia mulattiera, che spesso si trasforma in un sentiero; siamo completamente fuori dal mondo, ma siamo in due e ci facciamo coraggio, seguiamo i segnali gialli posti sui muretti, che qualche volta non seguono l’itinerario ufficiale dato dalle tracce gpx.

Ritorniamo sulla strada provinciale e quindi raggiungiamo l’Abbazia di Valvisciolo, restaurata nel 12° secolo dai Templari e nel 14° secolo dai monaci cistercensi.

La bella chiesa presenta una facciata semplice con un portale sormontato da un grande rosone e da un piccolo occhio; le navate e le pareti sono essenziali e senza addobbi secondo i parametri cistercensi.

Verso le 11 incominciamo la salita a Sermoneta; grondiamo di sudore e cerchiamo di camminare sotto la poca ombra degli alberi, che troviamo a volte sulla destra ed a volte sulla sinistra.

Sermoneta è un borgo stupendo e trasuda di Medioevo; è circondato da mura possenti e dominato dal castello Caetani, risalente al 12° secolo e trasformato in una fortezza nei primi anni del ‘500.

Dobbiamo proteggerci dal caldo ed andiamo nel giardino degli Aranci, dove vi sono l’ombra ed una fontanina e si può riposare bene.

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Immersi in una calura di 38 gradi all’ombra, con un passaggio arriviamo alla stazione di Latina scalo e da qui prendiamo il treno per Sezze Romano, dove dalla stazione una navetta ci porta nel centro storico che si trova 300 metri più in alto

Sezze è una grande cittadina e noi dobbiamo camminare per un chilometro e mezzo per trovare il nostro BB Salvi, posto sulla via Francigena.

E’ una bella casa con un grande porticato dove la sera consumiamo una cenetta romantica con la vista sulla pianura pontina e sul mare, che è ad una trentina di chilometri.

GIOVEDI’ 5 LUGLIO

SEZZE PRIVERNO ABBAZIA DI FOSSANOVA

Sveglia alle 4,00 e partenza alle 4,40.

C’è ancora buio, la strada è piena di segnavia gialli e rossi della Via Francigena, ma dopo 500 metri dal BB Salvi, c’è un cancello un po’ raffazzonato, che ci sbarra la strada.

Non sappiamo che fare, non c’è nessuno a cui chiedere, decidiamo di aprirci un varco nel cancello e proseguire, il cammino è un po’ impervio, ci sono altri cancelli che ci sbarrano ancora il cammino, ma continuiamo e troviamo sempre le indicazioni gialle; siamo fuori dall’itinerario ufficiale, ma su quello indicato dal gruppo dei 12, un gruppo che vuole evitare che la Francigena del Sud passi sulle strade asfaltate.

Alle 8,00 siamo nella Piazza di Priverno, carica di storia. Attraverso via del Crocifisso scendiamo lungo l’Amaseno con un sole, che già si fa sentire; verso le 11 intravediamo l’abbazia di Fossanova.

Il complesso dell’Abbazia è molto ampio. Al centro vi è la chiesa fondata nell’11° secolo dai Benedettini, lo spazio interno non ha decorazioni secondo il rigore monastico dell’ordine. Il chiostro è rettangolare e nel refettorio vi è un pulpito, dal quale un frate durante i pasti leggeva a turno dei passi del vangelo.

Fa molto caldo e non ci sentiamo di proseguire sotto il solleone per 4 chilometri e per una metà non ben individuata; chiediamo ai gestori della locanda I locandieri del gusto se ci possono venire a prendere.

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La nostra cameretta è proprio minuscola ed il bagno è meno comodo di quello del camper; siamo lontani da qualsiasi centro, per cui ci fermiamo a cena nello stesso locale con un buon piatto di pastasciutta all’amatriciana.

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VENERDI’ 7 LUGLIO

ABBAZIA DI FOSSANOVA TERRACINA

Sveglia alle 4,30 e partenza alle 5,20.

E’ forse la tappa più facile del nostro cammino, partiamo avvantaggiati perché siamo avanti di tre chilometri e mezzo, per cui ci rimangono da percorrere solo 17 chilometri tutti pianeggianti.

La prima parte costeggia il fiume Amaseno, mentre la seconda segue la ferrovia che da Terracina arrivava alla stazione di Fossanova-Priverno e che è stata chiusa qualche anno fa.

