9
ICONA RIMINI VENTI ANNI DI GRAFICA BALNEARE TESTI DI: VITTORIO D’AUGUSTA MASSIMO PULINI Guaraldi

Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

R IM I N I GR AF ICA /2PROGET TO M A R I ACR I S T I N A S ER A F I N I

EURO 6,00 ISBN 978-88-6927-191-5

La collana Rimini Grafica nasce da un’idea di Mariacristina Serafini, docente di Graphic Design all’Accademia LABA di Ri-mini, con lo scopo di analizzare, attraverso leggeri mini-catalo-ghi, le correnti che hanno fatto il graphic design nel riminese, tra frontiere e avanguardia, tra lavoro d’autore e grafica nazional-popolare.

… una città che si esponga per essere “consumata”, quale suo prodotto deve mettere in vendita, quale parte di sé deve mostrare? E se questa ipotetica città è Rimini – contraddit-toria, “plurima”, “liquida”, attraente, reazionaria, rivolu-zionaria, “amerikana”, comunista, consumista, visionaria, patetica, poetica e molto altro ancora (metropoli paesana e “tenero scarabocchio” di Fellini) – quali aspetti, tra i tantis-simi possibili, dovrà privilegiare per far breccia nel mercato mondiale del turismo, sempre più agguerrito, competitivo, globalizzato? (...)

Ogni manifesto dà una visione parziale, soggettiva ma au-tentica: singole particelle di verità che, accumulandosi negli anni, e per approssimazioni successive, tendono a dare, di Ri-mini, una immagine, per quanto possibile, vicina alla verità. …

ICONARIMINIVENTI ANNI DI GRAFICA BALNEARE

TESTI DI: VITTORIO D’AUGUSTAMASSIMO PULINIGuara

ldi

Page 2: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

Guarald

i

Page 3: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

Guarald

i

Page 4: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

7

È facile per il Mulino Bianco reclamizzare i suoi biscotti e per armani i suoi vestiti. Belle foto-grafie, qualche trovata, qualche slogan che stupisca e faccia “consumare”. Una ditta commerciale, nel programmare la pubblicità, ha idee chiare, sa ciò che vuole, e per anni insiste sullo stesso tema per rafforzare la riconoscibilità del suo prodotto. Ma una città che si esponga per essere “consumata”, quale suo prodotto deve mettere in vendita, qua-le parte di sé deve mostrare? E se questa ipotetica città è Rimini – contraddittoria, “plurima”, “liqui-da”, attraente, reazionaria, rivoluzionaria, “ameri-kana”, comunista, consumista, visionaria, patetica, poetica e molto altro ancora (metropoli paesana e

“tenero scarabocchio” di Fellini) – quali aspetti, tra i tantissimi possibili, dovrà privilegiare per far brec-cia nel mercato mondiale del turismo, sempre più agguerrito, competitivo, globalizzato? Vengono in aiuto parole alla rinfusa: Mare, Spiaggia, Sole, Olio solare, Duomo, Sballo, Ombrellone, Bellezze (all’ombra del medesimo), Museo, Piadina, Arco, Ponte, La Linea 11, Grand Hotel, La Nuit-en-rose, Pensione Dorina, Fila Dritto, Ambulanti/sempre/in/guerra, Panorama dalla Ruota con amore, Le

Guarald

i

Page 5: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

98

Befane, La Casa del Chirurgo, “Dù chi magna” (e via andare). Una vera impresa, per il povero grafico pubblicitario, o per l’artista, doversi districare in questa abbondanza di stimoli e di immagini. Ci ha provato anche Jovanotti. In una amorevole e di-vertita visione popolar-regressiva, nella quale tro-neggia un bel paio di gambe, ha compresso dentro lo spazio dei 70x100 cm di un normale manifesto, tutti gli stereotipi della riminesità. Marco Neri, da par suo, saggiamente, non si è allontanato dallo sti-le raffinato dei suoi quadri: ha dipinto architetture e bandiere, in un magico lindore di geometrie che esaltano sogni, utopie, misteri, solitudini. Rimini silenziosa e metafisica, e internazionale. Messag-gio di cultura, altroché rampante turismo patatine e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed è dipinta con pittura sensuale: una si-rena dai capelli sciolti, una favola molto riminese, appena appena torbida (tranquilli, non è un riferi-mento al mare). Echaurren prende le distanze dal realismo illustrativo: basta un delfino stilizzato e surreale per evocare il verde/azzurro del mare (ma va a suo svantaggio il confronto con il mitico del-fino di Dudovich, icona della storia balneare). Nel manifesto di Gruau una fanciulla, che supponia-mo riminese e beneducata, offre al mondo il disco dorato del sole. Offerta riproposta da Bertotti, ma con più appariscente e smaliziata generosità. La nostalgia di un passato romantico e roseo prende

