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Hudson Taylor

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Hudson

TaylorJ. Hudson Taylor

ADI-Media

IMPAGINATO TAYLOR_xp9_IMPAGINATO TAYLOR 17/12/13 17:22 Pagina 3

Titolo originale:“Hudson Taylor”James Hudson TaylorBethany House PublishersA Division of Bethany Fellowship, Inc.6820 Auto Club Road, Minneapolis, Minnesota 55438

Edizione italiana:Hudson Taylor“Assemblee di Dio in Italia”Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349Legge 22.11.1988 n.517

© Servizio Pubblicazioni ADI-MediaVia Prenestina, 639 - 00155 RomaTel. 06/22.51.825 - Fax 06/22.51.432

1996 - Tutti i Diritti Riservati

Traduzione: Fulvio Marchesi TarabellaLiberamente adattato dal testo originale

Stampa: Piccole Arti Grafiche - ROMA

ISBN 88-86085-15-X

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Prefazione

HHudson Taylor raggiunse la patria celeste all’alba delpresente secolo e questo libro rappresenta il suo uni-

co scritto autobiografico. In esso traspare tutto il calore e lapotenza di una vita spesa al servizio di Dio. Ci viene rac-contata la storia della sua conversione, della sua giovinezzae delle sue prime esperienze come missionario in Cina. Il li-bro si conclude con quello che è risultato il culmine della vi-ta missionaria di Taylor: la fondazione della Missione per laCina Interna.Hudson Taylor trova senz’altro la sua collocazione negli

annali della storia delle missioni per la sua vita interamentededicata alla proclamazione dell’Evangelo a diversi milionidi cinesi nelle parti più interne del grande impero della Cina.Pochi uomini sono stati strumenti così efficaci nelle mani

di Dio per annunciare la Buona Notizia della salvezza inCristo Gesù ad una tale vasta popolazione; il risultato è sta-to quello di vedere numerose comunità di credenti sorgere e

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crescere per l’opera gloriosa del Signore, attraverso il mini-sterio di questo Suo servitore.La storia di Hudson Taylor spinge a chiederci: “Ma che

genere di uomo era?”. Molti libri sono stati scritti a suo ri-guardo da autori cristiani, ma in questo, nella sua formasemplice, scopriamo l’essenza dello spirito e del carattere diH. Taylor. Non è difficile capire che egli era un uomo di pre-ghiera, di fede e d’azione. Il suo ardente desiderio di asso-migliare sempre di più a Cristo è la caratteristica fondamen-tale di questo libro; in queste pagine, a volte, troviamoespressioni di una tale consacrazione a Dio che mettono illettore quasi a disagio.La Chiesa del Signore forse non può avere una necessità

più impellente se non quella di desiderare, come fece HudsonTaylor, una maggiore santificazione, un’assoluta dipendenzada Dio, una fede vittoriosa ed un servizio cristiano instanca-bile, per vedere milioni di perduti affidarsi a Cristo, il Sal va -tore e Signore di tutti i credenti.

D. B. Taylor

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Prefazione

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Capitolo 1

La potenzadella preghiera

IIl resoconto di alcune esperienze che avrebbero por-tato alla formazione della Missione della Cina

Interna, comparve per la prima volta sulle pagine diChina’s Millions, la rivista mensile della Missione pub-blicata sin dal 1875. In seguito molti lettori chieseroche venisse pubblicata separatamente. La signoraGuinness la incluse nella Storia della Missione per laCina Interna, una relazione sulla benignità di Dio fino al1894. Molti amici, in ogni caso, lo richiedono ancorain versione tascabile in vista di una diffusione più am-pia, questo è il motivo per cui è stata pubblicata lapresente edizione.

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Buona parte del materiale proviene dai discorsi te-nuti da nostri missionari durante una conferenza;questo spiega la forma diretta e narrativa che si è scel-to di mantenere.