Con facilità raggiungiamo Terracina che si presenta come una bella località di mare. Il borgo antico di origine romana ed ampliato durante il Medio Evo si trova su un’altura e conserva una piazza spettacolare con enormi resti romani, tra cui il Foro Emiliano, attraverso il quale passava la via Appia, della quale si vedono ancora molti resti.

Non abbiamo prenotato e ci è difficile trovare un posto in cui dormire, anche perché alle chiamate i BB normalmente non rispondono subito. Dopo quasi due ore o più di ricerca, alloggiamo proprio nel centro storico.

Il pomeriggio, dopo aver dato un’occhiata alle spiagge affollate dai bagnanti, con l’autobus andiamo a visitare la grotta di Tiberio qualche chilometro dopo la cittadina di Sperlonga.

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E’ un luogo spettacolare, è un antro che era stato adattato dall’imperatore Tiberio a salone per passare le sue vacanze. E’ famoso l’episodio avvenuto nel 26 dopo Cristo del crollo di una parte dell’antro con 8 morti. Il luogo era abbellito da piscine e statue, tra cui quella dell’accecamento di Polifemo ristrutturata e posta nel vicino museo Archeologico.

La cena nel centro di Terracina è tutta a base di pesce ed è molto buona perché il pesce è fresco.

SABATO 8 LUGLIO

TERRACINA MONTE SAN BIAGIO SAN MAGNO

Sveglia alle 4,00 e partenza alle 4,50.

Ripassiamo dalla stupenda piazza e con una strada asfaltata saliamo in direzione del tempio di Giove Anxur; non vi sono incertezze sulla prima parte del cammino che per 6 chilometri è sempre su strada asfaltata o su larghe mulattiere. Spesso camminiamo sui basoli dell’Antica Via Appia e con la fantasia ritorniamo al tempo dei Romani.

Come segnalato dalla guida, arriviamo ad un cancello abusivo, ma ci è abbastanza facile individuare la continuazione del cammino, che qui diventa una tipica escursione di montagna.

Dopo tre quarti d’ora troviamo una casa e seguiamo i segnali gialli, il sentiero diventa più impervio ed arrivati nella parte più alta si deve attraversare un boschetto, senza tracce di sentiero, ma solo con qualche segnavia giallo sparuto e difficile da individuare.

Nella discesa finale verso la statale Appia, quando ormai tutto dovrebbe essere molto più facile, ci troviamo in difficoltà perché la vegetazione troppo folta invade il sentiero e le ragnatele ci avvolgono il volto ed i capelli.

Continuando con molta pazienza, senza mai perdere la fiducia in noi stessi, con parecchi graffi su braccia e gambe, riusciamo ad arrivare ad una mulattiera che ci porta sulla via Appia.

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Dopo un chilometro prendiamo delle stradine secondarie ed arriviamo a Monte San Biagio; ci rinfreschiamo con la bevuta di acqua fresca e frizzante, proseguiamo quindi per il Monastero di San Magno, dove termina la tappa perché qui si può trovare una autentica sistemazione pellegrina.

Quella di San Magno è proprio una esperienza eccezionale; la regione Lazio ha ristrutturato in modo eccellente l’antichissima abbazia in decadenza e l’ha data in comodato d’uso al vescovo di Gaeta, il quale in un primo tempo l’ha affidata a dei frati Olivetani, ma quando questi se ne sono andati, l’ha affidata a don Roberto, nominandolo anche parroco di San Magno.

Don Roberto è il responsabile del gruppo Fraternità che ha reso il monastero una entità molto viva: chiunque sente il bisogno, può fermarsi per un consiglio, per un incontro per una ricarica di energia

per poi ritornare alla normale vita di tutti i giorni.

Nel monastero si tengono corsi ed attività; don Francesco è anche un artista e ha abbellito il monastero di numerose opere d’arte povera in sintonia con le finalità del gruppo Fraternità

Siamo ospiti per il pranzo alle 13,15 ed alle 20,30 per la cena insieme ai volontari, che qui prestano il loro tempo e la loro opera; chiacchieriamo con don Roberto, che ci affascina per le sue idee e per le modalità di porsi.

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Il gruppo della Fraternità è composto da molti collaboratori che provvedono sia alla preparazione dei pasti che alla gestione dei locali e delle attività.

Qui arriva Fabrizio, un viandante che viene da Roma e percorrerà la Francigena del Sud da Fossanova fino a Sessa Aurunca.