la mano a Milo Manara, che ricorre alla suggestio-ne di una troppo lontana Belle Époque. Certo, un secolo fa era uno scherzo reclamizzare Rimini, do-tata com’era di una partner potente come Ostenda. allora tutto concorreva ad una visione omogenea della città – l’architettura, la moda, le influenze dannunziane – che coincideva con l’ultima stagio-ne del Liberty. Oggi la realtà è enormemente più complessa e ambigua, in un eclettismo culturale e sociale che di certo non favorisce la sintesi di una comunicazione pubblicitaria così fortunata come appunto è stato lo storico slogan “Rimini/Ostenda d’italia”. e poi c’è l’ombra di fellini sempre alle spalle, dono e macigno, termine di paragone da cui non si esce che perdenti. Onde per cui… Onde per cui è il manifesto coniato da alessandro Bergonzo-ni, geniale dichiarazione di una resa: non c’è nulla da fare, ma per fortuna c’è il mare e il salvagente della parola, anzi del gioco di parole, del motto spi-ritoso (e del moto ondoso). E questo sì, è un manife-sto molto romagnolo, giocato su slittamenti verbali che non hanno bisogno di descrivere, di traccia-re figure. Basta la parola. Altri manifesti trovano spunto nelle lettere della parola “RIMINI”: Eron trasforma quella scritta negli ultimi bagliori di un tramonto; meno romanticamente, e con occhio al secchiello dell’infanzia, Glaser mette a mollo nel placido Adriatico le gambe della M. Nella trovata grafica di Marco Morosini, l’occhiello della R, ros-sa, maiuscola e scatolata, diventa l’attrezzo ginnico

Guarald

i

Page 6: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

1110

da centrare con un tuffo, naturalmente femminile. (Che sia un inconscio e nostalgico omaggio ai ge-rarchi del Fascio costretti a saltare, con italico e vi-rile ardore, attraverso i cerchi infuocati nei Campi Sportivi della GIL?). Nel manifesto di Francesco Bocchini la calligrafia esile della scritta RIMINI, coerente con lo stile delle immagini, aggiunge ele-ganza alla comunicazione. il suo messaggio impli-ca, nell’osservatore, sensibilità e cultura visiva: una speranza, un auspicio, non certo l’odierna realtà riminese. Poteva mancare il Grand Hotel? Ci ha pensato Luca Giovagnoli, con tenerezza, e con la leggerezza di una barchetta di carta. A difendere le

“quote rosa”, nell’impari sproporzione maschilista, c’è solo Francesca Ghermandi, forse nascosta da una maschera-conchiglia. Maurizio Cattelan, con i Saluti da Rimini, è un caso particolare. Non sono le immagini in sé – peraltro divertenti e piacevoli nel-la giocosa trasgressione antituristica – a reclamiz-zare Rimini, ma la fama internazionale dell’auto-re: la messa in scena della importante installazione con le maxicartoline nel cuore della città, in questa estate 2015, è senza dubbio una prestigiosa opera-zione di marketing, di grande eco mediatica.

Con la spocchia del pittore sempre pronto a cri-ticare, mi stupivo, una quindicina di anni fa, che i nostri amministratori non avessero un’idea pro-grammatica su come reclamizzare Rimini; mi sem-brava strano che lasciassero alla fantasiosa creativi-tà dei grafici e degli artisti la libertà di interpretare

la città, senza dare indicazioni, senza l’ombra di un progetto. Ma probabilmente quella scelta era giusta, forse l’unica praticabile: ogni manifesto dà una visione parziale, soggettiva ma autentica: sin-gole particelle di verità che, accumulandosi negli anni, e per approssimazioni successive, tendono a dare, di Rimini, una immagine, per quanto pos-sibile, vicina alla verità. Senza mai raggiungerla, speriamo noi riminesi, questa verità, perché in fondo siamo attratti dalle sembianze mutevoli, contraddittorie, dagli enigmi che creano fascino, e che nessun manifesto pubblicitario potrà mai svelare completamente.

Siamo grati a Mariacristina Serafini – che rin-graziamo – per aver posto attenzione e sollevato interesse, con competenza professionale, su questo tema e per aver curato questa pubblicazione che si configura come utile aggiornamento, ed anche come ulteriore, alternativo, strumento pubblicita-rio, forse colpevole di “manifesta riminesità”.

Guarald

i

Page 7: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

Guarald

i

Page 8: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

15

Guarald

i

Page 9: Icona Rimini. Venti anni di grafica balneare · 2017-03-12 · e coca cola. la nuotatrice di Toccafondo non è la Pellegrini, non ha stile da piscina, ma sensualità adriatica ed

1716

Guarald

i