È sempre utile fissare l’attenzione sull’aspetto divi-no del servizio cristiano; comprendere che l’opera diDio non consiste tanto nell’impegno dell’uomo per ilSi gnore, quanto nell’azione di Dio attraverso l’essereumano. Come collaboratori del Signore, pur ricono-scendo i benefici che vengono riversati su un mondopieno di peccato attraverso la proclamazione del l’E -vangelo, non dobbiamo mai perdere di vista gli aspettipiù elevati del servizio: l’ubbidienza a Dio, la gloriache desideriamo riservare al Suo Nome, nonché lagioia che vogliamo dare al nostro Padre celeste, viven-do per Lui e servendoLo come figli diletti.

Molte circostanze verificatesi all’inizio del mio ser-vizio mi convinsero di quest’aspetto dell’opera; e ri-pensando ad alcune di esse, mi rendo conto di quantol’attività missionaria sia in debito verso molti che nonhanno mai potuto vedere personalmente quest’impor-tante campo dell’opera di Dio. Molti, forse impossibili-tati ad offrire generosamente, saranno sorpresi nelGran Giorno vedendo quanto abbia potuto avanzarel’opera di Dio per mezzo del loro tributo d’amore,compassione e preghiere.

Per quanto mi concerne, alla luce del servizio chemi è stato concesso di svolgere per il Signore, ho unenorme debito di riconoscenza verso i miei amati geni-tori, ormai entrati nel riposo eterno.

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La Potenza Della Preghiera

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Molti anni fa, intorno al 1830, il cuore di mio padrefu profondamente scosso dalla condizione spiritualedella Cina leggendo vari libri, e in particolare un reso-conto dei viaggi del Capitano Basil Hall. La sua condi-zione gli precludeva la possibilità di recarsi in Cina perun servizio personale, ma pregò che se Dio gli avessedato un figlio, questi potesse essere chiamato a servirenel vasto e bisognoso impero allora ermeticamentechiuso alla verità. Non seppi nulla di questo suo desi-derio sino al mio ritorno in Inghilterra, sette anni dopoessere partito per la Cina; ma fu molto interessante ve-dere come una preghiera elevata prima della mia na-scita avesse ottenuto risposta.

Nei primi anni di vita ho avuto molte opportunità diimparare il valore della preghiera e della Parola di Dio;i miei genitori insistevano sul fatto che confidare inDio, ubbidirGli ed essere totalmente dedicati al Suoservizio era la cosa migliore e più saggia da fare, perme stesso e per gli altri. Malgrado questi validi esempie dei precetti assai chiari, il mio cuore non cambiò.Avevo cercato più volte di diventare cristiano ma, fal-lendo nei miei sforzi, cominciai a pensare che perqualche ragione non potevo essere salvato, e che lacosa migliore da fare era prendere la mia parte di que-sto mondo, perché oltre la tomba non c’era alcunasperanza. Mentre mi trovavo in queste condizioni, en-trai in contatto con persone che propugnavano ideeatee ed accettai i loro insegnamenti, nella speranza disfuggire al destino che, secondo la Bibbia, attendevagli impenitenti. Anche se può sembrare strano, sono

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contento di essere passato per quell’esperienza discetticismo.

L’incoerenza dei cristiani che, pur professando dicredere nella Bibbia, vivevano come se quel Libro nonesistesse, erano uno degli argomenti addotti con mag-giore insistenza da parte dei miei compagni di queltempo; da parte mia ribadivo che se avessi credutonella Bibbia avrei cercato di seguirla, mettendola pie-namente alla prova, e se si fosse dimostrata falsa einaffidabile, l’avrei abbandonata del tutto. Ero di que-sta opinione quando il Signore si rivelò nella mia vita;e posso assicurare che sin da allora homesso alla pro-va la Parola di Dio, ed essa non è mai venuta meno.Non mi sono mai pentito di aver posto fiducia nellesue promesse, o rammaricato per aver seguito quelleindicazioni.

Quando avevo circa quindici anni, Dio rispose allepreghiere di mia madre e di mia sorella per la mia con-versione. Un giorno che non avrei dimenticato mai,mia madre era assente da casa e nel pomeriggio cer-cavo qualche libro nello studio di mio padre per riem-pire le ore libere, mi voltai verso un cesto di libretti escelsi tra questi un opuscolo che sembrava interessan-te, dicendo tra me: “All’inizio riporterà una storia, e al-la fine un sermone o una morale: prenderò il primo elascerò l’altro a chi vorrà prestarvi attenzione”.