Il contatto con l’esperienza del monastero, simbolo di voglia di vivere e di amore verso gli altri, rimane certamente indimenticabile dentro di noi.

DOMENICA 9 LUGLIO

SAN MAGNO FONDI FORMIA

Sveglia alle 4,00 e partenza alle 4,50.

Lasciamo il monastero di San Magno portandoci in cuore una meravigliosa esperienza.

E’ ancora buio, ma con il fresco del mattino si può procedere bene ed a passo veloce e non sembra nemmeno di avere gli zaini pesanti sulle spalle.

La cittadina di Fondi è estesa ed occorre parecchio tempo per attraversarla tutta. Al suo interno passava la via Appia, di cui troviamo vari pezzi con il basolato ancora ben tenuto.

Dopo una quindicina di chilometri arriviamo alle Gole di Sant’Andrea, la parte più spettacolare di tutto il cammino da Roma a Brindisi. La via Appia Antica è ben conservata per alcuni chilometri, è larga 4,2 metri e presenta ancora un marciapiede ai suoi lati.

A metà percorso si trova il forte di Sant’Andrea sorto sui ruderi di un tempio dedicato ad Apollo.

Qui avvenne lo scontro tra l’esercito napoleonico e il brigante fra Diavolo, che impedì la penetrazione dell’esercito napoleonico nel napoletano.

Seguiamo per qualche chilometro la strada statale fino ad Itri dove c’è un museo del brigantaggio.

Ci sono ancora parecchi chilometri per la nostra meta, il caldo si fa sentire, ma con un passaggio arriviamo a Formia lungo la via Appia al villaggio San Giovanni Bosco, la cui parrocchia è tenuta da don Mariano.

Aspettiamo molto tempo che don Mariano, liberatosi dalle funzioni domenicali, ci offra un posto per dormire. Questo è ubicato sopra la moderna chiesa, è ampio e luminoso, ma molto impolverato e spartano, per un momento pensiamo di cercare altrove, ma poi mentre io mi riposo un po’, Chella pulisce per bene la nostra camera ed i bagni che diventano confortevoli.

Visitiamo il centro di Formia con vari resti romani, la città è legata alla memoria della morte di Cicerone.

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Dopo una cena a base di lasagne e di pesce ci addormentiamo alle 9,30; sul davanzale della nostra finestra dorme una coppia di piccioni, l’uno accanto all’altra.

LUNEDI’ 10 LUGLIO

FORMIA SESSA AURUNCA

Sveglia alle 4,00 e partenza alle 4,50.

Consumiamo la colazione nella nostra camera; a Formia l’acquedotto viene chiuso dalle 22 alle 6 e noi, sapendolo, ieri sera ci eravamo riforniti di acqua per poterci lavare il mattino.

Percorriamo 15 chilometri quasi sempre sui marciapiedi della via Appia, abitata prima dalla periferia della città di Formia e poi da Scauri, una grande frazione sul mare, della città di Minturno.

Arriviamo ai resti dell’acquedotto romano e poi alle rovine della città romana di Minturnae, in buono stato di conservazione.

Raggiungiamo poco dopo il fiume Garigliano, dove su un moderno ponte passa il traffico tra il Lazio e la Campania.

Vicino c’è il ponte borbonico costruito nel 1836, dove potevano passare comodamente i carri.

Non possiamo più continuare il cammino perché fa molto caldo; all’ombra di un albero, aspettiamo parecchio tempo l’autobus per andare a Sessa Aurunca, una cittadina posta sul cocuzzolo di una collina, sede vescovile e ricca di storia.

Siamo alloggiati nel centro del quartiere medievale in una locanda che ha anche un ristorante.

Dopo un buon riposo visitiamo la cittadina: la cattedrale del 12° secolo, il castello e tutto il quartiere medievale.

La sera ceniamo all’aperto perché il locandiere ha preparato vari tavoli lungo la stradina che dà sulla via principale.

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MARTEDI’ 11 LUGLIO

SESSA AURUNCA NOCELLETTO CASERTA SANTA MARIA CAPUA VETERE

Sveglia alle 4,00 e partenza alle 4,50.

E’ buio, ma in città si riesce a vedere ed a camminare. In Campania non vediamo più i segnavia, per cui ci dobbiamo basare sulle indicazione del libro e soprattutto sul nostro navigatore.

Si tratta di strade asfaltate e con facilità raggiungiamo prima la cittadina di Scarano e dopo vari chilometri Caranola e quindi Nocelletto, la meta del nostro cammino a piedi di oggi.

Con facilità prendiamo un autobus e così possiamo raggiungere Caserta e vedere piazza Dante, il Corso e la piazza Vanvitelli. Non abbiamo il tempo per visitare la Reggia che vedremo domani.

Prendiamo l’autobus per Santa Maria Capua Vetere, le due città di fatto sono un’unica conurbazione e noi ci fermiamo proprio davanti all’anfiteatro romano che andiamo a visitare. Nell’antichità Capua era la seconda città dopo Roma e se ne possono vedere i resti importanti; vi sono anche un arco romano ed un museo archeologico pieno di reperti.

La sera andiamo a mangiare una pizza presso il ristorante U portone, proprio vicino all’Anfiteatro, l’ambiente è carino, ma la pizza non è di grande qualità ed anche un po’ bruciacchiata.

MERCOLEDI’ 12 LUGLIO

SANTA MARIA CAPUA VETERE CASERTA MONTESARCHIO

Sveglia alle 6,30 e partenza alle 7,30.

Utilizziamo l’autobus per andare a visitare la città di Caserta e soprattutto la stupenda Reggia.

La zona è densamente abitata, c’è un po’ di caos intorno alla stazione ferroviaria e ci sono molti extracomunitari di colore agli angoli delle strade.

E’ molto difficile avere informazioni sugli autobus che da Caserta vanno a Benevento, la linea EAV è stata acquisita dalla ditta AIR, ma nessuno ha le informazioni sugli orari degli autobus. Finalmente dopo una quarantina di contatti, telefonate e visite di siti internet, abbiamo la giusta informazione: il nostro autobus per Montesarchio partirà alle 16,30. Possiamo finalmente andare a visitare la Reggia.

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Facciamo prima la passeggiata lungo il bellissimo parco che sale dolcemente per due chilometri e mezzo; per chi non se la sentisse di camminare c’è una navetta che assicura l’andata ed il ritorno. Il parco è immenso ed esprime un perfetto connubio tra magnificenza e contesto naturale; gli spazi verdi si suddividono in due aree, una ispirata alla tradizione italiana del giardino rinascimentale ed una caratterizzata da fitti boschi, più vicina al modello del giardino inglese.

Il parco è dominato da una sorgente nella parte più alta, l’acqua scendendo forma molte vasche, poste in una scena prospettica ed arricchita da molti gruppi marmorei con sculture che richiamano la mitologia classica greca e romana. Fa caldo, ma senza zaino in spalle si procede molto bene.

Saliamo quindi agli appartamenti reali introdotti da una scala monumentale in marmo tra le più maestose del mondo. Il palazzo in stile barocco, progettato dal Vanvitelli, è un grandioso complesso riccamente decorato in ogni suo spazio interno.

Dopo la visita alla reggia con un autobus andiamo a Caserta Vecchia, che si trova su un cocuzzolo completamente fuori della città; è un borgo medievale molto suggestivo e fuori dal tempo, che si riempie di gente durante le sagre e le varie manifestazioni. Di fatto Caserta Vecchia è lontana perché la nuova città è sorta tutta intorno alla nuova reggia costruita nella seconda metà del settecento.

Con l’autobus arriviamo a Montesarchio, una cittadina dominata da un castello che ospita un museo archeologico.

Alloggiamo presso l’hotel Castello e nel tardo pomeriggio prima della cena saliamo per un erto sentiero al castello.

In lontananza si vedono i fumi degli incendi che sono scoppiati qua e là sulle montagne e ci danno qualche preoccupazione per il nostro ultimo giorno di cammino di domani da Montesarchio a Benevento.

GIOVEDI’ 13 LUGLIO

MONTESARCHIO BENEVENTO

Sveglia alle 4,00 e partenza alle 4,50.

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Siamo ormai abituati al fresco del mattino; camminiamo proprio velocemente e prendiamo una strada asfaltata che sale ad Ampollosa; la via Appia sarebbe più diretta, ma è molto trafficata.

Al Santuario vicino al monte Mauro due cani abbastanza grossi si avvicinano a noi e continuano a camminare con noi ed a farci compagnia per uno, due, tre , quattro, dieci, quindici chilometri. Pensiamo che smetteranno di seguirci quando saremo sulla statale Appaia molto trafficata e pericolosa.