Mi sedetti e cominciai a leggere in una condizionementale di assoluto distacco, nella convinzione che seesisteva una salvezza, non era certo per me, e con laprecisa intenzione di riporre quell’opuscolo non appe-

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na si fosse rivelato noioso. A quel tempo non era rarodefinire la conversione un “diventare seri”; e a giudica-re dai volti di alcuni cristiani, sembrava davvero unafaccenda molto gravosa. Come sarebbe bello se i figlio-li di Dio manifestassero sempre nel volto la benedizio-ne e gioia della salvezza, permettendo ai peccatori didefinire la conversione un “diventare gioiosi” anziché“diventare seri”.

Non potevo immaginare cosa stesse accadendo inquel preciso momento nel cuore di mia madre, a più di100 chilometri di distanza. Quel pomeriggio si alzò datavola desiderando intensamente la mia conversione, eavvertì che si presentava una speciale opportunità disupplicare il Signore in mio favore. Andò nella suastanza e chiuse a chiave la porta, decisa a non uscirefino a quando la sua preghiera non fosse stata esaudi-ta. Ora dopo ora mia madre pregò, finché non riuscìpiù a chiedere, ma fu spinta a lodare Dio poiché loSpirito Santo le mostrava ciò che era già accaduto: laconversione di suo figlio.

Nel frattempo io leggevo quel piccolo opuscolo, efui colpito dalla frase: “L’opera compiuta di Cristo”. Unpensiero attraversò la mia mente: “Perché l’autore usaquest’espressione? Perché non dire l’opera espiatoriao propiziatoria di Cristo?”. Immediatamente la frase “ècompiuto” balenò nella mia mente. Che cosa era com-piuto? Subito replicai: “Una piena e perfetta espiazio-ne per il peccato: il debito è stato pagato dal Sostituto;Cristo è morto per le nostre trasgressioni, e non sol-tanto per i nostri, ma anche per i peccati di tutto il

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mondo”. Subito affiorò un altro pensiero: “Se l’opera ègià compiuta e l’intero debito è stato pagato, cos’altrorimane da fare da parte mia?”. E in quel momento siformò nella mia anima la gioiosa convinzione che nonc’era niente da fare se non cadere sulle proprie ginoc-chia, ed accettare questo Salvatore e la Sua salvezza.Così, mentre mia madre lodava Dio nella sua stanza,io Lo glorificavo nello studio dove ero entrato per farpassare un po’ di tempo.

Trascorsero vari giorni prima che decidessi di con-fidare a mia sorella la gioia che avevo nel cuore, e sol-tanto dopo averle fatto promettere di non dire a nessu-no quel segreto. Quando nostra madre tornò a casadue settimane dopo, fui il primo a darle il benvenutosulla porta e annunciarle che avevo una meravigliosanotizia per lei. Posso quasi avvertire il caldo abbracciodi mia madre mentre mi stringeva al petto e diceva:“Lo so, figlio mio; sono due settimane che gioisco perla notizia che devi darmi”. “Come?”, chiesi sorpreso,“Amelia non ha mantenuto la sua promessa? Mi avevapromesso di non dirlo a nessuno”. Mia madre mi assi-curò che non l’aveva saputo da nessuna fonte umana,e continuò raccontandomi l’episodio menzionato pri-ma. Ora capite perché sarebbe davvero strano se noncredessi alla potenza della preghiera.

Non è tutto. Qualche tempo dopo presi un taccuinosimile ai miei e, pensando che fosse mio, lo sfogliai. Lerighe che catturarono il mio sguardo erano annotazio-ni di un piccolo diario, appartenente a mia sorella, incui sosteneva che si sarebbe dedicata giornalmente al-

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la preghiera fino a quando Dio non avesse risposto al-la supplica per la conversione del fratello. Esattamenteun mese dopo il Signore si compiacque di portarmidalle tenebre alla luce.

Cresciuto in compagnia di simili persone e salvatoin queste circostanze, mi risultò naturale credere findal principio della mia vita cristiana che le promessedella Bibbia fossero reali, e che la preghiera fosse unmezzo efficace, sia in favore di sé stessi che degli altri.

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