Continuano invece imperterriti a seguirci come cari amici sia sulla statale che quando prendiamo una deviazione secondaria per raggiungere Benevento attraversando il ponte Leproso.

Anche nella città di Benevento in mezzo al traffico ci seguono; i passanti credono che noi siamo i loro padroni, ma noi diciamo che non sono i nostri, rassicurando che sono molto buoni e che sono alla ricerca di un padrone e chiediamo se vogliono adottarli, ma nessuno accetta.

I cani sono costretti a lasciarci quando chiudiamo il portone del nostro BB; ci sentiamo un po’ a disagio perché i nostri due cani si sarebbero meritati un gesto di affetto da parte nostra, che però non era possibile.

Siamo vicini a Pietrelcina e decidiamo di prendere un autobus e di andare a visitare per la terza volta il paese natale di Padre Pio; il caldo è fortissimo e, quando l’autobus con l’aria condizionata si ferma, noi dobbiamo camminare per raggiungere il centro.

Le strade sembrano un forno, in giro non c’è un’anima viva, entriamo nella chiesa dei Cappuccini, siamo soli, ci sediamo, fa ancora caldo, mi sdraio a riposare sul pavimento che è più fresco, poi visitiamo il museo attiguo alla chiesa. Rincuorati dal fresco di questi ambienti, prendiamo coraggio ed andiamo a visitare il quartiere vecchio di Pietrelcina, dove vi è la casa natale di Padre Pio.

Il paese nel 2.000, anno del Giubileo, è stato radicalmente cambiato e non sembra più quel paesino povero di una volta, le strade sono state lastricate, quasi tutte le casette ristrutturate e negozi e ristoranti sono sorti in ogni angolo.

Ritornati a Benevento, ci dedichiamo alla visita del centro della città, racchiuso dalle antiche mura; la cosa più bella è l’arco di Traiano, da cui partiva la via Traiana, una variante della via Appia, voluta dall’imperatore Traiano nel 114 d.C. per abbreviare il percorso tra Benevento e Brindisi

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Visitiamo la Cattedrale, il teatro Romano del 2° secolo a. C. e la chiesa di Santa Sofia, considerata una delle migliori espressioni di arte sacra romanica del centro Italia.

La sera ceniamo nel ristorante con un ottimo piatto di pasta con cozze e provolone fuso.

VENERDI’ 13 e SABATO 14 LUGLIO

BENEVENTO NAPOLI BRESCIA GHEDI

Sveglia alle 6,00 e partenza alle 7,30.

Viaggiando in corriera da Benevento a Napoli si nota che tutta la zona è densamente abitata.

Arriviamo a Napoli in piazza Garibaldi vicino alla stazione centrale, dove vi è anche il terminal delle corriere extraurbane.

Depositiamo i nostri bagagli e ce ne andiamo a spasso per la città gustando il suo carattere artistico e popolare. Partiamo dalla centrale Piazza Dante e ci inoltriamo nei vicoli andando nella piazza del Gesù ed alla cappella di Sansevero, dove è custodito il Cristo velato.

Facciamo poi la passeggiata nei quartieri spagnoli e ci fermiamo a mangiare nel caratteristico ristorante Nennella, dove spesso si fa una bella coda per prendere il posto a tavola. Il personale ha un modo di fare simpatico e popolaresco, il cibo è fresco e molto buono ed i prezzi stracciati.

Andiamo nella piazza del Plebiscito, dove ci sono gli Appartamenti Reali, quindi facendo una passeggiata lungo il mare, andiamo al Castel dell’Ovo, al Castelnovo, conosciuto anche come Castello Maschio Angioino ed alla galleria Umberto.

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Con la ditta delle corriere Marino, partendo alle 18,45, via Cerignola e Bologna, arriviamo a Brescia alla 6,50 del mattino.

Siamo stati molto soddisfatti di questo cammino, che in una stagione intermedia sarebbe stato una esperienza tranquilla, ma fatto nel mese di luglio e per di più con il caldo eccezionale di quest’anno, è stato un’impresa, in cui il nemico maggiore è stato il sole.

Siamo sempre stati bene ed abbiamo, con capacità e lungimiranza, affrontato e risolto situazioni che sarebbero potute diventare difficili.

Siamo davvero una grande coppia!

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